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La competenza professionale, in altri termini, è quella necessaria per lo svolgimento in forma legittima di
attività professionali che devono far ricorso al pensiero logico, intuitivo, creativo e sistematico, all’uso di
metodi, strumenti oltre che ad una comprovata capacità di usare le conoscenze, abilità e capacità
personali e metodologiche nelle prestazioni professionali, e quindi in un dato contesto e per un dato
obiettivo. Il non rispetto dei limiti di competenza determina l’incompetenza professionale rilevante
giuridicamente, quanto ad effetti conseguibili, quali, ad esempio la nullità del contratto d’opera
intellettuale e, quindi, il non diritto al compenso, l’esercizio abusivo di professione, l’illegittimità dei titoli
abilitativi edilizi. Per quanto riguarda la professione di architetto, pianificatore, paesaggista e
conservatore, l’oggetto e i limiti della professione trova principale disciplina nel regolamento di cui al
R.D. 23 ottobre 1925, n. 2537, articolo 52: “Formano oggetto tanto della professione
di ingegnere quanto di quella di architetto le opere di edilizia civile, nonché i rilievi geometrici e le
operazioni di estimo ad esse relative. Tuttavia le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere
artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici contemplati dalla legge 20 giugno 1909, n. 364, per
l’antichità e le belle arti, sono di spettanza della professione di architetto; ma la parte tecnica ne può
essere compiuta tanto dall’architetto quanto dall’ingegnere”.A proposito di quest’ultimo aspetto, la
settimana scorsa il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha chiesto al MiBACT di chiarire una volta
per tutte gli ambiti in cui gli ingegneri possono intervenire su edifici vincolati di pregio storico e artistico,
perché la sola dicitura “parte tecnica” non è sufficiente per definirli correttamente e in modo oggettivo.
Ci sono, infatti, già molte sentenze discordanti, e una regolamentazione ufficiale e definitiva sulle
tipologie di intervento che gli ingegneri possono effettuare sugli edifici vincolati sarebbe necessaria.
Occorre poi considerare il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, che assume
rilevanza in riferimento alle attività professionali nei settori pianificazione territoriale, paesaggistica,
conservazione dei beni architettonici ed ambientali, oltre che la ripartizione tra le sezioni, in particolare
della sezione B, iunior (cfr. art. 16).Il tema delle competenze professionali di ingegneri, di architetti e dei
geometri ha da sempre suscitato notevole interesse e curiosità motivati dal desiderio di comprendere
appieno e individuare correttamente il limite tra le diverse attività professionali.
Con la definizione di competenza professionale, nel caso delle professioni intellettuali regolamentate,
viene definito un concetto basilare che integra due diversi significati, tra loro concettualmente
interconnessi.
Il primo significato è di natura giuridica e sta ad indicare tutte le attività professionali spettanti di diritto,
cioè sulla base di normative specifiche di riferimento, ad una o più professioni di un certo tipo.
Non saper agire nell’ambito dei propri limiti di competenza determina incompetenza professionale
rilevante a livello giuridico e comportante effetti come la nullità del contratto d’opera intellettuale, il
mancato diritto al compenso, l’esercizio abusivo della propria professione e la condizione illegittima dei
titoli abilitativi edilizi.
L’ingegnere
Pianificazione, progettazione, direzione lavori, stima, sviluppo, gestione, collaudo, valutazione di impatto
ambientale di opere edili, strutture e infrastrutture territoriali e di trasporto, opere per il
disinquinamento e la depurazione, opere geotecniche, impianti civili per l’ambiente e per il territorio.
Attività che richiedono l’impiego di metodologie innovative, avanzate o sperimentali nella progettazione,
nella direzione lavori e nel collaudo di strutture e sistemi complessi.
Il progetto, la condotta e la stima dei lavori per estrazione, trasformazione e utilizzo di materiali impiegati
per le costruzioni e le industrie, per le costruzioni di ogni genere, dalle macchine agli impianti industriali,
ai rilievi geometrici e le operazioni di estimo.
