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Dipartimento federale dell'interno DFI

Ufficio federale della sanità pubblica UFSP


Unità di direzione protezione dei consumatori

VITAMINA D: Domande e risposte


Giugno 2012

Apporto

1. Cosa s’intende per apporto sufficiente di vitamina D?


Per determinare il livello di vitamina D di una persona si misura la concentrazione di 25-
idrossivitamina D2 [=25(OH)D2] e 25-idrossivitamina D3 [25(OH)D3] nel siero. È sempre
indicata la somma di 25(OH)D2 e 25(OH)D3 [=25(OH)D]. La vitamina D, sintetizzata nella
pelle per effetto delle radiazioni solari e solo marginalmente assunta attraverso
l’alimentazione, è trasformata in 25(OH)D nel fegato.
La concentrazione di 25(OH)D misurata nel siero è espressa in nanomoli per litro di siero
(nmol/l). Per favorire la salute delle ossa, la concentrazione di 25(OH)D deve essere di
almeno 50 nmol/l. In caso di valore inferiore a 50 nmol/l si parla di insufficienza di vitamina D,
facendo una distinzione tra carenza (25-49 nmol/l) e grave carenza (<25 nmol/l). Per apporto
sufficiente s’intende quindi una concentrazione di 25(OH)D nel sangue maggiore o uguale a
50 nmol/l (≥50 nmol/l).

2. Com’è il livello di vitamina D della popolazione svizzera in generale?


In estate, la grande maggioranza (80%) della popolazione ha un apporto sufficiente di
vitamina D. In inverno, invece, più del 60 per cento della popolazione ha un apporto
insufficiente: presenta infatti un livello sierico [concentrazione di 25(OH)D] inferiore al valore
raccomandato di 50 nmol/l.

3. Cosa significa un apporto insufficiente di vitamina D?


In caso di concentrazione di 25(OH)D nel sangue inferiore a 50 nmol/l si parla di apporto
insufficiente di vitamina D. Con una carenza [25(OH)D tra 25 e 49 nmol/l] aumenta il rischio di
difetti della mineralizzazione delle ossa (riduzione della fissazione del calcio e del fosfato nelle
ossa e contemporaneamente aumento del riassorbimento del calcio). Ciò può determinare ad
esempio un maggior rischio di fratture ossee.
Una grave carenza di vitamina D [25(OH)D <25 nmol/l] nei lattanti e nei bambini piccoli può
causare disturbi della crescita delle ossa (rachitismo). Il rachitismo si manifesta sotto forma di
deformazioni dello scheletro dovute a difetti della mineralizzazione delle ossa (fissazione del
calcio e del fosfato). In età adulta, una grave carenza di vitamina D causa un rammollimento
delle ossa (osteomalacia), che comporta una fissazione insufficiente del calcio e del fosfato
nelle ossa. Un apporto insufficiente di vitamina D contribuisce allo sviluppo dell’osteoporosi
(fragilità ossea).

4. Quali sono i vantaggi di un apporto sufficiente di vitamina D?


Nei lattanti, nei bambini piccoli, nei bambini e negli adolescenti, un apporto sufficiente di
vitamina D è indispensabile per garantire la salute ottimale delle ossa («ossa forti») e la
massima densità ossea («peak bone mass»).
Nelle persone meno giovani, esso consente di ridurre il rischio di processi di riassorbimento
osseo e osteoporosi. Diminuisce così il rischio di fratture ossee a causa di «ossa deboli».
Studi su persone a partire da 60 anni hanno rivelato che un apporto sufficiente di vitamina D
riduce il rischio di cadute e fratture ossee. Per ottenere questo effetto sono tuttavia necessarie
concentrazioni di 25(OH)D maggiori o uguali a 75 nmol/l.

