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1
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( 1868
THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF CALIFORNIA
LOS ANGELES
1
4.
BIBLIOTECA CATTOLICA
COMPILATA
PER GLI ECCLESIASTICI
A. D'AMELIO . G. GARAVINI. G. MARESCA . F. PETAGNA .
G. PLACENTE . G. SANSEVERINO .
10
DELLA RACCOLTA
VOL. XV .
-
LA SCIENZA E LA FEDE
RACCOLTA RELIGIOSA
POLOHOO
SLIG10
ICIST
NAPOLI 1818.
BX
961
5454
v . 15-16
IITTRODUZIONE
Fascicolo 83 .
Gennajo 1848 .
à
7.
Ti
SCIBIT ZE
i.
se
20
ar De' Monumenti egiziani * )
1) Gen. XII , 16 .
11
anche in parte di quelle ch'erano nel cuor dell'Egitto. L'or
rore che universalmente sentian di costoro , balza dondeches. 1.
sia da ' monumenti. Noi li veggiam colle braccia incrociate
dietro agli omeri venir calpestati da' guerrieri , tratti ne'
ceppi a guisa deschiavi al mercato . Noi li veggiam raffigu .
rati a guisa di Cariatidi sostener vilicci , vasi e dimestici
utensili: sotto alle suole ed a' sandali , come a volere far
loro intendere, che debbono star sempre sotto ai piedi di
loro nimici . A'tempi d'Abramo niun indizio troviam di que .
sť odio sterminato alle pastorali tribù ; e di qui possiamo
trarre argomento , che le incursioni degl' Iesi incomincias:
sero a farsi temere dopo il ritorno dall'Egitto di quel Patriar
ca. Le asine e gli asini son distintamente noverate tra le ric:
chezze acquistate da Abramo in Egitto.Questa generazione
di animali fu sempre tenuta in gran pregio nella valle del
Nilo ; son usati da cavalcare non men che per someggiare ,
e nel Cairo vi son poste per essi , non altrimenti che pel nolo
de'cocchi in Europa ' ) . Essi son d'un sangue molto più ge
neroso delle dirazzate bestie, cui veggiam ne' nostri paesi,
Gli asini dell' Egitto , quali si descrivono ne' monumenti, e
duran tuttavia in quelle contrade , è un nobil animale, dal
cavalio in fuori,non da men di niuno ; infia da essere riputato
degro di portare i giudici d' Israello . Quell' apostrofe di De.
bora : « Parlate voi che cavalcate i belli asini, e voi che sede.
te su'tribunali ?) » , lascia di cagionare meraviglia per veder
vi cosi descritti i reggitori del popolo,quando si ponga men
te al gran divario ch' è tra gli asini dell' Oriente e i no
") .« Ella non sarà battuta da piede umano , e’dice (XXIX , 11,12) ,
nè pesta da piè di giumento , e sarà disabitata per quarant'anni.
E la terra d'Egitto renderò deserta in mezzo a'paesi deserti , e
le città di lei siinili alle città distrutte ,e saran desolate per qua
rant' anni, e spergero gli Egiziani dalle nazioni, e li trasporterò
in vari paesi ad ogni vento ) .
19
abbian tenuto , le parti corporee tornare assolutamente ne
cessarie all'esistenza dello spirito;onde s'ingenerò quella smi
surata diligenza nello apparecchiar delle mummie , e la varietà
degl'ingegni adoperati nello imbalsamare e nelle funebri ceri.
monie " ) . Pare ch'eziandio la credenza di un giudizio dopo la
morte ,sentisse del grossolano , per lo meno secondo il volgo :
imperocchè esso non era che una sentenza profferita da giudi.
ci , innanzi che il cadavere fosse dato alla sepoltura . Dalla
giurisdizione di esso tribunale non avevano difesa gli stes
si re . Quando i riti del corrotto fosser menati a fine, « il
cadavere, dice il sig . Wilkinson , era come messo in ista
to di accusa sul limnitar del sepolcro , e facevasi la narra
zione della vita e de' portamenti del defunto . Era in que
sto mezzo consentito a ciascuno di sorgere e mettergli ri
chiamo; cosi che la voce del popolo saria bastata di cessare
a un re gli onori della tomba . Il timore di cotesto cimento,
LETTELTURA
1.
Le Cappelle serotine
40
I.
56
VARIETA'
SISTO
1
59
gno, la comune prosperità e la pace. Rispettate sempre la Re
ligione, la Morale, l'ordine pubblico , il Re, la Famiglia Rea
le, i Sovrani esteri, e le loro famiglie, non che l'onore e
gl interessi de particolari : tutto espongo in poche parole
quelle ripetendo che nelle basi della novella Costituzione con
sacrava l' Augusto nostro Sovrano. Mostrate anzi di biasima .
re quanti mettendo in obblio i propri doveri ardiscono viola
re questa legge santissima di ordine e di carità ! Il vostro silen
zio sarà lezione de' temerarii. Cattolici , ci faremo una gloria
di farne aperta professione: cittadini , nessuno ci rapirà l'ono
re di fedeltà al Re, di ubbidienza alle leggi , di rispetto alla Co
stituzione . Così il nostro paese servirà di modello agli altri po
poli , e ciascuno potrà ripetere tra lo stupore e la gioia: beta
tus populus cuius Dominus Deus eius ").Perché si sia ,riman .
ghiamo saldi su la pietra ch'è il fondamento della Chiesa , di
quella Chiesa che venuti appena alla luce vi accolse nel suo
grembo, di quella Chiesa che vi accompagna con le sue bene ,
dizioni in tutti i più grandi atti della vita , di quella Chiesa che
riceverà l'ultimo vostro respiro , nè vi dimenticherà allorchè
cenere nella tomba sarete obbliati dal mondo. Questa pietra
è il Vicario di Gesù Cristo , il Sommo Pontefice, l' immortale
Pio IX . Siamo a Lui uniti non solo per inclinazione di cuore ,
come all' uomo circondato dalle simpatie di tutte le nazioni ,
per ripetere quanto è stato detto , ma per unità di fede, per mo .
rale illibata , come al centro dell'unità. Che si ! in questi sen .
si diciamo pure : Viva Pio IX ! ma aggiungiamo ancora : Vi .
va il Vicario di Gesù Cristo! il Papa della Cattolica Chiesa , fuo .
ri di cui non vi è salvezza . Diciamo : Viva il Re ! ma conser
viamo per la sua sacra persona quel rispetto ,quell'amore, che
rendendoci sudditi fedeli, e sinceramente leali , Lui rendang
grande al cospetto di tutti i popoli. Diciamo : Viva la novella
Costituzione del Regno delle due Sicilie ! ma servaci essa a
rendere più splendida la Religione , più felice il popolo , più lie.
5) Psalm . CXLII , 15 .
60
ta la patria .Diciamo soprattutto : Viva Gesu' Cristo ! chè adem
piendo solamente i suoi voleri , e mantenendo i suoi precetti,
possiamo essere da vero degni di libertà : Si vos Filius libe.
raverit, tunc vere liberi eritis ') .
Cosi sarà bene , conchiuderò come s . Gio . Crisostomo par
lava al popolo d'Antiochia in un giorno d'universale letizia ,
cosi sarà bene per mostrare la gioia « tessere corone di fiori ,
e fare luminarie da per tutto , come se la Città ora fosse nata .
In ogni tempo però non floribus sed virtute vos coronantes,
lumen per opera in anima vestra accendentes, Deo conte
nue pro his omnibus gratias agere non desinamus ? ) .
Ricevete intanto la nostra Pastorale Benedizione.
Dato dal Palazzo Arcivescovile li 8 Febbrajo 1848 *) .
SISTO CARDINALE ARCIVESCOVO
62
69
zio militare tutti que' giovani che volessero ivi attendere
all'esercizio dell' ospitalità . Una istituzione di comune yan
taggio , fu soccorsa da animi generosi di ogni nazione . In
tanto il governo provvisorio del Valese ingiunse , come di
cemmo , a que' cenobiti di pagare per ora 120,000 franchi ,
togliendo così loro i mezzi di continuar l'opera di carità
cristiana a cui sempre int esero . A' quindici Dicembre l' ospi -
zio fu invaso da soldati , e appresso vi giunsero de' com
messari del cantone , speditivi per pigliar nota esatta e pre
cisa di tutti i beni mobili od immobili posseduti dall' ospi
zio , sia nel Valese sia altrove . Ricusarono i monaci che
tuttora vi rimanevano , essendosene allontanati gli anziani ,
e protestarono a viva voce ed in iscritto contro questo in
ventario . Vi si recarono , a' diciotto , due commessari fede
rali per la stessa cagione , e si voleva che que' cenobiti di
chiarassero in che luogo avean fatto trasportare della ro
ba , minacciando loro 'di farla di nuovo recare colà a spe
se dell' ospizio . Giacche secondo l'avviso di que' signori ,
i beni delle congregazioni religiose sono proprietà della
Confederazione, ed i religiosi non ne sono nè amministra -
tori nè usufruttuari , ma semplici dispensatori . Or veduto
che tornavano vane le parole , si venne ad usar la forza ;
furon rotte le porte o aperte con false chiavi; alle finestre
e presso gli usci furon poste delle guardie, che ebbero
ordine di far fuoco contro qualunque religioso che cercas
se soltrarre qualche cosa dall' ospizio ; e si è spinta l'au.
dacia fino a rovistar le valige de' viaggiatori allorchè ne
partono . La guarnigione vive a spese della comunità . Lo
stesso fu praticato in una casa che que' monaci hanno a
Martigoy , ove usano accogliere que’religiosi cui l'aere rigido
e micidiale del Gran San Bernardo rende spesso infermi ,
e que’vecchi che han bisogno di riposo dopo una laborio
sissima vita .(Dall'Aini de la Religion , Num , del 1. ° Gen
najo, e Univers, Num . de' 5. )
Rac . REL. VOL.XV. 5
70
ITALIA
FRANCIA
*) Ammoniamo i nostri lettori che col rapportare i titoli delle opere in que
sta e nelle altre BiBLIOGRAFIE della nostra RACCOLTA non intendiamo ne appro
varle , né dar per buono tutto quanto in esse é insegnata .-- ** ) Si vende nella
sagristia dell'Arcivescovado , e in quella di s . Giacomo degli Spagnuoli,
72
intellettuali rinchiusi ne principii della Riforma ecc . per
Monsignor Luquet, vescovo di Esebon , Parigi, presso Le
coffre, 1847 .
Fascicolo 86.
Jebbrajo 1848 .
LITTERATURA
II .
1
86
è Dio , ma solamente un mito ! E questo , non già in un
cantone cattolico , ma in mezzo alla popolazione essenzial
mente protestante di Zurigo, che si levò contra di lui e lo
caccio . Dopo ciò , immaginarono di distruggere dei conven .
ti , non di Gesuiti, nolate bene , ma antiche abbazie di Ci.
stercensi , di Benedettini , ordini vetusti che datano da otto
o dieci secoli.Confiscarono e rovinarono que' cenobi che Na
poleone medesimo, egli che ha distrutto tante abbazie so
vráne ed altre in Germania , avea giudicato , col profondo
avvedimento che lo distingueva, doversi conservare in Isviz
zera , come se avesse avvertito che in mezzo a tanta demo
crazia ci voleva qualche elemento conservatore : e un tal
elemento egli lo scorgeva in quelle vecchie e venerande
abbazie fondate nel X ed XI secolo . Avea poi garantite le
loro proprietà coll'atto di mediazione . Il Patto federale del
1815 avea scrupolosamente mantenuti que conventi ; il ra .
dicalismo li ha distrutti ! Dopo ciò si volle colpire, non pe
ranche i Gesuiti, ma i protestanti credenti e zelanti , come
sono i metodisti , i cosi detti momieri, nei cantoni protestan
ti , arciprotestanti di Ginevra e del Vodese . Ed allora sola .
mente, per ultimo, in forza di suggestioni mosse di qui , par
lite dalla Francia , si ricorse a quell' insigne pretesto de' Ge
suiti come ad un'arma per offendere di nuovo il cattolicismo.
« Signori , vi ho detto che non parlerò de' Gesuiti ,e non
ne ho duopo dopo la testimonianza così eloquente ed irre
cusabile del duca di Broglie in loro favore ! Con tutto ch ' ei
professi ed abbia provato di essere loro avversario, voi lo
avete sentito dichiarare, con tutta l'autorità che gli appar
tiene , che in trent'anni da che i Gesuiti si trovavano nel
la Svizzera , era stato assolutamente impossibile, non solo
scoprire , ma neppure inventare o supporre un qualunque
fatto del quale alcuno potesse prevalersi per motivare la
loro espulsione ; per modo che nient'altro potevasi invoca
re contra di loro, per tutta ragione di sbandirli, che que .
87
gli eccessi medesimi che commettevansi contra di essi , cd
imputare a lor delitto i delitti dei quali eran l'oggetto e
di cui son rimasti vittime ( segni d'approvazione ) . Si
gnori , una si splendida testimonianza da parte di un uo
mo eminente che fu sempre loro avversario , entra a far
parte della storia , e mi dispensa dall' aggiugnere parola
(nuovi segni di approvazione). Se si trattasse d'altra parte
di supplire a questa testimonianza, basterebbe rammemorare
quanto è avvenuto , non già prima della loro espulsione, ma
dopo; poichè nulla dimostra meglio la vanità e la iniquità
di tale pretesto . Vediamo , in effetto , come si profiliò di quel
la vittoria che si disse riportata sopra i Gesuiti. I Gesuiti
sono stati espulsi , sono scomparsi , sono fuori di questione;
ina si ristelte per questo ? Non parlo delle violenze, delle cru
deltà in mezzo alla pretesa battaglia; di quel prete immo
lato a Friburgo perchè era tonsurato e fu credulo gesui.
ta ; di tanti saccheggi , orgie , sacrilegii che hanno potuto
avere per iscusa l'inebbriamento della lotta , per quanto el
la fosse derisoria. Questi fatti sono slati riprovati abbastan
za dalla più alta autorità del mondo , nella recente allocu
zione di quel gran Pontelice di cui tanto si è parlato qui
da qualche giorno , e che tutti ammirano. Ma vediamo
quel che si è fatto nel sangue freddo di una vittoria co
si assicurata come facile , dalle autorità che chiamavansi
regolari e costituite , il giorno dopo un trionfo , e trion
fo senza gloria ! Non le vedeste nei cantoni ' di Friburgo ,
Lucerna e Valese colpire ad una ad una tutte le Congre
grazioni , tutt'i conventi che ancora sussistevano, e soprac
caricarli d'imposte esorbitanti che pareggiano una com
piuta rovina ? ) . E , notate bene questa odiosa ipocrisia ,
III .
BS A13 D'OPÉRE
II .
luminosi , le arti non furon del tutto ' obbliáte ,' anzi molte
forme gentilesche del cerchio de' vecchi miti si appropria
vano i cristiani , è tersele , direm così , dello scoglio dell'i- ,
dolatria, ne usavano ad esprimer simbolicamente le lor re
ligiose credenze . L'aquila , il randello co’ due serpenti, la
clava , i grifoni , l'arcano simbolo della sfinge , che fra pagani
racchiudeva il concetto dell' Edipomito , ed altri cosiffatti
s' incontrano ne'monumenti cristiani de'primi tempi . Per tal
modo si componeva un ciclo di simboli di cristiano argomen
to , i quali improntavano negli obbietti così trasformati una
più eccelsa consegrazione, ed insieme valevan a'fratelli come
contrassegno della lor sublime dottrina . Questi erano i primi
tentativi della facoltà artistica del cristianesimo, esplicantesi
per libero accordo ,non fatta schiava da geratico simbolismo .
Nè questo amore de’simboli cessò punto ne' di più tardi , dal
le arti religiose , nè potea cessare, ravvivato com ' egli è dal
perpetuo simbolismo di tutt' i riti della Chiesa : anzi talvolta
crebbe sterminatamente per varie cagioni , che qui non monta
di raccontare . Nelle chiese bizantine, in quelle di stil tedesco,
lombardo, sassone o normanno , e universalmente in quelle cui
chiaman gotiche, è uno immenso sfoggio d'immagini sim
boliche ed arcane . Incontransevene talora di assai laide e
sconce . Nè però noi vogliam tutto riportare a simbolo in
quelle chiese soprattutto del medio evo , siccome alcuni han
preteso; chè molto eziandio è da attribuire alle fervide, e
sovente lugubri, o lascive e furibonde fantasie di quella sta
gione . Ma certo se a questa sublime trasformazione, che l'ar
te cristiana avea fatta di molti miti gentileschi , appropriandoli
ad esprimer i suoi concetti , fossesi posto mente , non avremmo
a lamentar la perdizione di tanti monumenti pregevolis
simi . Sarebbesi , a ragion d' esempio , fra noi un Cardinale
rimasto dal distruggere nel duomo quelle due leggiadre 0
pere anaglittiche, descritte dal Carletti ") , nelle quali si rap
presentava Apollo ', che discorre sul carro pe' segni del zo
diaco . Ma il sole e i segni zodiacali , fino da antichissimi
tempi valser qual simbolo , siccome lo troviam nelle tombe
vetustissime de' Faraoni.E ciò che più importa, noi scontriam
in qualche chiesa de' basși tempi , anche il simbolico zodia
co ") . Alcuni de' suoi segni miransi anche oggi nella leg
giadra cappella de' conti Sanseverinati in s . Domenico . Ma
tenendo dietro a ta'scrupoli, avrebbesi dovuto spezzare an
co nel duomo la bella fonte battesimale , perchè vi si con
tengono tirsi e maschere, è un dì appartenne a misterii gen
tileschi. E si che quel basalte ,il quale durò alle ingiurie de'
tempi , non sarebbe bastato a quelle degli uomini . Dovreb
bonsi pure con maggior ragione sfregiar altri recenti mo
numenti , per esempio, in s . Domenico il sepolcro di uno
Spinelli , dove sono scolpite le simboliche imagini di divinità
gentilesche, quello del Rota e via dicendo . Tacciamo della
pregevol urna , che un di rattrovavasi in s. Restituta , e di
cui oggi restano solamente due grifoni, da che fu disper
sa da' buoni antichi canonici.
