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La Cabina Digitale

Guida alle Cabine MT/BT 2020

se.com/it
Guida alla Cabina Indice generale
MT/BT Digitale

A - Scopo della guida............................................................................... A-3

B - Impianto MT........................................................................................ B-9

C - Apparecchiature MT......................................................................... C-39

D - Trasformatori MT/BT......................................................................... D-89

E - Carpenterie BT................................................................................E-109

F - Studio del coordinamento delle protezioni........................................ F-113

G - Condizioni ambientali......................................................................G-125

H - Sicurezza dei beni e delle persone..................................................H-131

I - Connessioni....................................................................................... I-149

L - Manutenzione ................................................................................. L-156

M - La Cabina Digitale......................................................................... M-161

Appendice 1 - DImensionamento del locale cabina

Appendice 2 - Esempi pratici: Schede di manutenzione

Appendice 3 - Esempi pratici: Quadri MT

1
2
Guida alla Cabina A - Scopo della guida
MT/BT Digitale

l Introduzione........................................................................................................................A-4

l La trasformazione della cabina MT-BT........................................................................A-4

l I vantaggi di una cabina digitale...................................................................................A-5

l L’approccio di Schneider Electric.................................................................................A-6

l i-project 6.............................................................................................................................A-7

A-3
Guida alla Cabina Scopo della guida
MT/BT Digitale

Introduzione
Questo documento è destinato prevalentemente a chi volesse informazioni
in linea generale sul tema Cabina MT/BT.
La progettazione e la costruzione di una cabina elettrica richiedono una
completa conoscenza degli aspetti normativi e legislativi, al fine di una corretta
definizione dello schema elettrico e di una oculata scelta delle apparecchiature
in relazione alla continuità di esercizio e alla sicurezza del personale.
Si tralasciano volutamente alcuni temi, come ad esempio la parte edile,
in quanto argomenti ampiamente trattati nei documenti specifici dell’Ente
Distributore, nella Norma CEI 0-16 e nella Guida CEI 99-5.
La progettazione in Bassa Tensione, compresi i criteri di scelta delle
apparecchiature, è trattata nel documento “Guida al Sistema Bassa Tensione”
(cod. LEESGTB120HI).

L’ente distributore può consegnare l’energia direttamente in bassa tensione


o in media tensione. La scelta del livello di tensione deve rispettare gli obblighi
descritti dalle norme CEI 0-16 e CEI 0-21:
l per potenze superiori a 200 kW è obbligatoria la fornitura MT;
l per potenze fra i 100 e 200 kW è facoltà del distributore scegliere il livello
di tensione BT o MT.
Tale scelta può dipendere dall’ente distributore nei casi di indisponibilità locale
di linee BT o per saturazione delle linee a disposizione.
La cabina di trasformazione ha la sua ragione d’esistere quando risulta
evidente la sua convenienza tecnico economica, avendo valutato il costo
della realizzazione della cabina in relazione agli eventuali costi di trasporto
dell’energia elettrica, a seconda che sia fornita in bassa anziché in media
tensione. La costruzione di una cabina di trasformazione può risultare
conveniente perché in MT il costo dell’energia elettrica è minore e la
distribuzione risulta essere più affidabile.

In questo documento verranno prese in considerazione le cabine MT/BT,


idonee ad alimentare insediamenti di attività commerciale ed industriale medio/
piccola. In questo contesto non verranno analizzate le grandi cabine dedicate
all’industria pesante di processo ma tratteremo, quindi, delle cabine per potenze
installate superiori a 0,1 MVA.

La trasformazione della Cabina MT-BT


In tutto il mondo si sta assistendo a rapidi cambiamenti nel modo con cui
viene generata, distribuita e consumata l’energia elettrica: siamo in una fase di
“transizione energetica” che sta portando ad un nuovo paradigma energetico
che può essere descritto da quatto fattori chiave:
l la Decarbonizzazione che è un obiettivo fondamentale per rispettare gli
Accordi della Conferenza di Parigi sul Clima;
l la Decentralizzazione della produzione che avviene sempre di più sulle reti di
Media e Bassa tensione imponendo nuove regole al sistema;
l la Digitalizzazione che sta influendo su ogni aspetto della società moderna.
Dal modo in cui viviamo, amministriamo un business fino al modo in cui gestiamo
l’energia. Dispositivi “intelligenti” consentono di raggiungere maggiore efficienza
e controllo in perfetto accordo al Piano Industria 4.0 e Piano Impresa 4.0;
l lo sviluppo delle fonti rinnovabili con produzione elettrica localizzata sta
influendo infine sull’aumento dell’Elettrificazione dei consumi soprattutto per
quanto riguarda i trasporti e i sistemi di riscaldamento.
Questo nuovo paradigma energetico sta emergendo anche Italia come
evidenziato sia dalla Strategia Energetica Nazionale che della proposta
di Piano Nazionale Energia e Clima sviluppati per contribuire agli obiettivi
europei di energia e ambiente e mantenere la sicurezza energetica nazionale.
Il Piano Nazionale Energia e Clima prevede ad esempio di passare dall’attuale
35% della Quota FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) nei consumi elettrici
registrata nel 2018 al 55% entro il 2030.
Contemporaneamente sta aumentando la sensibilità dei carichi elettrici
alle interruzioni di servizio e se in passato era sufficiente avere dispositivi
tradizionali di media e bassa tensione per mantenere un buon servizio oggi
non è più sufficiente anche perché la manutenzione deve essere sempre più
efficace, rapida ed economica.
In questo contesto le Cabine Elettriche di Trasformazione e Distribuzione hanno
un ruolo rilevante per mantenere la continuità di servizio in sistema elettrico
sempre più sotto stress.

A-4
I vantaggi di una Cabina Digitale
È necessario sfruttare tutti i vantaggi delle nuove tecnologie per progettare un
nuovo concetto di cabina in grado di raccogliere i dati dalle apparecchiature
per inviare allarmi e suggerimenti per il miglioramento dell’efficienza e della vita
delle apparecchiature: occorre una Cabina MT/BT Digitale.
Massimizzare la continuità di servizio
Avere impianti di distribuzione elettrica moderni e flessibili al servizio del proprio
Business permette alle aziende di ottimizzare i propri investimenti attraverso
una più efficiente pianificazione delle proprie attività.
Grazie al Sistema MT/BT Smart oggi è possibile monitorare:
l i consumi
l la disponibilità al funzionamento dei componenti
l l’accesso ai locali da parte del personale o persone esterne
l le condizioni ambientali e di esercizio delle apparecchiature.
Il tutto è possibile farlo attraverso un’interfaccia grafica semplice e intuitiva
in locale e da remoto attraverso cloud.
Ridurre i tempi di ripristino
Avere impianti di distribuzione elettrica che consentano di essere ripristinati
velocemente e senza onerosi e complessi interventi specialistici significa
per le aziende che li hanno a disposizione:
l minimizzare le perdite economiche dovute all’indisponibilità del proprio
impianto in caso di guasto pianificando meglio le attività del personale più
o meno specializzato;
l minimizzare il tempo in cui l’impianto sia esposto a condizioni di rischio;
l massimizzare la velocità e la semplicità nel ritornare nelle condizioni
di esercizio normali.
Rispettare gli obblighi normativi
Avere impianti di distribuzione elettrica rispondenti alle normative vigenti in
ambito di sicurezza e di efficienza energetica, al servizio del proprio business
permette alle aziende di:
l controllare costantemente gli interventi manutentivi, programmarli e registarli
grazie all’acquisizione continua delle informazioni su asset e delle condizioni
ambientali, in coerenza con gli obblighi legislativi e normativi vigenti;
l monitorare e registrare andamenti di consumo con dati storici e archivi
di riferimento anche per rispettare gli obblighi legislativi:
l Poter operare in condizioni di sicurezza.
Massimizzare la durata delle apparecchiature
Avere impianti di distribuzione elettrica durevoli al servizio del proprio business
permette di:
l ammortizzare gli investimenti aziendali su un periodo temporale più lungo;
l disporre di sistemi dotati di una vita maggiore;
l migliorare i consumi energetici, delle materie prime, della disponibilità
di componentistica e ricambi quando serve.
Monitorare ed ottimizzare i consumi energetici
Avere impianti di distribuzione elettrica moderni che consentano di controllare
i consumi energetici permette di:
l ridurre i costi di produzione del singolo prodotto finito o servizio;
l confrontare trend ed andamenti di consumo con dati storici o di medie
di riferimento.

A-5
Guida alla Cabina Scopo della guida
MT/BT Digitale

L’approccio di Schneider Electric


Per le aziende è giunto il momento di sfruttare al massimo l’Internet of Things
che, unendo i mondi delle tecnologie operative e di quelle informatiche,
trasforma i dati non utilizzati precedentemente in informazioni che permettono
alle imprese di prendere decisioni ed ottenere importanti benefici,
a fronte di costi sempre sempre più ridotti.
In Schneider Electric siamo impegnati a migliorare la sicurezza, l’affidabilità,
l’efficienza, la sostenibilità e la connettività dei business dei nostri clienti.
Schneider Electric ha elaborato una soluzione che porta notevoli vantaggi
all’utente. Il suo Sistema MT/BT Smart, in quanto semplice e scalabile, permette
di implementare la migliore scelta tecnica anche per le applicazioni più piccole.
Realizziamo questo con EcoStruxure la piattaforma unica, aperta, che frutta
tutte le potenzialità dell’Internet delle cose e che permette di fare “innovazione
a tutti i livelli”.
EcoStruxure sfrutta le nuove tecnologie nell’ambito IoT, mobilità, cloud, analytics
e cybersecurity sviluppandosi su tre livelli: Connected Product, Edge Control e
App, Analytics & Services.
Sfruttando le competenze sviluppate negli anni nei settori Building, Data Center,
Industry e Grid, sviluppiamo le nostre soluzioni su sei architetture dedicate:
l Building
l Power
l Data Center
l Machine
l Plant
l Grid

EcoStruxure Architecture

Buildings Datacenters Industry Infrastructure

Apps, Analytics and Services


Cybersecurity

Cloud and/or
On Premise
End to End

Edge Control

Connected Products

EcoStruxure™ EcoStruxure™ EcoStruxure™ EcoStruxure™ EcoStruxure™ EcoStruxure™


Building Power IT Machine Plant Grid

Con questo approccio stiamo connettendo al cloud o alle piattaforme


“on premise” milioni di sensori; analizziamo i dati per trarne informazioni
utili e permettere ai nostri clienti di chiudere così il ciclo: dai dati in tempo
reale alle decisioni di business.
La piattaforma EcoStruxure è tecnologico su cui le nostre soluzioni sono
sviluppate e realizzate. Utilizziamo i più recenti protocolli di comunicazione
aperti basati su standard internazionali per abilitare la connettività, utilizzare
analytics nativi all’interno dei dispositivi smart ed eseguire azioni di comando
e controllo.

A-6
EcoStruxure è già presente con più di 450.000 installazioni con più di 1 miliardo
di dispositivi connessi in tutto il mondo attraverso il supporto di 9.000 partner.
Connected Products: La piattaforma abilita la connessione ai prodotti sia
Schneider Electric sia di terze parti come ad esempio sensori, drivers,
interruttori, UPS, protezioni e altro. Strumenti con intelligenza integrata portano
a migliori e più rapide decisioni.
Edge Control: Gli scenari critici hanno sempre elementi imprevedibili;
in una piattaforma IoT è fondamentale uno strato di controllo sul campo.
Il livello Edge Control è in grado di sostenere le decisioni in tempo reale
gestendo in maniera sicura e affidabile gli impianti.
Apps, Analytics & Software: per gestire diversi hardware e software è
fondamentale poter gestire qualsiasi sistema aperto per creare un integrazione
completa e fornire servizi grazie anche ai motori di analytics oggi disponibili
L’architettura EcoStruxure è progettata secondo criteri di Cybersecurity
per la protezione delle informazioni sia per la parte OT che per la parte IT.

i-project 6
I concetti espressi nella Guida alle Cabine MT/BT sono alla base della
realizzazione del software i-project 6, a cui è dedicato il capitolo del
Coordinamento delle Protezioni.
La conoscenza della guida consentirà una migliore comprensione del software
e quindi un migliore sfruttamento pratico dello stesso software
per la progettazione rapida degli impianti in modo sicuro ed economico.
Il software i-proiect 6 è un programma destinato a chi opera nel settore
dell’impiantistica elettrica ed è di supporto allo studio dell’impianto elettrico
di media e bassa tensione e alla realizzazione del documento di progetto.

A-7
A-8
Guida alla Cabina B- Impianto MT
MT/BT Digitale

l Normative di riferimento............................................................................................... B-10

l Regole di Connessione ................................................................................................ B-10


Utenti Passivi................................................................................................................... B-11
Utenti Attivi...................................................................................................................... B-16

l UPS..................................................................................................................................... B-21

l Architetture della rete di Media Tensione ...............................................................B-24

l Modalità di gestione del Neutro................................................................................. B-26

l Correnti di corto circuito.............................................................................................. B-32

l Criteri generali di progettazione e scelta delle apparecchiature .................... B-38

B-9
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Normative di riferimento
La progettazione di un impianto elettrico deve essere elaborata per soddisfare
le esigenze di funzionamento e di servizio, nel rispetto dei fondamentali requisiti
della sicurezza. Il progetto è un documento di natura tecnica, regolamentato
da testi normativi (tecnici) e legislativi. Questi guidano alla scelta appropriata
di apparecchiature che rispondono ai requisiti della regola dell’arte e ne
definiscono le modalità di installazione e di utilizzo per il corretto esercizio
dell’impianto. In particolare, per gli impianti elettrici in media tensione si fa
riferimento alle seguenti norme e guide tecniche:
l norma CEI EN 61936-1 (CEI 99-2) “Impianti elettrici con tensione superiore
a 1 kV in c.a. Parte 1: Prescrizioni comuni”;
l norma CEI EN 50522 (CEI 99-3) “Messa a terra degli impianti elettrici
a tensione superiore a 1 kV in c.a.”;
l norma CEI 0-16 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti
attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica”;
l guida CEI 99-4 “Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT
del cliente/utente finale”;
l guida CEI 99-5 “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra delle utenze
attive e passive connesse ai sistemi di distribuzione con tensione superiore
a 1 kV in c.a.”;
l norma CEI 11-27 “Lavori su impianti elettrici.
Le norme e guide tecniche elencate sono pubblicate dal CEI e disponibili
dal sito www.ceinorme.it

Regole di Connessione
l Le prescrizioni di riferimento per la connessione alla rete in media tensione
degli impianti degli utenti, sono contenute nella norma CEI 0-16.
La prima edizione è stata pubblicata ad aprile del 2008, e resa cogente
dalla delibera 33/08 della AEEGSI.
Questa norma ha sostituito le regole tecniche dei singoli distributori di energia
elettrica, in particolare la DK5600 di ENEL da cui sono stati estrapolati una buona
parte dei riferimenti.
Le indicazioni contenute tengono in considerazione sia le esigenze della
distribuzione dell’energia elettrica e della sicurezza funzionale delle reti,
sia le esigenze degli utenti.
La seconda edizione della norma, pubblicata ad agosto 2008, è stata introdotta
dalla delibera 119/08 che prevedeva una proroga per le disposizioni riguardanti
il sistema di protezione generale.
La terza edizione, del dicembre 2012, è invece una conseguenza delle delibere
84/2012 e 344/2012, che hanno reso obbligatorio il recepimento degli allegati
tecnici A70 ed A72 di TERNA.
Tali allegati sono stati elaborati per gestire gli squilibri fra energia elettrica
prodotta e consumata, a seguito dell’introduzione sulla rete elettrica, sempre
più considerevole, di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente
programmabili e controllabili.
Nel momento infatti in cui l’energia prodotta supera quella richiesta, si verifica il
fenomeno della “inversione di flusso”, cioè l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici
ed eolici risale, dal lato BT a quello MT e AT. In origine, prima dell’introduzione degli
impianti da fonti rinnovabili, l’equilibrio fra la produzione e la richiesta di energia,
era gestito dalle centrali di produzione con generatori rotanti tradizionali.
Da questo fenomeno possono orginarsi diverse problematiche, fra cui ricordiamo:
l la formazione di isole indesiderate, ovvero la mancata separazione dell’impianto
di produzione dalla rete in occasione di guasti esterni ed aperture degli organi
di manovra di cabina primaria;
l la variazione di frequenza sulle reti elettriche, legata allo squilibrio tra la potenza
di carico e quella resa disponibile dal sistema di generazione;
l la comparsa dei buchi di tensione a seguito di guasti sulle reti, che possono
provocare il distacco degli impianti di produzione;
l l’innalzamento del valore di tensione nel punto di connessione dell’impianto
produttore, dovuto all’iniezione in rete di energia puramente attiva senza controllo
di quella reattiva.
L’ultima edizione della norma è dell’aprile 2019, stabilisce le prescrizioni tecniche
sul collegamento alla rete di impianti dotati di sistemi di accumulo, necessario
per immagazzinare ed utilizzare l’energia elettrica in un momento differente
da quello in cui viene prodotta o assorbita dalla rete.
Introduce inoltre nuovi requisiti per i generatori al fine di allinearsi con quanto
richiesto dai regolamenti europei emanati negli ultimi anni.

B-10
Utenti Passivi
L’ente distributore può consegnare l’energia direttamente in bassa tensione
o in media tensione.
La norma CEI 0-16 indica che l’energia sia resa disponibile in bassa tensione
per potenze fino a 100-200kW.
Tuttavia per la scelta fra bassa e media tensione devono essere valutati alcuni
aspetti che dipendono:
l dall’ente distributore, per indisponibilità locale di linee BT o per saturazione
delle linee a disposizione;
l dall’utente, per l’entità della potenza ed energia richiesta e l’utilità di avere
una propria rete MT per la distribuizione ai reparti.
La costruzione di una cabina di trasformazione può essere conveniente perché
in MT il costo dell’energia è minore e la distribuzione risulta più affidabile.

Schema di impianto per la connessione


La soluzione impiantistica da rispettare per tutti gli utenti è la seguente:

Schema di collegamento fra la cabina del distributore presso l’utenza e l’impianto che si configura come punto di prelievo.

Legenda
D locale del Distributore presso l’utenza
M locale misura
U locale Utente
SL scomparto (cella) per linea
SC scomparto (cella) per consegna
C punto di connessione
1 gruppo misura
2 dispositivo generale dell’Utente
3 scomparto presente/da prevedere per collegamento entra/esce

Nota: i criteri di dimensionamento sono spiegati nella norma CEI 0-16; il cavo di
collegamento MT, comprese le due terminazioni, deve essere il più corto possibile
(massimo 20 m) e di sezione almeno equivalente a 95 mm2 di rame.

B-11
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Dispositivo generale (DG)


Gli impianti di utente per la connessione devono essere collegati alla rete
attraverso uno o più dispositivi di sezionamento e interruzione.
In particolare, sono sempre necessari un sezionatore ed un interruttore,
e il loro insieme è definito dispositivo generale DG.

Sezionatore tripolare CEI EN 62271-102 e interruttore tripolare


CEI EN 62271-100 con sganciatore di apertura, in esecuzione fissa.
In alternativa è possibile utilizzare un interruttore tripolare in esecuzione
estraibile conforme alla norma CEI EN 61271-200 con sganciatore di apertura.
In questo caso la funzione di sezionamento viene conseguita mediante
l’estraibilità dell’interruttore.

La parte di impianto immediatamente a valle del cavo di collegamento, indicata


con il numero 2 nello schema della pagina precedente, può essere realizzata
con il seguente schema, dove sono rappresentate anche le apparecchiature che
compongono il DG e SPG.

Il sezionatore e l’interruttore sono tipicamente contenuti in un’unica unità


funzionale di media tensione e la loro sequenza può eventualmente essere
invertita. Nel caso di impianto per la connessione con due montanti MT dalla
sbarra principale, è possibile omettere il dispositivo generale. In questo caso,
le funzioni normalmente attribuite al DG sono assolte dai dispositivi dei singoli
montanti, su ciascuno dei quali si devono prevedere le protezioni
e le regolazioni tipiche del DG. Lo schema da rispettare sarà il seguente:

Questo tipo di configurazione è ammesso purchè siano rispettate


le seguenti condizioni:
l realizzazione con un unico quadro MT;
l nessuna apparecchiatura ulteriore installata sulla sbarra MT, oltre a quelle
indicate sullo schema.

B-12
EcoStruxure Power™ Sistema di protezione generale SPG
Determina l’apertura dell’interruttore generale, a seguito dell’individuazione
Con una cabina MT/BT digitale di guasti interni dell’impianto utente, ed evitare che si ripercuotano sulle rete
puoi monitorare 24/7 lo stato del distributore.
della protezione generale Il SPG è composto da:
on dati real time, trend storici l trasformatori di corrente di fase TA e di terra TO, eventualmente anche
trasduttori di tensione TV, con i relativi cavi di connessione al relè di protezione;
e allarmi.
l relè di protezione PG in grado di rilevare guasti per massima corrente di fase
e guasti a terra;
Scopri come a pagina M-235
l circuito di apertura dell’interruttore generale di utente.

Nota: è possibile installare il TO anche a valle del DG

L’utente è responsabile del corretto funzionamento del SPG.


In caso di interventi intempestivi o mancati interventi, l’utente è tenuto a fornire
al distributore le informazioni di avviamento e scatto delle protezioni, con
riferimento temporale, necessarie per la ricostruzione dell’evento.

Protezione generale PG
Le funzioni di protezione che il relè deve realizzare vengono di seguito descritte.
Massima corrente di fase almeno bipolare a tre soglie:
l prima soglia, a tempo dipendente, per rilevare gli eventi di sovraccarico,
indicata con il simbolo I>;
l seconda soglia, con ritardo intenzionale, per rilevare sovraccarichi di elevata
entità, indicata con il simbolo I>>;
l terza soglia, con ritardo intenzionale, per rilevare i corto circuiti polifase,
indicata con il simbolo I>>>.
Massima corrente omopolare a due soglie:
l prima soglia, per rilevare gli eventi di guasto monofase a terra, indicata
con il simbolo Io>;
l seconda soglia, per rilevare gli eventi di doppio guasto monofase a terra,
indicata con il simbolo Io>>.
Massima corrente direzionale omopolare (quando il contributo alla corrente
capacitiva di guasto monofase a terra della rete MT dell’utente supera l’80%
della corrente di regolazione indicata dal distributore per la protezione Io>):
l prima soglia, per rilevare gli eventi di guasto monofase a terra con
funzionamento in regime di neutro compensato, indicata con il simbolo 67N.S1;
l seconda soglia, per rilevare gli eventi di guasto monofase a terra con
funzionamento in regime di neutro isolato, indicata con il simbolo 67N.S2
Inoltre, per reti a neutro isolato, in presenza di protezione 67N.S2, è necessario
prevedere anche la protezione Io>>, mentre per reti a neutro compensato Io>>
deve sempre essere presente.
I valori di regolazione delle varie protezioni devono essere impostati dall’utente
sulla base di quanto comunicato dall’ente distributore, sulla norma CEI 0-16
sono indicate le regolazioni minime.

B-13
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Limiti di installazione ed esercizio dei trasformatori


E’ stabilito un limite per la taglia del singolo trasformatore MT/BT, allo scopo di
contenere la potenza complessiva di cortocircuito.
L’ente distributore deve comunicare il limite di potenza massima del singolo
trasformatore, riferito ad una tensione di corto circuito tipica del 6%, che l’utente
può installare nel proprio impianto al fine di evitare l’intervento della protezione
di massima corrente installata sulla linea MT che lo alimenta,
in caso di cortocircuito sulle sbarre BT.

La norma indica i seguenti limiti:


l 1600 kVA per reti a 15 kV
l 2000 kVA per reti a 20 kV
È possibile l’utilizzo di trasformatori di taglia superiore con il vincolo di
mantenere costante la corrente di guasto, questo è ottenibile aumentando
il valore della tensione di corto circuito.
Per esempio a 15 kV, la taglia passa da 1600kVA con Vcc=6%, a:
l 2000 kVA se Vcc=8%
l 3200 kVA se Vcc=10%
Il limite di taglia si applica all’insieme di trasformatori in parallelo sulla stessa
sbarra BT.
Ad esempio, 2x800 kVA = 1600 kVA

Inoltre, la norma CEI 0-16, prescrive un limite sulla potenza che può essere
energizzata contemporaneamente.
Questo viene richiesto per contenere le correnti di inserzione, ed evitare
l’apertura oltre che del dispositivo generale di utente, anche dell’interruttore
di linea in cabina primaria.
L’utente non può installare trasformatori per una potenza totale superiore
a tre volte il limite di taglia del singolo trasformatore.

Limite di potenza trasformatori


Tensione [kV] Potenza [kVA]
15 3 x 1600
20 3 x 2000

B-14
Se l’utente ha la necessità di utilizzare una potenza maggiore di questo limite,
può impiegare un dispositivo che, al mancare della tensione di rete per un
tempo superiore a 5 s, provveda a distaccare i trasformatori che superano
il limite di potenza installabile, e ne consenta la successiva ri-energizzazione
con un tempo differito di almeno un secondo.
Può essere ad esempio impiegata una protezione di minima tensione (27)
in doppia soglia, la prima utilizzata per disconnettere i trasformatori eccedenti
il limite, la seconda per dare il consenso alla richiusura al ritorno di tensione.

27.S1

Applicazione del relè di minima tensione (27), prima soglia per distacco

27.S2
Relé di minima V,
seconda soglia

Applicazione del relè di minima tensione (27), seconda soglia per richiusura

Se i trasformatori, pur rispettando i limiti sopra previsti, danno origine a una


corrente di energizzazione tale da provocare comunque l’apertura del DG,
è possibile attivare una soglia di ritenuta di seconda armonica, tipicamente
impostata al 17%, che in determinate condizioni evita l’apertura indesiderata
del DG stesso.

B-15
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Utenti Attivi
Definizione di utente attivo
Utenti che utilizzano qualsiasi macchinario (rotante o statico) che converta
ogni forma di energia utile in energia elettrica in corrente alternata previsto
per funzionare in parallelo (anche transitorio) con la rete.
A questa categoria appartengono anche tutti gli utenti che installano sistemi
di accumulo diversi dagli UPS.

Schema di impianto per la connessione


La soluzione impiantistica da rispettare per tutti gli utenti è la seguente:

Sezione minima 95 mm2

Schema di collegamento fra la cabina del distributore presso l’utenza e l’impianto che si
configura come punto di immissione.

Legenda
D locale del Distributore presso l’utenza
M locale misura
U locale Utente
SL scomparto (cella) per linea
SC scomparto (cella) per consegna
C punto di connessione
1 gruppo misura
2 dispositivo generale dell’Utente
3 scomparto presente/da prevedere per collegamento entra/esce

Lay out impianto di un utente produttore


Lo schema di un impianto di un utente produttore può essere rappresentato
come di seguito:

Nel caso di Utenti attivi bisogna seguire le prescrizioni generali


che la Norma CEI 0-16 prescrive ai paragrafi da 8.4 a 8.7.
Nel caso che la potenza complessiva dei gruppi di produzione sia pari o
inferiore a a 30 kW e che essa non superi il 30% della potenza disponibile per la
connessione si devono rispettare, inoltre, le prescrizioni della Norma CEI 0-21.
Per tutti gli altri casi si applicano le prescrizioni della Norma CEI 0-16
stessa del paragrafo 8.8 in poi.

B-16
Dispositivo di interfaccia
Il DDI separa l’impianto di produzione con gli eventuali carichi privilegiati
dalla rete. Se è installato sul lato MT, deve essere costituito da:
Sezionatore tripolare CEI EN 62271-102 e interruttore tripolare
CEI EN 62271-100 con sganciatore di apertura a mancanze di tensione,
in esecuzione fissa.

L’eventuale presenza di due sezionatori di terra, uno a monte e l’altro a valle


dell’interruttore, è da prendere in considerazione in funzione delle necessità
di sicurezza in fase di manutenzione.

Oppure un interruttore tripolare in esecuzione estraibile conforme alla norma


CEI EN 61271-200 con sganciatore di apertura a mancanza di tensione.

In pratica si possono utilizzare le stesse apparecchiature che compongo il DG,


a differenza che l’apertura del DDI deve sempre essere asservita ad una bobina
di minima tensione, a garanzia della disconnessione dell’impianto di produzione.

Qualora il DDI sia installato sul livello BT, esso deve essere costituito da un
interruttore automatico con bobina di apertura a mancanza di tensione o da
un contattore coordinato con dispositivi di protezione da cortocircuito atti al
sezionamento (fusibili), conforme alla norma CEI EN 60947-4-1.
Il contattore deve essere in categoria AC-3 se sono presenti carichi privilegiati
fra l’uscita del generatore e il DDI, diversamente può essere anche in categoria
AC-1.

Per impianti con più generatori, il DDI deve essere di norma unico, in modo
da escludere contemporaneamente tutti i generatori. E’ comunque ammesso
l’impiego di più DDI comandati da un solo Sistema protezione interfaccia.

In quest’ultima circostanza, per non degradare l’affidabilità del sistema, il


comando di scatto di ciascuna protezione deve agire su tutti i DDI presenti in
impianto in modo che una condizione anomala rilevata anche da un solo SPI
disconnetta tutti i generatori dalla rete (logica or).

B-17
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Per la sicurezza dell’esercizio della rete, per impianti di produzione con


potenze superiori a 400 kW, è necessario prevedere un dispositivo di rincalzo,
che separi l’impianto dalla rete in caso di mancata apertura del DDI.
Il rincalzo consiste quindi nel portare il comando di scatto, emesso dalla
protezione di interfaccia, ad un altro dispositivo di interruzione.

Dispositivo di Generatore DDG


Separa i singoli gruppi di generazione dalla rete. Analogamente al DG,
può essere costitutito da:
Un interruttore tripolare in esecuzione estraibile con sganciatore di apertura
o, in alternativa, un interruttore tripolare con sganciatore di apertura ed un
sezionatore installato sul lato rete rispetto all’interruttore.
Il DDG può anche essere costituito da un interruttore automatico in BT,
e deve essere previsto sul montante di ogni generatore.
Se ne ha le caratteristiche può inoltre svolgere le funzioni del DDI.
E’ comunque necessario che fra il generatore e la rete di distribuzione siano
sempre presenti due interruttori in serie fra loro, o un interruttore
e un contattore.

Sistema di protezione di interfaccia SPI


Il funzionamento di un impianto di produzione in parallelo alla rete
di distribuzione, deve avvenire nel rispetto delle seguenti condizioni:
l non deve causare perturbazioni sulla rete di distribuzione;
l deve interrompersi immediatamente ed automaticamente in assenza
di alimentazione della rete di distribuzione o quando i valori di tensione e
frequenza della rete non siano compresi entro le soglie di regolazione stabilite
dalla norma CEI 0-16.
È il SPI che assolve questo compito, che agendo sul DDI, separa l’impianto
di produzione dalla rete evitando che:
l in caso di mancanza tensione lato rete, l’utente possa continuare ad
alimentare la rete stessa creando situazioni di esercizio in isola non intenzionale
l in caso di guasto sulla linea MT cui è connesso, l’utente sostenga il guasto.
Il SPI è costituito da:
l relè protezione di interfaccia
l trasformatori/trasduttori di tensione, con le relative connessioni al relè
l circuiti di apertura dell’interruttore.
In particolari situazioni di carico della rete di distribuzione, l’intervento del SPI e
la conseguente apertura del DDI potrebbero non avvenire in caso di mancanza
dell’alimentazione o di guasti sulla rete.
Ciò sarebbe risolvibile attraverso l’implementazione di un segnale di telescatto,
inviato dall’ente distributore al SPI, che comandi la disconnessione
degli impianti di produzione degli utenti.

B-18
In attesa che sia completamente ultimata un’infrastruttura di rete di
comunicazione, il SPI deve essere dotato di una logica di funzionamento
a sblocco voltmetrico delle soglie restrittive delle protezioni di massima
e minima frequenza, attraverso la quale si possa garantire:
l il mantenimento di connessione della generazione alla rete in caso
di variazione lenta della frequenza (tipica conseguenza di squilibri fra potenza
generata e carichi), ottenibile con il funzionamento a soglie permissive di
frequenza;
l il distacco rapido dell’impiando produttore dalla rete in caso di guasti
originatisi sulla rete stessa, ottenibile con il funzionamento a soglie restrittive
di frequenza.
Il passaggio dal funzionamento da soglia permissiva a restrittiva è affidata
appunto alla logica a sblocco voltmetrico, che abilita le soglie restrittive di
frequenza solo in occasione di guasti sulla rete MT.
Durante il normale funzionamento sono quindi abilitate le soglie permissive
di frequenza.

Sono previste le seguenti protezioni (identificate dai rispettivi codici ANSI,


vedi pag. C-64):
l massima tensione, a due soglie, indicata con i simboli 59.S1 e 59.S2;
l minima tensione, a due soglie, indicata con i simboli 27.S1 e 27.S2,
l massima frequenza della soglia restrittiva, indicata con il simbolo 81>.S1
(attivata da sblocco voltmetrico);
l minima frequenza della soglia restrittiva, indicata con il simbolo 81<.S1
(attivata da sblocco voltmetrico);
l massima frequenza della soglia permissiva, indicata con il simbolo 81>.S2>;
l minima frequenza della soglia permissiva, indicata con il simbolo 81<.S2;
l massima tensione residua, per rilevare i guasti monofase a terra lato rete,
indicata con il simbolo 59Vo;
l massima tensione di sequenza inversa, per rilevare i cortocircuiti bifase lato
rete, indicata con il simbolo 59Vi;
l minima tensione di sequenza diretta, per rilevare i cortocircuiti trifase lato rete,
indicata con il simbolo 27Vd.
La logica di sblocco voltmetrico abilita le soglie restrittive a seguito
dell’intervento di una delle tre protezioni 59Vo, 59Vi, 27Vd.
Le misure necessarie per rilevare questi tre tipi di guasti, vengono effettuate
tramite dei trasformatori di tensione, qualora installati sul lato MT.
I valori di regolazione da impostare sul relè di interfaccia sono impostati dal
Distributore. Nella norma CEI 0-16 sono indicati i valori minimi per il distributore
e massimi per l’utente.

B-19
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Alimentazione ausiliaria di SPG e SPI


Nella norma CEI 0-16 viene specificato che:
“Al fine di dare la massima affidabilità, i circuiti di alimentazione della PG
(compreso eventuale data logger) e i circuiti di comando del DG devono essere
alimentati da un’unica sorgente di tensione ausiliaria, la cui disponibilità deve
essere garantita da un UPS o batterie tampone per almeno un’ora”
(paragrafo 8.5.12.4).
Al paragrafo 8.8.8.1 della norma CEI 0-16 viene inoltre specificato:
La tensione ausiliaria impiegata, per alimentazione di PI e PG, dei circuiti
di apertura (a lancio di corrente e/o mancanza di tensione), di eventuale
data logger non integrati in PG, deve essere la medesima.
Nel caso PG e PI coincidano, la durata dell’alimentazione ausiliaria
deve essere quella attualmente indicata nella presente norma.
Nel caso la PI sia una protezione a se stante, l’alimentazione ausiliaria
deve consentire il funzionamento della PI per un tempo opportuno”
(paragrafo 8.8.8.1).

L’alimentazione ausiliaria può essere realizzata con un gruppo di continuità


(UPS). Nel capitolo 2.3 di questa guida verrà spiegato come realizzare un UPS
che garantisce la massima affidabilità delle protezioni.

Esempio di schema di connessione di un utente attivo


Di seguito viene riportata una tipica soluzione con unità funzionali tipo SM6,
per realizzare un allacciamento a Norma CEI 0-16 alla rete dell’ente distributore
di un utente con impianto di produzione fotovoltaico.
Il dispositivo generale DG è in MT, il dispositivo di interfaccia DDI è in BT,
ed è prevista la protezione direzionale di terra 67N.

Soluzione realizzata con celle SM6:


l unità di arrivo: GAM2 equipaggiata con toroide CSH160;

l unità dispositivo generale: DM1P-SF1 equipaggiata con:


¡ TA ARM3/nf 2 primari/ 2 secondari
50-100/5-5A 7,5 VA cl. 0,2 - 2 VA 5P30
200-400/5A 7,5 VA cl. 02 - 1 VA 5P30
300-600/5-5A 7,5 VA cl. 0,2 - 1 VA 5P30
Corredati da certificati UTF e coprimorsetti,
¡ TV fase-terra (con 3 secondari) per segnale 59 V0 e 67N tipo VRQ2/S3 5 VA cl.
0,2 - 50 VA cl. 0,5 - 3P
Corredati di certificati UTF e coprimorsetti
Relé PI installato in quadro BT

B-20
EcoStruxure Power™ UPS
Grazie ad un Sistema di Modello Smart-UPS RT per alimentare le protezioni generali
distribuzione MT/BT digitale come previsto dalla CEI 0-16
puoi ricevere un allarme per Onde evitare aperture intempestive del DG, l’Utente può realizzare i seguenti
batteria scarica dell’UPS di accorgimenti:
cabina l funzionalità “COLD START”.
Alimentare la PG (e il circuito di sgancio a minima tensione) tramite circuiti
ausiliari dedicati che prevetano l’alimentazione ordinaria e di emergenza,
Scopri come a pagina M-235 ad esempio asserviti ad un UPS o a una batteria tampone.
L’UPS è provvisto di un accorgimento tale da mantenere una carica residuale
sufficiente alla chiusura dell’interruttore generale.
Così si rende possibile la rienergizzazione dell’impianto a seguito di una
prolungata interruzione di alimentazione e consente la partenza dell’UPS senza
rete di alimentazione presente;
l UPS a tempo di intervento zero (on line a doppia conversione - Voltage and
frequency indipendent VFI).
Bisogna evitare qualsiasi forma di interruzione di breve tempo nel transitorio
da funzionamento da rete a funzionamento a batteria;
l tensione di alimentazione con forma d’onda sinusoidale.
Le bobine a mancanza di tensione, utilizzate per comandare l’apertura del DG
e del DDI, sono dei componenti elettromeccanici che se alimentati con forme
d’onde di tensione con elevato valore della componente distorcente sono sede
di ulteriori perdite che provocano surriscaldamenti tali da comprometterne
l’integrità e la continuità del servizio;
l predisporre di un allarme che evidenzi immediatamente la mancanza
dell’alimentazione normale ed il passaggio di quella di emergenza al fine di
consentire il sollecito avvio degli interventi per il ripristino dell’alimentazione
ausiliaria;
l dimensionare l’autonomia dell’alimentazione di emergenza dei circuiti ausiliari.
Dopo la comparsa dell’allarme, tale dimensionamento deve tener conto
dei tempi di manutenzione previsti per il ripristino;
l dotare il sistema di un circuito di by-pass esterno manuale.
Esso è utile per effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria sul sistema
di alimentazione dei circuiti ausiliari ordinari e di emergenza, che spesso
è realizzata con la sostituzione dell’apparato.

Qui di seguito è rappresentato uno schema di principio di collegamento


di un UPS per l’alimentazione della PG.

Esempio di alimentazione secondo CEI 016

autonomie minime 1 h

Shunt opening release

B-21
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

L’UPS SMART-UPS è un Gruppo di Continuità a doppia conversione (VFI)


in grado di generare un’alimentazione costante e priva di qualsiasi interferenza
elettrica, sia in presenza di rete di alimentazione, sia in mancanza della rete
di alimentazione a monte con l’ausilio delle batterie

L’UPS è provvisto di un bypass automatico interno che fornisce l’alimentazione


elettrica ai carichi collegati a valle anche in caso di sovraccarico o guasto
dell’UPS. Le batterie di accumulazione installate internamente possono essere
incrementate e, quindi, permettere un’autonomia scalabile.
Un controllo intelligente della ricarica delle batterie consente di migliorare
le prestazioni in termini di durata e affidabilità.
Per migliorare ancora di più la compatibilità con quanto richiesto dalle norme
ogni UPS Smart-UPS è equipaggiato con:
a) Batterie di accumulatori sostituibili a caldo che consente un’alimentazione
continua senza interruzioni, per proteggere i carichi a valle.
b) Riavviamento dell’UPS in assenza rete (COLD START) per alimentare
gli ausiliari della PG e DG dopo un’interruzione di lunga durata della tensione
di alimentazione e consentire il ripristino delle condizioni normali di esercizio.
c) Disponibilità di contatti ausiliari a bordo UPS per un controllo remoto.
d) UPS di tipologia a doppia conversione.
e) Disponibilità opzionale di un by-pass elettromeccanico manuale.
Nella seguente tabella sono elencate le dimensioni d’ingombro in funzione
delle potenze degli UPS.

Potenza (VA / W) Codice HxLxP (mm) Peso (kg)


1000 / 700 SR11KXIET 432x85x483 25
2000 / 1400 SR12KXIET 432x85x483 25
3000 / 2100 SR13KXIET 432x130x660 55
Est. Batterie per 1 e 2 kVA SR148XBP 432x85x483 30
Est. Batterie per 3 e 6 kVA SR1192XBP 432x130x660 91

Per le potenze nominali le autonomie possono raggiungere valore più elevati


aggiungendo degli armadi ausiliari batterie.

Autonomie SMART-UPS in configurazione standard e con moduli


di estensione batteria
VA / W UPS UPS + UPS + UPS + UPS +
1 Est.. Batt. 2 Est.. Batt. 3 Est.. Batt. 4 Est.. Batt.
1000 / 700 14 min. 70 min. 130 min. 190 min. 255 min.
2000 / 1400 5 min. 31 min. 60 min. 92 min. 125 min.
3000 / 2100 14 min. 57 min. 103 min. 151 min. 199 min.

Con carichi applicati in uscita prossimi ai 100 – 200 W, a seconda della potenza
nominale dell’UPS, si possono raggiungere l’autonomia di un’ora richiesta dalla
Norma CEI 0-16 senza ricorrere ad armadi esterni di batterie supplementari.
Per una valutazione completa in funzione del carico presunto applicato a valle
possono essere consultate le le curve di scarica riportate di seguito.
Sul sito (www.se.com) possono essere visualizzate in dettaglio le curve
di scarica in funzione del carico a valle.
Per il corretto dimensionamento dell’UPS deve essere considerata l’autonomia
di un’ora richiesta dalla norma e la carica residua, considerando il carico
applicato.

B-22
Dotazioni UPS
Per rispondere a pieno alla CEI 0-16 lo SMART-UPS deve essere sempre
corredato di:
Scheda AP9631X711 Necessaria per impostare la riserva di carica.
Questa scheda è preconfigurata con una riserva di carica
di circa 30 minuti. Nessuna configurazione è richiesta
se non è necessario modificarne i parametri.
AP9810 Rende disponibile un contatto (informazione di mancanza
rete). Va collegato alla porta #1 della AP9613X711

In opzione
AP9810 È possibile dotare la scheda AP9631X711 di un secondo
contatto da collegare alla porta #2 e configurarlo come
meglio il cliente crede (per es. allarme inverter guasto).
SBP3000 By Pass esterno per SMART-UPS da 1 e 2 KVA
SBP16KP By Pass esterno per SMART-UPS da 3, 6, 8 e 10 kVA
L’installazione di un bypass esterno è consigliabile
in caso di manutenzione dell’UPS.

Oltre ai singoli codici è disponibile un kit per adattamento CEI016


comprendente la scheda AP9631X711 e 2 contatti ausiliari AP9810,
con il codice AP9631X711-MV.

Circuito ausiliario
Il circuito ausiliario di un Quadro MT è tipicamente composto da:
l protezione Generale
l eventuale data logger esterno
l bobina di apertura
l motorizzazioni dei dispositivi di manovra
l illuminazione quadro
l dispositivi anticondensa
Di seguito si riporta una tabella con le potenze di riferimento per ciascun carico.
Comando RI Carica molle Sganciatore Sganciatore di apertura
e contatti ausiliari elettrico di chiusura sempl. doppio minima tensione
(15 s) spunto tenuta
Alimentazione CA (48 - 110 - 220 - 230) 50 Hz - (120 - 240) 60 Hz
CC 24 - 48 - 110 - 125 -220
Consumo CA (VA) 380 180 180 2x180 280-550 50-40
CC (W) 300 85 85 2x85 160 10
Tensione da 24 a 250 VAC 110/240 VAC
Consumo Sepam <8W < 15 VA
serie 20
Sepam < 11 W < 25 VA
serie 40
Nota 1: si sconglia di non alimentare tramite UPS i carichi non prioritari
(ad esempio le scaldiglie anticondensa).
Nota 2: nella gamma Sepam 40 il dispositivo di data logger è integrato
nella protezione.

B-23
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Architetture della rete di Media Tensione


Nelle reti MT l’energia elettrica può essere distribuita nei seguenti modi:
l schema radiale semplice
l schema radiale a doppia sbarra
l schema ad anello aperto
l schema ad anello chiuso

Schema Radiale
Lo schema radiale semplice è riconducibile ad una linea che alimenta più
cabine MT in serie. Un guasto nella linea, se l’impianto è dotato di dispositivi
di protezione tra loro selettivi, comporta l’interruzione della tensione di
alimentazione in prossimità del solo punto di guasto, Un guasto ad inizio linea,
pur essendo i dispositivi di protezione tra loro selettivi, causa l’interruzione
della tensione di alimentazione all’intera linea.

Utilizzo Vantaggi Inconvenienti


Processo che non esige Struttura semplice Limitata disponibilità
continuità d’alimentazione Facile da proteggere d’alimentazione
Es.: terziario e piccola Costo minimo Tempo di interruzione per
industria in generale guasto lungo
Un solo guasto
provoca l’interruzione
dell’alimentazione dell’antenna

Schema Radiale a doppia sbarra


Lo schema radiale a doppia sbarra, a differenza dello schema radiale semplice,
consente di alimentare la serie delle cabine MT attraverso una seconda linea
quando la prima è in disservizio.
Questa ridondanza presente nella configurazione dei congiuntori di rete,
permette di fornire la tensione di alimentazione alle cabine MT in tempi rapidi
e di isolare la sezione di impianto guasta per effettuare le opportune riparazioni
in sicurezza.
Utilizzo Vantaggi Inconvenienti
Processo che esige Buona continuità Soluzione costosa
continuità d’alimentazione Funzionamento parziale
d’alimentazione: Manutenzione possibile delle sbarre in caso di
Es.: siderurgico, senza interruzione manutenzione
petrolchimico dell’alimentazione

NO: normalmente aperto


NF o NC: normalmente chiuso

B-24
Schema ad Anello
Lo schema ad anello aperto o chiuso presenta una molteplicità di ridondanze.
E’ utilizzato in impianti MT dove è necessario isolare la sezione interessata da
un guasto in modo selettivo, senza provocare interruzioni di alimentazione in
nessuna delle altre utenze.

Utilizzo Vantaggi Inconvenienti


Rete estesa Struttura semplice Interruzione dell’alimentazione
Previsione di estensioni future Facile da proteggere per guasto sulla linea di
Carichi concentrati in diverse Costo minore rispetto alimentazione, rialimentazione
zone del sito l’anello chiuso tramite riconfigurazione
Es.: Aeroporti, porti dell’anello
Necessità di riconfigurazione
automatica

Schema ad Anello Chiuso


Utilizzo Vantaggi Inconvenienti
Rete con necessità di Buona continuità Soluzione costosa
continuità di servizio d’alimentazione Complessità del sistema
Rete estesa Manutenzione possibile di protezione (Direzionali)
Carichi concentrati in diverse senza interruzione
zone del sito dell’alimentazione
Es.: Ospedali, Aeroporti

NO: normalmente aperto


NF o NC: normalmente chiuso

B-25
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

In questo capitolo vengono confrontati i vari Modalità di gestione del Neutro


tipi di messa a terra del neutro, distinti in
base al collegamento del punto di neutro e Introduzione
Il punto del neutro può essere collegato a terra adoperando cinque diversi
della tecnica operativa utilizzata. metodi in base al tipo (capacitiva, resistiva, induttiva) e al valore
(da zero a infinito) dell’impedenza ZN del collegamento tra il neutro e la terra:
l ZN = neutro isolato, nessun collegamento di terra intenzionale;
l ZN correlata a una resistenza con valore piuttosto elevato;
l ZN correlata a una reattanza con valore generalmente basso;
l ZN correlata a una reattanza di compensazione concepita per compensare
la capacità dell’impianto;
l ZN ≈ 0, neutro collegato direttamente a terra.

I criteri di scelta sono correlati a vari aspetti:


l tecnici: funzionalità dell’impianto elettrico, sovratensioni, corrente di guasto a
ZN C C C terra e altro ancora;
Ik1
l operativi: continuità del servizio, manutenzione, sicurezza;
l costo: spese di capitale e di esercizio;
l procedure locali e nazionali.
La scelta è definita dal distributore perchè riguarda la connessione del centro
stella sul trasformatore AT/MT, tranne nei rari casi in cui si ha fornitura AT.
In Italia le configurazioni maggiormente diffuse sono quelle con neutro isolato e
Schema equivalente di un impianto elettrico
con guasto a terra. Fig. 1. con messa a terra tramite reattanza di compensazione (con bobina di Petersen
R+L).

Sovratensioni
Con tale termine si fa riferimento alle situazioni dove la tensione di alimentazione
raggiunge valori superiori al 110% della tensione nominale d’alimentazione.
Esse sono dannose in quanto causano perdite maggiori, surriscaldamento e
rotture dielettriche. Possono scaturire da scariche atmosferiche (su impianti
aerei), importanti variazioni di corrente su carichi induttivi o altro ancora.

V Riduzione della corrente di guasto a terra Ik1 (Fig. 1)


Una corrente di guasto troppo elevata produce una serie di conseguenze
correlate alle seguenti condizioni:
l il surriscaldamento dei conduttori e dei componenti dell’anello di guasto crea
una situazione favorevole per la formazione di archi elettrici, potrebbe fondere
e modificare i circuiti magnetici nei macchinari di interesse. Inoltre, la tenuta
termica dei cavi potrebbe essere superata;
l dimensioni e costi della resistenza di messa a terra;

C C C l induzione in circuiti di telecomunicazione adiacenti;


Ik1 l pericolo per le persone dovuto all’incremento di potenziale dei componenti
conduttivi esposti.
L’ottimizzazione di uno dei precedenti requisiti implica automaticamente uno
Ic svantaggio per l’altro. In base al metodo di messa a terra del neutro utilizzato:
l la continuità del servizio può o non può essere garantita dopo un primo
guasto persistente;
Fig. 1. Corrente di guasto capacitiva in sistema con neutro
isolato l le tensioni di contatto e le correnti di guasto sono diverse.
Prendendo come esempio i due metodi estremi di collegamento a terra si ha:
l neutro isolato: la corrente di guasto a terra si richiude nell’impianto tramite
le capacità delle fasi sane ed è pertanto di basso valore, d’altra parte l’impianto
è soggetto a maggiori sovratensioni;
l neutro collegato direttamente a terra: riduce al minimo le sovratensioni
ma causa un’elevata corrente di guasto;
l L’implementazione della selettività della protezione può essere tanto facile
quanto difficile.
Per questi motivi spesso si sceglie una soluzione intermedia, ossia la messa
a terra del neutro tramite un’impedenza.

Neutro isolato
Schema a blocchi
Nessun collegamento a terra intenzionale del punto di neutro, tranne per
dispositivi di misura o protezione.
In questo tipo di impianto elettrico, un guasto fase-terra produce solo una bassa
corrente nelle capacità fase-terra delle fasi sane (Fig. 1).

B-26
Tecnica operativa
In questo tipo di impianto elettrico, un guasto fase-terra produce solo una bassa
corrente nelle capacità fase-terra delle fasi sane (Fig. 1).
Si noti che Ik1 = 3 • C • w • V dove:
l V è la tensione fase-neutro;
l C è la capacità fase-terra di una fase;
l w è la pulsazione dell’impianto elettrico definito come w = 2 • p • f
dove f è la frequenza.
La corrente di guasto Ik1 non supera qualche ampere (circa 2 A per km per un
cavo unipolare da 6 kV con sezione di 150 mm2, isolamento XLPE e capacità di
IM D 0,63 µF/km). Quando è collegata a terra una sola fase, le altre fasi raggiungono
una tensione fase-fase elevata ad una frequenza industriale (U = 3 • V )
in relazione alla terra.

Fig. 2. Dispositivo di monitoraggio dell’isolamento (IMD)


Vantaggi
l Continuità del servizio, in quanto la corrente di guasto molto bassa
non necessita di per sé di sgancio automatico per il primo guasto,
V0
ma solo per il secondo.
IrsdB
V0 V0
Svantaggi
l Mancata eliminazione delle sovratensioni transitorie tramite la terra che
IrsdA possono raggiungere valori elevati.
Esiste, inoltre, il rischio di sovratensioni create dalla ferrorisonanza.
l L’elevata tensione fase-fase aumenta la probabilità di un secondo guasto.
I costi dell’isolamento sono superiori perché tale valore di tensione può
permanere tra la fase e la terra per molto tempo senza sgancio automatico.
l È indispensabile il monitoraggio dell’isolamento con indicazione del primo
guasto mediante un dispositivo di monitoraggio dell’isolamento o da un’unità
di protezione dallo spostamento della tensione del neutro ANSI 59N (Fig. 2);
IrsdA IrsdB
l Per rilevare rapidamente il primo guasto di isolamento, servono tecnici

A
67N
B
67N dedicati alla di manutenzione con l’apparecchiatura necessaria.
l L’implementazione della selettività della protezione per il primo guasto
è difficile. Se il primo guasto non viene eliminato, potrebbe occorre un secondo
guasto guasto in altra fase ed in altro punto della linea. Tale guasto prende il
Ik1 nome di guasto doppio a terra che nel caso di coincidenza del punto in cui
si verificano diventa un guasto bifase franco. La Io>> ha anche la funzione di
protezione contro questo guasto.
Individuare il secondo punto di guasto richiede un’apparecchiatura automatica
complessa per la rapida identificazione della linea guasta e personale
Fig. 3. Rilevamento della protezione direzionale dai guasti
a terra
di manutenzione qualificato per la gestione dell’apparecchiatura.
Funzione di protezione
La linea guasta può essere rilevata tramite un’unità di protezione direzionale
dai guasti a terra ANSI 67N (Fig. 3).
La figura evidenzia che la selettività è implementata tramite il confronto
dell’angolo di sfasamento tra la tensione residua e le correnti residue,
per la linea guasta e per ogni linea sana.
La corrente viene misurata tramite un trasformatore omopolare e viene
impostata la soglia di sgancio:
l per evitare sganci indesiderati;
l inferiore alla somma delle correnti capacitive di tutte le altre linee.
In tal modo è difficile rilevare i guasti negli impianti elettrici di limitate dimensioni
con poche centinaia di metri di cavo
Applicazioni
Questa soluzione è utilizzata spesso per impianti elettrici industriali che
richiedono continuità del servizio.
Riepilogo delle caratteristiche della messa a terra del neutro
Caratteristiche Messa a terra del neutro
isolata compensata resistenza reattanza diretta
Smorzamento delle sovratensioni transitorie – +– + +– ++
Limitazione delle sovratensioni a 50 Hz – – + + +
Limitazione delle correnti di guasto + ++ + + ––
Continuità del servizio
+ + – – –
(nessuno sgancio richiesto al primo guasto)
Selettività della protezione facile da implementare – –– + + +
Non occorre personale qualificato – – + + +
Legenda: + livello buono – livello mediocre

B-27
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Messa a terra tramite resistenza


Schema a blocchi
Tra il punto di neutro e la terra viene collegato volutamente un resistore.

Tecnica operativa
Il resistore limita la corrente di guasto a terra Ik1 limitando i rischi di
sovratensioni. Negli impianti elettrici che alimentano macchinari rotanti,
il valore della resistenza viene calcolato in modo da limitare
la corrente di guasto Ik1 da 15 a 50 A e deve essere IRN ≥ 2 Ic
RN (dove Ic è la corrente capacitiva totale nell’impianto elettrico) per ridurre picchi
IRN Ik1 di commutazione e semplificare il rilevamento.
Negli impianti di distribuzione elettrica si utilizzano valori elevati
(da 100 a 300 A) perché è più semplice rilevare e consentire la scarica
di sovratensioni di origine atmosferica.
Ic Per eliminare il primo guasto, tuttavia, è necessario utilizzare unità di protezione

Fig. 1. Messa a terra con neutro accessibile: Vantaggi


resistenza tra neutro e terra. l Buon compromesso tra bassa corrente di guasto ed evacuazione
soddisfacente delle sovratensioni;
l non richiede apparecchiature con isolamento fase-terra dimensionato
per la tensione fase-fase;
l le unità di protezione sono semplici e selettive e la corrente è limitata.

Svantaggi
l Non è possibile garantire la continuità di servizio delle linee interessate
dal primo guasto;
l maggiore è la tensione e la corrente limitata, maggiori sono i costi della
resistenza di messa a terra.
RN
Messa a terra del neutro
l Se il punto di neutro è accessibile (avvolgimenti collegati a stella con neutro

Fig. 2. Messa a terra con neutro accessibile: resistenza sul accessibile), la resistenza di messa a terra può essere collegata tra il neutro
circuito secondario del trasformatore monofase. e la terra (Fig. 1) o tramite un trasformatore monofase con carico resistivo
equivalente sull’avvolgimento secondario (Fig. 2);
l quando il neutro non è accessibile (avvolgimento collegato a triangolo)
o quando ritenuto opportuno in base a uno studio del sistema di protezione,
viene creato un punto di neutro artificiale utilizzando un generatore omopolare
collegato alle sbarre di distribuzione, costituito da un trasformatore speciale
con reattanza omopolare molto bassa,
¡ trasformatore stella-triangolo con neutro primario collegato direttamente a
terra e collegamento a triangolo con resistenza di limitazione; isolamento BT,
per cui è la soluzione più economica (Fig. 3),
¡ trasformatore stella-triangolo con resistenza di limitazione (isolamento AT)
tra il punto di neutro principale e la terra e collegamento a triangolo chiuso
RN (senza resistenza); questa soluzione è utilizzata più raramente (Fig. 4).

Funzioni di protezione
RN Per rilevare una corrente di guasto Ik1 bassa, occorrono altre funzioni
di protezione oltre alla sovracorrente di fase (Fig. 5).
Messa a terra con neutro inaccessibile:
Queste funzioni di protezione dai guasti a terra rilevano la corrente di guasto:
Fig. 3. Resistenza Fig. 4. Resistenza l direttamente nel collegamento della messa a terra del neutro 1; nell’impianto
di limitazione sul circuito di limitazione sul circuito
elettrico attraverso la somma dei vettori delle 3 correnti misurate tramite:
secondario. primario.
¡ 3 sensori di corrente che alimentano le unità di protezione 2;
¡ un TO 3 (metodo preferito perché più preciso).
La soglia viene impostata in base alla corrente di guasto Ik1 calcolata senza
tenere conto dell’impedenza omopolare della fonte e del collegamento in
relazione all’impedenza RN, in conformità a due regole:
l impostazione > 1,3 volte la corrente capacitiva dell’impianto elettrico
a valle dell’unità di protezione;
l impostazione dal 10 al 20% della massima corrente di guasto a terra.
Inoltre, se si utilizzano 3 TA per il rilevamento, considerando le tecnologie attuali,
l’impostazione dovrebbe essere limitata al 5-30% delle caratteristiche nominali
12 3 del TA per tenere conto dell’incertezza connessa a:
51G 51G l asimmetria delle correnti transitorie;
l saturazione del TA;
RN 51N l irregolarità delle prestazioni.

Applicazioni
Fig. 5. Soluzioni di protezione dai guasti a terra. Impianti di distribuzione in MT pubblici e industriali.

B-28
Messa a terra a bassa reattanza
Schema a blocchi
Tra il punto di neutro e la terra viene collegato volutamente un reattore.
Per alcuni impianti elettrici potrebbe essere preferibile utilizzare un reattore
invece di una resistenza, viste le difficoltà derivanti dall’emissione di calore
in caso di guasto (Fig. 1).

Tecnica operativa
In questo tipo di impianto elettrico, un’impedenza induttiva limita la corrente
di guasto a terra Ik1 limitando i rischi di sovratensioni.
LN Per eliminare il primo guasto, tuttavia, è necessario utilizzare unità di protezione.
ILN Ik1
Per ridurre i picchi di commutazione e semplificare il rilevamento, la corrente IL
deve essere nettamente superiore alla corrente capacitiva totale Ic dell’impianto
elettrico.
Negli impianti di distribuzione si utilizzano valori elevati (da 300 a 1000 A)
Ic perché è più semplice rilevare e consentire la scarica di sovratensioni di origine
atmosferica.
Fig. 1. Messa a terra con neutro accessibile
Vantaggi
l Questo sistema limita l’ampiezza delle correnti di guasto;
l l’implementazione della selettività della protezione è facile se la corrente
di limitazione è nettamente superiore alla corrente capacitiva nell’impianto
elettrico;
l la resistenza della bobina è bassa e non dissipa una grossa quantità di
energia termica, per cui le dimensioni della bobina possono essere ridotte;
l negli impianti in alta tensione, questa soluzione è più conveniente rispetto
alla messa a terra tramite resistenza.

Svantaggi
l La continuità del servizio della linea guasta è inferiore e i guasti a terra
devono essere eliminati appena si verificano (sgancio al primo guasto);
l quando vengono eliminati i guasti a terra, possono prodursi sovratensioni
elevate a causa della risonanza tra la capacità e la reattanza dell’impianto
elettrico.
LN
Messa a terra del neutro
l Se il punto neutro è accessibile (avvolgimenti collegati a stella con neutro
accessibile), la reattanza di terra può essere collegata tra il neutro e la terra;
l quando il neutro non è accessibile (avvolgimento collegato a triangolo) o
Fig. 2. Messa a terra con neutro inaccessibile. quando ritenuto opportuno in base a uno studio del sistema di protezione, viene
creato un punto di neutro artificiale utilizzando una bobina di punto neutro
collegata alle sbarre di distribuzione e costituita da una bobina a zig-zag con
neutro accessibile (Fig. 2).
L’impedenza tra le due parti dell’avvolgimento, essenzialmente bassa e induttiva,
limita la corrente a valori che rimangono superiori a 100 A.
Tra il punto di neutro della bobina e la terra è possibile aggiungere una
resistenza di limitazione per ridurre l’ampiezza della corrente di guasto
(isolamento AT).

Funzioni di protezione
l L’impostazione della protezione varia dal 10 al 20% della massima corrente di
guasto;
l la funzione di protezione è meno restrittiva rispetto alla messa a terra tramite
resistenza, specialmente se si considera il valore elevato di ILN con Ic minore
della corrente limitata.

Applicazioni
Impianti di distribuzione in MT pubblici e industriali (correnti di svariate
centinaia di ampere).

B-29
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Messa a terra tramite reattanza di compensazione


Schema a blocchi
Tra il punto di neutro e la terra è inserito un reattore regolato per la capacità
fase-terra totale dell’impianto elettrico, in modo che in caso di guasto a terra
la corrente di guasto sia prossima a zero (Fig. 1).

Tecnica operativa
Questo sistema è utilizzato per compensare la corrente capacitiva nell’impianto
elettrico.
R LN
Ik1 La corrente di guasto è la somma delle correnti che attraversano i seguenti
circuiti:
l circuito di messa a terra tramite reattanza;
ILN + IR Ic l capacità delle fasi sane in relazione alla terra.
Le correnti si compensano tra loro, in quanto:
Fig. 1. Guasto a terra in un impianto elettrico con messa l una è induttiva (nel circuito di messa a terra);
a terra tramite reattanza di compensazione.
l l’altra è capacitiva (nelle capacitanze delle fasi sane).
Si aggiungono, quindi, nella fase opposta.
Grazie alla bassa resistenza della bobina, in pratica, è presente una bassa
corrente resistiva di pochi ampere (Fig. 2).

Vantaggi
l Il sistema riduce la corrente di guasto, anche se la capacità fase-terra
è elevata, con l’estinzione spontanea di guasti a terra non permanenti;
l la tensione di contatto è limitata alla posizione del guasto;
l l’impianto rimane in servizio anche in caso di guasto permanente;
l il primo guasto viene indicato dal rilevamento della corrente che attraversa
la bobina.

Svantaggi
Fig. 2. Diagramma vettoriale delle correnti durante l Il costo della messa a terra tramite reattanza può essere elevato in quanto
un guasto a terra. occorre modificare la reattanza per adattarla alla compensazione;
l occorre accertarsi che la corrente residua nell’impianto elettrico
durante il guasto non sia pericolosa per le persone o le apparecchiature;
l il rischio di sovratensioni transitorie nell’impianto elettrico è elevato;
l è necessaria la presenza di personale per la supervisione;
l l’implementazione della selettività della protezione per il primo guasto
è difficile.

Funzione di protezione
Il rilevamento dei guasti si basa sulla componente attiva della corrente residua.
Il guasto genera correnti residue in tutto l’impianto, ma il circuito guasto
è l’unico percorso da corrente residua resistiva.
Le unità di protezione, inoltre, devono tenere conto di guasti ripetitivi
che si estinguono da sé (guasti ricorrenti).
Quando la reattanza di messa a terra e la capacità dell’impianto elettrico
sono regolate (3 LN • C • w2 = 1):
l la corrente di guasto è minima;
l è una corrente resistiva;
l il guasto si estingue da sé.
La reattanza di compensazione viene detta bobina di estinzione
o bobina di Petersen.

Applicazione
Impianti di distribuzione in MT pubblici e industriali con elevata corrente
capacitiva.

B-30
Neutro collegato direttamente a terra
Schema a blocchi
Tra il punto di neutro e la terra viene posto un collegamento senza impedenza
di limitazione. In pratica viene realizzato un corto circuito.

Tecnica operativa
Il collegamento elettrico a impedenza zero tra il neutro e la terra crea una
corrente di guasto fase-terra Ik1 molto elevata (Fig. 1).
Lo sgancio avviene quando si verifica il primo guasto di isolamento.

IN Vantaggi
Ik1
l Questo sistema è ideale per la scarica delle sovratensioni;
lè possibile utilizzare apparecchiature con isolamento dimensionato
per la tensione fase-neutro;
Ic
l non occorrono unità di protezione specifiche: per eliminare i guasti a terra
continui è possibile utilizzare normali unità di protezione dalle sovracorrenti
di fase.
Fig. 1. Guasto a terra in un impianto elettrico con neutro
collegato direttamente a terra.
Svantaggi
l Il sistema comporta tutti gli svantaggi e i rischi di una corrente di guasto
elevata: massimi danni e disturbi;
l assenza di continuità del servizio sulla linea guasta;
l pericolo elevato per il personale durante il guasto a causa delle elevate
tensioni di contatto generate.

Funzione di protezione
I guasti dell’impedenza sono rilevati da un’unità di protezione dai guasti a terra
ritardata (ANSI 51N), impostata nell’intervallo della corrente nominale.

Applicazioni
l Questo tipo di sistema non viene utilizzato in Europa negli impianti elettrici MT
aerei o interrati, ma è prevalente negli impianti di distribuzione in Nord America.
Negli impianti elettrici nordamericani (aerei), per giustificare la scelta entrano
in gioco altre caratteristiche:
¡ conduttore del neutro distribuito;
¡ distribuzione trifase o bifase + neutro o fase + neutro;
¡ utilizzo di un conduttore neutro come conduttore di protezione con messa
a terra sistematica su ogni palo;
l questo tipo di impianto può essere utilizzato quando la potenza di corto
circuito dell’alimentazione è bassa.

B-31
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Il corto circuito è uno dei principali eventi Correnti di corto circuito


che possono accadere sugli impianti
elettrici. In questo capitolo vengono descritti Introduzione ai corto circuiti
i corto circuiti, i loro effetti sugli impianti
Definizioni
elettrici e la loro interazione con le
Un corto circuito è un collegamento accidentale tra i conduttori con impedenza
apparecchiature. Per il calcolo delle correnti zero (corto circuito continuo) o diversa da zero (corto circuito impedente).
delle tensioni quando si verificano i corto Un corto circuito si dice interno se si verifica all’interno dell’apparecchiatura,
circuiti è fornito un metodo e sono riportate esterno se si verifica sulle connessioni.
le principali equazioni. La durata di un corto circuito è variabile. Un corto circuito viene detto
autoestinguente se la durata è troppo breve per lo sgancio dei dispositivi
RX di protezione, transitorio se viene eliminato dopo lo sgancio e la richiusura
dei dispositivi di protezione, continuo o sostenuto se non scompare
Isc dopo lo sgancio.
A
Zsc
Le cause di un corto circuito possono essere meccaniche (una pala, un ramo,
un animale), elettriche (isolamento danneggiato, sovratensioni) o umane,
E ad es. un errore di manovra (Fig. 1).

B Effetti delle correnti di corto circuito


Le conseguenze spesso sono gravi o perfino drammatiche:
l un corto circuito crea disturbi nella zona dell’impianto elettrico attorno
al punto di guasto, causando un improvviso calo di tensione;
l richiede lo scollegamento, tramite l’azionamento dei dispositivi di protezione,
di una parte (spesso vasta) dell’impianto;
l tutte le apparecchiature e i collegamenti (cavi, linee) interessate
da un corto circuito sono soggette ad elevate sollecitazioni meccaniche
(forze elettrodinamiche) che possono causare rotture e stress termico
in grado di fondere i conduttori e distruggere l’isolamento;
l nel punto di guasto spesso si crea un arco elettrico ad alta energia
che provoca danni massicci che si diffondono rapidamente.
Anche se i corto circuiti sono meno gravi e meno frequenti nei moderni
Fig. 1. Rappresentazione grafica di una corrente di corto impianti ben progettati e gestiti, le gravi conseguenze che possono causare
circuito basata su un diagramma equivalente. costituiscono un incentivo all’implementazione di tutte le misure possibili
per scoprirli ed eliminarli in fretta.
La corrente di corto circuito nei vari punti dell’impianto elettrico deve essere
calcolata in modo da poter dimensionare adeguatamente i cavi, le sbarre
di distribuzione e tutti i dispositivi di sezionamento e di protezione
in fase di progetto.

Componente Unidirezionale La corrente di corto circuito in un determinato punto dell’impianto elettrico


è espressa come valore rms Ik (in kA) ed è il risultato della somma di
Componente simmetrica
una componente Simmetrica (alternata) e una componente unidirezionale
(esponenziale decrescente nel tempo). Quest’ultima si esaurisce più o meno
velocemente dipendentemente dalla costante di tempo definita dai carichi
collegati. A regime sarà presente solo la componente Simmetrica.
Il massimo valore istantaneo che può raggiungere la corrente di corto circuito
è il valore di picco Ip del primo semiperiodo.
Questo valore di picco può essere nettamente superiore a √2 • Ik quando
l’impedenza equivalente dell’anello di guasto è molto induttiva o capacitiva.

Tale componente unidirezionale dipende dal valore istantaneo della tensione


Curva tipica della corrente di corto circuito. all’inizio del corto circuito e dalle caratteristiche dell’impianto elettrico, definito
dalla potenza di corto circuito in base all’equazione:
Ssc = √3 • Un • Ik (in MVA).
Questo valore teorico non è fisicamente reale, ma è un valore convenzionale
pratico confrontabile con la potenza nominale apparente.

B-32
Componenti simmetriche
Durante il normale funzionamento simmetrico equilibrato, l’analisi dei sistemi
trifase è simile a quella di un sistema monofase equivalente, caratterizzato
dalle tensioni fase-neutro, dalle correnti di fase e dalle impedenze dell’impianto
elettrico (dette impedenze cicliche). Non appena avviene una dissimmetria
significativa nella configurazione o nel funzionamento dell’impianto elettrico,
la semplificazione non è più possibile. Non è possibile stabilire semplici relazioni
elettriche nei conduttori utilizzando le impedenze cicliche.
In questo caso, si utilizza il metodo delle componenti simmetriche che consiste
nell’espressione del sistema reale come sovrapposizione di tre impianti elettrici
monofase indipendenti:
l sequenza diretta (indicata dal pedice 1, ad es. V1);
l sequenza inversa (indicata dal pedice 2, ad es. V2);
l componente omopolare (indicata dal pedice 0, ad es. V0).
Per ogni sistema le tensioni V1, V2, V0 e le correnti I1, I2, I0 sono correlate
dalle impedenze Z1, Z2, Z0 dello stesso sistema.
Le impedenze simmetriche dipendono dalle impedenze reali, in particolare
dalle induttanze reciproche.
Il concetto delle componenti simmetriche è applicabile anche alle potenze.

Componente
Sequenza diretta Sequenza inversa omopolare
V31
V3 V2 2 V10
V1 V11 V1 2
V20
t
V2 t V30
t V3 2 t
V21
Scomposizione di un sistema trifase in componenti simmetriche

La scomposizione in componenti simmetriche non è semplicemente una tecnica


matematica, ma corrisponde alla realtà fisica dei fenomeni.
È possibile misurare direttamente le componenti simmetriche
(tensioni, correnti, impedenze) di un sistema non equilibrato.
Le impedenze con sequenza diretta, inversa e componente omopolare
di un elemento nell’impianto elettrico sono le impedenze dell’elemento soggetto
ai sistemi in tensione ossia, rispettivamente, trifase diretto, trifase indiretto
e fase-terra sulle tre fasi in parallelo.
I generatori producono la componente a sequenza diretta e i guasti danno
luogo a componenti con sequenza inversa e componente omopolare,
se introducono disimmetrie interne o verso terra.
Nel caso di motori, la componente con sequenza diretta crea un campo rotante
utile, mentre la componente con sequenza inversa crea un campo rotante
di frenatura.
Per i trasformatori, un guasto a terra crea una componente omopolare che
produce un campo omopolare che attraversa la cassa.

B-33
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Ph 1 Ph 1
Classificazione dei corto circuiti
Ph 2 Ph 2
In un impianto elettrico possono verificarsi vari tipi di corto circuiti:
Ph 3 Ph 3
l corto circuito trifase: guasto tra le tre fasi.
Questo tipo di corto circuito generalmente genera le correnti più elevate (Fig. 2);
Fig. 2. Corto circuito trifase Fig. 3. Corto circuito
(5% dei casi). fase-terra (80% dei casi). l corto circuito fase-terra: guasto tra la fase e la terra.
Questo tipo di corto circuito è il più frequente (Fig. 3);
Ph 1
Ph 1
l corto circuito bifase non a terra: guasto tra due fasi (tensione fase-fase).
Ph 2 Ph 2 La corrente generata è inferiore a quella prodotta da un corto circuito trifase, tranne
Ph 3 Ph 3 quando il guasto si trova nelle immediate vicinanze di un generatore (Fig. 4);
l corto circuito bifase-terra: guasto tra due fasi e la terra (Fig. 5).
Fig. 4. Corto circuito bifase Fig. 5. Corto circuito
non a terra. bifase-terra.
Corto circuito trifase tra i conduttori di fase
Il valore della corrente del corto circuito trifase nel punto F dell’impianto
elettrico è:
Ik3
F
Zsc

U dove U si riferisce alla tensione fase-fase nel punto F prima del guasto e Zsc è
Zsc
l’impedenza equivalente dell’impianto elettrico a monte rilevata dal punto di guasto.
Il calcolo in teoria è semplice, ma in pratica è complicato perché è difficile calcolare
Zsc, un’impedenza equivalente a tutte le impedenze unitarie delle unità collegate in
serie e in parallelo che si trovano a monte del guasto. Queste impedenze di per sé
Zsc
costituiscono la somma quadratica delle reattanze e delle resistenze.

ZN
Il calcolo diventa più semplice conoscendo la potenza di corto circuito Ssc
nel punto di collegamento dell’alimentazione di rete. È possibile dedurre
l’impedenza equivalente Za a monte di questo punto.
Corto circuito trifase.

Analogamente, potrebbe non esserci un’unica fonte di tensione, ma diverse


fonti in parallelo, specialmente con motori sincroni e asincroni che fungono da
generatori quando si verifica un corto circuito.
La corrente di un corto circuito trifase generalmente è la massima corrente che
può attraversare l’impianto elettrico.

Modello di corto circuito trifase utilizzando le componenti simmetriche.


Zsc

U Corto circuito monofase tra un conduttore di fase e la terra


Il valore di questa corrente dipende dall’impedenza N tra il neutro e la terra.
Zsc
Tale impedenza può essere virtualmente nulla se il neutro è collegato direttamente a
terra (in serie con la resistenza di messa a terra) oppure, al contrario, praticamente
infinita se il neutro è isolato (in parallelo con la capacità fase-terra dell’impianto
Zsc elettrico). Il valore della corrente di guasto fase-terra è:

ZN
Ik1
| 1 + 2 + 0 + 3 N|

Questo calcolo è necessario per gli impianti elettrici in cui il neutro è collegato a
terra tramite un’impedenza N e serve a determinare l’impostazione dei dispositivi di
Corto circuito fase-terra.
protezione dai guasti a terra che devono interrompere la corrente di guasto a terra.
Se 1, 2 e 0 sono trascurabili rispetto a N:

B-34
È questo il caso, ad esempio, quando la corrente Ik1 è limitata a 20A in un
impianto MT alimentato da un trasformatore di forte potenza (> 10 MVA).

E| 2 + 0 +3 |

1 + 2 + 0 +3

1 + 2 + 0 +3

Modello di corto circuito fase-terra utilizzando le componenti simmetriche.

Zsc Corto circuito bifase tra i conduttori di fase


Il valore della corrente del corto circuito bifase in un punto dell’impianto
U elettrico è:
Zsc
1 + 2
Ik2
In un impianto alimentato da un trasformatore (guasto lontano dalle alimentazioni),
Zsc
il valore della corrente del corto circuito bifase in un punto dell’impianto elettrico è:

ZN
La corrente del corto circuito bifase pari a 0,866 il valore della corrente di corto
circuito trifase dello stesso circuito equivalente trifase.

Corto circuito bifase non a terra. Se il guasto si verifica vicino a un generatore ( 2 ≤ 1 ), la corrente può essere
superiore a quella di un guasto trifase.

V1
E
I1
V2

I2
V0

I0

Zsc Corto circuito bifase tra i conduttore di fase e la terra


Per un corto circuito a regime (guasto lontano dalle alimentazioni), il valore
U
del corto circuito bifase-terra è:
Zsc
Ik2E

Zsc
V1
IkE2E E | 2+ 0+3 |
ZN E
I1
V2

I2
V0
Corto circuito bifase-terra.
I0

Modello di corto circuito bifase-terra utilizzando le componenti simmetriche.

B-35
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Metodo IEC (norma 60909)


Le regole per il calcolo delle correnti di corto circuito negli impianti elettrici
sono esposte nella norma IEC 60909 (CEI 11-25).
Il calcolo delle correnti di corto circuito in vari punti di un impianto elettrico
può diventare molto presto un’operazione ardua se l’impianto è complesso.
Per velocizzare i calcoli è possibile ricorrere all’uso di software specialistici.
Questo standard generale, applicabile per tutti gli impianti elettrici, radiali
e a maglia, a 50 o 60 Hz e fino a 550 kV, è estremamente preciso e conservativo.
Può essere utilizzato per gestire i vari tipi di corto circuiti continui
(simmetrici e asimmetrici) che possono verificarsi in un impianto elettrico:
corto circuito trifase (tutte e 3 le fasi), che generalmente produce le correnti
più elevate;
l corto circuito bifase (tra 2 fasi), che produce correnti inferiori a quelle
dei guasti trifase;
l corto circuito bifase-terra (tra due fasi e la terra);
l corto circuito fase-terra (tra una fase e la terra), il tipo più frequente
Rappresentazione grafica delle quantità di un corto circuito
(80% dei casi).
secondo la norma IEC 60909.
Quando si verifica un guasto, la corrente di corto circuito transitoria dipende
dal tempo ed è costituita da due componenti:
l una componente in corrente alternata, decrescente fino al valore a regime,
Tipo di corto circuito I”k causata dalle macchine rotanti in funzione delle relative costanti di tempo;
Trifase c l Un2 l una componente in corrente continua, dipendente dal valore istantaneo

3l della corrente nel momento del guasto, che descresce fino a zero in funzione
1
delle impedenze del circuito è necessario definire i valori di corto circuito utili
Bifase c l Un2 per la scelta delle apparecchiature dell’impianto e del sistema di protezione:
+ l I”k: valore rms della corrente simmetrica iniziale;
1 2
l Ib: valore rms della corrente simmetrica interrotta dal dispositivo di
Bifase-terra
c l Un l 3l 2 commutazione quando il primo polo si apre al minuto t (ritardo minimo);
| 1
l 2 |+| 2
l 0 |+| 1
l 0 | l Ik: valore rms della corrente simmetrica stazionaria;
l Ip: massimo valore istantaneo della corrente al primo picco;
Fase-terra c l Un l 3
l IDC: valore CC della corrente.
1 + 2 + 0 Queste correnti sono identificate dai pedici 3, 2, 2E, 1, in base al tipo di corto
Correnti di corto circuito secondo la norma IEC 60909 circuito, rispettivamente trifase, bifase non a terra, bifase-terra e fase-terra.
(caso generico).
Il metodo, utilizza il circuito equivalente di Thevenin e la decomposizione in
componenti simmetriche. Esso consiste nell’applicazione al punto di corto
Tipo di corto circuito I”k circuito un generatore di tensione equivalente e di un’impedenza equivalente
poste in serie e ciò semplifica il calcolo per determinare il valore della corrente.
Trifase c l Un
Il calcolo avviene in tre fasi.
3l 1 Si definisce il valore della fonte di di tensione equivalente applicata al punto
Bifase c l Un di guasto pari alla tensione esistente subito prima del guasto, cioè pari alla
tensione nominale moltiplicata per un fattore correttivo che tiene conto delle
2l 1 variazioni della fonte, dei cambiatensione a prese intermedie del trasformatore
Bifase-terra sotto carico e dal comportamento dei subtransitori dei macchinari.
c l Un l 3 Si calcolano impedenze equivalenti di ogni circuito derivato che giunge al punto
1 +2 0 di guasto. Per sistemi con sequenza positiva e negativa, il calcolo non tiene
conto delle capacitanze della linea e delle ammettenze di carichi paralleli non
Fase-terra
c l Un l 3 rotanti.
Infine si calcolano i valori caratteristici minimi e massimi delle correnti di corto
2 +
1 0
circuito.
Correnti di corto circuito secondo la norma IEC 60909
(guasti distanti).
I vari valori della corrente nel punto di guasto vengono calcolati utilizzando:
l le equazioni fornite;
l somma delle correnti che attraversano i circuiti derivati collegati al nodo:
¡ I’’k; si vedano le equazioni per I”k nelle tabelle a fianco, dove il fattore
tensione c è definito dalla norma; somma geometrica o algebrica;
¡ Ip = k • 2 • I”k, dove k è minore di 2, in base al rapporto R/X dell’impedenza
della sequenza positiva per il determinato circuito derivato; somma dei picchi;
¡ Ib = m • q • I”k, dove m e q sono minori di 1, in base ai generatori e ai motori,
e al ritardo di interruzione minimo della corrente; somma algebrica;
¡ Ik = I”k, quando il guasto è lontano dal generatore;
¡ Ik = l • Ir, per un generatore, dove Ir è la corrente nominale del generatore
e l un coefficiente che dipende dalla relativa induttanza di saturazione.