5. Come si fa a sapere se si soffre di un’insufficienza di vitamina D?


La determinazione della concentrazione di 25-idrossivitamina D nel siero [25(OH)D] rivela se
l’apporto di vitamina D è sufficiente. Questa misurazione è tuttavia raccomandata solo alle
persone a rischio.
Per favorire la salute delle ossa deve essere raggiunta una concentrazione di 25(OH)D
almeno di 50 nmol/l. In caso di valore inferiore a 50 nmol/l si parla di insufficienza di vitamina
D, facendo una distinzione tra carenza (25-49 nmol/l) e grave carenza (<25 nmol/l). Per

Maggiori informazioni:
Ufficio federale della sanità pubblica, Divisione sicurezza delle derrate alimentari, Sezione rischi in materia di alimentazione e tossicologia, telefono 043 322 21 96 o
lebensmittelsicherheit@bag.admin.ch. Questa pubblicazione è disponibile anche in tedesco e francese.
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apporto sufficiente s’intende quindi una concentrazione di 25(OH)D nel sangue maggiore o
uguale a 50 nmol/l (≥50 nmol/l).
Siccome l’alimentazione assicura solo circa il 10 per cento dell’apporto di vitamina D, la
determinazione della quantità di vitamina D assunta attraverso gli alimenti normali non dice
molto. In estate, la maggior parte della vitamina D a disposizione dell’organismo proviene
dalla sintesi nella pelle per effetto delle radiazioni solari. In inverno, invece, quando il
contributo della sintesi da parte dell’organismo stesso all’apporto di vitamina D è trascurabile,
è possibile sfruttare il tenore di vitamina D degli alimenti consumati (alimenti tradizionali o
arricchiti di vitamina D) o assumere complementi alimentari o integratori di vitamina D.
Siccome nei mesi estivi la vitamina D è immagazzinata nel corpo per essere liberata
successivamente, durante i primi mesi dell’inverno non si manifesta subito una carenza di
vitamina D, anche se non ne viene assunta abbastanza attraverso l’alimentazione
(combinazione di alimenti e complementi alimentari/integratori). Se però l’apporto insufficiente
di vitamina D si protrae per un certo periodo, la concentrazione di 25(OH)D nel sangue cala e
può manifestarsi una carenza vitaminica.

6. Quali sono le conseguenze di un’insufficienza di vitamina D per la salute?


La vitamina D è responsabile dell’assorbimento del calcio e del fosfato nell’intestino e regola il
metabolismo del calcio e del fosfato, svolgendo un ruolo importante nella formazione delle
ossa e dei denti.
Una grave carenza di vitamina D [25(OH)D <25 nmol/l] nei lattanti e nei bambini piccoli può
causare il rachitismo. Il rachitismo si manifesta sotto forma di deformazioni dello scheletro
dovute a difetti della mineralizzazione delle ossa (riduzione della fissazione del calcio e del
fosfato nelle ossa e contemporaneamente aumento del riassorbimento del calcio).
In età adulta, una grave carenza di vitamina D causa l’osteomalacia (rammollimento delle
ossa). Come nei lattanti e nei bambini piccoli si verifica una fissazione insufficiente del calcio e
del fosfato nelle ossa e contemporaneamente un accresciuto riassorbimento del calcio. In
caso di carenza [25(OH)D tra 25 e 49 nmol/l] vi è il pericolo di un maggior riassorbimento
osseo dovuto a un ricambio osseo accelerato. Un apporto di vitamina D insufficiente favorisce
lo sviluppo dell’osteoporosi (fragilità ossea): in caso di minor assorbimento del calcio
nell’intestino a causa della carenza di vitamina D, infatti, l’organismo deve riassorbire più
calcio dalle ossa.
Le persone adulte con una carenza di vitamina D possono presentare i seguenti sintomi:
dolori diffusi alle ossa o ai muscoli, debolezza muscolare, stanchezza generale.

