- Autore che da vivo non aveva incontrato una particolare fama/popolarità (la prima edizione della
critica della ragion pura fu un fallimento editoriale all’epoca).
MA
Dopo la sua morte ha suscitato in importanti filosofi idee avverse o favorevoli. (Popolarità
postuma)
- La sua scrittura è particolare, utilizza molti termini tecnici, usa alcune parole (esempio: ragione, in
tre sensi diversi).
→ Con Kant è importante capire il significato preciso delle parole perché esse possono assumere
nei testi significati diversi.
*TRASCENDENTE :Dio è trascendente : è puro spirito, non si può identificare con la materia. è
esterno al mondo e separato dall’universo e dalla natura.
≠
immanente: Dio è interno e partecipe del mondo, coincide con l’universo.
La natura è attraversato dal divino
La ragione deve prendere gli oggetti dalla conoscenza sensibile → apprezza aspetto pratico
dell’empirismo inglese
=La ragione non ha altro modo di acquisire conoscenza se non con l’osservazione del mondo sensibile.
Allo stesso tempo, non pensa che la filosofia empirista sia soddisfacente
La filosofia empirista per lui non è interamente sufficiente, per kant non tutto è riducibile all'esperienza
concreta →pone un tema importante:
le nozioni di SPAZIO e TEMPO.
↓
Per kant noi non deriviamo le nozioni (le categorie di spazio e tempo) dalla nostra esperienza empirica.
L’idea del tempo e di spazio sono delle mie idee soggettive o idee oggettive della realtà?
Il tempo è la mia percezione oppure c’è qualcosa di più?
Cosa risponde?
➢ Lo spazio e il tempo sono le due categorie a priori (precede l’esperienza empirica, concreta) della nostra
ragione → per kant noi non le ricaviamo dal nostro rapporto con la realtà, secondo lui spazio tempo sono
due coordinate con cui ci nasciamo, quindi sono innate.
➢ Sono due categorie che ci servono per inquadrare qualsiasi esperienza sensibile che compiremo → la
conoscenza non può essere interamente riportata all’esperienza concreta.
➢ Sono concetti universali perché ogni uomo è dotato di queste categorie a priori che servono come le assi
delle x e delle y per inserire qualsiasi esperienza empirica.
➢ Possiamo dire che il tentativo di kant è quello di mescolare l’empirismo di locke e il razionalismo di
cartesio, cerca una sintesi nel campo della gnoseologia tra i due.
Questo si può vedere nella domanda che si pone della critica della ragion pura:
La metafisica può essere costruita come una scienza oppure no?
Per kant la risposta è positiva solo in un caso,solo se si dovesse constatare che è possibile per l’uomo, per
la conoscenza umana produrre dei GIUDIZI SINTETICI A PRIORI .
*GIUDIZIO: una proposizione, una frase in cui io dichiaro un qualcosa di oggettivo sulla realtà.
La metafisica (=oltre il mondo fisico)deve potersi basare su informazioni in cui il predicato aggiunge
qualcosa non contenuto nel soggetto ma contemporaneamente devono essere a priori, non devono
nascere dall’esperienza.
es:
5+7=12 è un esempio di giudizio sintetico a priori perché considera 5+7 come soggetto, 12 come
predicato e dice: il concetto di 12 è compreso nei concetti di 5 e di 7? No, devo addizionarli ;
Nelle operazioni matematiche io trovo un modello di giudizio sintetico a priori perché il risultato è qualcosa
di più del soggetto. Il 12 è una proposizione a priori, perché è dotata di universalità (5+7 fa sempre 12) e
necessarietà.
↓
QUINDI
Per Kant la metafisica può essere una scienza se essa riesce a costituirsi attraverso dei giudizi
sintetici a priori che sono modellati su giudizi matematici.
→La metafisica è una branca della filosofia che prova a verificare se ci sono delle caratteristiche
proprie di tutto l’essere, se c’è un modo per conoscere la verità più profonda, se c’è qualcosa che va
al di là del mondo fisico, comune a tutto l’essere.
Secondo kant la matematica ci da l’esempio su cosa sia una scienza.
