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LEZIONE 11/11/2021

Hicks aveva identificato 3 tipi di cambiamenti tecnologici con tutte le ipotesi e i parametri tradizionali:
una funzione di produzione con rendimenti marginali decrescenti e rendimenti costanti di scala, una
curva di produzione che è definita come la frontiera dell'insieme delle possibilità di produzione ed è
vincolo al calcolo di massimizzazione del profitto del nostro produttore. Gli agenti operano in
condizione di perfetta e completa informazione quindi appena emerge una tecnologia questa viene
usata da tutti simultaneamente. Non esiste un tempo di diffusione che avviene in contemporanea.
- Progresso tecnologico neutrale: mantiene il rapporto capitale/lavoro quindi il saggio
marginale di sostituzione rimane invariato al variare della tecnologia
- Maggior intensità di capitale
- Maggior intensità di lavoro
Nel corso dell’evoluzione storica, il cambiamento tecnologico porta ad un aumento dell’intensità
tecnologica modificando l’equilibrio dei fattori produttivi (maggiore intensità di capitale). Quindi
c’è il rischio di disoccupazione tecnologica quindi per la teoria marginalista bisogna spostare il
prezzo del lavoro per mantenere l’equilibrio perché vuol dire che l’offerta di lavoro > della
domanda di lavoro. Se c’è eccesso di offerta, il prezzo (salario) deve ridursi. Dopo il contribut di
Hicks, Ziv.. pubblica una tesi sul grano ibrido: un nuovo tipo di grano e studia come questa
innovazione si diffonde nell’industria agroalimentare. Si spiega come si diffonde la tecnologia e
l’innovazione intervistando i manager (ricordando l’apporoccio S-C-P). Mansfield e Griliches
pubblicano nel 61/62 una serie di articoli studiano empiricamente come si diffonde la te3cnologia in
un contesto di imperfetta e incompleta informazione. Il problema teorico può essere riassunto
dicendo che Tecnologia sempre esogena (nell’ambito del grano ibrido la tecnologia viene ancora
considerata esogena) e se l’andamento del sentiero di diffusione si ripete e che effetti ha (se è
omogeneo opppure cambia a seconda delle tipologie di prodotto). come avviene il sentiero di
diffusione: il mio ambito di riferimento è il settore e non la singola impresa. l’idea è che c’è
un’impresa che dall’esterno sa di questa tecnologia e della sua efficienza e razionalmente la adotta
per aumentare competitività e lucrare extraprofitti. Se la guardiamo da questo punto di vista la
tecnologia diventa un informazione in pi quindi siamo nell’ambito dell’asimmetria informativa
perché alcune aziende sanno di più di altre. Harrow pubblica un articolo sul learning processing ’62
è legato al concetto di diffusione dell’informazione. È un concetto di apprendimento statico perché
io apprendo quando ho più conoscenza quindi è una sommatoria e non è un risultato comulativo.
Sorge un dibattito: c’è un’altra variabile economica di informazione cioè la dinamica dei prezzi. Se
il prezzo aumenta vuol dire che c’è eccesso di offerta sulla domanda e viceversa. se si considerano i
prezzi flessibili, più questo invia informazioni agli agenti economici quindi più informazione hanno,
più il sistema economico è efficiente. Conflitto tra economia pianificata (Lag economista svedese) e
economia di libero mkt caratterizzato da flessibilità dei prezzi. La diffusione tecnologica può (se
non siamo in completa e imperfetta infor) può creare asimmetrie informative e quindi rigidità dei
prezzi quindi mkt non perfettamente concorrenziali. Il processo di apprendimento dice Harrow nel
settore è un sentiero di cumulo di una nuova informazione che ha lo scopo di ridurre il gap
informativo. Più sono le imprese che apprezzano la nuova tecnologia e la adotteranno, più il settore
si convertirà quindi avremo un prezzo di settore più basso. Quindi ‘adozione della tecnologia
annulla il gap tecnologico riducendo l’asimmetria informativa al fine di raggiungere l’equilibrio.
Mentre se l’apprendimento è comulativo, il gap di conoscenza si amplia (apprendimento cognitivo).
La diffusione della tecnologia è epidemica e si conclude quando tutte le imprese hanno innovato.
in ascissa variabile del tempo quindi matematica differenziale: mi definisce la condizione di arrivo e
quella di partenza ma senza
spiegare come si è arrivati a
quella condizione. Non tiene
conto del sentiero dovuto a
shock che modificano la
condizione di partenza
avviando il processo di
imitazione-diffusione. Devo
studiare il modello
matematico con la condizione
di path dipendency: arrivo a
quella condizione in base al
sentiero fatto in precedenza.
La variabile x rappresenta il
grado di diffusione del settore
(quota di mkt, n di imprese
che applicano la nuova
tecnologia, n di dipendenti..)
Il sentiero di diffusione può
essere descritto da una funzione logistica: al valore k è il momento in cui la impresa impresa si
innova (x è pari a 1 mentre all’origine è pari a 0 perché nessuna impresa ha innovato). La curva
logistica non parte dall’origine degli assi. Prima o poi abbiamo un punto di flesso in cui la curva
crescente diventa decrescente (derivata seconda negativa). Le imprese che adottanno in questo
punto crescono in modo meno che proporzionale. Si arriva fino al punto C nel tempo t1 in cui tutte
le imprese hanno innovato quindi il sentiero termina. Non è una funzione continua ma un pezzo di
funzione continua. Se io avessi adottato un’altra tipo di curva che rappresenta il sentiero non avrei
potuto conoscere la forma nel modo migliore. Questo è modello è dei primi anni 60 quindi era un
innovazione teorica come uno dei primi modelli differenziali economici. È spiegabile anche da un
punto di vista economico. In condizioni di incertezza la nuova tecnologia viene adottata lentamente
(società avversa al rischio). man mano cche gli adottatori aumenta, il grado di diffidenza per la
novità diminuisce e il grado di diffusione aumenta fino a che la maggior parte delle aziende hanno
adottato. Rimangono solo quelle meno innovative. Quando anche queste hanno innovate siamo al
punto di saturazione. Questo modello verrà usato successivamente con il ciclo di vita del prodotto.
