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SVILUPPO CERVICO-FACCIALE
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Il I arco definito arco mandibolare contiene un abbozzo cartilagineo, la cartilagine di Meckel ,
che per la maggior parte regredisce dando origine per ossificazione endocondrale da entrambi i lati
ai due ossicini dell’orecchio medio, martello e incudine ,mentre la staffa deriverà dal secondo arco.
Le cellule mesenchimali che si portano intorno alla cartilagine di Meckel andranno incontro ad un
processo di ossificazione di tipo diretto ,definito ossificazione mantellare in quanto la cartilagine
rappresenta il solo supporto, dando origine alle ossa della faccia, in particolare mandibola e
mascellare superiore .Dal mesenchima del primo arco derivano anche i muscoli
masticatori ,mentre dall’ectoderma e dall’endoderma derivano la mucosa, le ghiandole e i primi
due terzi della lingua. Il primo arco è innervato dal nervo trigemino.
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Il II arco o arco ioideo comprende la cartilagine di Reichert dalla quale derivano per
ossificazione endocondrale la staffa, il processo stiloideo, le piccole corna e la porzione
superiore del corpo dell’osso ioide. Derivano anche dal II arco i muscoli mimici del volto
insieme al muscolo stapedio, al muscolo stiloioideo e il ventre posteriore del digastrico.
L’innervazione del II arco è data dal nervo facciale.
Il III arco da origine per ossificazione endocondrale alle grandi corna e a gran parte del
corpo dell’osso ioide e al muscolo stilofaringeo ed è innervato dal nervo glossofaringeo IX
paio di nervi cranici.
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Il IV e il VI arco daranno origine alle cartilagini tiroidea, cricoidea, epiglottica e aritenoidea
e ai muscoli laringei e faringei. L’innervazione è fornita dal ramo laringeo superiore
ricorrente del nervo vago e dal nervo glossofaringeo per il muscolo costrittore della
faringe.
I solchi branchiali sono 4 sia a destra che a sinistra e si formano dall’ectoderma che si insinua tra
gli archi .Il primo solco forma il condotto uditivo esterno e la porzione esterna della membrana del
timpano; gli altri solchi, II , III e IV non daranno luogo a nessuna formazione ,in quanto verranno
completamente ricoperti dal secondo arco ,quando intorno alla sesta settimana si accrescerà tanto
da fondersi con le porzioni esterne degli altri archi durante questa espansione si formerà una cavità
che prende il nome di seno cervicale di his che andrà incontro successivamente ad obliterazione .
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RIFERIMENTI STORICI
Ora, andiamo a prendere in considerazione alcuni riferimenti storici per andare a vedere a quando
risale la prima descrizione di formazioni cistiche che come vediamo dalle immagini risale al
1785 , si deve aspettare il 1832 per essere definite da Ascherson come cisti laterocervicale ed egli
stesso ipotizzò che le cisti si potessero formare per incompleta obliterazione della mucosa del
solco branchiale ,successivamente nel 1886 Hiss ipotizzò che queste cisti non fossero altro che
vestigia del seno precervicale, nel 1912 fu proposta una teoria timica cioè che le cisti derivassero
dalla terza tasca ,cioè dal dotto timo faringeo , ma nel 1861 Lucke e collaboratori avevano notato
una stretta correlazione tra le cisti laterocervicali e il tessuto linfoide ,nel 1949 King concluse
dicendo che le cisti dal punto di vista istologico risultavano proprio dalla trasformazione cistica
dei linfonodi cervicali ,pur tuttavia il dibattito rimane ancora aperto per quanto riguarda
l’etiopatogenesi di queste formazioni laterocervicali, che possono essere considerate come
anomalie di sviluppo dell’apparato branchiale ,che possono portare a numerose malformazioni
che si manifestano come seni,cisti e fistole
.
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Per definizione, la fistola rappresenta una comunicazione tra la mucosa esofagea e la cute , il seno
può essere considerato come una fistola parziale presentando un’unica apertura di solito verso
l’esterno ,mentre le cisti non presentano alcuna comunicazione né interna e né esterna .
DIAGNOSI DIFFERENZIALE.
