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1 Incontro seminario (Flavia Cuturi)

Le epidemie come strumento della conquista che


ha forgiato la storia socio-politica del continente
americano,ieri come oggi.
Le pandemie e le epidemie hanno segnato la storia di diversi popoli. Si
cerca di offrire un quadro storico rivolto principalmente al passato, ma
che da una veduta anche sul presente soprattutto inerente ad una
continuità che si può vedere con il periodo storico pandemico che stiamo
attualmente vivendo.
La conquista associata al termine di potere ci mostra quanto ci sia una
continuità tra il passato ed il presente, sebbene oggi rispetto al passato
abbiamo una quantità di informazioni altamente maggiore ma la gestione
di una pandemia, similare a quelle che si sono avute nel passato, risulta
essere similare relativamente alla gestione da parte del governo.
In base ad alcune fonti, che siano o meno veritiere, è emerso che in
Amazzonia gruppi di missionari, abbiano raggiunto zone abbastanza
lontane ed interne con il dubbio di aver portato con se,come sorta di
bagaglio, l’ infezione del Covid 19, è anche emersa la notizia di alcuni
indumenti inviati sempre all’ interno dell’Amazzonia , per di più inutili,
sempre con il rischio di poter portare il contagio nello stesso spazio
geografici.
Questi elementi, qualora fossero veritieri, prendono spunto da uno dei
tanti fatti della stria che ha contraddistinto il drammatico incontro tra gli
europei e il continente americano dove si è data la condizione per cui è
stato favorito il contagio a scopi di sterminio. Questo non e avvenuto solo
in occasione della conquista dell’America, ma nella storia travagliata della
diffusione delle pandemie in Europa all’epoca delle varie pesti che hanno
martoriato lo stesso continente, i cadaveri degli infetti venivano proprio
usati come armi di distruzione di massa verso i soldati nemici.
Quella che viene definita la legenda nera della colonizzazione spagnola in
america è segnata dal fatto che il contatto tra mondi rimasti fino a quel
tempo separati, ha causato che,malattie di cui gli europei fossero
portatori, ha fatto si che gli amerindiani, che non avevano sufficienti
difese immunitarie per quelle malattie, si ammalassero e ne fossero
decimati. Questo ci ricorda, cmq , la situazione nella quale ci troviamo
adesso, ovvero essere sprovvisti di sufficienti difese immunitarie per
contrastare il covid 19 di cui ancora oggi non si è mostrata la chiara
origine.
-provocata dall’incuria umana? (fuga del batterio dal laboratorio)
-guerra batteriologica?
Tra passato e presente c’è una contiguità piuttosto netta che pone gli
stessi interrogativi, tra cui quella inerente alla strumentalizzazione delle
pandemie a fini di conquista, di controllo dei territori.
Da un punto di vista storico, l’ Europa, forte del suo bagaglio ideologico,
sbarcando nelle Americhe , ha utilizzato e tenuto vivo questo
armamentario ideologico in una sorta di programma tanto di sterminio
tanto di conoscenze che potessero tornare utili sia per la politica locale
sia per la politica della salute nella stessa europa. Nel contesto delle
americhe bisogna tenere in considerazione Filippo 2(colonizzazione
spagnola), nel suo programma di sistematica operazione di conoscenza
del continente Americano .
L’antropologia medica studia la storia della salute e la storia dell’idea di
malattia in relazione alle diverse concezioni di salute e malattia dei diversi
corpi che delinea la grande differenza tra le diverse popolazioni. C è un
elemento che lega e delinea ciò che significa malattia, che va aldilà del
contesto biomedico, ma che indaga due questioni:
-Perché ci si ammala?
-Quali sono le cause della malattia?
Questi sono gli aspetti salienti quando uno stato di malessere diventa uno
stato di infermità collettiva.
Piaghe bibliche: nell’immaginario vedevano la malattia,soprattutto nel
caso delle grandi pandemie,come il risultato della collera di Dio con il suo
popolo, non in riferimento ai singoli individui, ma in riferimento ad un
intero popolo che veniva decimato. La collera di Dio era provocata da un
comportamento scorretto, da una mancanza di fede,dai falsi culti,
dall’idolatria, peccaminosità. Questi elementi e la paura della collera di
dio hanno regnato sulla mente degli individui. La paura di andare contro
le norme, unite ad una collettività deviata, poteva essere schiacciata dalla
responsabilità di poter essere la causa che scatena l’ira di dio e quindi di
dover pagare con la vita,dolore e stenti, il peccato.

