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CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG

Il gruppo composto da David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young è uno dei
capostipiti dell’ondata rock della fine degli anni ‘60. Ognuno dei componenti ha una storia e
un background musicale molto diverso e, inoltre, vengono tutti da posti diversi.

Crosby e Stills sono i primi a dare forma al gruppo: abbandonate le loro due band ‘di
appartenenza’, incidono due prime tracce che hanno già una magia che da soli non
avrebbero potuto avere. Nash, inglese, conosce già Crosby e, ascoltando i primi due pezzi
dei colleghi si innamora e quando nel salotto di Mitchell (‘68) viene suonata ‘You don’t have
to cry’, nasce la formazione Crosby, Stills & Nash.
I tre artisti insieme scrivono il loro primo album nel ‘69, dove sono racchiuse tutte le loro
diverse anime che vanno dal country-folk al soul e al blues. Taylor accompagna il gruppo
nella sessione di registrazione come parte ritmica; solo successivamente vi si aggiunge
Young come quarta chitarra, il cui debutto arriva nel 1969 a Chicago, ma non al festival di
Woodstock. Il loro primo album, ‘Déjà-vu’ esce nel 1970 dopo tragedie e crisi esistenziali di
tutti i componenti del gruppo; ognuno di loro aggiunge la propria essenza e la propria ricerca
melodica e perfezionistica.
Tuttavia, subito dopo aver concluso la registrazione dell’album, Young abbandona il gruppo
e i tre artisti, che non riuscirebbero a rendere giustizia all’album in live, intraprendono la loro
carriera solista. Stills pubblica il suo lavoro ‘Stephen Stills’ già nel 70, riuscendo a mettere in
pratica tutto ciò che gli serve per rendere perfette musicalmente le sue idee.
Poco dopo Young si riunisce al gruppo e inizia il tour live con i tre compagni, con la
partecipazione di Samuels al basso e Barbata alla batteria (al posto di Taylor, con cui Young
non va d’accordo). Nel ‘70, in mezzo a rivolte per le scelte di Nixon sulla guerra in Vietnam,
nascono nuovi pezzi molto attuali e continua il tour dei quattro, grazie al quale viene
registrato ‘Four way street’ nel ‘71, dove sono presenti brani in acustico e in elettrico, live.
L’animo folk, ma anche blues del gruppo fa percepire la loro ‘normalità’ e il non essere delle
star, ma essere uguali a chi li ascolta, uniti nella protesta.

I quattro artisti intraprendono nuovamente la strada solistica: Crosby incide ‘If I could only
remember my name’ nel ‘71, accompagnato talvolta dai suoi colleghi; Stills scrive ‘Stephen
Stills 2’ nello stesso anno e Nash, molto più folk degli altri due, pubblica ‘Songs for
beginners’. Nash e Crosby collaborano l’anno dopo per l’album ‘Graham Nash & David
Crosby’, un’opera molto legata alle radici musicali americane soprannominato ‘Black Album’
(perché senza titolo di copertina). Successivamente Stills si lancia in qualche progetto
musicale come ‘Manassas’ e ‘Down the road’, dove sperimenta anche con altri collaboratori
note R&B e blues.
Nel ‘73 Crosby, Stills, Nash & Young si ritrovano per un nuovo album insieme, ma sono
stravolti dalla morte dell’amico Berry. Si fermano e ritrovano finalmente per un tour nel ‘74,
insieme a Mitchell e The Band; in quest’occasione registrano ‘So Far’, che contiene alcuni
dei loro pezzi più celebri. Dopo un ulteriore screzio, i quattro musicisti si dividono e Stills
cavalca l’onda dei suoi precedenti successi, incidendo rispettivamente ‘Stills’, ‘Stephen Stills
Live’ e ‘Illegal Stills’, che deludono però il pubblico e non suonano qualitativamente come lo
stesso avrebbe voluto.
Nash e Crosby si mettono nuovamente a lavoro e pubblicano ‘Wind on the water’ nel ‘75,
ma anche loro perdono la magia che si ritrova nei primi lavori. I due continuano a suonare e
per contro, anche Stills e Young si impegnano in un nuovo progetto musicale. Entrambi i
duo, però, non eccellono nella preparazione artistica, che risulta scadente.

Solo nel ‘77 il trio Crosby, Stills & Nash ricomincia a suonare a Los Angeles e incide l’album
CSN, che ricorda le sonorità dei primi anni di attività e supera di gran lunga i lavori che
ognuno di loro ha fatto in coppia o da solista. Qualche anno dopo, passati momenti difficili
pieni di peripezie, droga e magia perduta, il gruppo tenta di risollevarsi con ‘Daylight again’
nell’82. Altri anni passano e nuovamente, con ‘Allies’, i tre suonano assieme, fin quando,
nell’85, suonano per una volta ancora con Young sul palco del Live Aid. Solo tre anni dopo
esce un nuovo album ‘reunion’ dei CSN&Y, con pezzi inediti e vecchi brani. ‘American
Dream’ non ha la stessa potenza del precedente lavoro dei 4, motivo per cui i live non sono
contemplati. Crosby, ormai ripresosi dalla sua caduta nel tunnel delle droghe, scrive il suo
secondo album ‘Oh yes I can’; qualche anno più tardi, CS&N firmano ‘Live it up’, ma il suono
è ormai anacronistico e artificiale: il pubblico e la critica non apprezzano un lavoro ormai
troppo antiquato agli inizi degli anni ‘90. Il riscatto arriva con una ripresa di ‘CSN’ e un
ulteriore album migliore dell’ultimo, ‘After The Storm’, dopo cui il trio si ritrova a suonare in
tour per parecchi anni. Crosby pubblica altri album da solista e infine nel ‘97 i CS&N
vengono inseriti nella Rock’n’Roll Hall Of Fame. Crosby fonda un altro gruppo, CPR, con cui
pubblica qualche lavoro e si riunisce a Nash.

Nel ‘99 esce il quarto album dei CSN&Y, ‘Looking Forward’, da cui il tour agli inizi del 2000
nello stesso anno Crosby si impegna con i CPR per un nuovo lavoro; l’anno dopo, a seguito
dell’attacco al cuore degli USA, il quartetto fa un tour americano per raccogliersi intorno alle
vittime dell’attentato. Fino al 2006 tutti e quattro i componenti delle band lavorano da soli, in
coppia o gli uni con gli altri fino al ‘Freedom of speech tour’. Nel 2008, ‘CSNY Déjà Vu’,
documentario di Young, racconta la vita di uno dei gruppi rock-folk-blues più famosi, intricati
e prolifico di tutti i tempi.

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