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L’alimentazione che fa bene al cervelloTutte le attività dell’organismo umano sono collegate al cervello:

lavorare, studiare, imparare cose nuove, mantenere la concentrazione, essere lucidi e svegli, ricordare cosa
si è fatto pochi minuti prima o la trama di un vecchio film. Per avere buone prestazioni intellettive e mentali,
dall’apprendimento alla memoria, la prima buona regola è prestare attenzione a cosa mangiamo. 
Livelli di glucosio e prestazioni mentali
Tutti sappiamo che il cibo è il mezzo con il quale riforniamo il nostro corpo di energia, ma forse è meno noto
che uno dei maggiori “consumatori” di questa energia è il nostro cervello. Esso si nutre prevalentemente
di glucosio, una molecola contenuta negli alimenti ma anche sintetizzata dal metabolismo di carboidrati,
grassi e proteine. Dal corretto apporto di ossigeno e glucosio dipende sia la sopravvivenza delle cellule
cerebrali (neuroni) sia l’efficienza delle prestazioni mentali durante la giornata. Diversi studi hanno
dimostrato come l’innalzamento glicemico che ha luogo dopo i pasti, è collegato a un miglioramento delle
prestazioni mentali nelle ore successive: il merito è dell’aumento dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore
collegato alla memoria e all’apprendimento. Si è infatti osservato come consumare la prima colazione,
interrompendo il digiuno notturno e il conseguente calo glicemico, aiuta ad avere maggiore memorizzazione
e capacità cognitive durante la mattinata.  Al contrario bassi livelli glicemici, tipici di chi ad esempio va al
lavoro senza fare colazione, sono collegati a un maggior senso di sonnolenza, spossatezza e mancanza di
concentrazione. 
Zuccheri sì, ma quali e quanti? 
Gli zuccheri (o carboidrati) possono essere semplici, cioè a veloce utilizzo, o complessi, a lento rilascio: i
primi sono presenti nella frutta e nel miele (fruttosio), nel latte (lattosio) e nello zucchero raffinato e di canna
(saccarosio). Per avere il giusto livello di glucosio nel sangue e sfruttare al massimo le proprie capacità
cognitive, ma anche fisiche, è opportuno fare cinque pasti al giorno (colazione, spuntino, pranzo, merenda e
cena) e  consumare regolarmente:
•Pane, pasta, riso, pane, patate ecc. ricchi di carboidrati complessi (amido): possibilmente integrali, devono
essere presenti in ognuno dei 5 pasti in quantità equilibrate con proteine e grassi.
•Latte e yogurt, contenenti lattosio: andrebbero consumati giornalmente nelle quantità di 1-2 porzioni tra la
colazione, spuntini e merende.
•Frutta, contenente fruttosio e glucosio: andrebbe consumata nelle quantità di 3 porzioni al giorno.
È però anche importante non eccedere con le quantità degli zuccheri (in particolare quelli semplici e raffinati)
per non arrivare al problema opposto (iperglicemia), ossia influire negativamente sulle capacità di attenzione
e memorizzazione, oltre che aumentare il rischio di gravi malattie. Per questo, è opportuno:
•Assumere carboidrati per non più del 60% delle calorie necessarie nella giornata;
•Limitare gli zuccheri semplici, specie raffinati (zucchero da cucina, contenuto anche in marmellate, snack,
creme, dolci ecc.), che non devono superare il 10-12% delle calorie totali provenienti da carboidrati.
Per un cervello al top, sì ai grassi buoni e no a quelli cattivi
Oltre allo zucchero, che come abbiamo visto è la principale fonte di energia, altri nutrienti sono collegati alle
funzioni e alla salute del cervello.
I grassi buoni 
Tra i migliori alleati del cervello ci sono i grassi “buoni”: sono quelli insaturi, anche detti grassi essenziali,
perché si assumono solo con l’alimentazione in quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli. Essi sono
una componente importantissima delle membrane esterne dei neuroni. La loro adeguata assunzione nel
tempo garantisce l’integrità delle membrane cerebrali e permette di migliorare l’attività dei neurotrasmettitori.
Sono stati anche collegati a un minore rischio di contrarre diverse patologie celebrali che emergono durante
la vecchiaia. In sintesi gli acidi grassi “buoni” sono:
•I polinsaturi omega 3, contenuti soprattutto nei pesci, come salmone, sgombro, merluzzo, sardine, tonno,
ecc.
•I polinsaturi omega 6 presenti nelle noci, nei cereali e in alcuni tipi di oli vegetali in particolare nei monosemi
come mais, girasole e arachidi.
•I monoinsaturi, contenuti in grandi quantità nell’olio extravergine di oliva.
Importantissimo per il cervello è il DHA (acido docosaesaenoico) un componente della catena degli omega 3
che, costituisce circa il 30 % della guaina di rivestimento neuronale.
I grassi cattivi 
I grassi saturi, sono detti anche “cattivi” perché si associano al colesterolo, anche se il nostro organismo
necessita anche di loro. Sono di origine animale e si presentano soprattutto in forma solida (per esempio, nel
burro) quindi presenti in carni, insaccati, latte e derivati, panna, strutto e molluschi. Ma attenzione, anche
alcuni oli vegetali come l’olio di palma e l’olio di cocco contengono grassi saturi (oltre che acidi grassi trans,
che hanno un effetto simile ai grassi saturi). Diversi studi hanno osservato come un elevato consumo di
questi grassi sia collegato a una minore efficienza cognitiva, oltre che essere la causa di un aumento del
rischio di contrarre malattie cerebrali, disfunzioni neurologiche, oltre che patologie cardiovascolari e non
solo.

Per tutelare la salute del cervello è importante:


•mangiare almeno 3 porzioni di pesce a settimana. 
•preferire yogurt e latte parzialmente scremati;
•preferire formaggi stagionati e con meno grassi del latte intero come il Grana Padano DOP, prodotto con
latte intero ma parzialmente decremato durante la lavorazione e con una percentuale del 40% circa di grassi
insaturi;
•mangiare carne 3 volte a settimana, preferendo i tagli magri e la carne bianca (pollo, tacchino, vitello ecc.);
•limitare l’uso di condimenti grassi di origine animale come burro o strutto;
•limitare i prodotti industriali, come  merendine, snack vari, ecc., spesso ricchi di grassi saturi.

L’importanza dei micronutrienti


La salute cerebrale dipende anche dai micronutrienti (vitamine e minerali). Tra i principali micronutrienti utili
al cervello ci sono:
•Il ferro: è necessario per l’ossigenazione e la produzione di energia e per la sintesi della mielina (guaina di
rivestimento delle fibre nervose) e dei neurotrasmettitori. Il ferro è contenuto nella carne, soprattutto
nel fegato, nei legumi, nella frutta secca in guscio, nei vegetali a foglia scura (bieta, spinaci, ecc.) che però
devono avere anche il limone nel condimento per rendere biodisponibile il minerale.
•Lo iodio: assicura il metabolismo energetico delle cellule cerebrali. È contenuto soprattutto nei pesci e nei
crostacei.
•Le vitamine del gruppo B, specialmente la B12, in quanto oltre che per il metabolismo dei carboidrati, è
indispensabile per il corretto funzionamento del sistema nervoso. La B12 si trova in grandi quantità nel latte
e derivati come il Grana Padano.

Un valido aiuto per nutrirti correttamente


Per garantirsi un corretto funzionamento cerebrale e mantenere efficiente il cervello nel tempo, la scelta più
giusta è quella di adottare una corretta ed equilibrata alimentazione.  Oltre a ciò è importante rispettare il
giusto apporto di macronutrienti giornalieri, facendo in modo che circa il 58% delle calorie giornaliere
provengano da carboidrati, il 16% da proteine e circa il 26% da grassi. 
Fare questi calcoli non è impossibile, ma richiede tempo e qualche conoscenza nutrizionale. Per comodità
puoi usare gratuitamente il nostro strumento dei Menu Personalizzati. Compilando un semplice modulo
saprai subito quante calorie giornaliere devi assumere per mantenere il tuo peso forma e riceverai dei pratici
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Mal di testa e cibo

Il mal di testa è il termine generico con cui solitamente s’indica la cefalea, il dolore localizzato alla testa, che
può essere di varia intensità, continuo o intermittente, cronico o episodico, isolato o accompagnato da altri
sintomi quali ipersensibilità a luci, nausea, vomito. Esistono forme di cefalee secondarie ad altre patologie
come febbre, sinusite, meningite, nevralgia, tumori cerebrali…(cefalee secondarie), o in tantissimi casi può
essere la malattia stessa (cefalee primarie). Le forme di cefalee primarie più frequenti sono due
•Cefalea muscolo-tensiva: rappresenta la forma più comune, soprattutto nel sesso femminile, e dipende
principalmente dalla contrazione dei muscoli del capo e del collo associata a condizioni di tensione. Questa
forma di cefalea presenta un’intensità media-lieve e si localizza principalmente nella regione occipitale (parte
posteriore del cranio). La cefalea tensiva può essere correlata allo stress, alla depressione, all'ansia o alla
postura scorretta.
•Emicrania: costituisce il secondo tipo più comune di cefalea primaria, colpisce prevalentemente le donne
adulte, ma può presentarsi anche in età infantile. È un disturbo di natura neurovascolare. Questa forma di
cefalea si caratterizza per il dolore molto intenso e pulsante e per essere localizzato principalmente nella
regione frontale, sopra l'occhio e la tempia. Può essere innescato da una serie di fattori e si associa a
sintomi come: nausea, vomito, fotofobia (sensibilità alla luce), fonofobia (sensibilità al suono) e/o osmofobia
(sensibilità agli odori). Ne esistono due varianti: emicrania con o senza aura. L'aura consiste in una serie di
sintomi transitori di tipo neurologico (disturbi visivi, sensoriali e della parola), che precedono e
accompagnano particolari forme di emicrania.
Nelle varie forme è importante stabilire con appropriati percorsi diagnostici la causa del mal di testa per
evitare di prendere troppi analgesici e trovare prima possibile i rimedi appropriati.
I fattori responsabili della cefalea
Molti fattori possono scatenare il mal di testa, e vista la difficoltà di diagnosi non è spesso semplice risalire
alle cause in poco tempo, tra questi anche un forellino nel cuore (chiamato forame ovale pervio) sulla parete
che separa l’atrio destro e sinistro, fortunatamente però, chiuso il forellino, il dolore scompare quasi sempre.
Ma i fattori più comuni sono:
•Stress emozionale e fisico soprattutto legato all’ambiente lavorativo.
•Scarso riposo dell’organismo a causa di sonno insufficiente o disturbato che provoca alterazioni del ritmo
sonno-veglia.
•Fluttuazioni dei livelli ormonali nella donna.
•Insufficiente apporto di nutrienti, consumo di alimenti specifici e disidratazione.
•Cambiamenti di stagione e di clima.
Gli attacchi cefalalgici sono più frequenti e gravi in autunno/inverno, e minori in estate. Alcuni studi ritengono
che la vitamina D, di cui facciamo scorta d’estate grazie all’esposizione solare, possa avere un ruolo
importante nel ridurre l’infiammazione associata alla cefalea, così come avviene in altri disturbi infiammatori.
È quindi opportuno valutare i livelli di vitamina D, specie in autunno, e integrarli se inadeguati.
Inoltre, il mal di testa si associa spesso alla sinusite che con l’autunno e l’inverno, per via di una maggiore
congestione dei seni paranasali, può scatenare emicranie. Il consiglio è proverbiale: coprirsi bene con
sciarpa e cappellino quando le temperature si fanno più basse ed evitare di stare a lungo al freddo.
Il ruolo del cibo
Tra i fattori che possono scatenare un attacco di mal di testa (emicrania) c’è anche il cibo. La carenza di
alcuni complessi vitaminici e minerali può essere responsabile dell’acutizzarsi dell’emicrania. In particolare il
ferro e il magnesio sono due micronutrienti fondamentali. Molte adolescenti e donne che soffrono di mal di
testa sono anemiche da carenza di ferro (anemia sideropenica), soprattutto se hanno cicli abbondanti, e
questo peggiora depressione e dolore. È necessario integrare bene il ferro, meglio se è associato a vitamina
C, per ridurre emicrania, anemia, astenia e sintomi associati. La correlazione tra bassi livelli di magnesio e
mal di testa è ben dimostrata. Grazie alla sua capacità di rilassare nervi e muscoli, il magnesio risulta
fondamentale per prevenire la cefalea muscolotensiva.
L’assunzione di alcuni alimenti, in particolare quelli che presentano elevate concentrazioni di istamina e
tiramina, sostanze vasodilatatrici, può scatenare il mal di testa. I principali responsabili sembrano essere:
•Cioccolato.
•Alcolici e superalcolici.
•Carni rosse e insaccati, ricchi di nitriti e nitrati.
•Patatine fritte e cibi fritti in generale.
•Dadi da brodo.
•Cibo orientale, che contiene glutammato.
•Frutta secca a guscio.
•Latte e derivati, formaggi fermentati e stagionati.
Naturalmente anche le quantità sono importanti e non solo per questi alimenti. Il mal di testa, infatti, può
sorgere anche in associazione ad una digestione faticosa, lenta e laboriosa e quindi anche un pranzo o una
cena abbondanti possono causare un attacco in soggetti predisposti. E in contrapposizione, lo stesso
digiuno o la disidratazione possono altrettanto predisporre a cefalee fastidiose.
10 consigli per prevenire gli attacchi di mal di testa
1.Dormi con regolarità come indicato dalle corrette linee guida: 7-8 ore per notte.
2.Migliora la postura. In particolare controlla la tua posizione quando sei seduto in ufficio, in auto o
sul divano di casa: non curvare la colonna vertebrale.
3.Fai riposare ogni tanto la vista quando lavori al computer e non passare troppo ore davanti a pc,
smartphone e TV.
4.Evita di esporti a fattori scatenanti come luci o odori troppo intensi.
5.Fai attività fisica moderata per rilassarti, una passeggiata serale potrebbe aiutare.
6.Pratica regolarmente una disciplina come yoga, tecniche di rilassamento o attività che rilassino i
muscoli.
7.Evita gli sbalzi di temperatura e copriti bene nella stagione invernale.
8.Mantieni costante l’idratazione, bevi o mangia lentamente bevande fredde, ghiaccioli, sorbetti e
gelati.
9.Attento alla tua alimentazione. Evita di saltare i pasti e mangia sempre frutta e verdura, ricche di
sali minerali, vitamine e antiossidanti.
10.Evita fumo e alcolici.
Curiosità
Il caffè è amico o nemico della cefalea? Svolgendo un’azione vasocostrittrice, il caffè può aiutare a ridurre i
sintomi in alcuni casi di emicrania, tuttavia in alcuni casi (cefalea tensiva) l’effetto è contrario, con un
aumento del sintomo. Ad ogni modo, per il contenuto di caffeina, il caffè può favorire insonnia, uno dei fattori
predisponenti la cefalea, pertanto sarebbe bene ridurne il suo consumo a massimo 2 caffè al giorno e mai
dopo le 16.

ALCOL - perchè può far male. Quanto ne posso assumere


L’abuso di alcol è condannato dalla classe medica e dalla Scienza dell’Alimentazione, ma nonostante ciò
milioni di persone tendono ad abusarne. In particolare pare che le varie raccomandazioni non abbiano effetto
sugli adolescenti italiani che sempre più ne fanno uso. Il perché della condanna all’abuso di alcol è ovvio in
quanto può causare gravi danni alla salute da un punto di vista sia fisico che psichico. Tuttavia, un moderato
consumo di vino o birra negli adulti può avere effetti favorevoli in quanto entrambe queste bevande
contengono buone quantità di polifenoli che hanno un effetto protettivo nei confronti delle malattie cronico-
degenerative, purché si rispettino le dosi consigliate.

Cosa si intende per bevande alcoliche


Le bevande alcoliche sono costituite per la maggior parte da acqua e per la restante da alcol etilico
(etanolo); una piccola quota è costituita da altre sostanze: aromi, coloranti, antiossidanti, ecc. L’etanolo è
una sostanza non essenziale per l’organismo, anzi per molte ragioni tossica. Il nostro corpo riesce
comunque a sopportare l’introito di alcol fino a una certa dose che corrisponde a un consumo moderato.

Come si misura la quantità alcolica


Le dosi massime giornaliere consigliate sono di 2-3 Unità Alcoliche per gli uomini, 1-2 Unità Alcoliche per le
donne, 1 Unità Alcolica per gli anziani. Una Unità Alcolica (U.A.) corrisponde a circa 12 grammi di alcool; tale
quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra
(330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico a gradazione media.

Quanto alcol posso bere


La quantità che un individuo può assumere, restando nei limiti della sicurezza per la sua salute, dipende
dalla concentrazione di alcol nel sangue che a sua volta è determinata da molti fattori:
•dalla quantità ingerita
•da sesso e peso della persona
•dalla quantità di acqua corporea
•dalla capacità individuale di metabolizzare l’alcol
•dall’abitudine all’alcol.
Alcune persone lo reggono bene (non si sbronzano facilmente) ma questo non vuole dire che l’alcol in
eccesso non faccia male anche a loro, anzi, visto che lo reggono bene sono portati a berne di più e a farsi
più male correndo anche il rischio di diventare degli etilisti. Le donne, avendo un peso minore, minori
quantità di acqua corporea e minore efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol, sono più
vulnerabili agli effetti dell’alcol, per questo viene consigliato di assumerne dosi minori rispetto agli uomini.
Inoltre bisogna ricordarsi che l’alcol (etanolo) apporta 7 calorie per grammo, che si aggiungono a quelle
introdotte coi cibi. È opportuno pertanto evitare i superalcolici, che apportano solo calorie ‘vuote’ senza
benefici salutistici, soprattutto per chi è tendente al sovrappeso o ha già un girovita abbondante. È buona
regola limitare gli alcolici al solo consumo occasionale ed in ogni caso ‘compensare’ l'eccesso calorico con
l'attività fisica. Teniamo presente che una donna di 50 chili che corre ad una velocità di circa 8 km ora, in
quell’ora consuma circa 400 Kcal, la quantità calorica contenuta in 4 bicchieri di vino da 125 ml. Un uomo di
75 Kg che corra con la stessa intensità li smaltirà in 30 minuti. Ricordiamo quindi che, se abbiamo già
mangiato le calorie necessarie al nostro dispendio energetico, per smaltire un bicchiere piccolo di vino o una
birra ce ne vuole e non basta fare quattro passi come spesso si crede.
 

Attenzione ai momenti della giornata


Bisogna fare attenzione anche ai tempi: è vivamente consigliato di evitare di bere fuori pasto o a stomaco
vuoto, prima di mettersi alla guida di autoveicoli o mentre si svolgono attività lavorative. In serata c’è spesso
l’abitudine del momento detto happy hours, nel fine settimana aumentano i momenti in cui s’incontrano
amici, abitudini sociali piacevoli in cui però è più facile consumare alcolici in maniera concentrata, e dove un
bicchiere tira l’altro, spesso anche per imitazione di amici che bevono più di noi. In queste occasioni è bene
ricordare il proprio stile di vita e quanto l’alcol possa essere dannoso: si può stare con gli amici anche senza
bere o fumare, oppure limitare a qualche volta al mese questi momenti ludici.

Chi non deve bere alcol


Diverse persone non possono assumere bevande alcoliche: le donne in gravidanza o allattamento, chi soffre
di malattie del fegato, gli alcolisti in trattamento e gli ex-alcolisti, la maggior parte delle persone diabetiche o
con trigliceridi alti. Chi assume farmaci (inclusi i farmaci da banco) deve consultarsi con il proprio medico
curante su eventuali controindicazioni e in ogni caso non bere mai se si assumono farmaci psicotropi.
Adolescenti e alcol
L’età in cui si inizia a consumare alcol sta diminuendo in tutto il mondo, indagini affidabili hanno determinato
che molti adolescenti iniziano a bere di media dopo i 10 anni di età. I genitori debbono quindi vigilare
attentamente e prima di tutto proibire gli alcolici ai bambini, o meglio ancora dare il buon esempio e non
mettere vino o birra a tavola. L’alcol nell’età evolutiva produce molti più danni al cervello e al sistema
nervoso e facilita la dipendenza sin da giovanissimi.
 
1FALSE CREDENZE SULL’ALCOL
1. Non è vero che l’alcol aiuti la digestione; al contrario la rallenta e produce ipersecrezione gastrica con
alterato svuotamento dello stomaco, quindi niente amaro a fine pasto o, d’abitudine pochissimo alcol durante
i pasti e bere acqua.
2. Non è vero che il vino faccia buon sangue; è vero invece che un abuso di alcol può essere responsabile di
varie forme di anemia e di un aumento dei grassi presenti nel sangue.
3. Non è vero che le bevande alcoliche dissetino ma, al contrario, disidratano: l’alcol richiede una maggior
quantità di acqua per il suo metabolismo, e in più aumenta le perdite di acqua attraverso le urine, in quanto
provoca un blocco dell’ormone antidiuretico, diminuire drasticamente l’alcol in estate.
4. Non è del tutto vero che l’alcol ci riscaldi. In realtà la vasodilatazione di cui è responsabile produce
soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore che in breve, però, comporta un ulteriore
raffreddamento che, in un ambiente non riscaldato, aumenta il rischio di contrarre malattie da raffreddamento
o anche assideramento.
5. Non è vero che l’alcol aiuti a riprendersi da uno shock: al contrario, provocando vasodilatazione periferica,
determina un diminuito afflusso di sangue agli organi interni e soprattutto al cervello.
6. Non è vero che l’alcol dia forza. Essendo un sedativo produce soltanto una diminuzione del senso di
affaticamento e di dolore. Inoltre solo una parte delle calorie da alcol possono essere utilizzate per il lavoro
muscolare.
 
Ricordate inoltre che l’alcol è la “droga” più diffusa al mondo e dà dipendenza, più se ne beve più si sente la
necessità di berne ancora, fino a diventare degli alcolisti, uno stato di dipendenza che determina danni alla
salute e alla vita sociale.
Alimenti: calorie e nutrienti
La tabella che segue illustra quante calorie (Kcal) apportano 100 g di un alimento e la quantità di
macronutrienti in esso contenuta: proteine, grassi e carboidrati.
Questo schema riporta gli alimenti più comunemente utilizzati ed è stato redatto per aiutare l’utente a dare
un valore indicativo a ciò che mangia. Se l’alimento da valutare non è presente si può utilizzare
indicativamente la categoria alla quale appartiene, es.: una fettina di pollo o di maiale senza grasso visibile
sarà alla voce carne (valori medi), il salame o la mortadella alla voce salumi (valori medi), lo stracchino o la
mozzarella alla voce formaggi freschi e così via. I colori distinguono alimenti che generalmente vengono
consumati in un pasto della giornata: colazione, primi, secondi ecc., questo non significa che non si possano
mangiare in altri momenti della giornata come uova o prosciutto a colazione.
I Formaggi sono nella sezione “secondi piatti” ma alcuni di essi, come il Grana Padano DOP possono essere
utilizzati grattugiati per insaporire i primi piatti come pasta, riso, passati di verdura ma possono essere
utilizzati anche in scaglie per spuntini e merende.
Sì, il cioccolato può aiutare nella depressionePerché il cioccolato può aiutare nella depressione?
 Fanno parte dell'esperienza comune le proprietà consolatorie della cioccolata nei momenti di tristezza e
depressione, ma il suo valore antidepressivo è assolutamente reale ed è legato a delle specifiche attività.Il
cioccolato contiene infatti sostanze bioattive in grado di influenzare il tono dell’umore. Anzitutto i carboidrati e
gli zuccheri contenuti nel cacao, facilitano la produzione di endorfine, un gruppo di oppioidi prodotti
naturalmente dal cervello che stimolano le sensazioni di euforia e attenuano il dolore. La cioccolata contiene
di per sé anche una certa quantità di componenti che siamo in grado di produrre in associazione con
sentimenti di desiderio fisico e forse addirittura d'amore (feniletilamina e anandamide), favorendo la
sensazione di benessere.

La sua associazione con la serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori che svolge un'azione inibitoria e
tranquillizzante la rende inoltre desiderabile e a volte indispensabile nei momenti difficili della giornata.

Non solo, il cioccolato fa bene al sistema cardiocircolatorio poiché contiene numerose sostanze antiossidanti
di natura fenolica (in particolare quello fondente) e in caso di eccessivo dispendio di energie sia fisiche che
mentali i suoi componenti lo rendono un ottimo rigenerante.

Insomma a quanto pare nessuna controindicazione, eppure qualcosa rimane: il cioccolato è molto calorico.
Per usufruire dei suoi numerosi pregi senza incappare nel difetto basterà controllarne le dosi ricordando che
quello fondente fornisce 542 Kcal per 100 grammi e quello al latte 565 Kcal per 100 grammi. Insomma unire
l’utile al dilettevole è facile, basta propendere per il fondente, meglio se extra e non eccedere.

