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Virgilio

L’Italia, una terra benedetta


(Georgiche, 2, vv. 109-176)

La varietà dei prodotti naturali nelle diverse regioni del mondo è il tema che introduce alle Lau-
des Italiae: al centro della multiforme varietà delle terre straniere c’è una terra che riassume in
sé tutte le migliori qualità presenti singolarmente altrove e insieme le contempera in un ideale

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di perfetto equilibrio; una terra su cui la natura riversa abbondantemente i suoi doni. L’elogio
della terra natale era un tema tradizionale che Virgilio trovava già sviluppato nelle opere di
Varrone, secondo moduli retorici che risalivano agli scrittori attici del V-IV secolo. Ma accanto
ai motivi tradizionali (varietà e ricchezza di prodotti, salubrità del clima, assenza di piante ve-
lenose e di animali dannosi all’uomo) si inserisce la celebrazione dei valori etici delle antiche
popolazioni italiche. L’Italia è una terra benedetta anche nei suoi abitatori, gente operosa, av-
vezza alla fatica, dotata di integra moralità e virtù guerriera. L’elogio della terra natale assume
così con Virgilio l’impronta ideologica, gradita a Ottaviano, della superiorità dell’Italia rispetto
all’Oriente di Antonio.

metro: esametri

Nec vero terrae ferre omnes omnia possunt.


110 Fluminibus salices crassisque paludibus alni 
nascuntur, steriles saxosis montibus orni;
litora myrtetis laetissima; denique apertos
Bacchus amat collis, Aquilonem et frigora taxi.

vv. 109-113 Nec … taxi: Nec … pos- •  Fluminibus … orni: da nascuntur … taxi: Bacchus è metonimia per la
sunt: ordina Nec vero omnes ter- dipendono i tre nominativi soggetto «vite», che ama le colline «esposte al
rae possunt ferre omnia; la forma salices, alni e steriles … orni; le deter- sole» (apertos), mentre i tassi richie-
dell’espressione è lucreziana (dalla minazioni di luogo sono in ablativo dono Aquilonem et frigora, «il freddo
dimostrazione che la vita non può semplice (senza in) secondo l’uso poe- e la tramontana»; frigora è plurale in-
nascere dal niente, ferre omnes omnia tico. • myrtetis: ablativo di abbondan- tensivo; l’Aquilone, o Borea, è il vento
possent, De rerum natura, 1, v. 166). za retto da laetissima (sunt). • denique del Nord.

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

Aspice et extremis domitum cultoribus orbem


115 Eoasque domos Arabum pictosque Gelonos:    
divisae arboribus patriae. Sola India nigrum
fert hebenum, solis est turea virga Sabaeis.
Quid tibi odorato referam sudantia ligno
balsamaque et bacas semper frondentis acanthi?
120 Quid nemora Aethiopum molli canentia lana,  
velleraque ut foliis depectant tenuia Seres?
Aut quos Oceano propior gerit India lucos,
extremi sinus orbis, ubi aëra vincere summum
arboris haud ullae iactu potuere sagittae?
125 Et gens illa quidem sumptis non tarda pharetris. 
Media fert tristis sucos tardumque saporem
felicis mali, quo non praesentius ullum,
pocula si quando saevae infecere novercae,
[miscueruntque herbas et non innoxia verba,]
130 auxilium venit ac membris agit atra venena.   

vv. 114-117 Aspice … Sabaeis: Aspice dica le gocce di resina prodotte dalla schile con desinenza greca) summum