B-36
Comportamento delle apparecchiature durante i corto circuiti
Classificazione
Esistono due tipi di elementi nel sistema, in base alla presenza o meno
di reazione in caso di guasto.
Elementi passivi
Questa categoria comprende tutte le apparecchiature che in base alla funzione
devono avere la capacità di trasportare sia corrente normale che corrente di
corto circuito.
Queste apparecchiature includono cavi, linee, sbarre di distribuzione,
sezionatori, interruttori, trasformatori, reattanze e condensatori in serie,
trasformatori di misura.
Per queste apparecchiature, la capacità di resistere a un corto circuito senza
danni si definisce come:
l tenuta elettrodinamica (espressa in kA di picco), che descrive la resistenza
meccanica alla sollecitazione elettrodinamica;
Rappresentazione grafica delle quantità di un corto circuito
secondo la norma IEC 60909. l tenuta termica (espressa in kA rms per 1-5 s), che descrive il massimo
aumento ammissibile del calore.
Elementi attivi
Questa categoria comprende le apparecchiature progettate per eliminare le
correnti di corto circuito, cioè: interruttori e fusibili. Questa proprietà è espressa dal
potere di interruzione e – se richiesto – dal potere di chiusura in caso di guasto.
l Potere di interruzione
Questa caratteristica basilare di un dispositivo che interrompe la corrente è la
massima corrente (in kA rms) che è in grado di interrompere in determinate
condizioni definite dalle norme; generalmente si riferisce al valore rms della
componente Simmetica della corrente di corto circuito. A volte, per determinate
apparecchiature di manovra, è specificato il valore rms dato dalla somma della
componente Simmetrica ed una percentuale della componente Unidirezionale.
Il potere di interruzione dipende da altri fattori:
¡ tensione;
¡ rapporto R/X del circuito interrotto;
¡ frequenza naturale dell’impianto elettrico;
¡ numero di interruzioni con la corrente massima, ad esempio il ciclo:
A - C/A - C/A (A = apertura, C = chiusura);
¡ stato del dispositivo dopo la prova.

l Potere di chiusura in corto circuito


Il primo picco della corrente di corto circuito è il maggiore e il più impegnativo
dal punto di vista elettrodinamico. Un interruttore deve completare la manovra
di chiusura anche in questa condizione.
l Corrente di interruzione potenziale in corto circuito
Alcuni dispositivi sono in grado di limitare la corrente di guasto da interrompere.
Il loro potere di interruzione è definito dalla massima corrente di interruzione
potenziale che viene sviluppata durante un corto circuito continuo nei terminali
a monte del dispositivo.

B-37
Guida alla Cabina Impianto MT
MT/BT Digitale

Conseguenze di un guasto BT a monte di un trasformatore


MT/BT
Nel caso di trasformatore con avvolgimenti collegati triangolo-stella con neutro
a terra, un guasto tra fase e terra sul lato secondario dà luogo a una corrente
sul lato Media Tensione che è uguale a 0,577 volte il valore del guasto trifase.
È opportuno quindi che la regolazione della seconda soglia di corrente (I>>)
del relé lato MT sia inferiore a 0,577 volte la corrente di corto circuito trifase.
Per maggiore chiarimento su ciascun contributo, si riporta una tabella di come
la corrente di guasto in bassa tensione, funzione della corrente di guasto trifase,
si ripercuote sulla media tensione nel caso di trasformatore da 800 kVA con
collegamento Dyn11.

Trasformatore MT/BT DYn11 Valori unitari in BT Conseguenza in MT


Potenza [kVA] 800 Fase L1 L2 L3 L1 L2 L3
Vcc% 6 Trifase 1 1 1 1 1 1
V primario [kV] 15 Bifase 0,866 0,866 0 0,5 1 0,5
In primario [A] 31 Monofase 1 0 0 0,577 0 0,577
Icc 3f sec.rif.prim. [A] 493
V secondario [kV] 0,4 Guasto in BT [A] Conseguenza in MT [A]
In secondario [A] 1155 Fase L1 L2 L3 L1 L2 L3
Icc 3f [A] 18.500 Trifase 18.500 18.500 18.500 493 493 493
Bifase 16.000 16.000 0 246 493 246
Monofase 18.500 0 0 285 0 285

Criteri generali di progettazione e scelta


delle apparecchiature
Le apparecchiature e i principali componenti che in genere si trovano all’interno
della Cabine MT/BT sono essenzialmente i seguenti:
l quadri MT (pag. C-83);
lcavi MT (pag. I-151) completi di terminazioni di interconnessione tra il quadro
MT e il Trasformatore MT/BT;
l trasformatore MT/BT (pag. D-90);
l condotti Sbarre o cavi BT (pag. I-154) di interconnessione fra i trasformatore
e il quadro BT;
l quadri BT (pag. E-110).

Prima di descrivere i criteri fondamentali per la scelta delle apparecchiatura da


installare in cabina, è necessario definire gli elementi di base che determinano
lo schema di una cabina. Di seguito, ne viene riportata una sintesi:
l stabilire la reale potenza degli impianti da alimentare e le sue fluttuazioni
nel tempo (giorno, settimana lavorativa e non, ecc...);
l individuare le ipotesi di eventuale futuro ampliamento degli impianti
e del corrispondente incremento della potenza necessaria;
l definire il limite di riserva necessaria (potenza totale divisa su uno o più
trasformatori), o desiderata, valutando il rischio per disservizi occasionali a
seguito di semplificazioni accettate per contenere la spesa iniziale d’impianto;
l stabilire se, in periodi non lavorativi, si devono alimentare servizi
indispensabili, e in caso affermativo qual è la potenza necessaria
(piccolo trasformatore dedicato ai servizi non interrompibili);
l chiedere all’ente distributore i parametri della rete di distribuzione (prendendo
la lettera di comunicazione): la tensione, il valore della massima corrente
di cortocircuito, il valore massimo e il tempo previsto per l’interruzione
della corrente da disperdere a terra in caso di guasto;
l definire la posizione più favorevole delle cabine di trasformazione,
in riferimento alle utenze servite, a valle della cabina di consegna,
che è sempre accessibile da pubblica via.

A partire da queste informazioni sarà possibile procedere ragionevolmente


alla stesura dello schema dei circuiti principali e integrarli con quanto occorre
per il controllo, le misure, le protezioni, gli interblocchi, ecc...
Lo schema deve contenere tutte le indicazioni necessarie all’installatore per
l’acquisto dei componenti e per la definizione delle opere indispensabili

B-38
Guida alla Cabina C - Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Apparecchiature MT ........................................................................................................ C-40


Interruttore................................................................................................................... C-41
Sezionatore.................................................................................................................. C-42
Sezionatore di terra................................................................................................... C-43
Interruttore di manovra-sezionatore..................................................................... C-44
Contattore.................................................................................................................... C-45

Trasformatori di misura.................................................................................................... C-46


Trasformatori di corrente TA................................................................................... C-47
Trasformatori di corrente elettronici LPCT......................................................... C-54
Tipologie di misura di corrente residua............................................................... C-55
Trasformatori di tensione TV................................................................................... C-56
Trasformatori di tensione per misura................................................................... C-59

Relè di Protezione.............................................................................................................. C-61

Quadri MT............................................................................................................................ C-83

C-39
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

EcoStruxure Power™ Apparecchiature MT


Un apparecchio di manovra è un dispositivo in grado di eseguire manovre
Con una cabina MT/BT digitale
di apertura e chiusura di un circuito elettrico.
puoi monitorare 24/7 lo stato
In genere queste manovre possono avvenire:
delle delle apparecchiature
l a carico, ossia in presenza di corrente nel circuito; in questo caso la manovra
MT con dati real time, trend di apertura interrompe una corrente preesistente, quella di chiusura stabilisce
storici e allarmi. una corrente nel circuito
l a vuoto, ossia in assenza di corrente, essendo il circuito interrotto
Scopri come da pagina M-168 in un altro punto.
Inoltre le manovre possono avvenire:
l in condizioni di normale esercizio, per connettere o sconnettere
il circuito dal resto dell’impianto;
l in condizioni di funzionamento anormale a causa di guasti sull’impianto;
in questo caso è più frequente la manovra di apertura, anche se non è da
escludere quella di chiusura del dispositivo senza che la condizione del circuito
sia stata normalizzata.
In relazione al tipo di comando si può distinguere:
l comando manuale, effettuato dall’operatore, sia direttamente sull’organo
di manovra che agendo su appositi dispositivi di comando
l comando automatico, determinato generalmente dall’intervento
di un dispositivo di protezione o da un sistema di controllo
In funzione delle operazioni che sono in grado di compiere si distinguono
vari tipi di apparecchi di manovra con le seguenti funzioni:

Apparecchio Funzione Funzione di manovra Funzione di


isolamento su correnti messa a terra
In servizio Su guasto
Interruttore no si si no
Sezionatore si no no no
Sezionatore di terra no no no si
Interruttore di si si no no
manovra sezionatore
Contattore no si no no

C-40
Normativa di riferimento: CEI EN 62271-100 Interruttore
L’interruttore è un apparecchio in grado di:
l interrompere e stabilire correnti in condizioni normali e anormali
l portare correnti in condizioni normali e, per un tempo limitato, anormali.
L’interruttore possiede due posizioni stabili di funzionamento, aperto o chiuso,
nelle quali può permanere in assenza di azioni esterne.
L’interruzione del circuito avviene all’interno dell’apparecchio e non è
normalmente visibile, può solo essere dedotta da indicazioni esterne.
I contatti sono separati dal mezzo isolante proprio dell’interruttore
(normalmente SF6 o in vuoto).

Caratteristiche funzionali degli interruttori


Le prestazioni elettriche necessarie alla definizione di un interruttore sono:
l Tensione nominale
Rappresenta il valore massimo della tensione del sistema per il quale
l’apparecchiatura può funzionare in servizio continuativo.
l Livello d’isolamento nominale
Rappresenta, in base alla tensione nominale, il livello d’isolamento che
l’apparecchiatura possiede (e per il quale è stata provata), inteso come tenuta
all’impulso atmosferico e come tenuta di breve durata nominale a frequenza
d’esercizio.
l Corrente nominale
Rappresenta il valore massimo della corrente che l’apparecchiatura
è in grado di condurre in servizio continuativo.
l Potere d’interruzione nominale
Rappresenta il valore rms della più elevata componente Simmetrica della
corrente di corto circuito presunta che l’interruttore è in grado d’interrompere.
l Corrente d’interruzione nominale in corto circuito
Rappresenta il valore rms massimo della corrente di cortocircuito che
l’apparecchiatura è in grado interrompere nelle condizioni di servizio
e funzionamento specificate nella Norma CEI EN 62271-100.
l Potere di chiusura nominale
Interruttore isolato SF6 Rappresenta il valore massimo della più elevata corrente di corto circuito
presunta che l’interruttore è in grado di stabilire.
l Corrente di breve durata nominale
Rappresenta il valore della corrente che l’apparecchiatura è in grado condurre
durante un corto circuito per un tempo definito e nelle condizioni prescritte
di uso e funzionamento.

Interruttore in vuoto

C-41
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Normativa di riferimento: Sezionatore


CEI EN 62271-102 Il sezionatore è un apparecchio di manovra in grado di:
l interrompere e stabilire correnti di entità trascurabili.
l portare correnti in condizioni normali e, per un tempo limitato, anormali.

È un apparecchio a 2 posizioni. Deve essere accompagnato da uno strumento


che mostra lo stato che è assunto in quel momento (aperto o chiuso).
Nella posizione di aperto, deve interrompere la continuità del circuito,
assicurando una distanza di sezionamento tra i contatti che soddisfi specificate
condizioni di sicurezza. Il sezionamento avviene in ambiente isolato in gas SF6
e le manovre vengono effettuate a vuoto (assenza di corrente).

Caratteristiche funzionali dei sezionatori


Le prestazioni elettriche necessarie alla definizione di un sezionatore sono:
l Tensione nominale
Rappresenta il valore massimo della tensione del sistema per il quale
l’apparecchiatura può funzionare in servizio continuativo.
l Livello d’isolamento nominale
Rappresenta, in base alla tensione nominale, il livello d’isolamento che
l’apparecchiatura possiede, inteso come tenuta all’impulso atmosferico
e come tenuta di breve durata nominale a frequenza d’esercizio
l Corrente nominale
Rappresenta il valore massimo della corrente che l’apparecchiatura
è in grado di condurre in servizio continuativo.
l Corrente di breve durata nominale
Rappresenta il valore della corrente che l’apparecchiatura è in grado condurre
Sezionatore MT durante un corto circuito per un tempo definito e nelle condizioni prescritte
di uso e funzionamento
l Valori nominali di durata meccanica
Rappresenta il numero dei cicli di manovra garantiti dal costruttore
e si classifica in:
M0 = Sezionatore normale = 1000 manovre
M1 = Sezionatore destinato ad essere utilizzato = 2000 manovre
con un interruttore di pari classe
M2 = Sezionatore destinato ad essere utilizzato = 10000 manovre
con un interruttore di pari classe

C-42
Normativa di riferimento: Sezionatore di terra
CEI EN 62271-102 Il sezionatore di terra è un tipo di sezionatore che è in grado di connettere
in modo franco (cioè ad impedenza nulla o trascurabile) il circuito principale
con il circuito di terra, garantire quindi un potenziale pari a zero
(e quindi annullare eventuali tensioni e cariche elettriche residue e consentire
l’accesso al circuito principale in condizione di sicurezza.
Solitamente, nel normale funzionamento, i sezionatori di terra sono interbloccati
meccanicamente con i sezionatori di linea o di sbarra, con la precisa condizione
che quando uno è aperto l’altro è chiuso, e viceversa.
Normalmente i sezionatori di terra hanno la possibilità di essere chiusi anche
quando nel circuito può accidentalmente esserci una tensione residua,
garantendo comunque la capacità di chiusura (fino ad un determinato valore
della corrente di corto circuito).

La funzione peculiare del sezionatore di terra, è riuscire a connettere


il circuito principale a quello di terra (per un numero ben definito di volte)
fino ad un determinato valore della corrente di corto circuito, senza
compromettere le proprie prestazioni elettriche nominali.

Caratteristiche funzionali dei sezionatori di terra


Le prestazioni elettriche necessarie alla definizione di un sezionatore di terra
sono:
l Tensione nominale
Rappresenta il valore massimo della tensione del sistema per il quale
l’apparecchiatura può funzionare in servizio continuativo.
l Livello d’isolamento nominale
Rappresenta, in base alla tensione nominale, il livello d’isolamento che
l’apparecchiatura possiede, inteso come tenuta all’impulso atmosferico
e come tenuta di breve durata nominale a frequenza d’esercizio
l Corrente di breve durata nominale

Sezionatore di terra MT (in posizione di chiuso)


Rappresenta il valore della corrente che l’apparecchiatura è in grado condurre
durante un corto circuito per un tempo definito e nelle condizioni prescritte
di uso e funzionamento
l Valori nominali di durata elettrica
Rappresenta il numero delle manovre di chiusura con potere di stabilimento
in corto circuito garantite dal costruttore e si classifica in:
E0 = Sezionatore di terra senza potere di stabilimento = 0 manovre
E1 = Sezionatore di terra con 2 manovre con potere = 2 manovre
di stabilimento
E2 = Sezionatore di terra con 5 manovre con potere = 5 manovre
di stabilimento

C-43
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Normativa di riferimento: Interruttore di manovra-sezionatore


CEI EN 62271-103 Un interruttore di manovra è un apparecchio di manovra in grado di:
l interrompere correnti in condizioni normali del circuito elettrico,
incluso i sovraccarichi;
l stabilire correnti in condizioni normali e anormali del circuito elettrico;
l portare correnti in condizioni normali e, per una durata determinata,
in specificate condizioni anormali del circuito elettrico;
L’interruttore di manovra sezionatore (o sezionatore sotto carico)
è un particolare interruttore di manovra che, in più, nello stato di aperto
soddisfa le prescrizioni specificate per la funzione di sezionamento:
l garantire la distanza di sezionamento tra i contatti principali;
l per effettuare le manovre di apertura di correnti di carico hanno una camera
di interruzione e devono essere in grado di chiudere anche in condizioni di
guasto (cortocircuito) e sopportare la propria corrente nominale di breve
durata.

Caratteristiche funzionali degli interruttori di manovra


sezionatori
Le prestazioni elettriche necessarie alla definizione di un interruttore di manovra
sezionatore sono:
l Tensione nominale
Rappresenta il valore massimo della tensione del sistema per il quale
l’apparecchiatura può funzionare in servizio continuativo.
l Livello d’isolamento nominale
Rappresenta, in base alla tensione nominale, il livello d’isolamento che
l’apparecchiatura possiede (e per il quale è stata provata), inteso come tenuta
all’impulso atmosferico e come tenuta di breve durata nominale a frequenza
d’esercizio.
l Corrente nominale
Interruttore di manovra sezionatore isolato SF6
Rappresenta il valore massimo della corrente che l’apparecchiatura
è in grado di condurre in servizio continuativo.
l Corrente di stabilimento nominale in corto circuito
Rappresenta la massima corrente di picco che l’interruttore di manovra
deve essere in grado di interrompere alla sua tensione nominale
l Corrente di breve durata nominale
Rappresenta il valore della corrente che l’apparecchiatura è in grado condurre
durante un corto circuito per un tempo definito e nelle condizioni prescritte
di uso e funzionamento
l Potere d’interruzione
Valore efficace della più elevata componente Simmetrica della corrente
in condizioni normali del circuito che essi sono in grado d’interrompere.
l Potere di chiusura nominale
Rappresenta il valore della più elevata corrente di corto circuito presunta
che l’interruttore è in grado di stabilire.
l Classe di manovra per interruttori di manovra
M1 = interruttore adatto per applicazioni che richiedono una durata
meccanica di 1000 cicli di operazioni
M2 = interruttore adatto per applicazioni di servizio speciali e per manovre
frequenti, avente una durata meccanica estesa fino a 5 000 cicli
di operazioni

In taluni casi l’interruttore di manovra sezionatore può essere abbinato
a dei fusibili allo scopo di:
l sezionare il circuito in posizione di aperto;
l manovrare correnti sia in condizioni normali che in caso di guasto;
lproteggere il circuito in caso di guasto grazie all’intervento (fusione)
del fusibile, sia in caso di sovracorrenti che in caso di corto circuito.
Vista la specificità di questo apparecchio, bisogna seguire le disposizione
della Norma CEI EN 62271-105.

C-44
Normativa di riferimento: Contattore
CEI EN 62271-106 Il contattore è un apparecchio di manovra:
l capace di interrompere, stabilire e portare correnti in condizioni normali
del circuito elettrico, incluse specifiche condizioni di sovraccarico;
l che non è in grado di svolgere alcuna funzione in condizioni anormali
del circuito elettrico;
Essi hanno uno stato di riposo, tipicamente quello di aperto.
Passano allo stato di chiuso grazie ad un’azione di comando non manuale
proveniente da una sorgente di energia esterna.

Caratteristiche funzionali dei contattori


Le prestazioni elettriche necessarie alla definizione di un contattore sono:
l Tensione nominale
Rappresenta il valore massimo della tensione del sistema per il quale
l’apparecchiatura può funzionare in servizio continuativo.
l Livello d’isolamento nominale
Rappresenta, in base alla tensione nominale, il livello d’isolamento che
l’apparecchiatura possiede (e per il quale è stata provata), inteso come tenuta
all’impulso atmosferico e come tenuta di breve durata nominale a frequenza
d’esercizio.
l Corrente nominale
Rappresenta il valore massimo della corrente che l’apparecchiatura è in grado
di condurre in servizio continuativo.
l Corrente di stabilimento nominale in corto circuito
Rappresenta la massima corrente di picco che l’interruttore di manovra deve
essere in grado di stabilire alla sua tensione nominale.
l Corrente di breve durata nominale
Rappresenta il valore della corrente che l’apparecchiatura è in grado condurre
durante un corto circuito per un tempo definito e nelle condizioni prescritte
di uso e funzionamento.
l Potere di stabilimento nominale
Rappresenta il valore rms della più elevata corrente in condizioni normali
del circuito elettrico che esso è in grado di stabilire..
Contattore l Potere d’interruzione nominale
Rappresenta il valore rms della più elevata corrente in condizioni normali
del circuito elettrico che esso è in grado di interrompere.

C-45
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Trasformatori di misura
Lo scopo dei trasformatori di misura è di riprodurre proporzionalmente al loro
secondario il valore della grandezza elettrica presente nei circuiti in cui sono
inseriti, oltre che assicurare l’isolamento galvanico tra il circuito di alta tensione
e i circuiti di misura e di protezione.
Si dividono in due categorie:
l trasformatori di corrente TA
l trasformatori di tensione TV.

I trasformatori di corrente devono avere caratteristiche termiche e dinamiche


adeguate alla intensità e alla durata delle correnti di cortocircuito nel punto di
installazione.
I trasformatori di misura, di tensione e di corrente, devono essere disposti in
modo da consentire, senza pericolo per chi le esegue, le seguenti operazioni:
l la lettura della targa di almeno uno dei trasformatori di misura tra loro uguali;
l la verifica delle loro connessioni secondarie;
l l’esecuzione sul posto delle verifiche e prove tramite apposite morsettiere;
l la loro sostituzione in sicurezza, previa messa fuori tensione dell’unità
funzionale dove sono alloggiati.

Si raccomanda che i trasformatori di corrente di protezione siano posti


in prossimità dell’apparecchio di interruzione interessato.
I trasformatori di tensione devono essere preferibilmente protetti sul lato
primario con fusibili ad alto potere di interruzione adatti a separarli dalla rete
in caso di guasto nei trasformatori stessi. I circuiti secondari dei trasformatori
di tensione devono essere protetti con fusibili o interruttori automatici
commisurati alle prestazioni massime degli avvolgimenti, alle sezioni
dei conduttori e alla tenuta di cortocircuito del trasformatore.
Nel caso di trasformatori di tensione inseriti tra fase e terra in sistemi con
neutro isolato o neutro messo a terra tramite impedenza (compreso il neutro
con messa a terra risonante), si devono adottare accorgimenti atti a prevenire
fenomeni di ferrorisonanza, ad esempio tramite trasformatori con caratteristiche
antiferrorisonanza; o avvolgimento secondario a triangolo aperto con resistenza
di smorzamento.

In funzione delle caratteristiche costruttive la Norma CEI 0-16 classifica


i trasformatori di misura come:
l tipo induttivo
l tipo non induttivo.

C-46
I trasformatori di corrente (TA) sono Trasformatori di corrente TA
definiti dalle seguenti norme:
Funzioni
l CEI EN 60044-1 (Prescrizioni generali)
I trasformatori di corrente hanno due funzioni essenziali:
l CEI EN 61869-2 (Prescrizioni addizionali
l adattare il valore di corrente MT del primario alle caratteristiche
per TA) delle apparecchiature di misura e/o di protezione connesse, fornendo
L’avvolgimento primario, connesso in serie una corrente secondaria d’intensità proporzionalmente ridotta;
al circuito MT, è sottoposto alle stesse l isolare il circuito di potenza dal circuito di misura e/o di protezione.
sovracorrenti e al livello di tensione del
sistema MT. Funzionamento
Il TA alimenta frequentemente un carico fortemente resistivo (Rc + cavetti)
L’avvolgimento secondario e può essere rappresentato dal circuito equivalente a fianco.
non deve mai essere a circuito aperto
(perchè genererebbe sovratensioni). La corrente I2 è l’immagine a secondario della corrente primaria I1
attraverso il rapporto di trasformazione.
La corrente reale di uscita (Is) è soggetta a un errore dovuto alla corrente
di magnetizzazione (Im).
Il TA si inserisce in serie alla linea
di cui si vuolemisurare la corrente ed ha I2 = Is + Im se il TA fosse ideale si avrebbe Im=0 e Is=I2.
l’altro avvolgimento connesso alla bobina
Il TA ha un’unica curva di magnetizzazione (a temperatura e frequenza data).
amperometrica. Con il rapporto di trasformazione, essa caratterizza il suo funzionamento.
Il secondario è isolato dal primario à à à
I2 = I1/Kn
(ad alta tensione) e deve essere messo
a terra per ragioni di sicurezza. La curva di magnetizzazione (tensione Vs, corrente di magnetizzazione Im)
può essere divisa in 3 zone:
1 - zona lineare: Im è molto bassa e la tensione Vs (quindi Is) aumenta
in maniera praticamente proporzionale alla corrente primaria.
2 - zone non lineare: non è possibile stabilire un punto preciso corrispondente
alla tensione di saturazione.
3 - zone satura: la curva diventa quasi orizzontale; l’errore del TA è elevatissimo,
RC la corrente secondaria è deformata dalla saturazione ed il valore efficace
è molto basso.

Circuito equivalente del trasformatore di corrente


I1: corrente primaria
I2 = I1/Kn: corrente secondaria del TA ideale.
Is: corrente secondaria effetivamente circolante
Im: corrente magnetizzante
E: forza elletromotrice indotta
Vo: tensione d’uscita
Lm: induttanza di magnetizzazione (saturabile)
equivalente del TA
Rct: resistenza secondaria del TA
Rwir: resistenza dei cavetti di connessione
Rc: resistenza del carico

Vs

Zona saturazione
Zona
non lineare

Zona lineare

Curva di magnetizzazione (d’eccitazione) del TA


Tensione d’uscita in funzione della corrente magnetizzazione
Vs = f (Im)

C-47
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Costruzione
I trasformatori di corrente Schneider Electric di corrente sono costituiti
da un circuito primario e un circuito secondario accoppiati da un nucleo
magnetico e da un isolamento in resina epossidica.
L’apparecchio è di tipo:
l avvolto: l’avvolgimento primario è all’interno del TA e costituito
da una o più spire;
l passante: l’avvolgimento primario è costituito da un conduttore non isolato
(barre dello scomparto…);
Nucleo magnetico ltoroidale: avvolgimento costituito da un conduttore isolato
Primario tipo avvolto. (passante, cavo isolato MT…).

Caratteristiche
Isolamento
Caratterizzato dal livello di isolamento assegnato, coerente con il sistema
in cui il TA è installato:
l massima tensione (Um) (es. 24 kV);
l tensione di tenuta a frequenza industriale (es. 50 kV per 1min);
l tensione di tenuta all’impulso (es. 125 kV).

Frequenza: 50 o 60 Hz.
Nucleo magnetico
Primario tipo passante. Corrente nominale primaria (Ipn)
Corrente primaria sulla quale si basano le caratteristiche di funzionamento
del trasformatore.
I valori standard sono: 10, 15, 25, 50, 75, 100, 150, 200, 300, 400, 600A…
Corrente nominale secondaria (Isn)
I valori standard sono: 5A o 1A.
Rapporto di trasformazione nominale (Kn)
Rapporto tra la corrente primaria nominale e la corrente secondaria nominale.
Kn = Ipn / Isn es. 100A / 5A
Corrente di corto-circuito (Ith)
Valore della corrente di cortocircuito che un TA può sopportare senza subire
danni elettrici o meccanici.
La durata standard è 1s e si esprime in kA (es. 25 kA x 1s) o multipli della
corrente nominale (es. 100 In x 1 s).
Il valore equivalente per una durata differente da 1 secondo è dato dalla
formula:
I’th x 1s = Ith*Ðt
Es. 16 kA x 0,5s è equivalente a 11,3 kA x 1s

C-48
Corrente dinamica di cortocircuito (Idyn)
Valore di picco della corrente di corto circuito.
Questo è il valore che un TA può sopportare senza subire danni meccanici.
La Norma lo impone pari o superiore a 2,5 volte la Ith.
Potenza di precisione
Valore della potenza (espressa in VA) che il trasformatore può fornire alla
corrente secondaria nominale, garantendo la classe di precisione richiesta.
I valori standard sono: 2,5 - 5 - 7,5 - 10 - 15 VA.
Classe di precisione
Definisce i valori massimi di errore di rapporto e angolo di fase garantiti
all’interno dei range di corrente e prestazioni definiti dalla norma.
Le classi 0,2 e 0,5 sono utilizzate per applicazioni di misura e la classe 5P
per protezione.
Errore di corrente (rapporto)
Errore che il trasformatore introduce nella misura della corrente primaria,
espresso in percentuale della corrente misurata.
Errore d’angolo e’
Differenza di fase tra la corrente primaria e secondaria, espressa in minuti
d’angolo o centiradianti.

Tabella delle caratteristiche dei trasformatori di corrente


Caratteristiche Valori
Massima tensione - Um (kV) 7,2 12 17,5 24 36
Livello di isolamento Tensione di tenuta a frequenza industriale (kV) 20 28 38 50 70
Tensione di tenuta a impulso (kV) 60 75 95 125 170
Frequenza (Hz) 50 - 60
Corrente di corto circuito - Ith (1 s) 12,5 - 16 - 20 - 25 - 31,5 - 40 - 50 kA
o
n x Ipn
Tempo (s) 0,5 - 1 - 3
Corrente nominale primaria - Ipn (A) 25 - 50 - 75 - 100 - 200 - 400 - 600...
Corrente nominale secondaria - Isn (A) 1-5
Potenza di precisione (VA) 2,5 - 5 - 7,5 - 10 - 15

C-49
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Fabbricazione di un TA
Si può definire il coefficiente di sovracorrente del TA:
Ith ● 1s
Ksi =
Ipn
Minore è il valore Ksi più è facile da costruire il TA in un volume dato,
compatibile con l’integrazione in uno scomparto MT.
Un volore di Ksi elevato impone un sovradimensionamento del TA rendendo la
fabbricazione difficile.

Ordine di grandezza Ksi Fabbricazione del TA


Ksi < 100 Standard
100 < Ksi < 300 A volte difficoltosa per alcune caratteristiche secondarie
300 < Ksi < 400 Difficile
400 < Ksi < 500 Limitata ad alcune caratteristiche secondarie
Ksi > 500 A volte non fattibile

Collegamento di un TA
Un TA può avere uno o due avvolgimenti secondari, più raramente tre,
per gli utilizzi scelti (misura e/o protezione).

Schema di un TA a 2 secondari (2 avvolgimenti nello stesso TA) e le siglature dei morsetti


di ingresso e uscita.

L’avvolgimento secondario di un TA deve essere collegato ad una bassa
impedenza.
PERICOLO: Non bisogna lasciare il circuito secondario aperto che equivale
a collegarlo con una impedenza infinita. In queste condizioni possono verificarsi
ai morsetti del TA delle tensioni elevate, pericolose per il personale
e le apparecchiature.
Il collegamento di un TA si effettua sui morsetti marcati in accordo alla IEC:
¡ P1 e P2 lato primario o MT
¡ S1 e S2 lato secondatio o BT, corrispondente
Nel caso di doppio avvolgimento secondario, il primo sarà marcato 1S1 e 1S2,
il secondo 2S1 e 2S2.

I primaria

I secondaria

Trasformatore di corrente con marcatura dei morsetti

C-50
I TA per misura devono avere una elevata TA per misura
precisione alla corrente nominale. l Classe di precisione
Un TA di misura è dimensionato per trasmettere un’immagine molto precisa
Sono caratterizzati dalla classe di misura per correnti inferiori a 120% della corrente nominale primaria.
(0,2 o 0,5 in generale) e un fattore di Per questo motivo è bene che per valori di corrente vicini a quello di utilizzo
sicurezza Fs. lavori nella zona di linearità.
La norma IEC 60044-1 definisce per ogni classe di misura gli errori massimi
Esempio: 400/5 A, 15 VA, cl 0,5, FS 10 in modulo e fase in accordo al range di funzionamento definito (vedi tabella
fattore “limiti di errore” a fianco).
corrente primaria sicurezza La precisione deve essere garantita dal fabbricante per una prestazione
corrente secondaria compresa tra il 25% e il 100% della prestazione nominale.
classe di
potenza di precisione precisione La scelta della classe di misura è legata all’utilizzo (vedi tabella a fianco).
(vedere esempio) La classe di precisione più utilizzata è 0,5. Esistono classi di misura
0,2 - 0,2S e 0,5S per la fatturazione dell’energia.
l Fattore di sicurezza: FS
Classe di precisione in funzione delle applicazioni Il TA, per proteggere gli apparecchi di misura ad esso collegati dalle
Applicazione Classe correnti elevate lato MT, deve presentare un basso valore di saturazione.
Laboratori di misura 0,1 - 0,2
Si definisce la corrente limite primaria (Ipl) alla quale l’errore composto
secondario deve essere superiore dal 10%, quando il TA è collegato alla
Misure accurate
(calibrazione apparecchi)
prestazione nominale.
La norma definisce il Fattore di sicurezza (Fs) come rapporto tra la corrente
Misura industriale 0,5 - 1
limite primaria (Ipl) e corrente nominale primaria (Ipn).
Misure per fatturazione 0,2 - 0,5 - 0,2S - 0,5S
FS = lpl (valore standard: 10)
Apparecchi di misura statici 0,5 - 1
lpn

Errore limite in accordo alla classe di precisione


Esempio di TA di misura
Classe di % corrente Errore in Errore
precisione nominale corrente d’angolo l TA di misura 200/5 A, 15 VA, cl. 0,5, FS 10
primaria ± %(di ± min l corrente primaria nominale: 200 A
rapporto)
l corrente secondaria nominale: 5 A
per S per S
l rapporto di trasformazione: 200/5
0,2 / 0,2S 1 (solo per 0,2S) 0,75 30
5 0,75 0,35 30 15 l potenza di precisione: 15 VA
20 0,35 0,2 15 10 l classe di precisione: 0,5.
100 0,2 0,2 10 10
120 0,2 0,2 10 10 La tabella dei limiti di errore indica per la classe 0,5 e per una corrente primaria:
0,5 / 0,5S 1 (solo per 0,5S) 1,5 90
l tra 100% e 120% della corrente primaria nominale (da 200 A a 240 A),
5 1,5 0,75 90 45
20 0,75 0,5 45 30
un errore di corrente ±0,5% e un errore di fase ±30min;
100 0,5 0,5 30 30 l a 20% di Ipn (40 A) l’errore di corrente imposto dalla norma è ±0,75%
120 0,5 0,5 30 30 e l’errore di fase ±45 min;
1 5 3 180 l tra il 20% e 100% di Ipn la norma non indica un punto di misura e l’errore
20 1,5 90 massimo si posizione tra 0,5% e 0,75% con una variazione praticamente lineare
100 1 60
tra i due punti;
120 1 60
l al 5% di Ipn (10 A) l’errore di corrente imposto dalla norma è ±1,5%
e l’errore di fase ±90 min;
l fattore di sicurezza Fs<10.
Per una corrente primaria superiore a 10 volte la corrente nominale
(2000 A), si avrà un errore composto >10% se il carico collegato è uguale al
carico nominale; per un carico inferiore ci si può ancora trovare nella parte
lineare della curva di magnetizzazione.

C-51
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

I TA per protezione devono avere TA per protezione


una buona precisione alle correnti di guasto. Necessita di una buona precisione a correnti elevate e avrà un limite di
precisione (zona di linearità) elevata al fine che le soglie di protezione impostate
Essi sono caratterizzati dalla classe sui relè funzionino correttamente.
di precisione (5P in generale)
l Classe di precisione
e dal fattore limite di precisione FLP. Un TA di protezione è dimensionato per trasmettere un immagine fedele delle
correnti di guasto (sovraccarico o cortocircuito). La precisione e il range di
Esempio: 400/5 A, 15 VA, 5P10 utilizzo sono definite per queste correnti e differenti da quelli per applicazione
di misura.
fattore La norma IEC 60044-1 definisce per ogni classe di precisione l’errore massimo
corrente primaria limite di in modulo e fase in accordo al range di funzionamento definito.
corrente secondaria sicurezza
potenza di precisione classe di l Limite di errore per classe di precisione
(vedere esempio) precisione Classe di precisione Errore composto Errore di corrente Errore d’angolo
alla corrente limite a Ipn alla corrente
di precisione primaria nominale
5P 5% ±1 % ±60 min
10P 10 % ±3 % nessun limite

Per esempio per la classe 5P, l'errore massimo è <±5% alla corrente limite di
precisione e <±1% alla corrente primaria nominale.
Le classi normalizzate sono 5P e 10P. La scelta dipende dall'utilizzo.
La classe di precisione è sempre seguita dal fattore limite di precisione.
Classe di precisione secondo l'utilizzo
Applicazione Classe
Protezione omopolare 5P
Protezione differenziale
Relè d'impedenza 5P - 10P
Protezione amperometrica

l Fattore limite di precisione: FLP


Il fattore limite di precisione effettivo di un TA deve soddisfare le due condizioni
seguenti:
¡ avere un valore sufficientemente alto da assicurare un corretto intervento

dei relè di protezione


¡ avere un valore tale che non vengano superati i limiti termici e dinamici

dei relè di protezione.


Si definisce la corrente primaria limite (Ipl) alla quale l’errore di corrente
e di fase al secondario non deve essere superiore ai valori della tabella
soprariportata.
La norma definisce il fattore limite di precisione (FLP) che è il rapporto
tra la corrente limite primaria (Ipl) e la corrente nominale primaria (Ipn).

(valori standard: 5 - 10 - 15 - 20 - 30)

Il fattore limite di precisione corrisponde, in pratica, al limite della linearità


(curva di saturazione) del TA.

l Esempio di TA di protezione
¡ TA di protezione: 100/5 A, 7,5 VA, 5P20.
¡ corrente nominale primaria: 100 A

¡ corrente nominale secondaria: 5 A

¡ rapporto di trasformazione: 100/5

¡ potenza di precisione: 7,5 VA

¡ classe di precisione: 5P

Alla potenza di precisione di 7,5VA, la tabella dei limiti di errore indica un errore
¡ massimo di corrente ±1 % e un errore d’angolo ±60 min a Ipn (100 A).

¡ fattore limite di precisione 20

¡ per un carico corrispondente alla potenza di precisione, l’errore composto

massimo è ±5%.

C-52
Esempio di scelta di un TA
La tabella seguente permette, a partire dalle caratteristiche necessarie
e richieste, di definire la referenza del trasformatore di corrente corrispondente
e di inviare l’ordine.
Gli elementi per definire la scelta del TA sono spiegati dall’esempio seguente
riguardante un TA di misura.
Livello di Corrente Corrente di Potenza di precisione
isolamento TA 24 kV nominale cortocircuito 15VA.
primaria 75 A 31,5 kAx1s Classe di precisione 0,5
e secondaria 5A Fattore di sicurezza <10.

Livello di isolamento Rapporto di Corrente di Potenza, classe di Tipo Referenza
e frequenza trasformazione cortocircuito kA precisione
A/A x1s fattore di sicurezza FS
Ur 24 kV 25 / 5 16 15 VA cl. 0,5 Fs < 10 ARJM2/N1J 03811495N0
Ud 50 kV - 1 min 25 ARJM2/N1J 03811498N0
Up 125 kV impulso 50 / 5 16 ARJP1/N1J 03811501N0
25 ARJM2/N1J 03811504N0
fr 50/60 Hz 31,5 ARJM2/N1J 03811507N0
75 / 5 25 ARJP1/N1J 03811510N0
31,5 ARJP1/N1J 03811513N0
40 ARJM2/N1J 03811516N0
100 / 5 25 ARJP1/N1J 03811519N0
31,5 ARJP1/N1J 03811522N0
40 ARJM2/N1J 03811525N0
200 / 5 25 ARJP1/N1J 03811526N0
31,5 ARJP1/N1J 03811528N0
40 ARJP1/N1J 03811530N0
400 / 5 40 ARJP1/N1J 03811533N0
ARJP1 ARJM2 400 / 5 40 ARJP1/N1J 03811533N0
600 / 5 50 20 VA cl. 0,5 Fs < 10 ARJP1/N1J 03811535N0
750 / 5 50 ARJP1/N1J 03811537N0
1000 / 5 50 30 VA cl. 0,5 Fs < 10 ARJP3/N1J 03811539N0
1250 / 5 50 ARJP3/N1J 03811541N0
1500 / 5 50 ARJA1/N1J 03811543N0
2000 / 5 50 ARJA1/N1J 03811545N0
2500 / 5 50 ARJA1/N1J 03811547N0

ARJM2 ARJP1

ARJP3 ARJA1

Calcolo della potenza (VA)


Consumo indicativo
Tipo di strumento o apparecchio Consumo max (VA)
Amperometro Elettromagnetico 3
Digitale 1
Trasduttore Autoalimentato 3
Con alimentazione esterna 1
Contatore Induzione 2
Digitale 1
Wattmetro, Varmetro 1
Protezione Relè microprocessore 0,2÷1
Relè differenziale 1÷8

Consumo in VA dei cavetti di collegamento in rame


Sezione (mm2) Consumo (VA/m)
1A 5A
2.5 0,008 0,2
4 0,005 0,13
6 0,003 0,09
10 0,002 0,05
Attenzione: per il calcolo tenere conto della distanza tra il TA e lo strumento

C-53
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

I trasformatori di corrente elettronici LPCT Trasformatori di corrente LPCT


(Low Power Current Transformer) sono Funzioni
conformi alla norma IEC 60044-8. I trasformatori LPCT sono sensori di corrente specifici con uscita in tensione di
Questi trasformatori sono TA con uscita tipo “Low Power Current Transformer”, conformi alla norma
in tensione e presentano il vantaggio IEC 60044-8.
I trasformatori LPCT servono ad alimentare relè di protezione e strumenti
di una gamma molto ampia di applicazioni, di misura con impedenza di ingresso > 2 kOhm
per cui semplificano la scelta.
Caratteristiche
DE58034

Sono definiti da:


l corrente primaria nominale;
l corrente primaria estesa;
l corrente primaria limite di precisione o fattore limite di precisione;
l sono caratterizzati da una risposta lineare su un ampio intervallo di corrente

Esempi delle caratteristiche dei trasformatori LPCT


in conformità alla norma IEC 60044-8
Queste caratteristiche sono riepilogate nelle curve seguenti, che illustrano
i massimi limiti di errore (come valore assoluto) sulla corrente e la fase
corrispondente alla classe di precisione per gli esempi forniti.
Esempio di classe di misura 0,5
l Corrente primaria nominale Ipn = 100 A
l corrente primaria estesa Ipe = 1250 A
l tensione secondaria Vsn = 22,5 mV (per 100 A sul secondario)
l classe 0,5:
¡ precisione (v. definizioni a pagina 13) in:
- modulo corrente primaria 0,5% (errore y ± 0,5%)
- fase corrente primaria 60 min (errore y 30 minuti) nell’intervallo tra 100
e 1250 A
¡ precisione 0,75% e 45 min a 20 A
¡ precisione 1,5% e 90 min a 5 A
ossia i due punti di misurazione specificati dalla norma.
Esempio per protezione di classe 5P
l Corrente primaria Ipn = 100 A
l tensione secondaria Vsn = 22,5 mV
l classe 5P:
¡ precisione (v. definizioni a pagina xxx) in:
- modulo corrente primaria 5% (errore y ± 5%)
- fase corrente primaria 60 min (errore y 60 minuti) nell’intervallo tra 1,25
e 40 kA.

LPCT e Sepam garantiscono un intervallo Modulo

di copertura molto ampio e un utilizzo


particolarmente flessibile.
Esempio: sistema di protezione con CLP1
o CLP2 e Sepam che garantisce un 1,5%
intervallo di utilizzo tra 5 e 1250 A.
0,75%
Modulo
0,5%

Fase
(min)

Fase

1,25 kA

C-54
I3 Tipologie di misura di corrente residua
La corrente residua che rappresenta la corrente di guasto a terra
è uguale alla somma vettoriale delle correnti trifase (Fig. 1).
Irsd La corrente residua è uguale a 3 volte la corrente omopolare I0.
I1

I2 Rilevamento della corrente di guasto


Fig. 1. Definizione di La corrente di guasto a terra può essere rilevata in vari modi.
corrente residua.

Sensori di Precisione Soglia minima Componenti


misurazione raccomandata per
la protezione dai
guasti a terra
TA toroidale +++ Qualche ampere
51G
Irsd

Misurazione diretta del TA toroidale Può essere installato anche sul neutro
collegato direttamente al relè di accessibile della connessione di terra.
protezione. Il TA è installato attorno Il risultato è un’elevata precisione di
ai conduttori in tensione e genera misurazione; è possibile utilizzare
direttamente la corrente residua. una soglia di rilevamento molto bassa
(qualche ampere).
TA toroidale + TA ++ 10% di InCT (DT)
di adattamento 5% di InCT (IDMT)

Misurazione differenziale utilizzando un Il TA toroidale può essere installato


classico TA toroidale installato attorno sul neutro accessibile della connessione
ai conduttori in tensione e generazione di terra anche con un TA di adattamento.
della corrente residua con un TA di Questa soluzione garantisce una buona
adattamento come adattatore per il relè precisione e una scelta flessibile del TA.
di protezione.
TA trifase + TA ++ 10% di InCT (DT)
di adattamento 5% di InCT (IDMT) Misurazione delle correnti nelle 3 fasi
con un TA per fase e misurazione della
corrente residua con un TA
di adattamento.

In termini pratici, la soglia della corrente residua deve essere:


l Is0 ≥ 10% InCT (protezione DT);
l Is0 ≥ 5% InCT (protezione IDMT).

TA trifase (Irsd + Nessun vincolo H2


calcolato tramite 30% InCT (DT) 51N
I1
relè) 10% InCT (IDMT)
I2
Con vincolo H2
10% InCT (DT) I3
5% InCT (IDMT)

Calcolo basato sulla misurazione delle correnti nelle 3 fasi con un TA per fase.
l La corrente residua è calcolata tramite il relè di protezione.
l La precisione della misurazione non è elevata (somma di errori TA e caratteristiche
di saturazione, corrente calcolata).
l L’installazione è più semplice rispetto al caso precedente, ma la precisione
di misurazione è inferiore.
In termini pratici, le impostazioni della soglia di protezione devono essere conformi
alle seguenti regole:
l Is0 ≥ 30% InCT per protezione DT (10% InCT per relè di protezione con vincolo H2);
l Is0 ≥ 10% InCT per protezione IDMT.

C-55
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

I trasformatori di tensione (TV) sono Trasformatori di tensione TV


definiti dalle seguenti norme:
Funzioni
l IEC 60044-2 I trasformatori di tensione hanno due funzioni essenziali:
l CEI EN 60044-1 (Prescrizioni generali) l adattare il valore di tensione MT del primario alle caratteristiche delle
apparecchiature di misura e/o di protezione connesse, fornendo una tensione
l CEI EN 61869-3 (Prescrizioni addizionali secondaria d’intensità proporzionalmente ridotta.
per TV induttivi) l isolare il circuito di potenza dal circuito di misura e/o di protezione.
l CEI EN 61869-5 (Prescrizioni addizionali Il TV si inserisce in parallelo alla linea di cui si vuole misurare la tensione
per TV capacitivi) ed ha l’altro avvolgimento connesso alla bobina voltmetrica.
In base alle caratteristiche del circuito di misura può risultare più appropriato
utilizzare un TV induttivo o capacitivo (TVI o TVC).

Collegamento dei TV.


TVI
Un trasformatore di misura voltmetrico induttivo TVI è dotato di due avvolgimenti
Z1 Z2
(primario e secondario) tra loro isolati e da un nucleo magnetico sul quale sono
avvolti gli avvolgimenti. Può essere rappresentato dal circuito equivalente
a fianco.(*)
La tensione Vs è l’immagine a secondario della tensione primaria Vp
V1 Y0 V2 con il rapportodi trasformazione:
Km=Vp/Vs
I1 I0 I2 Le correnti secondaria e primaria producono a loro volta cadute di tensione
N1 N2 sulle rispettive impedenze di dispersione, provocando variazioni del rapporto
Circuito equivalente dei trasformatori di tensione induttivi di trasformazione reale dell’apparecchio in funzione della tensione e della
V1: tensione primaria prestazione.
V2: tensione secondaria La tensione da misurare deve essere applicata ai terminali del primario
I0: corrente magnetizzante in parallelo al circuito di misura.
I1: corrente primaria Gli apparecchi di misura e/o di protezione da alimentare devono essere
I2: corrente secondaria collegati ai terminali dell’avvolgimento secondario.
N1: numero delle spire primarie Il principio di funzionamento è lo stesso di un comune trasformatore.
N2: numero delle spire secondari
Poiché nel circuito la tensione primaria è impressa (o può essere considerata
Z1: impedenza di dispersione del primario
tale), il funzionamento ideale di un TVI è con secondario aperto.
Z2: impedenza di dispersione del secondario
Y0: ammettenza equivalente
TVC
V: prestazione alimentata
Un trasformatore di misura voltmetrico capacitivo TVC è realizzato
con un TVI ma presenta all’ingresso del primario un partitore capacitivo.
Può essere rappresentato dal circuito equivalente a fianco.
Per studiare il suo funzionamento si utilizza il teorema di Thevenin..(**)
C1
La tensione primaria nominale del TVC è normalmente quella della rete
AC L TR sulla quale deve essere inserito.
Vp
L’induttore L è scelto per realizzare una frequenza di risonanza pari
C2
a 50 o 60 Hz con la capacità equivalente Ceq=C1+C2.
Vs V
Gli apparecchi di misura e/o di protezione da alimentare devono essere
collegati ai terminali dell’avvolgimento secondario.
B D Il sistema si composta come se la tensione in ingresso fosse l’uscita
del partitore capacitivo:
(a)
Kc=C1/(C1+C2)
C1 C1 e C2 rappresentano le capacità della sezione di alta tensione e di bassa
tensione del divisore.
LT R
C Ciò consente di ridurre la tensione da misurare e proteggere le apparecchiature
e il personale da elevate tensioni.
VTH C2 Vs V La tensione Vs è l’immagine a secondario della tensione primaria Vp
con il rapporto di trasformazione:
D Km=Vp/Vs
Anche per i TVC il rapporto di trasformazione nominale non coincide
(b)
Schema di principio (a) e circuito equivalente secondo generalmente con il rapporto di trasformazione reale.
Thevenin (b) di un trasformatore di tensione capacitivo Per tensioni elevate il TVI porta a nuclei di ferro di dimensioni troppo grandi.
Per questo motivo i TVC sono più adatti ad essere utilizzati per tensioni elevate
a frequenza fissa.

C-56
L’avvolgimento primario, connesso in Costruzione
parallelo al circuito MT tra fase-fase o fase I trasformatori Schneider Electric sono costituiti da un avvolgimento primario,
da un nucleo magnetico e da uno o più avvolgimenti secondari, tutti inglobati
e terra, è sottoposto alle stesse in resina epossidica.
sovratensioni. Ci sono due tipi di TV, in accordo al tipo di collegamento:
L’avvolgimento secondario fornisce l fase - fase: avvolgimento primario collegato tra due fasi;
una tensione costante indipendentemente l fase - terra: avvolgimento primario collegato tra fase e terra.
dal carico collegato.
L’avvolgimento secondario non deve Caratteristiche
mai essere cortocircuitato perchè Isolamento
genererebbe sovracorrenti. Caratterizzato dal livello di isolamento assegnato, coerente con il sistema in cui
il TV è installato:
MT / BT
l massima tensione (Um) (es. 24 kV)
l tensione di tenuta a frequenza industriale (es. 50 kV per 1min)
l tensione di tenuta a impulso (es. 125 kV)

Frequenza
Circuito semplificato di un trasformatore di tensione 50 o 60 Hz.
Is: corrente secondaria Tensione nominale primaria (Upn)
Us: tensione secondaria Secondo il tipo di connessione dei TV:
Zc: impedenza di carico. l tra fase e fase: Upn = U (es. 20 kV)

l tra fase e terra: Upn = U/ (es. 20/ kV)
L1 L1 Tensione nominale secondaria (Usn)
L2 L2 I valori standard sono 100V o 110V per i trasformatori di tensione fase-fase
e 100/ o 110/ per i trasformatori di tensione fase-terra.
L3 L3
Potenza di precisione
fase-fase Valore della potenza (espressa in VA) che il trasformatore può fornire alla
tensione secondaria nominale, garantendo la classe di precisione richiesta.
I valori standard sono: 10, 15, 30, 50 VA.
fase-terra Classe di precisione
Definisce i valori massimi di errore di rapporto e angolo di fase garantiti
all’interno dei range di tensione e prestazioni definiti dalla norma.
Errore di tensione (rapporto) Y (%)
Errore che il trasformatore introduce nella misura della tensione primaria,
espresso in percentuale della tensione misurata.
Errore d’angolo e’
Differenza di fase tra la tensione primaria e secondaria, espressa in minuti
d’angolo o centiradianti.
Fattore di tensione Ft
È il fattore, multiplo della tensione primaria nominale, che determina la tensione
massima di funzionamento alla quale il trasformatore deve rispettare
i limiti di riscaldamento e di precisione prescritti.
La tensione massima di funzionamento dipende dal regime del neutro
del sistema MT.
Tabella dei fattori di tensione
Fattore di Durata Connessione del TV Neutro del sistema
tensione
1,2 Continuo Fase-fase Qualunque
Continuo Tra il centro-stella del Qualunque
trasformatore e la terra
1,2 Continuo Fase-terra Connesso efficacemente a terra
1,5 30 s
1,2 Continuo Fase-terra Non connesso efficacemente
a terra con eliminazione
automatica del guasto a terra
1,9 30 s
1,2 Continuo Fase-terra Qualunque
1,9 8h

Tabella delle caratteristiche dei trasformatori di tensione


Caratteristiche Valori assegnati
Massima tensione - Um (kV) 7,2 12 17,5 24 36
l Tensione di tenuta a frequenza industriale (kV)(1) 20 28 38 50 70
l Tensione di tenuta a impulso (kV) 60 75 95 125 170
Frequenza (Hz) 50 - 60
Tensione primaria (kV) 3 - 3,3 - 5 - 5,5 - 6 - 6,6- 10 - 11 - 13,8 -
15 - 20- 22 - 30 - 33
Tensione secondaria U2n (V) 100 - 110
Potenza di precisione (VA) 10 - 15 - 30 - 50
(1) tensione di tenuta a frequenza industriale può essere limitata a cinque volte la tensione
nominale e primaria.

C-57
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Montaggio
Sono possibili più tipi di montaggio:
l montaggio 3 trasformatori a stella: TV con 1 connessione isolata MT;
l montaggio 2 trasformatori a V: TV con 2 connessioni isolate MT.

Misura della tensione residua


TV montati a stella ed esempio di rapporto La tensione residua che caratterizza il potenziale di un punto neutro rispetto
di trasformazione. alla terra è la somma vettoriale delle tre tensioni fase-terra.
La tensione residua è uguale a 3 volte la tensione omopolare V0.

TV montati a V ed esempio di rapporto Attenzione, non è possibile misurare una tensione residua con TV fase-fase.
di trasformazione.

59N
La presenza della tensione residua segnala l’esistenza di un guasto a terra
ed è ottenuta per misura o calcolo:
l misura di tre trasformatori di tensione collegati a stella con gli avvolgimenti
secondari a triangolo aperto che forniscono la tensione residua ;
l calcolo del relè a partire da tre trasformatori collegati a stella con gli
avvolgimenti secondari collegati a stella ‚.
 Misura diretta della tensione residua. Nelle reti BT, l’Ente Distributore è tenuto sempre a comunicare il valore della
tensione nominale e il valore della corrente di corto circuito trifase o della
59N
potenza di corto circuito nel punto di consegna.
Tuttavia, ai fini del calcolo delle correnti di corto circuito a fondo linea nelle reti
BT, bisogna chiedere all’Ente Distributore di comunicare per la rete MT anche
la corrente minima di corto circuito nel punto di consegna.
Tale valore non è mai indicato nella lettera di comunicazione
dell’Ente Distributore.

‚ Calcolo della tensione residua.

C-58
Trasformatore di tensione per misura
Classe di precisione
È dimensionato per trasmettere un’immagine molto precisa della tensione
primaria tra 80% e 120%. La norma IEC 60044-2 definisce per ogni classe
di misura gli errori massimi in modulo e fase in accordo al range di
funzionamento definito.
La precisione deve essere garantita dal fabbricante per una prestazione
compresa tra il 25% e il 100% della prestazione nominale.
La scelta della classe di misura è legata all’utilizzo (vedi tabella si seguito).
Applicazione Classe
Misura da laboratorio e fatturazione precisa 0,2
Misura industriale con fatturazione tariffaria 0,2
Misure di tensioni o indicatori 0,5 - 1

Per le classi di misura gli errori di tensione e di fase non devono superare i limiti
indicati nella seguente tabella.
Limiti di errore secondo le classi di precisione
Classe di precisione Errore di tensione Errore d’angolo
(di rapporto) ± % ± min
0,2 0,2 10
0,5 0,5 20
1 1,0 40

Esempio:
Trasformatore di tensione di misura: , 30 VA, cl. 0,5

l tensione nominale primaria 20000 V/


l tensione nominale secondaria 100 V/
l potenza di precisione 30 VA
l classe di precisione 0,5
l la tabella dei valori limite di errore indica per le condizioni di utilizzo del TV:
¡ una tensione primaria da 80% a 120% della tensione nominale primaria
(da 16: kV a 24: kV)
¡ una prestazione compresa tra 25% e 100% della potenza di precisione
(tra 7,5VA e 30VA) l’errore massimo di tensione sarà <±0,5% e di fase <±20min.

Trasformatore di tensione per protezione


Classe di precisione
È dimensionato per trasmettere un'immagine precisa della tensione primaria in
caso di guasto (abbassamento di tensione o sovratensione).
La norma IEC 60044-2 definisce per ogni classe di protezione gli errori massimi
in modulo e fase in accordo al range di funzionamento definito.
La precisione deve essere garantita dal fabbricante per una prestazione
compresa tra il 25% e il 100% della prestazione nominale.
La scelta della classe di misura è legata all'utilizzo (vedi tabella si seguito)
Limiti di errore secondo le classi di precisione
Classe di Errore di tensione (di rapporto) (± %) Errore d’angolo (minuti)
precisione 5% Upn e Ft 2% Upn e Ft 5%Upn e Ft 2%Upn
3P 3 6 120 240
6P 6 12 240 480
Ft: fattore di tensione.
Upn: tensione primaria nominale.
Esempio:
Trasformatore di tensione di protezione: , 30 VA cl. 3P, Ft = 1,9 x 8h

l tensione nominale primaria 20000 V/


l tensione nominale secondaria 100 V /
l potenza di precisione 30 VA
l classe di precisione 3P. La tabella dei valori limite di errore indica per le
condizioni di utilizzo del TV:
¡ una tensione primaria da 5% a 190% della tensione nominale primaria
(da 1/ kV a 22 kV)
¡ una prestazione compresa tra 25% e 100% della potenza di precisione
(tra 7,5VA e 30VA) l’errore massimo di tensione sarà <±3% e di fase <±120min.

C-59
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

TV a doppio (o triplo) secondario


Un TV può avere uno o due avvolgimenti secondari, più raramente tre,
per gli utilizzi scelti (protezione e/o misura).
Il collegamento di un TV si effettua con i morsetti marcati in accordo alle norme IEC:
l TV fase-terra
¡ A per la fase e N per la terra
¡ a e n lato secondario corrispondente. In caso di due avvolgimenti secondari
il primo sarà marcato 1a e 1n e il secondo 2a e 2n.
l TV fase-fase
¡ A e B lato MT
¡ a e b lato secondario corrispondente. In caso di due avvolgimenti secondari
Singolo secondario. il primo sarà marcato 1a e 1b e il secondo 2a e 2b.

Calcolo della potenza (VA)


Consumo indicativo
Apparecchio Consumo max (VA)
Voltmetro Elettromagnetico 5
Elettronico 1
Trasduttore Autoalimentato 5
Con alimentazione esterna 2
Contatore Induzione 5
Elettronico 4
Wattmetro, varmetro 5
Doppio secondario. Protezione Relè microprocessore 1

Teste cavo MT TA omopolari


I TA omopolari sono definiti comunemente “toroidi” e servono a rilevare
eventuali correnti di dispersione effettuando la somma vettoriale delle correnti
dei conduttori che attraversano il toroide. Il toroide omopolare deve misurare
Schermo solamente la somma delle tre correnti di fase.
Al contrario dei TA tradizionali, che sono normali trasduttori di misura, i toroidi
devono concatenare tutti i conduttori attivi per funzionare correttamente.
Al relé
Nel caso in cui il conduttore di terra li attraversi, questo deve essere fatto
51N
ripassare nel toroide in senso contrario per annullare l’effetto di eventuali
correnti che lo percorrono, che potrebbero o non fare intervenire la protezione
o farla intervenire intempestivamente. È il caso, ad esempio, in cui lo schermo
dei cavi MT è messo a terra. Per escludere la corrente che passa nella
schermatura dei cavi a media tensione si fa circolare tale corrente una seconda
volta attraverso il toroide in senso inverso .
La figura a fiano illustra come i conduttori di messa a terra dello schermo
devono ripassare attraverso il toroide per annullare l’effetto dell’eventuale
AB CA BC corrente a terra che scorre nello schermo.
Il segnale fornito dal toroide alimenta il relè omopolare 51N, cioè il relè che
interviene per la corrente verso terra (corrente omopolare) con ritardo legato
alla sua caratteristica di intervento. Si esegue la somma delle tre correnti
di linea che viene poi inviata al relè di protezione di massima corrente.
La taratura del 51N deve essere tale da evitare l’intervento per un guasto a terra
su una fase a monte del toroide. Questo guasto genera una corrente capacitiva
che dipende dall’estensione della linea in cavo a valle del toroide,
che può essere calcolata come
Ic=0.2 l L l U
dove L è la lunghezza del cavo ed U la tensione nominale dell’impianto.
Ad esempio: L=200 m; U=20 kV; Ic=0,8 A. La taratura del 51 N deve essere
superiore a questo valore.
Toroide è anche il normale TA con primario con cavo passante, ma in questo
caso viene abbracciato un solo conduttore per toroide. Talvolta però può
capitare che anche il TA omopolare abbracci un solo conduttore nel caso
in cui venga utilizzato in bassa tensione sul centro stella del trasformatore.

C-60
EcoStruxure Power™ Relè di Protezione
Semplifica il sistema di Funzioni
protezione con un relè Il relè è l’elemento sensibile del sistema di protezione.
universale Le sue funzione sono:
l tenere sotto controllo una grandezza indicativa delle condizioni di
funzionamnto del sistema (tensione, corrente, frequenza, temperatura etc... );
Scopri come a pagina M-214
l comandare l’intervento di un opportuno apparecchio di manovra quando
tale grandezza assume valori al di fuori dei limiti ammessi.
Esso permette quindi di proteggere le apparecchiature e le persone da rischi
elettrici. Tuttavia il sistema di protezione non è in grado di prevenire disturbi
elettrici, ma solo di limitarne gli effetti e la durata.
Le unità di protezione monitorano
continuamente lo stato dei componenti Progettazione
dell’impianto elettrico e li disenergizzano Per un impianto elettrico, la progettazione della protezione inizia sempre
(ad es. con lo sgancio di un interruttore) dalla scelta dei suoi componenti.
Il sistema di protezione è costituito da una serie di dispositivi (Fig. 1)
quando sono sede di gravi disturbi, ad comprendenti:
esempio un corto circuito o un guasto l sensori di misurazione (corrente e tensione) che forniscono i dati richiesti
dell’isolamento. per il rilevamento dei guasti;
Le funzioni delle protezioni sono definite l relè di protezione deputati al continuo monitoraggio dello stato dell’impianto
dalle seguenti norme: elettrico fino alla formulazione e all’emissione di ordini per il circuito di sgancio
l CEI EN 60255-3 (tempi caratteristici) allo scopo di escludere componenti guasti;
l CEI EN 60617 (simboli grafici) l apparecchiature di manovra con funzione di eliminazione dei guasti,
ad es. interruttori o combinazioni di interruttori o contattori e fusibili.
Lo studio del sistema di protezione determina i dispositivi da utilizzare per
prevenire i principali guasti che si ripercuotono sull’impianto elettrico e sui
macchinari:
l corto circuiti fase-fase e fase-terra;
l sovraccarichi;
l guasti specifici dei macchinari rotanti.
Nello studio del sistema di protezione occorre valutare i seguenti parametri:
l architettura e dimensioni dell’impianto elettrico con le varie modalità di
funzionamento;
l sistemi di messa a terra del neutro;
l caratteristiche delle fonti di corrente e relativo contributo in caso di guasto;
l tipi di carichi;
Fig. 1. Sistema di protezione.
l requisiti di continuità del servizio.
Le impostazioni delle unità di protezione vengono restituite da calcoli effettuati
da software specialistici che indicano il comportamento dell’impianto elettrico
durante i guasti.

C-61
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I relè di protezione che monitorano Caratteristiche generali


continuamente le variabili dell’impianto Funzionamento
elettrico includono combinazioni di Il relè include (Fig. 1):
funzioni basilari in base ai componenti l input di misurazione analogico per la variabile osservata, ricevuto dal sensore;
dell’impianto da monitorare. l risultato logico dell’elaborazione della misurazione (S noto);
loutput logico istantaneo della funzione di protezione, usato per l’indicazione,
ad esempio (Si noto);
l output logico ritardato della funzione di protezione, utilizzato per controllare
lo sgancio dell’interruttore (St noto).

I S St
I > Is 0 Caratteristiche
Si La modalità della funzione di protezione implica tempi caratteristici (Fig. 2)
che devono rispettare la IEC 60255-3:
Fig. 1. Schema elettrico dei relè. l tempo di funzionamento: è il tempo tra l’applicazione della quantità
(Esempio di relè di protezione dalle sovracorrenti di fase caratteristica (al doppio dell’impostazione della soglia) e la commutazione
ANSI 51)
del relè di uscita (output istantaneo);
l tempo di sovraelongazione: è la differenza tra il tempo di funzionamento
e il tempo massimo durante il quale può essere applicata la quantità
caratteristica senza sgancio;
l tempo di reset: è il tempo tra una riduzione improvvisa della quantità
caratteristica e la commutazione del relè di uscita.
Nota: si utilizzano anche altri termini non standardizzati le cui definizioni posso variare
da un produttore all’altro: tempo di recupero, tempo senza risposta, tempo di sgancio
istantaneo, tempo di memoria.

Per una maggiore stabilità, le funzioni hanno un rapporto di diseccitazione/


eccitazione d espresso sotto forma di percentuale dell’impostazione della
soglia: nell’esempio in Fig. 3, S passa da 1 a 0 quando I = d • Is.

Fig. 2. Tempi caratteristici della funzione di protezione.

Is

d • Is
t

t
0

Fig. 3. Rapporto diseccitazione/eccitazione

C-62
Impostazioni
L’utente può impostare alcune funzioni di protezione, in particolare:
l setpoint di sgancio: imposta il limite della quantità osservata che attua la
funzione di protezione;
l tempo di sgancio:
¡ ritardo definito (DT).
Dall’esempio in Fig. 1, applicato a un relè di corrente, si evince che al di
sopra della soglia di corrente Is, il tempo di sgancio di protezione è costante
(impostazione ritardo T)

Fig. 1. Principio di sgancio a tempo definito.

¡ ritardo IDMT (Inverse Definite Minimum Time), tempo inverso minimo definito.
Dall’esempio in Fig. 2, applicato a un relè di corrente, si evince che al di sopra
della soglia di corrente Is, maggiore è la corrente, più breve è il tempo di
sgancio di protezione

Fig. 2. Principio di sgancio IDMT.

Esistono vari tipi di curve determinate dalle equazioni e definite dalle varie
organizzazioni per la standardizzazione; l’IEC, ad esempio, definisce i seguenti
tipi (Fig. 3):
l SIT (Standard Inverse Time), tempo normalmente inverso;
l VIT (Very Inverse Time), tempo molto inverso;
l EIT (Extremely Inverse Time), tempo estremamente inverso

EIT

VIT

SIT

I
Is 10 • Is
Fig. 3. Curve di sgancio IDMT.
l arresto timer: tempo di reset regolabile;
l vincolo: inibizione dello sgancio in base alle percentuale della seconda
armonica;
l costanti temporali (ad es. sovraccarico termico ANSI 49RMS);
l angolo caratteristico (ad es. sovracorrente direzionale ANSI 67).

C-63
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MT/BT Digitale

Nell’uso comune, esistono due metodi per indicare le funzioni di protezione


dei relè:
l Standard ANSI C37-2
Utilizza un sistema di numerazione per varie funzioni integrate con lettere,
se la funzione richiede un’aggiunta;
l IEC 60617
Utilizza simboli grafici.
la Figura A2.1 contiene un elenco di numeri di dispositivi ANSI e dei loro
equivalenti IEC.

Descrizione ANSI IEC 60617 Descrizione ANSI IEC 60617

Relè sovravelocità 12 Relè sovracorrente guasto 51G


a terra a tempo inverso

Relè sottovelocità 14 Relè sovracorrente guasto 51N


a terra a tempo definito
Relè sovracorrente
Relè distanziometrico 21 controllato/limitato 51V
dalla tensione

Relè sovratemperatura 26 Relè fattore di potenza 55

Relè sottotensione 27 Relè sovratensione 59

Relè sovrapotenza 32 Relè spostamento 59N


direzionale punto di neutro

Relè sottopotenza 37 Relè guasto a terra 64

Relè sottocorrente 37 Relè sovracorrente 67


direzionale

Relè a sequenza inversa Relè guasto a terra 67N


46
direzionale

Relè tensione 47 Relè angolo di fase 78


sequenza inversa
Relè richiusura
Relè termico 49 79
automatica

Relè sovracorrente
50 Relè sottofrequenza 81U
istantaneo

Protezione sovracorrente 51 Relè sovrafrequenza 81O


a tempo inverso

Relè differenziale 87

C-64
Le funzioni di protezione sono completate Funzioni aggiuntive di misura, comando e controllo
dalle seguenti funzioni per la gestione Controllo delle apparecchiature di manovra
avanzata degli impianti elettrici: Questa funzione controlla i vari tipi di bobine di chiusura e sgancio delle
apparecchiature di manovra.
l funzioni di controllo supplementari;
l funzioni di monitoraggio del Supervisione del circuito di sgancio
funzionamento; Questa funzione indica i guasti del circuito di sgancio delle apparecchiature
di manovra.
l funzioni operative;
l funzioni indicative; Logica di controllo
Questa funzione serve a implementare la selettività logica tramite l’invio
l funzioni di misurazione;
e/o la ricezione di “segnali di blocco” tramite varie unità di protezione.
l funzioni diagnostiche;
Funzioni logiche
l funzioni di comunicazione.
Queste funzioni eseguono operazioni di equazioni logiche per generare altri
Tutte queste funzioni possono essere ordini o dati utilizzati per l’applicazione.
fornite dalla stessa unità di protezione
Funzioni operative
digitale. Le funzioni seguenti semplificano le operazioni all’utente:
l AVR: funzionalità di variazione di tensione per trasformatori dotati
di variatore di rapporto;
l regolazione dell’energia reattiva;
l localizzatore dei guasti (ANSI 21FL);
l controllo del banco condensatori;
l tempo di funzionamento rimanente prima dello sgancio per sovraccarico
termico.
Funzioni di misurazione
Le funzioni seguenti forniscono informazioni necessarie per comprendere
il funzionamento dell’impianto elettrico:
l corrente di fase;
l corrente di sgancio;
l corrente residua;
l correnti differenziali e passanti;
l distorsione armonica totale (THD) della corrente;
l tensioni fase-neutro e fase-fase;
l sequenza positiva, sequenza negativa e tensioni residue;
l distorsione armonica totale (THD) della tensione;
l frequenza;
l potenza attiva, reattiva e apparente;
l fattore di potenza (cosφ);
l energia attiva e reattiva;
l picco di domanda di corrente, potenza attiva e reattiva;
l temperatura;
l tempo di avvio del motore;
l registrazione dei disturbi.
Funzioni diagnostiche delle apparecchiature di manovra
l Chiusura delle apparecchiature di manovra e contamanovre di sgancio
per guasto,
l tempo di funzionamento;
l tempo di carica;
l Supervisione di TA e TV; questa funzione monitora la catena di misurazione
del trasformatore di tensione o di corrente e opera in base alle funzioni di
protezione correlate;
l corrente di interruzione cumulativa (kA2).
Funzioni di comunicazione
Queste funzioni servono allo scambio dei dati disponibili tra i vari componenti
dell’impianto elettrico (misurazioni, stati, ordini di controllo ecc.).

C-65
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MT/BT Digitale

Le funzioni di protezione costituiscono un Selettività cronometrica


sistema coerente che dipende dalla Principio
struttura globale dell’impianto di La selettività basata sul tempo consiste nell’assegnazione di diversi ritardi
distribuzione e dal tipo di messa a terra del alle unità di protezione dalle sovracorrenti distribuite nell’impianto elettrico.
Minore è la distanza del relè dalla fonte, maggiore e il ritardo.
neutro, per cui devono essere considerate
come un sistema basato sul principio di Modalità di funzionamento
selettività, ossia l’isolamento nel più breve Il guasto illustrato nella figura a fianco (Fig. 1) viene rilevato da tutte le unità di
protezione (in A, B, C e D). I contatti dell’unità di protezione ritardata D
tempo possibile del solo componente
si chiudono più rapidamente di quelli dell’unità di protezione C, che a loro volta
guasto dell’impianto elettrico, lasciando si chiudono più rapidamente di quelli dell’unità di protezione B e così via.
energizzati tutti i componenti sani. Dopo lo sgancio dell’interruttore D e l’eliminazione della corrente di guasto,
Per implementare la selettività nella le unità di protezione A, B e C non servono più e tornano in posizione di standby.
La differenza del tempo di azionamento DT tra le unità di protezione successive
protezione dell’impianto elettrico è
rappresenta l’intervallo di selettività che tiene conto di vari fattori (Fig. 2):
possibile utilizzare vari metodi:
l tempo di interruzione Tc dell’interruttore a valle, inclusi il tempo di risposta
l selettività basata sul tempo; dell’interruttore e la durata dell’arco;
l selettività basata sulla corrente; l tolleranze del ritardo dT;
l selettività tramite scambio di dati
l tempo di sovraelongazione dell’unità di protezione a monte tr;
(c.d. “selettività logica”); l margine di sicurezza m.
l selettività tramite l’uso di funzioni
DT, quindi, deve soddisfare la relazione:
di protezione direzionale; DT ≥ Tc + tr + 2dT + m.
l selettività tramite l’uso di funzioni Considerando le apparecchiature di manovra presente e le prestazioni dei relè,
di protezione differenziale; a DT si assegna il valore 0,3 s.
l selettività combinata per migliorare Esempio: Tc = 95 ms, dT = 25 ms, tr = 55 ms; per un intervallo di selettività
l’efficienza globale (tecnica ed economica) di 300 ms, il margine di sicurezza è 100 ms.
o riserva.

Fig. 2. Scomposizione di un intervallo di selettività.

Vantaggi
Questo sistema di selettività presenta due vantaggi:
l fornisce una riserva; se l’unità di protezione D fallisce, ad esempio,
l’unità di protezione C si attiva dopo il periodo DT;
l è semplice.

Svantaggi
In presenza di numerosi relè in cascata, tuttavia, siccome il ritardo dell’unità
di protezione più a monte è più lungo, i tempi di eliminazione del guasto
diventano proibitivi e incompatibili con la tenuta di corrente di corto circuito
delle apparecchiature e con le necessità operative esterne (ad es. vincoli
imposti dall’azienda elettrica).

Fig. 1. Principio della selettività basata sul tempo.

C-66
Applicazione
Questo principio è utilizzato negli impianti elettrici radiali semplici con pochi
livelli (Fig. 1). I ritardi impostati per la selettività basata sul tempo sono attivati
51 IsA, TA quando la corrente supera le impostazioni dei relè, per cui le impostazioni
A devono essere coerenti.
Esistono due casi, in base al tempo di ritardo utilizzato.
Relè temporizzati definiti (Fig. 2)
Condizioni da soddisfare: IsA > IsB > IsC e TA > TB > TC.
51 IsB, TB L’intervallo di selettività DT convenzionalmente è compreso nell’intervallo
B di 0,3 secondi.
t C BA

51 IsC, TC
C

TA

TB

Fig. 1. Impianto elettrico radiale con selettività basata sul


TC
tempo.

I
IsCI IsBI sA scC IscB IscA
max max max
Fig. 2. Selettività basata sul tempo con relè temporizzati definiti.

Relè IDMT (Fig. 3)


Se le soglie sono impostate sulla corrente nominale In, sono garantite
contemporaneamente la protezione dai sovraccarichi e dai corto circuiti
e la coerenza delle impostazioni.
InA > InB > InC
IsA = InA, lsB = InB, e IsC = InC
I ritardi sono impostati in modo da ottenere l’intervallo di selettività DT per la
massima corrente rilevata dal relè di protezione a valle. La stessa famiglia di
curve si utilizza per evitare sovrapposizioni in una parte del dominio

t C BA

I
IsCI IsBI sA scC IscB IscA
max max max
Fig. 3. Selettività basata sul tempo con relè IDMT.

C-67
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Selettività amperometrica
Principio
La selettività basata sulla corrente si fonda sul principio per cui in un impianto
elettrico maggiore è la distanza dalla fonte, minore è la corrente di guasto.
Modalità di funzionamento
Un’unità di protezione dalle correnti è installata nel punto iniziale di ogni
sezione: la soglia è impostata a un valore inferiore alla minima corrente di corto
circuito causata da un guasto nella sezione monitorata e a un valore maggiore
alla corrente massima causata da un guasto a valle (all’esterno dell’area
monitorata).
Vantaggi
Con queste impostazioni, ogni dispositivo di protezione si attiva solo in caso
di guasti localizzati immediatamente a valle, nella zona monitorata, e non è
sensibile ai guasti esterni a tale zona.
Per sezioni di linee separate da un trasformatore, può essere vantaggioso
utilizzare questo sistema perché è semplice, conveniente e rapido
(sgancio senza ritardo).
Un esempio è illustrato di seguito (Fig. 1):
IscBmax < IsA < IscAmin
IsA = impostazione della corrente
IscB sul primario del trasformatore è proporzionale alla massima corrente
di corto circuito sul secondario.
I ritardi TA e TB sono indipendenti e TA può essere più breve di TB.
Svantaggi
Fig. 1. Funzionamento della selettività basata sulla corrente. L’unità di protezione a monte (A) non funge da riserva per l’unità di protezione
a valle (B).
In pratica, è difficile definire le impostazioni per due unità di protezione in
cascata garantendo comunque una selettività soddisfacente in assenza di una
riduzione significativa della corrente tra due aree adiacenti. È questo il caso
degli impianti elettrici in media tensione, ad eccezione delle sezioni dotate
di trasformatori.
Applicazione
L’esempio seguente riguarda la protezione dalle correnti di un trasformatore tra
due sezioni di cavi.
L’impostazione della protezione dalle sovracorrenti Is soddisfa la relazione:
1,25 IscBmax < IsA < 0,8 I scAmin.
La selettività tra le due unità di protezione è garantita.

C-68
Selettività logica
Principio
Questo sistema è stato sviluppato per gestire gli svantaggi della selettività
basata sul tempo.
Tale principio è utilizzato quando occorre ridurre il tempo di eliminazione
dei guasti (Fig. 1).
Modalità di funzionamento
Lo scambio di dati logici tra unità di protezione successive elimina la necessità
di intervalli di selettività, per cui riduce significativamente il tempo di sgancio
degli interruttori più vicini alla fonte.
Negli impianti elettrici radiali, le unità di protezione localizzate a monte del
guasto si attivano, mentre quelle a valle no. Il punto di guasto e l’interruttore
da sganciare, quindi, si localizzano chiaramente.
Ogni unità di protezione attivata da un guasto invia:
l un segnale di blocco al livello a monte (un ordine di ridurre il ritardo del relè
a monte);
l un ordine di sgancio all’interruttore correlato, a meno che non sia già stato
ricevuto un segnale di blocco dal livello a valle.
Lo sgancio ritardato è dotato di riserva.
Il principio è illustrato in Fig. 2:
l quando si verifica un guasto a valle di B, l’unità di protezione in B blocca
l’unità di protezione in A;
l solo l’unità di protezione in B attiva lo sgancio dopo il ritardo TB, purché
non abbia ricevuto un segnale di blocco;
l la durata del segnale di blocco per l’unità di protezione in A è limitata a
TB + T3, con T3 ≥ apertura e tempo di estinzione dell’arco dell’interruttore B
(tipicamente 200 ms);
Fig. 1. Principio della selettività logica.
l se l’interruttore B fallisce lo sgancio, l’unità di protezione A emette un ordine
di sgancio in TB + T3;
l quando si verifica un guasto tra A e B, l’unità di protezione A sgancia
dopo il ritardo TA.
Vantaggi
Il tempo di sgancio non è correlato alla posizione del guasto nella catena
di selettività o al numero di unità di protezione presenti nella catena.
Ciò implica che è possibile garantire la selettività tra un’unità di protezione
a monte con un ritardo breve e un’unità a valle con un ritardo lungo.
È possibile, ad esempio, utilizzare un ritardo più breve nella fonte piuttosto
che in prossimità dei carichi. Il sistema, inoltre, è progettato con una riserva.
Svantaggi
Siccome occorre trasmettere segnali logici tra i diversi livelli delle unità di
protezione, è necessario un cablaggio supplementare. Questo requisito
potrebbe costituire un vincolo importante quando le unità di protezione sono
molto distanti tra loro, ad esempio nel caso di connessioni lunghe anche diverse
centinaia di metri.
Questa difficoltà può essere superata combinando più funzioni: selettività
logica nei quadri di comando vicini e selettività basata sul tempo tra zone molto
distanti (fare riferimento al capitolo relativo alla selettività logica e basata
sul tempo combinata).
Applicazione
Questo principio viene utilizzato frequentemente per proteggere impianti
elettrici in media tensione che includono circuiti derivati con svariati livelli
Fig. 2. Funzionamento della selettività logica. di selettività.

C-69
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MT/BT Digitale

Selettività direzionale
Principio
In un impianto elettrico ad anello in cui i guasti si propagano da entrambe le
estremità, è necessario utilizzare un’unità di protezione sensibile alla direzione
del flusso della corrente di guasto allo scopo di localizzare ed eliminare il
guasto in maniera selettiva. È questo il ruolo delle unità di protezione direzionale
dalle sovracorrenti.
Modalità di funzionamento
Gli interventi della protezione variano in base alla direzione della corrente
(Figg. 1 e 2), cioè in base allo sfasamento della corrente in relazione a un
determinato riferimento tramite il vettore della tensione; il relè, quindi, ha
bisogno dei dati sia della corrente che della tensione.
Le condizioni di funzionamento, cioè la posizione dello sgancio e le zone senza
sgancio, sono adattate all’impianto elettrico da proteggere (Fig. 3).
Principio della protezione direzionale Esempio di utilizzo di unità di protezione direzionale (Fig. 4):
Fig. 1. Unità di protezione attivata.
Gli interruttori D1 e D2 sono dotati di unità di protezione direzionale che si
attivano nel caso in cui la corrente si propaghi dalle sbarre di distribuzione al
cavo.
Se si verifica un guasto nel punto 1, il guasto viene rilevato solo dall’unità di
protezione in D1.
L’unità di protezione in D2 non lo rileva a causa della direzione della corrente
rilevata. L’interruttore D1 si sgancia.
Se si verifica un guasto nel punto 2, il guasto non viene rilevato da queste unità
di protezione e gli interruttori D1 e D2 rimangono chiusi.
Per proteggere le sbarre di distribuzione occorre includere altre unità di
protezione.
Vantaggi
La soluzione è semplice e può essere utilizzata in numerosi casi.
Svantaggi
È necessario utilizzare trasformatori di tensione per fornire un riferimento di fase
allo scopo di determinare la direzione della corrente.
Principio della protezione direzionale Applicazione
Fig. 2. Unità di protezione non attivata. Questo principio è utilizzato per proteggere arrivi paralleli e impianti elettrici ad
anello chiuso, ma anche per determinati casi di protezione dai guasti a terra.

Protezione direzionale
Principio della protezione direzionale Fig. 4. Esempio di due arrivi paralleli.
Fig. 3. Rilevamento della direzione della corrente.

C-70
La selettività combinata è una Di seguito sono riportati vari esempi applicativi pratici della selettività
combinazione di funzioni di selettività combinata:
basilari che garantisce vantaggi l basata sulla corrente e sul tempo;
supplementari rispetto ai singoli tipi di l logica e basata sul tempo;
selettività: l basata sul tempo e direzionale;
l selettività totale; l logica e direzionale;
l ridondanza o riserva. l differenziale e basata sul tempo.

