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SANT’AGOSTINO

Quando e dove?

Sant’Agostino è nato nel 354 d. C. a Tagaste, in Africa, da padre pagano e madre cristiana.

Aderisce al manicheismo, dal quale si distaccherà in riferimento al problema del male, aderendo in parte
poi al neoplatonismo.

Si converte al cristianesimo in età adulta e a Dio dedicherà la sua filosofia. Diventa prete, poi vescovo e
spende la sua vita a combattere i nemici della fede e della chiesa. Muore nel 430 d. C.

È tutt’oggi, insieme a San Tommaso, uno dei pilastri su cui poggia la fede cristiana. È stato inserito nella
patristica, la tradizione dei padri del cristianesimo.

I punti fondanti della sua ricerca filosofica saranno Dio e l’anima umana.

Cercare l’anima = cercare Dio —> solo Dio può fornirci le chiavi di accesso alla verità.

GNOSEOLOGIA TRA RAGIONE E FEDE

La verità è Dio. Come troviamo la verità?

“Credi per capire” —> per capire, per trovare la verità, per fare filosofia —> è essenziale credere, avere
fede = luce che ci indica la strada.

“Capisci per credere” —> per avere una fede salda —> è essenziale esercitare la ragione, l’intelletto.

Ragione e fede = facce diverse della stessa medaglia —> conciliazione. La fede è fondamento e condizione
della ricerca razionale perché la scienza, senza la fede, non avrebbe guida.

L’uomo può ricevere una parte di questa verità come un dono. Come?

TEORIA DELL’ILLUMINAZIONE

Uomo cammina verso la verità ma trova un portone chiuso.

Solo Dio può aprire quel portone —> illuminarci, darci la verità. C’è chi guarda la verità solo dallo spioncino,
chi ha la fortuna di percorrere più strada e chi invece non la incontrerà mai perché ne ha percorso un’altra.

La volontà di ricercare Dio è radicata nella natura umana —> Dio però si rivela solo a chi sta cercando
attivamente la verità (portone). La ricerca di Dio è possibile perché l’uomo è fatto a sua immagine e
somiglianza.

ONTOLOGIA/TEOLOGIA

Dio è essenza —> sostanza autosufficiente

Enti —> sostanze non autosufficienti.

Dio è:

• È increato.

• È l’essere sommo e verità.

• È trascendenza e rivelazione
• È Padre e Lògos.

• È amore puro —> amare Dio significa amare l’amore —> per poter amare bisogna amare
qualcosa/qualcuno —> per amare Dio è necessario amare qualcuno/qualcosa —> gli altri esseri
umani.

CREAZIONE

Agostino creazionista —> si deve confrontare con due problemi:

Come crea Dio se non vi è nulla?

Cosa c’era prima del nulla?

Come crea Dio se non vi è nulla?

Creazione ex nihilo —> il mondo è una produzione della parola perché Dio è logos, intelligenza, discorso.
Per crearlo Dio ha dovuto pensarlo, dirlo fra sé.

Dualismo —> Dio come un artigiano plasma il mondo lavorando su un sostrato originario (mondo delle
idee)? No, perché:

Al di fuori di Dio, essere eterno, non possono esserci altri enti.

Emanazione —> il mondo è derivato per emanazione da Dio così come la luce deriva da una lampadina? No,
perché:

Dio non compie le cose per emanazione, crea tutto, luce compresa.

Dio non ha la nostra stessa sostanza, è trascendente il mondo.

CREAZIONE

Se Dio avesse creato il mondo dalla sua sostanza, tutto sarebbe stato uguale a lui, perfetto. Non è
un’emanazione, luce forte = luce debole —> sono sempre luci, ma Dio è altro rispetto al creato.

Cosa c’era prima del nulla?

Non possiamo chiederci cosa ci fosse prima della creazione —> errore —> il tempo (il prima e il dopo) non
esisteva —> Dio è al di là del tempo. Il mondo è creato con il tempo e quindi Dio creando il mondo ha
creato il tempo. Il tempo = divenire —> il cambiamento può esserci se esiste un mondo in cui le cose
mutano, Dio non è divenire.

Gli uomini distinguono passato, presente e futuro ma in Dio tutto è eterno.

Quindi se Dio è eterno viene prima del mondo?

No! Dio non viene prima del mondo cronologicamente (il tempo prima non esisteva), ma è superiore
ontologicamente, così come il falegname è superiore al tavolo che crea. Dio è contemporaneo al mondo
che crea.

