Sei sulla pagina 1di 1

CAPITOLO

9
lunedì 14 dicembre 2020 15:46

ELEMENTI DI PRAGMALINGUISTICA E ANALISI TESTUALE

9.1 L'ANALISI PRAGMATICA DEGLI ENUNCIATI

La PRAGMA-LINGUISTICA Hymes si occupa di tutto ciò che costituisce il CONTESTO, cioè:


- Chi sono gli interlocutori
- Chi sono l'uno per l'altro
- Cosa sanno che l'altro sa
- Di quale argomento parlano
- Con quale scopo
- In quale ambiente (spazio, tempo)
- Ciò che si sono già detti (CO-TESTO)

Pragmalinguistica = lo studio dell'uso della lingua Levinson

Quindi => lingua considerata come UNO STRUMENTO PER COMUNICARE.


La comunicazione è una forma di azione che usa la lingua per modificare la realtà secondo
l'intenzione di un parlante.

"How to do things with words" J.L. Austin : ogni scambio comunicativo è un'azione.
VERBI PERFORMATIVI: lo giuro, ti ringrazio, vi dichiaro marito e moglie… (to perform) --> il soggetto
compie l'azione corrispondente, sempre che vengano rispettate le condizioni sociali che ne
garantiscano il successo.

9.1.1 Gli atti linguistici

ATTO LINGUISTICO: quando la forza dell'azione è rintracciabile nelle parole che si usano tutte le
volte che si pone una domanda, si fa un'affermazione o si dà un ordine.

Nella formulazione di un messaggio si compiono tre atti:


1. Atto locutivo: consiste nella formazione del messaggio con una certa attenzione alla sua
struttura linguistica. Atto con cui il parlante costruisce il messaggio, concentrandosi sulla sua
struttura.
2. Atto illocutivo: con il quale si manifesta un'intenzione comunicativa sottostante all'enunciato,
una volontà di agire da parte del locutore. Dà rilievo al suo significato oggettivo, al suo valore.
3. Atto perlocutivo: con il quale si cerca di produrre un effetto nell'interlocutore. Si concentra
sull'effetto che vuole ottenere.

Searle ha cercato di classificare altri atti illocutivi come la domanda, la richiesta, la dichiarazione, la
promessa… e ciascuno per ottenere l'effetto che è nell'intenzione del parlante deve rispondere a delle
precise REGOLE COSTITUTIVE di quella specifica classe di atti: rappresentano le condizioni di buona
riuscita, di successo della sua intenzione comunicativa.

Spesso l'atto illocutivo è mascherato da accorgimenti locutivi (e preposizionali) che lo travestono di


parole che sembrerebbero esprimere un'altra intenzione comunicativa, meno diretta nei confronti
dell'interlocutore. Es. delle richieste sotto forma di domanda come potresti apparecchiare la tavola?.
Questi atti linguistici in cui l'atto locutivo non è trasparente rispetto all'atto illocutivo implicito, sono
detti ATTI LINGUISTICI INDIRETTI.

Non è prevedibile in quale forma si realizzerà un'intenzione comunicativa.

Atti linguistici, comunicazione e contesto

- Camaioni atto illocutivo nei bambini e successi a crescita cognitiva.

- Levinson deissi

Atti linguistici e funzioni comunicative

Se la lingua è uno strumento da usare, essa può servire a svolgere delle funzioni.
Jakobson schema a SEI FUNZIONI basato sul modello della comunicazione audio-verbale (cap. 3).
1. Funzione emotiva: se lo scambio avviene per permettere al parlante di esprimere le sue
credenze e i suoi sentimenti. Es. sono lieta di comunicarti che…
2. Funzione conativa: se il parlante intraprende lo scambio per influenzare il ricevente, farlo agire
in un certo modo. Es. passami il sale
3. Funzione poetica: se al centro è posto il messaggio e l'evento comunicativo "gioca" attorno alla
capacità che i suoi significati e i suoi significanti hanno di evocare "oltre" quell'evento. Es. quello
spirto guerriero ch'entro mi sfugge
4. Funzione metalinguistica: se l'oggetto dello scambio è il codice usato dagli interlocutori in
quanto tale, con la sua struttura, le sue regole. Es. non si dice *venghi!
5. Funzione fatica: se lo scambio nasce per rinsaldare la coesione tra gli interlocutori, quindi aprire
o verificare l'esistenza di un canale che li unisce, ma senza comunicare precise informazioni.
Es. pronto?, mi senti?, ehi scusa!, hai sentito cosa ti ho detto? …
6. Funzione referenziale: se lo scambio nasce per trasmettere un'info riguardo al referente.
Es. i negozi chiudono alle 19:30.

9.1.2 La logica della conversazione

Grice ha analizzato una particolare forma di collaborazione comunicativa, la CONVERSAZIONE,


considerandola come un tipo di interazione cooperativa.

