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TOSSICOLOGICA I
Prof. Giuseppe Caliendo
ANTISETTICI E
DISINFETTANTI
-DEFINIZIONI-
▪ Si definisce ANTISETTICO un composto chimico in grado di
impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi, all'esterno, sulla
superficie o all'interno di un organismo. Gli antisettici sono
preparazioni idonee all'applicazione su tessuti viventi ed, in
quanto tali, devono possedere:
▪ attività microbicida
▪ istocompatibilità
▪ assenza di citotossicità nei confronti dei tessuti sui
quali vengono applicati.
▪ Si definisce, invece, DISINFETTANTE un composto chimico in
grado di eliminare, dopo il trattamento, i microrganismi
presenti su materiale inerte con la sola eccezione di alcune
spore batteriche. Il disinfettante "ideale" deve pertanto
possedere funzione biocida ad ampio spettro, cioè la
capacità di aggredire ed uccidere i germi contro i quali viene
impiegato.
DISINFETTANTI
L'AZIONE BIOCIDA può essere INFLUENZATA da numerosi fattori:
▪ SUBSTRATO da cui si desidera eliminare il microrganismo;
▪ NATURA E CARATTERISTICHE DEL MICRORGANISMO;
▪ CAPACITÀ del microrganismo DI INTERAGIRE CON LA SOSTANZA
ANTISETTICA O DISINFETTANTE (sia subendo gli effetti che
inattivandola o degradandola);
▪ ELEVATA CARICA MICROBICIDA che antagonizza l'azione del
disinfettante;
▪ ELEVATE CONCENTRAZIONI che possono provocare fenomeni di
resistenza;
▪ TEMPERATURA che può interferire con l'efficacia del disinfettante;
▪ pH;
▪ COLORANTI AGGIUNTIVI;
▪ DURATA DELL'ESPOSIZIONE e raggiungimento del tempo massimo
ottimale;
▪ LE FORME DEL MATERIALE DA TRATTARE;
▪ L'eventuale PRESENZA DEL BIOFILM;
▪ La PRESENZA DI MATERIALE ORGANICO (sangue, pus, siero, feci);
▪ L'utilizzo di ACQUE DURE per la diluizione del disinfettante;
▪ La QUALITÀ DEL PRODOTTO commerciale.
REQUISITI DEI DISINFETTANTI
ED ANTISETTICI
Secondo una valutazione ideale l'antisettico o il
disinfettante ottimale dovrebbe rispondere a tutta
una serie di requisiti che possono essere suddivisi in
requisiti essenziali ed aggiuntivi:
REQUISITI ESSENZIALI:
o ATTIVITÀ BIOCIDA
o AMPIO SPETTRO D'AZIONE
o RAPIDA AZIONE E LUNGA PERSISTENZA DELL'ATTIVITÀ
o ATOSSICITÀ PER L'UOMO ALLE CONCENTRAZIONI D'USO
o INNOCUITÀ SUI MATERIALI DA TRATTARE
o FACILITÀ DI APPLICAZIONE
o QUALITÀ E SICUREZZA
o ECONOMICITÀ DI GESTIONE.
REQUISITI AGGIUNTIVI:
Clorexidina
Benzalconio
cloruro
DISINFETTANTI ED ANTISETTICI A
INTERMEDIO LIVELLO D’ATTIVITÀ
▪ I disinfettanti (ALCOOL ETILICO E ISOPROPILICO AL 70-90% ED I
DERIVATI FENOLICI ) ed antisettici (SOLUZIONE ALLO 0,05% DI Cl2, GLI
IODOFORI con almeno 50 mg/litro di iodio libero oltre 10000
mg/litro di iodio disponibile) a livello di attività intermedio
sono quelli capaci di distruggere tutti i batteri in fase
vegetativa, la maggior parte dei virus e dei miceti, nonché
sono in grado di inattivareMycobacterium
il tubercolosis; non
hanno però un'azione sicura sulle spore. Il TEMPO DI
CONTATTO è di 10-20 minuti.
