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IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

Intangibilità: anche negli accordi commerciali, quando si scambia un bene materiale l’atto di
trasferimento è evidente, quando trasferiamo un bene intangibile il trasferimento non è fisico, il
trasferimento è giuridico, quindi il momento della contabilizzazione è diverso. Tanto che il
sostenimento effettivo dei costi è l’evento che porta alla contabilizzazione, un bene materiale
donato può essere donato, un bene immateriale non può essere donato, non può essere valorizzato
in bilancio’ immaterialità non è sottoposta al logorio, ma va individuata un’utilità pluriennale di
questo bene, per cui potremo trattarlo come immobilizzazione. Ci possono essere beni intangibili la
cui utilità si esaurisce nell’esercizio.

Brevetto Scopertadi

un'impresa

MARCHI

Falaediferenza

Le immobilizzazioni immateriali sono molto più dettagliate delle immobilizzazioni materiali.

L’impatto a CE è lo stesso delle immobilizzazioni materiali.

Il marchio può giustificare il prezzo di un certo bene, è l’elemento senz’altro può intangibile.

I software anche, sono brevetti che tutelano la scoperta dell’azienda, è di fatto un contratto.

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Anche in questo caso circa il costo di produzione dobbiamo operare una distinzione.

Costo di produzione: distinguiamo i costi diretti e indiretti della produzione. Anche in questo caso gli
oneri finanziari vanno aggiunti fino a quando il bene diventa utilizzabile. Questi beni, ad eccezione di
quelli in corso, devono essere sistematicamente ammortizzati con condizioni diverse.

me

I costi d’impianto quando vanno sostenuti? Impianto non inteso come macchinari ma come costi di
prima costituzione dell’azienda. I costi di ampliamento vanno intesi come trasformazione
dell’azienda, una sua fusione, un aumento del patrimonio netto, del capitale sociale, ossia di tutte
quelle condizioni giuridiche che richiedono lo svolgimento di azioni amministrative necessarie per il
funzionamento dell’azienda stessa. Es. costi relativi alle autorizzazioni necessarie da ricevere.

Sono costi d’esercizio che vanno capitalizzati nella voce costi di impianto e di ampliamento. Un
caso particolare sono i costi di start-up, abbiamo acquistato un nuovo macchinario ed è necessario
un corso per far comprendere il funzionamento del macchinario al personale, sono costi di start up,
costi che sono necessari per far funzionare la nuova linea produttiva, che entreranno nei costi di
impianto e di ampliamento, e non andranno capitalizzati nel conto acceso al macchinario. È un
costo sostenuto per l’ottenimento di know-how. Stiamo trattando questo costo come figurativo,
intangibile.

Parliamo della ricerca industriale, es. costi di ricerca delle case farmaceutiche. La ricerca industriale
(operativa) è finalizzata a un prodotto da vendere sul mercato. Si parla di ricerca: di base, avanzata,
di sviluppo. Alla ricerca di base non c’è una ricerca precisa a un problema individuale. Il costo di
ricerca avanzata è finalizzato allo sviluppo, nel momento in cui la ricerca avanzata porta risultati
significativi si procede allo sviluppo. Sono tre fasi.

Quando si parla di costi di ricerca e sviluppo si parla di costi che in linea di principio andrebbero in
CE, fino al 2015 erano capitalizzabili i costi di ricerca avanzata e di sviluppo. Dal 2015 sono
capitalizzabili soltanto i costi di sviluppo. Capitalizzo sì, capitalizzo no? Perché queste condizioni
erano diventate soggettive, i principi contabili dettavano indicazioni su come e quando un costo era
capitalizzabile, ma poi il redattore poteva dichiarare che i costi di ricerca di base erano di ricerca
avanzata , manipolando. Si sono limitate le manovre di attuazione di politiche di bilancio anomale.
Es. le aziende che hanno sostenuto altissimi costi per la ricerca, e non sono giunte al successo
dovranno imputare gli alti costi a CE e non capitalizzati.

