Sei sulla pagina 1di 2

Freud e la psicoanalisi

La psicoanalisi è ormai da tempo riconosciuta come una delle espressioni fondamentali del XX secolo, ha avuto un'enorme
influenza sulla nostra cultura quasi a tutti i livelli. Elementi tratti dalla psicoanalisi, , si trovano infatti tuttora in psichiatria,
sociologia, antropologia culturale, oltre che, naturalmente, all'interno di nuove ipotesi cliniche sui disturbi psichici. Da
Freud in poi, in altre parole, si può tranquillamente affermare che gli studi sull'origine dello sviluppo della personalità
umana, delle sue patologie, non possano quasi più prescindere dalle acquisizioni fondamentali della teoria di Freud.
VITA E OPERE.
Nacque a Freiberg, in Moravia nel 1856. A soli quattro anni, si trasferì a Vienna con la famiglia. Si laureò in medicina, si
dedicò alla psichiatria e, approfittando di una borsa di studio, si trasferì per un breve periodo nella città di Parigi e si
interessò ai fenomeni isterici curati attraverso l’ipnosi. Freud e altri medici cominciarono ad osservare con occhio più
curioso i fenomeni isterici e i sintomi nevrotici (fobie varie, tosse nervosa, anoressia, ecc.) e a cercare metodi per curarli.
Ritornato a Vienna, divenne il collaboratore del medico Josef Breuer: quest’ultimo aveva notato come l’ipnosi potesse
risultare utile non solo per tenere sotto controllo i sintomi isterici attraverso la suggestione. Era possibile, infatti, riuscire ad
utilizzare il metodo come strumento per far ricordare al paziente degli episodi spiacevoli dimenticati, neutralizzando così la
carica emotiva negativa connessa all’avvenimento, che continuava ad agire nel presente. Freud arrivò alla conclusione che,
alla base dei sintomi nevrotici, non c’erano dei problemi organici ma un conflitto, tra forze inconsce. Da tale scoperta
nacque dunque la psicoanalisi che letteralmente significa studio della mente e che riguarda l’inconscio. Le teorie di
Sigmund Freud non ebbero immediato successo ma, nel 1910 fu fondata, a Norimberga, la “Società internazionale di
psicoanalisti”. Nel 1938, con il nazismo al potere, Freud sarà costretto a lasciare Vienna e a trasferirsi a Londra. Solo un
anno dopo morirà per via di un grave tumore alla gola. Sigmund Freud era infatti un grande amante di sigari (ne fumava
anche venti al giorno) e, quando il cancro divenne per lui troppo doloroso, chiese al suo medico di procedere con la morte
assistita, attraverso l’iniezione di morfina. Le sue teorie costituirono una vera e propria rivoluzione nel pensiero occidentale
ed ebbero ripercussioni sulle più svariate discipline (letteratura, filosofia, arte, sociologia). Lo stesso Freud dichiarò di aver
arrecato all’umanità “una terza umiliazione”: dopo Copernico (che aveva tolto alla Terra il suo posto al centro
dell’Universo) e Darwin (che aveva mostrato all’uomo le sue origini animali), con lui si scoprì che l’io (la parte cosciente
del soggetto) non è “padrone in casa propria”.
Secondo Sigmund Freud, al contrario di ciò che si credeva al tempo, la “psiche” (mente) di un soggetto non è dominata da
processi consapevoli ma, soprattutto, da un’attività inconscia. La mente dell’uomo è paragonabile ad un iceberg, in cui
l’inconscio costituisce la struttura prevalente, mentre solo la punta visibile è rappresentata dal conscio.
• L’inconscio è diviso secondo Freud in due zone:
- il “preconscio”: formato da contenuti che sono solo temporaneamente inconsci ma che, attraverso uno sforzo di
attenzione, possono essere riportati alla luce.
- l’“inconscio” o “rimosso”: formato da elementi che sono mantenuti inconsci da una forza, detta “rimozione”, che
può essere aggirata solo grazie a particolari tecniche psicoanalitiche.
Per portare alla consapevolezza il “rimosso” o “inconscio”, Freud inizialmente utilizzava l’ipnosi. Tuttavia,
successivamente, si rese conto che era più fruttuoso utilizzare il metodo delle “associazioni libere”. Tale tecnica consiste
nel far rilassare il paziente il più possibile (facendolo sdraiare su di un lettino) e farlo abbandonare ai propri pensieri. In
questo modo, è il paziente stesso ad “aiutare” il medico, poiché i pensieri sono attratti e si dirigono man mano verso il
