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EDITORIALE

Febbraio corre, e noi gli corriamo dietro.

E' il mese che cerca di scacciarsi il freddo, il buio, le


apatie della vita, ed introduce ad un marzo più mite.

Nuovi orizzonti.

Siccome presumibilmente gli eventi dei prossimi giorni e


delle prossime settimane evolveranno sempre più
velocemente, ho deciso di affiancare a questa
Newsletter un altro documento, che Jeff invierà agli
stessi iscritti.

BREAKIN E.V.A. NEWS

Si tratterà una singola paginetta, magari con una singola notizia, che uscirà
intercalato alle Newsletter, solamente quando queste ultime non potranno coprire la
notizia in tempo. Sarà pubblicato esclusivamente quando la notizia è importante e
deve raggiungervi subito. Servirà anche ad evitare che per un singolo articolo o una
singola notizia debba essere posticipata l'intera Newsletter.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Dietro vostro consiglio, a partire da questo numero ho separato di pagina ogni


rubrica, per una maggiore chiarezza.

Buona lettura.

E.V.A.
NEWS
Il capo della sicurezza della base militare dove sono stati girati i filmati nel 1968,
mandati in mondovisione l'anno seguente come prova dell'allunaggio dell'Apollo 11,
sul letto di morte convoca giornalisti ed esperti, per svelare la mistificazione, nel
tentativo di pulirsi la coscienza.
Bart Sibrel, giornalista d'inchiesta e regista cinematografico sta scrivendo un libro
sull'argomento, da quindici anni, ma si trova ad uno stallo. Nonostante le svariate
prove, testimonianze, documentazioni secretate in suo possesso, gli manca
quell'elemento che possa unire il tutto, ad indicare anche cronologicamente come
sono andate le cose. Alla fine lo trova. Viene chiamato a far parte del gruppo che
ascolterà e registrerà la confessione dell'ufficiale morente. Il libro può essere
pubblicato.
SGT Report lo ha invitato a descriverne i dettagli, qui:
BOMBSHELL MILITARY EYEWITNESS DEATHBED CONFESSION: "THEY FAKED IT"

A chi mastica un po' della lingua di Molière, suggerisco l'odierno intervento:


MÉDIAS: Game Over, di Alexis Cossette-Trudel di Radio-Québec.
INFOS

Concludo la ripresa, ampliata e aggiornata, dell'ultima parte del documento di papà


già apparsa in qualche profilo social, sempre per coloro che se la sono persa.
In questa occasione, il tema riguardo la costellazione delle Pleiadi e come questa è
stata assimilata e immaginata dalle popolazioni terrestri dell'antichità e dalla
società moderna.