L’architetto
Per quanto concerne la professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, i limiti della
professione sono regolamentati dall’articolo 52, n. 2537 del R.D. datato 23 ottobre 1925 in cui si legge:
«Formano oggetto tanto della professione di ingegnere quanto di quella di architetto le opere di edilizia
civile, nonché i rilievi geometrici e le operazioni di estimo ad esse relative. Tuttavia le opere di edilizia
civile che presentano rilevante carattere artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici contemplati
dalla legge 20 giugno 1909, n. 364, per l’antichità e le belle arti, sono di spettanza della professione di
architetto; ma la parte tecnica ne può essere compiuta tanto dall’architetto quanto dall’ingegnere».
Per chiarire gli ambiti effettivi in cui gli ingegneri possono intervenire su edifici vincolati di pregio artistico
e storico va preso in considerazione il decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 5 giugno 2001.
In esso è spiegata la distinzione delle competenze delle attività professionali nei settori di pianificazione
paesaggistica, territoriale e di conservazione dei beni architettonici ed ambientali.
Il geometra:
Le competenze professionali dei geometri sono elencate dall’art. 16 del R.D. n. 274 dell’11 febbraio 1929
incentrato su oggetto e limiti dell’esercizio professionale di geometra.
Esula dalla competenza specifica dei geometri la progettazione di costruzioni civili in cemento armato,
perché si tratta di attività riservate a titolo esclusivo ad ingegneri e architetti iscritti nei rispettivi albi
professionali.
I geometri possono comunque procedere alla progettazione architettonica di modeste costruzioni civili.
Nulla vieta che la progettazione e direzione dei lavori relativi di alcune opere in cemento armato sia
affidata al tecnico capace di effettuare i calcoli necessari valutando i rischi per la pubblica incolumità
mentre l'attività di progettazione e di direzione dei lavori sia affidata, invece, al geometra.
Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione A – settore «architettura», ai sensi e
per gli effetti di cui all’articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla
vigente normativa, le attività già stabilite dalle disposizioni vigenti nazionali ed europee per la
professione di architetto, ed in particolare quelle che implicano l’uso di metodologie avanzate, innovative
o sperimentali.
Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione A – settore «pianificazione
territoriale»:
Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione A – settore «paesaggistica»:
Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione A – settore «conservazione dei beni
architettonici ed ambientali»:
a) la diagnosi dei processi di degrado e dissesto dei beni architettonici e ambientali e la individuazione
degli interventi e delle tecniche miranti alla loro conservazione.
Formano oggetto dell’attività professionale degli iscritti nella sezione B, ai sensi e per gli effetti di cui
all’articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa:
le attività basate sull’applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di
progettazione, direzione dei lavori, stima e collaudo di opere edilizie, comprese le opere pubbliche;
le attività basate sull’applicazione delle scienze volte al concorso e alla collaborazione alle attività di
pianificazione;
la costruzione e gestione di sistemi informativi per l’analisi e la gestione della città e del territorio;
Il delicato compito del geometra spazia dalla compilazione di progetti e moduli di richiesta, alla
supervisione dei lavori in campo di costruzione edilizia.
Al di là delle diverse peculiarità professionali, vediamo quali sono nello specifico le competenze
progettuali dei geometri.
Esiste un acceso dibattito professionale e giuridico sul tema, per questo è bene partire da quanto è stato
prodotto e diffuso negli ultimi anni in riferimento alle competenze in materia edilizia del geometra che
risulti iscritto all’Albo ed eserciti la libera professione.
La sentenza n. 361 del 2013 stabilisce che il geometra può a pieno titolo progettare e dirigere
architettonicamente i lavori per la costruzione di un fabbricato civile di modesta entità, che abbia
struttura in cemento armato. In ogni caso il progetto e la DL “della struttura” devono essere affidati a un
ingegnere e a un architetto.
Con tale sentenza viene stabilita una chiara distinzione tra progetto architettonico e progetto strutturale
per tutelare al meglio la sicurezza pubblica.
