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Rinforzo sismico delle murature: un intervento

poco invasivo basato su intonaci fibrorinforzati


Un materiale innovativo per il rinforzo degli edifici esistenti:
descrizione della tecnica e applicazione a casi reali

Sara S. Lucchini, Assegnista di Ricerca - Università degli Studi di Brescia


Luca Facconi, Ricercatore - Università degli Studi di Brescia
Fausto Minelli, Professore Associato - Università degli Studi di Brescia
Giovanni A. Plizzari, Professore Ordinario - Università degli Studi di Brescia

Il rinforzo sismico di edifici esistenti in muratura è un tema di estrema attualità, dati l’elevato utilizzo di
questo materiale da costruzione e i numerosi eventi sismici che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi
decenni. Il presente lavoro di ricerca si focalizza sullo studio di un’innovativa tecnica di rinforzo che prevede
l’applicazione di un intonaco fibrorinforzato sulla sola superficie esterna della struttura. Nel seguito verranno
forniti i principali dettagli del sistema di rinforzo e verrà presentato un approccio pratico per l’applicazione a
casi reali.

DESCRIZIONE DELLA TECNICA DI RINFORZO


Il sistema di rinforzo studiato prevede l’applicazione di un sottile (20-50 mm) strato di intonaco
fibrorinforzato, applicato sulla sola superficie esterna della struttura. Il materiale di rinforzo si ottiene
aggiungendo il 24% (in peso) di acqua ad una malta commerciale a base di cemento e 60 kg/m 3 (0.76% in
volume) di fibre d’acciaio uncinate, aventi una resistenza a trazione minima di 2800 MPa e un rapporto
d’aspetto non inferiore a 80. L’applicazione dall’esterno rende la tecnica poco invasiva, consentendo alle
persone di continuare a vivere all’interno della propria abitazione durante le operazioni di rinforzo. Inoltre,
l’assenza di reti metalliche consente di ridurre i tempi di applicazione e di contenere gli spessori del rinforzo
al normale spessore di un intonaco.

Fasi di applicazione
La tecnica di rinforzo prevede una serie di cinque semplici fasi di applicazione, descritte nel seguito.
1. Bagnatura delle superfici murarie e applicazione di un primo strato (spessore 5 mm circa) di intonaco privo
di fibre, atto a garantire un maggiore aggrappaggio del rinforzo alla muratura.
2. Applicazione di un primo strato di intonaco con fibre d’acciaio fino al raggiungimento di uno spessore pari
a circa la metà dello spessore totale di progetto.
3. Posizionamento di connettori metallici (4 connettori/m2) necessari per prevenire l’instabilità del sottile
strato di intonaco e il distacco dello stesso dal paramento murario. Tali connettori sono costituiti da una
piastrina d’acciaio (50×50×1.8 mm3) fissata alla muratura mediante un semplice tassello in nylon con vite in
acciaio avente diametro 6 mm (φ6), nel caso di muratura forata, o tramite una vite in acciaio autofilettante
(φ6) nel caso di muratura piena. Al termine dei lavori la piastrina risulterà annegata nello strato di rinforzo e
quindi non visibile dall’esterno.

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4. Inserimento di alcuni rinforzi locali in fondazione e in corrispondenza degli spigoli delle aperture. Il
contributo resistente offerto dal rinforzo può essere massimizzato inserendo una serie di barre (φ8) per
calcestruzzo (B450C) aventi la funzione di ancorare l’intonaco fibrorinforzato alla fondazione. Questa
operazione consente di ritardare o impedire l’attivazione del meccanismo di rocking, permettendo di
sfruttare efficacemente l’elevata resistenza a trazione dello strato di rinforzo. Tali barre di ancoraggio in
fondazione vanno annegate nello strato di rinforzo e ancorate in fondazione, inserendole in fori
precedentemente effettuati e poi riempiti con resina epossidica. Un ulteriore dettaglio volto a prevenire o
ritardare la formazione di fessure localizzate, prevede il posizionamento di barre (φ8) inclinate a 45° in
corrispondenza degli spigoli delle aperture.
5. Applicazione di successivi strati di intonaco con fibre fino al raggiungimento dello spessore totale richiesto
e bagnatura della superficie intonacata per alcuni giorni, per ridurre al minimo la fessurazione da ritiro.

(a) (b) (c)


Figura 1 - Principali dettagli del sistema di rinforzo: barre di ancoraggio in fondazione (a); connettori
metallici (b); barre inclinate agli spigoli delle aperture (c).

Quando ricorrere a questa tipologia di rinforzo


La tecnica di rinforzo presentata è stata pensata per edifici in muratura portante con uno o due piani fuori
terra e la possibilità di applicare il rinforzo su tutti i lati perimetrali. Analisi più specifiche potrebbero essere
condotte per valutare l’efficacia del rinforzo sismico anche nel caso di edifici con più piani fuori terra.

EFFICACIA DELLA TECNICA: IL TEST SU UN EDIFICIO IN SCALA REALE


Numerosi test su pareti in scala reale, sia in muratura piena [1] che forata [2], sono stati condotti negli anni
presso l’Università degli Studi di Brescia, provando l’efficacia della tecnica di rinforzo proposta sia nel caso di
pareti nuove che pre-danneggiate. Alla luce di questi risultati, un edificio in muratura forata di due piani fuori
terra, con impalcati e copertura in legno, è stato realizzato e testato presso il Laboratorio Pietro Pisa con
l’obiettivo di valutare l’efficacia del rinforzo sismico offerto dall’applicazione di 30 mm di intonaco
fibrorinforzato sulla sola superficie esterna della struttura [3,4].
Sono stati utilizzati mattoni con fori verticali e un’elevata percentuale di foratura (circa il 60%) per
rappresentare una muratura tipica utilizzata per gli edifici costruiti negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.
Inoltre, sono stati realizzati due diaframmi di piano in corrispondenza dei due impalcati per assicurare un
comportamento scatolare della struttura mediante impalcati rigidi e ben collegati alle murature portanti.
Questo ha consentito di inibire eventuali meccanismi di ribaltamento fuori piano e quindi di concentrare
l’attenzione sulla risposta sismica nel piano degli elementi strutturali. Lo studio sperimentale si è svolto in
due fasi principali: il pre-danneggiamento dell’edificio non rinforzato e la prova sull’edificio pre-danneggiato

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e rinforzato dall’esterno. Il confronto tra le due curve di capacità (taglio alla base V – spostamento al secondo
impalcato δ) mostra un chiaro miglioramento sia in termini di resistenza che di capacità di spostamento
laterale: la resistenza dell’edificio è circa tre volte maggiore grazie all’applicazione dell’intonaco
fibrorinforzato e lo spostamento laterale è cresciuto da 3 mm a più di 20 mm. Inoltre, la rigidezza iniziale è
più che raddoppiata.
700
V [kN]
600

500

400

300

200

Reference Building
100
Retrofitted Building
0
δ [mm]
-100

-200

-300

-400

-500

-600

-700
-25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25

(a) (b)
Figura 2 - Edificio in muratura realizzato e testato presso l’Università degli Studi di Brescia (a). Curve di
capacità sperimentali: il confronto pre- e post-intervento (b).

L’intonaco fibrorinforzato, inoltre, garantendo una ridistribuzione degli sforzi, ha portato ad una
multifessurazione dei maschi murari del piano terra e non più ad una localizzazione delle fessure, come
osservato al termine della prova sull’edificio non rinforzato. Questo comportamento, unito all’incremento di
rigidezza iniziale, porta ad un miglior controllo della fessurazione e quindi ad una maggiore durabilità della
struttura. Infine, l’applicabilità del rinforzo sulla sola superficie esterna è stata dimostrata dall’assenza di
distacchi tra muratura e strato di rinforzo.

(a) (b)
Figura 3 - Quadro fessurativo rilevato al piano terra della facciata Est al termine della prova sull’edificio non
rinforzato (a) e rinforzato con 30 mm di intonaco (b).