La costellazione delle Pleiadi

Le Pleiadi sono un ammasso stellare aperto, visibile nella costellazione del Toro.
Questo ammasso (identificabile con la sigla M45 nel catalogo di Charles Messier) si
trova relativamente vicino a noi (circa 440 anni luce), a nord dell'equatore celeste,
nell'emisfero boreale, a circa 24°N di declinazione. Si trova sufficientemente
prossimo all'equatore celeste da risultare osservabile da tutte le aree popolate della
Terra, fino al circolo polare antartico. Queste stelle dominano il cielo serale dalla
metà dell'autunno all'inizio della primavera nell'emisfero nord, mentre nell'emisfero
sud rappresentano un oggetto tipico del cielo estivo.
Con un semplice binocolo si ottiene la
visuale migliore: l'ammasso appare
completamente risolto in stelle, le quali
da otto diventano alcune decine; si può
inoltre notare che molte di quelle che
ad occhio nudo sembravano stelle
singole appaiono ora disposte in coppia
o in piccoli gruppi.
La preminenza delle Pleiadi nel cielo
notturno (nel cielo invernale
nell'emisfero boreale e nel cielo estivo
nell'emisfero australe) le ha rese
importanti in molte culture. Tra i Māori
della Nuova Zelanda, le Pleiadi sono
chiamate Matariki e il loro sorgere ad
oriente significa l'inizio del nuovo anno
(in giugno). Gli australiani aborigeni
vedevano nelle Pleiadi una donna che
era stata quasi violentata da "Wadi
Bira", l'uomo della Luna. Alterna-
tivamente, erano per loro anche sette
sorelle, chiamate le Makara.
Anche la mitologia greca vedeva in
questi astri Sette Sorelle, chiamate con
i nomi di Asterope, Merope, Elettra,
Maia, Taigete, Celeno e Alcyone. Erano,
secondo la mitologia del momento,
delle ninfe delle montagne (Oreadi), le figlie di Atlante e Pleione, anch'essi
rappresentati da stelle nell'ammasso; erano anche nipoti di Giapeto e Climene, e
sorelle delle Iadi, di Calipso e Dione.
Non deve sorprendere il fatto che i nomi delle sette stelle principali, per noi ma
anche per gli stessi Pleiadiani, rispecchiano ancora oggi quasi fedelmente quelli
mitologici. I Pleiadiani, infatti, visitano il nostro pianeta da tempi ben più remoti di
quelli dell'antica Grecia. In epoca lontana, ebbero a comunicare a popolazioni
antidiluviane i nomi delle loro sette stelle di maggiore importanza. Questi nomi
sono: TAYGETA, MAYA, ELECTRA, MEROPE, ALCYONE, ATLAS E PLEIONE. Nel corso
della storia, poi, ogni popolo li adattò alle peculiarità della propria lingua e
tradizione religiosa.
Il Disco di Nebra, un manufatto di bronzo del 1600
a.C. trovato nell'estate del 1999 a Nebra, in
Germania, è una delle più antiche rap-
presentazioni note del cosmo: in questo disco le
Pleiadi sono il terzo oggetto celeste chiaramente
distinguibile dopo il Sole e la Luna, in alto a destra.
Il sigillo di Mohenjo, infine (immagine a destra)
contiene, forse in modo più compatto di ogni altro,
ciò che possiamo raccontare delle antiche credenze
e tradizioni degli Indu.
Diversi segni di scrittura sono intervallati dalle
figure
lungo la parte superiore del sigillo e un
unico segno è posto alla base
dell'albero. Questa scena può rap-
presentare uno speciale sacrificio rituale
a una divinità con sette figure in
processione. La guarnizione ha una
borchia scanalata e perforata e i bordi
sono usurati e arrotondati dall'uso ri-
petuto. Mostra una divinità con un
copricapo cornuto e braccialetti su
entrambe le braccia, in piedi su un
albero pipal (fico sacro), che osserva
dall'alto un adoratore inginocchiato.
Una testa umana poggia su un piccolo
sgabello. Un ariete gigante e le sette
donne in processione completano la
narrazione. Le donne indossano un unico copricapo piumato, braccialetti su
entrambe le braccia e lunghe gonne. Parpola scrive di queste figure: "Le Pleiadi
occupano un posto di rilievo come madri o balie del neonato in uno dei più antichi e
centrali miti indù, quello della nascita del dio della guerra Rudra/Skanda, che
rappresenta evidentemente, tra le altre cose, il sole nascente vittorioso (e come
sole primaverile, il nuovo anno). Si dice che le Pleiadi siano state le mogli dei sette
saggi, che vengono identificati con le sette stelle dell'Orsa Maggiore."
Le Pleiadi sono state citate anche da Omero e Tolomeo.
Tra i primi riferimenti conosciuti in un'opera letteraria, c'è una citazione delle Pleiadi
in Esiodo, nel poema “Le opere e i giorni”, risalente circa all'VIII secolo A.C.. Omero
le menziona nell'Iliade e nell'Odissea. Anche nella Bibbia, in particolare nell'Antico
Testamento, compaiono dei riferimenti ad esse.
Nella mitologia romana le Pleiadi corrispondono alle Vergilie. Simonide cantava di
una “Maiados oureias” dagli amabili occhi neri e poiché erano figlie di Atlante
venivano chiamate anche Atlantidi. Pleiadi (peleiades) significa "colombe" oppure
secondo un'altra versione l'origine del nome è legato al termine "plein" (navigare) e
questo perché le stelle venivano utilizzate come riferimento dai naviganti.
In Giappone, le Pleiadi sono conosciute come
Subaru, parola ben conosciuta anche in
Occidente, grazie alla nota casa auto-
mobilistica (che infatti nel suo logo riporta
appunto la stilizzazione delle Pleiadi in versione
sei stelle), ma di cui molti ignorano il vero
significato.