Essa si realizza in 4 livelli, chiamati MASSIME CONVERSAZIONALI:


1. MODO: bisogna essere chiari, inequivoci, ordinati nell'esposizione
2. QUALITA': esporre solo fatti veritieri
3. PERTINENZA: esporre fatti pertinenti al contesto
4. QUANTITA': non eccedere né limitarsi in ciò che si dice

Semantica frasale: implicature e presupposizioni

COMPRENSIONE dei messaggi trasmessi da parte dei partecipanti e delle frasi che essi possono
formulare.

Le massime conversazionali di Grice rientrano in un quadro più ampio che studia la semantica frasale
in base alle IMPLICATURE CONVERSAZIONALI: si intende dar conto di come i partecipanti a una
conversazione possano compiere le inferenze che permettono loro di convergere su significati
condivisi, dedotti da regole contestuali di natura sociale. È quindi fondamentale saper compiere
inferenze pragmatiche accedendo alle implicature di Grice.

Inferenze che si basano sul concetto di PRESUPPOSIZIONE Stalnaker e Sbisà: sono compiute sulla
base di alcune espressioni linguistiche che aprono l'accesso a info extra-linguistiche che completano
l'attribuzione di significato a un messaggio.

ENCICLOPEDIA: insieme delle conoscenze che gli interlocutori posseggono sulla base della loro
cultura e delle loro esperienze.

È anche necessario che gli interlocutori sappiano quali sono le info già conosciute (DATE)
dall'ascoltatore, e quali invece sono per lui NUOVE. Halliday

Le modalità con cui si distribuisce la FORZA INFORMATIVA di quanto si va affermando è oggetto di


studi e di apprendimento dai tempi della retorica classica. Mortara Garavelli

Comunicazione referenziale e pragmatica cognitiva

La buona riuscita di uno scambio comunicativo si basa su un CONTRATTO di reciproca responsabilità


nella gestione passo per passo di quanto viene detto e capito, fino al raggiungimento di un accordo
accettabile da entrambi sull'argomento in questione. Clark & Wilkes-Gibbs

--> parlante: esprime volontà di comunicare realmente formulando messaggi chiari, sinceri e completi
e nel mentre controlla gli effetti sull'ascoltatore.
--> ascoltatore: deve fornire feedback al parlante.
=> la scambio procederà quindi attraverso una sequenza di successivi accordi raggiunti dai
partecipanti, detti CONTRIBUTI.

Albano Leoni et alii studiano dialoghi raccolti in diverse città italiane e classificano le loro parti in
MOSSE CONVERSAZIONALI compiute dai parlanti per il raggiungimento dell'obiettivo.

Camaioni si apprende l'articolata capacità di portare a buon fine una COMUNICAZIONE


REFERENZIALE.
Abilità necessarie per acquisire la competenza referenziale come parlante:
• Abilità percettive per discriminare le differenze tra il referente e altri oggetti non-referenti
• Abilità nel saper procedere con il metodo del confronto per individuare quali differenze sono
essenziali per discriminare il referente
• Memoria di lavoro per tenere a mente queste caratteristiche in attesa di verbalizzarle
• Abilità linguistiche per tradurle in un mex verbale

Abilità dell'ascoltatore:
○ Capacità di monitorare costantemente la propria comprensione
○ Saper individuare ambiguità o errori
○ Capire che cosa il messaggio verbale del parlante ha creato ambiguità
○ Sapervi porre rimedio

PRAGMATICA COGNITIVA: cerca di chiarire la natura cognitiva dei meccanismi necessari alla
comunicazione. Bara

Bara, Bosco e Bucciarelli --> sviluppo TEORIA DELLA MENTE: attribuire agli interlocutori
rappresentazioni mentali e in particolare di distinguere queste rappresentazioni mentali dalle proprie.

Marini & Carlomagno studi sulle patologie della comunicazione.

L'oggetto di studio di queste ricerche non è solo il DISCORSO, cioè un qualsiasi testo prodotto da un
parlante in relazione a un contesto ( Brown & Yule ), ma l'analisi più generale di tutti gli scambi
comunicativi del parlante con i suoi interlocutori.
=> caratteristiche di uno scambio conversazionale messe in evidenza a partire dagli anni '70 dal ramo
della sociologia detto "etnometodologia della comunicazione":
▪ Uso del canale fono-acustico attraverso l'uso anche del livello sovrasegmentale; le strutture
morfo-sintattiche (interruzioni, ellissi, sovrapposizioni, ridondanze); accesso al livello semantico-
lessicale (deissi, omissioni, ripetizioni) --> livello linguistico
▪ Adattamenti dei messaggi a contesti diversi; individuazione e correzione degli errori e degli
insuccessi comunicativi; sviluppo coerente dell'argomento; rispetto delle regole che disciplinano
i turni di parola; rituali di apertura e chiusura degli scambi; rinvii alle conoscenze condivise; uso
dei canali non verbali in sostegno o in sostituzione della verbalità; ruolo delle pause e dei
silenzi. --> livello pragmatico

9.2 L'ANALISI TESTUALE

Mortara Garavelli: TESTO: unità comunicativa, orale o scritta, che può essere costituita da uno o più
enunciati e che in tutti i casi si caratterizza per la presenza di relazioni interne linguistiche e
concettuali e di legami all'esterno con il CONTESTO nel quale viene prodotto.
La sua TESTUALITA', cioè la sua natura di testo, nasce dall'insieme di tutte queste relazioni.

