Sei sulla pagina 1di 6

CRITICA DELLA RAGION PURA

1. Kant si occupa della classificazione delle facoltà umane nell'analitica della logica
trascendentale che a sua volta risulta appartenente alla dottrina trascendentale
degli elementi.
Individuerà tre facoltà umane che agiscono in diversi campi.
-la sensibilità che ha il compito di selezionare i dati che vengono forniti
all'esperienza utilizzando i sensi (passiva)
-l'intelletto
-la ragione

2. I giudizi di Kant vengono detti Giudizi sintetici a priori e vengono considerati una
sintesi tra i giudizi analitici a priori dei razionalisti e i giudizi sintetici a posteriori degli
empiristi.
Non riprende dai razionalisti l' analiticità , in quanto avverrebbe un analisi e un
enunciazione da parte del predicato di ciò che è già detto dal soggetto. Il predicato non
aggiunge niente rispetto al soggetto portando così alla formazione di un giudizio
infecondo e di conseguenza nessun tipo di conoscenza in più .
Utilizza invece il termine a priori poiché i giudizi devono esser:
-universali
-necessari
-oggettivi
Non possono derivare dall'esperienza la quale come aveva già affermato Hume non ci
dice che ogni evento debba necessariamente anche in futuro dipendere da cause ma
solo che finora è stato così.
Sintetici, riprendendo invece gli empiristi poiché la realtà è sintetica grazie ai
sinteticità che attribuisco ad essa grazie ai sensi, Non la sto perciò passivamente
recependo e esplicitando poiché aggiungo ciò di cui faccio esperienza ed estendo la
mia conoscenza rispetto all'oggetto. Per Kant il sapere non è il dogma di verità e si basa
sulla materia (sintetico) e la forma (a posteriori). Non si parla di relativismo ma
oggettivismo.
Ciò che invece non “accetterà” del pensiero empirista è la visione del giudizio a
posteriori perché diverrebbero soggettivi e particolari ma non possiamo osservare le
realtà particolari scientificamente.
Il metodo usato da Kant in questa ricerca sintetica a priori è quello Trascendentale.
Non è un termine nuovo in quanto già utilizzato durante la scolastica. Non si tratta però
di uno studio trascendentale ma un metodo che va oltre l' empirico e il trascendente. Se
fosse empirico terremo conto solo dei sensi ma non è così, mentre se fosse
trascendente andrebbe al di la dell'empirismo poiché usa forme a priori che trovano
posto nel trascendente. La scienza viene vista come unione tra esperienza e principi
sintetici a priori.

3. Innanzitutto il termine criticismo indica un giudizio in questo caso relativo alla ragione
che deve dunque esser giudicata. E' perciò un autocritica che la ragione pone a se
stessa analiticamente. Chi si chiede quali siano i limiti della ragione che manterrà la sua
validità solo in determinati campi. Tale limite viene ritrovato nella metafisica,
respingendo lo scetticismo scientifico di Hume che l'aveva risvegliato dal suo sonno
dogmatico e abbracciandone invece lo scetticismo metafisico sebbene in una diversa
prospettiva. Parla della metafisica riferendosi a affermazioni effettuate nell'opera
“Ricerca sull'evidenza dei principi della teologia naturale e morale”, in cui la definisce
come un abisso senza fondo, un mare senza sponde.
La ragione può perciò in tutto ciò che è visibile e osservabile. Per tale motivo quella di
Kant viene anche definita filosofia del limite o ermeneutica della finitudine. Possono
però esser ritrovati diversi significati in questa descrizione. Il primo che riguarda
appunto il limite della ragione, e il secondo invece che si rifà al mondo dei
fini(agnosticamente non dimostrabile) , nel quale si realizza tutto ciò che non è
possibile nella nostra realtà .
Quella che avviene con Kant viene indicata come “rivoluzione copernicana”,
chiedendosi infatti da dove derivassero i giudizi sintetici a priori se non
dall'esperienza, ritrova tale risposta incentrando la sua ricerca sul soggetto e
successivamente l'oggetto. Elabora infatti una nuova teoria della conoscenza ovvero
una sintesi tra materia e forma
-La materia della conoscenza risulta infatti l'elemento empirico o a posteriori ed è il
“contenuto della sensazione”
-La forma che è l'elemento razionale o a priori indica invece il collegamento tra i diversi
dati sensibili secondo certi ordini o rapporti.
Pur mutando incessantemente le informazioni o le impressioni sensibili, non mutano
mai gli schemi attraverso le quali sono ricevute ovvero le forme a priori.
Se la filosofia tradizionale riteneva che le cose ci dettassero le leggi del loro apparirci,
secondo Kant è al contrario il nostro intelletto a dettare alle cose le strutture all'interno
delle quali esse possono fenomenizzarsi. Si può dire che, come Copernico ruppe col
geocentrismo del mondo antico e medievale introducendo l'ipotesi eliocentrica, così
Kant non fa più ruotare la ragione intorno alle cose, ma viceversa le cose intorno alla
ragione. Kant ritiene insomma che la sua interpretazione "soggettivista" del problema
delle categorie, abbia definitivamente trasformato la natura della filosofia.