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… orbem: l’imperativo Aspice coinvol- corteccia, non la resina in generale) arboris iactu (ablativo di limitazione);
ge nel discorso didascalico il destina- ed è preferito anche per convenien- aëra … arboris significa «superare la
tario; extremis, concordato con culto- za metrica; bacas … acanthi indica cima aerea dell’albero». • Et … phare-
ribus, si riferisce per senso a orbem, è qui l’acacia, un’altra pianta esotica tris: il mirum è avallato dalla senten-
cioè un’ipallage per extremum orbem, anch’essa resinosa, dai cui frutti (ba- za sulla abilità di quel popolo nel tiro
le «regioni ai confini del mondo» (in cas) si ricavava un’essenza impiegata con l’arco; et corrisponde a et tamen;
tal modo gli attributi sono equamen- in medicina; si tratta di una pianta sumptis … pharetris è ablativo asso-
te ripartiti tra i sostantivi del verso); distinta dall’acanto, la pianta orna- luto («imbracciata la faretra», quindi
cultoribus è dativo d’agente con il mentale ricorrente nelle Bucoliche. • «con la faretra»).
participio passivo domitum. • Eoa- Quid … lana: con Quid è sottinteso re- vv. 126-130 Media … venena: tristis
sque … Gelonos: «le dimore orientali feram; nemora … lana, «gli arbusti de- … mali: «i succhi amari e il sapore
degli Arabi e i Geloni tatuati»; gli ac- gli Etiopi biancheggianti di morbida persistente del cedro benefico, del
cusativi dipendono ancora da Aspice lana», sono le piante di cotone, desi- quale niente (è) più efficace (nel)…»;
ed esemplificano l’accusativo del v. gnate con analoghe perifrasi in greco. il pronome quo (ablativo di parago-
114; il raro aggettivo Eous è deriva- • velleraque … Seres: ordina et (-que) ne) introduce la proposizione relativa
to dal nome greco dell’Aurora, Èos; i ut Seres depectant vellera tenuia foliis, con soggetto non … ullum (= nullum) e
Geloni erano un popolo della Scizia, con ut in anastrofe che introduce l’in- i verbi venit e agit (v. 130). • pocula …
all’estremo Nord. • divisae (sott. sunt) terrogativa indiretta. I Seri abitavano novercae: ordina si quando novercae
… patriae: costruito con il dativo di l’odierna Cina; si credeva che le fibre saevae infecere (= infecerunt) pocu-
possesso arboribus. • Sola … Sabaeis: di seta venissero tirate giù col pettine la. • miscueruntque … verba: il verso
«Solo l’India produce il nero ebano, (depectant) dalle foglie della pianta è interpolato, assente nel testimone
solo i Sabei hanno i rametti d’incen- (foliis è ablativo di separazione senza più autorevole della tradizione ma-
so»; i Sabei abitavano la regione sud- de, già presente nel verbo composto). noscritta di questa sezione del poema
occidentale della penisola arabica. vv. 122-125 Aut … pharetris: è an- (il codice Mediceo) e ripetuto identico
vv. 118-121 Quid … Seres?: Quid … cora sottinteso Quid referam. • Aut … da Georgiche, 3, v. 283 (sarebbe l’unico
acanthi?: Quid tibi … referam, «Per- lucos: «O quali boschi produca l’India caso nel poema di una simile ripetizio-
ché descriverti», è un’interrogativa più prossima all’Oceano»; si tratta ne; per di più, il verso creerebbe qui
retorica; i due accusativi balsama della gigantesca Ficus Indica e l’al- una pausa troppo lunga all’interno
e bacas sono legati dal polisindeto tezza eccezionale della pianta è pre- della proposizione relativa; pertanto
-que… et… (mentre in italiano si usa sentata come un prodigio (mirum). • la maggior parte degli editori propen-
una sola congiunzione). In odorato … extremi … orbis: apposizione di India. de per l’espunzione). • membris … ve-
balsamaque («il balsamo stillante dal • ubi … sagittae: ordina ubi haud ullae nena: «nello scacciare dalle membra
legno profumato») l’uso del plurale (= nullae) sagittae potuere (= potue- il nero veleno»; membris è ablativo di
per il singolare dà concretezza (in- runt) vincere aëra (accusativo ma- allontanamento senza preposizione.