Selettività basata sulla corrente e sul tempo


L’esempio illustra un sistema con due selettività:
l selettività basata sulla corrente tra A1 e B;
l selettività basata sul tempo tra A2 e B.
In tal modo, la selettività è totale e l’unità di protezione in A funge da riserva per
l’unità di protezione in B.

t BA

TA2

TB
Fig. 1. Selettività basata
TA1
sulla corrente e sul tempo. I
IsBI sA2 IscB IsA1 IscA

Selettività logica e basata sul tempo di riserva


L’esempio illustra un sistema con due selettività:
IsA, TA1 IsA, TA2 l selettività logica tra A1 e B;
51 51
A l selettività basata sul tempo tra A2 e B.
L’unità di protezione A2 funge da riserva per l’unità di protezione A1 nel caso in
cui quest’ultima fallisca lo sgancio a causa di un guasto del segnale di blocco
(segnale di blocco permanente)

t BA

TB
IsB
B T=0
TA2
Fig. 2. Selettività logica e
basata sul tempo di riserva. TB
TA1
I
IsBI sA IscB IscA

Selettività logica e basata sul tempo


L’esempio illustra un sistema con due selettività:
l selettività logica all’interno di un quadro di comando (tra A e B e tra C e D);
l selettività basata sul tempo tra due quadri di comando B e D, con TB = TD + DT.
Non occorre installare una connessione per la trasmissione dei segnali logici
tra due quadri di comando molto distanti e i ritardi di sgancio sono più brevi
rispetto alla sola selettività basata sul tempo (Fig. 3);
l la selettività basata sul tempo di riserva deve essere inclusa nei punti A e C
(fare riferimento al paragrafo precedente).

Fig. 3. Confronto tra i tempi di sgancio con selettività


combinata (logica e basata sul tempo) e tempi di sgancio
con selettività basata sul tempo.

C-71
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Selettività basata sul tempo e direzionale


I punti D1 e D2 sono dotati di unità di protezione direzionale a ritardo breve.
I punti H1 e H2 sono dotati di unità di protezione dalle sovracorrenti ritardate.
Se si verifica un guasto nel punto 1, il guasto viene rilevato solo dall’unità di
H1 H2 protezione D1 e dalle unità di protezione H1 e H2. L’unità di protezione in
51 51 D2 non lo rileva a causa della direzione della corrente rilevata. L’unità D1 si
sgancia. L’unità di protezione H2 si diseccita, H1 sgancia e la sezione guasta
H1-D1 viene isolata.
TH1 = TH2
TD1 = TD2
TH = TD + DT

1
67 67

D1 D2

Fig. 1. Selettività basata sul tempo e


direzionale.

Selettività logica e direzionale


Dall’esempio si evince che l’orientamento dei segnali di blocco dipende dalla
direzione del flusso di corrente.
Questo principio è utilizzato per l’accoppiamento delle sbarre di distribuzione e
gli anelli chiusi.

Guasto all’estremità D2:


l sgancio in D2 e B;
l D1 è bloccato da B (BSIG: segnale di blocco).

Guasto all’estremità D1:


l sgancio in D1 e B;
l D2 è bloccato da B (BSIG: segnale di blocco).

Fig. 2. Selettività logica e direzionale

Selettività differenziale e basata sul tempo


L’esempio illustra un sistema con due selettività:
l protezione differenziale istantanea;
lunità di protezione da sovracorrenti di fase o guasti a terra in A come riserva
per l’unità di protezione differenziale;
l unità di protezione da correnti in B per proteggere la zona a valle;
l selettività basata sul tempo tra le unità di protezione in A e B, con
TA = TB + DT.

In tal modo, è fornita una riserva per la funzione di protezione differenziale,


ma a volte occorrono trasformatori di corrente a doppio avvolgimento.

Nota: la selettività basata sul tempo può essere sostituita dalla selettività logica.

Fig. 3. Selettività differenziale e basata sul tempo.

C-72
La protezione dell’impianto elettrico Guasti fase-fase (Fig. 1)
dovrebbe: Gli arrivi e le linee feeder sono dotate di unità di protezione dalle sovracorrenti
di fase (ANSI 51).
l rilevare i guasti;
Tra l’unità di protezione dell’arrivo (A) e le unità di protezione delle linee feeder
l isolare i componenti guasti dell’impianto (D) è utilizzata la selettività basata sul tempo.
elettrico, lasciando in funzione quelli sani. L’unità di protezione in D rileva il guasto 1 sulla linea feeder e sgancia
Le unità di protezione vengono scelte in l’interruttore D dopo il ritardo TD.
base alla configurazione dell’impianto L’unità di protezione in A rileva il guasto 2 nelle sbarre di distribuzione e si
sgancia dopo il ritardo TA
elettrico (funzionamento in parallelo di
e funge da riserva per l’unità di protezione D.
generatori o trasformatori, impianto Scegliere: IsA ≥ IsD e TA ≥ TD + DT
elettrico radiale o ad anello, sistema di DT: intervallo di selettività (generalmente 0,3 s).
messa a terra del neutro ecc.). L’unità di protezione in D deve essere selettiva in relazione alle unità di
protezione a valle: se il ritardo richiesto per la protezione A è troppo lungo, deve
Occorre valutare alcuni fattori:
essere utilizzata la selettività logica o combinata (logica e basata sul tempo).
l protezione dai guasti fase-fase;
l protezione dai guasti a terra, connessa Guasti fase-terra
al sistema di messa a terra del neutro. Messa a terra tramite resistenza sul trasformatore (Fig.2)
Verranno esaminati i seguenti tipi di Sulle linee feeder, sull’ingresso e sul collegamento di messa a terra del neutro
sono installate unità di protezione dai guasti a terra (ANSI 51N).
impianti: singolo arrivo, duplice arrivo,
Tra le varie unità di protezione è utilizzata la selettività basata sul tempo.
anello aperto e anello chiuso. Queste unità sono necessariamente differenti dalle unità di protezione dai guasti
di fase, poiché le correnti di guasto rientrano in un intervallo differente.
t D A
Le unità di protezione delle linee feeder sono impostate in maniera selettiva
in relazione all’unità di protezione dell’arrivo, che a sua volta è impostata in
maniera selettiva in relazione all’unità di protezione della messa a terra del
neutro (in base agli intervalli di separazione).
51 IsA, TA
TA La corrente di guasto percorre le capacitanze delle linee feeder sane
e della resistenza di messa a terra.
A Tutti i sensori delle linee feeder sane rilevano la corrente capacitiva.
TD
I Per evitare sganci indesiderati, l’unità di protezione su ogni linea feeder è
impostata su un valore superiore alla corrente capacitiva delle linee feeder.
2 IsDI sA l Guasto in 3: l’interruttore D1 viene sganciato dall’unità di protezione ad esso
D connessa.
l Guasto in 4: l’interruttore A viene sganciato dall’unità di protezione dell’arrivo.
51 IsD, TD
l Guasto in 5: l’unità di protezione nel collegamento di messa a terra del neutro
sgancia l’interruttore H sul circuito primario del trasformatore (Fig. 1).

L’unità di protezione in D deve essere selettiva in relazione alle unità di


1 protezione a valle: se il ritardo richiesto per la protezione A è troppo lungo,
deve essere utilizzata la selettività logica.
Fig. 1. Protezione dai guasti fase-fase.
L’unità di protezione della messa a terra del neutro in H funge da riserva
nel caso in cui l’unità di protezione dell’arrivo in A fallisca lo sgancio.
L’unità di protezione dell’arrivo in A funge da riserva nel caso in cui l’unità di
protezione di una linea feeder in D fallisca lo sgancio.

Fig. 2. Protezione dai guasti fase-terra (messa a terra del neutro tramite resistenza nel
trasformatore).

C-73
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Guasti fase-terra
Messa a terra del neutro tramite resistenza nelle sbarre di distribuzione (Fig. 1)
H
Per la messa a terra tramite resistenza si utilizza un generatore omopolare.
Sulle linee feeder, sull’ingresso e sul generatore omopolare sono installate unità
di protezione dai guasti a terra (ANSI 51G).
Tra le varie unità di protezione è utilizzata la selettività basata sul tempo.
3 Le unità di protezione delle linee feeder e l’unità di protezione dell’arrivo sono
impostate in maniera selettiva in relazione all’unità di protezione con impedenza
51G IsA, TA di messa a terra. Come nel caso precedente, l’unità di protezione su ogni linea
feeder è impostata su un valore superiore alla corrente capacitiva delle linee
A feeder.
In caso di guasto sulla linea feeder 1, solo l’interruttore della linea feeder D1
si sgancia.
In caso di guasto nelle sbarre di distribuzione 2, solo l’unità di protezione
2 D2 D1
sul collegamento di messa a terra rileva il guasto e sgancia l’interruttore A.
In caso di guasto sul circuito secondario del trasformatore 3, l’unità di
51G 51G IsD, TD 51G
protezione dell’arrivo rileva il guasto e sgancia l’interruttore H.
Nota: quando l’interruttore A è aperto, il neutro del circuito secondario
del trasformatore è isolato e potrebbe essere necessario proteggerlo tramite
una misurazione dello spostamento della tensione del neutro (ANSI 59N).
1
L’unità di protezione del generatore omopolare funge da riserva nel caso in cui
l’unità di protezione dell’arrivo in A o l’unità di protezione di una linea feeder
in D fallisca lo sgancio.
Fig. 1. Protezione dai guasti fase-terra (messa a terra del
Se non è possibile soddisfare la condizione IsD > 1,3 Ic per una linea feeder,
neutro tramite resistenza nelle sbarre di distribuzione).
è possibile utilizzare un’unità di protezione direzionale dai guasti a terra
per distinguere la corrente di guasto e la corrente capacitiva.

Neutro collegato a terra tramite reattanza


Per la messa a terra tramite resistenza nel trasformatore o nelle sbarre
di distribuzione si utilizza la stessa procedura.

Neutro isolato (Fig. 2)


Un guasto, a prescindere dalla sua posizione, produce una corrente
che attraversa la capacità delle linee feeder sane.
Negli impianti elettrici industriali, questa corrente generalmente è debole
(qualche ampere) per cui non richiede interruzioni per l’individuazione
del guasto.
Tra le varie unità di protezione è utilizzata la selettività basata sul tempo.
Il guasto viene rilevato da un dispositivo di monitoraggio dell’isolamento o da
IM D
un’unità di protezione dallo spostamento della tensione del neutro (ANSI 59N).
59N
Quando la corrente capacitiva totale di un impianto elettrico è elevata (decine
di ampere) è necessario adottare accorgimenti supplementari per eliminare
rapidamente il guasto.
Per lo sgancio selettivo della linea feeder guasta è possibile utilizzare
la protezione direzionale dai guasti a terra.

Neutro collegato direttamente a terra


È simile alla messa a terra tramite resistenza nel trasformatore; le correnti
capacitive, però, sono trascurabili rispetto alla corrente di guasto,
per cui l’implementazione della funzione di protezione è più semplice.

Neutro compensato
L’impianto elettrico è collegato a terra nel trasformatore. I guasti vengono rilevati
da una specifica unità di protezione direzionale dai guasti a terra (ANSI 67NC)
che monitora la corrente residua attiva e riconosce i guasti durante la fase
Fig. 2. Protezione dai guasti fase-terra (neutro isolato). transitoria iniziale.

C-74
Impianti elettrici con duplice arrivo
H1 H2 Guasti fase-fase (Fig. 1)
Impianto elettrico con due arrivi trasformatore o due arrivi linea
51 TH 51 TH
Le linee feeder sono dotate di unità di protezione dalle sovracorrenti di fase con
impostazione del ritardo TD.
I due arrivi A1 e A2 sono dotati di unità di protezione dalle sovracorrenti di fase
T1 T2
(ANSI 51) impostate in maniera selettiva in relazione alle linee feeder, cioè
TA ≥ TD + DT.
3 Sono dotati anche di unità di protezione direzionale (ANSI 67) con impostazione
dei ritardi TR < TA – DT.
67 TR 67 TR Tra le unità di protezione degli arrivi e le unità di protezione delle linee feeder
51 TA 51 TA (D) è utilizzata la selettività basata sul tempo.
Tra le unità di protezione dell’alimentazione H e le unità di protezione degli arrivi
A1 A2 A è utilizzata la selettività basata sulla corrente.
Ciò implica che un guasto in 1 viene eliminato con lo sgancio di D2 dopo il
2 ritardo TD.
D1 D2
Un guasto in 2 viene eliminato con lo sgancio di A1 e A2 con ritardo TA (le unità
di protezione direzionale non rilevano il guasto).
51 TD 51 TD Un guasto in 3 viene rilevato dall’unità di protezione direzionale A1 che sgancia
nel tempo TR, lasciando in funzione la parte sana dell’impianto elettrico.
Il guasto in 3, tuttavia, è ancora propagato da T1. Nel tempo TH ≥ TA + DT, H1
viene sganciato dall’unità di protezione dalle sovracorrenti di fase ad esso
1 connessa.
Fig. 1. Protezione dai guasti fase-fase.

Guasti fase-terra (Fig. 2)


Neutro collegato a terra tramite resistenza nei trasformatori degli arrivi
Sulle linee feeder sono installate unità di protezione dai guasti a terra (ANSI
51G) impostate su un valore superiore alle correnti capacitive corrispondenti,
H1 H2
con ritardi TD.
51G TN 51G TN Sugli arrivi A1 e A2 sono installate unità di protezione direzionale dai guasti a
terra (ANSI 67N), con ritardi TR.
Sui collegamenti di messa a terra sono installate unità di protezione dai guasti a
terra (ANSI 51G) impostate su un valore superiore alle unità di protezione degli
6 arrivi e delle linee feeder, con ritardi tali che TN ≥ TD + DT.
Tra le varie unità di protezione è utilizzata la selettività basata sul tempo.
67N TR 67N TR Ciò implica che un guasto in 4 viene eliminato con lo sgancio di D1.
Un guasto in 5 viene eliminato con lo sgancio di A1, A2, H1 e H2 comandato
A1 A2 dalle unità di protezione collocate sui collegamenti di messa a terra del neutro
dei due trasformatori.
Un guasto in 6 viene rilevato dall’unità di protezione direzionale A1 che sgancia
5 nel tempo TR, lasciando in funzione la parte sana dell’impianto elettrico.
Il guasto in 6, tuttavia, continua ad essere propagato fino al tempo TN, quando
D1 D2 D3 l’unità di protezione sul collegamento di messa a terra del trasformatore
corrispondente non sgancia l’interruttore H1.
51G TD 51G TD 51G TD
Neutro collegato a terra tramite resistenza nelle sbarre di distribuzione
Per la messa a terra tramite resistenza si utilizza un generatore omopolare.
4 Sulle linee feeder, sugli ingressi e sul generatore omopolare sono installate unità
di protezione dai guasti a terra.
Tra le varie unità di protezione è utilizzata la selettività basata sul tempo.
Fig. 2. Protezione dai guasti fase-terra (messa a terra del
neutro tramite resistenza nel trasformatore). L’impianto funziona in maniera analoga agli impianti elettrici con singolo arrivo.

Neutro isolato
L’impianto funziona in maniera analoga agli impianti elettrici con singolo arrivo.

Neutro collegato direttamente a terra


Il sistema è simile alla messa a terra tramite resistenza, ma la corrente fase-terra
è superiore e raggiunge il livello della corrente fase-fase.

Neutro compensato
In un determinato momento solo una bobina di terra è in servizio per garantire
l’adattamento della capacità dell’impianto elettrico, in maniera analoga agli
impianti elettrici con singolo arrivo.

C-75
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Funzioni di protezione supplementari


G Accoppiamento (Fig. 1)
La funzione di controllo del sincronismo (ANSI 25) serve a controllare che le
differenze di frequenza, fase e ampiezza di tensione dei circuiti da collegare
rientri nei limiti accettabili per consentire la chiusura dell’interruttore
di accoppiamento.

Disaccoppiamento
Quando gli impianti elettrici sono alimentati dalla rete elettrica e da una fonte
di energia indipendente, è necessario evitare interferenze tra le due fonti a
seguito di eventi come un guasto della rete elettrica o un guasto a terra. Le
conseguenze includono oscillazioni della tensione e della frequenza
e lo scambio di corrente tra circuiti differenti.
Le guide tecniche dei distributori spesso consigliano o impongono funzioni
di protezione.
Esistono vari metodi per disaccoppiare due fonti:
25 l monitoraggio della direzione della potenza attiva e protezione tramite relè
di protezione di potenza inversa (ANSI 32P);
Fig. 1. Protezione dell’accoppiamento dell’impianto elettrico.
l monitoraggio dell’ampiezza della tensione e protezione dalle sottotensioni
o sovratensioni (ANSI 27 o 59);
l monitoraggio delle frequenze e protezione dalle sottofrequenze (ANSI 81L)
o dalle sovrafrequenze (ANSI 81H);
l protezione dagli spostamenti di fase causati dai guasti (ANSI 78);
l monitoraggio delle variazioni di frequenza e protezione di derivata di
frequenza ROCOF (ANSI 81R) rispetto a una soglia. Questa funzione di
protezione è più rapida delle funzioni di protezione della frequenza ed è più
stabile della protezione dagli spostamenti di fase.

Trasferimento automatico della fonte (Fig. 2)


Il sistema in Fig. 2 illustra un impianto con due sbarre di distribuzione alimentate
normalmente da due fonti con l’accoppiamento aperto (configurazione 2/3).
In caso di perdita della fonte 1, l’impianto elettrico viene riconfigurato.
La fonte 1 viene aperta e l’accoppiamento viene chiuso; questo trasferimento
automatico della fonte avviene in base a una procedura:
l inizializzazione del trasferimento con il rilevamento della sottotensione (ANSI 27)
Fig. 2. Trasferimento automatico della fonte. sulla fonte 1 che causa l’apertura dell’interruttore della fonte 1: Us = 70% Un;
l inibizione del trasferimento se viene rilevato un guasto a valle della fonte 1
da un’unità di protezione dalle sovracorrenti (ANSI 50 e 50N);
l abilitazione del trasferimento dopo la sparizione della tensione sostenuta
dai macchinari rotanti controllata dall’unità di protezione dalle sovratensioni
rimanente (ANSI 27R):
Us = 25% Un;
l abilitazione del trasferimento dopo la verifica che la tensione sia sufficiente
(ANSI 59) sulla fonte 2 e chiusura dell’interruttore di accoppiamento:
Us = 85% Un.

C-76
Negli impianti di distribuzione che L’impianto elettrico funziona come un anello aperto e la protezione è fornita
includono sottostazioni alimentate in anelli alle estremità degli anelli, dotati di interruttori (Fig. 1).
I dispositivi di commutazione utilizzati nelle sottostazioni sono interruttori.
aperti, la protezione è fornita alla testa I guasti causano interruzioni di corrente.
dell’anello. Sugli interruttori alla testa di ogni anello sono installate unità di protezione
dalle sovracorrenti di fase e dai guasti a terra (ANSI 51 e 51N).
Un guasto che avviene in un cavo che collega due sottostazioni può sganciare
uno di questi interruttori a seconda della posizione dell’apertura dell’anello.
La protezione spesso è completata da un dispositivo automatico che:
l elimina il guasto (con lo spegnimento) aprendo i dispositivi collocati
alle estremità del cavo guasto localizzato da un rivelatore di guasti;
l chiude l’interruttore che si è sganciato alla testa dell’anello;
l chiude il dispositivo che ha garantito la normale apertura dell’anello
per ripristinare la corrente nella metà dell’anello sano a valle.
L’impianto elettrico può tornare allo stato di funzionamento iniziale dopo
la riparazione del circuito guasto.
L’interruzione può durare da qualche secondo a qualche minuto, a seconda
che l’anello venga riconfigurato automaticamente o manualmente.

51 51
51N 51N

C C

C C

C C

C C

OC

Fig. 1. Principio di protezione di un anello aperto.

C-77
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Negli impianti di distribuzione che Impianti elettrici ad anello chiuso


includono sottostazioni alimentate in anelli L’impianto elettrico può funzionare in anelli chiusi con ogni sezione protetta
chiusi, la protezione è fornita per diverse da interruttori alle estremità della sezione.
La maggior parte dei guasti non causano interruzioni di corrente.
sezioni. È possibile utilizzare varie soluzioni di protezione.

Protezione differenziale (Fig. 1)


Ogni cavo è dotato di un’unità di protezione differenziale di linea (ANSI 87L)
e ogni sottostazione è dotata di un’unità di protezione differenziale delle sbarre
di distribuzione (ANSI 87B).
Questo tipo di protezione è molto rapida.
Se il neutro è collegato a terra tramite resistenza, la sensibilità delle unità
di protezione differenziali deve coprire i guasti fase-terra.

CC

87L 87L

C C
87B 87B

C C

Fig. 1. Protezione differenziale di un anello chiuso.

Protezione dalle sovracorrenti e selettività logica direzionale (Fig. 2)


Gli interruttori nell’anello sono dotati di unità di protezione direzionale
e dalle sovracorrenti. Per eliminare i guasti il più rapidamente possibile
è utilizzata la discriminazione logica.
Un guasto nell’anello attiva:
l tutte le unità di protezione se l’anello è chiuso;
ltutte le unità di protezione a monte del guasto quando l’anello è aperto.
Ogni unità di protezione invia un segnale di blocco a una delle unità adiacenti
nell’anello, in base ai dati trasmessi dall’unità di protezione direzionale.
Le unità di protezione che non ricevono un segnale di blocco sganciano
con un ritardo minimo che non dipende dalla posizione del guasto nell’anello:
l il guasto viene eliminato tramite due interruttori, su entrambi i lati del guasto
se l’anello è chiuso, e tutti i quadri di comando rimangono energizzati;
l il guasto viene eliminato tramite l’interruttore a monte se l’anello è aperto.
Questa soluzione è completa, in quanto protegge cavi e sbarre di distribuzione.
È rapida, selettiva e include una protezione di riserva

51 51
51N 51N

67 67 67 67
67N 67N 67N 67N

67 67 67 67
67N 67N 67N 67N

Fig. 2. Protezione dalle sovracorrenti dell’anello e selettività logica direzionale.

C-78
Il termine “connessione” si riferisce ai Sovraccarico termico
componenti progettati per trasportare la La protezione dal surriscaldamento dovuto alle correnti di sovraccarico
nei conduttori che si trovano in uno stato stazionario è fornita dalla funzione
corrente elettrica tra due punti distanti da di protezione dai sovraccarichi termici (ANSI 49RMS) che stima l’aumento
pochi metri a vari chilometri: le connessioni della temperatura in base alla misurazione della corrente.
generalmente sono costituite da linee
aeree con connettori nudi o cavi con Corto circuiti fase-fase
conduttori isolati. l Per eliminare il guasto è possibile utilizzare la protezione dalle sovracorrenti

Le connessioni richiedono un determinato di fase (ANSI 51) impostando un ritardo per garantire la selettività.
Un guasto bifase distante crea sovracorrenti di basso livello e uno disequilibrio;
tipo di protezione. si utilizza una funzione di protezione dal disequilibrio / sequenza negativa
(ANSI 46) per completare la funzione di protezione basilare (Fig. 1).
l Per ridurre il tempo di eliminazione dei guasti è possibile utilizzare una
funzione di protezione differenziale basata su percentuale (ANSI 87L) che si
attiva quando la corrente differenziale supera una determinata percentuale della
corrente passante. Ad entrambe le estremità della connessione è presente un relè
e le informazioni vengono scambiate tra i relè tramite un circuito pilota (Fig. 2)

87L

87L

Fig. 1. Protezione delle Fig. 2. Protezione delle


connessioni tramite relè di connessioni tramite relè
sovracorrente. differenziali.

Corto circuiti fase-terra


È possibile utilizzare una protezione dalle sovracorrenti ritardata (ANSI 51N)
per eliminare i guasti con un elevato grado di precisione (Fig. 1).
Per lunghe linee feeder passanti con elevata corrente capacitiva, la funzione
di protezione direzionale dai guasti a terra (ANSI 67N) consente di impostare
una soglia di corrente inferiore alla corrente capacitiva nel cavo sempre
che l’impianto sia collegato a terra tramite un neutro resistivo.

C-79
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Il trasformatore è un componente Protezione trasformatore


particolarmente importante degli impianti Tipi di guasto
elettrici. Principali guasti che possono ripercuotersi sui trasformatori:
I trasformatori richiedono una protezione l sovraccarichi;
efficace contro tutti i guasti – di origine l corto circuiti;
sia interna che esterna – che potrebbero l guasti a terra.
danneggiarli.
Sovraccarichi
La scelta dell’unità di protezione spesso
I sovraccarichi possono essere causati da un aumento del numero di carichi
si basa su considerazioni di natura tecnica alimentati contemporaneamente o da un aumento della potenza assorbita da
ed economica correlate alla potenza uno o più carich. Essi causano sovracorrenti di lunga durata, provocando un
nominale. aumento della temperatura nocivo per l’isolamento e la durata del trasformatore.

Corto circuiti
I corto circuiti possono verificarsi all’interno o all’esterno del trasformatore.
l Corto circuiti interni: guasti tra conduttori di fase o guasti tra spire dello
stesso avvolgimento. L’arco danneggia l’avvolgimento del trasformatore e può
provocare incendi. Nei trasformatori a olio, l’arco causa l’emissione di gas di
decomposizione.
Se il guasto è lieve, viene emessa una piccola quantità di gas che se si
accumula può diventare pericoloso.
Un corto circuito violento può causare gravi danni, inclusa la distruzione
dell’avvolgimento e dell’involucro del serbatoio e la dispersione dell’olio
bruciato.
l Corto circuiti esterni: guasti fase-fase nei collegamenti a valle.
La corrente di corto circuito a valle genera sollecitazioni elettrodinamiche nel
trasformatore, con potenziali effetti meccanici sugli avvolgimenti che possono
I causare un guasto interno.
I
Imax
Imax Guasti a terra
I guasti a terra sono guasti interni che possono verificarsi tra l’avvolgimento
e l’involucro del serbatoio o tra l’avvolgimento e il nucleo magnetico.
Imax Nei trasformatori a olio possono causare emissioni di gas. Analogamente ai
2 corto circuiti interni, possono provocare danni al trasformatore e incendi.
L’ampiezza della corrente di guasto dipende dai sistemi di messa a terra del
%
% neutro a monte e a valle e anche dalla posizione del guasto nell’avvolgimento:
0 100% 0 50% 100% l nei sistemi con collegamenti a stella (Fig. 1), la corrente di guasto a terra varia
tra 0 e un valore che dipende dal fatto che il guasto avvenga sull’estremità
del neutro o della fase dell’avvolgimento;
l nei sistemi con collegamenti a triangolo (Fig. 2), la corrente di guasto a terra
varia tra il 50 e il 100% del valore massimo che dipende dal fatto che il guasto
avvenga nella parte centrale o in quella terminale dell’avvolgimento.
Fig. 1
Fig. 2
Cenni di funzionamento dei trasformatori
(per informazioni più complete vedere il capitolo D - Trasformatori MT/BT)
Corrente di guasto in base alla posizione del guasto l Inserzione a vuoto (Fig. 3)
nell’avvolgimento. Quando il trasformatore lavora a vuoto il secondario è un circuito aperto,
pertanto la corrente secondaria Is è nulla.
Ic Il flusso magnetico utile si comporta come l’integrale nel tempo della tensione
applicata, pertanto risulteranno essere in quadratura: Quando la tensione
istantanea è al valore di picco, il valore istantaneo del flusso è nullo
(e viceversa). All’inserzione il flusso magnetico ha un incremento dal valore
residuo (circa nullo) a quello di regime. Nel caso che ciò accadesse quando
la tensione istantanea è nulla e il flusso istantaneo è al valore di picco,
si avrebbe un valore di flusso risultante ancora maggiore.
Essendo il flusso legato alla corrente attraverso la caratteristica
di magnetizzazione non linearmente, si può arrivare ad una situazione
di saturazione del nucleo magnetico che genera un picco della corrente
t
di spunto che può essere anche 20 volte superiore alla corrente nominale.
Per un’analisi ancora più dettagliata bisognerebbe tenere presente
Fig. 3. Transitorio d’inserzione a vuoto di un trasformatore. che le varie forme d’onda contengono innumerevoli armoniche secondarie.
Ie: inviluppo della corrente di spunto Tale transitorio può avere costanti di tempo da 0,1 a 0,7 s.
t e: costante temporale Questo fenomeno fa parte del normale funzionamento degli impianti elettrici
e non dovrebbe essere rilevato come guasto dalle unità di protezione.
l Sovrafflusso
Il funzionamento dei trasformatori a tensioni o frequenze troppo basse crea una
corrente di magnetizzazione eccessiva e causa la deformazione della corrente
con una notevole quantità di quinte armoniche.

C-80
Funzioni di protezione
l Sovraccarichi
Una sovracorrente di lunga durata può essere rilevata con un’unità di
protezione dalle sovracorrenti a tempo definito o con ritardo IDMT (ANSI 51)
che fornisce selettività rispetto alle unità di protezione secondarie.
Per i trasformatori con isolamento liquido viene monitorata la temperatura del
87T dielettrico (ANSI 26), mentre per i trasformatori a secco viene monitorata la
temperatura dell’avvolgimento (ANSI 49T).
Per un monitoraggio più sensibile dell’aumento della temperatura è utilizzata
una protezione dai sovraccarichi termici (ANSI 49RMS): l’aumento di calore è
determinato dalla simulazione del rilascio del calore in base all’inerzia termica e
alla corrente del trasformatore.
Per i trasformatori MT/BT, i sovraccarichi possono essere rilevati sul lato bassa
Fig. 1. Protezione differenziale di un trasformatore. tensione con la funzione di sgancio prolungato dell’interruttore BT principale.

l Corto circuiti
È possibile implementare varie funzioni di protezione.
l Per i trasformatori a olio, è possibile utilizzare dispositivi sensibili all’emissione
di gas o allo spostamento dell’olio (ANSI 63) causato da corto circuiti tra le spire
della stessa fase o da corto circuiti fase-fase:
¡ relè di Buchholz per trasformatori AT/AT di tipo “free breathing”;
¡ rivelatori di gas e pressione per trasformatori AT/BT sigillati ermeticamente.

l Protezione differenziale del trasformatore (ANSI 87T) che garantisce una


protezione rapida dai guasti fase-fase (Fig. 1). È sensibile ed è utilizzata per
trasformatori essenziali di elevata potenza. Per evitare sganci indesiderati,
Fig. 2. Protezione di un trasformatore dalle
viene misurata la seconda armonica della corrente differenziale per rilevare
sovracorrenti.
l’energizzazione del trasformatore (vincolo H2) e la quinta armonica per rilevare
il sovrafflusso (vincolo H5).
L’uso di questa funzione di protezione con la tecnologia delle reti di neutro
semplifica l’impostazione e ottimizza la stabilità.
l La protezione da corto circuiti violenti è garantita da un’unità di protezione
istantanea dalle sovracorrenti (ANSI 50) collegata all’interruttore ubicato sul
51G circuito primario del trasformatore (Fig. 2). La soglia di corrente è impostata
su un valore superiore alla corrente dovuta ai corto circuiti sull’avvolgimento
secondario, garantendo la selettività basata sulla corrente.
l Per proteggere i trasformatori con bassa potenza nominale è possibile
utilizzare fusibili AT.
Fig. 3. Protezione dai guasti a massa della cassa
di un trasformatore. l Guasti a terra
Guasto a terra della cassa (Fig. 3)
Questa unità di protezione dalle sovracorrenti a breve ritardo (ANSI 51G),
installata sul collegamento di terra della cassa del trasformatore
(se l’impostazione è compatibile con il sistema di messa a terra del neutro),
è una soluzione semplice ed efficace per i guasti interni.
Per utilizzarla, il trasformatore deve essere isolato dalla terra.
51N 64REF
Questa funzione di protezione è selettiva: è sensibile ai guasti a terra
del trasformatore solo sui lati primario e secondario.
Un’altra soluzione consiste nell’uso di una protezione dai guasti a terra.
Protezione dai guasti a terra (ANSI 51N) collocata nell’impianto elettrico a monte
per i guasti a massa che interessano il circuito primario del trasformatore.
l Protezione dai guasti a terra (ANSI 51N) collocata nell’arrivo del quadro di
comando alimentato, se il neutro dell’impianto elettrico a valle è collegato a terra
nelle sbarre di distribuzione (Fig. 4).
Fig. 4. Protezione dai guasti Fig. 5. Protezione limitata Queste funzioni di protezione sono selettive, nel senso che sono sensibili solo
a terra. dai guasti a terra. ai guasti fase-terra localizzati nel trasformatore o nei collegamenti a monte e a
valle.
l Protezione limitata dai guasti a terra (ANSI 64REF) se il neutro dell’impianto
elettrico a valle è collegato a terra nel trasformatore (Fig. 5). Si tratta di una
funzione di protezione differenziale che rileva la differenza tra le correnti
residue misurate nel punto di messa a terra del neutro e nell’uscita trifase del
59N trasformatore.
l Protezione della terra del punto di neutro (ANSI 51G) se l’impianto elettrico a
51G valle è collegato a terra nel trasformatore (Fig. 6).
l Protezione dallo spostamento della tensione del neutro (ANSI 59N) utilizzabile
se il neutro dell’impianto elettrico a valle è isolato dalla terra (Fig. 7).
Fig. 6. Protezione della Fig. 7. Protezione dallo
terra del punto di neutro. spostamento della tensione
del neutro.

C-81
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Impostazioni raccomandate
Guasti Funzione di protezione appropriata Codice ANSI Informazioni sulle impostazioni
Sovraccarichi
Monitoraggio della temperatura del dielettrico
26 Allarme a 95 °C; sgancio a 100 °C
(trasformatori con isolamento liquido)
Monitoraggio della temperatura degli
49T Allarme a 150 °C; sgancio a 160 °C
avvolgimenti (trasformatori a secco)
Sovraccarico termico 49 RMS Soglia di allarme = 100% della capacità termica utilizzata
Soglia di sgancio = 120% della capacità termica utilizzata
Costante temporale nell’intervallo 10-30 minuti
Interruttore in bassa tensione Soglia ≥ In
Corto circuiti
Fusibili Scelta delle caratteristiche nominali in base al metodo
appropriato alle apparecchiature di manovra interessate
Sovracorrente istantanea 50 Soglia alta > Isc a valle
Sovracorrente a tempo definito 51 Soglia bassa < 5 In
Ritardo ≥ a valle T + 0,3 secondi
Sovracorrente IDMT 51 Soglia bassa IDMT, selettiva a valle, circa 3 In
Differenziale basata su percentuale 87T Pendenza = 15% + intervallo impostazione
Soglia minima 30%
Rilevamento di gas e pressione o Buchholz 63 Logica
Guasti a terra
Sovracorrente a massa della cassa 51G Soglia > 20 A, ritardo 0,1 secondi
Soglia ≤ 20% della massima corrente di guasto a terra e >
Guasto a terra 51N/51G
10% della potenza del TA (con 3 TA e vincolo H2)
Ritardo 0,1 secondi se la messa è terra è nell’impianto
elettrico
Ritardo temporale in base alla selettività, se la messa a
terra è nel trasformatore
Differenziale limitata dai guasti a terra 64REF Soglia 10% di In, nessun ritardo
Guasti a terra del punto di neutro 51G Soglia < resistenza corrente di limitazione permanente
Spostamento della tensione del neutro 59N Soglia circa 10% della sovratensione residua
Sovrafflusso
Controllo del flusso 24 Soglia > 1,05 Un/fn
Ritardo: tempo costante, 1 ora

Esempi di applicazione

49RMS 49RMS
51G 49RMS 50 50
50 26 51 26
26 63 63 51
26 51 51N 51G (2 x)
63 63 51G (2 x) 51G (2 x) 49T
64REF
87T

Trasformatore AT/BT Trasformatore AT/BT Trasformatore AT/AT Trasformatore AT/AT


a bassa potenza ad alta potenza a bassa potenza ad alta potenza
Protezione con fusibili Protezione tramite interruttore

Tipologie di relè di protezione


l VIP (diretti).
Sono collegati direttamente sull’interruttore MT.
l Easergy / Sepam (indiretti)
Sono da collegare “a parte”, con tutto quello che serve per farli funzionare
(TA, TV...): fisicamente stanno in una parte dello scomparto diverso da quello
con le apparecchiature.

C-82
Quadri MT
Per quadro elettrico si intende un insieme coordinato di elementi di supporto
(carpenteria), di apparecchi di comando, protezione, misura, segnalazione,
regolazione, di connessioni ecc., finalizzate a svolgere determinate funzioni
necessarie all’esercizio dell’impianto elettrico.
I quadri elettrici di potenza sono costituiti da uno o più sistemi di sbarre
con le apparecchiature necessarie per far funzionare le linee ad esse collegate.
Possono essere:
l quadri di bassa tensione BT;
l quadri di media tensione MT e alta tensione AT.
Essi contengono le apparecchiature del circuito di potenza:
l interruttori fissi;
l sezionatori principali;
l sezionatori e dispositivi di messa a terra;
l trasformatori di misura;
l terminali dei cavi;
l isolatori portanti e passanti;
l connessioni rigide e flessibili;

Inoltre possono contenere anche:


l componenti dei circuiti ausiliari;
l apparecchiature di comando e manovra;
l strumenti di misura;
l relè di protezione;
l circuiti di allarme;
l circuiti di consenso e blocco.

I quadri elettrici di distribuzione comprendono una o più unità di arrivo


e un certo numero di unità di partenza.
Vengono comunemente classificati in:
l quadri di distribuzione primaria.
Sono posti subito a valle dei trasformatori AT/MT. Sono caratterizzati
da forti correnti di esercizio e di corto circuito.
Normalmente contengono:
¡ un interruttore generale,
¡ un certo numero di interruttori per la protezione delle linee di partenza,
¡ dispositivi di misura,
¡ apparecchi di comando e controllo;

l quadri di distribuzione secondaria.


Sono caratterizzati da un numero elevato di linee di partenza.
Sono installati nei reparti di lavorazione o comunque in una zona in cui si deve
gestire un impianto elettrico.
Essi contengono le apparecchiature del circuito di potenza:
l interruttori fissi;
l sezionatori principali;
l sezionatori e dispositivi di messa a terra;
l trasformatori di misura;
l terminali dei cavi;
l isolatori portanti e passanti;
l connessioni rigide e flessibili.

Inoltre possono contenere anche:


l componenti dei circuiti ausiliari;
l apparecchiature di comando e manovra;
l strumenti di misura;
l relè di protezione;
l circuiti di allarme;
l circuiti di consenso e blocco.

Ognuna di queste tipologie di quadri si possono suddividere ulteriormente


in 2 grandi categorie, in base al tipo d’isolamento principale adottato:
l AIS (Air Insulated Switchgear) quadri isolati in aria;
l GIS (Gas Insulated Switchgear) quadri isolati in gas, normalmente SF6
(esafluoruro di zolfo).

C-83
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

I quadri GIS hanno come riferimento lo Quadri AIS


standard internazionale descritto dalla Sfruttano l’aria come isolamento primario dielettrico tra le fasi oppure tra le fasi
l CEI EN 62271-200 (apparecchiatura e la terra.
Le apparecchiature contenute possono avere isolamento in aria, in vuoto o in SF6.
prefabbricata con involucro metallico per
I quadri con isolamento in aria, sono realizzati da diverse unità funzionali,
tensioni superiori a 1 kV fino a 52 kV questo consente di creare facilmente diverse soluzioni impiantistiche.
compreso). Vantaggi
l Bassi costi e semplicità di prodotto;
l facilità d’installazione;
l accessibili ai circuiti primari;
l maggiore possibilità manutentiva e di individuazione dei guasti.
Svantaggi
l Maggiore area occupata rispetto ai quadri GIS;
lsensibilità alle condizioni ambientali che posso incidere sulla durata di vita
del prodotto e sulla sua affidabilità.

Quadri GIS
Sfruttano un gas compresso (normalmente SF6) all’interno dei compartimenti
come isolamento primario dielettrico tra le fasi oppure tra le fasi e la terra.
Questo consente di ridurre gli spazi necessari, a parità di prestazioni, rispetto
ad un AIS.Consente inoltre l’installazione in ambienti aggressivi e/o
dove è richiesta una ridotta manutenzione.
Esempio di quadro AIS di distribuzione secondaria
Vantaggi
l Insensibilità alle condizioni ambientali;
l minore spazio richiesto.
Svantaggi
l Installazione più complessa rispetto ad un AIS;
l costi mediamente più alti, sia di prodotto che d’installazione;
l ridotta flessibilità di soluzioni impiantistiche.

La norma CEI EN 62271-200 (apparecchiatura prefabbricata con involucro


metallico per tensioni superiori a 1 kV fino a 52 kV compreso) è di riferimento
per tutte queste tipologie di quadri, che vengono classificati per unità funzionali.
Per comprendere questa classificazione occorre definire almeno in linea
generale cosa sia un’unità funzionale e le parti in cui è suddivisa e definire
il concetto di accessibilità dei compartimenti.

Le unità funzionali
Esempio di quadro GIS di distribuzione secondaria Un quadro di media tensione è costituito da unità funzionali.
Le unità funzionali sono parti di un’apparecchiatura con involucro metallico
e contengono le apparecchiature del circuito principale ed i relativi circuiti
ausiliari che concorrono all’espletamento di una singola funzione.
Le unità funzionali si distinguono in:
l arrivo/partenza;
l congiuntore;
l risalita;
l misure.

All’interno di ciascuna unità arrivo/partenza e congiuntore si trova sempre:


l un apparecchio di manovra principale (es. interruttore);
l un apparecchio di sezionamento.

All’interno di ciascuno compartimento si possono inoltre trovare:


l un sezionatore di messa a terra;
l trasformatori di corrente TA e di tensione TV.

Compartimento
Sottoassieme di un’unità funzionale contenente a sua volta parti del circuito
principale.

Esempi di compartimenti di unità funzionali


Negli schemi che seguono vi sono alcuni esempi di quadri di media tensione,
composti dai vari compartimenti di unità funzionali:

C-84
I compartimenti possono essere accessibili per ispezioni o controllo oppure non
accessibili. L’accesso deve sempre essere controllato con procedure, attrezzi,
oppure dispositivi d’interblocco:
l accessibilità controllata da un interblocco: non occorrono attrezzi,
gli interblocchi consentono l’accesso solo quando il compartimento del quadro
è privo di tensione e connesso a terra;
l accessibilità secondo una procedura: sono previsti dispositivi di blocco
(es. lucchetti e chiavi) e procedure operative;
l accessibilità mediante attrezzo: necessita di utensili vari (es. cacciaviti)
per essere aperto; da non aprirsi per normali operazioni di manutenzione;
l non accessibile: non è previsto che venga aperto; il caso più evidente
è il quadro GIS (quadro isolato in gas).

C-85
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

Esempio di composizione di un’unità funzionale

Interruttore Sezionatore, Interruttore di manovra-sezionatore

Compartimento sbarre principali Compartimento interruttore, cavi

AB

Comandi Vani BT

Caratteristiche elettriche funzionali di un quadro distribuzione secondaria


Tensione di esercizio 10 - 15 - 20 - 22 kV
Tensione nominale d’isolamento (1) 12 - 17,5 - 24 kV
Frequenza di esercizio 50 Hz
Tenuta dielettrica a frequenza industriale 28 - 38 - 50 kV X 1 min
Tenuta dielettrica all’impulso 75 - 95 – 125 kV
Corrente nominale 630 - 800 - 1250 A
Corrente di breve durata ammissibile 12,5 - 16 - 20 - 25kA per 1 s
Classificazione della continuità di servizio LSC1 - LSC2 - LSC2A
Classificazione della tenuta all’arco interno A
F-L-R
12,5 - 16 - 20 kA per 1 s
(1) I quadri di media tensione secondaria hanno tensioni nominali di isolamento fino a 36 kV; tuttavia in Italia tipicamente si utilizzano quadri fino a 24 kV.

C-86
Categoria di perdita continuità di servizio (LSC)
La continuità di servizio viene indicata dalla norma CEI EN 62271-200
con la classificazione LSC (Loss of Service Continuity)
L’involucro metallico di un quadro è destinato a fornire un livello di protezione
delle persone contro l’accesso alle parti pericolose e la protezione
dell’apparecchiatura contro l’ingresso di corpi solidi estranei.
Per ciascuna unità funzionale dell’apparecchiatura, la categoria Perdita di
Continuità di Servizio (LSC) descrive la misura in cui gli altri compartimenti
ad alta tensione e/o le unità funzionali possono restare in tensione quando un
LSC1 LSC2 compartimento del circuito principale di questa unità funzionale è aperto.
Nota: L’installatore, nel progetto, deve indicare la categoria per unità funzionale.
Esistono 4 categorie:
l LSC1
Non fornisce nessuna continuità di servizio durante l’apertura di qualsiasi
compartimento accessibile e può richiedere la disconnessione completa
dell’apparecchiatura dal sistema e di metterla fuori tensione prima di tale
apertura.
l LSC2
Un’unità funzionale avente almeno un compartimento accessibile per la
connessione ad alta tensione (compartimento connessione).
L’accesso al compartimanto connessione richiede che i cavi siano fuori tensione
e messi a terra. Quando il compartimento connessione è aperto la sbarra può
restare sotto tensione e le altre unità funzionali del quadro possono essere
LSC2A LSC2B normalmente energizzate.
l LSC2A
È simile alla categoria LSC2, eccetto che il sezionatore è posizionato
nel compartimento sbarre e vi è una compartimentazione completa tra il
compartimento sbarre ed il compartimento interruttore. Sia il compartimento
interruttore che il compartimento connessioni possono essere aperti in modo
sicuro con la sbarra attiva dopo l’apertura del sezionatore e la chiusura
del sezionatore di terra. L’accesso al compartimento interruttore richiede
che i cavi siano fuori tensione e messi a terra.
l LSC2B
Le connessioni in media tensione tensione (per es. connessioni dei cavi)
verso l’unità funzionale possono restare sotto tensione quando qualsiasi altro
compartimento ad alta tensione accessibile dell’unità funzionale corrispondente
è aperto.
Unità funzionali con apparecchi di manovra principali non estraibili.
È simile alla classificazione LSC2A, ma in aggiunta nel compartimento
connessioni sono forniti un secondo sezionatore ed un secondo sezionatore
di terra; c’è una compartimentazione completa tra il compartimento interruttori
ed il compartimento connessioni. Ciò permette al compartimento interruttore
di essere aperto sia con il compartimento sbarre che con il compartimento
connessioni attivi.
Unità funzionali con apparecchi di manovra estraibili.
Se l’apparecchio di manovra principale di ciascuna unità funzionale LSC2B
è munito del suo compartimento accessibile, la manutenzione può essere
effettuata su questo apparecchio di manovra principale senza mettere fuori
tensione il compartimento connessioni corrispondente.
Come conseguenza, è necessario un minimo di tre compartimenti per ciascuna
unità funzionale LSC2B in questo esempio:
l per ciascun apparecchio di manovra principale;
lper i componenti collegati ad un lato dell’apparecchio di manovra principale,
per es. circuito di alimentazione;
lper i componenti collegati all’altro lato dell’apparecchio di manovra principale,
per es. sbarre. Per l’apparecchiatura con doppia sbarra, ciascuna sbarra deve
essere nel proprio compartimento separato.

C-87
Guida alla Cabina Apparecchiature MT
MT/BT Digitale

I diaframmi e gli otturatori devono assicurare Diaframmi e otturatori


almeno il grado di protezione IP2X secondo
I diaframmi sono parte di un’apparecchiatura che separa un compartimento
la CEI EN 62271-1.
dai compartimenti adiacenti e che fornisce un grado specificato di protezione.
Classe dei diaframmi
Definisce il materiale con cui vengono realizzati i diaframmi, metallico
o non metallico.
Apparecchiatura di classe PM
Apparecchiatura con involucro metallico fornita di diaframmi e/o otturatori
metallici continui, destinati ad essere messi a terra, tra i compartimenti
accessibili aperti e le parti attive ad alta tensione.
Apparecchiatura di classe PI
Apparecchiatura con involucro metallico avente uno o più diaframmi o otturatori
non metallici tra i compartimenti accessibili aperti e le parti attive ad alta
tensione.
Per la completa definizione della continuità di servizio di un’unità funzionale
si dovrà specificare il livello di compartimentazione e la classe dei diaframmi
per es. LSC2A PI.
La classificazione della continuità di servizio (LSC) è un valore dichiarato
sulla targa dati nominali.

Condizioni di esercizio
I quadri elettrici, compresi i dispositivi di azionamento e gli apparecchi ausiliari
che ne sono parte integrante, come da normativa di riferimento sono previsti
per essere utilizzati alle proprie caratteristiche nominali e per funzionare nelle
condizioni di servizio che vengono definite “normali”, a seconda che si tratti
d’installazioni per interno o per esterno.

Condizioni di servizio normali per installazioni all’interno


l La temperatura dell’aria ambiente non supera 40 °C ed il suo valore medio,
rilevato su un periodo di 24 h non supera 35 °C;
l i valori preferenziali della temperatura minima dell’aria ambiente sono
-5 °C, -15 °C, -25 °C;
l il valore medio dell’umidità relativa rilevato su un periodo di 1 mese,
non supera 90%;
l l’effetto dell’irraggiamento solare può essere trascurato;
l l’altitudine non supera 1000 m;
l l’aria ambiente non presenta significative contaminazioni dovute a polvere,
fumo, sali, gas o vapori corrosivi o infiammabili;
l il valore medio dell’umidità relativa rilevato su un periodo di 24 h,
non supera 95%;
l il valore medio dell’umidità relativa rilevato su un periodo di 1 mese,
non supera 90%;
l le vibrazioni dovute a cause esterne all’apparecchiatura o a sussulti
del terreno sono considerate insignificanti in rapporto alle condizioni normali
di funzionamento dell’apparecchiatura stessa
Condizioni di servizio normali per installazioni all’esterno
l La temperatura dell’aria ambiente non supera 40 °C ed il suo valore medio,
rilevato su un periodo di 24 h non supera 35 °C;
l i valori preferenziali della temperatura minima dell’aria ambiente sono
-10 °C, -25 °C, -30 °C, -40 °C;
l brusche variazioni di temperatura dovrebbero essere tenute in
considerazione;
l si dovrebbe tenere conto dell’irraggiamento solare fino ad un livello
di 1000 W/m2;
l l’altitudine non supera 1000 m;
l l’ambiente può essere contaminato da polvere, fumo, gas corrosivi,
vapori o sale;
l l’inquinamento non supera il livello II (medio - secondo la Tab. 1
della IEC 60815);
l lo strato di ghiaccio deve essere considerato nel campo da 1 mm
fino a, ma non oltre, 20 mm;
l la velocità del vento non è superiore a 34 m/s;
l si dovrebbe tenere conto della condensa o delle precipitazioni che potrebbero
verificarsi in base al luogo e tipo d’installazione;
l le vibrazioni dovute a cause esterne all’apparecchiatura o a sussulti
del terreno sono considerate insignificanti in rapporto alle condizioni normali
di funzionamento dell’apparecchiatura stessa.

C-88
Guida alla Cabina D - Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Generalità............................................................................................................................. D-90

Trasformatori a secco....................................................................................................... D-90

Collegamenti e distanze di sicurezza.......................................................................... D-92

Caratteristiche elettriche principali del trasformatore Trihal................................. D-93

Trasformatore in liquido isolante................................................................................... D-96

Caratteristiche elettriche.................................................................................................. D-97

D-89
Guida alla cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT digitale

EcoStruxure Power™ Generalità


Il trasformatore è una macchina elettrica di tipo statico che sfrutta il fenomeno
La cabina MT/BT digitale dell’induzione magnetica per trasformare la potenza elettrica del lato primario
ti consente di monitorare in potenza elettrica al lato secondario con diversi livelli di tensione e corrente.
I trasformatori vengono inseriti nelle reti di distribuzione per i seguenti motivi:
la temperatura del
l minimizzare le perdite Joule sulla linea;
trasformatore con trend
l minimizzare le cadute di tensione;
e allarmi per garantire la
massima continuità di l assicurare la separazione galvanica tra reti con stessa tensione.
servizio
Classi di trasformatori
I trasformatori possono essere classificati in base alla loro funzione principale
Scopri come a pagina M-168 e seguono una normativa di riferimento:
l di potenza (CEI-14): trasporto e distribuzione dell’energia elettrica in c.a.;
l di separazione (CEI-96): separazione elettrica e sicurezza,
Il trasformatore a secco è argomento l di misura (CEI-38): alimentazione di strumenti di misura, contatori, relè ...;
della Norma l di conversione (CEI-14): uso con convertitori elettronici di potenza.
l CEI EN 60076-11

Trasformatori a secco
Sono definiti a secco tutti i trasformatori il cui circuito magnetico
e gli avvolgimenti non sono immersi in un liquido isolante.
Sono i piu diffusi per gli allacciamenti degli utilizzatori privati dato che
richiedono un basso livello di manutenzione, e sono senz’altro da preferire
negli ambienti in cui è elevato il rischio di incendio.
Non necessitano di vasche o pozzetti per la raccolta dei liquidi isolanti.
La pianificazione delle installazioni risulta più semplice, il trasformatore insieme
al suo armadio di protezione, non necessita di lavori di fondazione ed è facile
da movimentare.
Esistono due tipologie denominati normalmente come:
l in resina, realizzati solitamente sino a 36 kV con avvolgimenti MT inglobati
in isolante solido e avvolgimenti BT nastrato;
l in aria, poco diffusi, realizzati normalmente sino a 20 kV, l’isolamento
si realizza con nastratura isolante e setti in materiale isolante, sono più sensibili
alle condizioni ambientali e necessitano di una procedura che prevede
generalmente il riscaldamento tramite opportune resistenze installate
sulla macchina per consentire l’essiccazione degli avvolgimenti.

Raffreddamento dei trasformatori a secco


Per il raffreddamento è possibile prevedere le soluzioni:
l AN: trasformatore a secco a circolazione d’aria naturale;
l AF: trasformatore a secco a circolazione d’aria forzata.
Per un maggiore approfondimento sull’argomento si rimanda al capitolo
‘’Condizioni ambientali’’.
Nel caso del raffreddamento naturale, il calore generato nel nucleo magnetico
e negli avvolgimenti viene smaltito per irraggiamento e convezione naturale
dell’aria. Nel caso dell’aria forzata la circolazione e resa piu efficace attraverso
l’utilizzo di appositi ventilatori installati direttamente sulla macchina;
L’impiego di ventilatori addizionali permette di aumentare la potenza nominale
del trasformatore fino al 40% in modo da poter sopportare in maniera efficace
dei sovraccarichi occasionali di durata limitata.
Una maggior classificazione di un trasformatore MT/BT garantisce una maggior
continuità di servizio una maggior sicurezza per il personale.

Classi per i trasformatori a secco


I trasformatori in resina sono progettati e costruiti in accordo alle norme
CEI EN 60076-11 e CEI EN 60076-16 che considerano e definiscono l’idoneità
di un trasformatore MT/BT ad essere utilizzato in condizioni ambientali avverse.
Le classificazioni si dividono in 3 diversi aspetti:
l classi ambientali;
l classi climatiche;
l comportamento al fuoco.
Ogni classificazione si divide ulteriormente in diversi valori che esprimono
la capacità di un trasformatore di essere installato, stoccato e del suo
comportamento in caso di incendio.
Una maggior classificazione di un trasformatore MT/BT garantisce una maggior
continuità di servizio e una maggior sicurezza per il personale.

D-90
Classe ambientale
E3 - Benefici
E0 Non si verifica condensazione sui trasformatori e l’inquinamento
l totale insensibilità è trascurabile.
alla condensazione Questo è normalmente ottenibile in una installazione all’interno
e/o a inquinamento in ambiente pulito ed asciutto
ambientale pesante E1 Si possono presentare delle condensazioni sporadiche
sul trasformatore (ad esempio quando il trasformatore
l adatto per
non è alimentato). È possibile un limitato inquinamento.
installazione in
E2 Condensazione frequente o grave inquinamento o combinazione
ambienti difficili di questi fenomeni.
E3 Condensa quasi totale o pesante inquinamento o la
combinazione di entrambi.
Livello anormale di umidità fino al 95%
Prova realizzata in conformità alla norma IEC 60076-16

C3* - Benefici Classe climantica


l resistenza agli shock C1 Il trasformatore è adatto per funzionamento a temperatura
ambiente non inferiore a –5 °C, ma può essere esposto durante
termici il trasporto e il magazzinaggio a temperature ambiente che
l massime prestazioni raggiungano un minimo di –25 °C.
in condizioni ambientali C2 Il trasformatore è adatto per il funzionamento, trasporto e
severe magazzinaggio a temperature fino ad un minimo di –25°C.

l miglior C3* Temperatura ambiente minima:


l Funzionamento -50 ° C
comportamento ai
l Stoccaggio / trasporto -50 ° C
cambi di carico
l durata estesa
l prestazione sopra
dello standard
normativo

F1 - Benefici Comportamento al fuoco


F0 Senza particolari limitazioni nei confronto dell’infiammabilità
l massima sicurezza per tutti i tipi di edifici
l adatto per ambienti con rischio incendio F1 Caratteristiche di autoestinguenza e di bassa emissione di
sostanze tossiche e fumi opachi
l massima garanzia per la sicurezza

Classe climatica C3*, il test di shock termico è stato eseguito alla condizione
di prova classe C2, ma condotto a -50 °C:
l temperatura abbassata a -50 ° C in 8 ore;
l mantenuto a - 50 ° C per 12 ore;
l prova di shock termico a - 50 °C;
l prove dielettriche e scariche parziali;
l ispezione visiva.

I vantaggi per i trasformatori in classe F1 sono i seguenti:


l installazione all’interno di edifici: i trasformatori in resina hanno una buona
resistenza alle fiamme;
l altri luoghi ove se ne consiglia l’utilizzo sono in generale quelli ove il rischio di
incendio deve essere minimizzato per la forte presenza di persone per esempio
in centri commerciali, cliniche, ospedali, grandi uffici, strutture sportive, ecc…;
l non devono essere applicate particolari misure per la protezione contro
l’incendio. L’ambiente dove è installato il trasformatore non necessita di barriere
antifuoco o fosse d’estinzione;
l installazione possibile anche in prossimità di locali frequentati da persone.

L’offerta di Schneider Electric di trasformatori MT/BT tipo Trihal è progettata


e costruita in E3 C3 F1.

D-91
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Collegamenti e distanze di sicurezza


I collegamenti MT e BT in ingresso o in uscita possono provenire
indifferentemente dal basso o dall’alto.
È necessario accertarsi che i cavi e i condotti sbarre siano opportunamente
ammarati onde evitare le sollecitazioni meccaniche sugli attacchi, sulle sbarre
§o sugli isolatori del trasformatore.
Nell’esecuzione a giorno, con un grado di protezione IP 00 il trasformatore non
ha protezione contro i contatti diretti o accidentali. Si ricorda che la resina è da
ritenersi parte in tensione quindi in nessun caso bisogna toccare la superficie
con il trasformatore alimentato, anche se quest’ultimo è dotato di prese a spina
(terminali sconnettibili).
Di seguito si riportano gli accorgimentirealizzativi più utilizzati per
l’installazione in aria e per l’installazione tramite box trafo.
Per ulteriori esempi di collegamento, fare riferimento al Manuale di installazione
e manutenzione del trasformatore.

Distanze di sicurezza minime Collegamento BT e MT standard

Isolamento Dimensione X (mm) cable support


(kV)
X Parete Parete con
LV LV n HV
piena griglia
X X 7,5 90 300

12 120 300
120 120
mini mini

HV 17,5-24 220 300


X
36 320 400

Distanze di sicurezza minime Collegamento BT e MT standard

200 mm

LV n HV
LV
200 mm

cable support

cable support
200 mm

HV

500 mm*

D-92
I trasformatori in resina Trihal Caratteristiche elettriche principali del
sono conformi alle seguenti norme:
l CEI EN 60076-11, CEI EN 50588-1
trasformatore Trihal
l Direttiva Ecodesign EU 548-2014
Il trasformatore Trihal è un trasformatore di distribuzione trifase in resina,
frequenza nominale 50 Hz disponibile in esecuzione per impiego in interno
o per esterno (con armadio di protezione dedicato), con le seguenti
caratteristiche:
l classe termica F - Riscaldamento 100 K;
l temperatura ambiente ≤ 40°C;
l altitudine ≤ 1000 m;
l avvolgimenti MT (esterno) realizzato in alluminio (opzionale in rame)(1)
inglobati in resina;
l avvolgimenti BT (interno) è realizzato in fogli di alluminio (opzionale in rame)(1),
per eliminare lo stress dovuto agli sforzi assiali nell’eventualità di possibili
fenomeni di cortocircuito, viene impregnato con resina epossidica in classe F;
l sistema di raffreddamento naturale (AN) o aria forzata (AF);
l nucleo e telaio trattati con finitura protettiva.

Caratteristiche elettriche
Potenza Nominale 100 – 3150 kVA
Tensione primaria 9 ÷ 23 kV
Tensione di isolamento primaria 17,5 kV
24 kV
Tensione secondaria 400 V
Tensione di isolamento secondaria 1,1 kV
Classe termica degli avvolgimenti (MT / BT) F/F
E3 secondo norma CEI EN 60076-16
C3* Test shock termico C2 eseguito
a -50°C
Comportamento al fuoco F1
Gruppo vettoriale Dyn11 (2)
Classe energetica A0Bk / A0Ak
Tensione di corto circuito percentuale (Ucc%) 6%
Scariche parziali ≤ 10 pC Prove di routine
≤ 5 pC Prove speciali secondo
norma CEI EN 60076
Nota: i valori in tabella rappresentano quelli più diffusi in Italia. Altri valori sono disponibili
in base alle singole necessità.
(1) La scelta dell’utilizzo di avvolgimenti in alluminio oppure in rame viene fatta in base
alle prestazioni richieste dal cliente e dall’impianto.
(2) In Italia, per impianti allacciati alla rete del Distributore MT, i trasformatori devono essere
avvolgimento a triangolo sul primario come richiesto da CEI 0-16.

D-93
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Distribuzione MT/Trasformatori isolati in resina


Trihal - 17,5 kV e 24 kV A0Ak
Caratteristiche elettriche per livello d’isolamento: 17,5 kV e 24 kV
Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
Frequenza nominale (Hz) 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50 50
Tensione primaria (V) 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000 20000
Livello di isolamento (kV) 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24
Tensione secondaria a vuoto (V) 400 400 400 400 400 400 400 400 400 400 400 400
Regolazione MT (%) ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5
Gruppo vettoriale Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11
Perdite (W): perdite a vuoto 520 620 750 900 1100 1300 1550 1800 2200 2600 3100 3800
Perdite (W): perdite a carico a 120°C 3400 3900 4500 5630 7100 8000 9000 11000 13000 16000 19000 22000
Tensione di corto circuito (%) 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
Altitudine max (m) 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000
Temperatura ambiente max (C) 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40 40
Materiale avvolgimenti MT/BT AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI
Materiale terminazioni ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU ALU
Materiale nucleo GO GO GO GO GO GO GO GO GO GO GO GO
Peso del conduttore 195 180 230 234 287 330 418 513 631 770 835 1100
degli avvolgimenti (kg)

Dimensioni e pesi
E/2
J J L I
Dimensioni e pesi sono forniti solo a titolo indicativo e si riferiscono
ad un trasformatore con singolo rapporto primario e secondario con i livelli
di isolamento MT e BT indicati sotto.
Ø 13 Solo i disegni definitivi che seguiranno l’ordine saranno da considerarsi
attacchi
vincolanti a livello contrattuale.
C
Per altre tensioni, impedenze e doppie tensioni i pesi e le dimensioni
M
H
sono diversi (consultateci).

B
connettore
di terra
40 (50)
D
Ø 125 (160) D
A E
Dimensioni e pesi in esecuzione a giorno IP00
Livello di isolamento: 17,5 kV e 24 kV - bassa tensione da 400 V a 433 V
Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
Dimensioni (mm) Lungh. A 1320 1365 1410 1460 1480 1630 1660 1740 1850 1960 2050 2320
Largh. B 730 810 820 830 830 850 950 950 970 1230 1230 1270
Alt. C 1430 1520 1600 1640 1770 1810 1970 2140 2180 2280 2500 2660
Interasse ruote D 520 670 670 670 670 670 820 820 820 1070 1070 1070
Largh. telaio E 645 795 795 795 795 795 945 945 945 1195 1195 1195
Diam. ruote F 125 125 125 125 125 125 125 125 125 160 160 200
Largh. ruote G 40 40 40 40 40 40 40 40 40 50 50 70
Peso versione a giorno (kg) 1180 1400 1600 1780 2000 2840 2840 3460 4180 5120 6160 8520

Ø 13

attacchi C

connettore
di terra 40 G
(50)
D
D
Ø 125 (160)
A B Dimensioni e pesi con armadio in metallo IP31
Livello di isolamento: 17,5 kV e 24 kV - bassa tensione da 400 V a 433 V
Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150
Dimensioni (mm) Lungh. A 1720 1800 1900 1900 1900 1900 2150 2140 2250 2360 2450 2720
Largh. B 990 1020 1100 1100 1100 1100 1170 1130 1170 1230 1230 1270
Alt. C 1730 2050 2300 2300 2300 2300 2480 2440 2480 2680 2900 3060
Interasse ruote D 520 670 670 670 670 670 820 820 820 1070 1070 1070
Largh. telaio E 645 795 795 795 795 795 945 945 945 1195 1195 1195
Diam. ruote F 125 125 125 125 125 125 125 125 125 160 160 200
Largh. ruote G 40 40 40 40 40 40 40 40 40 50 50 70
Peso versione con armadio (kg) 1360 1590 1820 2000 2220 3060 3140 3810 4530 5495 6560 8970

D-94
Distribuzione MT/Trasformatori isolati in resina Trihal - 17,5 kV e 24 kV A0Bk schneider-electric.com | 9
Caratteristiche elettriche per livello d’isolamento: 17,5 kV e 24 kV
Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630
Frequenza nominale (Hz) 50 50 50 50 50
Tensione primaria (V) 20000 20000 20000 20000 20000
Livello di isolamento (kV) 24 24 24 24 24
Tensione secondaria a vuoto (V) 400 400 400 400 400
Regolazione MT (%) ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5 ±2x2,5
Gruppo vettoriale Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11 Dyn11
Perdite (W): perdite a vuoto 520 620 750 900 1100
Perdite (W): perdite a carico a 120°C 3800 4550 5500 6425 7600
Tensione di corto circuito (%) 6 6 6 6 6
Altitudine max (m) 1000 1000 1000 1000 1000
Temperatura ambiente max (C) 40 40 40 40 40
Materiale avvolgimenti MT/BT AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI AI/AI
Materiale terminazioni ALU ALU ALU ALU ALU
Materiale nucleo GO GO GO GO GO
Peso del conduttore degli avvolgimenti (kg) 175 170 200 200 287

J J
E/2
L I
Dimensioni e pesi
Dimensioni e pesi sono forniti solo a titolo indicativo e si riferiscono ad un
trasformatore con singolo rapporto primario e secondario con i livelli di
isolamento MT e BT indicati sotto.
Ø 13
Solo i disegni definitivi che seguiranno l’ordine saranno da considerarsi
vincolanti a livello contrattuale.
attacchi
C Per altre tensioni, impedenze e doppie tensioni i pesi e le dimensioni
M
H
sono diversi (consultateci).

B
Dimensioni e pesi in esecuzione a giorno IP00
connettore
di terra
Livello di isolamento: 17,5 kV e 24 kV - bassa tensione da 400 V a 433 V
D
40 (50) Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630
Ø 125 (160) D
A E Dimensioni (mm) Lungh. A 1300 1330 1360 1430 1480
Largh. B 730 810 810 820 830
Alt. C 1430 1520 1600 1640 1790
Interasse ruote D 520 670 670 670 670
Largh. telaio E 645 795 795 795 795
Diam. ruote F 125 125 125 125 125
Largh. ruote G 40 40 40 40 40
Peso versione a giorno (kg) 1140 1360 1520 1720 2040

I
Dimensioni e pesi con armadio in metallo IP31
Livello di isolamento: 17,5 kV e 24 kV - bassa tensione da 400 V a 433 V
Ø 13 Potenza nominale (kVA) 250 315 400 500 630
Dimensioni (mm) Lungh. A 1650 1700 1800 1370 1900
attacchi C Largh. B 950 1020 1020 800 1100
Alt. C 1730 1900 2050 1530 2300
Interasse ruote D 520 670 670 670 670
Largh. telaio E 645 795 795 795 795
connettore
di terra
D
40 G
(50) Diam. ruote F 125 125 125 125 125
Ø 125 (160) D
A B
Largh. ruote G 40 40 40 40 40
Peso versione con armadio (kg) 1300 1440 1650 1830 2100

D-95
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Il trasformatore in liquido isolante è Trasformatore in liquido isolante


argomento della Norma I trasformatori a dielettrico liquido (olio minerale) possono essere sigillati
▪CEI EN 60076-1 ermeticamente con riempimento integrale, oppure dotati di vaso di espansione.
Tutte le prescrizioni per la protezione contro I primi sono adatti in particolare per cabine non presidiate (zero manutenzione),
la perdita di liquido isolante sono fornite condizioni ambientali gravose (se il serbatoio è adeguatamente protetto - parti
attive protette), applicazioni per carichi ciclici (buona inerzia termica).
nella Norma I trasformatori isolati in liquido sono generalmente più diffusi per le cabine di
▪CEI EN 61936-1 trasformazione MT/BT della rete pubblica, dove generalmente non sono presenti
rischi elevati in caso di incendio. Inoltre la circolazione dell’olio all’interno del
cassone consente di uniformare le temperature interne anche nel caso di
carichi monofasi differenti sulle tre colonne, situazione tipica degli allacciamenti
privati derivati in bassa tensione dalle cabine MT/BT dei fornitori.
Sopportano condizioni ambientali gravose se il serbatoio, quando presente,
è adeguatamente protetto.Grazie all’elevata inerzia termica sono adatti ad
applicazioni per carichi ciclici.
Il liquido dielettrico presenta dei rischi insiti:
l inquinamento delle falde acquifere, in caso di perdite del dielettrico,
da cui può venire l’obbligo di fornire un contenitore per la raccolta di eventuali
fuoriuscite del liquido isolante;
l solitamente, in base al tipo di olio, rischio di incendio e fumi, che è il motivo
per cui sono proibiti in alcuni edifici.
Questi rischi sono presi in considerazione nei vari regolamenti e norme che
riguardano le condizioni di installazione e limiti di utilizzo.
La norma CEI EN 61936-1 fornisce tutte le prescrizioni per la protezione contro
la perdita di liquido isolante.

I trasformatori che utilizzano liquido sono realizzati con un involucro metallico


contenente generalmente olio minerale. L’olio ha la funzione di isolare, tra di loro
e verso le masse, gli avvolgimenti e permette, grazie all’elevato coefficinte di
Trasformatore in olio con vaso di espansione separato dispersione, lo smaltimento del calore verso l’esterno.
Il volume occupato dall’olio subisce delle variazioni in base alla temperatura
ambiente e alle variazioni del carico. Per compensare queste variazioni esistono
due soluzioni costruttive.
l Con conservatore d’olio. Nei trasformatori di tipo tradizionale un recipiente
di forma cilindrica situato nella parte superiore del trasformatore viene collegato
all’involucro per permettere l’espansione dell’olio.
Il serbatoio, detto conservatore, è messo in comunicazione con l’ambiente
estrerno tramite un filtro che ha la funzione di eliminare l’umidita dell’aria.
Quando la temperatura dell’olio diminuisce si ha come conseguenza una
diminuzione del suo volume che richiama aria dall’esterno al conservatore.
Per impedire all’umidita presente nell’aria di andare in contatto con l’olio isolante
il filtro viene dotato di appositi cristalli di silica-gel che vanno periodicamente
sostituiti.
l A riempimento integrale. Nel caso dei trasformatori senza conservatore,
studiati per ridurre i tempi di manutenzione, il cassone viene sigillato e l’olio
non si troverà mai a contatto con l’ambiente esterno.
In questo caso l’elasticità delle alette di raffreddamento è appositamente
studiata per assorbire le variazioni di volume dell’olio. Un eventuale polmone
di aria secca o di azoto permette l’espansione dell’olio.

Trasformatore in olio sigillato


Raffreddamento dei trasformatori a liquido
isolante
Il raffreddamento dei trasformatori in olio è identificato da una sigla composta
da quattro lettere. La prima e la seconda lettera indicano la natura e il tipo
di circolazione del refrigerante in contatto con gli avvolgimenti; la terza e la
quarta lettera indicano la natura e il tipo di circolazione del refrigerante esterno
all’involucro.
lONAN: trasformatore in olio a circolazione naturale e circolazione d’aria
naturale;
l ONAF: trasformatore in olio a circolazione naturale e circolazione d’aria
forzata;
l OFAF: trasformatore in olio a circolazione forzata e circolazione d’aria forzata.

D-96
Caratteristiche elettriche
Gruppo vettoriale
Si definisce gruppo di un trasformatore trifase la sigla letterale che identifica il
tipo di connessione degli avvolgimenti primari e secondari e l’indice numerico
che identifica il multiplo di 30° di cui la terna delle tensioni secondarie ritarda
(cioè è ruotata in verso orario) rispetto alla terna corrispondente delle tensioni
primarie.
La Norma CEI EN 60076-1 richiede che i collegamenti a stella, a triangolo o a
zigzag degli avvolgimenti di un trasformatore debbano essere indicati con le
lettere maiuscole Y, D o Z per l’avvolgimento primario e con le lettere minuscole
y, d o z per gli avvolgimenti secondari.
Se il punto di neutro dell’avvolgimento collegato a stella o a zigzag è accessibile
dall’esterno, l’indicazione deve rispettivamente essere YN (yn) o ZN (zn).
Cambiando il tipo di collegamento e la numerazione dei morsetti corrispondenti
primari e secondari è possibile realizzare dodici diversi valori dell’angolo di
rotazione della terna di tensioni secondarie, rispetto alla terna primaria.
I dodici valori dell’angolo di rotazione sono multipli di 30° e possono essere
disegnati come le ore sul quadrante di un orologio.
È convenzionalmente previsto che i vettori ruotino in senso antiorario.
Il vettore dell'avvolgimento primario, posto sulle 12 ore di un quadrante orario,
preso di riferimento, e lo sfasamento di tutti gli altri avvolgimenti sono espressi
normalmente con un indice orario.

Gruppi vettoriali dei trasformatori per cabine MT/BT


La Norma CEI 0-16 richiede che i trasformatori abbiano un collegamento a
triangolo sul primario, tranne esigenze particolari.
Il gruppo vettoriale più diffuso per una distribuzione in bassa tensione con
sistema di neutro TN-S è il tipo Dyn11.

Tensione nominale di un trasformatore MT/BT


Nei trasformatori MT/BT la tensione nominale primaria deve corrispondere alla
tensione nominale della rete di media tensione su cui il trasformatore va collegato.
2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
La regolazione della tensione in uscita viene regolata sull’avvolgimento primario
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 =1−
𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃
dove sono previste delle prese di in grado solitamente di variare la tensione al 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 ▪√ 0 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑐𝑐𝑐𝑐0
valore ± 2 x 2,5. 𝑘𝑘𝑘𝑘

Corrente 2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 )


𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 − nominale di un trasformatore
La corrente nominale 𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 ▪√ è0 la corrente
𝑐𝑐𝑐𝑐0 che passa per un terminale di linea di un
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘 dal valore della potenza nominale e dalla tensione
avvolgimento e che si ricava
nominale.

2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 )
Circuito equivalente monofase a stella𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 − 𝐴𝐴𝐴𝐴0 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0
del trasformatore 1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 ▪� 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑘𝑘𝑘𝑘
La tensione di cortocircuito Vcc è quella tensione che è necessario applicare
2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃
tra i Nel caso che 𝐴𝐴𝐴𝐴0il+ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
trasformatore trifase in esame sia simmetrico ed equilibrato 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 − [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
si può definire un circuito 𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 equivalente monofase a stella, ovvero descrittivo del0 ) =
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑
1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆
funzionamento di ▪�
𝑟𝑟𝑟𝑟 una singola
𝑐𝑐𝑐𝑐0
fase. Tale circuito permette di calcolare le grandezze √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉
1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘
di fase (tensioni e correnti). Da queste è possibile ricavare tutti i parametri di targa
dell’intero sistema trifase 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) =
l
√3 (VA)
Potenza nominale ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑆𝑆𝑆𝑆0 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑁𝑁𝑁𝑁 1𝑁𝑁𝑁𝑁 1𝑁𝑁𝑁𝑁 20 2𝑁𝑁𝑁𝑁

l Tensione nominale primaria concatenata (V) V1N


𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉20 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 l Tensione nominale secondaria concatenata (V) V20
l Corrente nominale primaria (di linea) (V) I1N
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙
l Corrente nominale secondaria (di linea) (V) I2N 𝑍𝑍𝑍𝑍0 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 //𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 + 𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
𝑍𝑍𝑍𝑍0 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 //𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚

D-97
2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑃𝑃𝑃𝑃0 +𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0)
1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆 ▪� 𝐴𝐴𝐴𝐴0𝑃𝑃𝑃𝑃+ 0 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 −0 ) = 𝑟𝑟𝑟𝑟
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘 [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃 √3 𝐴𝐴𝐴𝐴0 𝑉𝑉𝑉𝑉𝐴𝐴𝐴𝐴0
2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃 +
∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
1𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑃𝑃𝑃𝑃+ 0∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃+ )0𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0)
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1−
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 =1− 1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆 ▪�
𝑟𝑟𝑟𝑟 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑃𝑃𝑃𝑃 [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝] [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) =2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 11,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆 − 1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆 𝑟𝑟𝑟𝑟 ▪�
√3
𝐴𝐴𝐴𝐴0 ▪�
𝑃𝑃𝑃𝑃0+0+ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃0𝑘𝑘𝑘𝑘𝑐𝑐𝑐𝑐0)+ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉𝑟𝑟𝑟𝑟1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃∙ 𝑘𝑘𝑘𝑘𝑃𝑃𝑃𝑃0 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘
𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0
0
[𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑 0 ) =2▪(𝑃𝑃𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
MT/BT Digitale 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉20 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = 1 −
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑
1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆
0) = 0) =
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑
1,05▪𝑆𝑆𝑆𝑆
𝑟𝑟𝑟𝑟 ▪�
√3𝑃𝑃𝑃𝑃∙0𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃
▪�
𝑃𝑃𝑃𝑃∙0𝑘𝑘𝑘𝑘𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0
[𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
√3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 √3𝑟𝑟𝑟𝑟1𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙ ∙0𝑉𝑉𝑉𝑉𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁
0 𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃
0
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉20 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) = 𝑘𝑘𝑘𝑘
√3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑃𝑃𝑃𝑃∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉20 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) =
0

𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 =𝑆𝑆𝑆𝑆√3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁


1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙=𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁
√3=∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 20 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉
𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹√3 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 √3 20 𝑍𝑍𝑍𝑍 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑚𝑚𝑚𝑚
0 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 //𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉20 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
𝑍𝑍𝑍𝑍 = 𝑅𝑅𝑅𝑅 //𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁 = √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉200∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
Prova a vuoto 𝑍𝑍𝑍𝑍0 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 //𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑃𝑃𝑃𝑃=0
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
Eseguire la prova a vuoto permette di calcolare l’impedenza cos(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) = a vuoto 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅
𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹∙𝑅𝑅𝑅𝑅
Z0. 𝑗𝑗𝑗𝑗+∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗𝑋𝑋𝑋𝑋∙∙𝑚𝑚𝑚𝑚𝑗𝑗𝑗𝑗𝑋𝑋𝑋𝑋∙𝑚𝑚𝑚𝑚𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
Viene eseguita alimentando un lato del trasformatore 𝑍𝑍𝑍𝑍0 =𝑍𝑍𝑍𝑍𝑅𝑅𝑅𝑅0𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 =//𝑗𝑗𝑗𝑗
(primario 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹∙ //𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑋𝑋𝑋𝑋√3 𝑚𝑚𝑚𝑚 ∙=𝑋𝑋𝑋𝑋 𝑉𝑉𝑉𝑉
o1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑚𝑚𝑚𝑚 = ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0 𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹
secondario)
𝑅𝑅𝑅𝑅
𝑃𝑃𝑃𝑃0 𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅𝑅 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ + 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋
alla tensione nominale e lasciando l’altro avvolgimento aperto. 𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑚𝑚𝑚𝑚
𝑍𝑍𝑍𝑍cos(𝜑𝜑𝜑𝜑
0 = 𝑅𝑅𝑅𝑅0𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ) //𝑗𝑗𝑗𝑗= ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
Misurando i valori di tensione nominale, corrente a vuoto e potenza √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃𝑅𝑅𝑅𝑅 ∙ a𝑃𝑃𝑃𝑃𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹
0vuoto + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
0 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ∙ 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
{V1N, I0, P0} si calcola: 𝑍𝑍𝑍𝑍cos(𝜑𝜑𝜑𝜑
𝑄𝑄𝑄𝑄 00 = = 𝑅𝑅𝑅𝑅 ) ∙=
𝑃𝑃𝑃𝑃00𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 //𝑗𝑗𝑗𝑗
𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋0𝑚𝑚𝑚𝑚 ) =
√3𝑃𝑃𝑃𝑃∙0𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃∙0𝑅𝑅𝑅𝑅𝑃𝑃𝑃𝑃𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 0 + 𝑗𝑗𝑗𝑗 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑cos(𝜑𝜑𝜑𝜑 0) = 0) =
l Fattore di potenza a vuoto √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 √3 1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙
𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙0𝑉𝑉𝑉𝑉𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑁𝑁𝑁𝑁
0 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑄𝑄𝑄𝑄cos(𝜑𝜑𝜑𝜑
0 = 𝑃𝑃𝑃𝑃0 )∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡= 𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑0 )
0
2√3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑄𝑄𝑄𝑄𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 ==𝑃𝑃𝑃𝑃01𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑉𝑉𝑉𝑉 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑0 ) 𝑃𝑃𝑃𝑃0 1𝑁𝑁𝑁𝑁 0
l Potenza reattiva a vuoto (VAR) 𝑅𝑅𝑅𝑅 0cos(𝜑𝜑𝜑𝜑 0) =
𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑄𝑄𝑄𝑄0 =𝑄𝑄𝑄𝑄𝑃𝑃𝑃𝑃00 = ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡02𝑃𝑃𝑃𝑃𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑√3 ) ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁0 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡0𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑0 )
l Resistenza equivalente delle perdite nel ferro (W) 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 = (𝜑𝜑𝜑𝜑 )
𝑄𝑄𝑄𝑄0 = 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃00∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡
𝑉𝑉𝑉𝑉 2 0
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁= 2 1𝑁𝑁𝑁𝑁
l Reattanza di magnetizzazione (W)
𝑄𝑄𝑄𝑄
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 = 0 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃00𝑉𝑉𝑉𝑉 = 2𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡2𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑0 )
𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 = 1𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑅𝑅𝑅𝑅𝑄𝑄𝑄𝑄𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹
0𝑃𝑃𝑃𝑃 =
2 0𝑉𝑉𝑉𝑉 2𝑃𝑃𝑃𝑃0
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 1𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑅𝑅𝑅𝑅 =𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹 =
Prova di corto circuito 𝑄𝑄𝑄𝑄0 2𝑃𝑃𝑃𝑃0 𝑉𝑉𝑉𝑉 2
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 1𝑁𝑁𝑁𝑁
Eseguire la prova di corto circuito permette di calcolare l’impedenza 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹𝐹
𝑃𝑃𝑃𝑃
2𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐= 2𝑃𝑃𝑃𝑃di corto
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 0𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 0
circuito riferita ad uno dei lati del trasformatore. Viene eseguita 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚√3 =𝑋𝑋𝑋𝑋∙𝑚𝑚𝑚𝑚𝑉𝑉𝑉𝑉2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 mettendo
= ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
in corto-circuito un avvolgimento e alimentando il trasformatore 𝑃𝑃𝑃𝑃con 𝑄𝑄𝑄𝑄 2𝑄𝑄𝑄𝑄
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐1𝑁𝑁𝑁𝑁 0una
𝑉𝑉𝑉𝑉
0
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 𝑋𝑋𝑋𝑋𝑚𝑚𝑚𝑚 =
tensione ridotta tale da far assorbire la corrente nominale. Tale
√3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉tensione 𝑄𝑄𝑄𝑄
2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐0𝑃𝑃𝑃𝑃∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
2
è detta
tensione di corto circuito e viene espressa in percentuale relativa alla 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐1𝑁𝑁𝑁𝑁tensione
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑
𝑄𝑄𝑄𝑄 = 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 )= ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡 𝑋𝑋𝑋𝑋
𝑡𝑡𝑡𝑡 (𝜑𝜑𝜑𝜑
𝑚𝑚𝑚𝑚 = )
nominale.
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 √3 ∙𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑉𝑉𝑉𝑉2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑄𝑄𝑄𝑄𝑃𝑃𝑃𝑃0∙𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑cos(𝜑𝜑𝜑𝜑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) =𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) =
Misurando i valori di tensione di corto circuito, corrente √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉
√3 ∙
e )𝑃𝑃𝑃𝑃potenza ∙𝑉𝑉𝑉𝑉𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
2𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =nominale 𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐) =
di corto circuito {V2cc, I2N, Pcc} si calcola: 𝑃𝑃𝑃𝑃 √3 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃
" = 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐)𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑅𝑅𝑅𝑅 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐) 2=
cos(𝜑𝜑𝜑𝜑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
l Fattore di potenza di cortocircuito 3 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐=𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
∙√3
∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑃𝑃𝑃𝑃𝑡𝑡𝑡𝑡𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐(𝜑𝜑𝜑𝜑 ∙ 𝑉𝑉𝑉𝑉2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐) ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑡𝑡𝑡𝑡𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑡𝑡𝑡𝑡)(𝜑𝜑𝜑𝜑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
"
𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 2
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =3𝑃𝑃𝑃𝑃∙𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 )
l Potenza reattiva di cortocircuito (VAR) "
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 2
"
𝑄𝑄𝑄𝑄 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 3
𝑃𝑃𝑃𝑃 ∙𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑃𝑃𝑃𝑃∙𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 )
𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
"
=
l Resistenza di cortocircuito secondaria 𝑄𝑄𝑄𝑄 (W) 3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃 2
3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃 2
" " 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑃𝑃𝑃𝑃
2𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 2
"
𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 "
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 " 3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃 (𝜑𝜑𝜑𝜑 ) 2
∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡2𝑁𝑁𝑁𝑁𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =
l Reattanza di cortocircuito secondaria (W) " 3 2
∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 2
"
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 "
= 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃 2𝑁𝑁𝑁𝑁
2𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁
l Corrente di cortocircuito
3 ∙ 𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑁𝑁𝑁𝑁 √3
(alla

∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍tensione
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 nominale, guasto trifase𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 franco) =
√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ′
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 𝑉𝑉𝑉𝑉20
𝑃𝑃𝑃𝑃1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = ′ 𝑃𝑃𝑃𝑃
2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑉𝑉𝑉𝑉20
√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 √3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 "
𝑃𝑃𝑃𝑃2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =
√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 "
La𝑃𝑃𝑃𝑃Norma 𝑉𝑉𝑉𝑉
CEI 20 0-16 pone dei limiti ai nuovi allacciamenti in funzione della
2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = "
potenza √3 nominale ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 dei trasformatori ed i valori delle tensioni di cortocircuito.