rimosso. Il successo dell’analisi, secondo Freud, presuppone uno sforzo e un lavoro combinato del paziente e del terapeuta
e risulta essere davvero efficace quando si genera il transfert, o traslazione. Quest’ultimo consiste nel trasferimento sul
medico di stati d’animo ambivalenti provati dal paziente nei confronti dei genitori durante l’infanzia. Il soggetto in cura,
per guadagnare l’approvazione del medico, prova verso di lui un sentimento di fiducia e attaccamento e riesce “a far cose
che altrimenti gli sarebbero impossibili”.
Secondo Sigmund Freud la personalità dell’individuo si crea a partire dall’equilibrio (o squilibrio) di tre “istanze”
inconsce:
• l’Es: è, scrive Freud, “la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità”, “lo chiamiamo un caos, un calderone
di impulsi ribollenti”, “ignora i valori, non conosce né il bene, né il male, né la moralità”. In una frase: “l’Es obbedisce
all’inesorabile principio del piacere”.
• il Super- io: è l’insieme delle proibizioni presenti nell’individuo nei primi anni di vita e che continuano ad
accompagnarlo negli anni a seguire.
• l’Io: è la parte organizzata della personalità che deve equilibrare le pressioni, spesso contraddittorie, dell’Es, del
Super-io e del mondo esterno.
Sull’equilibrio che l’Io riesce a raggiungere tra le diverse istanze si gioca il raggiungimento di una personalità normale o
nevrotica. In un individuo normale, l’Io riesce a soddisfare l’Es senza scontrarsi fortemente con le proibizioni stabile dal
Super-io. Se, invece, le pressioni dell’Es sono eccessive e travolgono un Super-io troppo debole, L’Io è portato a compiere
azioni proibite (diventerà un delinquente ad esempio). O, ancora, se il Super-io è troppo rigido, le istanze dell’Es rimosse si
manifestano attraverso sintomi nevrotici.
Lo studio del rimosso, dell’inconscio, può seguire diverse strade. L’inconscio, infatti, si manifesta in forma “camuffata”
nei:
- sogni-> Per Freud, questi sono: “l’appagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso)”. Il contenuto manifesto del
sogno, infatti, cela un desiderio nascosto, inaccettabile che, per questo, viene censurato e trasformato in una forma diversa.
Interpretare i sogni significa dunque scorgere ciò che l’Es non è riuscito a esprimere in forma diretta.
- contrattempi quotidiani-> I contrattempi, i lapsus, le dimenticanze, secondo Freud, costituiscono un compromesso
tra l’intenzione cosciente e quella inconscia. Perdere, ad esempio, un oggetto succede perché associamo ad esso un
sentimento negativo.
- sintomi nevrotici-> Anche il sintomo, come il sogno manifesto, nasce nel momento in cui gli impulsi dell’Es
rimossi si esprimono in altra forma. Secondo Freud tali specifici impulsi sono sempre di origine sessuale.
- Arte-> Come il sogno, anche la produzione artistica, è un soddisfacimento di un desiderio inconscio e costituisce la
forma più evidente di sublimazione (guarda commento n.2). Oltre a trasfigurare in una produzione “bella” e accettabile un
contenuto ritenuto inaccettabile, l’artista e l’arte costringono lo spettatore a fare i conti con se stesso, in quanto viene
risvegliato in lui qualcosa di familiare che è stato rimosso. A tal proposito l’arte risulta essere per Freud un’altra forma di
terapia.
- Religione-> Per Freud le “rappresentazioni religiose” sono “appagamenti dei desideri più antichi, più forti, più
pressanti dell’umanità” e corrispondono al bisogno infantile di sentirsi protetti nella propria vita.
Secondo Sigmund Freud, la “civiltà” dà origine ad un Super-io collettivo fatto di norme e divieti, la cui inadempienza
genera, nell’individuo, una forte sensazione di angoscia. Inoltre la ricerca del piacere sessuale viene deviata sul lavoro e in
altre attività socialmente accettabili. Nonostante ciò, il medico non ha dubbi. Ad un’umanità senza regole (anarchia), in cui
sarebbe possibile esprimere qualunque desiderio, è sempre preferibile uno stato civile. Infatti, nella prima ipotesi, l’uomo,
di natura aggressivo, non sarebbe felice e la sua vita sarebbe continuamente in pericolo. Sigmund Freud si augura, dunque,
che possa esistere uno Stato che mitighi il suo lato repressivo in modo che l’individuo possa vivere un’esistenza il più
possibile appagante.

Potrebbero piacerti anche