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AUTORITÀ DI BACINO
Ente istituito con Legge 18 maggio 1989 n. 183
Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo
Organismo misto, costituito tra Stato e Regioni, operante, sui bacini idrografici, considerati come
sistemi unitari e ambiti ottimali per:
Questa innovazione legislativa nel settore della difesa del suolo ha creato i presupposti per una
visione più ampia ed integrata dei problemi dell'assetto del territorio a scala di bacino.
Infatti, la L. 183/89, individua il bacino idrografico come “l'unità fisica inscindibile” su cui operare
con azioni finalizzate alla tutela, difesa e valorizzazione delle risorse esistenti.
Obiettivi
Superare le frammentazioni di competenza e istituzionali che non consentono una pianificazione
unitaria e integrata, secondo un'impostazione ormai propria di tutti i maggiori bacini europei.
DEFINIZIONI
Dissesto idrogeologico
Insieme dei processi morfologici che hanno un'azione fortemente distruttiva in termini di degradazione
del suolo e quindi indirettamente nei confronti dei manufatti.
Esso comprende una serie di processi, a partire dall'erosione superficiale e sotto la superficie, fino agli
eventi più catastrofici quali frane e alluvioni.
In Italia - dopo che per decenni si era provveduto soltanto con erogazioni statali di indennizzo dei
danneggiati dalle alluvioni e dalle altre calamità - sono nati vari movimenti dal basso con la
partecipazione anche di amministratori locali, volti a tutelare e difendere il territorio.
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DEFINIZIONI
Il bacino idrografico (o bacino imbrifero) è l'area topografica (solitamente identificabile in una valle
o una pianura) delimitata da uno spartiacque topografico (orografico o superficiale) di raccolta delle
acque che scorrono sulla superficie del suolo confluenti verso un determinato corpo idrico recettore
(fiume, lago o mare interno) che dà il nome al bacino stesso.
Lo spartiacque può essere schematizzato con una linea chiusa (nel caso di bacini idrografici montani
o collinari) o aperta (nel caso di bacini scolanti direttamente in mare, lago o laguna); il relativo
perimetro termina contro la linea di costa.
La maggior parte dei bacini idrografici principali è formata dall'unione di più sotto-bacini
rappresentati dai bacini idrografici dei singoli affluenti del corso d'acqua principale.
BACINO IDROGRAFICO
Costituisce il miglior strumento per la risoluzione di problemi di competenze e per una razionale
ed unitaria pianificazione e programmazione fisico ambientale e socio-economica.
Il bacino idrografico, quindi, viene inteso come un ambito fisico di pianificazione che supera le
frammentazioni finora prodotte dall'adozione di aree di riferimento aventi confini esclusivamente
amministrativi.
Da qui nasce la necessità di dar vita ad un Ente, l'"Autorità di Bacino", che assicuri il
coordinamento di tutte le azioni sul territorio.
In base alla legge 183/89, tutto il territorio nazionale è stato suddiviso in bacini idrografici, i quali
hanno tre gradi di rilievo territoriale:
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BACINO IDROGRAFICO
La legge 183/1989 sulla difesa del suolo ha stabilito che il bacino idrografico debba essere l‘ambito
fisico di pianificazione, che consente di superare le frammentazioni e le separazioni prodotte
dall'adozione di aree di riferimento aventi confini semplicemente amministrativi.
Il bacino idrografico è inteso come "il territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e
dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono in un determinato corso d'acqua direttamente o
a mezzo di affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del medesimo corso
d'acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in mare ed il litorale marittimo prospiciente".
L'intero territorio nazionale è pertanto suddiviso in bacini idrografici, che sono classificati:
• di rilievo nazionale (organizzati in n. 6 Autorità di Bacino: 1 - Po; 2 - Tevere; 3 - Arno; 4 - Adige;
5 - Volturno, Liri - Garigliano; 6 - Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta, Bacchiglione),
• di rilievo interregionale (in numero di 18: undici per il versante adriatico, due per il versante
ionico e cinque per il versante tirrenico dell'Italia)
• di rilievo regionale.
PIANO DI BACINO
Per ogni bacino idrografico (regionale, interregionale o di interesse nazionale) dovrà essere
elaborato un piano di bacino che riguardi:
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PIANO DI BACINO
Dopo lo stato di criticità ambientale degli anni '90, la legge, in attesa del piano di bacino, ha
permesso di finanziare interventi concreti e mitigatori di situazioni a rischio attraverso piani
triennali o anche interventi urgenti.
La L. 183/1989 prevede che il piano di bacino debba essere non un semplice studio corredato da
proposte di intervento, ma un aggiornamento continuo delle problematiche e delle soluzioni.
Esso, tenendo conto dei diversi livelli istituzionali che operano con specifiche competenze di
programmazione (Stato, Autorità di Bacino, Regioni, Province), dovrà rappresentare il necessario
coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione e di programmazione territoriale.
Una volta che il piano di bacino sarà elaborato e adottato, infatti, gli strumenti di pianificazione
settoriale e territoriale indicati nella L. 183/1989 dovranno essere adeguati ad esso.
PIANO DI BACINO
1) la difesa dei centri dal rischio di piena, stabilito un tempo di ritorno adeguato;
4) il mantenimento di una dinamica dei litorali e degli alvei compatibile con l'evoluzione naturale
e con l'attività presente nel bacino;
Considerando che le risorse "suolo e acqua" sono limitate, il piano dovrà permettere di operare
scelte tra usi diversi, talora tra loro conflittuali, mediante lo strumento dell‘analisi costi - benefici,
estesa ai costi sociali e ambientali e ai benefici non quantificabili.
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Nelle more dell'approvazione dei piani di bacino, le Autorità di bacino adottano piani stralcio di
distretto per l'assetto idrogeologico (PAI), che contengano in particolare: