Pirola Samuele
Spesso gli anni del passato ci sembrano lontani, pagine inutili della nostra storia e senza un collegamento con
il presente, ma nel lontano (si fa per dire) ottocento, il noto poeta pessimista,
Con un,materialista
Giacomo Leopardi aveva intuito, predetto la situazione, le cause, e l e possibili conseguenze della
civilizzazione, tramutata in globalizzazione.
Leopardi ha dunque saputo viaggiare nel futuro, con le sue idee e con la genialità razionale di interpretare la
realtà.
A partire dall’ottocento, lo sviluppo della razionalità, il boom della rivoluzione industriale, l’ascesa del
pensiero illuministico e positivista hanno dato ufficialmente il via a quello che leopardi chiama fenomeno di
civilizzazione, ciò ha portato alla ricchezza, prosperità e successo dell’umanità, ha aumentato la fame e
l’intraprendenza della nostra specie, raggiunto fino ai giorni nostri progressi tecnologici ritenuti
irraggiungibili.
Cio fino ai giorni nostri ha portato alla diffusione su scala globale di idee tendenze e problemi.
La questione dell’ omologazione,
Parlando di globalizzazione oggi se voglio andare al McDonald posso farlo ovunque, in qualsiasi paese al
mondo, mangiando sostanzialmente gli stessi prodotti cio va a trascurare la particolarità di quel paese e le
sue tradizioni storiche, un altro esempio lo viviamo sulla nostra pelle nelle realtà cittadine, con lo sviluppo
sempre più evidente dei supermercati consegue l’annichilimento culturale, indebolimento dei negozi
specializzati, il rifiuto della conservazione delle tradizioni autentiche culturali. In qualsiasi grande città trovi
le stesse catene di negozi (intimissimi, Calzedonia, mcdonald,zara)
Inoltre i diversi risvolti sociali come il nichilismo giovanile, dato dall’omologazione, che va a generare per
forze di cose un interesse meno stimolante per il mondo e per cio che ha da offrirti,
Che in linea con cio che sosteneva Leopardi va a minacciare quella dimensione istintiva e primitiva, o anche
dionisinica del tuo essere,
Credo che anche in musica si possa affermare il concetto di globalizzazione, con l’avvento della musica
commerciale si sono sviluppati i canoni della semplificazione, e anzi oserei chiamarla l’ascesa della
“dittatura della semplificazione” oggi un brano musicale vende ed è riconosciuto su scala mondiale in base
all’accessibilità dell’ascolto, alla semplicità e all’immagine degli artisti in questione.
Le case discografiche hanno letteralmente triturato la produzione musicale nella loro macchina infernale
tritadenaro.
Oggi chi vuole comunicare un messaggio ben preciso, musicalmente elevato, definito, e socialmente
impegnato è spesso sostenuto dalle minoranze.
Concludo dunque sostenendo che la globalizzazione ci da infinite possibilità che in base all’uso che ne
facciamo possono arricchirci, ma ci distrae anche da quella che è la vera ricchezza e autenticità.