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Eurocodice 7 - EnV UNI 1997-2 Progettazione Geotecnica - Progettazione Assistita Da Prove Di Laboratorio
Eurocodice 7 - EnV UNI 1997-2 Progettazione Geotecnica - Progettazione Assistita Da Prove Di Laboratorio
GIUGNO 2002
Eurocode 7
Geotechnical design
Part 2: Design assisted by laboratory testing
RELAZIONI NAZIONALI
Le norme sperimentali sono emesse, per applicazione provvisoria, in campi in cui viene
avvertita una necessità urgente di orientamento, senza che esista una consolidata espe-
rienza a supporto dei contenuti tecnici descritti.
Si invitano gli utenti ad applicare questa norma sperimentale, così da contribuire a fare
maturare l'esperienza necessaria ad una sua trasformazione in norma raccomandata.
Chiunque ritenesse, a seguito del suo utilizzo, di poter fornire informazioni sulla sua appli-
cabilità e suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato
dell'arte in evoluzione è pregato di inviare, entro la scadenza indicata, i propri contributi
all'UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.
1 GENERALITÀ 1
1.1 Scopo e campo di applicazione ........................................................................................................ 1
1.1.1 Scopo dell'Eurocodice 7 ............................................................................................................................. 1
1.1.2 Scopo e campo di applicazione della ENV 1997-2 ........................................................................... 1
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 2
1.3 Distinzione fra principi e regole applicative ................................................................................ 2
1.4 Termini e definizioni................................................................................................................................. 2
1.4.1 Termini comuni a tutti gli Eurocodici ...................................................................................................... 2
1.4.2 Termini comuni all'Eurocodice 7 .............................................................................................................. 2
1.5 Simboli e unità ............................................................................................................................................ 3
1.5.1 Simboli comuni a tutti gli Eurocodici....................................................................................................... 3
1.5.2 Simboli adottati nell'Eurocodice 7 ........................................................................................................... 3
1.5.3 Unità .................................................................................................................................................................. 3
1.6 Collegamento fra ENV 1997-1 ed ENV 1997-2........................................................................ 4
APPENDICE B BIBLIOGRAFIA 68
(informativa)
B.1 Scopo e campo di applicazione ............................................................................................ 68
B.2 Requisiti per tutte le prove di laboratorio ........................................................................... 68
B.3 Taratura dell'attrezzatura di prova ....................................................................................... 68
B.4 Preparazione di provini di terreno per le prove ............................................................... 68
B.5 Prova per la classificazione, l'identificazione e la descrizione di terreni ................ 68
B.5.1 Scopo e campo di applicazione ............................................................................................................ 68
B.5.2 Lista di controllo delle prove di classificazione ................................................................................ 68
B.5.3 Contenuto d'acqua .................................................................................................................................... 68
B.5.4 Densità apparente ..................................................................................................................................... 68
B.5.5 Densità delle particelle ............................................................................................................................. 69
B.5.6 Analisi granulometrica .............................................................................................................................. 69
B.5.7 Limiti di consistenza .................................................................................................................................. 69
B.5.8 Indice di densità dei terreni granulari .................................................................................................. 70
B.5.9 Grado di dispersione del terreno .......................................................................................................... 70
B.5.10 Sensibilità al gelo ....................................................................................................................................... 70
B.6 Prove chimiche di terreni e acqua di falda ............................................................................... 70
B.6.1 Generalità ..................................................................................................................................................... 70
B.6.2 Contenuto organico................................................................................................................................... 70
B.6.3 Contenuto di carbonati ............................................................................................................................. 70
B.6.4 Contenuto di solfati ................................................................................................................................... 70
B.6.5 Valore del pH (acidità e alcalinità) ....................................................................................................... 70
B.6.6 Contenuto di cloruri ................................................................................................................................... 71
B.7 Prove di compressibilità dei terreni .............................................................................................. 71
APRILE 1999
Eurocode 7
EUROPEAN PRESTANDARD Geotechnical design
Part 2: Design assisted by laboratory testing
Eurocode 7
PRÉNORME EUROPÉENNE Calcul géotechnique
Partie 2: Calcul sur la base d'essais de laboratoire
Eurocode 7
EUROPÄISCHE VORNORM Entwurf, Berechnung und Bemessung in der Geotechnik
Teil 2: Laborversuche für die geotechnische Bemessung
DESCRITTORI
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 1999 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
1.4.2.1 esperienza comparabile: Definita in 1.4 della ENV 1997-1. Sono inoltre definite tre classi di
esperienze comparabili:
- nessuna: se non sono disponibili risultati affidabili;
- media: se sono disponibili dati per terreni simili oppure se i dati seguono l'esperienza
documentata nella letteratura geotecnica;
- ampia: se esistono valutazioni statistiche e/o correlazioni pubblicate, oppure risultati
di prove relative allo stesso terreno in un luogo vicino.
