Giovanni Gherardi, Il paradiso degli Alberti (1425-6), Scusimi ancora…-> Indicazione di 3 corone
fiorentine. Prima attestazione. Li segue come naviganti (Ciociola (2001: 140)) ca. 100 prima di Bembo
Epiteto “la prima corona”? in connessione al processo di standardizzazione della lingua italiana.
Dante che ruolo ha nel processo di selezione e affermazione della norma.
Alcune tappe.
Normazione (policy planning)- creazione della forma della norma: selezione e codificazione (ad es.
grafia, regole normative, dizionari, grammatiche riduzione polimorfia);
Non tutte le fasi devono essere concluse, ma ogni fase deve essere normalizzata, standardizzata. Una
lingua elaborata può essere definita standard. Il grado può variare.
Normazione corrisponde a questione della lingua: discussione aristocratica ed erudita intorno ad una
lingua. C’è una lingua altra dal latino che può essere usata per esprimersi?
Venezia e le Corone
Quale lingua si cerca nel ‘500? Relazione tra uso scritto e uso parlato? Meno interessante la ricerca
per l’uso parlato. Il dominio della distanza comunicativa è quello che interessava.
Bembo e Manuzio (Venezia) optano per il fiorentino; Successo perché? modello ben codificato, noto
e ammirato, non soggetto a movimento, fisso, perché arcaico. Può essere riproducibile e
moltiplicabile. Vedi anche la stampa e il suo successo a Venezia. Anche motivi materiali quindi.
Decadenza politica del modello della corte nell’Italia pluricentrica. Limitazione del ruolo culturale e
politico delle corti a causa della stampa:
Gli altri modelli proposti sono meno collocabili e applicabili alla stampa.
lingua sregolata, piena di latinismi, regionalismi, provenzalismi, lingua sregolata di Dante, mescolanza
di stile. Poco sistematico nell’affiancare più fonti.
Esplicito rifiuto non corrisponde un’effettiva assenza di Dante “eminenza grigia delle prose”,
dall’opera di Bembo (Oberto 2016: 23ss)
Postulati linguistici teorici provenienti da dante sono presenti nelle prose. Nominalmente rifiuta
Dante, ma lo usa come fondazione.
Due corone in Bembo! E dante rimane prima corona de facto -> cfr. De Mauro con apporto lessicale
dantesco alla nostra lingua.
Accoglie tesi di Bembo e Salviati le radicalizza, trasforma -> il trecento diventa il secolo d’oro
Dante assume posizione centrale negli spogli della Crusca. Centralità della Crusca nel panorama delle
tante accademie italiane.
Salviati: separare la farina dalla crusca (simbolo il frullone), rassettatura del Decamenrone del Bocc. ,
lavoro filologico purista che confluì nel lavoro lessicografico dell’accademia.
Restituisce a Dante un ruolo di spicco. Processo di riautorizzazione, che porta alla riabilitazione di
Dante. Modificazione radicale del petrarchismo programmatico.
Criterio di natura temporale determina scelte estetiche. E vengono legittimate. Nobilitati dall’età, dal
tempo che trascorre. Fiorentini. Esclusività di questa collezione.
Dante è il più vario, ma anche il più raffinato e originale. Il più plasmabile, va bene per ogni
occasione.
Si fosse trattato solo di Petrarca, pochi argomenti, poche parole, pochi temi.
Commedia (più di 100000 parole), più 12000 lessemi diversi. Dante scrive di tutto, e conferisce al
volgare che usa dignità pari al latino. Si può parlare di tutto in volgare: si arricchisce stilisticamente,
lessicalmente, gramamticalmente, di temi, di registri alti e bassi. Dante è classico (similitudini…) e
innovatore (nuovi metri – terzina dantesca) – Grande operazione di elaborazione della lingua.
Salviati e l’accademia creano il presupposto per il miracolo italiano (Trabant 2010: 45): Il lessico del
trecento è la base della lingua nazionale. Lingua tetto per uno spazio frammentato come l’italiano.
Facilità della lettura di Dante e Boccaccio. Ma ricordiamo anche critica di Contini (1947) dice che
Tanto gentil e tanto onesta…parole presenti ancora oggi, ma con significati diversi.
“Per Bembo la grandezza del passazo non era frutto di un mito nostalgico, ma di una oggettiva
valutazione dei meriti letterari di alcuni scrittori. Per Salviazi il trecento era atto di fede, erano stabiliti
i fondamenti del purismo una malattia cronica nella cultura italiana” (Marazzini)
Caratteristica prevalentemente scritta della proposta del modello. De Mauro: “paradosso di una
lingua celebrata, ma non usata e per così dire straniera in patria” (De Mauro 1995: 4)
Ottocento: Interesse per uso primitivo, ingenuo, lingua d’uso. Intervenire sulla realtà linguistica.
(Serianni 1989:39)
Problema dell’autonomia politica rispecchia quello della libertà umana. La questione della lingua si
infiamma e si ripropone su tutti i fronti.
Si sviluppa il Purismo: Antonio Cesari: Trecento – naturalemnte puro. Movimento arcaizzante, anche
nell’arte: Del purismo nelle arti (1842) di Bianchini, Menardi, Tenerani, Overbeck.
Elementi del fiorentino arcaico marcati diastraticamente e diafasicamente. Anche qui si vede Dante
per la sua mescolanza di stile e di registri.
Proposta era: Lingua del trecento e del cinquecento (libera da estremi arcaismi e toscanismi)
A Monti si deve l’amplificazione del mito di Dante: Dalle sue lettere. Scrive elegantissimamente, da
trattare con venerazione.
Nell’ottocento, Dante diviene bandiera del Risorgimento. Dante viene quasi considerato la prima e
unica corona. “Dante creava la lingua, Machiavelli scriveva, il Ferruccio parlava” (Luigi Settembrini
1961 [1879])
Varietà di Manzoni si avvicina all’uso vivo delle classi fiorentine. Marcatezza diatopica, ma dominio
dell’immediatezza comunicativa. Attraverso la marca diastratica alta (=classi fiorentine colte) si
mantiene il legame con la lingua letteraria. Compito arduo di Manzoni, trasformare l’italiano in una
lingua viva e vera, insegnare l’italiano agli italiani.
Supportato anche dallo storicismo italiano (Croce), imparato a memoria, diffusione capillare.
- Nella psotfazione del GRADIT De Mauro: All’inizio del ‘300 il vocabolario fondamentale era il
60%, alla fine del 300 era al 90%. Numerosi altri lessemi sono prime attestazioni dantesche.
- Innovazioni grammaticali di dante anche, non solo lessicali: nuovi verbi, parasintetici
(intuarsi): nuove regole per la formazione di parole, morfologia produttiva per i verbi
parasintetici
- Ma anche (cfr. Contini) Elementi del lessico che non esprimono significato originario o che
non appartengono all’italiano di oggi.
- Ma motti danteschi nell’italiano comune sono nuemrosissimi: “perdere il ben dell’intelletto”
senza infamie e senza lode, il bel paese, Galeotto fu il … (produttivo), citazione di versi “nel
mezzo del cammin di nostra vita” caddi come corpo morto cadde.
Simona Oberto, Poetik und Programmatik der akademischen Lyrik des Cinquecento. Heidelberg,
Universitätsverlag Winter, 2016