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AMORE E PSICHE (CLIL).

The sculpture of Cupid and Psyche was built by Canova, the artist who crowns the neoclassical period (he was
a close friend on Napoleon, and attended the French academy. He lives and works for most of his life in Rome,
but dies in Venice) in 1793, the artist resumed the fable narrated in the novel L'Asino D'oro by Apuleio. This
sculpture represents the episode in which Cupid revives the unconscious Psyche. In fact this is the moment
before the kiss, so we see Cupid lifting Psyche with her right arm, and the latter helps him with her gaze. We
find two geometric figures, the concave one (with the left foot and the right wing) and the convex one (with the
right foot and the left wing). The specific weight of the sculpture is determined by the flapping of the wings,
and the left foot planted on the ground to help lift it. We also find the wet effect, which had been introduced by
Fidia a long time before, and is taken up here. This work perfectly embodies the gracefulness and dreamy
beauty that the author had in mind to recreate. There are 2 other versions of Canova’s sculpure, one in
St.Pietrosburg and one in the Louvre.
VINCENT VAN GOGH.
È uno dei miti della cultura e dell'arte contemporanea. Nato a Zundert in Olanda nel 1853 e morì in Francia nel
1890. Era figlio di un pastore protestane da cui ereditò un grande sentimento di umanità nei riguardi del
prossimo. Per fortuna dopo la morte dei genitori il fratello Theo, mercante d'arte, gli restò vicino e lo aiutò
anche nelle sue aspirazioni artistiche. Ha una vita molto tormentata a cui si aggiungono i suoi problemi
psicologici e nervosi che varie volte lo porteranno ad essere ricoverato in case di cura. Prima di dedicarsi del
tutto alla pittura si dedicava alla predicazione del vangelo e volle andare a fare apostolato tra i minatori
diventando uno di loro e vivendo in quell'ambiente, ma dopo poco si ammala e perciò viene esonerato; per
questo motivo iniziò a dedicarsi del tutto all'arte. Grazie al sostegno anche economico del fratello si reca a
Parigi dove frequenta gli studi degli artisti più importanti e diventa amico del principale esponente della scuola
di Fontainebleau, Pissarro e conosce quindi anche gli impressionisti; poi conosce Paul Gaugin e su suo invito si
trasferisce in Provenza, tra i due nasce una forte amicizia dalla quale Gauguin si staccò e si dice che per questo
Van Gogh si fece tagliare un orecchio e lo mandi a Gauguin. Intanto elaborò uno stile in cui confluiva prima di
tutto la sua tormentata personalità ma anche tutte le frequentazioni e i motivi d'ispirazione tra cui furono
importanti la cultura giapponese, l'impressionismo a livello cromatico, l'espressionismo di cui divenne uno dei
padri fondatori con Gauguin e Munch, In lui però diventa caratteristico il tratto della pennellata densa di colore
e carica di espressività e della sua tormentata energia nervosa, simbolo della sua poetica. In un momento di
depressione si ferisce con un colpo di pistola, viene immediatamente assistito ma dopo due giorni di agonia
muore.
GLI AUTORITRATTI.
Durante la sua vita Vincent Van Gogh realizza circa 40 autoritratti. La maggior parte sono creati tra il 1886 e il
1889. Nel caso di Van Gogh i ritratti non sono solo opere in cui l'artista fa da protagonista ma rappresentano
molto di più, in quanto lui cerca di farsi conoscere soprattutto interiormente, cerca di imprimere nella tela il suo
stato d'animo tormentato cogliendo diversi lati di sé e della propria personalità. Per Van Gogh gli autoritratti
diventano un'occasione per sperimentare. In una lettera lui scrive che preferisce dipingere gli occhi degli uomini
che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c'è qualcosa che non c'è nelle cattedrali, e con queste parole ci
spiega la sua ossessione per le figure umane, la sua incessante ricerca delle innumerevoli sfaccettature
dell'umanità, negli altri ma soprattutto in se stesso. Gli autoritratti realizzati durante il periodo di reclusione alla
clinica di Saint-Rémy, come quello del 1889, mostrano ancora di più il bisogno profondo di introspezione: in
questo autoritratto si rappresenta di tre quarti su uno sfondo celeste in cui è integrata la figura grazie alla
continuità di colore tra lo sfondo e le vesti. Non è uno sfondo piatto, le pennellate creano un andamento
vorticoso, movimento ripreso anche nelle pieghe della giacca. Nei suoi autoritratti lo sfondo svolge sempre un
ruolo fondamentale che ci fa capire le condizioni mentali dell'artista. In questo caso la continuità tra sfondo e
figura ci può far pensare a come lui si sentisse immerso nel suo tormentato e caotico stato mentale
rappresentato dall'agitazione delle pennellate. C'è un netto contrasto tra lo sfondo e il volto del pittore il quale si
sforza per apparire comunque calmo, controllato. L'intento di Van Gogh è quello di voler spingere l'osservatore
a scoprire quello che nascondono gli occhi e lo stato d'animo dell'artista.

AUTORITRATTO CON ORECCHIO BENDATO.


- Iniziato due settimane dopo che si mutò l’orecchio, segna il distacco definitivo da Gauguin.
- mette in risalto il bendaggio (orecchio destro nel dipinto ma si era mutato il sinistro poiché utilizzò uno
specchio, quindi è tutto dipinto al contrario).
- Chiaroscuro leggero, tonalità sia fredde che calde.
- Le pennellate sono orientate nel verso delle diverse superfici per il cappello, il viso e il cappotto, sullo
sfondo sono verticali.

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