IL MALE
Agostino era un manicheo (due forze nel mondo, il male e il bene, due sorta di divinità in lotta eterna fra
loro) —> prospettiva abbandonata.

Domanda sbagliata “da dove deriva il male?”

Domanda corretta “che cos’è il male?” —> il male è privazione di essere, carenza, assenza. Il male non è
una presenza nel nostro mondo, ma è assenza di essere, quindi non esiste come essere. Il male è assenza di
bene, perché ogni sostanza che è, che esiste, è bene —> essere e bene coincidono.

Agostino ci parla di 3 mali:

 Male metafisico: assenza da cui derivano le altre assenze, carenza originaria. Dio, il creatore, è
massima presenza, pienezza e abbondanza di essere —> gli uomini, le creature, hanno meno essere
di Dio. Noi siamo strutturalmente sostanze buone ma con carenza di bene e quindi con la possibilità
del male.

Libertà = a) Possibilità del bene e b) Possibilità del male —> la nostra imperfezione deriva dalla libertà, dalla
scelta. Libertà è responsabilità. Dio invece non ha possibilità, fa il bene perché non può fare diversamente
essendo pienezza di essere.

 Male fisico: deriva dal fatto che non siamo essenza totale, pura. Il male fisico deriva da quello
metafisico. Noi abbiamo delle carenze che possono ovviamente manifestarsi anche fisicamente
tramite dolori.

 Male morale: deriva dal peccato originario —> abbiamo ereditato il peccato di Adamo. Questo
male consiste nella libertà, libertà che Adamo ha consumato scegliendo di mangiare la mela e
libertà che noi consumiamo quando scegliamo il male al bene. La nostra libertà deriva dalla carenza
di essere (tanto che Dio non ha questa libertà) e la libertà, essendo possibilità di scelta, ci può
portare a scegliere il male.

LA SCOLASTICA

Quando?

Va dal 1000 fino al 1300/1350.

Cos’è?

È la filosofia cristiana del Medioevo che veniva insegnata nelle scuole, da cui il termine scolastica appunto.
Il termine indicava in modo particolare lo scholasticus, cioè l’insegnante delle arti liberali, ovvero le
discipline che riguardavano il trivio (grammatica, logica e retorica) e il quadrivio (geometria, aritmetica,
astronomia e musica). Più avanti vennero designati con il nome di scholasticus anche gli insegnanti di
filosofia e teologia.

La scolastica si pone come problema quello dell’educazione, le scuole devono formare il buon uomo, cioè il
buon cristiano.

Il fondatore della scolastica è Anselmo d’Aosta mentre il massimo esponente è Tommaso d’Aquino.

TEMATICHE DELLA SCOLASTICA:

• Rapporto ragione e fede. Secondo loro esiste una verità, che è Dio. Perciò la filosofia è subordinata
alla teologia, la filosofia è l’ancella, è al servizio della teologia.

• L’esistenza di Dio, provano a dimostrare l’esistenza di Dio.


• Dibattito sugli universali. I concetti sono nella mente di Dio o nella mente dell’uomo? Le parole
sono simboli che rappresentano entità realmente esistenti o sono delle convenzioni?

• Il male, sia rispetto a Dio che rispetto all’uomo.

Nasce nel 1225, nel Lazio. Viene educato alla religione cristiana tanto che sarà uno dei grandi pilastri,
insieme ad Agostino, della dottrina cristiana. Deciderà di tradurre alcuni testi di Aristotele, difatti così come
Agostino aveva portato il platonismo dentro la cristianità, Tommaso porterà l’aristotelismo dentro la fede
cristiana. Muore nel 1274.

RAPPORTO RAGIONE E FEDE

Fede e ragione —> due sentieri paralleli che si influenzano e che giungono allo stesso punto, cioè la verità
di Dio. Non esistono due verità, una di fede e una di ragione —> un’unica verità che possiamo raggiungere
tramite il sentiero della fede e quello della ragione.

SAN TOMMASO

La verità di ragione non può essere in contrasto con la verità di fede. Se entrano in contrasto, tale lotta è
segno del fatto che non si tratti di verità razionali ma di conclusioni false. Fede e ragione si supportano a
vicenda e la ragione deve chiarificare e dimostrare alcuni preamboli e aspetti della fede, deve esserne al
servizio, aiutarla. La ragione, ad esempio, deve provare a dimostrare l’esistenza di Dio.