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VERSO L’APPLICAZIONE A CASI REALI
Progettazione del rinforzo: proposta di un modello analitico
Un passo fondamentale verso l’applicazione della tecnica di rinforzo proposta a casi reali è rappresentato
dalla formulazione di linee guida per la progettazione. Uno degli obiettivi ultimi della presente ricerca è stato
quindi quello di sviluppare una prima proposta di modello per la verifica nel piano di pannelli in muratura
rinforzati con intonaci fibrorinforzati. L’approccio analitico proposto è stato calibrato attraverso uno studio
parametrico basato su simulazioni numeriche ed è stato confrontato con i risultati sperimentali a
disposizione. Ulteriori verifiche saranno necessarie per validare il modello sulla base del confronto con nuovi
risultati sperimentali.
Il modello proposto si basa sul principio di sovrapposizione degli effetti: la resistenza a taglio totale (VR) di
pannelli murari rinforzati può essere calcolata come la somma dei contributi a taglio forniti rispettivamente
dalla muratura (VR,m) e dall’intonaco fibrorinforzato (VR,r):

𝑉𝑅 = 𝑉𝑅,𝑚 + 𝑉𝑅,𝑟 (1)

La resistenza a taglio della muratura può essere valutata in accordo a quanto previsto per edifici esistenti in
muratura dalla Circolare Applicativa delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 [5] (NTC 2018 [6]). La
resistenza a taglio dello strato di rinforzo, invece, può essere calcolata attraverso un semplice modello
tirante-puntone sviluppato nella presente ricerca. Il modello presuppone di concentrare gli sforzi in un
puntone e in un tirante ideali, disposti lungo la diagonale del pannello e aventi spessore pari allo spessore
dell’intonaco (tr), una larghezza costante detta br e lo stesso angolo di inclinazione (θ) rispetto all’orizzontale.
L’angolo θ dipende dal rapporto d’aspetto (l/h), definito come il rapporto tra la lunghezza del pannello (l) e
la sua altezza(h):

ℎ 𝑙
𝜃 = tan−1 𝑓𝑜𝑟 ≤ 1.5
{ 𝑙 ℎ (2)
1
𝜃 = tan−1 ≅ 34 𝑑𝑒𝑔 𝑓𝑜𝑟 𝑙/ℎ > 1.5
1.5

La resistenza a taglio dello strato di rinforzo (VR,r) è quindi data dal minore tra il contributo resistente offerto
dal puntone compresso (VR,r-C) e dal tirante (VR,r-T):

VR,r =min(VR,r-C ;VR,r-T ) (3)

VR,r-C =𝛼𝐶 ∙fc ∙br ∙t r ∙2 cos θ (4)

VR,r-T =0.85∙fFt-0.25 ∙br ∙t r ∙2 cos θ (5)

dove:

- αC=0.4 è un fattore di efficienza che considera la fessurazione trasversale del puntone compresso, lo
spessore ridotto dello strato di rinforzo e l’incertezza della suddivisione del taglio laterale tra tirante e
puntone;
- fc è la resistenza a compressione cilindrica dell’intonaco fibrorinforzato;
- fFt-0.25 è la resistenza residua a trazione dell’intonaco fibrorinforzato corrispondente ad un’apertura di
fessura di 0.25 mm (rappresentativa delle fessure osservate sulla superficie dell’intonaco durante la prova
sperimentale sull’edificio rinforzato).

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Dallo studio parametrico è emerso che la larghezza (br) del tirante-puntone ideale dipende solamente dal
rapporto d’aspetto (l/h) e dalla lunghezza della diagonale del pannello (d), in accordo alla seguente relazione:

𝑙
𝑏𝑟 = (0.25 + 0.2 ∙ ) ∙ 𝑑 (6)

Per concludere, la resistenza a trazione fFt-0.25 può essere ricavata dal legame a trazione monoassiale del
materiale, ottenibile applicando il modello lineare definito dal Model Code 2010 [7] per i calcestruzzi
fibrorinforzati.

Applicazione a un caso studio: le principali evidenze


Il modello analitico proposto è stato applicato a un caso studio con l’obiettivo di valutare il miglioramento
sismico offerto dall’applicazione dell’intonaco su un edificio in muratura di due piani. La sollecitazione sismica
è stata calcolata ipotizzando che l’edificio sia situato a L’Aquila ed edificato su un suolo di tipo B e categoria
topografica T1. Il fattore di struttura è stato assunto pari a 2.6 in accordo a quanto previsto dalla Circolare
Applicativa delle NTC 2018 [5] (vedi § C8.5.5) per edifici regolari realizzati con blocchi artificiali.