D-98
Livelli di isolamento
I trasformatori MT/BT devono essere progettati rispettando i valori sotto indicati.
La scelta del livello nominale di tenuta ad impulso (Lista 1 o Lista 2) può essere
fatta in rapporto al grado d’esposizione alle sovratensioni atmosferiche
e di manovra, al tipo di messa a terra del neutro e, ove applicabile alla tipologia
di protezione contro le sovratensioni.
I valori di isolamento sotto riportati dovranno essere indicati nella targa dati
del trasformatore.

Tensione più elevata Tensione nominale di Tensione nominale di tenuta


per l’apparecchio Um tenuta, applicata di ad impulso (valore di picco) kV
(valore efficace) kV breve durata in c.a.
(valore efficace) kV Lista 1 Lista 2
≤ 1,1 3 – –
3,6 10 20 40
7,2 20 40 60
12 28 60 75
17,5 38 75 95
24 50 95 125
36 70 145 170

Esempio di targhe dati di trasformatore con isolamento 24 kV


Lista 1 Lista 2
(valore di impulso ridotto) (valore di impulso pieno)
Tensione di isolamento kV 24 24
Tensione frequenza 50 50
industriale kV
Tensione di impulso kV 95 125

Protezione termica di un trasformatore


Un trasformatore di media tensione in funzione della tipologia di isolamento
può essere protetto da eventuali danni dovuti a surriscaldamenti monitorando
la temperatura ed il livello del liquido di raffreddamento, lo sviluppo di gas
e la temperatura degli avvolgimenti.
Nel caso di un trasformatore in resina può essere protetto dai danni dovuti
a surriscaldamenti monitorando la temperatura degli avvolgimenti
ed eventualmente anche la temperatura del nucleo.
Il dispositivo più utilizzato sono le sonde termometriche Pt100.
La protezione di un trasformatore in olio può essere scelta in considerazione
di vari parametri:
l Termometro a quadrante: trasformatore di piccola potenza o senza necessita
di una protezione evoluta;
l DGPT2: trasformatori a riempimento integrale, realizza una protezione
completa del trasformatore temperatura, livello e pressione del liquido isolante;
l Buchholz: trasformatori con conservatore, segnala eventuale formazione di
gas dovuto a scariche elettriche all’interno del trasformatore

Sonde Pt100
Una sonda termica Pt100 è in grado di fornire la temperatura in tempo reale,
in un range da 0°C a 200°C, sfruttando una relazione lineare che lega tra loro
la variazione del valore di resistenza di un elemento in platino e la variazione
di temperatura. Esse vengono tarate alla temperature di 0°C e 100°C
cioè i punti di congelamento ed ebollizione dell’acqua alla pressione di 1 atm.
Esistono varie tipologie di sonde termiche. Quelle più comunemente utilizzate
sono realizzate da un sensore collegato con 3 fili (1 filo bianco e 2 fili rossi).
Un trasformatore in resina viene normalmente accessoriato con n° 3 sonde
Pt100 (una per ogni avvolgimento secondario), eventualmente può essere
installata una quarta sonda Pt100 sul nucleo magnetico.
Le sonde vengono installate in appositi passaggi predisposti all’interno
degli avvolgimenti secondari che ne permettono l’eventuale sostituzione.
Al fine di avere una rilevazione della temperatura coerente, tutte le sonde
devono essere installate negli avvolgimenti alla medesima altezza, normalmente
vengono posizionate a circa il 30-40% dell’altezza totale della colonna del
trasformatore.
Le funzioni di controllo e di visualizzazione della temperatura sono realizzate
da un termometro digitale (centralina termometrica).

D-99
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Relè termometrico di protezione


La protezione di un trasformatore di media tensione con isolamento in resina
viene realizzata collegando le sonde termiche che misurano la temperatura
degli avvolgimenti ad un’apposita centralina termometrica oppure utilizzando
direttamente il relè di protezione elettrico accessoriato di un opportuno modulo.

Centralina termometrica
Le centraline termometriche normalmente sono in grado di ricevere la misura
della resistenza di 4 sonde Pt100 e di potervi impostare:
l una soglia di allarme;
l una soglia di sgancio;
l una soglia di attivazione di un eventuale sistema di ventilazione.
Per la regolazione dei valori da impostare nella centralina termometrica
si dovrà fare riferimento alle indicazioni del Costruttore.
In caso di un trasformatore Trihal in classe termica F, le regolazioni
del termometro digitale consigliate sono:
l soglia massima di 140°C per l’allarme;
l soglia massima di 150°C per lo sgancio;
l soglia di attivazione di un eventuale sistema di ventilazione di 90°C.
Le centraline termometriche possono essere corredate con uscite seriali RS 232
o RS 485 per connessione a PLC o computer.
Tutte le funzionalità sopra descritte possono essere realizzate direttamente
dal relè di protezione aggiungendo un modulo preposto alla connessione
delle sonde Pt100.

Rifasamento a vuoto dei trasformatori


L’energia magnetizzante di un trasformatore può essere compensata tramite
una batteria di condensatori collegata ai morsetti dell’avvolgimento di bassa
tensione.
La scelta della potenza reattiva del banco di condesatori necessaria (Qc)
deve indicativamente corrispondere alla potenza reattiva assorbita durante
il funzionamento a vuoto e quindi si deve fare riferimento al valore
della corrente a vuoto Io.
Ad esempio per un trasformatore da 800 kVA avente una Io % = 1, la potenza
reattiva del banco di condensatori necessaria sarà pari a
Qc = (1/100) x 800 = 8 kvar.
Si potrà quindi utilizzare una batteria da 10 kVAr, preferibilmente dotata di
induttanza di sbarramento, per evitare fenomeni di risonanza delle correnti
armoniche generate dagli eventuali carichi non lineari presenti.
E preferibile installare questa batteria di rifasamento in posizione idonea
per la verifica e la manutenzione, separata dal quadro di bassa tensione
per limitare i danni in caso di danneggiamento dei condensatori.

Rendimento dei trasformatori
Il rendimento di un trasformatore è definito come rapporto tra potenza resa
e potenza assorbita.
All’interno della potenza assorbita sono da conteggiare tutte le perdite
che sono localizzate nel nucleo magnetico e negli avvolgimenti.

Nucleo magnetico
Le perdite a vuoto corrispondono alla potenza attiva assorbita dalla macchina
quando viene applicata la tensione nominale a uno dei due avvolgimenti
alla frequenza nominale e con l’altro avvolgimento a circuito aperto.
Le perdite principali nel circuito magnetico sono:
l perdite per isteresi
Inversione del campo magnetico;
l perdite per correnti parassite (Foucault)
Correnti che circolano sul nucleo magnetico.
Tali perdite si manifestano allorchè uno dei due avvolgimenti è in tensione e
variano con i quadrato della tensione. Esse, pertanto sono praticamente costanti
al valore nominale.
Per ridurre l’entità delle perdite il circuito magnetico e realizzato con lamierini
al silicio a grani orientati. La qualità dei lamierini, la loro modalita di taglio
e di impacchettamento condizionano le prestazioni del circuito magnetico
e delle correnti che circolano sul nucleo magnetico.

D-100
Avvolgimenti
Le perdite dovute al carico, dette anche perdite in cortocircuito, sono legate alle
perdite per effetto Joule sugli avvolgimenti percorsi dalle correnti di carico, oltre
che sulle masse ferrose prossime agli stessi avvolgimenti. Perdite addizionali
dovute al flusso disperso.
Le perdite dovute al carico sono riconducibili essenzialmente alle perdite
l sui circuiti principali percorsi da corrente ohmiche;
l alle perdite addizionali negli avvolgimenti(per correnti di Foucault);
l alle perdite addizionali varie sulle masse metalliche (perdite nel ferro).
Queste perdite sono proporzionali al quadrato della corrente di carico
e si esprimono ad una temperatura di riferimento normalizzata.
l 75˚ C per trasformatori in olio

l 120˚ C per trasformatori in resina

Punto di massimo rendimento


Per ridurre le perdite si può intervenire in fase progettuale contenendo
il valore dell’induzione.
Nel caso di un trasformatore a secco da 800 kVA 24 kV A0Ak avremo il massimo
rendimento con Ku=√(1.300/8.000) = 40,3%.
La progettazione di un trasformatore normalmente mira ad ottenere il
rendimento massimo quando si eroga circa 75% della corrente nominale.
Il rendimento del trasformatore dipende anche dalla percentuale di carico
e dal fattore di potenza del carico.
Il rendimento massimo si ottiene per il valore di corrente tale per cui le perdite
negli avvolgimenti uguagliano le perdite nel nucleo; si ha in corrispondenza del
fattore di utilizzazione KU pari a:

l Po = perdite nel nucleo.


l Pcu = perdite negli avvolgimenti.

Classi energetiche
Consumi bassi Con l’obbiettivo di ridurre le perdite elettriche nei trasformatori MT/BT (perdite a
carico e le perdite a vuoto), la commissione Europea ha emesso il Regolamento
Europeo 548/2014 che è stato recepito dalla norma CEI EN 50588-1.
La Norma CEI EN 50588-1 regola i trasformatori di potenza con almeno un
avvolgimento con isolamento in media tensione di valore massimo 36 kV e
potenza nominale compresa da 5 kVA fino a 40 MVA.
Nella presente guida non sono considerati i trasformatori di grande potenza ed i
trasformatori da palo in quanto non attinenti a questa guida.
La Norma CEI EN 50588-1 stabilisce le possibili classi energetiche utilizzabili
(installabili e che si possono mettere in servizio su tutto il territorio Europeo)
per le diverse potenze dei trasformatori e per la tipologia di isolamento.
Trasformatori immersi in un liquido e trasformatori trifase di tipo a secco, per
semplicità di seguito verranno chiamati trasformatori trifase con isolamento in
olio e con isolamento in resina.
Le classi energetiche sono denominate con lettere con andamento crescente
in funzione della maggiore efficienza del trasformatore:
l perdite a carico PKà perciò le perdite sui trasformatori saranno declinate
in Ak, Bk, Ck ….
l perdite a vuoto P0 perciò le perdite sui trasformatori saranno declinate
Consumi bassi in A0, B0, C0
Le perdite massime da rispettare fanno riferimento alla data di immissione sul
mercato del trasformatore, con due tempistiche differenti:
fase 1 dal 1 luglio 2015
fase 2 dal 1 luglio 2021

Deroghe
L’obbiettivo iniziale del Regolamento Europeo Ecodesign, ripreso poi nella
norma Norma CEI EN 50588-1 è quello di ridurre le perdite elettriche dei
trasformatori MT/BT, perciò le seguenti indicazioni non si applicano ai
trasformatori specificatamente progettati e utilizzati per i seguenti utilizzi:
l trasduttori progettati specificatamente per alimentare strumenti di
misurazione, contatori, commutatori e altri apparecchi simili;
l trasformatori con avvolgimenti di bassa tensione progettati specificamente per

D-101
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

essere utilizzati come raddrizzatori al fine di fornire un’alimentazione in corrente


continua;
l trasformatori progettati specificamente per essere direttamente collegati
ad un forno;
l trasformatori progettati specificamente per essere utilizzati in impianti
offshore e impianti offshore galleggianti;
l trasformatori progettati specificamente per impianti di emergenza;
l trasformatori e autotrasformatori progettati specificamente per sistemi
di alimentazione ferroviaria;
l trasformatori di messa a terra, vale a dire trifasi, destinati a fornire un punto
neutro per la messa a terra di un impianto;
l trasformatori di trazione installati sul materiale rotabile, vale a dire
trasformatori collegati, direttamente o tramite un convertitore, ad una linea
di contatto a corrente alternata o a corrente continua, utilizzati negli impianti
fissi di applicazioni ferroviarie;
l trasformatori di avviamento, progettati specificamente per l’avviamento
di motori trifase in modo da eliminare le cadute di tensione di alimentazione;
l trasformatori di prova, progettati specificamente per essere utilizzati in un
circuito al fine di produrre una data tensione o una data corrente per testare
materiale elettrico;
l trasformatori per saldatrici, progettati specificatamente per essere utilizzati
in apparecchiature per saldatura ad arco o apparecchiature per la saldatura
a resistenza;
l trasformatori progettati specificamente per applicazioni antideflagrazione
e per attività minerarie sotterranee;
l trasformatori progettati specificamente per utilizzo in acque profonde
(in immersione);
l trasformatori di interfaccia di media tensione fino a 5 MVA;
l grandi trasformatori di potenza, ove si dimostri che per una particolare
applicazione non sono disponibili alternative tecnicamente praticabili che
soddisfino i requisiti minimi di efficienza stabiliti dalla regolamentazione della
Commissione (UE) n. 548/2014;
l grandi trasformatori di potenza equivalenti, utilizzati per la sostituzione nella
stessa ubicazione fisica o installazione dei grandi trasformatori di potenza
esistenti se detta sostituzione non comporta costi sproporzionati legati al loro
trasporto e/o alla loro installazione.
Requisiti applicabili a trasformatori trifase con potenza nominale ≤ 3150 kVA
Le seguenti tabelle si applicano per trasformatori trifase con isolamento in olio e
con isolamento in resina.
I trasformatori trifase MT/BT fino a 3150 kVA devono rispettare le perdite
massime indicate nelle seguenti tabelle 1.1 e 1.2.
Tabella trasformatori trifase MT/BT con isolamento in olio
fino a Um ≤ 24 kV

Tabella 1.1
Potenza Tensione Fase 1 (dal 1 Luglio 2015) Fase 2 (dal 1 Luglio 2021)
nominale di corto Perdite massime a carico Pk (W) Perdite massime Potenza Perdite massime Perdite massime Potenza
(kVA) circuito Ck Bk Ak a vuoto P0 (W) acustica Lwa a carico Pk a vuoto P0 (W) acustica Lwa
(Vcc) % A0 dB (A) (W) Ak AA0 dB (A)
≤ 25 4 900 725 600 70 37 600 63 36
50 4 1100 875 750 90 39 750 81 38
100 4 1750 1475 1250 145 41 1250 130 40
160 4 2350 200 1750 210 44 1750 189 43
250 4 3250 2750 2350 300 47 2350 270 46
315 4 3900 3250 2800 360 49 2800 324 48
400 4 4600 3850 3250 430 50 3250 387 49
500 4 5500 4600 3900 510 51 3900 459 50
630 4o6 6500 5400 4600 600 52 4600 540 51
800 6 8400 7000 6000 650 53 6000 585 52
1000 6 10500 9000 7600 770 55 7600 693 54
1250 6 --- 11000 9500 950 56 9500 855 55
1600 6 --- 14000 12000 1200 58 12000 1080 57
2000 6 --- 18000 15000 1450 60 15000 1305 59
2500 6 --- 22000 18500 1750 63 18500 1575 62
3150 6 --- 27500 23000 2200 64 23000 1980 63
La norma prevede un continuo efficentamento dei trasformatori MT/BT e perciò
prevede due fasi di attivazione (1 luglio 2015 e 1 luglio 2021). I valori evidenziati
sono i valori delle perdite massime ammissibili in ognuna delle due fasi.
Esempio: fino al 30 giugno 2021 (Fase 1), un trasformatore di potenza 1000 kVA
deve avere come massime perdite a carico le perdite della classe Ck, per un
trasformatore da 1250 kVA invece devono essere in classe Bk. In entrambi i casi
è possibile diminuire le perdite scegliendo classi migliorative.

D-102
Tabella trasformatori trifase MT/BT con isolamento in resina
fino a Um ≤ 24 kV
Tabella 1.2
Potenza Tensione Fase 1 (dal 1 Luglio 2015) Fase 2 (dal 1 Luglio 2021)
nominale di corto Perdite massime a carico Perdite Potenza Perdite massime Perdite massime Potenza acustica
(kVA) circuito Pk (W) massime a acustica Lwa a carico Pk (W) a vuoto P0 (W) Lwa dB (A)
(Vcc) % vuoto P0 (W) dB (A) Ak AA0
Bk Ak
A0

≤ 50 6 1700 1500 200 49 1500 180 48


100 6 2050 1800 280 51 1800 252 50
160 6 2900 2600 400 54 2600 360 53
250 6 3800 3400 520 57 3400 468 56
400 6 5500 4500 750 60 4500 675 59
630 6 7600 7100 1100 62 7100 990 61
800 6 --- 8000 1300 64 8000 1170 63
1000 6 --- 9000 1550 65 9000 1395 64
1250 6 --- 11000 1800 67 11000 1620 66
1600 6 --- 13000 2200 68 13000 1980 67
2000 6 --- 16000 2600 70 16000 2340 69
2500 6 --- 19000 3100 71 19000 2790 70
3150 6 --- 22000 3800 74 22000 3420 73

La norma prevede un continuo efficentamento dei trasformatori MT/BT e perciò


prevede due fasi di attivazione (1 luglio 2015 e 1 luglio 2021). I valori evidenziati
sono i valori delle perdite massime ammissibili in ognuna delle due fasi.
Esempio: fino al 30 giugno 2021 (Fase 1), un trasformatore di potenza 630 kVA
deve avere come massime perdite a carico le perdite della classe Bk, per un
trasformatore da 800 kVA invece devono essere in classe Ak.
E’ possibile migliorare le perdite del trasformatore da 630 kVA scegliendo la
classe migliorativa Ak.
Perdite supplementari consentite per trasformatori ≤ 3150 kVA
I trasformatori trifase MT/BT fino a 3150 kVA in funzione della combinazioni
della tensione degli avvogimenti possono avere delle maggiorazioni ammissibili
sulle perdite a vuoto e sulle perdite a carico.
Tabella perdite supplementari rispetto ad i valori indicati nelle tabelle 1.1 e 1.2 in
caso di differenti valori di isolamento.
Tabella 1.3
Tensione 24 kV < Um ≤ P0 + 15% P0 + 20% P0 + 20%
2° avvolgimento 36 kV Pk + 10% Pk + 15% Pk + 15%
1,1 kV < Um ≤ P0 Tabelle P0 + 10% P0 + 20%
24 kV Pk 1.1 e 1.2 Pk + 10% Pk + 15%
0 kV < Um ≤ P0 Tabelle P0 + 15%
NA
1,1 kV Pk 1.1 e 1.2 Pk + 10%
Livello di 0 kV < Um ≤ 1,1 kV < Um ≤ 24 kV < Um ≤
isolamento 1,1 kV 24 kV 36 kV
Tensione 1° avvolgimento
I trasformatori trifase MT/BT fino a 3150 kVA in funzione del numero di
avvolgimenti primari e/o secondari possono avere delle maggiorazioni
ammissibili sulle perdite a vuoto e sulle perdite a carico.
Tabella perdite supplementari consentite in caso di doppi avvolgimenti
Tabella 1.4
Tipologia Perdite
Un avvolgimento MT e 2 tensioni BT. Tabelle
Le perdite saranno calcolate sull’avvolgimento BT con P0, Pk 1.1 e 1.2
tensione più elevata e le perdite saranno conformi alle
perdite indicate nelle tabelle 1.1 e 1.2
Potenza massima disponibile sull’avvolgimento BT più basso
limitato all’85% della potenza dell’avvolgimento BT più alto
Un avvolgimento BT e 2 tensioni MT. Tabelle
Potenza massima disponibile sull’avvolgimento MT più basso P
0, Pk 1.1 e 1.2
limitato all’85% della potenza dell’avvolgimento MT più alto
Doppia tensione su un avvolgimento (MT o BT) P0 + 15%
e piena potenza sugli avvolgimenti Pk + 10%
Doppia tensione su entrambi gli avvolgimenti (MT e BT) P0 + 20%
Pk + 20%

D-103
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

" "
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑋𝑋𝑋𝑋Requisiti ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐a) trasformatori
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐applicabili = 2 trifase con potenza nominale > 3150 kVA
3 ∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑁𝑁𝑁𝑁
L’indice di efficienza di picco PEI (Peak Efficiency Index)
I trasformatori MT/BT 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁con potenza nominale superiore a 3150 kVA fino a 40000
kVA devono =
𝐼𝐼𝐼𝐼1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 rispettare il valore di efficienza PEI (Peak Efficiency Index).

√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
Metodo di calcolo
L’indice di efficienza 𝑉𝑉𝑉𝑉20
di picco (PEI) è il valore massimo del rapporto tra la
potenza𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
apparente = meno le perdite elettriche e la potenza apparente del
"
trasformatore. √3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
L’indice di efficienza di picco comprende le perdite associate al sistema di
raffreddamento (Pc0)
P0 Perdite a vuoto
2(𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 ) Pc0 Perdite per il sistema di ventilazione
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 − per funzionamento a vuoto
𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘 Pk Perdite a carico
Sr Potenza nominale

Il valore minimo PEI, che deve essere soddisfatto in tutti i casi, può essere
ottenuto con diverse combinazioni delle perdite a carico e delle perdite a vuoto.
Questo equivale a diversi fattori di carico a cui si verifica PEI.
Il rapporto tra il carico e le perdite di carico non deve essere adattato
all’applicazione al fine di ottenere la migliore effettiva efficienza in servizio.
Per raggiungere questo obiettivo, sono disponibili i seguenti metodi:
l considerare i valori delle perdite a carico e delle perdite a vuoto in
considerazione del carico previsto (soluzione consigliata);
l prescrivere i valori massimi di perdite a carico e di perdite a vuoto;
l specificare l’indice minimo di efficienza ad un dato valore di carico,

Indice PEI per trasformatori di potenza medi con isolamento in olio


Tabella 1.5
Potenza nominale (kVA) PEI (%)
Fase 1 (1 luglio 2015) Fase 2 (1 luglio 2021)
A AA
3150 < Sr ≤ 4000 99,465 99,532
5000 99,483 99,548
6300 99,510 99,571
8000 99,535 99,593
10000 99,560 99,615
12500 99,588 99,640
16000 99,615 99,663
20000 99,639 99,684
25000 99,657 99,700
31500 99,671 99,712
40000 99,684 99,724

Indice PEI per trasformatori di potenza medi con isolamento in resina


Tabella 1.6
Potenza nominale (kVA) PEI (%)
Fase 1 (1 luglio 2015) Fase 2 (1 luglio 2021)
A AA
3150 < Sr ≤ 4000 99,348 99,382
5000 99,354 99,387
6300 99,356 99,389
8000 99,357 33,390
≥ 10000 99,357 99,390

D-104
" "
𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 2
3 ∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑁𝑁𝑁𝑁
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁
𝐼𝐼𝐼𝐼1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = ′
Tolleranze
√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
Nei collaudi di accettazione non sono previste tolleranze ai valori prescritti nelle
tabelle 1.1, 1.2, 1.5 e 1.6. 20
𝑉𝑉𝑉𝑉
𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = "
Ogni trasformatore che√3
non∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍
rispetta uno dei limiti indicati nella tabelle
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
precedenti non è conforme a quanto indicato nel Regolamento Europeo
548/2014 del 21 maggio 2014.
Sono ammesse tolleranze del 5% per le sole verifiche dei parametri misurati
dalle autorità di vigilanza degli Stati membri. Le perdite a vuoto e le perdite a
carico possono essere 5% più
2(𝑃𝑃𝑃𝑃0 +alte ) valori indicati nelle tabelle 1.1, 1.2, 1.5 e
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0dei
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 −
1.6. Questa tolleranza è da intendersi𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0per la sola attività di verifica e non durante
la costruzione/accettazione 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � dei trasformatori.
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘
Le verifiche delle perdite a vuoto e delle perdite a carico per il PEI saranno
realizzate utilizzando la seguente formula.

2(𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 − [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃
1,05 ∙ 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � 𝐴𝐴𝐴𝐴0 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝐴𝐴𝐴𝐴𝑘𝑘𝑘𝑘

PA0 Perdite a vuoto misurate alla tensione nominale, frequenza nominale,


sulla presa nominale da parte dell’autorità di sorveglianza del mercato
PAc0 Potenza elettrica richiesta dal sistema di raffreddamento per il
funzionamento a vuoto, come calcolata dell’autorità di sorveglianza del
mercato partendo dalle misure delle prove di tipo sulla potenza assorbita
dalla ventola e dalle pompe per il liquido di raffreddamento.
PAk Perdite a carico misurate alla corrente nominale, frequenza nominale,
sulla presa nominale e riportate alla corretta temperatura di riferimento
secondo la Norma CEI EN 60076-1, da parte dell’autorità di sorveglianza
del mercato
Sr Potenza nominale del trasformatore o autotrasfomatore.

Funzionamento in parallelo sul lato BT


Due o più trasformatori funzionano in parallelo quando sono alimentati
dalla stessa rete primaria ed erogano potenza sullo stesso carico.
Questa esigenza può avere diverse origini:
l necessità di fornire ai carichi dell’utenza una maggiore quantità di potenza;
l garantire una continuità di servizio anche in caso di guasto di una macchina;
l opportunità di migliorare il rendimento della trasformazione adeguando
di volta in volta al carico richiesto il numero di trasformatori in servizio.
Per garantire un corretto funzionamento i trasformatori devono:
l avere un identico rapporto di trasformazione a vuoto e la stessa tensione
nominale primaria;
l appartenere allo stesso gruppo vettoriale (es.Dyn11);
l avere la stessa tensione di corto circuito percentuale;
l la corrente di circolazione tra i due trasformatori dovrebbe essere dello stesso
ordine di grandezza della corrente a vuoto, per non peggiorare il rendimento
delle macchine.
Esempio: nel caso di Pn= 800kVA con Io% = 1% x 1156/100 Io = 12A
L’impiego di più trasformatori in parallelo comporta una riduzione
dell’impedenza di cortocircuito complessiva, con aumento conseguente delle
correnti di guasto in caso di cortocircuito al secondario e maggior costo delle
relative protezioni.

D-105
Guida alla Cabina Trasformatori MT/BT
MT/BT Digitale

Accessori trasformatore
I trasformatori di media tensione possono essere corredati con diversi
X accessori, l’applicazione di alcuni accessori varia in funzione della tipologia di
isolamento (olio/resina).

X Armadio di protezione
X Il trasformatore con isolamento in resina non garantisce una protezione contro
i contatti diretti e/o accidentali, esistono perciò degli armadi di protezione che
assicurano:
l protezione: un armadio di protezione assicura una protezione ai contatti
X diretti e/o accidentali con una protezione es. IP31 mentre il fondo dell’armadio
ha normalmente una protezione diversa es. IP21 al fine di facilitare l’ingresso
dell’aria e migliorare la dissipazione del calore;
Immagine 1: Trasformatore nell’armadio di protezione l ventilazione del trasformatore: l’armadio di protezione deve assicurare una
corretta ventilazione del trasformatore sia con o senza ventilazione forzata;
Isolamento (kV) Parete piena X Grigliato X (mm) l accesso al trasformatore in sicurezza: deve essere possibile corredare
(mm) l’armadio di protezione con un blocco a chiave di sicurezza in modo tale
7,2 90 300 che venga garantito l’accesso al trasformatore solo quando il dispositivo
12 120 300 (interruttore o IMS) che alimenta il trasformatore sia disalimentato e messo
17,5 160 300 in sicurezza (messo a terra);
24 220 300
36 320 320 Devono comunque essere rispettate le indicazioni del costruttore, quali:
l distanze di isolamento: posizionare l’armadio ad una corretta distanza dagli
avvolgimenti MT e dalla sbarre del triangolo;
Flange di passaggio dei cavi l posizionamento cavi: i cavi in ingresso e in uscita devono essere posizionati
200mm
opportunamente al fine di mantenere una distanza corretta dagli avvolgimenti
MT e dalla sbarre del triangolo;
l posizionamento nel locale: si deve mantenere una corretta distanza
dall’armadio di protezione alle pareti del locale circostante al fine di premettere
un corretto passaggio d’aria.
Attenzione: la distanza serve nella zona delle griglie di aerazione.
200mm
Si deve anche considerare lo spazio necessario per un eventuale intervento
alle prese di regolazione e per le verifiche ispettive.
200mm Gli armadi hanno la funzione di protezione, perciò non sono progettati
per sostenere dei carichi.
500mm
L’utilizzo di un armadio di protezione ad un trasformatore di media tensione
con isolamento in resina non lo rende adatto ad una installazione da esterno.
Esistono armadi di protezione trasformatori adatti all’utilizzo di terminazioni MT
Immagine 2: distanze dell’armadio di protezione alle pareti sconnettibili e/o connessioni BT con condotti sbarre prefabbricati.

Barre di ventilazione
I trasformatori di media tensione sono normalmente progettati per un
funzionamento con ventilazione aria naturale (AN), in caso di sovraccarichi
temporanei è possibile aggiungere delle barre di ventilazione al fine di
mantenere una corretta temperatura del trasformatore.
I trasformatori possono essere corredati di uno o più ventilatori posizionati
alla base di ogni avvolgimento.
Queste barre di ventilazione vengono attivate da un apposito contatto della
centralina termometrica o da un altro sistema di protezione del trasformatore
stesso.
In funzione della potenza delle barre di ventilazione, queste possono essere
azionate da un relè dedicato oppure da un sistema di controllo dedicato.
Un trasformatore con l’aggiunta di barre di ventilazione può aumentare
temporaneamente la sua potenza del 40%. Nei dati di targa il trasformatore
è considerato con ventilazione aria naturale (AN) e senza l’incremento di
potenza nominale dato dalle barre di ventilazione.

D-106
Scaricatori di sovratensione
Gli scaricatori di sovratensione sono dispositivi che proteggono gli apparecchi
dalle sovratensioni atmosferiche e dalle sovratensioni di manovra.
Esistono differenti tipologie di scaricatori di sovratensione. Essi si possono
classificare in funzione delle modalità costruttive, dei valori di intervento o della
tipologia di sovratensioni rilevate:
l sovratensioni di natura temporanea: Tov (Temporary over voltage) che
originano da guasti impiantistici e che sono di natura non impulsiva;
l sovratemperatura di natura transitoria: tipicamente sovratensioni di manovra
che oscillano e durano pochi microsecondi;
l sovratensioni di natura impulsiva: generate da fulmini.
Gli scaricatori di sovratensione normalmente utilizzati in media tensione sono
costruiti in ossido metallico senza spinterometri e con un corpo in gomma-
silicone.

Limitatori di sovratensione per unità IMP, GAM, DM1-A, DMVL-A


In (A) 630
Un (kV) 7,2 10 12 17,5 24
Corrente nominale di scarica 10 kA
Classe di scarica 1

Teminazioni sconnettibili MT
E’ possibile corredare il trasformatore di terminali sconnettibili (parte fissa)
per rendere più veloce la disconnessione del cavo MT di un trasformatore.
Anche con l’aggiunta di terminali sconnettibili un trasformatore in resina deve
essere sempre considerato, in ogni sua parte, come in tensione e pertanto è
assolutamente proibito toccarlo quando è in funzione.
In caso di trasformatore con terminali sconnettibili sarà possibile richiedere
anche un dispositivo di blocco alla disconnessione della parte mobile.

Condotti sbarre BT
È possibile corredare il trasformatore di un collegamento prefabbricato
per connettere un sistema di distribuzione tramite condotto sbarre.

Piedini antivibrazioni
In alcune applicazioni (es. installazione su shelter a fianco di gruppi elettrogeni)
è possibile corredare il trasformatore con 4 supporti antivibranti da porre
sotto le ruote di traslazione del trasformatore, oppure sustituendo le ruote di
traslazione con dei supporti di smorzamento delle vibrazioni.

D-107
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

D-108
Guida alla Cabina E - Carpenterie BT
MT/BT Digitale

Quadri Power Center...................................................................................................... E-110

E-109
Guida alla Cabina Carpenterie BT
MT/BT Digitale

Quadri Power Center


I quadri di bassa tensione normalmente installati nelle cabine di trasformazione
subito a valle dei trasformatori MT/BT (o dei generatori) sono conosciuti come
“Power Center” (in italiano “quadri di potenza”).

Norme di riferimento
La norma di riferimento è la CEI EN 61439-2: “Apparecchiature assiemate
di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: Quadri
di potenza”, da leggersi congiuntamente alla Parte 1 contenente le regole
generali e a cui si rimanda per le modalità di applicazione e per le prescrizioni
costruttive e di prestazione comuni a tutti i tipi di quadro BT.
I “power center”, a causa del loro campo d’applicazione e punto di installazione
all’interno dell’impianto BT, presentano correnti d’impiego e valori di tenuta al
corto circuito elevati, rappresentano il primo livello della distribuzione BT, e sono
Forma 3b: Terminali e conduttori esterni separati dalle equipaggiati normalmente con interruttori, automatici e non, aperti e scatolati
sbarre (vedere pagina M-227 a M-232).
l segregazione delle sbarre da tutte le unità funzionali
In generale, per un quadro di distribuzione principale per interno e
l segregazione di tutte le unità funzionali tra loro generalmente posizionato in locali tecnici dedicati, si dovrebbe richiedere una
l segregazione dei terminali per conduttori esterni e dei forma di segregazione adeguata al livello di continuità di servizio che si vuole
conduttori esterni dalle unità funzionali, ma non dai terminali garantire (maggiore è il livello di continuità di servizio richiesto e più alta dovrà
delle altre unità funzionali essere la forma di segregazione).
Per i power center si devono consentire manutenzione e interventi in sicurezza
in una zona senza creare disservizio nelle altre, e quindi il quadro viene diviso in
aree funzionali (celle) ed è equipaggiato con interruttori in esecuzione estraibile
per velocizzare la sostituzione degli stessi.
La forma di segregazione 4 è in generale la caratteristica specifica per garantire
queste possibilità al power center che costituisce l’elemento di base di tutto
l’impianto al quale è richiesta una continuità di servizio estrema.
Inoltre, per ottenere un maggiore livello di sicurezza in esercizio e durante la
manutenzione la forma 4 è generalmente consigliata con la lettera aggiuntiva
“b”, la cui caratteristica specifica è che “i terminali per conduttori esterni non
sono nella stessa cella come unità funzionale associata ma sono in spazi o celle
individuali, separati rinchiusi e protetti”.
Forma 4a: terminali nella Forma 4b: terminali non
stessa cella associati nella stessa cella associati Quanto sopra non esclude la possibilità di utilizzare, su richiesta dell’utente,
all’unità funzionale all’unità funzionale quadri “power center” con forme di segregazioni inferiori, per esempio 3b, che
Forma 4
comunque garantisce la segregazione tra tutte le unità funzionali e il fatto che i
l Segregazione delle sbarre da tutte le unità funzionali
terminali per conduttori esterni e i conduttori esterni siano separati dalle sbarre
l segregazione di tutte le unità funzionali tra loro Costruttivamente, i power center comprendono una o più unità di ingresso, la
l segregazione dei terminali per conduttori esterni corrente all’interno viene distribuita mediante idonei sistemi sbarre che posso
associati con un’unità funzionale dai terminali di qualsiasi essere anche più di uno, in funzione della presenza di congiuntori e arrivi linea
altra unità funzionale e dalle sbarre da Gruppi elettrogeni, ed un numero relativamente ridotto di unità di uscita.
l segregazione dei conduttori esterni dalle sbarre
Come già detto, caratteristiche peculiari di questi quadri sono gli elevati
l segragazione dei conduttori esterni associati con un’unità
valori delle correnti nominali e di cortocircuito, e per poter garantire queste
funzionale dalle altre unità funzionali e loro terminali
prestazioni i costruttori hanno sviluppato delle strutture metalliche rinforzate,
l i conduttori esterni non necessitano di essere separati
atte a resistere alle elevate sollecitazioni elettromeccaniche. Questo tipo di
tra loro
struttura realizzata ad armadio “a pavimento” supporta, con diverse profondità,
l’installazione di apparecchiature e di sistemi sbarre di grandi dimensioni.
Il tipo costruttivo prevede scomparti divisi in più celle ad accesso selettivo,
per permettere la manutenzione e l’intervento in condizioni di sicurezza in una
sezione del quadro senza mandare fuori servizio le altre utenze.

Caratteristiche di specificazione per un quadro


“Power Center”
La Tabella allegata mostra un esempio in cui sono indicate le caratteristiche in
precedenza trattate relative ad un quadro Power Center posizionato in una cabina
di trasformazione MT/BT, collegato al trasformatore attraverso un condotto sbarre
prefabbricato (vedere Allegato BB della Norma CEI EN 61439-2).
La Figura illustra il collegamento di un quadro Power Center, posizionato in una
cabina MT/BT, attraverso un condotto sbarre prefabbricato.
L’Allegato BB della Norma CEI EN 61439-2 è un modello informativo da utilizzare
in modo che l’utilizzatore identifichi le caratteristiche del quadro necessarie al
costruttore del quadro per la realizzazione.

Collegamento di un quadro Power Center attraverso


un condotto sbarre prefabbricato

E-110
Caratteristiche per identificare le informazioni necessarie al costruttore del quadro (Power Center) per la sua realizzazione
Caratteristiche del quadro Prescrizioni da riportare Note
(vedi Allegato BB della CEI EN 61439-2)
Protezione contro l’ingresso di corpi solidi Interno: IP3X IP30 poiché normalmente i quadri MT
e l’ingresso di liquidi o i trasformatori non hanno IP superiori
Impatto meccanico esterno (IK)(1) IK08 In cabina non esistono rischi agli urti importanti
Resistenza ai raggi UV (si applica solo ai quadri Non previsto Il quadro è installato all’interno
per esterno, se non diversamente specificato)
Resistenza alla corrosione Severità di prova A Il quadro è installato all’interno
Temperatura dell’aria ambiente limite inferiore Come previsto dalla norma
Temperatura dell’aria ambiente limite superiore Come previsto dalla norma
Temperatura dell’aria ambiente massimo valore Come previsto dalla norma
medio giornaliero
Temperatura dell’aria ambiente limite inferiore Come previsto dalla norma
Massima umidità relativa Come previsto dalla norma
Condizioni speciali di servizio:
l vibrazioni;
l condensa eccessiva;
l inquinamento gravoso; Resistenza anticonsensa
l ambiente corrosivo;
Ambiente non particolarmente aggressivo ma con
l campi elettrici e magnetici intensi;
possibilità di piccoli animali / roditori dal cunicolo
l funghi;
cavi inferiore
l piccoli animali;
l pericolo di esplosione; Prevedere piastra pressa cavi sul fondo
l vibrazioni e scosse intense;
l inondazioni
Non previste
Dimensioni massime esterne e masse (2400 x 600 x 2000) mm Indicazioni necessarie per la realizzazione dei
Massa 1850 kg supporti di fissaggio / ferri di base
Tipo/i di conduttore/i esterno/i Condotto sbarre In questo caso il quadro dovrà essere predisposto
per lo staffaggio ed il collegamento del condotto e
garantire il grado di protezione richiesto
Verso del/i conduttore/i esterno/i Dall’alto
Materiale del conduttore esterno Rame / Alluminio
Dimensioni massime e masse dell’unità trasportata 800 x 600 x 2000
Massa 1000 Kg
Metodi di trasporto (gru, muletto) Gru
Dettagli sull’imballaggio Gabbia in legno
Prescrizioni relative all’accessibilità in esercizio Utilizzo di celle per ogni unità Grado con richiesta di alta continuità
da parte di persone autorizzate per l’estensione o gruppo funzionale di servizio e ampliamenti sotto tensione
Protezione contro i contatti diretti di parti interne Barriere ed involucri In alternativa di tutte le parti attive
pericolose in tensione durante la manutenzione o
l’aggiornamento (ad esempio le unità funzionali,
le sbarre principali, le sbarre di distribuzione)
Forma di segregazione Forma 4b (2) Consente l’aggiunta / sostituzione di unità
funzionali anche con quadro sotto tensione
(1) La Norma CEI EN non nomina in maniera specifica il grado IK.
(2) A richiesta la forma di segregazione può essere inferiore, preferibilmente non inferiore a 3b

Altre caratteristiche
Il ruolo fondamentale e prioritario del power center è quello di distribuire la
potenza elettrica garantendo nel contempo la sicurezza delle persone e delle
cose, ma, con l’evolversi delle esigenze di monitoraggio, misura e controllo
sull’impianto, questa “azione” non può rimanere separata dal contesto.
La funzione del quadro di bassa tensione e, nel nostro caso, del power center,
cambia evolvendosi in un quadro per il controllo e per la gestione dell’energia a
servizio dell’efficienza dell’impianto.
In questo senso, il quadro deve essere accessoriato da una serie di strumenti di
misura e da altri apparecchi di comando e controllo; con le moderne tecnologie
sempre più i dispositivi di protezione integrano funzioni di misura dell’energia,
comando e comunicazione a distanza, permettendo un controllo totale del
sistema di distribuzione elettrica.
Un quadro siffatto diventa un componente attivo dell’impianto elettrico e adatto
alla gestione dell’energia.
Infatti, attraverso di esso e le sue apparecchiature passano informazioni
fondamentali per la gestione energetica dell’impianto, quali ad esempio:
l le regolazioni dei dispositivi di protezione;
l il tipo di guasto che ha causato lo sgancio di un dispositivo;
l lo stato dell’installazione prima del fuori servizio;
l la gestione automatica di un distacco-riattacco carichi;
oltre a tutte le misure delle energie e delle potenze.

E-111
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

E-112
Guida alla Cabina F - Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

Dati di progetto................................................................................................................. F-114

Limiti richiesti dal fornitore............................................................................................ F-115

Schema impianto............................................................................................................. F-116

Dati dell’impianto............................................................................................................. F-117

Inserzione a vuoto del trasformatore......................................................................... F-118

Regolazione delle protezioni per guasto di fase.................................................... F-119

Soglie di corrente di fase, risultato grafico delle regolazioni.............................. F-123

Taratura guasto di terra interruttore di media......................................................... F-124


F-113
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

i-Project è un software professionale Lo scopo di uno studio di coordinamento delle protezioni è quello di ottenere
gratuito, elaborato da Schneider Electric, delle regolazioni tali da assicurare la tempestività degli interventi a garanzia
della protezione della rete elettrica e della selettività d’intervento tra le varie
che facilita il progetto, la realizzazione e la protezioni così da ottenere la massima continuità del servizio della rete elettrica
verifica d’impianti sia in media sia in bassa anche in presenza di guasto. La selettività consiste nel fare in modo che
tensione: solo le protezioni relative alla parte d’impianto sede di guasto intervengano
mantenendo in servizio le parti di rete elettrica non interessate.
l soddisfa la Norma CEI 0-16; Esistono delle situazioni dove è possibile realizzare una selettività di tipo
l esportazione di schemi elettrici unifilari, parziale a causa ad esempio dei limiti imposti del distributore. In questi casi
è comunque accettato, per alcuni valori di guasto, che le protezioni siano scelte
compatibili con Schneider Electric CAD con caratteristiche d’intervento tali da far intervenire più protezioni, evitando
Library secondo le nuove normative; situazioni in cui intervengono solamente le protezioni a monte e non quella
l esportazione diretta in eXteem, per la a valle, creando notevoli difficoltà nella ricerca del guasto.
L’esempio qui in seguito descritto è stato sviluppato utilizzato il software
quotazione tecnico-commerciale del Schneider Electric i-project.
progetto con le apparecchiature già Tra le varie tipologie impiantistiche possibili, si è voluto sviluppare uno studio
accessoriate; di coordinamento relativo alla soluzione più diffusa per gli allacciamenti in
media tensione, costituita da un unico trasformatore installato nello stesso locale
l cartigli editabili di Media e Bassa
dove è posto il quadro di ricezione.
Tensione; In questa configurazione la regolazione della Protezione Generale deve
l aggiornamenti automatici ; assolvere contemporaneamente a due compiti distinti:
l rispettare i limiti richiesti dal fornitore per essere selettivo con le protezioni
l stampe in Microsoft Excel della relazione installate in sottostazione AT/MT e minimizzare le conseguenze per tutti gli
di calcolo del cartiglio. utenti connessi alla stessa rete, derivanti da un eventuale guasto all’interno
all’impianto utente,
l proteggere le persone e l’apparecchiatura dal punto di consegna sino
all’interruttore generale di bassa tensione installato a valle del trasformatore
(vedere pagina M-227).

Dati di progetto
L’ente distributore fornisce, mediante comunicazione scritta o attraverso
apposito sito, le informazioni riguardanti le caratteristiche dell’alimentazione,
dove generalmente è indicato il valore della corrente di cortocircuito massima
trifase per il dimensionamento dell’ apparecchiatura (12,5 kA).
Caratteristiche dell’alimentazione
Linea MT alimentante
Presenza richiusura rapida Si tempo attesa 0,6 s
Frequenza nominale 50 Hz ± 1% (95% dell’anno)
+ 4% -6% (100% dell’anno)
Tensione nominale 15 kV ± 10%
Tensione massima per l’isolamento 24 kV
Livello di isolamento a frequenza 50 Hz 50 kV
Livello di isolamento ad impulso 1,2/50 ms 125 kV
Corrente di cortocircuito massima trifase 12,5 kV
Esercizio del neutro MT A terra tramite impedenza
Corrente di guasto monofase a terra IF = 50 A
Tempo di eliminazione del guasto a terra tF >> 10s (tensione di contatto < 75 V)
l I valori evidenziati in giallo vanno inseriti nell’apposita finestra “Dati di
Progetto” accedendo attraverso la sequenza indicata.

F-114
Limiti richiesti dal fornitore
Per le tarature del dispositivo di protezione generale sono da considerare
i valori massimi ammessi dalle imprese distributrici di energia elettrica.
Nell’esempio sottostante si possono notare in campo verde i limiti di taratura
relativi ai guasti di fase.
Nel campo rosso sono evidenziati i limiti posti per la regolazione del guasto
a terra ed in grigio le indicazioni dedicate agli impianti con un’estensione
della rete in media tensione superiore ai 400 m a 20 kV o 533 m se alimentati
a 15 kV.
Per l’esempio descritto è stata considerata una connessione in cavo lunga
5 m tale da non richiedere protezioni di tipo direzionale.
Protezioni Soglie di intervento Tempo Note
di intervento(4)
I> (51.S1) alfa 0,02 NIT Richiusure escluse
I> (51.S1) beta 0,14 NIT Richiusure escluse
I> (51.S1) K 0,13 NIT Richiusure escluse
I> (51.S1) 84 A (2)
NIT Richiusure escluse
I>> (51.S2) 250 (2) (5)
0,5 s Richiusure escluse
I>>> (51.S3) 600 A (2)
0,12 s Richiusure escluse
I0> (51N.S1) 2A (2) (6)
0,45 s Richiusure escluse
I0>> (51N.S2) 175 A (2) (6)
0,17 s Richiusure escluse
V0(1) I0(2) f(3)
67N.S1 2V 2A (60-120)° 0,17 s Sempre attiva
Richiusure escluse
67N.S2 5V 2A (60-250)° 0,45 s Sempre attiva
Richiusure escluse
(1) Tensione al secondario misurata tramite 3 TV di fase con collegamento a triangolo aperto
e rapporto di trasformazione complessivo tale da fornire 100 V in ingresso alla protezione
in presenza di un guasto monofase franco a terra; nel caso la somma delle tensioni nominali
secondarie dei tre TV di fase sia diversa da 100 V, il valore indicato in Tabella deve essere
moltiplicato da tale somma e diviso per 100.
(2) Corrente al primario misurata tramete TA, TA omopolare od equivalente
(somma vettoriale delle 3 correnti di fase)
(3) L’angolo è positivo se la I0 è in ritardo (in senso orario) sulla V0.
(4) Comprensivo di tempo di ritardo intenzionale e di tempo di apertura interruttore.
NIT= Tempo Normalmente Inverso.
(5) In alternativa è pssibile disabilitare la protezione di massima corrente di fase di
prima soglia I > (51.S1) a tempo normalmente inverso (NIT) ed impostare la protezione
I>>(51.S2) ad un valore < 156 A.

Guasto di fase Guasto di terra Guasto direzionale


di terra

Per la soglia I> il fornitore in alcuni casi, come nell’esempio, consente di attivare
in alternativa alla curva NIT (normal inverse time) una regolazione più restrittiva
per la soglia I>> come evidenziato nella nota (5).
Generalmente, per non interferire con la taratura dell’interruttore generale
di bassa tensione, è preferibile utilizzare la soglia I>> restrittiva e lasciare
disabilitata la soglia I>.

Le regolazioni dei tempi sopra riportati sono comprensive del tempo di apertura
meccanico dell’interruttore SF1 pari a 0,07 s.

F-115
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

Schema impianto
Si procede con la descrizione della topologia dell’impianto e con l’indicazione
del trasformatore utilizzato. Nell’esempio si è utilizzato un monoblocco tipo AT7b
composto da interruttore SF1, relè di protezione Sepam 40, con arrivo ed uscita
cavi dal basso, selezionabile tra le unità funzionali disponibili.
Posizionando il cursore nello schema elettrico, dalla finestra “Contenuto Linea”,
bisogna aggiungere l’elemento “Trasformatore”.

Visualizzazione delle curve di intervento


Selezionando in i-project il tasto “Coordinamento Protezioni” e scegliendo
“Visualizza curva” è possibile visualizzare in tempo reale varie informazioni quali
ad esempio, i limiti indicati dal fornitore, le curve di intervento delle protezioni
MT e BT, le correnti caratteristiche del trasformatore e del cavo.

F-116
Dati dell’impianto
Nell’esempio si è utilizzato un trasformatore MT/BTcon le seguenti
caratteristiche:
l in resina del tipo A0Ak
l potenza nominale: 800 kVA
l collegamenti: Dy
l raffreddamento: AN (Aria Normale)
l rapporto di trasformazione: 15 kV / 400 V

Questi dati devono essere inseriti nella scheda denominate ‘’Scomparto’’.

Successivamente bisogna indicare nella scheda denominata ‘’Protezioni’’


ulteriori scelte di progetto: quale relè; quale tipo e quanti TA; quali protezioni,
quale TA toroidale; sezione e lunghezza dei cavi.
Nell’esempio si utilizza:
l relè di protezione: Sepam 40 S40 con Data Logger senza TV;
l TA: TLP 130; n° 3;
l TA toroidale: CSH 160 ;
l cavi: lunghezza 5 m; sezione 35 mm2.

Il software elabora i dati inseriti per calcolare i valori delle variabili di maggiore
interesse del circuito descritto.
Posizionando il cursore sullo schema elettrico il software permette la
visualizzazione dei seguenti risultanti:
UnMT (kV) = tensione nominale primaria
UnBT ( kV)= tensione nominale secondaria
IccMT (kA) = corrente di cortocircuito trifase in MT
Ib (A) = corrente di impiego
Inp (A) = corrente nominale trasformatore in MT
Ins (A) = corrente nominale trasformatore in BT
Icc3f s (kA) = corrente di cortocircuito trifase in BT
Icc2f s (kA) = corrente di cortocircuito bifase in BT
Icc3f s/p (A) = corrente di cortocircuito trifase in BT riportata in MT
Icc3fpe s (kA) = corrente di guasto a terra in BT
Icc3fPE s/p (A) = corrente di guasto a terra in BT riportata in MT
Inp trafo in parallelo (A) = corrente di impiego sulla cella di arrivo
Icc3f s/p trafo in parallelo (A) = corrente di cortocircuito trifase in BT riportata
sulla cella di arrivo MT
Iccfpes/p min. trafo in parallelo (A) = corrente di guasto verso terra in
BT riportata sulla cella di arrivo MT in caso di configurazione con un solo
trasformatore inserito.
In-rush/picco (A) = valore del primo picco della corrente di inserzione
K1, K2, K3, K4 fattori correttivi per il dimensionamento a portata della sezione
dei cavi

F-117
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

Inserzione a vuoto del trasformatore


All’inserzione a vuoto, come precedentemente spiegato nell’omonimo paragrafo
del capitolo ‘’Apparecchiature MT’’, la corrente di magnetizzazione del
trasformatore può raggiungere valori di picco molto alti, fino ad una decina
di volte la corrente nominale massima, con una forma d’onda della corrente
estremamente distorta a causa dei fenomeni di saturazione, (figura a fianco).

Potenza nominale Tipo resina Corrente di Tempo di


[kVA] inserzione [x In] inserzione [s]
250 A0Ak 10,5 0,18
315 A0Ak 10 0,2
400 A0Ak 10 0,25
500 A0Ak 10 0,25
630 A0Ak 10 0,26
800 A0Ak 10 0,3
1000 A0Ak 10 0,3
1250 A0Ak 10 0,35
1600 A0Ak 10 0,4
2000 A0Ak 9,5 0,4
2500 A0Ak 9,5 0,5
3150 A0Ak 9,5 0,5
250 A0Bk 10,5 0,18
315 A0Bk 10 0,2
400 A0Bk 10 0,25
500 A0Bk 10 0,25
630 A0Bk 10 0,26

Nei trasformatori a basse perdite solitamente si riescono a contenere i valori


delle correnti a vuoto, i fenomeni dovuti alle vibrazioni ed il livello di rumore.
Le protezioni di media tensione I>> e I>>> non devono intervenire per le correnti
di magnetizzazione.
Nei casi particolari quando la corrente di magnetizzazione causa l’intervento
delle soglie I>> e I>>> è possibile inserire la ritenuta di seconda armonica come
previsto dall’articolo 8.5.12 e 8.5.14 della CEI 0.16 2014-09.
La protezione di bassa tensione invece non è interessata dalla corrente di
magnetizzazione.

F-118
EcoStruxure Power™ Regolazione delle protezioni per guasto
Con una cabina MT/BT di fase
digitale puoi monitorare In i-project, come generalmente negli studi di selettività, per un confronto
costantemente lo stato della delle curve di intervento, i valori di taratura degli interruttori di bassa tensione
vengono riportati in media tensione dividendoli per il rapporto di trasformazione,
protezioni BT con dati real
nell’esempio riportato 15000/400 = 37,5.
time di misura, trend storici e
allarmi in caso di guasto.
Regolazione prima soglia di sovraccarico
Durante il funzionamento, l’incremento di temperatura nelle varie parti del
Scopri come a pagina M-227 trasformatore, provoca un deterioramento precoce del materiale isolante. Il
controllo della temperatura è solitamente affidato alle sonde termiche PT100
che in abbinamento ad una centralina di controllo provvedono all’eventuale
Norme di riferimento per gli interruttori distacco del trasformatore.
Attraverso le protezioni degli interruttori di bassa e di media tensione è possibile
automatici: controllare indirettamente il surriscaldamento attraverso il rilevamento delle
l CEI EN 60947-2 : “Interruttori automatici correnti. Il perdurare di una situazione di sovraccarico porta al superamento dei
per corrente alternata a tensione nominale limiti di sovratemperatura previsti in determinati punti del trasformatore.
non superiore a 1000V e per corrente Le impostazioni scelte devono essere compatibili anche con i limiti di portata
dei cavi di media tensione e dei trasformatori di corrente (TA).
continua non superiore a 1500V”.
BT Soglia di intervento (Ir)
La regolazione di una soglia in bassa tensione ha la funzione di rincalzo alle
analoghe protezioni presenti negli interruttori installati a protezione delle linee in
caso di guasto di fase, garantendo la selettività cronometrica mediante il ritardo
impostato.
Nella scelta del relè di protezione è preferibile utilizzare la serie Micrologic 5.0
o superiore per consentire un’ampia gamma di regolazioni e permettere un
maggior livello di selettività con le protezioni di media tensione poste a monte e
con gli altri relè di bassa tensione istallati a valle (vedere pagina da M-227
a M-232).
La corrente nominale del sistema interruttore-TA-relè dovrà essere superiore
alla corrente nominale del trasformatore.
Nel caso considerato, di una potenza da 800 kVA (AN) corrisponde una
corrente nominale secondaria (Ins) di 1154 A.
ll software i-project consente udi scegliere una taglia dell’interruttore maggiore
o uguale a 1250 A.
I sovraccarichi ammissibili per i trasformatori in resina con raffreddamento ad
Aria Naturale sono molto limitati, fatta eccezione per quelli con raffreddamento
ad Aria Forzata dove le scelte devono considerare il sovraccarico ammissibile
che può arrivare fino a +30%.
La regolazione (Ir) di lungo ritardo deve corrispondere indicativamente alla
corrente nominale del trasformatore considerando i valori effettivi di intervento
dello sganciatore.
Con una regolazione (Ir) di 0,9 si ottiene una soglia termica pari a
0,9 x 1250 = 1125 A.
L’intervento dell’interruttore sarà quindi compreso tra i valori di tolleranza definiti
dalla Norma CEI EN 60947-2:
l Inf = 1,05 x 1125 = 1181 A, corrisponde ad un sovraccarico di 1181/1154 = 2%;
l If = 1,20 x 1125 = 1350 A, corrisponde ad un sovraccarico di 1350/1154 = 16%.
Inf, corrente di non funzionamento
If, corrente di funzionamento certo

F-119
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

BT Temporizzazione (tr)
Solitamente questa soglia a tempo dipendente viene temporizzata con un ritardo
(tr) di 4 s in modo da risultare inferiore alla tenuta termica del trasformatore in
resina e contemporaneamente consentire l’avviamento di normali carichi sulla
bassa tensione.

MT Soglia di intervento (I>)


Per proteggere il trasformatore dai sovraccarichi, oltre all’interruttore di bassa
tensione, è possibile utilizzare una soglia I> a tempo dipendente.
Per garantire la selettività con la regolazione a lungo ritardo della bassa
tensione, il valore della corrente di funzionamento certo (If) riferita al lato BT
va diviso per il rapporto di trasformazione ottenendo l’equivalente valore riferito
al lato MT.
Questo valore va incrementato del 10%, ottenendo, per considerare la tolleranza
di intervento del relè di media tensione.
Nell’esempio proposto il valore pari a 1350 A riferito al lato BT equivale a 36 A
riferito al lato MT.
Incrementandolo del 10% si ottiene
Is=40 A

MT Temporizzazione (I>)
La regolazione di un tempo di ritardo (t Int) pari a 4 s, osservando un certo Tipo
di curva (ad esempio la curva IEC VIT/B), garantisce generalmente la selettività
con la bassa tensione.

l Note.
Alcuni fornitori impongono obbligatoriamente l’utilizzo di una soglia a tempo
dipendente per limitare il valore massimo di potenza prelevata. In questi casi se
nell’impianto è presente un solo trasformatore, è possibile come previsto
dalla Norma CEI-016.

F-120
t Regolazione seconda soglia con ritardo
Ir
intenzionale
La regolazione di una soglia in media tensione è necessaria per proteggere
tr da guasti che potrebbero verificarsi al secondario del trasformatore MT/
BT o nel tratto di collegamento tra il trasformatore e il quadro di BT, a monte
dell’interruttore generale di bassa tensione.

Isd BT Soglia di intervento (Isd)


La soglia di corto ritardo (Isd), deve essere regolata in modo da consentire
tsd l’avviamento dei carichi di bassa tensione senza interferire con la soglia (I>>)
di media tensione.
Ii Impostando un valore di (Isd) pari a 4 volte la (Ir) corrispondente a
4 x 1125 = 4,5 kA
0 I si riesce in genere, ad evitare scatti intempestivi
dovuti agli avviamenti dei carichi in bassa tensione.

Il valore di 4,5 kA sul secondario deve essere diviso per il rapporto di


trasformazione (37,5) per ottenere il corrisponde valore di 120 A riferito
al lato primario.

MT Soglia di intervento (I>>)


La regolazione in corrente è scelta considerando una tolleranza per il relè
di bassa e di media tensione complessivamente pari al 20%.
l 120 x 1,2 = 144 A
Questo valore risulta compatibile con il limite massimo imposto dal fornitore
di 156 A.

BT Temporizzazione (tsd)
Il ritardo intenzionale impostato a 0,2 (Off) garantisce la selettività cronometrica
con gli interruttori BT installati a valle e risulta selettiva con la protezione MT I>>
posizionata a monte.

F-121
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

l Osservazione:
in assenza della protezione di guasto a terra sul centro stella del trasformatore
(51G), è opportuno che la protezione di massima corrente I>> debba proteggere
contro i guasti fase-terra sul secondario, a monte dell’interruttore generale di
bassa tensione. La corrente di guasto a terra in bassa tensione richiama due
correnti sul lato media tensione uguali e contrapposte come viene illustrato nella
seguente figura.

0,577 = 1/√3

Il valore delle correnti viste sul lato primario nella fase L1 e L2 dell’esempio
sono pari a:
18.486 x 0,577 x 400 / 15.000 = 285 A.
Ipotizzando una riduzione del 20% della corrente di guasto per considerare
l’impedenza delle connessioni tra il trasformatore ed il quadro BT otteniamo un
valore di 213 A.
Questo valore risulta nettamente superiore a 144 A impostati per la soglia I>>,
tale da assicurare l’intervento della protezione di MT.
nota: Le precedenti indicazioni di regolazione sono valide solo quando il relè di
protezione è dotato di 3 TA come dettagliato all’interno del paragrafo F.2 della
Guida CEI 99-4 2014-.09.

t Regolazione terza soglia istantanea


Ir
La regolazione di una soglia in bassa tensione deve intervenire per i guasti di
fase sul sistema di sbarre principale del power center e può avere una funzione
tr di rincalzo rispetto ad analoghe protezioni presenti negli interruttori installati a
protezione delle linee attraverso la selettività energetica.
Per la media tensione questa soglia interviene a protezione da guasti che
potrebbero verificarsi sulla rete di media tensione o nell’avvolgimento primario
Isd del trasformatore MT/BT.
tsd BT Soglia di intervento (Ii)
La soglia istantanea viene regolata a 15 x (In) in modo da ottenere la selettività
Ii di tipo energetica con gli interruttori BT a valle come riportato nella tabella
seguente tratta dalla guida BT.
0 I 15 x 1250 = 18.750 A / (37,5) = 500 A riportati sul lato di media tensione.

F-122
MT Soglia di intervento (I>>>)
La regolazione in corrente è scelta considerando una tolleranza complessiva
tra le caratteristiche di intervento delle protezioni di bassa e di media tensione
complessivamente pari al 20%,
500 x 1,2 = 600 A,
Questo valore risulta coerente entro il limite massimo imposto dal fornitore (600 A).
NOTA: nella valutazione delle correnti di cortocircuito non sono state
considerate eventuali componenti unidirezionali presenti nell’istante iniziale del
cortocircuito.

MT Temporizzazione (I>>>)
Viene regolata automaticamente dal software i-project detraendo al tempo
massimo richiesto dal fornitore di 0,12 s il tempo di apertura meccanico
dell’interruttore SF1 di 0,07 s, ottenendo il valore di 0,05 s.

Soglie di corrente di fase, risultato grafico


delle regolazioni
Al termine delle regolazione è possibile constatare che la caratteristica di
intervento della protezione in BT (in verde) si trova al di sotto della caratteristica
di intervento del relè di MT (in marrone) fino al massimo valore di corto circuito
dell’impianto in bassa tensione (in rosso) ed entrambe risultano inferiori al limite
di regolazione imposto dal Distributore (in azzurro).

F-123
Guida alla Cabina Studio del coordinamento
MT/BT Digitale delle protezioni

Taratura guasto di terra interruttore di media


tensione
Il fornitore può richiede due differenti soglie d’intervento necessarie per
eliminare eventuali guasti a terra che potrebbero verificarsi nella rete di
distribuzione elettrica in media tensione a valle del Dispositivo Generale.
La soglia Io> è dedicata al primo guasto a terra mentre la soglia Io>>
è necessaria per eliminare rapidamente il doppio guasto monofase a terra.

MT Soglia di intervento Io> e Io>>


Queste due soglie sono regolate automaticamente dal software i-project in base
ai valori inseriti in “Limiti richiesti dal fornitore”.

MT Temporizzazione Io> e Io>>


I tempi di intervento vengono regolati automaticamente dal software i-project
detraendo al tempo massimo richiesto dal fornitore, il tempo di apertura
meccanico dell’interruttore
Considerando che il tempo d’apertura per un interruttore SF1 è pari a 0,07 s,
si ottengono:
l tint = 0,38 s per la soglia Io>
l tint = 0,1 s per la soglia Io>>

Modalità di inserimento regolazioni nelle protezioni


MT/BT
Le precedenti regolazioni vanno impostate nel relè di bassa tensione Micrologic
5.0 attraverso gli appositi commutatori.
Per la protezione di media tensione Sepam 40 è possibile utilizzare la tastiera
locale o collegarsi attraverso un PC e utilizzando il software Schneider Electric
SFT 2841.

F-124
Guida alla Cabina G - Condizioni ambientali
MT/BT Digitale

Generalità...........................................................................................................................G-126

Ventilazione naturale.......................................................................................................G-128

Ventilazione forzata.........................................................................................................G-130

G-125
Guida alla Cabina Condizioni ambientali
MT/BT Digitale

l Norma CEI EN 62271-1: Generalità


Apparecchiatura di manovra e di comando Lo scopo di questo paragrafo è quello di fornire le linee guida essenziali per
ad alta tensione, Parte 1 (clausole comuni) evitare o ridurre in modo considerevole il danneggiamento dei prodotti per
cause ambientali..
La Norma CEI EN 62271-1 stabilisce le condizioni normali d’installazione e di
utilizzo di questo tipo di prodotti. È importante che le condizioni di utilizzo delle
apparecchiature specificate nella Norma siano mantenute nel tempo.
Ad esempio riguardo all’umidità la Norma specifica che:
l il valore medio di umidità relativa misurata su un periodo di 24 h non deve
superare il 90%;
l il valore medio della pressione del vapore acqueo misurata su un periodo di
24 h non deve superare 2,2 kPa;
l il valore medio di umidità relativa misurata su un periodo di un mese non deve
superare il 90%;
l il valore medio della pressione del vapore acqueo misurata su un periodo di
un mese non deve superare 1,8 kPa.
Occasionalmente queste condizioni possono provocare condensa.
Nota 1: La condensa può crearsi in seguito a variazioni improvvise della temperatura in
periodi di forte umidità.
Nota 3: La formazione di condensa si può prevenire con la corretta progettazione
dell’edificio o del sito in cui viene installata l’apparecchiatura, con sistemi di ventilazione e
riscaldamento adatti al luogo o utilizzando un deumidificatore.
In condizioni critiche di umidità e di inquinamento che superino ampiamente
le condizioni normali d’impiego previste dalla Norma e sopra indicate,
le apparecchiature elettriche standard possono subire danni dovuti alla rapida
corrosione delle parti metalliche o alla degradazione superficiale delle parti isolanti.
Per poter sopportare gli effetti di una forte umidità e della presenza di
condensa, quali ad esempio l’interruzione dell’isolamento o la corrosione delle
parti metalliche, è consigliabile utilizzare apparecchiature specifiche progettate
e testate per tali condizioni d’impiego.

Misure preventive
Adottando semplici precauzioni è possibile migliorare le prestazioni delle
cabine MT e ridurre al minimo i rischi di condensa e di conseguenza i fenomeni
a effluvio (effetto corona).
Tre sono i principali fattori all’origine del fenomeno:
l l’architettura della sottostazione (dimensioni e posizionamento dei sistemi di
ventilazione, il tipo dimateriali utilizzati);
l le caratteristiche climatiche dell’area ove è installata la cabina MT/BT (zona
molto umida, presenza di nebbia, precipitazioni, orientamento e inquinamento)V
l la tecnologia e/o messa in opera dei terminali dei cavi.

Per limitare gli effetti della condensa


Progettare o rivedere attentamente il sistema di ventilazione
della sottostazione
l Mantenere la ventilazione della sottostazione al livello minimo richiesto per
poter evacuare il calore prodotto dal trasformatore e ridurre le variazioni di
temperatura;
l non aggiungere mai aperture di ventilazione ed eliminare i sistemi di
ventilazione nelle vicinanze del quadro MT. Posizionare le aperture di
ventilazione della sottostazione il più lontano possibile dal quadro MT;
l favorire una ventilazione corretta (dall’alto e dal basso) mediante convezione
naturale intorno al trasformatore;
l adattare la sezione delle aperture di ventilazione alla potenza dissipata dalla
sottostazione per ridurre al minimo le differenze di temperatura;
l quando è possibile, preferire la ventilazione naturale alla ventilazione forzata;
lse è necessario utilizzare la ventilazione forzata, far funzionare i ventilatori
continuamente;
l se la sottostazione prevede solo la ventilazione forzata, lasciarla sempre
in funzione.

G-126
Evitare le variazioni di temperatura
Le variazioni di temperatura in condizioni di elevata umidità provocano la
formazione di condensa:
l all’interno delle cabine MT installare delle resistenze anticondensa se l’umidità
relativa media resta elevata per un lungo periodo.
Le resistenze devono funzionare senza interruzione 24 ore su 24, per tutto
l’anno, senza comando manuale o automatico:
l migliorare l’isolamento termico della sottostazione per ridurre gli effetti
delle variazioni della temperatura esterna sulla temperatura all’interno della
sottostazione stessa;
l se possibile evitare di riscaldare la cabina.

Tuttavia se il riscaldamento fosse necessario accertarsi che il sistema di


EcoStruxure Power™ regolazione e/o il termostato siano sufficientemente precisi e adatti ad evitare le
variazioni brusche di temperatura (non superiori a 1 °C):
Aumenta la vita utile del l evitare che il trasformatore venga installato nello stesso locale del quadro MT;
quadro, controllando e l se è necessario riscaldare la sottostazione, accertarsi che il sistema di

monitorando i parametri regolazione della temperatura impedisca variazioni brusche della stessa o
lasciare sempre in funzione il riscaldamento;
ambientali di cabina l eliminare le correnti di aria fredda provenienti dai condotti dei cavi, dalle
porte, ecc..
Scopri come a pagina M-168 Eliminare le fonti di umidità vicino alla cabina secondaria
l Impedire l’eccessiva crescita di piante vicino alla sottostazione;
l riparare qualsiasi fuga o perdita nel tetto della sottostazione;
l assicurare la tenuta stagna della sottostazione e dei cavidotti;
l evitare che l’umidità proveniente dai condotti dei cavi penetri all’interno delle
cabine MT;
l talune condizioni climatiche possono favorire la formazione di condensa.
Prevedere sistemi di ventilazione con bocchette per limitare le penetrazioni
dirette;
l installare resistenze anticondensa all’interno degli scomparti della cabina.

Installare un sistema di condizionamento o deumidificazione


Il condizionamento è il metodo più sicuro per controllare in modo corretto
l’umidità e la temperatura.
Per condizioni di esercizio particolari, ad esempio cabine interrate, può
essere necessario un sistema di condizionamento dell’aria per mantenere la
temperatura ed il grado di umidità nei parametri di progetto.
Nella progettazione di un sistema di condizionamento particolare attenzione
va posta all’affidabilità del sistema stesso, ad esempio prevedendo delle
opportune ridondanze e riportando il corretto stato di funzionamento al sistema
di comunicazione.
La circolazione dell’aria condizionata non deve direttamente attraversare le
colonne dei trasformatori che soffrono della differenza di temperatura elevata.
Accertarsi che il cablaggio sia conforme alle normative vigenti
l Prestare particolare attenzione al posizionamento delle schermature e
delle protezioni contro i guasti differenziali, i campi elettromagnetici e i
semiconduttori;
l per quanto possibile, utilizzare terminali di cavi con saldatura a freddo
accertandosi che siano correttamente installati.
Una non corretta installazione dei terminali dei cavi con saldatura a freddo
può provocare stress dielettrici che a loro volta, in condizioni d’impiego severe,
possono generare fenomeni a effluvio (effetto corona);
l in caso di condizioni d’installazione particolarmente severe (polvere, umidità)
uitlizzare dei terminali adatti.

Per limitare gli effetti dell’inquinamento


l Montare sulle aperture di ventilazione della sottostazione apposite griglie che
impediscano la penetrazione di polvere e di particelle inquinanti;
l mantenere la ventilazione della sottostazione al livello minimo richiesto
affinchè l’evacuazione del calore generato dal trasformatore limiti la
penetrazione di polveri e particelle inquinanti;
l utilizzare quadri MT con grado di protezione (IP) sufficientemente elevato;
l utilizzare sistemi di ventilazione dotati di filtri che limitino la penetrazione
di polveri e particelle inquinanti;
l rimuovere regolarmente tutti i depositi di sporco dalle parti metalliche
e dalle parti isolanti.

G-127
Guida alla Cabina Condizioni ambientali
MT/BT Digitale

Lo smaltimento del calore prodotto è Ventilazione naturale


imposto dalla Norma CEI 11-1 Con la ventilazione naturale l’aria calda del locale fuoriesce da un’apertura
posta nella parte alta del locale e viene sostituita da aria più fresca che entra da
un’apertura posta nella parte bassa del locale.

Dimensionamento
Vi sono diversi metodi per calcolare il corretto dimensionamento delle aperture
di ventilazione delle sottostazioni, sia per la progettazione di nuove sottostazioni
che per l’adeguamento di cabine esistenti con problemi legati alla formazione
di condensa. Si propone un metodo basato sulla dissipazione di potenza del
trasformatore (effetto joule).
La ventilazione del locale è determinata da:
l S [m²]: superficie dell’apertura di ventilazione inferiore (ingresso aria) sottratta
la superficie della griglia (superficie netta).
l S’ [m²]: superficie dell’apertura di ventilazione superiore (uscita aria) sottratta
la superficie della griglia (superficie netta).
l interasse “H” fra le due aperture. Distanza tra i punti medi delle superfici.
l P [W]: potenza totale dissipata; somma della potenza dissipata dal
trasformatore (a vuoto e a causa del carico), dall’apparecchiatura BT e MT.
Considerando una temperatura media annuale di 20 °C ed un’altitudine massima
di 1000 m, le superfici S e S’ richieste per le aperture di ventilazione possono
essere calcolate applicando le seguenti formule:
S= 1,8∙10-4∙P e S’=1,1∙S
√H

Nel caso di griglie in vetroresina si può stimare che la superficie occupata dalle
griglie sia pari al 10% della superficie totale.
S’=1,1∙1,32=1,46 m2
Esempio:
Dissipazione di potenza del trasformatore = 7970 W
Dissipazione di potenza dell’apparecchiatura BT = 750 W
Dissipazione di potenza dell’apparecchiatura MT = 300 W
L’altezza tra i punti medi delle aperture di ventilazione è 1,5 m.

Calcolo:
Potenza dissipata
P = 7970 + 750 + 300 = 9020 W

S= 1,8∙10-4∙9020 = 1,32 m2
√1,5

G-128
Posizionamento delle aperture di ventilazione
Per favorire l’evacuazione del calore generato dal trasformatore attraverso
la convezione naturale, le aperture devono essere posizionate nella parte
superiore e inferiore del muro vicino al trasformatore. Il calore dissipato dal
quadro MT è trascurabile.
Per evitare problemi di condensa le aperture di ventilazione della
sottostazione devono essere posizionate il più lontano possibile dal quadro.
Se il quadro MT è separato dal trasformatore, la stanza ove è installato il quadro
richiede una ventilazione minima per permettere l’asciugatura dell’umidità che
potrebbe penetrare al suo interno.

Tipi di aperture di ventilazione


Per limitare l’ingresso di polveri, particelle inquinanti, nebbia, ecc... le aperture
di ventilazione della sottostazione devono essere dotate di apposite griglie tipo
chevron. Verificare sempre che le griglie siano orientate nella direzione corretta.

Ventilazione degli scomparti MT


In fase di progettazione delle cabine MT il costruttore tiene conto di tutte le
esigenze di ventilazione naturale della sottostazione. Non aggiungere mai
aperture di ventilazione al progetto originale.

G-129
Guida alla Cabina Condizioni ambientali
MT/BT Digitale

l CEI 99-4 allegato J: addendum tecnico Ventilazione forzata


al regolamento di esercizio mt La ventilazione forzata è necessaria se il locale dove è installato il trasformatore
è esiguo o mal ventilato, se la temperatura risulti troppo elevata, o in caso di
sovraccarichi frequenti del trasformatore.
Con la ventilazione forzata il ricambio d’aria avviene tramite un ventilatore
che aspira l’aria calda da dentro il locale e la espelle verso l’esterno. Per il
reintegro dell’aria espulsa sono sempre necessarie griglie di ventilazione per la
ripresa. Per fare in modo che il flusso d’aria investa il trasformatore essa viene
canalizzata sulla parete opposta a quella di espulsione dell’aria.
La ventilazione forzata non deve perturbare la convezione naturale nel locale.
Il sistema di ventilazione deve essere comandato da un termostato.

Calcolo della ventilazione forzata


Per la scelta dei gruppi ventilanti adeguati, si deve calcolare la portata
necessaria ad evacuare la quantità di calore determinata con il calcolo termico
come definito da CEI 99-4, Allegato J:
Q= P∙860
cp∙ρ∙∆T
Dove:
Q [m3/h] = portata d’ariaportata d’aria del ventilatore;
ΔT = differenza di temperatura tra ingresso e uscita dell’aria,
supposta di 10 k – 20 k;
P [kW] = perdite totali da dissipare;
ρ [kg/m3 ] = densità dell’aria 1,13 a 40 °C;
cp [kcal/kg °C] = calore specifico dell’aria a pressione costante 0,242;
860 = coefficiente di trasformazione 1 [kW] = 860 [kcal/h]
Una volta determinata la portata di cui si necessita bisogna dimensionare le
aperture per la ripresa dell’aria. Questa può essere determinata considerando
una velocità massima dell’aria in ingresso pari a 3 m/s se nel locale non sono
presenti operatori o pari a 1 m/s se è invece prevista la presenza di operatori.
Pertanto
A = Q / (3600 l v)
Dove:
A = superficie netta griglia di ripresa, in in m2
Q = portata del ventilatore, in m3/h
v = velocità aria in ingresso, in m/s
La superficie netta è ricavabile dalla superficie dell’apertura nella parete
sottraendo la superficie delle griglie di protezione.

Esempio di calcolo
Ipotizzando 19 kW di potenza dissipata dalle apprecchiature si ottiene:

Q= 19∙860 = 2987 m3/h


0,242∙1,13∙20
Si può quindi utilizzare un ventilatore da circa 5000 m3/h con regolatore a più
velocità, valutando le caratteristiche e l’efficienza del sistema di ventilazione
compreso di eventuali tubi e condotti.

Ventilazione eccessiva
L’unità MT è sottoposta ad improvvise variazioni di temperatura.
2

1: quadro MT
3
2: quadro BT
3: ventilazione alta e bassa

Ventilazione corretta
L’unità MT non è più sottoposta ad improvvise variazioni di temperatura.
2

3
1: quadro MT
2: cassetta BT
3: ventilazione alta e bassa
1

G-130
Guida alla Cabina H - Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Arco interno.......................................................................................................................H-132

Arco interno per quadri di Media Tensione..............................................................H-132

Arco interno per quadri di Bassa Tensione..............................................................H-134

Grado di protezione IP e IK..........................................................................................H-138

Impianto di terra...............................................................................................................H-140

Interblocchi........................................................................................................................H-147

H-131
Guida alla cabina
Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Arco interno
Il fenomeno dell’arco interno è quello di un arco elettrico che si forma
all’interno di un quadro a causa di un cedimento o della perdita dell’isolamento
in determinate condizioni ambientali o in conseguenza di operazioni
post-installazione, indipendenti dalla conformità iniziale assicurata
dal costruttore del quadro alla consegna.
L’energia creata dal guasto interno provoca un incremento della pressione
e conseguentemente della temperatura.
Ne scaturiscono intense sollecitazioni meccaniche delle pareti, delle porte
e degli oblò, fusioni di parti circuitali, principi d’incendio e di scoppio
che possono ferire le persone vicine.
Il fenomeno può avere differenti cause che possono essere suddivise in queste
macro categorie:
Cause legate all’operatore
l Errate manovre.
l Forzature di blocchi meccanici;
l operazioni eseguite senza rispettare le condizioni di sicurezza.
Cause legate all’installazione
l Terminazioni dei cavi non eseguite correttamente;
l installazione non conforme alle indicazioni del costruttore;
l utensili dimenticati all’interno dell’unità funzionale;
l intrusione di elementi esterni;
lpenetrazione di piccoli animali attraverso aperture per il passaggio
dei cavi o attraverso fori di ventilazione non protetti.
Cause legate all’impianto
l Guasto di componenti e/o apparecchiature;
l sovratensioni di origine atmosferica o di manovra
Utilizzo di carichi di valore superiore a quanto previsto in fase di progetto
o da condizioni ambientali più gravose (temperatura, sovratensioni, …)
che portino ad un degrado prematuro dell’isolamento;
l scarsa manutenzione.
Sostituzione di componenti con altri selezionati in modo non corretto;
eliminazione di segregazioni o non corretto riposizionamento delle stesse.
Queste possibili cause sono evitabili assicurandosi che le prestazioni del
quadro siano adeguate a quanto richiesto dall’applicazione, eseguendo
rigorosamente un programma di manutenzione ed efficienti procedure
operative.