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Le neoformazioni del I arco rappresentano l’1-8% di tutte le formazioni branchiali , hanno la
stessa frequenza nei maschi e nelle femmine e possono essere di due tipi. La prima classificazione
fu proposta da Arnot nel 1971 e distingueva le cisti del primo tipo derivanti da residui epiteliali del
primo arco con localizzazione intraparotidea ,la cisti tende a disporsi nel polo inferiore della
ghiandola parotide,con stretti rapporti con il ramo inferiore del nervo facciale con un tragitto che
giace tra la mandibola ed il legamento stioloioideo ponendosi al davanti dell’arteria carotide , la
cisti di tipo 2 dovuta all’incompleta chiusura della prima fessura e si trovano localizzate nel
triangolo anteriore del collo, istologicamente sia il primo che il secondo tipo di Arnot sono
rivestite da epitelio squamoso ma il tipo 2 può presentare sia follicoli piliferi che ghiandole
sebacee .La classificazione di Work nel 1972 distingue le cisti in due tipi . Tipo I di Work: hanno
origine ectodermica, in cui non risultano presenti residui cartilaginei ,tali lesioni appaiono come
duplicazioni della parte membranosa del condotto uditivo esterno ,il cui decorso è parallelo a
questo condotto ,tali lesioni coinvolgono il tessuto salivare parotideo e passano al di sopra del
tronco principale del nervo facciale. Per il tipo II la prof legge la slide.
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Prendendo in considerazione le diverse
classificazioni relative al II arco la prima
fu elaborata nel 1877 da Sutton che le
divideva in
- Fistola completa, la quale si compone
di un apertura esterna e interna faringea;
- Fistola esterna che presenta apertura
esterna ma che termina internamente con
un cul de sac;
- Fistola interna che presenta una
apertura interna e termina a cul de sac e
poi abbiamo;
- Cisti con tramite fistoloso chiuso sia
esternamente che internamente .
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La prof . legge la slide seguente .
Queste neoformazioni sono presenti nei bambini nella sindrome da distress respiratorio, sindrome
che si manifesta con infezioni ripetute delle vie respiratorie alte, laringiti,episodi di dolorabilità
tiroidea e spesso raucedine. E’ importante distinguere tra neoformazioni del III e del IV arco
branchiale ed è anche difficile visto che entrambi sono in rapporto con il seno
piriforme. Importante è il rapporto che queste strutture presentano con i nervi laringeo ricorrente e
superiore.
La prof. Legge
la slide
seguente
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La patologia ha un trattamento di tipo chirurgico ed è
importante la completa asportazione della
neoformazione facendo però attenzione a strutture
nobili contenute all’interno del collo ,in particolare
alla giugulare interna e ai nervi . Ora abbiamo un
esempio di asportazione di una neoformazione cistica
branchiale 2 Arco II tipo di Baley che è una delle più
frequenti come abbiamo visto. Si posiziona il
paziente in decubito laterale opposto al lato da
operare ponendo la testa in iperestensione e si
effettua in anestesia generale , si disinfetta la cute e si
pone nel condotto uditivo esterno un tampone onde
evitare che i liquidi escano dal condotto uditivo
esterno e si isola il campo chirurgico con teli sterili.
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Nello STEP 4 si procede alla sezione della
fascia colli superficialis sul margine
anteriore del muscolo
sternocleidomastoideo con la sua parziale
scheletrizzazione ed individuazione e
preservazione del nervo grande auricolare.
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STEP 7:Quindi si procede all’enucleazione della
massa insieme all’eventuale annesso
cordoniforme che si prolunga in alto e
medialmente verso il faringe .
Importante è anche un controllo del campo operatorio sul piano superficiale e quindi il controllo di
strutture come il nervo grande auricolare, del muscolo platisma e del muscolo
sternocleidomastoideo. Si procede alla sutura a punti staccati con il posizionamento di un tubo di
drenaggio la cui finalità è quella di raccogliere eventuali secrezioni di tipo sieroso che
rappresentano una spia di raccolta che verrà poi rimossa in seconda giornata mentre le suture
devono essere tenute per circa 7-10 giorni. Infine non bisogna dimenticare il follow up che deve
tenere presente l’esame clinico con visite di controllo routinario e anche l’esame ecografico.
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