Diritti di brevetto, opere d’ingegno parliamo di beni che sono realizzati internamente, parliamo di
brevetti che nascono ovviamente da progetti di ricerca. Ci sono imprese che non brevettano il bene,
perché il brevetto ha una durata, dopodiché il brevetto diventa pubblico e i concorrenti possono
copiare, c’è una convenienza. Brevetto comporta una protezione. Se parliamo di know how
parliamo invece di costi sostenuti per sviluppo di conoscenza e che poi non sono stati oggetto di
brevetto soluzioni tecniche. Azienda che ricrea un nuovo know how e questi costi sostenuti per
svilupparlo possono essere capitalizzati e classificati e classificato come opera di ingegno

armi

Distinzione tra oneri pluriennali e beni immateriali. Sono costi che avranno un utilità futura.
Immobilizzazioni prive di logorio

Oneri pluriennali (costi di impianto e di ampliamento e di sviluppo) sono costi che dal punto di vista
contabile

non nascono come immobilizzazioni e che vengono capitalizzati, sono costi di cui si dimostra
un’utilità futura. Il beneficio futuro è misurabile con una ragionevole certezza, non tutti gli oneri sono
quindi capitalizzabili. Non tutti gli oneri sono capitalizzabili ma solo quelli in possesso di tali
caratteristiche

Misura massima 5 anni, non più. Perché è un modo per fissare un ragionevole tempo per ripartire il
costo nel tempo. Il Legislatore sa che possono la capitalizzazione dei costi può essere usata per
ampliare il reddito. Quindi quest’ultimo impone che se l’azienda intende distribuire dividendi non lo
può fare nei limiti in cui non esistono riserve capienti pari ai costi di impianto\ampliamento\di
sviluppo. Quindi quando capitalizziamo contestualmente prenderemo riserve di patrimonio netto
libere e le trasformeremo in riserve non distribuibili, quindi i dividendi sono distribuibili solo se in
misura superiore rispetto alla differenza tra il reddito e le riserve non distribuibili. Questo per evitare
che si stia distribuendo parte del reddito che nasce dal rinvio nel futuro di costi per i quali non è
ancora stato dimostrato l’effettivo grado di recupero. Cautela della non distribuibilità degli utili entro
questa misura.

Abbiamo un PN di 1.100.000, ci stiamo interrogando sulla possibilità di capitalizzare un marchio per


400.000, previo il parere del Collegio, si ipotizza questa capitalizzazione. Abbiamo di fatto riserve
per 500.000 distribuibili, possiamo distribuire solo 100.000, perché dobbiamo creare una riserva di
400k e quindi a sto punto è distribuibile solo 100 sulla base del reddito generato in quest anno

PN di 800.000 non è possibile distribuire questi dividendi perche queste riserve liquide ammontano
a max 200.000 l’importo è inferiore alla quota capitalizzata motivo per cui quest’anno questo utile di
100 non può essere distribuito. Occorrerà raggiungere una capienza pari al valore netto contabile
del bene. Cioè se l’anno dopo avremo un bene che vale 320 mila perche ci sarà un ammortamento
in 5 anni dobbiamo raggiungere 120 mila euro di riserve in modo tale sia possibile procedere alla
distribuzione dei dividendi.

In questo caso la contabilizzazione avverrà con una rettifica indiretta, ossia a fronte dei costi di
sviluppo e altri costi, andremo una rettifica indiretta in A4. La rettifica che riguarda i costi di sviluppo
è indiretta, in modo da conservare in costi della produzione, e evidenziare poi la rettifica dei costi di
sviluppo a parte.

Valore della produzione rettifica indiretta rettifica delle immobilizzazione e devo rappresentare i costi
di sviluppo nello SP. La rettifica indiretta costi della produzione.

