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Metodi di abbattimento delle emissioni

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Università di Roma “La Sapienza” – Sistemi Energetici II Ing Alfonso Calabria
Metodi per l’abbattimento delle emissioni

I sistemi di abbattimento delle emissioni a valle


della camera di combustione risultano
indispensabili qualsiasi sia la tipologia di impianto
che si intende porre in essere.
Essi sono essenzialmente utilizzati per il
trattenimento del particolato e per la ulteriore
riduzione di SOx e NOx.

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Controllo delle emissioni degli NOx

Ci sono tre tecnologie per il controllo delle


emissioni degli NOx dopo la combustione:

• riduzione selettiva catalitica (SCR);


• riduzione selettiva non catalitica (SNCR);
• riduzione termica.

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Riduzione Selettiva Catalitica (SCR)

La via più diretta per eliminare gli ossidi di azoto dagli


effluenti gassosi consiste nella loro decomposizione in
N2 e O2, tuttavia queste reazioni avvengono in misura
apprezzabile solo ad alta temperatura, in presenza dei
riducenti quali CH4, CO, H2 e NH3 in presenza di
catalizzatori a base di Pt.

N.B. Nel caso in cui venga utilizzata ammoniaca come


agente riducente sono utilizzabili anche catalizzatori a
base di ossidi di vanadio o cromo.

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Riduzione Selettiva Catalitica (SCR)

l processo SCR si basa sulla seguente serie di reazioni chimiche che


portano all’eliminazione degli ossidi di azoto per reazione con
l’ammoniaca e l’ossigeno contenuto nella corrente da depurare

4NO + O2 + 4NH3 = 4N2 + 6H2O

6NO2 + 8NH3 = 7N2 + 12H2O

NO + NO2 + 2NH3 = 2N2 + 3H2O

N.B. L'ammoniaca può essere dosata direttamente o ricavata da


una soluzione di Urea

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Riduzione Selettiva Catalitica (SCR)

TEMPERATURA DI ESERCIZIO

La temperatura di esercizio è generalmente di 150-250 °C,


ma si può operare anche a temperature superiori (se si
utilizza come catalizzatore ossidi di titanio e di vanadio le
temperature di esercizio sono di 280-350°C) .

La riduzione degli NOx che si raggiunge è dell'ordine del 95%

N.B. La riduzione degli ossidi di azoto ad opera


dell‘ammoniaca su catalizzatori a base di ossidi
metallici è favorita dalla presenza di ossigeno.

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Riduzione Selettiva Catalitica (SCR)

STRUTTURA

Un SCR è costituita principalmente da una griglia di


iniezione dell'ammoniaca, di un reattore e dei relativi
condotti.

- Il reattore è un contenitore dove è alloggiato il


catalizzatore.
- Il catalizzatore è costituito da un insieme di cesti, a loro
volta consistenti di elementi quadrati di celle forate di
ceramica a nido d'ape.
Le celle più piccole sono usate normalmente per gas
relativamente puliti, quelle più grandi viceversa per gas
più sporchi.

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Riduzione Selettiva Catalitica (SCR)

SVANTAGGI

• Costi elevati
• Si possono formare sali di ammonio (solfato e
bisolfato) tra l'ammoniaca in eccesso e acido
solforico che proviene dalla reazione tra SO2 e acqua.
In particolare il bisolfato di ammonio può contribuire
a sporcare e corrodere i dispositivi di recupero del
calore a bassa temperatura.

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Riduzione Selettiva Non Catalitica (SNCR)

È un metodo di limitazione post-combustione che riduce gli NOx ad


N2 e H2O.

INIEZIONE AMMONIACA
L'ammoniaca si inetta nella parte superiore della camera di combustione o
in una posizione termicamente favorevole a valle.

TEMPERATURE DI INIEZIONE
Per la combustione convenzionale l'intervallo ottimale per
l'iniezione di ammoniaca è di 870-950 °C, per l'urea 537-
1037°C.

N.B. A temperatura del gas di combustione al di sotto dell'intervallo


ottimale, la velocità di reazione diminuisce con una conseguente
diminuzione della limitazione degli NOx e maggior quantità di NH3 non
reagito che sfugge nell'effluente.
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Riduzione Selettiva Non Catalitica (SNCR)

La riduzione degli NOx che si raggiunge è


dell'ordine del 50-60%.