7. Vi sono gruppi di popolazione più colpiti da un’insufficienza di vitamina D?


Sì, tra di essi figurano i lattanti e i bambini piccoli, le donne incinte e allattanti nonché le
persone a partire da 60 anni. Per prevenire i tumori della pelle, per i lattanti e i bambini piccoli
si applicano particolari raccomandazioni in materia di protezione solare. La loro pelle sensibile
non dovrebbe essere esposta al sole diretto, bensì protetta dalle bruciature mediante
indumenti adatti e un’esposizione indiretta (ombra). L’apporto sufficiente di vitamina D dei
lattanti e dei bambini piccoli fino a tre anni deve essere assicurato mediante integratori di
vitamina D.

La capacità della pelle di sintetizzare vitamina D diminuisce con l’età. Inoltre, in genere le
persone meno giovani (soprattutto quelle molto anziane e bisognose di cure) stanno meno
spesso o meno a lungo all’aperto. Nella maggior parte dei casi, l’assunzione di vitamina D
mediante integratori consente tuttavia di assicurare un apporto sufficiente e una
concentrazione di 25(OH)D nel sangue di almeno 50 nmol/l.
In base a uno studio attuale, nei mesi invernali in Svizzera più del 60 per cento degli adulti
non ha un livello sufficiente di vitamina D. Per favorire la salute e un apporto sufficiente di
vitamina D ai lattanti e ai bambini piccoli nonché alle donne incinte e allattanti, è
raccomandata a questi due gruppi di donne l’assunzione di un integratore di vitamina D.

I seguenti fattori di rischio aumentano inoltre la probabilità di soffrire di una carenza di


vitamina D:
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• nessuna o scarsa esposizione solare,


• sovrappeso e obesità,
• età avanzata (calo della sintesi di vitamina D da parte dell’organismo),
• gravidanza e allattamento senza integrazione di vitamina D,
• pelle scura (maggior pigmentazione cutanea, maggior tenore di melanina, minor
assorbimento di radiazioni UVB e quindi minor sintesi di vitamina D),
• assunzione di certi farmaci (alcune statine, farmaci contro le infezioni fungine,
cortisone, farmaci contro gli attacchi epilettici, ecc.),
• determinate malattie [p. es. malattie croniche del fegato e dei reni, malattie
infiammatorie croniche dell’intestino come intolleranza al glutine (celiachia) o
morbo di Crohn] e operazioni gastrointestinali.

Le persone che presentano uno di questi fattori di rischio dovrebbero parlarne con il proprio
medico per verificare eventualmente l’apporto di vitamina D (analisi del sangue).

8. Cosa si può fare contro un’insufficienza di vitamina D?


Per l’apporto sufficiente di vitamina D è determinante la sintesi di vitamina D nella pelle per
effetto della luce solare, dato che la maggior parte degli alimenti contiene poca vitamina D.
Per questo motivo è importante stare e svolgere attività fisiche all’aperto, rispettando tuttavia
le raccomandazioni dell’UFSP in materia di protezione solare.

a. Lattanti e bambini fino a tre anni


Per i lattanti e i bambini fino a tre anni, l’UFSP raccomanda l’assunzione di integratori
di vitamina D per assicurare un apporto sufficiente di questa vitamina. Nel primo anno
di vita sono sufficienti 400 unità internazionali/giorno (UI/giorno); nel secondo e nel
terzo anno di vita bisognerebbe assumere 600 UI/giorno. In caso di dubbi sul
dosaggio e l’applicazione corretta del preparato, rivolgersi al proprio medico (pediatra,
medico di famiglia) o alla levatrice oppure informarsi in farmacia, in drogheria o
presso un consultorio per i neogenitori.

b. Persone in età compresa tra tre e 60 anni


In estate (da giugno a settembre) le persone in età compresa tra tre e 60 anni che
stanno regolarmente all’aperto non hanno bisogno di integratori di vitamina D: in
questo periodo, l’esposizione solare è sufficiente per sintetizzare abbastanza vitamina
D nella pelle.