DIMOSTRAZIONE DELL’ESISTENZA DI DIO

Tommaso d’Aquino dimostra l’esistenza di Dio tramite 5 vie a Dio, delle dimostrazioni a posteriori.
Tommaso d’Aquino, quindi, parte dalla natura, dal mondo per dimostrare l’esistenza di Dio (mentre se
avesse usato delle dimostrazioni a priori sarebbe dovuto partire dall’essenza di Dio per spiegare la natura).

LE CINQUE VIE A DIO

Vediamo le vie per la dimostrazione dell’esistenza di Dio:

 Ex causa. Tutte le cose in natura sono regolate dal rapporto causa-effetto. In natura tutto ha una
causa e risalendo di effetto in causa si arriva ad un certo punto ad una causa prima che sia causa e
non sia effetto di nulla. Siccome l’infinito non esiste, è un non essere, tutto ciò che è causato dovrà
avere una causa prima che non è causata da nulla: questa causa è Dio.

 Ex gradu. In natura tutto presenta dei gradi di perfezione. Dovrà esistere quindi un grado di
perfezione massima che non sia superabile, oltre il quale non ci sia nessun altro grado: questo
grado massimo è Dio.

 Ex motu. Tutto si muove, ma tutto ciò che si muove è mosso. Non si può andare all’infinito perciò
dovrà esistere una cosa prima che muova senza essere mossa: questa cosa prima è Dio, il famoso
motore immobile di Aristotele riproposto.

 Ex fine. Ogni cosa avviene in vista di un fine ma dovrà per forza esistere un fine ultimo che quindi
non sia tendente verso un altro fine: il fine ultimo è Dio.

 Ex contingentia mundi. Nel mondo tutte le cose sono contingenti. Di contingenza in contingenza
deve esistere una cosa che sia quello che è senza poter essere diversamente da quello che è. Non
deve avere possibilità, deve essere necessaria. Una cosa necessaria è Dio, che è necessità assoluta.

GLI ATTRIBUTI DI DIO


Dalle cinque vie a Dio si possono desumere degli attributi, delle qualità di Dio:

 Essere immobile

 Causa prima

 Essere necessario

 Perfezione somma

 Intelligenza ordinatrice.

Altri modi di definirlo possono essere trovati sia per via negativa che per via positiva.

• La via negativa consiste nel negare in Dio tutte le imperfezioni delle creature.

• La via positiva consiste nell’affermare ciò che Dio è.

GIUSTIFICAZIONE DEL MALE

Ogni cosa sottostà alla volontà divina. Come mai allora esiste il male? Esiste perché esiste il libero arbitrio,
cioè la libertà umana. L’uomo, in quanto libero, ha la possibilità di scegliere e tra le sue possibilità può
scegliere il male che per Tommaso d’Aquino è assenza di bene, così come per Sant’Agostino. La realtà,
infatti, ha gradi di perfezione differenti. Nei gradi inferiori vi sarà una carenza di essere, di sostanza, carenza
che coincide con l’assenza di bene. Il male può essere di due specie:

• Pena, mancanza di qualcosa fondamentale per l’integrità di una cosa. Per esempio la cecità
(qualcosa di fondamentale per l’integrità di una persona) è pena, quindi mancanza della vista.

• Colpa, mancanza di un’azione che non è stata fatta o non è stata fatta nel modo dovuto. Questo è il
male maggiore perché la colpa o peccato è l’atto di chi sceglie deliberatamente il male.

NEOPLATONISMO

Quando?

II e III secolo d. C.

Caratteristiche:

• Ricerca di una causa unica della realtà, un principio unitario fondatore dell’essere —> influenza in
maniera decisiva il pensiero cristiano

• Fusione di elementi pitagorici, aristotelici, parmenidei, stoici. all’interno del platonismo. È una
mescolanza di filosofia che hanno come base portante il platonismo —> creazione di un nuovo
sistema.

• Ammonio Sacca è il fondatore.

Plotino è il massimo esponente.

PLOTINO

Quando e dove?

• Nasce a Licopoli (Egitto) nel 203/204 d. C. ma filosofa a Roma.


• Anti-cristiano —> prepara involontariamente il terreno alla filosofia cristiana (Platone e Plotino
pilastri del cristianesimo).

• Filosofia estremamente originale perché darà vita ad una mescolanza che produce qualcosa di
nuovo, che va oltre il pensiero di Platone.