9.2.1 Criteri di testualità

De Beaugrande & Dressler hanno studiato l'insieme delle relazioni interne ed esterne che legano tra
loro gli elementi testuali, organizzandolo in SETTE CRITERI DI TESTUALITA'.

1. COESIONE: realizza la struttura linguistica del testo attraverso una rete di richiami semantico-
lessicali, morfosintattici e prosodici che rendono coesi gli enunciati tra loro. Es. giunzioni,
ripetizioni, co-referenze, parafrasi, parallelismi ed ellissi.
2. COERENZA: collegamenti logico-concettuali, semantici, degli enunciati tra loro. Possono essere
attivati da relazioni di coesione o da rimandi al contesto. Il significato del testo lo si capisce non
solo dal significato delle parole/frasi, ma anche dalle loro relazioni con il contesto.
3. INTENZIONE COMUNICATIVA: scopo comunicativo del parlante che raccoglie in sé tutti i
singoli passaggi semantici. "Tessere i fili del discorso" per renderlo comprensibile all'ascoltatore.
4. ACCETTABILITA': consiste nel ritenere che il testo sia accettabile come tale. Sostegno
importante per l'ascoltatore, nel momento in cui deve formulare le inferenze necessarie a
completare il significato del testo.
5. INFORMATIVITA': valutazione da parte del locutore di quanto sia già noto al suo interlocutore e
cosa no.
6. SITUAZIONALITA': insieme di relazioni con il contesto nel quale il testo si situa. Es. torno
subito…
7. INTERTESTUALITA': un testo è sempre riconducibile a un certo tipo di testi e ne riproduce
almeno in parte la comune struttura di fondo.

9.2.2 L'organizzazione concettuale dei testi

Il testo è stato oggetto di studio anche della psicologia cognitiva che ha prodotto alcune teorie sull'
ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE DEI TESTI.

PROPOSIZIONI: unità cognitive formate da un PREDICATO e dai suoi ARGOMENTI.


=> costruzione di MICROSTRUTTURE CONCETTUALI che raccolgono il significato generale delle
frasi --> formazione di tante microstrutture, che vengono inviate in una memoria a lungo termine
dove restano finché non vengono confrontate con altre microstrutture => MACROSTRUTTURA:
significato globale del testo.
Più la macrostruttura coincide con la SUPERSTRUTTURA (schema ideale dello specifico tipo di testo),
più il processo sarà facile.

GRAMMATICA DELLE STORIE: studia la superstruttura del testo narrativo.


Stein & Glenn: le narrazioni rispondono tutte a una struttura di base (grammatica) attraverso cui la
nostra mente riesce a produrre e capire i testi narrativi. Una storia che risponda alla grammatica delle
storie vuol dire che ha organizzato i suoi contenuti in reti concettuali, a loro volta organizzate in
CORNICI CONCETTUALI (frames, Minsky) : raccolgono le rappresentazioni della realtà che
convergono insieme perché riguardano persone, oggetti e azioni vissuti nell'esperienza in modo
unitario.
COPIONE: sceneggiatura dell'evento in questione che raccoglie e organizza le rappresentazioni
mentali relative alle coordinate spazio temporali, le azioni, gli attori… Schank & Abelson

9.2.3 Semantica testuale

Ciceri & Bagarozza affermano che ogni significato si configura all'interno di una CORNICE che
raccoglie e organizza info della realtà trasformate in rappresentazioni mentali collegate tra loro
attraverso COPIONI: rappresentazioni della realtà generate da episodi di esperienza ripetuti. Nelson

9.2.4 La comprensione del testo

Castelfranchi & Parisi modello delle RETI COGNITIVE: la comprensione del testo avviene in tre
momenti che possono avvenire a livelli diversi ma contemporaneamente.
3 tipi di reti cognitive diverse che interagiscono tra loro:
- Strutturale: risultato della trasformazione cognitiva degli aspetti linguistici del testo in
proposizioni formate da argomenti e predicati --> traduzione del livello linguistico nel livello
cognitivo in cui avvengono le successive operazioni mentali per capire il testo. Costituita da un
--> come mai l'autore dice…?
insieme di nodi che individuano i chi e i cosa.
- Esplicativa: stabilisce i legami logico-semantici tra questi nodi, i perché che collegano queste
proposizioni. Importanti le info extra-testuali
- Della gerarchia di scopi: cogliere le intenzioni comunicative dell'autore a livelli sempre più
complessi.

Potrebbero piacerti anche