Andando a ritroso nel tempo la sentenza n. 01773 del 2012, abroga il R.D. n. 2229/39 con cui veniva
sancita la competenza esclusiva di ingegneri e architetti in merito al progetto esecutivo di costruzioni in
cemento semplice o armato.
Secondo la sentenza n. 199/1993 della Corte Costituzionale la dicitura “modesta costruzione”, riportata
dall’art.16, “individua i limiti professionali del geometra”, ma al tempo stesso risulta “generica e
indeterminata”.
Limiti e oggetto dell’esercizio professionale di geometra sono stabiliti dall’art.16 in cui si parla di
“Progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili”, senza escludere a priori l’impiego del
cemento armato.
La sentenza specifica anche che, per definire una costruzione “modesta” e farla dunque rientrare
nell’ambito della competenza professionale dei geometri, il criterio da considerare è quello tecnico e
qualitativo basato sulla valutazione della struttura dell’edificio e sulle modalità costruttive di cui ci si è
avvalsi per realizzarlo. Il criterio economico può essere considerato un elemento complementare di
valutazione, come indicatore delle peculiarità costruttive e tecniche riscontrabili nella costruzione.
Il Tribunale di Aosta, nella sentenza n. 683 del 2006 ha stabilito che un Geometra ha la facoltà di redigere
un progetto per la costruzione di un fabbricato ad uso di civile abitazione con struttura di cemento
armato, articolato in tre livelli, per una dimensione complessiva di circa 1000 mc.
Tribunale di Brescia, nella sentenza n. 125 del 2012 ha decretato che i geometri si possono occupare di
progettare e dirigere i lavori di costruzioni civili di modesta entità.
Differenziando le attività legate agli aspetti architettonici da quelle concernenti invece il cemento
armato, che necessitano di calcoli complessi, è possibile affidare ad ogni professionista, architetto,
ingegnere o geometra, l’incarico che rientra nello specifico ambito professionale, facendo in modo che
ciascuno si possa assumere la piena responsabilità della propria prestazione, con l’unico vincolo di
coordinarsi con il lavoro degli altri professionisti coinvolti nella costruzione dello stesso edificio.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia con la sentenza n. 01105 del 2009 stabilisce che, nei
limiti di quello che può essere definito un edificio modesto, la progettazione architettonica di un
fabbricato in cemento armato può essere eseguita da un geometra anche nel caso in cui la costruzione si
trovi in zona una sismica, visto il fatto che il progetto strutturale è stato eseguito da un ingegnere. La
sentenza concorre a chiarire il limite della collaborazione che intercorre tra geometra e ingegnere
suddividendo il progetto in architettonico e strutturale e attribuendo al progettista strutturale la piena
responsabilità per l’incolumità delle persone.
Ancora una sentenza, la n. 3068 del 2003 del Consiglio di Stato chiarifica che un geometra può realizzare
una costruzione destinata a civile abitazione, strutturata su due piani e composta da cinque
appartamenti, cantina e garage, redigendo il progetto architettonico e lasciando all’ingegnere il compito
e la responsabilità del progetto strutturale.
• La progettazione, la direzione dei lavori, il calcolo e il collaudo di costruzioni rurali e di fabbricati per
industrie agricole di limitata importanza.
• La progettazione, la direzione dei lavori, il calcolo e il collaudo di costruzioni civili modeste, compresa la
progettazione di impianti idrosanitari, elettrici, di riscaldamento e di fognatura interna all’edificio.
• La progettazione e la direzione dei lavori di strade destinate alla viabilità rurale e di cantiere.
• Le operazioni catastali
Al contrario, non rientrano nell’ambito dei lavori a carico del geometra le costruzioni e gli edifici civili che
superino almeno una delle seguenti condizioni:
• Edifici singoli composti da più di sei unità immobiliari o da più di due piani fuori terra;
• Edifici realizzati ripetendo una sequenza di moduli basilari, se composti da più di otto unità
immobiliari o di una superficie complessiva superiore a 2400 mc.
Progettazione, direzione dei lavori, calcolo e collaudo di costruzioni a destinazione industriale, funeraria,
di culto, terziaria e inerente opere pubbliche.