Tabelle sull'attività fisica


Attività fisica: consumo di calorie
Nelle tabelle sottostanti è indicato il consumo medio di riferimento per l’energia necessaria a svolgere 1
minuto delle attività quotidiane più diffuse. I dati si riferiscono ad una media di soggetti adulti: femmine di 55
kg e maschi di 75 kg. Si tenga conto che il dispendio energetico aumenta con il crescere del peso. Per avere
un riferimento del consumo rispetto al proprio peso occorre fare un calcolo che semplifichiamo con un
esempio. Prendiamo un uomo di 100 kg che pratica ciclismo a 16-19 km/ora. La tabella indica, per l’uomo di
75 kg, un dispendio di 7 Kcal/min. Per sapere quante Kcal consuma per ogni chilo di peso dividiamo il
dispendio per il suo peso, 7 Kcal min : 75 kg = 0,09 Kcal/min pro chilo. L’uomo di 100 kg per svolgere la
stessa attività consumerà circa 9 kcal/min e non 7 kcal/min come il soggetto di 75 kg  per l’ovvia ragione che
l’organismo deve muovere una massa più pesante. Le tabelle non indicano tutte le attività che richiedono
energia, se dovete valutare un’attività non presente paragonatela con quella che si avvicina di più, per
esempio l’attività aerobica nelle donne si riferisce alla ginnastica che può essere praticata anche danzando o
con lo step ecc., il nuoto si riferisce a uno stile che può essere praticato a intensità media o velocità
moderata come lo stile rana o libero  perché ce ne sono alcuni come delfino o farfalla che invece richiedono
molta più energia.
Donne (55kg)
Attività fisica Kcal/min
dormire 0,8
stare in pieni inattivi 1,1
scrivere/usare il computer 1,3
stirare/lavare piatti 2
faccende di casa generali 3,1
giardinaggio 3,5
camminare (4 km/h) 2,6
correre 8 km/h 7
correre 12 km/h 11
correre 16 km/h 14
anadre in bicicletta (12 - 14 km/h) 3,5
anadre in bicicletta (16 - 19 km/h) 5,3
anadre in bicicletta (22 - 26 km/h) 8,8
yoga 3,7
acqua gym 3,5
aerobica 5,7
nuoto 6,1
sci 6,1

Uomini (75 kg)


Attività fisica Kcal/min
dormire 1,1
stare in pieni inattivi 1,4
scrivere/usare il computer 1,8
tinteggiare 5,3
fare lavori idraulici ed elettrici 3,5
giardinaggio 4,7
camminare (4 km/h) 3,5
correre 8 km/h 9,4
correre 12 km/h 14,7
correre 16 km/h 18,8
anadre in bicicletta (12 - 14 km/h) 4,7
anadre in bicicletta (16 - 19 km/h) 7
anadre in bicicletta (22 - 26 km/h) 11,7
calcio 8,7
tennis 8,7
body building 3,8
nuoto 8,2
sci 8,2
Metabolismo basale
La SINU (Società Italiana Nutrizione Umana) nel 2014 ha pubblicato le stime dei fabbisogni energetici
esemplificativi calcolando anche il metabolismo basale (MB) cioè la quantità d’energia che l’organismo
consuma in ogni caso per far funzionare tutti gli organi e i sistemi, anche quando dorme o è completamente
fermo. La quantità d’energia del MB varia con l’età e secondo l’altezza e il peso dell’individuo. L’energia
necessaria al MB va sommata all’energia che consumiamo durante la giornata muovendoci o facendo varie
attività, anche intellettuali, come leggere o usare il computer. Tale somma indica il fabbisogno energetico
dell’individuo. Per ottenere un equilibrato bilancio energetico si devono introdurre con il cibo tante calorie
quante se ne consumano, partendo dalle necessità del MB. Se l’energia introdotta è minore di quella
consumata o addirittura inferiore alle Kcal necessarie al MB si può incorrere in malnutrizione per difetto.
Valori esemplificativi energia Metabolismo Basale FEMMINE

Altezza (m) Peso (kg) MB (kcal/die)


18 - 29 anni
1,50 50,6 1980
1,60 57,6 2140
1,70 65,0 2320
1,80 72,9 2510
1,90 81,2 2700
30 - 59 anni
1,50 50,6 2010
1,60 57,6 2100
1,70 65,0 2200
1,80 72,9 2300
1,90 81,2 2410
60 + anni
1,50 50,6 1730
1,60 57,6 1830
1,70 65,0 1930
1,80 72,9 2040
Elaborazione da fonte SINU
Valori esemplificativi energia Metabolismo Basale MASCHI

Altezza (m) Peso (kg) MB (kcal/die)


18 - 29 anni
1,50 50,6 2330
1,60 57,6 2490
1,70 65,0 2670
1,80 72,9 2860
1,90 81,2 3060
30 - 59 anni
1,50 50,6 2330
1,60 57,6 2450
1,70 65,0 2590
1,80 72,9 2730
1,90 81,2 2890
60 + anni
1,50 50,6 1950
1,60 57,6 2080
1,70 65,0 2210
1,80 72,9 2350
Elaborazione da fonte SINU

Quanto devi mangiare per non ingrassare e quali nutrienti per restare in forma?
Calcolare quante calorie dobbiamo assumere ogni giorno e scegliere gli alimenti che apportano tutti i
nutrienti necessari al nostro organismo non è semplice. Il nostro programma ti viene in aiuto! Rispondendo a
qualche domanda saprai subito quante calorie dovresti assumere ogni giorno e riceverai gratuitamente
i consigli personalizzati per restare in forma, oltre ai menu gustosi e facilissimi da seguire.Il programma
realizzato dai nostri nutrizionisti ti consente di conoscere quanta energia devi introdurre ogni giorno in base
alle medie calcolate sul metabolismo basale e alla quantità di attività fisica dichiarata. I menu realizzati da
valenti gastronomi, utilizzando gli alimenti scelti dai nutrizionisti, ti permetteranno di seguire la corretta ed
equilibrata alimentazione molto semplicemente e t’insegneranno come non ingrassare e guadagnare salute
apprezzando la buona cucina italiana. Il programma ti fornirà subito i consigli personalizzati sullo schermo
del tuo desktop o del tuo smartphone se utilizzerai la App. Consigli e menu ti saranno contemporaneamente
inviati anche per
e-mail, potrai così averli sempre a portata di mano, o sempre con te se utilizzerai la App. Riceverai 8
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stagione, equilibrati in macro e micronutrienti il tutto personalizzato sulle quantità che dovrai mangiare,
comprese gustosissime ricette.
I menu personalizzati per le tue calorie sono realizzati in collaborazione con SIMG (Società Italiana di
Medicina Generale) e dedicati a persone adulte, dai 18 anni in poi.

Attività fisica d'inverno


Quando la colonnina di mercurio scende, molte persone mettono via le scarpe da ginnastica e abbandonano
il loro programma di attività fisica all'aperto. Ma questo è un peccato: le temperature basse non sono
assolutamente un ostacolo all'esercizio fisico fuori dalle quattro mura. Anzi, in qualche caso, temperature
esterne intorno ai 10 gradi o più basse facilitano il movimento. Alcune  persone pensano che sia addirittura
meglio allenarsi con le basse temperature che con quelle alte. Infatti, quando ci si muove si produce calore e
quindi non c'è motivo di rinunciare all’attività fisica quando fa freddo. 

I benefici dell’attività fisica in inverno


L'Organizzazione mondiale della sanità indica agli adulti in buona salute di raggiungere un minimo di 150
minuti settimanali di attività fisica a livello moderato o 75 minuti a livello vigoroso. Molti ritengono
quest’obiettivo basso ma il consiglio si basa su tanti studi scientifici che mostrano gli innumerevoli benefici
dell'attività motoria regolare che oltre ad aiutare a mantenere il peso sotto controllo aiuta a prevenire anche
lo sviluppo di malattie e condizioni sempre più diffuse, come le cardiovascolari, il diabete, l’obesità e alcuni
tumori. 
In inverno ci sono però almeno due motivi in più per fare attività motoria.

•Prima di tutto, d’inverno, con l'accorciarsi delle giornate e la diminuzione della luce solare, aumentano i
sintomi dovuti ai disturbi dell’umore, come per alcune forme di depressione, e fare attività fisica si sa,
migliora l'umore.
•Un secondo fattore spinge a mantenere buoni livelli di attività fisica quando fa freddo, in quanto l'attività
fisica rafforza il sistema immunitario e quindi aiuta a combattere i malanni di stagione come i raffreddori e
l'influenza.
La cautela necessaria
Le persone in buona salute non hanno particolari problemi ad allenarsi all'aperto con temperature anche
molto basse, purché seguano alcune indicazioni su vestiario e preparazione. Anche i bambini possono
correre, giocare e muoversi all'aperto con il freddo, però bisogna ricordare che, a causa della loro
conformazione fisica, tendono a disperdere più velocemente il calore corporeo rispetto agli adulti e a
raffreddarsi più facilmente. Bisogna quindi controllare che non stiano all'aperto troppo a lungo.
Le persone che hanno qualche malattia, come un problema cardiovascolare, devono invece consultare
prima il proprio medico, per valutare l’intensità dell’attività fisica da praticare con il tempo freddo.
In generale, lo sport comporta uno sforzo per il corpo e così pure il freddo. Quando si mescolano, non si
deve esagerare, se si vuole trarre benefici dall'attività svolta.

Gelo, pioggia, vento, buio


Per le attività all'aperto, dalla semplice camminata all'escursione in bicicletta, si dovrebbero sempre
consultare prima le previsioni del tempo. Infatti, è vero che il freddo non impedisce di fare attività fisica
all'aperto ma ci sono tuttavia alcune condizioni meteo a cui occorre prestare attenzione per evitare infortuni:
•È sconsigliabile fare attività fisica quando il terreno è ghiacciato, il rischio di scivolare non deve essere
sottovalutato, si rischia di contrarre fratture che costringerebbero a rimanere inattivi anche per settimane.
Anche la pioggia e il vento rendono problematica l'attività outdoor, e per almeno tre motivi.
•Quando sono bagnate, molte superfici diventano scivolose, presentando problemi simili al ghiaccio.
•Gli abiti bagnati rendono difficile mantenere una temperatura corporea adeguata.
•La presenza di vento forte associato alle temperature basse può diventare un problema. Infatti, il vento
penetra nei tessuti e sottrae calore al corpo, facendo sentire molto più freddo rispetto ai giorni con le stesse
basse temperature ma senza vento.
Infine, bisogna ricordare che d'inverno fa buio presto e l'oscurità può rappresentare un pericolo sulle strade,
in campagna come in città. 
Il punto da ricordare è giudicare le condizioni meteorologiche esterne: se fa troppo freddo, piove, nevica o se
è già buio, è meglio rinunciare e allenarsi al coperto. 

Abbigliamento adeguato
Uno degli aspetti più rilevanti dell'attività fisica all'aperto è come vestirsi. Se ci si copre molto si rischia di
sudare troppo, rimanere con i vestiti umidi e sentire freddo. Se ci si veste troppo leggeri, si sente freddo
subito. Va sfatata la credenza che sudare faccia dimagrire, quello che fa dimagrire è l’attività fisica e
il bilancio energetico, inutile, anzi dannoso, coprirsi con abbigliamento non traspirante o teli di plastica. Il
peso che si perde sudando durante l’allenamento è solo acqua che verrà reintegrata da bevande e alimenti,
inoltre sudare troppo affatica il cuore. La soluzione è vestirsi a strati, o “a cipolla”. Dopo qualche minuto di
attività leggera, il corpo comincia a produrre calore e alcuni indumenti risultano superflui. A questo punto si
toglieranno gli strati più esterni. Quando si è terminata l'attività, ci si riveste. La quantità (il peso)
dell’abbigliamento da indossare dipende anche dalla corporatura, in generale le persone più snelle tendono
a sentire freddo più velocemente delle persone sovrappeso. Il tessuto del vestiario contribuisce al
mantenimento della temperatura, i tre strati dovrebbero essere:
•Il primo strato, quello a contatto con la pelle, deve essere traspirante per poter allontanare velocemente
l'umidità dal corpo. In questo caso i materiali come la microfibra sono una buona scelta. È invece da evitare
assolutamente il cotone, perché questo tessuto rimane bagnato a lungo e quindi continua a sottrarre calore
al corpo.
•Il secondo strato può essere rappresentato da un pile oppure da lana; la pesantezza del secondo strato
dipende dalla temperatura esterna e dal tipo di attività svolta. Più l'attività svolta è intensa, meno pesante
sarà il secondo strato.
•Il terzo strato, quello esterno, è rappresentato da una giacca a vento, impermeabile e traspirante. Per
quanto il tessuto sia traspirante però la giacca non facilita la circolazione dell’aria, meglio quindi indossare
giacche con alcune prese d’aria e/o regolare l’apertura e la chiusura.
Gli indumenti troppo stretti, che potrebbero ostacolare la circolazione del sangue, non sono adatti e vanno
scartati. 

Mani, piedi e testa


Mani e piedi tendono a raffreddarsi subito. Per i piedi si consiglia l'uso delle calze termiche, eventualmente
scegliendo delle scarpe di misura maggiore di quella usuale. Per le mani è opportuno l'uso di un paio di
guanti, meglio evitare quelli di lana che lasciano passare troppa aria. Nei periodi di grande freddo un berretto
può essere molto utile non solo per proteggere la fronte e le orecchie, uno dei punti vulnerabili del corpo, ma
anche perché gran parte del calore corporeo viene disperso attraverso la testa. 

Errori da evitare
L’abbigliamento è importante e, consigli a parte, è l'esperienza personale che deve guidare nella scelta dei
vestiti, l’importante è non avere freddo e non sudare troppo.
•L'errore più frequente tra le persone che fanno attività fisica all'aperto è vestirsi in modo troppo pesante. In
questo caso si rischia di sudare in quantità, rimanere con i vestiti umidi e sentire freddo.
•Anche le fasi di riscaldamento e stretching devono essere curate: in particolare, quando fa freddo, il
riscaldamento deve essere graduale e prolungato, perché con il freddo è più facile avere problemi muscolari.
Lo stretching o esercizi di defaticamento alla fine dell'attività dovrebbero essere svolti in casa o in un
ambiente caldo, non all'aperto e al freddo.
•Se si pratica sport intenso che prevede momenti di alta intensità misti a periodi di recupero, si deve fare
attenzione a non sudare troppo, perché nei momenti di recupero si potrebbe sentire freddo.
Idratarsi, come in estate
Anche se l'inverno non viene spesso collegato all'idea di una bibita fresca, anche con il freddo è necessario
idratarsi bene per non perdere minerali. Anzi, il minore stimolo a bere rispetto all'estate è un ulteriore buon
motivo per fare attenzione a questo aspetto. Bisogna idratarsi prima, durante e dopo l'esercizio fisico.
L'acqua disseta, senza riempire di zuccheri e calorie inutili, ed è da preferire alle bevande energetiche.
Inverno, attività fisica o sport mal si conciliano con il consumo di alcool, che è da evitare del tutto. L'alcool
infatti, a dispetto di quanto spesso si crede, influisce negativamente sul metabolismo, riscalda per un tempo
molto breve e dopo si sente ancora più freddo di prima. Soprattutto, quando si pratica uno sport che
necessita di riflessi pronti come gli sport sulla neve, l'alcool diventa pericoloso, poiché compromette la
lucidità. I cicchetti, se proprio li si vuole consumare, sono  riservati alla fine della giornata, quando si è sicuri
nel rifugio. Vanno invece, sempre e comunque, ricordate le regole della corretta alimentazione nello sport a
cui questo sito dedica un intero manuale.

Attenti al sole
In inverno, nelle giornate limpide, il sole può essere forte e l’indice dei raggi UV alto e pericoloso per la
salute degli occhi, è buona norma portare sempre con sé un paio di occhiali da sole per proteggere gli occhi.
È anche utile proteggere la pelle del viso con una crema solare in particolare se ci si trova in montagna.
In conclusione, il clima rigido non è in sé un ostacolo allo svolgimento di attività fisica all'aperto. Le fredde
giornate invernali possono permettere molto divertimento all'aria aperta, se si è vestiti in modo adeguato e
fisicamente preparati.

Fai lavorare i tuoi muscoli


CONSIGLIO
Fai attività fisica in modo adeguato alla tua persona, scegli l’intensità giusta per te, stabilisci la durata e la
frequenza.

Un grande fisiologo italiano il Prof. Margaria diceva: “L’attività fisica è come una medicina, se ne fai poca non
serve, se ne fai troppa fa male”. Quale attività fisica fare e quanta dipende dagli obiettivi che ciascuno si
pone. L’obiettivo comune dovrebbe essere il raggiungimento di un’ottima forma psicofisica proporzionata
all’età, che una volta raggiunta aiuta a:

•Conquistare benessere psicofisico.


•Prevenire importanti malattie.
•Avere un corpo più bello, eretto, snello, tonico.
L’attività fisica è uno dei pilastri della salute insieme all’equilibrata alimentazione, i vantaggi che si possono
ottenere sono molteplici tra i quali i più importanti:
•Avere maggiori probabilità di vivere più a lungo.
•Sentirsi meglio con se stessi e migliorare l’umore.
•Diminuire le probabilità di avere episodi depressivi.
•Dormire bene e più a lungo la notte.
•Acquisire agilità e prestanza fisica anche in età avanzata.
•Avere muscoli e ossa più forti.
•Mantenere più attivo il metabolismo.
Cosa s’intende per attività fisica?
Fare attività fisica significa muovere il corpo facendo lavorare i muscoli. Nella pratica quotidiana è bene
essere attivi e cogliere ogni occasione per battere la sedentarietà, ma essere attivi non significa conquistare i
benefici che l’attività motoria può dare. L’attività fisica, per ottenere anche minimi benefici, deve essere
eseguita con metodo e continuità:
•Stabilire un numero di allenamenti di 4/6 sedute settimanali.
•Eseguire allenamenti ad intensità moderata o vigorosa per un tempo minimo di 30 minuti continuativi.
Calcolando che il tempo settimanale minimo consigliato è di 150 minuti le sessioni di allenamento
dovrebbero essere almeno 5 da 30 minuti ciascuna. 
L’attività fisica dona benefici in ogni caso, sia quella anaerobica che aerobica, quest’ultima è però
indispensabile per molti motivi tra i quali il buon funzionamento del sistema cardiovascolare e respiratorio.
L’attività anaerobica è particolarmente utile pe rinforzare la muscolatura, aumentare la forza, la resistenza e
mantenere un buon livello metabolico. 
Leggi anche: 
Attività aerobica e anaerobica

Quanta e quale attività fisica?


L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha valutato mediamente che:
•Con attività che vanno da 150 a 299 minuti di media settimanali si possono ottenere benefici per la salute e
mantenere il peso (se il consumo di calorie giornaliero è corretto).
•Con 300 o più minuti di attività si possono ottenere ampi benefici per la salute e perdere gradualmente
peso.
Le attività fisiche ad intensità moderata includono:
•Camminare a circa 4 km l’ora in terreno pianeggiante.
•Pedalare a meno di 15 km l’ora in terreno pianeggiante.
•Giocare a Golf senza utilizzare il caddy.
•Nuotare senza sforzo o fare aquagym.
•Passeggiare in barca o canoa.
•Fare giardinaggio con attrezzi manuali e spostamento di pesi leggeri.
•Ballare.
Le attività fisiche ad intensità vigorosa includono:
•Camminare velocemente a circa 6 km l'ora.
•Pedalare a più di 15 km l’ora.
•Lavori pesanti come muratore o taglialegna.
•Nuotare in vari stili a buona velocità.
•Giocare (competizione) a pallone o Basketball, Pallavolo, ecc.
•Giocare (competizione) a Tennis o Sciare.
Leggi anche:
Attività aerobica: camminare
Attività aerobica: pedalare
Programma Menu&Calorie
Quante calorie si consumano con l'attività fisica

È possibile scegliere le attività d’intensità moderata o vigorosa, o un mix di entrambe ogni settimana e
variare l’allenamento all’interno dei 150/300 minuti o più e il numero delle sedute da 4 a 6. Le attività e
l’intensità di cui sopra si riferiscono a valori medi, ma ogni persona dovrebbe valutare il valore della propria
intensità, cosa possibile anche senza particolari strumentazioni. Con l’attività vigorosa si ottengono benefici
per la salute in metà tempo di quelli ad intensità moderata. Se si è sedentari o poco allenati è bene arrivare
all’obiettivo di tempo/sessione gradualmente e partire da intensità più che moderate per poi gradualmente
aumentare la durata dell’allenamento settimana dopo settimana. 

In ogni caso è prudente valutare con il proprio medico eventuali rischi cardiovascolari e di conseguenza
sottoporsi agli esami del caso. Anche l’alimentazione ha il suo peso si consiglia di leggere “L’allenamento
comincia a tavola”.

Allenati ogni giorno


CONSIGLIO
Alla corretta ed equilibrata alimentazione devi associare l’attività fisica con allenamenti strutturati. L’attività
fisica è il pilastro della nostra giornata che sostiene salute, vigore, umore e dona un corpo armonioso.
Quanta e quale fare?

È noto che fare esercizio fisico è salutare per giovani e meno giovani; purtroppo la nostra giornata è scandita
da numerosi impegni e tra lavoro, scuola e famiglia non è facile trovare il tempo per fare dell’attività fisica ma
soprattutto, per molti, non è prioritario.
Perché lo diventi occorre rinforzare la motivazione. Vi sono almeno 3 ragioni che dovrebbero spingerci a fare
attività fisica regolarmente:
•Lo studio EPIC, pubblicato nell’aprile 2015 basato su un campione di oltre 300.000 europei di 10 differenti
paesi, conferma che fare attività fisica riduce il rischio di mortalità per tutti, sia magri che obesi, maschi e
femmine mentre il rischio aumenta per coloro che fanno poca o moderata attività e per i sedentari.
•L’esercizio fisico strutturato ed adeguato modella il corpo, lo rende più agile, lo protegge maggiormente
dalle fratture, lo rende più armonioso e robusto.
•L’attività fisica svolta d’abitudine ha effetti positivi sul nostro sistema nervoso e ormonale: agevola
l’apprendimento e la memoria, migliora l’umore e combatte la depressione.
La riduzione del rischio di mortalità è la conferma di quanto molti studi avevano già dimostrato, cioè che
l’attività fisica dona benessere e aiuta a prevenire malattie anche importanti, di conseguenza “allunga la
vita”. Ma ciò che è fondamentale è la quantità e l’intensità con cui la si pratica ed ogni persona deve
individuare i propri limiti per far si che non sia né troppa né troppo poca perché, come diceva il Prof.
Margaria (un grande fisiologo italiano) “ l’attività fisica è come una medicina, se ne fai troppo poca non serve,
se ne fai troppa fa male”. Oggi sappiamo che fatta una volta ogni tanto può anche far male e fatta tutti i giorni
fa benissimo. Un errore diffuso è quello di giocare una partita faticosa la domenica o correre in bicicletta 3
ore con amici ciclisti, pensando di aver fatto un ottimo allenamento, non è così.
Quanta attività fisica raccomandata?
Innanzitutto, esistono varie tipologie ed intensità di esercizi che devono essere valutati in base alle
condizioni cliniche dei singoli individui. Tuttavia, alla popolazione generale, si consiglia di praticare
un’attività fisica moderata ma costante, prediligendo una ginnastica di tipo aerobico, come il nuoto, la corsa
e/o la bicicletta che aiutano a mantenersi in forma e a bruciare i “grassi in eccesso”. Per capire qual è
l’intensità giusta senza misurare o fare calcoli difficili da seguire è possibile osservare il proprio respiro con
un semplice test (talk test) che aiuterà a capire se si sta mantenendo o meno il giusto vigore. Tuttavia per
“bruciare” grassi il metabolismo deve funzionare correttamente; quindi, per preservare maggiormente la
massa muscolare, implicata maggiormente nell’aumento del metabolismo, occorrerà dedicarsi anche ad
esercizi di rinforzo muscolare. Oltre all’intensità è importante la regolarità dell’allenamento. Secondo le linee
guida della SIO (Società Italiana Obesità) e ADI (Associazione Italiana Dietetica) nelle persone adulte, per
prevenire l’aumento di peso, oltre alla dieta bilanciata, sono raccomandati almeno 150 minuti a settimana di
attività fisica aerobica d’intensità moderata, praticata per almeno 10 minuti consecutivi (senza soste). Per i
soggetti sovrappeso e obesi sottoposti ad una dieta ipocalorica bilanciata, si è osservato che i benefici a
livello di calo ponderale aumentano all’aumentare del tempo riservato all’attività fisica:
•100 - 150 minuti a settimana determinano una riduzione ponderale minima.
•150-250 minuti a settimana portano a una riduzione modesta (2-3 kg in 6-12 mesi).
•250-400 minuti a settimana offrono una riduzione di circa 5,0-7,5 kg in 6-12 mesi.
•300 minuti a settimana sono considerati ottimali per tutti coloro che vogliono ridurre il rischio di malattie e
mortalità.
Quale attività fisica è raccomandata?
L’attività fisica ottimale è quella che impegna sia l’apparato cardiocircolatorio, respiratorio e
muscoloscheletrico, senza provocare danni a articolazioni e ossa, es.:
•Eseguire un allenamento aerobico ad intensità moderata alternata a vigorosa per una durata minima di 40-
50 minuti senza pause per 4 o 6 volte a settimana. Camminare, fare jogging, correre, pedalare, nuotare. 
•Eseguire un allenamento anaerobico di rinforzo muscolare 2-4 volte a settimana con numero di ripetizioni
crescenti. Esercizi a corpo libero, con pesi o macchine.
Adolescenti e giovani o adulti con buone preparazioni fisiche possono ovviamente praticare sport e
raggiungere gli stessi risultati: calcio, basket, tennis, ecc.. 
Per tutti è importante che l’allenamento sia strutturato:
•Allenamenti costanti nel tempo, differenti a giorni alterni, con periodi inattivi non superiori alle 48 ore, anche
effettuati lo stesso giorno, esempio la domenica un’ora al mattino e una al pomeriggio oppure una partita di 1
o 2 ore ecc..
Anche camminare dà buoni risultati a giovani e anziani, il cammino ha parecchie potenzialità, può essere
praticato ad intensità moderata (3 o 4 km/ora) ma anche vigorosa (5-6 km/ora), si può camminare in percorsi
misti (montagna, ecc.) e per periodi lunghi anche di alcune ore. 
Il ballo può essere considerato un buon esercizio aerobico settimanale soprattutto se il tempo dedicato è
sommato ad altre attività, per esempio: camminare 3 volte a settimana per complessivi 180 minuti e ballare
per 120 diventa un allenamento da 300 minuti, sempre che il ballo sia fatto con una certa intensità, non un
lento, per intenderci. 
Per perdere peso invece è necessaria un’attività che faccia “bruciare” i grassi di deposito mantenendo
l’allenamento nel tempo. Infatti, per i primi 10-15 minuti, il nostro organismo consuma gli “zuccheri pronti”,
introdotti con l’alimentazione, ed è solo nei minuti successivi che inizierà a prendere energia dai “grassi” che
abbiamo accumulato; mediamente dopo 20 minuti s’inizia a consumare sia grassi che
zuccheri, proseguendo l’allenamento si arriverà a consumare sempre meno zuccheri e più grassi fino a
consumare solo grassi, il che mediamente avviene dopo circa un’ora di attività.
L’attività fisica fa parte della nostra giornata
Così come è strutturata la nostra giornata alimentare con colazione, pranzo, cena e 2 spuntini, dovrebbe
esserlo anche il programma d’allenamento da svolgere quotidianamente. Facciamo l’esempio concreto del
protocollo che dovrebbe seguire una persona tipo di 40 anni e normopeso:
•Ogni mattina fare 5/10 minuti di ginnastica leggera. 
•Ogni lunedì, mercoledì, venerdì e domenica, a qualsiasi orario, 1 ora di aerobica di cui 2 minuti ad intensità
vigorosa ogni 10 minuti di moderata. 
•Ogni martedì, giovedì e sabato, a qualsiasi orario, da 30 a 60 minuti di esercizi anaerobici.
L’attività fisica è parte essenziale dello stile di vita delle persone che desiderano guadagnare salute al pari
dell’equilibrata e corretta alimentazione.
Puoi leggere anche:
Cosa s’intende per alimentazione equilibrata …
Anche chi conduce una vita frenetica e sembra non avere mai tempo per sé può scegliere di fare esercizio in
uno di questi tre momenti, basta tener presente che per ognuno di questi ci sono regole e consigli da
ricordare:
Appena svegli
La mattina presto, prima di iniziare la giornata, può essere molto utile un po’ di ginnastica a corpo libero
(risveglio muscolare) o stretching (solo per chi è capace) per sciogliere le articolazioni rimaste ferme durante
la notte. Quando fate il vostro allenamento, prima di andare al lavoro, ricordate che è necessario riattivare il
sistema cardio-circolatorio e respiratorio, pertanto muovetevi con dolcezza e gradualmente per circa
mezz’ora evitando di stancarvi troppo e di consumare troppe energie che serviranno per il resto della
giornata lavorativa. 
Prima o dopo fate sempre una giusta colazione. Leggi anche:
Dimagrire con l’allenamento del mattino
Pausa pranzo
Se volete fare allenamento durante la pausa pranzo occorre mangiare prima qualcosa di leggero (circa il
15% delle Kcal della giornata) e, dopo aver fatto attività fisica, assumere l’altra metà del pasto raggiungendo
il 30/35% delle kcal previste per la giornata; è sconsigliabile allenarsi a digiuno. In questo modo e a quest’ora
è meglio dedicarsi a esercizi anaerobici, senza esagerare per non dover tornare al lavoro con i muscoli
troppo dolenti. Anche se l’attività isotonica (aerobica di potenziamento muscolare) comporta certamente un
minor consumo calorico rispetto ad un lavoro aerobico, è consigliabile fare lo spuntino del pomeriggio per
non arrivare a cena con troppa fame. Leggi anche:
Dimagrire a pranzo: come ridurre le calorie
Fine giornata
Alla sera, dopo il lavoro ci si può sfogare con un bell’allenamento aerobico come la corsa, la bicicletta o un
corso di step o GAG (Gambe Addominali Glutei) dove l’impegno è di forte consumo calorico. È bene
allenarsi prima di cena ricordando che, prima di coricarsi, bisognerà attendere 3 ore. Leggi anche
Quale cena per non ingrassare e dormire bene
Naturalmente non è obbligatorio iscriversi in palestra per svolgere attività fisica. Tutto quello che serve sono
delle comode scarpe, un po’ d’iniziativa e molta costanza. Si può camminare con un buon ritmo, correre,
andare in bicicletta, fare scale, esercizi a corpo libero che comunque utilizzano i muscoli sia degli arti
superiori che inferiori e gli addominali. Queste sono attività semplici che si possono effettuare all’aria aperta
o in casa propria.
Regole comportamentali
1.Prima di intraprendere qualsiasi tipo di esercizio è meglio sottoporsi ad una visita medico-sportiva.
2.Praticare attività aerobica inizialmente con un’intensità bassa e aumentare gradualmente per un
ottimale consumo di grassi, alternando momenti di attività più vigorosa.
3.Prevedere delle piccole sessioni intervallate da brevi pause, 30/60 secondi, soprattutto nei primi
approcci all’attività fisica.
4.Evitare di allenarsi durante le ore più calde del giorno in estate, o in ambienti troppo umidi o freddi
in inverno.
5.Bere almeno 2 litri di acqua al giorno e durante gli allenamenti assicuratevi di bere frequentemente
piccole quantità per volta. È importante idratarsi correttamente per reintegrare sia i liquidi sia i sali
minerali che vengono persi con la sudorazione. In particolare, questo consiglio è utile per coloro che
praticano sport all’aria aperta, esposti al sole.
6.Scegliere la giusta attrezzatura e vestiario.
7.Sfruttare ogni occasione per muoversi.
8.Accostare all’esercizio fisico un’equilibrata alimentazione.
9.Evitare di fare ginnastica dopo aver consumato un pasto abbondante, se l’organismo è molto
impegnato nella digestione, risulta essere meno efficiente nella performance motoria.
10.Evitare, tuttavia, anche di svolgere attività fisica a digiuno, i muscoli hanno bisogno di energia per
funzionare correttamente e di proteine essenziali, in particolare aminoacidi ramificati.
Regole alimentari
1.Seguire una dieta di tipo mediterraneo e rispettare il bilancio energetico. Se non sapete quante
calorie apporta il cibo che mangiate, o quelle che consumate con l’allenamento, potete consultare le
tabelle del sito. Se invece volete sapere quante calorie dovete assumere ogni giorno per rimanere in
forma e in salute iscrivetevi al programma Calorie&Menu, potrete assaporare gustosi ed equilibrati
menu giornalieri, ognuno dei quali sarà proporzionato al vostro fabbisogno calorico.
2.Consumare uno spuntino leggero prima di praticare attività fisica. Soprattutto per chi fa sport al
termine della giornata lavorativa (o scolastica nel caso dei ragazzi), ed è quindi a digiuno dall’ora di
pranzo, è sempre consigliato fare una merenda, ecco alcuni esempi: uno spuntino a base di pane,
frutta e Grana Padano, yogurt o latte e cereali, un piccolo panino (circa 50 g) farcito con 30 g di
bresaola, un’insalata con tonno sgocciolato e un po’ di pane, dopo ogni piccolo pasto un frutto o una
spremuta senza zucchero. 
3.Consumare una colazione regolare. Chi ha la possibilità di svolgere attività fisica al mattino, può
iniziare con una tazza di latte o yogurt accompagnato da cereali o fette biscottate oppure biscotti o
pane con marmellata, più un frutto o una spremuta.
4.Prevenire la disidratazione. Durante l’attività fisica, bisogna bere acqua oligominerale (circa due-
tre bicchieri), lo stomaco può smaltire 250 ml di acqua in meno di 20 minuti.
5.Dopo l’attività, se si prevede che possa passare molto tempo prima del pasto successivo (pranzo o
cena) è bene consumare un altro spuntino leggero e un frutto.
6.Se il nostro scopo è quello di perdere peso, non bisogna digiunare ma adottare una dieta
ipocalorica bilanciata calcolata sulla base di età, sesso, indice di massa corporea (BMI). 
Se vuoi conoscere tutto su sport e alimentazione scarica il manuale “L’allenamento comincia a tavola”.
Se vuoi conoscere i segreti contro l’invecchiamento precoce entra nel programma: “Guida Anti-Age”