Da quando si scoprì che le stelle sono corpi


celesti simili al Sole, si iniziò a ipotizzare che
alcune stelle fossero in qualche modo legate fra loro, grazie allo studio del moto
proprio e con la determinazione scientifica delle distanze degli astri. Divenne presto
chiaro che le stelle maggiori delle Pleiadi sono effettivamente legate
gravitazionalmente fra loro e che hanno persino un'origine e caratteristiche comuni.

Il problema del numero di astri

Fin dalle epoche più antiche e nella maggior parte delle culture, come si è visto,
l'idea di questo gruppo di stelle viene associato al numero 7; per poterne osservare
più di sei occorre però in realtà un cielo molto buio e limpido e una buona vista. In
accordo con questo fatto vi sono testimonianze del passato che si riferiscono ad un
numero diverso di stelle componenti.
Il più antico testo in lingua volgare di cosmologia noto, "La composizione del
Mondo" di Restoro d'Arezzo, del 1282, si riferisce ripetutamente alle Pleiadi come
ad un insieme di sei stelle.
Mentre Ovidio afferma che "Quae septem dici, sex tamen esse solent" (le quali si
dice siano sette, ma tuttavia sono solite essere sei), Tolomeo e Al-Sūfi forniscono
solamente le posizioni di quattro
delle stelle dell'ammasso, igno-
rando, stranamente, la stella
Alcyone, la più brillante delle
Pleiadi.
Al di là dei testi scientifici, è da
notare che presso i Greci
ricorreva il mito della "Pleiade
perduta": secondo la tradizione
greca, citata anche da Arato, si
trattava di Elettra, una delle sette
sorelle, che si diceva essere
velata in viso in segno di lutto a
causa della distruzione di Troia;
un'altra tradizione vuole che la Pleiade velata fosse Merope, vergognandosi di
essere l'unica delle sette ad aver sposato un mortale, il Re di Corinto. Un'ulteriore
tradizione la identifica con Celaeno, che cadde fulminata.
Un mito simile esiste anche presso un gran numero di popoli sparsi per il mondo,
come quelli del Giappone, del Borneo, dell'Africa centrale e dell'Australia; ciò
potrebbe essere un'evidenza di un'eventuale variazione nella luminosità delle
componenti delle Pleiadi, che giustificherebbe anche la mancata citazione di Alcyone
da parte di Tolomeo ed Al-Sūfi.
Nell'immagine sopra, le Sette Sorelle, magistralmente dipinte da Elihu Vedder nel
1885.
Giovan Battista Odierna, all'inizio del suo "De Admirandis Coeli Characteribus"
spiega come il dilemma del numero esatto delle componenti visibili sia un problema
avvertito da molti altri studiosi del passato; ricorda inoltre che chi ha la vista acuta
ne può identificare sette, mentre chi non è particolarmente dotato può arrivare solo
a cinque.
In Thailandia, le Pleiadi sono conosciute con il termine Dao Luk Kai (ดาวลกไก), da un
racconto popolare thailandese. La storia narra che una povera coppia di anziani che
viveva in un bosco aveva allevato una famiglia di galline: una chioccia e i suoi sei (o
sette) pulcini. Un giorno un monaco arrivò a casa della coppia durante il suo viaggio
in Dhutanga. Preoccupati di non avere cibo adatto da offrirgli, la coppia di anziani
ha pensato di cucinare la chioccia. La gallina ha sentito la conversazione e si è
precipitata di nuovo al pollaio per salutare i suoi figli. Disse loro di prendersi cura di
se stessi e che la sua morte avrebbe ripagato la gentilezza della coppia di anziani,
che si era presa cura di tutti loro per così tanto tempo. Mentre le piume della
chioccia venivano bruciate sula brace, i pulcini si gettarono nel fuoco per morire
insieme alla madre. La divinità, colpita e in ricordo del loro amore, immortalò i sette
polli come le stelle delle Pleiadi. Nei racconti della storia in cui c'erano solo sei
pulcini, la madre è inclusa, ma spesso la tradizione include solo i sette pulcini.
Ancora una volta l'incertezza tra sei o sette.
Le sette stelle nominate nel capitolo precedente rappresentano per i Pleiadiani
quelle effettive attorno alle quali ruotano i loro pianeti d'origine. Questo popolo non
considera le altre stelle come parte del loro universo per vari motivi (lontananza
dalle stelle maggiori, altre razze presenti, ecc). Di conseguenza, anche io mi atterrò
a questa realtà:
TAYGETA, MAYA, ELECTRA, MEROPE, ALCYONE, ATLAS E
PLEIONE.
LINKS