• Opera = Enneadi

Tematica della molteplicità/unità

Secondo Plotino la molteplicità rimanda all’unità perché se una cosa è molteplice lo è perché esiste l’unità.
Il contrario della molteplicità è l’unità. Persino il due presuppone l’uno. Ogni cosa è ciò che è in quanto
costituisce un’unità.

Plotino vuole risolvere il molteplice nell’unita. Come?

Plotino sostiene che esistano più gradi di unità. —> gradienti:

I. Voi studenti (Giovanni, Luca, Serafino, Giada, Aurora…) uniti create una classe.

II. Poi le cose molteplici di questa classe (voi alunni, io, la cattedra, la sedia, la lavagna, i banchi…)
unite fanno la 4^ A/B. Questa classe ha un grado di unità superiore a quello di voi studenti.

III. Il liceo scientifico Pira è un’unità ancora superiore rispetto agli studenti ma anche rispetto alla
classe 4^ perché ha ancora più contenuti.

Alla fine della catena si arriva ad un’unità assoluta al di là della quale non vi è nulla. Quest’unità massima è
detta l’Uno —> estremo, principio unitario oltre il quale non vi può essere nulla di più unitario —> rimando
ad Aristotele (sostanza prima e materia prima) e a Platone (idea di bene —> idea somma).

• Ogni molteplicità rimanda all’unità

• Esistono vari gradienti di unità

• Esiste un’unità assoluta

SUPERAMENTO DI PLATONE

Per Platone la molteplicità del mondo sensibile si risolve nell’unità dell’idea del mondo delle idee (varie
cose belle molteplici sono unite dall’idea di bello) —> la molteplicità sensibile delle cose si risolve nell’unità
intellegibile delle idee.

Falla del sistema platonico = L’unità intellegibile di cui parla Platone contiene in realtà un dualismo, non
un’unità assoluta —> soggetto pensante e oggetto pensato.

L’Uno di Plotino invece va:

al di là del sensibile —> non è il mondo delle cose

Al di là dell’intellegibile —> non è il mondo delle idee

Conclusione —> Le cose sensibili molteplici e le idee intellegibili trovano unità nell’Uno assoluto. I due
mondi sono uniti dall’unità dell’Uno.

Che cos’è l’Uno?

Concetto-limite, un’unità assoluta, Dio —> inteso come causa, principio e fondamento del mondo.
L’Uno è diverso da tutto ciò di cui è principio, non può essere come le cose molteplici.

Quindi dell’Uno si può dire ciò che non è (teologia negativa) ma non ciò che è —> se noi che siamo degli
esseri finiti e molteplici parliamo dell’essere che trascende noi stessi non avremo le parole per definire
l’Uno. L’Uno:

 Non ha forma.

 Non ha figura.

 Non è molteplice.

 Non è immanente, è al di là dell’essere, trascende i molti.

 Non è sostanza, è al di là della sostanza

 Non è rappresentabile.

 Non è finito, perché è diverso da tutto ciò che è finito, cioè le cose molteplici. Non può perciò
essere definito tramite attributi finiti, non può essere qualità, quantità, sostanza, anima, corpo, non
può essere in movimento e non può essere in quiete, non è in uno spazio e non è in un tempo. È ciò
che viene prima di tutto.

 È causa del mondo. È l’unica caratteristica in positivo che Plotino dà all’Uno.

Problematiche…

Perché dall’Uno derivano i molti?

Dall’Uno derivano i molti non perché l’Uno ne ha necessità, dato che il principio del tutto non può avere
bisogno di nient’altro oltre se stesso. Il motivo per cui l’Uno non rimane unico è la sovrabbondanza
d’essere che lo porta a traboccare, a generare i molti.

Come avviene la derivazione dall’Uno ai molti?

Irradiazione ed emanazione —> concetti-metafora di perílampsis (=irradiazione) e apórroia (=emanazione)


—> nessuna libertà —> derivazione che non è figlia di libertà o volontà ma necessaria (l’Uno non può
generare i molti).

Metafore: il fuoco che emana calore, l’acqua che fuoriesce da una caraffa, la neve che produce il gelo, due
individui che generano un terzo individuo, dall’albero che dalle radici produce tutto…

Non è creazione —> i molti non derivano dall’Uno per creazione (anti-cristiano). Creazione = libertà di
creare

Non è dualismo —> uno/molti non è dualismo (idee/cose, creatore/creature, essere/non essere) perché
l’Uno si manifesta per emanazione nei molti, c’è continuità tra Uno e molti, non sono uno altro, cioè
diverso, rispetto all’altro.

Non è imitazione —> le cose sensibili imitano le idee ma la molteplicità non imita l’Uno

Non è panteismo —> Uno e molti non coincidono, i molti non sono l’Uno, sono un’emanazione. Il calore
emanato dalla fiamma non coincide con la fiamma, non sono la stessa cosa.

Gradi di emanazione = esistono diversi gradi di emanazione —> cerchio concentrico —> così come più sono
vicino al fuoco e più fa caldo, più sono vicino ad una luce e più è luminoso allo stesso modo più si è vicini
all’Uno e più si è perfetti e più si è lontani dall’Uno e più si è mancanti di perfezione.
Ipostasi = I gradi di emanazione sono detti ipostasi, cioè manifestazioni dell’Uno, realtà che sussistono di
per sé. Es. l’acqua che esce dalla caraffa perché era sovrabbondante ed esce per effetto dell’acqua che è
dentro la caraffa esiste di per sé, è un’ipostasi.

Deriva per emanazione dall’acqua dentro la caraffa e sussiste di per sé fuori dalla caraffa.

1) La prima ipostasi dell’Uno è l’Uno stesso.

2) La seconda ipostasi dell’Uno è l’intelletto universale, un logos universale, un pneuma vitale che è
sia soggetto pensante che oggetto pensato. A cosa pensa l’intelletto universale? Pensa a tutti gli
infiniti pensieri pensabili. Sorge da un atto di contemplazione dell’Uno.

3) La terza ipostasi dell’Uno è l’anima del mondo che sorge da un atto di contemplazione
dell’intelletto.

4) Dall’anima del mondo si passa alla materia, alle cose, che sorgono da un atto di contemplazione
verso l’anima del mondo. La materia è lontana dall’Uno perciò è molto meno perfetta. Infatti il
male è nella materia perché l’Uno non ha il male. Il male deriva dai processi di emanazione. Allo
stesso modo il tempo non esiste nell’Uno ma solo nel molteplice.

Percorso verso la filosofia…

Saggio = colui che sente la nostalgia dell’Uno perché siamo suoi parenti. La pianta, la pietra non possono
avere nostalgia dell’Uno. Il saggio desidera andare oltre la materialità, l’imperfezione, il male e la
temporalità.

Perché succede? Perché l’Uno comunica con noi.

Cosa può fare l’uomo per andare oltre? Deve tornare all’Uno.

Come si torna all’Uno? Tramite un percorso interiore, un’auto-auscultazione interiore. Le vie del ritorno:

L’arte = contemplazione della bellezza —> allenarsi a vedere le cose belle —> no paraocchi

Filosofia = ricercare di amare la perfezione —> estasi = amoroso e sublime contatto che abbiamo con l’Uno
—> l’Uno ci rapisce

L’ETÀ ELLENISTICA

Quando?

Età che segue alla morte di Alessandro Magno e coincide con la frantumazione del suo regno in vari regni
che verranno ellenizzati.

Caratteri generali…

Dato il grande periodo di incertezza la filosofia si pone interrogativi esistenziali, ragionando su felicità,
dolore, piacere, morte, virtù…

• La filosofia assume la funzione di TERAPIA MENTALE ED ESISTENZIALE.

• Tendenza all’orientalismo: ricerca di una via per la salvezza per l’uomo o rassegnazione davanti alle
difficoltà dell’esistenza.

• Cosmopolitismo: volontà di unire i popoli, andare oltre le barriere delle nazioni, ci si sente “cittadini
del mondo”.
Tre indirizzi dell’ellenismo:

STOICISMO: fondatore Zenone di Cizio;

EPICUREISMO: fondatore Epicuro

SCETTICISMO: fondatore Pirrone.

STOICISMO

CARATTERI GENERALI:

Continuatori della dottrina cinica = ascetismo portato allo stremo (vita da cani = kynikós) —> teorici della
semplicità di un’esistenza naturale

Al contrario dei cinici credono nella scienza e nella sapienza —> necessarie per raggiungere la felicità e la
virtù.

Coincidenza tra filosofia e virtù: “La filosofia è esercizio di virtù per mezzo della virtù stessa”. Il fine della
filosofia è raggiungere la sapienza, ovvero “la scienza delle cose umane e divine”, e per raggiungerla
bisogna esercitare la virtù.