In generale, in un quadro progettato e verificato seguendo le prescrizioni


della Norma di prodotto e realizzato a regola d’arte, la possibilità che una
perdita di isolamento al suo interno provochi un arco è altamente improbabile
e, anche per questo motivo, la capacità di contenere e limitare gli effetti
di un arco provocato da un guasto al suo interno non è una caratteristica
obbligatoria nella Norma stessa.

Arco interno per quadri di Media Tensione


l Norma CEI EN 62271-200: Per dimensionare e progettare correttamente un quadro di media tensione,
“Apparecchiature ad alta tensione è necessario tenere in considerazione la possibilità che si possa verificare il
per quadri MT ad apparecchiatura fenomeno dell’arco interno.
L’arco interno è una condizione molto severa di guasto (corto circuito)
prefabbricata con involucro metallico all’interno di un quadro elettrico che può avere molteplici effetti negativi, sia
per tensioni da 1 a 52 kV”. per quanto riguarda il quadro stesso, sia per le persone che per gli ambienti
circostanti.
In un quadro di media tensione questo fenomeno ha un livello di rischio
elevato data la bassa probabilità che esso si verifichi e l’elevata gravità
dell’evento. Per questo motivo una corretta valutazione del rischio è
fondamentale in un’ottica di sicurezza.
Un quadro elettrico che ha delle prestazioni di tenuta all’arco interno è infatti
in grado di contenere l’energia sprigionata durante il verificarsi del fenomeno
stesso, evitando che i fumi, le fiamme ed eventuali parti incandescenti possano
fuoriuscire ed investire gli operatori.

H-132
Classificazione di un quadro a tenuta arco interno
secondo la norma CEI EN 62271-200
La CEI EN 62271-200 definisce la prova per la verifica della tenuta all’arco
interno. La prestazione di tenuta all’arco interno è una prestazione opzionale.
Quando è specificata la categoria “Classe di tenuta all’Arco Interno”,
il Costruttore è obbligato a fornire i valori tipici della prestazione e tutte
le informazioni relative.
Tali informazioni sono sufficienti al fine di realizzare e rendere ripetibile la prova
di tipo corrispondente, senza accordo complementare, in quanto la procedura
di prova è totalmente ed esattamente definita.
Nessuna prestazione dichiarata:
l nessuna prova eseguita e quindi nessun test report;
l nessun valore dichiarato sulla targa dati nominali;
l nessuna protezione per le persone.

Prestazione IAC (Internal Arc Classification) dichiarata:


La prova è eseguita presso laboratori certificati con relativo test report
Il tipo di accessibilità è un indice di protezione per le persone.
A: limitata solamente al personale autorizzato
B: non limitata (compreso il pubblico)
C: non accessibile
Viene indicato anche qual è il lato protetto.
F - fronte
L - laterale
R - retro
Infine vengono indicati i seguenti dati di targa:
l accessibilità
l identificazione del lato protetto
l corrente di guasto
l durata del guasto

Esempio di dato di targa: IAC A-FLR 20 kA x 1s


Significato: quadro elettrico installato in area accessibile solo da personale
autorizzato con tenuta all’arco interno sui lati frontale, laterale e posteriore con
una corrente di guasto di 20 kA per 1s.

Esempio di protezione FL Esempio di protezione FLR

Tutte queste prestazioni vengono dichiarate a fronte del superamento con esito
positivo della prova di tipo definita dalla Norma.

Esempio di quadro sottoposto ad una prova di tenuta all’arco interno

Quadro prima della prova Quadro durante la prova Quadro dopo la prova

H-133
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Arco interno per quadri di Bassa Tensione


Tenuta dei quadri in bassa tensione in condizioni
d’arco dovuto a un guasto interno
Le indicazioni sui metodi di prova dei quadri BT in condizioni d’arco in aria
dovuto ad un guasto interno sono contenute nel documento CEI IEC TR 61641
(Agosto 2016).
Le prove sono eseguite nelle condizioni normali di funzionamento.
Al committente e all’utilizzatore del quadro deve essere chiaro che qualunque
prova eseguita in tal senso può dare solo un’idea del comportamento
del quadro in caso di arco interno e che non è possibile coprire tutte
le possibilità e casistiche. Va peraltro precisato che il superamento della prova
di tenuta all’arco interno non costituisce una garanzia di sicurezza assoluta.
L’utilizzo di un quadro in grado di contenere e di limitare gli effetti di un arco
al suo interno in genere permette di ridurre il livello di rischio a livelli ritenuti
accettabili in molte applicazioni.

Configurazione per prova ad arco interno

H-134
l Norma CEI EN 61439-2: Rapporto Tecnico CEI IEC TR 61641
Da leggersi congiuntamente alla Parte 1, Il Rapporto Tecnico CEI IEC TR 61641 è stato sviluppato per facilitare l’accordo
tra costruttore e utilizzatore ai fini della modalità di prova sul quadro,
definisce le prescrizioni specifiche delle con l’obiettivo di garantirne la rispondenza ai requisiti di protezione
apparecchiature di protezione dagli effetti di un arco interno.
e di manovra di potenza La procedura di prova riportata in questo Rapporto Tecnico si applica ai quadri
(quadri di potenza) la cui tensione BT chiusi, a pavimento o a parete, conformi alla Norma CEI EN 61439-2 nelle
situazioni in cui porte o pannelli del quadro sono chiusi e correttamente fissati.
nominale non è superiore a 1000 V Inoltre, prende in considerazione gli effetti della sovra-pressione interna che
in corrente alternata o 1500 V agisce sui pannelli e sulle porte, nonché gli effetti termici dell’arco sugli involucri
in corrente continua. e gli effetti dei gas caldi e delle particelle incandescenti emesse.
Secondo le loro caratteristiche nelle condizioni di arco, i quadri possono essere
classificati dal costruttore come:
l quadri di Classe A: forniscono protezione alle persone contro gli effetti di
un arco in aria al suo interno (nelle aree non classificabili come protette contro
l’innesco dell’arco);
l quadri di Classe B: forniscono protezione alle persone contro gli effetti di
un arco in aria al suo interno (nelle aree non classificabili come protette contro
l’innesco dell’arco) e che mantengono un’integrità strutturale;
l quadri di Classe C: proteggono le persone contro gli effetti di un arco in
aria al suo interno (nelle aree non classificabili come protette contro l’innesco
dell’arco) e che mantengono sia un’integrità strutturale che una limitata
operatività;
l quadri di Classe I: la protezione contro gli effetti dell’arco è realizzata
riducendo il rischio del suo insorgere utilizzando esclusivamente aree protette
contro l’innesco.
Un’ulteriore classificazione è possibile in funzione del tipo di restrizioni
all’accesso:
l accesso limitato al personale addestrato e istruito;
l accesso senza alcuna limitazione.
Il rapporto tecnico non costituisce l’unico elemento di riferimento utile qualora
la conoscenza da parte dell’utilizzatore sui requisiti della sua specifica
applicazione permetta la definizione di modalità e criteri alternativi,
per esempio per tener conto delle specifiche protezioni indossate dal personale
o a specifiche configurazioni del locale dove deve essere installato il quadro.
Nel caso in cui il costruttore voglia verificare la sicurezza del suo quadro
di fronte al pericolo di arco interno, è fortemente raccomandato che segua
integralmente le raccomandazioni del rapporto tecnico.
Per la migliore identificazione di quali eventualità siano coperte dalla prova e
in quali condizioni, i risultati della prova devono essere documentati in modo
completo ed esteso nel rapporto di prova emesso dal laboratorio.

H-135
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Vengono di seguito elencate importanti caratteristiche da assegnare al quadro.:


l tensione nominale di impiego (Ue): valore di tensione, dichiarato dal
costruttore del quadro che, unitamente alla corrente nominale, ne determina la
sua applicazione
l corrente di cortocircuito ammissibile in condizioni d’arco (Ip arc): valore
efficace della corrente di cortocircuito massima ammissibile presunta ai
terminali di ingresso del quadro, come dichiarato dal costruttore, per una
tensione nominale di impiego assegnata Ue, e una durata d’arco per le quali
il quadro stesso è in grado di soddisfare le prescrizioni del rapporto tecnico,
secondo le indicazioni del costruttore
l durata d’arco ammissibile (t arc): valore della durata massima di un arco
non autoestinguente e non limitata da alcun dispositivo limitatore di corrente,
come dichiarato dal costruttore, per una corrente di cortocircuito presunta
assegnata e una tensione nominale di impiego Ue assegnata ai terminali di
ingresso del quadro e per le quali le prescrizioni del rapporto tecnico sono
soddisfatte, secondo le indicazioni del costruttore
l corrente di cortocircuito condizionata ammissibile in condizioni d’arco
(Ipc arc): valore efficace della corrente di cortocircuito massima ammissibile
presunta ai terminali di ingresso del quadro, come dichiarato dal costruttore,
per una tensione nominale di impiego assegnata Ue, per un circuito di un
quadro che soddisfa le prescrizioni del rapporto tecnico quando il circuito è
protetto da un dispositivo limitatore di corrente o da un dispositivo limitatore
del guasto con arco con una funzione di limitazione della corrente d’arco.

I 7 criteri di valutazione sulla tenuta agli effetti dell’arco sono stabiliti all’interno
del documento CEI IEC/TR 61641 e consentono di determinare
il comportamento del quadro nei confronti della protezione delle persone
(i primi 5 criteri) e nei confronti dell’integrità del quadro e del suo eventuale
funzionamento dopo la prova (gli ultimi due criteri).
In particolare i criteri valutano le seguenti situazioni conseguenti all’arco:
1. porte e coperture, opportunamente bloccati prima della prova, non si aprono
2. parti del quadro che potrebbero creare pericolo alle persone non sono
proiettate all’esterno (lontano)
3. l’arco non provoca fori l’involucro nelle parti esterne accessibili
4. gli indicatori di tessuto posti all’esterno non prendono fuoco
(vedi figura con gli esempi di posizionamento all’esterno del quadro)
5. il circuito di protezione del quadro è ancora efficace, limitatamente alle parti
accessibili dell’involucro
6. una volta innescato in una zona del quadro, non c’è propagazione dell’arco
alle zone adiacenti o in prossimità
7. dopo il sezionamento e lo smontaggio delle unità funzionali coinvolte dal
guasto è possibile un funzionamento in condizioni di emergenza per il resto
del quadro.
In accordo alle indicazioni del rapporto tecnico, la protezione delle persone
e del quadro si ottiene quando sono soddisfatti i criteri da 1 a 6 mentre
la protezione delle persone e del quadro con capacità di funzionamento
continuato limitato si ottiene quando sono soddisfatti i criteri da 1 a 7.
1

2
3
1

h
Legenda
1 Quadro
i i 2 Altezza del Quadro
h 3 Indicatore
h altezza del quadro
i altezza dell'indicatore

Fig. a - posizione Fig. b - posizione


dell’indicatore per h > 2 m dell’indicatore per h < 2 m

In accordo alle indicazioni del rapporto tecnico, la protezione delle persone


e del quadro si ottiene quando sono soddisfatti i criteri da 1 a 6 mentre
la protezione delle persone e del quadro con capacità di funzionamento
continuato limitato si ottiene quando sono soddisfatti i criteri da 1 a 7.

H-136
Quadro Power Center P-Bloc Plus
Caratteristiche
Corrente ammissibile in condizioni di arco interno (Ip arc) 75 kA
Durata ammissibile dell’arco (t arc) 0,3 s
Grado di protezione IP31/41
Tensione d’esercizio 400V
Tensione di isolamento (Ui) 1000V
Tensione d’impulso (Uimp) 12 kV
Frequenza 50 Hz
Corrente ammissibile sistema sbarre principale 3620 A
Forma di segregazione 4b
Classificazione classe d’arco C
Certificazione con sistema di mitigazione cert n° B7006991
Certificazione senza sistema di mitigazione cert n° B7006992

Quadro Power Center Okken 115


Caratteristiche
Corrente ammissibile in condizioni di arco interno (Ip arc) 100 kA
Durata ammissibile dell’arco (t arc) 0,5 s
Grado di protezione IP41 \ 54
Tensione d’esercizio 415 \ 690V CA
Tensione di isolamento (Ui) 1000V
Tensione d’impulso (Uimp) 12kV
Frequenza 50\60Hz
Corrente ammissibile sistema sbarre principale orizzontale 4000A
Forma di segregazione 4b
Classificazione classe d’arco C
Certificazione con sistema di mitigazione -
Certificazione senza sistema di mitigazione cert n° 201508549_001

H-137
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

l IEC 60364-5-51: Grado di protezione IP e IK


‘’Installazioni elettriche di edifici La Norma IEC 60364-5-51 si occupa della selezione dell’attrezzatura e della sua
- Selezione ed installazione di erezione. Fornisce regole comuni per la conformità con le misure di protezione
apparecchiature elettriche - per la sicurezza, i requisiti per il corretto funzionamento per l’uso previsto
Regole comuni’’ dell’impianto e i requisiti adeguati alle influenze esterne previste.
Queste influenze esterne possono interferire con un’intensità variabile a
l Norma CEI EN 60529: seconda delle condizioni d’installazione: la presenza di acqua, ad esempio,
La Norma definisce i gradi di protezione può manifestarsi sotto forma di caduta di qualche goccia fino alla completa
immersione.
IP.
l Norma CEI EN 62262:
Grado di protezione IP
La Norma definisce i gradi di protezione
La norma CEI EN 60529 permette di indicare con il codice IP i gradi di
IK. protezione assicurati da un involucro di protezione del materiale elettrico
contro l’accesso alle parti pericolose interne all’involucro stesso e contro la
penetrazione di corpi solidi estranei o di acqua.
Non ha rilievo per quanto riguarda la protezione contro i rischi di esplosione
o da condizioni quali l’umidità, i vapori corrosivi, presenza di funghi o insetti
parassiti.
Il codice IP è composto da due cifre caratteristiche alle quali può aggiungersi
una lettera quando la protezione reale delle persone contro l’accesso alle parti
pericolose è maggiore rispetto a quella indicata dalla prima cifra.
La prima cifra indica la protezione del materiale contro la penetrazione di corpi
solidi estranei e la protezione delle persone.
La seconda cifra caratterizza la protezione del materiale contro la penetrazione
di acqua con effetti dannosi.
Il grado di protezione IP deve essere sempre letto e compreso cifra per cifra e
non globalmente.
Ad esempio, l’utilizzo di un involucro IP31 è corretto in un ambiente che richiede
un grado di protezione IP21. Al contrario un involucro IP30 non sarebbe adatta.
Solo se la protezione effettiva delle persone è superiore a quella
indicata dalla prima cifra dell’IP, viene aggiunta un’ulteriore lettera dopo le due
cifre indicante la protezione inaccessibile, cioè la protezione delle persone
contro l’accesso diretto alle parti pericolose.
Quando si vuole indicare esclusivamente la protezione delle persone, le due
cifrecaratteristiche dell’IP vengono sostituite dalla lettera X (esempio IPXXB).

Grado di protezione IK
La norma CEI EN 62262 definisce un sistema di codifica, il codice IK, per
indicare i gradi di protezione assicurati da un involucro di contenimento del
materiale elettrico contro gli impatti meccanici esterni.
La norma d’installazione CEI 64-8 indica la corrispondenza tra i diversi gradi
diprotezione e la classificazione delle condizioni ambientali per la scelta dei
prodotti,in funzione delle influenze esterne.
Il codice IK è composto da due cifre caratteristiche corrispondenti al valore
dell’energia d’impatto espresso in joule (esempio: IK05).
La guida pratica UTE C 15-103 (norma francese) raggruppa sotto forma di
tabelle le specifiche (tra le quali i gradi di protezione minimi) che devono
caratterizzare i prodotti elettrici, a seconda dei locali o delle posizioni di
installazione.

H-138
Significato delle cifre e delle lettere che compongono
i gradi di protezione IP
1a cifra caratteristica: corrisponde ad una protezione contro la penetrazione 2a cifra caratteristica: corrisponde ad una
di corpi solidi estranei e ad una protezione delle persone contro l’accesso diretto protezione contro la penetrazione dell’acqua con
alle parti pericolose. effetti dannosi per il prodotto.
Protezione del prodotto Protezione Protezione del prodotto
delle persone
Nessuna protezione Nessuna protezione
0 Nessuna protezione
0

Protetto contro la penetrazione Protetto contro l’accesso con


1 Protetto contro le cadute
1

DD210014

DD210006
di corpi solidi di diametro il dorso della mano (contatti verticali di gocce d’acqua
superiore o uguale a 50 mm involontari). (condensa)

Protetto contro la penetrazione Protetto contro l’accesso con


2 DD210015
Protetto contro le cadute di
2

DD210007
di corpi solidi di diametro un dito della mano gocce d’acqua fino a 15°
superiore o uguale a 12,5 mm d’inclinazione

Protetto contro la penetrazione Protetto contro l’accesso


3 Protetto contro l’acqua
3
DD210016

DD210008
di corpi solidi di diametro con un attrezzo di diametro a pioggia fino a 60°
superiore o uguale a 2,5 mm 2,5 mm d’inclinazione

Protetto contro la penetrazione Protetto contro l’accesso


4 Protetto contro i getti d’acqua
4
DD210017

DD210009
di corpi solidi di diametro con un filo di diametro 1 mm. da tutte le direzioni
superiore a 1 mm

Protetto contro le polveri Protetto contro l’accesso


5 Protetto contro i getti d’acqua
5
DD210018

DD210010
(nessuna formazione di con un filo di diametro 1 mm dall’idrante da tutte le direzioni
depositi nocivi)

Totalmente protetto contro Protetto contro l’accesso


6 Protetto contro i getti d’acqua
6
DD210019

DD210011
le polveri (stagno) con un filo di diametro 1 mm dall’idrante assimilabili a
grosse onde

Protetto contro gli effetti


7
DD210012
dell’immersione temporanea

Protetto contro gli effetti


8
DD210013

dell’immersione prolungata
in condizioni specifiche

Lettera aggiunta
Indica la protezione delle persone contro l’accesso alle parti A Con il dorso della mano
pericolose.
B Con il dito
C Con un attrezzo di diametro 2,5 mm
D Con un attrezzo di diametro 1 mm

Gradi di protezione contro gli impatti meccanici IK


Il codice IK è composto da due cifre caratteristiche corrispondenti Peso Altezza Energia
al valore dell’energia d’impatto espresso in joule. (kg) (cm) (J)
00 Nessuna protezione
DD210005

01 0,20 7,50 0,15


Massa 02 10 0,20
03 17,50 0,35
04 25 0,50
05 35 0,70
06 0,50 20 1
07 40 2
08 1,70 30 5
09 5 20 10
10 40 20

H-139
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Impianto di terra
Corrente di guasto a terra
Corrente che fluisce dal circuito principale verso terra, o verso parti collegate
a terra, nel punto di guasto. In caso di guasto di una massa collegata ad un
impianto elettrico, la sua carcassa assumerebbe un potenziale non nullo. In
questa situazione un generico collegamento tra la massa e il terreno verrebbe
attraversato da una corrente più o meno elevata in base alla resistenza di tale
collegamento e della differenza di potenziale tra la massa e il terreno.
Questa corrente prende il nome di corrente di guasto a terra perchè è quella
che attraversa il circuito di guasto richiudendosi attraverso il terreno.

Dispersore di terra
Parte conduttiva che può essere annegata in uno specifico mezzo conduttore,
es. nel calcestruzzo o carbone, in contatto elettrico con il terreno (Terra)
Un dispersore di terra è un elettrodo che viene immerso nel terreno per
creare una via a bassa resistenza per la corrente di guasto a terra. Il valore di
resistenza di terra è dipendente dalla geometria, dalla disposizione nel terreno
e dalla distanza dei dispersori utilizzati.

Tensione di contatto Uc
La tensione di contatto è la differenza di potenziale alla quale può essere
soggetto il corpo umano in contatto con parti simultaneamente accessibili,
escluse le parti attive, durante il cedimento dell’isolamento.
È la differenza di potenziale che ricade su una generica persona quando
questa tocca una massa in tensione, durante una perdita di isolamento, e viene
attraversata dalla corrente di guasto a terra (tutta o solo una sua parte).
Essa dipende non solo dal potenziale a cui si porta la massa ma anche dal
potenziale della terra. Tanto più quest’ultima si avvicina al potenziale della
massa, quanto minore è la tensione di contatto. Viene definita tensione di
contatto a vuoto la tensione tra parti conduttrici accessibili simultaneamente
quando non vengano toccate. La tensione di contatto a vuoto aumenta
all’aumentare della distanza tra la persona e il dispersore di terra.

UE UvT

UE UT

Distribuzione del potenziale


l prima del contatto (figura in alto)
l durante il contatto (figura in basso)
UE potenziale totale di terra
UvT tensione di contatto a vuoto
UT tensione di contatto (che ricade sulla persona)
Asse verticale: potenziale [V]
Asse orizzontale: spazio [m]

H-140
Classificazione dell’impianto in base allo stato
dei sistemi elettici
È possibile realizzare diverse tipologie di sistemi che si differenziano in base
allo stato del neutro () e delle masse. Essi sono:
l sistema TT: neutro collegato a terra e masse collegate a terra;
l sistema TN: neutro collegato a terra e masse collegate al neutro;
l sistema IT: neutro isolato a terra e masse collegate a terra.
Per lo studio dell’impianto di terra si fa riferimento ai sistemi TT e TN-S
(conduttore di neutro separato dal conduttore di protezione).

Lo scopo dell’impianto di terra è quello di salvaguardare la vita


degli esseri viventi (tensioni di contatto pericolose, innesco di incendio
e/o esplosione) e di limitare tutti quegli eventi indesiderati che possono causare
danni all’ambiente e/o al patrimonio. Più precisamente le sue finalità sono:
l vincolare (mediante collegamento diretto o tramite impedenza) il potenziale
di determinati punti (in generale il centro stella, naturale o artificiale) dei sistemi
elettrici (di uno di essi, di alcuni o di tutti) esistenti nell’area dell’impianto
considerato;
l disperdere nel terreno correnti del sistema elettrico in regime normale
e perturbato senza danni per le apparecchiature ed i componenti;
l disperdere nel terreno le correnti convogliate dagli impianti di protezione
contro le scariche atmosferiche;
l assicurare che le funzioni sopraelencate siano svolte in condizioni di
sicurezza per le persone per quanto riguarda il rischio di shock elettrico.

Per realizzare tutto ciò alcune parti metalliche devono essere collegate
tra loro (collegamenti equipotenziali) e a terra (impianto di terra). Non
necessariamente solo le “masse” delle apparecchiature elettriche devono
essere rese equipotenziali e messe a terra, ma anche tutte quelle parti
metalliche che potrebbero concorrere all’innesco di scariche elettrostatiche
pericolose. Per questo motivo si distinguono i dispersori intenzionali, posti
nel terreno al solo fine di disperdere la corrente di guasto, e i dispersori di
fatto, altri corpi metallici interrati per altri fini (tubazioni, funi di guardia, ferri
delle armature, etc…). Tipicamente tutti questi elementi sono collegati tra loro
mediante un collettore al fine di ridurre il valore effettivo della corrente
di guasto.

L’evoluzione tecnologica ha reso sempre più delicata la progettazione e la


realizzazione di questi impianti, che in origine avevano “solo” la funzione
principale di disperdere le correnti elettriche nel terreno per ridurre i rischi di
elettrocuzione. Ad esempio, l’utilizzo sempre più diffuso di utenze elettroniche,
ha come conseguenza la dispersione a terra di correnti di vario genere che
richiedono ulteriori accorgimenti rispetto al passato.
Nel caso molto frequente che la rete di alimentazione sia di proprietà diversa
da quella dell’impianto utilizzatore, in particolare sia quella del DSO, occorre
prendere accordi tra le parti.

Le fasi di progettazione, realizzazione e verifica dell’impianto di terra


dipendono quindi da parametri variabili e non sempre codificabili in maniera
precisa ed univoca.
Nel caso dell’impianto di messa a terra asservito alla Cabina MT/BT, i
documenti normativi di riferimento sono veramente numerosi e occorre, per un
verso o per l’altro, considerarli praticamente tutti.
Di seguito una lista da tenere presente:
l CEI 0-16: “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e
passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica”;
l CEI EN 61936-1: “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in
c.a. Parte 1: Prescrizioni comuni”;
l CEI EN 50522: “Messa a terra degli impianti elettrici a tensione
superiore a 1 kV in c.a.”;
l CEI 99-4: “Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT del cliente/utente
finale”;
l CEI 99-5: “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra delle utenze attive e
passive connesse ai sistemi di distribuzione con tensione superiore a 1 kV in c.a.”;
l CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000 V in c.a. o a 1500 V in c.c.”;
l CEI 64-12: “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario”;
l CEI EN 62305: Protezione contro i fulmini.

H-141
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Impianto di terra nel sistema TT


Viene riportato il percorso della corrente di guasto in un generico sistema TT.
U0
L1
L2
L3

RN
RE

Uo tensione di fase; resistenza del neutro (RN) e dell’impianto di terra (RE) ;


tratteggiata la corrente di guasto I

L’impedenza dei conduttori di fase è trascurabile rispetto i valori di resistenza


del neutro (RN) e dell’impianto di terra (RE).
Essendo il valore della resistenza del neutro non conosciuta (RN ≤ 1 Ω),
la resistenza dell’impianto di terra dovrebbe avere dei valori troppo piccoli da
realizzare concretamente per fare in modo che la tensione di contatto (UT)
sia minore di quella ammissibile (UTP).
Per assicurare la sicurezza, non potendo limitare il valore della tensione sulle
masse, si riduce il tempo di permanenza di tale tensione mediante certificati
dispositivi di protezione (es. interruttore differenziale).
Nota: In questo tipo di impianto tutte le masse collegate allo stesso impianto di terra si
portano alla stessa tensione.

l CEI EN 50522: “Messa a terra


degli impianti elettrici a tensione
Principi generali di progettazione e realizzazione
superiore a 1 kV in c.a.” di un impianto di terra
A titolo esemplificativo di seguito si riporta un estratto della Norma
CEI EN50522 riguardo alle procedure di progettazione di un sistema di messa a
terra.

Procedura di progettazione
Il progetto di un impianto di terra può essere realizzato come segue:
l raccolta dei dati (corrente di guasto a terra, durata del guasto e
configurazione, …);
l progetto iniziale dell’impianto di terra basato sui requisiti funzionali;
l determinare se l’impianto di terra fa parte di un impianto di terra “globale”;
l in caso negativo, determinare le caratteristiche specifiche del suolo
(es. specifica resistività dei vari strati del suolo);
l determinare, in base alla corrente di guasto a terra, la corrente che fluisce
nel suolo dall’impianto di terra;
l determinare, in base alla configurazione, le caratteristiche del suolo e tutte
le impedenze verso terra degli impianti di terra in parallelo;
l determinare la tensione totale di terra;
l determinare la tensione di contatto ammissibile;
l se la “tensione totale di terra (EPR)” è inferiore alla “tensione di contatto
ammissibile (UTP)” e sono soddisfatti i requisiti della Tabella 2 (Requisiti minimi
per l’interconnessione di impianti di bassa e alta tensione basati sui limiti della
EPR), il progetto è completato;
Il progetto è completato anche quando la EPR è minore di 2 UTP in
accordo con 5.4.2.
l in caso contrario, determinare se le tensioni di contatto sull’impianto di terra
e nelle sue vicinanze sono nei limiti tollerabili;
l determinare se i potenziali trasferiti rappresentino un rischio al di fuori o
dentro l’area dell’impianto elettrico. Se si, procedere a ridurli nelle aree esposte;
l determinare se le apparecchiature di bassa tensione sono assoggettate a
eccessive sollecitazioni di tensione. Se si, procedere con provvedimenti di
riduzione che possono comprendere la separazione dell’impianto di terra AT
da quello BT.

H-142
l determinare se la circolazione di corrente di neutro del trasformatore può
portare ad eccessive differenze di potenziale tra parti diverse dell’impianto di
terra. Se si, procedere con misure di riduzione.
Una volta soddisfatti i criteri di cui sopra, il progetto può essere affinato, se
necessario, ripetendone i passaggi. È necessario un progetto dettagliato per
assicurare che siano messe a terra tutte le masse. Le masse estranee devono
essere messe a terra, se del caso.
I dispersori di fondazione devono essere collegati e far parte dell’impianto di
terra. Se non sono collegati, è necessario verificare che siano soddisfatti tutti i
requisiti di sicurezza.
Per le strutture metalliche con protezione catodica, può essere necessario
separarle dall’impianto di terra. Devono essere prese precauzioni, quali
etichettature, per assicurare che dette misure non siano modificate o
inavvertitamente vanificate in caso di manutenzione o di modifiche.
l CEI 99-5: “Guida per l’esecuzione Esempio di “procedura per l’esecuzione del progetto dell’impianto di terra”
degli impianti di terra delle utenze attive (Guida CEI 99-5 Allegato G)
e passive connesse ai sistemi di Il progetto di un dispersore di messa a terra si può suddividere nelle seguenti
distribuzione con tensione superiore fasi temporali:
l Fase 1 - Raccolta dei dati fondamentali del progetto;
a 1 kV in c.a.” l Fase 2 - Determinazione delle tensioni di contatto ammissibili;
l Fase 3 - Disegno del dispersore e calcolo della resistenza di terra;
l Fase 4 - Determinazione delle correnti di terra;
l Fase 5 - Calcolo del potenziale totale di terra ed applicazione dello schema
a blocchi indicato nella presente guida;
l Fase 6 - Elaborazione dei profili di tensione di contatto utilizzando adeguati
sistemi di calcolo ed individuazione delle zone di pericolo ed utilizzazione dei
metodi di protezione addizionali;
l Fase 7 - Calcolo termico dei conduttori di terra e formati la maglia;
l Fase 8 - Adozione di sistemi atti ad impedire il trasferimento del potenziale.
La scelta della geometria del dispersore a maglia (Fase 3) viene ottenuta
mediante iterazioni successive eseguendo di volta in volta l’elaborazione dei
profili di tensione (Fase 6).
Normalmente si inizia adottando maglie rettangolari molto larghe per poi ridurle
gradualmente in accordo ai risultati ottenuti per ogni geometria.
Le altre fasi, incluso il calcolo della resistenza del dispersore magliato (RES),
sono indipendenti dalla geometria del dispersore e quindi devono essere
effettuate una volta sola.
Nel seguito dell’Allegato G ciascuna fase della procedura sopra descritta viene
esemplificata nel dettaglio facendo riferimento ad uno stabilimento industriale
alimentato da una linea elettrica esterna molto lunga con tensione pari a 132 kV
con il neutro collegato direttamente a terra
Di seguito se ne rappresenta la planimetria semplificata
(dimensioni dell’impianto all’interno 150 x 260 m)

H-143
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

lCEI 64-12: “Guida per l’esecuzione Impianto di terra nel sistema TN-S
dell’impianto di terra negli edifici Esempio di dimensionamento dell’impianto di terra in una cabina utente
per uso residenziale e terziario” (Riferimento Guida CEI 64-12)

Percorso della corrente di guasto in un sistema TN (esempio lato MT a neutro compensato)

Impianti utilizzatori alimentati da sistemi


di II categoria
In questi impianti, tipici dell’alimentazione dell’impianto alimentato a valle del
trasformatore MT/BT in cabina utente, viene generalmente utilizzato il sistema
TN, che si ha quando le masse dell’impianto utilizzatore sono collegate ad
un punto del sistema di alimentazione direttamente a terra, che coincide
generalmente con il centro stella del trasformatore
Nella maggioranza dei casi, il collegamento è costituito da un conduttore (PE)
distinto dal conduttore di neutro ed il sistema viene indicato come TN-S.
Essendo la cabina di trasformazione di sua proprietà, l’utente deve realizzare
un dispersore che tenga conto anche dei guasti a terra che si possono
verificare sul lato di II categoria.
Se esistono altri dispersori naturali, si raccomanda di collegarli tra loro allo
scopo di assicurare che il potenziale dei conduttori di protezione resti,
in caso di guasto, il più vicino possibile a quello di terra.
È possibile realizzare localmente dispersori indipendenti ed ottenere la
protezione in accordo con le prescrizioni dei sistemi TT, nel caso in cui non si
consideri conveniente collegare al dispersore della cabina di trasformazione
le masse situate in posizioni lontane da tale dispersore (in questi casi, infatti,
può risultare difficile ottenere l’intervento dei dispositivi di protezione nei tempi
richiesti per i sistemi TN).
La funzione ed il comportamento dell’impianto di terra variano a seconda
del tipo di guasto.

a) Guasto lato bassa tensione


Con riferimento alla figura, quando un conduttore di fase entra in contatto
con una massa, la corrente di guasto interessa soprattutto il conduttore di
protezione e la fase dove si è verificato il guasto. La corrente è così limitata
dalla impedenza del circuito di guasto e non risulta praticamente interessare
il dispersore. Durante il guasto, i tempi di intervento di specifici dispositivi di
protezione devono essere adeguati, poiché la massa del relativo componente
elettrico va in tensione.
In caso di guasto l’impianto di terra deve formare un circuito a bassissima
impedenza tale da far circolare una corrente sufficiente per provocare
l’intervento dei dispositivi di protezione; inoltre, deve assicurare un’adeguata
equipotenzialità delle masse e delle masse estranee.
Prescrizioni più dettagliate per il dimensionamento dei dispositivi di protezione
sono riportate nella “Guida al Sistema Bassa Tensione” a pag. 24.

H-144
b) Guasto lato media tensione
In questo caso il dispersore è direttamente interessato alla chiusura del circuito
di guasto, come indicato nella figura di pagina precedente
Tale guasto genera tensioni di contatto che possono essere pericolose.
La tensione di contatto (che si può trasferire sulle masse e sulle masse
estranee) dipende dalla resistenza di terra e dalla corrente di terra sul
lato media tensione. Il valore della corrente di terra e il tempo di intervento
dei relativi dispositivi di protezione sono parametri che dipendono dalle
caratteristiche del sistema in media tensione del Distributore.
Il dispersore, al fine di limitare in modo adeguato le tensioni di contatto, deve
assicurare l’equipotenzialità fra masse, masse estranee e terreno circostante
soprattutto in corrispondenza dei punti periferici dell’impianto. Deve inoltre
garantire una bassa resistenza

Esempio di dimensionamento del conduttore di protezione


di sistemi BT di tipo TN
Il dimensionamento riguarda il conduttore che collega il polo di neutro del
trasformatore al collettore principale di terra MET
Dati d’ingresso:
UMT = 15 kV è la tensione al primario del trasformatore
U = 400 V è la tensione, in c.a. tra i conduttori di linea;
U0 = 230 V è la tensione, in c.a. tra il conduttore di linea e il conduttore
di neutro;
Sr = 630 kVA è la potenza del trasformatore; supposto sia in resina
con una tensione di cortocircuito pari a 6% la sua impedenza
sarà ZT = 0,0152 Ω
K = 143 è il fattore il cui valore dipende dal materiale del conduttore
di protezione, dell’isolamento e di altre parti e dalle temperature
iniziali e finali; il valore indicato è stato scelto considerando
un conduttore di rame isolato in PVC la cui temperatura iniziale
è 30 °C e la cui temperatura limite finale che non deve superare
pari a 160 °C.
Si assume che la corrente di guasto sia pari alla massima corrente di
cortocircuito fra fase e neutro; nel caso in esame, può assumere un valore fino
a 15 kA.
Il sistema di protezione chiamato a intervenire è quello installato sul lato MT;
generalmente i tempi di interruzione sono inferiori o uguali a 0, 5 s.
l CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori Applicando la formula indicata nella norma CEI 64-8/5 paragrafo 543.1.1
a tensione nominale non superiore
a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V √𝐼𝐼𝐼𝐼2 ∙𝑡𝑡𝑡𝑡 �150002 ∙0,5
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑝𝑝𝑝𝑝 = = = 74,17 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚2
in corrente continua” 𝐾𝐾𝐾𝐾 143
dove:
t [s]: durata;
S [mm2]: sezione;
I [A]: valore efficace della corrente effettiva di cortocircuito;
K: costante

H-145
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Valori del fattore KPE


Ambito di utilizzo A vista in locali Ambienti ordinari Ambienti a maggior
accessibili solo rischio in caso di
a personale incendio
addestrato (1)
Conduttore Cu 228 159 138
nudo Al 125 105 91
Fe 82 58 50
(1) i valori di temperatura raggiunti (500° per il rame e 300° per l’alluminio) sono validi
solo se non compromettono la qualità delle connessioni.

NOTA: per durate molto brevi (< 0,1 s) dove l’asimmetria della corrente è notevole e
per i dispositivi di protezione limitatori di corrente, K2S2 deve essere superiore al valore
dell’energia specifica indicata dal costruttore del dispositivo di protezione come quella
lasciata passare da questo dispositivo.

Tra le sezioni di cavo disponibili che soddisfano il minimo richiesto, è possibile


scegliere un conduttore di sezione 95 mm².

H-146
l Norma CEI EN 62271-200: Interblocchi
“Apparecchiature ad alta tensione Elemento essenziale per la corretta esecuzione in sequenza delle manovre
per quadri MT ad apparecchiatura nell’ambito delle cabine è che il personale addetto sia addestrato allo scopo.
prefabbricata con involucro metallico L’utilizzo di idonei interblocchi atti ad impedire operazioni indebite e pericolose
viene considerato come elemento addizionale e non necessario, qualora non
per tensioni da 1 a 52 kV”. espressamente prescritto dalle Norme. Le apparecchiature prefabbricate di
l Norma CEI EN 61439-1e2: Media e Bassa tensione, ad esempio; sono dotate degli interblocchi già previsti
Definisce le prescrizioni specifiche rispettivamente dalla Norma CEI EN 62271-200 e dalla Norma
CEI EN 61439-1 e 2.
delle apparecchiature di protezione
Nel caso si adottino interblocchi è preferibile l’impiego di quelli meccanici,
e di manovra di potenza (quadri di cioè dispositivi che impediscono (o permettono) manovre per mezzo
potenza) la cui tensione nominale di chiavistelli. Possono essere utilizzati interblocchi elettrici ridondanti
non è superiore a 1000 V in corrente (ad esempio due contatti in serie) nei casi in cui non risulti possibile installare
alternata o 1500 V in corrente continua. quelli meccanici.
Per cabine con due alimentazioni munite di interblocco che ne impedisce
l Norma CEI EN50110-1:
il funzionamento in parallelo permanente, è consentito che il dimensionamento
Esercizio degli impiantie lettrici - al cortocircuito sia fatto tenendo conto del maggiore dei contributi
Prescrizioni generali; al cortocircuito delle due alimentazioni.
l Norma CEI 11-27: Per l’esecuzione dei lavori fuori tensione le norme CEI EN 50110-1,
CEI 11-27 e CEI 11-81 stabiliscono che ”dopo aver identificato gli impianti
Lavori su impianti elettrici; elettrici corrispondenti si devono osservare nell’ordine specificato le seguenti
l Rapporto tecnico CEI 11-81: cinque prescrizioni essenziali a meno che non vi siano ragioni importanti per
Guida alle novità dei contenuti della agire diversamente”:
l sezionare la parte di impianto interessata al lavoro;
Norma CEI 11-27. l prendere provvedimenti contro la richiusura intempestiva dei dispositivi di
sezionamento;
l verificare che l’impianto sia fuori tensione;
l eseguire la messa a terra e in cortocircuito delle parti sezionate in AT e in MT
e, ove richiesta, anche in BT;
l provvedere alla protezione verso le eventuali parti attive adiacenti.
La Norma CEI EN 62271-200 stabilisce che ”per ragioni di sicurezza e per
agevolare l’esercizio si devono prevedere interblocchi fra i differenti componenti
dell’apparecchiatura. I dispositivi di interblocco non devono essere danneggiati
da tentativi di manovre errate di qualsiasi apparecchio di manovra associato”.

Esempio
Interblocchi per l’accesso ad un TRASFORMATORE MT/BT protetto a monte
da una Unità Funzionale SM6 tipo DM1

Scopo degli interblocchi


l Impedire la chiusura del sezionatore di terra e accesso alla zona cavi MT
se l’interruttore BT non è bloccato in aperto oppure in posizione di estratto;
l impedire l’accesso al trasformatore se il sezionatore di terra non è chiuso
a terra

Procedura
Eseguire anellamento di Chiave A con Chiave C (A_C o C_A) e Chiave B
con Chiave D (B_D o D_B)

H-147
Guida alla Cabina Sicurezza dei beni
MT/BT Digitale e delle persone

Sequenza di manovra per la messa fuori servizio


(a) Aprire l’interruttore BT. La chiave (C_A) è libera nella serratura SB3
(b) Mettere la chiave (A_C) nella serratura ST1 e sbloccare il sezionatore di
messa a terra della cella MT
(c) Aprire l’interruttore MT. L’apertura del interruttore MT permette l’apertura del
sezionatore di linea a monte
(d) Aprire il sezionatore di linea a monte. L’apertura del sezionatore di linea
permette la chiusura del sezionatore di terra
(e) Chiudere il sezionatore di terra. La chiave (A_C) è prigioniera nella serratura
ST1. La chiusura del sezionatore di terra permette l’apertura del pannello
d’accesso al compartimento MT cavi. La chiave (B_D) è libera nella serratura ST2
d) mettere la chiave (D_B) nella serratura S4 e aprire la porta box trasformatore,
con la porta aperta. La chiave (D_B) è prigioniera nella serratura S4.
Per la messa in servizio, procedere in maniera inversa.

Trascinamento tra MT e BT
Particolare attenzione deve essere fatta ad un guasto nel trasformatore che
avendo due fonti di alimentazione del guasto potrebbe non intervenire con lo
sganciatore di bassa tensione e mantenere l’alimentazione del guasto stesso da
parte del generatore. Risulta quindi importante prevedere il trascinamento
in apertura tra lato MT e BT anche in assenza di parallelo dei trasformatori.

Come spiegato nel paragrafo del capitolo “Apparecchiature BT” dedicato,


il trascinamento consiste in una logica che comanda l’apertura dell’interruttore
posto sul lato BT quando si apre l’interruttore sezionatore del lato MT.

H-148
Guida alla Cabina I - Connessioni
MT/BT Digitale

Connessioni.........................................................................................................................I-150

Cavo di Media Tensione...................................................................................................I-151

Collegamento di Bassa Tensione..................................................................................I-132

I-149
Guida alla Cabina Connessioni
MT/BT Digitale

l Norma CEI 20-13: Le connessioni elettriche sono un fattore di primaria importanza ai fini del
Cavi con isolamento estruso in gomma funzionamento di singoli apparecchi e di interi impianti. Per poter evitare
problematiche legate alla sicurezza e alla qualità del servizio è necessario 𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
per tensioni nominali da 1 a 30 kV. scegliere opportunamente i criteri di realizzazione " delle "connessioni.
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ∙ 𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡(𝜑𝜑𝜑𝜑𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) = 2
3 ∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑁𝑁𝑁𝑁
l Norma CEI 20-14:
Cavi isolati con polivinilcloruro per Linee elettriche 𝐼𝐼𝐼𝐼1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 =
𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁
tensioni nominali da 1 kV a 3 kV Le linee elettriche si distinguono in: √3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ′

l linee aeree: i conduttori 𝑄𝑄𝑄𝑄𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 sono𝑄𝑄𝑄𝑄nudi (non isolati).


l Norma CEI 11-17: " "
𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡" (𝜑𝜑𝜑𝜑
𝑋𝑋𝑋𝑋𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = 𝑅𝑅𝑅𝑅𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ∙ 𝑋𝑋𝑋𝑋 =𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑅𝑅𝑅𝑅)𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
"= 𝑉𝑉𝑉𝑉20
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
∙ 3𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡𝑡∙ (𝜑𝜑𝜑𝜑2 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 ) =
𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑁𝑁𝑁𝑁 sono ricoperti di 𝐼𝐼𝐼𝐼materiale
‘’Impianti di produzione, trasmissione e l linee in 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐cavo (interrate): i conduttori 2
3 ∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼2𝑁𝑁𝑁𝑁 2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = isolante.
"
√3 ∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
distribuzione pubblica di energia elettrica Per un utilizzo 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁 in MT o BT vengono preferite le linee in cavo; in AT invece è
𝐼𝐼𝐼𝐼1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 = utilizzare
preferibile linee 𝑉𝑉𝑉𝑉1𝑁𝑁𝑁𝑁aeree perché altrimenti occorrerebbe una grande
- Linee in cavo’’. quantità di √3isolante ′ =
∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼𝑍𝑍𝑍𝑍1𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 che√3 ∙comporterebbe ′
𝑍𝑍𝑍𝑍𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 costi onerosi.
Per collegamenti non superiori al km, 2(𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
𝑉𝑉𝑉𝑉20 𝑉𝑉𝑉𝑉20 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 −
è pure consentita la messa a terra del 𝐼𝐼𝐼𝐼
Conduttore = 𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃
√3 ∙ 𝐼𝐼𝐼𝐼𝑍𝑍𝑍𝑍2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐" =
2𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐
rivestimento metallico in un solo punto 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 √3del "
∙ 𝑍𝑍𝑍𝑍conduttore 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � 0 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑐𝑐𝑐𝑐0
La scelta della natura 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐𝑐 del cavo deve essere fatta in rapporto
𝑘𝑘𝑘𝑘
purchè vengano adottatele le prescritte ai costi di acquisto del materiale e il suo rendimento in servizio.
precauzioni. I conduttori più comuni sono realizzati in rame o alluminio.
Dal confronto 2(𝑃𝑃𝑃𝑃0 tra + 𝑃𝑃𝑃𝑃i 𝑐𝑐𝑐𝑐0
due )2(𝑃𝑃𝑃𝑃emerge che il primo ha un costo unitario maggiore ma,
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 −una 0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 ) 2(𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
avendo 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼resistività
= 1 −
𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 minore, permette di utilizzare
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1un
− cavo con una sezione[𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
minore. 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝑆𝑆𝑆𝑆 �𝑃𝑃𝑃𝑃0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑐𝑐𝑐𝑐0 𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃
𝑘𝑘𝑘𝑘
L’utilizzo del rame in AT e dell’alluminio
𝑟𝑟𝑟𝑟 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑘𝑘𝑘𝑘 1,05 ∙ 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 � 𝐴𝐴𝐴𝐴0 𝑃𝑃𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
in BT risulta economicamente 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑘𝑘𝑘𝑘
più conveniente.
√𝐼𝐼𝐼𝐼2 ∙𝑡𝑡𝑡𝑡 �150002 ∙0,12
𝑆𝑆𝑆𝑆 = 𝐾𝐾𝐾𝐾 = = 36,3 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚2
2(𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴0𝑝𝑝𝑝𝑝+ 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 )
2(𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴0 +
143
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 ) Cu Al
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 1 − 𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝐼𝐼𝐼𝐼 = 12 − [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝]
r20 (Ωmm /m) 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴0 + 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0 𝑃𝑃𝑃𝑃 + 𝑃𝑃𝑃𝑃 [𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝𝑝] 18,5 29,4
1,05 ∙ 𝑆𝑆𝑆𝑆𝑟𝑟𝑟𝑟 �
Resistività 1,05
elettrica 𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐴𝐴𝑘𝑘𝑘𝑘∙ 𝑆𝑆𝑆𝑆a𝑟𝑟𝑟𝑟 q�=𝐴𝐴𝐴𝐴0
20°C 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑐𝑐𝑐𝑐0
𝑃𝑃𝑃𝑃 𝐴𝐴𝐴𝐴𝑘𝑘𝑘𝑘 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠0,0042
𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴
dr/dq 0,00426 = 1,6
√𝐼𝐼𝐼𝐼2 ∙𝑡𝑡𝑡𝑡 �15000 2 ∙0,12
2 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑆𝑆𝑆𝑆𝑝𝑝𝑝𝑝 = 𝐾𝐾𝐾𝐾 𝑆𝑆𝑆𝑆=𝑝𝑝𝑝𝑝 = 𝐾𝐾𝐾𝐾143 = = 36,3
√𝐼𝐼𝐼𝐼2 ∙𝑡𝑡𝑡𝑡 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚=
�150002 ∙0,12
36,3 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚2
143 Conduttori Al e Cu elettricamente equivalenti𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴
Rapporto delle sezioni Rapporto delle masse = �1,6 = 1,3
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴
= 1,6 = 0,5
𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝 = 1,6 𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠
= �1,6 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 = 1,3 = �1,6 = 1,3
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴
𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠
= 0,5 𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴𝐴 = 0,5
𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝
𝑚𝑚𝑚𝑚𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑐𝑐𝑐𝑐𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠𝑠 𝐶𝐶𝐶𝐶𝑝𝑝𝑝𝑝

Isolante
Un buon isolante deve presentare le seguenti qualità:
l elevata rigidità dielettrica;
l basse perdite dielettriche;
l sufficiente resistenza alle alte temperature.
Può essere realizzato per mezzo di carta impregnata (di olio, fluido o miscela)
o di materiale estruso. Quest’ultima è la tipologia più conveniente nelle
applicazioni MT e BT.
Si trovano in commercio isolanti di varia natura, sia termoplastici (PE, PVC) che
elastomerici (EPR, XLPE, gomme). La scelta deve ricadere su un materiale che
ben resiste alle condizioni di lavoro per tutta la durata di vita del cavo prevista.

Ulteriori componenti
Un cavo presenta inoltre:
l armatura: avvolgimento metallico che protegge dagli urti e possibili danni
meccanici;
l schermatura: insieme di filamenti metallici disposti a raggiera, paralleli al
conduttore che rende radiale il campo elettrico.
l guaina: rivestimento metallico o plastico che protegge dagli attacchi chimici.

I-150
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

Portata del cavo


Il tempo di vita dell’isolante del cavo è strettamente legato alla temperatura
di servizio dello stesso. Per effetto Joule il conduttore attraversato da corrente
tende a raggiungere una temperatura massima di servizio e l’isolante deve
essere in grado di assicurare le sue proprietà in quelle condizioni per un certo
numero di anni.
Con il termine ‘’portata del cavo’’ si intende il massimo valore di corrente che
può circolare nel cavo in servizio continuativo. Esso dipende dal materiale
conduttore, dal tipo di isolante, dalla sezione del cavo, dalla temperatura
ambiente e dalle condizioni di posa.
Le norme forniscono per le varie tipologie di cavo nelle condizioni standard di
utilizzo i valori di portata al variare della sezione. Inoltre, vengono indicati i valori
dei fattori di correzione da applicare quando si è in condizioni particolari
(non standard).

l Norma CEI UNEL 35011: Designazione del cavo


I cavi di bassa e media tensione sono designati con una sigla composta
‘’Cavi per energia e segnalamento -
da tre parti indicanti la formazione dei conduttori, le caratteristiche costruttive
sigle di designazione’’. e le tensioni nominali d’isolamento.
Norma riconosciuta solo in ambito I cavi possono essere designati attraverso la Norma CEI UNEL 35011
nazionale italiano. o la Norma CEI 20-27.
Si riporta come esempio la sigla di un cavo per media tensione che segue
l Norma CEI 20-27:
la Norma CEI UNEL 35011.
‘’Cavi per energia e per segnalamento - 1x95 RG7H1R 12/20 kV
Sistema di designazione’’.
Parte 1 Parte 2 Parte 3
Norma riconosciuta per cavi armonizzati. a b c d e f g h
1X95 R G7 H1 R 12/20 kV

Parte 1: numero di conduttori e sezione


a) Cavo unipolare formato da 1 conduttore di sez. 95 mm2
Parte 2: caratteristiche costruttive
b) Conduttori in rame (A indicherebbe alluminio)
c) Corda rigida rotonda, normale, compatta
d) Mescola a base di gomma etilenpropilenica ad alto modulo (HPER)
e) Schermo a nastri o piattine o fili di rame
f) Riunione delle anime per formare un cavo rotondo (N.A.)
g) Guaina esterna a base di PVC, qualità Rz
Parte 3: Tensioni nominali d’isolamento
h) Uo / U ovvero (tensione verso terra) / (tensione tra le fasi)
La designazione dei cavi attraverso la Norma CEI 20-27 rende i cavi armonizzati
(riconosciuti dall’UE).
Essa si differenzia dalla CEI UNEL 35011 per l’ordine delle parti: Parte 1;
Parte 3; Parte 2.

NOTA: cavi con isolamento 12/20 kV sono idonei all’utilizzo per tensioni
massime concatenate pari a 1,2 volte il valore di tensione U.
Questo valore deve a sua volta essere confrontato con il valore di tensione
di esercizio considerata la tolleranza indicata dal distributore.

l Norma CEI 20-13: Cavo di Media Tensione


‘’Cavi con isolamento estruso in gomma I collegamenti a valle del punto di consegna dell’impianto dell’utente MT
per tensioni nominali da 1 a 30 kV’’. sono realizzati quasi esclusivamente in cavo conforme alle norme CEI 20-13
e CEI 20-14.
l Norma CEI 20-14:
I cavi generalmente utilizzati sono realizzati con isolamento solido in gomma
‘’Cavi isolati con polivinilcloruro per etilenpropilenica (EPR), con rivestimento esterno protettivo in mescole di
tensioni nominali da 1 kV a 3 kV’’. polivinilcloruro (PVC):
l il conduttore del cavo può essere in rame o in alluminio;
l Norma CEI 11-17: l l’isolante è una mescola di gomma etilenpropilenica ad alto modulo G7,
‘’Impianti di produzione, trasmissione e la quale presenta ottime caratteristiche elettriche e meccaniche;
distribuzione pubblica di energia elettrica l lo schermo, realizzato con fili o nastri di rame disposti ad elica, deve essere

- Linee in cavo’’. connesso a terra ad entrambe le estremità; è ammesso il collegamento a terra


ad una sola estremità nei casi previsti dalla Norma CEI 11-17, art. 5.3.2;
Per collegamenti non superiori ad 1 km l l’eventuale armatura è costituita da fili o nastri d’acciaio ed ha lo scopo di
è pure consentita la messa a terra del aumentare la resistenza meccanica del cavo alle sollecitazioni esterne. Questa
rivestimento metallico in un solo punto tipologia di cavo è consigliata per le pose interrate all’interno dei siti industriali;
l la guaina esterna è generalmente in PVC, ma non ha la funzione di isolamento
purchè vengano adottatele le precauzioni
del cavo, bensì solo di protezione meccanica.
prescritte.
I-151
Guida alla Cabina Connessioni
MT/BT Digitale

Norme IEC 60502: serie di norme Criteri di scelta


che contengono i documenti di riferimento Dati da considerare per la scelta:
per il calcolo della portata dei cavi l tensione di esercizio;
in media tensione. l corrente da trasmettere;
l condizioni di posa (che per brevi collegamenti si possono trascurare).
In definitiva, la scelta consiste nella determinazione della tensione nominale
(o grado d’isolamento dei cavi), con riferimento alla durata massima di
funzionamento con una fase a terra, senza distinzione tra neutro a terra o neutro
isolato. Conoscendo inoltre la corrente di cortocircuito Icc e la sua durata t,
la sezione del cavo deve rispettare anche la seguente disequazione:
𝐼𝐼𝐼𝐼𝐼𝐼 × √𝑡𝑡
𝑆𝑆 ≥
𝐾𝐾
dove K è un coefficiente correttivo che è funzione delle temperature iniziale
e finale di cortocircuito per conduttori di rame ed alluminio.

Terminali per i cavi ad isolamento solido (isolante


estruso
L’esecuzione di una terminazione di cavo è un’operazione molto delicata, che
richiede la massima attenzione. Numerosi casi di cedimento dielettrico sono
riconducibili a un’errata realizzazione delle terminazioni: per questo motivo
è necessario attenersi scrupolosamente alle indicazione dei costruttori dei
cavi e del tipo di quadro di media tensione a cui devono essere connessi,
oppure acquistare i tratti di cavo necessari, completi di terminazioni già
preventivamente realizzate e provate dallo stesso costruttore.

Collegamento di Bassa Tensione


Il collegamento tra il trasformatore ed il quadro generale di bassa tensione
deve essere dimensionato considerando le seguenti caratteristiche:
l lunghezza ridotta
l correnti di linea elevate (> 630 A a 400 V)
l correnti di corto circuito elevate (> 15 kA a 400 V)
In funzione delle esigenze tecnico/economiche dell’impianto, il collegamento
sarà realizzato con una linea in cavo, tipicamente posata in passerella,
o con un condotto sbarre.
Indipendentemente dalla scelta della connessione, l’obbiettivo quindi è di
predisporre una linea che sia adatta a:
l portare la corrente nominale del trasformatore (al lordo di sovraccarichi
previsti sul trasformatore)
l sopportare il sovraccarico previsto,
l limitare la caduta di tensione al carico nominale

Criteri di scelta
I cavi di bassa tensione utilizzati per installazione all’interno di edifici devono
essere conformi al Regolamento Europeo sui Prodotti da Costruzione
CPR 305/2011.
I cavi devono essere classificati secondo le prescrizioni di CEI UNEL 35011.
La Commissione Europea ha previsto 7 classi di prestazione di reazione
al fuoco identificate dalle lettere A/B1/B2/C/D/E/F.
Il CEI ha inserito nella Tabella CEI UNEL 35016 quattro classi di reazione al
fuoco che devono essere garantite. Il cavo di collegamento in bassa tensione,
nel rispetto dei criteri generali descritti in precedenza, può essere realizzato
con le seguenti caratteristiche:

Tipologia di cavo FG16R16 – Cca, s3, d1, a3


(isolato in EPR – guaina in PVC)

FG16M16 – Cca, s1, d1, a1


(isolato in EPR – guaina a basso sviluppo
di fumi ed acidità)
Tensione di isolamento 750 / 450 V
Sezioni considerate 120 – 150 – 185 – 240 – 300(1) mm2
Tipologia di installazione In cunicolo o in passerella
(1) La sezione da 300 mm2 è utilizzata solo per applicazioni con trasformatori di taglia
elevata

I-152
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

l Norma CEI-UNEL 35024/1: Installazione cavi in parallelo


''Cavi elettrici isolati con materiale Per le elevate correnti in gioco si deve ricorrere spesso all’utilizzo di più cavi
elastomerico o termoplastico per tensioni in parallelo per fase. A questo proposito si ricordano le prescrizioni contenute
nella Norma
nominali non superiori a 1000 V in c.a. CEI-UNEL 35024/1 relativamente all’installazione di più cavi in parallelo:
e a 1500 V in c.c. A. i conduttori devono avere la stessa sezione e devono essere
Portate di corrente in regime permanente dello stesso materiale,
per posa in aria''. B. i conduttori devono avere la stessa lunghezza, e non devono avere
derivazioni intermedie,
C. i conduttori in parallelo devono essere cordati oppure trasposti in modo
opportuno lungo il percorso.
Rispettando le prescrizioni soprastanti la corrente sarà distribuita in maniera
regolare tra i cavi in parallelo.
In particolare si evidenzia come il punto C riguarda il valore di reattanza dei
singoli conduttori, che incide in maniera sempre più significativa sul valore
totale dell’impedenza all’aumentare della sezione.
Nella situazione di cavi non cordati, aventi conduttori con sezione > 50 mm2,
si devono adottare accorgimenti di installazione per rispettare le condizioni
di asse geometrico e asse magnetico (vedi figura a lato).
Il risultato di una traspozione non corretta dei conduttori porta ad una
asimmetria nella definizione delle reattanze dei singoli conduttori e, per il
principio del partitore di corrente, una suddivisione squilibrata della corrente
nei cavi in parallelo. All’interno della stessa fase un cavo risulterà più carico.

Termografia di cavi in parallelo installati in modo non


omogeno

I-153
Guida alla Cabina Connessioni
MT/BT Digitale

l IEC 61439-6: Scelta del condotto sbarre


"Apparecchiature assiemate di protezione Il condotto sbarre è una serie di elementi prefabbricati, conforme alla Norma
CEI EN 61439-6, con capacità di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica.
e di manovra per bassa tensione In una cabina MT/BT avrà le seguenti caratteristiche:
(quadri BT) - Sistemi di condotti sbarre".
Tipologia di condotto Canalis KTA (conduttore in alluminio)
Canalis KTC (conduttore in rame)
Tensione di isolamento 1000 V
Taglie > 1000 A
Tenuta alle correnti di corto circuito Icw > 50 kA
Ipk >= 110 kA

Il condotto sbarre è una alternativa al collegamento in cavo che presenta


i seguenti vantaggi.:
l flessibilità alla eventuale esigenza di ampliamento dell’impianto
l ingombri ridotti
l prodotto certificato secondo una norma che lo contestualizza nei quadri BT
l armonia con il Quadro BT (Involucro metallico con grado di Protezione IP)
l verificato al comportamento termico (correnti nominali) e al cortocircuito
(picco e valore efficace)
l riduzione del rischio d’incendio con un ottimo comportamento dei materiali
isolanti
l facilità di montaggio e d’impiego
l riduzione dei campi elettromagnetici irradiati

Confronto tra una installazione in cavo e un condotto sbarre

I-154
Guida alla Cabina L - Manutenzione
MT/BT Digitale

Premessa............................................................................................................................ L-156

Finalità della manutenzione.......................................................................................... L-156

Tipi di manutenzione....................................................................................................... L-157

Livelli di manutenzione................................................................................................... L-158

Metodologie per la definizione di un piano di manutenzione.............................. L-158

L-155
Guida alla Cabina Manutenzione
MT/BT Digitale

l DM 37/08: Premessa
‘’Regolamento concernente l’attuazione Il DM 37/08 stabilisce l’obbligo di affidare la manutenzione degli impianti indicati
dell’articolo 11-quaterdecies, all’articolo 1, comma 2, ad imprese abilitate ai sensi dell’articolo 3.
comma 13, lettera a) della legge n. 248 Il proprietario dell’impianto deve adottare le misure necessarie per conservare
del 2 dicembre 2005, recante riordino le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia,
tenendo conto delle istruzioni per l’uso e la manutenzione predisposte
delle disposizioni in materia di attività dall’impresa installatrice dell’impianto e dai fabbricanti delle apparecchiature
di installazione degli impianti all’interno installate (Art. 8, comma 2).
degli edifici’’. Il D.Lgs. 81/08 (art. 15, lettera z) stabilisce che la manutenzione nei luoghi di
l D.Lgs. 81/08: lavoro degli ambienti, delle attrezzature, delle macchine e degli impianti è una
misura indispensabile per la protezione della salute e sicurezza dei lavoratori.
‘’Attuazione dell’articolo 1 della legge
Negli edifici, per esempio, ad uso residenziale, dove non ci sono lavoratori
3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela (vedere la definizione di lavoratore e luogo di lavoro definita dal D.Lgs. 81/08),
della salute e della sicurezza nei luoghi si applica il DM 37/08, mentre in tutti gli altri luoghi, dove è presente almeno un
di lavoro’’. lavoratore a “libro paga” (per esempio, in ambito residenziale, un portinaio, un
giardiniere, ecc.) si applica anche il D.Lgs. 81/08.
l Norma UNI EN 13306: Secondo l’articolo 10, comma 1 del DM37/08, la manutenzione ordinaria degli
‘’Manutenzione - Terminologia di impianti di cui all’articolo 1 non comporta la redazione del progetto né il rilascio
manutenzione’’ dell’attestazione di collaudo, né l’osservanza dell’obbligo di cui all’articolo 8,
comma 1, fatto salvo il disposto del successivo comma 3 (manutenzione degli
l Norma CEI 78-17: impianti di ascensori e montacarichi).
“Manutenzione delle cabine elettriche Secondo l’articolo 86, comma 1 del D.Lgs. 81/08, l’esito dei controlli deve essere
MT/BT dei clienti/utenti finali”. contenuto in un registro tenuto a disposizione degli organi di vigilanza.
I termini generici e le loro definizioni per le aree tecniche, amministrative e
gestionali della manutenzione sono definiti nella Norma UNI EN 13306.
Le indicazioni utili ai fini della manutenzione degli impianti con cabine elettriche
MT/BT sono contenute nella CEI 78-17.

EcoStruxure Power™ Finalità della manutenzione


Riduci i tempi di fuori servizio Lo scopo principale della manutenzione è quello di:
e migliora la sicurezza l garantire il corretto funzionamento degli impianti e dei macchinari;
del personale, mediante l ridurre la frequenza dei guasti;
l’accesso virtuale nei locali di l mantenere il livello di sicurezza previsto dal progetto e, incrementarlo
cabina in funzione dell’evoluzione tecnologica;
l ridurre i tempi di interruzione e di riparazione, per esempio attraverso
la corretta gestione e disponibilità dei ricambi.
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l evitare danni economici e salvaguardare l’ambiente e la vita umana.

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L-156
Tipi di manutenzione
Secondo la Norma UNI EN 13306 la manutenzione è la combinazione di tutte le
azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita di un’entità,
destinate a mantenerla o riportarla in uno stato in cui possa eseguire la funzione
richiesta.
I differenti tipi di manutenzione sono definiti come:
l manutenzione preventiva: manutenzione eseguita a intervalli predeterminati
o secondo criteri prescritti e prevista per ridurre la probabilità di guasto
o il degrado del funzionamento di una entità;
¡ manutenzione ciclica: tipo di manutenzione preventiva effettuata secondo
intervalli di tempo stabili o un numero di unità di misura di utilizzo, ma senza una
precedente indagini sulle condizioni dell’entità.
¡ manutenzione secondo condizione: tipo di manutenzione preventiva che
include una combinazione di monitoraggio delle condizioni e/o ispezione
e/o prove, analisi e le azioni di manutenzione che ne conseguono;
¡ manutenzione predittiva, tipo di manutenzione su condizione eseguita in
seguito a una previsione derivata dall’analisi ripetuta o da caratteristiche note
e dalla valutazione dei parametri significativi afferenti il degrado dell’entità.
l manutenzione correttiva, manutenzione a guasto: manutenzione eseguita
a seguito della rilevazione di un’avaria e volta a riportare l’entità in cui essa
possa eseguire una funzione richiesta;
¡ manutenzione correttiva differita: tipo di manutenzione correttiva che non è
eseguita immediatamente dopo la rilevazione di un’avaria, ma che è differita in
conformità a determinate regole;
¡ manutenzione correttiva d’urgenza: manutenzione correttiva che è eseguita
senza indugio dopo la rilevazione di un guasto in modo da evitare conseguenze
inaccettabili;
l manutenzione programmata: manutenzione eseguita secondo un programma
temporale stabilito o un numero di entità di misura di utilizzo stabilito;

In funzione della modalità, la manutenzione è inoltre classificata come:


l manutenzione remota: manutenzione di un’entità eseguita senza
che il personale abbia accesso fisico all’entità;
l manutenzione in linea: manutenzione eseguita su un’entità mentre
è in funzione e senza influire sulla sua prestazione;
l manutenzione in sito: manutenzione eseguita nel luogo in cui è solitamente
ubicata l’entità;
l manutenzione autonoma: azioni di manutenzione eseguite dal personale
di esercizio.

L-157
Guida alla Cabina Manutenzione
MT/BT Digitale

EcoStruxure Power™ Livelli di manutenzione


La Norma UNI EN 13306 definisce inoltre i livelli di manutenzione che
Con una soluzione
categorizzano le attività in base alla loro complessità in livelli crescenti:
EcoStruxure Facility Expert
l livello 1: caratterizzato da azioni semplici eseguite con un minimo
APP puoi gestire in modo addestramento;
semplice e digitale la l livello 2: caratterizzato da azioni di base che dovrebbero essere eseguite
manutenzione della cabina da personale qualificato utilizzando procedure dettagliate;
l livello 3: caratterizzato da azioni complesse eseguite da personale tecnico
Scopri come a pagina M-236 qualificato utilizzando procedure dettagliate;
l livello 4: caratterizzato da azioni che implicano competenza in una tecnica
o in una tecnologia e che sono eseguite da personale tecnico specializzato;
l livello 5: caratterizzato da azioni che implicano il possesso di una conoscenza
da parte del fabbricante o di un’azienda specializzata con attrezzature
di supporto logistico industriale.

Metodologie per la definizione di un piano


di manutenzione
Le norme CEI forniscono sufficienti indicazioni per la definizione di un adeguato
piano di manutenzione, demandando però, al manuale dell’impianto(1), il dettaglio
delle misure necessarie da adottare per ciascuna tipologia e destinazione d’uso
dell’impianto elettrico.
(1) Norma CEI EN 61936-1 - Capitolo 12:
“Ogni impianto dovrebbe avere un manuale di esercizio che descriva le procedure normali,
di emergenza e di manutenzione, nonché le istruzioni di sicurezza per il funzionamento
degli impianti elettrici ad alta tensione”.
Premesso ciò, l’ingegneria di manutenzione è di fatto una attività articolata
e complessa. In funzione del risultato atteso, essa può essere basata su
semplici misure correttive o spingersi fino a misure di manutenzione predittiva e
migliorativa.
L’approccio consigliato è quello di:
l valutare il rischio, la probabilità di accadimento dell’vento di rischio e la
magnitudo delle conseguenze derivanti dal manifestarsi dell’evento di rischio;
l legare la rete elettrica al processo produttivo;
lindividuare caso per caso, la serie di parametri MTBF (tempo medio tra due
guasti);
l calcolare caso per caso il valore di MTTF (tempo medio di guasto in ore);
l calcolare il valore di MDT (tempo medio di indisponibilità);
l verificare il livello di stress operativo e ambientale di ciascun componente;
l valutare il livello di affidabilità della rete;
l individuare i componenti critici;
l verificare l’entità del danno economico in funzione di un evento indesiderato
e indisponibilità.
Il piano di manutenzione quindi, è la conseguenza di una analisi tecnica
l Norma CEI 78-17: complessa, un “progetto” sviluppato da una persona, un tecnico, che abbia
‘’Manutenzione delle cabine elettriche la qualifica per farlo e la conoscenza della normativa tecnica di settore.
MT/MT e MT/BT dei clienti/utenti finali’’. La Norma CEI 78-17 “Manutenzione delle cabine elettriche MT/MT e MT/BT dei
clienti/utenti finali”, pubblicata nel luglio 2015, fornisce le disposizioni tecniche
minime atte all’esecuzione in sicurezza dei lavori di manutenzione, necessari al
corretto funzionamento/esercizio delle cabine MT/BT. I concetti di manutenzione
preventiva, manutenzione predittiva e manutenzione correttiva citati nella
UNI EN 13306 sono stati recepiti. La distinzione tra la figura del manutentore,
il responsabile dell’impianto (RI), della persona preposta alla conduzione
dell’attività di manutentiva (PL), persona esperta (PES), persona avvertita (PAV),
persona comune (PEC), persona idonea o abilitata, è definita nei dettagli dal
normatore e legislatore, ivi incluso il profilo professionale per ciascuno di essi.
Ad oggi, esistono esempi di schede destinate alla formazione del fascicolo di
manutenzione, che devono essere predisposte a cura dell’unità o della persona
che ha la titolarità dell’impianto elettrico da mantenere (vedi CEI 11-27).

L-158
l Standard IEC 62380: Effetti della manutenzione sulla probabilità
‘’Manuale dati sull’affidabilità - di guasto
Modello universale per la previsione Tutti i componenti elettrici hanno un valore MTTF tipico (IEC 62380). Il tasso
dell’affidabilità di componenti elettronici, di guasto di un componente in funzione del tempo, in genere assume un
PCB e apparecchiature’’. andamento caratteristico, che è quello rappresentato nel seguente grafico:

A destra è evidenziato l’effetto della manutenzione, che tende a riportare al


valore iniziale il rischio di guasto in un macchinario a seguito della sostituzione
di un determinato componente.

L-159
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

L-160
Guida alla cabina M - La Cabina Digitale
MT/BT Digitale

Introduzione.....................................................................................................................M-162

Connected products......................................................................................................M-163
Apparecchiature MT................................................................................................ M163
Il Quadro MT SM6..............................................................................................M-163
Relè di protezione MT Sepam e Easergy...................................................M-204

Apparecchiature BT................................................................................................M-223
I quadri Power Center: Okken, P-Bloc e Prisma.......................................M-223
Contatori di energia e strumenti multifunzione Powerlogic..................M-226
Interruttori aperti Masterpact MTZ...............................................................M-227
Interruttori scatolati Compact NSX..............................................................M-231
Interruttori modulari Acti 9.............................................................................M-232

Edge Control....................................................................................................................M-233
Energy server con pagine web integrate.........................................................M-233
Piattaforme cloud Facility Expert.......................................................................M-236
Software di monitoraggio Power Monitoring Expert.....................................M-239

Apps, Analytics and Services..................................................................................... M-241


La Realtà Aumentata nella Cabina Digital....................................................... M-241
Servizi di assistenza Asset Advisor................................................................... M-245

M-161
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale

Introduzione
Uno dei trend tecnologici più di rilievo dell’ultimo decennio, è costituito dalla
terza rivoluzione digitale, ossia l’IoT o Internet delle cose, che consente di
raccogliere informazioni dagli oggetti che ci circondano, e di rielaborarle per
trarne benefici.
Grazie al connubio tra tecnologie operative ed informatiche è possibile
rendere intelligente la gestione della manutenzione e incrementare l’efficienza
energetica degli impianti in modo semplice e scalabile. Come specialista
globale per la gestione dell’energia, Schneider Electric ha una vasta
conoscenza ed una grande esperienza nel campo della manutenzione degli
impianti di distribuzione elettrica.
Così anche la cabina MT-BT, cambia veste e diventa una cabina smart, in grado
di comunicare sempre più dati, grazie alla presenza di dispositivi connessi,
di reti di comunicazione più veloci e ubique, nonché infrastrutture cloud e
funzionalità di data analytics evolute.
Schneider Electric ridefinisce la cabina elettrica, come Cabina Digitale, grazie
all’IoT, poiché essa costituisce un importante elemento di criticità per il sistema
elettrico, sia da un punto di vista della sicurezza, sia da un punto di vista della
continuità di servizio, poiché un eventuale guasto interromperebbe l’intera
attività con tempi di ripristino e oneri economici non indifferenti.

EcoStruxure Power
EcoStruxure Power è la soluzione che permette di realizzare una distribuzione
elettrica connessa, in cui la semplicità e la scalabilità del sistema permettono di
implementare la migliore scelta scelta tecnica in fase di progettazione, offrendo
notevoli vantaggi all’utente.

Sistema MT-BT Smart: l’architettura Plug&Play che ridefinisce la Distribuzione Elettrica

Gestione energetica
ed operativa
per ogni esigenza...
Di fronte al quadro, dalle pagine web integrate e ovunque grazie al Cloud* EcoStruxure
*garantendo i requisiti di cyber security Augmented Operator Advisor
Ethernet TCP/IP

Immagine
Energy Server PB114327
Com’X 510
Modbus RS485

Contatto
porta

Sonda di
temperatura

Sonda di
umidità

Sonda
UPS antiallagamento,
altri sensori
o allarmi tecnici
AT7 - SM6 Smart Trasformatore MT/BT Trihal iQuadro Quadro BT Smart (iQuadro) iQuadro iQuadro

Condizioni ambientali Cabina elettrica MT-BT Distribuzione in Bassa Tensione


cabina/locale tecnico

L’architettura Ecostruxure Power permette di rendere smart anche le


applicazioni più piccole, grazie ad una configurazione intuitiva e riducendo
al minimo le attività d’ingegneria. È basata su un dispositivo con funzione di
webserver, Com’X 510, che ricerca e riconosce in automatico i dispositivi a lui
connessi, facendo uso di protocolli di comunicazione aperti e non proprietari.
La soluzione permette inoltre la massima flessibilità nel tempo, per adeguare le
funzionalità ad esigenze attuali o future. Si ha quindi la possibilità di far evolvere
il Sistema di gestione senza modificare l’architettura in campo, ad esempio
passando dalle sole pagine web integrate, ad una piattaforma cloud o un
software di gestione avanzato. L’architettura viene realizzata secondo i tre layer
di Ecostruxure (come visto nel capitolo introduttivo) grazie a:
l Connected Products: prodotti connessi e comunicanti come sensori, drivers,
interruttori, UPS, protezioni e altro che inviano informazioni su parametri
ambientali e misure energetiche;
l Edge Control: piattaforme locali come pagine web server, portale cloud o
software per la gestione delle informazioni provenienti dal campo;
l APPs, Analytics and Services: piattaforme di gestione come pagine web
integrate nei dispositivi, app tu tablet e smartphone per la visualizzazione locale
e da remoto dei parametri misurati.

M-162
La Cabina Digitale
Connected Products

Apparecchiature MT
Quadro MT SM6
Il quadro SM6 è composto da una serie di unità modulari di tipo compatte
con isolamento in aria, equipaggiate con apparecchiature di interruzione
e sezionamento in SF6 o in vuoto.
Con le unità modulari del quadro SM6 si possono realizzare molteplici soluzioni
per la realizzazione di cabine di distribuzione e di trasformazione
con funzioni di protezione, misura, e di commutazione automatica delle reti.
La modularità di SM6 permette eventuali futuri ampliamenti del quadro.

La sicurezza di una gamma testata


Le apparecchiature del quadro SM6 sono progettate e testate per garantire
la sicurezza e le prestazioni per la tutta la vita elettrica (30 anni).
Le apparecchiature che compongono il quadro sono:
l Interruttore di manovra-sezionatore o Sezionatore hanno isolamento in gas
SF6, un involucro in resina epossidica e svolgono la funzione di interruzione
e di sezionamento.
Questi apparecchi consentono la segregazione tra il compartimento interruttore
e compartimento sbarre principali (omnibus). Questa segregazione permette
di effettuare tutte le verifiche e/o manutenzioni limitando la necessità
del fuori servizio alla sola unità funzionale in oggetto, mantenendo in esercizio
le altre unità funzionali del quadro di media tensione. Il sezionatore a tre
posizioni (aperto, chiuso e messo a terra) impedisce errate manovre.
In aggiunta all’indicazione certa del sezionamento ha anche un sinottico
animato per la visualizzazione dello stato dell’apparecchiatura.
La leva di comando progettata con dispositivo “anti-reflex” garantisce
la sicurezza del personale impedendo qualsiasi tentativo di riapertura
immediata in seguito alla chiusura dell’interruttore di manovra-sezionatore
o del sezionatore di messa a terra.
Il sezionatore di messa a terra dell’interruttore di manovra-sezionatore
ha pieno potere di chiusura. L’accessoriamento standard prevede: diverse
tipologie di blocchi a chiave in funzione dell’applicazione dell’apparecchiatura.
A richiesta si possono accessoriare con bobina di apertura/chiusura,
motorizzazione, contatti ausiliari sul sezionatore di linea e di terra e ulteriori
blocchi a chiave.
l Interruttore SF1 è costituito da tre poli separati fissati su di una struttura
che sostiene il comando. Ogni polo contiene tutte le parti attive all’interno
di un involucro riempito di gas.
Tale involucro è del tipo “sistema a pressione sigillato”.
Le eventuali sovrapressioni accidentali sono limitate dalla rottura della
membrana di sicurezza.
Le parti attive sono racchiuse in involucri “sigillati a vita”e non necessitano
di alcun intervento manutentivo particolare. La manutenzione viene richiesta
per il dispositivo di comando e si può realizzare direttamente senza la necessità
di estrarre l’interruttore.
L’accessoriamento standard prevede: bobina di apertura, contatti ausiliari,
contamanovre, leva per caricare le molle (solidale all’interruttore) e blocco
a chiave con interruttore aperto.
A richiesta si possono accessoriare con bobina di apertura/chiusura,
motorizzazione.
l L’interruttore in vuoto Evolis é costituito da tre poli separati fissati
su una struttura. Ogni polo è racchiuso in un involucro ceramico contenente
un contatto fisso e uno mobile in una camera stagna che consente di
mantenere un elevato livello di vuoto adatto a garantire l’isolamento tra i contatti.
La rigidità dielettrica prodotta dal vuoto permette di ridurre la distanza
tra i contatti.
Per mantenere il grado di vuoto necessario al corretto funzionamento per tutta
la vita dell’interruttore, l’involucro deve essere perfettamente sigillato e i diversi
componenti completamente degassati.
Questo si ottiene con un’accurata selezione delle materie prime (metalli e
ceramiche) ed un procedimento di assemblaggio con tecnologia sottovuoto e
brasatura ad alta temperatura.
Al fine di evitare surriscaldamenti locali sui contatti, che potrebbero nel tempo
usurarli, sull’interruttore Evolis si è applicata la tecnica AMF (Axial Magnetic
Field) basata sull’applicazione di un campo magnetico assiale parallelo all’asse
dei due contatti.

M-163
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Questa tecnologia permette di limitare l’usura dei contatti e di avere:


l un interruttore in vuoto semplice e affidabile,
l una bassa dissipazione dell’energia d’arco nell’interruttore,
l contatti molto efficienti non soggetti ad usura anche dopo molte manovre
d’interruzione.
L’accessoriamento standard prevede: bobina di apertura, contatti ausiliari,
contamanovre, leva per caricare le molle (solidale all’interruttore) e blocco
a chiave con interruttore aperto.
A richiesta si possono accessoriare con bobina di apertura/chiusura,
motorizzazione.
l Trasformatori di misura
Il quadro SM6 è progettato e testato con un’ampia gamma di trasformatori
amperometrici (a primario passante, primario avvolto e toroidali) e di
trasformatori volmetrici (fase-fase o fase-terra) al fine di avere la più corretta
tipologia di trasformatori per soddisfare le prestazioni e le esigenze dei clienti.
I trasformatori amperometrici possono essere anche della tipologia multi-range
per adattarsi alle variazioni degli impianti dei clienti senza dover cambiare il
prodotto ma aggiornando la regolazione direttamente sul relè di protezione.
l Relè di protezione
Nel quadro SM6 vengono installati i relè con funzione di protezione e misura
tipo Sepam per realizzare la protezione delle macchine elettriche e delle reti
di distribuzione elettrica. La gamma dei relè Sepam permette di adattarsi alle
diverse esigenze dei clienti e degli impianti grazie alle diverse tipologie delle serie
10, 20, 40, 60 e 80. La modularità del relè permette di avere la miglior soluzione
possibile per le esigenze attuali e future degli impianti dei clienti.
SM6 utilizza una gamma di prodotti specifica per le vostre applicazioni
di comando e controllo.
Le unità SM6 sono adatte in modo specifico alle vostre applicazioni di comando
e monitoraggio.
Con comandi motorizzati (installabili anche in on-site), le unità SM6 possono
essere associate a Easergy T200 un’unità di controllo che integra direttamente
tutte le funzioni di monitoraggio, comando e telecontrollo.
In tal modo disporrete di un’unità pronta alla connessione e facile da integrare.
l Continuità di servizio
Le unità modulari del quadro SM6 sono classificate LSC2A PI (ad eccezione
delle unità GAM2, GBM, GBC e CMK che sono classificate LSC1).
È possibile eseguire la manutenzione minimizzando il fuori servizio dell’impianto
alla sola unità su cui si deve eseguire la manutenzione mantenendo in esercizio
il resto del quadro elettrico.
Grazie alla classificazione LSC2A è possibile eseguire la manutenzione
su tutte le apparecchiature contenute nell’unità funzionale.
l Interblocchi
Le unità funzionali sono dotate di tutti gli interblocchi necessari per prevenire
errate manovre che potrebbero compromettere oltre che l’efficienza e
l’affidabilità delle apparecchiature, la sicurezza del personale addetto
all’esercizio dell’impianto.
In particolare saranno previsti i seguenti interblocchi:
1) blocco a chiave tra l’interruttore e il sezionatore di linea, l’apertura
del sezionatore di linea sarà subordinata all’apertura dell’interruttore
2) blocco meccanico tra sezionatore di linea e sezionatore di terra.
La chiusura del sezionatore di terra sarà subordinata all’apertura
del sezionatore di linea e viceversa
3) blocco meccanico tra il sezionatore di terra e il pannello asportabile
di accesso, sarà possibile accedere al comparto MT solo a sezionatore
di terra chiuso.

M-164
Al fine di aumentare la sicurezza le serrature di interblocco saranno a matrice
non riproducibile in unica copia.
A richiesta possono essere forniti ulteriori blocchi a chiave per realizzare delle
logiche di sicurezza.