Kant cerca di sintetizzare empirismo e razionalismo, vuole creare una filosofia unendone due, creandone
una piú completa (Kant vuole arrivare a una verità universale senza passare dall’esperienza)
➔ I giudizi propri dell’empirismo: giudizio sintetico a posteriori
➔ I giudizi sintetici a priori devono essere. logicamente universali, necessari e devono possedere una
conoscenza aggiuntiva
La conoscenza non può prescindere per i suoi contenuti dall’esperienza sensibile, = cioè io non posso
conoscere cose materiali, oggetti, se non sono prima passato dall'esperienza sensibile, però la conoscenza
dell’uomo si basa su una sorta di collaborazione tra esperienza empirica che mi da la materia grezza, gli
l’elemento concreti, ma il nostro cervello opera sull sperimenta attraverso categorie possedute a priori da
ogni ente razionale finito, ovvero ogni uomo.
Lo spazio e il tempo (=soggettivi universali) non sono delle categorie oggettive, sono dei modi/delle
proiezioni innati trascendentali che ha l’uomo per inquadrare e strutturare le proprie conoscenze.
Sono al tempo stesso → universali perché ogni ente razionale finito ha questi concetti e
→ soggettivi perché non sono una proprietà del mondo ma del nostro cervello.
↡
La conseguenza è che lo spazio e tempo non sono proprietà del mondo ma sono strumenti soggettivi,
propri del nostro mondo mentale, sono trascendentali (categorie che non derivano dalla realtà ma le
applico alla realtà)
Kant dice che quello che noi conosciamo del mondo, ogni conoscenza empirica è un fenomeno
(=apparenza, ciò che appare) quindi per kant conosciamo ciò che ci appare ossia i fenomeni delle cose,
però non sono sempre coincidenti con l’essenza delle cose (noumeno) che è “preclusa” perché io conosco
il mondo esterno a me ma non come è realmente, io lo conosco attraverso categorie che sono proprie
della mia soggettività.
C’è una “muraglia” tra quello che conosciamo noi e ciò che è realmente.
RIASSUMENDO:
→ Per Kant c’è una divisione tra contenuti e conoscenze :
● I CONTENUTI della conoscenza sono le sensazioni
● La CONOSCENZA umana si avvale di forme della conoscenza, queste forme sono trascendentali
(perché sono concetti che non derivano dall’esperienza ma che applichiamo all’esperienza):
Le intuizioni pure immediate che sono spazio e tempo, non sono proprietà della materia perchè sono
delle forme soggettive anche se universali
Alle intuizioni pure si aggiungono i concetti puri o categorie, sono delle forme non immediate del mio
intelletto (concetti di quantità, qualità, relazione) riordino..
→ L'esperienza empirica mi fornisce dati disordinati mentre l’intelletto attraverso le categorie a priori
riordina i dati e crea dei collegamenti
→ Secondo Kant il razionalismo è unilaterale perché 1. non tiene conto dell’esperienza, l’empirismo
anche, 2. perchè tiene conto solo dell’esperienza ma secondo Kant bisogna tener conto di entrambe, in
modo che si riescano a riordinare le idee che arrivano dall’esperienza concreta
*critica ai razionalisti :
→ Per Kant ci sono delle branchie del sapere non fondabili / che non si possono considerare scienza e
sono:
3 Oggetti che noi tendiamo a crearci
1. Dio (e tutto ciò che lo riguarda) → TEOLOGIA
2. l’anima → PSICOLOGIA
3. l’universo → COSMOLOGIA
L’uomo vuole conoscere queste tre cose però non può basarsi su alcuna sensazione empirica dunque la
teologia, la psicologia e la cosmologia, sono tre discipline le quali si basano su un intelletto che va oltre le
sue prerogative/ non sono discipline che non possono essere fondate scientificamente
*INTELLETTO: facoltà che utilizziamo nei limiti giusti MA quando pretendiamo di usare l’intelletto senza
usare la pratica , degenera e diventa ragione(negativo) quindi va oltre a quello che dovremmo fare
(l’intelletto pretende di creare gli oggetti di studio ma NON può → può solo analizzare ciò che deriva
dall'esperienza)
Le sensazioni: il mondo esterno si imprime nella nostra mente / ci comunica delle informazioni → siamo
PASSIVI
≠
Categorie : Quando noi utilizziamo intuizioni e concetti puri per inquadrare i dati della coscienza pura noi
compiamo azioni in cui siamo ATTIVI
↓
(p.487)
Secondo Kant le categorie sono 12 e sono operazioni attive del nostro intelletto (categorie= concetti puri):
supreme funzioni unificatrici dell’intelletto
*UNIFICATRICE=inquadra la natura e unifica le esperienze*
Ogni categoria è una funzione a priori dell'intelletto, che io ho come soggetto che mi serve per inquadrare
le intuizioni. Le categorie sono definite “Leges mentis”= leggi della mente, che non sono proprietà delle
cose, ma sono funzioni del soggetto che nella realtà non le trovo perché non esistono e sono le funzione
che appartengono a ogni essere umano. Sono il risultato di come opera la mia mente e di come ha
adoperato per ragionare sul mondo esterno.