Tre tipi di virtù a cui corrispondono tre ambiti della filosofia:

• La naturale —> fisica

• La morale —> etica

• La razionale —> logica

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FISICA:

Per gli stoici la natura è un ordine immutabile, razionale, perfetto e necessario improntato all’equilibrio,
alla razionalità.

La natura è animata da un principio attivo e da uno passivo (al posto della causa formale, materiale,
efficiente e finale di Aristotele), legati l’uno all’altro ed entrambi materiali —> materialismo stoico

• Il principio passivo = materia, che è inerte ed è ciò da cui ogni cosa nasce.

• Il principio attivo = ragione, che è la forza da cui ogni cosa è fatta, la causa che anima la materia.
Tale forza attiva gli stoici la chiameranno pneuma vitale, fuoco o ragione seminale del mondo (ogni
parte dell’universo nasce dal proprio seme razionale).

• Dio = principio attivo materiale

Non è un dualismo —> visione panteistica della realtà (tutto è Dio, quindi tutto è ragione —> politeismo =
ogni Dio rappresenta una parte del tutto (saggezza, guerra, coraggio, bellezza…)

FISICA:

Coincidenza tra ragione-materia-Dio: Il Dio degli stoici è la ragione e la ragione a sua volta coincide con la
materia perché sono un tutt’uno. Questo pneuma vitale compenetra la natura, Dio è in tutte le cose e tutte
le cose sono in Dio. Perciò l’ordine del mondo è infallibile perché è razionale/naturale.

Cicli cosmici = l’ordine naturale-razionale è fatto di cicli cosmici che si ripetono eternamente perché questo
è il destino (legge necessaria che regge le cose):
 Conflagrazione —> combustione che determina la distruzione di tutti gli esseri

 Palingenesi —> formazione dello stesso ordine cosmico precedente

Finalismo stoico —> tutto tende verso un fine

Perfezione della razionalità —> tutto è perfetto perché tutto è ragione. La ragione non può non essere
perfetta.

Mondo perfetto perché razionale.

E il male? Se il mondo ha un ordine razionale il male non esiste?

Gli stoici non negano il male, ma pensano che il male sia indispensabile affinché ci sia il bene. La malattia è
indispensabile affinché ci sia la salute, il male è essenziale affinché ci sia il bene, l’inimicizia è indispensabile
affinché ci sia l’amicizia, il piacere della vita esiste perché c’è la paura della morte. Il male è necessario per
l’esistenza del bene.

Bisogna che esistano i contrari, gli opposti.

Ottimismo metafisico = Tutto ciò che esiste, anche ciò che sembra negativo, è stato creato per il bene
dell’uomo.

Mantica = possibilità di prevedere il futuro —> è possibile grazie all’interpretazione dell’ordine necessario
delle cose —> solo il filosofo

ETICA:

L’obiettivo dell’uomo è quello di essere libero —> cioè accettare l’ordine razionale del tutto.

Ma perché?

Perché dentro l’ordine razionale vi è anche l’uomo, fa parte di quell’ordine, quindi lo riterrà giusto. Ha
l’ordine dentro se stesso, quindi perseguirà l’ordine naturalmente, spontaneamente. Essere liberi per gli
stoici significa rassegnarsi al destino razionale a cui tutti siamo sottoposti.

Come deve vivere lo stoico?

Deve stare bene con il proprio corpo (tutto è materia), quindi deve seguire due principi per restare in
armonia con il mondo:

• l’istinto (nutrirsi, bere, riprodursi…) perché ci guida nel conservarci —> è essenziale mangiare, bere,
dormire ecc nella maniera adeguata —> no estremi, né in un senso, né nell’altro.

• ragione perché ci garantisce l’accordo con noi stessi e con la natura in generale.