Gamma AT7
La gamma AT7 è composta da unità monoblocco di tipo compatte con
isolamento in aria, equipaggiate con apparecchiature di interruzione e
sezionamento in SF6.
Le unità AT7 realizzano le funzioni di arrivo linea e di protezione trasformatore
in un’unica apparecchiatura monoblocco. L’unità AT7 pronta all’uso semplifica
l’installazione.

Condizioni normali di esercizio


l Temperatura ambiente:
¡ inferiore o uguale a 40°C
¡ inferiore o uguale a 35°C in media sulle 24 ore
¡ superiore o uguale a –5°C;

l altitudine
¡ inferiore o uguale a 1000 m
¡ oltre i 1000 m è necessario applicare un coefficiente di declassamento
(consultateci);
l radiazione solare
¡ nessuna irradiazione solare diretta;
l inquinamento
¡ nessun inquinamento significativo dell’aria per polvere, fumo, gas corrosivi
o
infiammabili, vapori o sali;
l umidità
¡ umidità relativa media sulle 24 ore inferiore o uguale al 95%
¡ umidità relativa media su un periodo di 1 mese inferiore o uguale al 90%
¡ pressione vapore media sulle 24 ore, inferiore o uguale a 2.2 kPa
¡ pressione vapore media su un periodo di 1 mese inferiore o uguale a 1.8 kPa.
In queste condizioni può talvolta verificarsi la formazione di condensa,
soprattutto in caso di improvvise variazioni di temperatura in periodi di elevata
umidità. Per evitare e/o limitare gli effetti di forte umidità e formazione di
condensa bisogna porre attenzione ai criteri di progettazione architettonica e
strutturale dell’edificio e del luogo d’installazione, con particolare attenzione alla
ventilazione dei locali.

M-165
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

I valori qui di seguito riportati si riferiscono ad una temperatura di


funzionamento compresa tra -5°C e +40°C e per un’installazione ad un’altitudine
fino a 1000 m.

Caratteristiche elettriche
Tensione nominale Ur kV 7,2 12 17,5 24 36
Livello di isolamento
tra fasi e verso massa Ud 50/60 Hz, 1 min (kV r ms) 20 28 38 50 70
sul sezionamento Ud 50/60 Hz, 1 min (kV r ms) 23 32 45 60 80
tra fasi e verso massa Up 1,2/50 µs (kV picco) 60 75 95 125 170
sul sezionamento Up 1,2/50 µs (kV picco) 70 85 110 145 195
Potere di interruzione
Trasformatore a vuoto A 16
Cavi a vuoto A 31,5 50
Corrente nominale Ir A 630 - 800 - 1250 630-1250
Corrente di breve durata Ik/tk (1) kA /1 s 25 630 - 800 - 1250 1250
massima ammissibile 20 (2) 630 - 800 - 1250 630-1250
16 630 - 800 - 1250 630-1250
12,5 630 - 800 - 1250 630-1250
Potere di chiusura (50 Hz) Ima kA 62,5 630 - 800 NA
50 630 - 800
40 630 - 800
31,25 630 - 800 630
Potere di interruzione max (Isc)
Unità IM, IMC, IMB A 630 - 800 630
NSM-cavi, NSM-sbarre A 630 - 800 NA
QM, QMC, QMB kA 25 20 20
PM kA NA 20
IMP A 630 - 800 NA
IMU A 630 NA
CRM kA 10 NA
CRM con fusibili kA 25 NA
CVM kA 6,3 NA
CVM con fusibili kA 25 NA
Gamma con interruttori in SF6
DM1-A kA 25 630 - 800 - 1250 1250
DM1-P kA 20 630 - 1250 630
DM1-R, DM1-G, DM1-J kA 25 630 - 800 NA
DM2 kA 25 630 1250
20 630 630
DM1-D kA 25 NA 1250
20 NA 630-1250
Gamma con interruttori in vuoto
DMVL-A, DMVL-D kA 20 630 NA
Gamma monoblocco
AT7-A, AT7-B kA 16 630 NA
NA: Non Available (non disponibile)
(1) 3 fasi
(2) In 20 kA / 3 s per 24 kV, consultateci

M-166
Durata
Unità Durata meccanica Durata elettrica
Unità IM, IMC, IMB, IMP, IMU, CEI EN 62271-103 CEI EN 62271-103
PMQM (3), QMC (3), QMB (3), 1.000 manovre 100 interruzioni a Ir,
NSM-cavi, NSM-sbarre classe M1 cosφ = 0.7, classe E3
CRM Sezionatore CEI EN 62271-102
1.000 manovre
Rollarc 400 CEI EN 60470 CEI EN 60470
300.000 manovre 100.000 interruzioni a 320 A
300.000 interruzioni a 250 A
Rollarc 400D 100.000 manovre 100.000 interruzioni a 200 A
CVM Sezionatore CEI EN 62271-102
1.000 manovre
Contattore in CEI EN 60470 CEI EN 60470
vuoto 2.500.000 manovre 250 000 interruzioni a Ir
250 .000 con interblocco
meccanico
Unità con interruttori in SF6
DM1-A, Sezionatore CEI EN 62271-102
DM1-D, 1.000 manovre
DM1-P Interruttore SF CEI EN 62271-100 CEI EN 62271-100
DM1-G 10.000 manovre 30 interruzioni a 12.5 kA per 24 kV
DM1-J classe M2 25 interruzioni a 25 kA per 24 kV
DM1-R 40 interruzioni a 16 kA per 36 kV
DM2 15 interruzioni a 25 kA per 36 kV
10.000 interruzioni a Ir,
cos φ = 0.7, classe E2
Unità con interruttori in vuoto
DMVL-A Sezionatore CEI EN 62271-102
DMVL-D 1.000 manovre
Interruttore Evolis CEI EN 62271-100 CEI EN 62271-100
10.000 manovre 10.000 interruzioni a Ir,
classe M2 cosφ = 0.7, classe E2
Unità monoblocco
AT7-A Sezionatore CEI EN 62271-102
AT7-B 1.000 manovre
Interruttore SF SF CEI EN 62271-100 CEI EN 62271-100
10.000 manovre 30 interruzioni a 12.5 kA per 24 kV
classe M2 25 interruzioni a 25 kA per 24 kV
10.000 interruzioni a Ir
cosφ = 0.7, classe E2
(3) Secondo norma CEI EN 62271-105, tre interruzioni con cosφ = 0.2
800 A a 36 kV; 1400 A a 24 kV; 1730 A a 12 kV; 2600 A a 5.5 kV.
Tenuta d’arco interno (secondo norma IEC 62271-200):
l SM6-24: Basic 12,5 kA 1s, IAC: A-FL
Advance 12,5 kA 1s, IAC: A-FLR - 16 kA 1s, IAC: A-FLR -
20 kA 1s, IAC: A-FLR
l SM6-36: 16 kA 1 s, IAC: A-FL.
Grado di protezione
l classificazione delle segregazioni: PI (partizione di isolamento)
l classificazione della continuità di servizio: LSC2A (LSC1 per funzioni GAM2/CMK/
GBC/GBM)
l unità quadro: IP3X
l fra le celle: IP2X per SM6-24, IP2XC per SM6-36
l quadro: IK08 per SM6-24, IK07 per SM6-36.

Compatibilità elettromagnetica
l relè: tenuta 4 kV sull’alimentazione, secondo norma IEC 60801.4
l celle:
¡ campo elettrico:
- 40 dB di attenuazione a 100 MHz
- 20 dB di attenuazione a 200 MHz
¡ campo magnetico: 20 dB di attenuazione con valori inferiori a 30 MHz.

Temperature
I quadri devono esere immagazzinati ed installati in locali secchi senza
presenza di polveri e con limitate variazioni di temperatura:
l di stoccaggio: da -40°C a +70°C
l di funzionamento: da -5°C a +40°C
l per altre temperature consultateci.

Rischio sismico
l per 24 kV e per 36 kV
1) Fino a 0.5 g (orizzontale) e 0.4 g (verticale)
2) Classe 2
3) Secondo norme IEEE-693/2005 e EN 60068-3/1993.

M-167
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Monitoraggio termico
Sensore di temperature Easergy TH110
I collegamenti elettrici dei prodotti di Media Tensione sono uno dei punti più
critici delle sottostazioni MT/BT, specie per le installazioni on site.
Nella fattispecie, cavi allentati e difettosi causano un aumento della resistenza
in punti localizzati, che possono generare guasti fino alla perdita completa
dell’unità funzionale o dell’intero quadro di media tensione.
In condizioni d’impiego severe e a causa di un’accessibilità e visibilità dei
contatti limitata, la manutenzione preventiva rischia di essere complicata.
Mediante il Sensore di temperatura Easergy TH110, facente parte di una
nuova generazione di sensori intelligenti di tipo wireless, è possibile effettuare
il monitoraggio continuo della temperatura di tutti i collegamenti critici
installati on-site.
I benefici per l’utente finale risultano essere:
l prevenire fuori servizi e fermi impianti non programmati
l migliorare la sicurezza di operatori e apparecchiature
l ottimizzare la manutenzione predittiva.
Easergy TH110 è autoalimentato dalla corrente che circola sull’unità su cui è
installato e può garantire prestazioni elevate grazie alle funzioni di monitoraggio
preciso della temperatura a diretto contatto con il punto di misura.
Inoltre, grazie alle sue dimensioni compatte e alla comunicazione wireless,
Easergy TH110 permette un’installazione facile e capillare in tutti i punti critici
senza alcuna conseguenza sulle prestazioni degli interruttori MT e assicura una
comunicazione affidabile grazie al protocollo di comunicazione Zigbee Green
Power.

Monitoraggio dei parametri ambientali di cabina


L’acquisizione di segnali digitali e analogici per rilevare informazioni esterne,
come temperature di funzionamento, parametri ambientali (umidità, sonde
antiallagamento, CO2) e di sicurezza, permette di:
lprevenire guasti dovuti al sovra riscaldamento dei componenti (trasformatore,
MV Energy Box connessione cavi,etc...).
l monitorare parametri ambientali dei locali non presidiati (es. cabina di
trasformazione) che potrebbero impattare sulla continuità di servizio.
l avere sotto controllo la sicurezza dei locali tecnici (sensori apertura porta).

Ethernet TCP/IP

Immagine
PB114327
Com’X 510

Modbus RS485

Temperatura Umidità Sonda Sensore UPS o altri


antiallagamento antintrusione utilizzi

MV Energy Box - Esempio architettura

M-168
Energy Server Com'X 510
Com'X 510 è il cuore del sistema MT-BT Smart con cui rendere intelligente
la distribuzione elettrica di media e di bassa tensione.
Il sistema MT-BT Smart rende possibile ottimizzare la gestione energetica
e operativa degli impianti, grazie a soluzioni connesse e sicure, in grado di
soddisfare le esigenze dei clienti in conformità alle normative di cyber security.
È possibile realizzare il:
l monitoraggio continuo del funzionamento dell'impianto
l manutenzione ottimizzata grazie ad un controllo continuo
l massimizzazione della continuità di servizio
L'Energy Server Com'X 510 realizza Web server, Data logger, Gateway.

Registratore dati Energy Server Com'X 510


Dispositivo di monitoraggio cabina
Easergy TH110 è collegato al dispositivo SMD di monitoraggio sottostazione
SCADA che raccoglie i dati per le funzioni di segnalazione in locale, di analisi delle
BMS Com’X informazioni e di comando e controllo.
Algoritmi specifi ci di monitoraggio permettono di rilevare eventuali superamenti
delle soglie regolate in base alle caratteristiche specifi che dell’impianto anche
in funzione di carichi variabili o di comportamenti anomali con la comparazione
dellefasi.
Il monitoraggio e la segnalazione allarmi a distanza assicurano una tranquillità
totale grazie alla connessione remota a SCADA o Services, l’accesso alle
applicazioni Cloud e ai servizi digitali e allarmi via SMS o applicazione mobile.

Caratteristiche
Local HMI Alimentazione Autoalimentato.
Energia recuperata dal circuito elettrico.
GSM
Nearby HMI
SMD Facility Hero
Corrente minima di attivazione
Precisione
5A
+/- 1°C
Gamma -25 °C / +115°C
Comunicazione Wireless ZigBee Green Power 2,4 GHz
Dimensione - Peso 31 x 31 x 13 mm - 15 g

Vantaggi
TH110 TH110 l Senza batteria
Wireless Smart Sensors l comunicazione wireless
l elevate prestazioni
l a contatto con il punto di misura
l facile installazione
l dimensioni compatte
l monitoraggio e allarme a distanza

M-169
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Protezione arco interno e mitigazione dell’arco elettrico


Un guasto con arco interno può essere causato da un decadimento dei
materiali, una dimenticanza o un errore umano. A causa della potenza che
genera, della pressione e della velocità del fenomeno può essere paragonato ad
una esplosione.
Essendo un evento distruttivo, è molto importante prevedere un quadro con
protezione arco interno per la sicurezza del personale che si trova ad operare in
una cabina elettrica.
Schneider Electric è da sempre attenta e impegnata nell’aumentare la
sicurezza delle persone, la sicurezza degli impianti e delle soluzioni proposte ai
clienti.
SM6 permette di avere il più alto grado di protezione possibile, grazie alla tenuta
contro gli effetti dell’arco interno, conseguita mediante:
l sistemi di evacuazione dei gas verso l’alto o verso il basso per limitare la
sovrapressione all’interno del quadro in caso di guasto;
l canalizzazione ed evacuazione dei gas caldi verso un’area non pericolosa per
l’operatore;
l riduzione delle dimensioni delle unità funzionali nonostante l’aumento delle
prestazioni di tenuta all’arco interno fino a 20 kA su quattro lati.
Il quadro SM6 è disponibile con vari livelli di protezione da arco interno, al fine
di soddisfare tutte le esigenze:
¡ IAC AFL; 12,5 kA; 1s
¡ IAC AFLR; 12,5 kA; 1s
¡ IAC AFLR; 16 kA; 1s
¡ IAC AFLR; 20 kA; 1s

In aggiunta alla protezione arco interno, è possibile integrare la mitigazione


dell’arco, tramite protezioni attive che, rilevando la luce generata da un arco,
sono in grado di intervenire aprendo l’interruttore a monte per estinguere il
guasto. La rilevazione di un arco elettrico permette di ottimizzare la sicurezza
del personale riducendo al minimo i rischi di danni alle apparecchiature causati
dai guasti dovuti all’innesco di archi elettrici.

Nella tabella vediamo riepilogati i tempi di attivazione e intervento dei dispositivi.


Eliminazione del guasto con relè di protezione “convenzionale”
Attivazione della Protezione
Impostazione settaggio relè
Apertura interruttore
Tempo totale di eliminazione del guasto
Protezione istantanea < 120 ms
Protezione ritardata con selettività cronometrica > 270 ms
Eliminazione del guasto con Mitigazione arco
9 ms + 60 ms (tempo di aperture interruttore) < 70ms
Poter intervenire velocemente rappresenta un punto cruciale, per ridurre
gli effetti di un evento distruttivo quale quello dell’arco elettrico, nonché i tempi
ed i costi di ripristino del quadro.
Sfruttando un principio di funzionamento che interviene mediante rilevamento
dell’arco tramite sensori luminosi, è possibile ridurre notevolmente il tempo
necessario all’eliminazione del guasto, che consterebbe soltanto di:
l 9 ms, necessari per rilevare il segnale luminoso;
l 60 ms, pari al tempo di apertura dell’interruttore.

Poter eliminare il guasto in un tempo inferiore a 70 ms, consente di migliorare


drasticamente la situazione, poiché sotto i 100 ms i danni che il personale e le
apparecchiature possono subire, sono minimi o nulli.

M-170
Nel grafico vediamo come sale la curva dell’energia che si crea durante un arco
elettrico.
Il rapido intervento permette di mantenersi nella prima zona del grafico
dove gli effetti dell’arco sulle persone e sul quadro elettrico sono minimi.
Questo consente di ridurre i costi ed i tempi di ripristino dei danni causati
dall’insorgere di un arco elettrico:
l un arco si sviluppa all’interno di un millisecondo
l la resistenza nella scarica può variare
l l’energia è proporzionale a Ê I2·t

Ingenti danni alle


apparecchiature e
lesioni al personale
Il personale e le apparecchiature
possono essere maggiormente a rischio
Il personale e le
apparecchiature
possono subire
danneggiamenti
minimi o nulli

Il rapido intervento permette di mantenersi nella prima zona del grafico


dove gli effetti dell’arco sulle persone e sul quadro elettrico sono minimi.
Questo consente di ridurre i costi ed i tempi di ripristino dei danni causati
dall’insorgere di un arco elettrico.

M-171
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Rilevatore di arco elettrico Vamp


La rilevazione di un arco elettrico permette di ottimizzare la sicurezza
del personale riducendo al minimo i rischi di danni alle apparecchiature causati
dai guasti dovuti all’innesco di archi elettrici.
Le unità di protezione Vamp permettono di rilevare molto velocemente un arco
interno assicurando l’apertura dell’interruttore situato a monte del guasto.

Vamp 121 Vamp 125

Funzioni lIntervento su rilevamento della luce generata lIntervento su rilevamento della luce generata
dall’innesco d’arco dall’innesco d’arco e possibilità su consenso TA
l Fino a 10 rilevatori di arco l Fino a 4 rilevatori di arco
l Contatto di sgancio singolo l Sgancio su 2 zone
l Tempo di funzionamento 9 ms (incluso l 2 contatti di sgancio (incluso attivazione relè di uscita):
attivazione relè di uscita) ¡ uscita ≤ 8 ms
¡ Uscita high speed ≤ 1 ms
l Soluzione semplice e vantaggiosa
l Automonitoraggio l Soluzione semplice e vantaggiosa

l Ingresso digitale per blocco o reset dell’unità l Automonitoraggio


(programmabile) l Ingresso e uscita digitale MT in / MT out
l Contatto aux di segnalazione programmabile l Ingresso digitale per reset dell’unità
(opzione) l Ingresso digitale per blocco dell’unità
l Relè moltiplicatore di scatto 4NO + 4NC l Ingresso digitale per attivazione combinata I> + L>
(opzione) (opzione)
l Alimentazione ausiliaria 24 Vdc l Contatto aux di segnalazione sgancio
l Alimentazione ausiliaria 24-240 V dc/ac
Rilevatori Sensore l Automonitoraggio
l Lunghezza cavo regolabile da 6 a 20 m
Sensore portatile l Per aumentare la sicurezza durante le attività,
l’operatore può indossare un sensore da
agganciare all’apparecchio
l Ingresso digitale per attivazione combinata
I> + L> (opzione)
Vantaggi l Sicurezza del personale
l Riduzione delle perdite di produzione
l Maggior durata dei quadri
l Costi di assicurazione ridotti

T
1

M-172
D Arco interno Basic 12.5 kA 1s, IAC: A-FL
Dimensioni e pesi

Unità Altezza Larghezza Profondità Peso


H (mm) (mm) D (mm) (kg)
IM,IMB 1600 375 940 130
IMP 1600 500 940 160
H
QM 1600 375 940 140
IMU 1600 750 940 200
CVM, CRM 2050 (1) 750 940 400
DM1-A, DM1-D, DM1-P, DM1-G, DM1-J, 1600 750 1220 410
DM1-R, DM2, DMVL-A, DMVL-D
CMK 1600 375 940 180
840 CM 1600 375 940 200
Base CM2 1600 500 940 220
GBC-A 1600 750 940 300
NSM-cavi, NSM-sbarre 2050 (1) 750 940 270
GBM 1600 375 940 130
GAM2 1600 375 940 130
GAM 1600 500 1020 170
DM1-A, DM1-D (1250 A) 1600 750 1220 430
(1) unità già corredata di cella BT (1600 + 450 mm).
In funzione della necessità aggiungere in altezza:
l 90 mm per canalina superiore BT
l 90 mm per pannello sepam 1000
l 450 mm per cella BT
l 450 mm per cassonetto arrivo cavi dall’alto.
l 350 mm per zoccolo di rialzo (senza protezione arco interno).

D Arco interno Advance 12,5 kA 1 s, IAC: AFLR


16 kA 1 s, IAC: AFLR
20 kA 1 s, IAC: AFLR
Dimensioni e pesi
Unità Altezza Larghezza Profondità Peso
H (mm) (mm) D (mm) (kg)
H
IM,IMB 1600 375 1050 130
IMP 1600 500 1050 160
QM 1600 375 1050 140
IMU 1600 750 1050 200
CVM, CRM 2050 (1) 750 1050 400
DM1-A, DM1-D, DM1-P, DM1-G, DM1-J, 1600 750 1250 410
110 840 DM1-R, DM2, DMVL-A, DMVL-D
Evacuazione Base CMK 1600 375 1050 180
gas CM 1600 375 1050 200
CM2 1600 500 1050 220
GBC-A 1600 750 1050 300
NSM-cavi, NSM-sbarre 2050 (1) 750 1050 270
GBM 1600 375 1050 130
GAM2 1600 375 1050 130
GAM 1600 500 1050 170
DM1-A, DM1-D (1250 A) 1600 750 1250 430
(1) unità già corredata di cella BT (1600 + 450 mm).
In funzione della necessità aggiungere in altezza:
l 90 mm per canalina superiore BT
l 90 mm per pannello sepam 1000
l 400 mm per condotto evacuazione gas dall’alto
l 450 mm per cella BT
l 450 mm per cassonetto arrivo cavi dall’alto.

M-173
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Unità funzionali
IM IMC
Unità arrivo/partenza Unità arrivo/partenza

DE53518
DE59700

Gamma
24-36 kV 36 kV

Caratteristiche elettriche
DE59710

DE59711

kA Ik/1s kA Ima

25 Ir = 630 A 62.5 Ir = 630 A

20 50

Ir = Ir =
16 Ir = 630 A - 800 A 40 Ir = 630 A - 800 A
630 A 630 A

12.5 31.25
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore di manovra-sezionatore e sezionatore di messa a terra
b sistema di sbarre trifase
b comando CIT
b indicatore di presenza tensione per 36 kV
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b blocco a chiave sul sezionatore di messa a terra
b LSC2A
b piastre di ammarro cavi unipolari

b tre TA
Versioni:
b comando CI2
b comando CI1 per 36 kV
b versione 800 A per 24 kV

Accessori opzionali:
b comando motorizzato b sistema sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV
b contatti ausiliari b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b blocchi a chiave aggiuntivi b canalina superiore per 24 kV
b sganciatori di apertura e chiusura b vano aggiuntivo BT
b contamanovre b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV
b kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV b cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
b rilevatori di guasto Easergy Flair b mitigazione arco interno
b piastre di ammarro due cavi unipolari
b indicatori di presenza tensione per 24 kV
b terna di scaricatori sovratensione per 36 kV
b monitoraggio termico per 24 kV

M-174
IMP IMB
Unità arrivo/partenza Unità sezionamento sbarre
con scaricatori destra/sinistra
IMP

DE53519
Gamma
24 kV 24-36 kV

Caratteristiche elettriche
IMP_grafico

DE59711_mod

kA Ik/1s kA Ima

25 Ir = 630 A 62.5 Ir = 630 A

20 50

Ir = Ir =
16 Ir = 630 A - 800 A 40 Ir = 630 A - 800 A
630 A 630 A
per IMB per IMB
12.5 31.25
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore di manovra-sezionatore e sezionatore di messa a terra
b sistema di sbarre trifase
b comando CIT
b blocco a chiave sul sezionatore di messa a terra
b LSC2A
b terna di scaricatori sovratensione b indicatore di presenza tensione
per 36 kV
b resistenza anticondensa 150 W
per 36 kV
b uscita sbarre a valle (destra o sinistra)

Versioni:
b comando CI2
b versione 800 A b comando CI1 per 36 kV

Accessori opzionali:
b comando motorizzato b sistema sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV
b contatti ausiliari b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b blocchi a chiave aggiuntivi b canalina superiore per 24 kV
b sganciatori di apertura e chiusura b vano aggiuntivo BT
b contamanovre b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV
b sistema sbarre superiore trifase 630 A per condizioni
d’impiego severe per 24 kV
b indicatori di presenza tensione per 24 kV b mitigazione arco interno
b kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV

b cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo


fino a 630 A)

M-175
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

NSM-cavi NSM-sbarre NSM-sbarre


Unità arrivo normale (N) - soccorso (S) Unità arrivo normale - soccorso Unità arrivo normale - soccorso
cavi sinistra e sbarre destra sbarre sinistra e cavi destra

DE58401

DE53561
DE53559

Gamma
24 kV 24 kV 24 kV

Caratteristiche elettriche
DE59212

DE59218

kA Ik/1s kA Ima

25 62.5

20 50

Ir = 630 A
16 40 Ir = 630 A

12.5 31.25
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 kV 7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b interruttori di manovra-sezionatori e sezionatori di messa a terra
b sistema di sbarre trifase
b piastre di ammarro cavi a secco
b indicatori di presenza tensione
b interblocco meccanico
b comandi motorizzati CI2 con bobine di apertura/chiusura
b vano aggiuntivo
b commutazione automatica (T200S)
b blocco a chiave sui sezionatori di messa a terra
b LSC2A

Accessori opzionali:
b contatti ausiliari
b blocchi a chiave aggiuntivi
b resistenza anticondensa 50 W
b canalina superiore
b piastre di ammarro due cavi unipolari
b sistema sbarre superiori trifase 800 A
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
b monitoraggio termico per 24 kV
b mitigazione arco interno

M-176
QM QMC QMB
Interruttore di manovra-sezionatore Interruttore di manovra-sezionatore Interruttore di manovra-sezionatore
combinato con fusibili combinato con fusibili combinato con fusibili
Risalita sbarre destra/sinistra
DE59701

DE53523

DE53524
Gamma
24 - 36 kV 36 kV 36 kV
Caratteristiche elettriche
DE59712

DE59713

kA Ik/1s kA Isc

25 25

20 20

Ir = 200 A Ir = Ir = 200 A Ir =
16 63 A 16 63 A

12.5 12.5
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore di manovra-sezionatore e sezionatore di messa a terra a monte dei fusibili
b sistema di sbarre trifase
b comando CI1 per 36 kV
b Comando CI2 per 24 kV
b indicatore di presenza tensione per 36 kV
b blocco a chiave sui sezionatori di messa a terra in posizione di chiuso
b sistema di segnalazione meccanico per intervento fusibili
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b LSC2A
b piastre di ammarro cavi unipolari b uscita sbarre a valle (destra o
b sezionatore di messa a terra a valle dei fusibili sinistra)
b tre TA
Versione:
b comando CI2 per 36 kV b comando CI2

Accessori opzionali:
b comando motorizzato b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b contatti ausiliari b kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
b indicatore presenza tensione per 24 kV b vano aggiuntivo BT per 24 kV
b blocchi a chiave aggiuntivi b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV
b contatto ausiliario intervento fusibili b mitigazione arco interno
b fusibili a percussore tipo Fusarc CF b monitoraggio termico per 24 kV
b sganciatori di apertura e chiusura
b amperometro digitale
b cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
b canalina superiore per 24 kV
b sistema sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV

M-177
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MT/BT Digitale Connected Products

PM
Interruttore di manovra-sezionatore
con fusibili

DE53526

Gamma
36 kV
Caratteristiche elettriche
DE59714

kA Ik/1s & Isc

25

20

Ir = 63 A
16

12.5
Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore di manovra-sezionatore e sezionatore di messa a terra a monte dei
fusibili
b sezionatore di messa a terra a valle dei fusibili
b sistema di sbarre trifase
b comando CIT
b indicatore di presenza tensione
b piastre di ammarro cavi unipolari
b blocco a chiave sui sezionatori di messa a terra in posizione di chiuso
b resistenza anticondensa 150 W
b LSC2A

Versione:
b comando CI1
b comando CI2

Accessori opzionali:
b comando motorizzato
b sganciatori di apertura e chiusura
b contatti ausiliari
b amperometro digitale
b blocchi a chiave aggiuntivi
b sistema di segnalazione meccanico per intervento fusibili
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
b fusibili tipo Fusarc CF
b vano aggiuntivo BT
b mitigazione arco interno

M-178
DM1-A DM1-A DM1-P
Interruttore con sezionatore e partenza cavo Interruttore con sezionatore Interruttore con sezionatore
e partenza cavo e partenza cavo

DE53532
DE53531

Gamma
24 kV 36 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE59715

kA Ik/1s & Isc

Ir =
25
1250 A

20
Ir = 630 - 800 - 1250 A
Ir =
16 630 -
1250 A

12.5
Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore SF1 b contatti ausiliari sull’interruttore
b sezionatore e sezionatore di terra a monte dell’interruttore b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b sezionatore di messa a terra a valle del’interruttore b blocco a chiave sui sezionatori di messa a terra in posizione di chiuso
b sistema di sbarre trifase b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
b comando interruttore tipo RI b cella BT 100 mm per 24 kV
b comando sezionatore tipo CS b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b indicatore di presenza tensione per 36 kV b piastre di ammarro cavi unipolari
b n°2 o 3 trasformatori di corrente o in alternativa b LSC2A
n° 3 trasformatori tipo LPCT (se DM1A 24kV)
b n° 3 trasformatori di tensione fase-terra
Versione: b resistenza antiferrorisonanza
b interruttore SFset (solo per 630 A e 24 kV)
b sganciatore di apertura a basso assorbimento
MITOP con SFset

Accessori opzionali:
b unità: v vano aggiuntivo BT
v contatti ausiliari sul sezionatore v resistenza anticondensa 50 W per 24 kV
v protezione a microprocessore tipo Sepam v piastre di ammarro due cavi unipolari
v indicatore presenza tensione per 24 kV v monitoraggio termico per 24 kV
v blocchi a chiave aggiuntivi v mitigazione arco interno
v sistema di sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV b interruttore:
v sistema di sbarre superiori 1250 A v comando motorizzato completo di sganciatori
v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV v sganciatori di apertura e chiusura
v cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A) v sganciatore a mancanza di tensione
v canalina superiore per 24 kV v contamanovre per comando manuale
v pannello per Sepam S20 - S40 v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
v terna di scaricatori sovratensione
b n° 3 trasformatori di tensione fase-terra
per 36 kV
b resistenza antiferrorisonanza per 36 kV

M-179
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MT/BT Digitale Connected Products

DM1-R(1) DM1-D
Unità arrivo cavo con interruttore e sezionatore Unità interruttore con sezionatore e uscita sbarre

DE53532
unifilare_DM1-R

Gamma
24 kV 36 kV
Caratteristiche elettriche
DE59226

kA Ik/1s & Isc kA Ik/1s & Isc


E16903corr

25 25 Ir = 1250 A

20 20
Ir = 630 - 800 A Ir = 630 - 1250 A

16 16

12.5 12.5
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 kV 36 kV

Unità base:
b interruttore SF1 b sistema di sbarre trifase
b comando interruttore tipo RI b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b contatti ausiliari sull’interruttore b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
b comando sezionatore tipo CS b LSC2A
b sezionatore a monte dell’interruttore b sezionatore e sezionatore di terra a monte dell’interruttore
b cella BT 100 mm b sistema di sbarre a valle
b n°3 trasformatori di corrente tipo LPCT b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione di chiuso
b indicatori di presenza tensione sull’arrivo cavi b cella BT
(opzione se richiesto sezionatore di terra in ingresso) b n°3 trasformatori di corrente
b piastre ammarro cavi unipolari b indicatori di presenza tensione
b resistenza anticondensa 150 W
Versione:
b interruttore SFset (fino a 630 A)
b sganciatore di apertura a basso assorbimento
MITOP con SFset
b comando CIT con sezionatore di terra sull’arrivo cavi
Accessori opzionali:
b unità: b unità:
v contatti ausiliari sul sezionatore v contatti ausiliari sul sezionatore
v protezione a microprocessore tipo Sepam v protezione a microprocessore tipo Sepam
v blocchi a chiave aggiuntivi v dispositivi di blocco a chiave aggiuntivi
v canalina superiore v sistema sbarre superiore trifase 1250 A
v pannello per Sepam S20 - S40 v cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
v indicatori di presenza tensione sulle sbarre v mitigazione arco interno
v resistenza anticondensa 50 W
v vano aggiuntivo BT
v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
v monitoraggio termico per 24 kV
v mitigazione arco interno
b interruttore: v sganciatore a mancanza di tensione
v comando motorizzato completo di sganciatori v contamanovre per comando manuale
v sganciatori di apertura e chiusura v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
(1) solo IAC A-FL e A-FLR 12,5kA 1 s

M-180
DM1-G DM1-J

5517-mod
Unità interruttore con sezionatore e risalita sbarre Unità interruttore con sezionatore e risalita sbarre
5585-mod

Gamma
24 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
E16903corr

kA Ik/1s & Isc

25

20
Ir = 630 - 800 A

16

12.5
Ur

7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b interruttore SF1 b sistema di risalita sbarre trifase
b comando interruttore tipo RI b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b contatti ausiliari sull’interruttore b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione di chiuso
b sezionatore e sezionatore di terra a monte b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
dell’interruttore b cella BT 100 mm
b comando sezionatore tipo CS b n°3 trasformatori di corrente
b sistema di sbarre trifase b LSC2A

b sezionatore di terra a valle dell’interruttore b n°3 trasformatori di tensionefase-terra


b indicatori di presenza tensione b resistenza antiferrorisonanza

Versione:
b interruttore SFset (fino a 630 A)
b sganciatore di apertura a basso assorbimento
MITOP con SFset

Accessori opzionali:
b unità: v vano aggiuntivo BT
v contatti ausiliari sul sezionatore v cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
v blocchi a chiave aggiuntivi v mitigazione arco interno
v protezione a microprocessore tipo Sepam b interruttore:
v pannello Sepam S20 - S40 v comando motorizzato completo di sganciatori
v resistenza anticondensa 50 W v sganciatori di apertura e chiusura
v sistema sbarre superiori trifase 800 A v sganciatore a mancanza di tensione
v sistema di sbarre superiore trifase 1250 A v contamanovre per comando manuale
v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
v canalina superiore
v indicatori di presenza tensione
v n°3 trasformatori di tensione fase-terra
(se TA tipo CS300)

M-181
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MT/BT Digitale Connected Products

DM2
Unità con interruttore doppio sezionamento
e risalita sbarre
DE53536

Gamma
24 - 36 kV
Caratteristiche elettriche
DE59721

kA Ik/1s & Isc

Ir =
25
1250 A

20
Ir = 630
Ir =
16 630 -
1250 A

12.5
Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b interruttore SF1
b comando interruttore tipo RI
b contatti ausiliari sull’interruttore
b sezionatori e sezionatori di messa a terra a monte ed a valle dell’interruttore
b comando sezionatori tipo CS
b sistema di sbarre trifase
b sistema di risalita sbarre
b blocco a chiave sui sezionatori di linea in posizione di chiuso
b blocco a chiave sui sezionatori di messa a terra in posizione di chiuso
b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
b cella BT 100 mm per 24 kV
b n°2 o 3 trasformatori di corrente
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b LSC2A

Accessori opzionali:
b unità: v cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
v protezione a microprocessore tipo Sepam v resistenza anticondensa 50 W per 24 kV
v contatti ausiliari sui sezionatori v mitigazione arco interno
v n°2 trasformatori di tensione fase-fase b interruttore:
o n°3 trasformatori di tensione fase-terra per 24 kV v comando motorizzato completo di sganciatori
v resistenza antiferrorisonanza v sganciatori di apertura e chiusura
v pannello per Sepam S20 - S40 v sganciatore a mancanza di tensione
v blocchi a chiave aggiuntivi v contamanovre per comando manuale
v canalina superiore per 24 kV v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
v sistema sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV
v sistema sbarre superiore trifase 1250 A
v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
v vano aggiuntivo BT per 24 kV

M-182
DMVL-A DMVL-D
Unità interruttore con sezionatore e partenza cavo Unità interruttore con sezionatore e uscita sbarre
DE53535

DE59703

Gamma
24 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE59228

kA Ik/1s & Isc

25

20

16 Ir = 630 A

12.5
Ur

7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b interruttore in vuoto tipo Evolis laterale
b comando interruttore tipo RI
b contatti ausiliari sull’interruttore
b sezionatore e sezionatore di terra a monte dell’interruttore
b comando sezionatore tipo CS
b sistema di sbarre trifase
b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione di chiuso
b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
b cella BT 100 mm
b n°3 trasformatori di corrente
b indicatori di presenza tensione
b LSC2A
b sezionatore di terra a valle dell’interruttore b sistema di sbarre a valle
b piastre di ammarro cavi unipolari

Accessori opzionali:
b unità: v vano aggiuntivo BT
v contatti ausiliari sul sezionatore v protezione a microprocessore tipo Sepam
v tre trasformatori di tensione fase-terra v cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
v resistenza antiferrorisonanza v mitigazione arco interno
v blocchi a chiave aggiuntivi b interruttore:
v resistenza anticondensa 50 W v comando motorizzato completo di sganciatori
v sistema sbarre superiori trifase 800 A v sganciatori di apertura e chiusura
v sistema di sbarre superiore trifase 1250 A v sganciatore a mancanza di tensione
v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV v contamanovre per comando manuale
v canalina superiore v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
v terna di scaricatori di sovratensione
v piastre di ammarro due cavi unipolari
v monitoraggio termico per 24 kV

M-183
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

CVM CVM
Unità contattore Unità contattore con fusibili

DE53528
DE53527

Gamma
24 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE59220

DE59221

kA Ik/1s & Isc kA Isc

25

10 20
Ir = 250 A
8
16
6.3
Ir = 400 A
12.5
Ur Ur

7.2 12 kV 7.2 12 kV

Unità base:
b contattore in vuoto b contamanovre sul contattore
b sezionatore e sezionatore di terra b vano aggiuntivo BT
b sezionatore di terra a valle del contattore b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b sistema di sbarre trifase b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione di chiuso
b contattore comando con ritenuta elettrica o b blocco a chiave sul contattore in posizione di aperto
contattore con aggancio meccanico b LSC2A
b sezionatore comando CS
b da uno a tre trasformatori di corrente
b contatti ausiliari sul contattore
b piastre di ammarro cavi unipolari
b indicatore di presenza tensione
b portafusibili per tre fusibili DIN
b sistema di segnalazione meccanico intervento fusibili
b contatto ausiliario intervento fusibili
Versione:
b LPCT (solo con Sepam serie 20, 40, 60, 80)

Accessori opzionali:
b unità: v sistema sbarre superiori trifase 800 A
v contatti ausiliari sul sezionatore v sistema sbarre superiore trifase 1250 A
v protezione a microprocessore tipo Sepam v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
v n°2 trasformatori di tensione fase-fase v monitoraggio termico per 24 kV
o n°3 trasformatori di tensione fase-terra v mitigazione arco interno
v resistenza antiferrorisonanza b contattore:
v blocchi a chiave aggiuntivi v interblocco meccanico
v resistenza anticondensa 50 W
b fusibili a percussore tipo DIN

M-184
CRM CRM
Unità contattore Unità contattore con fusibili

DE53528
DE53527

Gamma ww
24 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE57175

DE59224

kA Ik/1s & Isc kA Isc

25

10 20
Ir = 250 A
8
Ir = 400 A 16

12.5
Ur Ur

7.2 12 kV 7.2 12 kV

Unità base:
b contattore SF6
b sezionatore e sezionatore di terra a monte del contattore
b sezionatore di terra a valle del contattore
b sistema di sbarre trifase
b contattore comando con ritenuta elettrica o contattore con aggancio meccanico
b sezionatore comando CS
b da uno a tre trasformatori di corrente
b contatti ausiliari sul contattore
b piastre di ammarro cavi unipolari
b indicatore di presenza tensione
b contamanovre sul contattore
b vano aggiuntivo BT
b blocco a chiave sul sezionatore di linea in posizione di chiuso
b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione di chiuso
b blocco a chiave sul contattore in posizione di aperto
b LSC2A
b portafusibili per tre fusibili DIN

Accessori opzionali:
b unità: v sistema sbarre superiori trifase 800 A
v contatti ausiliari sul sezionatore v sistema sbarre superiore trifase 1250 A
v protezione a microprocessore tipo Sepam v kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
v n°3 trasformatori di tensione fase-terra v monitoraggio termico per 24 kV
v resistenza antiferrorisonanza v mitigazione arco interno
v blocchi a chiave aggiuntivi b contattore:
v resistenza anticondensa 50 W v interblocco meccanico
b fusibili a percussore tipo DIN

M-185
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

CM CM2 CMK
Unità di misura Unità di misura Unità di misura

DE53547

6065-mod
DE53546

Gamma
24 - 36 kV 24 - 36 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE59722

kA Ik/1s kA Ik/1s & Isc

E16904-mod
25 25

20 20
Ir = 50 A Ir = 50 A

16 16

12.5 12.5
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b sezionatore e sezionatore di terra a monte dei b indicatori presenza tensione
fusibili b sistema di sbarre
b sistema di sbarre trifase b fusibili BT
b comando CS b cella BT 100 mm
b sezionatore circuiti BT b n°3 trasformatori di tensione
b fusibili BT fase-terra
b tre fusibili tipo Fusarc CF b LSC1
b blocco a chiave sul sezionatore di terra in posizione
di chiuso
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b LSC2A
b tre trasformatori di tensione fase-terra b due trasformatori di tensione
b resistenza antiferrorisonanza fase-fase

Accessori opzionali:
b contatti ausiliari b resistenza anticondensa 50 W
b blocchi a chiave aggiuntivi b vano aggiuntivo BT
b disp. di segnalazione meccanica e contatto b sistema di sbarre superiore trifase
ausiliario di segnalazione intervento fusibili 800 A
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A b sistema di sbarre superiore trifase
b sistema di sbarre superiore trifase 800 A 1250 A
b cassonetto arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A) b kit ambienti severi per sbarre
b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV superiori 630 A 24 kV
b canalina superiore per 24 kV b cassonetto arrivo cavi dall’alto
b vano aggiuntivo BT (solo fino a 630 A)
b mitigazione arco interno

M-186
GBC-A GBC-B IMU
Unità per misura corrente e/o tensione Unità per misura corrente e/o tensione Unità arrico/partenza
Risalita sbarre con misura

DE53550

IMU_new
DE53549

Gamma
24 - 36 kV 36 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche
DE59709-mod2

kA Ik/1s kA Ik/1s kA Ik/1s


DE59709

IMU_new grafico
Ir = Ir =
25 25 25
1250 A 1250 A

20 20 20
Ir = Ir = Ir = 630
Ir = 630 - 800 - 1250 A 630 - Ir = 630 - 1250 A 630 -
16 1250 A 16 1250 A 16

12.5 12.5 12.5


Ur Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b n° 2 o 3 trasformatori di corrente per 24 kV b interruttore di manovra seionatore e
b n° 3 trasformatori di corrente per 36 kV sezionatore di terra
b sistema di sbarre b sistema di sbarre trifase
b sistema di sbarre trifase b comando CIT
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV b blocco a chiave sul sezionatore di messa a terra
b LSC1 b n° 2 o 3 trasformatori di corrente
b n°3 trasformatori di tensione fase-terra, in
alternativa n° 2 trasformatori di tensione fase-fase
b cella BT 100 mm
b piastre ammarro cavi
b LSC2A
b n° 3 trasformatori di tensione fase-terra b n° 3 trasformatori di tensione fase-terra
per 24 kV (GBC-A1) in alternativa
b n° 2 trasformatori di tensione fase-fase
per 24 kV (GBC-A2)
Versione:
b comando CI2»
Accessori opzionali:
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A b indicatori di presenza tensione
b sistema di sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV b contatti ausiliari
b canalina superiore per 24 kV b blocchi a chiave aggiuntivi
b vano aggiuntivo BT per 24 kV b sganciatori di apertura e chiusura
b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV b resistenza anticondensa 50 W
b mitigazione arco interno b sistema sbarre superiori trifase 800 A
b sistema sbarre superiori trifase 1250 A
b kit ambienti severi per sbarre superiori 630 A 24 kV
b canalina superiore
b vano aggiuntivo BT
b monitoraggio termico per 24 kV
b mitigazione arco interno
b cassonetto arrivo cavi dall’alto per 36 kV
(solo fino a 630 A)

M-187
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

GAM2 GAM GBM


Unità arrivo cavi Unità arrivo cavi Unità
Risalita sbarre destra/sinistra

DE53555

DE53553
DE53554

Gamma
24 - 36 kV 24 - 36 kV 24 - 36 kV
Caratteristiche elettriche
DE59719

DE59709

DE59709
kA Ik/1s kA Ik/1s kA Ik/1s

Ir = Ir = Ir =
25 Ir = 630 A 25 25
1250 A 1250 A 1250 A

20 20 20
Ir =
Ir = 630 - 800 A 630 - Ir = 630 - 1250 A Ir = 630 - 1250 A
16 1250 A 16 16

12.5 12.5 12.5


Ur Ur Ur

7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV 7.2 12 17.5 24 36 kV

Unità base:
b sistema di sbarre b sistema di sbarre
b indicatore di presenza tensione b sistema di sbarre trifase per risalita sbarre
b piastre di ammarro cavi unipolari destra/sinistra
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b LSC1 b LSC1
b sezionatore di terra a valle potere di
chiusura 25 kA rms
b comando CC per 24 kV
b comando CS per 36 kV

Accessori opzionali:
b rilevatori di guasto Easergy Flair b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b amperometro digitale b sistema di sbarre superiore trifase 800 A
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A per 24 kV
b sistema di sbarre superiore trifase 800 A per 24 kV b canalina superiore per 24 kV
b canalina superiore per 24 kV b vano aggiuntivo BT per 24 kV
b vano aggiuntivo BT per 24 kV b cassonetto arrivo cavi dall’alto per 36 kV
b cassonetto arrivo cavi dall’alto per 36 kV (solo fino a 630 A) (solo fino a 630 A)
b resistenza anticondensa 50 W per 24 kV b mitigazione arco interno
b piastre di ammarro due cavi unipolari
b mitigazione arco interno
b terna di scaricatori sovratensione b contatti ausiliari
per 36 kV (fino a 630 A) b blocchi a chiave
b monitoraggio termico b terna di scaricatori sovratensione per 24 kV
(fino a 630 A)

M-188
SM TM Kit estensione SM6-24
Unità con sezionatore Unità trasformatore MT/BT Advance 2014/2018
per ausiliari
DE59704

DE53557

DE58361_LG
Gamma
36 kV 36 kV
Caratteristiche elettriche
kA Ik/1s kA Ik/1s
DE59709

DE59722

25 25

20 20
Ir =
1250 A Ir = 50 A
16 16

12.5 12.5
Ur Ur

36 kV 36 kV

Unità base:
b sezionatore e sezionatore di terra b Adattamento per estensione SM6
b sistema di sbarre trifase Advance 2014/2018
b comando CS
b resistenza anticondensa 150 W per 36 kV
b LSC2A
b piastre di ammarro cavi unipolari b due fusibili tipo Fuasrc CF 6,3A
b blocco a chiave sul sezionatore di terra in b sezionatore circuiti BT
posizione di aperto b trasformatore di tensione (fase/fase)

Accessori opzionali:
b contatti ausiliari
b blocchi a chiave aggiuntivi
b sistema di sbarre superiore trifase 1250 A
b cassonetto per arrivo cavi dall’alto (solo fino a 630 A)
b mitigazione arco interno
b terna di scaricatori sovratensione per 36 kV b sistema di segnalazione meccanico
(fino a 630 A) e contatti ausiliari per intervento fusibili

M-189
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Monoblocco AT7-A(1) (non ampliabile) Monoblocco AT7-B(1) (non ampliabile)


Monoblocco Arrivo più protezione trasformatore tramite Monoblocco Arrivo più protezione trasformatore tramite
interruttore con uscita dall’alto interruttore con uscita dal basso
unifilare_AT7-A

unifilare_AT7-B

Gamma
24 kV 24 kV
Caratteristiche elettriche (2)
kA Ik/1s & Isc kA Ik/1s & Isc

25 25

20 20

16 16
Ir = 630 A Ir = 630 A
12.5 12.5
Ur Ur

7.2 12 17.5 24 kV 7.2 12 17.5 24 kV

Unità base:
b interruttore SF1 con comando RI b interruttore SF1 con comando RI
b sezionatore a monte dell’interruttore b sezionatore a monte dell’interruttore
b comando manuale CS b comando manuale CS
b sistema di sbarre b sistema di sbarre
b blocco a chiave sul sez. in posizione di aperto-chiuso b blocco a chiave sul sez. in posizione di chiuso
b blocco a chiave sul sez. di terra aperto-chiuso b blocco a chiave sui sezionatori di terra in chiuso
b indicatore di presenza tensione sull’arrivo cavi b blocco a chiave sull’interruttore in posizione di aperto
b n°3 trasformatori di corrente multirange LPCT b indicatore di presenza tensione sull’arrivo cavi
b trasformatore toroidale b n°3 trasformatori di corrente multirange LPCT
b cassonetto partenza cavi dall’alto con sez. di terra b trasformatore toroidale
b pannello per Sepam S20-S40 b canale risalita cavi MT in ingresso
b piastre di ammarro cavi unipolari b vano BT per Sepam S20-S40
b leva di manovra b piastre di ammarro cavi unipolari
b contatti ausiliari sull’interruttore b leva di manovra
b LSC2A b contatti ausiliari sull’interruttore
b LSC2A
Versione:
b n° 3 trasformatori di tensione fase-terra
b resistenza antiferrorisonanza
Accessori opzionali:
b unità: b unità:
v contatti ausiliari sul sezionatore v contatti ausiliari sul sezionatore
v contatti ausiliari sul sezionatore di terra v contatti ausiliari sul sezionatore di terra
v indicatore di presenza tensione sulla partenza cavi v indicatore di presenza tensione sulla partenza cavi
v resistenza anticondensa v resistenza anticondensa
v monitoraggio termico v monitoraggio termico
b interruttore: b interruttore:
v comando motorizzato completo di sganciatori v comando motorizzato completo di sganciatori
v sganciatori di apertura e chiusura v sganciatori di apertura e chiusura
v bobina di minima tensione v bobina di minima tensione
v contamanovre per comando manuale v contamanovre per comando manuale
v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione v riarmo meccanico sganciatore a mancanza di tensione
(1) Solo in versione non a tenuta arco interno (2) Per prestazioni superiori, consultare Schneider Electric

M-190
Caratteristiche secondo norma Accessori
CEI EN 61869-2
Trasformatori di corrente
Unità CRM CVM DM1-R DM1-A DM1-P DM1-G DMI-J DM2 DMVL-A DMVL-D GBC-A IMU DM1-A GBC-A
AT7-A GBC-B
TA tipo AT7-B
630 A 1250 A
ARJP1 b b
ARJP2 b b
ARJP3 b b
ARM3 b b b b b b b b b
ARM4 b b b b b b b b b
CS300 b b
TLP130 b b b b

Trasformatore tipo ARJP1/N2F


l Un avvolgimento primario
l doppio avvolgimento secondario per misura e protezione.
Corrente di breve durata massima ammissibile Ith (kA)
I1n (A) 10 20 30 50 75 100 150 200
Ith (kA) 1,2 2,4 3,6 6 10 10 10 10
t (s) 1
Misura 5A 15 VA - classe 0,5
e protezione 5A 2.5 VA - 5P20

Trasformatore tipo ARJP2/N2F


l Un avvolgimento primario
l doppio avvolgimento secondario per misura e protezione.
Corrente di breve durata massima ammissibile Ith (kA)
I1n (A) 50 100 200 400 600
Ith (kA) 25
t (s) 1
Misura 10 VA 15 VA 15 VA 15 VA 20 VA
e protezione 5A
classe 0,5 classe 0,5 classe 0,5 classe 0,5 classe 0,5
2,5 VA 2,5 VA 5 VA 5 VA 7,5 VA
5A
5P20 5P20 5P20 5P20 5P20

Trasformatore tipo ARJP3/N2F


l Un avvolgimento primario
l doppio avvolgimento secondario per misura e protezione.
Corrente di breve durata massima ammissibile Ith (kA)
I1n (A) 1000 1250
Ith (kA) 25
t (s) 1
Misura 1A 30 VA - classe 0,5
e protezione 1A 10 VA - 5P20
Misura 5A 30 VA - classe 0,5
e protezione 5A 10 VA - 5P20

Trasformatore tipo ARM4


l Avvolgimento primario o doppio avvolgimento primario
l fino a tre avvolgimenti secondari per misura e protezione
l tensione nominale max 7,2 - 12 - 17,5 - 24kV
l corrente nominale primaria fino a 630A (per unità SM6)
l correnti secondarie 5A o 1A
l versione con un avvolgimento secondario: ARM4/N1F
l versione con due avvolgimenti secondari: ARM4/N2F
l versione con tre avvolgimenti secondari: ARM4/N3F

ARM4

M-191
Guida alla cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Trasformatore tipo ARM3/N1F


l Singolo avvolgimento primario
l un avvolgimento secondario per misura e protezione.
Corrente di breve durata massima ammissibile Ith (kA)
I1n (A) 25 50 100 200 300 300
Ith (kA) 16 25
t (s) 1
Misura e 5A 7,5 VA - 5P10 2,5 VA - 5P30, 7,5 VA - 5P10 cl. 1 10 VA
protezione - 5P30

Trasformatore tipo ARM3/N2F


l Doppio avvolgimento primario
l doppio avvolgimento secondario per misura e protezione.
Corrente di breve durata massima ammissibile Ith (kA)
I1n (A) 25/50 50/100 100/200 200/400 300/600
Ith (kA) 12,5/25 21 25
t (s) 1
Misura 5A 7,5 VA
e protezione cl. 0,5
5A 5 VA 5P10 5 VA - 5P15 5 VA - 5P15
2 VA - 5P30 1 VA - 5P30

Trasformatori di corrente tipo CS300


l Avvolgimento primario a barra passante
l avvolgimento secondario per protezione
l da installare sull’interruttore SF
I1n (A) 300
Ith (kA) 16
t (s) 1
Misura 1A 1 VA 5P30
e protezione

Trasformatori di corrente LPCT


(Low Power Current Transformer) TLP130
l Multirange
l tensione di uscita diretta per misura e protezione
l connettore secondario RJ45-8 pti
l livello di isolamento 0,72 kV
l diametro interno 130 mm
Corrente primaria nominale min. 5A
Corrente primaria nominale 100 A
Corrente primaria nominale est. 1250 A
Uscita secondario nominale 22,5 mV
Classe di precisione per misura 0,5
Classe di precisione per protezione 5P
Fattore limite precisione 250
Corrente termica di breve durata 25 kA 1 s
Tensione max (Um) 0,72 kV
Tensione nomin. di tenuta alla frequenza di esercizio 3 kV

M-192
Caratteristiche secondo norma Tabella di sintesi per unità
CEI EN 61869-3Unità CM CM2 CRM CVM AT7-B DM1-P DMVL-A GBC-A DM1-A
CMK DM1-G DM1-J DMVL-D GBC-B 1250 A
TV tipo IMU
DM2
VRQ2/S2 b b b b b b b
VRQ2/S3 b b
VRC2/S1F b b
VRC1/S1 b
VRFR-n/S1 b

Trasformatore tipo VRQ2/S2 (fase/massa) 50 o 60 Hz


Tensione nominale (kV) 12 kV 24 kV
Tensione primaria (kV) 10/3 15/3 20/3 22/3 23/3
Tensione secondaria (V) 100/3
Potenza termica nominale (VA) 200
Prestazione nominale 1° secondario 15 VA cl. 0,5
Prestazione nominale 2° secondario 50 VA cl. 0,5 - 3P

Trasformatore tipo VRQ2/S3 (fase/massa) 50 o 60 Hz


Tensione nominale (kV) 12 kV 24 kV
Tensione primaria (kV) 10/3 15/3 20/3 22/3 23/3
Tensione secondaria (V) 100/3
Potenza termica nominale (VA) 200
Prestazione nominale 1° secondario 5 VA cl. 0,2
Prestazione nominale 2° secondario 5 VA cl. 0,2
Prestazione nominale 3° secondario 50 VA cl. 0,5 - 3P

Trasformatore tipo VRFR-n/S1 (fase/massa) 50 o 60 Hz


Tensione nominale (kV) 17,5
Tensione primaria (kV) 10/3 15/3
Tensione secondaria (V) 100/3
Potenza termica nominale (VA) 250
Classe di precisione 0,5
Prestazione nominale 30
per un avvolgimento primario (VA)

Trasformatore tipo VRC2/S1F (fase/fase) 50 o 60 Hz


Tensione nominale (kV) 24
Tensione primaria (kV) 10 15 20 22 23
Tensione secondaria (V) 100
Potenza termica nominale (VA) 500
Prestazione nominale 15 VA cl. 0,5 - 3P

M-193
Guida alla cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Trasformatore tipo VRC1/S1 (fase/fase) 50 o 60 Hz


l caratteristiche secondo norma CEI-EN 61869-3.
Tensione nominale (kV) 7,2
Tensione primaria (kV) 3,3 5 5,5 6 6,6
Tensione secondaria (V) 110 100 110 100 110
Potenza termica nominale (VA) 300
Classe di precisione 0,5
Prestazione nominale 100
per un avvolgimento primario (VA)

Gli scaricatori di sovratensione sono dispositivi che proteggono gli apparecchi


dalle sovratensioni atmosferiche e dalle sovratensioni di manovra.
Esistono differenti tipologie di scaricatori di sovratensione. Essi si possono
classificare in funzione delle modalità costruttive, dei valori di intervento o della
tipologia di sovratensioni rilevate:
l sovratensioni di natura temporanea: Tov (Temporary over voltage) che
originano da guasti impiantistici e che sono di natura non impulsiva;
l sovratemperatura di natura transitoria: tipicamente sovratensioni di manovra
che oscillano e durano pochi microsecondi;
l sovratensioni di natura impulsiva: generate da fulmini.
Gli scaricatori di sovratensione normalmente utilizzati in media tensione sono
costruiti in ossido metallico senza spinterometri e con un corpo in gomma-
silicone

Limitatori di sovratensione
Per unità IMP, GAM, DM1-A, DMVL-A
In (A) 630
Un (kV) 7,2 10 12 17,5 24
Corrente nominale di scarica 10 kA
Classe di scarica 1

M-194
Flair 21D, 22D, 23DM è una gamma Rilevatori di guasto
completa di rilevatori per la localizzazione Applicazioni e caratteristiche principali
dei guasti, in formato DIN, autoalimentati e La gamma di rilevatori di guasto Flair consente di migliorare la qualità di
servizio della vostra rete permettendo una rapida localizzazione dei guasti
integrabili automaticamente alla rete.
ottimizzando la produttività e l’affidabilità del vostro impianto:
Si tratta di prodotti che utilizzano l Segnalazione guasti tra le fasi e tra fase e terra
tecnologie all’avanguardia e che l visualizzazione delle impostazioni
permettono di rilevare il passaggio delle l visualizzazione delle fasi con guasto a terra
l visualizzazione della corrente di carico, dei valori di picco e della frequenza
correnti di guasto sulle linee MT
l segnalazione guasto di fase e rilevamento tensione (Flair 23DM)
con sistemi a neutro impedente, isolato e l comunicazione RJ45 (solo Flair 23DM).
messo a terra I rilevatori di guasto Flair sono affidabili e facili da utilizzare:
p Autoalimentati, assicurano l regolazione automatica sul posto
il rilevamento e la segnalazione l segnalazione guasto con LED o indicatore luminoso esterno
l 15 anni di vita per la batteria del Flair 22D
permanente del passaggio
l rilevamento guasti più preciso se il Flair 22D o 23DM viene collegato
della corrente di guasto ad un sistema di segnalazione presenza tensione (VPIS)
p Non richiedono regolazione l possibilità di premontaggio in fabbrica nei quadri o di installazione sul posto
e sono immediatamente funzionanti l facile integrazione sul posto senza bisogno di rimuovere i cavi MT utilizzando

(permettono inoltre diverse regolazioni un sensore di corrente split-type


manuali)
p Compatti con dimensioni conformi DIN Funzioni di rilevamento guasto
che ne facilitano l’installazione Rilevamento sovracorrente
in quadri e cabine MT l Modalità di regolazione automatica delle soglie di rilevamento guasto
modalità di regolazione manuale per superamento soglie e parametri speciali:
p Efficienti e smart, offrono la funzione l
¡ Flair 21D: 4 soglie di rilevamento da 200 A a 800 A, ogni 200 A,
digitale amperometro/massimo valore selezionabili con gli appositi microinterruttori
medio ¡ Flair 22D e Flair 23DM: 8 soglie di rilevamento da 100 A a 800 A, ogni 50 A
p Completi, la versione Flair 23DM integra ¡ incrementi configurabili con i tasti sul fronte.
l tempo di rilevamento guasto:
un sofisticato relè di segnalazione
¡ Flair 21D: 40 ms
presenza/assenza tensione con funzione ¡ Flair 22D e Flair 23DM (configurabile con i tasti sul fronte):
comunicazione RJ45 Modbus - Tipo A da 40 a 100 ms con incrementi di 20 ms
- Tipo B da 100 a 300 ms con incrementi di 50 ms.

Rilevamento guasto a terra


Il rilevatore controlla le tre fasi per rilevare eventuali variazioni di corrente (di/
dt), applicando una temporizzazione di 70 s per la conferma del guasto da
parte del dispositivo di protezione a monte.
l Modalità di regolazione automatica delle soglie di rilevamento guasto
l modalità di regolazione manuale per superamento soglie e parametri speciali:
¡ Flair 21D: 6 soglie di rilevamento da 40 a 160 A, regolabili con gli appositi
microinterruttori
¡ Flair 22D e Flair 23DM (configurabili con i tasti sul fronte):
- Tipo A da 20 a 200 A, con incrementi di 10 A
- Tipo B da 5 a 30 A con incrementi di 5 A e da 30 a 200 A con incrementi di 10 A.
l fFunzione inrush: evita rilevamenti non necessari in caso di accensione grazie
ad una temporizzazione di 3 s alla messa in tensione della rete.
La funzione Temporizzazione di picco può essere disattivata mediante
configurazione del Flair 22D e 23DM.

Funzione di segnalazione guasto


Segnalazione
Alla conferma del rilevamento del guasto si accende il dispositivo di
segnalazione:
l segnalazione guasto con LED rosso sul pannello frontale
l segnalazione guasto di fase (terra) su display LCD
l possibilità di segnalazione a distanza del guasto con indicatore luminoso
esterno
l sttivazione di un contatto di segnalazione al sistema SCADA.

Reset segnalazione
l Reset automatico su ritorno di corrente (temporizzazione configurabile sui
rilevatori Flair 22D e Flair 23DM)
l reset manuale con pulsante sul fronte
l reset tramite ingresso Reset esterno
l reset con temporizzazione: fissa (4 ore) per Flair 21D e regolabile con i tasti
sul fronte (da 2 a 16 ore) per Flair 22D e Flair 23DM.

M-195
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

La gamma di rilevatori di guasto Flair 21D, Visualizzazione


22D, 23DM integra un sistema l La corrente di carico è visualizzata permanentemente
l in caso di rilevamento guasto viene indicata la fase con presenza guasto
di rilevamento composto da indicatori e TA
l con i tasti del pannello frontale è possibile visualizzare in successione i valori di
dedicati. I TA sono essere installati intorno regolazione e le misure
ai cavi MT.
Tabella di scelta

Flair
Flair 21D Flair 22D Flair 23DM
Alimentazione Autoalimentato b b b
Test
Reset Doppia alimentazione b (1) b
L1 Rilevamento Sovracorrente b b
L2
A
I max.
L3 Guasto a terra b b
Esc
Easergy Visualizzazione Amperometro b b
Flair 22D
(LCD a 4 cifre) Amperometro di massima
EMS58352
corrente b b
Interfaccia SCADA (relè) b b
Indicatore luminoso esterno b b
Reset esterno b b
Configurazione estesa (tastiera) b b
Schemi di collegamento Comunicazione Contatti ausilairi b
Porta di comunicazione seriale b
L3 (1) Con batteria al litio
L2
Caratteristiche dei prodotti
L1
Modello Descrizione
Rilevatore presenza guasto autoalimentato
Flair 21D Rilevatore autoalimentato
Indicatore luminoso esterno alimentato da batteria (BVP)
Rilevatore presenza guasto con doppia alimentazione

FLAIR 21D Flair 22D Rilevatore autoalimentato e con batteria al litio


Reset Segnalazione
Indicatore luminoso esterno alimentato dal Flair (BVE)
L3 Opzione TA omopolare (configurazione tipo B)
L2 Interfaccia con VPIS-VO possibile per conferma guasto per assenza
tensione
L1
Opzione Rilevatore presenza guasto con doppia alimentazione e segnalazione presenza/
VPIS-VO assenza tensione
Flair 23DM Rilevatore con alimentazione esterna 24-48 Vdc e autoalimentato
Indicatore luminoso esterno alimentato dal Flair (BVE)
Opzione TA omopolare (configurazione tipo B o C)

FLAIR 22D Rilevatore presenza e assenza tensione (come per VD23)


Reset Segnalazione
Interfaccia con VPIS-VO necessaria per rilevamento presenza tensione
L3
L2
Applicazioni standard
L1
Opzione Flair 21D Non richiede manutenzione nè regolazione del rilevatore
VPIS-VO
Flair 22D Rilevatore di guasto per reti con corrente di carico molto bassa
(< 2 A) con possibilità di regolazioni manuali
(1) Flair 23DM Adatto alle applicazioni di Automazione delle linee. Trasmissione
misure di corrente, segnalazione passaggi guasto e interruzioni della
tensione al sistema SCADA tramite porta di comunicazione seriale.
FLAIR 23DM L'associazione delle funzioni indicatore di guasto e rilevatore di
Reset Segnalaz. Contatti aux 24-48Vcc tensione lo rende ideale per l'utilizzo con i sistemi di trasferimento
automatico ATS (Automatic Transfer System)
(1) Com RS485

M-196
Protezione dei trasformatori
Scelta della corrente nominale
Per poter scegliere correttamente la corrente nominale del fusibile per la
protezione del trasformatore, occorre conoscere e tenere in considerazione:
l le caratteristiche del trasformatore
¡ tensione di esercizio (kV)
¡ potenza (P in kVA)
¡ tensione di corto-circuito (Ucc in %)
¡ corrente nominale

l le caratteristiche dei fusibili


¡ caratteristiche tempo/corrente (If 0,1s e If 2 s)
¡ corrente minima d’interruzione (I3)
l le condizioni d’installazione e d’impiego
¡ a giorno, in unità isolate in aria oppure in gas SF6, ecc.
l la presenza o meno di sovraccarichi permanenti.

Il codice colore è legato alla tensione nominale del fusibile


Corrente nominale in A, impiego senza sovraccarico a –5°C < t < 40°C.
d Consultateci per sovraccarichi e impiego a temperature superiori a 40°C.

Fusibile tipoTensione Calibro del trasformatore (kVA) Tensione


nominale 25 50 100 125 160 200 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 nominale
(kV) (kV)
Fusarc CF  (caso generale per QM, secondo norma CEI-EN 62271-105)
3,3 16 25 40 50 50 80 80 100 125 125 160(1) 200(1) 7.2
5 10 16 31,5 40 40 50 63 80 80 125 125 160(1)
5,5 10 16 31,5 31,5 40 50 50 63 80 100 125 125 160(1) 160(1)
6 10 16 25 31,5 40 50 50 63 80 80 125 125 160(1) 160(1)
6,6 10 16 25 31,5 40 50 50 63 80 80 100 125 125 160(1)
10 6,3 10 16 20 25 31,5 40 50 50 63 80 80 100 100 125(1) 200(1) 12
11 6,3 10 16 20 25 25 31,5 40 50 50 63 80 100 100 125(1) 160(1)
13,8 6,3 10 16 16 20 25 31,5 31,5 40 50 50 63 80 80 100(1) 125(1) 125(1) 17,5
15 6,3 10 10 16 16 20 25 31,5 40 50 50 63 80 80 100(1) 125(1) 125(1)
20 6,3 6,3 10 10 16 16 25 25 31,5 40 40 50 50 63 80 100(1) 125(1) 24
22 6,3 6,3 10 10 10 16 20 25 25 31,5 40 40 50 50 80 80 100(1)
Fusarc CF per trasformatori a secco (2)
30 10 10 16 20 25 31,5 31,5 50 50 63 63 36
31,5 10 10 16 20 25 25 31,5 50 50 63 63
33 6,3 10 16 20 25 25 31,5 40 50 50 63
34,5 6,3 10 16 20 25 25 31,5 40 50 50 63
Fusarc CF per trasformatori con isolamento in olio (2)
30 10 10 16 20 25 31,5 31,5 40 40 50 63 36
31,5 10 10 16 20 25 31,5 31,5 40 40 50 63
33 10 10 16 20 25 25 31,5 31,5 40 40 50
34,5 10 10 16 20 25 25 31,5 31,5 40 40 50
(1) Consultateci
(2) Questa tabella è realizzata in accordo alle caratteristiche tecniche dei nostri trasformatori, le caratteristiche dei trasformatori e dei fusibili possono
cambiare a seconda dei produttori e delle norme.

M-197
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Curva di fusione 3.6 - 7.2 - 12 - 17.5 - 24 - 36 kV

4A

6.3 A

10 A
16 A
20 A
25 A
31.5 A
40 A
50 A
63 A
80 A
100 A

125 A

160 A
200 A

250 A
1000
8
Tempi
6 (s)
4

100
8
6
4

10
8
6
4

1
8
6
4

0.1
8
6
4

0.01
2 4 6 8 2 4 6 8 2 4 6 8
10 100 1000 10000
Valore max istantaneo della corrente limitata interrotta (kA picco) Corrente (A)

Curva di limitazione 3.6 - 7.2 - 12 - 17.5 - 24 - 36 kV

Il diagramma riporta il valore massimo istantaneo della 100


corrente limitata interrotta in funzione del valore efficace 8
della corrente che avrebbe potuto stabilirsi in assenza del 2
fusibile.
6
Ik 2
8
1. Ik 250 A
4 = =
Ia Is 200 A
160 A
125 A
2
100 A
80 A
63 A
10 50 A
8 40 A
6 31.5 A
25 A
20 A
4 16 A
10 A
6.3 A
2

1
8 4A

0.1
6 8 2 4 6 8 2 4 6 8 2 4 6 8
0.1 1 10 100

Valore efficace della corrente interrotta presunta (kA)

M-198
Protezione motori
La corrente nominale dei fusibili installati nelle unità dipende dai seguenti criteri:
l corrente nominale motore In
l corrente di avviamento Id
l la frequenza degli avviamenti.
La corrente nominale dei fusibili viene calcolata in modo tale che una corrente
pari al doppio della corrente di avviamento non provochi la fusione del fusibile
per un periodo uguale al tempo di avviamento.
Nella tabella a lato sono riportate le correnti nominali dei fusibili da utilizzare
in base ai seguenti criteri:
l avviamento diretto DOL
l Id/In y 6
l pf = 0,8 (P y 500 kW) o 0,9 (P > 500 kW)
l η = 0,9 (P y 500 kW) o 0,94 (P > 500 kW).
I valori indicati si riferiscono a fusibili Fusarc (secondo norma DIN 43-625).

Esempio:
Consideriamo un motore 950 kW a 5 kV.
P
In = = 130 A
pf

Id = 6 x In = 780 A
Selezionare il valore successivo più alto, es. 790 A.
Per 5 avviamenti di 5 secondi all’ora scegliere fusibili da 200 A.

Nota: lo stesso motore non sarebbe protetto per 12 avviamenti all’ora dal momento
che la tensione di esercizio max per i fusibili da 250 A è uguale a 3.3 kV.

Scelta dei fusibili per unità CRM


Il codice colore è legato alla tensione nominale del fusibile.
Corrente di avv. Durata avviamento (s) Tensione max
(A) 5 10 20 di esercizio (kV)
Id/In = 6
Numero di avviam. all’ora
6 12 6 12 6 12

1410 250
1290 250 250 250
1140 250 250 250 250 250
1030 250 250 250 250 250 250 3.3
890 250 250 250 250 250 250
790 200 250 250 250 250 250
710 200 200 200 250 250 250
640 200 200 200 200 200 250
610 200 200 200 200 200 200 6.6
540 160 200 200 200 200 200
480 160 160 160 200 200 200
440 160 160 160 160 160 200
310 160 160 160 160 160 160
280 125 160 160 160 160 160
250 125 125 125 160 160 160
240 125 125 125 125 125 160
230 125 125 125 125 125 125
210 100 125 125 125 125 125
180 100 100 100 100 100 125
170 100 100 100 100 100 100 11

M-199
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Collegamento cavi ed esempi d’installazione


Collegamento cavi dry-type
La durata nel tempo delle apparecchiature delle cabine BT/MT dipende da tre
fattori chiave:
l corretta realizzazione dei collegamenti
Le terminazioni termorestringenti o autoestinguenti garantiscono facilità
d’installazione ed una conseguente maggior durata nel tempo.
Questo tipo di connessioni facilitano l’utilizzo in ambienti inquinati
e in condizioni ambientali severe;
l impatto dell’umidità relativa
L’utilizzo di un dispositivo anticondensa è essenziale in condizioni climatiche
ad elevato tasso di umidità e con grandi sbalzi di temperatura;
l controllo della ventilazione
La dimensione delle griglie di ventilazione deve essere adatta alla potenza
dissipata dalla cabina. Devono essere installate solo nell’area trasformatore.

I cavi di alimentazione sono collegati:


l ai codoli predisposti
l ai portafusibili inferiori
l ai connettori dell’interruttore-sezionatore.

I cavi con capocorda bimetallico possono avere:


l capicorda circolare per cavi y 240 mm2
l capicorda quadrati solo per cavi > 240 mm2.
Circolare
I capocorda sono realizzati con pressatura a freddo
L’esperienza Schneider Electric consiglia di scegliere questa tecnologia
ovunque sia possibile per assicurare una maggior durata nel tempo.
l Sezione massima ammessa per i cavi:
¡ 630 mm2 per unità arrivo e partenza 1250 A
¡ 240 mm2 per unità arrivo e partenza 630 A
¡ 120 mm2 per unità contattore
¡ 95 mm2 per unità trasformatore con fusibili.
Quadrati per unità 630 A con cavi uguali o superiori a 300 mm2 consultateci.
L’accesso allo scomparto è impedito da un interblocco ed è possibile solo con
sezionatore di terra chiuso.
La profondità ridotta dello scomparto facilita il collegamento di tutte le fasi.
Il codolo per il collegamento dei cavi MT per le unità AT7-A e QM hanno un bullone
Inserire disegno del terminale mt preso dal manuale
Ø 10,tutte le altre unità hanno bulloni Ø 12 con coppia di serraggio 50 mN.
di installazione degli SM6

Cavi unipolari a secco


Terminazioni a secco corte
Caratt. elettriche Tipo capocorda Sezione mm2 Produttori Numero di cavi Note
da 3 a 24 kV Circolare da 35 a 240 mm2 Tutte le marche di cavi a freddo: 1 o 2 per fase Per sezioni maggiori e altri
630 A Silec, 3M, Pirelli, Raychem, ecc. tipi di cavi o capocorda
consultateci
da 3 a 24 kV Circolare da 35 a 630 mm2 Tutte le marche di cavi a freddo: 1 o 2 per fase Per sezioni maggiori e altri
1250 A Silec, 3M, Pirelli, Raychem, ecc. y 400 mm2 tipi di cavi o capocorda
consultateci
Rettangolare > 300 mm2 400 < 1 y 630 mm2
ammessa per fase

Cavi tripolari a secco


Terminazioni a secco corte
Caratt. elettriche Tipo capocorda Sezione mm2 Produttori Numero di cavi Note
da 3 a 24 kV Circolare da 35 a 240 mm2 Tutte le marche di cavi a freddo: 1 per fase Per sezioni maggiori e altri
630 A Silec, 3M, Pirelli, Raychem, ecc. tipi di cavi o capocorda
consultateci
da 3 a 24 kV Circolare da 35 a 630 mm2 Tutte le marche di cavi a freddo: 1 per fase Per sezioni maggiori e altri
1250 A Silec, 3M, Pirelli, Raychem, ecc. tipi di cavi o capocorda
consultateci

Nota:
I morsetti coperti da un ripartitore di campo possono essere quadrati
Unità PM/QM, capicorda con occhiello Ø 30 mm max

M-200
Dimensioni e pesi
Tipo di unità Altezza Larghezza Profondità peso
(mm) (mm) (mm) (kg)
monoblocco AT7-A 2050 750 1220 430
monoblocco AT7-B 1875 875 1220 390

AT7-A AT7-B

2050 1875

80 840 100 80 840 100


200 200

Preparazione del pavimento


Per assicurare la tenuta d’arco interno il fissaggio a pavimento deve essere
realizzato rispettando i seguenti requisiti:
l linearità: 2 mm / 3 m (part.1)
l planarità: 3 mm massimo (part.2)
Tutti gli elementi che permettono l’evacuazione dei gas (condotto, involucro,
ecc.) devono essere in grado di supportare un carico di 250 kg/m2.
1

Fronte
quadro

Fissaggio delle unità


Tra loro
Le unità componenti un quadro sono fissate le une alle altre tramite viteria
fornita di serie. L’accoppiamento delle sbarre si effettua tramite chiave
dinamometrica regolata a 28 mN.
Al suolo
l per quadri composti da un massimo di tre unità, i quattro angoli del quadro
devono essere fissati a pavimento utilizzando:
¡ tasselli M8 (non forniti)
¡ viti fissate con cemento

lper quadri composti da più di tre unità è necessario fissare a pavimento


ogni singola unità.
l nelle unità interruttore o contattore gli elementi di fissaggio devono essere
installati sul lato opposto all’apparecchiatura.

M-201
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Per progettare, realizzare, assemblare, Cabina prefabbricata


sottoporre alle prove di tipo e collaudare Posizione delle unità in una cabina
in stabilimento il prodotto finito i costruttori Con il termine cabina prefabbricata si intende un modulo già pronti nei quali
di cabine elettriche prefabbricate devono vengono ubicati gli apparati. E’ costituita da un involucro contenente uno o
seguire la regola tecnica più trasformatori, apparecchiatura di manovra di bassa e media tensione,
interconnessioni BT e MT in cavo, impianti ausiliari e può essere installata in
l CEI EN 62271-202 classificazione
luoghi accessibili o meno al pubblico.
italiana CEI 17-103 (ex CEI EN 61330).
Posizionamento nel locale e dimensionamento della cabina
PE57168

Per il posizionamento del quadro MT e il dimensionamento della cabina sono


da tenere in considerazione le seguenti informazioni:
l dimensioni del quadro;
l distanza del quadro dalla parete;
l minimi spazi liberi sui lati del quadro per il montaggio e per le operazioni
di manutenzione;
l numero, dimensioni e posizione delle porte di accesso al locale.
l dimensioni e posizione delle vie di fuga;
Per quest’ultimo punto bisogna fare riferimento alla Norma CEI EN 61936-1
classificata CEI 99-2. Da essa si deduce che :
l se l’interruttore e fisso: occorre prevedere sul fronte del quadro MT
uno spazio libero di almeno 800 mm
l se l’interruttore estraibile: occorre prevedere sul fronte del quadro MT uno
spazio libero di almeno di 800 mm più la larghezza della porta della stessa UF,
L’altezza del locale deve essere almeno corrispondente all’altezza usata in sala
prove per la verifica della tenuta all’arco interno;
Tutti gli altri dati sono da reperire sui cataloghi dei costruttori.

Sfogo dei gas incandescenti prodotti dall’eventuale arco interno


Un’importante informazione, da includere nel progetto, è come direzionare il
flusso dei gas incandescenti prodotti da un arco interno, ciò al fine di evitare
che tale flusso possa interessare/ investire il personale presente in cabina.
Le soluzioni tecnicamente disponibili sono le seguenti:
l per evitare la fuoriuscita di gas incandescenti e la creazione di sovrapressioni
all’interno della cabina è possibile richiedere lo scarico al di fuori del locale,
secondo una delle varie possibilità offerte dai costruttori.
In questo caso occorre predisporre un opportuno condotto di scarico del gas,
prestandoattenzione all’accessibilità delle persone alla zona di fuoriuscita dello
stesso e proteggendo l’estremità del condotto in modo da evitare l’ingresso
di acqua, polvere, piccoli animali e corpi estranei;
l un’altra soluzione prevede sfoghi verso il sottopavimento o cunicolo cavi,
ponendo attenzione a ridurre la possibilità che i cavi vengano danneggiati
dagli effetti dell’arco interno. In questo caso è utile fornire al costruttore la
dimensione minima dello scarico;
l altre soluzioni prevedono lo scarico dei gas in cabina. In questo caso è
importante chiedere al costruttore le condizioni necessarie ad assicurare la
rispondenza dell’installazione alle prove di tipo effettuate sul quadro MT;
tipicamente la cabina deve avere una altezza non inferiore a quella usata
durante le prove di tipo,
l esiste infine la possibilità di richiedere un quadro MT con unità dotate di filtri
per la tenuta nall’arco. In questo caso i gas vengono convogliati all’interno del
filtro che provvede a raffreddarli e ad abbassare la pressione prima che siano
rilasciati all’interno del locale.
Sistema di canalizzazione della pressione verso l’eserno
(1a immagine) o verso il retro (2a immagine) o verso il basso
(3a immagine ) o l’alto (4a immagine).

1 Apertura nella soletta


2 Direzione dello scarico della pressione
3 Lamiera striata
4 Rivestimento di fondo a prova di pressione,
asportabile per il collegamento cavi, TA
5 Luce totale minima dell’apertura (chiedere al costruttore)

M-202
Condotto di sfogo gas
PE57235

Prolungamento
del condotto Per permettere l’evacuazione dei gas dall’alto è necessario installare un
(non fornito) condotto da fissare alla flangia di raccordo sulla destra o sinistra del quadro.
L’estremità del condotto dovrà bloccare l’entrata di acqua, polveri, umidità,
animali, ecc. permettendo al contempo l’evacuazione dei gas in un’area
dedicata attraverso un dispositivo posto all’estremità esterna del condotto di
Flangia di
sfogo (non fornito).
raccordo
(fornita) Con evacuazione in alto a sinistra
(altezza soffitto u 2150 mm)

DE58651
Esempio di condotto di sfogo gas
Il condotto di evacuazione deve essere realizzato in metallo 569
di spessore adeguato a garantire la tenuta a pressioni
elevate e gas caldi.
400 400

1600

Nota: quote in millimetri.

M-203
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Sepam è in conformità con i seguenti Relè di protezione MT Sepam e Easergy


standard:
Relè di protezione Sepam
l IEC 61850
Scegliete la semplicità
l IEC 60870-5-103 Con i relè di protezione multifunzionali Sepam, è possibile misurare, gestire,
analizzare e produrre diagnosi per tutte le applicazioni di un impianto.
l DNP3
La modularità della gamma rende semplice scegliere il relè che corrisponde
l Modbus esattamente alle proprie necessità.
La gamma è strutturata per le applicazioni tipiche (sottostazioni, trasformatori,
generatori, condensatori, sbarre di distribuzione
e motori) e fornisce le funzioni necessarie per ciascuna applicazione
(protezione, misura, controllo e monitoraggio ecc.).
Iniziando con un’unità di base Sepam, è possibile costruire soluzioni complete
aggiungendo moduli di ingresso/uscita, sensori e moduli di comunicazione.
Rendere facile la configurazione
Un solo software PC di parametrizzazione per l’intera gamma Sepam rende
particolarmente facile l’avviamento e l’uso del sistema.
L’intuitivo programma guida passo dopo passo dalla programmazione iniziale
alla messa in servizio finale. Sepam produce un rapporto dettagliato
sulla configurazione del sistema e su tutte le funzioni di protezione attivate.
Nei Sepam serie 60 e serie 80, l’intera configurazione viene salvata
in una cartuccia di memoria a cui si può accedere dalla parte anteriore,
ad esempio al momento di sostituire un’unità.
Comunicare in modo aperto
Sepam è in conformità con IEC 61850 e utilizza il protocollo di comunicazione
che rappresenta lo standard sul mercato al giorno d’oggi per l’interfaccia
con tutti i marchi di dispositivi di distribuzione elettrica.