Tornando ora al libro del Lindsay , diciamo che tra'sim
boli adoperati da quelli antichi cristiani artisti, son degni
di maggior considerazione , l'agnello con l'immagine di Ge
sù Cristo ; ła vite ; il pesce ; la navicella significante la Chie
sa , alla quale fu talor congiunta l' ancora , simbolo del.
l'immobilità della fede e di speranza ; la colomba con un
ramicello d' ulivo; la fenice ed il pavone , simboli d'immor
talità ; il gallo, di vigilanza; la lira , la palma, il cervo al
fonte , il dragone, l'arca , il candelliere, la croce diversa
mente conformata e parecchi altri. Una gran copia di essi
mostrancisi in s. Apollinare a Ravenna. E vuolsi avvertire,
che non essendo dappertutto le cristiane comunanze nelle
medesime tristi condizioni , nè forse da tutte riguardando
" ) Op. cit., p . 21 , cf. tab . IV, lit. 4.-) Vol . I, f. 35 dell'ediz.
di Lipsia, p. Tauchniss .
115
mente . Chè in qual modo e' spera , che sorgan uomini della
taglia d'un Pier Perugino e d' un Luca Signorelli , com'e
gli dice di ardentemente desiderare, se a suo detto , la ver
ginità, la mortificazione, l' annegazione di sè medesimo , a
cui que' buoni artisti credevano di tutto il lor cuore , e di
che informavano , direm cosi , e davano affetto a’lor dipin
ti , non son che dottrine samanee e gnostiche ? In qual
modo si ritrarrà la Madre di Dio , con que sembianti ce
lesti e verginali, cui l'Autor nostro ammira in taluni arti
sti cattolici,da chi disama e discrede la virtù che n'è la ti
pica bellezza ? Il pennello di un incredulo , del David , per
esempio, uso alle più lascive tresche della Metamorfosi, sa .
prà incielarsi e corre la divina luce dell'originale, per ri
verberarla in sulle tele ?
A ciò aggiugni, che al protestantismo mancano modelli
di arte cristiana. Egli ha distrutti gli archetipi del passato ,
e'riguarda con disdegno tutte le più belle storie de'santi ,e
non ha niuna tenerezza pe’subbietti favoriti delle dipinture
de'mezzi tempi : come a dire i padri del deserto, s . Benedetto ,
i grandi eroi del cenobio, e più di tutti l'estatico ed inna
morato Trovatore , il Romito d' Alvernia , che sull'Appen
nino e le sponde del Trasimeno iva cantando l'inno al
Sole e dialogizzando colla natura . Il protestantismo ha spez
zata ogni comunione fra' terrestri e i beati, e diniegato o
gni possibilità di commercio fra' viventi e gli spiriti . Ogni
estasi, contemplazione, visione , preghiera, rapimento ; tutti
i miracoli, i falti soprannaturali, le meravigliose scene, in
cui comunicano gli umani co'celesti , il passato col presente;
da ultimo tutta la poesia dell'arte fu spenta dall’eresia . Anche
i tipi ancor viventi , onde l'anglicanismo andrà a ricercarli ?
Di quali vesti fregerà un vescovo , o un abate anglosasso
ne , s . Cutberto o s . Dunstano ? Di quali un vescovo nor
manno , s . Tommaso di Canterburi ? Esso ha rasciutta la
fonte di ogni tenerezza , di tutti gli affetti. La Croce gli si
121
AD ORIENTALES
") Instructio pro iis qui libris tum prohibendis tum expur
gandis etc. operam sunt daturi; De correctione, S II .
186
prepara, la indirizza , l'ordina , la santifica. Ma , per cari
tà , non sovvertite l'ordine , e non ci date a credere che
Cristo morisse solamente o principalmente per un fine tem
porario , per un bene caduco , per una redenzione esterna
e terrena: e ricordatevi che la materia è ordinata allo spi .
rito, la terra al cielo , il mondo a Dio " ) » .
E poichè ragioniamo di libertà religiosa e politica , di
ciam poche cose intorno a' due giornali napolitani il Luci
fero e il Costituzionale . Nel suo numero degli 8 Febbrajo
il Lucifero offriva agli Ecclesiastici del Regno il bellissi
morayionamento che l'abate Lainbruschini deltava per gli
Ecclesiastici Toscani , ad « infervorare vieppiù i ben di
sposti , a riscaldare i tepidi , a convertire , dove mai vi fos
sero , gli avversanti » . Le quali ultime parole del Compila.
tore ne fecero dapprima pensare , che almanco non voles .
se tenere il Clero nostro per retrogrado , come ora si dice ,
od oscurantista . Ma ci togliemmo d'inganno, allorchè nel
numero de 18 dello stesso mese , egli stesso liberamente
ci diceva , che « il sacerdozio non ha compreso ancora la
sua missione; non ha seguito l'esempio del suo capo ; non
ha parlato al popolo la parola della persuasione e della ve
rità » ; e questo non della sola capitale, ma anco delle pro
vincie . Venivano appresso delle esortazioni , le quali si chiu
devano con queste parole : « Noi abbiam troppa fiducia ne
gli uomini per non crederli perversi fino al punto di tra
dire il loro dovere , di disertare la lor missione e la santi
tà della causa che Pio IX benedisse dal Vaticano ) . Ren
dendo all' egregio Compilatore le sincere nostre lodi per la
gravità e per la moderazione di cui dà prova in parecchi
suoi articoli , vogliam dapprima pregarlo di non volerci cre
dere si poco amanti della patria nostra, che per favoreg .
ni . Intanto, ecco una copia fatta 150 anni dopo san Gre
gorio , sull'Antifonario ch'egli medesimo avea notato , la qua
le si può facilissimamente leggere . Voi ben comprendete
l'importanza di questo avvenimento » . Prometteva poi il
sig . Danjou di dare in luce per associazione quel manoscrit
to . E veramente , se la scoperta è tale , quale egli descris
sela , gli eruditi dovranno sapergli assai grado .
Reca l'Univers de 4 Febbrajo , che l'Accademia del
le Scienze morali e politiche, per la classe di filosofia , do
po rapporto del Cousin , ha nominato ad unanimità di suf
fragi suo socio corrispondente Antonio Rosmini , questo il
lustre italiano per carità cristiana e scienza filosofica com
mendevolissimo. Egli è forse il primo ecclesiastico che ven
ga ammesso in quella classe dell'Istituto .
SVIZZERA - Uno de' monaci ospitalieri del Gran San Ber
nardo scrivea cosi in una sua lettera al Compilatore del .
l'Univers " ) : « Dopo aver patito per un mese le ingiurie
di questa sfrenata soldatesca ; dopo aver veduto cogli oc
chi nostri scacciati per forza i fedeli nostri domestici , e do
po esserci state tolte le chiavi e dichiaratoci che non era
vamo più ospitalieri , bisognava che si mettesse il colmo al.
la persecuzione . Un commessario del Governo , Piotaz, a'
dodici Gennajo , c' ingiunse di non uscir più dalle nostre
celle e di rimanervi prigionieri . Il quale comando venne
letteralmente eseguito ; di giorno e di notte eravam guar
dati da sentinelle a vista ; e solo dopo vivissime istanze ci
fu permesso di recarci alla cappella per compiere i nostri
doveri di Religione . Dieci giorni vivemmo così imprigiona
ti , e questa nostra condizione , già tanto penosa , divenne
altresi peggiore . La mattina de' 21 Gennajo, lo stesso com
messario ci ordinò , a nome del Governo , di abbandonare
allora allora l' ospizio e recarci a Martigny . I monaci , poi
chè protestarono contro questo ingiusto decreto e dichiararo
JFascicolo 87 .
Marzo 1818
SCIE 1T ZE
II .
ARTICOLO X.
FICHTE
23
w
Rac.REL . VOL.XV. 12
174
III ,
LETTERATURA
IV .
ESAME D OPERE
III .
V A P I ET A
1 ) Num de 26 Febbrajo .
*
208
scrutinio e li esamini della vita della generazione, delle let
tere , e vegga se essi che vollero disciplinare il volgo , era
no adalli a codesto uſficio !
Sono i preti che vanno alle cappelle tanto ignoranti quan
to coloro che debbono ammaestrare. Egli è da strabi
lire: Giuseppe Parascandolo non era un 110mo di lettere ,
professore nella Università , non aveva dettato intorno alle
Cariatidi, sposto e chiarito un papiro egli ? E quanti anni,
mi dica il Mazza , è che passò di vita Angelantonio Scotti ?
il quale, ed egli il sa , bazzicava in Corte , era da dotte per
sone grandemente onorato . Gennaro Schenardi sentiva molto
avanti in letteratura , giustissimo estimatore delle bellezze del
divino poema . Oh ! come questo pretignuolo gli darebbe per
certe mende grammaticali si fatla gastigatoia ,che gli putireb
be.Ma che son le regole di grammatica per gli uomini della
taglia del Mazza ? Cose frivole e vane , buone solo a fare
insolentire il Valla e lo Scioppio e quei di loro schiera .
Perciò il professore non cura , che i preti la ignorino. E ot.
timamenie ancora fa , che la grammatica non ponga tra le
cose che i volgari debbono imparare ; perchè leggendo in
quella, essi sindacherebbero e appunterebbero le altrui scrit
ture . I maestri saranno destinati: il primo, ad insegnare
gli elementi di leggere, scrivere ( cioè l'abbici) e le quat
tro operazioni aritmetiche ; il secondo insegnerà (suppli
sci : a leggere) e spiegherà un catechismo di morale che
per tale oygelio sarà scritto . Costui è veramente devolo
al progresso ! Costui è veramente amico alla plebe ! Egli
grida che a lei si faccia sapere meno di prima . Ma tiria
mo innanzi : Dunque un ignorante Antonio Ottaviano ne
gli anni passati cattedrante ? Un idiota Andrea Jorio, la
cui Mimica gli Inglesi e gli Alemanni hanno tanto cele.
brata ? Ma il lettore non vuole qui un catalogo .
Io per me credo che l'Autore l'appicchi eziandio ai no .
stri gentiluomini,imperciocchè gli paiono essere i sacerdoti i
209
?) Num . 10.
217
2
220
del Signore . Noi siam certi che codesti apostoli non sarebbero
di quella selta di libertini introdottasi nella sinagoga ,di cui
discorrono gli Atti Apostolici ' ) , e neppur di coloro che , come
scrive il Principe degli Apostoli ? ) , tengono la libertà per
velame della malizia ;ma spiegando colà , siccome si vuole,
la legge elettorale, egli è maniſesto che non darebbero al
popolo quel cibo dell'intelletto , e quel pane della scien .
za ch'esso ha diritto di ricercare nel tempio di Dio . Il ci .
bo de' fedeli nella chiesa non è quel cibo che passa , ma
quello che dura sino alla vita eterna *) ; il pane che ivi
loro si parte, quando ne hanno fame, è qualunque cosa
comandata da Dio * ) ; questa è la legge che i popoli ap
parar debbono nel tempio dalla bocca del sacerdote, per :
chè egli è l' Angelo del Signore degli eserciti ") . La quá .
le, perchè è l'unica e vera sorgente di tutto il ben esse
re di qualsivoglia civile società , adattandosi alle peculiari
circostanze, serve a forinare e il dabbene cittadino, e l'im
parziale elettore , e il giusto deputato , e il prode guerrie
ro . In fatti nè Gesù Cristo , nè gli Apostoli predicarono mai
in particolare di siffatte cose ; parlarono della virtù, e non
della politica ; dettarono i doveri di tutti quanti gli uomi
ni , e non le norme di condotta per un determinato ceto ; an
nunziarono in fine la felicità dell'altra vita e non la pro
sperità degli affari di questa misera terra . È questo il re .
gno di Dio cui venne a stabilire quaggiù Cristo Signor No
stro , siccome lungamente dimostraumo altrove ); questa
è la libertà de' figliuoli di Dio , di cui dicemmo nel prece
dente quaderno ). La quale affratellando con vincolo di
cristiana carità gli uomini tra loro, produce la vera liber
tà civile , cui il Clero non mai cesso di caldeggiare.
Ameremmo però sapere dal Malpica , come mai abbia egli
veduto che la calledra di verità non sia stata finora degna
LEGGEMMO
JEGGEMMO nel Giornale del Regno de' diciotto Marzo 11
na lettera Circolare del Ministro Segretario di Stato degli
Affari Ecclesiastici a tutti gli Ordinari Diocesani delle no
stre province di qua dal Faro , per invitarli ad aprire tra
gli Ecclesiastici delle soscrizioni volontarie per pubblica
beneficenza . L'ottimo Barone Bonanni, tra le lodi che giu
stamente in essa tribuisce all'evangelica carità di Pio IX ,
e a quella nobile gara di venire in aiuto de' poveri, desta
tasi a questi di soprattutto in ogni ordine di cittadini, si
augura che coloro i quali furon chiamati da Cristo ad
esser Apostoli della carità e della fratellanza , non voglia
no rimanersi in tanta miseria del popolo al tullo indiffe.
renti. Ed acciocchè il loro esempio serva altrui di stimo .
lo per concorrere all'opera della civile carità , vien sug.
gerendo a tutti i Prelati di formar delle liste di volontarie
limosine del Clero secolare e regolare , le quali dopo sue
ulteriori istruzioni serviranno a sollevare ogni sorta d'in
digenti , e specialmente a ristorar le Chiese e gli Stabili
menti ecclesiastici di beneficenza .
Savissimo divisamento egli è il provvedere a' bisogni de'
tempii e de' poveri, e degno per verità dell'animo genero
so del nostro Ministro , di cui ammiriamo la rettitudine e
la religiosità. Però queste medesime sue belle doti ne fan
no arditi di proporgli, solo come Preti, che non vogliam
nè punto nè poco prevenire il giudizio del nostro veneran
do Episcupato , alcune brevi considerazioni intorno alla con
venienza di questo suo invito .
Tutti sanno , che l'uno e l'altro Clero della nostra dio
cesi , allorchè nel passato Gennajo fu privatamente invitato a
far anch'esso limosina del suo alla povera gente , non si
addimostrò per questo indifferente. Sulle liste pubblicate
223
SUO
2010
suale
mo
anche
con
a cui
228
NOTIZIE
FRANCIA
Fascicolo ss .
Aprile 1818.
SCIE 1T ZE
IV .
pose nel caso di farne quel ragionevole uso che arreca solo
vantaggio , come si trova di veder gli oggetti, che non sono
troppo vicini agli occhi , chi brama percepirli. No, le so
cietà, le quali hanno per base un bene immortale ed eter
no , qual è la giustizia , come questa non crollano , e sempre
ottengono il loro scopo ch'è l' appagamento morale del
l'uomo, il quale può rinvenirsi solo in un bene spirituale
eterno reale infinito .
12. A prescindere però dai benefici influssi del Cristia .
nesimo per il bene della società , egli è certo che Dio vuole
la felicità dell'uomo nell' altra non pure, ma anche in que
sta vita , per quanto permette la contingenza delle create
cose "), e che in società civile vuol pur l'uomo , nel cuore
del quale perciò ha posto un pendio irresistibile a quella .
Ora la Religion Cristiana è la vera , istituita dallo stesso
umanato Dio , e perciò non può essere opposta al vero be.
ne della società ,come a questo bene non è stata mai no
cevole la verità ,considerata in sè stessa. E non dovrà dirsi
questa religione agl' individui , alle famiglie , alla intera u.
manità utilissima ? Dunque ben disse l’Alighieri ( Par. 19. )
La prima volontà, ch'è per sè buona ,
Da sè, ch'è sommo ben, mai non si mosse .
Cotanto è giusto quanto a lei consuona,
Nullo creato bene a sè lo tira ,
Ma essa radiando, lui cagiona .
V.
De Monumenti egiziani
ARTICOLO II *)
) Gen. L , 10,
266
paesi di Levante stan tuttavia fermi in quest' uso . E que .
sta caponeria di non appartarsi da' costumi degli antena
ti , anche dopo che le magagne ne furono tritamente ravvi
sate, sembra essere immarginata nell'agricoltura di parec
chie regioni . Cosi in Irlanda tenne ab immemorabili la con.
suetudine di dar fuoco alla stoppia , e si dice per burla
che la trebbia si faccia col coreggiato di fuoco . Molte leg
gi si stanziarono dal parlamento per dibarbicar quel costu
me ; ma gl' Irlandesi eran cosi inteschiati, che tra le altre
condizioni patteggiate fra il duca di Ormond ed i confe
derati cattolici nel convegno di Chilchenni, fu ancor quella
di poter proseguire a bruciare la paglia dell' avena . Arroge
che un simil vezzo par essere abbarbicato infra i Sassoni,pres
so i quali la voce bran ( crusca ) è participio passato del
verbo brennen, da cui è derivato l'inglese burn ( bruciare ).
Ma in Egitto non faceva bisogno di adustiar le spighe, im
perocchè innanzi la trebbia si lasciavan al sole , finchè la
loppa si raggrinzasse ed arrendesse . Con tutto ciò non riu.
scivasi a spulare che molto imperfettamente , e vera al
tutto necessità del vaglio . Questi lavori soleyan farsi nelle
borgora delle città, e perciò noi veggiam gli operai esser
in gran numero e disarmati . Nella storia di Giuseppe dicesi
apertamente, che i granai eran dappresso a un molto po
polato borgo. Quando poscia i buoi avean calpestate le spi
ghe quanto bastasse, si raccoglieva tutto in mezzo all' aia
e lasciavasi trasportar al vento la lolla ed il pagliuolo . A ciò
allude il Salmista quando dice : « E' saran come loppa, cui
sperge il vento dalla superficie della terra » . Le spighe che
non fosser compiute di disgranellare ,stacciavansi nel burat
tello , insiem colle geve ed altre impurità ; e se nella stac
ciatura restasser tuttavia delle spighe non ben isgranate , ri
tornavasi a farle scalpitar da' bovi. Dopo questo secondo
lavorio , il frumento gittavasi un' altra volta in balia del vento
con una pala , oppure con una sorta di stromento quadra
to , a foggia di un' asse lievemente curya ,siccome quello che
267
VA FI Í T A
DECRETUM
SISTO
PER LA MISERICORDIA DI DIO
DEL TITOLO DI S. SABINA
DELLA S. R. C. PRETE CARDINALE RIARIO SFORZA
ARCIVESCOVO DI NAPOLI EC . EC . EC .