La tecnica è efficace in presenza di monossido di


carbonio e con contenuti di ossigeno fino all' 1%
(con un'esigenza di un controllo molto stretto
dell'aria in eccesso).

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Riduzione termica

La decomposizione termica degli ossidi di azoto (NOx) si può


ottenere iniettando i gas da trattare in un forno
alimentato con un combustibile ausiliario (CH4) in
difetto di ossigeno.

A circa 1000°C gli NOx forniscono il complemento di ossigeno


necessario alla combustione, riducendosi a N2.

Questo sistema consente di raggiungere rese di abbattimento


degli NOx del 95%, ma necessita di elevati consumi di
combustibile.

2NO Æ N2 + O2
CH4 + 3O2 Æ CO2 + 2H2O

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Abbattimento polveri

I principali sistemi dedicati all’abbattimento delle polveri sono:

· cicloni

· elettrofiltri (o precipitatori elettrostatici)

· filtri a maniche

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Cicloni

Nei depolveratori a ciclone


il gas inquinato viene
sottoposto ad un movimento
rotatorio;
sotto l’azione della forza
centrifuga, le particelle si
dirigono verso le pareti dei
cicloni dove si agglomerano e,
sotto l’azione della forza peso,
vengono a cadere nella
tramoggia posta alla base del
ciclone.

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Cicloni
Essendo la velocità radiale di
sedimentazione inversamente
proporzionale al raggio del
ciclone, si tende a realizzare
delle batterie formate da tanti
piccoli cicloni posti in parallelo,
di alcune decine di centimetri di
diametro ciascuno, o gruppi di
cicloni posti in serie.
Comunque questa tecnologia
non consente di captare
particelle di diametro inferiore
ai 5-10 micron, lasciando così
passare la maggior parte dei
metalli pesanti condensati sulle
particelle di diametro inferiore.

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Elettrofiltri

Si basano sul fenomeno fisico della precipitazione


elettrostatica che si ottiene facendo passare i fumi
tra due elettrodi:

· uno emissivo (di carica negativa) filiforme


· uno ricettivo (di carica positiva) costituito da una superficie
di ricezione

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Elettrofiltri

Le particelle di polveri
vengono caricate dagli ioni
prodotti dall’elettrodo
emittente che si trova sotto
una alta tensione (circa 50 kV).
Grazie all’effetto del campo
elettrico che si viene ad
instaurare tra i due elettrodi,
le particelle caricate sono
attirate dall’elettrodo
ricettore e fatte ricadere da
questo in una tramoggia di
raccolta tramite
scuotimento.

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Filtri a manica

Sono costituiti da un tessuto


tubolare sostenuto da un
cestello portante interno,
solitamente in acciaio.
Il grado di separazione
totale è influenzato da:
- spessore dello strato
filtrante;
- dal diametro delle fibre;
- dalle dimensioni e dalla
velocità della particella.

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Filtri a manica

Una particella delle dimensioni di pochi micron


che attraversa il feltro di cui è composta la manica
filtro ha, relativamente alle sue dimensioni, un
percorso lunghissimo da compiere.
Più piccoli e tortuosi sono i " canali" che
deve percorrere, più a bassa la sua velocità
e, più grandi sono le sue dimensioni, più alta
è la probabilità che essa interferisca,
meccanicamente con il mezzo filtrante.

L’efficienza è pari al 99,9%.

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Depolveratori a umido
Principi di funzionamento:
le polveri vengono cattura per inglobamento in fase liquida

Meccanismi
• intercettazione diretta
• impatto inerziale
• diffusione browniana

Fasi del processo


• Viene effettuata la dispersione della massa liquida per
incrementare la superficie di interfaccia
• Il liquido disperso urta e cattura polveri
• Separazione gas/liquido con particelle inglobate

Tipologie impiantistiche
• torri di lavaggio
• sistemi Venturi
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Depolveratori a umido: torri di lavaggio
1) Torri di lavaggio a spruzzo:
Sono costituiti da colonne
cilindriche con rampe di ugelli
nebulizzatori, in configurazione
controcorrente (fig A) o
equicorrente (fig B).
• La cattura delle polveri avviene
per l’urto con le goccioline
• Sono sistemi relativamente
semplici, caratterizzati da basse
perdite di carico
• L’efficienza è modesta

2) Torri di lavaggio a riempimento:


Le torri di lavaggio a spruzzo possono essere riempite con supporti
fissi o flottanti (separatore di goccioline) in modo da ridurre i rischi
di intasamento.

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