Alcol isopropilico
DISINFETTANTI AD ALTO LIVELLO
D’ATTIVITÀ
Ai disinfettanti (GLUTARALDEIDE
AL 2%, IL PEROSSIDO
D'IDROGENO AL 6%, GLI IPOCLORITI, L'ACIDO PERACETICO ALLO
0,2%) ad alto livello di attività appartengono quei
composti chimici capaci di distruggere tutti i
microrganismi in qualsiasi forma organizzativa, ad
eccezione di alcune spore batteriche. Richiedono un
TEMPO DI CONTATTO adeguato (30 minuti).
glutaraldeide
Acido
peracetico
LIVELLI DI ATTIVITA' DEI
DISINFETTANTI MAGGIORMENTE
UTILIZZATI IN AMBITO OSPEDALIERO
Livello DISINFETTANTE
di attività
Basso Composti di ammonio quaternario
Basso Polifenoli o derivati fenolici (alcune formulazioni)
Intermedio Alcoli (isopropilico, etilico) 70-90%
Intermedio Polifenoli o derivati fenolici (alcune formulazioni)
Alto Glutaraldeide 2%
Alto Perossido d'idrogeno 6%
Alto Acido peracetico 0,2%
Alto Clorossidante elettrolitico 1.1-0.5%
(diluizione con almeno 5000 ppm di cloro attivo)
LIVELLI DI ATTIVITA' DEGLI
ANTISETTICI MAGGIORMENTE
UTILIZZATI IN AMBITO OSPEDALIERO
Batteri vegetativi + + +
Micobatteri + + -
Endospore batteriche + - -
Funghi + + ±
Spore fungine + + -
Virus lipofili + + ±
Virus idrofili + + -
CARATTERISTICHE CHIMICHE E MECCANISMO
D'AZIONE DI ANTISETTICI E DISINFETTANTI
ANTIMICROBICI
o ALOGENI E ALOFORI
o FENOLI
o TIOCARBAMMATI
o ALCOLI
o ALDEIDI
o COMPOSTI AMMONICI QUATERNARI
o COLORANTI
o METALLI PESANTI E LORO DERIVATI
o COMPOSTI DI NATURA DIVERSA
ALOGENI E ALOFORI
(portatore di alogeni )
IL PRIMO RAPPRESENTANTE DI QUESTA CLASSE DI AGENTI
MICROBICIDI È IL CLORO (Cl 2 ).
Il cloro è un gas pesante, con un caratteristico odore irritante e
penetrante. In commercio viene fornito sotto forma liquida,
compresso in bombole. Per l’alta tossicità il suo impiego è molto
limitato; si tratta, infatti, di una sostanza molto aggressiva dal
punto di vista chimico e, quindi, altrettanto pericolosa.
HCl ClO-
O
Cl 2
Cloramina T Dicloramina T
(p-toluensulfonclorimmide (N,N-dicloro-p-toluen-
sodica) sulfonammide )
Troclosone
Alazone
(acido p-N,N-dicloro-
sulfonammin-benzoico)
MECCANISMO
IL D'AZIONE
MECCANISMO D’AZIONE DEL CLORO,
DELL’IPOCLORITO E DEI CLOROFORI È DI TIPO
OSSIDANTE; tale azione è dovuta alla liberazione di O2 o
HClO conseguentemente alla solubilizzazione in H2O dei
suddetti prodotti.
p- N-cloro-p -
toluensolfonammide toluensolfonammide Cloramina T
(p-toluensulfonclorimmide
sodica)
SINTESI : ALAZONE
L’Alazone, viene preparato per azione del cloro su una
soluzione fredda di acido p-sulfonammido benzoico.
Questo a sua volta può essere ottenuto per ossidazione
della p-toluensolfonammide. L’ossidazione del –CH3 a -
COOH aumenta la solubilità del prodotto in H2O.
acido p-sulfonammido
benzoico
Alazone
p- (acido p-N,N-dicloro-
toluensolfonammide sulfonammin-benzoico)
Il p -toluensolfonilcloruro, è il prodotto
di partenza nella sintesi della cloramina,
in quanto da esso per trattamento con
ammoniaca, si ottiene il p-
toluensulfonammide. Questo prodotto,
può essere ottenuto facendo reagire
l’acido clorosolfonico con toluene:
ALTRI DISINFETTANTI
CONTENENTI ALOGENI
Altri importanti antimicrobici contenenti cloro ma che non
possono essere considerati dei veri e propri clorofori
sono le seguenti sostanze: captan, cloranile, aloprogina
(antifungino), cloroidantoina, triclorosan (notare che
questo prodotto porta anche un gruppo OH e pertanto
potrebbe anche essere classificato come fenolo).