Al Clero e Popolo della sua Diocesi
de' popoli . Vera luce che illumina ogni uomo che viene in
questo mondo chiama tutti alla eterna felicità , a tutti ri
cordando il santo dovere di ubbidire all'autorità, quale che
sia , la quale venga da Dio , Padre e fondatore della civile
società . Lasciando il mondo e l'impero di esso alle dispu
tazioni degli uomini, ella ha il dritto d'insegnare, in qua.
lunque forma e maniera di governo, quelle benefiche dot
trine , che ne sono il sostegno e la vera base ; ella sola può
difendere ed illuminare le menti , onde non volgano alla
ruina, mercè quelle grandi verità , che sola possiede , aven
done ricevuto il venerabile deposito da quel Dio che è ve
rità, e che l'ha fatto colonna e base della verità stessa . Da
lei e solamente da lei riunire si possono gli uomini in un
medesimo spirito , chè le sue parole sono parole di frater .
nità e di carità ; da lei sola togliersi ogni divisione, germe di
regno desolato , chè non cercando le cose di questa terra,
promette a tutti l'eguaglianza del cielo . Quale la sua Chie .
sa, tali Dio vuole i suoi Ministri , fratelli e figli carissimi .
Luce del mondo , è d'uopo che risplendano come luminari
fra caliginose tenebre: sale della terra , fa di mestieri, che
per loro si abbia vita quel disinteresse che dimenticando se
stesso pel pubblico bene è la base di ogni civile ordinamen
to . E tali Eglino esser debbono, secondo la parola dell'A
postolo , perfino fra quegli sconvolgimenti dell'umanità, che
aspirando sempre a perfezionarsi,si agita e travolge in mez
zo a continui sistemi , e frequenti cangiamenti : Exhibea
mus nosmetipsos sicut Dei ministros in seditionibus . Guar
di che vogliano essere gli uomini di questo , o di quel par
tito; no : non sono gli uomini dell'uomo ; ma gli uomini
di Dio . E Dio è carità ! Il vostro linguaggio perciò , o fra
telli carissimi Sacerdoti , e giovani del Santuario , il vostro
linguaggio debb' essere il linguaggio della carità ! Voi tut
ti siete fratelli, ecco la predicazione degli Apostoli ai po .
poli inviliti sotto il dispotismo della tirannia de' Cesari , e
degradati dall ' orgoglio de' filosofi; amatevi scambievolmen
te come figliuoli di un medesimo Padre che è ne' cieli .
Miseri se vi divoriate con diversità d'interessi, ed opposi
280
") Pet. II , 16 .
I!
283
Turtocne
UTTOCHÈ soventemente si veda il volgo saperne più di
certi dotti quanto a semplicità di Fede , perchè a' semplici
ed agl ' idioti suole Iddio manifestarsi, pure le pratiche re
ligiose del popolo sono oggigiorno da parecchi , che van .
no per la maggiore , chiamate generalmente superstiziose ;
e chi le fa , pinzochero o spigolistro . Il Cattolicismo che
solo può
Sanar le piaghe ch' hanno Italia morta ,
) Gal. V, 13 .
284
*) Rom . XIII , 5 .
297
ITALIA
APPENDICE
9
320
danno regole particolari di disciplina adattando a tutt' i po
poli le cose esterne spettanti al divin culto ed alla vita de
gli ecclesiastici, nel che sta il bello della Cattolica Chiesa ,
chè per essa Iddio Sommo riscuote in tutta la terra con va.
rietà armonizzata l'onore a Lui dovuto . Ma questa stessa
varietà e differenza di disciplina nelle varie parti del mon
do rende senza meno necessario , che i soli Pastori della
Chiesa e soprattutto il Romano Pontefice ne siano la gui
da e i maestri , perché la varietà non offenda l' unità . Si ,
convien ripeterlo , la base e l'essenza delle canoniche san
zioni sta nel Papa e ne' Vescovi, poichè in essi soli sta l'au
torità spirituale data da Dio , e da essi soli può derivare
quella dottrina e quella norma , che serbando intatta la Fe.
de ed i costumi, soddisfa pienamente alle necessità prati
che nell'esercizio del culto , e della vita ecclesiastica pres
so i vari popoli dell'universo ; le verità della Fede, l'am .
ministrazione de' Sacramenti, i sagri riti e ceremonie , la
vita ed i costumi dei chierici, l'uso e la destinazione dei
beni della Chiesa , non cadono sotto altra potestà che la
spirituale , ed i Re ed i popoli della terra nella Chiesa stes
sa vivendo , quanto piú a lei son devoti, tanto meglio e più
fortemente colla forma di lor governo stan saldi .
Così essendo la cosa di sua natura , sorge dubbio assai dolo
roso nel vedere poste in un fascio quelle varie disposizioni , ci
tate nella prima parte dell'avviso in quistione, cumulo che,
dirò così, implicitamente esclude quella essenziale differenza
che passa fra i Canoni della Chiesa ed i Decreti de' Principi
spettanti le cose , le persone ed i giudizii santi , e confonde in
uno la voce e l'autorità del Papa e de' Vescovi in ogget
to di tanto rilievo , colla voce e l'autorità del Principe, cui
niuna spirituale potestà venne data da Dio . Aggiungo che
lè parole che fan seguito , danno forte argomento per la inter
pretazione abusiva , che potrebbe stabilirsi con scandalo de'
dotti , e spirituale pericolo della moltitudine . Si dice che quel
la svariatissima giurisprudenza risultante da tutt'i fonti so
praccennati riesce imbarazzante nell'applicazione, sempre
dubbia nel senso , ed in complesso l'attuale disciplina sa
per della vecchiezza de' tempi e delle antiche forme gover
321
SIGNORE
SCII IT Z 3
VI .
VII .
I. ALLBINO
BINO,, tu ti vanti di chiamarti cristiano cattolico. Ma
guarda che alcuno pel tuo vivere non t'assomigli a chi ba
titolo di Conte o di Marchese , solo perchè qualche suo an
tenato ebbe inarchesato o contea .
II. Un' accademia di Filosofi increduli vuol proporre al
Papa un'amichevole composizione; ed è , che si aumentino
del doppio gli articoli da credersi, purchè si scemino per
metà i comandamenti da osservarsi. Ad una dieta di Pro
testanti è piaciuto il progetto , e mostra di non essere alie
na dal riunirsi al Papa con tal condizione .
III . Non sei mai tant' acuto , Evaristo , e cavilloso, come
allora che si tratta di non pagare un debito che ti pesa ,
o di esimerti dal digiuno , che la Chiesa t' impone .
IV . Non si saziano i nostri Filosofi di ammirare ed en.
comiare la bellezza del Vangelo. Non vi sarebbero seguaci
di Cristo migliori di loro , se il Vangelo fosse un quadro
da guardare semplicemente , e non un codice di legge da
osservare.
V. Elpino , scioglimi questo problema . Tutti gli uomini
nascono governatori, e danno franco giudizio sulle cose
pubbliche . Eppure, ond' è che non si trova uomo, che sal
ga al governo, e non sia generalmente censurato ?
VI . Dov'è , chiede Lucrezio , che Cristo insegni non do
versi mangiar carne nè Venerdì , nè Sabato ? Dov' è che
prescriva i digiuni , ecc . ? Là appunto dove disse Cristo , che
a tutti è necessaria la penitenza , lasciando alla Chiesa l'au .
V A RIIT A '
INVITIAMO
NVITIAMO i nostri soci a leggere attentamente l' Allocuzio .
ne e il Breve che seguono , e di farli leggere anche altrui;
affinchè tutti sappiano quale sia l' animo del Nono Pro ver
so la sua diletta Italia ; e di più nessuno s' ardisca quindi
innanzi arrogarsi nelle cose di Chiesa quel diritto , cui il
Sommo Pontefice riclama per sè , in virtù del suo divino
potere . Per questo fine li diamo altresì voltati in italiano,
siccome adopereremo appresso per altri Atti del Papa, ove
lo stimeremo opportuno; onde se ne diffonda la notizia pur
ira coloro, i quali per avventura non sapessero di latino .
Quanto a noi , provammo grandissima gioia leggendoli, e
in essi trovando inculcate dal Papa quelle medesime verità
che spesso in queste carte veniamo difendendo , o Cattedra
di Pietro , esclamammo, chi non è teco, è contro di te : e
chi teco non raccoglie, dissipa .
I COMPILATORI
355
ras , studia súa intendere, ut per verità ogni sua cura, pen
ampliora quotidie incrementa siero e studio, acciocchè il re
suscipiat Christi regnum quod gno di Cristo ch'è la Chiesa ,ri
est Ecclesia; non autem ut fi- ceva ogni di maggiore incre
nes dilatentur Civilis principa- mento ; e non già perchè si al
tus, quo divina providentia larghino i confini di quel poli
Sanctam hanc Sedem donatam tico Principato, cui la divina
voluit ad eius dignitatem ,atque Provvidenza volle donare a
ad liberum supremi Apostola- questa Santa Sede per acqui 1
tus exercitium tuendum . Ma- starle dignità ,e mantenerle li
gno igitur in errore versantur bero l'esercizio del supremo
qui animum Nostrum amplio . Apostolato . Sono adunque in
ris temporalis dominationis grande errore coloro , i quali
ambitu seduci posse arbitran- pensano poter l'animo Nostro
tur , ut Nos mediis armorum essere adescato dal desiderio
tumultibus iniiciamus . Illud di più ampio temporale domi
sane paterno Nostro cordi iu- nio, talche venissimo a gittar
cundissimum foret, si opera , ci in mezzo al rumor delle ar
curis, studiisque Nostris quid. mi . Sarebbe nondimeno di
piam conferre datum esset ad grandissima consolazione al
restinguendos discordiarum cuor Nostro , se ne fosse dato
fomites, ad conciliandos invio di poter coll' opera , con le cu
cem bellantium animos , atque re e con la diligenza Nostra 2
ad pacem inter ipsos restituen- concorrere in qualche modo a
dam . spegnere il fuoco delle discor
die, a riconciliar tra loro gli
animi de' combattenti , ed a ri
donar loro la pace.
Interea dum non levi animi Frattanto , mentre che non
Nostri consolatione accepimus poco ci consola udir, come in
pluribus in locis ne dum in I. molti luoghi non solo d'Italia,
talia , sed etiam extra illam , in ma anche fuor di essa , io tan
tanto hoc rerum publicarum ti politici rimutamenti iNostri
motu, fideles filios nostros suo fedeli figliuoli non mancarono
erga res sacras, sacrorumque di rispetto alle cose sacreed a '
ministros obsequio non defuis- ministri della Chiesa , proviamo
se , dolemus tamen toto animo intenso dolore ascoltando che
hanc illis observantiam non u- non in ogni parte fu loro usa
bique fuisse servatam . Nec ta questa riverenza .Nè possia
Nobis temperare possumus , mo rimanerci dal deplorare in
quin lamentemur tandem in fine in questo vostro Consesso
Consessu hoc vestro funestis . quel perniciosissimo costume ,
356
mente anche albene comune dello Stato , che si rinnovino le prische glo
rie dei nostri Chiostri , e che rifioriscano come asili non solo di perfezio
ne cristiana, ma come alberghi altresi di sapienza; contemplando , senza
dilungarsi dallo scopo santo ed austero dei proprii Istituti , i loro studii e
le opere in modo conforme ai bisogni morali ed ai progressi civili del se
colo .-- A conseguire questo salutare intento rivolge pure la sua voce il
Real Governo ai Superiori Monastici , esigendo a tal uopo il lor concor
so efficace. E ben vorranno essi comprendere quanto ciò importi per ri.
conquistare ai rispettivi Ordini il favor della pubblica opinione, che con
tinuo sorrise alla lor culla, e fece plauso ai primi lor passi ; senza la qua.
le gl'istituti umani di qualsivoglia sorta crescer non possono, nè durare.
- Mi trasmetterà intanto V. P. sollecitamente un'esatta , compiuta e di
stinta nota di ciascun Monastero,Convento,e Casa Religiosa della sua mo .
nastica Provincia ,annoverandovi ancora gli ospizi, e specificondo i Ritiri
di più stretta osservanza. 2.-- In questa nola dovrà esprimersi il titolo del
Convento, il Comune in cui esista ciascuna Casa Religiosa ,indicando tan
to quelle che sono nell'abitato, quanto le altre situate in campagna, con
manifestare, rapporto a questo, la loro distanza dall'abitato . —Si farà
conoscere la capacità di ciascuna Casa , o lo stato della fabbrica ,gli spazi
annessi che costituiscono la clausura ,e come la medesima sia costituita ;
non che lo stato della Chiesa, esprimendo ancora se questa abbia la cu
ra delle anime, o se vi sia un particolare concorso e devozione, o un
qualche Santuario.- S'indicherà qual numero d'individui potrebbe
mantenere alcun convento; quale sia la famiglia in esso stabilita,quale il
preciso numero de’religiosi al presente , specificando i sacerdoti, ilaici,
i terziarii. - Quali siano i conventi di noviziato, di professione, di studen
tato , o di collegio di studii , indicando il numero de' novizii e degli stu
denti, e dei lettori ; e se nei medesimi si osservi la vita comune. - Qua.
li sieno le case di ritiro ,di stretta osservanza, e di vita comune.- Come
sieno servite ed officiate le chiese annesse ai conventi , e specialmente
quelle che abbian la cura delle anime ;e con quali mezzi.- Mimanifesterà
nel tempo stesso la P. V. quali siano le sue idee per meglio assicurare
il regolare andamento del culto , della disciplina, e degli studii confor
memente alle prescrizioni di Sua Santità nella prelodata enciclica , e per
far divenire i religiosi , giusta i Pontificii voti, sempre più utili, sia in
prestare con maggior impegno la loro mano adiutrice ai Vescovi nel Sa
cro Ministero , sia nell'occuparsi in altre opere vantaggiose alle popola
zioni ed al loro incivilimento ) .
363
DOCUMENTO I.
Reverendissimo Padre
DOCUMENTO II .
Reverendissimo Padre
DO CU M E N T 0 III .
372
EMINENZA REVERENDISSIMA
ECCELLENZA
1
387
) Art . XXXVI.
389
1
404
beni della Chiesa » . Intanto si è posteriormente saputo , che
Mons . Luquet , ha proposto alla Dieta il disegno per un
accomodamento assai generoso da parte della Chiesa , e vo •
luto colà da imperiose circostanze . Ma poichè alcuni gior
nali hanno riferito senza alcun comento cosi fatto disegno ,
pensammo qui soggiungere le parole della Gazzetta di Ro .
ma de 22 Aprile : « Leggesi nella Gazzetta di Milano del
15, che monsignor Luquet , ora a Berna , ha ricevuto let
tere che lo accreditano in qualità d'internunzio presso la
confederazione. Questo è un errore : poichè monsignor Lu
quet è rivestito semplicemente del titolo d' inviato straor
dinario e delegato apostolico presso la confederazione El
vetica . La sua missione , siccome quella che è diretta a
trattare degli affari religiosi nelle presenti circostanze del
la Svizzera, è una missione straordinaria , la quale non al.
tera punto le ingerenze della nunziatura già stabilita in Lu .
cerna sulle materie ordinarie . Nè minore errore è contenu
to in ciò che il foglio stesso dice sapersi dal Confedera
to : che cioè il suddetto prelato , ad esempio del Sommo
Pontefice, il quale come principe temporale ha abolito con
venti , applicandone i beni a favore dello Stato , non farà
obbiezioni all'abolizione dei conventi friburghesi ed a quel
la progettata da Lucerna . Nessun convento è stato dal Som .
mo Pontefice abolito : e se alcuni religiosi si sono allonta
nati , cedendo alle circostanze , da' luoghi ove avevano loro
stanza, con essi sono stati presi gli opportuni concerti si
pel modo di effettuare la loro risoluzione , e sì per provve
dere alle case religiose da loro abitate , e alla tutela de'lo .
ro beni e delle loro proprietà . Sappiamo inoltre che i do
cumenti già pubblicati su tal proposito han messo in gra
do la nunziatura apostolica in Lucerna di smentire piena
mente l'asserzione del Confederato. Quanto poi alla con
dotta di monsignor Luquet , noi non abbiamo documento
alcuno per dedurre , che esso non sia per opporsi all'abo
lizione de' conventi nella Svizzera , e per credere che le i.
struzioni a lui date dalla Sede Apostolica non siano piena
mente conformi alle salde massime che questa ha costan
temente professato intorno a tal punto » .
40 %
BIBLIOGRAFIA
ITALIA
*) Vendesi quest' opera in casa dell' Editore , in Via Nuova agli Orefici,
» , 12, 3 , piano.
406
SCI 3 11 2 3
VIII .
") Muzzarelli , Ricchezze del Clero .-- ') La Relig. dim . e dif.
1. 3 , c . 38.- ) L. 2, c . 39.
414
A
422
novatori con questa precaria mercede ? Togliere, sotto gli
speciosi titoli dei bisogni di stato, del vuoto di cassa, del
l'utilità e necessità di guerra, la sussistenza al Clero con
un sol atto di volontà , e si renderlo mesmerizzato . Ma per
chè dir perduti per la Nazione cotesti beni ? Se la Religio
ne è necessaria alla società e si fattamente che, se non a
vesse la vera , dovrebbe una inventarsene , necessario è pu •
re che tai beni non escano dal Santuario . E se i beni tuoi
non sono perduti per la Nazione, perchè dir perduti quel.
li del Clero ? E questi beni del Clero non passano essi di
mano in mano a sollevar la miseria di tanti individui ? Non
sono essi offerti e preparati alla vocazione , ai talenti , al -
la virtù , al merito ? E mercè gli uomini di Chiesa non pas
sano essi di famiglia in famiglia, cui questo o quell' eccle
siastico appartiene ? Ai beneficii di Chiesa ottar possono i fi.
gli di qualunque cittadino , che s ' incamminano per la strada
del Sacerdozio . No, non sono nè morti, nè paralitici i be
ni di Chiesa per la Nazione , poichè i frutti di essi vanno
in commercio e si diffondono per la Nazione. E'l Clero non
forma forse la miglior parte della Nazione? E si dovrà dir per
duto per la Nazione quello che al Clero appartiene ? La mas
sa non si diminuisce sia che questi beni ad un ceto appar
tengano, sia ad un altro , sia che questi, sia che quegli ne
percepisca i frutti. Dunque col far guerra ai beni di Chie
sa si fa guerra ai ministri di essa , ad essa medesima, al
la giustizia, alla verità , al senso comune , al buon senso,
al bene pubblico .
Fil. Essendo gli ecclesiastici ristretti nei loro bisogni,
non veggo , perchè loro non potrebbe darsi un mensile ap
pannaggio , ed intanto vendersi per la Nazione i loro beni .