Newsletter – Archivio:

TIGER'S YEAR NEWS – Numero 3


TIGER'S YEAR NEWS – Numero 2
TIGER'S YEAR NEWS – Numero 1

Links a materiale vario caricato:

Documento "Executive Order 13859 of February 11, 2019"


Video "Would You be surprised to know You're talking to AI?"
Video "Ciuf Ciuf"
Documento "Pleiadi - Mappa completa Stelle e Pianeti"
Documento "The Voynich Manuscript"
Video "Unseen"
Pleiadi, Pleiadiani ed Esseri Umani Terrestri
Partita a scacchi con papà
Dizionario Italiano – Pleiadiano
Dizionario Pleiadiano - Italiano
Documento "Il primo e l'ultimo - Linea di narrazione occulta, a tema scacchistico"
Romanzo "Il primo e l'ultimo", SICRAM
TEACHINGS

4 - CATALOGAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI

Dai sostantivi PTHII, DHI, DHII, NEM, GHU e MUNAM (rispettivamente: Persona,
Vita, Animale, Cibo, Vegetale e Spirito, si ricavano le seguenti categorie:
– DHI PTHII = Essere vivente elevato, senziente
– DHI DHII = Essere vivente animale
– DHI GHU = Essere vivente vegetale
– DHI MUNAM = Essere vivente senza corpo fisico
– NEM DHII = Carne
– NEM GHU = Verdura, frutta

A indicare un ruolo, una posizione, una caratteristica di un essere umano,


troveremo sempre la particella PTHII da qualche parte.

5 - PRONOMI PERSONALI

– PTHII GU = io / me
– PTHII AKHU = tu / te
– PTHII AKHUA = lui / lei
– PTHII ANDA DHU = noi
– PTHII ANDA DHUA = voi
– PTHII KHULU = loro
DISCLOSURES

Come in alto cosi in basso

Mentre su questo pianeta siamo tutti chiamati a contrastare i piani finali di chi vuole
un'umanità senza spirito, senza forza interiore e senza libertà, sulle nostre teste si
sta combattendo l'ultima fase di una guerra epocale per le sorti del nostro pianeta.
Sia chiaro: l'alleanza nemica da sempre vuole (e da millenni promuove)
esclusivamente la sottomissione della razza umana al fine di sfruttare al massimo le
risorse del pianeta. Dall'altro lato, i nostri intendono salvare il pianeta da questa
morte lenta, per riportarlo agli albori, e riallinearlo con la bilancia universale. Per
riassumere: gli altri vogliono assoggettare gli uomini, i nostri vogliono salvare il
pianeta. Prevalessero i nostri (e hanno già prevalso), indirettamente ne
guadagnerebbe anche l'umanità, che si ritroverebbe a gestire una libertà che per
ignoranza non ha mai veramente cercato, e alla quale non ha mai ambito, almeno
per la maggior parte di noi e, aggiungo io se me lo perdonate (ma lo aggiungo lo
stesso), che non merita.