Captan
2-(triclorometiltio)-
3a,4,4,7a-tetraidro-
Cloranile
1H-isoindol-1,3(2H)-
2,3,5,6- Aloprogina
dione 1,2,4-tricloro-5-
tetracloro-
p-benzochinone (iodoetinilossi)benzene
(antifungino)
Triclorosan
5-cloro-2-(2,4-
Cloroidantoina diclorofenossi)fenolo
La differenza sostanziale che si ha tra clorofori veri e propri e
questi composti è che, in questi ultimi, l’atomo di cloro è
direttamente legato al carbonio.
Per quanto riguarda il loro meccanismo d’azione, si è visto che
questi composti, sono in grado di coniugarsi con i gruppi SH
presenti sui residui di cisteina delle strutture proteiche, con
conseguente denaturazione delle stesse.
IODIO E IODOFORI
▪ Lo IODIO E I SUOI DERIVATI RAPPRESENTANO UNA
CLASSE DI MICROBICIDI ad azione antisettica di notevole
importanza.
▪ Lo iodio si presenta come un solido scuro di aspetto metallico
molto poco solubile in acqua.
▪ La sua solubilità può essere aumentata mediante l’aggiunta di
KI per formazione dello ione complesso I3-.
on
zi
disinfettante sta soprattutto
ra
du
nella sua capacità di legarsi ai
io
tessuti, e di venir così liberato
e
lentamente nel tempo.
▪ La sua attività si svolge
ossidazion
anche al di sotto della crosta e
di coagulazione in maniera
io
prolungata (impedendo lo e dur
sviluppo di specie anaerobiche). a zi
on
▪ Lo iodio può agire sia come
ossidante sia come iodurante.
SINTESI
IODIO POVIDONE
Il povidone iodio si sintetizza a partire dal pirrolidone ed acetilene:
ALTRI
IODOFORI
Altri importanti iodofori
sono:
CHI3
Iodoformio
Tetraiodopirazolo
Timolioduro
5,5'-diisopropil-2,2'-
dimetil-
bifenil-4,4'-diil diipoiodito
ALTRI
IODOFORI
Iodofori a carattere tensioattivo sono:
[HO(CH2CH2O)x(CH2CH2CH2O)yCH2CH2OH] I2
Iodopolietossipolipropossietanolo
Iodiopolifeniletere
FENOL
▪
I
L’attività germicida del fenolo (in passato detto acido
fenico) era nota sin dalla seconda metà dello scorso secolo.
Fu Lister, nel 1865, a scoprire l’azione sterilizzante del
fenolo, dimostrando che la pulizia e la disinfezione delle
ferite con tale sostanza preveniva l’insorgere della
cancrena.
▪ L’azione germicida del fenolo sembra associata alla sua
capacità di denaturare le proteine.
▪ Il fenolo in soluzione si adsorbe sulle cellule batteriche e
riesce ad oltrepassare la membrana per le sue proprietà
lipofile. Si lega quindi (attraverso legami idrogeno) alle
proteine batteriche, alterandone la struttura e
compromettendo la loro attività naturale.
▪ Attualmente il fenolo non presenta alcun interesse
terapeutico; viene tuttavia utilizzato come standard di fenol
riferimento per il confronto delle attività relative dei o
disinfettanti in termini di COEFFICIENTE FENOLICO.
COEFFICIENTE
▪ FENOLICO
Attualmente il fenolo non presenta alcun interesse
terapeutico; viene tuttavia utilizzato come standard di
riferimento per il confronto delle attività relative dei
disinfettanti in termini di COEFFICIENTE FENOLICO.
▪ La valutazione dell’attività dei disinfettanti viene, infatti,
condotta paragonando l’attività del disinfettante da
saggiare con quella del fenolo. Uno dei metodi impiegati è
quello di Rideal-Walker in cui si inocula una sospensione di
Salmonella typhi in due serie di diluizioni preparate una con
il disinfettante da saggiare e l'altra con il fenolo. Dopo
2,5-5-7,5-10 minuti di contatto, da ciascuna diluizione si
effettua una sottocultura in una provetta di brodo che
viene incubata a 37 °C per 48-72 h. Il coefficiente viene
determinato con la formula:
fenol
o
SINTESI DEL FENOLO
Il fenolo,viene prodotto nell’industria o per distillazione del carbon fossile o per sintesi. In
particolare, per distillazione, si ottiene una frazione che distilla in un intervallo di
temperatura compreso tra 180 e 210°C, ed è costituita da fenolo, cresoli, xilenoli. Di tale
frazione, quelli che vengono usati come disinfettanti, sono il fenolo ed i cresoli.