Ap . Parmi che tu ritorni alle stesse difficoltà già disciolte .
I beni degli ecclesiastici non sono destinati al solo sostenta
mento di quelli , ma di tanti altri , cui i sacri canoni voglio
no che se ne diano i frutti. Essi questi beni sono della Chie
sa , come i tuoi son tuoi . Che diresti tu , se la Nazione vo
lesse dare a te ed alla tua famiglia un onesto sostentamen.
to ed appropriarsi i tuoi beni ? Se la proprietà è inviola
423
bile per te, la è anco pel Clero . Tai beni sono anche ina
lienabili, come i diritti della corona , le pertinenze del fi.
sco, i beni fidecommessarii, perchè sempre vantaggiosa si
è creduta la perpetua conservazione dei beni . L'esser ta
li impedisce la dissipazione delle ricchezze offerte da' fede
li , i quali senza tal causa sarebbero ben presto ridotti a
far nuovi sacrifizii per lo sostentamento del Clero ") . Ma
non si dànno poi questi beni in enſiteusi, o delle volte non
si vendono pel bisogno della Nazione colla licenza Aposto
lica e nella debita forma ? Per la salute della patria non
si sono alcune fiate venduti anche vasi sacri d'oro e d'ar
gento , ed altre preziose supellettili ? Pel bene comune tut
to è permesso, ma esso è inseparabile dalla giustizia , la
quale richiede che non un sol ceto di persone, ma tutti i
cittadini proporzione concorrano a sollevar la patria dal
le comuni disgrazie .
Fil. La maggior parte degli ecclesiastici abusano di queste
ricchezze nella crapola , nell' ozio , nella mollezza , e con
ciò diventano la pietra di scandalo dei fedeli, i quali altret .
tanto operano nel veder gli ecclesiastici
Che la ragion sommettono al talento ;
Questi . .
Col pugno chiuso, e questi co' crin mozzi ?).
Ap . Abusano ! Ma ciò che prova ? Prova solo che non
dovrebbero abusarne, e non già che non dovrebbero posse
derne . Prova che nella distribuzione dei frutti di questi be
ni qualche fiata l'avarizia o la mollezza o la intemperan
za od altra passione occieca la mente di alcuni infelici, e
non già che sia illecita o comunque vietata la percezione
dei frutti di tai beni , comechè copiosi. Abusano ! Dunque
meritano essere ammoniti corretti castigati dai loro Supe.
riori , e renderanno conto a Dio , ed in questa e nell'alira
vita ne pagheranno il fio . Ma da ciò segue forse che per
ciò debbano essere spogliati dei loro beni ? O forse saran
no più monde le mani dei laici in tempo che monde non
) Op . cit., p . 146 .
431
IX .
gnavi l' altro ieri di quell' imprudente, che in casa tua, fra
la tua famiglia, che è la pupilla degli occhi tuoi, diceva
male di te , biasimava la tua economia , e proponeva rifor
comeche in qualche parte non dicesse male del tutto .
Avevi ben ragione : cosi viene a sconcertarsi il sistema e
la pace della famiglia , non che la tua autorità . Ma perchè
poi la sera stessa in gaia conversazione disapprovavi tan
to chi non soffre certe libertà della stampa ?
LXXXIX . Si sforzano alcuni digrignando i denti di tro
vare stravaganze e deformità nella Religione con quell'a.
nimo , con cui uno cerca difetti nella donna , da cui fu ri .
gettato con fermezza .
XC . Disputavano due buoni preti fra di loro , sostenen
do uno che quattro quinti almeno degli spropositi vomita .
ti in materia di Religione provengano da pretta ignoranza
di Dottrina Cristiana , volendo l'altro attribuir tullo a ma
lizia. Ma pare che la lite si possa comporre col riflettere
che quell'ignoranza è colpevole, e quindi maliziosa essa pure .
XCI . Un viaggiatore , che trovisi a capo di due strade ,
l'una sicura bensi, ma alquanto disastrosa , l'altra como
da ed agevole , ma sospetta per appiattati assassini, egli
attiensi alla prima . Or bene : le strade che mettono alla vi
ta futura , sono la Religione Cattolica e la moderna incre
dulità ; aspra alcun poco la prima, ma per tutti sicura; pia
cevole l'altra , ma esposta a gravissimo ed orrendo perico
lo . Dimmi dunque, o Tirsi , d'onde nasce tanto genio a se .
guir la seconda piuttosto che la prima ? sarebbe mai cio
effetto di viziose passioni , anzi che d' interna persuasione
e tranquillità ?
XCII . Fate bene , o Teopisto , a pensare e parlare van
taggiosamente di tutti, sieno persone di governo o private.
Ma se mai in vita vostra v’occorresse il bisogno di accer
tarvi della probità di qualcuno, informatevi chi ne sia il
Confessore , e quanto spesso egli attenda alle pratiche di pie .
tà : queste sole cognizioni basteranno al vostro intento .
XCIII . Per sollevarvi dalla gran pena , che vi pigliate ,
o filosofi, affine di scemare il numero de' miracoli or col
RAC.REL. VOL.XV. 29
440
mesmerismo, or colle convulsioni, or coll ' uomo incombu
stibile, or con altre recenti scoperte spiegate a modo vo
stro , noi veri cattolici siamo pronti a contentarci di un so
lo miracolo . Lasciateci Cristo risuscitato dopo tre di , o Laz.
zaro già fetente, dopo quattro. A noi basta, vedete , un so
lo attestato di Dio , come la più autentica lettera creden
ziale di sua santa Religione.
XCIV . Salomone disse : Chi risparmia la verga , odia il
suo figliuolo . Orazio : il giovane , che desidera percorre
re felicemente il corso degli studi, molto deve sofferire ,
e mollo faticare; deve sudare e tremar pel freddo. Pres .
so gli Spartani poi , se il figliuolo si fosse lagnato col ge.
nitore di essere stato da qualche maestro gastigato , era co
stume che il genitore gli replicava la dose del gastigo . Pa
ragonate, o Aristarco , con tali principii la nauseante con
discendenza e compassione, che oggidi vuol usarsi rignar.
do ai giovani , e non vi maravigliate poi tanto se i giova
ni stessi non riescano con vostra soddisfazione .
XCV . Vi trovate pure assai imbarazzato , o Arbace, per
combinare insieme la Providenza di Dio , e la sorte de fan
ciulli che muoiono senza il battesimo . Ma credete voi si
dura, quale la imaginate, la sorte de ' fanciulli , esclusi ben
si dal Cielo per mancanza del battesimo, ma senza pena che
positivamente li tormenti, come moltissimi teologi insegna.
no, e come è più uniforme alla bontà di Dio ?
XCVI. Nel proporre , o Egesippo , come fai del continuo ,
i tuoi dubbi su la Religione, se vuoi restar in capitale di
autorità, studiati con molto avvedimento di proporli in tuo .
no d' importanza a gente idiota , o tutt' al più a qualche
prete , che ignori il valore della tua moneta . Senza que.
st'artificio , Egesippo , tu sei fallito, e la tua autorità mala
mente compromessa : perchè potresti sgraziatamente trovar
ti a fronte di qualche dotto ecclesiastico capace di farti per
dere in un momento insieme col capitale la tua riputazione .
XCVII . Il trattar co' teologi è cosa da impazzire. Chi por
ta un'opinione, chi la combatte . E come regolarsi ? ...
semplicemente, o Lesbio, e sicuramente : colla vostra co .
441
scienza diretta da un Confessore sperimentato . Dio promet
te di salvarvi cosi; che volete di più ?
XCVIII. Come volete, Andromaco, che i vostri figliuoli ,
e servi si mantengano religiosi , se ignorando essi per col
pa vostra la dottrina cristiana , ad ogni sofisma contro la
Religione , s' arrestano come ad una dimostrazione ?
XCIX . Che diresti tu , o Aci , di colui , che avendo vedu .
to alcuni pioppi storti e nani , definisse il pioppo un albe
ro meschino e tortuoso ? Credo che gli daresti giustamen
te la patente di sciocco . Or bene, non si dovrà dare a te
una simil taccia , se nel formare il concetto de' preti , e nel
lo stamparne la definizione mirerai solo chi di prete ha il
nome ed il carattere , ma poi degenera dal suo grado qual
mostro ?
C. Nella vostra libreria , o Contino, vedo bensi il Kotze.
bue , il Walter-Scott e simili , ma non posso rinvenire ne
un Kempis , nè una vita di un Santo, come non trovo mai
nelle vostre camere segno alcuno di Religione . Voi dite di
amare que' libri , che coltivano lo spirito ed il cuore. Ma
lo spirito ed il cuore hanno forse a' giorni nostri perduti
i rapporti con Dio e con noi medesimi , a'quali la Religio
ne tanto deve esser cara , quanto la vera e perenne felici
tà ? Ah ! Contino mio , leggete e studiate ciò , che in mor
te vorreste aver letto e studiato , e sarete felice, come di
cuore vi desidero .
D. G. Z. M.
00000000000
***
442
VARIETA'
Da pacem , Domine, in diebus nostris, quia non est alius, qui pugnet pro
nobis, nisi tu Deus noster.
V. Fiat pax in virtute tua.
R '. Et abundantia in turribus tuis.
OREMUS
Deus, a quo sancta desideria, rccta consilia, et iusta sunt opera; da servis
tuis illam quam mundus dare non potest, pacem ; ut et corda nostra manda
tis tuis dedita, et hostium sublata formidine, tempora sint lua protectione tran
quilla. Per Christum Dominum Nostrum , Amen.
URBIS ET ORBIS
che era l'eco delle lodi che tutta Italia dava al suo rige .
neratore, fu , appunto per questo, confiscata da’ doganieri
in sottana ; fu interrotta la lettura di quell'opera stessa, che
due mesi prima si tollerava , dir vogliamo del Mondo illu
strato » . Non ti è ignoto , sig. Malpica , ch'era uffizio de'
censori il proccurare non fosse stampato nulla che contra
riasse il governo o la religione o la purezza de' costumi.
Or quanto alla stampa delle opere trattanti cose politiche
ed amministrative, tu sai pure quanto severe fossero state
le leggi che la riguardavano ; talchè non era in facoltà de'cen
sori , ove il libro contenesse alcunchè di contrario ad esse,
di chiudervi gli occhi , quantunque pensassero ch' esse a
vrebbero alle volte potuto o dovuto permettere : ma che col
pa v' ebbero i censori ? e tu che ora fai il gran chiasso,
non ti ricordi tu che a que' tempi non ardivi fiatare, an
zi vezzeggiavi e blandivi chi era allora in grande stato e
potenza ? Noi non t'invidiamo che si allora come adesso
tu abbia saputo fare assai bene il fatto tuo : ma deb ! non
turbar la pace de' censori ; chè , credici , nessun pro te ne
tornerebbe . Scritti pero che trattassero di materie poli
tiche erano di rado mandati a'censori, molti al contrario
che nuocevano la religione e i buoni costumi ; quindi i
censori o ne impedivano la stampa , o toglievano quello che
avrebbe potuto scandalezzare i lettori , nel che forse talvolta
alcuno tra loro s'inganno, vietando ciò che dovea permet
tere , o lasciando stampare ciò che era da vietare ; ma dì ,
cbi oserebbe affermare ch' egli mai non ha errato ? Al
la stessa incolumità della Fede e dei costumi intendeva e
ziandio questa nostra Raccolta , che di cose meramente po
litiche non s’ è mai impicciata , si con mostrare come il
vero progresso delle cognizioni umane giova alla Fede , e
si specialmente con esporre e combattere que ' sistemi filo
sofici e sociali che contraddicono alle verità cattoliche , no•
tare e confutar gli errori d'ogni maniera che sono in vo
ga oggigiorno, ammonir le persone malaccorte che si guar
dąssero de' libri empii o disonesti , e brevemente , con difen
dere la dottrina , la morale , la libertà della Chiesa . Riguar
433
do poi a'Revisori de' libri che qua venivano da'paesi stra
nieri , alcune delle opere di politica essi ritenevano per for
za delle leggi, alcune altre , come sediziose ed incitanti a
mal fare, per soddisfare al debito di cattolici e di sacerdo .
ti : le altre opere , sia che ragionassero di politica , sia di
filosofia , sia di altre materie, davano , purchè non avessero
offesa la religione o la moralità ; anzi ancor queste la:
sciavano a chi aveva avuto dalla Chiesa facoltà di tener
le. Per la qual cosa mentisti , sig . Malpica , ' a te o ad al
trui , scrivendo che guerra spietata era fatta alle opere di
politica ; giacchè i preti sanno non tutte le opere di po
litica essere , la Dio mercè , fomite di rivoluzione: men
tisti, scrivendo che guerra sistematica era fatta alla lette.
ratura francese; ove per letteratura francese non vogli in
tendere le empietà e le sozzure onde la Francia trabocca
quelle contrade che se ne mostrano sitibonde : mentisti ,scri.
vendo che era vietato Lacordaire: mentisti , scrivendo che
erano vietati tutti i giornali, e permessa la Rivista dei
due Mondi ; perché quando i giornali erano riveduti dai
censori , vietavansi soltanto quelli che s' eran fatti mae .
stri di scelleraggini , e fra essi anche alcuni quaderni del .
la Rivista de' due Mondi, mà poscia furono dalla polizia
sottratti tutti alla revisione de' censori: mentisti , scrivendo
che il Mondo illustrato fu confiscato da' doganieri in sol
tana; poichè que’due mesi che fu tollerato, sai per chi fu ?
pe' doganieri in sottana ; e poi , sai da chi fu confiscata
quell'opera stessa e perchè interrottane la lettura ?
dalla polizia, la quale, come dicevamo, tolse dalle mani de'
doganieri in sotiana la censura de'giornali : mentisti , scri
vendo che guerra a morle era stata dichiarata a tut.
te le opere filosofiche; perciocchè moltissime erano appro
vate, e quelle sole ritenute che contenevano una sapien .
za che da s. Paolo fu addomandata carnale e falsamen
te nominala scienza , e che è nemica di Dio e degli uo.
mini . Né , dolcissimo signor Malpica , i preti della scien .
za e fede, i preti accademici avevano od hanno paura
della filosofia: essi portano riverenza ed amor grande al
RAC.REL . VOL.XV. 30
456
Ou0100000000
473
BIBLIOGRAFIA
ITALIA
Indefessamente volto l' Autore agli studi non meno letterari che
teologici , annunzia ora in un suo Programma, che dará al più
presto in luce questo Commento, partito in circa tre volumi .
« A' singoli paragrafi (del Catechismo) si troverà , e' dice, annes
so quanto havvi di notevole per teologia , per morale , per filolo
gia ed anco per filosofia speculativa , qual’ era vigente in quel
l'epoca , in cui dominava il periodo Tomistico » ). Noi sapendo
per pruova il valore del Pujia ,viviam sicuri che importante riu
scirà il suo scritto .
Introduzione - 1 Compilatori. • .
SCIENZE
LETTERATURA
VARIETA '
NOTIZIE
Italia . 67. 147. 228. 301. 399. 467
Spagna . 468
Francia 67. 148. 230. 302. 401. 469
Svizzera. . 67. 149. 308. 403. 469
Alemagna o Germania. 70. 150. 309. 472
Belgio. . 472
Joghilterra.. 230
Irlanda . . 472
Stati-Uniti d'America . 150
Turchia . . 233
Siria . . 152.235
Asia . 310
BIBLIOGRAFIA
ERRORI CORREZIONI
PAG . LIN.
44 , 2, rinvieni che rinvieni chi
AS , 14, un'unità umanità
68 9, Papa il voluto Papa
208 , 5-6, strabilire strabiliare
BIBLIOTECA CATTOLICA
COMPILATA
PER GLI ECCLESIASTICI
A, D ' AMELIO . G. GARAVINI. G. MARESCA . F. PETAGNA .
G. PLACENTE . G. SANSEVERINO .
XOXOXO
DELLA RACCOLTA
VOL . XVI .
LA SCIENZA E LA FEDE
RACCOLTA RELIGIOSA
000000
LIGIO 1015
NAPOLI 1818.
Testimonia tua credibilia facta sunt nimis .
Ps . , XCII , 5.
.. misit ancillas suas ut vocarent ad arcem .
Sapientia : ..
Paov . , IX , 13,
SCIBIT Z3
1.
A. C.
4004 Creazione del Mondo. Caduta di Adamo . . Gen.1,31.' 11,15-17 .'
2233 Confusione di Lingue; e dispersione .
Jafet 7 . 14 Deut. XXXII,8.5 Gen.' 1.' X1,9.
Sem 5 26
12
Cham 4 30
70 Famiglie
1706 Figliuoli d ' Israele che vennero in Egitto
Ruben 6 Zebulon 3 Benjamin 10.
Simeon 6 Gad 7 Dan 1 Gen. XLVI . S
Levi 3 Asse 7 Naftali 4
Giuda 7 Manasse 8
Issacar 43 Efraim 4 12 Tribů 70 Famiglie
721 Israele, i 10 Tribù (sic), presi in Assiria.
588 Giuda e Benjamin in Cattività in Babilonia . II Re XVII, 16,18.To
II Re XXV ,1,21. '
e dopo 70 Anni Ristaurati .
P. C. Dan.IX , 2. 18
30 La Crocifissione del Nostro Redentore; e Isaia LII1.'' Dan.IX ,2 k11,33.' Gia
la Risurrezione .
70 Gerusalemme presa ; e la dispersione dei Giudei Matteo XXIV." Marok,
Luca XXI
I
I Tempi de' Gentili. Atti X.19
“ XII1,46,20 XV " IXVIII, 25.ec
Progresso delle Scienze - Incremento d'Industria Luca ,XVII,27.28 Matteliv,37,25
e Commercio
Infedeltà - Segui Afflizioni Società Sciolta Matt ,4. 97 , 12-25.28
. XIIXXIV
Dan eo
le 1 1,25-28,29
Anticristo manifestato . 13-17.35
La Venuta Seconda del Signore; e la Prima Ri IDan .VIII,23.36
Tess. IV, 16.39 AttiXI,361,1i;
.SoloTabbe,XL1,36,1
surrezione colla Translazione dei Santi III, 21.4 IC
I Tempi de' Gentili compiuti ; e dalle Genti un Po XI, 15.47
Luca XXI, 24.48 Rom . 45. AttiXV,15
polo preso : - e gli Ebrei ristaurati alla Ter . Amos IX ,11."" Hosea 4,558 Zac.XII.
ra Santa .
