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con la collaborazione de
La Rete
Associazione per l’integrazione
dei saperi antropologici, letterari, filosofici e psicologici
Quaderni
Direttore
Simona De Luna
Direttore responsabile
Mirella Armiero
Condirettore
Domenico Scafoglio
Comitato Scientifico
Annamaria Amitrano (Università di Palermo)
Giulio Angioni (Università di Cagliari)
Claudio Azzara (Università di Salerno)
† Rocco Brienza (Università di Trieste)
Antonino Buttitta (Università di Palermo)
Giovanni Casadio (Università di Salerno)
Alicia Castellanos Guerrero (Università Autonoma Metropolitana del Messico)
Luigi M. Lombardi Satriani (Università La Sapienza di Roma)
Gilberto Lopez y Rivas (Instituto de Antropología e Historia, Messico)
Sebastiano Martelli (Università di Salerno)
Pablo Palenzuela (Università di Siviglia)
Gianfranca Ranisio (Università Federico II di Napoli)
Luigi Reina (Università di Salerno)
Domenico Scafoglio (Università di Salerno)
Enzo Segre (Università Autonoma Metropolitana del Messico)
Vito Teti (Università della Calabria)
La Rete – Associazione per l’integrazione dei Saperi Antropologici, Letterari, Filosofici e Psicologici
Piazza Gerolomini n. 103, 80138 Napoli
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ISSN 2282-2968
Autorizzazione richiesta al Tribunale di Nocera Inferiore (Ruolo Generale n. 2247 del 2015)
copyright 2015 Guida Editori Srl
Q
UADERNI
ITALIA SPAGNA MESSICO
anno II • numeri 2-3
STATI DIS-UNITI/1
SETTEMBRE 2015
Editoriale, 7
domenico scafoglio
Vecchi Stati e nuove nazioni, 15
simona piera de luna
Italia. Una penisola in frantumi?, 27
T EO R I A
antonino buttitta
Sull’identità delle nazioni, 43
giulio angioni
Identità, 51
SPAG N A
montserrat clua
Algunos factores explicativos del reciente auge del nacionalismo ca-
talán: las nuevas migraciones, el discurso politico de la derecha y la
crisis económica, 63
MES S I C O
andrea spini
Esercizi di memoria, 109
annamaria amitrano
La “memoria divisa”: autonomie e localismi nel “Bel Paese”, 123
vito teti
Razzismo culturale, retoriche localistiche e secessioni, 129
sergio marotta
Il Sud e l’“asino di Buridano” ovvero l’irrisolto (e irrisolvibile)
dualismo economico italiano dalla “questione meridionale” alla
“coesione territoriale”, 151
marco demarco
La risposta dell’orgoglio, 163
francesco tassone
Per una rivoluzione permanente, pacifica, per la riappropriazione
della sovranità del Sud, 169
SAR D E G N A
R ECENSIONI
G. Angioni, Sulla faccia della terra, Il Maestrale/Feltrinelli, Milano,
1915 (S. Atzori), 203
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Messico violento: autonomia indigena
e costruzione della pace
Giovanna Gasparello
I
l Messico è stato sempre terra di nelle reti della delinquenza organizzata è l’op-
grandi contrasti: paese della dise- zione per coloro che hanno interiorizzato la
guaglianza, come rilevava Alexan- violenza. D’altro canto, alcuni settori della so-
der Von Humboldt già nel 1811, la cietà hanno cercato, in modo congiunturale e
sua storia è segnata dalla radicalità dei mo- non sempre trasparente, di assumere il com-
vimenti rivoluzionari e di protesta (1910, pito abbandonato dallo Stato di garantire la
1968, 1994), ma anche dall’elevata violenza sicurezza dei cittadini, dando vita al fenome-
che ha caratterizzato la società ed il compor- no delle autodifese. In terzo luogo, per molti
tamento dello Stato. la violenza ha un effetto paralizzante, dando
Oggi il Messico sta attraversando una origine a emergenze sociali come i profughi
vera e propria emergenza umanitaria legata interni e l’aumento della migrazione.
