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Fisica e Matematica – Modulo di Analisi Numerica

Le funzioni elementari: funzioni algebriche. II parte

Prof.ssa Maria Grazia Russo

Corso di Studi in Medicina e Chirurgia

a.a. 2021-22

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I polinomi

Ricordiamo la definizione di polinomio di grado n

f (x) = an x n + an−1 x n−1 + . . . + a1 x + a0 , ai ∈ R, n ∈ N

e come detto assumeremo sempre che an 6= 0.


Al momento non abbiamo ancora tutti gli strumenti per studiare le
caratteristiche di tali funzioni. Però possiamo subito dire che il
termine an x n è quello predominante per il comportamento
all’infinito.

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Per esempio se an > 0 e n è pari allora la funzione andrà all’infinito
sia per x molto grandi nella direzione positiva che in quella
negativa (come x 2 ).
Se invece n à dispari allora la funzione per x molto grandi positivi
andrà all’infinito e invece a meno infinito per x molto grandi nel
verso negativo (come la funzione f (x) = x).
Se invece a < 0 la situazione è simile a quella di −x 2 nel caso n
pari e a −x nel caso n dispari.

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Per determinare in maniera univoca un polinomio occorrono n + 1
condizioni al fine di determinare i suoi n + 1 coefficienti.
Un possibile modo è chiedere che la curva polinomiale “passi” per
n + 1 punti del piano: (x0 , y0 ), (x1 , y1 ), . . . , (xn , yn ). Si impone
allora che risulti:

an x0n + an−1 x0n−1 + . . . + a1 x0 + a0 = y0




 an x1n + an−1 x1n−1 + . . . + a1 x1 + a0 = y1



an x2n + an−1 x2n−1 + . . . + a1 x2 + a0 = y2
.......................................




an xnn + an−1 xnn−1 + . . . + a1 xn + a0 = yn

che è un sistema lineare di n + 1 equazioni nelle n + 1 incognite


an , an−1 , . . . , a1 , a0

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Infine un’altra informazione utile è che un polinomio ha al più n
zeri (radici) reali.
Se il grado è dispari almeno uno zero è reale, in quanto le radici
complesse si presentano in coppie di complesse e coniugate (se
t + is è radice del polinomio lo è anche t − is).
Ricordiamo infine che se α è uno zero del polinomio p(x) di grado
n allora esiste un polinomio q(x) di grado n − 1 tale che
p(x) = (x − α)q(x) (regola di Ruffini).

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La funzione potenza ad esponente reale
Volgiamo ora considerare le funzioni del tipo
f (x) = ax r , a ∈ R, r ∈ R+
Distinguiamo vari casi.
r ∈ N: In questo caso f : R −→ R e il grafico della funzione
dipende dal segno di a e dal fatto che n è pari o dispari (vedi
considerazioni fatte per i polinomi)

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r ∈ Q+ : In questo caso f : R+ −→ R.
Infatti supponiamo che sia r = q1 con q numero naturale.
Affinchè sia sempre valida la proprietà delle potenze
(an )m = anm , deve essere
 1 q q
xq = xq = x

1
e quindi il significato di x q è quello di radice q-sima positiva
di x. Di conseguenza x deve essere positivo.
Se più in generale r = qp sempre affinchè continui a valere la
proprietà delle potenze si ha che
p 1
x r = x q = (x q )p

e quindi ancora necessariamente deve essere x > 0.

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p
p
Grafico f (x) = ax q , q < 1, a > 0

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p
p
Grafico f (x) = ax q , q > 1, a > 0

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Se a < 0 i grafici sono ”ribaltati” rispetto all’asse delle ascisse.

r ∈ R+ − Q+ : anche in questo caso il dominio deve essere


R+ . Il grafico di queste funzioni è del tutto simile a quello
ottenuto per l’esponente razionale

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Dunque, escludendo il caso con esponente intero, la funzione
potenza ad esponente reale positivo, è una funzione da R+ in R.
Se a > 0 la funzione è sempre crescente, decrescente se a < 0.
Se l’esponente è maggiore di 1 la funzione ha la concavità rivolta
verso l’alto.
Viceversa se l’esponente è compreso tra 0 e 1 la funzione ha la
concavità rivolta verso il basso.
Nel seguito daremo una giustificazione di questa proprietà.
Infine se a > 0 allora x = 0 è un punto di minimo. Se a < 0 è
invece un punto di massimo.

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