1.4.2.2 valore derivato: Il valore derivato di una proprietà geotecnica è il valore ottenuto mediante
teoria, correlazione o in modo empirico dai risultati delle prove. I valori derivati costitui-
scono la base per la selezione di valori caratteristici di proprietà del terreno da impiegare
per la progettazione di strutture geotecniche in conformità a 2.4.3 nella ENV 1997-1.
1.4.2.3 campione disturbato: Campione in cui la struttura, il contenuto d'acqua e i costituenti del
terreno sono stati cambiati durante il campionamento.
1.4.2.5 valore misurato: Per valore si intende il valore misurato in una prova.
1.4.2.6 terreno normalmente consolidato: Terreno il cui stato si trova sulla retta di compressione
vergine.
1.4.2.7 terreno sovraconsolidato: Terreno il cui stato è al di sotto della retta di compressione vergine.
1.4.2.8 classe di qualità: Classificazione in base alla quale è valutata la qualità di un campione di
terreno. Ai fini delle prove di laboratorio, i campioni di terreno sono classificati in cinque
Classi di qualità, delle quali la Classe di qualità 1 rappresenta un campione non disturbato
e la Classe 5 indica un campione non idoneo per prove rappresentative.
1.4.2.9 provino rimaneggiato: Provino completamente disturbato, con circa il contenuto d'acqua
naturale.
1.4.2.10 provino ricompattato: Provino introdotto con forza in uno stampo con un pestello o sotto
l'azione di una pressione statica.
1.4.2.11 provino ricostituito: Provino ricavato da una miscela molto fluida di acqua e terreno (slurry)
(con contenuto di acqua uguale o maggiore del limite liquido nel caso di argille) e poi ricon-
solidato.
1.4.2.12 provino riconsolidato: Provino compresso in uno stampo o in una cella sotto l'azione di una
pressione statica mentre si consente l'esecuzione del drenaggio.
1.4.2.13 campione: Porzione di terreno o di roccia recuperata dal terreno mediante tecniche di
campionamento.
1.4.2.14 provino: Parte di un campione di terreno o di roccia utilizzata per una prova di laboratorio.
1.4.2.15 prova dell'indice di resistenza: Prova di natura piuttosto rudimentale che fornisce un'indica-
zione della resistenza a taglio, senza dare necessariamente un valore rappresentativo. I
risultati di tale prova sono soggetti a una notevole incertezza.
1.4.2.16 rigonfiamento: Espansione dovuta alla riduzione della tensione efficace risultante dalla
riduzione della tensione totale, oppure dall'assorbimento di acqua a una tensione costante
totale. Il rigonfiamento include l'inverso sia della compressione sia del consolidamento.
1.4.2.17 campione non disturbato: Campione in cui non si è verificato alcun cambiamento di interesse
pratico nelle caratteristiche del terreno.
1.5.3 Unità
(1) Per i calcoli geotecnici, le unità raccomandate sono definite in 1.6 della ENV 1997-1.
- Stato limite
- Categoria geotecnica
- Fattori parziali
- Valori caratteristici
(2)P I campioni devono essere sottoposti a prova il prima possibile dopo il recupero. Il
trasporto e l'immagazzinamento devono essere effettuati in modo tale che sia impro-
babile che si verifichino dei cambiamenti nelle caratteristiche del terreno.
(3)P Gli effetti del disturbo dei campioni sui risultati delle prove di laboratorio devono
essere presi in considerazione quando si pianifica il programma delle prove e si
interpretano i risultati delle prove.
3.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della taratura consiste nell'assicurare la possibilità di quantificare le incer-
tezze in ogni misurazione, ove praticabile.
(2)P A tal fine, tutte le misurazioni effettuate in un laboratorio per prove devono essere
attribuibili a norme nazionali o internazionali sulle misurazioni.
3.2 Requisiti
3.2.4 Ambiente
(1)P Le condizioni ambientali pertinenti nel laboratorio al momento della taratura devono
essere registrate.
4.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo nella preparazione del terreno per le prove in laboratorio è di fornire
provini che siano il più possibile rappresentativi del terreno da cui sono prelevati i
campioni.
