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la (3) si scrive in forma compatta come
df (x0 )v = J(x0 )v
Proseguiamo ora con il teorema che ci permetterà di giungere alla regola della
chain − rule.
Siano f : A ⊂ Rn → Rm e g : Rm → Rk , indichiamo con F la funzione
composta F = g ◦ f allora vale il seguente:
Teorema 1. Sia f una funzione differenziabile in x0 ∈ A e sia g una fun-
zione differenziabile in y0 = f (x0 ); in tal caso, la funzione composta F = g◦f
è differenziabile in x0 e si ha
con
σ(x0 , h) ρ(y0 , k)
lim =0 e lim =0 (6)
h→0 |h|n k→0 |k|m
Poniamo
Tale assunzione può essere spiegata osservando il seguente grafico per una
funzione di una variabile
f(x0+h)=y0+k
f(x0)=y0
x0 x0+h
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tendere a 0 altrimenti la funzione non sarebbe differenziabile, come invece ci
fornisce l’ipotesi del teorema, dunque l’errore che si commette imponendo la
(7) è nullo per h → 0. Presa ora una costante positiva Q è possibile affermare
che
|f (x0 + h) − f (x0 )|m |df (x0 )h + σ(x0 , h)|m
= ≤Q
|h|n |h|n
ovvero
D’altra parte si ha
Si ottiene infine
Il primo addendo tende a zero quando |h|n tende al vettore nullo in forza
della (6). Per quanto riguarda il secondo addendo si pone
½
ρ(y0 , k)/|k|m k 6= 0
R(y0 , k) =
0 k=0
ρ(y0 , k) |k|m
= R(y0 , k)
|h|n |h|n
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Sfruttando le (6) segue immediatamente
lim R(y0 , k) = 0
h→0
|k|m ρ(y0 , k)
R(y0 , k) ≤ QR(y0 , k) ⇒ lim =0
|h|n h→0 |h|n
Xn
∂fi
wi = (x0 )vj ej
j=1
∂x j
quindi
m
X m ½
n X
X ¾
∂gk ∂gk ∂fi
dgk (y0 )w = (y0 )wi = (y0 ) + (x0 ) vj ej
i=1
∂yi j=1 i=1
∂yi ∂xj
ma per la (5)
n
X ∂Fk
dgk (f (x0 ))w = dgk (y0 )w = dgk (y0 )df (x0 )v = dFk (x0 )v = (x0 )vj ej
j=1
∂xj