Le 12 categorie sono verità empiriche
(p.487)
RIASSUNTINO:
Critica della ragion pura → titolo dell’opera
- Nella prima sezione Kant ci ha parlato della conoscenza e dei suoi limiti il ruolo (prodotto della conoscenza di
spazio e tempo =l’esperienza empirica è il punto di partenza di ogni ..) → e l’ha chiamata “estetica
trascendentale”
→ La conoscenza non è solo riflesso dell’esperienza,i dati che riceviamo dall’esperienza dobbiamo “incasellarli”:
la prima forma è dello spazio e del tempo → non si da nulla a nessuno di noi al di fuori dello spazio e di
tempo(non li ricaviamo dall’esperienza ma sono forme a priori, trascendentali dell’esperienza: che applico
all’esperienza)
-Nell’analitica trascendentale il punto centrale è vedere come la mia mente opera sui dati della realtà al di là o
dopo aver inquadrato le informazione del reale nello spazio e nel tempo → per esprimere un giudizio non
bastano le coordinate di spazio e tempo (es. su questo tavolo c'è un computer → non uso solo spazio e tempo
ma anche delle CATEGORIE a partire dalla categoria di quantità /sottocategoria di quantità)
-Le 12 categorie (quantità,qualità..) sono necessarie per formulare un giudizio e sono le funzioni supreme
unificatrici dell’intelletto(unificatrici delle informazioni caotiche che mi provengono dal mondo esterno→ provano
a classificare in insiemi più grandi/ordinare le informazioni )
↓
Queste categorie - sono a priori e concetti puri (diverso da intuizioni pure:spazio e tempo) poiché frutto di
ragionamento !
Le categorie -sono universali ma soggettive,proprie per ognuno di noi ma non per le cose in sé; noi
classifichiamo i fenomeni=la cosa per come essa mi appare → e le cose le conosco attraverso le categorie
Le categorie -non creano niente ma operano su fenomeni creati dalla natura per questo si pone delle domande
→ problema della deduzione
La conoscenza parte dalla sensazioni viene inquadrata in spazio e tempo, viene classificata e unificata dalle 12
categoria dotate da una funzione gnoseologica =funzione conoscitiva, funzioni che si usano come filtro per
conoscere la realtà /mia modalità a priori x conoscere la realtà
DEDUZIONE TRASCENDENTALE → parte dell’analitica
(paragrafo 7 capitolo 2 pag.487)
-Parte dell’analitica / proseguo dell’analitica
PROBLEMA DELLA DEDUZIONE TRASCENDENTALE :p.488
↓
Kant vuole fornire una giustificazione /dimostrare una legittimità dell’uso che lui fa delle categorie → trova
che sia difficile perché si pone questa domanda:”che cosa ci assicura che la natura/mondo obbedisca alle
categorie ? Perché qualcosa di puramente mentale può corrispondere a qualcosa che esiste in
natura/realtà?
-Non si può pensare ad un oggetto fuori da spazio e tempo (non c’è esperienza possibile al di fuori del
tempo/spazio → intuizioni a priori/trascendentali)
1. Tutti i pensieri presuppongono il CONCETTO DI “IO PENSO”: (differente da Cartesio) è una funzione
mentale innata,dell’intelletto che è propria ad ogni essere umano/essere razionale (identica) → è ciò
che unifica tutta la nostra conoscenza,una sorta di fondatore supremo della mia conoscenza ;funzione
che unifica la mia coscienza;è chiamato anche la “autocoscienza”=ognuno di noi deve poter
accompagnare ogni sua percezione .La conoscenza non è unificata dalle categorie ma è garantita da
“io penso” (concetto compreso in un’analisi finale ).