Elemento storico. La gestione delle pandemie, sopratutto quelle


causate da contatto storico tra europei ed amerindi è motivo del
depauperamento del popolo amerindiano all’interno del continente
amerindiano. I colonizzatori, in chiave religiosa, trovano in dio un
elemento giustificatorio dell’azione di decimazione di interi popoli
indigeni,la quale era vista come una comunicazione diretta di dio con
l’umanità che, colpendo gli amerindi e facendoli soccombere con la
malattia portata dagli europei, contro la quale non avevano difese
immunitarie, era la dimostrazione che la conquista era giusta e che dio
era dalla parte dei colonizzatori. Quindi la loro decimazione era letta
come una punizione divina nei confronti di popoli indigeni dal momento
che erano popoli pagani, idolatri,peccaminosi e quindi non cristiani.
L’unica via di salvezza divina era il pentirsi e ovviamente la conversione al
cristianesimo. Lo stato di malattia di una persona è indice di uno stato di
non essere all’altezza di una cittadinanza conclamata, colpisce fasce della
popolazione nella pandemie europee del passato, viste come un
elemento che può mettere a rischio l’equilibrio sociale di uno stato.
Persone che vivono ai margini della società o la povertà di certe fasce
sociali, erano viste come coloro che rendevano vulnerabile la comunità e
in caso di pandemia erano in un certo senso non tutelate, quindi le prime
ad essere messe sotto accusa, a subire la condanna della società e a
sopperire . Questo avveniva anche nei territori americani e coloro che si
trovavano ai margini della società venivano emarginati e tenuti sotto
controllo. Di fatto nel quadro di una società che deve crescere ed imporsi
in maniera sana in uno scenario che amministra territori nella rettitudine
morale, chi si trovava ai margini della società ed era l’esemplificazione di
una vita indegna e non conforme alle regole, rendeva vulnerabile la
società stessa. Queste persone non solo potevano essere possibili
portatori di malattie ma erano anche l’esempio di stili di vita sterili, che
non potevano essere considerati degni del possesso umano.

Nel quadro della legenda nera della colonizzazione spagnola possiamo


analizzare le malattie che maggiormente hanno portato alla decimazione
dei popoli indigeni,si stima una diminuzione dell’80,90%. Bisogna
considerare il territorio degli indigeni come un territorio da sfruttare nelle
sue risorse ,avere a che fare con una popolazione ce veniva considerata
svogliata,pigra, indolente, debole , la loro scomparsa progressiva doveva
essere giustificata a livello ideologico e allo stesso tempo rimpiazzata.
Come conseguenza di questo forte decimazione ,la forza lavoro viene
rimpiazzata con la tratta degli schiavi, parte integrante di misfatti storici e
non che essi stessi possibili portatori di malattie. Le malattie che
arrivavano nelle Americhe provocarono una decimazione molto rapida
delle popolazioni indigene , tra queste malattie troviamo vaiolo, varicella,
morbillo, influenza, malaria, epatite, difterite, scarlattina, tifo. Quelle che
invece erano presente nelle Americhe e sono arrivate in europa troviamo
l’Erpes, mononucleosi, epatite. Il Vaiolo è stato indubbiamente tra le
malattie portate in America tra le più devastanti, infatti la morte che
provocava lasciava sbigottiti i conquistatori e dall’ altro lato poteva
essere usato come materia per richiamare l attenzione della
peccaminosità degli amerindi e sottolineava quanto questa fosse una
punizione divina . L’impatto del vaiolo come malattia dal carattere
epidemico e l’immunità europea erano due fattori completamente
compresi dagli osservatori dell’epoca , che la consideravano come segno
del favoreggiamento divino verso l’espansione territoriale e come
punizione nei confronti dei popoli indigeni barbari e pagani del nuovo
mondo.