Etica del dovere…

Se essere liberi significa accettare l’ordine razionale del tutto, la libertà è quanto mai prima d’ora vicina al
dovere. La conformità dell’individuo all’ordine razionale è sia libertà che dovere. E piuttosto che andare
contro l’ordine naturale, quindi contro il dovere, sarebbe meglio togliersi la vita. Gli stoici sono i principali
teorici del suicidio filosofico: piuttosto che condurre il vizio è meglio suicidarsi, la scelta estrema di colui
che non può vivere secondo ragione. Non tutti sono saggi, non tutti seguiamo la retta via, non tutti
accettano l’ordine naturale delle cose (vita e morte). Saggio è colui che accetta l’ordine razionale/naturale
come anche la morte di un figlio.
La via verso il bene…

Applicare il dovere non conduce immediatamente al bene. Si arriva al bene estremo, cioè alla virtù, quando
la scelta consigliata dal dovere si ripete fino a consolidarsi e a diventare una disposizione di quell’individuo

L’apatia…

Gli stoici negano il valore morale dell’emozione che è stolta e ignorante, una vera e propria malattia che
colpisce gli stolti, non i sapienti. Perché? Perché il sapiente è colui che è apatico, che modera le passioni
sino ad esserne indipendente. Perché affliggersi con le emozioni? Bisogna essere indifferenti alle emozioni
perché le emozioni estreme possono far soffrire portando disarmonia e disequilibrio.

Cosmopolitismo = qualunque uomo se segue la legge naturale del bene, dell’ordine e della ragione potrà
vivere ovunque. La legge razionale/naturale è uguale ovunque quindi basterà comportarsi in modo
razionale per essere cittadini del mondo. Tutti gli uomini sono concittadini.

EPICUREISMO

Filosofi del Giardino —> contro la vita politica della città.

• Scuola con sede nel giardino di Epicuro.

• Scuola con carattere collaborativo, fondata sull’amicizia: per entrare a far parte della scuola bisogna
intrattenere un rapporto di amicizia e rispetto reciproco.

• Scuola con carattere di associazione religiosa —> la “divinità” a cui fanno riferimento è lo stesso
fondatore —> “Comportati sempre come se Epicuro ti vedesse”

• Stretta osservanza alle dottrine del maestro —> ma non è una setta come quella dei pitagorici.

• Uomini e donne come seguaci —> anche le donne potevano partecipare alle lezioni della scuola.

Filosofia tesa ad un obiettivo pratico.

CONOSCENZA o canonica (diretta a dare il canone, la regola, per orientare l’uomo verso la felicità) —>
lettera ad Erodoto

Conoscenza sensibile = la conoscenza è vera se è sensibile —> si fonda sul buon esercizio dei sensi, sul
buon accordo tra sensi, mondo esterno e rielaborazione dell’intelletto. Le sensazioni sono criterio di verità
in ambito conoscitivo.

E gli errori da dove derivano?

Dal fatto che non ci si fermi a ciò che è evidente. Se si va oltre ciò che è evidente, sensibile, si rischia di
sbagliare —> conoscenza anticipatoria = ha un margine di errore ma è l’intelletto a sbagliare nell’a dare
oltre, non i sensi! Es. Luigi prenderà 10 in filosofia. Conoscenza anticipatoria che può contenere degli errori.
Luigi potrebbe non studiare oggi.

FISICA —> lettera a Pitocle

• Democriteo = atomista e meccanicista (= ciò che accade è frutto della casualità e non è determinato
da una finalità).
• Tutto è composto da atomi, corpi materiali (anche l’anima) indivisibili e minuscoli. Sia il corpo che
l’anima muoiono —> quando un composto di atomi muore gli atomi si aggregheranno in un altro
composto.

• Gli atomi si combinano a caso = la casualità comanda l’universo —> non esiste nessun disegno
divino, non c’è un fine e non c’è ragione —> imprevedibilità del mondo.

• Negazione dell’interazione degli dei nella vita degli uomini. Gli dei, che hanno forma umana (=
perfetta), intrattengono tra loro un rapporto di amicizia analoga a quella umana e vivono tra i
mondi in uno spazio vuoto

FELICITÀ —> Lettera a Meneceo

La felicità è eliminazione di ciò che potrebbe rendere l’uomo infelice, eliminazione di ciò che provoca
dolore —> concezione della felicità in negativo, non in positivo. La felicità non è data dal godimento ma
dall’assenza di dolore.

Come si raggiunge la felicità?

L’epicureismo vede la filosofia come la via per raggiungere la felicità. La filosofia ha un’utilità, è un
QUADRUPLICE FARMACO che libera l’uomo:

• Dal timore degli dei, dimostrando che questi non si occupano delle faccende umane. Come lo
dimostra? A) gli dei esistono; B) il male esiste; C) se il male esiste e gli dei esistono significa che gli
dei non interagiscono con la nostra vita, perché dire che non possono togliere il male
significherebbe affermare che non sono onnipotenti e dire che non vogliono toglierlo
significherebbe affermare che sono cattivi. Gli dei sono buoni e onnipotenti.