EDIFICIO NON RINFORZATO: EDIFICIO RINFORZATO ESTERNAMENTE


MURATURA FORATA, DUE PIANI FUORI TERRA CON 45 mm DI INTONACO FIBRORINFORZATO

(a) (b)
Figura 4 - Verifica maschi murari: prima (a) e dopo (b) il rinforzo con 40 mm di intonaco fibrorintorzato sulla
sola superficie esterna dei maschi perimetrali.

5
Come mostrato in Figura 4, prima del rinforzo 12 maschi su 18 risultavano non verificati a taglio o sia a taglio
che a presso-flessione nel piano. In seguito all’applicazione di 45 mm di intonaco fibrorinforzato sulla sola
superficie esterna dei maschi perimetrali, solamente due maschi non soddisfano la verifica a taglio. Tuttavia,
la somma dei contributi resistenti di tutti i maschi murari che, come sostenuto da Tomaževič [8], può essere
usata come indicatore della resistenza sismica dell’intera struttura, è ampiamente superiore alla
sollecitazione sismica di progetto. Inoltre, è interessante osservare che il rinforzo dei soli maschi perimetrali
ha consentito di verificare anche i 2 maschi interni inizialmente non verificati, grazie alla nuova distribuzione
dell’azione sismica sui singoli setti. I maschi murari rinforzati, infatti, essendo più rigidi, hanno richiamato
una maggiore sollecitazione sismica, scaricando di conseguenza i maschi interni. Come indicato dalle NTC
2018 al § 8.3, il livello di sicurezza della costruzione è quantificato attraverso il rapporto ζE tra l'azione sismica
massima sopportabile dalla struttura e l’azione sismica massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova
costruzione. L’applicazione dell’intonaco fibrorinforzato sulla superficie esterna dei maschi perimetrali ha
portato ad un incremento del 44% (da 0.52 a 0.75) dell’indice ζE in direzione X e del 67% (da 0.36 a 0.60) in
direzione Y, mostrando anche in questo caso l’efficacia della tecnica di rinforzo oggetto di studio.

REFERENZE BIBLIOGRAFICHE
[1] Facconi, L., Minelli, F., Lucchini, S. and Plizzari, G., "Experimental Study of Solid and Hollow Clay Brick
Masonry Walls Retrofitted by Steel Fiber-Reinforced Mortar Coating", Journal of Earthquake Engineering,
2018, pp. 1-22.
[2] Lucchini, S. S., Facconi, L., Minelli, F. and Plizzari, G. A., "Full Scale Tests on Hollow Brick Masonry Walls
Repaired with Steel Fiber Reinforced Mortar Coating", in XVII Convegno ANIDIS “L’ingegneria Sismica in
Italia”, Pistoia, Italia, 17-21 settembre, 2017, pp. 138-144.
[3] Lucchini, S., Facconi, L., Minelli, F., Plizzari, G. “Retrofitting a full-scale two-story hollow clay block masonry
building by Steel Fiber Reinforced Mortar coating”. Proc. of the 3rd FRC International Workshop Fibre
Reinforced Concrete: from Design to Structural Applications, Desenzano, Lago di Garda, Italia, 28-30 giugno,
2018.
[4] Lucchini, S. S., Facconi, L., Minelli, F. and Plizzari, G. A., "Retrofitting Masonry Buildings by Steel Fiber
Reinforced Mortar Coating: from the experimental tests to a practical design approach." in XVIII Convegno
ANIDIS “L’ingegneria Sismica in Italia”, Ascoli Piceno, Italia, 15-19 settembre, 2019, pp. 136-142.
[5] Circ. 21 Gennaio 2019, n°7. "Istruzioni per l’applicazione dell’Aggiornamento delle Norme tecniche per le
costruzioni di cui al D.M. 17 Gennaio 2018". G.U. S.O. n. 35 of 11/02/2019, Roma, Italia.
[6] D.M. 17 Gennaio 2018. "Norme tecniche per le costruzioni", Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
2018.
[7] fib Bulletin 65, "Model Code 2010, Final Draft", Federazione Internazionale del Calcestruzzo Strutturale
(fib), 2012.
[8] Tomaževič, M., "Shear resistance of masonry walls and Eurocode 6: shear versus tensile strength of
masonry", Materials and Structures, V. 42, No. 7, 2009, pp. 889-907.

RINGRAZIAMENTI
Gli autori desiderano ringraziare la TRI Materials (Tecnologia e Ricerca Italiana Srl) per il finanziamento della
ricerca.

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