La mattina presto del 6 febbraio è stata abbattuta una delle ultime navi comando
della flotta nemica, che è caduta sopra il messico.
Nonostante le numerose testimonianze di persone in loco, le marionette terrestri
che gestiscono la macchina MSM sono riuscite incredibilmente per due giorni a
tenere nascosta la notizia, fino ad ora. E siccome questa ora esce, stanno già
preparando la nuova narrativa che sarà la seguente (documenti in mio possesso):
quelle riprese foto-video mostrano la parte superiore di un Falcon 9, lanciato nel
marzo del 2017, che è rientrato solo ora in orbita e si è disintegrato.
Non occorre essere astrofisici per capire che la narrativa non tiene. Ma non avevano
di meglio. Sia per le dimensioni (quello in video è grande decine di volte la parte
superiore del Falcon 9, indicata nel cerchietto rosso dell'immagine sottostante, per
intenderci), sia per la complessità, risulta evidente anche allo sprovveduto che
quell'oggetto non è il pezzo di un missile. Ma non avevano di meglio da mettere in
piedi in cosi poco tempo. Ecco un estratto di quanto i MSM si preparano a dare in
pasto al pubblico, nei prossimi giorni.

E nei video che pubblicheranno, vedrete sempre e solo i soliti quattro sassolini che
piovono dal cielo. Mai l'astronave. Ve la mostro io, allora.

Foto 1 – La nave cerca di manovrare. Propulsori di poppa ancora accesi.


Foto 2 – Scafo della nave parzialmente in fiamme. Assetto antigravità in funzione.

Rimangono sopra Asia, Africa ed Europa, altre tre navi comando (le ultime tre), già
intercettate dai nostri, che saranno oggetto dell'ultima grande battaglia in orbita
bassa, prima del nuovo inizio. Quest'ultima grande battaglia è già in atto, e si
concluderà presumibilmente tra fine febbraio - inizio marzo. Senza la supervisione
delle navi comando, il resto della flotta nemica presente qui non sarà più motivo di
preoccupazione e non rappresenterà alcuna minaccia concreta.
A parte le due foto riportate, il materiale video probatorio di quanto annunciato qui
non viene pubblicato in questa Newsletter per richiesta superiore. A dissipare ogni
perplessità, sono però autorizzata ad inviarlo personalmente per email a chiunque
di voi me ne facesse richiesta esplicita, per solo uso di verifica personale, e
dietro obbligo di non postarlo sui social, almeno per il momento.
QUESTIONS & ANSWERS

● Diana D.:
“Le pleiadiane hanno il ciclo, hanno figli come noi o tramite la tecnologia e o l’inseminazione?”
Le pleiadiane non hanno il ciclo, per il resto sono come voi. Hanno figli come voi, anche voi
usate la tecnologia se andate in ospedale (ecografia, ecc.). Solo che la loro è più avanzata.

● Brenno F.:
“Mi sono perso il nostro inno. Potresti ripostare il link al video?”
Il link alla bravissima Jenny lo trovi qui:
Jenny Tolman - Where We Go One, We Go All (Live Acoustic Version)

● Giacomo R.:
“Ci sarà una cura per chi volesse disintossicarsi da quello che ci stanno facendo
oggi, e magari ha accettato per non perdere il lavoro?”
Si.
SALUTI

Attendo sempre critiche costruttive, impressioni, opinioni e suggerimenti, allo scopo


di migliorare, secondo le vostre esigenze questo piccolo servizio.
La prossima Newsletter sarà pubblicata dopodomani, 10 febbraio.

(Immagine: cortesia di papà)

Cordialmente vostra
E.V.A.

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