Destruzione di Anticristo e suoi Seguaci: . .
. Apoc.XIX, 20,5 XX,2.41.3 ,45.6 ° Giu
Satana legato .
Il Tempo di Un Pastore ed Un Gregge:
Ja Restaurazione di tutte le cose .
. Apoc. XX ,4.62 V , 10. 11.9 Atti111,21.
Satana sciolto ; e gettato nello Stagno di fuoco . Isaia XI. ** LXV ." leren ||| 1,3-8,2473
1
Il Giudizio Universale ; e la Risurrezione Generale . Apoc .XX,, 11,12.78
Apoc.XX 7.75 1 Cout,4.7
N. B. I piccoli numeri posti sulla spalla degli altri più grandi, ed anche
de' Compilatori che cominciano sulla pagina seguente . fine dell' ulu
" 1 D A LLA SCRITTURA SACRA . . Atli XV, 18.' Salmi CIV ,8.9
13
FeX, 19.6 x .' X1,9.8
- Luca XXI,25-28.29 Dan.XII , 1.90 Sofon.1,14-18." 111,6 . " II Tess.II ." Apoc.XIII,1." XVII,
I Giobbe,XLI, 36,1.38
1.40 III, 21.41 I Cor.XV,23.42 Giobbe XIX, 25. 43 Filip.III,21.4. Apoc. XX, 3, 6.45 1,7.46
33:1,25 . 49 Atti XV ,14.5° Isaia X1,10, 12.5' Ezech.XXXVI, 16.82 XXXVII,19.5 Ierem.XV1,15.54
WIII ,4,5.56 Zac.XU.57
F1A.XV ,24.97
lilla fine dell'ultimo verso , nella presente lavola, rispondono alle annotazioni
10
ANNOTAZIONI
Gesù Cristo; la pienezza dei doni dello Spirito Santo onde la sua
umanità sarebbe dotata ; la dirittura , giustizia e veracità de'suoi
giudizi; l' abbondanza della conoscenza del Signore che si avreb
be nella Chiesa ; e la santa unione e pace che goderebbero i
veri credenti per lo tramutamento dei loro costumi , di feroci
crudeli e bestiali che erano , in dolci pacifici e semplici, cosi che
anche un fanciulletto potrebbe reggerli : il che è detto dal pro
feta per la figura della unione delle bestie feroci alle placide
e mansuele, e della innocenza degli aspidi e basilischi per lo
spogliamento di ogni loro veleno . Dipoi, per teper viva nell'a
nimo del popolo di Dio la fede in tanto sublimi promesse in
torno al Messia ed alla sua Chiesa ,il profeta predice la libera
zione dello stesso popolo dalla cattività babilonese, l'unione e
la pace d' Efraim , ossia d' Israele , e di Giuda, le vittorie che
essi riporterebbero dei popoli nemici , e siccome niente non
potè impedire la liberazione dei loro padri dalla schiavitù egi
ziana , operando Iddio prodigi maravigliosi in pro loro , cosi nep
pur questa volta sarebbe impedito l'adempimento delle promes
se divine . Isaia però profetizzando le temporali felicità del suo
popolo , aveva intento il pensiero a maggiori avvenimenti, e pre
diceva si l'unione de' figliuoli di Dio , ch'erano dispersi ne’qual
iro canti della terra, con gli avanzi d'Israele e Giuda nel se
no della Chiesa di Gesù Cristo , siccome è avvenuto fin dal prin
cipio della predicazione del Vangelo, e più largamente avver
rå alla fine del mondo ; si la conquista e soggettamento ad
sa di molti popoli ; e si gli stupendi miracoli che Iddio farebbe
per rimuovere gl’innumerevoli impedimenti che l'inferno ed il
mondo contrapporrebbero all' adunamento e liberazione della
medesima Chiesa . I giudei primamente e poi i millenari , non
guardando all ' elocuzione profetica e figurata di questo capito
lo ed intentendolo al tutto letteralmente , lo riferirono al regno
terreno , glorioso e felicissimo del Messia, o di Gesù Cristo al
la fine del mondo; siccome se tuttavia stesse la tribù di Efraim ,
e questa avesse gelosia a Giuda e Giuda ad Efraim , e l'Orien
te fosse abitato da’ filistei, edomiti , moabiti ed ammoniti , e que
sti fossero , siccome un tempo , nemici de' giudei . Che se la par
te della profezia, in cui queste cose son dette , si vuole inten
dere figuratamente , non vediamo ragione perchè il rimanente
si debba intendere secondo la lettera , e tutta sforzatamente ab
biasi a riferire ad un regno terreno e materiale , e non al re
gno spirituale di Gesù Cristo, cioè alla Chiesa .
79) Isaia LXV . Quello che scrisse s. Girolamo intorno allo sti
le de'profeti , cioè essere le loro scritture piene di enimmi, e le
34
sentenze d'altra guisa che le voci non sonino ; cosi che ciò che
credi avere scorso agevolmente e senza intoppo , dalle seguenti
tenebre rimane oscurato ( Praef. in l . 18 in Is. ) , conviene sin
golarmente al citato capitolo d' Isaia .Parve a giudei ed a' mille
nari che vi fosse predetto più scolpitamente che altrove il lie
to regno del Messia giudaico , o quello di Gesù Cristo co' suoi
santi qui in terra , fra la prima risurrezione de' santi e la se
conda universale di tutti gli uomini: e di certo sembrerebbe co.
si , se esso venisse inteso alla grossa , e non fossero avvertite le
incongruenze e contraddizioni che ne verrebbero.Se però si pon
mente si alla natura de'beni promessi nell'antico Testamenlo ,
i quali furono da Dio contemperati all'indole carnale del suo
popolo, e si all'amorevole e sapiente discrezione dei profeti, che
parlando dei futuri beni del nuovo Testamento accomodarono
le loro parole all'intelligenza e desiderii di quelli a cui eran
mandati , non si però che questi non potessero , se la mente e
il cuor loro a ciò bastassero , levarsi al conoscimento e contem
plazione delle sublimi verità che erano come avviluppate in fi
gure basse e terrene , si vedrà che il predetto capitolo d ' Isaia
tratta della riprovazione del popolo giudaico , della chiamata dei
gentili alla Fede , della fondazione della Chiesa cristiana , e de
gl' innumerevoli beni spirituali promessi a'suoi figliuoli ed ju que
sta vita e nella futura .
* ) Ger.XXIII,3-8,24 .Nei primi versetti il Signore predice per la
bocca di Geremia l'adunamento del suo nuovo popolo , cioè del
cristiano, composto dei gentili e di parte de' giudei, sotto l'u
sato velame della liberazione dell'avanzo del suo popolo dalla
servitù di Babilonia , come è dimostrato dal versetto 5 ; Ecce dies
veniunt,dicit Dominus: et suscitabo David germen iustum:et re
gnabit rex ,et sapiens erit;et faciet iudicium ,el iustitiam in terra;
le quali parole dovendosi riferire a Gesù Cristo, non si possono
alla seconda venuta di lui ma alla prima ; giacchè non nella se
conda ma nella prima fu da Dio fallo sorgere a Davide questo
giusto germoglio , cioè quando il Figliuol suo mandalo da esso
si fece anche figliuol di Davide secondo la carne. L'ultimo poi
de citati versi (v.24) ,cioè; Si occultabitur vir in absconditis, et ego
non videbo eum , dicit Dominus ? numquid non coelum , et ter
ram ego impleo , dicit Dominus ? non ha che far nulla nè colla
fondazione della Chiesa nè col regno de' millenari;di modo che
ignoriamo per qual ragione sia stato allegalo dal sig. Ketcher .
72) Salm . XCII ( secondo la Volgata , XCI ) . Il titolo di questo
salmo, cioè , Psalmus cantici in die Sabbathi, fece credere ad
alcuni ebrei che fosse in esso profetizzato il reguo terreno del Mes
35
sia , duraturo que' mille anni che seguiranno , come essi opipa
rono, la presente elà del mondo, e furono rappresentati dalla
santificazione del sabbato : ma quel titolo non vuole dir altro
se non che il salmo era cantato solennemente nelle sacre adu
nanze del sabhato ; essendochè i salmi eran cantati nel tempio
all' ora de' sacrifizi cosi quotidiani come solenoi, ne' sabbati e
nelle feste . Nel salmo poi , con parole convenienti alla qualilà
delle pene e de' premi proposti alla gente israelitica , vien cele
brata la gloria d'Iddio per le sue opere maravigliose, la sapien
lissima provvidenza con ch' ei regge le creature , il giusto giu
dizio che fa degli empii , ed i beni spirituali onde colma i suoi
servi qui in terra e poi nel cielo eternamente.
73) Salm . C ( secondo la Volgata , XCIX ). E questo un canto
di lode e rendimento di grazie a Dio, nel quale tutti gli abitan
ti della terra ( omnis terra ) sono esortati riconoscere, rio
graziare , celebrare e benedire il Siguore, perchè la sua beni
gnità e verità sono infinite . Di ciò non viene che tutti gli uomi
ni quando che sia faranno effettivamente quello a che il salmi
sta per infiammato e santo desiderio gli chiama : 0 pure è da
dire che per le parole , Omnis terra , s'intende che essendo il
popolo di Dio e la greggia de' suoi paschi sparso per tutta la
terra , non vi ha parte di essa in cui il Signore non sia rico
nosciuto e lodato.
74) Giov . X , 16. Et alias oves habeo, quae non sunt ex hoc
ovili: et illas oportet me adducere , et vocem meam audient, et
fiet unum ovile et unus pastor ; cioè , oltre alle pecore dell'ovi
le della casa d'Israele, a cui addurre io sono mandato , ne ho
anche di alire che sono ora dell'ovile dei gentili , le quali pu
re mi convien addurre e che udita la predicazione del mio Van .
gelo crederanno, e vi sarà un solo ovile ed un sol pastore . Le
quali parole di Gesù Cristo racchiudono il medesimo conceito
che queste d'Isaia (c . 49 , v . 6) ; Et dixit: Parum est ut sis mihi
serrus ad suscitandas tribus Jacob , et faeces Israel converten
das . Ecce dedi te in lucem Gentium , ut sis salus mea usque ad
extremum terrae : e queste altre di s . Paolo ( Ephes. c . 2, v .
11-20 ); Propter quod memores estote , quod aliquando vos yen
tes in carne, qui dicimini praeputium , ab ea quae dicitur cir .
cumcisio in carne, manu facta: quia eratis illo in tempore si
ne Christo, alienati a conversatione Israel, et hospites testa
mentorum, promissionis spem non habentes, et sine Deo in hoc
mundo . Nunc autem in Christo Jesu, vos, qui aliquando era
tis longe, facti estis prope in sanguine Christi. Ipse enim esi
pax nostra , qui fecit utraque unum ; et medium parietem ma
36
II .
ARTICOLO 11 *) .
PERCIOCCI
ERCIOCCHÈ la scolta cosi miracolosamente messa dal Si
gnore Iddio sul Vaticano a guardia della Casa d'Israello , l'im
mortal Pio IX , ha dato. fiato alla tromba , per dirla col Pro
feta "), ed ha avvertito il popolo suo del nemico che viene
e delle armi insidiose che adopera %) , con maggior fidan
za ripeteremo quel che altra volta in questa stessa Raccol
ta dicemmo ®) , essere cioè la tendenza di questo secolo e
minentemente religiosa , e questa appunto i nemici della
fede cercar con ogni sforzo di trarre al loro partito.Nel se
colo scorso la Convenzione fu franca , e la sua Dea -Ragione
con tutte le sue divinità ebbero almeno il merito di nul.
la lasciar nelle ombre : la parola d'ordine data da ' pretesi
filosofi: schiacciate l' Infame, fu la norma e la molla ad
operare. Ma oggi si è troppo gentile per non parlare a tal
modo ; la tendenza religiosa del secolo lo farebbe cadere
sul capo di colui che osasse ripeter quel motto 4 ). Egli è
VA FI E TA'
PARE
ARE che la Camera de' Deputati di Torino voglia per
rispetto a ' Vescovi della Sardegna serbare quello stesso con
tegno che tende il Consiglio di Stato di Francia sotto Luigi
Filippo . Essa ha impiegata tutta la sua tornata del 10 Giu- ·
gno a discutere se debba censurarsi il Vescovo di Nizza ,
perchè ha fatto osservare nella sua diocesi le leggi della
Chiesa su la sepoltura ecclesiastica. È impossibile il descri
vere fino a qual punto di ridicolosità sonosi fatti traspor
tare in tale occasione gli oratori piemontesi . L'Isambert
in Francia non li ha giammai uguagliati nell'audacia .Ecco
il fatto: « Il deputato Baralis espone che un tal emigrato
Piacentino, a nome Romano Mansueto , ritornando da Spa
gna ov'erasi rifuggito fin dal 1821 , è morto all' ospedale
di Nizza , e che prima di morire essendo stato invitato a
confessarsi, rispose : lo non mi ricordo mai d' aver com
messo alcun peccato mortale ; e se mai ne ho commesso
alcuno , credo d'averlo bastantemente espiato co'miei ven
tisette anni di miseria e d'esilio. Adunque non mi parlare
più di confessione. In vista di un tal rifiuto de Sacramen
ti , il Vescovo di Nizza negò al defunto gli onori della se
poltura ecclesiastica . La qual cosa vedendo alcune compa
gnie della milizia cittadina, presero il cadavere e lo porta
rono al cimitero; dopo di che si ammutinarono , e recatisi
al palazzo del Vescovo fecero un grande schiamazzo (cha
rivari ) , e strappando lo stemma vescovile , lo bruciarono
solennemente in mezzo della pubblica piazza. Il sig. Baralis
assicura che le cose sarebbero andate assai più in là , se
il governatore non fosse accorso , e non avesse subito cal.
mala la popolazione ") » .Quindi l'onorevole deputato propose
") Reg . Vat . Greg . VII , Ann . II , epist.74.- ) Inn.IV Ann . III ,
epist.480 .-- ) Scrive Anastasio Bibliotecario , tom.1 ,p.251 n.319 :
« Factaque eadem donatione , et propria sua manu ipse Christianis.
simus Francorum Rex eam corroborans . . . quam prius super
Altare beati Petri , et postmodum intus in saucta eius confessio
ne ponentes ... intus super corpus beati Petri subtus Evangelia
quae ibidem osculantur ac propriis suis manibus(Carolus )posuit » .
77
5
88
Fascicolo 92 .
Agosto 1848.
SOIE ITZE
III .
3) Valga per tulli il Cousin : « Si l' être en soi est une cause
absolue , la creation n'est pas possible, elle est necessaire, et
le monde ne peut pas le pas être » . V. Introd. à l'hist. de la
philos., leçon IV.— “) Operatur omnia secundum consilium vo
luntatis suae , Ephes. 1 .
94
diede l' essere per creazione, dunque lo diede dal nulla ;per
ciocchè se l'avesse dato traendolo da qualche cosa già e
sistente, sarebbe questa esistita pria che Iddio creasse , e
la creazione non sarebbe in principio, cioè pria di ogni
cosa esistente. Che se la voce berescith esprime invece il
tempo , esprimerà per questo essersi la creazione fatta al
principio del tempo ; ora il principio del tempo è il prio
cipio dell'esistenza de' corpi , sendo il tempo la misura di
essi , colla creazione dunque cominciò l' esistenza del lemn .
po e de' corpi , e però pria della creazione niente vi era
donde questo mondo materiale potesse esser tratto , il quale
però se fu creato in principio fu creato dal nulla . Ed eccoli
come la priina parola del Genesi ti mena alla creazione
dal nulla .
E più lampante la dimostrazione diventa ,se le parole si
.esaminino che seguono la voce barà . Difatti attesta Mosė,
l'obbietto della creazione fatta da Dio fin dal principio es .
sere stato il cielo e la terra . Or qual concetto esprimono
le due voci ebraiche ()השמיםhascamaim(()הארץhaarets()? *()
Due sono le principali sentenze degli esegeti " ). La prima
è di coloro i quali pensano scopo di Mosè essere stato quello
IV .
/ Gio
112
fiuita dal fine prossimo dell' una e dell' altra ; il quale per
la Chiesa è la intrinseca felicità dell'uomo , e per la società
civile , l' estrinseca felicità ; si che una cosa medesima, in
quanto conduce alla felicità presente, ma intrinseca della
civil comunanza , dee esser soggetta alla Potestà spirituale ;
e in quanto si riferisce alla presente estrinseca felicità della
società civile , si apparterrà al Principe secolare. E poiché
riguardanto l'intrinseca felicità degli uomini , anche pre .
sente, non solo la dottrina, ma pure la disciplina della Chiesa '),
un Governo civile non può intorno ad esse vantare alcuna
prerogativa . Inoltre , stando alla costituzione della Chiesa ,
chiunque ama conoscere se un oggetto si appartiene alla
Potestà laicale, dee attenersi a questa sola regola : Tutto
ciò ch'è necessario per regolare l'uso e l'esercizio della
potestà spirituale di pascere il gregge di Gesù Cristo, e
per vendicarne l'abuso , appartiene solamente a Coloro , ai
quali Cristo concesse questa spiritual podestà ? ) . Quindi un
Governo civile non ha diritto alcuno sulla stessa discipli .
na pubblica ed esteriore della Chiesa . Oltre a ciò , benchè
un Governo civile abbia diritto di provvedere al vantaggi
dello Stato , pure quando il bene della società civile è in
correlazione coll' esteriore andamento della società cristia
na , il Poter civile non ha la prerogativa di invigilarvi in
tutti i modi . Perciocchè dapprima essendo la Chiesa indi .
pendente dallo Stato ,questo non ha alcuna giurisdizione su
di quella ,e però non potrà fare leggi intorno a materie che la
") Pag . 12
123
1.