4. Con la dissertatio del 1770 (“La forma e i principi del mondo intelligibile”) Kant inizia il
discorso relativo a il noumeno e il fenomenico. Con tale disserzione vuole infatti
mettere innanzitutto in evidenza il suo risveglio da un sonno dogmatico soprattutto
grazie all'avvicinamento alla filosofia di Hume. Non riprende però quello che era il suo
scetticismo(tutto è un fascio di sensazioni) ma lo supera indicando come accanto allo
spazio e il tempo vi è anche la certezza dell'esistenza della sostanza e che la realtà
esterna a noi esista indipendentemente da noi. La forma è data dallo spazio e dal tempo
e il mondo sensibile e intelligibile si differenziano tra loro. Kant riprende dalla filosofia
Platonica il dualismo gnoseologico.
Secondo Platone infatti era presente una realtà “vera”, il mondo delle idee e una copia
identificata con il mondo sensibile.
Per Kant le due realtà sono entrambe esistenti ma contrapposte in quanto ciò che vale
in una non vale nell'altra. La verità sta nel mondo sensibile distaccandosi così dal
pensiero aristotelico. Il mondo fenomenico o sensibile si riferisce a tutto ciò che si
manifesta ed è conoscibile e cui posso perciò dare uno spazio e un tempo (solo ciò che
posso osservare).Il mondo intelligibile invece si riferisce alla metafisica e non è una
certezza in quanto non potendone fare esperienza in prima persona non posso darle ne
uno spazio ne un tempo(ex. Dio, anima).Avviene una rivoluzione del pensiero Platonico
e allo stesso tempo aristotelico che metteva al primo posto tra le scienze la metafisica.
La conoscenza può perciò esser di due tipi:
-Sensibile
-Intelligibile
La seconda si riferisce al noumeno ovvero la realtà da noi non osservabile in quanto
limitati. Il limite della nostra capacità razionale è perciò data dal nostro limite nel non
poter cogliere tutta la realtà .
A priori colgo la realtà attraverso i sensi
A posteriori sono in grado di cogliere la realtà che esiste attraverso i sensi senza
bisogno di ragionare, cogliendola passivamente in quanto viene elaborata dalle
strutture mentali. I sensi agiscono diversamente dalla ragione ma agiscono insieme.
L'intelletto senza i sensi sarebbe vuoto, i sensi senza l'intelletto sono ciechi.
La questione di noumeno della realtà fenomenica e noumenica verrà nuovamente
affrontata in critica della ragion pratica.
La realtà fenomenica indica l'oggetto proprio della conoscenza umana, che è sempre
sintesi di un elemento materiale e di uno formale. Di conseguenza, il conoscere, per
Kant, non può estendersi al di là dell'esperienza, in quanto una conoscenza che non si
riferisca a un'esperienza possibile non è conoscenza, ma un vuoto pensiero che non
conosce nulla, un semplice gioco di rappresentazioni. La realtà noumenica presenta
una duplice valenza in quanto dal punto di vista positivo pur non facendo esperienza
diretta di essa la consapevolezza dell'esistenza di essa implica l'esistenza di un essere
superiore che può comprenderla, in negativo invece risulta ai nostri occhi un incognita.
Tale dimensione permette a Kant di chiamare la sua filosofia, filosofia del limite.
La cosa in sé, più che essere una realtà , è per noi un concetto, e precisamente un
concetto-limite, che serve ad arginare le nostre pretese conoscitive.
L'idea di cosa in sé, o noumeno, da un lato circoscrive le pretese della sensibilità ,
rammentandoci che ciò che ci viene dato nell'intuizione spazio-temporale non è la realtà
in assoluto, e dall'altro circoscrive le arroganze dell'intelletto, ricordandoci che esso non
può conoscere le cose in sé, ma soltanto pensarle nella loro possibilità , sotto forma di x
ignote.
5. L'estetica trascendentale analizza ciò che posso vedere e conoscere in quanto visibile a
me sviscerato attraverso i sensi e ciò che questi possono vedere. Il sentire un oggetto
provoca in noi una rappresentazione definita intuizione e l'oggetto rappresentato viene
detto fenomeno. L'estetica cerca perciò una risposta alla domanda: Esiste una
matematica pura che non dipende dalla nostra soggettività .
Richiama ciò che ha già specificato nella dissertatio. I sensi passivamente colgono i dati e
attivamente lo spazio e il tempo danno ordine alla materia grazie alla facoltà umana
dell'intelletto. Se lo spazio e il tempo sono forme mentali a priori, Kant si chiede perciò
che tipo di relazione esista tra queste e la matematica. Trova risposta alla sua domanda
specificando come lo spazio sia si forma mentale a priori ma allo stesso tempo anche
dimensione della realtà esterna. Questa si riferisce quindi alla condizione a priori della
geometria, che si presenta come scienza sintetica a priori, come scienza, cioè, che grazie
ai contenuti assunti dall'esperienza è accrescitiva del sapere, e grazie alla intuizione
pura a priori dello spazio ha valore universale e necessario e studia lo spazio esterno. La
matematica è a priori rispetto a ciò che è osservabile e ciò che ci dice geometricamente è
visibile a tutti e di conseguenza se tutto, è ciò che geometricamente è visibile a noi
dobbiamo considerarla pura. Il tempo è invece la misura della nostra interiorità e
corrisponde all'aritmetica. Il tempo è anche relativo all'esteriorità ed è per questo
considerato la condizione formale a priori di tutti i fenomeni in generale.
6. Kant si sofferma sulla questione dei concetti nell'Analitica Dei concetti che fa parte della
logica che a sua volta appartiene alla dottrina trascendentale degli elementi. Questa
viene detta trascendentale in quanto intende scoprire le forme a priori con le quali
l'intelletto può rispondere alla domanda E la fisica una scienza pura?La fisica studia il
movimento che logicamente dobbiamo cercare di spiegare. Questo è perciò relativo al
movimento tra noi e il soggetto che a sua volta organizza l'oggetto ma non si muove.
Vengono innanzitutto identificati concetti di due tipi.:
-concetti empirici
-concetti puri
I primi sono idee relative a una fruizione di dati e sono perciò l'idea che io mi faccio della
realtà che non aiuta la oggettività bensì la relatività . I concetti puri invece sono idee e
concetti applicabili a tutta la realtà e corrispondono alle categorie Aristoteliche, entità
generalissime a cui tutta la realtà si riferisce e sono puri in quanto sono a prescindere.
Mentre per Aristotele le categorie avevano assunto una funzione ontologica e
gnoseologica per Kant queste hanno una funzione gnoseologica in quanto il soggetto
deve conoscere la realtà e logica in quanto logicamente devo capire in che modo i
concetti trovano un attaccamento alla realtà . Le categorie di Aristotele erano 10 mentre
per Kant saranno 12 con 4 macro categorie e ad ogni categoria corrisponde un giudizio.