In inverno la sintesi di vitamina D da parte dell’organismo stesso non basta per coprire il
fabbisogno. L’apporto di vitamina D va quindi assicurato attraverso l’alimentazione.
Sussistono le seguenti possibilità:

• privilegiare un’alimentazione ricca di vitamina D,


• consumare alimenti arricchiti di vitamina D (p. es. sostituire alimenti normali con
alimenti arricchiti),
• assumere complementi alimentari con vitamina D,
• assumere integratori di vitamina D (p. es. gocce).

L’assunzione simultanea di complementi alimentari e integratori può tradursi in un elevato


apporto giornaliero di vitamina D. L’UFSP raccomanda pertanto di optare per una sola di
queste possibilità e in particolare di non assumere simultaneamente complementi alimentari
e integratori di vitamina D.

c. Donne incinte e allattanti


Alle donne incinte e allattanti sono raccomandate 600 UI/giorno di vitamina D sotto
forma di integratori. Le donne incinte e allattanti dovrebbero anche stare regolarmente
all’aperto – rispettando le raccomandazioni dell’UFSP in materia di protezione solare

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– e privilegiare un’alimentazione sana, equilibrata e variata conformemente alla


piramide alimentare svizzera.

d. Persone a partire da 60 anni


A uomini e donne a partire da 60 anni è raccomandata un’integrazione di vitamina D
di 800 UI/giorno. Anche stare all’aperto con un’esposizione adeguata al sole esercita
un’azione benefica.

9. Perché l’UFSP non raccomanda integratori di vitamina D nei mesi invernali alle persone
in età compresa tra tre e 60 anni, anche se i risultati dello studio nazionale mostrano
che tra dicembre e marzo più del 60 per cento delle persone presenta un’insufficienza
di vitamina D?
L’UFSP propone volutamente varie opzioni per mostrare come aumentare l’apporto di
vitamina D attraverso l’alimentazione anche alle persone che non vogliono assumere
integratori di vitamina D.

10. Come viene determinato il livello di vitamina D di una persona?


Nel fegato, la vitamina D è trasformata in 25-idrossivitamina D [25(OH)D]. Questa sostanza è
una forma di stoccaggio della vitamina D. La misurazione della concentrazione di 25(OH)D nel
siero è quindi il miglior indicatore del livello di vitamina D. La 25(OH)D è infine trasformata
nella forma più attiva 1,25-diidrossivitamina D nei reni e in altri tessuti.

11. È raccomandabile sottoporre la popolazione Svizzera a una misurazione della


concentrazione di 25(OH)D mediante un’analisi del sangue?
No. I costi della misurazione della concentrazione di 25(OH)D nel sangue sono nettamente
superiori a quelli degli integratori di vitamina D. È raccomandata la misurazione solo alle
persone che presentano fattori di rischio (cfr. sopra).

Protezione solare

12. Chi sta molto al sole ha abbastanza vitamina D?


Sì, almeno nei mesi estivi. Nei mesi invernali, alle nostre latitudini le radiazioni solari che
stimolano la sintesi di vitamina D non sono sufficienti per produrre abbastanza vitamina D
nella pelle umana, neanche nelle giornate di sole in pianura e in montagna.

13. Quanto sole ci vuole per sintetizzare abbastanza vitamina D?


In genere la permanenza quotidiana all’aperto assicura un apporto di vitamina D sufficiente.
Il tragitto per andare al lavoro o a scuola, le uscite per fare gli acquisti o altre attività all’aperto
offrono abbastanza occasioni per assicurare la sintesi di vitamina D nella pelle. È sufficiente
che siano esposti alla luce il viso e le mani.

14. Cosa bisogna fare quando non splende il sole?


L’organismo dispone di una riserva di vitamina D, che gli consente di superare senza problemi
periodi con poco sole. Le nostre riserve di vitamina D coprono varie settimane.

15. L’apporto di vitamina D è garantito anche se si mette la crema solare per proteggersi
dalle scottature?
La crema solare riduce la sintesi di vitamina D. Nella vita di tutti i giorni, però, praticamente
nessuno applica una protezione solare totale 24 ore su 24 – cosa che potrebbe effettivamente
causare una carenza di vitamina D. In genere il tragitto per andare al lavoro o a scuola, le
uscite per fare gli acquisti o altre attività all’aperto offrono abbastanza occasioni per assicurare
la sintesi di vitamina D nella pelle. È sufficiente che siano esposti alla luce il viso e le mani.