2. Se noi non avessimo una funzione unificatrice, niente sarebbe possibile, perché io penso connette
tutte le operazioni in campo conoscitivo.”io penso”opera attraverso una serie di GIUDIZI Attraverso le
categorie.
3. Necessariamente ogni oggetto pensato è pensato se non attraverso le CATEGORIE
DIMOSTRAZIONE CHE NON SI POSSONO DARE OGGETTI SE NON COME OGGETTI
PENSATI DALLE CATEGORIE
↓
Dimostrazione speculativa
(dimostrazione che si basa sulla logica e non sulla pratica )
RIASSUNTINO:
Per rispondere al problema posto da Kant entra in gioco il concetto di “io penso” (questo era utilizzato per
indicare che se io penso esisto “penso dunque sono”)
Essa è funzione dell’intelletto propria ad ogni essere umano dalla nascita.
a. Tutti i pensieri presuppongono l’io penso→ l’io penso è ciò che unifica tutta la nostra conoscenza,
fondatore supremo della conoscenza. Lo chiama anche autocoscienza trascendentale: ognuno di noi
deve accompagnare le proprie percezioni all’io penso (la conoscenza non è in ultima analisi unificata
dalle categorie, ma dall’io penso che da una continuità al mio processo conoscitivo) → unificatore
della mia conoscenza, quindi è superiore rispetto alle categorie. Se non avessimo una funzione
unificatrice di tutte le nostre facoltà mentali, niente sarebbe possibile. Autocoscienza trascendentale
“IO PENSO” = funzione (che possediamo tutti e che è identica in ogni essere umano) dell'intelletto che
unifica la molteplicità delle mie percezioni sensibili
-la funzione dell’intelletto è quella di unificare/semplificare il molteplice delle nostre sensazioni
conoscenza = passaggio dal molteplice all’unità→ legge
-funzione dell’ “io penso” = autocoscienza trascendentale che ci accompagna ad ogni esperienza/percezione e
che presiede l’unificatore/ funzione dell’intelletto
IO PENSO : procede attraverso dei giudizi (=proposizioni che si strutturano per mezzo di categorie=sono
dei modi del mio pensiero/ strumenti intellettuali con i quali inquadro il mio intelletto);appartiene a tutti noi; è
identica per tutti;conosce gli oggetti esterni ma filtrati dal nostro modo di conoscere e non nella loro
purezza originaria
↓
Se io penso funziona tramite categorie, il nostro rapporto col mondo esterno è un rapporto nel quale noi
possiamo conoscere NO gli oggetti in sé ma ”gli oggetti per noi”= noi conosciamo le cose come
fenomeni/ come esse ci si presentano.
29/09/2021
libro pag 497-498-499, schema delle 4 antinomie pag 500
Termini che nascono nel contesto filosofico ma possono essere usati anche in altri campi :
1.ANTINOMIA: (=leggi contrarie) è un insieme di due proposizioni, una accosta all’altra, che
affermano concetti opposti→ produrre una coppia di affermazioni che sullo stesso tema/questione
dicono cose/tesi opposte (Es:mi piace il giallo,ma odio il colore del sole)
2.APORIA: (=senza via d’uscita, cammino bloccato) quando sono bloccato, quando non riesco a
decidere o sono incapace di risolvere una questione ad esempio un’antinomia
1^ ANTINOMIA :
➢ 2 affermazioni che riguardano la Cosmologia;
➢ la questione che viene affrontata sono i limiti di spazio e tempo “il mondo è finito nel tempo o
infinito nel tempo?” “il mondo è finito nello spazio o illimitato nello spazio?” → l’aporia(=non
possiamo risolvere questo dilemma) consisterà nel fatto che noi per rispondere a questa domanda
avremmo bisogno dell’esperienza dell’eternità/superare la nostra natura di enti razionali finiti
(=essere umano) in quanto essere finiti non possiamo avere un'esperienza che definisca in modo
decisivo su questo tema quindi
➢ La prima antinomia ci trascina in una condizione di aporia perchè non possiamo procedere nè in un
senso né in un altro, non possiamo dire questa affermazione è vera e questa è falsa. Questa
antinomia è la prima caduta all’aporia
3^ ANTINOMIA:
➢ 2 categorie che riguardano la relazione tra libertà ≠ leggi necessarie di natura
➢ Si pone la domanda “in natura ogni cosa succede in base a leggi necessarie o per casualità?” il
conflitto è tra libertà e necessità nella natura, “tutto è predeterminato o c’è spazio per la libertà?”