Due reazioni
molto
vantaggiose
dal punto di
AlCl 3 agisce da vista
catalizzatore economico in
(alchilazione di quanto dalla
Friedel-Craft) terza si
forma anche
acetone,
mentre la
quarta
permette di
riciclare
l’acido
benzoico.
ANALOGHI FENOLICI
Numerosissimi sono gli analoghi del fenolo, e tra questi, i
più importanti sono:
Clorofene
Clorocresolo
Dicloroxilenolo
Tiossolone
Ossichinolina
7-cloro-4-indanolo
Clorotimol
o
ANALOGHI FENOLICI
Tra gli analoghi del fenolo, importanti prodotti
sono i cresoli:
Fenticloro Bitiomolo
Esaclorofene
Diclorofene
Biclorotimolo
Per tali composti, il meccanismo d’azione deve essere ricercato, oltre per
quanto già detto per i fenoli, anche nella capacità di funzionare da
complessanti, legandosi ad esempio a metalli indispensabili per alcune
attività enzimatiche. Tra questi, l’esaclorofene è stato per lungo tempo
considerato il più importante; tale prodotto, si prepara a partire da un
triclorofenolo (che a sua volta può essere preparato facendo reagire un
tetraclorobenzene con NaOH) con formaldeide in ambiente acido:
SINTESI ESACLOROFENE
▪ Sebbene l’esaclorofene sia un ottimo antimicrobico, è estremamente
tossico (veniva usato ad esempio nei dentifrici); tale composto infatti,
essendo fortemente lipofilo, tende ad accumularsi nei tessuti adiposi.
Si sono, infatti, avuti casi di avvelenamento di bambini, da talchi
preparati all’esaclorofene.
▪ Alla preparazione dell’esaclorofene è, inoltre, legato lo spiacevole
episodio del disastro ambientale di Seveso del 1976. Come detto
precedentemente, la sintesi di questo composto prevede una prima tappa
rappresentata dalla trasformazione dell’1,2,4,5-tetraclorobenzene nel
2,4,5-triclorofenolo. Questa reazione viene condotta a caldo in presenza
di OH- e glicole etilenico come mezzo di reazione ed agente
solubilizzante. Un aumento brusco di pressione, avvenuto in uno dei
reattori, ha generato fenomeni di polimerizzazione e ha condotto alla
FORMAZIONE DI DIOSSINA.
TCDD: la più
tossica
TOSSICITA’ DELLE
Il
DIOSSINE
meccanismo di tossicità nei tessuti
animali risulta mediato dal recettore
cellulare AhR (aryl hydrocarbon
receptor), costituito da una proteina
solubile intracellulare in grado di legarsi
con numerose sostanze aromatiche.
Il modello più utilizzato per spiegare il
meccanismo molecolare d’azione dei
composti d’interesse è costituito
dall’induzione del citocromo microsomiale
P-4501A1 AhR- dipendente.
La molecola di T4CDD, presente nei tessuti allo stato libero, diffonde all’interno
della cellula dove forma un legame con il recettore AHR, cui è molto affine. Il
complesso T4CDD-AhR subisce una serie di modificazioni conformazionali,
durante le quali la proteina HSP 90 (heat shock protein) e le altre proteine si
distaccano dal complesso, il quale acquisisce la capacità di legarsi al DNA, in
particolare a specifiche sequenze, dette DRE (dioxin responsive elements)
adiacenti al gene che controlla la sintesi del DNA (DNA bending), la distruzione
della cromatina; l’aumentata accessibilità al promotore determina l’aumento della
velocità di trascrizione del gene per il citocromo P-4501A 1.
SALICIL ANILIDI
▪ Le salicil anilidi dal punto di vista chimico sono le ammidi dell’acido salicilico;
possono essere considerate derivati dei fenoli e come tali, posseggono
attività antimicrobica.