Nel 1588 un padre pellegrino protestante scriveva “una mano benevola di


dio ha favorita la nostra impresa spazzando via con in vaiolo la
maggioranza dei popoli indigeni”
Il governatore della colonia del Massachusetts diceva “in quanto ai nativi
sono quasi tutti morti di vaiolo, e il signore ha così chiarito il nostro titolo
su quello che possediamo”.

A sua volta un frate della nuova spagna scrisse a proposito della


decimazione degli indigeni a causa del vaiolo, “riguardo alle epidemie che
vediamo tra gli indiani non posso fare a meno di pensare che dio ci dica:
vi state affrettando a sterminare questa razza e io vi aiuterò a distruggerla
più velocemente.

In ultima istanza abbiamo un soldato del Konnettica contro i Pequots che


a proposito dell’epidemia da vaiolo diceva “era terribile vederli
contorcere tra le fiamme e ricoprirsi di sangue e orribile era il puzzo, ma
la vittoria sembra un dolce sacrificio a Dio”

Sir Jeffrey Kerst che portò coperte infetti agli indiani ribelli a Ottawa
(Canada) per vedere di sterminarli.

Se le frasi riguardo la situazione odierna del Covid (riguardo gli abiti


infetti) fossero vere sarebbe una condizione implicita di sterminio pensata
e voluta e sarebbe uni scempio.

Queste frasi sono l’esemplificazione del pensiero europeo coloniale .


Dopo il 1492 gli europei demograficamente rappresentano la densità di
popolazione maggiormente presente in america ( indigeni sterminati). Le
coste sia occidentali che orientali sono quelle che hanno subito di più
l’impatto dei colonizzatori e con le malattie da essi portate ( quasi
un’estinzione completa). I Kotz presenti lungo la costa, hanno perduto
tutta una serie di insiemi mitologici e tradizioni letterarie che sono di
origine precolombiana e che delineano il loro essere un popolo forte e
imbattibile, questa tradizione è presente in una popolazione a loro vicina,
che è sita in una zona molto più riparata ed è rimasta appunto più
riparata dal contatto con gli europei, con la quale avevano fitti scambi
cerimoniali, di merci che però conserva la memoria di queste relazioni.
Questa popolazione per tanto è stata una delle ultime ad essere stata
evangelizzata (Jordal della Sierra) .

L’effetto pandemico è da leggere su molti piani quindi.

“Ogni persona che muore è un universo che scompare”

Nella dimensione della conquista, se le popolazione non riuscivano ad


essere evangelizzate in maniera pacifica, erano costretti ad abbandonare i
proprio costumi e tradizioni anche attraverso a minaccia, che
sottolineava che ,il costume stesso, diverso da quello cristiano, era
proprio la causa della sofferenza fisica, psicologica, e della morte degli
indigeni. Quest’aspetto fu cmq di grande rilevanza e di grande
preoccupazione per l’ impresa coloniale.