per spinoza tutto accedeva per necessità
➢ Per Kant davanti a questa questione noi non riusciamo a decidere: non riusciamo ad avere
un’esperienza completa della natura, non possiamo dimostrare se la natura funzioni in maniera
meccanicistica o no (APORIA)
4^ ANTINOMIA:
➢ Allude alla disciplina della Teologia razionale (Dio ente necessario alla base di tutto)
➢ Si pone la domanda :“c’è un essere necessario (=Dio) alla base di tutte le cose o non esiste?” “C’è
un ente chiamato dio che è la causa prima della natura” (ha ragione Tommaso d'aquino che
parlava di dio come ente perfettissimo o no?)
➢ APORIA: ancora non siamo in grado di rispondere a questa domanda (nè affermazione né
negazione conclusione
↓
Kant si chiede: se io queste discipline non le posso spiegare in termini scientifici che cosa me ne
faccio?
Kant dice che bisogna saper prendere queste discipline→ distingue due vie:
1. La teologia/ la religione: la via di accesso alla religione deve essere di tipo morale, Io non
posso arrivare a di attrvaerso una dimostrazione del scientifica ossia alla ragion pura
2. Per quanto riguarda Cosmologia e Psicologia: l’uomo deve utilizzare questa sua spinta a
voler conoscere avere delle leggi sempre più ampie sul mondo e sull’anima,
In base a che cosa l’uomo fissa le regole/leggi che guidano il suo comportamento/agire ?
Che cos’è morale ?
Ex. io studio perchè sono obbligato, ma in base alle materie lo faccio anche per mio
interesse non c’è un criterio universale di comportamento
per Kant questo comportamento non sarebbe morale, perché si tratta di trovare una legge morale
dentro di noi, ma per lui è morale se ispira il mio comportamento in ogni situazione possibile (è
morale ciò che vale universalmente e non può essere modificata dalle circostanze)→ sarebbe morale
se io studiassi perchè penso che sia giusto farlo, e lo faccio sempre indipendentemente da se la
materia mi piaccia o no. Se non applico continuamente questo comportamento, vuol dire che lo
applico in base alle circostanze→ modifico in base alle circostanze = morale non universale
La critica di Kant invece è basata su una morale universale
Quando : io posso ispirare le massime del mio comportamento a delle motivazioni soggettive oppure a
delle massime oggettive(=imperativi) gli imperativi che io mi do sono delle leggi morali che valgono
sempre : possono essere di due tipi
- imperativi categorici: ha la forma del “tu devi” , fai una cosa per il senso del dovere;perché è giusta
per se stessa non perché comportandosi in un certo modo ottieni qualcos’altro.
1^ formula :
“Agisci in modo che la tua massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come
principio di una legislazione universale”
2^ formula :
“Agisci in modo da trattare l’umanità,sia nella tua persona sia in quella di ogni altro,sempre anche
come fine e mai semplicemente come un mezzo”
3^formula:
“Agire in modo tale che la volontà,in base alla massima,possa considerare contemporaneamente se
stessa come universalmente legislatrice”
≠
- imperativi ipotetici(=massime in cui IO concepisco un’azione strumentale “Se vuoi il motorino..tu
devi studiare”) → ipotetico perché istituisce un rapporto mezzi-fine
↡
La Morale è categorica perché segue imperativi categorici cioè cancella ogni forma di strumentalità
presente nel mio agire
○ 2° FORMALE
→ La morale di Kant è Formale: perché ritiene essenziale il procedimento attraverso cui noi arriviamo
ad agire(definire il nostro comportamento) e non i singoli precetti
(es : Io penso che sia giusto sempre rubare → è un comportamento morale se tutti rubano: il mio agire
deve essere ispirato ad una massima universale)
→non è decisivo fissarne i caratteri specifici ma piuttosto dobbiamo decidere come se fosse l’umanità
che decida al nostro posto
Dovrei ritenere che ogni essere razionale al mio posto potrebbe e dovrebbe comportarsi come me
CRITICA DELL’UTILE
○ Per Kant la forma più lontana dalla morale è l'UTILITARISMO :(es studio così i miei genitori mi
fanno un regalo) → non è morale perché la mia azione non è ispirata ad una massima universale
piuttosto ispirata ad un “dare e avere” (“se allora “)faccio qualcosa per averne altra ; invece la
morale è “tu devi “ = io faccio una cosa perchè devo ,in quanto tale.