alla guerra tra i cartelli del narcotraffico e lo Esistono poi molteplici risposte positi-
Stato per il controllo del territorio e dell’e- ve alla violenza, che cercano di disattivarla
conomia illegale e legale, conflitto che in senza ricorrere ad una risposta ugualmente
meno di dieci anni ha causato più di 100.000 violenta, costruendo spazi alterni al potere
morti; la disputa per il controllo territoriale corrotto dello Stato, rivitalizzando radici
comporta una crescente vulnerabilità socia- culturali che si basano sulla collettività e il
le, economica e culturale della popolazione. consenso. Tali processi mirano a rafforzare
Quella che viene chiamata “lotta alla delin- i legami e le strutture sociali di solidarietà,
quenza organizzata” appare sempre più chia- mettendo in gioco la volontà affermativa che
ramente come una guerra di alcune strutture ha caratterizzato tanti momenti della sto-
dello Stato, spesso colluse con la delinquen- ria messicana: la forza che Susana Devalle
za, contro l’intera società, in cui si sospen- (2000) ha definito cultura della resistenza (in
dono i diritti fondamentali e si allargano gli opposizione alla cultura dell’oppressione) e
“stati di eccezione”: le esecuzioni extra-giu- che è alla radice delle esperienze di autono-
diziarie, la tortura e la privazione illegale mia indigena.
della libertà sono strumenti di uso comune L’autonomia, vale a dire governarsi se-
tra polizia e forze armate. condo norme proprie, è un diritto collettivo
La società messicana mostra risposte di- ed individuale che implica la libertà di azio-
verse a tale contesto. Da una parte, inserirsi ne – economica, politica, giuridica e socia-
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le – della collettività all’interno dello Stato delle forme più efficaci per contrarrestare
nazionale, ed i suoi diritti alla partecipazio- la penetrazione degli attori violenti (crimi-
ne ed alla rappresentazione politica. L’auto- nalità organizzata, forze militari e paramili-
nomia, come espressione interna dell’auto- tari, gruppi armati al soldo di corporazioni
determinazione, è un diritto riconosciuto ed imprese estrattive) nei territori indigeni.
alle popolazioni indigene dalla legislazione Ciò spiega l’emergenza dei processi di or-
internazionale e nazionale; ma è anche, e ganizzazione autonomica precisamente nei
soprattutto, una pratica quotidiana di orga- contesti sociali più conflittuali e violenti, che
nizzazione, un processo di resistenza, volto apparentemente lasciano meno spazio alla
alla trasformazione delle relazioni sociali ed costruzione di nuovi modelli di società e di
alla costruzione di un modello alternativo al convivenza. L’autonomia praticata dai popoli
sistema neoliberale. In tal modo, “le etnie o indigeni, e la strenua difesa dei propri terri-
popoli sotterrati, negati o dimenticati raffor- tori culturali, rappresentano in questa lettu-
zano o recuperano la loro identità attraverso ra un ostacolo all’appropriazione della terra
la rivendicazione della loro cultura, dei dirit- e della forza-lavoro contadina, elementi che
ti e delle strutture politiche ed amministrati- fanno gola tanto alle economie legali come a
ve proprie” (López y Rivas 2010). quelle illegali.
È notevole la vitalità dei processi di auto- I processi di autonomia indigena sono
nomia che, a fronte della doppia aggressione estremamente dissimili tra loro, dal momen-
economica e culturale (Houtart 2008) per- to che nascono all’interno di contesti sociali,
petrata dalle politiche neoliberiste ed estrat- politici, culturali sempre diversi, sulla base
tiviste, fioriscono in vaste regioni del con- di problemi ed esigenze concrete, la cui ri-
tinente latinoamericano. I popoli indigeni soluzione da parte dei popoli organizzati
costruiscono così alternative di convivenza, costituisce la forza delle istituzioni autono-
di governo, di risoluzione dei conflitti, di co- me. Ogni processo sviluppa in modo diverso
municazione, di produzione: alternative di l’autonomia nei vari ambiti della vita sociale:
vita. Queste forme altre di vivere sono inno- le dimensioni dell’autogoverno e la giustizia,
vative per la capacità di trasformare la realtà dell’educazione e la salute, della sostenibilità
quotidiana che, per molti popoli indigeni, economica ed ambientale, e della riprodu-
è stata storicamente segnata dall’esclusione, zione culturale, il cui equilibrio costituisce
lo sfruttamento e la violenza, diretta e strut- l’ideale di un’autonomia integrale, hanno so-
turale. Si tratta di processi di costruzione di litamente uno sviluppo diseguale, d’accordo
società ed allo stesso tempo di resistenza alle alla necessità ed alla relazione intessuta tra
molte facce della dominazione, resistenza il processo di autonomia, la società nel suo
che però non significa una difesa immobi- congiunto e lo Stato.