(2) Ai fini della preparazione, i provini si suddividono in quattro categorie: disturbati, non
disturbati, ricompattati o rimaneggiati e ricostituiti.
4.2 Requisiti
5.1 Generalità
(1) Fino a oggi non esiste alcuna norma europea o internazionale per l'identificazione e
la descrizione di terreni a cui si possa fare riferimento nella presente norma speri-
mentale. Finché non è introdotta una norma europea sulla classificazione dei terreni,
si devono utilizzare le norme nazionali.
(2) La presente norma sperimentale riguarda le seguenti prove di identificazione e di
classificazione:
- contenuto d'acqua;
- densità apparente;
- densità delle particelle;
- analisi granulometrica;
- limiti di Atterberg;
- prova dell'indice di densità per i terreni granulari;
- grado di dispersione del terreno;
- sensibilità al gelo.
(3) L'appendice A.5 fornisce maggiori dettagli su ogni prova di classificazione e sulla
sua interpretazione, nonché una linea guida per il numero minimo di campioni e di
prove relativi a uno strato.
5.3.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della prova consiste nel determinare il contenuto d'acqua di un materiale
di terreno.
5.3.2 Requisiti
(1) I provini dovrebbero essere almeno della Classe di qualità 3.
(2) Se un campione contiene solo un tipo di terreno, si dovrebbe utilizzare almeno una
prova per campione per determinare il contenuto d'acqua.
5.4.1 Obiettivo
(1) Questa prova è utilizzata per determinare la massa apparente di un terreno. La
densità apparente è inoltre impiegata, in combinazione con il contenuto d'acqua, per
calcolare la densità di un terreno secco.
5.4.2 Requisiti
(1) I provini dovrebbero essere almeno di Classe di qualità 2.
(2)P Il metodo di prova da utilizzare deve essere specificato.
5.5.1 Obiettivo
(1) La densità delle particelle è la massa delle particelle divisa per il loro volume. La
densità delle particelle è necessaria per la precisa determinazione di numerosi
parametri geotecnici.
5.5.2 Requisiti
(1) La prova dovrebbe essere preferibilmente eseguita in conformità al metodo del
picnometro. Tuttavia, altri procedimenti sono possibili, come il metodo della bottiglia
per la misurazione della densità di liquidi o il metodo della camera a vuoto.
5.6.1 Obiettivo
(1) In funzione della dimensione delle particelle, per la determinazione dell'analisi
granulometrica sono utilizzati due metodi:
- metodo con vaglio per le particelle >63 µm (o con il vaglio di dimensioni più
vicine disponibile),
- metodo della sedimentazione utilizzando un idrometro, o una pipetta, per parti-
celle ≤63 µm (o con il vaglio di dimensioni più vicine disponibile).
5.6.2 Requisiti
(1) I procedimenti per la rimozione di sostanze organiche e di carbonati prima della
vagliatura e della sedimentazione o per le correzioni dovute alla presenza di
carbonati e di materiale organico dovrebbero essere utilizzati, se appropriati
carbonati e sostanze organiche possono avere un effetto di cementazione o di
coagulazione e influenzare la distribuzione granulometrica.
5.7.1 Obiettivo
(1) I limiti di consistenza comprendono i limiti liquido, plastico e di ritiro. È trattata unica-
mente la determinazione del limite liquido e di quello plastico.
(2) I limiti di consistenza sono utilizzati per caratterizzare il comportamento di argille e di
terreni limosi quando il contenuto d'acqua cambia. La classificazione delle argille e
dei terreni limosi si basa principalmente sui limiti di consistenza.
5.7.2 Requisiti
(1) I provini sottoposti a prova dovrebbero essere almeno della Classe di qualità 4.
(2)P Per il limite liquido, si deve specificare il metodo di prova da adottare (caduta del
cono o apparecchiatura di Casagrande).
(3) In generale, il metodo della caduta del cono è preferito al metodo di Casagrande. In
particolare per i terreni a bassa plasticità, il metodo della caduta del cono fornisce
risultati più affidabili.
5.8.1 Obiettivo
(1) L'indice di densità correla il rapporto di vuoto o di densità secca di un campione di
terreno ai valori di riferimento determinati mediante i procedimenti normalizzati in
laboratorio. L'indice di densità è utilizzato per caratterizzare la resistenza a taglio e la
compressibilità di un terreno non coesivo sottoposto a carico statico e dinamico
correlando il rapporto di vuoto in sito alle densità limite a secco, chiamate densità
massima e minima a secco. La prova dell'indice di densità fornisce un'indicazione
dello stato di compattazione di un terreno granulare a drenaggio libero.