Tra gli incarichi svolti dalla figura del geometra rientra il delicato compito della direzione dei lavori
nell’ambito della costruzione edilizia.
Stando a quanto stabilito dalla Direttiva 92/57/CEE il direttore dei lavori è chi si occupa di controllare
l’esecuzione dell’opera per conto del committente.
Non sempre è possibile seguire il lavoro personalmente perché non si hanno tutte le competenze e gli
strumenti necessari che invece un geometra può assicurare.
È consigliabile scegliere un geometra della massima fiducia, che vanti esperienza nel campo, abbia buone
doti di analisi, calcolo e gestione e sia in grado di prendere decisioni in modo autonomo.
Ma cosa significa dirigere dei lavori nel campo edile? Si tratta di un servizio in cui rientrano diverse
attività.
Il geometra a cui è affidato tale incarico, non è tenuto a essere presente quotidianamente ma si cura di
controllare con costanza e precisione che tutti i lavori siano condotti in modo tecnicamente impeccabile
e sempre nel rispetto delle normative vigenti previste in ciascun caso specifico.
Il professionista ha il dovere di verificare che le operazioni siano svolte in maniera conforme al contratto,
al capitolato e al progetto architettonico generale.
Il geometra incaricato della direzione dei lavori effettua un controllo qualitativo e quantitativo dei
materiali impiegati e delle loro caratteristiche meccaniche, secondo quanto definito dalla legge n. 1086
del 5 novembre 1971, articolo 3, comma 2.
Il direttore dei lavori è tenuto a verificare regolarmente che l’impresa appaltatrice disponga della
documentazione prevista dalla legge in merito ai doveri verso ciascun dipendente.
Nel caso in cui lo ritenga necessario il geometra incaricato della direzione dei lavori può imporre
all’impresa variazioni tecniche volte a migliorare quanto riportato sul contratto e sul capitolato.
Il professionista, tramite ordini di servizio, può disporre l’aggiustamento di eventuali difetti o il totale
rifacimento di opere risultanti non conformi a quanto previsto.
Oltre al ruolo di supervisore il geometra incaricato di una direzione tecnica effettua attività
complementari come la compilazione di alcune pratiche tra cui il modello di inizio lavori e la consegna
delle stesse presso il Comune.
Altro compito del geometra è redigere e controllare i progetti conseguenti ad eventuali variazioni
tecniche emerse in fase di lavorazione, consegnando al comune, qualora necessario, i documenti richiesti
per ottenere il permesso di apportare modifiche.
Infine il geometra è tenuto ad assistere al delicato momento del collaudo statico e amministrativo della
costruzione realizzata.
Nello svolgimento della direzione dei lavori il geometra rispetta dei fondamentali principi deontologici ed
è responsabile delle proprie azioni. La sua figura deve anche dimostrarsi collaborativa e rispettosa nei
confronti di tutte le persone coinvolte nel progetto e conciliativa, per poter gestire eventuali screzi in
modo attento e scrupoloso, riuscendo sempre ad agire con prontezza e determinazione.
Un riferimento preciso a quali sono le competenze del geometra in ambito professionale si trova nell’art.
16 del R.D. n. 274 datato 11 febbraio del 1929, che definisce ed elenca l’oggetto e i limiti dell’esercizio
professionale di geometra:
relativi;
civili;
direzione;
civili;
La grande innovazione d’inizio millennio, per quanto riguarda le competenze professionale degli
ingegneri italiani, è rappresentato dal D.P.R. n. 328/2001.
Il Decreto in oggetto innova e definisce la nascita delle “sezioni (A e B) all’interno albi professionali
individuando cosi ambiti professionali diversi in relazione al diverso grado di capacità e competenza
acquisita mediante il percorso formativo”.
L’albo ingegneri è stato cosi suddiviso in due “sottosezioni”, una sezione A e una sezione B, entrambe a
loro volto suddivise nei settori
civile e ambientale;
industriale;
dell’informazione.
