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Cosa
Rivoluzione francese

Quando

1789 – 1799

Dove

Francia

Precedenti

Antico Regime

Conseguenze

La proclamazione della Prima Repubblica francese e l’inizio dell’età napoleonica

Protagonisti

Luigi XVI, Robespierre, Giacobini e Cordiglieri, Napoleone Bonaparte

Organismi coinvolti

Convenzione Nazionale, Comitato di Salute Pubblica, Direttorio

Frase celebre

«Nel sistema instaurato con la Rivoluzione francese tutto ciò che è immorale è impolitico,
tutto ciò che è atto a corrompere è controrivoluzionario. Le debolezze, i vizi, i pregiudizi
sono la strada della monarchia». Robespierre
1Rivoluzione Francese: premesse
Liberté, Égalité, Fraternité: il motto nazionale francese — Fonte: Istock
La Rivoluzione francese inizia nel 1789La Rivoluzione Francese è uno degli eventi storici più
importanti della storia occidentale, in cui l’assetto politico della Francia cambia in modo
inedito. Inizia nel 1789, mentre individuarne la fine è più difficile: secondo molti storici
possiamo dire nel novembre del 1799, quando con un colpo di stato Napoleone
Bonaparte diventa Primo Console della Repubblica.      
La Rivoluzione francese segna la fine dell'assolutismoLa Rivoluzione Francese segna la fine di
istituzioni vecchie di secoli in Francia e non solo, come l’assolutismo e ciò che rimaneva
del sistema feudale. Un po’ come la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Francese è stata
anche il tentativo di realizzare ideali dell’Illuminismo come la sovranità popolare ed i diritti
inalienabili.      
La Rivoluzione Francese ha un ruolo fondamentale nella nascita delle nazioni moderne La Rivoluzione

Francese non riesce però a realizzare tutti gli obiettivi dei rivoluzionari, e a un certo punto
degenera in un vero e proprio bagno di sangue. Nonostante questo però, il suo ruolo resta
fondamentale nella nascita delle nazioni moderne, cambiando per sempre il modo di
concepire il potere in Europa e nel mondo.     
2Una monarchia in crisi

Appunti
Antico Regime: riassunto

La Francia vive un periodo di crisi finanziaria prima del 1789 Prima che scoppiasse la Rivoluzione
Francese, la Francia era sull’orlo della bancarotta per molti motivi. Uno dei più evidenti
erano le enormi spese sostenute dalla corte del re Luigi XVI (1754-1793) e dei suoi
predecessori: non soltanto un simbolo di prestigio ed un centro di svaghi, ma anche un
vero e proprio strumento di dominio sulla nobiltà. La Francia aveva poi investito molto
denaro per partecipare alla Rivoluzione Americana.            
Raccolti pessimi, epidemie ricorrenti e carestie pesano sulla crisi già iniziata Oltre al denaro sperperato,
però, c’erano altri problemi che portarono alla Rivoluzione Francese: i pessimi raccolti, il
bestiame flagellato da epidemie ricorrenti per tutto il seguito, le conseguenti carestie, ed un
prezzo del pane alle stelle. Tutto questo stava portando i contadini e gli abitanti poveri
delle città verso l’agitazione, se non la disperazione.      Charles de Calonne: Controllore
generale delle finanze della Francia — Fonte: Getty-Images
Re Luigi XVI attua riforme finanziarie a discapito della Nobiltà e del Clero Come risolvere questa

situazione? Nell’autunno del 1786 Charles Alexandre de Calonne (1734-1802), un


economista che svolgeva l’incarico di controllore generale delle finanze di Francia, propone
al re un pacchetto di riforme finanziarie molto avanzate, che andavano ad eliminare alcuni
privilegi delle classi privilegiate: Nobiltà e Clero. Per scongiurare una rivolta delle classi
privilegiate, il re aveva bisogno di supporto per realizzare queste misure.      
5 maggio 1789: re Luigi XVI convoca gli Stati GeneraliPer questo motivo, il re indice gli Stati
Generali, un’assemblea dove i rappresentanti delle tre “classi” che costituivano la società
francese: nobiltà, clero e borghesia, si riuniscono. Gli Stati generali vengono convocati per il
5 maggio del 1789: era in qualche modo un evento epocale, perché non venivano convocati
dal 1604.      
3Il Terzo Stato alla riscossa: verso la Rivoluzione
Francese
Luigi XVI: re di Francia dal 1774 al 1792 — Fonte: Istock
Il Terzo Stato rappresenta il 98% della popolazione I membri del “Terzo Stato” (popolo e
borghesia), rappresentavano il 98 % della popolazione. Nonostante questo, potevano
essere tranquillamente sconfitti dal potere di veto degli altri due “ordini”.   
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