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Museo dell’Ara Pacis, Richard Maier, Roma (2006)

Inaugurato nel 2006 a Roma, è il museo che contiene L’Ara Pacis Augustae, altare dedicato alla Pace voluto
dall’Imperatore Augusto nel 9 a.C..

L’architettura sostituisce la precedente teca realizzata nel 1938 da Vittorio Ballio Morpurgo.

E’ stato il primo grande intervento architettonico nel centro di Roma dai tempi del fascismo. L’idea di una
nuova struttura per contenere l’altare nasce dal bisogno di sostituire la teca con uno spazio in grado di
mettere insieme la funzione di museo con quella di un condensatore di attività sociali.

L’opera, in stile moderno, si inserisce in un sistema che comprende architetture che vanno dal periodo della
Roma Imperiale, al Barocco, allo stile settecentesco, e per questo è stata duramente criticata. E’ opinione
dello scrivente però che in un sistema così complesso e così denso di stili architettonici, quale può essere il
linguaggio più giusto da seguire se non quello della stratificazione? Una architettura moderna inserita in un
contesto storico stratificato come quello di una delle città più antiche del mondo non può far altro che
continuare a mantenere vivo il suo spazio.

La struttura, che ha per lo più uno sviluppo lineare, si inserisce nel dislivello tra il Lungotevere e Via Ripetta,
ricucendo la frattura causata dalla differenza di quota con la piazza/scalinata antistante l’ingresso del
museo.

Dall’esterno l’edificio, composto apparentemente di tre blocchi, appare come una serie di piani e volumi
che sembrano volersi sfilare tra loro ma che diventano continuativi e armoniosi all’interno e che pone
l’utilizzo della luce al centro dell’esperienza del visitatore.

Il primo blocco, formato da superfici accostate in stucco e travertino che compongono l’ingresso al museo,
è uno spazio che lascia il visitatore in penombra fino ad accompagnarlo fino al blocco centrale, una grande
teca in vetro dove ci si ritrova immersi nella luce al cospetto dell’altare dell’Ara Pacis.

Il terzo blocco è composto da un volume completamente chiuso alla luce che ospita la sala convegni ed il
ristorante.

Nel complesso il museo è una struttura che pare avere l’intenzione di aprirsi all’esterno grazie alle sue
grandi vetrate, ma al contempo vuole essere uno spazio la cui funzione non è limitata a quella di semplice
scrigno ma che combini la necessità di rendere solennità all’altare romano piuttosto che essere uno spazio
adatto allo svolgimento di attività sociali.

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