le ma un lento camminare verso un destino In quest’articolo dedico particolare at-
proprio. tenzione a quei processi che, nascendo in
La radicalità (intesa come forza che na- qualche modo come risposta organizzativa a
sce dalle radici collettive) insita nei processi contesti violenti, sono riusciti o per lo meno
di autonomia, che si basano sull’organizza- hanno cercato di trasformare la situazione e
zione collettiva, dimostra essere altresì una creare spazi e processi di pace, intesa come
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stati dis-uniti / 1 – italia spagna messico
la possibilità per gli individui e la collettività dello Stato e dei latifondisti, in una regione
di vivere in assenza di violenza e sviluppa- di frontiera che è attraversata da ogni tipo di
re le proprie potenzialità e la propria vita in traffico illegale (persone, armi, droga). Cio-
modo positivo, in un contesto di giustizia nonostante, i villaggi zapatisti sono riusciti
sociale che garantisca le necessità basiche e ad elevare significativamente il loro livello
una vita degna. di vita, favorendo la partecipazione di set-
Le Giunte di Buon Governo, proget- tori anteriormente esclusi dalla vita politica
to politico e sociale dell’Esercito Zapatista come le donne ed i giovani; il sistema auto-
di Liberazione Nazionale nello stato del nomo di risoluzione dei conflitti, che privi-
Chiapas, sono un’esperienza esemplare nel legia la conciliazione al castigo, permette di
panorama delle autonomie indigene. Dal controllare la violenza interna.
1994, nel contesto di militarizzazione e pa- L’esperienza zapatista mostra come, fre-
ramilitarizzazione imposto dallo Stato con la quentemente, i processi di autorganizzazione
strategia di guerra integral de desgaste contro che nascono come risposta alla violenza si
l’EZLN, gli indigeni zapatisti hanno svilup- sviluppino in contrasto con le politiche dello
pato l’autonomia a livello regionale, dotan- Stato, e addirittura in conflitto con il progetto
dosi di un complesso sistema di governo politico dominante. Secondo Hebért (2006)
proprio che include a più di 250 mila maya “le vittime delle violenze sociali – come la
tzeltales, tzotziles, choles, mames e zoques violenza strutturale, economica o simbolica
(il 21% della popolazione indigena dello sta- – si adattano e trovano strategie per eludere
to), organizzati in 27 Municipi Autonomi. tali violenze […] Ciononostante, le strategie
Nel territorio zapatista esistono circa 500 delle vittime si appartano spesso dal contesto
scuole elementari e medie autonome; tra- normativo e legale che funge da impalcatura
smettono quotidianamente dieci radio co- ideologica al progetto di pace perpetua che si
munitarie; funzionano decine di ospedali e vuole imporre a questi individui”.
cliniche autorganizzate, cooperative di pro- La costruzione dell’autonomia in conte-
duzione e di commercio e due banche au- sti violenti implica la riappropriazione del
tonome. L’autonomia zapatista è nata come potere di decidere sul proprio futuro come
rivendicazione dei diritti della popolazione popoli, e la costruzione di nuove forme di
indigena, sottomessa storicamente ad un potere più orizzontale e plurale.