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

Ipsa ingens arbos faciemque simillima lauro,


et, si non alium late iactaret odorem,
laurus erat: folia haud ullis labentia ventis,
flos ad prima tenax; animas et olentia Medi
135 ora fovent illo et senibus medicantur anhelis.
Sed neque Medorum silvae ditissima terra,
nec pulcher Ganges atque auro turbidus Hermus
laudibus Italiae certent, non Bactra neque Indi
totaque turiferis Panchaia pinguis harenis.
140 Haec loca non tauri spirantes naribus ignem 
invertere satis immanis dentibus hydri,
nec galeis densisque virum seges horruit hastis;
sed gravidae fruges et Bacchi Massicus umor
implevere; tenent oleae armentaque laeta.
145 Hinc bellator equus campo sese arduus infert,  

vv. 131-133 Ipsa … erat: Ipsa … lau- del corpo)». • senibus … anhelis: il ver- degli Argonauti: per conquistare il
ro: «Anche quest’albero è maestoso bo medicor è usato intransitivamente vello d’oro Giasone dovette arare la

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e d’aspetto somigliantissimo all’allo- con il dativo senibus anhelis, «i vecchi terra di Colchide con i tori del re Eeta,
ro»; arbos è nominativo arcaico per asmatici», quindi «l’asma dei vecchi». spiranti fuoco, e seminarvi i denti di
arbor; faciem è accusativo di relazio- vv. 136-139 Sed … harenis: Medorum un serpente: da questi sorse una mes-
ne ‘alla greca’; lauro è dativo retto da … terra: «la terra dei Medi ricchissima se di guerrieri di cui Giasone si liberò
similis. Già Servio segnalava che la so- di selve»; meno persuasiva l’interpre- provocando tra loro una lotta in cui
miglianza notata da Virgilio tra cedro tazione alternativa, accolta da vari si uccisero tutti a vicenda. • invertere:
e alloro è falsa, e in effetti Teofrasto, editori moderni, che intende silvae l’espressione (in)vertere solum (o ter-
la fonte tecnica di Virgilio in questa come nominativo plurale e ditissima ram o anche glebas, le «zolle») è tec-
sezione, parla di somiglianza con terra in apposizione. • nec pulcher … nica per indicare l’aratura. • satis …
un’altra pianta, l’andrachne o corbez- Hermus: l’India è rappresentata per dentibus: ablativo assoluto, ma privo
zolo greco, ma un altro autore greco, sineddoche dal suo massimo fiume di valore temporale (non indica ante-
Ateneo, cita lo stesso passo di Teofra- (pulcher Ganges), la Lidia dal fiume riorità rispetto alla principale, ma ne
sto leggendo il nome dell’alloro (in Ermo (Hermus); auro turbidus, «torbi- colloca l’azione «al tempo in cui furo-
greco dàphne) al posto di andrachne: do d’oro», è una caratteristica tradi- no seminati»). • horreo: «essere irto»
anche Virgilio evidentemente aveva zionalmente attribuita a un altro fiu- si dice propriamente delle spighe di
a disposizione una versione ‘corrotta’ me di Lidia, che nell’Ermo affluisce, il grano (seges); l’immagine del campo
del testo teofrasteo. • si non … erat: Pattòlo. • laudibus … certent: «potreb- irto non di spighe ma di lance risale
«se non emanasse per ampio tratto bero gareggiare in lodi con l’Italia»; a Ennio.
un aroma diverso, non c’è dubbio che Italiae è dativo, laudibus («qualità vv. 143-144 sed … laeta: sed … imple-
sarebbe alloro»; l’uso dell’indicativo lodevoli») è ablativo di limitazione. • vere (= impleverunt): il verbo ha per
erat nell’apodosi del periodo ipote- Bactra: la capitale della Battriana, la soggetto i due nominativi del v. 143 e
tico dell’irrealtà nel presente sotto- regione dell’estremo Oriente nota per per oggetto Haec loca del v. 140; gra-
linea enfaticamente la somiglianza le correnti aurifere del fiume Oxus. vidae vale «gonfie», «cariche (di frut-
degli aromi. • totaque … harenis: ordina et tota to)»; la perifrasi Bacchi … umor indica
vv. 133-135 folia … anhelis: folia … Panchaia pinguis harenis turiferis; la il vino Massico, prodotto sull’omo-
ventis: «foglie che non cadono a nes- Panchea è un’isola del mare Arabico, nimo monte campano, citato come
sun vento», cioè è una pianta sem- ricca di incenso. simbolo di lusso in Georgiche, 3, vv.
preverde. • ad prima: variante di in vv. 140-142 Haec … hastis: «Questi 526-527. • tenent: «occupano (questi
primis, «particolarmente». • animas luoghi non ararono (invertere = inver- luoghi)»; tra oleae e armenta c’è iato.
… fovent: «rinfrescano l’alito e le boc- terunt) tori spiranti fuoco dalle narici, vv. 145-148 Hinc … triumphos: Hinc
che maleodoranti»; il verbo foveo, quando furono seminati (satis) i denti … infert: «Di qui il destriero da batta-
«scaldare», e quindi «dare conforto, dell’enorme serpente (hydri), né una glia avanza eretto nel piano»; bellator
ristorare», conosce anche un uso tec- messe di guerrieri si levò irta di elmi equus è quasi una designazione tecni-
nico nel senso di «lavare (una parte e di aste fitte». L’allusione è al mito ca; la seconda metà del verso ricorre