○ Kant cita EPICURO perché per Epicuro il fine della vità è il raggiungimento del piacere → la morale
è di per se eteronoma questo perchè io faccio delle cose per raggiungere il piacere
Ognuno di noi deve scoprire la propria legge morale universale, che è in noi
Kant pensa che sia possibile basare la propria vita su massime universali perché pensa che queste
massime siano cose a priori che esistono già in noi, e la filosofia deve indicare all’uomo come trovare
queste massime. (ma lo considera uno sforzo titanico, sforzarsi per sottrarsi dalle tentazioni della
moralità che fa le cose per ottenerne altre)
Per farlo bisogna criticare le morali eteronome, infatti Kant per criticare prende come esempio epicuro
La differenza è che se io faccio una cosa solo perchè è giusta, mi trovo nel campo della sola
ragione e non mescolo la mia scelta col mondo concreto; se invece penso a qualcosa che abbia
una finalità concreta e si mescola alla realtà concreta allora diventa una massima eteronoma
Per kant il mondo è ragione e sensazioni (sensazioni empiriche e intelletto che opera sulle
sensazioni) La morale deve essere ispirata da concetti che si distaccano dal mondo sensibile
L’idea di giusto dunque per kant va bene in quanto non è mescolata al mondo delle
sensazioni (ogni essere razionale farebbe così, andando oltre il tempo e lo spazio)
Noi siamo ragione e sensazione ma Kant chiede che l’uomo per reagire moralmente sia solo
ragione→ sottrarsi alla sensazione questo perché è consapevole che se noi dessimo libero spazio
agli impulsi e sensazioni, arriveremo ad essere eteronomi
↓
○ Definisce una differenza tra ragione morale e santità: Dio è santo perchè non può che
comportarsi in modo morale , Kant scrive che non c’è uno sforzo per arrivare ad essere morale ma
che è automatico (dato che non è un impasto di sensazioni ) ≠ dall’uomo.
L’azione dell’uomo può essere buona, a differenza di quella di dio che è Santa
○ Kant critica chi pensa che l’uomo possa arrivare alla moralità di Dio
○ deve avere una volontà buono = agisce in un modo non per avere fini
○ ma perché vuole il bene
○ Morale non necessariamente ha un rapporto con la legalità (postulati)
DIFFERENZA TRA UN'AZIONE MORALE E LA SANTITÀ (azione di Dio): -
UOMO: noi siamo ragione e sensazione, ma kant dice che per agire in modo giusto serva solo la
ragione Quindi avviene uno sforzo da parte dell’uomo per sottrarsi dalla sensazione se noi dessimo
libertà ai nostri impulsi → daremmo origine a morali eteronome
quindi solo con lo sforzo noi arriviamo ad essere enti razionali morali
→ l’uomo è ragione e sensazione ma dovrebbe essere solo ragione
- DIO:Dio è santo perchè non può che comportarsi in modo morale. Per Dio non c’è uno sforzo da
compiere per agire in modo morale in quanto non è un miscuglio tra ragione e sensazione come
l’uomo. Ecco perché invece la nostra azione è morale solo se ci sforziamo, può essere buona a
differenza di quella di Dio, la cui natura lo porta a agire in modo buono→ critica il fanatismo
religioso di coloro che pensano che attraverso la religione possa arrivare alla santità.