complesso sistema che si basava sullo sfrut- Ne è un esempio l’esperienza di Cherán,
tamento sistematico degli indigeni e dei loro municipio abitato da indigeni purépecha,
territori, esprimendosi in una situazione nello stato di Michoacán. La popolazione
di violenza strutturale che si mantiene fino è insorta nel 2011 contro il saccheggio del-
ai giorni nostri. I servizi sociali autonomi le risorse forestali di proprietà collettiva,
suppliscono a un’assenza storica dello Stato ad opera di imprese legate alla delinquen-
nella regione, che aveva sistematicamente za organizzata, che avevano imposto un
escluso gli indigeni dall’accesso ai diritti ci- racket di estorsioni ed omicidi. Attraverso
vili e sociali. Dopo l’insurrezione del 1994, la rivitalizzazione di strutture organizzati-
l’autonomia zapatista si è sviluppata contro- ve proprie della società indigena (in parti-
corrente ad un’esasperata violenza militare colare la Ronda Comunitaria, composta da
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ni; pertanto la creazione, nel contesto della etnica è utilizzata come strategia di potere
nostra cultura ed organizzazione tradiziona- in uno spazio di conflitto, mentre la giusti-
le, di polizie comunitarie, guardie comunali zia indigena è usata, in modo innovativo,
ed altre forme organizzative collettive per per processare membri dell’Esercito e delle
l’autodifesa indigena, sono legali, legittime e, guerriglie, responsabili entrambi di omicidi
soprattutto, necessarie a fronte della profon- di indigeni nella regione.
da corruzione e decomposizione delle istan- Attualmente, i processi di autonomia
ze incaricate di amministrare la giustizia”. stanno confrontando conflitti nuovi e di
In tale contesto si inserisce la creazione difficile soluzione, che minano la soprav-
delle Guardie Forestali e di Vigilanza di Mil- vivenza delle stesse strutture organizzative
pa Alta, zona montuosa alla periferia di Cit- indigene. In diversi casi, la dinamicità delle
tà del Messico, dove i popoli originari hanno autonomie ha permesso di far fronte a tali
dato vita a gruppi di vigilanza comunitaria conflitti ed elaborare strategie innovative,
volti a proteggere il bosco dalle segherie oppure misurare e ricalibrare le possibilità
clandestine e a riaffermare il controllo col- ed i limiti della giustizia e dell’organizzazio-
lettivo sul territorio che, ricco di sorgenti ne autonoma.
d’acqua, é oggetto di progetti di sfruttamen- Ne è esempio il Sistema di Sicurez-
to intensivo da parte del governo locale. za, Giustizia e Rieducazione Comunitaria
Elementi basilari in qualunque tentativo (SSJRC), sorto nel 1995, che raggruppa di-
di organizzazione autonoma sono dunque la versi popoli indigeni nelle regioni Costa e
sicurezza e la risoluzione autonoma dei con- Montagna dello stato del Guerrero, zone
flitti. Fermare la violenza significa restituire caratterizzata da alti indici di marginalità. Il
la libertà agli individui ed alla collettività. Sistema é conosciuto per la sua efficacia nel
Una volta ricostituite le relazioni di con- generare alternative di pace sociale e di rico-
vivenza e di fiducia, è possibile edificare il stituzione del tessuto comunitario attraver-
futuro: organizzarsi per costruire le proprie so l’istituzione di strutture autonome per la
istituzioni educative, di salute, di produzio- sicurezza e l’amministrazione della giustizia.
ne e di commercio. La traiettoria degli indi- Negli ultimi anni il Sistema é però minac-
geni nasa organizzati nel Consiglio Regiona- ciato dalla penetrazione del narcotraffico nel
le Indigeno del Cauca (CRIC), in Colombia, territorio e da progetti estrattivi. La Coordi-
è esemplare in tal senso: in un contesto di nadora Regional de Autoridades Comuni-
guerra, in cui attori armati in lotta tra loro tarias, istanza collettiva di giustizia e cuore
utilizzavano i territori indigeni come campo del SSJRC, ha arrestato in alcune occasioni
di battaglia e gli indigeni come carne da can- trafficanti di droga che agivano nel territo-
none, il CRIC si è conformato come soggetto rio indigeno ed ha rivendicato il diritto a
politico forte nella regione, impugnando la processare i colpevoli detenuti in flagrante.
bandiera dell’autonomia radicale come re- In seguito però ha deciso di non affrontare
sistenza alla violenza. La Guardia Indígena direttamente il problema, che supera le pos-
nasa, che realizza azioni di vigilanza e prote- sibilità della sicurezza e della giustizia co-
zione, è stata definita come un meccanismo munitaria e popolare, dedicandosi piuttosto
umanitario e di resistenza civile. L’identità ad attività di prevenzione.
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