5.8.2 Requisiti
(1)P Si deve specificare o controllare quanto segue:
- quantità e qualità dei campioni;
- tipo di procedimento di prova da applicare;
- metodo di preparazione di ogni provino;
- procedimento di prova da applicare.
5.9.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo delle prove è identificare le caratteristiche di dispersione dei terreni
argillosi. Le prove normalizzate per la classificazione di terreni per scopi tecnici non
identificano le caratteristiche di dispersione di un terreno. Le prove per il grado di
dispersione sono eseguite su terreni argillosi principalmente in relazione ad argini e
ad altre strutture geotecniche a contatto con l'acqua.
(2) Sono presi in considerazione quattro tipi di prova:
- la prova dei fori di spillo (pinhole test): questa prova modella l'azione
dell'acqua che scorre lungo una fessura;
- la prova del doppio idrometro: questa prova confronta la dispersione di parti-
celle di argilla in acqua normale senza agitazione meccanica con quella ottenuta
impiegando una soluzione disperdente e l'agitazione meccanica;
- la prova dei grumi: questa prova mostra il comportamento di grumi di terreno
immessi in una soluzione diluente di idrossido di sodio;
- la determinazione di sali solubili nell'acqua interstiziale: questa prova
consente di correlare il sodio percentuale ai sali totali disciolti in un estratto
saturo.
5.9.2 Requisiti
(1)P Deve essere specificato quanto segue:
- immagazzinamento di campioni che non consente ai campioni stessi di asciu-
garsi prima della prova;
- i procedimenti di prova da applicare;
- il metodo di preparazione dei provini.
(2)P I risultati ottenuti dalle prove del grado di dispersione devono essere collegati alla
distribuzione granulometrica e ai limiti di consistenza del campione.
(3) Per la prova dei fori di spillo (pinhole test), le condizioni di compattazione dei provini
di terreno, per esempio più secchi o umidi del valore ottimale, e l'acqua di miscela-
zione (per esempio acqua distillata rispetto ad acqua di serbatoio) dovrebbero
essere specificate.
(4) Per la prova con doppio idrometro, si può specificare una prova con un terzo
idrometro se risulta necessario studiare l'effetto dell'acqua di serbatoio sul terreno in
sospensione.
(5) Per la prova dei grumi, oltre alla soluzione di idrossido di sodio può essere richiesto
l'uso di acqua distillata.
5.10.1 Obiettivo
(1) La sensibilità al gelo di materiali di terreno svolge un ruolo essenziale nella proget-
tazione di fondazioni collocate al di sopra del fronte di congelamento in terreni
sensibili al gelo. Strade, piste aeroportuali, ferrovie, edifici su fondazioni estese,
tubazioni interrate, dighe e altre strutture possono essere soggette al sollevamento
da gelo dovuto al congelamento di un terreno sensibile al gelo che ha accesso
all'acqua. I terreni sensibili al gelo possono essere impiegati nel loro stato naturale,
oppure come base costruita per strutture.
(2) Il rischio di sollevamento da gelo può essere valutato dalla correlazione con proprietà
di classificazione del terreno (granulometria, altezza di risalita capillare e/o contenuto
di materiali fini) oppure da prove in laboratorio su campioni naturali o ricostituiti.
5.10.2 Requisiti
(1) Se la stima della sensibilità al gelo basata sulle proprietà di classificazione del
terreno non indica chiaramente l'assenza del rischio di sollevamento da gelo, in
laboratorio dovrebbe essere eseguita la prova di sollevamento da gelo. Esempi di tipi
di terreno indicanti la necessità di prove in laboratorio oltre alle correlazioni con le
proprietà di classificazione comprendono terreni organici, torba, terreni salini, artifi-
ciali e grossolani con un ampio campo granulometrico.
(2) Per determinare la sensibilità al gelo di un terreno nel suo stato naturale, dovrebbero
essere sottoposti a prova campioni naturali. Per stimare la sensibilità al gelo di un
riporto costruito, le prove di sollevamento da gelo dovrebbero essere condotte su
provini ricostituiti.
(3) La prova di sensibilità al gelo eseguita in laboratorio è una prova di sollevamento
da gelo. Se si deve sottoporre a prova il rischio di indebolimento da disgelo,
dovrebbe essere condotta una prova dell'Indice di portanza della California dopo il
disgelo del provino. Il provino ricostituito dovrebbe essere oggetto di uno o più cicli
di gelo-disgelo prima di essere sottoposto a prova.