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16. Come sintetizzare abbastanza vitamina D attraverso l’esposizione della pelle al sole
senza aumentare il rischio di tumori?
Un’esposizione relativamente breve al sole assicura già una sintesi sufficiente di vitamina D.
Nei giorni di sole basta esporre al sole il viso e le mani per circa 20 minuti in estate e 40 minuti
in autunno – mentre le altre parti del corpo sono protette dagli indumenti. Per ridurre il rischio
di tumori della pelle, in caso di permanenza prolungata all’aperto vanno assolutamente prese
misure di protezione solare.

17. I solarium possono contribuire all’apporto di vitamina D?


I solarium sono una fonte di vitamina D estremamente sconsigliabile. Pur potendo contribuire
alla sintesi di vitamina D, i solarium con radiazioni UVB emettono anche enormi quantità di
radiazioni UVA, che non contribuiscono all’apporto di vitamina D, ma provocano
l’invecchiamento precoce e probabilmente anche tumori della pelle.

18. Quali sono le raccomandazioni dell’UFSP in materia di protezione solare?


Evitare o ridurre, nei limiti del possibile, il sole diretto di mezzogiorno, tra le 11 e le 15. Offrono
una protezione solare adeguata l’ombra, gli indumenti, i copricapo a tesa larga, gli occhiali da
sole e le creme solari.

Integratori

19. Chi deve assumere integratori di vitamina D?


Gli integratori di vitamina D sono raccomandati a lattanti, bambini piccoli fino a tre anni, donne
incinte e allattanti nonché a persone a partire da 60 anni. Per le persone che presentano uno
dei fattori di rischio e per le quali l’analisi della concentrazione di 25(OH)D ha rivelato una
carenza di vitamina D può essere utile assumere un integratore di vitamina D, dopo aver
consultato il proprio medico.

20. Dove si acquistano gli integratori di vitamina D?


Gli integratori di vitamina D sono in vendita nelle drogherie, nelle farmacie o presso i medici.
I complementi alimentari sono alimenti e possono essere acquistati nei negozi di alimentari.
La quantità contenuta in una dose giornaliera è indicata nella caratterizzazione del valore
nutritivo.

21. A cosa occorre prestare attenzione quando si assumono integratori?


Quando si assumono integratori di vitamina D bisogna attenersi alle indicazioni per
l’applicazione corretta del preparato (informazioni sono disponibili nel foglietto illustrativo
nonché presso i medici, i farmacisti, i droghieri, i dietisti, le levatrici e i consultori per i
neogenitori).
L’applicazione corretta del preparato e quindi il dosaggio vanno rispettati e controllati
soprattutto quando si prova un nuovo preparato. Sono a rischio di sovradosaggio in
particolare i lattanti e i bambini. A differenza degli alimenti arricchiti, per i complementi
alimentari e gli integratori di vitamina D vi è il rischio di un sovradosaggio indesiderato, poiché
in genere gli alimenti non sono consumati in grandi quantità.
Per i complementi alimentari e gli integratori di vitamina D è invece facile assumere una
compressa effervescente, una capsula o qualche goccia di troppo. Per questo motivo, l’UFSP
raccomanda di non consumare simultaneamente vitamina D da più fonti (complementi
alimentari e integratori) (in altre parole, chi opta per gli integratori di vitamina D non deve
assumere anche complementi alimentari con vitamina D).

22. Come evitare un sovradosaggio?


È possibile evitare un sovradosaggio attenendosi alle istruzioni del medico, del farmacista, del
droghiere, del dietista, della levatrice o del consultorio per i neogenitori e chiedendo
chiarimenti in caso di dubbi sul dosaggio e l’applicazione corretta del preparato.