…………………………………………………..↓
L’uomo non potrà mai arrivare alla perfezione di Dio perché non può agire moralmente in maniera
naturale e spontanea come Dio
RIASSUNTINO
Critica della ragion pratica→ testo che definisce la morale e cos’è un comportamento morale sono 3 le
caratteristiche della moralità (che deve avere un’azione per essere considerata morale): categorica, formale ed
autonoma
- Autonoma: la morale deve potersi svincolare dai condizionamenti del mondo sensibile, quindi autonoma dalle
influenze che esercita il mondo sensibile su di noi
autonomo è il contrario di eteronomo
→ autonomo:
→ eteronomo: si determina da un bene concreto
es: epicuro- ricerca del piacere come obiettivo della filo
- Categorica: La morale è categorica perché io devo basare la mia azione sul principio del “tu devi” → ogni mia
azione deve essere compiuta per ciò che essa è in sé stessa
- Formale: non prescrive i contenuti del mio comportamento. In ogni situazione in cui mi trovo a prendere una
decisione, io devo decidere come deciderebbe una qualsiasi persona al mio posto→ seguire una forma di
comportamento universalizzabile. Quindi non è decisivo fissare i contenuti specifici della morale, ma dobbiamo
decidere come se fosse l’umanità a decidere al nostro posto
ex. se trovo un portafoglio per terra devo pensare a cosa farebbe qualsiasi altro ente razionale
obiettivo: uniformare le popolazioni, arrivare a una morale universale
morale: qualcosa di universale già in noi, definibile a priori. L’idea delle nostre tradizioni e nostri usi (del
particolare) è un limite dei popoli, in quanto per lui la morale deve essere universale tema: Kant non vuole
confrontarsi con la storia, deve essere tenuta fuori dalla morale. Il mio intelletto deve agire separandosi
dell'esperienza concreta ed ispirarsi a delle massime. Deve formulare principi a priori sganciandosi
dall’esperienza
DUALISMO DI KANT
Nella filosofia di Kant si crea un dualismo (conflitto/tensione tra due principi che spesso sono opposti) tra:
1)MONDO SENSIBILE : (x l’universalità )PRINCIPIO CHE NON DEVE ESSERE SOGGETTIVO
-analizzato dalla critica della ragione pura, in cui non è possibile parlare della libertà, questo perché il
mondo sensibile fornisce il quadro di partenza del nostro pensiero ,noi possiamo pensare soltanto a partire
dalle informazioni che riceviamo passivamente dal mondo esterno.
L'oggettività del mondo sensibile impedisce un margine di scelta da parte dell’uomo.
Attraverso l’intelletto possiamo descrivere il mondo esterno, ma i fatti del mondo sensibile obbediscono a
delle leggi che noi possiamo solo scoprire. → se guardiamo le cose dal punto di vista della ragion pure noi
siamo limitati dalla esistenza oggettiva del mondo esterno in cui non possiamo decidere i punti di partenza
e di termine → → Il mondo sensibile è dominato da leggi fisiche che negano la libertà.
2)MORALE:
Tutto ciò si ribalta
I principi/leggi della morale che valgono come leggi possono essere il frutto di una libera scelta in quanto
ente morale l’uomo ha la possibilità di definire dei principi di azione che abbiano la validità di leggi sulla
base di una scelta libera=che non è influenzata da motivazioni materiali esterne
=la mia scelta è libera quando il mio intelletto si svincola dai materiali/condizionamenti empirici
(costruendo le leggi a cui attenersi) → primato della ragione sui sensi e gli impulsi
in campo morale posso ambire ad addomesticare i sensi attraverso la ragione→ se lo faccio posso essere
libero
→ mondo morale = mondo della possibile libertà
Leggi fisiche = libertà
↡
Esiste un primato della ragione pratica sulla ragione pura
Ambito decisivo del fisco sfoga e la ragion pratica
L’uomo beneficia delle libertà solo nel campo della morale quindi la ragion pratica è l’opera nella quale
Kant studia come l’uomo può diventare libero, dove può dare leggi a se stesso e l’IO può essere legislatore
di se stesso
L’uomo può essere libero come ente morale e non come ente fisico poiché può essere libero e può definire
lui le leggi a cui attenersi (il campo della morale è il capolavoro dell’uomo, dove l’uomo può liberarsi dal
condizionamento del mondo empirico)
↡
Solo nella ragion pratica l’uomo può essere libero
CONCLUSIONE:
per Kant quello della morale è il mondo della possibile libertà→ per lui il punto culminante della sua
filosofia e il primato è la Critica della Ragion Pratica
perché l'uomo beneficia della libertà solo nell'ambito morale, ed è l'opera in cui kant studia come
l'uomo come ente morale può diventare libero e come può legislare le proprie leggi
critica della ragion pratica→ coronamento della filo kantiana
→ primato della ragion pratica sulla ragion pura
RIASSUNTINO
primato della ragion pratica sulla ragion pura → perché la libertà si trova solo nell’ambito della morale perchè
posso interamente autodeterminarmi
La libertà è una possibilità dell'agire umano e non una certezza perché la libertà può essere buona ma non anta
perché non tende istintivamente ad agire in modo morale
L’importanza della ragion pratica si osserva anche guardando i postulati della ragion pratica
La credenza in Dio mi aiuta ad agire in senso morale perché l’uomo ritiene che credere in un Dio significhi
credere in un’esistenza di un ente con caratteristiche : santità e onnipotenza → credenza in Dio =credere in
un essere supremo dotato di santità e onnipotenza
⤹
conseguenza di una credenza in Dio con queste caratteristiche : se questo dio esiste ed è creatore del
mondo,in questo mondo ci sarà una coincidenza voluta da Dio tra virtù e felicità → l’esistenza di questo Dio
santo e onnipotente mi induce a sperare che alla virtù(=comportamento virtuoso) si associ la felicità
(virtù + felicità =il SOMMO BENE ) → ciò che l’uomo può massimamente sperare di raggiungere
La vita virtuosa ci rende felici?