Diversi cronisti dell’ epoca tentarono di descrivere il depauperamento che


molto velocemente si stava realizzando sotto i loro occhi, tra questi Las
Kansas (molto conosciuto)

1524 un altro testimone tra i primi missionari che giunsero nel Messico
( Motolinia) che lesse gli avvenimenti non con quell’enfasi critica che si
riconosce a Las Kansans. Nel suo scritto ( Historias della Indias) fu più
dettagliato e tra le varie forme di malattia imposte dai colonizzatori alle
popolazioni amerindie non c’erano solo quelle fisiche che minano alla
salute del corpo ma identifica 10 piaghe ( correlazione alle 10 piaghe
bibliche)

1.Vaiolo

2.Guerra, lo scontro fisico che porta alla morte di molte persone

3.Fame. Conseguenza connessa con le varie pandemie ( elemento emerso


Anche nella nostra attualità che si è riversato su piccola e grande
Scala ( fame relativa, fame assoluta) . La fame è connessa all’abbandono
delle attività agricole (conseguenza del depauperamento), questo è stato
una delle catastrofi che si sommarono al tentativo da parte degli spagnoli
di imporre le loro coltivazioni che ovviamente non trovavano l’ambiente
giusto (grano, orzo). La fame,connessa anche alla difficoltà di trovare il
cibo è stata una costante anche della nostra pandemia. L’immobilità,
l’impossibilità di svolgere le proprie attività lavorative, su scale diverse, è
stato uno degli elementi cardini dell’attuale pandemia .Tante professioni
non sono state realizzate e praticate come si fa in temi normali. Se ciò è
successo nelle nostre società che sono cmq molto strutturate ed
organizzate, ciò è avvenuto in scale decisamente più drammatiche, ad
esempio, nelle periferie delle tante città nel quale la vendita per le strade
dei cibi è stata impedita. Chi vive in un ambiente di sé autonomo, lontano
da contesti urbani, e che vive ancora della propria produzione alimentare
ha avuto una possibilità di difesa maggiore rispetto alla popolazione
urbana. Le popolazioni rimaste più lontane e separate dai centri urbani e
dai grandi flussi e contatti, pur lamentando il totale abbandono da parte
dello stato e dall’ amministrazione,molti son andati a rispolverare le
conoscenze degli anziani e hanno fatto fronte alla possibilità di poter
costituire una barriera naturale con le conoscenze delle erbe mediche del
proprio ambiente di vita .In qualche modo questo ci da un messaggio
importante.

4.Oppressione di lavoro, imposta dal coloni che opprime fisicamente gli


indigeni, che li ponevano in uno stato di stress fisico che lasciava gli
indigeni in maniera ancora di più indifesa.

5.Tributi che gli Amerindi dovevano pagare ai coloni, non potendo


produrre a sufficienza spesso si era costretti a vender ei proprio figli che
morivano per la fame o per la violenza

6.Fame dell’oro. Nelle miniere di moriva altrettanto per gli stenti.

7.Morte per la riedificazione di  Tenochtitlá n (capitale dell’impero Azteco,


attuale città del messico)per la cui edificazione morirono molti indigeni.
8.Riduzione in schiavitù che colpiva sia amerindiani che schiavi africani,
che però erano attrezzati in termini immunologici rispetto alle malattie
degli europei.

9.Correlata ai portatori di vivande, di viveri. Quelli che per raggiungere le


Haziendas dovevano attraversare lunghi percorsi a piedi portando carichi
di pesi immensi e portava ovviamente anch’ esso alla distruzione fisica

10.Gli spagnoli. Parla dei conflitti che devastavano la società dei coloni
per l ’eccesso di cupidigia, di violenza che la cupidigia porta con sé.

11. In ultima il fenomeno della distruzione che faceva parte delle


consapevolezze degli osservatori dell’epoca .

La paura in un certo senso può essere considerata come un'altra piaga,


inerente all’utilizzo della pandemia come strumento che trascende il
nostro comportamento. La paura delle pandemia (inerente al passato)
come punizione divina ) è un ulteriore piaga. Si è meno favorevoli al
pensiero che l’odierna paura possa essere una strumentalizzazione.