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Inoltre non bisognerebbe consumare simultaneamente vitamina D da più fonti (complementi


alimentari e integratori) (in altre parole, chi opta per gli integratori di vitamina D non deve
assumere anche complementi alimentari con vitamina D).

Alimenti

23. D’ora in poi in Svizzera gli alimenti saranno arricchiti sistematicamente di vitamina D?
I produttori di derrate alimentari sono consapevoli che non tutti i consumatori vogliono
consumare prodotti arricchiti. Inoltre, non tutti i prodotti si prestano per essere arricchiti di
vitamina D, i requisiti tecnologici possono essere elevati e la produzione costosa.
Gli alimenti arricchiti di vitamina D devono inoltre essere caratterizzati correttamente: in altre
parole i consumatori devono poter riconoscere in qualsiasi momento, attraverso l’indicazione
della composizione nonché la caratterizzazione del valore nutritivo, se e in quale quantità il
prodotto è arricchito di vitamina D.

24. Quali alimenti vengono arricchiti?


In teoria si potrebbe arricchire qualsiasi alimento. Per certi alimenti, i requisiti tecnologici e i
costi possono tuttavia essere elevati. Sono già arricchiti ad esempio la margarina, il latte e i
latticini nonché i cereali.

25. Vi sono alimenti che permettono di assumere vitamina D in modo naturale?


La maggior parte degli alimenti contiene un po’ vitamina D naturalmente. Sono ricchi di
vitamina D alcuni pesci grassi, come ad esempio l’aringa e il salmone selvatico.
I pesci di allevamento contengono in genere meno vitamina D dei pesci di cattura. Sono ricchi
di vitamina D anche le uova, in particolare il tuorlo.

Alimenti Concentrazione di vitamina D


UI/100 g µg/100 g
Pesci grassi (i pesci di allevamento contengono 400-800 10-20
meno vitamina D)
Aringa 310-1000 7,75-25
Sgombro 160 4
Salmone selvatico 600-1000 15-25
Salmone di allevamento 100-250 2,5-6,25
Tonno in salamoia, sgocciolato 140 3,5
Tonno sott’olio, sgocciolato 124 3,1
Margarina (arricchita di vitamina D) 200-300 5-7,5
Uova di gallina, crude 50-200 1,25-5
Tuorlo 150-250 3,75-6,25
Funghi commestibili
Champignon (funghi coltivati) 10-50 0,25-1,25
Gallinacci (funghi selvatici) 80-340 2-8,5
UI = unità internazionali (1 UI corrisponde a 0.025 µg di vitamina D; µg =microgrammi)
Da notare che i valori variano fortemente a seconda della provenienza del prodotto e della letteratura.

Raccomandazioni

26. Per le persone malate (malattie croniche e non trasmissibili) e quelle con l’osteoporosi
o altri fattori di rischio (sovrappeso, pelle scura) si applicano raccomandazioni
differenti rispetto alla popolazione sana?
Le persone che presentano certi fattori di rischio o soffrono di certe malattie possono avere un
maggior fabbisogno di vitamina D a causa dell’assorbimento ridotto della vitamina D
nell’intestino o di interazioni con i farmaci. Le persone che a causa di una malattia escono
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raramente dovrebbero assicurare un apporto sufficiente di vitamina D attraverso


l’alimentazione (integratori) per compensare l’insufficiente esposizione al sole.
Le persone che presentano uno dei fattori di rischio già menzionati (cfr. domanda 7)
dovrebbero parlarne con il proprio medico per verificare eventualmente l’apporto di vitamina D
(analisi del sangue).

27. Queste persone devono consultare un medico e farsi misurare la concentrazione di


vitamina D?
L’UFSP raccomanda alle persone che presentano uno dei fattori di rischio (cfr. domanda 7) di
consultare un medico ed eventualmente far analizzare l’apporto di vitamina D determinando la
concentrazione di vitamina D nel sangue.