10 consigli per fare attività fisica a casa, al lavoro e per giocare


Allenarsi regolarmente, tre o più volte a settimana per almeno 30 minuti a sessione, contribuisce a
mantenerci in buona salute e a prevenire numerose malattie. Non tutti riescono ad allenarsi con regolarità,
ma è provato da molti studi scientifici che 300 minuti settimanali di attività, moderata e intensa, sia un
allenamento ottimale per mantenersi in forma.
Se non si riesce a raggiungere l’obiettivo ottimale, l'attività fisica dovrebbe comunque diventare parte
integrante della giornata ed essere praticata d’abitudine per almeno 150 minuti a settimana, ricordandosi di
muoversi comunque il più possibile, perché fare qualche cosa è sempre meglio che non fare nulla!
Per non annoiarsi, col rischio poi di lasciar perdere e tornare alla sedentarietà, conviene scegliere un’attività
divertente o perlomeno distraente, o cambiarla di volta in volta. Si può passeggiare, nuotare, andare in
bicicletta: da soli o in compagnia, l'importante è muoversi. Camminare è l’occasione che si presenta più
spesso, in questo caso è bene individuare l’intensità più adatta alla tua forma fisica (in media 4/6 chilometri
all’ora), se invece vuoi perdere qualche chilo, adotta un’attività brucia grassi.

1- Obiettivo 10
Svolgi almeno dieci minuti di attività alla volta, darai così al tuo corpo la possibilità di mettere in funzione i
muscoli e l’apparato cardiorespiratorio: una sessione al mattino prima di andare al lavoro, una a pranzo e
un’altra dopo il lavoro prima di rincasare.
2- Alterna l’attività
Cambia ogni settimana. Puoi iniziare con una nuotata in piscina, prendere una lezione di yoga nella pausa
pranzo, andare a prendere il caffè in un bar distante almeno un
3- Sempre pronti
Indossa sempre abiti e scarpe comode per poter cogliere ogni occasione per muoverti. Le donne possono
mettere le scarpe con i tacchi in borsa e indossarle a destinazione.
4- Trova l’occasione
Se vai al lavoro in macchina, parcheggiala a un chilometro di distanza o, se usi i mezzi pubblici, scendi con
qualche fermata d'anticipo: così potrai camminare per 10 o più minuti. Esci col cane, porta i bambini a fare
una passeggiata, spingi il passeggino, fai qualche minuto di jogging moderato. Puoi suddividere i 10 minuti
così: camminata, corsetta, scale.
5- Sfrutta il tempo TV
Metti la cyclette o il tapis roulant davanti alla TV e guarda il telegiornale o la tua serie preferita mentre ti
muovi. Oppure porta il tuo tablet o smartphone vicino agli attrezzi, il tempo passerà molto più in fretta.
6- Genitori attivi
Quando accompagni i ragazzi a fare sport non stare immobile a guardare: se puoi gioca anche tu, oppure
muoviti lungo il campo di calcio, prova a fare qualche canestro mentre loro giocano.
7- Organizza
Insieme agli altri è più divertente. Unisciti a un gruppo esistente, oppure proponi agli amici d’iniziare
un’attività. Nordic walking, gite in bici, acquagym, visita a parchi naturali: sono tutte occasioni per fare moto
in compagnia. Puoi anche organizzare delle partite di basket, pallavolo o calcetto con i colleghi di lavoro!
8- Weekend all'aria aperta
Durante il fine settimana le occasioni sono tante: noleggia una mountain bike, un risciò per te e i bambini, un
tandem, una canoa, la barca a vela. Ballare fa benissimo: puoi muoverti a ritmo di tango, valzer o, per
sudare un po’ di più, di rock&roll e twist.
9- Muoviti in ufficio
Alzati dalla sedia! Non usare sempre l’interfono: approfittane per andare dai colleghi di persona. Alzati ogni
20 minuti e fai un giro per i corridoi, parla al telefono in piedi, tieni il cestino della carta lontano da te e alzati
per gettarla, sii cortese vai tu a prendere il caffè per i colleghi, dopo la mensa fai un giro prima di tornare in
ufficio.
10- Fai le faccende
Fai le pulizie di casa, lava l'auto, cucina e lava piatti e pentole, fà la spesa e portala a casa facendo le scale,
spala la neve e se ti va, sì, divertiti anche facendo dei pupazzi!
Leggi anche quante calorie si consumano con l’attività fisica.
L’allenamento comincia a tavola
Se è provato che l’attività fisica moderata e continuativa, migliora la salute e allunga la vita, è altrettanto vero
che per ottenere questi risultati vi è l’assoluta necessità di alimentarsi correttamente e in modo equilibrato.
La prima regola è non credere che muovendosi di più si possa mangiare ancora di più. Osservando la
tabella che trovate a pagina 13 di questo manuale ti renderai conto che l’organismo umano è una macchina
termica a scarso rendimento: il 75% dell’energia introdotta viene dispersa in calore. E quando ci muoviamo,
anche energicamente, le calorie spese sono molte meno di quanto si pensi: una donna di 55 chili che
cammina per un’ora a circa 4 km/h consuma circa 180 Kcal, ovvero meno della metà delle 400 Kcal presenti
in un piatto di pasta al pomodoro.
Dobbiamo quindi cercare di alimentarci con cibi genuini, che oltre alla calorie apportino anche proteine di alto
valore biologico, minerali, vitamine essenziali, con cibi che siano di facile digeribilità, come il Grana Padano
DOP, un alimento sempre presente a buon diritto nella dieta degli sportivi. Fare sport significa fare moto a
una buona intensità, prima di fare una partita di calcio è bene aspettare 2 o 3 ore dalla fine del pasto. Per
mettere in pratica i nostri 10 consigli, invece, non occorre aspettare la fine della digestione.

Mantieni la linea con il Nordic Walking


Desideriamo una forma fisica perfetta? Ecco che, insieme ad un’alimentazione equilibrata, ci viene sempre
consigliata dell’attività fisica. Ma quale è meglio fare? Palestra, corsa, nuoto? Recentemente sta spopolando
uno sport chiamato Nordic Walking, molti ne parlano come un’attività fantastica. Vediamo di cosa si tratta, e
qual è il suo segreto.

Conoscere il Nordic WalkingSi tratta di un nuovo modo di fare sport, adatto a tutti, praticabile in qualsiasi
periodo dell’anno da persone di tutte le età, in pianura come in montagna, nei parchi cittadini e addirittura
sulla spiaggia, poco costoso e divertente. È uno sport che si pratica all’aria aperta con qualsiasi tempo, sotto
il sole o la pioggia, dona tanti benefici per la salute, dà tono alla muscolatura e snellisce il corpo. 
Il Nordic Walking o Camminata Nordica nasce nei paesi Scandinavi, più precisamente in Finlandia negli anni
’20 come allenamento estivo per gli atleti dello sci di fondo. Con l’andare del tempo questa disciplina,
modificata lievemente nella tecnica e nel materiale usato, ha coinvolto sempre più persone, diffondendosi in
tutta Europa e oltreoceano. Anche in Italia la sua diffusione è andata sempre più crescendo, formando un
popolo di appassionati e seguaci.
Ma nello specifico di cosa si tratta? In prima battuta, potrebbe sembrare una semplice camminata con i
bastoncini, ma in realtà non è utilizzando dei bastoncini che la camminata diventa Nordic, bensì imparando
ad usarli nel modo corretto e cioè per spingere e non come appoggio.

•Il principio fondamentale di questa nuova disciplina è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di
muscoli e, di conseguenza, aumentare il dispendio energetico a parità di velocità e di distanza percorsa.
I benefici 
Il Nordic Walking ben fatto permette uno sviluppo più armonico e un rimodellamento del nostro fisico, un
obiettivo che oggi è perseguito da donne e uomini, forse più motivante della salute che si ottiene da questa
disciplina.
•Dal punto di vista muscolare, aumenta il numero dei muscoli utilizzati: braccia e gambe vengono coinvolti
entrambi, dividendosi il carico di lavoro. Secondo gli studi quest'attività stimola oltre l'80% della muscolatura.
•Più muscoli vengono coinvolti più energie consumiamo e più incrementiamo la tonificazione o il volume
della massa magra stimolando il metabolismo.
•A livello articolare, si ha un migliore utilizzo delle cartilagini e si stimola la produzione del liquido sinoviale
che funge da lubrificante delle nostre articolazioni. Rispetto alla corsa, si riducono i piccoli o micro traumi su
bacino, anche, ginocchia e piedi.
•Come l’attività aerobica, favorisce una maggiore circolazione periferica del sangue migliorando l’attività
cardiaca, e aumentando la capacità dell’apparato respiratorio.
L’utilizzo dei bastoncini previsti da questa disciplina aiuta a mantenere una postura corretta e inoltre,
aumentando il senso di equilibrio, consentono a chi lo pratica di mantenere un passo più sicuro e veloce.
Grazie ad essi anche la parte superiore del corpo si allena, potenziando la tonicità di braccia e muscoli
addominali con conseguente beneficio per la colonna vertebrale.
•Favorendo la mobilizzazione della colonna vertebrale si riscontra un effetto benefico per la zona
della cervicale: contratture e tensioni tendono a diminuire, generando una risposta positiva nella riduzione
dello stress.
•Se praticato con regolarità, come tutte le attività aerobiche, migliora il tono dell’umore e contribuisce a
prevenire o superare stati di depressione minore, oltre che aiutare le persone che debbono perdere peso,
spesso deflesse.
•Aumenta la frequenza cardiaca secondo la velocità delle gambe, della pendenza e della spinta che si dà ai
bastoncini, consentendo a chiunque di trovare l’intensità ideale, da moderata a molto intensa, simile a quella
della corsa veloce.
•Se una donna di 55 kg che cammina ad una velocità media di 4 km ora consuma poco più di 2,5 calorie
(kcal) al minuto e un uomo di 75 Kg consuma circa 3,5 kcal, con il Nordic Walking, camminando con la
stessa intensità, ma spingendo sui bastoni, secondo alcuni studi si possono consumare anche il 40% in più
di calorie.
Come tutti gli sport va affrontato con gradualità in particolare per i sedentari. Chi soffre di malattie
cardiovascolari e malattie muscolo scheletriche deve prima sottoporsi a visita medica.
Perdita di massa grassa
I carboidrati immagazzinati nel nostro organismo sotto forma di grassi possono essere utilizzati come
energia se l’attività fisica ha una certa intensità ed è protratta nel tempo. Alcuni studi sostengono che mentre
per i primi 10-15 minuti di attività si consumano solo zuccheri, dopo 20 minuti il nostro organismo inizia ad
utilizzare anche i grassi e mediamente dopo 60 minuti di esercizio protratto, si consumano solo grassi. Con il
Nordic Walking questo avviene prima: ne consegue che a pari intensità e tempo si consuma una percentuale
maggiore di grassi. Proprio per questo motivo questa disciplina sportiva è ritenuta molto adatta a chi deve
perdere peso; si sa infatti che il modo migliore per dimagrire è perdere massa grassa cercando di mantenere
il più integra possibile quella magra. Oltre a ciò il Nordic Walking,  essendo meno faticoso della corsa,
diventa più motivante per le persone sovrappeso e obese che in maggioranza sono sedentarie e più difficili
da coinvolgere. Il Nordic Walking ha la caratteristica della facile pratica "emozionale", cioè basta uscire di
casa per metterlo in pratica, senza dover raggiungere un luogo deputato specifico come un campo da tennis
o di calcetto, anche se ovviamente sarebbe bene praticarlo in mezzo al verde, in un ambiente il meno
inquinato possibile. Inoltre richiede un limitato impegno scheletrico, muscolare, cardiorespiratorio e vascolare
pertanto una volta iniziata questa disciplina viene mantenuta volentieri come stile di vita perché, oltre a un
miglioramento del tono muscolare si risente anche di un migliore tono dell’umore. Per questi motivi, il Nordic
Walking è consigliato a tutti, bambini ed anziani, uomini e donne, ma soprattutto è indicato per chi vuole
mantenersi in forma.

Come approcciarsi al Nordic Walking?


Frequentare un corso specifico tenuto da istruttori qualificati è il modo migliore per apprezzare al meglio
questa attività sportiva. Il corso generalmente si articola in due parti:
•parte teorica: si spiega e si mostra agli allievi quali sono i movimenti corretti per trarre il massimo beneficio
da questa disciplina
•parte pratica: si impara ad eseguire, sotto la guida dell’istruttore, i movimenti di passo e di spinta fino
all’acquisizione del coordinamento motorio per conseguire i benefici di cui si è detto
•è utile eseguire esercizi di riscaldamento e mobilitazione per sciogliere eventuali rigidità muscolari ed
articolari prima e dopo la parte pratica. Non è richiesto un abbigliamento specifico se non indumenti comodi:
tuta o maglietta, kee-way, cappellino, scarpe da ginnastica o scarponcini da trekking leggeri, poiché
l’articolazione del piede deve essere abbastanza libera
•molto importante è la scelta dei bastoncini per il Nordic Walking, attenzione a non confonderli con quelli
utilizzati per l’escursionismo, ben diversi per quanto riguarda lunghezza, peso, bilanciamento, impugnatura e
gommini che toccano il terreno, differenti a seconda dell’allenamento
•il terreno: per far si che il piede lavori nel modo giusto (rullata completa, spinta del tallone, metatarso e
spinta dell’alluce) non sono necessarie salite da montagna, anzi, si può praticare in pianura e con pendenze
che non superino il 7-8%, vanno bene quindi i parchi delle città e le spiagge al mare anche se, per una
migliore mobilitazione muscolare e articolare, il terreno pianeggiante con alcune pendenze alternate è
certamente il più adatto.
Il Nordic Walking è diventato una disciplina federale della Federazione Italiana Di Atletica Leggera e come
tale ha maestri federali e scuole già in molte regioni italiane.
Ora non rimane che provare per credere!

Pulire casa diventa sport


Fa freddo, piove, il sole tramonta presto: la stagione autunno-inverno scoraggia le attività sportive all'aperto.
Forse non si ha tempo, voglia o soldi per andare in una palestra. Che fare allora? Rinunciare del tutto
all'attività fisica, accamparsi davanti al televisore e rimandare tutto alla prossima primavera? Il rischio è di
non riuscire a tenere sotto controllo il peso, scoprendo dopo qualche mese di aver preso alcuni chili. 
In effetti, non c'è alcun bisogno di rinunciare all'attività fisica, anche se si è molto occupati o se si rimane
chiusi a casa per giorni e giorni: è infatti possibile raggiungere i 150 minuti di attività fisica consigliati ogni
settimana in modo abbastanza facile. Il punto è fare da sé, senza l'aiuto degli elettrodomestici, tutte le
faccende domestiche, aggiungendo qualche altro accorgimento per consumare più calorie in modo da
rientrare nel proprio bilancio energetico. 

Un limite alla tecnologia


L'idea è quella di limitare l'uso della tecnologia nella vita. La tecnologia ha avuto un grande merito negli ultimi
decenni, di sollevare le persone da gravosi impegni fisici. Si pensi per esempio a quanto era faticoso una
volta lavare tutti i panni a mano. L'aspetto negativo degli apparecchi è che forse l'uso della tecnologia è
diventato troppo pervasivo, occorre quindi ridurne l’utilizzo adottando qualche piccolo accorgimento. Tutti
sappiamo che, se possibile, sarebbe meglio non prendere l’automobile e andare a piedi o in bicicletta, ma
pochi sanno valutare quanta energia occorrerebbe se si rinunciasse o diminuisse l’uso degli elettrodomestici.

Energia per le faccende domestiche


Più di vent'anni fa è stato creato un catalogo delle diverse attività a seconda del consumo energetico.
Questo catalogo, il “Compendium of Physical Activities” è stato aggiornato e tradotto in italiano nel 2011.
Ogni attività è catalogata secondo il metabolic rate (met), in cui 1 met è il dispendio energetico a riposo,
paragonabile a vedere la tv oppure dormire. 
Le attività con un met da 3 a 5,9 sono di livello moderato
Quelle con un met oltre 6 sono di livello vigoroso. 
Per il controllo del peso e altri vantaggi dovuti all’attività fisica, ogni settimana si dovrebbe raggiungere il
traguardo minimo dei 150 minuti di attività di livello moderato (met da 3 a 5,9) oppure 75 minuti a livello
vigoroso (met 6 o più). Se invece l’obiettivo è perdere peso i minuti settimanali dovrebbero almeno
raddoppiare (300) senza ovviamente aumentare le calorie introdotte con l’alimentazione. Valori in met di
alcune attività:

•Pulizie in casa in met


Spazzare il tappeto e/o pavimenti in generale 3,3
Passare lo straccio, lavare e asciugare superfici 3,5
Pulire e/o lavare finestre in generale 3,2
Lucidare i pavimenti, camminando lentamente utilizzando una lucidatrice 4,5
Spolverare e/o lucidare i mobili in generale 2,3
Strofinare pavimenti, reggendosi sulle mani e sulle ginocchia, lavare il bagno, la vasca 3,5
Passare l’aspirapolvere 3,3
•Cucina e tavola in met
Fare la spesa 2,5
Trasportare la spesa su per le scale 7,5
Attività di cucina (es. cucinare, lavare i piatti) 3,3
Servire gli alimenti, apparecchiare la tavola 2,5
•Il bucato e lavori leggeri
Fare il bucato, lavare i panni a mano 4,0
Spostare e sollevare carichi leggeri 5,0
Rifare il letto con cambio biancheria 3,3
Stirare 1,8
Lavorare a maglia, cucire, confezionare regali 1,3
•Balconi, giardino e garage
Annaffiare le piante 2,5
Seminare, rinvasare, piantine o piante 2,0
Raccogliere i frutti dagli alberi, raccogliere frutta/verdura 3,5
Pulizie, grandi o maggiori (es. lavare auto, lavare il garage) 3,5
Spalare la neve a mano 6,0
•Altro
Martellare chiodi 3,0
Seduti, giocare con i bambini 2,2
Camminare/correre, giocare con i bambini 3,5
Seduti, giocare con gli animali 2,5
Camminare/correre, giocare con gli animali 5,0
In piedi, fare il bagno al cane 3,5

Esempio di una settimana


Se ogni giorno da lunedì a venerdì si dedicano 30 minuti ad attività con met superiore a 3, si raggiungono i
150 minuti consigliati. Per esempio, il lunedì si potrebbe passare l'aspirapolvere per mezz'ora, il martedì si
potrebbe fare il bucato a mano per 40 minuti, il mercoledì si potrebbero pulire le finestre per venti minuti. Il
giovedì si potrebbe dedicare un'altra mezz'ora a una pulizia vigorosa del bagno. Tra venerdì e sabato
basterebbe dedicarsi a una pulizia dell'auto e del garage per altri 30 minuti per raggiungere i 150 minuti
consigliati. Da notare che avere un cane, portarlo a spasso e giocarci in modo vigoroso, può aumentare in
modo sensibile l'attività fisica, in quanto le attività di gioco valgono da 2,5 a 5 met e il cane ha bisogno di
esercizio quotidiano. 

Alcune attività sportive


Ovviamente, il modo più tradizionale di raggiungere i 150 minuti settimanali di attività fisica è praticare uno
sport, all'aperto o in una palestra anche nel periodo invernale, ma se questo non è possibile si dovrà valutare
quanti met richiedono queste attività per poterle sostituire con quelle “casalinghe”. Questi sono i valori medi
in met di alcune attività:
Aerobica, generale 7,3
Jogging, generale 7,0 Le attività sedentarie
A volte si crede di bruciare più calorie di quanto in effetti si stia consumando,
Pallacanestro, generale 6,5 ma spesso invece sono attività che non contano per la loro quantità di met,
Ginnastica 3,8 come guardare la tv, ma anche:
Calcio, ricreativo 7,0 Giocare a carte, seduti 1,5
Seduti, leggere un libro, un giornale, ecc 1,3
Seduti, scrivere, stare alla scrivania, digitare alla tastiera 1,3
Seduti, giocare con i videogiochi tradizionali, giochi per computer 1,0
Accendere il camino 2,5
Attività sessuale 1,8

E' a causa del met così basso che viene consigliato di limitare il tempo passato davanti a uno schermo. Se si
desidera fare un calcolo con le calorie, basta considerare che 1 met corrisponde al dispendio di 1
kcal/kg/ora. Quindi una donna di 55 kg che trascorre un’ora a giocare a carte mediamente consuma 82 Kcal,
mentre la stessa donna spende 150 Kcal all’ora mentre fa la spesa.
È comunque una buona idea dividere l'attività fisica durante tutta la settimana, senza concentrarla tutta in un
solo giorno. In questo modo ci sarà un rischio minore di problemi per la salute e si avranno tutti i benefici da
queste attività fisiche.