Mansfield e Griliches dicono che questo modo di diffusione avviene quasi sempre nella stessa
maniera in tutti i settori. Può però anche variare.
Se x è il grado di diffusione
ẋ(t) = a[1-x(t)/C]x(t)
dove:
ẋ(t) è variazione nel tempo del parametro di diffusione, che di fatto è la derivata prima (non il
saggio di crescita);
x(t) è la variabile che determina la diffusione;
c è il parametro di saturazione cioè il n totale delle imprese nel settore: quando x(t)=C il sentiero di
diffusione si interrompe poiché la funzione diventa 0.
a è la velocità di diffusione: coefficiente angolare della diffusione logistica; potremmo avere una
mappa delle funzioni logistiche variano al variare di a che partono dallo steso livello E0 e arrivano
sempre in E1. Ma non è detto che tutti debbano confluire in E1 ed è questo che può cambiare nei
settori. La curva che rappresenta la diffusione è sempre logistica ma può cambiare il suo
posizionamento in
funzione di a. es: avrò
dei settori in cui si
arriverà prima ala
saturazione e posso
avere settori in cui i
sentieri di diffusione
sono diversi. Quindi la
conclusione teorica è
che i sentieri però sono
sempre logistici anche
se la posizione sul piano
cartesiano può essere
diversa.
e x è la condizione
iniziale al tempo t0.
Il nuovo equilibrio E1
ha le stesse
caratteristiche di E0? La
struttura di mkt ddel
settore post adozione
tecnologica è la stessa della pre adozione? Sulla base dell’approccio scp,
dicono che è probabile che la struttura di mkt sia influenzata dai sentieri di diffusione. In particolare
il processo di concentrazione dovuto a economie di scala che si è avuto, è stato influenzato
dall’innovazione tecnologica. Ma questa conclusione deriva da un analisi empirica e non da una
teoria economica. Quindi il progresso tecnologico anche se è esogeno non è neutro. Aggiungiamo
un'altra variabile che può creare fallimento del mkt: la prima è l’asimmetria informativa, la seconda
è l’innovazione tecnologica. Quindi meno probabilità di raggiungere l’eq pareto ottimale. Ma se
usiamo ipotesi ad hoc, possiamo salvaguardare l’eq pareto ottimale. Dobbiamo eliminare il
cambiemtno tencologico per preservare l’eq o c’è un modo per dimostrare che nonostante questo
rimangono invariate? Nascono i modelli di diffusione dell’quilibrio: alla fine degli anni 60 David e
Davies formano dei modelli meno completi del modello di Stoneman. Stoneman pubblicherà un
altro libro a fine anni 70 per
confermare le sue teorie mentre
David e Davies cambiano idea.
Quando Davies studierà òa
diffusione della trebbiatrice arriverà
a dire che il progresso tecnologico è
la variabile che influenza di più il
mkt ed è endogena. Inoltre
diventeranno sostenitori dei modelli
di diffusione di impresa.
modello di Stoneman: confermiamo
che il sentiero di diffusione è
descritto da funzione logistica e
supponiamo che in T0 ci sia la
prima impresa che innova.
Supponiamo che siamo in
concorrenza perfetta quindi i prezzi non sono modificabili (price taker). Abbiamo riduzione dei
costi marginali. P diventa magiore cm quindi extraprofitti. Non c’è ipotesi di potenziali entranti.
Questi extraprofitti è il motivo per il quale le imprese decidono di adottare la stessa tecnologia
(quindi non sono i prezzi ma i profitti a dare informazione). Scatena l’imitazione. Questa
informazione non si diffonde in maniera omogenea. Gli extraprofitti vengono divisi tra chi adotta la
nuova tecnologia. Entra l’impresa 2 e via dicendo. Quando tutte le imprese hanno adottato gli
extraprofitti=0. Il risultato è che i cm diminuiscono, il prezzo anche.solo i punti di partenza iniziali
e finali sono stabili mentre quelli centrali sono instabili perché innescano meccanismi di azioni
reazione. Quindi la condizione finale non influenza quella iniziale. La diffusione tecnologica è
neutrale rispetto all’equilibrio quindi non mina la pareto ottimalità se la condizioni di eq iniziale era
parto ottimale. Se ci fossero imprese entranti questa logica si applicherebbe anche a loro. Le
imprese che adottano la tecnologia per ultime potrebbero essere selezionate. Perché se n=10 e ci
sono delle entranti che supponiamo siano 4 sostituiscono le imprese che innovano per ultime.
Se siamo in oligopolio quindi price maker, l’impresa può decidere di abbassare il prezzo. Ma
l’abbassamento del prezzo fa si che si produca di più quindi la nuova tecnologia invece di avere
effetti sul prezzo o extraprofitti le avrà sulla quantità e quindi sulle quote di mkt. le imprese possono
giovare della collusione: se sono in oligopolio collussivo appena so della nuova tecnologia, mi
conviene comunicarlo aalle imprese con cui colludo.
A seconda della struttura considerata si mettono in moto meccanismi che possono mantenere
l’equilibrio. Quindi il progresso tecnologico è neutrale ed esogeno. Questa conclusione verrà
criticata dalla scuola neo-Shumpeteriana e dalle teorie evolutive di impresa.

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