PREMESSA
• Il progresso scientifico e tecnico e gli sviluppi delle attività di ricerca, pura ed applicata, hanno profondamente
mutato il vasto settore delle scienze della vita.
• Gli studi in campo medico, bio-medico ed epidemiologico, e le nuove e avanzate applicazioni e
strumentazioni tecnologiche hanno reso possibili interventi e trattamenti sanitari sempre più efficaci per la
salute umana.
• In particolare, le applicazioni delle biotecnologie hanno dischiuso scenari un tempo impensabili. Basti pensare
alla loro applicazione alla procreazione di un essere umano, che – grazie a tali metodiche – è stata scissa dallo
stesso atto sessuale
Significato e valore delle biotecnologie
• La nozione di biotecnologia si riferisce ad una scienza che studia in maniera differenziata il
«vivente», inteso come uomo, microrganismo, razza animale, e che, come tale, coinvolge diversi
settori di interesse umano. Essa si pone come una nuova scienza, a cavallo tra la biologia e il know-
how tecnologico del quale si avvale per scopi produttivi o di servizio.
• Quando si parla di biotecnologie (al plurale), si vuole fare riferimento, in particolare, a tutte quelle
tecniche che utilizzano o causano mutamenti organici in un materiale biologico, in microrganismi, in
piante o animali, oppure che causano mutamenti in materiali inorganici usando mezzi biologici.
• In realtà, secondo molti, le biotecnologie sono un nome nuovo dato a processi e tecnologie molto
antichi, nati con la stessa civilizzazione dell’uomo. Ad esempio, la fermentazione dell’uva per la
produzione del vino o quella del latte per la produzione del formaggio, sono processi biotecnologici,
perché ottenuti attraverso fermentazioni operate da materiali viventi, cioè lieviti, batteri o
microrganismi in genere.
(segue) Significato e valore delle biotecnologie
• Se le biotecnologie affondano le proprie radici in tempi remoti, tuttavia, è solo negli ultimi
cinquant’anni che hanno acquisito un’importanza fondamentale. Lo sviluppo delle scoperte
scientifiche in campo biologico, in particolare quelle relative al materiale genetico e alla possibilità
di controllare e modificare la struttura e le funzioni di esso, hanno portato le biotecnologie ad
assumere un’importanza e un valore scientifico, industriale ed economico enormi.
• La messa a punto e l’adozione della tecnica del Dna ricombinante, ideata agli inizi degli anni settanta
del secolo scorso, che consente di creare organismi «nuovi», dotati di caratteristiche proprie, non
esistenti in natura né ottenibili attraverso le più semplici tecniche della selezione e dell’incrocio,
costituisce una delle tappe più importanti di questa evoluzione. Essa rappresenta la base della
biotecnologia moderna e il principale strumento di ingegneria genetica.
(segue) Significato e valore delle biotecnologie
• Il trasferimento delle conoscenze e delle innovazioni sul piano della ricerca applicata e, dunque,
verso il settore della produzione, ha suscitato un sempre maggiore interesse da parte delle
imprese chimiche, farmaceutiche, agroalimentari, portandole ad incrementare gli investimenti per
la ricerca e la produzione, così ulteriormente dando impulso allo sviluppo delle biotecnologie
applicate ai vari settori di loro competenza.
• Molteplici sono gli àmbiti di applicazione delle biotecnologie, che vanno da quello sanitario a quello
della produzione agricola, dal settore alimentare alle numerose applicazioni in campo industriale ed
ambientale. Il settore delle biotecnologie è, dunque, oggi senz’altro uno dei comparti in maggiore
espansione a livello mondiale, con un potenziale economico e sociale in costante crescita.
Diritti e interessi coinvolti
• Le biotecnologie coinvolgono – con il loro ampio raggio di azione – anche molteplici e diversi
aspetti del diritto.
• Innanzitutto, i diritti della persona, con riferimento alle tecniche di procreazione medicalmente
assistita, ai metodi terapeutici che utilizzano parti del corpo umano, agli impieghi industriali di
tessuti e cellule umani, ai farmaci e alle strumentazioni che rendono possibile prolungare la vita:
vengono in gioco i diritti inviolabili dell’uomo, la libertà, la dignità e lo sviluppo della persona
umana.
• I diritti alla vita, alla salute, all’autodeterminazione, alla protezione dei dati personali, alla
identità personale e genetica, rappresentano – nella prospettiva giusprivatistica – il cuore dello
studio del biodiritto.
(segue) Diritti e interessi coinvolti
I diritti della persona, da salvaguardare e tutelare nel modo più ampio, vanno contemperati – per
quanto possibile – con la libertà di ricerca scientifica e tecnica, riconosciuta e tutelata a livello
costituzionale (artt. 9, co. 1, e 33, co. 1, Cost.).
• Le biotecnologie coinvolgono anche i diritti collettivi di sicurezza, con riguardo a tutte le rilevanti
problematiche connesse alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, alla sostenibilità dell’impatto su
di essi delle innovazioni biotecnologiche, alle connesse esigenze di tutela della salute degli individui
e della collettività.