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

hinc albi, Clitumne, greges et maxima taurus


victima, saepe tuo perfusi flumine sacro,
Romanos ad templa deum duxere triumphos.
Hic ver adsiduum atque alienis mensibus aestas:
150 bis gravidae pecudes, bis pomis utilis arbos.      
At rabidae tigres absunt et saeva leonum
semina, nec miseros fallunt aconita legentis,
nec rapit immensos orbis per humum neque tanto
squameus in spiram tractu se colligit anguis.
155 Adde tot egregias urbes operumque laborem,   
tot congesta manu praeruptis oppida saxis
fluminaque antiquos subter labentia muros.
An mare quod supra memorem, quodque adluit infra?
anne lacus tantos? Te, Lari maxime, teque,
160 fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino?  
An memorem portus Lucrinoque addita claustra
atque indignatum magnis stridoribus aequor,
Iulia qua ponto longe sonat unda refuso
Tyrrhenusque fretis immittitur aestus Avernis?

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invariata in Eneide, 9, v. 53, detto di minium, De rerum natura, 3, vv. 741- 158); Lari maxime, «o grandissimo
Turno. • Clitumne: il Clitunno è la fa- 742). • nec … legentis: «né l’aconito Lario», è il lago di Como. • fluctibus …
mosa fonte presso Spoleto, in Umbria, inganna gli sventurati raccoglitori»; marino?: «o Benaco, che ti sollevi con
celebrata per l’acqua chiara e per le l’aconito (aconitum napellum) è una flutti e fragore di mare?»; il Benacus è
mandrie bianche (così Carducci, Alle pianta dagli effetti anche letali; legen- il lago di Garda.
fonti del Clitunno: «de’ bei gioven- tis (= legentes) è un participio sostan- vv. 161-164 An … Avernis?: Lucrino-
chi dal quadrato petto, / […] dolci ne tivato. • nec … anguis: «né il serpente que … claustra: «e la diga sollevata
gli occhi, nivei, che il mite / Virgilio squamoso spinge guizzando (rapit) sul lago Lucrino»; fu Agrippa, nel 37-
amava», vv. 17-20). • albi … victima: enormi cerchi per terra, né per così 36 a.C., a potenziare la diga naturale
«le bianche mandrie e la vittima più ampio tratto (tanto … tractu) si racco- che separava dal mare il lago Lucri-
grande, il toro»; nella coppia di no- glie in spire»; ovvero non ci sono ser- no, situato sulla costa campana, e a
minativi (soggetto di duxere, v. 148) il penti di grossa taglia. realizzare un canale di collegamento
secondo elemento chiarisce il primo vv. 155-157 Adde … muros: operum­ con il lago Averno, che sorgeva più
specificandolo; l’apposizione taurus que laborem: lett. «lavoro di costru- all’interno: l’opera, chiamata portus
è incastonata all’interno del nesso zioni», equivale a opera laboriosa, Iulius, dotò la baia di Napoli di una
nome + aggettivo a cui si riferisce, «costruzioni elaborate». • tot … sa- base navale per le operazioni contro
secondo una tecnica ricorrente altro- xis: ordina tot oppida congesta manu Sesto Pompeo. • indignatum: «infuria-
ve nelle Georgiche. • saepe … sacro: («edificate dalla mano dell’uomo») to» è il mare che si frange fragorosa-