3
153
mantenere, che solo il nome dell'Apostolico dominio gli ha
faili cadere ancorchè eretici , che se non fosse stato il Papa
signore di Roma , chiunque l'avesse prima occupata ne a.
vrebbe mantenuta la sua sedia come il Turco in Cosian .
tinopoli , e saria stato peggio per l'Italia (p.3.4) » . « Di più
il Papato non ha principato peculiare di alcuno, ma di tut
to il Cristianesimo, e quanto possiede la Chiesa è a tutti
comune, e quello che donano i principi , e le persone pie
a ' religiosi non è dare, poichè essi e i figli loro possono
diventar padroni di quel dato , ma è un metter in comune
e fare il tesoro per il ben pubblico . Il Papato dunque è il
tesoro del Cristianesimo;talche gl' Italiani devono fomentar
sempre le ricchezze de' religiosi, perché quelle sono del comu
ne, e fanno mancar la forza agli emoli loro, perchè il Papa
tiene in Ispagna poco meno che il Re ,che ha tutti i religiosi
per vassalli, e dispone de' beni loro , e de' laici in ordine ad
Spiritualia ( p . 32-33 ) ». E prima avea detto : « Quello che la
Chiesa ha, tutto fu , non dico ( come altri ) dono , ma posto in
comune da' popoli e principi cristiani , perchè ognuno può
esser Clerico e Vescovo e Cardinale e Papa per via di vir
tà; talchè il Papato è una communeria di cristiani (p.8 ) » .
Nel Discorso ottavo accenna quali mali c'incoglierebbero, se
per l' eresia de' protestanti si abolisse la Confessione: « Di
più si tralascerebbe la confessione sacramentale, e tutti diven
teremmo un monte di ladri . Non ci sarebbe servo di cui si
potesse fidare , crescerebbe la frode il ladrocinio gli spergiuri i
testimoni falsi, poichè non ci sarebbe più chi facesse resti
tuire la fama e la roba , e che rivedesse il conto della co
scienza ( p . 23 ) » . Inoltre lo Stilese mostra spessissime volte
in questi Discorsi che il Papa è per diritto arbitro tra i so .
vrani , e quanti vantaggi da questo supremo arbitrio de'Papi
ridondino alla società e alla Chiesa : « Il Papa, egli dice , ė arbi
tro delle differenze de' principi , e secondo la sua definizione
si acquetano le guerre, ed i mali della cristianità ; egli anco .
ra gli unisce contro il Turco, e li può comandare ad unir
si per bene della fede santa , e punire quelli che resistono .
Il che con la scomunica solo facendo fa perder i regni, co
me fece a Boeslao polono re , ed al re di Navarra , ed a '
134
Federichi Imperadori ed Arrighi e Manfredi, ed a ' Venezia -
ni una volta ed a Ruggiero Guiscardo ecc . ( p . 32. ) ) .
Tacendo altri passi vediamo in vece , con quali mezzi sti
mi il nostro Frate potersi conseguire gli effetti maraviglio .
si dell'arbitrio del Papa nelle cose tenporali de' regni :
« Vero rimedio dunque è di fare in Roma un Senato co
mune a tutti i principi cattolici , nel quale abbiano voce
tutti i principi con i loro agenti , ed ognuno possa avere
un cardinale di più fatto a sua divozione , e che il Papa en
tri come capo con un suo collaterale . Questo Senato chia
misi collo del cristianesimo perchè il Papato è capo . Or
tutte le cose di stato appartenenti al pubblico utile si de
vono qui decidere , e starsi alle più voci , ed essendo pari
dove il Papa dipende, il quale non sarà mai presente se
non per legati . Talchè qui si determina la guerra contro
gl' infedeli ed eretici , e si decidono le differenze che sono
tra principi , e sia obbligato di tutti prender guerra contro
quel principe che contradice a tali determinazioni , perchè
in questo modo son sicuri, che l'uno non usurperà quel che
è di altri , nè moverà guerra senza consiglio di tutti, e nes .
suno potrà esser divorato da infedeli, perchè tutti sono forzati
ad aiutarlo ,nè da cattolici , chè sarebbe il medesimo(p.33) » .
Altra lode del Campanella è di aver bandito tra i mo .
derni anche prima del Bossuet la Provvidenza divina , co
me il principale elemento della Filosofia dell'istoria . Ec
co come ragiona nel Discorso VI:« Tre cause sono,politica
mente parlando , degl'imperi umani , Dio la prudenza e l'oc
casione o fortuna, in alcuni è più manifesta l'uną che l'al .
tra . Nel regno d' Israele più Dio , ma nel romano più la
prudenza, nel persiano più la fortuna di Ciro che trovò Me
dia senza successione , e la patria sua afflitta e desiosa di
mutazione. Nondimeno è cosa certa che Dio è causa di 0 .
gni cosa , e che la prudenza è istrumento di Dio e splen
dore della divinità , e la fortuna provvidenza a noi ignota ,
che perciò . si chiama fortuna , che da noi non è prevista
secondo l'ordine di consiglio ") ( p . 14 ) » .
" ) Di questi tre principii della Filosofia dell'istoria avea di
scorso più lungamente nel c . I De monarchia Hispanica, ed.cit .
135
VARIETA
") Haec quasi deposita pietatis sunt. Nam inde non epulis nec
potaculis nec ingratis voratrinis dispensantur , sed egenis alen
dis humandisque, et pueris ac puellis re ac parentibus destilus
lis, itemque domesticis senibus , item naufrayis et si qui in me
tallis et si qui in insulis vel custodiis dumtaxat ex causa Dei
sectae alumni confessionis suae fiunt.( 4pol. cap.39. ) Abbiam ci
tato per intero questo testo per mostrare come fin da que' tem
pi la Chiesa disponeva delle oblazioni de' fedeli , e le opere sue
di beneficenza eran quelle medesime a cui oggi intendono i Luo.
ghi pii . — 2) Act. IV ; ad Philip. IV , ecc . — * ) Vedi Chrysost.
Hom . XII in Act.; Hieron . epist. ad Demet .; August. Serm . XXVII
de verbis Apost.; Fulgent . ep . de deb . coniug. c. VII . Giacomo
Balmes della sua opera , 11 Protestantismo paragonato col Cat
tolicismo ( Napoli 1848, per cura della nostra Società , t. II , c . 33 ,
p . 325 ) parla a lungo dell'autorità che ha la Chiesa sopra i
Luoghi pii , e ricorda fra le altre testimonianze quella del Con
cilio di Calcedonia , il quale facendo leggi intorno ad essi usa
l' espressione : secondo la tradizione de' SS. Padri. — 4) Ecco la
formola che trovasi ne' Capitolari di Carlo Magno (1. VI , c. 285 )
di cosi falle donazioni : Offero Deo atque dedico omnes res , quae
hac in charta tenentur insertae, pro remissione peccatorum ecc.
Non dissimili espressioni trovansi nelle donazioni fatte a'nostri
Luoghi pij . — ) Vedi Gisberlo Voet ( Politic. Eccles. de Peculio ,
c . I ) ed altri citati dal Muzzarelli ; Opusc . XIV , Sull'immunità
ecclesiastica reale, lett . I , p . 50, Fuligno 1789 , i . IV .
*
136
") Vedi Spirito delle leggi, lib . 23 , cap . 29 , in cui loda Arrigo
VIII , perchè levò altresi gli spedali ove il popolo basso trova .
va la sussistenza , e mostra questi stabilimenti contrarii alla e
conomia politica. « Egli è difficile , dice a ragione il Balmes,tro
var nulla di più vuolo e di più falso del passo citato , e sicu
ramente se da un , tal saggio si avesse a giudicare dell'opera
di cui è stato tanto esagerato il merito , si meriterebbe piullo
sto una qualifica ancora più severa di quella che le dà il sig .
de Bonald , quando la chiama la più profonda delle opere su
perficiali » . ( n Protestantismo ecc . , I , I , p . 324.)
164
che de' poverelli per essi in segreto soccorsi saprà additarli. Fuo .
ri di questa scelta , siate pur certo che la vostra proposta
1sul
non potrebbe venire in aiuto de' Luoghi pii : perciocchè an.
al
corchè loro diate una rendita iscritta , voi toglierete solo la
10.
cattiva amministrazione dell'entrata , in cui è più difficile la
abu
aini frode, ma resterà intatta l'amministrazione della spesa , in
era che propriamente si annida la corruttela e l'ingiustizia.
bante E qui permetteteci, che anche noi parlando un po'di eco .
nomia politica , ma di vecchia data , facciamo una proposta .
e vie
A far fiorire un'amministrazione tre cose , per quanto a
) ma
noi pare , sono necessarie unità di fine , unione di volon .
inca.
tà , e vigore nell'esecuzione ; appunto come in una gran
oi ar
roleri macchina tutte le ruote , ciascuna al suo luogo, sono insie
me collegate ad un sol fine il quale è lo scopo della mac .
cbina ; ed una costante e proporzionata forza le melle in
Da pa
movimento . Or a partorire e tenere in vita queste tre con .
rutita,
bi non dizioni , particolarmente ne stabilimenti di beneficenza, non
è a dire quanto influisca e si adoperi inirabilmente la ca
ate.
rità cristiana . Imperocchè senza la carità , l'unità di fine e
ura, 11 l'unione di volontà saranno un aggregato di varii parti .
oled!
ciril colari interessi gli uni agli altri contrarii ; essa sola puió
riunire le volontà , estinguerne le gelosie , confortarne il
Itolic;a
coraggio , proponendo a tutte ad un'ora in fine nobilissi.
hé ar
delli di mo, cui ognuno può raggiugnere ,cioè un gaiderdone non peri
a delle turo in una vita avvenire . Infine, senza la carità l' azion
imi nel vigorosa , si necessaria , sentirà troppo della durezza e ten .
sion delle molle : vi è mestieri la carità cristiana , la qua
i pure,
per di le insinuandosi per tutte le parti a foggia di balsamo ain .
costa morza e raddolcisce quanto y ' ha di duro nell' azione del
l' uomo . « L'amore de' nostri fratelli , dice il ch . Bal .
di Dio.
mes, se non è fondato ne' principii religiosi, e tanto ab
i, non
bondante di parole , quanto è scarso di fatti . La vista del
cerca
povero , dell'infermo, del vecchio impotente è troppo disag .
il san
gradevole perchè possiam sopportarla per inolto tempo ,
roce
quando per forti motivi non ce ne corra l'obbligo. Quan
to meno si può sperare che le cure penose , umilianti , di
Miller
tutte le ore, che si richieggono per soccorrere questi in
felici, possono sostenersi come si conviene per un vago sen .
timento d'umanità ! No , ove manchi la carità cristiana , vi
RAC.Rel . VOL.XVI. 12
170
potrà essere puntualità , esattezza , tutto quel che ci vuole
per parte de' salariati in quanto al servizio , se il Luogo pio
è sotto una buona amministrazione ; mancherà però una
cosa che non ammelte sostituzione , e non v'ha danaro che
la paghi, cioè , l'amore. Ma ci si dirà non avete fede nel
la filantropia ? No ; perchè , come ha detto Chateaubriand ,
la filantropia è la moneta falsa della carità " ) :
Or, se gli effetti ristorano le loro forze ravvicinandosi
alle proprie cagioni , perchè non chiamare in aiuto de'pii sta .
bilimenti di beneficenza quel sacerdozio cattolico che ne
fu e ne è ancora in tutta la terra il precipuo fondatore,
che comunque oggidi si gridi degenere , non manca mai
di uomini nel cui petto immacolato arda la cristiana ca.
rità ? Non v'ha chi non conosca il nome del canonico Cotto .
Jengo , mancato or son pochi anni alle sue opere immense di
carità, la cui piccola casa della Provvidenza da lui fondata
in Torino forma per l'ordine e per l'amministrazione la
maraviglia degli stranieri . Ed anche tra noi non dovreb.
bero essere ignoti i nomi de' venerandi . sacerdoti Cutillo ,
Durante, e di tanti altri , che coi loro sudori ban fondati ri.
tiri di beneficenza , e con immensi sagrifizii li tengono in
fiore. Soprattutto sono a questo scopo opportunissimi que
gli Istituti religiosi di uomini e di donne , consegrali par
ticolarmente al sollievo de' meschini ; mezzo potente che
possiede solo il Cattolicismo per condurre a termine le o.
pere di carità più ardue e penose . Perciocchè per queste fa
mestieri il distacco da tutte le cose , ed anche da sè stessi,
e questo appunto è quello che in modo eminente trovasi
nelle persone consegrill ? alla beneficenza in un Istituto reli
gioso : chè quivi si crncia da quel distacco ch'è la ra
dice di lutti gli altri , cia i quello della propria volontà .
Noi adunque oseremmo proporre al Ministro , a fin di ri
storare l'amministrazione de' pubblici stabilimenti di carità
e tenerla fiorente, e trovar persone veramente alle ad ese .
guire quel santissimo incarico, che non isdegnasse di ri.
volgersi al sacerdozio cattolico ed agli Istituti religiosi . Non
abbiamo qui i Religiosi di s . Giovanni di Dio , le Sorelle
LETTERATURA
I.
1 Monaci
") Non ignora il lettore gli sforzi , che fecero i filosofi in Fran
204
sono stati causa di male , sarebbero essi stati protetti con tanta
cura da tanti saggi e virtuosi Re , Legislatori e Giudici ? Forse
Alfredo fu il più grande uomo, che mai visse . Qual eminente
scrittore, sia poeta , sia giureconsulto, o storico non se lo
ha scelto siccome oggetto de' più alti elogi ? Come re , co
me soldato , come patriotta , come legislatore egli viene ri
guardato da tutti siccome quegli, che fu il più grande , il
più saggio , il piu virtuoso degli uomini. È dunque egli ra
gionevole per noi il supporre , che quegli la cui anima tut
ta si apriva alla dolce speranza di rendere il suo popolo
libero , onorato , virtuoso, felice, è ragionevole, dico , il sup
porre ch'esso sarebbe stato , come lo fu , uno de' più mu
nifici fondatori di monisteri, se quelle istituzioni state fos
sero in loro stesse viziose, o avessero avuto tendenza al
male ? Noi allualmente non vediamo monisteri : ma di quel
li sappiamo due cose, cioè che furono essi con la più gran
de premura e sollecitudine favoriti da Alfredo, e dal suo
tutore San Switin , e che quelli furono distrutti dal sangui
nario tirando Errico VIII e dal non men truce assassino
Tommaso Cromwell. Su questi due meri fatti noi possiam
ben sicuramente decidere de' meriti di queste istituzioni ') » .
Questi sentimenti in un nemico della Chiesa ! !
Ci dicano ancora questi inoderali, se l' umano sapere pote
) Lett . edif. t . I , p . 23 .
21
ca in ogni sei mesi un religioso missionario , sicuro di non
rivedere più i suoi , nè mancagli un successore, che per:
petua l'eroismo dell’aptecessore ') . E cotestoro vengono bef
feggiati , e si avviliscono , e se ne agogna la distruzione ,
come inutili alle nazioni ? L'umanità sdegnata mette un
grido d' indignazione, si conforta però di veder infine u,
scire glioriosi i Monaci dalla lotta , e che gli avversarii al far
de contine riporteranno il danno e le beffe.
Dimenticarono infine costoro si presto , che i Monaci pro
sciugarono laghi, costrụirono ponti, canali , aperture, co
municazioni di strade ? Dimenticarono ch ' essi trasformaro .
no boscaglie in campi , paludi in pascoli , monti alpestri ,
scogli,dirupi in oliveti e vigue ? Dimenticarono che in ogni
secolo le case religiose furono sollievo alla miseria, scudo
agli oppressi, difesa contro i prepotenti ? 2 ) Dimenticarono
ARTICOLO PRIMO
PRIMO PERIODO
SECONDO PERIODO
') Monum . 127-128 . -2) Monum . 129. 131. - ') Monum . 132.
-4) Monuin . 133 .
232
VARIETA'
ITALIA
*) Ammoniamo i nostri lettori che col rapportare i titoli delle opere in que
sta e nelle altre BIBLIOGRAFIE della nostra AACCOLTA non intendiamo ng appro
varle, né dar per huono tutto quanto in esse è insegnato .
233
Memorie storiche critiche cliplomatiche della Chiesa di
Napoli compilate dal sacerdote napoletano Luigi Parascan
dolo , tomo I , Napoli, dalla tipografia di P. Tizzano , 1847 .
SCI3 IT ZE
V.
266
vrebbe mai Cristo insinuato ' e comandato e, per sè e per
gli Apostoli a tutti rispettivamente obedienza e soggezione
ai - loro superiori o capi o duci o imperanti, se avesse vo
luto render i popoli liberi di quella libertà che opponsi al
le potestà costituite, all'ordine fermato , alle leggi sociali ?
Avrebbe egli mai ai popoli da una parte imposto l' obedien.
za ai loro rettori e dall'altra la ribellione a questi ? Non
sarebbe ciò metter Cristo in contraddizione con sè stesso ?
Ma Cristo tra . Dio , e Dio, come testè diceva , volle all'uo
mo largire - la libertà legale e civile , e non la morale pre
sa isolatamente, o la fisica, come dicon coloro, di cui can
to il Poeta :
che riponsi nella immunità dal peccato , dai vizi , dalle sfre
nale passioni . Coerente alla dottrina di Cristo è quella di
S. Paolo, il quale, dopo aver detto ' ) , di non essere con
dannazione alcuna in coloro che sono in Cristo Gesù ,
aggiunse: imperciocchè la legge dello spirito di vita in
Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della
morte . anche il mondo creato sarà renduto libero
dalla servitù della corruzione alla libertà della gloria
dei figliuoli di Dio . Se la legge dello spirito libera dalla
legge del peccato , e dalla servità della corruzione innalza
alla libertà dei figliuoli di Dio , ben vedesi che servitù è
nel peccato , libertà nella grazia . Lo stesso Apostolo 2).dis
se : Liberati dal peccato siete divenuti servi della giusti.
zia ... , imperciocchè quando eravate servi del peccato ,
eravate francati della giustizia. . . , adesso poi liberati
dal peccato e fátti servi di Dio , avetè per vostro frutto
la santificazione, per fine poi la vita eterna . Le quali
parole fannoci conoscere , non in altrò doversi riporre la
libertà del Cristiano , che nella fuga del peccalo e nell'os
servanza della giustizia . Anzi di ciò non contento in altra
lettera chiaramente disse il Vase di elezione ): Voi siele
siati chiamati, o fratelli, alla libertà, purché della li
bertà non facciale un' occasione per la carne , ma servite
gli uni agli altri per la carità dello spirito ; colle quali
parole dichiara l'Apostolo , la libertà vera consistere non
nel pretesto di vivere secondo la carne , ma nella pratica
volontaria di lutti i doveri di benevolenza e di ainore . Ne
S. Pietro si scosta per poco dal suo Maestro o da S. Paolo ,
mentre avverteci 4) che non a prezzo di cose corruttibili
di oro o di argento siamo stati riscattati dalla nostra
vana maniera di vivere trasmessaci dai padri, ma col
sangue prezioso di Cristo ... ; poiché * ) è volontà di Dio
che ben facendo chiudiamo la bocca alla ignoranza de
gli uomini stolti :comc liberi, e non quasi tenendo la libertà
") Rom. 8,2 . — 2) Rom.6, 18 .---*) Gal. 5,13 . -4) 1 Petr. 1,18 .
