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LA TASSAZIONE DEI REDDITI D’IMPRESA

I redditi sono classificati in sei categorie : 1 redditi fondiari, 2 redditi di capitale, 3 redditi di lavoro autonomo e 4
redditi di lavoro dipendente, 5 redditi di impresa, 6 redditi diversi.
I REDDITI D’IMPRESA
La qualificazione di un reddito di impresa come tale, avviene in base a due criteri:
1. Criterio soggettivo : in funzione della natura del soggetto
2. Criterio oggettivo : in funzione dell’attività svolta dall’impresa
Ogni qual volta uno dei soggetti, secondo il criterio soggettivo, consegue un reddito, diviene irrilevante il criterio
oggettivo, indipendentemente dall’attività da esso svolta. Per gli altri soggetti vale il criterio oggettivo.
Sono redditi d’impresa quelli derivanti dall’esercizio di imprese commerciali, ossia dall’esercizio per professione
abituale, non esclusiva. Per essere qualificata come commerciale e dunque produttrice di reddito d’impresa, l’attività
deve essere abituale, per le attività artistiche e professionali a contenuto intellettuale, assume rilievo l’organizzazione
in forma di impresa.

REGIME ORDINARIO
Il regime ordinario si applica ai soggetti IRES oppure ad altri soggetti che eccedono i ricavi per un importo pari a 700.000.
Nel regime ordinario il reddito di impresa si determina apportando all’utile o alla perdita risultante le variazioni in
aumento o in diminuzione conseguenti all’applicazione delle norme tributarie. Per ottenere questo risultato bisogna
individuare i beni che fanno parte del patrimonio dell’impresa, perché da tali beni derivano ricavi e costi rilevanti.
Le variazioni in aumento derivano da norme tributarie che obbligano ad includere tra i componenti positivi i proventi in
non imputati al conto economico; derivano da norme tributarie che obbligano ad escludere dei componenti negativi
degli oneri imputati al conto economico perché in tutto o in parte indeducibili o deducibili in esercizi successivi.
Le variazioni in diminuzione derivano da norme tributarie che obbligano o consentono di escludere dai componenti
positivi i proventi imputati al conto economico; che obbligano o consentono di includere tra i componenti negativi oneri
non imputati al conto economico.
Esistono dei criteri di determinazione del reddito d’impresa: competenza economica, correlazione costi e ricavi,
requisito della certezza e dell’obiettiva determinabilità, previa imputazione al conto economico.

REGIME SEMPLIFICATO
Le imprese in regime di contabilità semplificata sono le imprese minori, con ricavi non superiori a 400.000 € se hanno
per oggetto prestazioni di servizi, a 700.000 € se hanno per oggetto altre attività e che infine non abbiano optato per la
contabilità ordinaria.
Il reddito di impresa si determina sommando algebricamente i seguenti componenti positivi e negativi: + componenti
positivi incassati nel periodo – spese deducibili nel periodo + rimanenze finali – rimanenze iniziali + plusvalenze
sopravvenienze attive – minusvalenze sopravvenienze passive – quote di ammortamento.