«bagnati spesso nella tua sacra cor- saxis praeruptis (ablativo di luogo mente (magnis stridoribus) contro la
rente»; tuo … flumine sacro è ablativo senza in). • fluminaque … muros: ordi- più elevata diga eretta dall’uomo. •
strumentale retto da perfusi: gli anti- na et (-que) flumina labentia subter (= Iulia … Avernis?: «dove (qua, avver-
chi credevano che alcuni fiumi aves- sub) muros antiquos. bio) l’onda giulia vastamente risuona
sero la proprietà di rendere candido vv. 158-160 An … marino?: An … in- al refluire del mare (ponto … refuso) e
il manto degli animali. • deum: è un fra?: ordina An memorem mare quod la marea tirrena penetra nelle acque
genitivo arcaico per deorum. adluit (sott. Italiam) supra et (mare) dell’Averno?»; unda Iulia è detta l’ac-
vv. 149-154 Hic … anguis: alienis quod (adluit) infra?; il riferimento è al qua del portus Iulius; l’acqua del mar
mensibus: «in mesi non suoi». • pomis mare Adriatico e al mar Tirreno, co- Tirreno, quando si solleva per il moto
… arbos (= arbor): «l’albero (è) fecon- munemente designati il primo mare delle maree (aestus), si immette nel
do di frutti». • saeva … semina: «la superum e il secondo mare inferum. canale e nelle acque del lago Averno,
feroce razza dei leoni»; l’espressione • Te … teque: gli accusativi Te… teque prima isolato dal mare. Ponto … refu-
deriva da Lucrezio (triste leonum / se- dipendono ancora da memorem (v. so è ablativo assoluto.

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

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1 Haec eadem argenti rivos aerisque metalla  
ostendit venis atque auro plurima fluxit.
Haec genus acre virum, Marsos pubemque Sabellam
adsuetumque malo Ligurem Volscosque verutos
extulit, haec Decios Marios magnosque Camillos,
170 Scipiadas duros bello et te, maxime Caesar,  
qui nunc extremis Asiae iam victor in oris
imbellem avertis Romanis arcibus Indum.
Salve, magna parens frugum, Saturnia tellus,
magna virum: tibi res antiquae laudis et artem
175 ingredior sanctos ausus recludere fontis,  
Ascraeumque cano Romana per oppida carmen.

vv. 165-166 Haec eadem … fluxit: o verutum era la lancia delle primiti- gli imbelli Indiani»; Indum indica in
Haec eadem (sott. tellus) è soggetto ve popolazioni italiche. generale gli Asiatici, per tradizione
di ostendit e fluxit, perfetti gnomici vv. 169-172 haec Decios … Indum: ritenuti inetti alla guerra.
(indicanti cioè una verità generale) con haec è sottinteso tellus extulit. • vv. 173-176 Salve … carmen: «Sal-
con valore di presente; ostendit venis Decios … et te: esempi di grandi roma- ve, grande madre di messi, terra di
significa «mostra nelle vene», auro ni che salvarono la patria dai nemici Saturno, grande madre di eroi: per
fluxit «fa scorrere oro»; plurima è esterni (il plurale è generalizzante): te intraprendo un tema e un’arte di
predicativo del soggetto con valore Publio Decio Mure dai Latini (nel 340 antica gloria osando dischiudere le