Cosa dice l'Oms


Per guadagnare salute l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) consiglia agli adulti di 18-64 anni di età
di svolgere almeno 150 minuti di attività fisica a intensità moderata ogni settimana, o 75 vigorosa, più due
sedute di rafforzamento muscolare. L'esercizio ha un'intensità moderata quando si ha un po' di fiatone, che
permette di parlare ma non di cantare (talk test). L'attività fisica include tutti gli sport, ma anche il gioco, il
lavoro domestico, fare giardinaggio o camminare. Queste sono le indicazioni dell'Oms per gli adulti, tra i
quali anche le donne in gravidanza e persone con patologie, che devono però chiedere il consiglio di un
medico prima di intraprendere un programma di attività fisica. 
Mantenere un buon livello di attività fisica è importante non solo per tenere sotto controllo il peso ma anche
per prevenire alcune malattie, per ridurre lo stress e per rafforzare i muscoli. Rafforzando i muscoli il
metabolismo funziona meglio, quindi anche a riposo si consumano più calorie.

Attenzione all’alimentazione
L’attività fisica aiuta a dimagrire, ma per rimanere in forma, occorre assumere quantità di calorie
proporzionate al dispendio energetico. Non solo, ogni alimento fornisce differenti nutrienti alcuni dei quali
essenziali, ovvero che l’organismo non è in grado di sintetizzare e quindi si debbono assumere con gli
alimenti. Calcolare quante calorie necessitano ad una persona e scegliere gli alimenti che oltre ad apportare
energia, consentono di raggiungere una corretta alimentazione equilibrata in macro e micronutrienti, non è
semplice, ma necessario per guadagnare salute. Il programma realizzato dai nostri nutrizionisti consente di
conoscere quanta energia devi introdurre ogni giorno in base alle medie calcolate sul metabolismo basale e
alla quantità di attività fisica dichiarata in un semplice questionario. I menu realizzati da valenti gastronomi,
utilizzando gli alimenti scelti dai nutrizionisti, ti permetteranno di seguire la corretta ed equilibrata
alimentazione molto semplicemente e t’insegneranno come non ingrassare e guadagnare salute
apprezzando la buona cucina italiana. Il programma ti fornirà subito i consigli personalizzati sullo schermo
del tuo desktop o del tuo smartphone se utilizzerai la App. Consigli e menu ti saranno contemporaneamente
inviati anche per e-mail, potrai così averli sempre a portata di mano, o sempre con te se utilizzerai la App.
Riceverai 8 menu (2 per ogni stagione) composti da 5 pasti giornalieri per 35 pasti settimanali realizzati con
alimenti di stagione, equilibrati in macro e micronutrienti il tutto personalizzato sulle quantità che dovrai
mangiare, comprese gustosissime ricette.

Sport: attenzione ai sali minerali


Durante il periodo estivo praticare sport all’aperto, sotto il sole o a temperature elevate, aumenta il rischio di
disidratazione e la conseguente perdita di sali minerali. Lo sportivo professionista sa quanto e quando bere
per evitare cali di prestazione dovuti soprattutto alla mancanza d’acqua, ma lo sportivo amatoriale o chi
pratica attività fisica e sport solo occasionalmente, a volte sottovaluta questi problemi e in generale
come alimentarsi per fare sport.
Il corpo e l’acqua
Il nostro corpo è per il 65% circa composto di acqua. La corretta idratazione dell’organismo è uno dei principi
basilari del benessere fisico, tanto più se questo è sottoposto ad attività fisica e in proporzione
al tempo e all’intensità dello sforzo.
Non si parla mai abbastanza dell’acqua, che è l’elemento principe nella dieta di qualsiasi persona, oggi c’è
molta attenzione sulle cause derivate dalla scorretta alimentazione, ma non ci si sofferma abbastanza sulle
problematiche anche gravi dovute a disidratazione. 
Infatti, la disidratazione provoca una perdita di liquidi che in proporzione, secondo la perdita di peso
corporeo, può causare alterazioni della performance, riduzione dell’ efficienza muscolare, disturbi
gastrointestinali e persino collasso circolatorio e infarto cardiaco. 
La quantità d’acqua necessaria durante l’allenamento o la gara può raddoppiare o triplicare in ragione delle
esigenze legate alla fatica, all’ambiente in cui ci si muove e alla sudorazione che ne deriva. A volte si ritiene
che non si debba bere durante l’attività sportiva ma solo prima e dopo la performance, in realtà,
specialmente in estate, l’acqua necessita sempre e si deve bere anche durante le gare, basta rispettare la
regola di non assumere più 250 ml circa d’acqua ogni 15 minuti per consentire un corretto svuotamento dello
stomaco.

Il sudore
È necessario per aiutare l’organismo a mantenere la temperatura corporea entro limiti fisiologici. Sono
circa 3 milioni le ghiandole sudoripare che agiscono da filtro a partire dal sangue per portare i liquidi in
superfice, quando non funzionano si va incontro a delle vere patologie dalla iperidrosi (eccesso di
sudorazione) alla ipoidrosi (scarsa sudorazione) fino alla anidrosi (mancanza di sudorazione). Il sudore è un
liquido ipotonico composto d’acqua, sodio, potassio, cloro, urea, immunoglobuline, acidi grassi, colesterolo e
acido lattico. Dalla sua composizione si intuisce il perché l’attività fisica (sudare) è consigliata per mantenersi
in salute, ma anche come troppa possa impoverire il corpo di sali minerali essenziali non solo per lo sport ma
per la sopravvivenza. Con la sudorazione perdiamo soprattutto sodio e cloro, ma anche altri minerali, in
quantità minore, quali potassio, magnesio e calcio. L’acqua ci aiuta a modulare la termogenesi e anche a
reintegrare alcuni minerali in essa contenuti, in particolare le acque minerali ad alto residuo secco (cioè il
contenuto salino totale dei minerali in forma ionica presenti). Per intenderci, le acque molto pubblicizzate
come “leggere” non sono certo consigliabili a chi pratica sport. 

Fabbisogno di sali minerali


I minerali rappresentano circa il 4% del peso corporeo, sono micronutrienti contenuti negli alimenti detti
essenziali perché il nostro organismo non può sintetizzarli e li può assumere solo attraverso il cibo che
rappresenta la fonte di minerali più biodisponibili cioè meglio utilizzabili dall’organismo. I 22 minerali presenti
nel corpo risiedono all’interno delle cellule e nei fluidi corporei, intervengono in molte funzioni fisiologiche
alcune vitali come il “trasporto” dell’ossigeno alle cellule e in tantissime altre, praticamente nel nostro
organismo non vi sono attività in cui non siano coinvolti i minerali. 
Il calcio

•Rappresenta il 40% di tutti i minerali presenti nell’organismo, incide sulla contrazione muscolare (compreso
il cuore), il funzionamento del sistema nervoso centrale e la coagulazione del sangue, oltre a rappresentare
insieme al fosforo il costituente principale delle ossa. Il 99% del calcio (un organismo ne contiene circa un
chilo) forma la massa ossea e i denti, il restante 1% circola nel sangue per le altre funzioni. Il nostro
organismo ha continua necessità di calcio, infatti, quando nel sangue non è presente a sufficienza per tutte
le funzioni che deve svolgere, lo preleva dallo scheletro indebolendolo e rendendo le ossa più fragili
aumentando il rischio di contrarre fratture. Alcuni minerali come lo zinco e il selenio sono importanti
antiossidanti che contrastano i danni provocati dai radicali liberi in eccesso. Ricordiamo che gli antiossidanti
sono molto utili allo sportivo perché la forte produzione di energia produce un’alta quantità di radicali liberi
nemici delle nostre cellule. Le fonti maggiori di calcio sono fornite da latte e derivati, in particolare da
formaggi duri e stagionati come il Grana Padano DOP che è un vero e proprio concentrato di latte (ne
occorrono 1,5 litri per farne 100 grammi), ma con meno grassi del latte intero perché è parzialmente
decremato durante la lavorazione che tra le altre cose elimina lo zucchero del latte rendendo il formaggio
fruibile a chi è intollerante al lattosio. In questo formaggio permangono tutti i nutrienti del latte dai minerali
essenziali (zinco, selenio, fosforo, sodio, ecc.) alle vitamine come la A e la B1, 2,3 e 6 che intervengono nel
metabolismo cellulare per facilitare la produzione di energia. In particolare il formaggio offre una buona
copertura dei fabbisogni giornalieri di vitamina A indispensabile per tante funzioni oltre che essere un
efficace antiossidante e la  B 12 fondamentale per la maturazione dei globuli rossi e il funzionamento del
sistema nervoso centrale. Nel Grana Padano sono anche concentrate le proteine del latte ad alto valore
biologico, utilissime agli sportivi per la riparazione delle cellule muscolari danneggiate e per fornire pronta
energia. La carenza di calcio può provocare la riduzione della massa ossea, peggiorare la funzionalità
cardiaca e diminuire la trasmissione neuronale; problemi che per lo sportivo possono voler dire riduzione dei
riflessi, della prestanza fisica e della performance, oltre alla sua salute in generale.
Il fosforo
•Oltre che essere un elemento essenziale per la formazione delle ossa insieme al calcio e alla vitamina D, il
fosforo interviene nel trasporto delle molecole di ATP che insieme alla creatina sono la cosiddetta energia di
pronto impiego. Il fosforo è presente in molti alimenti di origine animale e vegetale, nel pesce, nel latte e
derivati è particolarmente biodisponibile.
Il ferro
•Ha funzioni vitali in quanto elemento essenziale dell’emoglobina la proteina del sangue che trasporta
l’ossigeno alle cellule dei vari tessuti. La carenza di ferro porta all’anemia la cui sintomatologia (stanchezza,
senso di fatica) ovviamente si accentua in chi fa sport intenso. Il ferro è presente in grande quantità nel
mondo vegetale, ma poco biodisponibile se non associato alla vitamina C, le verdure andrebbero condite
aggiungendo all’olio extra vergine d’oliva del limone per assumere una maggiore quantità di minerale. È
invece molto più assimilabile quello contenuto nella carne, nelle uova e nelle frattaglie.
Il magnesio
•Interviene nell’attività di oltre 300 sistemi enzimatici, nella biosintesi dei lipidi e delle proteine. E’
maggiormente conosciuto per la sua funzione nell’attività muscolare insieme al calcio, sodio e potassio. Il
magnesio assunto in alte quantità (integrazione) può provocare diarrea e deve essere preso con cautela da
chi ha deficienze della funzionalità renale. Il magnesio si trova soprattutto nei vegetali verdi perché è un
componente della clorofilla, quindi in molte verdure e erbe aromatiche, nei cereali integrali e nella crusca
oltre che nei semi di zucca e nella frutta secca in genere.
Il potassio
•Interviene nella regolazione dell’equilibrio acido-basico e del bilancio idrico con il calcio e lo iodio, ossia
regola la distribuzione dei fluidi all’esterno e all’interno delle cellule. Il potassio si unisce al fosforo per
mandare ossigeno al cervello e insieme al calcio interviene nell’attività neuromuscolare. Il potassio si trova in
abbondanza nei legumi (fagioli di tutti i tipi, lenticchie, piselli, ceci, soia ecc.) nella frutta, verdura e nelle
spezie (paprica, pepe, curcuma ecc.).
Zinco e selenio
•Anche questi minerali sono costituenti enzimatici e hanno un forte potere antiossidante. Ne sono
particolarmente ricchi latte e latticini, frattaglie, pesci e molluschi. Non sono note vere e proprie patologie
dovute alla carenza di selenio e zinco.

Integratori di sali minerali


È noto che gli sportivi utilizzano spesso bevande per il reintegro salino, una moda sopravvalutata in
quanto un’equilibrata alimentazione apporta tutti i minerali di cui il nostro organismo necessita anche per gli
sportivi. Il reintegro salino (rapido) diventa necessario in attività sportive della durata superiore a 4 ore, è
quindi evidente che bere prodotti isotonici o ipotonici nella maggioranza dei casi non dà benefici né
all’organismo né alla prestazione sportiva e pesa sul portafoglio. In ogni caso se si vogliono bere questi
integratori di sali minerali è preferibile dissetarsi con quelle ipotoniche che si assimilano più velocemente ed
evitano un accumulo di sali e un superlavoro dei reni. Anche in caso di forte sudorazione è meglio integrare i
liquidi perduti con acque minerali non “leggere”. Ricordiamo inoltre che non vi sono evidenti prove
scientifiche che dimostrino la biodisponibilità degli integratori di minerali, salvo nei casi dove l’integrazione di
un particolare minerale non sia accertata. 

Consigli pratici 
Per evitare la disidratazione e la perdita di minerali non si deve cercare di ridurre la sudorazione evitando di
bere acqua prima e durante la gara. La sudorazione è necessaria nella prestazione sportiva, più che in altre
occasioni, perché mantenendo la temperatura corporea a livelli fisiologici, permette performance più efficaci.
Assumere bevande o integratori minerali prima, durante e dopo la gara, non migliora la performance e non
aiuta ad evitare la formazione di acido lattico, anzi. I minerali in eccesso vengono smaltiti e costringono i reni
ad un superlavoro che nel tempo può comprometterne la funzionalità. Come sempre una variata
ed equilibrata alimentazione adeguata al bilancio calorico dello sportivo è più che sufficiente per garantire
salute e prestazioni.
•Consumare ogni giorno 2 porzioni di latte o yogurt e qualche scaglia di Grana Padano o 2 cucchiai di
grattugiato, per garantirsi un buon apporto di calcio, fosforo, sodio, potassio e magnesio.
•Mangiare 2 o più porzioni di verdura cruda cambiando spesso il colore perché ad ogni colore corrispondono
micronutrienti differenti: vitamine, minerali e oligoelementi antiossidanti.
•Consumare 3 o più frutti di stagione ogni giorno, anche in frullati, variando spesso il colore, consumare con
moderazione bevande o succhi di frutta zuccherati.
•Bere 2 litri di acqua al giorno e anche acqua minerale durante le gare. Bere anche se non si ha la
sensazione di sete, specialmente dopo la gara. Non assumere bevande ghiacciate o troppo calde,
potrebbero causare effetti gastrointestinali indesiderati.
•Coprirsi il minimo indispensabile. Evitare nel modo più assoluto indumenti che agevolino la sudorazione; si
crede faccia perdere peso (grassi) invece si perde solo acqua e i chili persi si riacquistano quando si
reintroducono liquidi. Se volete smaltire qualche chilo meglio un’attività fisica specifica.
•Ricorda che la disidratazione può causare crampi, allucinazioni o perdita di coscienza.
Alimenti: quantità e nutrienti
Conoscere gli alimenti con più nutrienti antiossidanti e protettivi, vitamine e minerali e verificare il giusto
fabbisogno energetico non è difficile, ma certamente complesso. Il nostro programma educativo “Calorie e
Menu” vi viene in aiuto per conoscere quante calorie si dovrebbero consumare e quali e quanti nutrienti
assumere in una giornata . Il programma vi offre i consigli specifici per un corretto stile di vita e 8 menu
settimanali (2 ogni stagione) personalizzati per le vostre esigenza energetiche ed equilibrati in macro e
micronutrienti, affinché possiate adottare una alimentazione sana ed equilibrata adatta anche a chi fa sport.
Come detto fare sport comporta un’aumentata produzione di radicali liberi e lo sportivo dovrebbe fare molta
attenzione ad adottare uno stile di vita che aiuti a combattere questo fenomeno. Il programma “Guida Anti-
Age” prevede un test il cui risultato indica quanto state facendo per proteggere i vostri organi e sistemi ed
evitare l’invecchiamento precoce. Il programma vi guiderà a comprendere, stagione per stagione, quali sono
i cibi con maggiore potere antiossidante e protettivo. Entrambi i programmi sono fruibili gratuitamente sul
sito, via email o direttamente sul vostro smartphone con le apposite App. 

Mal di schiena: se sai come muoverti lo puoi evitare


Il mal di schiena peggiora la qualità della vita di moltissime persone, rappresentando spesso un fastidio col
quale si è costretti a convivere o addirittura un limite per lo svolgimento delle attività quotidiane. La
quotidianità, però, è proprio il punto sul quale è possibile intervenire per alleviare o prevenire questo
disturbo. 

Mal di schiena: un male comune e diversificato


Il mal di schiena colpisce almeno una volta nella vita circa l’80 % delle persone. Nei Paesi occidentali
rappresenta il principale motivo di assenza dal lavoro e al di sotto dei 45 anni di età è la più comune causa di
disabilità. Esso non colpisce una categoria precisa di individui. Può colpire indistintamente uomini e donne,
giovani e meno giovani, individui dediti a lavori sedentari o ad attività pesanti, sportivi agonistici, atleti
“improvvisati” o casalinghe. Allo stesso modo non esiste un’unica forma di mal di schiena: il dolore può
risolversi nel giro di qualche giorno, di qualche settimana oppure può protrarsi per mesi, può essere
invalidante o sopportabile, può localizzarsi in diversi punti della colonna vertebrale e manifestarsi in maniera
e intensità diverse da soggetto a soggetto. 

Perché insorge
Nella maggior parte dei casi quando si avverte mal di schiena significa che una delle oltre ottocento
microstrutture in qualche modo collegate alla colonna vertebrale (i dischi intervertebrali, i legamenti, i
muscoli, i nervi, le articolazioni o le strutture ossee) hanno subito una lesione o un’infiammazione. Il mal di
schiena va inteso però come un sintomo, che indica che qualcosa a livello della colonna vertebrale non
funziona correttamente. Curare il dolore fine a se stesso, magari con un antinfiammatorio, senza
rintracciarne le cause alla radice, può non essere sufficiente per eliminare il mal di schiena in maniera
duratura, che potrà quindi ripresentarsi. Ovviamente la sintomatologia specifica del vostro mal di schiena
andrà accuratamente analizzata dal vostro medico, ma in moltissimi casi il dolore avvertito è collegabile a
una scorretta postura, sia statica (stare seduti, in piedi, coricati) sia dinamica (camminare, alzarsi, piegarsi
ecc), che si è assunta giorno dopo giorno nel corso degli anni.

Il “peso” della postura 


La posizione del corpo nelle varie situazioni e movimenti che si compiono durante il giorno incidono
notevolmente sulla nostra schiena, esercitando una pressione (un carico) soprattutto sul disco
intervertebrale, ossia quel “cuscinetto” che connette due vertebre e fa da “ammortizzatore”. La pressione che
i dischi subiscono dipende chiaramente dalla posizione: è minima in posizione orizzontale, intermedia in
posizione verticale e massima quando si è seduti o si è piegati in avanti sorreggendo con la mano un peso
che sposta ulteriormente il baricentro. Ovviamente una schiena sana e robusta è in grado di “aiutare” il corpo
a mantenere meglio le corrette posizioni durante la giornata. Per questo motivo, per combattere il mal di
schiena, è opportuno agire preventivamente seguendo un corretto stile di vita per “guadagnarsi” una schiena
forte e in salute.

Prenditi cura ogni giorno della tua schiena

•Svolgi attività fisica moderata


Per prevenire o combattere il mal di schiena è opportuno innanzitutto rompere la sedentarietà. Fare attività
fisica migliora la condizione dei muscoli rendendoli più forti, elastici e scattanti, quindi maggiormente in grado
di fare il loro lavoro insieme alla colonna vertebrale. Per tonificare la massa muscolare sono consigliati tutti
gli sport a bassa intensità e a lunga durata, come camminare, pedalare o nuotare per 30-40 minuti 2-3 volte
alla settimana. Il nuoto, ad esempio, è uno sport spesso consigliato per chi soffre di mal di schiena, perché il
movimento in acqua rinforza la muscolatura scaricando allo stesso tempo la schiena.
•Evita o fai attenzione agli sforzi eccessivi
Un’attività fisica a livelli elevati, sforzi intensi, sport “saltuari” (come i diffusissimi tennis e calcetto praticati
dagli “sportivi della domenica” senza un'adeguata preparazione fisica) possono sollecitare eccessivamente
la colonna vertebrale, rappresentando un fattore di rischio per il mal di schiena. Questo “nemico” può essere
in agguato anche in palestra, soprattutto per coloro che fanno pesi o si esercitano agli attrezzi, se i vari
esercizi non vengono eseguiti correttamente. Da qui l’importanza di essere seguiti da un personal trainer,
finché non si sarà in grado di procedere adeguatamente in autonomia.
•Mangia correttamente
Un’alimentazione corretta, il più possibile variata, e bilanciata in macro e micronutrienti (tra cui proteine e
calcio) è anch’essa indispensabile per migliorare la qualità dell’impalcatura che sorregge la colonna
vertebrale. È anche fondamentale rispettare il proprio bilancio energetico , assumendo tante calorie quante
se ne consumano, per combattere il sovrappeso e l’obesità, fattori strettamente legati all’insorgenza del mal
di schiena: il peso in eccesso, infatti, non solo esercita una pressione maggiore sulla colonna vertebrale, ma
spesso obbliga anche il corpo a un’innaturale inclinazione in avanti nel tentativo di contrastare il peso
collocato, ad esempio, a livello dell’addome.
•Non fumare

Il fumo determina l’aumento delle tossine e dei problemi respiratori riducendo l’apporto di ossigeno ai vari
tessuti, compresi quelli che stabilizzano la colonna vertebrale. Esso, inoltre, è causa di invecchiamento
precoce dell’organismo e, di conseguenza, anche delle strutture collegate alla schiena. 

Consigli specifici contro il mal di schiena


Avere dei buoni muscoli e delle ossa sane ci aiuta sicuramente a mantenere il più possibile una postura
corretta, ma oltre a ciò è indispensabile seguire alcuni “accorgimenti posturali” nei movimenti e nelle azioni
che si compiono nella quotidianità. Ecco qualche consiglio.
•Siediti correttamente
Cerca di sederti rispettando le curve fisiologiche della schiena, facendo aderire la zona sacrale allo schienale
della sedia (o del sedile nel caso tu sia alla guida), come mostra il disegno sottostante. 
Se svolgi occupazioni che ti obbligano a stare seduto/a molto a lungo (studente, autista, camionista,
impiegato ecc.) sarebbe bene che ogni tanto ti alzassi (anche solo 5 minuti) o facessi delle piccole
passeggiate per evitare di protrarre troppo a lungo la stessa posizione. 
•Solleva gli oggetti flettendo le ginocchia
Quando devi sollevare un peso, impara a flettere le ginocchia e a mantenere la schiena dritta.

•Suddividi un peso tra i due arti


Se devi trasportare un peso che può essere suddiviso tra i due arti è sempre consigliato farlo, in modo tale
che il carico risulti meno gravoso: è il caso della spesa, ad esempio, che può essere collocata in due
sacchetti oppure all’interno di uno zaino.

•Esegui correttamente le attività manuali in piedi


Le posizioni in piedi, come ad esempio stirare, servire al bancone, ecc., obbligano spesso il mantenimento
per lungo tempo di posture che caricano la colonna vertebrale. È importante, in queste attività, che il busto
non si fletta troppo in avanti e che le gambe possano modificare la posizione di tanto in tanto aiutandosi
magari con un piccolo sgabello (supporto o pedanina anche di 5 cm) su cui poggiare i piedi alternativamente.

•Esegui correttamente le attività manuali “basse”


Se devi rifare il letto non inclinare la schiena ma piega le gambe raggiungendo l’altezza del letto. Abbi poi
cura di sollevarti mantenendo le spalle dritte.
•Fai attenzione al riposo notturno
Riposa su materassi morbidi (es. in lattice o poliuretano), collocati su una rete rigida: questo garantisce un
appoggio totale di tutte le parti del corpo. Per dormire scegli possibilmente la posizione “a pancia in su”, con
la schiena appoggiata al materasso (figura 1). Se soffri di problemi alle vertebre lombari, una buona
soluzione è dormire sul fianco e tenere la gamba piegata sopra un cuscino (figura 2). Se sei abituato/a a
dormire prono/a (“a pancia in giù”) e non hai un materasso idoneo, tieni il cuscino sotto la vita (figura 3).

Quanta attività fisica fare


L’attività fisica è uno degli aspetti fondamentali di uno stile
di vita sano, accanto alla corretta alimentazione. Tutti
possiamo trarne beneficio e ottenere notevoli vantaggi
per la salute, tuttavia è importante che a qualsiasi età, il movimento sia programmato con intelligenza e
commisurato al proprio stato generale di salute. Non possiamo infatti improvvisarci degli atleti ma invece
possiamo scegliere l’attività fisica più consona alla nostra età, peso e interessi, con l’aiuto del medico e di un
personal trainer. I giovani sicuramente potranno cimentarsi in attività più vigorose mentre con l’avanzare
dell’età, in base al proprio allenamento, si dovranno avere maggiori precauzioni. In caso di patologie, le
attenzioni dovranno essere maggiori e il medico deve sempre essere consultato prima di cominciare.
Quando e quanto mi devo muovere?Tanti sono i luoghi comuni che attraversano questo campo. Chi di noi
non ha mai sentito parlare dei famosi 10000 passi al giorno, o dei 30 minuti di camminata al giorno?Questi
consigli “popolari” sono purtroppo superficiali e non fanno capire bene che l’attività fisica non si improvvisa!
Come diceva il più grande fisiologo italiano “l’attività fisica è come una medicina, se ne fai troppo poca non
serve, se ne fai troppa fa male”. Fare sport deve diventare quindi un appuntamento fisso nell’arco delle
nostre giornate. Va programmato in rapporto ai nostri impegni, va ritagliato del tempo per concentrarsi nelle
attività sportive: deve diventare così un’abitudine a cui non possiamo rinunciare.Pianificare l’attività sportiva
con i consigli del medico e del personal trainerÈ il medico che, dopo un accurato check-up, ci deve dare l’ok
per partire. Una visita medica può evidenziare la propria forma, eventuali limiti e lo stato di salute degli
apparati cardiocircolatorio, respiratorio, muscolare, scheletrico e digestivo.