▪ Le più importanti sono: tribromosalan, dibromosalan, tiosalan (analogo tiolico
del 3,3’,5 tribromo derivato), metabromosalan, e flusalan.
Metabromosalan Flusala
n
Le sostituzioni più importanti interessano le
posizioni 3, 4 e 5 per la parte dell’acido salicilico e
le posizioni 4’ e 3’ per la parte anilidica.
SALICIL
Altri importanti derivati anilidici sono: buclosamide,
fursalen e benzalen
ACIDI p -IDROSSIBENZOICI
▪ Tali composti sono ANCHE CHIAMATI PARABENI o prodotti
nipaginici e la loro struttura generale è la seguente:
ossidazion
Una volta ottenuto il nucleo della 8-idrossichinolina è possibile
introdurre tutta una serie di sostituenti sul sistema biciclico
realizzando così la sintesi di tutti i prodotti che appartengono a
questa classe di antimicrobici.
SINTESI CLIOCHINOLO
Il cliochinolo, ad esempio, può essere preparato facendo reagire
8-idrossichinolina, prima con il cloruro di solforile e, poi, con
ipoiodito di sodio o con cloruro di iodio:
SINTESI DIIODOIDROSSICHINOLINA
SINTESI CLORCHINALDOLO
SINTESI 5,7-DICLORO-8-IDROSSICHINOLINA
MECCANISMO D'AZIONE
▪ Sono stati condotti molti studi sul meccanismo d’azione della 8-
idrossichinolina e dei suoi derivati; è stato dimostrato che
l’attività antimicrobica o antifungina è legata alla capacità di
queste molecole di chelare ioni metallici essenziali per la vita dei
microrganismi.
▪ Tali sostanze sono, infatti, inattive in vitro nei terreni colturali
privi di ioni metallici.
Per quanto riguarda la loro attività complessante (questi composti sono
chelanti bidentati) e studi effettuati hanno mostrato l’instaurarsi dei
seguenti equilibri.
Sulfira Tiram
m
Tolindat Tolnaftato
o
▪ Questi composti vengono detti tiocarbammati in quanto
presentano la struttura dell’acido tiocarbammico e
vengono soprattutto utilizzati come antifungini.
▪ Per quanto riguarda il loro meccanismo d’azione, si è visto
che possono:
sia interagire con ioni metallici, importanti
come cofattori per diversi enzimi,
SINTESI
TOLNAFTATO
COLORANTI
I coloranti presentano una lunga tradizione chemioterapica. Essi, infatti,
sono in grado di colorare la lana e altri tessuti proprio in virtù della loro
capacità di legarsi a molecole proteiche. Questa osservazione ha fatto
supporre che i coloranti potessero essere in grado di legarsi e quindi di
agire su proteine di natura microbica.
Numerosi sono i coloranti che presentano attività antimicrobica:
Verde
Brillante
Cristal Violetto o
Magenta o
Violetto di genziana
fuxia
▪ Tutti questi composti possono essere considerati quali derivati del
trifenilmetano.
▪ La presenza di una testa ammonica carica positivamente rende questi
composti scarsamente lipofili e, quindi, dovrebbero mostrare una
notevole difficoltà nell’attraversamento delle membrane cellulari e
quindi ci si dovrebbe aspettare una scarsa attività.
▪ In realtà, LA TESTA AMMONICA RISULTA INDISPENSABILE AI
FINI DELL’ATTIVITÀ STESSA. Questi derivati SONO IN GRADO,
secondo un equilibrio, DI LEGARE IONI OH- , formando delle
pseudobasi che attraversano le membrane lipidiche molto più
facilmente. Considerando il violetto di genziana (o cristal violetto) si ha:
AMINOACRIDIN PROFLAVIN
ETACRIDIN
A A
A
ACRIFLAVIN
A
E’ una miscela costituita da circa il 30% di 3,6-
diaminoacridina e circa il 70% di 3,6-diamino [10-
metilacridinio]
DERIVATI ACRIDINICI
▪ Tutte quante queste molecole sono suscettibili di equilibri di
risonanza e presentano una struttura planare; è proprio LA
PLANARITÀ che ne DETERMINA IL MECCANISMO
D’AZIONE.
