Nella seconda metà dell’Ottocento l’industrializzazione ha
ormai cambiato il volto dell’Europa. Nelle zone ancora arretrate come l’Italia meridionale, la Grecia, La Spagna e il Portogallo, la miseria costringe milioni di persone a emigrare verso gli Stati Uniti e l’Australia. Nelle zone ricche come la Francia, l’Inghilterra, la Germania il ritmo delle trasformazioni è sempre più forte. Importanti invenzioni e scoperte scientifiche come l’elettricità, il motore a combustione interna, il telegrafo senza fili, i primi trasporti pubblici a motore, le fibre sintetiche cambiano completamente il modo di vivere delle persone. La rivoluzione industriale provoca profondi cambiamenti anche dal punto di vista sociale: i contadini abbandonano le campagne e si trasferiscono nelle città per lavorare nelle industrie. Le città si popolano manifestando le trasformazioni rapidissime del progresso ma anche le contraddizioni. Parigi diventa in questo periodo una metropoli in espansione dove si riversano dalle campagne masse di persone spinte dalla miseria e dalla richiesta di mano d’opera. Da una parte abbiamo la Parigi scintillante dell’illuminazione a gas, dei concerti, dell’opera, dei grandi magazzini, dall’altra abbiamo la Parigi degli operai e dei piccoli artigiani che spinti dall’aumento dei prezzi delle abitazioni, si riversano verso i quartieri periferici, squalidi, sovraffollati che offrono abitazioni malsane e nei quali dilagano prostituzione, malattie come la sifilide, alcolismo. Il sistema di produzione capitalistico si concentra nelle mani di grandi gruppi industriali. Alle enormi ricchezze accumulate nelle mani di pochissimi corrispondono condizioni di vita sempre più degradate da parte degli operai, sfruttati e sottopagati che rivendicano condizioni sociali ed economiche migliori attraverso scioperi e lotte sindacali. In questo clima sociale teso e difficile, a partire dal 1840 nasce in Francia un nuovo movimento artistico: il Realismo. I pittori realisti abbandonano i soggetti storici e letterari e si dedicano all’approfondimento degli aspetti sociali, alle tematiche legate al lavoro, ai fatti del loro tempo. La rivoluzione del ’48 in cui operai e piccoli artigiani erano insorti per imporre una politica sociale più equa, si era risolta in un fallimento. Alla monarchia di Luigi Filippo, succede infatti, dopo una breve esperienza repubblicana, la restaurazione di Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone. Gli anni del suo governo (1852-1870), il Secondo Impero, vedono un grande sviluppo industriale. Napoleone III vuole una città moderna, non più vicoli malsani difficilmente controllabili, ma grandi viali che colleghino i quartieri principali, parchi ed efficienti trasporti. Sotto la direzione del prefetto Hausmann, la capitale viene sventrata e ricostruita con grandi boulvard che si popolano di negozi, caffè, palazzi lussuosi dagli affitti altissimi (speculazione edilizia).