E' universale perché.................................................


E' particolare perché...................................................
E' singolare in quanto........................................................

E' affermativo poiché affermo una realtà esistente


E' negativo perché nego l'esistenza di qualcosa in un momento specifico
E' infinito e si parla della categoria del limite. L'infinito da Kant non è visto come ne un
limite ne una fine ma come qualcosa di non verificabile.

E' categorico e non può esser modificato


E' ipotetico del tipo se posso devo e non è un giudizio certo come quello categorico
E' disgiuntivo o l'uno o l'altro l'uno lo ipotizzo l'altro è certo.

Problematici: metto in discussione la realtà


Assertori: contrario dei problematici
Apodittici: ciò che può esser dimostrato
La deduzione trascendentale consiste nel chiedersi se io possa legittimamente dedurre
che i concetti puri siano corrispondenti alla realtà a cui sto dando forma. Chi mi da la
sicurezza che ciò che vedo sia sempre reale e vero. Devo trovare di diritto ius la
legittimità di fatto di qualcosa. La conoscenza deve esser relativa a quest'elemento e
non qualcos'altro. C'è qualcosa a priori nel mio intelletto che può darmi questa
garanzia, che il mio intelletto pensi in maniera coerente e logica?
SI, L'IO PENSO

7. L'IO pensa pensando di pensare, ha auto conoscenza di se e consapevolezza del suo


pensiero. Questa viene anche indicata come funzione dell'intelletto detta anche
tredicesima categoria o meta categoria. L'io penso coordina tutte le categorie ed è unico
e universale per tutti. E' perciò sintesi a priori della molteplicità e richiama il giudizio
sintetico a priori ed essendo a priori precede la funzione specifica di ogni categoria.
-l'unificazione del molteplice deriva dall'attività sintetica che ha sede nell'intelletto
- la suprema unità fondatrice della conoscenza è data dall'io penso
-l'attività dell'io penso si attua tramite giudizi che si basano perciò su categorie.