Una volta verificata l’idoneità allo sport scelto o all’attività fisica, occorre definire quale deve essere
l’allenamento, con l’aiuto di un personal trainer o un coach.
Per fare un esempio, senza entrare nello specifico di sport particolari, se ad esempio decidiamo di
camminare, occorre stabilire la velocità con cui muoversi, il tempo (non meno di 30 minuti), il percorso (se in
salita o pianeggiante), la frequenza settimanale, i traguardi da raggiungere (perdere peso, tonificare i
muscoli, aumentare la resistenza, ecc.). Tutto dipende, come abbiamo detto, dallo stato fisico e dagli obiettivi
che vogliamo e possiamo raggiungere. Quello che va ribadito quindi è che non basta camminare ad esempio
15 minuti al mattino e 15 il pomeriggio, ma l’attività deve essere continuativa. Inoltre per avere degli effetti
sul metabolismo, sul consumo di grassi, ecc. conta anche l’intensità dello sforzo. Dietro alla parola
camminare, così comune, va sviluppato un vero e proprio piano che può essere modificato e magari
intensificato man mano che si prosegue con l’allenamento. In ogni caso la salute richiede di abbandonare la
sedentarietà.
Esercizi di riscaldamento, rafforzamento e allungamento muscolare
Gli esercizi di ginnastica hanno come obiettivo quello di rinforzare la muscolatura, migliorare la mobilità
articolare, la postura, e la funzionalità cardiocircolatoria e respiratoria, spesso compromesse dall’eccesso di
peso e dalla sedentarietà.Anche ai fini del dimagrimento questa tipologia di lavoro è fondamentale, perché
agisce sul metabolismo basale e sulla massa muscolare, ossia sulla forza.

Il riscaldamento
Il riscaldamento serve a predisporre l’organismo allo svolgimento dell’attività, attivando gradualmente il
funzionamento degli organi e dei sistemi coinvolti, in modo da rendere il lavoro più sicuro ed efficace.
Precede la fase di allenamento vera e propria e può essere rappresentato da un’attività ciclica, come per
esempio camminare, marciare sul posto o pedalare, o da movimenti ginnici, della durata di 10-15 minuti.
Come eseguire gli esercizi
Gli esercizi vanno eseguiti a velocità moderata, cercando di concentrarsi  sulla corretta esecuzione del
movimento nella sua globalità: ciò significa che non è importante curare il solo movimento fine a sé stesso,
ma occorre monitorare anche la postura e abbinare correttamente la respirazione, dal momento che
un’esecuzione scorretta potrebbe non portare benefici o addirittura essere dannosa.
I primi movimenti di ogni esercizio vanno completati con particolare prudenza per verificare di non provare
fastidio o dolore: per far sì che il lavoro che si sta svolgendo possa essere utile e sicuro, è importante
rispettare i propri limiti, soprattutto se non si è allenati.
In caso di problemi, è sempre buona norma consultare il proprio medico.
Alcuni consigli
-   Nel primo periodo di allenamento è bene eseguire un basso numero di ripetizioni, corrispondente a circa
8-10 movimenti per esercizio, da completare ad una velocità moderata e per una sola serie, ovvero per un
solo gruppo di ripetizioni.
-   Con il tempo si presenterà l’esigenza di aumentare il volume del lavoro, per assecondare i miglioramenti
ottenuti: si potrà allora aumentare il numero di ripetizioni e di serie, ricordando però di intervallare le serie
con un po’ di recupero.
-    È  consigliabile eseguire gli esercizi 2-3 volte a settimana, dopo l’attività aerobica o dopo un buon
riscaldamento.
-   Gli esercizi di ginnastica possono essere svolti anche in acqua, con minore sollecitazione delle
articolazioni: un’ottima alternativa soprattutto per chi è molto in sovrappeso o presenta specifiche
problematiche articolari.-   È bene iniziare ogni seduta con un po’ di riscaldamento e terminarla con qualche
esercizio di allungamento e rilassamento muscolare.-   Se si frequenta una palestra e si segue un
programma di allenamento specifico, è sempre consigliabile eseguire gli esercizi rispettandone la
successione indicata dalla scheda, che solitamente prevede lo svolgimento degli esercizi più impegnativi
nella sessione centrale, quando i muscoli sono più caldi e il rischio di infortuni risulta più basso.
a) Regolare il rapporto acido-basico e cioè contrastare l’acidosi tessutale diventa indispensabile per il
benessere e per la prevenzione: quasi tutte le malattie, in effetti, sono accompagnate da una forte acidità
tessutale. Le cause di questo alterato equilibrio acido-basico vanno principalmente ricercate nell’accumulo
di tossine di varia origine ( nutrizionale, ambientale,farmacologica, microbiologica, endogena…) che
determinano un’acidificazione del “terreno” biologico ed una situazione, conseguente, infiammatoria, che
può diventare anche cronica. Per riequilibrare questo importante rapporto bisognerà agire sulle cause
rimovibili, ed in particolare sull’alimentazione. 
Vedi anche Cosa sono gli acidi e come si misurano. 

Per misurare quanto una sostanza è acida o alcalina si usa una scala di valori a cui viene dato il nome di
"pH". 
Nel campo medico, il pH viene utilizzato per misurare il liquidi organici ed in particolare il sangue, la
saliva e l'urina. Questi liquidi vengono definiti:
acidi, quando il pH è compreso tra 0 e 7,06, 
neutri, quando il pH è uguale a 7,07, 
basici o alcalini, quando il pH è compreso tra 7,08 e 14,14. 
Pertanto, più basso è il pH e più è acida la sostanza in esame. 

b) Da un punto di vista fisico, la maggior parte delle malattie è il risultato dei tentativi del corpo
di eliminare materiali estranei all'organismo, tossine accumulate durante la nostra sistenza - o molte
volte lungo alcune generazioni - che ostruiscono importantissimi canali di circolazione ed eliminazione
dell'organismo. 
Alcune tossine possono avere un'origine esterna,per esempio dal crescente inquinamento generato
dalla chimica di sintesi, sia dall'aria che respiriamo, sia dall'acqua che beviano e, soprattutto dagli
alimenti ingeriti. Nel caso degli alimenti, le tossine possono provenire dai numerosi additivi chimici
utilizzati per il "trucco" e la "conservazione", e dei pericolosi pesticidi utilizzati in forma irresponsabile
nella produzione per il nostro consumo. 

Possono inoltre provenire dall' abuso dei medicinali, contantemente immagazzinati nel nostro corpo, dopo
anni di assunzione indiscriminata, spesso quotidianamente e diverse volte al giorno, soprattutto nelle
malattie croniche, ma anche in modo molto intenso nel trattamento delle crisi acute. 
A questo proposito non vi è dubbio, che il gruppo di potere, che controlla le industrie dei massa media e
chimico-farmaceutica, dopo avere trasformato il fattore salute in un una semplice questione di business,
detenga un forte interesse, nel rendere croniche le malattie, lungi dal spingere a risolverne le cause ,
fatto che potrebbe condurre alla definitiva "perdita del cliente" e quindi del business.

L'esagerata utilizzazione di queste sostanze artificiali, estranee alla natura umana, sovraccarica gli
importantissimi meccanismi di difesa e di depurazione dell'organismo, portando come conseguenza
l' indebolimento dell'azione di questi sitemi, dovuto all'eccesso di sollecitazione e all'aumento della nostra
predisposizione organica ai diversi tipi di malattie.

Un'altra importante fonte di tossine organiche si incontra nel nostro proprio organismo, come risultato del
processo metabolico di scomposizione degli alimenti lungo l'apparato digerente. La putrefazione
intestinale di determinati tipi di alimenti può portare ad una intensa formazione di tossine acide.

i fluidi organici sovraccarichi di tossine diventano più spessi e circolano con difficoltà sempre maggiore,
impedendo così il naturale processo di depurazione, principalmente quando i meccanismi normali di
eliminazione del corpo sono ostruiti. Il non adeguato funzionamento di questi sistemi di eliminazione può
contribuire in forma decisa all'accumulo di tossine acide, che irritano, infiammano e distruggono molti
tessuti dell'organismo.

I liquidi organici circolanti nel corpo umano rappresentano, per tutte le cellule dell'individuo, lo stesso che
la terra per le coltivazione delle piante. Tutte le piante hanno bisogno di un suolo sano, ricco di nutrienti
minerali ed organici, per crescere in modo armnonico e libero dalle diverse piaghe e malattie. La stessa
situazione avviene anche con l'uomo. Le differenti cellule ed organi, che formano il corpo umano non
potranno funzionare in modo corretto, ed adeguato se non saranno loro forniti i nutrienti necessari per
uno sviluppo sano ed equilibrato.

L'eccesso degli acidi nell'organismo umano possiede un'azione aggressiva, abrasiva e corrosiva sui tessuti
organici. il sovraccarico o accumulo degli acidi negli individui può provenire dall' eredità familiare , o
come risultato dl processo metabolico di determinati alimenti ingeriti , o ancora da un non adeguato
funzionamento dei sistemi di eliminazione del corpo umano. 

Il sangue e tutti i tessuti, che costituiscono l'organismo umano sono formati da elemnti, che compongono
l'alimentazione. Questi alimenti possono essere formatori di acidi, o acidificanti , o alcalinizzanti.
La presenza di elementi acidi nell'organismo può essere considerata normale finchè non oltrepassa la
capacità del corpo di utilizzare e neutralizzare tali sostanze. La condizione acida dell'organismo può
indebolire l'attività del sistema immunitario e può promuovere infezioni ripetute e persistenti negli organi
più danneggiati dall'accumulo di queste sostanze acide.

Eccesso di acidità = immunosoppressore + 


mezzo di coltura e proliferazione di batteri e virus 
E' importante il legame tra eccesso di acidità e malattie reumatiche, anche borsiti, ernie, sciatiche, oltre
che artrosi, artriti, etc. 
Questo vale anche per le malattie autoimmuni. 
La sclerosi multipla, invece è più legata al sistema nervoso, nel senso che bisogna capire, quali sono le
sostanze, che stanno danneggiando il sistema nervoso.

La migliore forma per sapere se il "terreno" è acido, è attravero l'osservazione dei disturbi o malattie
sviluppati dall'orgamismo umano, la ricerca della storia familiare delle malattie causate da un eccesso di
acidi e, soprattutto, osservando le possibili reazioni dell'organismo, quando si consumano alimenti
acidificanti.

Una persona con predisposizione all'acidificazione potrà condurre una vita perfettamente normale e con
una buona salute soltanto, se cercherà di adattare il consumo di alimenti acidificanti alla sua capacità di
tolleranza personale. Conoscere tutti i fattori, che favoriscono la formazione di un "terreno" acido è una
necessità vitale per il benessere di questi individui.

E' importantissimo distinguere tra alimenti acidi e alimenti acidificanti o produttori di acidi. Gli alimenti


acidificanti, malgrado l'apparenza neutrale o alcalina, possono generare la liberazione di una grande
quantità di acidi nel processo di trasformazione matabolica nell'organismo umano.

Alcuni alimenti, che sono acidi all'origine, come per esempio la frutta acida, soltanto possono possono
generare acidi nel corpo, quando vengono miscelati nel tubo digerente, soprattutto nello stomaco, con i i
carboidrati ( amido e dolci ). La miscela di frutta acida con i carboidrati genera genera nell'organismo
l' acido ossalico. 
L'uso isolato di questi alimenti può avere effetto alcalinizzante.
La frutta acida deve essre utilizzata con molta cura, in virtù della possibilità di promuovere intensa
eliminazione cutanea, il che può essre molto sgradevole.

Tutti i tipi di latticini e derivati sono grandi formatori di acidi. Soprattutto il formaggio fuso ed i formaggi
gialli, ma anche i formaggi freschi e bianchi, in modo speciale i fotmagi stagionati o fermentati, la panna,
il burro e anche il latte stesso. Il caglio è anche acidificante. Lo yogurt fresco e magro è un'eccezione,
essendo l'unica forma di proteina animale, che nutre senza produrre acidi.
Le leguminose secche come i fagioli, i piselli, le lenticchie i ceci e soprattutto la soia e i suoi derivati -
tanto la soia in grano, quanto il latte di soia, o ancora la proteina ristrutturata della soia, chiamata "carne
di soia" -, sono anche acidificanti. Il formaggio di soia o tofu può essere usato al di fuori di una crisi
acuta. 
Le leguminose fresche come i fagioli freschi, i piselli freschi o surgelati, le fave e i i germogli non sono
formatori di acidi.

La cioccolata e i suoi derivati sono ricchi di acido stearico. 


Le bibite alcoliche aumentano indirettamente l'acido urico e non devono essere consumate durante una
crisi di infezione.

Alcune verdure e ortaggi, come gli spinaci, la bietola, i rapanelli, le melanzane, la barbabietola, crudi o
cotti, sono anch'essi formatori di acidi. Tutti questi alimenti sono controindicati durante una crisi
infiammatoria.

" Quando una persona veramente desidera la salute, è necessario domandarLe, prima se è disposta a
sopprimere le cause della sua malattia. Soltanto allora è possibile curarla."
(Ippocrate, 460 a.C.).

Nell'organismo umano i sitemi di eliminazione e tutti i loro principali organi - fegato, rene, polmoni e pelle
- agiscono continuamnete cercando di mantenere un ambiente ideale neutralizzando ed eliminando tutto
l'eccesso di acidi accumulato nei differenti tessuti organici, evitando in questo modo l'aggravanento e
principalmente la cronicizzazione delle malattie.
Esiste in natura un incalcolabile numero di germi o microbi. Alcuni vivono negli organismi vivi senza
danneggiarli, e molte volte, partecipano ed agevolano i normali processi metabolici. Tuttavia molti di
questi microrganismi possono presentare un'azione molto patogena per gli animali, soprattutto per gli
esseri viventi. Si sviluppano su un terreno acido, risultato di materia organica in decomposizione, e/o
accumulati attraverso l'eridità familiare. 

Gli esseri umani hanno la capacità ed il privilegio di poter stimolare la resistenza organica contro l'azione
dannosa di questi agenti perniciosi, promuovendo la necessaria alcalinizzazione dei tessuti, attraverso
l'uso adeguato ed equilibrato degli alimenti e dei diversi tipi di piante medicinali, stimolando l'azione
dell'energia vitale o medico interno, che non è altro che lo sforzo curativo ed istantaneo della natura. 

L'evoluzione delle malattie infettive in acute o croniche dipende dalla virulenza dei germi, ma soprattutto
dalla capacità di resiatere dell'organismo ospite ed è soggetta all'adeguato e competente funzionamento
del sistema immunitario, che potrà essere indebolito o stimolato dal nostro stile di vita. 

E' necessaria una costante ingestione di aimenti con attività alcalinizzante, fornitori delle indispensabili
basi alcaline, capaci di neutralizzare la tensione acida dei tessuti. I princiali meccanismi di eliminazione
dei residui acidi del corpo umano sono l'apparato digerente, urinario e respiratorio, oltre alla pelle o alle
mucose. 

Gli acidi eliminati dalla pelle con il sudore, possono produrre nei quadri clinici acuti, forte irritazione sotto
forma di orticaria. Negli stadi cronici di alcune malattie, tale eliminazione tramite la pelle, può provocare
desquamazioni, screpolature o anche ferite del tessuto epiteliale, soprattutto nelle areee di maggior
sudorazione. E' importantissimo cercare una rapida alcalinizzazione dell'organismo attraverso una dieta
composta esclusivamente da alimenti crudi, per un periodo minimo da tre agli otto giorni. L'ideale
sarebbero 15 giorni di alimentazione esclusivamente cruda. In questo processo si deve utlizzare un succo
preferibilmente centrifugato, o se necessario grattuggiato e spremuto, preparato con carote, fogl.ie di
crescione, prezzemolo e rucola, cicoria o tarassaco. Il centrifugato di verdure deve essere prepararto
immediatamente giacchè perde la qualità nutritiva e medicinale dopo dieci minuti. L'uso adeguato deve
essere di tre volte al giorno e nei casi gravi l'ideale è consumare tale centrifugato ogni due ore, che è il
tempo di ossidazione delle vitamine A e C all'interno del corpo. 

Bisogna anche consumare molte insalate di verdura cruda, condita con limone e prezzemolo, senza
qualsiasi tipo di olio. Non si dovrebbero usare gli spinaci, l'indivia e i rapanelli nelle insalate. Nella dieta di
alimenti crudi si deve consumare la frutta dolce e fresca, naturalmente oppure sotto forma di succhi o
centrifugato. 

La frutta acida deve essre usata soltanto se non ci sono affezioni della pelle e comunque non miscellata
con i derivati dello zucchero o dolci, neanche con miele e melassa di canna. Deve essre usato lo yogurt
frecso e magro, POSSIBILMENTE BIOLOGICO, miscellato alla frutta, principalmente pesche, fichi o
prugne, e dolcificata soltanto con melassa di canna da zucchero. 

Si deve consumare con frequenza, melassa di canna e miele per non perdere peso e non avvertire un
senso di debolezza. 

c) Bisogna distinguere l'acidità dei tessuti dall'acidità delle cavità.


Per esempio la cavità della vagina può essere alcalina, ma il tessuto è acido: in questo caso è utile
mangiare yogurt magro.
Ancora per esempio: con un'urina alcalina possiamo aspettarci un'infezione renale (il tessuto è acido). In
questo caso si prescrive vitamina C, che produce urina acida, ma previene che il tessuto diventi acido. 

2. Come alcalinizzare rapidamente il corpo.


Per alcalinizzare rapidamente si può utilizzare l'idrossido di magnesio, purchè sotto attento controllo
medico
Si tratta di una "stampella", che aiuta in una situazione d'urgenza, ma non della soluzione. Bisogna però
fare molta attenzione al sovraccarico renale, che questa sostanza comporta. Quindi non è utilizzabile
qualora il funzionamento del sistema renale sia goià compromesso, oltre una determinata soglia, che sarà
valutata dal medico.
3. Tabella cibi alcalinizzanti ed acidificanti.

ACIDIFICANTI ALCALINIZZANTI
carni e derivati Verdura: principalmente cruda nei
(bianche o rosse) centrifugati o nelle insalate
Frutta dolce: principalmente cruda e non
Viscere o interiore di animali
frullata
Leguminose secche: fagioli,piselli,lenticchie,ceci,soja etc. Frutta acida (lontana dai carboidrati)
Latticini: formaggi,
Yogurt magro fresco(possibilmente biologico)
formaggifusi,latte,burro,caglio,panna.
Cioccolata e derivati Miele
Arachidi e derivati Fibre solubili ed insolubili
Noci e derivati Melassa di canna da zucchero
Bibite alcoliche .
se crudi:

se cotti: Spinaci,indivia,rapanelli,melanzane,
Spinaci,indivia,
rape rosse, pomodori
rape rosse, pomodori

Frutta acida mescolata con carboidrati ( per esempio:


torte o zucchero con frutta fresca acida, gelato con .
macedonia di frutta acida) .
Grassi in genere . .
Cereali: mais,avena,grano etc. . .
uova e derivati

a) Una dieta, che associ il mangiare frutta acida assieme a carboidrati, produce come effetto
acidificazione di un determinato tessuto, che ci interessa.
Associando frutta dolce agli stessi carboidrati, non abbiamo questo effetto indesiderato.
Pertanto è importante distinguere esattamente un tipo di rutta dall'altro. 

2. Come alcalinizzare il corpo. 


Sia la frutta dolce, che la frutta acida hanno effetto alcalinizzatore, 

3. Tabella frutta acida-frutta dolce. 

FRUTTA ACIDA FRUTTA DOLCE


Ananas Banana
Prugna fresca Cachi
Mela verde Anguria ( da consumare da sola )
Limone Pera
Uva verde Mela rossa
Arancia Uva rossa
Fragola Melone ( da consumare da solo -monofagico )
Ribes Avocado
Kiwi Papaya
Mandarino Cocco verde
Maracuja (passion fruit) Pesca
Mango Lima
Guava, Acerola

a) Regolare il rapporto acido-basico e cioè contrastare l’acidosi tessutale diventa indispensabile per il
benessere e per la prevenzione: quasi tutte le malattie, in effetti, sono accompagnate da una forte
acidità tessutale. Le cause di questo alterato equilibrio acido-basico vanno principalmente ricercate
nell’accumulo di tossine di varia origine ( nutrizionale, ambientale,farmacologica, microbiologica,
endogena…) che determinano un’acidificazione del “terreno” biologico ed una situazione, conseguente,
infiammatoria, che può diventare anche cronica. Per riequilibrare questo importante rapporto bisognerà
agire sulle cause rimovibili, ed in particolare sull’alimentazione. 
Vedi anche Cosa sono gli acidi e come si misurano. 

Per misurare quanto una sostanza è acida o alcalina si usa una scala di valori a cui viene dato il nome di
"pH". 
Nel campo medico, il pH viene utilizzato per misurare il liquidi organici ed in particolare il sangue, la
saliva e l'urina. Questi liquidi vengono definiti:
acidi, quando il pH è compreso tra 0 e 7,06, 
neutri, quando il pH è uguale a 7,07, 
basici o alcalini, quando il pH è compreso tra 7,08 e 14,14. 
Pertanto, più basso è il pH e più è acida la sostanza in esame. 

b) Bisogna distinguere l'acidità dei tessuti dall'acidità delle cavità.


Per esempio la cavità della vagina può essere alcalina, ma il tessuto è acido: in questo caso è utile
mangiare yogurt magro.
Ancora per esempio: con un'urina alcalina possiamo aspettarci un'infezione renale (il tessuto è acido). In
questo caso si prescrive vitamina C, che produce urina acida, ma previene che il tessuto diventi acido.. 

a) Come interpretare la tabella delle associazioni alimentari.


Si possono associare i cibi appartententi alla stessa colonna. 
I cibi a digestione neutra possono essere associati con quelli a digestione basica oppure con quelli a
digestione acida. 
Per evitare problemi non si dovrebbero associare i cibi a digestione basica con quelli a digestione acida. 
Anche la masticazione dovrebbe essere molto curata perché un cibo ben masticato viene digerito molto
più facilmente. A coloro che non riescono a masticare il cibo fintanto che diventi un impasto liquido si
suggerisce di deporre la posata tra un boccone e l'altro. 
Purtroppo, la mancanza di conoscenze al proposito ha creato alcuni accostamenti alimentari che
presentano delle serie problematiche digestive, eccone alcuni: 

   ·Prosciutto e melone. 
   ·Pesce e patate (lesse o fritte). 
   ·Caffè (l'orzo va bene) con latte. 
   ·Pastasciutta seguita da carne, pesce o formaggi. 
   ·Frutta a fine pasto 
   ·Dessert dopo il pasto 
   ·La frutta, specialmente quella acquosa (melone, anguria, ecc.) dovrebbe essere consumata da sola. 

2. Tabella delle associazioni alimentari. 


Nota che questa tabella vale solo al fine delle associazioni di alimenti, ma non indica l'effetto acidificante
o alcalinizzante di un singolo cibo! 
Una digestione acida può avere come effetto l'alcalinizzaione (cioè la basificazione) di un tessuto!
Per esempio mangiare frutta acida da sola (cioè senza associarla a carboidrati) ha effetto alcalinizzante,
nonostante qui si tratti di una digestione acida!
Associando frutta acida a carboidrati si produce acido ossalico e quindi l'effetto ottenuto da questo tipo di
alimentazione è acidificante. 

DIGEST. DIGEST.
DIGEST. NEUTRA
BASICA ACIDA
pane, pasta olio carne
riso burro pesce
condimenti vegetali (possibilmente non
patate, banane salumi, affettati
raffinati)
cavolo verde panna yogurt
legumi secchi formaggi grassi formaggi magri
torte, biscotti insalata, funghi uova
marmellate carote, avocado mele, prugne
cioccolato cipolle, spinaci pere, albicocche
arachidi pomodori crudi pesche, ananas
castagne zucchine, melanzane uva, fragole
noci piselli freschi arance, pompelmi
nocciole fagiolini pomodori cotti

Elenco alimenti a partire da quelli con più alto potenziale basico, con più valore alcalinizzante.
Cibi basici, alimenti basici, alcalinizzanti (valori negativi -). Cibi acidi, alimenti acidi, acidificanti (valori positivi +).
Vedi elenco dalla A alla Z
Questi valori non si riferiscono al Ph degli alimenti (più alto quelli basici, più basso quelli acidi) ma al loro potenziale di acidificare o
alcalinizzare. Gli alimenti con valori positivi tendono ad acidificare, ad aumentare l'acidosi, mentre quelli con i valori negativi sono
basici e tendono ad alcalinizzare l'organismo. Un valore ideale da raggiungere e mantenere è quello di Ph 7,4. Acquistate delle catrine
tornasole in farmacia e misurate l Ph dell'urina ogni mattina.
Potenziale Acidificante espresso per 100g di alimento.
ALCUNE NOTE IMPORTANTI: Usate il buon senso. É risaputo che se si aumenta troppo il valore degli zuccheri assunti
(carboidrati) l'acidità sale, e certi alimenti solitamente sfavorevoli anche con un valore PRAL indicato basico, vanno comunque
assunti con moderazione. Esempio: patatine, bevande alcoliche, ketchup, frutta troppo matura (banane e uva), alla fine producono un
risultato acido a prescindere, quindi limitateli. Usateli se volete ma più come contorno che non come sostanza. I cibi alcalinizzanti
che vanno utilizzati sono quelli che contengono enzimi e vitamine, e sono da assumere il più possibile crudi o poco cotti. Bieta,
spinaci, avocado, cicoria, funghi, ecc... sono alla base degli alimenti alcalinizzanti da scegliere per dare maggior peso alcalinizzante
ai vostri pasti. 

Il PRAL è una formula matematica e non tiene conto di antinutrienti, tossine, alcol e altre sostanze non compatibili con l'organismo
che producono e ggiungono acidità, quindi tenete conto di questi aspetti.