Relè di protezione VIP


I VIP fanno parte di una catena di protezione completa.
Questa catena di protezione non può essere separata e include i sensori
di corrente dedicati, il relè di protezione VIP e l’unità di scatto Miltop.
L’uso di un sensore di corrente dedicato consente di graduare le prestazioni
complete della catena di protezione. Non è necessario uno studio di
dimensionamento nella scelta dei sensori. I sensori di corrente di fase dei VIP
sono di tipo dual core e forniscono l’alimentazione e il segnale di misurazione
separatamente.
l Facili da installare: sono compatti.
Sono tenuti in posizione da catture che sono bloccate e sbloccate dalla parte
anteriore. I terminali di connessione sono chiaramente identificati.
I collegamenti del sensore e del dispositivo di scatto Miltop sono prefabbricati.
l Veloci per la messa in servizio: richiedono l’inserimento dei parametri
predefiniti. Le loro impostazioni vengono immesse sul pannello frontale
tramite il display e la tastiera appositi.
Possono essere messi in servizio senza utilizzare un PC.
l Semplifica il funzionamento delle sottostazioni: le opzioni di
personalizzazione dei VIP consentono di adattarli a vincoli operativi specifici.
l Robusti: la custodia è realizzata in materiale isolante.
È in grado di resistere ad ambienti difficili: grado di protezione del pannello
frontale IP54; intervallo di temperature di funzionamento da -40 ° C a 70 ° C.

M-204
Guida alla scelta
Serie 20

Protezioni
Corrente b b
Tensione b b
Frequenza b b
Specifiche disaccoppiamento
guasto
per derivata di
interruttore frequenza

Applicazioni
Sottostazione S20
(4)
S24

Sbarre B21 B22


Trasformatore T20 T24
Motore M20
Generatore
Condensatore
Caratteristiche
Ingressi e uscite Ingressi da 0 a 10 da 0 a 10
logici Uscite da 4 a 8 da 4 a 8
Sensori di temperatura da 0 a 8 da 0 a 8
Canale Corrente 3I + Io
Tensione 3V + Vo

LPCT (1) Sì
Porte di comunicazione da 1 a 2 da 1 a 2
IEC61850 Protocollo Sì
Ridondanza

Messaggi Goose

Controllo Matrice (2)


Sì Sì
Editor equazioni logiche
Logipam (3)
Cartuccia di memoria
Altro con impostazioni
Batteria di riserva

(1) LPCT: trasduttore di corrente a bassa tensione conforme con la norma IEC 60044-8.
(2) Matrice di controllo per una semplice assegnazione delle informazioni provenienti dalle funzioni di protezione, controllo e monitoraggio.
(3) Linguaggio a contatti Logipam (ambiente di programmazione PC) per un uso completo delle funzioni di Sepam serie 80.
(4) Conforme CEI 0-16
(5) Batteria standard al Litio sostituibile su fronte Relè tipo 1/2 AA formato 3.6 V.

M-205
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Guida alla scelta


Serie 40 Serie 60

Protezioni
Corrente b b b b b b b b
Tensione b b b b b b b
Frequenza b b b b b b b
Specifiche massima corrente massima corrente massima corrente massima corrente massima corrente
di terra direzionale di fase e di terra di terra direzionale di terra direzionale di fase e di terra
direzionale direzionale

Applicazioni
(6) (6) (6)
S40 S41 S42 S43 S44 S60 S62
(4) (4) (4) (4) (5)
S50 S51 S52 S53 S54

Sbarre
Trasformatore T40
(5)
T42
(5)
T60
T50 T52

Motore M40 M41 M61

Generatore G40 G60 G62

Condensatore C60

Caratteristiche
Ingressi da 0 a 10
Uscite da 4 a 8 da 4 a 16
Sensori di temperatura da 0 a 16 da 0 a 16
Corrente 3I + Io 3I + Io
Canale
Tensione 3V, 2U + Vo 3V, 2U + Vo o Vnt
LPCT (1) Sì Sì
Porte di comunicazione da 1 a 2 da 1 a 2
IEC61850 Protocollo Sì Sì
Ridondanza Sì Sì
Matrice (2) Sì Sì
Controllo Editor equazioni logiche Sì Sì
Logipam (3)
Cartuccia di memoria 48 ore Batteria al litio (7)
Altro con impostazioni
Batteria di riserva Sì

(1) LPCT: trasduttore di corrente a bassa tensione conforme con la norma IEC 60044-8.
(2) Matrice di controllo per una semplice assegnazione delle informazioni provenienti dalle funzioni di protezione, controllo e monitoraggio.
(3) Linguaggio a contatti Logipam (ambiente di programmazione PC) per un uso completo delle funzioni di Sepam serie 80.
(4) Le applicazioni S5X sono identiche alle applicazioni S4X con le seguenti funzioni aggiuntive:
b desensibilizzazione della protezione di massima corrente di fase e di terra,
b rilevamento rottura conduttore,
b localizzatore guasti.

M-206
Serie 80

b b b b b b b b
b b b b b b b b
b b b b b b b b
massima corrente massima disaccoppiamento differenziale differenziale protezione di tensione e squilibrio gradini
di terra direzionale corrente di fase e per derivata trasformatore e macchina di frequenza per sbarre di condensatori
di terra di frequenza trasformatore- di distribuzione
direzionale macchina

(6) (6) (6) (6)


S80 S81 S82 S84

B80 B83

T81 T82 T87

M81 M88 M87

G82 G88 G87

C86

da 0 a 42 da 0 a 42 da 0 a 42 da 0 a 42
da 5 a 23 da 5 a 23 da 5 a 23 da 5 a 23
da 0 a 16 da 0 a 16 da 0 a 16 da 0 a 16
3I + 2 x Io 2 x 3I + 2 x Io 3I + Io 2 x 3I + 2 x Io
3V + Vo 3V + Vo 2 x 3V + 2 x Vo 3V + Vo
Sì Sì Sì Sì
da 2 a 4 da 2 a 4 da 2 a 4 da 2 a 4

Sì Sì Sì Sì
Sì Sì Sì Sì
Sì Sì Sì Sì
Sì Sì Sì Sì
Batteria al litio (7) Batteria al litio (7) Batteria al litio (7) Batteria al litio (7)
Sì Sì Sì Sì

(5) Le applicazioni T5X sono identiche alle applicazioni T4X con le seguenti funzioni aggiuntive:
b sensore a carico freddo della sovracorrente di fase e per guasto di terra,
b rilevamento cavo rotto.
(6) Conforme CEI 0-16.
(7) Batteria standard al Litio sostituibile su fronte Relè tipo 1/2 AA formato 3.6 V.

M-207
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Tabelle di scelta
Sottostazione Trasformatore Motore Sbarra di distribuzione
Protezioni Codice ANSI S20 (6)(5) S24 (4) T20 T24 (4) M20 B21 (3) B22
Massima corrente di fase 50/51 4 4 4 4 4
Desensibilizzazione della protezione CLPU 50/51 1 1
di massima corrente di fase
Massima corrente di terra/Terra sensibile 50N/51N 4 4 4 4 4
50G/51G.
Desensibilizzazione della protezione di CLPU 50/51N 1 1
massima corrente di terra
Guasto interruttore 50BF 1 1
Massima corrente inversa 46 1 1 1 1 1
Immagine termica 49RMS 2 2 2
Minima corrente di fase 37 1
Blocco rotore, avviamento prolungato 48/51LR/14 1
Controllo del numero di avviamenti 66 1
Minima tensione diretta 27D/47 2 2
Minima tensione rimanente 27R 1 1
Minima tensione concatenata 27 2 2
Minima tensione di fase 27S 1 1
Massima tensione concatenata 59 2 2
Massima tensione rimanente 59N 2 2
Massima frequenza 81H 1 1
Minima frequenza 81L 2 2
Derivata di frequenza 81R 1
Richiusore (4 cicli) 79 v v
Termostato / Buchholz 26/63 v v
Controllo sonde termiche (8 sonde) 38/49T v v v
Misure
Corrente di fase I1, I2, I3 RMS, corrente residua Io b b b b b
Corrente media I1, I2, I3, massimi valori medi delle correnti di fase IM1, IM2, b b b b b
Tensione U21, U32, U13, V1, V2, V3, tensione rimanente Vo b b
Tensione diretta Vd / senso di rotazione b b
Frequenza b b
Temperatura v v v
Diagnostica rete e macchine
Correnti di sgancio I1, I2, I3, Io b b b b b
Tasso di squilibrio / corrente inversa Ii b b b b b
Oscilloperturbografia b b b b b b b
Riscaldamento b b b
Tempo di funzionamento residuo prima di uno sgancio dovuto ad un b b b
Tempo di attesa dopo uno sgancio dovuto ad un sovraccarico b b b
Contatore / tempo di funzionamento b b b
Corrente e durata avviamento b
Tempo d’interdizione all’avviamento, numero di avviamenti
b
prima dell’interdizione
Rilevamento di guasti nell’arco dei cavi b b b b b b b
Diagnostica interruttore
Sommatoria correnti interrotte b b b b b
Controllo circuito comando v v v v v v v
Numero di manovre, tempo di manovra, tempo di riarmo v v v v v
Controllo e comando Codice ANSI
Comando interruttore / contattore (1) 94/69 v v v v v v v
Riarmo, tacitazione 86 b b b b b b b
Selettività logica 68 v v v v v
Cambio banco di regolazioni b (2) b (2) b (2) b (2) b (2)
Segnalazione 30 b b b b b b b
Moduli complementari
8 ingressi sonde - modulo MET148-2 v v v
1 uscita analogica basso livello - modulo MSA141 v v v v v v v
Ingressi/uscite logiche - MES114 (10I/4U) v v v v v v v
Interfaccia RS 485 - modulo ACE949-2 (2 fili) o ACE959 (4 fili), ECI850 v v v v v v v
b standard, v a seconda della configurazione dei parametri e dei moduli ingressi/uscite opzionali MES114 o MET148-2.
(1) Per bobina a lancio di corrente o di minima tensione.
(2) Possibilità di scelta tra l’opzione selettività logica o passaggio da un banco di regolazioni da 2 soglie ad un altro banco da 2 soglie.
(3) Esegue le funzioni Sepam B20.
(4) Le applicazioni S24 e T24 eseguono rispettivamente le funzioni delle applicazioni S23 e T23.
(5) Il tipo S20E permette l’aggiunta del solo modulo ingressi/uscite logiche MES114.
(6) Conforme alla norma CEI 0-16 per allacciamenti MT, in associazioni ai toroidi CSH160, CSH190, GO110.

M-208
Sottostazione Trasformatore Motore Generatore
Protezioni Codice ANSI S40(5) S50 S41 (4)(5) S51 S42 (4)(5) S52 S43 S53 S44 S54 T40 T50 T42 T52 M40 M41 G40
Massima corrente di fase 50/51 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
Desensibilizzazione della protezione CLPU 50/51 4 4 4 4 4 4 4
di massima corrente di fase
Massima corrente di fase a ritenuta di tensione 50V/51V 1
Massima corrente di terra /Terra sensibile 50N/51N 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
50G/51G
Desensibilizzazione della protezione CLPU 50/51N 4 4 4 4 4 4 4
di massima corrente di terra
Guasto interruttore 50BF 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima corrente inversa 46 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima corrente di fase direzionale 67 2 2 2 2
Massima corrente di terra direzionale 67N/67NC 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima potenza attiva direzionale 32P 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima potenza reattiva direzionale 32Q/40 1 1
Immagine termica 49RMS 2 2 2 2 2 2 2
Minima corrente di fase 37 1 1
Avviamento prolungato, blocco rotore 48/51LR/14 1 1
Controllo del numero di avviamenti 66 1 1
Minima tensione diretta 27D 2 2
Minima tensione rimanente 27R 1 1
Minima tensione(3) 27/27S 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione (3) 59 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione rimanente 59N 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione inversa 47 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima frequenza 81H 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Minima frequenza 81L 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
Richiusore (4 cicli) 79 v v v v v v v v v v
Controllo sonde termiche (8 o 16 sonde) 38/49T v v v v v v v
Termostato / Buchholz 26/63 v v
Rottura conduttore 46BC 1 1 1 1 1 1 1
Misure
Corrente di fase I1, I2, I3 RMS, corrente residua Io b b b b b b b b b b b b b b b b b
Corrente media I1, I2, I3, massimi valori medi delle
b b b b b b b b b b b b b b b b b
correnti di fase IM1, IM2, IM3
Tensione U21, U32, U13, V1, V2, V3, tensione rimanente b b b b b b b b b b b b b b b b b
Vo
Tensione diretta Vd / senso di rotazione, tensione inversa Vi b b b b b b b b b b b b b b b b b
Frequenza b b b b b b b b b b b b b b b b b
Potenza attiva, reattiva e apparente P, Q, S
b b b b b b b b b b b b b b b b b
Massimi valori medi della potenza PM, QM, fattore di potenza
Energia attiva e reattiva calcolata (±Wh, ±VARh) b b b b b b b b b b b b b b b b b
Energia attiva e reattiva per conteggio impulsi (±Wh, ±VARh) v v v v v v v v v v v v v v v v v
Temperatura v v v v v v v
Diagnostica rete e macchine
Contesto intervento b b b b b b b b b b b b b b b b b
Correnti di sgancio I1, I2, I3, Io b b b b b b b b b b b b b b b b b
Tasso di squilibrio / corrente inversa Ii b b b b b b b b b b b b b b b b b
Sfasamento φo, φ1, φ2, φ3 b b b b b b b b b b b b b b b b b
Oscilloperturbografia b b b b b b b b b b b b b b b b b
Riscaldamento b b b b b b b
Tempo di funzionamento residuo prima di uno sgancio b b b b b b b
dovuto ad un sovraccarico
Tempo di attesa dopo uno sgancio dovuto ad un sovraccarico b b b b b b b
Contatore / tempo di funzionamento b b b b b b b
Corrente e durata avviamento b b
Rilevamento di guasti nell’arco dei cavi b b b b b b b b b b b b b b b b b
Localizzatore guasti b b b b b
Tempo di interdizione all’avviamento, numero
b b
di avviamenti prima dell’interdizione
Diagnostica interruttore
Sommatoria correnti interrotte b b b b b b b b b b b b b b b b b
Controllo circuito di comando v v v v v v v v v v v v v v v v v
Numero di manovre, tempo di manovra, tempo di riarmo v v v v v v v v v v v v v v v v v
Controllo TA / TV 60FL b b b b b b b b b b b b b b b b b
Controllo e comando Codice ANSI
Comando interruttore / contattore (1) 94/69 b b b b b b b b b b b b b b b b b
Riarmo, tacitazione 86 b b b b b b b b b b b b b b b b b
Selettività logica 68 v v v v v v v v v v v v v v v v v
Cambio banco di regolazioni b b b b b b b b b b b b b b b b b
Segnalazione 30 b b b b b b b b b b b b b b b b b
Editor di equazioni logiche b b b b b b b b b b b b b b b b b
Moduli complementari (5)

8 ingressi sonde - modulo MET148-2 (2) v v v v v v v


1 uscita analogica basso livello - modulo MSA141 v v v v v v v v v v v v v v v v v
Ingressi / uscite logiche - MES114 (10I/4U) v v v v v v v v v v v v v v v v v
Interfaccia RS 485 - modulo ACE949-2 (2 fili)
o ACE959 (4 fili), ACE937, ACE969TP-2, ACE969FO-2, v v v v v v v v v v v v v v v v v
ACE850TP, ACE850FO O ECI850

M-209
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Tabelle di scelta
Sottostazione Trasformatore Motore Generatore Condensatore
Protezione Codice ANSI S60 S62 T60 T62 M61 G60 G62 C60
Massima corrente di fase(1) 50/51 4 4 4 4 4 4 4 4
Massima corrente di terra / 50N/51N 4 4 4 4 4 4 4 4
Terra sensibile(1) 50G/51G
Guasto interruttore 50BF 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima corrente inversa 46 2 2 2 2 2 2 2 2
Sovraccarico termico per cavi 49RMS 1
Sovraccarico termico per macchine(1) 49RMS 2 2 2 2 2
Sovraccarico termico per condensatori 49RMS 1

Differenziale di terra ristretta 64REF 2 2

Massima corrente fase direzionale(1) 67 2 2 2


Massima corrente di terra direzionale(1) 67N/67NC 2 2 2 2

Massima potenza attiva direzionale 32P 2 2 2 2 2


Massima potenza reattiva direzionale 32Q 1 1 1
Minima potenza attiva direzionale 37P 2 2

Minima corrente di fase 37 1


Avviamento prolungato, 48/51LR/14 1
blocco rotore
Avviamenti per ora 66 1
Perdita di eccitazione 40 1 1 1
(minimo d’impedenza)
Massima velocità (2 soglie)(2) 12 v v v
Minima velocità (2 soglie)(2) 14 v v v
Massima corrente a ritenuta 50V/51V 1 1
di tensione
Minima impedenza 21B 1 1

Minima tensione (L-L o L-N) 27 2 2 2 2 2 2 2 2


Minima tensione diretta 27D 2 2 2 2 2 2 2 2
Minima tensione rimanente 27R 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione (L-L o L-N) 59 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione rimanente 59N 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione inversa 47 2 2 2 2 2 2 2 2

Massima frequenza 81H 2 2 2 2 2 2 2 2


Minima frequenza 81L 4 4 4 4 4 4 4 4
Derivata di frequenza 81R 2 2 2 2

Richiusore (4 cicli)(2) 79 v v
Termostato / Buchholz(2) 26/63 v v v v v
Controllo sonde termiche 38/49T v v v v v v
(16 sonde)(3)
Controllo di sincronismo(4) 25 v v v v v v
Controllo e comando
Comando interruttore / contattore(2) 94/69 v v v v v v v v
Trasferimento automatico (AT)(2) v v v v v v
Distacco dei carichi / v
riavviamento automatico(2)
Diseccitazione(2) v v
Arresto gruppo(2) v v
Selettività logica(2) 68 v v v v v v v v
Riarmo / tacitazione 86 b b b b b b b b
Segnalazione 30 b b b b b b b b
Cambio banco di regolazioni b b b b b b b b
Adattazione tramite equazioni logiche b b b b b b b b
Le figure indicano il numero di relè disponibili per ciascuna funzione di protezione.
b di base, v con moduli opzionali.
(1) Funzioni di protezione con 2 banchi di regolazione.
(2) A seconda dell’impostazione dei parametri e dei moduli di ingresso/uscita MES120 opzionali.
(3) Con moduli di ingresso della temperatura MET148-2 opzionali.
(4) Con modulo di controllo di sincronismo MCS025 opzionale.

M-210
Sottostazione Trasformatore Motore Generatore Condensatore
Misure S60 S62 T60 T62 M61 G60 G62 C60
Corrente di fase RMS I1, I2, I3 b b b b b b b b
Corrente residua Io, somma Io b b b b b b b b
Corrente media I1, I2, I3 b b b b b b b b
Massimi valori medi delle correnti IM1, IM2, IM3 b b b b b b b b
Tensione U21, U32, U13, V1, V2, V3 b b b b b b b b
Tensione rimanente V0 b b b b b b b b
Tensione diretta Vd / senso ciclico b b b b b b b b
Tensione inversa Vi b b b b b b b b
Frequenza b b b b b b b b
Potenza attiva P, P1, P2, P3 b b b b b b b b
Potenza reattiva Q, Q1, Q2, Q3 b b b b b b b b
Potenza apparente S, S1, S2, S3 b b b b b b b b
Massimi valori medi di potenza PM,QM b b b b b b b b
Fattore di potenza b b b b b b b b
Energia attiva e reattiva calcolata (±Wh, ±VARh) b b b b b b b b
Energia attiva e reattiva mediante conteggio v v v v v v v v
di impulsi(2) (± Wh, ± VARh)
Temperatura (16 sonde)(3) v v v v v
Velocità di rotazione(2) v v v
Diagnostica rete e macchine
Contesto di inserzione b b b b b b b b
Corrente di inserzione Trip I1, Trip I2, Trip I3, Trip Io b b b b b b b b
Numero di interventi, su guasto di fase, b b b b b b b b
su guasto di terra
Tasso di squilibrio / corrente inversa Ii b b b b b b b b
Tasso di distorsione b b b b b b b b
della corrente e della tensione Ithd, Uthd b b b b b b b b
Sfasamento φ1, φ2, φ3 b b b b b b b b
Oscilloperturbografia b b b b b b b b
Rapporto avviamento motore (RAM) b
Tendenza avviamento motore (MST) b
Registratore dati (DLG) b b b b b b b b
Riscaldamento b b b b b b b
Tempo di funzionamento residuo prima b b b b b b b
di uno sgancio dovuto ad un sovraccarico
Tempo di attesa dopo uno sgancio dovuto b b b b b b b
ad un sovraccarico
Contatore / tempo di funzionamento b b b b b b
Corrente e durata avviamento b
Tempo di interdizione all’avviamento b
Numero di avviamenti prima dell’interdizione b
Rilevamento di guasti nell’arco dei cavi b b b b b b b b
Impedenza apparente diretta Zd b b b b b b b b
Impedenze apparenti tra fasi Z21, Z32, Z13 b b b b b b b b
Tensione 3a armonica, punto neutro o rimanente b b
Scarto in ampiezza, frequenza e fase delle tensioni v v v v v v
comparate per controllo sincronismo(4)
Diagnostica interruttore Codice ANSI
Controllo TA / TV 60/60FL b b b b b b b b
Controllo circuito di sgancio(2) 74 v v v v v v v v
Sommatoria correnti interrotte b b b b b b b b
Numero di manovre, tempo di manovra, v v v v v v v v
tempo di riarmo,numero di disinserimenti(2)
Moduli aggiuntivi
8 ingressi sensori temperatura - modulo MET148-2(2) v v v v v v
1 uscita analogica basso livello - modulo MSA141 v v v v v v v v
Ingressi/uscite logiche - moduli MES120/MES120G/ v v v v v v v v
MES120H (14I/6O)
Interfaccia di comunicazione - ACE949-2, ACE959, v v v v v v v v
ACE937, ACE969TP-2, ACE969FO- 2, ECI850,
ACE850TP o ACE850FO
b di base, v con moduli opzionali.
(1) Funzioni di protezione con 2 banchi di regolazione.
(2) A seconda dell’impostazione dei parametri e dei moduli di ingresso/uscita MES120 opzionali.
(3) Con moduli di ingresso della temperatura MET148-2 opzionali.
(4) Con modulo di controllo di sincronismo MCS025 opzionale.

M-211
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Sottostazione Trasformatore Motore Generatore Sbarra di distrib. Cappuccio


Protezione Cod. ANSI S80(5) S81(5) S82(5) S84(5) T81(5) T82(5) T87(5) M81 M87 M88 G82 G87 G88 B80 B83 C86
Massima corrente di fase (1) 50/51 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8
Massima corrente di terra / 50N/51N 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8
Terra sensibile (1) 50G/51G
Guasto interruttore 50BF 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima corrente inversa 46 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Immmagine termica cavo 49RMS 1 1 1
Immmagine termica macchina (1) 49RMS 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Immagine termica condensatore 49RMS 1
Squilibrio gradini di condensatori 51C 8
Differenziale di terra ristretta 64REF 2 2 2 2 2
Differenziale trasformatore 87T 1 1 1
(2 avvolgimenti)
Differenziale macchina 87M 1 1
Massima corrente fase direzionale 67 (1)
2 2 2 2 2 2 2
Massima corrente di terra direzionale (1) 67N/67NC 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima potenza attiva direzionale 32P 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima potenza reattiva direzionale 32Q 1 1 1 1 1 1
Minima potenza attiva direzionale 37P 2 2
Minima corrente di fase 37 1 1 1
Blocco rotore, avviamento prolungato 48/51LR 1 1 1
Controllo del numero di avviamenti 66 1 1 1
Perdita di eccitazione (minimo 40 1 1 1 1 1 1
d’impedenza)
Perdita di sincronismo 78PS 1 1 1 1 1 1
Massima velocità (2 soglie)(2) 12 v v v v v v
Minima velocità (2 soglie)(2) 14 v v v v v v
Massima corrente a ritenuta di tensione 50V/51V 2 2 2
Minima impedenza 21B 1 1 1
Messa sotto tensione accidentale 50/27 1 1 1
Minima tensione residua armonica 27TN/64G2 2 2 2
3 / 100 % massa statore 64G
Sovraflusso (V / Hz) 24 2 2 2 2
Minima tensione (L-L o L-N) 27 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
Minima tensione diretta 27D 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione rimanente 27R 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione (L-L o L-N) 59 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
Minima tensione rimanente 59N 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima tensione inversa 47 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Massima frequenza 81H 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Minima frequenza 81L 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4
Derivata di frequenza 81R 2
Richiusore (4 cicli) (2) 79 v v v v
Buchholz / Termostato(2) 26/63 v v v v v v v
Controllo temperatura 38/49T v v v v v v v v v v
(16 sonde) (3)
Controllo di sincronismo (4) 25 v v v v v v v v v v v v
Controllo e comando
Comando interruttore / contattore 94/69 v v v v v v v v v v v v v v v v
Automatismo di commutazione v v v v v v v v v v v v
alimentazione (ATS) (2)
Disinserzione/riavviamento automatico b b b
Diseccitazione b b b
Arresto gruppo b b b
Comando gradini di condensatori (2) v
Selettività logica (2) 68 v v v v v v v v v v v v v v v v
Riarmo, tacitazione 86 b b b b b b b b b b b b b b b b
Segnalazione 30 b b b b b b b b b b b b b b b b
Commutazione banchi di regolazione b b b b b b b b b b b b b b b b
Adattazione tramite equazioni logiche b b b b b b b b b b b b b b b b
Programmazione Logipam (linguaggio a contatti) v v v v v v v v v v v v v v v v
Le figure indicano il numero di relè disponibili per ciascuna funzione di protezione
b di base, v con moduli opzionali.
(1) Funzioni di protezione con 2 banchi di regolazione.
(2) A seconda dell’impostazione dei parametri e dei moduli di ingresso/uscita MES120 opzionali.
(3) Con moduli di ingresso della temperatura MET148-2 opzionali.
(4) Con modulo di controllo di sincronismo MCS025 opzionale.
(5) Conforme alla norma CEI 0-16 per allacciamenti in AT.

M-212
Sottostazione Trasformatore Motore Generatore Sbarra di distrib. Cappuccio
Misure S80(7) S81(7) S82(7) S84(7) T81(7) T82(7) T87(7) M81 M87 M88 G82 G87 G88 B80 B83 C86
Corrente di fase RMS I1,I2,I3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Corrente residua calcolata I0Σ b b b b b b b b b b b b b b b b
Corrente media I1, I2, I3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Massimi valori medi delle correnti IM1,IM2,IM3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Correnti residue misurate I0, I’0 b b b b b b b b b b b b b b
Tensione U21, U32, U13, V1, V2, V3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Tensione rimanente V0 b b b b b b b b b b b b b b b b
Tensione diretta Vd / senso ciclico b b b b b b b b b b b b b b b b
Tensione inversa Vi b b b b b b b b b b b b b b b b
Frequenza b b b b b b b b b b b b b b b b
Potenza attiva P, P1, P2, P3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Potenza reattiva Q, Q1, Q2, Q3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Potenza apparente S, S1, S2, S3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Massimi valori medi di potenza PM, QM b b b b b b b b b b b b b b b b
Fattore di potenza b b b b b b b b b b b b b b b b
Energia attiva e reattiva calcolata (± W.h, ± var.h) b b b b b b b b b b b b b b b b
Energia attiva e reattiva mediante conteggio v v v v v v v v v v v v v v v v
di impulsi (2) (± W.h, ± var.h)
Corrente di fase RMS I’1, I’2, I’3 b b b b b
Corrente residua calcolata I’0Σ b b b b b
Tensione U’21, V’1 e frequenza b
Tensione U’21, U’32, U’13, V’1, V’2, V’3, V’d, V’i e b
frequenza
Tensione residua V’0 b
Temperatura (16 sonde) (3) v v v v v v v v v v
Velocità di rotazione (2) v v v v v v
Tensione punto neutro Vnt b b b b b b
Diagnostica rete e macchine
Contesto di inserzione b b b b b b b b b b b b b b b b
Corrente di inserzione TripI1, TripI2, TripI3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Numero di interventi, su guasto di fase, su guasto di terra b b b b b b b b b b b b b b b b
Tasso di squilibrio / corrente inversa Ii b b b b b b b b b b b b b b b b
Tasso di distorsione della corrente e della tensione Ithd, Uthd b b b b b b b b b b b b b b b b
Sfasamento φ0, φ’0, φ0Σ b b b b b b b b b b b b b b b b
Sfasamento φ1, φ2, φ3 b b b b b b b b b b b b b b b b
Oscilloperturbografia b b b b b b b b b b b b b b b b
Rapporto avviamento motore (RAM) b b b
Tendenza avviamento motore (MST) b b b
Registratore dati (DLG) b b b b b b b b b b b b b b b b
Riscaldamento b b b b b b b b b b b b b
Tempo di funzionamento residuo prima di uno b b b b b b b b b b b b b
sgancio dovuto ad un sovraccarico
Tempo di attesa dopo uno sgancio dovuto ad un sovraccarico b b b b b b b b b b b b b
Contatore / tempo di funzionamento b b b b b b b b b b
Corrente e durata avviamento b b b
Tempo d’interdizione all’avviamento b b b
Numero di avviamenti prima dell’interdizione b b b
Tasso di squilibrio / corrente inversa I’i b b b b b
Corrente differenziale Idiff1, Idiff2, Idiff3 b b b b b
Corrente passante It1, It2, It3 b b b b b
Sfasamento θ tra correnti I e I’ b b b b b
Impedenze apparenti dirette Zd b b b b b b b b b b b b b b b
e tra fasi Z21, Z32, Z13 b b b b b b b b b b b b b b b
Tensione 3a armonica punto neutro o residua b b b
Scarto in ampiezza, frequenza e fase delle tensioni v v v v v v v v v v v v
comparate per controllo sincronismo (4)
Capacità e correnti di squilibrio condensatori b
Diagnostica apparecchiatura Cod. ANSI
Controllo 60/60FL b b b b b b b b b b b b b b b b
Controllo circuito di sgancio (2) 74 v v v v v v v v v v v v v v v v
Controllo alimentazione ausiliaria b b b b b b b b b b b b b b b b
Sommatoria correnti interrotte b b b b b b b b b b b b b b b b
Numero di manovre, tempo di manovra, tempo di v v v v v v v v v v v v v v v v
riarmo, numero di disinserimenti interruttore (2)
Comunicazione Modbus, IEC 60 870-5-103, DNP3 o IEC 61850
Lettura delle misure (5) (6) v v v v v v v v v v v v v v v v
Telesegnalazione e datazione degli eventi (5) (6) v v v v v v v v v v v v v v v v
Telecomandi (5) (6) v v v v v v v v v v v v v v v v
Teleregolazione delle protezioni (5) v v v v v v v v v v v v v v v v
Trasferimento delle registrazioni v v v v v v v v v v v v v v v v
di oscilloperturbografia(5) (6) v v v v v v v v v v v v v v v v
Messaggi GOOSE IEC 61850 (6)
b di base, v su richiesta.
(2), (3), (4) Vedere nota nella pagina precedente.
(5) Con interfacce di comunicazione ACE949-2 (RS 485 2 fili), ACE959 (RS 485 4 fili), ACE937 (fibra ottica), ACE969TP o ACE969FO.
(6) Con interfaccia di comunicazione ACE850TP o ACE850FO.
(7) Conforme alla norma CEI 0-16 per allacciamenti in AT.

M-213
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Easergy P3 è in conformità ai seguenti Relè di protezione Easergy P3


La nuova gamma di protezione Easergy, frutto di oltre 100 anni di esperienza
standard:
nel campo dei relè di protezione a media tensione, come MiCOM, SEPAM e
l IEC 61850 edizioni 1 e 2 Vamp, è progettata per compiere un passo avanti in termini di efficienza e per
l Modbus rispondere alle esigenze dei clienti in materia di protezione elettrica, connettività
l DNP3 e sicurezza.
l Ethernet IP Vantaggi:
l IEC 60870-5-103/101 l efficienza : mediante un configuratore web e configurazioni standard pronte

l Device Net all’uso;


l connettività: funzionamento, manutenzione e installazione semplificati
l Protocolli di ridondanza (RSTP, PRP)
mediante i nuovi strumenti EcoStruxure Power Device App, eSetup Easergy Pro.
l PROFIBUS È possibile ricorrere a nove protocolli di comunicazione;
l sicurezza: mediante protezione integrata dagli archi elettrici, test di iniezione
virtuale e oltre quaranta funzioni di protezione.
La gamma Easergy, è accompagnata da una serie di prodotti software e
applicazioni, che consentono di usufruire di una esperienza digitale in grado di
semplificare le operazioni di installazione, configurazione, e manutenzione.
Il software Easergy Pro, con funzioni avanzate intelligenti consente la
configurazione offline, inoltre il server integrato accelera la configurazione e la
modifica delle impostazioni.
EcoStruxure Power Device App garantisce operazioni e manutenzione più
semplici e sicure, mentre l’App mySchneider semplifica l’accesso al supporto
fornito dagli esperti Schneider Electric.

Easergy P3 è una famiglia di relè di protezione digitali per reti di distribuzione


Easergy P3 Standard
dedicate a:
l Edifici e Industria:
¡ Commercio al dettaglio Retail)
¡ Alberghi (Hospitality
¡ Assistenza sanitaria
¡ Scuola e ricerca
¡ Trasporti
¡ Edifici industriali
¡ Data Center

Il relè di protezione Easergy P3 è basato su concetti tecnologici collaudati,


sviluppati in stretta collaborazione con i clienti e costruito per soddisfare
le vostre richieste più esigenti. È disponibile in due formati per soddisfare
al meglio le vostre necessità:
l Easergy P3 Standard combina le funzioni di protezione per linee MT
Relè di protezione Easergy P3
e motori in un unico dispositivo (soluzione ‘Relè Universale’).
l Easergy P3 Advanced è caratterizzato da un design modulare che consente
all'utente di definire soluzioni di protezione convenzionale e soluzioni di
mitigazione dell’arco elettrico, sia nei sistemi di distribuzione dell’energia
esistenti che in quelli nuovi.

I prodotti Easergy sono progettati per essere di facile utilizzo, una caratteristica
riportata giorno dopo giorno nelle relazioni dei nostri clienti.
Potrete beneficiare di numerose caratteristiche, fra cui:
l Set completo di funzioni di protezione, relative all'applicazione
l Rilevazione dell’arco elettrico (Easergy P3 Advanced)
l Controllo dedicato dell'interruttore (grazie alla rappresentazione dello schema
sinottico), pulsanti, tasti funzione e LED programmabili, allarmi personalizzabili.
l HMI multilingue per messaggi personalizzati
lStrumento di impostazione software per la gestione dei relè per l'impostazione
dei parametri, la configurazione e la simulazione dei guasti di rete.
l Comunicazione sia seriale che ethernet, compresa la ridondanza
l Standard IEC 61850 Ed.1 e Ed.2

M-214
Guida alla selezione
Easergy P3 Standard Easergy P3 Advanced
Easergy P3 si propone
in due versioni, ognuna con
funzioni specifiche per soddisfare
le vostre esigenze, una soluzione
‘one-box’ indipendentemente
dall'applicazione.

P3F30
massima corrente direz. di fase
Arrivo/Partenza Linea
P3L30 -
con diff. di linea e
P3U30 distanziometrica
con massima corrente
P3U10 P3U20 P3T32
Trasformatore direz. di fase -
con protezione di con differenziale
tensione P3M32
Motore P3M30 con differenziale
P3G32
Generatore P3G30 con differenziale
Caratteristiche
Corrente di fase TA da 1/5A (x3) TA da 1/5A (x3) TA da 1/5A (x6)
TA da 1/5A (x2) & da 1A
TA da 1/5A & da 1A
Ingressi di o
Corrente residua TA da 1/5A o da 0,2/1A o
misura TA da 1/5A & da /1A & da
TA da 1A & da 0,2A
0,2A
Tensione TV (x1) TV (x4) TV (x4) TV (x4)
Ingresso sensore arco interno - 4 sensori (1) (2) 4 sensori(1)
Ingresso 2 10 16 da 6 a 36 da 6 a 16
Digitale
Uscita 5 + SF 5 + SF 8 + SF da 10 a 21 + SF da 10 a 13 + SF
Ingresso - 0 o 4(1) 0 o 4(1)
Analogico
Uscita - 0 o 4(1) 0 o 4(1)
Ingresso sensore di temperatura - 0 o 8 o 12(1) 0 o 8 o 12(1)
Porta frontale USB tipo B USB tipo B
Alimentazione nominale 24 Vcc o 48-230 Vca/cc da 24 a 48 Vcc o 110-240 Vca/cc
Temperatura ambiente, in funzione Da -40 a 60 °C (da -40 a 140 °F) Da -40 a 60 °C (da -40 a 140 °F)
Comunicazione
Porte posteriori
-
RS232, IRIG/B, RS485, Ethernet
IEC61850 ed1 & ed2 -
IEC 60870-5-101 &
-
103
DNP3 su Ethernet -
DNP3 seriale -
Protocolli Modbus seriale -
Modbus su Ethernet -
Ethernet IP -
DeviceNet -
Profibus DP -
SPAbus -
Protocolli di ridondanza (RSTP/PRP) -
Altri
Sinottico
Sinottico con 6 oggetti Sinottico con 6 oggetti
Controllo con 1
+ 2 oggetti monitorati + 2 oggetti monitorati
oggetto
Logica (matrice + equazione logica)
Connettore CT estraibile
-
con cortocircuito
HMI remoto -
Dimensioni hardware (LxAxP) 171 x 176 x 214(3) mm / 6,73 x 6,93 x 8,43 in 264 x 177 x 208 mm / 10,39 x 6,97 x 8,19 in
(1) Dipende dal modulo opzionale
(2) Opzione protezione arco elettrico non disponibile su Easergy
(3) 226 mm (8,90 in) con connettori ad anello

M-215
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Standard (P3U) Advanced (P3x)


P3U10 P3U30 P3F30 P3L30 P3M30 P3M32 P3G30 P3G32 P3T32
P3U20
Funzioni di protezione codice
ANSI
Distanziometrica 21 - - - 1 - - - - -
Minima impedenza 21G - - - - - - 2 2 -
Localizzazione guasti 21FL - 1 1 1 - - - - -
Massimo flusso 24 -
- - - - - 1 1 1
Verifica di sincronismo 25 - 2 2 2 2 2 2 2 2
Minima tensione 27 - 3 3 3 3 3 3 3 3
Minima tensione di sequenza diretta 27P - - - - - - 2 2 -
Terra statore 27TN/64G - - - - - - 1 1 -
Minima potenza attiva direzionale 32 - 2 2 2 2 2 2 2 2
Minima Corrente di fase 37 1 1 - - 1 1 - - -
Monitoraggio della temperatura 38/49T 12 (0) (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1) 12 (1)
Perdita di campo 40 - - - - - - 1 1 -
Reattanza insufficiente 21/40 - - - - - - 2 2 -
Massima corrente di sequenza inversa
46 2 2 - - 2 2 2 2 2
(motore, generatore)
Sbilanciamento cor., conduttore rotto 46BC 1 1 1 1 - - - - -
Massima tensione di sequenza inversa 47 - - - - 1 1 - - -
Avviamento prolungato, rotore bloccato 48/51LR 1 1 - - 1 1 - - -
Immagine termica 49 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Massima corrente di fase 50/51 3 3 3 3 3 3 3 3 3
Massima corrente di terra 50N/51N 5 5 5 5 5 5 5 5 5
Mancata apertura interruttore 50BF 1 1 1 1 1 1 1 1 1
SOTF (richiusura su guasto) 50HS 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Squilibrio corrente banco di condensatori 51C 1 1 2 2 2 2 2 2 2
Massima corrente controllata in tensione 51V - 1 1 1 - - 1 1 -
Massima tensione 59 - 3 3 3 3 3 3 3 3
Massima tensione banco di condensatori 59C 1 1 1 1 - - - - -
Massima tensione omopolare 59N 3 3 2 2 2 2 2 2 2
Supervisione TA 60 1 1 1 1 1 1 1 2 2
Supervisione TV 60FL - 1 1 1 1 1 1 1 1
Terra statore 64S - - - - - - 1 1 -
Numero massimo di avviamenti 66 1 1 - - 1 1 - - -
Massima corrente direzionale di fase 67 - 4 4 4 4 4 4 4 4
Massima corrente direzionale di terra 67N 3 3 3 3 3 3 3 3 3
Guasto a terra transitorio/intermittente 67NI 1 1 1 1 - - - - -
Rilevazione della corrente di inserzione 68F2 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Rilevazione corrente di quinta armonica 68H5 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Perdita di passo 78PS - - - - - - 1 1 -
Autorichiusura 79 5 5 5 5 - - - - -
Minima/Massima frequenza 81 - 2/2 2/2 2/2 2/2 2/2 2/2 2/2 2/2
Minima/Massima derivata di frequenza 81R - 1 1 1 1 1 1 1 1
Minima frequenza 81U - 2 2 2 2 2 2 2 2
Blocco 86 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Differenziale di linea 87L - - - 2 - - - - -
Differenziale di macchina 87M - - - - - 2 - 2 -
Differenziale trasformatore 87T - - - - - - - - 2
Soglie programmabili 99 8 8 8 8 8 8 8 8 8
Fasi di rilevazione arco elettrico - - 8 - 8 8 8 8 8
Cold load pickup 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Curve programmabili 3 3 3 3 3 3 3 3 3
Gruppi di taratura (3) 4 4 4 4 4 4 4 4 4
(0) Nessun sensore di temperatura per P3U10 e 12 opzionali per P3U20.
(1) Utilizzo di un modulo RTD esterno.
(2) P3U10 e P3U20 hanno un solo ingresso in tensione. La disponibilità delle funzioni dipende dal collegamento dell’ingresso in tensione.
(3) Non tutte le funzioni di protezione hanno 4 gruppi di taratura. Vedere i dettagli nel manuale.

M-216
Standard (P3U) Avanzato (P3x)
Funzioni di controllo P3U10 P3U30 P3F30 P3L30 P3M30 P3M32 P3G30 P3G32 P3T32
P3U20

Controllo e monitoraggio organi MT 1/6 6 6 6 6 6 6 6 6


Solo monitoraggio organi MT 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Logiche di interblocco programmabili
Controllo locale su schema unifilare
Comando locale con tasti O/I
Funzione locale/remoto
Tasti funzione 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Logica personalizzata (equazioni logiche)
Controllo con Smart App
Misure
Valori di corrente RMS (1) (1) (1)

Valori di tensione RMS


Potenza attiva, reattiva e apparente RMS -
Frequenza
Valori di corrente della frequenza fondamentale (1) (1) (1)

Valori di tensione della frequenza fondamentale -


Valori di potenza attiva, reattiva e apparente
-
della frequenza fondamentale
Fattore di potenza -
Valori energetici attivi e reattivi -
Energia trasmessa con uscite a impulsi -
Valori medi: correnti di fase
Valori medi: potenza attiva, reattiva, apparente
-
e fattore di potenza
Valori medi minimi e massimi: correnti di fase
Valori medi minimi e massimi: correnti di fase RMS
Valori medi minimi e massimi: potenza attiva, reattiva,
-
apparente e fattore di potenza
Valori medi massimi della domanda negli ultimi 31 giorni
-
e 12 mesi: potenza attiva, reattiva, apparente
Valori medi minimi negli ultimi 31 giorni e 12 mesi:
-
potenza attiva, reattiva
Valori massimi e minimi: correnti
Valori massimi e minimi: tensioni
Valori massimi e minimi: frequenza
Valori massimi e minimi: potenza attiva, reattiva,
-
apparente e fattore di potenza
Valore delle armoniche di corrente di fase e THD (1) (1) (1)

Valore delle armoniche di tensione e THD -


Cali e picchi di tensione (sag / swell) -
Diagnostica
Sequenza di registrazione eventi
Registrazione dei disturbi (oscilloperturbografia)
Registro contesto di sgancio
Funzioni di monitoraggio
Supervisione del circuito di apertura (ANSI 74) 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Monitoraggio interruttore 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Monitoraggio relè
(1) Funzione disponibile su entrambi gli ingressi da TA.

M-217
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Easergy P3 è progettato per coprire tutte le applicazioni standard con un unico


dispositivo: la Protezione Universale.

U
Alimentatore
U
U U U U

M
  
Condensatore Motore Alimentatore Trasformatore

Easergy P3 Standard è disponibile in 3 modelli:


Modello Comunicazione Principali vantaggi
Easergy P3U10 Dispositivo ‘stand-alone’ Semplicità, ma con l’aggiunta
l 4 CT / 1VT senza porte delle ultime funzionalità,
l 2 DI / 5 DO di comunicazione come i diagrammi unifilari
(mimica), le soglie di protezione
programmabili, le logiche
e i tasti funzione.
Easergy P3U20 Protocolli di Apertura a IEC 61850
l 4 CT / 1VT comunicazione aperti su mantenendo le funzionalità
l 10 DI / 5 DO collegamenti seriali di base del relè Easergy P3
o Ethernet, con Standard .
IEC 61850
Easergy P3U30 Protocolli di Ampia gamma di possibilità con
l 4 CT / 4VT comunicazione aperti protezione direzionale, verifica
l 16 DI / 8 DO su collegamenti seriali di sincronismo, localizzazione
o Ethernet, con dei guasti e un maggior numero
IEC 61850 numero di ingressi e uscite

Un insieme comune di funzioni amplia le possibilità di protezione e di controllo:


l diagrammi unifilari (mimico) rappresentati a display
l soglie di protezione programmabili
l logica programmabile
l 2 tasti funzione programmabili
l funzione di verifica di sincronismo
l porta USB frontale
l fino a 6 oggetti controllabili

M-218
Guida alla selezione per applicazione
Protezione di partenza linea
l Protezione di massima corrente
l Protezione da sovraccarico
Protezione di linee in partenza a basso Protezione di linee in partenza ad alto contributo Protezione della linea in partenza
contributo capacitivo in sistemi MT a neutro capacitivo in sistemi MT a neutro collegato terra e misura dei parametri
collegato franco a terra o tramite impedenza tramite impedenza oppure a neutro compensato
o isolato

P3U10 P3U10
P3U20 P3F30 P3U20 P3F30 P3U30 P3F30
P3U30 P3U30

l Massima corrente di terra l Massima corrente direzionale di terra l Misura della potenza e dell'energia
l Guasto intermittente transitorio a terra l Valori min e max richiesti negli ultimi
31 giorni e 12 mesi
Protezione di arrivo linea
l Protezione di massima corrente
Protezione di arrivo linea senza monitoraggio della tensione Protezione di arrivo linea con monitoraggio
di tensione e frequenza

P3U10 P3U10
P3U20 P3F30 P3U20 P3F30 P3U30 P3F30
P3U30 P3U30

l Massima corrente di terra l Protezione di massima tensione omopolare lMinima/massima tensione


lMinima/massima frequenza, minima/massima
derivata di frequenza

Protezione di arrivo linea con misura della Protezione di arrivi linea in parallelo
qualità dell’energia

P3U30 P3F30
P3U30 P3F30 P3U30 P3F30

l Valori minimi e massimi di tensione e frequenza l Massima corrente direzionale di fase


l Valori delle armoniche di tensione e THD l Massima corrente direzionale di terra
l Cali e picchi di tensione (sag / swell)

Protezione di linea
l Protezione di massima corrente e guasto a terra (direzionale e non direzionale)
l Protezione da sovraccarico dell'alimentatore
Protezione della linea aerea Protezione arrivo con localizzatore Protezione di linea con funzioni
di guasti distanziometrica e di differenziale
di linea

P3F30

P3U30 P3F30
P3L30
P3L30

l Richiusura l Localizzazione guasti l Protezione differenziale di linea


l Localizzazione guasti l Protezione distanziometrica

M-219
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Protezione di partenza trasformatore


l Protezione di massima corrente del trasformatore e di massima corrente di terra
l Protezione termica da sovraccarico
l Intervento esterno da termostato/Buchholz

Protezione della partenza Protezione della partenza Protezione della partenza


trasformatore trasformatore senza monitoraggio trasformatore con monitoraggio
della tensione della tensione

DM105555

P3U10
P3U20 P3U30 P3F30
P3U20 P3F30 P3F30
P3U30
P3U30

26 26 26
63 63 63
49T 49T

Modulo
RTD

lMassima corrente direzionale per sistemi con l Monitoraggio della temperatura (ambiente, l Protezione di minima e massima tensione
neutro a terra tramite impedenza o a neutro olio)
compensato

Protezione della partenza trasformatore con misura addizionale di corrente Protezione della partenza trasformatore
con funzione differenziale

P3F30 P3F30 P3T32

26 26 26
63 63 63
49T 49T 49T

l Protezione di “terra-cassone” l Massima corrente di terra di guasto l Protezione differenziale


a terra sul lato secondario l Protezione di terra ristretta (alta impedenza)

M-220
Protezione di arrivo trasformatore
l Protezione di massima corrente
l ‘Inter-trip’ da protezione dell’interruttore a monte
Protezione dell’arrivo trasformatore senza monitoraggio della tensione Protezione dell’arrivo trasformatore con
monitoraggio della tensione

P3U10 P3U10
P3U20 P3F30 P3U20 P3F30
P3U30 P3U30 P3U30 P3F30

l Massima corrente di terra del trasformatore l Massima corrente di terra e protezione l Protezione di minima e massima tensione
di back-up del trasformatore l Misura della potenza e dell'energia
l Valori min e max richiesti negli ultimi
31 giorni e 12 mesi

Protezione di due arrivi trasformatore in parallelo Protezione di arrivo trasformatore


con funzione differenziale

P3U30 P3F30 P3U30 P3F30

P3T32

l Massima corrente direzionale di fase l Protezione differenziale


l Massima corrente di terra ristretta
(alta impedenza)

M-221
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Protocolli principali
Easergy P3 Standard può essere Easergy P3 Standard può comunicare tramite protocolli seriali e/o Ethernet
collegato alle reti di comunicazione, gestendone due contemporaneamente, selezionati dal software eSetup Easergy Pro.
consentendo così l'accesso ai Protocolli di comunicazione: Porte di comunicazione:
seguenti tipi di dati:
Protocolli seriali - RS232 Interfaccia Comm. - X4
l Eventi Ridondanza LC LC Protocolli
/ RS485 / RS485 / porta RSTP IEC 61850
l Informazioni sullo stato seriale in fibra ottica (*) PRP Modbus
DNP3.0
Due protocolli
l Misure IEC-101
Modbus RTU in contemporanea WebServer Ethernet/IP
l Comandi di controllo
Interfaccia Comm. - X4
l Sincronizzazione orologio DNP3.0 Protocolli LC RS232 + IRIG-B
IEC 61850
l Impostazioni (solo SPA-bus e SPA-bus IEC 60870-5-101
Modbus
DNP3.0
Due protocolli
in contemporanea
incorporato) IEC-101
Ethernet/IP WebServer
IEC 60870-5-103
Interfaccia Comm. - X4
DeviceNet (*) Ridondanza Protocolli
RSTP IEC 61850
PRP Modbus
ProfibusDP (*) DNP3.0
Due protocolli IEC-101
in contemporanea WebServer Ethernet/IP
SPA-bus (*)
Interfaccia Comm. - X4
Protocolli Ethernet Protocolli RS232 + IRIG-B
IEC 61850
Porta RJ45 / LC Modbus Due protocolli
DNP3.0 in contemporanea
Easergy SmartApp IEC61850 ed1 & ed2 IEC-101
Ethernet/IP WebServer

Modbus TCP Interfaccia Comm. - X4


Protocolli
DNP3.0 Modbus
RS485
DNP3.0
IEC-103
IEC60870-5-101 SPAbus

Ethernet IP *Sono necessari accessori esterni per il collegamento.

Protocolli di ridondanza (RSTP o PRP)


Quando i dispositivi si collegano via Ethernet e richiedono una maggiore
affidabilità, Easergy P3 Standard può utilizzare il Rapid Spanning Tree Protocol
(RSTP) o il Parallel Redundancy Protocol (PRP) per il ripristino dopo un guasto
di rete.

Interfaccia web HMI di Easergy P3


Con Easergy P3 Standard è disponibile un server web per far sì che, grazie alle
informazioni del dispositivo, si possano monitorare tutti i dati, inviare comandi e
modificare le impostazioni di protezione.

Conformità dei dispositivi di protezione e controllo Easergy P3


I relè di protezione e controllo Easergy P3, Standard e Advanced sono stati
Il Web-HMI di Easergy dichiarati conformi alla norma CEI-016 ed. III 2012-12 e successive. I relè
Easergy P3 su indicati si trovano nell’elenco delle protezioni accettate per
allacciamento alla rete di distribuzione pubblica MT e AT sul sito di ANIE
(Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche).

M-222
Apparecchiature BT
I quadri Power Center: P-Bloc, Okken e Prisma
P-Bloc - Quadro distribuzione primaria BT per Power Center
Caratteristiche del quadro Prescrizioni da riportare
Applicazioni Power Center
Tensione nominale di isolamento (Ui) 1000 V
Norme di riferimento CEI EN 61439-1/2
Tensione nominale di funzionamento (Ue) 690 V
Numero delle fasi 3F + N
Frequenza nominale 50 Hz
Corrente nominale 4.000 A (IP31) 3580 (IP41)
Corrente nominale ammissibile di breve durata per 1 sec (Icw) 100 kA
Corrente nominale ammissibile di picco (Ipk) 220 kA
Grado di protezione (secondo CEI EN 60529) Involucro esterno IP31
Con porta piena o trasparente IP41
A porta aperta IP2X
Resistenza meccanica (grado di protezione IK) IP31 IK10
IP41 IK10
Tenuta arco interno (con e senza sistema di mitigazione) secondo CEI IEC/TR 61641 75 kA per 0,3 s
Condizioni nominali di servizio Installazione All’interno
Temperatura ambiente Min -5°C, Max 40°C
(Media 24 ore 35°C)
Umidità relativa Max 50% a 40°C
Altitudine < 2000m
Grado di inquinamento <3
Moduli scomparto Numero 48
Altezza modulo 40mm
Forma di segregazione 3b – 4b
Colorazione standard Involucro esterno RAL9002 bucciato
Struttura interna Zincata
Accessibilità vano cavi Dal retro
Installazione A pavimento
Entrata ed uscita cavi Dall’alto o dal basso
Dimensioni degli scomparti Larghezze 400 – 600 – 800 – 900 mm
Altezza 2.380 mm
Profondità 1.095 mm (IP31)
Profondità con porta 1.200 mm (IP41)
Profondità estensione 400 mm
Resistenza alla corrosione Severità A secondo CEI EN 61439-1 10.2.2.2
Classe C2 secondo ISO 12944-6

M-223
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MT/BT Digitale Connected Products

Okken - Quadro Power Center e MCC


Caratteristiche del quadro Prescrizioni da riportare
Applicazioni Power Center, MCC e rifasamento
Norme di riferimento CEI EN 61439-1/2
Altre certificazioni EAC (Gost), CCC, AS
Tensione nominale di isolamento (Ui) 1000 V
Tensione nominale di funzionamento (Ue) 690 V
Numero delle fasi 3F + N
Frequenza nominale 50/60 Hz
Corrente nominale 6300 A (solo sistema sbarre fino 7300 A)
Corrente nominale ammissibile di breve durata per 1 sec (Icw) 150 kA
Corrente nominale ammissibile di picco (Ipk) 330 kA (sbarre oriz); 220 kA (sbarre vert)
Grado di protezione (secondo CEI EN 60529) Involucro esterno IP20, IP31, IP41, IP54
A porta aperta IP2X
Resistenza meccanica (grado di protezione IK) IK10, IK07 (con porta trasparente)
Tenuta arco interno (econdo CEI IEC/TR 61641 100 kA per 0,5 s
Condizioni nominali di servizio Installazione All’interno
Temperatura ambiente - 5 °C to 35 °C / 50 °C
Umidità relativa Max 50% a 40°C
Altitudine < 2000m
Grado di inquinamento <3
Moduli scomparto Numero Fino a 72 moduli
Altezza modulo 25mm
Forma di segregazione 2b, 3b, 4a, 4b
Colorazione standard Involucro esterno RAL9003 bucciato
Struttura interna Zincata
Accessibilità vano cavi Frontale e dal retro
Installazione A pavimento
Entrata ed uscita cavi Dall’alto o dal basso
Dimensioni degli scomparti Larghezze 250, 350, 450, 650 e 1.150mm
Altezza 2200 e 2350mm
Profondità 400, 600, 1.000, 1.200 e 1.400mm
Resistenza alla corrosione C2 secondo IEC 60721-3-3
Tenuta sismica IBC 2006/AC 156 (site class B-C-D, floor level only),
IEC68-3-3 (equivalent to
Richter scale up to level 9), AS1170, EAK-2000,
ENDESA-1986, GOST 17516.1-
90 (civil market, all seismic intensity, up to installation
level 2), IEEE 693-1997,
EDF CRT 91 C 112 00 (Okken 5G only for nuclear
applications)

M-224
Prisma P - Sistema funzionale per quadri BT
Caratteristiche del quadro Prescrizioni da riportare
Applicazioni Distribuzione secondaria e Power Center
Tensione nominale di isolamento (Ui) 1000 V
Tensione nominale di tenuta impulso (Uimp) 12 kV
Norme di riferimento CEI EN 61439-1/2
Tensione nominale di funzionamento (Ue) 440 V
Numero delle fasi 3F + N
Frequenza nominale 50/60 Hz
Corrente nominale 4.000 A
Corrente nominale ammissibile di breve durata per 1 sec (Icw) 100 kA (barre Linergy); 85kA (barre piatte Cu)
Corrente nominale ammissibile di picco (Ipk) 220 kA (barre Linergy); 187kA (barre piatte Cu)
Corrente nominale di corto circuito condizionata (Icc) 65kA/415 V
Grado di protezione (secondo CEI EN 60529) Involucro esterno IP30, IP31, IP55
A porta aperta IP2X
Resistenza meccanica (grado di protezione IK) IP31 IK08
IP55 IK10
Condizioni nominali di servizio Installazione All’interno
Temperatura ambiente Min -5°C, Max 40°C
(Media 24 ore 35°C)
Umidità relativa Max 50% a 40°C
Altitudine < 2000m
Grado di inquinamento <3
Moduli scomparto Numero 36
Altezza modulo 50mm
Forma di segregazione 2b, 3b
Colorazione standard Involucro esterno RAL9001 liscio
Struttura interna Verniciata
Accessibilità vano cavi Dal retro o da fronte
Installazione A pavimento
Entrata ed uscita cavi Dall’alto o dal basso
Dimensioni degli scomparti Larghezze 300 – 400 – 650 – 800 mm
Altezza 2000 mm
Profondità 400, 600, 800 (400+400) e 1000 (600+400) mm
Resistenza alla corrosione Classe C2 secondo IEC 60721-3-3
Tenuta sismica(1) Fino a livello AG5 secondo la IEC 60068-3-3

(1) Verificare a catalogo le configurazioni compatibili.

M-225
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Contatori di Energia e strumenti multifunzione


PowerLogic
Strumenti multifunzione e contatori di energia permettono di monitorare i punti
di distribuzione chiave 24 ore al giorno: dai generatori al generale d’impianto e
di quadro, fino ad arrivare ai singoli carichi. I contatori di energia garantiscono
l’accessibilità dei dati grazie a funzionalità di comunicazione integrata.
Il monitoraggio real-time e la registrazione degli eventi di power quality,
del funzionamento delle apparecchiature, dei trend di assorbimento
e degli allarmi sono di grande aiuto per migliorare l’affidabilità della rete.
Gli strumenti di misura forniscono informazioni partendo dal punto di
connessione in media tensione fino ad arrivare ai carichi terminali, garantendo
la rilevazione dei dati sia per il supporto di analisi energetiche sia per gestire
al meglio tutti i parametri del sistema elettrico:
l misure energetiche ad elevata precisione (fino a classe 0,2S);
PoweLogic PM8000 l strumenti certificati MID per applicazioni a scopo commerciale;
l soluzione con TA apribili Rogowski per applicazioni di retrofit;
l registrazione real time di tutti i parametri elettrici;
l monitoraggio continuo della power quality (THD, Armoniche,
cattura della forma d’onda);
l rilevazione dei buchi e picchi e della direzione del disturbo grazie a strumenti
evoluti.
La gamma di strumenti di misura consente di adattare il livello di accuratezza
e il numero delle informazioni registrate ad ogni livello dell’impianto di
distribuzione: per esempio, dal generale d’impianto ai carichi critici, che
dovrebbero essere monitorati con strumenti di power quality ed elevata
precisione, fino alla semplice allocazione dei costi energetici con contatori
di energia, che consento la misura capillare dei consumi:
l Gamma iEM2000: contatori di energia da guida DIN per applicazioni
monofase ad inserzione diretta fino a 63 A
l Gamma iEM3000: contatori di energia da guida DIN per applicazioni trifase/
monofase ad inserzione diretta fino a 63 A e 125 A o con l’ausilio
di trasformatori amperometrici
l Gamma PM3200: strumenti multifunzione da guida DIN per applicazioni
trifase/monofase
l Gamma PM5000: strumenti multifunzione da fronte quadro (96x96)
con funzionalità basic di Power Quality
l Gamma PM8000: strumenti multifunzione da fronte quadro (96x96)
con display a colori e funzionalità intermedie di Power Quality
l Gamma ION9000: strumenti multifunzione da fronte quadro con display
a colori e funzionalità avanzate di Power Quality

Nella tabella seguente sono riassunte le principali caratteristiche tecniche delle


diverse gamme (per ulteriori dettagli sui modelli specifici fare riferimento al
Strumenti di misura PowerLogic catalogo o datasheet disponibili su www.se.com).

Funzionalità iEM2000 iEM3000 PM3200 PM5000 PM8000 ION9000


Classe di precisione (fino a) 1 1 0,5 0,5s 0,2s 0,1s
(0,2s per PM55xx)
Tensione, Corrente, Energia,
l l l l l l
Potenza e Power Factor
Disponibilità I/O l l l l l
(anche per WAGES)
Sbilanciamento di fase l l l l
(corrente e tensione)
Armoniche l l l l
Buchi/Picchi (>1/2 ciclo) l l
Transitori (<1/2 ciclo) l
Setpoint Allarmi (timestamp) l (1s) l (1s) l (0.001s) l (0.001s)
Datalogging (memoria) l Min/Max l (1Mb) l (10Mb) l (10Mb)
Cattura forma d’onda l l
Webserver l l l
Comunicazione: uscita impulsiva l l l l l l
Comunicazione: Modbus RTU l l l l l l
Comunicazione: Modbust TCP/IP l l l
Certificazione MID l l l

M-226
l Norma IEC 61557-12: Misura integrata in interruttori Masterpact MTZ
Sicurezza elettrica nei sistemi di L’interruttore aperto Masterpact MTZ consente di rilevare lo stato operativo,
distribuzione a bassa tensione le misure elettriche, fornire informazioni di diagnosi e manutenzione per
permettere di avere informazioni real time. Grazie all’unità di controllo
fino a 1000 V c.a. e 1500 V c.c. - elettronico Micrologic X l’interruttore consente di raccogliere misure di energia
Attrezzature per prove, misure o e potenza attiva in Classe 1 in accordo alla Norma IEC 61557-12 e archiviare
monitoraggio di misure di protezione - tutti i parametri operativi e di funzionamento.
Dispositivi di misurazione e monitoraggio E’ disponibile con correnti nominali da 630 A fino a 6300 A e potere
d’interruzione da 42 kA fino a 150 kA
delle prestazioni (PMD) Di seguito sono riportate le misure elettriche effettuate da Micrologic X.

Tipo di misura Simbolo Precisione Campo Campo Unità Display


prec. prec. Micrologic X
min max
Correnti
Valore efficace corrente di fase I1, I2, I3, Imed ±0,5% 40 (6) 4000 x 1,2 (6) A
Tensioni
Valore efficace tensione fase-fase V12,V23,V31, VLL media ±0,5% 208 690 x 1,2 V
Valore efficace tensione fase-neutro V1N, V2N, V3N, VLN media (2) ±0,5% 120 400 x 1,2 V
Potenza ed energia
Potenza attiva P1, P2, P3, Ptot ±1% 5 10 000 (±) kW
Potenza reattiva Q1, Q2, Q3, Qtot ±2% 5 10 000 (±) kVAR
Potenza apparente S1, S2, S3, Stot ±1% 5 10 000 kVA
Fattore di potenza FP ±0,02 -1 1
Fattore di potenza per fase PF1, PF2, PF3 ±0,02 -1 1
Fattore di potenza fondamentale (cos φ o DPF) Cos φ ±0,02 -1 1
Fattore di potenza fondamentale (cos φ o DPF) per fase Cos φ1, Cos φ2, Cos φ3 ±0,02 -1 1
Energia attiva resettabile (7) Ep IN / OUT / totale (3) ±1% -10 000 000 10 000 000 kWh
Energia reattiva resettabile (7)
Eq IN / OUT / totale (3) ±2% -10 000 000 10 000 000 kVARh
Energia apparente resettabile (7) Es IN / OUT / totale (3) ±1% -10 000 000 10 000 000 kVAh
Energia attiva non resettabile (8)
Ep IN / OUT / totale (3) ±1% -10 000 000 10 000 000 kWh
Energia reattiva non resettabile (8) Eq IN / OUT / totale (3) ±2% 0 10 000 000 kVARh
Energia apparente non resettabile (8) Es IN / OUT / totale (3) ±1% 0 10 000 000 kVAh
Amp x ora non resettabile Ah_1,Ah_2, Ah_3,Ah_N ±1% 0 2 000 000 kAh
W.A.G.E.S. (Acqua, Aria, Gas, Elettricità, Vapore) con ingressi digitali del modulo I/O
Corrente e Potenza media (10)
Corrente media (10) l1, l2, l3, IN, Imed ±0.5 % 40 (6) 4 000 x 1.2 (6) A
Potenza attiva media (10) Ptot ±1 % 5 10 000 (±) kW
Potenza media reattiva (10) Qtot ±2 % 5 10 000 (±) kVAR
Potenza media apparente (10) Stot ±1 % 5 10 000 kVA
Power quality
Frequenza F ±0,005 Hz 40 70 Hz
Sequenza delle fasi (0: a,b,c /1,2,3 - 1: a,c,b /1,3,2) Sequenza delle fasi NA 123 132 0-1
Valore efficace corrente sul neutro IN (1) ±1% 40 (6) 4000 (6) A
Valore efficace corrente di terra Ig ±5% 40 (6) 4000 (6) A
Valore efficace corrente di dispersione a terra IΔ (con Micrologic 7.0X) ±10% 0,1 30 A
THDI corrente di fase ITHD, I1, I2, I3, Imed Cl 5 (9) 0% 100% (4) % (4) (5)

THDI I neutro ITHD IN (1) Cl 5 (9) 0% 100% (4) % (4) (5)

THDU tensione fase-fase VTHD, V12,23,31, LLmed Cl 2 (9) 0% 20% (4) % (4) (5)

THDV tensioni fase-neutro VTHD, V1N,2N,3N, LNmed (2) Cl 2 (9) 0% 20% (4) % (4) (5)

Squilibrio di corrente vs valore efficace correnti medie trifase I_squil 1,2,3, squil (peggiore) +5% 0% 100% %
Squilibrio di tensione fase-fase VLL_squil 12, 23, 31 squil Cl 0,5 0% 10% %
Squilibrio di tensione fase-neutro VLN_squil 1N, 2N 3N, squil (2) Cl 0,5 0% 10% %
(1) Corrente di neutro disponibile solo con interruttori automatici quadripolari o tripolari con trasformatore esterno della corrente di neutro (ENCT).
(2) Tensione fase-neutro disponibile solo con interruttori automatici quadripolari o tripolari con morsetto VN collegato al neutro.
(3) IN+OUT o IN-OUT secondo le impostazioni.
(4) THD calcolato facendo riferimento al valore fondamentale o efficace.
(5) Dettaglio per fase non visualizzato sul display di Micrologic X.
(6) 40 ... 1600 A x1,2 per MTZ1; 40 ... 4000 A x1.2 per MTZ2; 80 ... 6300 A x1,2 per MTZ3.
(7) Con reset.
(8) Senza reset.
(9) In accordo alla norma IEC/EN 61557-12.
(10) Per valori di corrente e potenza media ci si riferisce al termine inglese ‘demand’. Con questa nomenclatura si intende il valore massimo (rispettivamente di
corrente e potenza) registrato in un certo periodo di tempo, tipicamente di 15 o 30 minuti.

Nota: Micrologic X provvede alla registrazione e alla cronodatazione dei valori minimi e massimi dall'ultimo reset di tutte le principali misure. I principali valori
massimi possono essere letti sull'interfaccia integrata (correnti, tensioni, frequenza, Ptotale, Qtotale, THDImed, THDUmed, THDIN ...). Per un elenco completo
delle misure e dei valori min / max, consultare la Guida Utente di Micrologic X.

M-227
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Le unità di controllo Micrologic X eseguono funzioni di monitoraggio e


diagnostica di alto livello in tempo reale sugli interruttori automatici Masterpact
MTZ. Inoltre, generano e memorizzano avvisi, allarmi e messaggi per aiutare
gli utenti con la manutenzione e il ripristino dell’alimentazione.
Di seguito vengono riportate le principali funzionalità di Diagnostica
e Manutenzione svolte dall’unità di controllo Micrologic X.

Scopri Masterpact MTZ Seleziona il tuo nuovo


Masterpact MTZ

Funzione di chiusura Funzione di apertura Funzioni di sgancio


elettrica elettrica e Stato di invecchiamento
l Continuità di circuito l Continuità di circuito l Continuità catena
bobina XF bobina MX di sgancio (LD Ready)
l Tempo di carica motore l Continuità circuito bobina l Contatore sganci Mitop
MCH MN (SDE)
l Registro chiusure l Contamanovre di apertura l Registro sganci
cronodatate l Registro aperture cronodatati
l Contatore MCH cronodatate (elettriche/ l Indicazione di usura
l Allarme guasto ordine meccaniche) dei contatti
di chiusura l Allarme guasto ordine l Indicazione delle
di apertura ore di funzionamento
dell’interruttore
Disconnessione sensori Guasto interno Guasto comunicazioni
esterni a Micrologic X esterne
l Trasformatori di corrrente l Sovratemperatura ASIC l Errore Bluetooth
interni l Guasto interno ASIC l Errore comunicazione
l TA neutro esterno l Lettua errori/connettore Ethernet (IFE)
l Sensore Vigi sensore l Modulo I/O
l Batteria interna
l Mitop non rilevato

XF: bobina di chiusura


MN: bobina di apertura
MCH: motore elettrico
MN: bobina di minima tensione
SDE: contatto di segnalazione guasto elettrico
IFE: modulo di interfaccia di comunicazione

M-228
Menu Avviso Connessione e comunicazione integrata
Tutte le informazioni elaborate e memorizzate da Micrologic X sono accessibili
MICROLOGIC MICROLOGIC
attraverso diverse interfacce:
Home
Home
Quickview
Quickview
Measures
Protection
Interfaccia operatore integrata, a colori e retroilluminata (HMI)
! Measures
Alarms & H...

Smartphone con connessione Bluetooth e NFC


Alarms
Maintenan...
OK
OK

È possibile collegarsi all’ interruttore MTZ con smartphone attraverso l’App


EcoStruxure Power Device, in tal modo è possibile monitorare i consumi, rilevare
avvisi, misure elettriche ed impostare i parametri elettrici di protezione.
Display
integrato
TRIP CAUSE

TRIP CAUSE

Ir Isd Ig Op. Ir Isd Ig Op.


Ii I n Test Reset Ii I n Test Reset

7.0 X 7.0 X
Interfacce di comunicazione
Le interfacce di comunicazione e le unità di controllo Micrologic X offrono
ID: ID:
1989421527520002LV847604 1989421527520002LV847604

MICROLOGIC MICROLOGIC

DISCONNECT BEFORE
DIELECTRIC TEST
DISCONNECT BEFORE
DIELECTRIC TEST i seguenti canali di comunicazione:
In 1600 A In 1600 A

l connessione a una rete Ethernet attraverso un’interfaccia IFE o EIFE.


Quest’ultime sono collegate all’unità di controllo Micrologic X attraverso una
porta ULP e un cavo ULP prefabbricato.
ERMS Allarme L’interfaccia IFE è dedicata agli interruttori automatici fissi mentre EIFE
abilitato
a quelli estraibili.
Interfaccia operatore integrata, a colori l connessione a una rete Modbus SL RS485 attraverso un’interfaccia IFM.
TRIP CAUSE

TRIP CAUSE

Ir Isd Ig Op. Ir Isd Ig Op.


Ii I n Test Reset Ii I n Test Reset

7.0 X 7.0 X

e retroilluminata (HMI)
ID:
1989421527520002LV847604
ID:
1989421527520002LV847604
L’interfaccia IFM è collegata all’unità di controllo Micrologic X attraverso una
DISCONNECT BEFORE DISCONNECT BEFORE
porta ULP e un cavo ULP prefabbricato.
DIELECTRIC TEST DIELECTRIC TEST

In 1600 A In 1600 A

Per migliorare le capacità di monitoraggio e controllo, è possibile associare


alle interfacce IFE, EIFE e IFM.

Internet
TRIP CAUSE

Ir Isd Ig Op.
Ii I n Supervisore
Test
locale

IFM [1]
POWER

0V
100-23
PO WER

PO WER

200
Com’X

O Com’X
FDM128 24VDC

ETH2

Smartphone con connessione Bluetooth e NFC


ETH2
ETH1
ETH1

+
24VDC
I1
C
I2
I3
C
I4
I5
C
I6
Enerlin'
X IFE

IFE
24V 0V

T2
O3 T1
34
O2 33
24
O1 23
14
13

Modulo I/O NFC

Porta ULP
Smartphone
attraverso
Bluetooth e
24V 0V

NFC wireless
PC con Ecoreach

Porta ULP

M-229
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Moduli Digitali
Le funzionalità di Micrologic X si possono potenziare e personalizzare con Moduli Digitali,
dei software acquistabili in ogni momento sulla piattaforma GoDigital.
I Moduli Digitali offrono funzionalità opzionali dedicate alla Misura, alla Protezione,
alla Diagnostica e Manutenzione.

Misura Protezione Diagnostica e


Manutenzione

Monitoraggio dell’energia Maggiore protezione di beni e persone Massima continuità, pianificazione,


e Power Quality manutenzione e riduzione interruzioni
Gestione dei costi Protezioni opzionali Interruzione dell’alimentazione
Energia per fase Allarme per guasto a terra - ANSI S1N/51G Assistente al funzionamento di Masterpact
Minima/massima tensione - ANSI 27/59 Assistente al ripristino dell’alimentazione
Power Quality Ritorno di potenza attiva - ANSI 32P Cattura della forma d’onda in caso di sgancio
Analisi delle singole armoniche Riduzione dell’energia d’arco Comunicazione
per la manutenzione - ERMS
Compatibilità mappa Modbus
Masterpact NT/NW
Minima/massima frequenza ANSI 81
Data model IEC 61850

I Moduli Digitali rimangono una scelta opzionale. Tuttavia, a seconda del settore
di utilizzo, si consigliano i seguenti Moduli (per verificare gli utlimi moduli
rilasciati accedere al QR code ”Seleziona il tuo nuovo Masterpact MTZ”).

Scelta moduli digitali


Energia Analisi Allarme Min/Max Ritorno di Riduzione Assistente Assistente Cattura Compatibilità
per fase singole guasto a tensione potenza energia funzioni di ripristino forma mappa
armoniche terra - ANSI attiva arco per Masterpact aliment. d’onda Modubs
ANSI 27/59 ANSI 32P manut. - in caso di NT/NW
51N/51G ERMS sgancio
Impianti Datacenter ll l l l ll l ll
Grandi e
critici Industrie di ll l l ll l ll
processo
Ospedali ll ll l ll l l ll ll l
Grandi edifici ll l l l ll ll
Oil&Gas ll l l ll l ll
MMM ll l l l ll l ll
Power Eolici l l l l
OEM Genset solari
Marina l l ll l l l
ll Da prevedere
l Da valutare a seconda delle necessità delle specifiche

M-230
Tabella estratta dalla Funzioni di misura degli interruttori scatolati
l Norma CEI 60364 Parte 8-1 Paragrafo Compact NSX
8.3.1.1: “Esigenze relative alla precisione Misura integrata con le unità di controllo Micrologic 5/6/7 E
e al campo di misura“. Gli interruttori automatici di tipo scatolato Compact NSX equipaggiati
con unità di controllo Micrologic 5/6/7 E sono un dispositivo PMD-DD
(Power Meter Device) conforme alla norma IEC/EN 61557-12 con classe di
prescrizione 0,5 per le misure di tensione, classe 1 per le misure di corrente e
classe 2 per le misure di potenza ed energia attiva.
In base alle misure rilevate delle correnti di fase, corrente di neutro e tensioni
tra le fasi e tra le fasi e il neutro, le unità Micrologic 5/6/7 E calcolano e
visualizzano tutti i parametri necessari per il monitoraggio di una rete elettrica a
corrente alternata.
La tabella che segue specifica i livelli di precisione richiesti per le misure
destinate alla gestione dei costi.
Arrivo Applicazioni principali Compact NSX Quadro di distribuzione
finale
Quadro BT principale Quadri di distribuzione
intermedi
Obiettivi di misura l Misura dei ricavi l Allocazione dei costi l Allocazione dei costi lAnalisi e ottimizzazione
per la gestione dei costi l Controllo bollette lAnalisi e ottimizzazione lAnalisi e ottimizzazione del consumo di energia

lAnalisi e ottimizzazione del del consumo di energia del consumo di energia lValutazione delle tendenze
consumo di energia l Valutazione dell’efficienza l Valutazione dell’efficienza del consumo di energia

l Conformità alle norme lOttimizzazione lOttimizzazione


del contratto del contratto
l Conformità alle norme l Conformità alle norme
Precisione globale del In generale, precisione In generale precisione In generale precisione In generale un’indicazione
sistema per la misura eccellente, ad esempio buona, ad esempio media, ad esempio affidabile dovrebbe essere
dell’energia da classe 0,2 a classe 1 da classe 0,5 a classe 2 da classe 1 a classe 3 più importante
della precisione

Oltre alle funzioni di misura integrata dei parametri elettrici, le unità di


controllo Micrologic 5/6/7 A o E offrono funzioni di diagnostica in tempo reale.
Memorizzano eventi, allarmi e sganci che aiutano gli operatori nelle fasi di
manutenzione e di ripristino dell’alimentazione. Queste funzioni permettono
agli utilizzatori finali di:
lprevenire interruzioni dell’alimentazione per garantire la continuità dei
processi, preservando gli impianti da eventuali danni e proteggendo al
contempo la sicurezza del personale addetto;
l ridurre i fermo-impianti dovuti ad interruzioni impreviste della rete di
distribuzione per assicurare nel minor tempo possibile il ripristino dell’impianto
in caso di intervento dei dispositivi di protezione; mantenere le apparecchiature
in buono stato di funzionamento.
Funzioni disponibili Micrologic
Visualizzazione degli stati
Aperto/chiuso A E
Intervento per guasto elettrico SDE A E
Posizione inserito/estratto/test CE/CD/CT (Modulo I/O) A E
Comandi
Apertura A E
Chiusura A E
Misure
Interruttori Scatolati Informazioni misura istantanea A E
Informazioni misura media E
Valori massimi/minimi A E
Energia E
Corrente e potenza media E
Qualità dell’energia E
Gestione operativa
Configurazione protezione e allarmi A E
Archivi storici A E
Tabelle eventi cronodatati A E
Indicatori di manutenzione A E

Interfacce e Gateway per


Interruttori Scatolati e Aperti

M-231
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Connected Products

Misura associata con i sensori wireless PowerTag NSX


I sensori di monitoraggio PowerTag NSX sono nuovi moduli wireless della
gamma Compact NSX per impianti 3P e 3P+N installabili direttamente sui
terminali di potenza dell’interruttore automatico o del blocco Vigi.
PowerTag NSX assicura la funzione di misura dell’energia, monitoraggio
della mancanza di tensione e segnalazione degli allarmi. Fornisce quindi dati
utili al monitoraggio e alla diagnostica dell’interruttore associato grazie al
collegamento ai concentratori Acti9 Smartlink SI B e PowerTag Link.
In combinazione con PowerTag Acti9, è possibile usufruire dei vantaggi di
una soluzione di misura dell’energia in Classe 1 totalmente wireless che
permette di monitorare i consumi energetici, rilevando in tempo reale eventuali
mancanze di tensione o allarmi a qualsiasi livello di un quadro di distribuzione
e consentendo di identificare in modo proattivo eventuali inefficienze e attivare
azioni migliorative. Oltre alle funzioni di monitoraggio e allarme, la soluzione
PowerTag NSX permette di conoscere in tempo reale i valori elettrici con un
trasferimento preciso e completo dei dati ogni 5 s . Rispetto alle tradizionali
soluzioni di misura con Power Meter, non sono necessari collegamenti e i tempi
d’installazione risultano notevolmente ridotti.

Misura associata per interruttori modulari


Qualsiasi dispositivo di protezione della serie Acti9 contribuisce all’affidabilità
dell’impianto elettrico. Molti dispositivi sono equipaggiati con un connettore,
chiamato Ti24, che permette di collegarli direttamente a Smartlink
e remotare le informazioni circa la misura dello stato.
Gli ausiliari collegabili a Smartlink per la misurazione dello stato sono:
l ausiliario di comando iACT24 con Ti24 per contattori
l ausiliario di comando iATL24 con Ti24 per teleruttori
l telecomando RCA con Ti24 per interruttori magnetotermici iC60
l ausiliari di stato e sgancio iOF/SD24 o OF/SD24 per interruttori Acti9.
Un’altra possibilità di effettuare la misura è sfruttare la soluzione PowerTag.
La soluzione PowerTag rende disponibile il monitoraggio nel punto più vicino
al carico, portando ulteriori vantaggi:
l compattezza: PowerTag è installato direttamente sui terminali dell’interruttore
l comunicazione wireless senza cablaggio con Smartlink SI B Ethernet/
PowerTag Link
l misure di Energia Attiva con Classe di precisione 1, Tensioni, Correnti e
Potenza, Fattore di potenza (PowerTag E)
l allarmistica in caso di mancanza tensione, sovraccarico e pre-allarmistica
(PowerTag E)
l conteggio delle ore di funzionamento (PowerTag E)
l comando in wireless tramite PowerTag C IO
l monitoraggio stati in wireless tramite PowerTag C 2DI

Nella tabella sottostante vengono indicate le funzionalità disponibili per le


tre interfacce incluse nell’offerta Acti9 e quali dispositivi possono essere
collegati. Alcune interfacce hanno webserver integrati mentre altre hanno
necessariamente bisogno di un sistema di supervisione per poter condividere
Interfacce e gateway per i dati rilevati.
interruttori modulari

Funzionalità disponibili Smartlink SI B Ethernet Smartlink SI B Modbus PowerTag Link


Monitoraggio interruttori l l l
Allarmi configurabili l l l
Misura energia base l l l
Monitoraggio carico (E, V, I, P, PF) l l
Comando carico l l l (non da web page)
Interfaccia utente
Pagine web integrate l l
BMS (Modbus TCP/IP or RS485) l l l
Dispositivi collegabili
Contatori energia impulsivi l l
Contatori o multimetri modbus RS485 l
Sensori di monitoraggio wireless PowerTag E l l
Moduli wireless PowerTag C l
Sensori analogici con Ti24 l
Contatti di stato l l
Ausiliari attuatori (relè, contattori) con Ti24 l l
N° max PowerTag (E o C) 20 20/100 (versione HD)
N° canali digitali via cavo 7 11
Alimentazione 24V CC 24V CC 230V AC

M-232
Edge Control

Energy Server con pagine Web integrate


Com’X 510 è il cuore del sistema MT-BT Smart con cui rendere intelligente
la distribuzione elettrica di media e di bassa tensione.
La Cabina Digitale di Schneider Electric permette di migliorare la gestione
energetica e operativa degli impianti grazie a soluzioni connesse e sicure,
in grado di soddisfare le esigenze dei clienti in conformità alle normative
di cyber security. L’utilizzo di un energy server Com’X510 all’interno
dell’architettura di sistema, tramite pagine web integrate, permette di:
l monitorare i dispositivi di controllo e protezione in un impianto elettrico,
sia di bassa tensione che di media tensione.
l visualizzare e analizzare i dati di gestione energetica e degli asset senza
la necessità di un software addizionale.
lconsentire contemporaneamente la connessione ad una piattaforma Cloud
ad un Sistema di Gestione dell’Edificio (BMS) o ad uno Scada Elettrico.
laccedere in tempo reale ai consumi energetici per identificare e attivare azioni
migliorative.
lricevere notifiche in tempo reale (tramite e-mail) su allarmi e preallarmi sulle
apparecchiature, al fine di prevenire possibili disservizi.
l monitorare continuamente le condizioni ambientali e di esercizio delle
apparecchiature (temperatura, umidità, accesso locali, allagamento, etc…)
in locali tecnici quali la cabina MT-BT, al fine di preservare disservizi e
massimizzare la durata delle apparecchiature.
l accedere alle informazioni sulle apparecchiature elettriche per verificarne il
corretto stato di funzionamento; visualizzare ed analizzare lo stato nel tempo e
la diagnostica.