Si considerano imputati al conto economico i componenti imputati direttamente al patrimonio per effetto dei principi
contabili internazionali, mentre i componenti negativi non imputati sono deducibili se imputati all’esercizio precedente,
quando la loro deduzione è prevista dalle norme tributarie e se si riferiscono ai ricavi che concorrono a formare il
reddito, risultando da elementi certi e precisi.
Nella determinazione del reddito occorre considerare le spese che direttamente o indirettamente riguardano la sua
produzione: sono inerenti all’attività imprenditoriale le spese inerenti e sostenute nell’interesse dell’attività stessa; i
componenti negativi inerenti all’attività imprenditoriale si suddividono in componenti ricollegabili ad attività o beni che
danno origine a proventi computabili nel reddito di impresa o a ad attività o beni che danno origine a proventi non
computabili nel reddito di impresa.
I componenti di reddito possono essere imputati secondo un criterio di cassa facendo riferimento al momento
dell’incasso del pagamento; secondo un criterio di competenza economica facendo riferimento al momento in cui sorge
il credito o il debito; secondo la correlazione costi ricavi.
LA DEDUZIONE DEGLI INTERESSI PASSIVI
Gli interessi passivi per i soggetti IRES sono deducibili, ad esclusione di: intermediari finanziari, imprese di assicurazione,
società capogruppo di gruppi assicurativi.
Sono deducibili tutti gli interessi passivi sostenuti dall’impresa, ivi compresi quelli impliciti nei canoni di leasing desunti
dal contratto, fatta eccezione per gli interessi di mora, interessi passivi transfer pricing, interessi passivi su prestiti
effettuati da soci di società cooperative, interessi passivi utilizzati per finanziare un progetto infrastrutturale pubblico.
QUALI INTERESSI PASSIVI ?
® Interessi passivi capitalizzati, ovvero gli interessi passivi compresi nel costo dei beni.
® Interessi impliciti derivanti da debiti di natura commerciale
® Interessi passivi derivanti da strumenti rappresentativi di capitale
CALCOLO DEL ROL
Risultato operativo lordo: differenza tra il valore e i costi della produzione di cui alle lettere A) e B) del conto economico,
con esclusione delle voci di cui al numero 10, lettere a) e b), e dei canoni di locazione finanziaria di beni strumentali.
Il riporto degli interessi passivi indeducibili può avvenire senza limiti di tempo, il riporto degli interessi attivi non erosi
da interessi passivi, può avvenire senza limiti di tempo. Il riporto del ROL può avvenire negli esercizi successivi, ma non
oltre il quinti.
Interessi passivi che risultano in deducibili in un esercizio possono essere dedotti nell’esercizio successivo per un
ammontare pari alla differenza tra la somma degli interessi attivi e del 30% del reddito operativo lordo degli interessi
passivi di competenza di detto periodo.
IL CONSOLIDATO FISCALE
Esistono due modalità di consolidamento e conseguente tassazione: il consolidamento nazionale tra società
residenti e soggetti all’imposta all’interno dello Stato; il consolidamento mondiale tra società non residenti
all’interno dello Stato.
Affinché si eserciti l’opzione per tale tipo di tassazione (tassazione consolidata nazionale), devono sussistere
dei rapporti di controllo di diritto, diretti o indiretti. Il modello italiano per la tassazione di gruppo prevede
un’unica base imponibile, dove vengono sommati algebricamente i redditi delle imprese appartenenti al
gruppo che hanno optato per il consolidato.
La tassazione di gruppo delle società residenti offre opportunità e vantaggi fiscali come la compensazione
degli utili e delle perdite fiscali e la possibilità di compensare crediti e debiti di imposta.
A queste opportunità e vantaggi si contrappongono alcuni vincoli: il vincolo triennale relativo all’efficacia
dell’opzione; l’interruzione nel corso del triennio e il mancato rinnovo dell’opzione che determina la perdita
di alcuni dei vantaggi connessi all’ingresso nel consolidato; la responsabilità solidale di tutte le società
partecipanti al consolidato.

SOGGETTI AMMESSI
Per essere ammessi al procedimento del consolidato nazionale le società o gli enti devono essere residenti
nel territorio dello Stato. Ai fini delle disposizioni in tema di consolidato nazionale, si considerano controllate
le S.p.A., le SAPA, le Srl al cui capitale sociale la società o l’ente controllante partecipa direttamente o
indirettamente in misura superiore al 50%; al cui utile di bilancio la società o l’ente controllante partecipa
direttamente o indirettamente in misura superiore al 50%.
I requisiti minimi richiesti di partecipazione, sia il capitale che agli utili della partecipata, devono verificarsi in
interrottamente sin dall’inizio del periodo di imposta per il quale si opta per il consolidato.
SOGGETTI NON RESIDENTI
Le società o gli enti con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato, possono
esercitare l’opzione per il consolidato nazionale, solo in qualità di società controllanti ed a condizione che
siano residenti in paesi con i quali sia in vigore un accordo internazionale contro le doppie imposizioni sui
redditi; esercitano in Italia un’attività di impresa.
Non possono accedere al consolidato nazionale i soggetti che non sono assoggettati all’imposta sul reddito
delle società, i soggetti che usufruiscono di sensibili agevolazioni relativamente all’aliquota IRES, le società
soggette a fallimento o liquidazione coatta amministrativa.
L’esercizio congiunto dell’opzione per la tassazione di gruppo e comunicato dalla società controllante
all’agenzia delle entrate.
La comunicazione del rinnovo dell’opzione deve avvenire con le stesse modalità di quella del primo esercizio,
entro il termine indicato.

Per effetto dell’esercizio congiunto, ciascuna società controllata dovrà compilare il modello della
dichiarazione dei redditi, al fine di comunicare alla società controllante la determinazione del proprio reddito
imponibile, delle ritenute subite, dei crediti di imposta spettanti, degli eventuali acconti autonomamente
versati.
Il reddito complessivo sarà risultante dal reddito netto della società controllante, conteggiato per intero; il
reddito netto di ciascuna delle società controllate incluse nel consolidamento indipendentemente dalla quota
di partecipazione riferibile al soggetto controllante.
Se il risultato reddituale consisterà in una perdita di gruppo spetterà alla società controllante il riporto a nuovo
di quest’ultima; nel caso di utile è la controllante che deve liquidare l’unica imposta dovuta o l’unica eccedenza
di imposta rimborsabile o riportabile.
Se la società controllata nell’esercizio X presenta una perdita di esercizio pari a 600, con una già presente
perdita pregressa pari a 500, potrà trasferire alla controllante soltanto la perdita dell’esercizio (ovvero 600),
riportando all’esercizio successivo la perdita pregressa (ovvero 500).

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