La Sezione A dell’albo degli ingegneri e la Sezione B dell’albo degli ingegneri, come abbiamo visto, si
differenziano in base ad ambiti professionali diversi e in relazione al diverso grado di capacità e
competenza acquisita mediante il percorso formativo”.
Chi si iscrive alla Sezione A ottiene il titolo (classico) di Ingegnere civile e ambientale, ingegnere
industriale, ingegnere dell’informazione. Gli iscritti alla Sezione B dell’albo invece ottengono il titolo di
Ingegnere civile e ambientale iunior, ingegnere industriale iunior e ingegnere dell’informazione iunior.
Per quanto riguarda invece il settore dell’ingegneria industriale, le principali competenze riguardano la
pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la direzione lavori, la stima, il collaudo, la gestione, la
valutazione d’impatto ambientale di macchine, impianti industriali, d’impianti per la produzione,
trasformazione e la distribuzione dell’energia, di sistemi e processi industriali e tecnologici, di apparati e
di strumentazioni per la diagnostica e per la terapia medico-chirurgica.
Chi si specializza nel settore dell’ingegneria dell’informazione invece si focalizzerà sulla pianificazione, la
progettazione, lo sviluppo, la direzione lavori, la stima, il collaudo e la gestione d’impianti e sistemi
elettronici, di automazione e di generazione, trasmissione ed elaborazione delle informazioni.
Andando più nello specifico, le competenze tecniche degli ingegneri (sia iscritti alla Sezione A che iscritti
alla Sezione B) sono, per quanto riguarda il settore dell’ingegneri civile e ambientale, le attività basate
sull’applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione,
direzione dei lavori, stima e collaudo di opere edilizie comprese le opere pubbliche, la progettazione, la
direzione dei lavori, la vigilanza, la contabilità e la liquidazione relative a costruzioni civili semplici, con
l’uso di metodologie standardizzate, i rilievi diretti e strumentali sull’edilizia attuale e storica e i rilievi
geometrici di qualunque natura.
Ingegneri industriali.
I laureati con specializzazione in ingegneria industriale invece spiccano sia per le competenze nelle
attività basate sull’applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di
progettazione, direzione lavori, stima e collaudo di macchine e impianti, comprese le opere pubbliche sia
per le skill su rilievi diretti e strumentali di parametri tecnici afferenti macchine e impianti sia per le
attività che implicano l’uso di metodologie standardizzate, quali la progettazione, direzione lavori e
collaudo di singoli organi o di singoli componenti di macchine, d’impianti e di sistemi, nonché di sistemi e
processi di tipologia semplice o ripetitiva.
Ingegneri dell’informazione.
Gli ingegneri dell’informazione, cosi come i colleghi civili, ambientali e industriali si caratterizzano per le
competenze nelle “attività basate sull’applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione
alle attività di progettazione, direzione lavori, stima e collaudo” trovando applicazione più precisa
nell’ambito degli impianti e dei sistemi elettronici, delle automazioni e della generazione, trasmissione
ed elaborazione delle informazioni.
Un ingegnere dell’informazione trova poi la sua dimensione, anche nelle attività dove è necessario
effettuare rilievi diretti e strumentali di parametri tecnici afferenti impianti e sistemi elettronici e nelle
attività che implicano l’uso di metodologie standardizzate, quali la progettazione, direzione lavori e
collaudo di singoli organi o componenti d’impianti e di sistemi elettronici, di automazione e di
generazione, trasmissione ed elaborazione delle informazioni, nonché di sistemi e processi di tipologia
semplice o ripetitiva.
Non esistono grandi differenze tra le competenze degli ingegneri e degli ingegneri iunior. La
differenziazione ci viene comunque specificata dalla circolare 554/XVIII del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri che, citiamo testualmente, indica che quando “vengono in rilievo soluzioni avanzate,
innovative, o sperimentali la competenza spetta agli Ingegneri civili e ambientali della sezione A dell’albo;
quando invece si tratta di progetti che prevedono l’utilizzo di metodologie standardizzate, vi è anche la
competenza (autonoma) degli Ingegneri civili e ambientali iuniores, ovvero degli iscritti appartenenti alla
sezione B”.