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avverbiale: «in abbondanza». a.C.; ma la tradizione ricorda altri due sacre fonti, e intono un canto ascreo
vv. 167-169 Haec genus … extulit: eroi omonimi, che morirono combat- nelle città romane»; Saturnia tellus
Haec, «Questa terra», è soggetto di tendo contro i Sanniti e contro Pirro); è il nome antico dell’Italia (Saturnia
extulit (v. 169), «produsse». • Marsos Mario da Cimbri e Teutoni (101 a.C.); terra, in Ennio, Annales, v. 21 S.); tibi è
… verutos: un catalogo di popolazio- M. Furio Camillo dai Galli (367 a.C.); i dativo di vantaggio («a tuo beneficio»
ni italiche: Marsos indica «i Marsi», due Scipioni dai Cartaginesi nella se- e anche «in tuo onore»); antiquae lau-
la popolazione osco-umbra dell’Ita- conda e nella terza guerra punica; in- dis è un genitivo di qualità; sanctos …
lia centrale; pubem … Sabellam, «la fine Ottaviano (te), che battendo Anto- fontis (= fontes) sono le fonti metafori-
gioventù sabella», designa i Sanniti, nio e Cleopatra ad Azio ha soggiogato che della poesia, a cui il poeta si abbe-
esempio, con i Marsi, di virtù guerrie- tutto l’Oriente, sventando la minaccia vera per trarre ispirazione; Ascraeum
ra; i Liguri e i Volsci esemplificano le che poteva provenirne. • maxime … … carmen designa il poema didascali-
virtù etiche dei popoli italici (adsue- Indum: «grandissimo Cesare, che ora co di tradizione esiodea (Ascra in Be-
tum … malo, «abituati a patire»). • ve- ormai vincitore nelle estreme regioni ozia era la patria di Esiodo).
rutos: «armati di giavellotto»; il veru dell’Asia, allontani dai colli di Roma

Guida alla lettura


struttura ti tipi di suolo (vv. 109-113), lo sguardo si al-
La varietà dei prodotti naturali e la posi- larga alla geografia internazionale e al tema
zione geografica Da quando Giove ha de- delle terre esotiche (vv. 114-135); l’enfasi è sul
cretato la fine dell’età dell’oro (Georgiche, 1, v. mirum, l’aspetto meraviglioso di alberi che il
129 ss.), ogni terreno non può più dare ogni pubblico romano (Virgilio compreso) non ha
genere di prodotto (v. 109): la produttività del mai visto (specialmente vv. 123-124). I luoghi
suolo è limitata dalle condizioni ambientali. passati in rassegna ricorrono in ordine in-
Dopo la premessa generale illustrata da un verso nei vv. 136-139 fornendo un’elegante
breve catalogo di alberi che preferiscono cer- transizione alle lodi dell’Italia, con cui le terre