Questo mese vi voglio parlare della dieta alcalina del Dott. Young. A settembre si è tenuto al Tisana Detox
Retreat di Arlate in provincia di Lecco, il famoso ed energetico ” Ph Miracle Health Retreat ” con il Dott. Young.
Un’ opportunità per aiutare a risolvere problemi di salute creando un nuovo livello di energia e benessere. Si tratta
di un programma finalizzato a riportare l’organismo al suo massimo benessere psicofisico, grazie a un protocollo
esclusivo di detossinazione, energizzazione, alcalinizzazione e di riattivazione del sistema immunitario, dei canali
energetici e delle funzioni organiche. “I cibi che mangia quasi tutta la popolazione mondiale sono acidificanti.
Dalle carni ai formaggi alle bevande, soprattutto quelle gassate e dolcificate. Sono alimenti che sporcano il sangue
di una persona producendo un invecchiamento precoce ma soprattutto predisponendola a malattie come obesità,
diabete, tumori, patologie reumatiche e cardiopatie. Il segreto per evitare di ammalarsi e vivere male sta
nella dieta alcalina”. 
Ne è convinto da anni il Dott. Robert Young, microbiologo, naturopata, famoso al livello internazionale per i suoi
studi sulla alcalinità e sull’equilibrio del Ph nel sangue.
L’acidità del sangue
Proprio grazie agli studi del Dr. Young si è approfondita la conoscenza dei fattori di acidità nel sangue. Il famoso
naturopata è un esperto nella lettura del sangue e mostra come un globulo rosso di una persona, attraverso le sue
caratteristiche, possa dire molto sullo stato di malessere (ph acido) o benessere (ph alcalino).
Secondo Young il nostro Ph corporeo deve essere sempre in omeostasi (equilibrio acido-base) e la dieta alcalina (o
alcalinizzante) considera il Ph del sangue in particolare che deve rimanere leggermente alcalino.
Secondo il naturopata “ciò che facciamo e ciò che mangiamo, ciò che beviamo e perfino ciò che pensiamo ci può
portare ad una condizione di iperacidità. È quindi davvero molto importante concentrarci su cibi più basici come
per esempio gli spinaci o il sedano. D’altra parte quando ingrassiamo andiamo nel panico e quindi perdiamo anche
il controllo di ciò che mangiamo soprattutto dei cibi acidi”.
I cibi da evitare e quelli ok
“Sono molti i cibi che dobbiamo evitare – afferma – come i formaggi, le carni, anche manzo e pollo, cibi
conservati, bevande zuccherate, gassate o alcoliche, crostacei, funghi, dolci, tutti quei prodotti di uso quotidiano
che sono alla base dell’alimentazione della maggior parte delle persone. I dietologi americani hanno già capito da
tempo che la maggioranza della popolazione assume cibi troppo acidi. Questa iperacidità che investe il nostro
corpo ci fa anche sentire malati, stanchi e in sovrappeso. Le proteine animali, i prodotti di uso quotidiano e anche
l’acqua sbagliata, quella troppo acida, questi sono gli acidi che stanno alla base di tutto il processo. Se non
vengono eliminati si depositano sui tessuti adiposi e sul tessuto connettivo, facendoci ingrassare e
predisponendoci ad ammalarci più facilmente”.
Via libera nella dieta alcalina a verdure crude, frutta a basso contenuto di zuccheri, legumi, cereali, tuberi e alcuni
semi, mandorle e noci in primis, pesce come spigola, trota, salmone e tonno.
“Quando si inizia una dieta alcalizzante si possono perdere anche quattro chilogrammi al giorno – afferma Young
– Non è una questione di calorie, non è una questione di proteine, non è una questione di grassi e nemmeno di
carboidrati. È solamente una questione di scegliere se alcalinizzare il flusso sanguigno oppure acidificarlo”.
L’esercizio fisico
Secondo Young “quando facciamo esercizio fisico il nostro organismo produce acido lattico ed è proprio questo
acido lattico che viene disperso nei tessuti adiposi e che spinge l’organismo ad innescare il suo processo di
preservazione, facendoci sentire più affaticati, stanchi e appesantiti”
Quindi sì all’esercizio fisico per sudare ed eliminare gli acidi attraverso la traspirazione ma no a sport faticosi che
producono troppo acido lattico.
Il cibo e gli stati emotivi
Attraverso il sangue si conoscono anche i maggiori elementi di paura di un individuo che vengono espressi anche
dalle caratteristiche fisiche e la paura ha uno stretto legame con il cibo.
Tutte le malattie, soprattutto quelle croniche, dichiarano un allontanamento da questo progetto e spesso l’inizio di
cattive abitudini come quella alimentare.
“Il cibo è la conseguenza di un disagio emotivo, frutto di discostamento dal progetto iscritto e visibile anche nel
sangue, attraverso Ph, radicali e vitalità. In questo quadro la componente psicologica è importantissima nel
ripristinare il quadro di salute di una persona”.
Tabella cibi alcalini e cibi acidi
La frutta va ingerita lontano dai pasti e non deve essere associata ad altro alimento. Va consumata preferibilmente
al mattino.
Da precisare che tra i cibi acidi si ritrovano anche i cereali, le proteine vegetali ed altri alimenti di provenienza
vegetale.
Il pasto deve essere costituito prevalentemente da verdure crude e cotte, quindi cibi alcalini, da associare a uno dei
seguenti (cereali, proteine, carboidrati); questi tre elencati non devono costituire l’alimento preponderante. Le
proteine di carni animali e di prodotti animali sono più acide e producono più sostanze tossiche di scarto e quindi
un più cospicuo viraggio del ph verso l’acido. Per tale motivo i cibi vegetali devono comunque essere preferiti a
quelli animali.
CIBI ALCALINI
Proteine vegetali, ortaggi e verdure, erbe, germogli, patate, zucca, avocado, rafano, cavolo rapa, carote, rape,
barbabietole rosse, frutta fresca,mandorle fresche, ravanelli, soia, olio extravergine.
CIBI ACIDI
Carne, pollo, pesce, insaccati, latte e formaggi, uova, grassi (burro e margarina), cereali, pasta, pane, pomodori,
melanzane, peperoni, mais, fiocchi e farine di cereali, frutta secca, zucchero, cioccolata, the e caffè
Da millenni si conosce che la Vita è assicurata dall’equilibrio degli opposti, come yin e yang,
positivo e negativo, giorno e notte, simpatico e parasimpatico, acido e alcalino, ossidato e ridotto,
pH acido e pH basico, alimenti acidi e alimenti alcalini.

Ciascun opposto non può esistere senza l’altro.


Devi sapere che nel nostro organismo è molto importante l’equilibrio acido-alcalino.

L’ALIMENTAZIONE INFLUISCE SUL PH DELLE URINE E SUL PH DEL SANGUE

Per misurare l’acidità o la basicità di un liquido si utilizza la scala pH (potenziale idrogeno), che riflette la
concentrazione degli ioni idrogeno (molecole caricate positivamente) in qualunque sostanza o soluzione;
secondo tale scala il pH neutro è 7, quello acido inferiore a 7, quello alcalino superiore.

I cibi saturi di elettroni o ioni idrossido, OH¯, sono alcalini, mentre quelli saturi di ioni idrogeno, protoni o
H+, sono acidi.

I cibi alcalini sono pieni di elettroni, cioè di energia elettrochimica, che è l’energia con cui il corpo funziona.
Questi alimenti alcalinizzanti forniscono al corpo energia per mezzo degli elettroni mentre i cibi acidi lo
privano di energia elettrochimica.

Questo succede anche nelle batterie: quelle alcaline nuove sono piene di energia, in quanto sature di elettroni,
mentre le batterie esauste sono state svuotate di elettroni e sono acide, cioè sature di protoni
Il pH del nostro sangue è 7,365, leggermente alcalino, con un range molto ristretto, che va da 7,35 a 7,45;
questo valore ottimale viene mantenuto grazie a sistemi tampone che l’organismo possiede per bilanciare gli
alimenti e le bevande acidificanti che introduciamo per nutrirci.

Questi sistemi tampone, specie negli adulti e anziani, non sempre riescono a neutralizzare il surplus di
acidità, per cui i residui acidi, se non eliminati, provocano uno stato del terreno biologico che prende il nome
di acidosi.

Se il pH del sangue va sotto 6,8 e sopra 7,8 le cellule non funzionano più e la persona muore.

La situazione di acidosi è la causa principale o la concausa aggravante del 90% di tutte le malattie.

E’ stato scientificamente dimostrato che le malattie non hanno possibilità di svilupparsi in un ambiente
alcalino, mentre prosperano in un terreno acido.

Questo favorisce lo sviluppo delle cellule tumorali e aumenta il livello di stanchezza cronica.

Valori più bassi di 7, infatti, innescano meccanismi drammatici, come l’infarto e l’arresto cardiaco; valori
alcalini al di sopra del range, invece, portano a convulsioni e crisi tetaniche, quando cioè, le strie muscolari
cominciano a contrarsi disordinatamente e in opposizione le une con le altre, causando paralisi e dolore
acutissimo. Nel caso estremo ciò comporta il blocco respiratorio e la conseguente morte per asfissia.

L’organismo umano combatte una continua battaglia per tenere il pH nei limiti stabiliti, attraverso
meccanismi a livello cellulare, polmonare e renale, senza contare l’eliminazione attraverso la cute.

Il pH dell’urina ha un range più ampio, varia infatti, tra 4, nelle persone ammalate, a 8 nei neonati.
Quest’ultimo valore è molto interessante, poiché rappresenta sicuramente l’optimum di una salute ferrea che
probabilmente non saremo più in grado di raggiungere. Per nove mesi, infatti, il neonato vive immerso nel
liquido amniotico, che ha, nelle madri sane, un pH decisamente basico, pari, appunto, a circa 8,1, cosa che ci
dà una chiara indicazione del grado di perfezione di tale valore, considerata l’importanza per la natura del
perfetto sviluppo e della totale protezione che deve avere il futuro nascituro nel grembo materno.
L’acidosi è determinata da diversi fattori, come una dieta basata su alimenti acidificanti, cioè fatta da
proteine animali o da cereali come frumento o riso (infatti l’unico cereale leggermente alcalinizzante è il
miglio), dagli stress emozionali, da una carente espulsione di acidi dagli organi emuntori (che sono: reni,
pelle, polmoni e intestino), dalla mancanza di un adeguato esercizio fisico che fornirebbe l’ossigeno di cui
hanno bisogno le nostre cellule e da un’insufficiente assunzione di acqua, che limita fortemente la capacità
espulsiva dei reni.
Quando parlo di acqua intendo acqua biologica organicata, cioè quella che troviamo solo in frutta e verdura
fresca  (solo se crude). In mancanza d’acqua organicata va bene bere anche la classica acqua potabile, ma
non è la stessa cosa.

L’acidità rende putridi i nostri corpi, decompone le nostre cellule, tanto è vero che il bambino nasce alcalino,
mentre l’anziano muore acido.

INIZIAMO AD ESSERE ACIDI SIN DA PICCOLI 

Già durante lo svezzamento i bambini a causa di alimenti acidificanti creano depositi di acidi nel corpo.
Con gli acidi alimentari e metabolici, che conducono alla trasformazione e alla proliferazione dei
microrganismi nei corpi viventi, questo processo è messo in moto prematuramente.

La verità che ci è stata tenuta nascosta è che i sintomi sono solo i segnali di una iperacidità, e ogni malattia è
una condizione di acidità generale e di fondo.

Se alcuni germi sono coinvolti, essi sono solo testimoni di questa condizione acida, perché quelli che
invadono il corpo dall’esterno possono solo contribuire ad uno stato di squilibrio che viene determinato in
modo primario dai germi presenti già nel nostro corpo, che si trovano nel connettivo o tessuto intercellulare.

I germi esterni possono stimolare solo sintomi secondari, mentre quelli interni sono solo l’espressione della
condizione di fondo che provoca le malattie, cioè l’iperacidità e la conseguente proliferazione eccessiva ed
evolutiva di microrganismi.

Il dott. Robert Young, uno dei massimi esperti al mondo sui temi del pH alcalino, afferma che esiste una sola
malattia, e si chiama Acidosi; i 40000 nomi per le cosiddette malattie sono semplicemente una collezione di
sintomi, che rappresentano le modalità creative ed intelligenti dell’organismo per tenere l’acido concentrato
in alcune aree del corpo meno vitali, lontano dal sangue.

Se tutto questo acido raggiungesse direttamente il sangue, potremmo morire in poche ore!

Ecco i sintomi legati all’iperacidità: sovrappeso, allergie, intolleranze alimentari, stanchezza, vertigini,
confusione mentale, disturbi dell’umore, diabete, ipercolesterolemia, osteoporosi, calcoli renali e biliari,
impotenza, infertilità, disturbi mestruali, asma, bronchiti, dermatiti e tumori.

LE CAUSE DI ACIDOSI

√ insufficiente apporto di acqua

√ insufficiente apporti di nutrienti alcalinizzanti (frutta e verdura cruda)

√ eccesso di alimenti acidificanti come ad esempio le proteine animali (carne, formaggi, salumi), le farine
raffinate, ecc.

√ stress e conflitti emozionali legati a pensieri negativi che acidificano

√ vita sedentaria o, al contrario, sport troppo intensivo


√ fumo di tabacco, bevande alcoliche, bevande gassate

√ carenza di vitamine e sali minerali nella dieta (frutta e verdura cruda)

√ farmaci.

SCEGLIERE I CIBI ALCALINI PER AVITARE


UN PH ACIDO
Almeno l'80% in peso del cibo dovrebbe essere costituito da vegetali alcalini (cibi alcalini), il resto
(eventualmente) da cibi acidi, il che vuol dire per 100 gr di cereali ingeriti bisognerebbe consumare 400
grammi tra verdura e frutta. Sfortunatamente, nella società occidentale succede il contrario e questa è la base
alimentare su cui poggia la grande via che porta a tutti i tipi di patologie.

ALIMENTI ALCALINIZZANTI

Frutta dal sapore acido semi-acido ma con effetto alcalino-neutro: albicocca, ciliegia, fragola, mela, uva,
pera, pesca, prugna.

Melone, cocomero, banana matura, fico, mela, pera, uva, manghi, ecc. (tutta la frutta è più o meno alcalina,
tranne la frutta acida).

Tutti i tipi di verdura: barbabietola, carciofo, carota, cavolo di bruxelles, cipolla, piselli, prezzemolo, rapa ,
sassifraga, scalogno, sedano rapa, tarassaco, insalata, asparago, broccoli, cardo, cavolo, invidia, lattuga,
peperone dolce, porro, pomodoro, rabarbaro, cetriolo, cicoria, crescione, fagiolino, ravanelli, scarola,
spinacio, valeriana, zucca, zucchine, ecc.

Castagna, topinambur, patata.


Avocado, oli vegetali, olio oliva.

CIBI ACIDIFICANTI
Proteine grasse del formaggio.

Carne pesce e proteine animali.


Alcolici, bevande industriali, cacao, caffè, the nero, condimenti, dolcificanti artificiali, oli raffinati, prodotti
di pasticceria, spezie.

Frutta Acida.
Frutta essiccata: uvetta, fichi, datteri, ecc.
Semi e Noci: mandorle, noci, pistacchi, ecc.

Cereali e derivati: avena, farina bianca, farina di avena, farina di mais, fecola di patate, grano saraceno, mais,
orzo integrale, pane bianco, pane integrale, pasta, riso, riso integrale, segale integrale, pasta, soia, semola.

Legumi secchi: fave, fagioli secchi, piselli rotti, lenticchie secche, arachidi.

Latte e derivati: formaggi, yogurt, gelati, burro, panna fresca, ecc.


Uova.

I CIBI CHE INGERIAMO POSSONO DARE REAZIONE ACIDA, ALCALINA O NEUTRA

Quando ingeriamo un determinato cibo, questo può dare una reazione acida e quindi tende a sottrarre sali
minerali all'organismo, mentre un alimento alcalino basico è mineralizzante, non sottrae sali minerali
all'organismo e bilancia o neutralizza gli effetti degli acidi.

I cibi che danno reazione ACIDA sono i fagioli, la carne, il pesce, il formaggio, i cereali ed alcune noci, gli
alimenti raffinati e industriali, zucchero bianco, arachidi, uova, salmone fresco, ostriche, crackers integrali,
noci, pane e farina integrale, formaggi, ricotta, pane bianco, riso cotto, pasta cotta, tè, caffè, cioccolato,
miele, olio, burro. 

Gli alimenti acidi che contengono l'acido citrico sono il limone ed il ribes nero, l'acido malico è contenuto
nella prugna, nel ribes, nella cotogna e nella mela, altri tipi di acido sono il tartarico, l'ossalico, il succinico,
il fumarico, l'acetico, l'amilico. La frutta e le verdure contengono questi acidi che se non sono in eccesso
sono benefici per la salute e mineralizzanti e attivano la ventilazione polmonare.

Arachidi, mandorle, noci, pistacchi nocciole sono acidificanti perché contengono molti oli che metabolizzati
producono rifiuti acidi ( anidride carbonica ecc..).

Sono dannosi per l'organismo l'acido urico e le purine presenti nelle carni, l'acido lattico e cadaverico delle
carni, l'acido butirrico dei grassi animali.

Per chi soffre di calcoli renali è bene evitare i cibi che contengono acido ossalico che troviamo negli spinaci,
nelle bietole, nel cacao, nella barbabietola rossa nella cioccolata ed in alcuni ortaggi (sopratutto se cotti).

Per il nostro organismo un eccesso di acido benzoico, contenuto nel caffè, nella frutta non matura, nel vino
rosso e nel tè, provoca denutrizione proteica, reumatismi e cancro.
Per contrastare un eccesso di acidità che provoca demineralizzazione è bene assumere carote, cavolo, sedano,
insalate crude, zucchine e zucca cruda.

Sarebbe bene nell’alimentazione naturale dare la preferenza ai cibi alcalini poiché un eccesso di cibi acidi
sottrae minerali al nostro organismo, a lungo andare le ossa perdono la loro consistenza, i denti si cariano, il
sangue diventa anemico, la pelle si rovina e si spacca, si possono formare i calcoli ai reni o alla cistifellea,
debolezza generale, senso di freddo, infezioni, disturbi digestivi, alle vie respiratorie, alla pelle, unghie
macchiate di bianco che sono indice di demineralizzazione, un’alimentazione troppo acida può provocare
acetone, è bene quindi evitare sopratutto certe bevande acide, come la coca-cola e tenere sempre in
considerazione che un eccesso di cibo acidifica.

L’APPARENTE ALCALISI DEI FORTI MANGIATORI DI CARNE:

Un caso a parte di cui non ho parlato è l'apparente alcalinità anche del pH delle urine dei forti mangiatori di
carne che eliminando forti quantità di ammoniaca generano un pH urinario alcalino pur essendo
metabolicamente in uno stato di forte acidosi.

Questo fatto non deve ingannare, ma è bene conoscerlo per capire come a volte, un semplice controllo del
pH delle urine non sia sufficiente per determinare con esattezza uno stato alcalino o acido dell’organismo.

MECCANISMI TAMPONE
Il pH del sangue arterioso umano ha un range normale compreso tra 7.35 e 7.45. Il mantenimento del pH tra
questi valori è di fondamentale importanza, infatti variazioni oltre 7.1 e 7.6 sono incompatibili con la vita. I
globuli rossi, per fare un esempio, hanno una grande plasticità, cioè sono in grado di modificare la propria
forma in modo da poter passare anche attraverso i capillari più stretti, ma questa loro capacità diminuisce in
maniera proporzionale al diminuire del pH, all’aumentare, cioè, dell’acidità del sangue.

Ad un certo punto non saranno più in grado di variare la propria forma ed infilarsi nei capillari più stretti e
interi settori dell’organismo non riceveranno più il giusto apporto di ossigeno. Assisteremo alla formazione
di trombi ed occlusioni, che a seconda dell’organo colpito, porteranno da forti dolori fino alla necrosi
dell’organo stesso, alla paralisi ed alla morte.
All’interno del corpo umano una delle maggiori fonti di acido è la combustione di glucosio (con formazione
di CO2 e H2O); inoltre il metabolismo cellulare produce acidi come l’acido solforico, l’acido fosforico,
l’acido urico e l’acido lattico, dai processi metabolici, di ossidazione o degradazione di varie sostanze, come
amminoacidi, fosfolipidi o carboidrati e acidi grassi.

L’acidificazione altera il pH arterioso e deve essere sempre controbilanciata da “processi tampone” che
agiscono sia a livello cellulare sia a livello dei polmoni e dei reni.

La CO2 prodotta durante il processo di respirazione viene trasformata all’interno dei globuli rossi, grazie
all’enzima Anidrasi Carbonica, in acido carbonico (H2CO3), che subito si dissocia in ioni bicarbonato
(HCO3-) e ioni H+. Lo ione H+ viene tamponato dalla ossiemoglobina (con questo termine si identifica
l’emoglobina durante il trasporto dell’O2), facilitando il distacco dal gruppo eme dell’ossigeno, che può così
diffondersi nei tessuti. Lo ione bicarbonato, che costituisce il principale veicolo di trasporto della CO2 nel
sangue, si diffonde dal globulo rosso nel plasma.

A livello degli alveoli polmonari, in presenza di grosse concentrazioni di ossigeno e piccole concentrazioni
di anidride carbonica, avvengono le reazioni opposte. Gli ioni HCO3- rientrano nei globuli rossi e si legano
con gli ioni H+ a formare H2CO3 che a sua volta si dissocia in CO2 e H2O, in questo modo l’emoglobina è
di nuovo pronta a ricevere l’ossigeno.

L’anidride carbonica si diffonde poi nell’alveolo e viene portata fuori dall’organismo dalla respirazione
polmonare.

Riassumendo: l’anidride carbonica prodotta a livello cellulare diviene un acido nel plasma sanguigno e a
livello polmonare, ritornata in stato gassoso, viene eliminata con la respirazione.

Questo processo ci mostra chiaramente come modificando il ritmo e il volume della respirazione polmonare
noi non modifichiamo solamente l’apporto di ossigeno nel sangue, ma anche la sua acidità.
Una ostruzione patologica delle vie respiratorie o la respirazione rapida, ma breve e poco profonda, tipica
delle situazioni di stress o di panico, sono esempi di fattori che possono portare all’acidificazione del sangue.

Gli orientali, attraverso lo Yoga, hanno capito già secoli fa quanto la respirazione sia importante per il
mantenimento della buona salute.

I reni sono gli organi del corpo umano atti al filtraggio del plasma sanguigno. Il loro compito però non si
limita alla semplice estrazione dal plasma di scorie e sostanze di rifiuto, ma interessa anche il controllo e il
mantenimento di molti equilibri chimici, tra i quali spicca quello acido-base.

Ogni giorno parecchi litri di plasma attraversano il rene e diffondendosi a livello capillare raggiungono le
milioni di minuscole unità funzionali, dette nefroni, che si occupano del filtraggio delle molecole più grandi
e il recupero dal filtrato delle molecole più piccole, ma ancora utili se non necessarie all’organismo. Il
nefrone ha inizio dal corpuscolo renale, che, situato in prossimità alla parte corticale del rene, la superficie, è
il filtro vero e proprio.

Questo continua poi con il tubulo contorto prossimale, dalla forma irregolare, che dopo alcune curve, si porta
verso il centro dell’organo per poi proseguire nella parte midollare del rene con l’ansa di Henle, una curva ad
U, e tornare nella parte corticale con il tubulo contorto distale, che infine defluisce in un dotto collettore che
porta l’urina nella pelvi renale.

Il nefrone svolge tre funzioni.

1.Ultrafiltrazione del plasma: il plasma viene filtrato e solo ciò che è piccolo passa le maglie
del filtro (cataboliti, sali, H2O, ecc.); invece le molecole più grosse restano nel capillare;
questo processo avviene nel corpuscolo renale.
2) Riassorbimento delle sostanze utili; il processo avviene nel tubulo contorto prossimale.
3) Concentrazione dell’ultra filtrato per formare urina; il processo avviene nel tubulo contorto distale.

A questo punto è più facile capire come il rene possa svolgere la sua azione di controllo sull’equilibrio acido-
base.
Lo ione bicarbonato, giunto al nefrone trasportato dal plasma, riesce a passare la membrana filtrante del
corpuscolo renale, ma deve essere completamente riassorbito dall’organo, per prevenire l’acidosi che
deriverebbe dalla produzione ex novo dell’acido carbonico. 
Il riassorbimento dello ione avviene tramite un processo che coinvolge la pompa Na+ / H+ situata sulla
membrana che costituisce la parete del tubulo prossimale.

In pratica questa pompa immette ioni H+ nel lume del tubulo, questi si legano agli ioni bicarbonato
formando acido carbonico, che a sua volta grazie alla presenza di enzimi anidrasi carbonica sulla superficie
della membrana che forma la parete del tubulo, viene nuovamente trasformato in anidride carbonica ed
acqua.

L’anidride riesce a passare per diffusione la membrana, quindi a rientrare nel citoplasma delle cellule
tubulari, dove grazie di nuovo all’enzima anidrasi, questa volta citoplasmatico, ritorna acido carbonico e da
qui si dissocia in ioni idrogeno e ioni bicarbonato.

Tutto questo meccanismo risulta necessario perché lo ione bicarbonato non è in grado di oltrepassare la
membrana citoplasmatica direttamente, deve quindi essere trasformato in qualcos’altro e poi riportato alla
condizione originaria per poter essere riassorbito.

Ancora una volta si rimane colpiti dalla meravigliosa complessità, ma anche ingegnosità del corpo umano.

Nel tubulo distale del nefrone avvengono altre due reazioni importanti per il controllo dell’acidità del
sangue. In entrambe è coinvolta la rigenerazione o nuova sintesi del bicarbonato e l’eliminazione attraverso
l’urina degli ioni idrogeno sotto forma di un acido titolabile, come per esempio H3PO4, o di ammoniaca.

Quest’ultimo è il meccanismo più efficiente, che porta ad eliminare quasi i due terzi degli acidi non volatili
contenuti nel plasma.

ACIDIFICAZIONE DELL’ORGANISMO
La meravigliosa macchina di controllo dell’equilibrio acido-base del sangue e di conseguenza del corpo
umano funziona in modo impeccabile solo se l’individuo è sano, ma anche conduce una vita sana e una dieta
sana.

Non si tratta di un gioco di parole, ma del fatto che proprio per la complessità del meccanismo, le variabili
che possono comprometterne il funzionamento sono moltissime.

Il cibo, le bevande dolcificate, il fumo, i farmaci, lo stress, la fatica e persino il troppo sport, tutti questi
fattori minano la capacità del nostro corpo di mantenere il grado di acidità all’interno dei valori prestabiliti.

Un esempio: la gotta. Vi siete mai chiesti come mai questa malattia colpisca le persone ad un certo punto
della loro vita?

Le purine sono basi azotate presenti negli acidi nucleici. Sono note per essere basi azotate di DNA e RNA,
cioè adenina e guanina, ma purine sono altresì la xantina, l’ipoxantina, la teobromina, la teofillina, la
paraxantina, l’isoguanina e l’acido urico.

Le cellule delle carni di cui ci nutriamo sono ricchissime di purine, ma l’uomo, come molti primati suoi
parenti stretti ed al contrario di molte specie, tra le quali tutti i carnivori come i felini, è incapace di
sintetizzare un importante enzima, detto Urato Ossidasi, in grado di svolgere un ruolo importantissimo nel
metabolismo delle basi azotate.

Le purine provenienti dalla dieta, infatti, sono metabolizzate attraverso diversi enzimi, come la Xantina
Ossidasi, in acido urico, poi nelle specie dotate di enzima Uricasi, l’acido urico viene a sua volta ossidato in
5-idrossiurato. Il prodotto della reazione è instabile e si trasforma spontaneamente in allantoina, molecola
che rappresenta la via primaria di trasporto dell’azoto nell’organismo.

