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Prospettiva
-Prima del 1400 era una prospettiva più intuitiva che scientifico-matematica
-Deriva dal latino perspicere, vedere distintamente
-Indica un insieme di proiezioni dello spazio su un piano che tramite procedimenti grafici,
rende la visione tridimensionale visibile sul piano affinché vi sia:
-qualcosa da disegnare
-un osservatore
-si conosca la distanza tra osservatore e oggetto osservato
-un supporto su cui disegnare immaginato come una pellicola trasparente interposta
tra osservatore e oggetto disegnato. Dall’occhio dell’osservatore è come se partissero
dei raggi che vanno poi a circondare l’oggetto e formare la piramide ottica o cono
ottico che interseca la pellicola creando, così, un modello ridotto dell’oggetto,
rappresentato in prospettiva
-La prospettiva non è precisissima in quanto
-si disegna tenendo presente un solo occhio e non due
-l’occhio non è costantemente fermo
-In una prospettiva:
-l’occhio dell’osservatore si chiama punto di vista
-la posizione dell’osservatore rispetto all’oggetto si chiama punto di stazione
-le linee perpendicolari al quadro prospettico convergono in un punto chiamato
punto di fuga
-per il punto di fuga passa la linea dell’orizzonte parallela alla linea di terra
-le linee orizzontali parallele al quadro prospettico rimangono parallele ma
diminuisce costantemente la distanza tra di esse
-le linee verticali parallele al quadro prospettico
-mantengono le distanze reciproche se giacciono su un piano parallelo al
quadro prospettico
-diminuiscono le distanze tra di loro se giacciono su piani perpendicolari o
obliqui al quadro prospettico
-Filippo Brunelleschi nel secondo decennio del 1400 scoprì le regole geometriche della
rappresentazione prospettica (prospettiva lineare)
-Tavolette prospettiche in coppia – su una vi era un foro in cui l’osservatore vedeva e
dalla parte opposta all’osservatore era disegnato il Battistero di Firenze. L’altra tavoletta
presentava uno specchio che rifletteva il disegno. L’osservatore doveva sistemare le due
tavolette in modo che vedendo dal foro l’immagine specchiata e la vera costruzione del
battistero coincidessero
-Rimane senza certezze come Brunelleschi abbia ricavato le regole dei suoi disegni
1475 – De Prospectiva pingendi – trattato illustrato di Piero della Francesca sulla
prospettiva
Leonardo da Vinci – prospettiva aerea (dimensioni e colori)
Proporzioni
-Studiate accuratamente da Vitruvio
-Proporzione deriva dal latino pro portione, secondo la porzione
-Indicano la corrispondenza tra due o più parti in relazione stretta attraverso rapporti
matematici
-Prima del Rinascimento le proporzioni erano prevalentemente geometriche, dopo
soprattutto numeriche
-I rapporti esistono anche in musica come scoperto dai Greci
-L’architettettura necessita maggiormente di proporzioni
-Vitruvio propone il corpo umano come centro di proporzione dell’architettura e lo analizza
nel
De Architectura
-Ombelico centro dell’uomo (equidistante dalle punta dei piedi e delle mani)
-Ampiezza delle braccia equivalente all’altezza
Il De Architectura viene apprezzato dagli artisti rinascimentali e lo viene pubblicato
Antico
-La curiosità e la passione per l’Antico caratterizzarono tutto il Rinascimento
-Ogni artista percorreva il proprio pellegrinaggio a Roma per studi
-Vennero inoltre avviati lavori di ricerca di rovine che venivano disegnate, studiate e anche
rappresentate
-Si studia maggiormente il corpo umano, ne sono un esempio i disegni di Benozzo
Gozzoli
Architettura
-Elementi disposti in modo tale di sembrare far parte di un unico sistema
-Applicazione di leggi matematiche a leggi della visione prospettica
Filippo Brunelleschi
-Nasce a Firenze
-Studia a Roma con Donatello e inizia a lavorare come orafo
-1408 – vinse un concorso della costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore per cui
dedica tutta la
vita, pensa infatti che il progettista non debba solo creare il disegno iniziale della
costruzione, ma anche affrontare i problemi durante la costruzione
-Pareggiò con Ghiberti un concorso per allestire la Porta Nord del Battistero di San
Giovanni
Lorenzo Ghiberti
-Nasce a Firenze
-La sua formazione è di base gotica, imparata dal padre orafo
-Intraprende una carriera da orafo, scultore e anche architetto
-Non ha un buon rapporto con Brunelleschi nella costruzione della Cupola di Santa Maria
del Fiore
Il sacrificio di Isacco
La Formella del Ghiberti
-Composizione inscrivibile in un rettangolo
-Lato sinistro e destro ben eguagliati
-A sinistra sono presenti gli ignari servitori, a destra Abramo e Isacco
-Le figure, soprattutto quelle di destra, sono realizzate con grande raffinatezza e i
particolari sono ben curati
-La drammaticità del momento e il nudo di Isacco rimandano all’arte classica
-Tutti gli elementi sono come uniti l’uno all’altro, tranne che per il braccio di Abramo e il
corpo di Isacco, incavati sul retro e senza saldature successive, segno di una capacità
molto avanzata
-In alto a destra è presente un angelo dal movimento opposto al lobo della formella che
grazie ad una creazione dinamica, intende fermare Abramo, dalla parte opposta, in basso a
sinistra, i soggetti sono più terreni come un masso e un asino che bruca erba
-Segni del naturalismo sono presenti, come lucertola in basso a piedi di Abramo
La Formella del Brunelleschi
-Formata da 7 pezzi separati, poi saldati
-Scena incentrata in un triangolo isoscele orientato verso l’alto
-Al centro della scena vi è Isacco che si gira su sé stesso per sfuggire dal coltello del
padre fermato dall’angelo non simbolicamente come nella Formella del Ghiberti, ma
bloccando il braccio di Abramo
- Al di sotto della scena ci sono i servi e l’asino, disposti in modo quasi simmetrico, che
svolgono tranquillamente le loro azioni senza badare al resto, come rappresentato anche
dalla loro fuoriuscita dalla formella
La giuria preferisce la formella di Ghiberti per la migliore tecnica e anche per il fatto che
Ghiberti sia figlio di uno stimato orafo