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

straniere e i loro meravigliosi prodotti sono dei primi tre libri del poema: le messi (fruges),
contrapposti. l’arboricoltura (Bacchi … umor, oleae) e l’alle-
Dalle terre esotiche al centro della terra: vamento del bestiame (armentaque): l’intero
l’Italia L’ec­cellenza dell’Italia è introdotta per programma delle Georgiche trova la sua rea-
contrasto con le terre esotiche: nessun pae- lizzazione ideale in Italia e per ogni elemento
se straniero, a dispetto delle sue meraviglie, è messo in rilievo il tratto dell’abbondanza
può paragonarsi all’Italia. Attraverso il rispec- (gravidae, implevere, laeta). In contrapposizio-
chiamento invertito dei paesi ‘visitati’ nell’ex- ne con i tori mostruosi della Colchide, e con
cursus precedente, le lodi dell’Italia si innesta- l’orrenda messe di guerrieri nati dalla loro
no saldamente nella trattazione didascalica: aratura, l’Italia produce il destriero da guer-
ra e i nivei tori per i trionfi militari; si inseri-
la Media è l’ultima terra citata nei sce già qui il tema dell’esaltazione delle virtù
(Medorum terra, v. 136) vv. 126-135 guerriere d’Italia che sarà ripreso ai vv. 167
ss. Il clima favorevole che raddoppia (bis…
l’India (Ganges, v. 137) riporta ai vv. 122-125
bis…) la fertilità di animali e vegetali sembra
la Battriana (v. 138) confina con la Cina riportarci all’abbondanza dell’età aurea (vv.
evocata al v. 121
149-150), mentre anche il motivo tradizionale
la ripetizione dell’India riprende la citazione dell’assenza di animali dannosi (vv. 151-154)
(Indi, v. 138) dell’India dei vv. 116-117 rievoca l’età anteriore al regno di Giove, quan-
do il serpente non era ancora letale (fu Giove
la Panchea collocata a est dell’Arabia,

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(turiferis … harenis, v. 139) corrisponde alla terra dei a istillargli il veleno, Georgiche, 1, v. 129) e le
Sabei del v. 117 (solis est fiere vivevano insieme alle greggi (Bucoliche,
turea virga Sabaeis) 4, v. 22), né esistevano erbe velenose (fallunt,
v. 152, come fallax herba veneni di Bucoliche,
Le lodi di Ottaviano L’elogio quindi si divi- 4, v. 24).
de in due sezioni, la prima sulle caratteristi- La geografia umana: le città e i porti Le cit-
che fisiche (clima, flora e fauna d’Italia: vv. tà (vv. 155-157) appartengono invece all’età
136-154), la seconda sulle opere dell’uomo di Giove e del labor. Virgilio sa bene che la
(vv. 155-176), culminanti nell’omaggio a Ot- fondazione di oppida fortificati è segno di
taviano, acclamato vincitore extremis Asiae … progresso ma anche della perduta innocen-
in oris (v. 171). L’aggettivo extremis ricorreva za dell’età dell’oro (Bucoliche, 4, vv. 31-33). Tra
nella stessa sede metrica al v. 114 (il sesto le opere dell’uomo appartiene alla tradizio-
dall’inizio del brano, come questo è il sesto ne etnografica il rilievo dato ai porti: il lago
dalla fine) dove Virgilio richiamava l’atten- Lucrino e l’Averno, però, solo recentemente
zione sulle estreme regioni del mondo in cui sono stati trasformati in porto per iniziativa
l’uomo esercita l’agricoltura (domitum culto- di Agrippa, nell’ambito della campagna con-
ribus): ora anche quelle terre remote sono tro Sesto Pompeo (vv. 161-164). La scelta, a
all’interno dei confini dell’impero. parte il fine encomiastico, serve anche a sug-
gerire il motivo della violenza con cui l’inter-
temi e motivi vento umano altera lo stato di natura; è certo
La geografia fisica: la terra dell’eccellen- una forzatura l’interpretazione di Servio, che
za La prima definizione in positivo dell’Italia metteva in rapporto diretto indignatum … ae-
(Haec loca non… nec… sed…, v. 143 s.) ripro- quor con una serie di prodigi ominosi che se-
duce le tre categorie agronomiche, materia guirono al collegamento dei due laghi, tutta-