L'IO PENSO SI REALIZZA ATTRAVERSO LE CATEGORIE MA DEVE ESSERE PRIMA


PERCHE' IL MOVIMENTO PARTE DAL SOGGETTO ALL'OGGETTO E NON VICEVERSA.

Tutti gli uomini hanno la stessa struttura mentale data dall'io penso e il soggetto
prescinde dall'oggetto.
> Principio dell' appercezione consapevolezza a priori dela realtà
>Rappresentazione originaria accompagna sino all'origine di tutte le categorie
>Principio di ogni sintesi conoscitiva
>Sintesi della molteplicità
Il pensiero esiste grazie all'io penso ed è considerato il principio supremo della
conoscenza e ciò che rende possibile l'oggettività del sapere scientifico.
Tutta la realtà empirica deve presupporre le categorie. I dati vengono raccolti grazie ai
sensi e vengono per forza organizzati grazie alle categorie. La natura fenomenica
obbedisce perciò all'io penso.
Tutti diamo la stessa forma alla realtà e non è perciò possibile un azione creativa
dell'intelletto.
8. Nella dialettica trascendentale Kant si concentra sulla metafisica che per la prima era
stata introdotta da Parmenide e sarà poi ripresa da Platone e Aristotele.
-Platone: metafisica come modello, vista come modello scrivibile solo alla metafisica
specialmente la dialettica
- Aristotele: la metafisica è la scienza prima e il suo oggetto di studio è la sostanza,
l'essere e il divenire.
Per Kant hanno compiuto un errore in quanto la metafisica per Aristotele era stata
legata alla logica. I logici cercano però di dare verità e se le loro premesse solo false
anche i loro risultati saranno tali, hanno perciò reso vero ciò che non lo è. Bisogna
smascherare Platone e Aristotele e la pretesa dei metafisici. Il Compito di Kant diventa
perciò quello di smascherare gli errori che sino ad ora erano stati commessi sul piano
della metafisica e quelli commessi dai metafisici i quali hanno avuto la pretesa di
raccontare di tale realtà facendo a meno dei dati sensibili.
Kant individua 3 idee:
-L'idea dell'anima
comprende la dimensione interna e l'anima presenta il soggetto assoluto e
incondizionato. Kant critica la psicologa razionale che ha tentato di concretizzare l'idea
di anima ed ha compiuto un paralogismo ovvero un sillogismo errato. Ha trasformato
infatti in una scienza qualcosa che scientifico non è creando una corrispondenza tra Io
penso e anima materializzandola. Poiché l'io penso è categoria di tutte le categorie ha
voluto dare a questo principio carattere di materia. Ciò non è però possibile in quanto è
una categoria formale:
un conto è la funzione formale io penso,un conto è l'anima che incondizionatamente
partecipa a noi e la pretesa di farle coincidere è un errore. Così come l'io penso non è
materia così è l'anima che non è conoscibile da noi empiricamente. L'io penso è una
pura funzione mentale ed è una sola struttura della nostra mente che ci permette di
cogliere la realtà esterna, mentre l'anima è una funzione interna. Con la psicologia
razionale si arriva perciò a una conclusione errata.
-l'idea del mondo
Relativa alla totalità dei fenomeni esterni.. L'idea del mondo nasce dalla percezione
totalizzante esterna. Possiamo costruire relativamente al mondo una tabella di
antinomia andando contro la cosmologia razionale, due sono relative all'osservazione
del cosmo quantitative (matematica), le restanti invece si riferiscono a un osservazione
della realtà qualitative(qualitative).Nega una risposta alle domande che si pone in
quanto non se ne può trovare riscontro nella realtà .
-l'idea di Dio
Rappresenta l'insieme tra realtà interna e esterna ed è soggetto assoluto e totalità dei
fenomeni esterni. Con la sua concezione Kant criticherà :
-S. Anselmo e la prova ontologica del Proslogion secondo la quale Dio consisteva in
tutto ciò di cui non si può pensare niente di più superiore ma se non ci credo non posso
io immaginarmi qualcos'altro?
-S. Tommaso e la prova cosmologica a posteriori che vedeva dio definito come causa
prima.
-S. Tommaso e la prova fisico teleologica nella quale si partiva da ciò che è fisico per
arrivare a Dio . Dio è il grado massimo di bellezza ma dicendo ciò compio lo stesso
errore della prova ontologica.
La metafisica è perciò una particolare scienza e ciò che è proprio di essa non può esser
considerato scienza.

Potrebbero piacerti anche