Gestione energetica e degli asset


Com’X 510 consente di gestire l’impianto attraverso la raccolta di dati
relativa allo stato delle apparecchiature e alla gestione degli allarmi (numero
di interventi, ore di funzionamento, usura dei contatti, ecc.). Consente la
visualizzazione della gestione energetica del sito attraverso dashboards senza
installare un software di supervisione aggiuntivo. Contemporaneamente, in caso
di necessità, permette la connessione a un sistema di supervisione o di inviare i
dati ad un sistema Cloud.
Visualizzazione grandezze elettriche in real time:
l correnti di carico
l corrente residua
l potenza attiva, reattiva e apparente
l frequenza
l tensioni F-F
l tensioni F-N
l valori medi tensione e corrente
l tasso di distorsione armonico THD*
l fattore di potenza*

M-233
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Edge Control

Istogrammi di confronto energetico:


l visualizzazione energia attiva e reattiva (assorbita o erogata)
l suddivisione per fasce orarie
l confronto per diversi orizzonti temporali:
l Anno su anno precedente
l 4 settimane su 4 settimane precedenti
l Settimana su settimana precedente
l Giorno su giorno precedente

Storicizzazione informazioni elettriche:


lcorrenti di fase
l tensioni di fase
l energia attiva e reattiva
l tasso di distorsione armonico THD
l fattore di Potenza
l tempo di funzionamento sgancio

Monitoraggio condizioni ambientali ed allarmi tecnici


Sempre tramite Com’X 510 è possibile monitorare in modo continuo le
informazioni relative alle condizioni ambientali nel locale tecnico, quale
la cabina MT-BT. Ciò permette di assicurare il funzionamento delle
apparecchiature nelle condizioni di lavoro previste, assicurandone
così la massima durata nel tempo.
Tramite degli ingressi di segnale possono essere collegati dei sensori di
temperatura e umidità in ambiente, una sonda per il rilevamento di allagamento,
contatti magnetici di stato porta per la segnalazione accesso locali
o il monitoraggio di allarmi tecnici in generale.

M-234
Quadro di Media Tensione

Un quadro MT tipo SM6 o AT7, dotato di relè di protezione a microprocessore


Sepam di tipo comunicante, viene collegato al Com’X tramite comunicazione
standard Modbus RS485 o TCP-IP.
Ciò permette il monitoraggio continuo delle informazioni riguardanti lo stato
di esercizio dell’apparecchiatura:
l stato interruttore
l stato sezionatore di linea
l stato sezionatore di terra
l correnti d’intervento
lcorrenti, misure energetiche e fattore di potenza (quando previsti trasformatori
di misura voltmetrici)
È possibile inoltre rilevare importanti informazioni diagnostiche:
lstato connessioni per mezzo di monitoraggio della temperatura connessione
cavi
lcorretto funzionamento del relè di protezione (funzione watchdog) e
supervisione del circuito di sgancio
l corrente di guasto cumulativo
l numero di manovre eseguite dall’interruttore
l tempo di manovra dell’interruttore e di ricarica molla
l corrente residua Io
Al fine di prevenire possibili disservizi e garantire la continuità di servizio del
sistema di distribuzione elettrica, le informazioni sopraelencate possono essere
utilizzate per generale allarmi e preallarmi.

Trasformatore MT/BT
Il trasformatore presenta unità di controllo e protezione termica di tipo
comunicante che permettono il monitoraggio continuo delle informazioni sullo
stato di esercizio dell’apparecchiatura:
l Temperature di funzionamento dei singoli avvolgimenti
l Stato di funzionamento ventilazione forzata (se prevista)
l Stato connessioni per mezzo di monitoraggio della temperatura connessione
cavi (se previsto)

M-235
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Edge Control

Piattaforme cloud Facility Expert


È possibile utilizzare il Com’X 510 anche per l’invio dei dati al cloud.
In questo modo è possibile disporre di un monitoraggio più approfondito dei siti,
sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista operativo e manutentivo.
Utilizzando ad esempio la piattaforma cloud Facility Expert è possibile accedere
anche alle seguenti funzionalità riguardanti il monitoraggio energetico:
lgestione multisito con un unico accesso, con la possibilità di confrontare le
performance dei siti, aggregarne i consumi oppure confrontare i consumi per
misuratori;
l aggregazione dei misuratori di un sito per utenza e/o area, per poter
identificare i carichi che contribuiscono maggiormente ai consumi,
l ripartizione dei consumi rispetto agli orari di apertura e chiusura del sito;
l allarmi sulla potenza ed il fattore di potenza al fine di evitare possibili penali
in bolletta;
l stima dei costi in bolletta e suddivisione dei consumi per centri di costo;
lsettaggio di target al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi mensili
di risparmio energetico;
l conversione dei consumi in CO2.

La piattaforma Facility Expert, inoltre, permette di tenere sotto controllo anche


i parametri elettrici (V, I, f, THD, …) e quelli manutentivi delle apparecchiature
presenti in sito (es: ore di funzionamento, usura dei contatti, …).

Per quanto riguarda gli aspetti operativi e manutentivi, la piattaforma è


accessibile anche da smartphone e tablet, grazie all’applicazione dedicata.
Tra le altre funzionalità, consente ad esempio la creazione di un calendario
dedicato alla manutenzione preventiva, con assegnazione delle attività alle
diverse persone del team di manutenzione, offre la possibilità di archiviare la
documentazione righuardante le varie apparecchiature (es: schemi elettrici,
manuale d’uso, foto, video …) e ricevere allarmi da remoto direttamente dalle
apparecchiature intelligenti presenti in campo, in modo da poter implementare
rapide azioni correttive (es: riarmo di un interruttore a seguito di sgancio).

M-236
Esempio delle funzionalità delle Licenze Facility
Expert (non esaustivo):
Ecostruxure FACILITY EXPERT
App manutenzione Gestione operativa Gestione energetica
Gestione operativa - App Mobile (e web)
Numero di utenti
Creazione di QR code per un asset l l
Stato dell’asset e geolocalizzazione l l
Storico stato degli asset ed archivio per la documentazione l l
Piano di manutenzione e promemoria delle attività l l
Gestione delle attività (es: assegnazione attività, notifiche) l l
Report in un click (personalizzabili) l l
Creazione di un team, chat, condivisione delle informazioni l l
Allarmi su soglie e cambiamenti di stato l
Allarmi personalizzati anche da dispositivi di terze parti l
Allarmi preconfigurati per dispositivi Schneider Electric (MT/BT) l
Trend dei dati degli asset: °C, ore di funzionamento, correnti, I, V, ... l
Gestione energetica - Portale web
Monitoraggio dei consumi: generale, utenza, area, misuratore l
Monitoraggio di Potenza Fattore di Potenza, con relativi allarmi l
Avvisi per il superamento del target di consumo l
Monitoraggio multisito e benchmarking l
Report mensili l
Bolletta energetica l

M-237
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Edge Control

EcoStruxure Facility Expert App


Per tutte le applicazioni medio-piccole e non critiche, Schneider Electric
consente di migliorare la gestione energetica ed operativa, senza la necessità
di soluzioni SCADA, consentendo un monitoraggio continuo dello stato di
funzionamento dell’impianto, ottimizzando la manutenzione e massimizzando le
condizioni operative.

IoT

I parametri possono essere monitorati in loco, sia sul touchscreen LCD installato
a fronte quadro, sia mediante le pagine web integrate del nostro webserver,
oppure ovunque grazie al Cloud, garantendo i requisiti di cyber security
secondo le normative vigenti.
Sull’applicazione EcoStruxure Facility Expert, dedicata alla gestione operativa
e manutentiva, è possibile creare gli asset da monitorare in modo rapido,
leggendo il QR code presente sulle nostre apparecchiature, oppure seguendo
pochi semplici step per l’immissione delle informazioni del dispositivo e
utilizzando l’app per la generazione del QR code.
Le funzionalità dell’applicazione comprendono:
l archivio per la documentazione, per poter accedere a tutti i dati necessari per
gli interventi;
l calendario con promemoria, che consente di pianificare le attività di
manutenzione al fine di accrescere la sicurezza dell’impianto, limitare i fuori
servizio e aumentare la vita utile delle apparecchiature;
l notifiche in tempo reale, per consentire la condivisione delle informazioni
riguardanti asset e interventi con il team manutenzione in campo, assegnando
le attività ai tecnici corretti (il più vicino in zona, il più specializzato, il più
disponibile, …);
l report con un click, che aiutano a risparmiare tempo nella redazione dei
verbali tecnici, tenendo traccia dello storico di tutti gli interventi di manutenzione
effettuati;
l registro e lettura delle misure, per raccogliere manualmente i dati delle
apparecchiature;
l allarmi da remoto in tempo reale, che permettono di rimanere sempre informati
sullo stato degli asset in sito, mediante una serie di allarmi provenienti dal
campo (preconfigurati e/o personalizzati).
L’applicazione è accessibile via smartphone, tablet e pagina web.

M-238
Power Monitoring Expert
Per tutte le strutture critiche in termini di energia, incluse strutture industriali,
grandi edifici commerciali e istituzionali, data center, strutture sanitarie e
forniture di servizi, è possibile disporre di una soluzione di monitoraggio
e supervisione locale che permette di accedere all’intera rete elettrica da
qualunque luogo.
Il software consente di aumentare l’efficienza in tutta la rete sia energetica per
tagliare i costi correlati all’energia, sia operativa evitando errori che potrebbero
interrompere il funzionamento dei dispositivi correlati alla qualità dell’energia.

Il software converte i dati correlati all’energia in informazioni accurate e


tempestive, sulla base di cui è possibile intervenire.
Presenta inoltre strumenti completi di analisi e generazione di report, interfacce
di controllo e architetture flessibili e scalabili in grado di soddisfare le esigenze
specifiche degli utenti. Per mezzo di questi strumenti è possibile monitorare
le condizioni dell’energia in tempo reale, analizzare la qualità e l’affidabilità
dell’energia e rispondere con rapidità agli allarmi per evitare situazioni critiche.

M-239
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Edge Control

La piattaforma raccoglie i dati relativi all’energia da una serie di fonti, fra cui
il Com’X510, misuratori e sensori di terzi, garantendo le seguenti funzionalità:
l controllo della rete elettrica dello stabilimento e verifica dell’affidabilità di
funzionamento;
l analisi e isolamento delle fonti di problemi di qualità dell’energia;
l analisi energetiche per identificare sprechi e ridurre i costi;
l allocazione dei costi energetici ai reparti per promuovere la responsabilità
e la consapevolezza;
l supporto alla manutenzione proattiva per prolungare la durata dei dispositivi;
l protezione e controllo delle reti;
l miglioramento della continuità di servizio elettrica;
l monitoraggio e controllo dell’apparecchiatura;
l supporto alla manutenzione proattiva per prolungare la durata delle risorse;
l conformità con gli standard energetici aziendali o normativi come ISO 50001.

Completa sicurezza e affidabilità sono requisiti essenziali in tutti gli elementi


dell’interfaccia.
Il software di monitoraggio e supervisione locale controlla il sistema con
affidabilità, prestazioni e integrità di dati elevate grazie all’utilizzo di architetture
avanzate. Ne sono un esempio le configurazioni dei dispositivi di I/O a
ridondanza attiva o in standby, le comunicazioni ad anello autoriparanti
e le configurazioni del server primario e di standby.

M-240
Apps, Analytics and Services

La Realtà Aumentata nella Cabina Digitale


Introduzione
L’applicazione della tecnologia di Realtà Aumentata all’interno della cabina
MT/BT smart, rappresenta una scelta fondamentale per Schneider Electric,
nell’ottica di fruire con facilità di tutti i dati raccolti dalLa Cabina Digitale.
Le funzionalità ed i conseguenti benefici di cui può godere il cliente risultano
essere molteplici, e per l’operatore sarà sufficiente utilizzare il proprio tablet, per
gestire la manutenzione dell’impianto, ricevendo informazioni riguardanti lo stato
dei componenti di cabina, in perfetto accordo con la crescita esponenziale dei
device mobili, come smartphone e tablet ed in perfetto accordo con il concetto
La Realtà Aumentata di evoluzione verso un nuovo modo di impiegare le tecnologie già in uso da
nella Cabina Digitale alcuni anni, espresso nel Piano Industria 4.0 e Impresa 4.0.
Nel caso di un fuori servizio in cabina, secondo quanto risulta da un’indagine
statistica effettuata dalla società internazionale di consulenza manageriale
McKinsey, i tempi utili per il ripristino del servizio constano di un 50% relativo
alla ricerca documentale e diagnosi e di un 50% relativo ai tempi di effettivo
ripristino. L’applicazione della tecnologia di Realtà Aumentata, consente di
ridurre entrambi questi tempi, migliorando significativamente la produttività
operativa, elevando il livello di sicurezza e potenziando l’efficienza delle azioni
degli operatori al lavoro negli impianti.

Bassa Tensione

Trasformatore

Documentazione
Generale

Schema d’impianto

Contatti

241

Le informazioni sono fruibili sul tablet mediante un’applicazione di EcoStruxure:


“EcoStruxure Augmented Operator Advisor”.

M-241
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Apps, Analytics and Services

Funzionalità e benefici della soluzione di Realtà Aumentata in


cabina
La soluzione di Realtà Aumentata applicata in cabina MT/BT smart, offre
all’utente finale innumerevoli vantaggi, tra cui l’aumento della vita media dei
componenti di cabina, la riduzione del MTTF mean time to failure, l’aumento
della sicurezza delle persone e la riduzione del rischio di errore umano.
Le funzionalità attraverso cui si conseguono tali benefici risultano essere:
l Ricerca documentale facilitata:
È infatti possibile allegare datasheet, manuali e schemi unifilari in formato pdf.
Tutta la documentazione a corredo dei vari componenti di cabina, è conservata
all’interno del server locale ed è consultabile tramite il tablet.
Viene così garantito il recupero e l’accesso rapido a tutta la documentazione,
in un ambiente quale quello di cabina in cui spesso essa non risulta essere
reperibile. Il beneficio per il cliente è la riduzione del tempo di fuori servizio,
grazie ad un minor impiego nella consultazione dei manuali.
l Miglioramento delle capacità diagnostiche:
la visualizzazione in real-time dei dati provenienti dal campo aiuta l’operatore
nell’analizzare velocemente lo stato del sistema, mediante una serie di warning
visualizzabili mediante icone o stati di allarme.
l Riduzione dei tempi di down-time:
l’accesso rapido all’archivio documentale in formato digitale, unitamente
all’accresciuta capacità diagnostica, agevola le operazioni manutentive
straordinarie ed ordinarie.
l Aumento della sicurezza delle persone:
è possibile caricare delle check list per il manutentore o dei video dedicati che
accelerino le operazioni di pronto intervento e riducano il rischio di errori umani.

l Maggiore sicurezza operativa:


mediante l’accesso virtuale in cabina, l’operatore può interagire con le
singole apparecchiature e ispezionarle, pur restando al di fuori della cabina,
visualizzandone lo stato, le grandezze in real-time e le condizioni ambientali.
Tale facoltà può essere di notevole aiuto ad un manutentore poco avvezzo
agli interventi in cabina, consentendogli anche di comunicare ad un supporto
remoto lo stato dell’impianto.
l Innzovazione della gestione operativa:
utilizzando strumenti digitali, con nuove tecnologie, si ottimizza la manutenzione
e si rinnova in modo semplice la gestione operativa, migliorando la propria
immagine sul mercato.
l Valorizzazione personale:
si valorizza inoltre l’operatore, spingendolo ad evolvere e ad arricchire le
sue competenze, favorendo così l’uso di strumenti di lavoro dell’era 4.0 e
supportando il ricambio generazionale, dagli operatori più esperti alla nuova
generazione di addetti.
Ad esempio è possibile eseguire operazioni di fast learning, tramite le quali,
il neo addetto impara velocemente mediante video che illustrino le operazioni
manutentive da eseguire in cabina.

M-242
Offerta Field Service (Tradizionale)
Oltre a soluzioni innovative, gli esperti e i tecnici di manutenzione qualificati di
Schneider Electric sono impegnati a fornire un servizio al cliente “best-in class”
e un’assistenza tecnica avanzata con un elevato livello di qualità, al fine di
garantire il massimo supporto nella gestione dell’impianto durante l’intero ciclo
di vita.
I servizi per la base installata di Schneider Electric consentono di ottimizzare
il ciclo di vita delle apparecchiature, incrementare le performance, la sicurezza
e ridurre i costi di manutenzione.
Per la base installata, i servizi di Schneider Electric aiutano a:
l migliorare la sicurezza sul luogo di lavoro
l massimizzare l’affidabilità degli impianti elettrici
l ridurre i rischi e limitare i tempi di inattività
l prolungare la durata delle apparecchiature
l migliorare l’efficienza energetica

Pianificare
Quando bisogna pianificare, definire e progettare un impianto elettrico,
gli esperti di Schneider Electric possono dare supporto con studi di
fattibilità tecnica e progettazione preliminare per consentire di definire
la soluzione più adatta. Si realizzeranno reti elettriche più sicure, stabili e
affidabili, migliorando la disponibilità dei processi e incrementando l’efficienza
energetica. Tutto questo sarà fatto rispettando le norme e utilizzando nel modo
migliore il capitale investito.
I principali servizi:
l studi di rete
l calcolo correnti di corto circuito
l coordinamento protezioni
l flussi di carico
l armoniche
l distacco carico
l protezione contro fulmini

Installare
Per convertire i progetti in una soluzione efficiente, affidabile e sicura,
Schneider Electric offre servizi di assistenza e supervisione durante le
attività di avviamento e messa in servizio, consentendo di proteggere e
ottimizzare la prima fase del ciclo di vita dell’impianto elettrico.
Si beneficerà della competenza di Schneider Electric durante l’installazione e
la messa in servizio delle apparecchiature di distribuzione elettrica realizzando
così installazioni affidabili e con alte prestazioni.
I principali servizi:
l assistenza in sito
l installazione apparecchiature
l prove e messa in servizio in sito
l diagnosi elettriche su installazioni esistenti
l engineering expertise.

Operare
Per migliorare la sicurezza, la disponibilità e la gestione dell’operatività
dell’installazione, Schneider Electric può dare assistenza con una serie
di azioni proattive che permetteranno di contenere e controllare i costi di
gestione raggiungendo, mediante la manutenzione del costruttore, il massimo
livello di prestazioni e riducendo al minimo i tempi di inattività causati da guasto.
I principali servizi:
l manutenzione correttiva. Riparazioni in emergenza a seguito di guasto.
l manutenzione preventiva. Periodica in base al tempo o intervalli ciclici.
l manutenzione su condizione.
l diagnosi apparecchiature in sito
l manutenzione preventiva con il monitoraggio permanente delle
apparecchiature
l servizi di monitoraggio remoto erogati da tecnici Schneider Electric mediante
piattaforme digitali per la gestione delle apparecchiature di distribuzione
elettrica critiche
l piani di servizio
l parti di ricambio
l pormazione

M-243
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Apps, Analytics and Services

Ottimizzare
Quando si ha la necessità di fare analisi tecniche sullo stato dell’impianto,
comprendere problematiche, attivare azioni per ridurre i costi energetici o
incrementare le prestazioni di sicurezza e di manutenzione, gli esperti di
soluzioni offrono raccomandazioni proattive, su misura e necessarie per
ridurre i rischi, migliorare le prestazioni e l’affidabilità.
I principali servizi:
l audit impianto
l consulenza / analisi dell’installazione

Rinnovare
Se si vuole estendere la durata di vita dell’impianto, renderlo più efficiente o
adeguarlo in conformità agli ultimi riferimenti normativi, Schneider Electric
consente di definire e implementare la migliore soluzione, aumentando le
prestazioni e la flessibilità, tenendo sotto controllo l’invecchiamento del parco
installato e i costi delle infrastrutture associate.
I principali servizi:
l modernizzazione, sostituzione di vecchie apparecchiature MT-BT, interruttori,
relè di protezione…
l soluzioni di retrofit
l modifica delle prestazioni / architettura dei quadri elettrici
l aggiornamenti normativi
l gestione del fine vita dell’impianto
l recupero e smaltimento apparecchiature elettriche in conformità alle leggi
vigenti.

M-244
La piattaforma Facility Expert, inoltre, permette di tenere sotto controllo anche
i parametri elettrici (V, I, f, THD, …) e quelli manutentivi delle apparecchiature
presenti in sito (es: ore di funzionamento, usura dei contatti, …).

Servizi di assistenza Asset Advisor


EcoStruxure Asset Advisor consiste in servizi di monitoraggio remoto, erogati
da tecnici Schneider Electric mediante piattaforme digitali, per la gestione delle
apparecchiature di distribuzione elettrica critiche.
l Combina le funzionalità IoT con le innovazioni nella connettività, nella
tecnologia dei sensori e nell’analisi, per offrire ai nostri clienti l’opportunità di
passare dalla manutenzione reattiva alla manutenzione proattiva;
lrileva i potenziali problemi sulle apparecchiature di distribuzione elettrica per
mitigare i rischi di guasto elettrico;
l Il servizio, basato su cloud, è supportato da esperti che forniscono
raccomandazioni attuabili e, in opzione, il supporto in sito per il sistema di
distribuzione elettrica.

L’offerta EcoStruxure Asset Advisor propone 2 livelli di servizio:

EcoStruxure Asset Advisor Preventive


Utile a gestire in modo efficiente le operazioni quotidiane con il monitoraggio
basato su cloud degli asset Schneider Electric e allarmi intelligenti e assicurare
la disponibilità e la continuità dell’energia in ambito distribuzione elettrica.
Prevede:
l monitoraggio
¡ monitoraggio remoto 24/7 degli asset critici da parte degli specialisti del
service (Time Incident Management)
¡ dati in tempo reale su portale web e smartphone

l notifiche e allarmi
¡ avvisi sullo stato di salute degli asset e allarmi intelligenti
¡ notifiche di manutenzione

l service Bureau
¡ accesso e supporto 24/7 del Service Bureau per una risoluzione proattiva
degli allarmi
¡ report mensili

¡ organizzazione degli interventi di manutenzione

Il servizio EcoStruxure Asset Advisor Preventive consente di:


l gestire i rischi, anticipando i guasti con il monitoraggio remoto 24/7 degli asset
lrilevare in anticipo le condizioni anomale migliorando la sicurezza delle
persone e dei beni
lgestire rapidamente i problemi critici e estendere la durata di vita degli asset
connessi, aumentando così l’efficienza operativa
l migliorare il controllo del budget di manutenzione e delle spese operative

M-245
Guida alla Cabina La Cabina Digitale
MT/BT Digitale Apps, Analytics and Services

EcoStruxure Asset Advisor Predictive


Fornisce analisi avanzate e supporto per rendere ottimale la manutenzione degli
asset critici attraverso modelli predittivi e accrescere la sicurezza.
Prevede:
l monitoraggio
¡ monitoraggio dello stato di salute e analisi degli asset di distribuzione elettrica
lgestione predittiva degli asset
¡ analisi del costruttore e apprendimento automatico per il rilevamento precoce
di comportamenti anomali
l approfondimenti e analisi utili dello stato di rischio e implicazioni economiche
da parte degli esperti del Service Bureau
¡ esperti affidabili analizzano, predicono e consigliano al fine di realizzare al
momento giusto la corretta manutenzione e raccomandano azioni Capex vs
Opex

Il servizio EcoStruxure Asset Advisor Predictive consente di:


lraggiungere la “Peace of mind” grazie alla competenza di Schneider Electric
sulle problematiche della base installata
lrealizzare la diagnosi degli asset e basata su più di 25 anni di esperienza del
produttore
lavere il supporto degli esperti del Service Bureau 24/7 che monitorano lo stato
di salute degli asset critici connessi
l ottimizzare i costi operativi e finanziari grazie alla riduzione dei rischi di guasto
laccrescere la durata di vita degli asset e garantire il controllo del budget di
manutenzione.

Approfondisci EcoStruxure Power: https://www.se.com/it/it/


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M-246
Guida alla Cabina Appendice 1 - Dimensionamento
MT/BT Digitale del locale cabina

Introduzione...............................................................................................................................2

Installazione dei trasformatori in resina.............................................................................4

Collegamenti MT e BT..............................................................................................................5

Passaggi e dimensioni.............................................................................................................6

Dotazioni della cabina elettrica............................................................................................8

1
Guida alla Cabina Dimensionamento del locale
MT/BT Digitale cabina

Introduzione
I criteri generali di realizzazione di un locale cabina devono considerare le
condizioni di servizio (es. altitudine, temperatura ambiente, umidità, polveri,
sismici, paesaggistici, ecc.) e l’effettiva disponibilità di spazi adatti ad essere
utilizzati per la cabina.
In fase di progettazione, è necessario valutare lo spazio necessario per
l’installazione e la manutenzione delle apparecchiature di protezione e manovra
di bassa e media tensione e dei trasformatori, in funzione delle potenze
installate e della natura dell’edificio da alimentare. Inoltre, devono essere
rispettate le distanze dalle zone di stoccaggio dei materiali infiammabili.
A seconda della disponibilità degli spazi, la Guida CEI 99-4 identifica le seguenti
configurazioni dell’ubicazione del locale cabina:
l locale cabina isolato separato dall’edificio servito;
l locale cabina compreso nella volumetria dell’edificio servito;
l ocale cabina sulla copertura dell’edificio servito
La cabina stessa è classificata come segue:
l Cabina a giorno
In questo tipo d’impianto non è previsto l’utilizzo di componenti MT dotati di
involucro in grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti.
Per questo motivo, deve essere completato in opera con le misure di sicurezza
atte a proteggere le persone contro tali rischi. Per la cabina a giorno si deve
porre particolare attenzione al dimensionamento delle distanze di isolamento
e di sicurezza. E’ una soluzione non più in uso e qualora la si voglia applicare,
valgono le prescrizioni della Norma CEI EN 61936-1 (CEI 99-2).
l Cabina prefabbricata
E’ realizzata impiegando il prodotto “Sottostazione prefabbricata ad alta/bassa
tensione” secondo le norme CEI EN 62271-202 e CEI EN 50532, utilizzabili
sia per locale separato sia sulla copertura dall’edificio servito.
La cabina prefabbricata viene considerata come un apparecchio conforme
alla Norma di prodotto e che ha superato le prove di tipo previste.
l Cabina con apparecchiature prefabbricate.
Per realizzare lo schema di progetto si collegano opportunamente tra di loro
apparecchiature prefabbricate. I componenti utilizzati sono dotati di involucro
in grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti, come ad esempio
i quadri MT e BT. La cabina può essere premontata o realizzata in opera,
cioè il locale è in calcestruzzo o laterizio o altro materiale idoneo ad ospitare
le apparecchiature elettriche e viene collaudato direttamente nel luogo di
ubicazione.
La soluzione costruttiva tipica risulta costituita in generale da un locale chiuso
ed adatto a proteggere i componenti dagli agenti atmosferici. Il locale deve
avere i seguenti requisiti:
l non deve sorgere in vicinanza di luoghi a maggior rischio in caso di incendio
o con pericolo di esplosione (luoghi MA.R.C.I.);
l deve disporre di un accesso, sia per il personale, sia per autocarri con gru;
lsvere le pareti, pavimenti e soffitti secondo la norma CEI EN 61936-1,
comprese le eventuali fosse e/o serbatoi di raccolta liquidi;
l essere dotato di adeguata ventilazione a circolazione d’aria naturale o forzata;
l non essere soggetto a infiltrazioni d’acqua o allagamenti;
l non deve contenere né inglobare alcuna tubazione per fluidi che siano
estranei al servizio della cabina;
l aver un’adeguata illuminazione per facilitare le operazioni di controllo e di
manutenzione, nonché quelle di evacuazione in caso di necessità.

2
Caratteristiche costruttive dell’involucro
L’involucro deve essere realizzato con materiali che resistano al deterioramento
nelle condizioni ambientali durante la durata di vita prevista, a condizione che
l’utilizzatore esegua la manutenzione indicata dal costruttore (calcestruzzo,
metallo, materiali sintetici, ecc.).
Il costruttore deve prendere adeguati provvedimenti contro:
l la corrosione del cemento e dell’acciaio
L’involucro metallico va protetto contro la corrosione mediante l’uso di materiali
appropriati, verniciatura o con l’applicazione di rivestimenti di protezione.
L’acciaio inossidabile o l’alluminio possono essere usati senza protezione.
Se l’involucro e parte del circuito conduttore principale di messa a terra, si
devono prendere precauzioni per impedire la corrosione degli elementi e delle
superfici di contatto nel percorso della corrente di terra, per mantenere la
capacita di portare corrente durante la sua durata di vita in servizio prevista.
l effetti della penetrazione d’acqua
l effetti della carbonatazione (formazione di carbonati pericolosi per l’armatura
di ferro)
l gelo
l la diffusione di cloruro
l attacchi chimici (esempio di trattamento: tinteggiatura a intonaco rustico).

Robustezza meccanica
L’involucro deve possedere una robustezza meccanica sufficiente (grado IK 10)
e deve resistere a dei carichi e a degli impatti prestabiliti sul tetto (es. neve),
sull’involucro (es. vento), impatti meccanici sulle porte e pannelli.
Considerando un involucro realizzato in cemento armato prefabbricato, bisogna
attenersi alle prescrizione del vigente DM 14.01.08 “Nuove Norme Tecniche per
le Costruzioni” per quanto attiene l’armatura e lo spessore delle pareti: bisogna
prevedere una doppia armatura. Pannelli e porte fanno parte dell’involucro
per cui devono assicurare lo stesso grado di protezione specificato per
l’involucro. Devono aprirsi verso l’esterno con un angolo di almeno 90° e deve
essere possibile fissare il portello di accesso per impedirne la chiusura mentre
gli operatori si trovano all’interno della sottostazione o stanno lavorando
sull’apparecchiatura dall’esterno della sottostazione.

Resistenza al fuoco
Le pareti e i soffitti dei locali dove sono installati i trasformatori devono avere
la resistenza al fuoco indicata nella tabella sottostante, in relazione al tipo di
trasformatore:
La valutazione del volume totale del liquido per trasformatori isolati in olio
dipende dal numero di trasformatori e dalla presenza o meno di una parete di
separazione, con caratteristiche di resistenza al fuoco, tra i diversi trasformatori,
così come definito da CEI EN 61936-1.
Nota: la classe di resistenza al fuoco, definita da UNI EN 13501-1 considera i
seguenti parametri:
l R per Resistenza meccanica
l E per Ermeticità
lI per Isolamento termico
Nell’ambito delle cabine elettriche MT/BT sono principalmente utilizzati materiali
con caratteristiche REI x o RE x dove:
l REI elemento che mantiene per un tempo x, espresso in minuti, le
caratteristiche di resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme ed ai gas caldi e
l’isolamento termico
l RE elemento che mantiene per un tempo x, espresso in minuti, le
caratteristiche di resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme ed ai gas caldi
l x tempo di mantenimento, in minuti, delle caratterisitche di resistenza al fuoco.

Tipo di trasformatore Classe Protezione


Trasformatori isolati in olio tipo (O) Volume del liquido ≤ 1 000 l EI 60 rispettivamente REI 60
> 1000 l EI 90 rispettivamente REI 90 o EI 60 rispettivamente
REI 60 e protezione automatica a getto
Trasformatori a secco tipo (A) Classe di comportamento al fuoco F0 EI 60 rispettivamente REI 60 o distanza di separazione
0,9 m orizzontali e 1,5 m verticali
F1 Pareti non combustibili
Estratto da CEI EN 61639-1, Tabella 4

3
Guida alla Cabina Dimensionamento del locale
MT/BT Digitale cabina

Nei luoghi MA.R.C.I. gli impianti elettrici Luoghi MA.R.C.I.


devono rispettare la Norma L’acronimo MA.R.C.I. sta per Maggior Rischio in Caso d’Incendio e sta ad
indicare i luoghi dove il rischio d’incendio è maggiore che in un altro luogo.
l CEI 64-8/7 sez. 7.5.1
Il D.M. 10 Marzo 1998 al punto 1.4.4 ‘’Classificazione del livello di rischio
d’incendio’’ spiega come attribuire ad un luogo di lavoro un livello di rischio
d’incendio: basso, medio o elevato.
Sono considerati MA.R.C.I. i luoghi con livello di rischio medio o elevato.
Vengono trattati anche alcuni casi particolari (es. luoghi con elevata densità
di affollamento o edifici con strutture portanti combustibili).
La Norma CEI 99-5 spiega che le cabine elettriche generalmente non sono
in se luoghi MA.R.C.I. ma, se installate in luoghi MA.R.C.I., esse devono
sottoscrivere alla Norma CEI 64-8/7 sez. 7.5.1.

Propagazione incendi
Per evitare che eventuali incendi possano propagarsi all’esterno del locale
attraverso i passaggi dei cavi o dei condotti sbarre, specie se le condutture
elettriche penetrano in un luogo a maggior rischio in caso di incendio, devono
essere predisposte barriere tagliafiamma aventi resistenza al fuoco almeno
uguale a quella delle pareti della compartimentazione antincendio.
Due trasformatori affiancati, se sono isolati in olio O1 è opportuno siano separati
da una parete divisoria classificata almeno REI 60 per evitare che la fuoriuscita
di olio in fiamme da un trasformatore possa incendiare l’altro trasformatore.
La separazione tra i trasformatori affiancati è comunque consigliabile, per
operare in sicurezza in occasione di interventi su un solo trasformatore.

Fossa di raccolta dell’olio


I trasformatori immersi in liquido devono essere provvisti di una fossa
individuale di raccolta o di una combinazione costituita da una fossa individuale
e da un serbatoio di raccolta comune.
La fossa di raccolta dell’olio serve per impedire che l’olio inquini l’ambiente
circostante e, se infiammato, propaghi l’incendio.
La Norma CEI EN 61936-1 prescrive che, dove non esistano regole nazionali
e/o locali, si dovrebbe prevedere il contenimento per apparecchiature immerse
in liquido che ne contengano più di 1 000 l.
Esempio di fossa e serbatoio integrati
Il dimensionamento della capacita dei serbatoi di raccolta deve tenere conto,
nel caso per esempio di un solo trasformatore, del volume totale di olio dello
stesso; nel caso di un serbatoio comune a piu trasformatori, del volume totale
di olio maggiore tra i due trasformatori.

Esempio per piccoli trasformatori


Installazione dei trasformatori in resina
Non sono necessarie nell’installazione particolari precauzioni, specialmente per
quanto riguarda i rischi di fuoco, grazie all’assenza di liquido dielettrico
nel trasformatore isolato in resina Classe F1.
È sufficiente rispettare le seguenti indicazioni:
l il trasformatore non deve essere installato in zone con pericolo d’inondazioni
l l’altitudine massima d’installazione non deve superare i 1000 m.
La Norma CEI EN 600076-11, per installazioni ad altitudini superiori, prevede un
declassamento del trasfomatore per ogni 500 m di cui l’altitudine prevista superi
i 1000m:
o trasformatori a raffreddamente naturale: 2,5 %
o trasformatori a raffreddamento forzato: 5 %
l la temperatura ambiente all’interno del locale, quando il trasformatore
è in esercizio,deve rispettare i limiti seguenti:
o temperatura minima: -25°C
o temperatura massima: +40°C
Nota: valori più elevati di temperatura ambiente sono consentiti, e determinano
un dimensionamento particolare del trasformatore
l in esecuzione standard, i trasformatori sono dimensionati in accordo alle
Norme CEI EN 60076-11, per le seguenti temperature ambiente:
o massima: 40°C
o media giornaliera: 30°C
o media annuale: 20°C.
In ogni caso è obbligatorio montare il trasformatore sui rulli di scorrimento
oppure su un ripiano pari all’altezza dei rulli, per non perturbare il corretto
raffreddamento del trasformatore.

4
X
200mm Trasformatore in esecuzione a giorno (IP00)
In questa configurazione, anche se munito sul lato MT di presa a spina,
X
il trasformatore dovrà essere protetto contro i contatti diretti.
X
200mm
È necessario inoltre:
X 200mm l eliminare il rischio di caduta di gocce d’acqua sul trasformatore
500mm l rispettare le distanze minime, in rapporto al tipo delle pareti del locale ed
alla tensione d’isolamento secondo la tabella della figura seguente, lasciando
Distanze minime per Distanze minime per
sgombero l’accesso alle prese di regolazione della tensione primaria.
trasformatore a giorno esecuzione con armadio di
protezione Con armadio di protezione (Box trafo)
L’armadio di protezione è di tipo per interno. Per una corretta installazione,
si raccomanda di rispettare le seguenti indicazioni:
l distanza minima tra il box e le pareti del locale: 200 mm
l distanza minima per l’accesso alle prese di regolazione del trasformatore: 500 mm.

La ventilazione del locale dovrà essere studiata in modo tale da dissipare


correttamente la totalità delle perdite emesse da tutte le apparrecchiature
presenti.

Collegamenti MT e BT
Trasformatore in esecuzione a giorno (IP00)
I cavi o i condotti sbarre devono essere opportunamente amarrati, in modo da
evitare le sollecitazioni meccaniche sugli attacchi di BT e MT del trasformatore.
Si sconsiglia la scelta di amarraggi ad anello per evitare la circolazione di
correnti indotte.
Le partenze BT possono essere effettuate dall’alto o dal basso.
I cavi MT devono essere fissati sulle piastrine superiori delle barre di
collegamento dell’avvolgimento.
È possibile effettuare un collegamento MT con un cavo proveniente dal basso
installando una barra supplementare.
La distanza fra i cavi MT, i cavi o i condotti sbarre BT, lo schermo di terra
Collegamenti MT e BT per trasformatori a giorno e la superficie dell’avvolgimento MT, deve essere almeno di 120 mm.
Nota: quando il trasformatore è in tensione, la superficie della resina non
garantisce una protezione contro i contatti diretti o accidentali

Con armadio di protezione (Box trafo)


L’armadio di protezione non deve in nessun caso sostenere altri carichi
oltre i cavi di alimentazione MT del trasformatore.

Arrivo cavi dall’alto


I cavi o i condotti sbarre devono essere opportunamente amarrati per evitare
sollecitazioni meccaniche sui terminali MT e sulle barre di uscita BT del
trasformatore.
Il passaggio dei cavi MT e BT può essere effettuato attraverso la foratura
delle flange, appositamente predisposte, che si trovano nella parte superiore
dell’armadio oppure utilizzando appositi passacavi.

Collegamenti MT e BT con arrivo dall’alto per trasformatori Arrivo cavi dal basso
con armadio di protezione Il passaggio dei cavi MT può essere effettuato attraverso la foratura della
flangia, appositamente predisposta, che si trova sul fondo dell’armadio oppure
utilizzando appositi passacavi.

Collegamenti MT e BT con arrivo dal basso per trasformatori


con armadio di protezione

5
Guida alla Cabina Dimensionamento del locale
MT/BT Digitale cabina

Vano cavi
Quando l’ingresso dei cavi ai quadri avviene dal basso, occorre predisporre
cunicoli e tubazioni annegate nel pavimento.
Se i cavi sono numerosi, è consigliabile il pavimento galleggiante, oppure un
vero e proprio vano cavi sotto il pavimento della cabina (i cavi MT e BT vengono
in genere separati, ma possono anche coesistere).
È importante tamponare gli ingressi dei cavi in modo da impedire l’ingresso
dell’acqua e di animali. Per bloccare le infiltrazioni d’acqua attraverso le
tubazioni per i cavi si può, ad esempio, inserire un pozzetto adiacente al locale
cabina con l’ingresso cavi più alto possibile.
La profondità dei cunicoli, o l’altezza del pavimento galleggiante, deve essere
tale da consentire la sistemazione dei cavi entranti nei quadri rispettando
Esempio di vano cavi il raggio di curvatura.
Inoltre, è necessario prevedere un adeguato cavedio per evitare strozzature dei
cavi, facendo riferinento ai raggi di curvatura e ai disegni della forometria delle
celle.

Passaggi e dimensioni
Un locale cabina deve avere dimensioni sufficienti per permettere l’agevole
ingresso e uscita dei componenti dell’impianto, per disporre di adeguati
passaggi ed aree di accesso, onde effettuare in sicurezza manovre e interventi
di manutenzione e infine offrire idonee via di fuga.
Il locale dovrebbe avere un’altezza almeno maggiore della diagonale
dell’unità (scomparto) di quadro MT o BT più alto, in modo da poter effettuare
agevolmente le movimentazioni per la posa o il recupero:
l i passaggi (previsti per il transito delle persone) devono essere larghi almeno
800 mm, al netto di eventuali sporgenze; se dietro un quadro chiuso è previsto il
transito delle persone, la larghezza del passaggio può essere ridotta a 500 mm.
Esempio di uscita di sfogo dell’arco interno dall’alto
l l’altezza del locale deve essere superiore a quella dei quadri e dei
trasformatori, con un minimo di 2 m.
l lo spazio per l’evacuazione deve sempre essere almeno pari a 500 mm anche
quando parti mobili o porte aperte invadono le vie di fuga.
Per migliorare la sicurezza del personale è auspicabile offrire un elevato grado
di protezione dagli effetti di un arco interno utilizzando:
Sistemi di evacuazione in grado di canalizzare i gas verso la parte superiore o
inferiore del quadro limitando le sovrapressioni dovute ad un guasto interno nei
compartimenti.
Canalizzazione ed evacuazione dei gas incandescenti verso un’area esterna
che non rappresenti un pericolo per gli operatori:
l le uscite devono essere previste in modo che la lunghezza della via di fuga
all’interno del locale non superi i 20 m (si consiglia comunque inferiore a 10m).
l le porte di emergenza devono avere come minimo un’altezza di 2 m e una
larghezza netta di 750 mm.
Occorre prevedere un accesso di ispezione per il TO

6
Messa a terra
Il circuito conduttore principale di messa a terra deve essere costituito da un
conduttore principale di messa a terra sul quale ciascun componente metallico
è collegato attraverso un circuito unico. Se il telaio dell’involucro, o l’armatura
del calcestruzzo, è di materiale metallico bullonato o saldato, essa può servire
B da circuito conduttore principale di messa a terra.
PG Tale circuito deve essere progettato per sopportare la corrente di cortocircuito
nominale e la corrente di picco nominale ammissibile nelle condizioni di messa
a terra del neutro del sistema. Il valore dichiarato consegue dall’esito della
TA di fase relativa prova di tipo.
La Norma CEI 0-16 al paragrafo 8.2.1 ’’Dispositivi di messa a terra funzionali
A alla connessione’’ spiega che l’esecuzione della messa a terra ed in
cortocircuito dell’impianto AT (tensione superiore a 1 kV) può essere realizzata
in due modi differenti:
Sezionatore l applicando i dispositivi mobili;
opzionale l utilizzando, ove esistenti, le apparecchiature predisposte per effettuare la
TA unipolare messa a terra ed in cortocircuito della parte d’impianto.
L’Utente può, quindi, adottare una delle seguenti soluzioni impiantistiche:
1. Non predisporre alcun sezionatore di terra immediatamente a valle dei
Schema con prescrizioni mnime CEI 0-16 terminali del cavo di collegamento alla rete (nel locale Utente, lato rete);
in questo caso la messa a terra richiesta dalla Norma CEI 11-27 deve essere
conseguita mediante l’impiego di dispositivi di messa a terra mobili realizzati
secondo la Norma CEI EN 61230: Lavori sotto tensione - Dispositivi portatili di
messa a terra o di messa a terra e in cortocircuito.
In particolare, l’Utente deve accertare anch’egli l’assenza di tensione sul cavo
in questione, metterlo a terra e in cortocircuito con i dispositivi di messa a terra
suddetti. Sul pannello, la cui rimozione consente l’accesso ai terminali del cavo,
deve essere apposto idoneo avviso recante “PANNELLO RIMOVIBILE SOLO
B DOPO L’INTERVENTO DEL DISTRIBUTORE”.
PG

TA di fase

Sezionatore
opzionale
TA unipolare
2. Predisporre un sezionatore di terra immediatamente a valle dei terminali
del cavo di collegamento alla rete (nel locale Utente, lato rete); in questo caso
20/0,4 kV gli incaricati del Distributore stesso devono consegnare una chiave - non
800 kVA duplicabile per l’Utente - che viene liberata una volta chiuso il sezionatore di
terra dello scomparto (cella) di consegna del Distributore e che consente la
chiusura del primo sezionatore di terra dell’Utente. Su tale sezionatore di terra,
Schema connessione con sezionatore di terra lato carico
deve essere apposto idoneo avviso recante “SEZIONATORE MANOVRABILE
SOLO DOPO L’INTERVENTO DEL DISTRIBUTORE”.

La scelta dell’una o dell’altra soluzione deve essere comunicata al Distributore


preliminarmente alla connessione. A connessione esistente, l’Utente non può
cambiare soluzione se non con il preventivo assenso scritto del Distributore.

7
Guida alla Cabina Dimensionamento del locale
MT/BT Digitale cabina

Dotazioni della cabina elettrica


Cartelli sulla porta di accesso della cabina
e su ogni lato di eventuali recinzioni
Nella cabina MT/BT si dovranno installare i cartelli di divieto, avvertimento e avviso
realizzati (pittogrammi ed eventuali scritte) secondo le disposizioni di legge.
I colori dei segnali e dei relativi contrasti devono essere conformi a quanto
richiesto dal Decreto legislativo 81/2008 e alle Norme UNI.
Di seguito alcuni esempi di cartelli, delle targhe e dei segnali:

Cartelli all’interno della cabina


Nelle officine e cabine elettriche deve essere permanentemente esposto uno
schema dell’impianto con chiare indicazioni relative alla connessione ed alle
Cartelli da installare sulla porta di accesso alla cabina
apparecchiature essenziali.
Sulle eventuali uscite d’emergenza, apporre l’apposito segnale. Per cabine
elettriche complesse è opportuno che sia esposto una schema unifilare, che in
caso di urgenza permetta una rapida comprensione delle manovre da eseguire.
Si consiglia inoltre la predisposizione di una tasca porta documenti fissata alla
parete. I dati relativi alla regolazione degli interruttori, le sezioni
dei cavi ecc. possono essere riportati su schemi diversi e tenuti a disposizione
per gli interventi di manutenzione o modifica.
Altre informazioni utili:
l le istruzioni relative ai soccorsi di urgenza da prestare ai folgorati
l cartelli “non effettuare manovre” a disposizione per lavori in corso.

Guanti
I guanti sono uno strmento di protezione individuale per lavori sotto tensione
che il personale utilizza quando necessario.
Istruzioni relative ai soccorsi d’urgenza da prestare ai
colpiti da corrente elettrica, compilato nelle parti relative ai I guanti con isolamento per BT devono essere verificati a vista prima dell’uso e
numeri telefonici da contattare in caso di necessità (medici, gonfiati con aria per stabilire se sono danneggiati.
ospedali, ambulanze, ecc. più vicini) Si ricorda che per l’esecuzione delle manovre, in bassa o media tensione, non
occorre indossare guanti isolanti tranne che per la manovra di apparecchiature
a giorno (le manovre non sono lavori elettrici sotto tensione).

Estintore
L’estintore deve essere fornito in presenza di materiale infiammabile.
Acqua e altre sostanze conduttrici non devono essere utilizzate come mezzi di
estinzione del fuoco in prossimità di conduttori elettrici e apparecchiature sotto
tensione. La modalità di estinzione deve essere riportata nella segnaletica.

Prese di servizio
E’ opportuno che siano predisposti due gruppi di prese per l’alimentazione di
servizio, di cui una utilizzabile per la ricarica della lampada di emergenza di
tipo portatile. E’ consigliabile che le prese siano protette con apparecchiature
dedicate.

Illuminazione artificiale
L’illuminazione artificiale dovrebbe garantire un livello di illuminamento di 200
lux nella zona del campo visivo e immediatamente circostante riferiti, salvo
diversa indicazione, ad un fattore di uniformità di almeno 0,7 (UNI EN 12464-1).
Le eventuali vie di fuga e le uscite dovrebbero essere dotate di illuminazione di
sicurezza in grado di garantire un livello di illuminamento pari a 1 lux, mediante
l’utilizzo di apparecchiature illuminanti autonome, per esempio con batteria
incorporata di autonomia pari a 1 ora.
Quando sia necessaria una illuminazione sussidiaria e indipendente,
è opportuno che la stessa sia realizzata preferibilmente mediante
un apparecchio fisso o un apparecchio portatile (quest’ultimo potrebbe essere
quello in dotazione al manutentore).

8
Pulsante di emergenza
Il pulsante di emergenza è il dispositivo di manovra che comanda l’interruzione
dell’alimentazione dell’impianto elettrico in presenza di un rischio di shock
elettrico.
L’installazione del pulsante di emergenza in cabina non è obbligatoria; ma la sua
presenza deve essere valutata in base alle caratteristiche dell’impianto o alle
disposizioni dei Vigili del Fuoco.
Il pulsante di emergenza comanda l’apertura del dispositivo generale della
cabina stessa e lascia in tensione la parte di impianto che si trova a monte di
detto dispositivo; inoltre non deve interrompe l’alimentazione delle utenze di
emergenza e degli impianti antincendio.
Si raccomanda che la presenza del comando d’emergenza sia chiaramente
segnalata installando presso il medesimo un cartello, ad es. di colore rosso,
recante la scritta (bianca) “interruttore generale, attivare in caso d’emergenza”
o un’altra scritta similare.
Quando una parte dell’impianto rimane in tensione dopo il comando di apertura
del pulsante emergenza, questa parte di impianto deve essere segnalata tramite
mezzi visivi (cartelli monitori; segnali ottici…).
Per il collegamento del pulsante di emergenza si raccomanda di utilizzare
condutture con adeguata protezione dal fuoco.
Il comando può essere sia manuale diretto che elettrico a distanza.
Per il comando di emergenza a distanza si utilizzano principalmente comandi
tramite bobine di minima tensione oppure bobine a lancio di corrente con
segnalazione ottica dell’integrità del circuito.

9
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

10
Guida alla Cabina Appendice 2
MT/BT Digitale Esempi pratici:
schede di manutenzione

Esempi per l’utilizzo delle schede di manutenzione di Facility Expert......................2

1
Guida alla Cabina Schede di manutenzione
MT/BT Digitale

Esempi per l’utilizzo delle schede


di manutenzione di Facility Expert
La piattaforma Faciliy Expert permette di tenere sotto controllo la manutenzione
dei componenti elettrici e definire un cronogramma delle misure da adottare in
funzione della loro complessità.
Per esempio, per un interruttore aperto BT, l’applicazione è in grado di fornire
un elenco delle verifiche e di interventi da eseguire ai fini della manutenzione di
tre livelli, precisamente:
l Basic Level… - Attività che può essere svolta da personale di livello 1, livello 2
o livello 3 (in accordo con la Norma UNI EN 13306);
l Advanced Level… - Attività che può essere svolta da personale di livello 3 o
livello 4;
l Manufacturer Maintenance - Attività che può essere svolta solo da
personale di livello 5, che implicano il possesso di una conoscenza da parte del
fabbricante o di un’azienda specializzata con attrezzature di supporto logistico
industriale
Nella tabella di manutenzione, dell’interruttore sotto indicata a titolo di esempio,
oltre ai dati necessari all’individuazione dell’operatore, data di esecuzione e
degli eventuali allegati utili ai fini della manutenzione (reportistica strumentale,
fotografie, ecc.), sono indicate in genere tutte le azioni suggerite dal relativo
manuale uso e manutenzione, inclusa la periodicità consigliata. Tali azioni,
apparentemente complesse e numerose, hanno in realtà il solo lo scopo
(mediante l’utilizzo dell’applicazione Facility Expert) di agevolare e guidare
l’attività dell’addetto alla manutenzione riducendo il rischio di errore che si
potrebbe verificare in una gestione manuale e cartacea.

2
Guida alla Cabina
MT/BT Digitale

Utilizzando l’applicazione Facility Expert, per esempio, in funzione del livello di


manutenzione scelto, sono indicate tutte le azioni da intraprendere ai fini della
manutenzione. Per indicare che una determinata azione è stata completata, è
sufficiente un semplice tocco sul touch screen ed eventualmente allegare una
nota audio o una serie di fotografie.

3
MANUTENZIONE BIENNALE Rif :

Guida alla Cabina Schede di manutenzione


ASSET

MT/BT Digitale Nome:


Indirizzo:
Interruttore generale
1 Via Circonvallazione Est
24040 Stezzano
Lombardia / Italia
Tipo: Apparecchiatura elettrica Numero di serie: 00003N1645210221
Data di messa in
Tipo di Asset: Interruttore aperto 01/02/2019
servizio:
Produttore: Schneider Electric Vita utile (anni):
Modello: Masterpact MTZ Firmware:
Riferimento: LV847602 ID Asset:

INTERVENTO
I file generati con Facility Expert contengono una serie di informazioni, tra cui
la data di inizio e fine delle attività, il nome dell’impianto, e il nome di chi ha
Da : Dania SE Azienda : SE
eseguito tali azioni ai fini della manutenzione.
Il : 27/06/2019 Tali file, una voltaAllearchiviati,
: 17:36 sono
disponibili in memoria e volendo, è : possibile
Tempo trascorso
02:00 stampare un documento cartaceo o
MANUTENZIONE BIENNALE Rif : in formato elettronico. Allegati : 1
Descrizione
2 - Advanced Level Preventive Maintenance
dell’intervento :

ASSET
PROMEMORIA
Nome: Interruttore generale
Indirizzo: 1 Via Circonvallazione Est 2 - Advanced Level Preventive Maintenance : Effettuato
24040 Stezzano  Mechanism - Check the MCH gear motor charging time at 0.85 Un
Lombardia / Italia  Mechanism - Check the general condition of the mechanism
Tipo: Apparecchiatura elettrica Numero di serie: 00003N1645210221
Data di messa in  Breaking unit (arc chutes + contacts) - Check the condition of the breaking unit
Tipo di Asset: Interruttore aperto 01/02/2019
servizio:
 Auxiliaries - Check operation of indication contacts (OF, PF)
Produttore: Schneider Electric Vita utile (anni):
Modello: Masterpact MTZ Firmware:  Auxiliaries - Check closing operation with XF closing voltage release at 0.85 Un
Riferimento: LV847602 ID Asset:
 Auxiliaries - Check opening operation with MX opening voltage release at 0.70 Un

INTERVENTO  Auxiliaries - Check closing and opening operations with MN undervoltage release
 Auxiliaries - Check time delay of MNR delayed undervoltage release
Da : Dania SE Azienda : SE  Control unit - Check overcurrent protection
Il : 27/06/2019 Alle : 17:36
Tempo trascorso  Chassis - Clean chassis and check presence of grease on chassis
02:00
:
 Chassis - Check disconnecting contact clusters
Allegati : 1
Descrizione  Power connections - Check connection system
2 - Advanced Level Preventive Maintenance
dell’intervento :
1/3
Manutenzione biennale di Interruttore generale . Generato da Dania SE il 27/06/2019 17:48 Facility Expert
PROMEMORIA Facility Expert / Schneider Electric

2 - Advanced Level Preventive Maintenance : Effettuato


Osservazioni : - Check the MCH gear motor charging time at 0.85 Un
 Mechanism
ALLEGATI
 Mechanism - Check the general condition of the mechanism

 Breaking unit (arc chutes + contacts) - Check the condition of the breaking unit

 Auxiliaries - Check operation of indication contacts (OF, PF)


 Auxiliaries - Check closing operation with XF closing voltage release at 0.85 Un

 Auxiliaries - Check opening operation with MX opening voltage release at 0.70 Un

 Auxiliaries - Check closing and opening operations with MN undervoltage release

 Auxiliaries - Check time delay of MNR delayed undervoltage release


Nome :
 Control unit - Check overcurrent protection Nome :
Azienda : - Clean chassis and check presence of grease on chassis
 Chassis Azienda :
Data:Chassis - Check disconnecting contact clusters Data :
Firma :
 Power connections - Check connection system Firma :
1/3 Image_2019-06-27_05-38-58.jpg
Manutenzione biennale di Interruttore generale . Generato da Dania SE il 27/06/2019 17:48 Facility Expert
Facility Expert / Schneider Electric

2/3
Manutenzione biennale di Interruttore generale . Generato da Dania SE il 27/06/2019 17:48 Facility Expert
Facility Expert / Schneider Electric

3/3
Manutenzione biennale di Interruttore generale . Generato da Dania SE il 27/06/2019 17:48 Facility Expert
Facility Expert / Schneider Electric

4
Guida alla Cabina Appendice 3
MT/BT Digitale Esempi pratici: Quadri MT

Arrivo da ente distributore per alimentazione singolo trasformatore....................... 3

Arrivo da ente distributore per alimentazione due trasformatori con generale.... 4

Quadro ricezione senza necessità di protezione direzionale di terra


(rete MT di dimensioni ridotte)............................................................................................. 6

Quadro ricezione con necessità di protezione direzionale di terra


(rete MT di dimensioni estese)............................................................................................. 8

Quadro per distribuzione elettrica.................................................................................... 10

Quadro per allacciamento all’ente distributore: ramo passivo


e ramo attivo con generatori statici.................................................................................. 12

Quadro inserito su rete ad anello aperto........................................................................ 14

Quadro inserito su rete ad anello chiuso........................................................................ 16

1
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

Nella seguente sezione riportiamo alcuni esempi di applicazioni di quadri


di media tensione SM6 e AT7
Elenco degli esempi:
1) Quadro MT Dispositivo Generale (DG) arrivo da ente distributore
per alimentazione singolo trasformatore
2) Quadro MT Dispositivo Generale (DG) arrivo da ente distributore
per alimentazione due trasformatori con generale
3) Quadro MT ricezione senza necessità di protezione direzionale
di terra (rete MT di dimensioni ridotte) e quadro trasformazione
4) Quadro MT ricezione con necessità di protezione direzionale
di terra (rete MT di dimensioni estese) e quadro trasformazione
5) Quadro MT per distribuzione elettrica
6) Quadro MT per allacciamento all’ente distributore (ramo passivo e ramo attivo
con generatori statici)
7) Quadro MT inserito su rete ad anello aperto
8) Quadro MT inserito su rete ad anello chiuso

Premessa
Gli esempi di cui sotto sono riferiti al minimo delle prestazioni e degli
accessoriamenti delle unità funzionali identificate.
In funzione della scelta della tipologia di interruzione e/o protezione e del
numero di manovre previste sull’impianto si possono utilizzare diverse unità
funzionali al fine di soddisfare al meglio le esigenze di protezione dell’impianto
e di avere diversi livelli di controllo e supervisione come indicanto nelle sezioni:
l Massimizzare la continuità di esercizio
l Guida alla scelta del relè di protezione
l Monitoraggio termico
l Mitigazione dell’arco elettrico
l Misura, monitoraggio e gestione

2
1) Quadro MT Dispositivo generale (DG) arrivo da ente
distributore per alimentazione singolo trasformatore
Quadro adatto all’alimentazione di un trasformatore MT/BT oppure come quadro
di ricezione confome alla norma CEI 0-16 per l’alimentazione di un quadro di
distribuzione. Il quadro AT7 essendo un monoblocco pronto all’uso permette di
semplificare l’installazione.
Il quadro MT deve svolgere le funzioni di:
l arrivo linea dall’ente distributore
l dispositivo generale
l protezione del trasformatore MT/BT

Nell’esempio sotto il quadro AT7-B svolge contemporaneamente le tre funzioni


sopra descritte.

Configurazione tipica
l Sepam S20 per circuito minima tensione (50-51-51N) oppure Sepam S40
per circuito data logger (50-51-51N)
l derivatori e lampade capacitive lato arrivo cavi
l N° 3 TA tipo TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in CH)
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

Accessori a richiesta
l Sepam S41 per circuito minima tensione o data logger (50-51-51N-67N)
l N° 3 TV tipo VRQ2/S2 fase-terra
l N° 1 resistenza antiferrorisonanza
l N° 1 resistenza anticondensa
l derivatori e lampade capacitive lato trafo
l blocchi a chiave aggiuntivi
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

3
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

2) Quadro MT Dispositivo generale (DG) arrivo da ente


distributore per alimentazione due trasformatori con
protezione generale
Quadro composto da un Dispositivo Generale conforme alla CEI 0-16 e due
protezioni combinate con fusibili per l’alimentazione di due trasformatori MT/BT
posti direttamente nella stessa cabina elettrica.
Le unità QM realizzano una protezione del trasformatore semplice ed
economica riducendo inoltre la dimensione della cabina elettrica.
Il quadro MT deve svolgere le funzioni di:
l arrivo linea dall’ente distributore
l dispositivo generale
l protezione dei trasformatori MT/BT

Nell’esempio sotto l’unità funzionale DM1R-SF1 svolge contemporaneamente le


tre funzioni. A valle dell’unità DM1R SF1 si possono avere diverse tipologie di
unità in funzione della necessaria protezione richiesta sull’impianto:
l protezione tramite fusibile,
l circuito di apertura con bobina a lancio di corrente e funzione data logger
oppure bobina a mancanza di tensione
Le unità funzionali QM svolgono la funzione di sezionamento e protezione
tramite fusibili perciò con un livello di supervisione ed un numero di manovre
limitato.
DM1R QM QM

4
Configurazione tipica
DM1R-SF1 QM
l Sepam S20 per circuito minima tensione l Circuito con bobina di apertura
(50-51-51N) oppure Sepam S40 per circuito l contati ausiliari sul sezionatore di linea
data logger (50-51-51N)
l N° 3 fusibili MT
l derivatori e lampade capacitive lato
l derivatori e lampade capacitive
arrivo cavi
l blocco a chiave su sezionatore di linea
l bobina di apertura sull’interruttore
(libera in AP)
l contamanovre meccanico
l blocchi a chiave su sezionatore di terra
sull’interruttore
(in AP/CH)
l N° 3 TA tipo TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l blocco a chiave
(chiave libera su interruttore AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea
(libera in CH)
l contati ausiliari sul sezionatore di linea

Accessori a richiesta
DM1R-SF1 QM
l Sezionatore di terra sull’arrivo cavi l Contatto ausiliario per fusione fusibile
l contati ausiliari sul sezionatore di terra l contati ausiliari sul sezionatore di linea e

l N° 1 resistenza anticondensa di terra


l derivatori e lampade capacitive lato l N° 1 resistenza anticondensa

sbarre l motorizzazione dell’IMS

l blocchi a chiave aggiuntivi


l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

5
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

3) Quadro MT ricezione senza necessità di protezione


direzionale di terra (rete MT di dimensioni ridotte) e quadro
trasformazione
Soluzione composta da un quadro con Dispositivo Generale conforme
alla CEI 0-16 collocato nella cabina di ricezione che solitamente viene
posizionata sul confine della proprietà ed un ulteriore quadro di trasformazione
posto nella cabina elettrica in prossimità delle apparecchiature da alimentare.
Questa soluzione consente di ridurre la lunghezza del cavo di allacciamento tra
la cabina Ente Distributore ed il quadro ricezione posto nel locale per l’Utente
come richiesto dalla norma CEI 0-16.
Nel contempo, il quadro di trasformazione può essere posizionato in prossimità
delle apparechiature da alimentare al fine di ridurre la lunghezza dei cavi MT.
La soluzione nell’esempio si applica per quegli impianti dove il contributo
capacitivo dovuto all’estensione della rete dell’utente non obbliga ad
implementare la protezione direzionale di terra nel quadro della cabina ricezione.
Il quadro Ricezione nell’esempio AT7-B svolge contemporaneamente le funzioni di:
l arrivo linea dall’ente distributore
l dispositivo generale
l protezione del trasformatore MT/BT
Il quadro Trasformazione MT nell’esempio GAM2 e IM svolge solo le funzioni
di sezionamento e messa a terra dell’apparecchiature da alimentare.
Al fine di semplificare un’eventuale ricerca dei guasti è consigliabile:
l la sostituzione dell’unità funzionale IM con una QM (unità con interruttore
di manovra-sezionatore combinato con fusibili) per rilevare un eventuale guasto
di fase a valle
l l’aggiunta di un rilevatore di guasto di fase e di terra per segnalare un guasto
nella cabina di trasformazione

Quadro Ricezione Quadro Trasformazione Quadro Ricezione Quadro Trasformazione


AT7-B GAM2 IM

6
Configurazione tipica Cabina Ricezione
AT7-B
l Sepam S20 per circuito minima tensione (50-51-51N) oppure Sepam S40
per circuito data logger (50-51-51N)
l derivatori e lampade capacitive lato arrivo cavi
l N° 3 TA tipo TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in CH)
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

Accessori a richiesta
l N° 1 resistenza anticondensa
l derivatori e lampade capacitive lato trafo
l blocchi a chiave aggiuntivi
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contati ausiliari sul sezionatore di linea
l contati ausiliari sul sezionatore di terra

Configurazione tipica Cabina Trasformazione


GAM2
l derivatori e lampade capacitive

IM
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

Accessori a richiesta
GAM2
l Rilevatore guasto di fase e di terra tipo Flair
l N° 1 resistenza anticondensa

IM
l Derivatori e lampade capacitive
l circuito con bobina di apertura
l motorizzazione dell’IMS
l comando IMS con riserva di carica
l N° 1 resistenza anticondensa
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra
l blocchi a chiave aggiuntivi

7
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

4) Quadro MT ricezione con necessità di protezione


direzionale di terra (rete MT di dimensioni estese)
e quadro trasformazione
Soluzione composta da un quadro con Dispositivo Generale conforme
alla CEI 0-16 collocato nella cabina di ricezione che solitamente viene
posizionata sul confine della proprietà ed un ulteriore quadro di trasformazione
posto nella cabina elettrica in prossimità delle apparecchiature da alimentare.
Questa soluzione consente di ridurre la lunghezza del cavo di allacciamento tra
la cabina ente distributore ed il quadro ricezione posto nel locale per l’Utente
come richiesto dalla Norma CEI 0-16.
Nel contempo, il quadro di trasformazione può essere posizionato in prossimità
delle apparechiature da alimentare al fine di ridurre la lunghezza dei cavi MT.
La soluzione nell’esempio si applica per quegli impianti dove il contributo
capacitivo dovuto all’estensione della rete MT obbliga ad implementare la
protezione direzionale di terra nel quadro della cabina ricezione.
Il quadro Ricezione nell’esempio GAM2, DM1P-SF1 svolge contemporaneamente
le funzioni di:
l arrivo linea dall’ente distributore
l dispositivo generale
l protezione della linea MT in uscita
Il quadro Trasformazione nell’esempio GAM2, DM1A-SF1 e QM svolge le funzioni
di protezione dell’apparecchiature da alimentare.
Si possono utilizzare diverse unità funzionali per realizzare le protezioni
necessarie in funzione del livello di supervisione/automazione che viene
richiesto sull’impianto.
Nell’esempio è stata ipotizzata una protezione con interruttore per un
trasformatore MT/BT di “media potenza” (per es. 1600 kVA) o con la necessità
di essere superviosionato ed un’unità con IMS combinato con fusibili per la
protezione di un trasformatore di piccola potenza (per es. 400 kVA) con una
ridotta possibilità di controllo e di supervisione e/o la necessità di un minor
numero di aperture/chiusure.
Al fine di semplificare un’eventuale ricerca dei guasti è consigliabile l’aggiunta
di un rilevatore di guasto di fase e di terra per segnalare un guasto nella cabina
di trasformazione.
Quadro Ricezione Quadro Trasformazione

GAM2 DM1P GAM2 DM1A QM

8
Configurazione tipica Cabina Ricezione

GAM2
l N° 1 TO tipo CSH160
l derivatori e lampade capacitive

DM1P-SF1
l Sepam S41 per circuito minima tensione o data logger (50-51-51N-67N)
l N° 3 TV tipo VRQ2/S2 fase-terra
l N° 1 resistenza antiferrorisonanza
l N° 3 TA tipo ARM3
l derivatori e lampade capacitive
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in CH)
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

Accessori a richiesta
GAM2
l N° 1 resistenza anticondensa

DM1P-SF1
l N° 1 resistenza anticondensa
l blocchi a chiave aggiuntivi
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

Configurazione tipica Cabina Trasformazione


GAM2
l Derivatori e lampade capacitive

DM1A-SF1
l Sepam S20 (50-51-51N)
l N° 3 TA tipo ARM3/TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l derivatori e lampade capacitive
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di linea (in AP/CH)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

QM
l Circuito con bobina di apertura
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l N° 3 fusibili MT
l derivatori e lampade capacitive
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

Accessori a richiesta
GAM2
l Rilevatore guasto di fase e di terra tipo Flair
l N° 1 resistenza anticondensa

DM1A SF1
l N° 1 resistenza anticondensa
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

QM
l Contatto ausiliario per fusione fusibile
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea e di terra
l N° 1 resistenza anticondensa
l motorizzazione dell’IMS

9
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

5) Quadro MT per distribuzione elettrica


Soluzione conforme alla Norma CEI 0-16 per una cabina generale di
distribuzione, composta da un’unità arrivo linea, costituita dalle unità funzionali
GAM2 e DM1G, ed un’unità interruttore generale con risalita sbarre, costituita
dai reparti CM, DM1A, DM1A e QM, per alimentare una barratura dove sono
allacciate tutte le unità per alimentare le utenze presenti sull’impianto.
Tale configurazioni consente di svolgere in un unico quadro le seguenti funzioni
contemporaneamente:
l arrivo linea dall’ente distributore
l dispositivo generale
l protezione della linea MT in uscita.
Il quadro Distribuzione nell’esempio GAM2, DM1G-SF1, CM, DM1A-SF1,
DM1A-SF1, QM
Nota: è possibile utilizzare gli stessi 3 TV in CM per le protezioni 59N al SPI e SPG.

GAM2 DM1G CM DM1A DM1A QM

10
Configurazione tipica
GAM2
l N° 1 TO tipo CSH160
l derivatori e lampade capacitive

DM1G-SF1
l Sepam S41 per circuito minima tensione o data logger (50-51-51N-67N)
l N° 3 TA tipo ARM3
l derivatori e lampade capacitive
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in AP)
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in CH)
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in AP)

CM
l N° 3 TV tipo VRQ2/S2 fase-terra
l N° 1 resistenza antiferrorisonanza
l N° 3 fusibili MT
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatto ausiliario per fusione fusibile
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

DM1A-SF1
l Sepam S20 (50-51-51N)
l N° 3 TA tipo ARM3/TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l derivatori e lampade capacitive
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di linea (in AP/CH)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

QM
l Circuito con bobina di apertura
l contarti ausiliari sul sezionatore di linea
l N° 3 fusibili MT
l derivatori e lampade capacitive
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

Accessori a richiesta
GAM2
l N° 1 resistenza anticondensa

DM1G-SF1
l N° 1 resistenza anticondensa
l blocchi a chiave aggiuntivi
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

CM
lN° 1 resistenza anticondensa
DM1A SF1
l N° 1 resistenza anticondensa
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

QM
l Contatto ausiliario per fusione fusibile
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea e di terra
l N° 1 resistenza anticondensa
l motorizzazione dell’IMS

11
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

6) Quadro MT per allacciamento all’ente distributore


(ramo passivo e ramo attivo con generatori statici)
Cabina per allacciamento all’Ente Distributore con due montanti, un montante
per ramo attivo ed uno per ramo passivo.
Il quadro nell’esempio GAM2, CM2, DM1A-SF1, DM1P-SF1 permette
di separare l’impianto utilizzatore e l’impianto di produzione del utente,
in questo modo si aumenta la flessibilità di gestione e la continuità di servizio
sull’impianto.
Nell’esempio sotto il ramo passivo è realizzato con una protezione senza
direzionale di terra, mentre sul ramo attivo ci sono presenti una terna di
trasformatori voltmetrici (fase–terra) per dare il segnale voltmetrico V0
alla protezione di interfaccia.
Ogni ramo attivo e passivo, è corredato del proprio relè di protezione (PG)
conforme alla Norma CEI 0-16. In aggiunta a questi relè, nel vano BT dell’unità
funzionale CM2 viene installato il relè di protezione di interfaccia che dovrebbe
intervenire sul dispositivo di interfaccia ed, in caso di un mancato intervento di
quest’ultimo, dovrebbe agire sul dispositivo di rincalzo (un secondo interruttore
MT o BT in serie al DDI).
Alla protezione interfaccia vengono collegati i segnali voltmetrici dei due TV
fase-fase dell’unità funzionale CM2 e dei tre TV fase-terra presenti nell’unità
funzionale DM1P (segnale dell’avvolginento del triangolo aperto)
Il conteggio dell’energia immessa in rete è demandato all’ente distributore
ma il contatore è sempre posizionato nel locale misura opportunamente
predisposto da cliente.

12
GAM2 CM2 DM1A DM1P

Configurazione tipica
GAM2
l Derivatori e lampade capacitive

CM2
l N° 2 TV tipo VRC2/S1 fase-fase
l N° 3 fusibili MT
l N° 1 protezione interfaccia
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

DM1A-SF1 (ramo passivo)


l Sepam S20 per circuito minima tensione (50-51-51N) oppure Sepam S40
per circuito data logger (50-51-51N)
l N° 3 TA tipo ARM3/TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l derivatori e lampade capacitive
l bobina di apertura sull’interruttore
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di linea (in AP/CH)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

DM1P-SF1 (ramo attivo)


l Sepam S41 per circuito minima tensione (50-51-51N-67N)
l N° 3 TV tipo VRQ2/S2 fase-terra
l N° 1 resistenza antiferrorisonanza
l N° 3 TA tipo ARM3
l N° 1 TO tipo CSH160
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l derivatori e lampade capacitive
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di linea (in AP/CH)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

Accessori a richiesta
GAM2
l N° 1 resistenza anticondensa

CM2
lN° 1 resistenza anticondensa
DM1A-SF1 (ramo passivo)
l N° 1 resistenza anticondensa
l motorizzazione dell’interruttore MT
l sganciatore a mancanza di tensione
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra

DM1P-SF1 (ramo attivo)


l N° 1 resistenza anticondensa

13
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

7) Quadro MT inserito su rete ad anello aperto


In caso di grandi impianti con diverse cabine elettriche e reti di grandi
estensioni si possono realizzare distribuzioni con rete ad anello al fine di
aumentare la continuità di servizio ed ottimizzare la gestione dell’impianto.
In caso di un guasto in un punto dell’anello è possibile con opportune
manovre sezionare il tratto guasto e continuare ad alimentare tutte le cabine di
trasformazione.
La distribuzione ad anello inoltre consente anche di ridurre la lunghezza dei
cavi MT utilizzati.
Rete ad anello aperto
La rete ad anello aperto ha il vantaggio della semplicità e della economicità a
scapito della continuità di servizio rispetto ad una rete ad anello chiuso.
La rete ad anello aperto viene realizzata utilizzando due unità funzionali entra/
esci anello in ogni quadro di media tensione, queste unità funzionali vengono
realizzate utilizzando unità con interruttore manovra-sezionatore motorizzate e
due rilevatori di guasto di fase e di terra.
Il guasto su un tratto della rete viene estinto dagli interruttori posti nella cabina
all’inizio dell’anello, l’impianto verrà poi riconfigurato e rimesso in servizio
isolando il tratto guasto.
Tutti i segnali dello stato e l’intervento dei rilevatori di guasto dell’anello
potranno essere portati ad un sistema di supervisione e gestione (SCADA) per
la riconfigurazione dell’anello.
Il quadro di ricezione che alimenta l’anello, è realizzato con Dispositivo Generale
(DG) e Sistema Protezione Generale (SPG) come indicato nella Norma CEI 0-16.
Il quadro nell’esempio IM, IM, IMB, GBM (a seguire le altre unità che servono
nella singola cabina elettrica, in questo caso DM1A-SF1).
Le unità IMB e GBM (sezionamento generale) sono state previste per poter
intervenire sulla semisbarra a valle delle unità funzionali IM senza dover
intervenire sull’anello.

14
IM IM IMB GBM DM1A

Configurazione tipica
IM (entra/esci anello)
l Derivatori e lampade capacitive
l rilevatore guasto di fase e di terra tipo Flair
l motorizzazione dell’interruttore IMS
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in AP)

IMB (sezionamento semisbarra)


l Derivatori e lampade capacitive
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

Accessori a richiesta
IM (entra/esci anello)
l N° 1 resistenza anticondensa

IMB (sezionamento semisbarra)


l N° 1 resistenza anticondensa

15
Guida alla Cabina Esempi quadri MT
MT/BT Digitale

8) Quadro MT inserito su rete ad anello chiuso


In caso di grandi impianti con diverse cabine elettriche e reti di grandi
estensioni si possono realizzare distribuzioni con rete ad anello al fine di
aumentare la continuità di servizio ed ottimizzare la gestione dell’impianto.
La distribuzione ad anello inoltre consente anche di ridurre la lunghezza
dei cavi MT utilizzati.
La rete ad anello chiuso ha il vantaggio della massima continuità di servizio.
La rete ad anello chiuso viene realizzata utilizzando due unità funzionali entra/
esci anello in ogni quadro di media tensione, queste unità funzionali vengono
realizzate utilizzando unità con interruttori con protezione direzionale di fase
(67) e protezione omopolare direzionale di terra (67N) con selettività logica ed
una unità misure voltmetriche di sbarra.
In caso di un guasto in un punto di un anello chiuso, viene isolato il tratto guasto
senza alcun disservizio al resto dell’impianto.
Il quadro di ricezione che alimenta l’anello, sarà realizzato con Dispositivo
Generale (DG) e Sistema Protezione Generale (SPG) come indicato
nella Norma CEI 0-16.
Il quadro nell’esempio DM1A-SF1, DM1A-SF1, CM, IMB, GBM
(a seguire le altre unità che servono nella singola cabina elettrica, in questo
caso DM1A-SF1).
Le unità IMB e GBM (sezionamento generale) sono state previste per poter
intervenire sulla semisbarra a valle delle unità funzionali DM1A-SF1 senza dover
intervenire ed interrompere l’anello.

16
DM1A DM1A CM IMB GBM DM1A

Configurazione tipica
DM1A-SF1 (entra/esci anello)
l Sepam S42 (50-51-51N-67-67N)
l N° 3 TA tipo ARM3/TLP130
l N° 1 TO tipo CSH160
l bobina di apertura sull’interruttore
l derivatori e lampade capacitive
l contamanovre meccanico e contatti ausiliari sull’interruttore
l blocco a chiave (chiave libera su interruttore AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di linea (in AP/CH)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)
l motorizzazione dell’interruttore MT

CM (misura voltmetrica di sbarra)


l N° 3 TV tipo VRQ2/S2 fase-terra
l N° 1 resistenza antiferrorisonanza
l N° 3 fusibili MT
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatto ausiliario per fusione fusibile
l blocco a chiave su sezionatore di terra (libera in CH)

IMB (sezionamento semisbarra)


l derivatori e lampade capacitive
l contatti ausiliari sul sezionatore di linea
l contatti ausiliari sul sezionatore di terra
l blocco a chiave su sezionatore di linea (libera in AP)
l blocchi a chiave su sezionatore di terra (in AP/CH)

Accessori a richiesta
DM1A-SF1 (entra/esci anello)
l N° 1 resistenza anticondensa

CM (misura voltmetrica di sbarra)


lN° 1 resistenza anticondensa
IMB (sezionamento semisbarra)
l N° 1 resistenza anticondensa

17
L’organizzazione commerciale Schneider Electric

Aree Sedi Uffici


Nord Ovest Via Orbetello, 140 Centro Val Lerone
- Piemonte (escluse Novara 10148 TORINO Via Val Lerone, 21/68
e Verbania) Tel. 0112281211 - Fax 0112281311 16011 ARENZANO (GE)
- Valle d’Aosta Tel. 0109135469 - Fax 0109113288
- Liguria (esclusa La Spezia)
- Sardegna

Lombardia Ovest Via Stephenson, 73


- Milano, Varese, Como 20157 MILANO
- Lecco, Sondrio, Novara Tel. 0299260111 - Fax 0299260325
- Verbania, Pavia, Lodi

Lombardia Est Via Circonvallazione Est, 1


- Bergamo, Brescia, Mantova 24040 STEZZANO (BG)
- Cremona, Piacenza Tel. 0354152494 - Fax 0354152932

Nord Est Centro Direzionale Padova 1


- Veneto Via Savelli, 120
- Friuli Venezia Giulia 35100 PADOVA
- Trentino Alto Adige Tel. 0498062811 - Fax 0498062850

Emilia Romagna - Marche Via del Lavoro, 47 Via Gagarin, 208


(esclusa Piacenza) 40033 CASALECCHIO DI RENO (BO) 61100 PESARO
Tel. 051708111 - Fax 051708222 Tel. 0721425411 - Fax 0721425425

Toscana - Umbria Via Pratese, 167 Via delle Industrie, 29


(inclusa La Spezia) 50145 FIRENZE 06083 BASTIA UMBRA (PG)
Tel. 0553026711 - Fax 0553026725 Tel. 0758002105 - Fax 0758001603

Centro Via Vincenzo Lamaro, 13 S.P. 231 Km 1+890


- Lazio 00173 ROMA 70026 MODUGNO (BA)
- Abruzzo Tel. 0672652711 - Fax 0672652777 Tel. 0805360411 - Fax 0805360425
- Molise
- Basilicata (solo Matera)
- Puglia

Sud SP Circumvallazione Esterna di Napoli Via Trinacria, 7


- Calabria 80020 CASAVATORE (NA) 95030 TREMESTIERI ETNEO (CT)
- Campania Tel. 0817360611 - 0817360601 - Fax 0817360625 Tel. 0954037911 - Fax 0954037925
- Sicilia
- Basilicata (solo Potenza)

Schneider Electric S.p.A.


Sede Legale e Direzione Centrale
Via Circonvallazione Est, 1
24040 STEZZANO (BG)
www.se.com/it

Centro Supporto Cliente


Tel. 011 4073333
In ragione dell’evoluzione delle Norme e dei materiali, le
caratteristiche riportate nei testi e nelle illustrazioni del
Centro Formazione Tecnica presente documento si potranno ritenere impegnative solo
email: it-formazione-tecnica@se.com dopo conferma da parte di Schneider Electric.

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