Noi però non abbiamo l’enzima Uricasi. Ciò significa che il metabolismo delle purine si ferma al momento
della sintesi di acido urico. Questo acido rimane nel siero. Nel genoma umano è presente un gene per l’urato
ossidasi, reso non funzionale da due mutazioni.

Alcuni studiosi ipotizzano che la perdita dell’enzima sia stato un vantaggio per i primati superiori in quanto
l’acido urico è un potente antiossidante, e protegge dall’attacco dei radicali liberi, prolungando l’aspettativa
di vita e diminuendo l’incidenza dei tumori. L’aumento dell’acido urico nel siero (iperuricemia) porta
all’abbassamento dei valori di pH, quindi all’acidificazione del sangue.

Il siero risulta saturo quando la concentrazione di acido urico raggiunge i 7 mg per decilitro. Valori più
elevati espongono al rischio di precipitazione di cristalli di Urato (un sale), che vanno a depositarsi di
preferenza nelle capsule articolari, e quindi di attacchi di gotta acuta. L’organismo umano per
controbilanciare l’acidificazione si libera dell’acido urico attraverso i reni, che sono la maggiore via di
eliminazione.

Facciamo un passo indietro

Le purine sono le basi azotate che costituiscono gli acidi nucleici, in parole povere DNA e RNA. Non solo le
cellule degli animali di cui ci nutriamo sono ricchissime di acidi nucleici, ma, evidentemente, anche le
nostre.

Ogni giorno milioni di cellule umane concludono il loro ciclo vitale e morendo immettono purine nel circolo
sanguigno, che vengono metabolizzate in acido urico. Forse quando gli studiosi parlano di vantaggio
nell’assenza dell’enzima Uricasi per l’uomo, fanno riferimento al carico di acido urico proveniente
dall’apoptosi, cioè dalla morte cellulare programmata.

Sicuramente, l’uomo si è sviluppato ed evoluto in presenza delle basse concentrazioni di acido urico prodotte
per via endogena, un ottimo anti ossidante naturale in un regime alimentare a base di frutta, tendenzialmente
ricco di sostanze basiche e poverissimo di purine esogene.
Ma come ben sappiamo quella dieta è stata abbandonata e oggi l’uomo ingerisce giornalmente grandi
quantità di carni ricche di purine, ogni giorno mette i suoi reni sotto sforzo costringendoli al duro compito di
eliminare grandi concentrazioni di acido urico.

Le nostre cattive abitudini non si fermano qui

La gotta si sviluppa in genere in presenza di obesità e di eccessivo consumo di bevande alcooliche. L’obesità
infatti si associa sia ad un’accentuata produzione di acido urico, sia ad una diminuita eliminazione. L’alcool
inoltre riduce l’eliminazione renale dell’acido urico e accentua il catabolismo delle purine.

L’uso intensivo di farmaci danneggia la funzionalità renale. A tutto questo si aggiunge il fumo, che con i suoi
veleni e la diminuita capacità polmonare, contribuisce in maniera determinante all’acidificazione del sangue
e mette i reni ancora più in crisi a causa del super lavoro cui li sottopone.
Arriva così il momento in cui la macchina comincia a fare cilecca. I reni cominciano ad essere sofferenti e gli
equilibri tra acido e base si incrinano. Le concentrazioni di acido urico salgono fino al punto di
precipitazione. Si formano cristalli di sale dell'acido urico (Urato) nelle articolazioni e i dolori si fanno
lancinanti.

A quel punto ci guarderemo allo specchio e osservando un viso sofferente e dal colorito giallastro ci diremo
che la vecchiaia è arrivata.

ALTRE CONSIDERAZIONI SUL pH

Contatto con sostanze inquinanti, come il fumo delle sigarette, lo SMOG, monossido di carbonio, benzene,
non ultime le famigerate polveri PM10, ecc.

Sovraffaticamento fisico: il lavoro muscolare comporta un uso intenso di ossigeno bruciato per produrre
energia, meccanismo chiamato respirazione ossidativa o ciclo di Krebs, che, se troppo prolungato e nel caso
in cui l’ossigeno portato attraverso la circolazione sanguigna non sia sufficiente per rimpiazzare quello
consumato, si interrompe, sostituito per il rifornimento energetico dalla meno efficiente fermentazione del
glucosio, che dà come prodotto di scarto metabolico l’acido lattico, che a sua volta si accumula nei tessuti
dando luogo a crampi ed appunto all’aumento di acidità del sangue.

Ridotto apporto di ossigeno nei soggetti sedentari o facili preda di stress, rabbia e paura. La respirazione
frequente, ma rapida e poco profonda caratteristica di queste situazioni, infatti, compromette l’eliminazione
di CO2 dal sangue a livello polmonare con conseguente acidificazione.

Disfunzioni a carico degli organi emuntori: i reni partecipano in maniera preponderante al controllo degli
acidi non volatili e la pelle, organo piuttosto bistrattato e sottovalutato, elimina ogni giorno grandissime
quantità di sostanze di rifiuto, tossiche ed acide.

Uso di farmaci, sostanze di sintesi, che solitamente mettono reni e fegato veramente sotto pressione. I loro
effetti collaterali a carico di questi organi sono micidiali e sotto gli occhi di tutti.

A questo punto risulta evidente come l’equilibrio fra l’acidità e la basicità all’interno del corpo sia uno dei
fondamenti della salute.

Ogni giorno milioni di persone si recano negli ospedali


o negli ambulatori medici di tutto il mondo
in preda a dolori o malattie di ogni genere.

Tutte queste persone presentano sintomi diversi, ma la causa che le ha portate ad ammalarsi è sempre la
stessa: l’acidificazione.
Tutte le sostanze acide che immettiamo nel nostro organismo devono essere in qualche modo tamponate,
eliminate od allontanate dagli organi principali.

Questo mortifica e debilita il corpo, che utilizza tutte le risorse di cui è capace, e vi assicuro che sono
tantissime, per questo scopo. Possiamo quasi costruire una scala cronologica di quello che succede o è
successo nel vostro corpo: dapprima siamo neonati, l’assunzione di sostanze acidificanti con l’alimentazione
non ci procura fastidi, cuore, polmoni, fegato, reni e pelle, tutto è nuovo e funziona in piena efficienza, ma
fin da subito, grazie alle attenzioni amorevoli dei nostri genitori, certamente mal consigliati, il latte in
polvere e gli omogeneizzati mettono i nostri organi a dura prova.

Poi gli anni passano; ai cibi per lattanti si aggiungono carne, cereali e derivati del latte, gli organi sono
ancora funzionanti, ma alcuni segnali cominciano ad avvertire chi sa ascoltarli che le cose non stanno
andando nella direzione giusta, sono le prime allergie, malattie come morbillo e varicella, considerate
normali tra i bambini, la prima acne.
Il tempo passa ancora e la varietà dei cibi aumenta, arrivano le bibite dolcificate e gassate. 

Un bicchiere di cola gassata a pH 2,5 versato in 38 litri di acqua a pH 7,4, fa crollare il pH a 4,6. 
Vi rendete conto di che incredibile sforzo deve fare l’organismo per tamponare questa reazione chimica? E
gli anni passano.

Gli organi ad un certo punto cominciano a deteriorarsi

L’efficienza dei polmoni viene compromessa da una vita troppo sedentaria o magari dal fumo.

Il fegato e i reni perdono efficienza nel metabolizzare sostanze tossiche ed eliminarle.

Il livello di acidità comincia ad aumentare e le concentrazioni di acidi che immettiamo nel corpo sono più
alte di quelle che riusciamo ad eliminare. L’organismo comincia ad accumularle e a nasconderle un po’
ovunque pur di tenerle lontane dagli organi vitali. Nascono i depositi di grasso.

Il calcio viene richiamato dalle arterie e dalle ossa per tamponare gli acidi in eccesso: arteriosclerosi e
osteoporosi cominciano a far parte delle nostre esperienze di vita. Ma continuiamo.

I depositi di sostanze acide aumentano ancora, si formano le prime rughe sulla pelle che diventa secca e
facile preda di micosi e attacchi batterici.

La carne che ingeriamo produce acido urico che si cristallizza nelle articolazioni, i movimenti diventano
lenti, la schiena si incurva.
Con la vecchiaia la percentuale di acqua nel nostro corpo diminuisce e con essa aumenta la difficoltà di
smaltimento dei veleni.

Questo percorso ha interessato miliardi di persone nella storia recente dell’uomo, e ho descritto solo la storia
di un individuo sano.
Perché nascere da genitori malati e impregnati di veleno porta molte volte a venire al mondo già malati, già a
metà del percorso. Inoltre non ho ancora affrontato la tragedia dei cancri e di tutte le malattie mortali che
colpiscono sempre con una maggiore frequenza gli esseri umani.

L’alimentazione odierna è costituita al 90% da cibi acidificanti


Gli alimenti acidi causano un continuo affaticamento del sistema, sempre sotto stress.

Il dottor Herbert M. Shelton, forse il più illuminato dei medici americani igienisti naturali, una volta disse:
«Il sangue dovrebbe ricevere dal tubo digerente acqua, amminoacidi, acidi grassi, glicerina, monosaccaridi,
minerali e vitamine e non veleni. Purtroppo le nostre abitudini alimentari creano invece dei veleni che
intossicano il sangue e tutto l’organismo. Perché? Perché il cattivo accostamento degli alimenti nello stesso
pasto genera fenomeni di fermentazione e putrefazione.» . Questo, che si può definire un manifesto
dell’igienismo naturale, denuncia i rischi nell’accostare determinati cibi nello stesso pasto.

La nostra cucina unisce cibi di ogni genere in preparazioni complesse e ricche di spezie e di sapori, ma
mischiare proteine ai carboidrati, per fare un esempio, ne rallenta il passaggio intestinale. Aumenta così il
rischio di putrefazione e il rilascio di sostanze tossiche ed altamente acidificanti nel nostro organismo.

Quindi l’attenzione non va posta solo a quello che mangiamo, ma a come e con cosa.

CONCLUSIONE

Spero di aver chiarito quali siano gli aspetti più importanti da tenere in considerazione quando si sceglie di
seguire una certa alimentazione.
Una dieta alcalinizzante è sicuramente il primo passo verso la salute, naturalmente per comprendere a pieno
tutti i fattori nutrizionali, che si intersecano sia tra di loro , sia con le nostre cellule e le sostanze corporee
all’interno del nostro corpo durante i pasti, non bastano certo le parole scritte in questo report, ma almeno
dovresti aver compreso uno degli aspetti chiave che determina perché sia preferibile scegliere una dieta
alcalinizzante.

Nel nostro libro “La Frutta che Paradiso”, abbiamo cercato di chiarire in maniera più ampia quali siano tutti
gli aspetti che rendono alcuni cibi utili e altri dannosi per la nostra salute.

“Purtroppo (o per fortuna) non sono un medico, un dietologo o un nutrizionista, sono soltanto un ricercatore
indipendente, non ho né il titolo né il permesso legale di consigliare niente a nessuno, l’unica cosa che posso
raccomandarvi e quella di informarvi, informarvi e informarvi ancora.”
Diego Pagani
L’immagine di sopra è accompagnata da un testo, che gira già da almeno oltre un anno su vari siti, apparentemente
parlante di ovvietà giustissime come l’avere una dieta equilibrata e il fare attività fisica, ma in realtà abbastanza
accusatorio per lanciare indirettamente o meno le solite invettive che svariati sostenitori delle verità alternative
rivolgono al mondo scientifico.
Il testo contiene errori e contraddizioni, che fanno capire la vera natura dell'”articolo”.
La parte iniziale del testo, quella che riassume la “scoperta” e i principi su cui si basa, è la seguente (grassetti e
sottolineature mie, il resto in seguito):
Una notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta
decenni fa (1923) da uno scienziato premio Nobel per la medicina, nel 1931.
E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il
mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come, ad esempio l’italiana, AIRC.
Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria
farmaceutica e alimentare.
Nel 1931, lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta
sulla causa primaria del cancro.
Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.
Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-
fisiologico.
Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e
l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva
ossigenazione delle cellule).
L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un
ambiente acido.
Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una
persona ha uno, ha anche l’altro”.
Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel
suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.
Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano
ossigeno”.
Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.
Egli ha dichiarato: “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla
in un cancro”.
“Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono
vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni).
“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono
caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di
ossigeno).
Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono
sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.
Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che hanno alcune cellule del corpo per
sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno. IN SINTESI:
Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento.
Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.

 
Ohibò, la causa primaria del cancro era già nota da tempo, eppure le case farmaceutiche ci marciano sopra. Che
oltraggio alla povera gente! Dobbiamo assolutamente condividere e informare affinché questa sconvolgente verità
non venga insabbiata dai soliti potenti!
Ma le cose staranno proprio esattamente così?
Proviamo ad analizzare un po’ il contenuto del testo e a far riferimento alle nostre conoscenze attuali di
biochimica e fisiologia per venirne un po’ a capo.
Incominciamo già dall’affermazione iniziale che è un po’ imprecisa. Basta fare una rapida consultazione per
scoprire già che Warburg ad essere rigorosi non ricevette il Nobel per “aver scoperto la causa primaria del
cancro”, bensì per aver scoperto come agissero gli enzimi della respirazione cellulare all’interno delle cellule
tumorali.
In esse, il meccanismo cosiddetto della glicolisi, con cui la molecola del noto zucchero glucosio viene scissa in
due molecole di piruvato (che normalmente entreranno poi nel cosiddetto ciclo dell’acido citrico e
nella fosforilazione ossidativa aerobica per produrre energia), risulta alterato ed enormemente accelerato nonché
seguito da una significativa fermentazione di acido lattico all’interno del liquido cellulare (il citoplasma), piuttosto
che dalla normale ossidazione del piruvato; ciò è stato definito come il cosiddetto effetto Warburg.
Queste cose sono contenute in qualsiasi testo accademico, pertanto è abbastanza rammaricante notare l’ennesima
accusa verso le solite grandi lobbies che terrebbero tutti all’oscuro di tutto.
 

 
Al giorno d’oggi sappiamo che tutto ciò non è una causa bensì una conseguenza del tumore, dovuta alla
proliferazione incontrollata delle cellule tumorali che portano quindi, in soldoni, ad una carenza di ossigeno, con
conseguente accelerazione forzata della glicolisi e ricorso alla fermentazione lattica. Ciò porta come in una
reazione a catena ad un abbassamento del pH intracellulare che diviene così acido. È questo a comportare
l’acidificazione, in ultima istanza, delle cellule tumorali, non l’acidosi del sangue, pertanto non si può nemmeno
definirla come lo stimolo ad un “meccanismo di difesa”, essendo a posteriori. Sarebbe come dire che
l’industrializzazione selvaggia è un meccanismo di difesa verso lo scarico dei liquami nei fiumi.
Ad ogni modo, non fu per la scoperta della “causa” del cancro che Warburg ricevette il Nobel, ma per quella sugli
enzimi respiratori e lo dice lo stesso istituto Nobel.
Piuttosto, lo scienziato ipotizzò a parte che il principale meccanismo nella formazione di un tumore consistesse
proprio in questa modifica del metabolismo, eventualmente dovuta ad un danneggiamento dei mitocondri. Che
avesse scoperto la causa primaria del cancro è una formulazione arbitraria di chi ha steso questa catena di S.
Antonio, col chiaro intento di diffondere un punto di vista polemico verso la medicina ufficiale. Che non si è
affatto fermata a raccogliere soldi dalla gente, bensì, assieme alla biologia molecolare, alla genomica, alla
patologia e alla citologia ha fatto passi da gigante nel comprendere cosa c’è dietro il cancro, i perché e cosa si può
fare per combatterlo.
La biologia insomma descrive l’insorgenza di un tumore a partire da un’alterazione dei meccanismi di controllo
della divisione cellulare, del differenziamento cellulare, della morte cellulare e della cosiddetta trascrizione del
DNA. Le cause scatenanti un tumore sono talmente articolate che semplicemente non ha senso parlare di una
singola “causa primaria”, perché ne esistono in realtà molteplici spesso agenti in sinergia. Se siete medici o
biologi, uno dei fattori di trascrizione più noti è la famigerata proteina P53, che nelle discussioni di laurea
triennale viene scelta quasi ad ogni seduta, tanto è nota nonostante i complottismi sugli studi biomedici. Una
mutazione nei geni che regolano la produzione di questa proteina scatena tutta una serie di conseguenze poco
piacevoli per la cellula.
Esistono anche tantissime classi diverse di composti mutageni o cancerogeni, come anche gli oncovirus.
Il sito dell’AIRC ha una sezione con tutte le informazioni esposte in maniera semplice e chiara su cosa è il cancro.
Passiamo anche alle frasi riportate direttamente come proprie di Warburg. Facendo una rapida e superficiale
ricerca su Google, le uniche fonti che trovo a riguardo sono lo stesso testo, quindi ben poco attendibile. Proviamo
allora ad analizzare direttamente il contenuto di alcune di esse, perché è come al solito stato distorto da chi ha
diffuso le informazioni:
“La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche
l’altro”.
“Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”.
Quasi sicuramente si tratta di frasi estrapolate da un contesto e che quindi andrebbero interpretate, andando ad
assumere una sfumatura di significato diversa negli intenti di Warburg. La prima, per esempio, farebbe riferimento
al discorso sopra citato della reazione a catena, lo stesso testo dice che la mancanza di ossigeno causa un ambiente
acido. La seconda se presa letteralmente non avrebbe senso.
Ma messe così nel testo non fanno che diffondere idee sbagliate nei lettori, che poi le interpretano a loro modo (o
magari con una tendenza suggerita dallo stesso testo e dagli ambienti che lo pubblicano) andando a sviluppare
considerazioni fuorvianti, come quelle che vedremo dopo.
Prima di passare a queste riassumiamo cosa voglia dire acido o basico, ma se volete potete saltare il prossimo
paragrafo.
Effettivamente nel ‘700, appena scoperto, si riteneva che l’ossigeno fosse la sostanza costituente gli acidi (il nome
oxys + genos significa questo per l’appunto), ma di acqua ne è passata sotto i ponti e si è scoperto che le cose sono
un attimino diverse.
I chimici noteranno benissimo che queste frasi, prese nude e crude cosi (e magari citate a pappagallo da qualche
profano che però non sa bene di cosa sta parlando) non corrispondono affatto alle definizioni di acido o
di base (alcalino). Nella definizione più usata scolasticamente, quella formulata da Brønsted e da Lowry, un acido
è una sostanza capace di donare un protone, cioè usando un linguaggio più tecnico uno “ione H+” (dell’idrogeno,
composto normalmente da un protone ed un elettrone ma a cui in questo caso manca un elettrone) ad un’altra
molecola, mentre viceversa una base è una sostanza capace di accettarlo. Nella definizione più tecnica di Lewis,
un acido è una sostanza capace di accettare una coppia di elettroni, una base una capace di donarli. In tutto ciò non
c’entra una beneamata mazza che un acido “respinga l’ossigeno”. Se ne deduce anche che non è una condizione
assoluta ma può variare, una stessa sostanza si può comportare da acido in determinate condizioni e da base in
altre.
Fondamentale è la misura del pH per avere una valutazione dell’acidità di un composto, in questo caso
dell’interno di una cellula.
Naturalmente quanto appena detto non significa che l’ossigeno non si possa ritrovare in qualche punto del
discorso. Ma all’interno dell’organismo, l’equilibrio fra una condizione acida e una alcalina (nelle cellule, negli
organi, nel sangue) è ancora più complicato di quanto potrebbe sembrare dal testo, il ruolo dell’ossigeno è più
raffinato e coinvolge vari meccanismi di feedback e di controllo, come l’effetto Bohr.
Per questo Warburg sicuramente, se leggesse il testo che presume di riportarlo, lo troverebbe grossolano e
fuorviante come minimo.

Passiamo ad un’altra frase da rivedere: “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.” Se
Warburg l’ha detta esattamente così, sicuramente intendeva dire che i tessuti sani sono relativamente alcalini
rispetto a quelli tumorali, o quanto meno lievemente alcalini. Messa così, la frase lascerebbe supporre che il
problema è solo l’acidità, non ne ha la basicità, un tessuto sano potrebbe benissimo avere un pH di qualsiasi
valore superiore a 7 in quanto alcalino, la basicità sarebbe condizione salutare contrapposta all’acidità che è
negativa e propria dei tumori. E sicuramente chi ha citato a sproposito Warburg ha inteso questo.
Bisogna dedurre ciò? Ovviamente no: oltre all’acidosi citata dal testo, esiste anche la condizione inversa
chiamata alcalosi, in cui per l’appunto il pH si alza troppo, comportando danni a suo modo.
Infatti il problema in un abbassamento del pH non è l’acidità di per sé ma la variazione dello stesso, che deve
essere situato all’interno di un intervallo preciso (i.e. nel sangue 7.35 < pH < 7.45) per operare al massimo
dell’efficienza. Oltre ad essere più fine di quanto proposto, il pH intracellulare, addirittura, può anche abbassarsi
ancora un po’, risultando non poi così alcalino come sembrerebbe dal testo, proprio per via dei normali processi
metabolici che avvengono all’interno della cellula. Chi lo ha scritto ha confuso bellamente il pH intra- ed
extracellulare, oltre ad aver ignorato la regolazione dell’equilibrio acido-base.
Eppure il sito originale mostra un’immagine sbagliatissima:
Potete constatare benissimo, stando a questa immagine presente sul sito (sempre che non la rimuoveranno dopo
che gli ho segnalato la cosa) un pH superiore a 8, addirittura di 10 o 14, equivale a “salute” per costoro. Vorrebbe
dire che assumere soda caustica farebbe bene, sempre basandosi su ciò.
Warbug si rivolterebbe nella tomba vedendo un’immagine del genere, ma il problema non è meramente
“intellettuale” ma più profondo.
Queste idee distorte e fuorvianti si diffondono, poi in buonafede le persone più suggestionabili ci credono.
Possono far danni, se pensate che ognuno abbia diritto ad esprimere la propria opinione. Pensiamo per esempio
al caso di Aysha, che smise l’insulina perché una santona disse che la medicina ufficiale nascondeva la cura per il
diabete.
Il nostro organismo è una sofisticata macchina capace di mantenere (a meno di ingurgitare acidi o basi molto forti
come l’acido cloridrico o la soda caustica) stabile questo equilibrio, tramite dei sistemi tampone come quelli sopra
citati nell’equilibrio acido-base. Si tratta di meccanismi di controllo tanto delicati quanto efficaci ed efficienti. Se
non ci fossero, basterebbe molto poco per non poter più vivere. Più in là ho inserito un link che illustra ancora più
cristallinamente come questi meccanismi di controllo rendano inesatti i contenuti di questo testo, ma ci
arriveremo.
Abbiamo quindi stabilito che non è l’acidità in quanto tale il problema, ma la variazione di pH, pertanto anche una
condizione alcalina potrebbe benissimo risultare nociva.
Perché abbiamo dovuto specificare tutto ciò, se prima stavamo parlando delle cause del cancro?
Proseguiamo nella lettura del testo:
IMPORTANTE: Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di
proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o
alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia.
Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno
da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro. È importante sapere come gli alimenti acidi e
alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un
ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7).
In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45.
Se il pH del sangue di una persona è inferiore 7, va in coma.

*lista di cibi acidificanti*


[vedere sotto] Il sangue si ‘autoregola’ costantemente per non cadere in acidosi metabolica, garantire
il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi
minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già
citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo.
Dobbiamo tener conto che con il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte
al giorno, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.

Ecco perché ho aperto una parentesi sulla chimica e sulla definizione di acido e di base. Questa parte del testo è
infatti fuorviante e faziosa, paventando esclusivamente gli effetti dannosi dovuti ad un’acidificazione del sangue.
Viene anche riferito che esiste un meccanismo di regolazione del sangue atto ad evitarne un’acidificazione, e i cibi
che potrebbero acidificarlo. Ma di un’eccessiva alcalinizzazione invece? Vi sarebbe ugualmente un buon
funzionamento del metabolismo cellulare? Non esistono sistemi di controllo per un pH che si alza troppo invece?
Probabilmente chi ha scritto il testo se ne è semplicemente dimenticato perché voleva soffermarsi sui collegamenti
fra un pH acido e il cancro, ma (involontariamente?) questa focalizzazione fra le righe suggerisce l’idea che il
male sia l’acidità mentre l’ambiente basico sia senz’altro benefico.
Il testo vuole in sostanza accusare l’acidosi e quei cibi che dovrebbero “acidificare” il corpo. Certo che possono
dare problemi, ma non sono le sole cause di problemi.
Come abbiamo visto sopra il punto non è la sola acidità di per sé il vero problema, ma l’alterazione dell’equilibrio
acido-base. Non ci vuole molto a capire che non ha senso prendersela con un estremo per la sua tendenza se si
trascura anche l’altro, è un atteggiamento parziale.
L’acidosi così come l’alcalosi sono condizioni di squilibrio che richiedono di essere risolte per non incorrere in
complicazioni, attuare una certa retorica utilizzando un tal modo di esporre la questione conduce a conclusioni se
non potenzialmente erronee quantomeno incomplete.
Vediamo poi quali cibi vengono messi alla gogna:
GLI ALIMENTI CHE ACIDIFICANO IL CORPO:
* Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza
grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). Il suo pH è
di 2,1 (molto acido)
* Carne. (Tutti i tipi)
* Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
* Il sale raffinato.
* Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
* Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
* Margarina.
* Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
* Alcool.
* Tabacco.
* Antibiotici e medicina in generale.
* Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)
* Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.

GLI ALIMENTI ALCALINIZZANTI:


* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione
è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto
equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.
* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha
un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti – non fatevi ingannare dal sapore
acidulo) * I frutti producono abbastanza ossigeno.
* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.
* I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi,
tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne
qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
*Il miele è altamente alcalinizzante.
* La clorofilla: le piante sono fortemente alcaline. (In particolare aloe vera, noto anche come aloe)
* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione
principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il
Dott. Feydoon Batmanghelidj.
* L’esercizio ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita sedentario usura il corpo.”