I beni immateriali possono essere venduti anche separatamente. Il costo di sviluppo non è vendibile

Quando l’azienda entra in fase di liquidazione e perde l’approccio della visione sistemica, i beni
sono presi singolarmente, cambia il criterio di valutazione, i beni vengono valutati individualmente,
perche devono essere collocati sul mercato. se questo è corretto consideriamo che i costi di
sviluppo, i costi di impianto e ampliamento sono considerati pari a 0 perché non recuperabili.

I beni immateriali ricevuti a titolo gratuito non sono capitalizzabili.

Capitalizzazione di un brevetto. Un brevetto comporta senz’altro costi, costi che si riferiscono però
a un bene trasferibile singolarmente, c’è la sua rettifica a CE nei valori della produzione, e
imputazione nell’attivo delle immob a SP.

Esiste una differenza tra il nome della ditta, il nome, il marchio. Il nome della ditta è la
denominazione sociale. L’insegna potrebbe rappresentare il simbolo con cui si propone sul
mercato.

Il marchio è un segno distintivo del prodotto, il marchio va registrato. Il marchio è il segno distintivo
del prodotto, deve essere registrato, non deve contenere false informazioni. La falsificazione dei
marchi è perseguibile dalla legge.

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Un’azienda che produce un certo bene può vendere un marchi, vende il marchio, non il ramo
d’azienda, vuole vendere il marchio. Ci può essere un vantaggio nel cedere il marchio, ci sono
aziende che acquistano marchi per ampliare la propria offerta. Il marchio è una percentuale rispetto
alle prospettive di vendita del bene stesso. Il marchio va considerato come una sorta di percentuale
alle prospettive di vendita del bene stesso. Il tasso di royalty è quello che giustifica il volume di
prezzo che senza il marchio si sarebbe potuto non verificare. Ci può essere un vantaggio nella
cessione del marchio.

Affinché si abbia la contabilizzazione dell’avviamento è necessario che questo sia acquisito il titolo
oneroso. SI MISURA QUANDO C’E’ UN ACQUISTO, ossia deve essere pagato da un terzo
soggetto. L’avviamento si misura quando c'è un soggetto terzo che compra un ramo di azienda o
un complesso aziendale, visto come insieme di beni materiali ,immateriali (che potrebbe
eventualmente contenere passività) che hanno un certo valore netto contabile, per cui si paga più di
quello che è il valore contabile singoli elementi.

Ossia è quel maggior valore riconosciuto all’azienda che è significativo del fatto che si possono
generare reddito in futuro.

Contabilmente è pari al prezzo di acquisto del complesso aziendale, meno il valore netto contabile
dei beni compresi nel complesso aziendale.

L’avviamento si misura solo se è acquisito, deve essere un valore individuabile, deve essere
recuperabile, deve poter emergere che l’avviamento sia recuperabile nel tempo. È soggetto di
ammortamento.

VNC di 100 c’è un sogg disposto a pagare 1000, avviamento=900, questo valore di 900 deve essere
recuperabile in max 10 anni.

L’avviamento potrebbe rappresentare i redditi futuri. Devo avere dei redditi tali da almeno coprire
tutti i costi incluso l’ammortamento dell’avviamento. Se in 10 anni abbiamo redditi sempre pari a 0
in linea di principio possiamo dire che abbiamo recuperato l’investimento. Ma ho guadagnato? NO

Perché dovrei pagare l’avviamento? sto presumendo di guadagnare più di questo 900 di
differenziale di avviamento del VNC , questa è l’aspettativa, di avere extra-redditi.

Perché non si è alzato il prezzo? Perché il prezzo è oggetto di diverse circostanze.

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Il problema è che in molte aziende quotate assumono delle capogruppo cioè che ad esempio
l’azienda quotata è l’azienda A che possiede l’azienda B e C. Per far aumentare le quotazioni in
borsa dell’azienda A, incomincia che B acquista C la quale acquista D ecc... in ogni passaggio
all’interno del gruppo c’è qualcuno che attesta che c’è un avviamento. E ogni volta che c’è un
avviamento il VNC dell’azienda aumenta e questo confluisce nell’azienda A quotata. Meccanismi
pericolosi perchè fraudolenti, se quell’avviamento non è autentico. Condizioni di acquisto
riconoscibili.