-8) Petr . 2 , 15-17 . :
268
272
*) Prim . t . 2 , p . 361 ,
276
ܶ! ܠܐ݈ܙܶܕ Non è egli vero che tutte le passioni dovrebbero mettersi
ein in leva , a tutti i vizi darsi alimento , soddisfarsi a tutti i
bisogni ? E quali conseguenze immorali non dovrebbero
quinci dichiararsi lecite e volute dalla legge norale ? E
questo progresso si farà in linea rella , come volle Condor.
zuia
ale's cet , o in circolare, come piacque a Vico , o in spirale, co
me insegnò Fichte ? Ed in questo sistema non si confonde
30.:
il progresso col moto ? E il fine della divina Provvidenza
non potrebbe riporsi anche nel regresso ? lo queste cose
dico , non perchè adotti il sistema della resistenza , che pro
duce anche mali maggiori, ma perchè non credasi che tutto
erre
è oro ciò che luce nel sistema de progressisti '),il quale è
un vero razionalismo, anzi un figlio legittimo del panteismo.
Nè anche qui ripigliate con dire che la libertà e l'egua
glianza , prese in retlo senso , possono aver luogo nel go
verno democratico. Imperciocchè, domando, se veramente
Temelo
nella forma democratica vi ha la vantata libertà ed egua
glianza. Questo io so che, oltrachè è facile trascorrere in
abuso nella democrazia , come Montesquieu ha asserito , ri
chiedesi somma virtù , senza la quale tosto cadrà in anar
chia . Ed è meglio udire quel Rousseau , il quale si vuole
Oman
il promotore della libertà ed eguaglianza filosofica . « A pren
Geet
dere i termini nel rigore, ei dice , in cui sono ricevuti, non
e la lumi
ha mai esistito una vera democrazia, nè esisterà giammai.
di or Egli è contro l'ordine naturale, che il gran numero gover
ni e che il piccolo numero sia governato . Non si può im .
on dahil
maginare che il popolo rimanga continuamente adunato per
laki
attendere ai pubblici affari , e si conosce facilmente che non
sarà tas
potrebbe stabilire a quest' effetto delle commissioni senza
Jezua cangiare la forma dell'amministrazione . . . Dall'altra par
nale, te quante cose difficili a riunirsi insieme non suppone que
åele
sto governo ? Primieramente uno stato assai piccolo, in cui
di Gesa
possa il popolo facilmente adunarsi, e in cui ogni cittadi.
mutabile no possa facilmente conoscere tulti gli altri. Secondariamen .
Tsi sem
te una grande semplicità di costumi che impedisca la mol
Omo ir titudine degli affari e le discussioni spiaose. In seguito mol
scopo
1) La Socicià e il suo Finc di Rosmini, 1. 4 , c . 15 e segg.
282
ta eguaglianza nei ranghi e nelle fortune , senza di che l'e.
guaglianza nei diritti e nell' autorità non potrebbe sussi
stere lungamente. In fine poco o nienté lusso ; perchè il
lusso è l' effetto delle ricchezze o le rende necessarie
Aggiungiamo che non vi è Governo cosi soggetto alle guer
re civili ed alle agitazioni intestine, quanto il democrati
co o popolare . . . Se vi fosse un popolo di Numi, egli si
governerebbe democraticamente . Un Governo così perfetto
non conviene agli uomini ) » .
E dopo tutto ciò , mio dolce amico , non vi persuadete
che nè Dio , nè Cristo , il legislatore dell'umanità , hâcci
donato la illimitata libertà e l' eguaglianza nel senso dei
superficiali ed apparenti liberali ? Non è egli vero che co
storo sotto il velo della Religione di Cristo voglion turba
re l ' ordine sociale ed a quella addebitarne lo scompiglio ?
Non è egli vero che innalzano al cielo Pio IX , onde servir
si del suo gran nome e sotto l'ombra di si gran Papa , che
nel principio parlò di pace e pace sempre predica e vuo
le e raccomanda , commettere sedizioni e ribellioni e fomen
tar disordine ed anarchia e in fine sradicare , se fia possi
bile, anche l'idea di Dio dal cuore dei popoli ? O forse ,
perchè costoro vanno con volto superbo, e minacciano ro
vine , noi dobbiamo farci vincere da viltà ?
E qui , a cansare ogni equivoco , che potrebbe rimaner
vi dalle mie parole , altamente professo che questo solo ho
voluto mettervi in chiaro , che Cristo non istabili , nón re .
staurò , non ricompose, non riparò la libertà e l'eguaglian
za nel senso che qua e là vassi buccinando , ma quella sul.
la virtà e la purità dei costumi, questa sulla carità poggiò .
Mia mente adunque non è già di rifiutare o condannare
l'attuale forma di reggimento della patria nostra . Solo vò
che si ami la Religione Cristiana , e le cose cammineran.
no secondo i principii più sani, e la vera libertà ed egua
glianza ne verranno per corollarii . Addio .
FRA DIONISIO, DA S. Gio . IN GALDO M. 0 .
LETTEPATUFA
III . ,
VARIETA '
VENERABLL ES FRATRES
Rac.REL . VOL.XVI. 21
306
Decreto della Sagra Congregazione dell' Indice
FERIA JI . DIE 18 SEPTEMBRIS 1848
ROMIN
LOMANI Pontifices pro eorum pastorali cura ,, qua semper Re
gularium familiarum bono et splendori prospicere non omise
runt , illud Superioribus pro viribus commendarunt, ut antequam
ad religiosum habitum postulantes reciperent, de illorum vita ,
307
moribus, celerisque dotibus et qualitatibus sedulo inquirerent,
ne indignis ad religiosas familias, non sine maximo illarum des
trimento, ostium adaperirent. Veruin quamlibet Moderatores Ore
dinum diligentiam adhibeant in informationibus exquirendis, in
gravi tamen utplurimum versantur periculo deceptionis, nisi ab
locorum Antistitibus testimonium exquirant circa eorum quali.
tales , qui ad habiium religiosum adınitti postulavt : Ordinarii
enim vi pastoralis officii oves suas prae ceteris agnoscere pos
sunt, et saepe saepius ea manifestare impedimenta, quae alios
laient . Haec animadvertens Sanctissimus D. N. Pius PP. IX , au
dito volo S. R. E. Cardinalium hujus Sacrae Congregationis su
per siatu Regularium , attentisque postulationibus nonnullorum
Episcoporum , praesenti decreto ubique locorum perpetuis fulu
ris temporibus servando, haec, quae sequuntur, Apostolica au
ctoritate slaluit, atque decernit :
I. In quocumque Ordine, Congregatione, Societate, Instituto ,
Monasterio, Domo , sive in iis emittantur vota solemnia, sive sim
plicia , et licet agatur de Ordinibus,Congregationibus, Societatibus,
Institutis, Monasteriis, ac Domibus, quae ex peculiari privilegio
etiam in corpore juris clauso , vel alio quovis titulo in decre- ,
tis generalibus non comprehenduntur, nisi de ipsis specialis , in
dividua , et expressa mentio fiat, nemo ad habitum admiliatur
absque testimonialibus literis tum Ordinarii originis, tum etiam
Ordinarii loci , in quo Postulans post expletum decimum quintum
annum aetatis suae ulira annum moratus fuerit .
II . Ordinarij in praefatis literis testimonialibus postquam di
ligenler exquisiverint etiam per secretas informationes de Postu
lantis qualitatibus, referre debeant de ejus natalibus, aetate , mo
ribus, vita , fama, conditione, educatione, scientia ; an sit inqui
situs, aliqua censura , irregularitate, aut alio canonico impe
dimento irretitus, aere alieno gravatus, vel reddendae alicujus
administrationis rationi obnoxius. El sciant Ordinarii eorum con
scientiam super veritate expositorum oneratam remanere ; nec
ipsis umquam liberum esse hujusmodi testimoniales literas dene
gare ; in eisdem tamen super praemissis singulis articulis ea tan
tum testari debere, quae ipsi ex conscientia affirmare posse in
Domino judicaveriut.
III . Omnibus et singulis Superioribus regularibus, aliisque Re
ligiosis, ad quos spectat , cujuscumque gradus sint, et Instituti
licet exempli, et privilegiati ac de necessitate exprimendi, etiam
in virtute sanctae obedientiae hujus decreti observantia disiri
cie praecipitur : et qui contra hujus decreli tenorem aliquein ad
308
habitum religiosum : receperit , poenam privationis omnium olli
ciorum , vocisque activae, et perpetuae inhabilitatis ad alia im
posterum obtinenda eo ipso iucurrat, a qua nonnisi ab Aposto
lica Sede poterit dispensari.
IV . Vi cujuscumque privilegii , facultatis, indulti , dispensatio
nis , approbationis regularum , et costitutionum etiam in forma
specifica , quam ab Apostolica Sede aliquis Ordo , Institutum , Su
perior , Religiosus consequeretur , numquam huic decreto de
rogatum esse censeatur, nisi ei expresse et nominatim deroge
tur , licet in concessione derogatoriae generales quamtumvis
amplae apponantur. Quod si alicui Instituto expresse , et nomi
natim dispensatio super eodem decrelo aliquando concedi co ! l
tigerit , aliis minime extendi poterit vi cujuscumque privilegii ,
et communicationis privilegiorum .
V. Quolibet anno die prima Januarii in publica mensa hoc
decretum legatur sub poena privationis officii, ac vocis activae
et passivae , a Superioribus ipso facto incurrenda.
Ne autem huius decreti observantia aliqua ratione , titulo , prae
textu impediatur, Sanctitas Sua quibuscumque in contrarium fa
cientibus constitutionibus, regulis , et statutis cuiusvis Ordinis ,
Congregationis , Societatis , Instituti , Monasterii , Domus etiam
in forma specifica ab Aposiolica Sede approbatis , nec non cui
libet privilegio licet in corpore juris clauso, et Apostolicis Con
stitutionibus ac decretis coufirmalo , ac expressa , individua, spe
ciali , et specialissima mentione digno , aliisque contrariis qui
buscumque prorsus derogat, el derogatum esse declarat .
Datum Romae ex Sacra Congregatione super Stalu Regula
rium die 25 Januarii 1848 .
ANDREAS CAN . BIZZARRI a Secretis
via dalla loro società la fede religiosa per non vedere sel
l'uomo che un capitale accumulato. Che n'è avvenuto ?..
L'uomo è stato trattato come una macchina e sottoposto al
pesante giogo del lavoro . Essi hanno sostituito al soave
giogo del Vangelo quello dell'Economia politiea , e gli Operai
cominciano ora a capire che non banno guadagnato nulla in
questo cambio . Lasciar fare e lasciar passare, è cosa assai
comoda per gli economisti. Lo Stato altra volta è intervenu .
to , ed ha distrutto tutte le istituzioni cattoliche che proteg.
gevano l'operaio . Sono ormai milleottocento anni dacehé
la Chiesa ha risoluto il problema, che noi stiam discuten
do in mezzo a tante angosce da sei mesi. Col riposo del
la domenica e delle numerose sue feste, la Chiesa offriva
all'operaio maggiori piaceri e piaceri migliori di quelli che
i socialisti sempre gli han promesso ....Egli è vero che
la Chiesa non parlava a nome del prodotto lordo o del
prodotto netto, ma essa parlava in nome di Dio , della - ve
rità , della salute delle -anime, ed essa si faceva ascoltare
ed obbedire . Le rivoluzioni hanno abbattute tutte le bar
riere che difendevano il povero contro'le cupidigie e l'e
goismo, de ' ricchi. Si avveggono gli economisti un pò tar
di che il male è iminenso, lo riconoscono , lo confessano ,
ma ci dicono: è necessario ; si essi hanno il libero arbitrio
di mischiare e confondere i popoli ! Quando si crede al
genere umano, non si crede più alla nazionalità ! Un' o
ra o due di lavoro di meno non significano nulla pel mi.
glioramento dell'operaio . Che uso potrà egli farne di queste
due ore di fatiga di meno ? I socialisti subito vi rispon
dono : l'operaio coltiverà la sua mente , assisterà alle
scuole , studierà nelle biblioteche ... Benissimo; ma che ?
non basta il lavoro giornaliero , perchè faccia mestiere che
vi ci si aggiunga anche la fatica intellettuale ? . . . . Gli
economisti trattano l'uomo come una merce il cui prezzo
varia a seconda de' cambiamenti delle piazze ; i socialisti
ne fanno uno schiavo soggetto al diritto di vita e di mor
te dello Stato . Si è cercata la risoluzione della difficollà
dove non poteva trovarsi . La quistione è stata sciolta dalla
Chiesa , che non si è mai impacciata di economia politica . ..
330
Ecco che ritorniamo alle leggi della Chiesa dopo una do .
lorosa esperienza di tante rivoluzioni; il popolo, delnso , si
avvede ora che la miseria gli è rimasta , e che ha perdu
ta la speranza che gliene alleggeriva il peso. Se i sociali.
sti s'immaginano d'aver migliori argomenti de' dogmi del
la Chiesa, che si affrettino a proporre le loro teoriche; percioc .
chè le angustie dell'operaio vanno crescendo di giorno in
giorno, e présagiscono' un avvenire assai più triste del pre
sente . La Repubblica.i . può gettare nell'abisso che vi si
allarga dinanzi,uno, due, tre migliardi: in sei mesi 'non avrà
più soccorsi da dare, e nessun mezzo per potente che sia ,
potrà impedire alle false dottrine di produrre i loro frutti.
Cercate dapprima il Regno di Dio, ed il resto vi sarà dalo
per un di pļù ! I socialisti in vece si studiano di fornire il
lavoro all' operaio, e mai gliene daranno . Neppure poc
ore di riposo potranno assicurargli. Di fatti in virtù di qual
principio si imporrà all'operaio un forzato riposo ? Nou ė
forse egli padrone di conoscere quel che gli conviene di
faré o non fare ? Nel corso del decimottavo secolo , il più
ignorante della nostra storia , e nella prima metà del deci.
monono , i filosofi, gli economisti, i politici derideyano la
Chiesa che in alcuni giorni condannava l'uomo alla pol
troneria ! Chi oserebbe oggidi dire che il riposo del set
timo giorno non è un imperioso dovere ? Lo scompiglio
dell' industria . uon deriva forse da che è violata questa
legge da tanto tempo ? Il sig. Guizot ha detto che l'uo .
mo se non ha il freno religioso, gli abbisogna quello del
lavoro ; ciò è verissimo. Il cattolicismo tra tutte le reli
gioni e tutte le dottrine è queHo che scema ' di , molto il
peso del lavoro, perciocchè soltomette l' uomo al giogo
volontariamente accollato della fede di Cristo ) .
· È dunque avara, irreligiosa , ' crudele ed antisociale la
soppressione delle feste . Ma i Parlamenti europei sono o .
ra tutti di una pasta ; predicare civiltà è progresso , e ti
rarci indietro sino alle brutture del pagadesimo . L'Italia
vi cadrà alla sua volta , se non ci farà riparo la Providenza !
D. A.
1
331
NOTIZIE
SOISI Z3
VI .
it Celibato Ecclesiastico
ARTICOLO PRIMO
?) « Sunt enim eunuchi ( cosi Cristo ),qui de matris utero sic nati
sunt: et sunt eunuchi, qui facti sunt ab hoininibus: et suut eu
nuchi , qui seipsos castraverunt propter regnum coelorum » ,Malth .
360
consiglio, come tutti gli altri, quale elettrica scintilla ra .
pido scorrendo sopra gli angoli della terra , col suo vivo
splendore , e colla sua maestosa avvenenza , scaldava di non
pochi il cuore a seguirlo dappresso. Per arrota , le lodi per
vero lusinghiere prodigate alla continenza dai Padri ' ), cu .
stodi fedeli della rivelazione, moltiplicarono solo l'influen
za della divina grazia lo stuolo de' celibi : e miraronsi può
dirsi fin dalla culla del Cattolicismo,luoghi inospiti, lande
selvagge echeggiare, all'ombra ed al sole ,di pura prece non
interrotta, inviata al cielo da giovani continenti , e da te
Dere verginelle. Tempi felici, quando a' vergini la società
largheggiava di un meritato tributo di lode, ed ammirava
compresa da rispetto il celibe virtuoso !
Ripigliando ora quel tanto che poco fa dicevamo,se l' Uo.
mo - Dio consiglia la continenza , non è un manifesto vili .
penderlo e dargli dello sciocco, e del crudele, qualora la
verginità fosse opposta alla costituzione fisica dell'uomo, e
violasse le più sante leggi naturali ? Può non dico credersi,
ma sospettarsi che Gesù Cristo dia consiglio vergente a male
delle persone ,nel caso che fosse cagione di malattia in chi
l'abbraccia , e che per esso siano infrante quelle leggi ,che na
tura segoa ad ogni mortale ? Egli ha consigliato la conti
c. 19, v . 12. Al maestro fa eco l' Apostolo delle Genti nella pri
ma ai Corinti : « Bonum est homini mulierem pon tangere So
lutus es ab uxore ? noli quaerere uxorem ... Igitur et qui matrimo
pio iungit virginem suam , bene facit: et qui non iungit, melius
facit ... Cui vult nubat, tantum in Domino . Bealjor aulem erit si
sic permaniserit,secundum meum consilium » , cap . 7. Non so che
cosa possa a questo dire l'autore del libercolo Forse risponde
rebbe che Cristo Signor Nostro e l’Apostolo ignoravano la me
dicina l') Il lettore conosce certo questo vero, nè credo esser
necessario allegare molte testimonianze, essendogli assai con
te . Ma non mi saprà del male, se a memoria glicne riduco ll
na di S. Agostino, che vale ogni pregio. « Christus (dice) cuius
utique caro virgo est, Virginis filius, Virginum sponsus. Virgi
Dali utero corporaliter natus : Virginali connubio spiritualiter
coniugatus. Cum enim universa Ecclesia virgo sit" , ut dicit A
postolus, quanto digoa honore sunt membra , quae hoc custo .
diunt in carne , quod ipsa fola custodit in fide ?