▪ Albert ha compiuto uno studio molto particolare sulla
planarità di queste molecole, verificando che al variare della
planarità, si ha una corrispondente variazione di lipofilia.
▪ In particolare, È POSSIBILE AUMENTARE LA PLANARITÀ FINO
AD UN MASSIMO dopodichè per successivi aumenti, SI
OSSERVA UN DECADIMENTO DI ATTIVITÀ. Ciò, è dovuto ad
un parallelo aumento di lipofilia, che comporta evidenti
problemi di farmacocinetica.
▪ I DERIVATI ACRIDINICI DEVONO LA LORO ATTIVITÀ
ANTIMICROBICA ALLA CAPACITÀ DI INTERCALARSI
NELLA DOPPIA ELICA DEL DNA; la mancanza di planarità di
queste molecole riduce notevolmente questa capacità.
1,5 BENZODIAZEPINE
Le 1,4-benzodiazepine sono dei farmaci molto importanti che
agiscono sul SNC con attività ansiolitica. Come queste ultime,
anche le 1,5-benzodiazepine sono importanti ansiolitici, ma quando
queste presentano in posizione 2 una carica positiva, in particolare
un gruppo ammonico quaternario, diventano importanti composti ad
azione antimicrobica.
In tal caso, si ha il
tiobenzonio ioduro, principio
attivo presente nell’ANTORAL.
SINTESI
1,5 BENZODIAZEPINE
ALCOLI
Si possono dividere in ALIFATICI ed
AROMATICI
Serie alifatica:
alcool
etilico
clorbutanolo
Fenossietanolo
Alcool Benzilico
Cl
OH
Cl CH2OH Cl OCH2CHCH2
OH
Alcool 2,4-diclorobenzilico Clorfenesina
CH2CH2OH Cl CH2CH2OH
Idrogenazione dell’acetone
l’alcool benzilico
Per quanto riguarda gli alcoli aromatici,
viene industrialmente preparato per idrolisi del
cloruro di benzile
Mentre l’alcool feniletilico, particolarmente attivo contro i batteri Gram -, lo
si ottiene dall’ossido di etilene e cloruro di fenilmagnesio cioè:
MECCANISMO D’AZIONE E
RELAZIONI STRUTTURA
ATTIVITA’
▪ Tali molecole agiscono come denaturanti proteici ed è, quindi, immediato
ipotizzare che, affinché tale meccanismo possa aver luogo, è necessaria
un’interazione a livello della membrana cellulare e, di conseguenza, la
lipofilia della molecola diventa un importante parametro da verificare.
▪ Consideriamo, infatti, l’equazione corrispondente ad una serie di sette
farmaci, in particolare, alcoli alifatici fino a sette atomi di carbonio.
n = 7 r = 0.934 s = 0.098
La correlazione è elevata, come si può dedurre dall’elevato valore del
coefficiente di correlazione, e, quindi, la relazione può essere accettata.
▪ Estendendo tale equazione ad alcoli contenente l’anello aromatico si
verifica immediatamente un calo della correlazione.
n = 11 r = 0.976 s = 0.164
Tetraetiltiuramdisolfuro
▪ Il disulfiram blocca l’enzima acetaldeide deidrogenasi
inducendo un accumulo di acetaldeide. Si ha, perciò,
vasodilatazione periferica (viso e collo), tachicardia, nausea
e vomito. Il farmaco, cioè, induce intolleranza all’alcool.
L’inibizione dell’enzima è imputabile alla reazione del
farmaco coi gruppi sulfidrilici dell’enzima, che viene, quindi,
inattivato.
▪ Il Tiram (tetrametiltiuramdisolfuro) un omologo inferiore del
disulfiram, applicato come soluzione, forma una PELLICOLA
PLASTICA ANTISETTICA. La molecola, infatti, ha azione
batteriostatica e fungistatica.
Il MECCANISMO D’AZIONE delle molecole di questo
tipo è duplice.
1. Un metabolita del farmaco, il dimetilditiocarbammato svolge
un’azione complessante degli ioni metallici (specialmente Cu2+)
che inibisce, quindi, l’attività di parecchi metalloenzimi.
2. In alternativa, come detto, vi è una reazione con i gruppi
SH delle proteine.