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DPR dice che ci sta un avviamento giustificabile fiscalmente.

Il volume d’affari dev’essere moltiplicato per l’indice di redditività moltiplicato per 3. Quindi
l’avviamento di un azienda potrebbe non essere superiore a 91 mila, il prezzo di acquisto vendita
del bene dovrebbe essere patrimonio netto + 91 mila. Non è questo il modo esatto di calcolare il
valore economico dell’azienda ma è il modo per individuare il prezzo scambio di convenienza tra le
due parti. Il fisco non entra in questa procedura.

CATTIVO AFFARE pago il complesso aziendale ad un importo superiore all’effettivo grado di


recupero. Es pago 1000, VNC 100, avviamento 900 nel tempo di questo 900 sarò in grado di
recuperare solo 700, l’azienda chiude sempre in perdita. Se chiude in perdita evidentemente non c’è
l’avviamento.

Nel momento in cui un’azienda acquista un complesso aziendale misura l’avviamento, poi quando
entra nella proprietà potrebbe rendersi conto di aver commesso degli errori avendo sopravvalutato
quell’azienda, l’avviamento dev’essere immediatamente stornato svalutato e far emergere il valore
del cattivo affare. Avviamento ridotto immediatamente nella misura recuperabile e la differenza di
questo cattivo affare va imputata a CE.

calcio

contrasta ilprincipiodi prudenza

to

Elenco di periodi ammortamento

Oneri pluriennali max 5 anni, avviamento max 10, gli altri sono invece legati al periodo di
sfruttamento del bene, o nel caso del software legato al suo periodo di utilizzo o dalla durata
contrattuale.

I principi contabili internaizonali non prevedono l’ammortamento dell’avviamento, lo lasciano li in


modo costante e ogni anno fare la procedura di impairment dell’avviamento, ed è possibile
svalutarlo. Finché non si svaluta resta ad importo pieno nello SP tendendo a gonfiare il PN
dell’azienda.

AVVIAMENTO

PN=100

P acq=1000

Avviamento=900

Quel 900 prima di essere considerato avviamento potrebbe essere considerato come una
grandezza che vuole cogliere alcuni plusvalori latenti che la contabilità tende a comprimere. Magari
l’azienda che ha questo PN di 100 ha un immobile bello che ha prezzo di mercato 200 allora
potrebbe essere che quell’avviamento di 900 in realtà non è tutto legato alla strategia ma anche far
emergere quei plusvalori latenti, di quel 900, 200 sono plusvalore latente dell’immobile e 700 il
valore della strategia valore che potrebbe essere recuperato nel tempo. Per il principio della
prudenza non possiamo mai rivalutare se non in condizioni particolari.

L’art. 2423 del cc introduce una possibilità di deroga con certe condizioni particolari, se è possibile
derogare i criteri di valutazione potrebbe essere addirittura possibile rivalutare. Quando? Quando
l’azienda è in perdita. L’art 2446 un’azienda subisce una perdita di oltre 1/3 del suo capitale sociale
gli amministratori devono intervenire, se questa perdita ha parte del capitale sociale minimo
obbligatorio, bisogna o mettere l’azienda in liquidazione o resettare il capitale apportando nuove
risorse, oppure si ricorre alla deroga. Se siamo in perdita ma abbiamo in azienda dei beni che sono
esposti a un VNC che sottostima il valore di quel bene e quindi nasconde un plusvalore latente
potremmo rivalutare il bene.

Andiamo a rivalutare i beni materiali ma che in un operazione di scambio con l’esterno sarebbe
stato valutato come avviamento, stiamo comprendendo quella parte dell’avviamento che sarebbe
stato trattato contabilmente come tale in ipotesi di scambio di un bene di un azienda con beni
sottostimati, in una situazione di crisi

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