il dovere è il senso di dovere la felicità è uno stato complessivo che comprende anima e corpo
→ quindi Bisogna comportarsi in maniera virtuosa e morale (faccio le cose perché devo); MA
Comportarsi in maniera virtuosa non porta necessariamente alla felicità, in quanto non corrispondono.
Noi tendiamo alla felicità e al sommo bene, ma nessuno può accertarsi che virtù e felicità si
accompagnino: quindi si pone il problema che se io capisco che non basta essere virtuosi per essere
felici, potrei non comportarmi più in maniera virtuosa→ pensare di essere infelici o non pienamente
felici seguendo la virtù frena l’azione morale dell'uomo
Punto di vista di Kant :
L’uomo pensa che comportandosi seguendo la morale (virtù) allora si faccia fatica a pensare che sia anche
fonte di felicità
Per kant noi tendiamo alla felicità (sommo bene) → problema
Nella terra che ha creato non permetterebbe che l'uomo virtuoso non possa raggiungere la felicità
Questo è il ragionamento che fa l’uomo che ha bisogno di credere in Dio; non dice che dio esiste,
ma afferma che il pensare che esso esista è positivo per l’uomo perché sprona a comportarsi in
modo virtuoso:È legittimo comportarsi virtuosamente, pensando che poi questo mi renda degno di
essere felice. Dio “architetto” che ha fatto corrispondere virtù con felicità. Quindi che virtù e felicità
vanno assieme. *
2. esiste la libertà
→ il postulato dell’esistenza di dio è positivo perchè mi convince che virtù e felicità vadano
assieme
RIASSUNTINO
L’uomo secondo kant tende per natura al raggiungimento di ciò che kant chiama il sommo bene=
virtù+felicità. Per kant è una cosa insopprimibile che deriva dalla nostra natura, cioè vorremmo che
alla virtù corrispondesse la felicità tuttavia abbiamo la tendenza a pensare che alla virtù corrisponda
all’infelicità poichè pensiamo che la virtù (sforzo)sia un trattenersi rispetto a fare tutte le cose che
vorremmo fare.L’uomo pensa che alla virtù non possa corrispondere la felicità→ questo gli fa male
I tre postulati della ragion pratica, sono idee utili se utilizzate in senso regolativo perché Kant non ci
dice che dio esiste, ci dice che dobbiamo poter credere, credere in dio ha un’influenza positiva →
credere in un dio con caratteristiche : santità dio è santo perchè non può agire che per il bene, è
onnipotente. Questo pensiero incoraggia l’uomo perché un’entità santa e onnipotente vuol dire che
dio abbia creato un mondo in cui l’uomo può essere felice e quindi mi incoraggia ad agire moralmente
perchè si può ancora sperare che la virtù corrisponda alla felicità.
→ l’uomo virtuoso però non deve essere virtuoso così ottiene la felicità(cadere in una realtà eteronoma)
ma è legittimo moralmente che un uomo virtuoso ritenga che l‘agire virtuosamente lo abbia reso degno di
essere felice → non è condannabile
Kant dice che l’uomo deve poter credere che la libertà esista, questo perchè deve pensare che fare
una cosa o non farla (libertà di scegliere) abbia un peso. → comportarsi moralmente =giusto
(credenza della libertà) non comportarsi in modo morale =sbagliato