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Virgilio L’Italia, una terra benedetta

via l’immagine del mare infuriato suggerisce fica l’Italia come il luogo ideale in cui è possi-
l’idea della reazione violenta alla coercizione bile rivivere quella felicità primordiale, ma il
umana (ponto … refuso). tema della virtù guerriera sviluppato nei versi
Metalli e popoli Ancora, la ricchezza dei mi- immediatamente precedenti rappresenta già
nerali è un motivo tipico dell’etnografia, ma una violazione evidente della pace e dell’inno-
se in poesia bastano tre metalli, i più nobi- cenza aurea (un’opposizione che emergerà
li, a dire l’eccellenza dell’Italia (vv. 165-166), più chiaramente nel finale del secondo libro).
difficilmente il lettore antico avrà ignorato
il rapporto tra i metaforici fiumi d’oro e d’ar- lingua e stile
gento e la moralità del popolo che una ter- Dire e non dire Nei vv. 118-125 una raffina-
ra tanto ricca abita, così come l’associazione ta praeteritio (il modulo retorico che, men-
tra il bronzo e l’attività militare. L’esaltazione tre nega di voler trattare un argomento, di
delle forti etnie (genus acre virum) che popo- fatto lo espone sinteticamente per brevi ma
lano l’Italia (vv. 167-169) cede rapidamente il incisivi cenni) è sviluppata in un’ampia serie
passo al catalogo dei grandi uomini di stato trimembre (o tricolon: Quid tibi … referam;
romani (estraneo, questo, alla tradizione et- Quid…; Aut quos…), che termina con una nota
nografica che non celebra individualità): du- sentenziosa (v. 125), alla maniera degli scrit-
ros bello, la qualifica riconosciuta agli Scipio- tori etnografici (così anche ai vv. 128, e 134-
ni, riduce all’ambito specifico della guerra, la 135). Lo stesso modulo retorico è ripetuto
duritia dei vv. 167-169, che era sia morale che nelle lodi dell’Italia ai vv. 158-164 (An… memo-

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militare. Infine l’apostrofe a Ottaviano, cele- rem; anne…; An memorem…).
brato vincitore sull’Oriente, mette insieme la Fra etnografia e Omero La descrizione etno-
consapevolezza dell’importanza cruciale del- grafica dei vv. 140-144, fondata sulla polarità
la vittoria di Azio per il futuro di Roma e la tra negazione dei mala e affermazione dei
rappresentazione tradizionale (avallata dalla bona, impiega uno schema (Haec loca non…
propaganda di Ottaviano) di un Oriente mol- nec… sed…) di ascendenza omerica (Odissea,
le e inetto alla guerra. 9, vv. 119-124); Virgilio lo riprenderà più volte
Un labor di non facile conquista I contra- nelle Georgiche. Anche l’anafora dei prono-
sti che percorrono la celebrazione dell’Italia mi e avverbi dimostrativi (haec, hinc, hic) che
come luogo ideale rispecchiano la complessi- percorre tutto il brano è un tratto tipico delle
tà del reale: l’Italia è il luogo in cui può realiz- descrizioni etnografiche.
zarsi con successo l’ideale del labor, ma non è Influssi degli inni L’apostrofe al Clitunno (v.
un successo facile, né privo di ombre. 146 ss.), al Lario e al Benaco (vv. 159-160) –
L’Italia, terra di Saturno Questa visione ricordiamo che corsi e specchi d’acqua per i
problematizzata della realtà emerge con evi- Romani sono di norma divinizzati – risente
denza nella climax finale, in cui Virgilio saluta invece dello stile innografico: ne sono trat-
l’Italia con l’antico nome di Saturnia tellus (v. ti caratteristici la compresenza di aggettivo
173). Secondo una versione del mito, Satur- possessivo e aggettivo qualificativo in tuo …
no-Crono, lasciato l’Olimpo con l’avvento del flumine sacro (v. 147, da Ennio, Annales, v. 26
regno di Giove, si era rifugiato nel Lazio primi- Skutsch teque, pater Tiberine, tuo cum flumine
tivo prolungando in questa terra benedetta le sancto) e l’anafora del pronome di seconda
condizioni dell’età dell’oro. L’allusione identi- persona (Te… teque…, v. 159).

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