28. L’UFSP raccomanda analisi del sangue regolari per controllare il livello di vitamina D?
Per le persone che non presentano fattori di rischio non è necessario fare un’analisi del
sangue, visto il costo elevato. Per le persone che presentano fattori di rischio può invece
essere utile fare regolarmente un’analisi del sangue. La decisione spetta al medico curante.

29. Chi assume giornalmente la quantità di vitamina D raccomandata sotto forma di gocce
di vitamina D o complementi alimentari (600 unità internazionali di vitamina D) ha
bisogno di meno dei 1000 mg di calcio raccomandati?
La vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio nell’intestino e vi sono studi che indicano
che la vitamina D esercita un cosiddetto effetto «salva calcio». I dati scientifici disponibili sono
tuttavia insufficienti per raccomandare una minor assunzione di calcio.
L’UFSP raccomanda quindi di orientarsi alla piramide alimentare svizzera, che consente
un’alimentazione equilibrata e variata, assicurando un apporto di calcio sufficiente. Non è
necessario assumere complementi alimentari o integratori di calcio senza prescrizione
medica.

Assunzione dei costi

30. I costi degli integratori sono assunti dalle casse malati in generale?
No, le casse malati assumono i costi solo per i preparati prescritti da un medico a causa di
una carenza di vitamina D patologica. Attualmente l’integrazione di vitamina D a scopi di
profilassi è rimborsata solo durante il primo anno di vita. Le misure di profilassi delle malattie
sono disciplinate agli articoli 26 LAMal e 12b OPre. Il legislatore non ha ancora valutato e
attuato le nuove raccomandazioni dell’UFSP concernenti l’apporto di vitamina D alla
popolazione.

31. Le casse malati assumono i costi degli integratori di vitamina D prescritti da un medico
a lattanti e bambini piccoli (fino a tre anni)?
La legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) e l’ordinanza sulle prestazioni (OPre)
disciplinano l’obbligo di prestazione dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie
(AOMS) per determinate misure di profilassi delle malattie (art. 26 LAMal e 12b OPre).
Secondo la legislazione vigente, attualmente rientra nel catalogo delle prestazioni obbligatorie
solo l’assunzione di vitamina D per la profilassi del rachitismo durante il primo anno di vita.
L’assunzione dei costi da parte delle casse malati presuppone una prescrizione medica.

32. Le casse malati assumono i costi degli integratori di vitamina D prescritti da un


medico?
La legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) e l’ordinanza sulle prestazioni (OPre)
disciplinano l’obbligo di prestazione dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie
(AOMS). L’AOMS assume i costi delle prestazioni atte a diagnosticare o a curare una malattia
e i relativi postumi (art. 25 LAMal). Per gli integratori di vitamina D prescritti da un medico a
causa di una carenza di vitamina D patologica i costi sono assunti dalle casse malati. Se
invece è prescritta un’integrazione per scopi di profilassi (medicina preventiva), l’assicuratore
assume unicamente i costi delle misure di profilassi elencate all’articolo 12 OPre. Attualmente
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l’assunzione di vitamina D per scopi di profilassi medica per le persone a partire da 60 anni
non rientra nel catalogo delle prestazioni obbligatorie. Il legislatore non ha ancora valutato e
attuato le nuove raccomandazioni.

Attuazione delle raccomandazioni

33. Le raccomandazioni concernenti la vitamina D sono complesse. L’apporto di vitamina


D deve essere assicurato da un lato con l'esposizione al sole e dall’altro mediante
l’alimentazione. Cosa bisogna fare concretamente?
L’informazione della popolazione e l’attuazione delle raccomandazioni concernenti la vitamina
D richiedono la collaborazione di vari attori.
L’UFSP prenderà quindi contatto con i medici, i farmacisti, i dietisti e altri attori attivi nel
settore sanitario nonché con l’industria alimentare allo scopo di adottare congiuntamente
misure volte ad assicurare un apporto sufficiente di vitamina D alla popolazione svizzera.

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