2
ALDEIDI
▪ L’aldeide formica, adoperata come soluzione, si presenta come liquido
incolore e di odore pungente. E’ attiva contro funghi batteri e virus ed
è stato in passato adoperata come disinfettante.
▪ La sua azione antibatterica, dovuta alla sua capacità alchilante, è lenta;
in passato veniva adoperata per la disinfezione dei ferri chirurgici e dei
guanti di gomma. La formaldeide tende facilmente a reagire con gruppi
nucleofili come i gruppi amminici degli amminoacidi, gli OH, i COOH ecc…
▪ La formaldeide tende a polimerizzare formando la paraformaldeide,
solido bianco che si ottiene concentrando sotto vuoto soluzioni di
formaldeide ed è un polimero costituito da una miscela di glicoli
poliossimetilenici. Tale sostanza se riscaldata o sciolta in acqua dà
nuovamente la formaldeide.
CLORURO DI
BENZALCONIO
E’ una miscela di cloruri di arenil-dimetil benzil ammonio in cui il radicale
alchilico R è una miscela di radicali da C 8 H17 a C 18H37.
CETEXONIO
BROMURO
BENZETONIO CLORURO
BISDEQUALINO
DIACETATO
logP0 e micelle
❖ L’analisi correlativa dei QUATS fornisce un valore di logP0 di
circa 2.6, che è uguale sia per i Gram+ che per i Gram-. Il
valore di logP0 non è di circa 5, come accada nel caso di altre
classi di molecole; questo comportamento è dovuto alla
formazione delle “micelle”.
❖ Si osserva, cioè, un andamento parabolico in funzione della
lipofilia che non è funzione della capacità o della incapacità di
attraversare le strutture esterne della cellula batterica ma
dipende dalla quantità di QUATS capace di agire.
❖ La [QUATS] diminuisce all’aumentare della lipofilia a causa della
formazione delle micelle.
QSAR
Per questa classe di composti è possibile fare delle correlazioni,
impiegando loStafilococcus aureus , del tipo RB= f(logP):
R X R’ Nome composto
H -OCH 2 CH2 CH2 O- H Propamidina
Br -OCH 2 CH2 CH2 O- Br Dibromopropamidina
H -O(CH2 )6 O-
OH -CH=CH-
La scelta dei sostituenti è fatta in modo tale che la lipofilia totale della molecola
rimanga costante; in particolare, un aumento eccessivo del numero di atomi di
carbonio sul sostituente X porta ad un rapido decadimento di attività. Questi
composti, sono soprattutto presenti in creme per il trattamento di bruciature o
tagli.
DERIVATI GUANIDINICI
Molto più importanti dei derivati amidinici, sono i derivati guanidinici
la cui struttura generale è la seguente:
CLOREXIDINA
(1,6-
di(4’clorofenilbiguanidino)esano)
❖ Nella struttura della clorexidina la posizione dei due atomi di cloro è
importante ai fini del mantenimento dell’attività.
❖ Gli impieghi della clorexidina sono analoghi a quelli dello iodio e degli
iodofori anche se, questo derivato è in parte disattivata dalla saliva.
SINTESI
DELL’IDRAGAFEN
Il MECCANISMO D’AZIONE di questi derivati è legato alla
capacità del mercurio di legarsi ai gruppi –SH dei residui di cisteina
presenti sulle strutture proteiche alterando le proteine medesime
sulfadiazinato di argento
❖ Questo composto è importante per la sua capacità antisettica nei
confronti di infezioni che si sviluppano conseguentemente ad ustioni
ed è, inoltre, attivo a basse concentrazioni anche contro batteri
del generePseudomonas .
❖ Il meccanismo d’azione dei derivati dell’argento, può essere
suddiviso in due momenti:
▪ in un primo momento esplicano un’azione battericida andandosi
a legare a varie macromolecole biologiche (es. nucleotidi,
vitamine etc.);
▪ in un secondo momento, i complessi formati tendono a
dissociarsi e permane così solo un’azione batteriostatica.
❖ Sono da ricordare, inoltre, l’argento proteinato e il nitrato di
argento.
COMPOSTI DEL RAME
ACQUA OSSIGENATA
L’acqua ossigenata o perossido di idrogeno ha una struttura
mediana che si distribuisce tra due piani nel modo seguente.
68 : 22.4 = 360 : X