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Ricerca: SFRUTTAMENTO MINORILE

…storia

Dato che la Gran Bretagna fu la prima nazione a sperimentare la rivoluzione industriale, essa fu anche la
prima a manifestare particolari problemi di lavoro minorile connessi alla produzione in fabbrica. Alla fine del
XVIII secolo, infatti, i possessori di cotonifici reclutavano gli orfani e i figli di famiglie povere in tutto il paese,
utilizzandoli come operai in cambio del semplice mantenimento; in alcuni casi, bambini di cinque o sei anni
erano costretti a lavorare dalle tredici alle sedici ore al giorno. All'inizio del XIX secolo i riformatori sociali
cercarono di ottenere restrizioni legislative per ovviare agli aspetti più negativi del lavoro minorile, ma con
risultati molto scarsi. Spesso con l'approvazione dei dirigenti politici, sociali e religiosi, si consentiva di
impiegare i ragazzi, anche davvero giovani in mansioni pericolose, come quelle tipiche delle miniere.

…oggi con la pandemia

Nel mondo ci sono ancora oggi 152 milioni i bambini vittime di lavoro minorile. Metà di essi, 73 milioni,
sono costretti in attività di lavoro pericolose che mettono a rischio la salute, la sicurezza e il loro sviluppo
morale. Sono vittime di sfruttamento lavorativo e anche sessuale.

Nel nostro Paese il lavoro minorile è vietato dal 1967, ma è un fenomeno che non solo non è mai
scomparso, ma che la pandemia, le scuole chiuse e l'allargamento delle aree di povertà ad essa dovute,
rischia di aggravare.
Gli ultimi dati di fonte attendibile risalgono al 2013 e sono quelli di una ricerca condotta dalla Fondazione Di
Vittorio e da Save the Children, in collaborazione con l'Istat, che ha mappato in Italia una stima di 340.000
minori al di sotto dei 16 anni occupati illegalmente, vale a dire il 7% della popolazione in età di lavoro. Sono
baby sitter, aiuto camerieri, baristi, giovani braccianti o manovali, dice l'indagine dopo la quale non è stato
fatto più niente.
L'emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulla gestione della filiera agricola e agroalimentare,
facendo emergere con più forza che in passato la condizione di sfruttamento lavorativo a cui sono sottoposti
i migranti nelle campagne italiane. Si tratta di persone giovani, che da anni versano in condizioni di
sfruttamento nel settore agricolo e sono esposti alle dinamiche di intermediazione illecita (cosiddetto
caporalato).

In tutto il mondo del resto la crisi innescata dal Covid ha peggiorato la situazione del lavoro minorile. Per
questo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, in collaborazione con il partenariato mondiale
dell'Alleanza 8.7, ha lanciato il 2021 Anno internazionale per l'eliminazione del lavoro minorile.
L'obiettivo di questa iniziativa è quello di incoraggiare azioni legislative e politiche finalizzate a prevenire e
contrastare il minorile nel mondo. La risoluzione che proclama il 2021 come Anno internazionale per
l'eliminazione del lavoro minorile è stata adottata all'unanimità dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
nel 2019 per sollecitare i governi ad adottare le misure necessarie per promuovere il lavoro dignitoso e
raggiungere l'Obiettivo 8.7 previsto dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Tale
obiettivo chiede agli Stati membri di adottare misure immediate ed efficaci per eliminare il lavoro forzato,
porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani, garantire la proibizione e l'eliminazione delle
forme peggiori di lavoro minorile (compreso il reclutamento e l'uso di bambini-soldato) e di porre fine al
lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.

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