• Dal timore della morte, dimostrando che se ci siamo noi non c’è la morte e se c’è la morte non ci
siamo noi perché siamo morti appunto. La morte non è un evento che ci riguarda direttamente
perché quando sopraggiunge noi non ci siamo più. La morte non conosce l’uomo e l’uomo non
conosce la morte. I nostri sensi possono immaginare ma non possono sentire la morte.

• Dalla paura di non raggiungere il piacere, che è facilmente raggiungibile.

• Dalla paura del dolore, perché è provvisorio o breve. Esistono due tipi di dolore. Il dolore fisico può
essere lieve e quindi sopportabile, accettabile, oppure molto forte ma in questo caso termina con la
morte che ci libererà dalla morte. Il dolore morale, invece, può essere curato con l’educazione dei
pensieri, pensando per esempio a cose piacevoli, ricordi.

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Cosa sono i piaceri e i desideri?

Desideri naturali e necessari = vanno perseguiti perché sono necessari, indispensabili alla nostra vita
(mangiare, dormire, andare di corpo, bere, avere rapporti sessuali…) Un insonne non potrà essere felice
perché la sua grande preoccupazione sarà riuscire a dormire.

Desideri naturali e non necessari = vanno perseguiti moderatamente. Bisogna mangiare con moderazione,
non abbuffarsi perché è necessario mangiare non mangiare troppo. Se si mangia eccessivamente ci si
assuefa a quel desiderio. Es. se tutti i giorni dormo tanto perdo il piacere di dormire.

Desideri non naturali e non necessari = non vanno perseguiti i piaceri artificiali (ricerca del consumo, del
potere, della bellezza, della fama…) perché provocano dolore. Non sono desideri stabili, finiscono. Es.
perseguire la bellezza significa non accontentarsi mai (es. chirurgia estetica), significa perseguire qualcosa di
irrealizzabile.

Il piacere quindi può essere stabile o instabile.

1) Piacere stabile, che consiste nella privazione del dolore e nel perseguire i desideri naturali e
necessari e quelli naturali e non necessari con moderazione.

2) Piacere instabile, che consiste nel perseguire i desideri non naturali e non necessari.

La felicità coincide con il piacere stabile, quindi con l’assenza di turbamenti dell’animo (atarassia) o di
dolore fisico (aponia).

L’epicureismo non prevede l’abbandono al piacere, ma la la misura. Misurare il piacere significa fare un
vero e proprio calcolo (razionalismo morale): davanti ad ogni desiderio bisogna chiedersi che cosa
succederà dopo che sarà appagato e cosa succederà se non verrà appagato perché bisogna evitare i piaceri
che comportano dopo un grande dolore. Solo il saggio riesce a calcolare il piacere, a limitare i bisogni vani e
quindi a raggiungere atarassia e aponia.

SCETTICISMO

Gli scettici hanno fondato più scuole. Quella più importante è quella fondata da Pirrone —> gli altri
continueranno sulla linea tracciata

La verità…

L’uomo non può accedere alla verità ultima delle cose, la realtà profonda e finale non può essere
conosciuta.

Per gli scettici i FENOMENI ESISTONO ma non esistono le teorie definitive sui fenomeni, la teoria definitiva
su cosa è la conoscenza, su cosa è bene e cosa è male, su cosa è giusto e cosa è sbagliato, su cosa è buono e
cosa è cattivo —> tutti i sistemi filosofici sono fallaci.

Gli scettici vivono in questo mondo ma sospendono il giudizio definitivo (epochè) sulle cose. I giudizi sono
sempre parziali.

Per gli scettici non esiste la verità, esistono delle ipotesi sulla verità. La verità è un’ipotesi aperta. La
conoscenza è precaria, perciò non si possono sostenere verità assolute. Tutto è opinione.

Se la verità ultima non esiste perché turbarsi per la ricerca della verità o per il mancato ritrovamento di
essa?

Secondo gli scettici la sospensione del giudizio sulla realtà ci conduce all’atarassia, intesa come
imperturbabilità dell’anima, un distacco. Sospendere il giudizio (epoché) significa vivere in armonia con se
stessi —> gimnosofisti —> imperturbabilità del sapiente di fronte al mondo —> l’armonia la troviamo
dentro noi stessi, non nel giudizio degli altri.

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