Un altro tipo di malattia che oggi chiameremo con un’etichetta che


all’epoca non era immaginabile “Malattia per depressione”: sappiamo di
popolazione che hanno ricorso al suicidio, anche a quello di massa anche
a lasciarsi andare prima di essere colpiti da una di queste piaghe di cui
Motolinia parla.

Tra le tante voci che ha fatto parte dell’azione di conquista abbiamo la


distruzione di documenti,anche distruzione delle testimonianze a cui non
si dava neanche la voce.

Testo “ Chilam Balam” di Chumayel “Non c’era allora il peccato prima


della conquista, non c’era allora la malattia, non c era allora il dolore
d’ossa, non c era allora la febbre dell’oro” La voce amerindia era
costernata di fronte all’assurdo comportamento degli europei
colonizzatori che avevano segnato in maniera definitiva il destino di
milioni di indigeni.

Ultimo aspetto: in continuità con l’ attualità del Covid, la colonizzazione


dei territori ha portato anche la colonizzazione dei saperi, la corsa
all’accaparramento delle ricchezze e risorse che non riguarda solo l
appropriazione fisica (territori ricchezze del sottosuolo, ricchezze nella
forza lavoro degli amerindi) ma ha riguardato anche la ricchezza in
termini biologici,medici e vegetali di cui l’America precolombiana era
piena. La continuità tra i due mondi era data dal dover combattere
pandemie in europa per poi capire le pandemie delle americhe, per tanto
la ricchezza, la vastità e la biodiversità delle piante delle americhe
potevano essere utili anche al superamento delle pandemie europee e
quindi, come dice Comedièn, le piante permettono di fatto di conquistare
il mondo e diventano oggetto di conquista. Quindi anche qui l’occasione
delle malattie diventa uno strumento politico ed è indagabile non solo in
una chiave totalmente scientifica, ma emerge anche il suo aspetto
pratico, farsi protagonisti della diffusione di una pratica conoscitiva su
base empirica di osservazione che aveva però anche qui come scopo
portare a casa un bottino (piante curative).

Filippo II promuoveva,quindi, lo studio dell’ambiente delle Americhe sotto


il controllo della Spagna con lo scopo di usufruire di ciò che l’ambiente
poteva offrire anche in termini di piante curative. Per governare bisogna
anche osservare, misurare,mappare, catalogare; ricordiamo una
spedizione del 1569 che vide Francisco Hernandez inventariare il numero
più alto possibile di piante che venivano riconosciute dagli amerindiani
stessi come piante curative utilizzate dagli stessi per la cura delle malattie,
l’idea era quindi quella di capire i segreti degli amerindiani nella cura della
salute tramite le piante. FH doveva restare in queste zone 5 anni ma
rimase molto più tempo, doveva controllare i territori sotto la corona di
Spagna ma rimase solo in Messico che già di per sé appariva un’impresa
enorme, nell’ottica della comprensione e catalogazione dell’immenso
mondo botanico che si sviluppava nel Messico. FH fu inviato in quelle
zone con lo scopo di studiare l’ambiente medico-botanico e capirne gli
aspetti che potevano essere fruttiferi per la cura dei problemi di salute
degli Europei. Per tanto egli documentò, scrisse relazioni, lettere,
testi(Prelevare i saperi). Hernandez tornò con una quantità di dati e
notizie enorme e la questione che a Filippo II non interessava la ricchezza
in quanto tale, lui voleva risultati, motivo per cui nella sua grande opera
( Historia Natural del Nuevo Mundo) affidò ad un napoletano l’incarico di
trarre il succo di tutta questa sterminata opera di raccolta di dati che
aveva fatto H e di fare esperimenti in concreto per vedere i risultati
medici di quelle piante e di quei semi. Di fatto H venne esautorato più
volte del proprio lavoro, della sua idea che delineava che catturare un
nuovo mondo significasse anche fare propri i saperi altri, di fare proprie le
ricchezze(non solo in termini di oro, ma in termini si sapere, conoscenza).
Da tempo, ad esempio, il Messico sta reclamando i diritti e il debito che
L’europa che nei confronti di ciò che viene definito il tesoro vegetale
autoctono del Messico e di tutto il territorio, in merito agli elementi utili
che ha fornito alla medicina locale.