• Specifica tutela e disciplina richiedono anche i diritti di proprietà industriale, in quanto le
biotecnologie rappresentano una fonte di ricchezza per le industrie che investono in ricerca,
utilizzazione industriale e sfruttamento commerciale delle invenzioni. L’ottenimento di un brevetto,
secondo i requisiti e il procedimento fissati dalla legge, rappresenta lo strumento giuridico atto a
garantire diritti «esclusivi» al suo titolare.
Il metodo di studio e la interrelazione tra discipline
• Il metodo di studio con cui affrontare le tematiche del biodiritto deve necessariamente essere aperto
all’integrazione e al confronto tra varie aree del sapere, alla luce dei diritti e dei molteplici aspetti che
sono coinvolti.
• Se il ruolo del diritto è quello di regolare i fenomeni sociali, nonché di prevenire o comporre i
conflitti, è necessario operare una contemperazione dei diversi interessi che confluiscono in ogni
fenomeno.
Ecco perché, soprattutto in questo settore, il giurista deve tener conto del contributo delle altre
scienze.
• IL BIODIRITTO è una disciplina giuridica autonoma, che ha ad oggetto lo studio sistematico e
organico dei princìpi giuridici inerenti alla tutela della vita e della salute umane, con riguardo
alle implicazioni determinate dalle scienze biomediche.
Altro organismo internazionale che ha giocato un ruolo di rilievo in materia è il Consiglio d’Europa,
che è un’organizzazione di cui fanno parte 47 Stati, costituita con lo scopo di promuovere la democrazia
e l’affermazione dei diritti dell’uomo sul territorio europeo, favorendo la stipulazione di accordi e
convenzioni fra gli Stati membri ed anche con Stati terzi. I principali documenti prodotti sono:
1) la «Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali»
(1950), trattato assai noto, che è un testo generale sulla protezione dei diritti dell’uomo. Esso è dotato
di un efficace strumento di tutela, in quanto i diritti ivi proclamati posso essere fatti valere innanzi
alla Corte europea dei diritti dell’uomo, le cui pronunce hanno spesso lambito le tematiche del
biodiritto.
2) la «Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo e la biomedicina» (1997), che è una convenzione
quadro, che si prefigge la protezione dell’essere umano da un uso improprio della biologia e della
medicina, attraverso la tutela della sua dignità, integrità ed identità, indirizzando i progressi
scientifici in tali campi verso utilizzi a favore delle generazioni presenti e future.
La chiave di lettura del testo della convenzione è fornita dal suo art. 2, rubricato «Primato
dell’essere umano», ai sensi del quale «l’interesse e il bene dell’essere umano debbono prevalere
sul solo interesse della società o della scienza».
La tutela di tale interesse viene apprestata su diversi livelli, individuale e collettivo.
Va detto al riguardo che la Convenzione di Oviedo è un trattato, di cui l’Italia ha autorizzato la
ratifica con la legge n. 145/2001, pur non essendosi a tutt’oggi ancora perfezionato l’iter
procedimentale previsto.
Nonostante ciò, dei princìpi in essa contenuti è, da tempo, fatta applicazione in sede
giurisprudenziale, sia da parte della Corte di Cassazione che dei giudici di merito, oltre che dalla
Corte costituzionale nei giudizi ad essa devoluti, che implicitamente li considerano come facenti già
parte del nostro sistema giuridico.
Pur esulando dai più specifici ambiti di azione dei suoi organi, sono importanti per il biodiritto anche
alcune normative prodotte dall’Unione europea. Si segnalano, in particolare:
1) La Carta dei diritti fondamentali (c.d. Carta di Nizza, del 2000, aggiornata nel 2007), testo di
ampio respiro sui diritti fondamentali delle persone;
2) La Direttiva 98/44 sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, recepita anche
dall’Italia;
3) Numerosi provvedimenti, di varia tipologia, adottati in materia ambientale, che hanno stimolato
l’implementazione di normative interne per la protezione dell’ambiente e della salute umana.
Le fonti nazionali
Sul piano nazionale vengono in rilievo, quali fonti del biodiritto:
• La Costituzione della Repubblica, in particolare gli artt. 2, 3, 9, 13 e 32
• Le leggi ordinarie
• I regolamenti ministeriali, in particolare quelli emanati dal Ministero della Salute
Come si è notato, concorre poi alla formazione del sostrato giuridico del biodiritto il «diritto vivente»,
cioè quell’insieme di regole e di princìpi frutto della elaborazione giurisprudenziale.
(segue) Le fonti nazionali
Le principali leggi di interesse per la materia, che verranno più compiutamente analizzate in sèguito,
sono:
• La legge 19 febbraio 2004, n. 40, «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita».
• La legge 8 marzo 2017, n. 24, «Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona
assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni
sanitarie».
• La legge 22 dicembre 2017, n. 219, «Norme in materia di consenso informato e di disposizioni
anticipate di trattamento».