361
ople
Salve, dicendo , o degli afflitti scampo ;
a chi Inclita come il Sol , lerribil come
Oste schicrata in campo ;
1
ma poi dovrai chiamarla , perchè regina della verginità , em .
pia violatrice de diritti naturali , e scandalo per tanti suoi
e" seguaci , avendoli invogliati a dispregiare la loro salute !!
Cosa dirai al Precursore di Cristo , a quegli di cui fra nati di
donna non surse il maggiore ? Devi dire : sei grande , ma con
1emy culcatore , perché continente , delle leggi di natura , crudele
verso le stesso ,meltendo a non cale tante malattie , provve
nienti dal fuggire il consorzio maritale.Scendi pure, o esule,
nelle pacifiche tombe di tanti continenti,infrangi la lapide di
do encomio e di onoré appostavi dalla umanità , e mettivi quella
Juar col sigillo dell'obbrobrio e dell'anatema. Cancella dai dit
tici della Chiesa tanti continenti : versa non fiori sulle loro are
ma maledizioni e vituperii, o almanco , se tanto non osi ,
r
jualiza fanne venir pietà negli occhi sulla loro follia, e sulla Chie .
licit sa che a tanto onor li estolle . Miscra condizione dell' io .
mo, che ove si apparta dal retto sentiere , con una rapi
362
VARIETA '
394
NOTIZIE .
ch'è fonte de' peri lumi, con un cuore retto e sincero, conosce
le opere vostre , ne apprezza tutta l'importanza, e vi giudiea se
condo questa massima dell'Evangelo : L'albero si conosce da'
suoi frutti . Dopo questa esposizione, riesce agevole capire quan
10 sia giusto il farci rispondere della irritazione del popolo
friburghese, e quindi come non meritiamo le accuse fatte alla
nostra persona. Egli è vero che noi protestammo, contro il de
creto de' 19 novembre 1847 riguardanle i Gesuiti ed i loro pre
tesi affigliati, ma cosi faeemmo dopo aver inútilmente usato di
ogni sorta di preghiere e di argomenti per persuadere al Gover.
no provvisorio di non mettersi sulla pericolosa via di misure
violente contro le nostre Caše religiose, e di non trapassare le
pretensioni stésse della Diela La quale in fatti avea soltanto vo
iato l'invito di scacciare iGesuiti; ma non aveva messo in inez
zo il principio arbitrario dell'affiliazione, nè domandalo che si
sciogliessero le altre comunità . Oltracciò nou ebbe questa pro
testa alcuna pubblicità ; fu fatta a viva voce, cioè il più modera
tamente che si potea , mirando a conciliar il compimento di
un dovere col desiderio che avevamo della pace e del buono ac;
cordo. Abbiamo ricusato di approvare che si destituissero e- si
scacciassero dieci preti, curati o cappellani, cui voi avevale al
lontanato dal loro posto. Ma la negativa era per noi un dove
re, poichè , siccome abbiam detto in lulle le nostre lettere , que
sii ecclesiastici erano condannati senza precedente giudizio , e
mal grado delle pruove di loro inpocenza fornite da una gran
dissima maggioranza de' loro parrocchiani. Da quel momento le
leggi della Chiesa ed, i principii di giustizia lungi dal permet
terci di grificarli ad ingiuste voglie , ci obbligavano a pigliare
la difesa del loro onore , della loro innocenza e de' loro diritti.
Abbiamo intanto provveduto agli spirituali bisogni delle parroc
chie , che, yoi avete spogliate de’loro pastori. E per sopprappiù
abbiam - fallo delle proposte onde terminare all'amichevole que
sle difficoltà , conchiudendo cosi la nostra lellera de' 17 dicem
bre : « Se il Governo provvisorio, inviando uno de' suoi membri
a trattare cop noi, volesse amichevolmente porre termine alle
difficoltà riguardanti i curati di Rivout, Vuadens, Echarleus ecc .
voi ci alfreiteremmo a tener questo invilo » . Or questa offerta
411
APPOI DIO
" , Epist. I , II .
438
che temendo non dovesse il Pontefice esser ridotto alle
condizioni medesime dell'altro Pio , volentieri glieli man
dava acció serbasseli a memoria di quel grande persegui
tato , ed a sua consolazione , se Iddio il volesse tribolato .
siccome lui. I pio e generoso vescovo non potea prevedere
che i suoi doni allora appunto sarebbero giunti a Pio IX ,
che non le ambizioni ed armi straniere, ma la ribellione e
Je armi degli stessi figli è sudditi suoi lo terrebber cattivo :
nè potea prevedere che que' doni sarebbero stati cagione
che il papa si risolvesse alla fuga , onde sarebbe venuta la
salule súa ed ancor forse quella d'Italia e d'Europa.
Era la sera del di 24 , che l'ambasciatore di Francia fil
al palazzo del Quirinale , dicendo che dovea trattare di al
cun negozio col Papa. Fu introdotto nella sua camera ; c
mentre i cortigiani e carcerieri di Pio aspettavano che for
nisse il colloquio , il pontefice ,in abito comune di prete ,scen
deva per una scaleita ségreta , e messosi nella carrozza del
conte Spaur ambasciator di Baviera , come se fosse della
costui famiglia, usciva del Quirinale e di Roma L'angelo
della Chiesa accompagnavá ‘ il pontefice fuggitivo : e laddo
ve in Roma, divulgatasi la strana nuova , eran gli uni crit
ciati dalla rabbia e dall * onta ; angosciati gli altri dal cor
doglio , e tritti compresi di altissimo stupore e spavento ,
Pio viaggiava sicuro e tranquillo , come Pietro in quel dì
che fu liberato di man d'Erode e di tutta l'aspettazione
del popolo de' Gindei. La mallina de' 26 fu delto da alcuni
in Napoli stare il Papa a Gaeta , e tosto ng corse la fama
per lutta la città : pel principio non fu creduta , poi messa
in dubbio , come di ventara inaspettata e grandissima; ma
sopravvenne la gazzetta del regno a certificarla. Fui in
quel punto un giubilo , una letizia , un'esultazione si uni.
versale , si smisurata , che non potremmo esprimerla con le
parole. Adunque, dicevano , il santo Padre è salvo ; il san
to Padre è con noi ! Adunque Roma, la città sua , dopo
averlo ricolmato di amarezza , lo ha costretto a fuggire !
Adunque noi medesimi eravamo da Dio serbati ad essere
l'asilo del Pontefice perseguitato da' suoi ! Questo regno
adunque è stato il porto avventuroso in cui riducovasi il
439
Condortiere della santa Navicella percosso dalla tempesta !
Noi allora ci prostrammo a terra , e ringraziainmo Iddio di
averci falti degni di tanta misericordia ,
Era giunto il Pontefice non conosciuto a Mola la mat.
carpe tina de' 25 e quindi passato a Gaeta , mentre il conte Spaur
11 . recavasi a Napoli , ove arrivava a nolle avanzata . Condoulo
pe dal Nunzio apostolico al nostro re Ferdinando, gli porse una
lettera di Pio , nella quale gli significava la sua venita , e
chiedeva ospitalità pel supremo Pastore della Chiesa cattolica .
Egli profugo chiedeva ospitalità al più buono, al più pio, al
più devolo alla Santa Sede fra' Principi, e però al più odiato
dalla sella de' tristi , a' quali ogni maniera di virtù , anzi ogni
ale cosa è in odio , fuorchè essi medesimi-! Ma Iddio che alterna
a'suoi figliuoli le tribolazioni colle dolcezze ,colle persoayed
affettuosa unione riposare per alcun tempo que due cuori
si Jungamente travagliati . Il re dopo aver -mandato molta
inano di soldati per custodire e servire il Papa, ed aver pros :
veduto a tutto ciò che gli fosse stalo bisognevole, corse a ba
ciargli il piede ed impetrare la benedizione di lui a so, alla
sua famiglia ed a tullo il suo regno. Voi, diceva, Pio , a :
gli uffiziali che appresso la real famiglia se gli erano ingi.
et nocehiati, fate parte , o signori ,di un esercilo ch ' è specchio
di disciplina e di fedeltà , che col sangue ha sostenuto
di l' imperio delle leggi, e ha liberato il regno dal flagello
dell' anarchia: ed a' marinai dello schifo del re ; Figlinoli
ni mici, voi siete fedeli al vostro sovrano , siate tali fino
alla morte . Padre di tutti e memore della villa e del tra .
na
dimento della sua soldatesca , retribuiva lodi al valore e
58
71 fedeltà delle nostre ,e benignamente confortavale a perseve .
an rare. Volle l'altro di da un balcone del suo appartamento
benedire quel popolo avventurato , il quale cola concorso
EC affollatamente, piangeva con mirabile tenerezza, ed ebbro
di santa gioia sclamava; Viva il Santo Padre ! viva Pio
3
Nono ! Viva il re Ferdinando II. Il più puro affetto e la
più schietta divozione congiunsero insieme questi due no .
mi venerandi, cui uomini barbari avevano profanato ; ed il
grido, Viva Pio Nono , cli'era divenuto una bestemmia nel.
l'ipocrita bocca de farisei olierni, purificato e sublimalo
il
410
SIGNORI
1
413
ur
JFascicolo 96 . Dicembre 1848 .
SCIBIT ZE
SUQL,
2000
Canta VII .
Image
pre o Considerazioni sul Duello
mer
a Cit
fede Tutte le maniere di sofismi, messe in campo per difen
prio dere l'uso del duello, sono state con tal nerbo ed eviden
lor za di ragioni confutate da' teologi, da giureconsulti e na
VO . turalisti , che ci è riuscito assai strano vederle . risuscita .
ujimo le di presente da un chiaro capitano delle nostre glorio.
e far se soldatesche, il Cavaliere P. A. Bianco ') . Ma quel che
ari di sembra incredibile è, che, laddove il duello per tutti i ver .
so le
si e sotto qualsiasi riguardo è stato in vari tempi condan
well
igarti nato dalla Chiesa, due preti di provincia hanno osato ap
provare il divisamento del prode ufficiale e tribuirgli i più
piena
sinceri encomii ?) . Or perchè l'autorità de' due reverendi
nean non tragga altrui in errore , ci conviene vagliar brevemen
1 Doll te , ma tanto che basti, gli argomenti del sig. Bianco , e
lai richiamare alla mente di lui e de'suoi lodatori i decreti della
possa Chiesa intorno a questo rilevantissimo obbietto.
L ' egregio Capitano nel suo breve Discorso istituisce
tre ricerche intorno al duello, cioè 1. ° se il duello è giusto
to del
deiem
') Sul Duello, Discorso del capitano cav . P. A. Bianco . È pub
blicalo nell'Araldo, Num . de'19 e 30 agoslo.—?) Veggapsi la
Lettera del Parroco Raffaele Perrone di Gaeta al cav. Bianco
nello stesso Araldo, Num . de ' 21 ollobre , ed un articolo dell'ab .
Racioppi nell' Appendice al Num . 83 del Lucifero,
Rac.REL . VOL.XVI . 30
446
') Lib . VII.- ) Id . lib.V.- ) Apud Sig.de Reg. Ilal., lib .II.
-4) Cod . Longob. lib . II , tit . XXXV , L. II et alibi. - *, Ibid .,
lib.ll, lit. LV.- ) Ibid ., lib . I , tit . XLV , L. 47.
460
Vill.
') Paz. 13 .
473
VAFIJTA
! ) Lib . V , Ep. 21 .
484
re. Di là Egli ha fatto due volte udir sua voce per prote :
stare contro l' iniqua e sacrilega usurpazione de' suoi di .
ritti sul Governo temporale dello Stato della Chiesa ! ) , e
questa voce , come altra volta quella del Signore, disceso
a vedere la città e la torre , che fabbricavano i figliuo
li d'Adamo, ha confuso il linguaggio de' suoi nemici , i
quali non sanno più oggimai quel che si fanno. A Gaeta
intanto vanno a deporre a Şuoi piedi l'omaggio di filiale
riverenza tutti i Vescovi del regno nostro , dopo aver or
dinato per Lui nelle loro diocesi pubbliche e continue pre
senza asilo , ridotti a battere alla porta de' loro fratelli già
spogliati. Ma per qual ragione il Gran Consiglio di Valdo
facea questo decreto ? Si è doluto dell'ingratitudine di
que' religiosi ostinati; però l' Europa indigoala giudicherà
da quale parte sta l' ingratitudine » . In breve , non passa
settimana in cui non abbiano a gemere i Cattolici della
Svizzera per qualche nuova violenza fatta alla loro religio .
ne . Recava ultimamente l' Univers ) , che il governo di
Berna proponesi di sopprimere le Dame Orsoline , le quali
educano le giovanette in Porrentruy, e vuol praticare delle
misure restrittive anche con le Figlie di san Vincenzo de'
Paoli e le Dame della Provvidenza, le quali intendono ad e
sercizii di carità in alcuni Istituti del Giura cattolico. Il go
verno di Soletta ha decretato la soppressione del ginnasio
de Benedetlini a Nostra Signora di Pietra , il quale alto fa
temere funesti provvedimenti contro la stessa celebre badia ,
dove si recano in divoto pellegrinaggio i fedeli dalle fron
tiere dell'Alemagna e della Svizzera . Fin nel cantone de'
Grigioni si estende la persecuzione contro i cattolicia).Al
lorchè si formava un esercito federale per distruggere il Son .
derbund , i cattolici di questo cantone si ricusarono a mar
ciare contro quelli che aveane con loro una stessa fede, ed
il governo cantonale ne li dispensò . Ma oggi il governo ,
dominato dal radicalismo vittorioso ha ordinato che si pro
ceda in giudizio contro le comuni e le persone, che non
presero parte a quella guerra fratricida . Per questa ragione
sono stati ultimamente messi in carcere parecchi cattolici,
de' quali alcuni sono stati condannati da' tribunali a gravi
ammende , ed altri alla pena infamante de' lavori forzati .
Ecco la Nola, al Direttorio federale di Berna , con
la quale l' Emo Cardinale Soglia protestava in nome del
Santo Padre contro l'arresto di Monsignor Marilley: « Nel
momento stesso in cui il S. Padre con una giusta con
fidenza aspettavasi di veder giugnere una risposta soddi .
sfacente alla Nota che il sottoscritto Cardinale Segretario di
Stato aveva avuto l'onore di indirizzare alle VV.SS.Ecc . ,
sotto la data del 30 settembre p : . , un deplorabile avveni
mento è venuto a rionovare il suo dolore. Le autorità fri .
burghesi hanno proceduto a vie di fatto contro la persona
stessa del venerabile Vescovo di Losanna e Ginevra . Una
") Num . de' 25. Dicembre. 2) l'edi l ' Unirers, Num . de' 2 )
Noveinbre.
11
1
323
APFEIT DICE
Condanna emanala da Sua Santità Papa Pio IX contro
ľ Assemblea Nazionale di Roma
Da questa
quest paciſica stazione ove piacque alla Divina Prov .
videnza di condurci, onde potessimo liberamente manifesta .
re i Nostri sentimenti, ed i Nostri voleri , slavano allen
dendo che si facesse palese il rimorso dei Nostri figli tra
viati per i sacrilegii, ed i misfatti commessi contro le per
sone a Noi addelle , fra le quali alcune uccise, altre oltrag.
giale nei modi i più barbari, non che per quelli consuma
ti nella Nostra Residenza, e contro la stessa Nostra Perso
na . Noi però non vedemmo che uno sterile invito di ritor
no alla Nostra Capitale, senza che si facesse parola di con
danna dei suddetti attentati , e senza la minima garanzia
che Ci assicurasse dalle frodi, e dalle violenze di quella
slessa schiera di forsennati, che ancora tiraoneggia con un
barbaro dispotismo Roma e lo Stato della Chiesa. Stavamo
pure aspettando , che le Proteste e Ordinazioni da Noi e .
messe richiamassero ai doveri di fedeltà e di sudditanza co .
loro che l'una e l'altra disprezzano e conculcano nella Ca
pitale stessa de' Nostri Slati. Ma in vece di ciò un nuovo
528
SCIENZE
LETTERATURA
E SAME D'OPERE
VARIETA '
75
rino Marini - 1 Compilatori. ... .
Di una petizione falia alla Camera de’nostri Deputati - 1 Com .
pilatori. . . 137
Un'altra Risoluzione della Camera de' Deputati di Torino -
D. A... . 141
Sulla proposta del Ministro della Finanza intorno alla vendita
de' benide' Luoghipii laicali -1 Compilatori. . .... 151
Riflessioni che dal Vescovo di Nocera de'Pagani sottopongon
si all' alla saviezza de' ragguardevoli Componenti le Camere
Legislative del Regno , intorno al progetto di legge relativo
all'alienazione de 'beni de'Luoghi pii laicali . ... . 176
Continuazione de' fatti importanti per la Religione in Piemonte
- 1 Compilatori. . . 240
Un'altra Seita protestante – Dagli Annali delle Scienze Reli
giose. .. 243
Come il Cousin intenda far migliore il popolo parigino - 1Com
pilatori. . . . 308
Un difficile problema di socialismo risoluto dalla Religione Cat
lolica - D. A. . 312
Osservazioni morali-religiose di un Francese su l'ultima rivo
Juzione d'Italia - Lettera al Direttore dell'Armonia della
Religione con la Civiltà di Torino . 318
Sul riposo della Domenica -- D . A .. 326
Della sella incivile ed irreligiosa che agila l'Italia Dall' Ar
monia della Religione con la Civiltà .' 389
Alcuni cenni sugli ultimi avvenimenti di Roma - 1Compilatori. 433
Sulla Manna di s . Felice in Wola Lellera a'Compilatori del
Can . Ab . Bartolommen d' Aranzo . 441
!
532
Della dimora di Pio IX a Gaeta,e del suo dominio sugli Stati ſo:
mani - 1 Compilatori .. . 483
Una divola pratica da imitarsi-A. . 503
Condanna emanata da Sua Santità Papa Pio IX contro l'Assem
blea Nazionale di Roma . . 327
NOTIZIE
BIBLIOGRAFIA
Italia . 232
Belgio . 254
ERRORI CORREZIONI
PAG. LIN .
73 , 23, gli appartiene le appartiene
127 , 13, viene da Dio venendo da Dio
346, 1 , quella quelle
N. B. Il cognome dell'Autore dello Schizzo di storia profe
tica ,nell’Articolo inserito a p . 6 segg . di questo volume, in tutti
quc' luoghi in cui è citalo , dee leggersi Fletcher e non Ketcher .
1
1
1
.
1 .
UNIVERSITY OF CALIFORNIA LIBRARY
Los Angeles