La comprensione e lo studio dell’immensa ricchezza biologica del


continente Amerindiano è un’attività ancora attiva, anche medicinali ad
oggi di uso comune sono medicinali che sono stati presi dall’esperienza
americana colombiana. Il dibattito circa la difesa e i diritti delle
conoscenze native amerindiane è ancora attivo. Si suppone che uno dei
componenti nel primo vaccino Pfizer uscito per la cura del Covid, sia di
una corteccia di un albero importante per i Mapuche . Qui si ripropone
appunto il problema della difesa delle conoscenze autoctone da un lato, e
la difesa della base vegetale che se non viene rinnovata in maniera
consona arriverà a finire. Di fatto oggi ancora si guarda con grandissimo
interesse alle conoscenze sulle basi naturali sempre più ricercate dei
nativi amerindi, perché loro possono insegnarci parecchio aldilà di ciò che
posso produrre i nostri laboratori. C’è stato durante questo periodo
pandemico un grande ritorno alla medicina propria, una riscoperta dei
saperi nativi che hanno lasciato un messaggio toccante e positivo ( da un
lato l’abbandono da parte dello stato (soprattutto in determinati paesi, ad
esempio nei confronti delle popolazioni native che vivono nelle periferie
delle grandi città ) che sembrava dire, ce ne laviamo le mani del destino di
queste popolazioni, e dall’altro lato queste popolazioni hanno lanciato il
messaggio che fosse meglio che lo stato non si curava di loro e che non
andava in loro soccorso con il rischio di riproporre una storia di
distruzione che durante i secoli si è già presentata, in quanto
positivamente queste popolazioni sono state in grado di far fronte ai
problemi contando sui loro saperi e conoscenze, che dal momento in cui
servissero nel continente europeo dobbiamo pagare in termini di
restituzione dei diritti e di riconoscimento e di equità,giustizia e rispetto.

Nella vulgata si dimentica che la biodiversità più importante, oltre a


quella vegetale, animale, è quella culturale. La difesa degli indigeni è un
imperativo etico, politico,sociale,umano, proprio perché questa
biodiversità culturale va mantenuta.

L’imposizione delle colture da parte dei colonizzatori era un


esemplificazione di un processo di normalizzazione attuato da parte degli
europei e se la terra risulta essere non adatta a quelle colture, non è un
problema dei semi ma della terra. C’è un atteggiamento molto simile a
questo negli ultimi decenni. Si può dire che sono cambiati i semi perversi
dell’imposizione ma il meccanismo è esattamente lo stesso che si può
riscontrare sia tra i conquistatori europei del XVI secolo e i normalizzatori
del XX/ XXI secolo. In un analisi più approfondita l’atteggiamento odierno
può essere definito anche più perverso perché c ‘è una complicità
silenziosa tra stati, ad es, per quanto riguarda il debito pubblico da pagare
da parte di molti stati straneri che marca la debolezza intrinseca dei
popoli indigeni.
(es racconto del ‘94/95 lei era tra i popoli dell’oriente boliviano a contato
con un popolo KAMICIANA che viveva di un’autonomia riconosciuta, ma
all’interno di una riserva,visto che un immenso territorio era stato dato in
concessione alle industrie farmaceutiche /cosmetiche svizzere e svedesi
che facevano ricerca e catturavano i saperi botanici del suddetto popolo e
come restituzione li sovvenzionavano e gli davano tutto ciò che veniva
chiesto ma non era a loro permesso di svolgere le attività che sapevano
,fare ad es cacciare, portare al pascolo le capre, fare una piccola
orticoltura , per cui venivano privati di ciò che era il loro patrimonio
culturale)

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