Nonostante un’apparenza salutistica di questi consigli, con indicazioni giustissime e sacrosante come l’evitare il
fumo, l’alcool o il condurre (alla fine) una sana attività fisica, constatiamo che in realtà il fine di tutto è puntare
l’indice verso la carne (“tutti i tipi” non vengono risparmiati), gli alimenti conservati, i carboidrati (ma quel valore
di pH è inventato), addirittura qualsiasi cibo cotto (la cottura è però una pratica importantissima per rendere
commestibili molti cibi, persino svariate verdure e ortaggi risulterebbero tossiche se non venissero cucinate, come
le patate o i fagioli), nonché la “medicina in generale”. Questi sono estremismi.
Eppure, è grazie alla medicina con le sue cure e le sue scoperte, all’uso del fuoco per cuocere ecc. se possiamo
permetterci al giorno d’oggi di vivere nel benessere, nel comfort di casa propria con un’aspettativa di vita di 80
anni, senza dover far fronte alla fame e alle malattie che si affrontavano nell’epoca antica quando tutto ciò non era
disponibile. Attenzione, ciò naturalmente non vuol dire di giustificare gli eccessi, come il riempirsi di grassi
salami, o mangiare dolci pieni di zucchero a profusione, andando incontro a obesità e tanti altri problemi. C’è
differenza fra i consigli del WHO o dell’AIRC, che raccomandano moderazione nel consumo di questi alimenti, e
il calunniare la “medicina ufficiale”.
In pratica secondo il testo bisognerebbe mangiare solo verdure crude, i frutti vanno bene perché “producono
abbastanza ossigeno” (e non per i contenuti in zuccheri, minerali, vitamine e quant’altro) così come l’acqua (non
per altro).
Sicuramente questo testo verrà sbandierato da tutti coloro che hanno preso alla lettera informazioni erronee su cibi
di origine animale, o da tutti coloro che vedono il male dietro le case farmaceutiche e l’ordine dei medici, e per i
quali servirebbe una serie di articoli a parte per discutere delle loro posizioni.

Non è tutto sbagliato però.


Stimabilissima è la frase finale: uno stile di vita sedentario usura il corpo. Sarebbe da stampare e appendere in tutti
i centri benessere, studi medici, scuole, palestre e quant’altro. Però l’attività fisica comporta anche una
temporanea acidificazione del tessuto muscolare, il testo quindi si contraddice nuovamente nella sua tesi
sconnessa ed imprecisa.
Ma nel complesso si lascia troppo spazio alle pseudoscienze ed è facile che ciò porti a derive evitabili.
Viene poi citato tal dottor Fereydoon Batmanghelidj, che sostiene che la causa di ogni patologia è la disidratazione
e che bere acqua è la cura per una vasta gamma di malattie… incluse quindi tubercolosi, diabete, depressione,
infarto, leucemia e tossicodipendenza. Non proprio qualcuno che può dare attendibilità ed autorevolezza alle
proprie considerazioni, insomma. Ma capisco che chi non conosce queste malattie e come funziona il corpo
umano, né ha la voglia di studiare e approfondire le proprie conoscenze (ragion per cui si affida ciecamente al
dispensatore o venditore di verità di turno), possa rimanere stupito da tutti questi paroloni collezionati alla rinfusa
e pensare “ommioddio, ma sarà vero??? quante cose si scoprono! che infame il sistema!”.
Per quanto riguarda i fraintendimenti più in generale sulla dieta alcalina, su Medbunker a c’è una spiegazione
esaustiva ed esauriente sul perché sia una bufala pensare di alcalinizzare i tessuti per curare i tumori.
Da notare comunque che fra le righe qualcosa di giusto riesce a filtrare: si raccomanda una maggiore attenzione
verso ciò che si assume e si sconsigliano abitudini dannose come quelle già dette. Peccato che il senso
complessivo del discorso in realtà non sia questo, e peccato che ciò finisca per legittimare anche le sentenze
inaccettabili. Si mescolano verità stimabili e falsità discutibili, col rischio che o le falsità verranno prese per
buone, o (forse anche peggio) le verità perderanno di credibilità. Bisogna pensarci prima di lanciare proclami.
Per fortuna il testo cerca di risollevarsi dicendo vagamente che comunque un minimo di cibo “acidificante” serva,
ricordando curiose paradossali proprietà alcalinizzanti del succo di limone e affermando successivamente:
L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente,
evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.
Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.
Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i
prodotti più nocivi.

Questa è una frase moderata e giustamente equilibrata, che può benissimo essere condivisa su di un sito di salute,
di nutrizione, di benessere o di medicina. Si parla semplicemente di evitare eccessi e abusi soprattutto di composti
raffinati, e mantenere un generale equilibrio. Sono queste le paroline magiche: equilibrio, eccesso, abuso. Non è
mangiare carne o assumere prodotti della farina a fare male, è il loro abuso. Significativamente, anche il solo
mangiare quasi esclusivamente verdura cruda e frutta senza nient’altro non sarebbe salutare per la salute, ciò viene
colpevolmente dimenticato dai salutisti “alternativi”.
Ma allora tutti questi giri di parole e queste corbellerie nel testo solo per ribadire una tale ovvietà?
Proseguiamo intanto nella lettura:
Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile.”
Il Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente:
“Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità
nel corpo.”
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile, per il cancro, comparire in una persona
che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che
eviti i cibi che producono acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini
alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.
Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”. “Invecchiamento, mancanza
di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali,
arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”.
Il Dr. Theodore A. Baroody ha scritto, nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die):
” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie, ciò che conta è che essi provengono tutti
dalla stessa causa principale: molte scorie acide nel corpo”
Dr. Robert O. Young ha detto:
“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede
una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti
tossici di quelli che è in grado di eliminare, allora le malattie si manifestano.”

Questo passaggio è inquietante. Visto il precedente risultato non mi sono messo a cercare le fonti originali delle
frasi citate, ma ammettiamo siano vere.
Sorvoliamo sulla sconcertante leggerezza di Crile, che non credo abbia potuto ricollegare all’acidosi tutti i suoi
interventi chirurgici o un semplice anziano morto di vecchiaia.
Sulle cause del cancro ho già accennato prima, quindi è inutile ripetersi; però ritengo significativo ricordare che
anche gente che conduce una vita sana e rigorosa, come uno sportivo, può contrarre il cancro. Un esempio recente
è Abidal, ma il più noto è forse Steve Jobs.
Se fosse vero che il cancro non si contrae, perché è solo questione di alimentazione, allora vorrebbe dire che chi si
fosse trovato nel nocciolo di Chernobyl non avrebbe dovuto temere niente, gli sarebbe bastato bere molta acqua e
mangiare un sacco di verdura cruda, non avrebbe rischiato linfomi (aggiornamento, c’è chi consiglia l’insalata per
la fibrosi cistica, che è una malattia genetica).
Tutto ciò è poco rispettoso verso chi ha sofferto, chi ha perso e chi attualmente ancora lotta contro il cancro.

Mencken era un giornalista, non certo un medico, a meno che si tratti di un omonimo. Anche qui, dubito che con
una dieta alcalina si avrebbe l’eterna giovinezza o si eviterebbero i calcoli pur bevendo acqua salata e non
orinando mai.
La frase di Baroody, a sua volta, è offensiva verso tutti coloro che hanno contratto infezioni debilitanti,
compromettenti o mortali. Andiamolo a ripetere a chi ha patito malattie come il vaiolo o la poliomielite, e a chi si
è impegnato per combatterle con i vaccini (eppure, c’è anche fra gli alternativi “salutisti” e “naturalisti” anche chi
sostiene siano inefficaci se non dannosi, per qualche complotto da parte delle case farmaceutiche). Lo stesso
dicasi per Young. Entrambi due sostenitori di medicina alternativa che hanno ricevuto delle riserve, ma non
divaghiamo.
E LA CHEMIOTERAPIA? La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto, che ricorre alle riserve
alcaline dell’organismo, per neutralizzare l’acidità, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e
potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli. Per questo motivo osserviamo
tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e, tra le altre cose, la caduta dei capelli.
Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte. Niente
di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi:
industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che
esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che
questo sia pubblicato. Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono
un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto. Più le persone sono
malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto
cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare. Quanti di noi hanno sentito la notizia
di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …” No, non poteva!

“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”. (Ippocrate, il padre della medicina)

I soliti giochi retorici sulle maligne industrie farmaceutiche che sponsorizzerebbero il cancro dalla Torre di
Mordor per lucrarci con la chemio. Il discorso è stato già spiegato e illustrato da quell’ottimo medico divulgatore
che è Salvo Di Grazia dal suo blog MedBunker, di cui vi consigliamo la lettura:
Il cancro oggi – cosa dicono le statistiche 1
Il cancro oggi – cosa dicono le statistiche 2
Quello che i ciarlatani non dicono 1
Quello che i ciarlatani non dicono 2
Quello che i ciarlatani non dicono 3
Direi che possiamo finirla qui, visto che è un discorso che è stato analizzato in lungo e in largo in ogni dove.
Naturalmente, approfittiamone per ricordare che una dieta equilibrata, in cui non si abusa di determinati cibi,
nonché una salutare pratica fisica e l’evitare vizi nocivi per l’organismo, sono importantissimi per mantenere il
corpo in salute e per prevenire molte condizioni di stress fisiologico o patologia. Uno stile di vita sano, in cui
puntare al massimo e cercare il benessere sia fisico che mentale e psicologico (stare bene con sé stessi aiuta
MOLTISSIMO) è un obiettivo importante e lodevole da conseguire.
Questo, fra le righe del testo, è condivisibile nel pensiero di chi ha scritto tal “articolo” che per il resto è ben poco
scientifico e assai discutibile.
Bibliografia per approfondimenti:
•Fondamenti di biochimica – D. Voet, J. G. Voet
•Chimica organica – Brown, Foote e Iversen
•Biologia molecolare della cellula – Bruce Alberts et al.
•Principi di fisiologia generale – C. Casella, V. Taglietti
farina di soia -31.4
soia farina -31.4
zenzero spezia -24.1
foglie di rapa -19.6
barbabietole rosse -18.8
patatine in sacchetto -15 (es. patate e sale sono ok entro una certa misura, ma la frittura è avversa e crea acidità)
fecola di patate -14
prugne secche -13.4 (sconsigliato)
bieta -12
datteri secchi -12 (sconsigliato)
uva secca -12 (sconsigliato)
datteri freschi -11.9 (sconsigliato)
spinaci -11.8
salsa chili messicana -11.2
prezzemolo -11.1
cacao amaro in polvere -9.9
avocado -8.6
cicoria -8.3
funghi coltivati -8.3
castagne -8.2
cavolo nero  -8
zenzero radice -7.9
patate arrosto -7.5
finocchi -7.3
ketchup -7.2 (sconsigliato)
fagioli rossi -7
patate fritte -7 (sconsigliato)
patatine fritte -7 (sconsigliato)
alghe marine -6.7
patate -6.5
patate novelle -6.5
fagioli cannellini -6.3
fichi d'india -6.3
broccoletti di rapa -6.2
cioccolato fondente -6.1
fagioli borlotti -6
insalata indivia -6
scarola -6
conserva di pomodoro -5.9
topinambour -5.8
kiwi -5.6
banana -5.5
papaia -5.5
erbette -5.4
ribes -5.2
cavoli di bruxelles -5.1
melone d'estate -5.1
fagioli -5
patate bollite -5
peperoncini piccanti -5
sedano -5
pomodori passata -5
cavolo cappuccio verde -4.9
fichi -4.9
nespole -4.9
carote -4.8
radicchio rosso -4.7
radicchio verde -4.7
cavolini di bruxelles surgelati -4.5
melone d'inverno -4.5
ravanelli -4.4
albicocche -4.3
cavolo cappuccio rosso -4.3
fiori di zucca -4.3
funghi porcini -4.3
insalata lattuga -4.3
pomodori da insalata -4.1
pomodori maturi -4.1
pomodori pomino -4.1
cavolfiore -4
cavolo broccolo verde ramoso -4
cacao solubile dolce -3.9
lattuga a cappuccio -3.9
lattuga da taglio -3.8
succo multivitaminico ACE -3.8
arance rosse spremuta -3.7
mele cotogne -3.7
amarene -3.6
arance -3.6
broccoli -3.6
ciliegie -3.6
funghi coltivati cotti -3.6
funghi ovuli -3.6
pomodori pelati in scatola -3.6
sushi nori -3.6
rucola -3.6
rughetta -3.6
zucca gialla -3.4
carciofi -3.3
cardi -3.3
fagiolini -3.3
fagiolini finissimi -3.3
mango -3.3
verza -3.3
clementine -3.2
melagrane -3.2
peperoni -3.2
porro -3.2
rape -3.2
zucchine -3.2
cannelini -3.1
mandaranci -3.1
mandarini -3.1
minestrone o passato di verdure -3.1
pesche -3.1
weetabix -3.1
crackers alla soia -3
minirock noir enerzona -3
minirock enerzona -3
fragole -2.9
soia lessata -2.9
anguria -2.9
cocomero -2.9
spremuta di arance rosse -2.8
succo di pompelmo -2.8
ananas -2.7
cachi -2.7
cocco -2.7
pompelmo -2.7
uva -2.7
spirulina -2.7
aglio -2.6
prugne -2.6
ananas in scatola -2.4
lamponi -2.4
sedano rapa -2.4
aceto di mele -2.3
cetrioli -2.3
limoni -2.3
succo di frutta pesca -2.3
asparagi di bosco -2.2
asparagi di campo -2.2
asparagi di serra -2.2
pere -2.2
vino rosso -2.2
cipolle -2.1
cipolline -2.1
cipolline sotto aceto -2.1
sottoaceti -2.1
aceto balsamico -2.1
melanzane -2
vellutata crema verdure enerzona -2
vellutata crema funghi enerzona -2
zuppa verdura shape -2
budino alla cioccolata -1.9
mele -1.9
nocciole -1.9
asparagi in scatola -1.8
mele deliziose -1.8
mele golden -1.8
mele granny smith -1.8
mele imperatore -1.8
mele renette -1.8
vino da dessert dolce -1.8
vino da dessert secco -1.8
vino rose -1.8
lime  -1.7
cipolle borettane agrodolce -1.6
aceto di vino -1.5
marmellata -1.5 (sconsigliato)
caffe -1.4 (senza zucchero e valore probabilmente riferito ai chicchi)
crema di nocciole e cacao -1.4
crema novi -1.4 (sconsigliato)
broccoli surgelati -1.4
gnocchi di patate -1.4
nutella -1.4 (sconsigliato)
marmellata diet -1.2 (sconsigliato)
olive nere -1.2
olive verdi -1.2
vino bianco -1.2 (sconsigliato)
mirtilli -1
miele -0.9
miele millefiori -0.9
aranciata -0.7 (sconsigliato siamo perplessi su questo valore, forse inteso come succo d'arancia?)
capperi -0.7
caffe in polvere -0.6 (sconsigliato)
creme caramel -0.6 (sconsigliato)
fagioli di soia cotti al vapore -0.6
gelato soia -0.6
germogli di soia -0.6
cioccolato al latte -0.5 (sconsigliato)
latte - di capra -0.5
latte - di vacca parzialmente scremato -0.5
latte - di vacca scremato -0.5
budino soia -0.4
budino vaniglia -0.4
yogurt di soia -0.4
fave sgusciate -0.3
mais in scatola -0.3
te -0.24
birra -0.2 (sconsigliato come tutti gli alcolici, il PRAL non considera l'alcol quindi aggiungete pure un +10)
gelato fior di latte -0.2
margarina -0.2
olive all'ascolana -0.2
birra doppio malto 0
birra light 0
biscotti per l'infanzia -0,7
dadi da brodo 0
fave secche 0
fruttosio 0
latte - condensato zuccherato 0
latte di mandorle 0
latte uht bio parzialmente scremato 0
latte uht parzialmente scremato 0
maionese light 0
olio di oliva 0
olio di semi vari 0
ovomaltina 0
strutto 0
tofu morbido 0
zucchero 0 (sconsigliato tutti gli zuccheri producono acidità quindi sarebbe da aggiungere un +20 in questo caso)
zucchero di canna 0 (sconsigliato tutti gli zuccheri producono acidità quindi sarebbe da aggiungere un +20 in questo caso)
fruttosio 0 (sconsigliato tutti gli zuccheri in forma libera producono acidità quindi sarebbe da aggiungere un +20 in questo caso)
fruttosio 0 (sconsigliato tutti gli zuccheri in forma libera producono acidità quindi sarebbe da aggiungere un +20 in questo caso)
senape 0
yogurt - aromatizzato con frutta 0.1
yogurt - da latte parzialmente scremato 0.1
yogurt - da latte scremato 0.1
yogurt intero vitessa albicocca 0.1
yogurt 0.1
yogurt magro 0.1
yogurt naturale 0.1
actimel 0.2
latte - di vacca intero 0.2
torrone alla mandorla 0.2
yogurt - da latte intero 0.2
yogurt magro alla frutta 0.2
ceci 0.3
ciccioli 0.3
lardo 0.3
piselli 0.3
biscotti con panna 0.4
coca cola 0.4 (sconsigliato tutti gli zuccheri in forma libera producono acidità quindi sarebbe da aggiungere un +20 in questo caso)
orzo perlato 0.4
burro 0.5
gelato cremino 0.5
gelato alla frutta 0.6
gelato alle creme 0.6
latte soia 0.6
latte valsoia 0.6
panna 0.6
soia drink enerzona 0.6
gelato cornetto 1
maionese 1
salsa rosa 1
fave 1.1
biscotti gocciole 1.2
biscotti cereali fibre 1.2
biscotti macine 1.2
biscotti novellini 1.2
biscotti oro ciok 1.2
biscotti prima colazione 1.2
biscotto con cioccolato 1.2
wafer 1.28
pane 5 cereali e soia 1.5
muesli enerzona 1.5
mousse magra 1.6
biscotti fibre 1.8
fiocchi di soia 1.8
biscotti wafers 1.9
pasta e fagioli 2
pistacchi 2
ragu 2
barretta al cioccolato shape 2
lenticchie 2.1
uova di gallina : albume 2.1
crema di caffe 2.3
mousse stracciatella 2.4
dessert choco 2.4
mascarpone 2.4
farina di mais 2.6
cornflakes 2.8
latte - di pecora 2.9
miglio 2.9
instant meal cocco 3 blk enerzona 3
tofu basilico 3
tofu compatto 3
enervit cioccolato cereali 3
shake complete 3
barretta arancia 1 blk enerzona 3
barretta cacao 1 blk enerzona 3
barretta cioccolato 2blk enerzona 3
snack cocco 1 blk enerzona 3
barretta frutti rossi 2 blk enerzona 3
barretta nocciola 2 blk enerzona 3
snack melaverde 1 blk enerzona 3
mandorle 3.1
mandorle sgusciate 3.1
mortadella di bovino e suino 3.1
cannoli alla crema 3.2
carne in scatola 3.2
creakers di segale 3.3
lumaca 3.3
pane di segale 3.3
pane olive 3.5
cannelloni 3.6
pasta all'uovo 3.6
brioche grande 3.8
brioche marmellata 3.8
brioche piccola 3.8
frollini avena enerzona 3.8
farina di riso 3.9
pan carre 3.9
pane al latte 3.9
pane azzimo 3.9
pane bianco 3.9
pane di tipo 0 3.9
pane di tipo 00 3.9
pane di tipo 1 3.9
panini all'olio 3.9
philadelphia 3.9
piadina 3.9
fusilli integrali 4
instant meal ciocc. 3 blk enerzona 4
instant meal fragola 3 blk enerzona 4
pangermoglio alle uvette 4
pasta di semola 4
savoiardi 4
nutrition bar 1 pasto enerzona 4
snack cioccolato amarena 1 blk enerzona 4
soia 4
spaghetti di soia 4
chips enerzona 4
minirock lemon enerzona 4
bar tiramisu 2blk enerzona 4
barretta vaniglia 2blk enerzona 4
snack ciocco menta 1blk enerzona 4
snack cheese cake 1blk enerzona 4
snack caramel 1blk enerzona 4
omega 3 RX enerzona 4
crackers rosmarino enerzona 4
crackers mediterraneo enerzona 4
snack cacao 1blk enerzona 4
snack vaniglia 1blk enerzona 4
snack arancia ciocc 1 blk enerzona 4
snack yogurt 1blk enerzona 4
frollini cocco enerzona 4
frollini cacao enerzona 4
frollini nocciola enerzona 4
shake vaniglia shape 4
pasta sfoglia 4
salsa di soia 4.2
schiacciatine pizza 4.2
riso 4.3
riso bio superfino parboiled 4.4
riso carnaroli 4.4
brioche crema 4.5
riso vialone nano 4.5
pane integrale 4.8
fette biscottate 4.9
panettone 5
pasta fusilli enerzona 5
popcorn 5
wasa fibres 5
hamburger vegetale 5.1
veggie burger 5.1
lupini ammollati 5.3
acciuga o alice 5.4
philadelphia light 5.4
polpo 5.4
noci fresche 5.6
trippa di bovino 5.6
trippe 5.6
freselle integrali 5.7
salsiccia di suino 5.8
wurstel 5.8
salmone 5.9
semola 5.9
pavesini 6
ricotta di pecora 6.2
ricotta di vacca 6.2
cernia 6.3
fiocchi d'avena 6.3
salsiccia di suino fresca 6.3
capellini 6.5
pasta 6.5
pasta glutinata 6.5
torta margherita 6.5
farina di segale 6.6
grissini 6.6
rane 6.7
farina di frumento tipo 0 6.9
noodles 7
pasta integrale 7
spaghettini 7
acciuga sott'olio 7.2
aringa affumicata 7.3
cracker non salati 7.3
crackers integrali 7.3
crackers salati 7.3
spigola 7.3
burro di arachidi 7.4
riso bio arborio integrale 7.5
aringa marinata 7.6
stoccafisso ammollato 7.6
tortillas 7.6
mortadella di suino 7.7
gallette di riso 7.8
miglio decorticato 7.8
pizza con pomodoro 7.8
dentice 7.9
maiale magra 7.9
ravioli di carne 7.96
jocca 8
oca 8,4
polenta 8
polenta taragna 8
vitellone - grassa 8
fette biscottate integrali 8.1
fette biscottate integrali 8.1
noci dell'amazzonia 8.1
castrato 8.2
arachidi 8.3
formaggio fresco 8.3
fiocchi di latte cottage cheese 8.3
fior di latte 8.3
sgombro 8.4
maccarello 8.4
uovo di tacchino 8.4
farina d'orzo 8.5
ricotta magra 8.5
seitan 8.5
seitan precucinato 8.5
seitan affettato 8.5
uova di anatra 8.5
baccala secco 8.6
merluzzo filetti 8.6
sgombro in olio di oliva 8.6
pinoli 8.7
salsiccia di suino secca 8.7
triglia 8.9
uovo di oca 8.9
rombo 9
seitan alla piastra 9
spaghetti integrali 9
vitellone - semigrassa 9
aringa salata 9.1
pesto 9.1
zampone 9.1
spalla cotta sgrassata 9.2
calamaro 9.4
speck 9.5
uova di gallina : intero 9.5
kellog's special k 9.7
luccio 9.7
sarago 9.8
baccala ammollato 9.9
cuore di bovino 9.9
farro 9.9
latte - in polvere scremato 9.9
merluzzo 9.9
nasello 9.9
razza 9.9
stoccafisso secco 9.9
creakers di amaranto 10
tonno filetti al naturale 10
vitello 10
vitellone - magra 10
caviale 10.1
tonno al naturale 10.1
tonno naturale cotto a vapore 10.1
tortellini freschi 10.1
tortellini secchi 10.1
coniglio frattaglie 10.2
coniglio grassa 10.2
rene 10.2
cefalo muggine 10.3
anguilla di fiume 10.5
anguilla di mare 10.5
lingua di bovino 10.5
lingua salmistrata 10.5
tinca 10.5
trota 10.5
trote eviscerate 10.5
avena decorticata-sgusciata 10.7
salmone affumicato 10.7
crostata con marmellata 10.8
latte - in polvere intero 10.8
salame milano 10.9
salame nostrano 10.9
salame ungherese 10.9
cotechino 11
cotechino cotto 11
fesa di tacchino 11
pastorella 11
bastoncini di pesce 11.1
quark formaggio fresco 11.1
feta 11.2
ostrica 11.2
tacchino coscia 11.2
tacchino fesa 11.2
tacchino petto 11.2
scaloppine 11.3
sogliola 11.3
agnello costolette 11.6
coppa 11.6
alici sotto sale 11.7
aringa 11.7
farina d'avena 11.7
prosciutto crudo 11.8
capretto 12
capriolo coscia 12
capriolo schiena 12
cervello 12
gorgonzola 12
manzo grassa 12
manzo lessato 12
manzo noce 12
manzo semigrassa 12
orata 12
palombo 12
pesce spada 12
piccione giovane 12
quaglia 12
quartirolo lombardo 12
sarda sardine fresche 12
pollo al forno 12.2
pollo allo spiedo 12.2
pollo coscia 12.2
pollo grigliato 12.2
certosa 12.4
crescenza 12.4
gallina 12.4
invernizzina 12.4
vongole 12.5
faraona coscia 12.6
manzo fesa 12.8
fesa di tacchino cotta 12.9
seppia 12.9
anatra domestica 13
camembert 13.1
dolce verde 13.1
kellog's all bran 13.1
prosciutto cotto 13.1
gambero 13.2
maiale bistecca 13.3
maiale coscia 13.3
aragosta 13.4
agnello 13.5
salmone in salamoia 13.6
fagiano 13.9
manzo filetto 14
tonno 14.1
cavallo 14.2
sgombro sott'olio 14.3
manzo magra 14.8
tonno in olio di olive 14.9
tonno sott'olio 14.9
cozza o mitilo 15
formaggio quark light 15
galbanino 15
hamburger 15
latteria 15
pizza pomodoro e mozzarella 15
prosciutto cotto magro 15
prosciutto cotto senza grasso 15
prosciutto crudo affumicato 15
prosciutto crudo magro 15
prosciutto crudo senza grasso 15
scamorza 15
stracchino 15
taleggio 15
tomino fresco 15
coniglio semigrassa 15.1
pollo petto 15.4
belgioioso 15.6
belpaese 15.6
faraona petto 15.6
bresaola 15.7
bresaola di cavallo 15.7
caciocavallo 15.7
caciotta di pecora 15.7
caciotta toscana 15.7
caciottina fresca 15.7
alici 15.9
alici sott'olio 15.9
coniglio magra 16.2
fontina 16.5
formaggio bel paese 16.5
sottilette 16.5
tacchino fesa - cotta 16.5
lepre coscia 16.7
crusca 16.9
carpa 17.1
provolone 17.4
sgombro filetti 18
uova di gallina : tuorlo 18.1
asiago 19.4
mozzarella 19.9
sottilette light 20
emmenthal 21
pecorino 21
dolcifette leerdammer 21.3
groviera 21.3
leerdammer dolcifette 21.3
lievito di birra 21.5
cheddar 22.6
fegato di bovino 24.6
pancetta di maiale 25
proteine uovo enerzona 25
formaggino 27.3
grana 27.8
parmigiano 27.8
proteine siero latte 90 45.7
proteine siero latte 80 47
proteine whey 90% enerzona 47
proteine soia 90% enerzona 63
enerzona proteine soia 90% 69.2

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