6.1.3 Requisiti
(1)P Gli aspetti seguenti devono essere specificati per tutte le prove:
- campioni che devono essere sottoposti a prova;
- numero di campioni da sottoporre a prova;
- procedimenti di prova da applicare;
- pretrattamenti comprendenti il trattamento delle particelle di sopravaglio (ovvero
d > 2 mm);
- numero di prove per strato e numero di prove duplici;
- numero di prove separate per la determinazione di un valore medio;
- formato del resoconto;
- prove supplementari di classificazione richieste per ogni prova o serie di prove.
(2) I campioni disturbati di terreno possono essere impiegati per le prove chimiche, ma
la granulometria e il contenuto d'acqua devono essere rappresentativi delle condi-
zioni in sito (Classe di qualità da 1 a 3).
(3) Per la determinazione del contenuto organico, la sola granulometria deve essere
rappresentativa (Classe di qualità 4).
(3)P Il provino deve essere rappresentativo del campione originale e delle condizioni in
sito.
(4)P I procedimenti corretti di miscelazione, mescolatura e quartatura devono essere
rigorosamente seguiti nell'ordine al fine di evitare risultati non coerenti.
6.2.1 Obiettivo
(1) La prova del contenuto organico è utilizzata per classificare il terreno. Il contenuto
organico è determinato dalla perdita al fuoco (spesso denotata con LOI), che è
determinata dall'accensione di un provino preparato a una temperatura controllata.
Possono inoltre essere adottate altre prove adatte. Per esempio, il contenuto
organico può essere determinato dalla perdita di massa al trattamento con
perossido di idrogeno (H2O2), che fornisce una misura più specifica delle sostanze
organiche.
(2) La presenza di contenuto organico può avere effetti indesiderati sul comportamento
tecnico dei terreni. Per esempio, la capacità portante è ridotta, la compressibilità è
aumentata, il potenziale di rigonfiamento e di ritiro è aumentato a causa del
contenuto organico. Il gas può portare a cedimenti importanti e immediati,
influenzare i coefficienti di consolidazione derivati dalle prove di laboratorio e fornire
una resistenza a taglio fuorviante nelle prove della tensione totale. La materia
organica è dannosa nei terreni utilizzati per la stabilizzazione di strade ed è general-
mente associata a un pH basso e, a volte, alla presenza di solfati che possono
comportare effetti dannosi per le fondazioni.
6.3.1 Obiettivo
(1) La determinazione del contenuto di carbonati è impiegata come indice per classi-
ficare terreni o rocce naturali carbonatici, oppure come indice per indicare il grado di
cementazione.
(2) La misurazione del contenuto di carbonati dipende dalla reazione con acido clori-
drico (HCl) che libera anidride carbonica. Si presume che l'unico carbonato presente
sia il carbonato di calcio (CaCO3). Il contenuto di carbonati è misurato dalla perdita
di massa al trattamento con HCl.
6.3.2 Requisiti
(1) Per i campioni non omogenei devono essere prelevati campioni iniziali di grande
entità. Questi dovrebbero essere frantumati e mescolati.
(2) Una valutazione visiva è necessaria prima della selezione del pretrattamento appro-
priato.
(3)P Il contenuto di carbonati deve essere annotato come percentuale della materia
secca di origine.
6.4.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della prova è determinare il contenuto di solfati come indice per il possibile
effetto dannoso del terreno sull'acciaio e sul calcestruzzo. Tutti i solfati presenti allo
stato naturale, con rare eccezioni, sono solubili in acido cloridrico. Alcuni sono
solubili in acqua.
(2) Il contenuto di solfati solubili in acido è riferito al contenuto totale di solfati ed è
distinto dal contenuto di solfati solubili in acqua. È importante valutare quale valore è
pertinente.
(3) L'acqua di falda contenente solfati disciolti, soprattutto di sodio e di magnesio, può
essere aggressiva per il calcestruzzo e per altri materiali collocati nel terreno o sulla
sua superficie. La classificazione del terreno e dell'acqua di falda in termini di
contenuto di solfati è quindi necessaria affinché possano essere prese misure
precauzionali adatte, se opportuno.
6.5.1 Obiettivo
(1) Il valore del pH di acqua di falda o di terreno disciolto in acqua è usato per valutare
la possibilità di un'acidità o di un'alcalinità eccessiva.
6.5.2 Requisiti
(1)P Quanto segue deve essere specificato per ogni prova o gruppo di prove, oltre alle
informazioni elencate in 6.1.3:
- se il terreno deve essere essiccato;
- il rapporto terreno-acqua.
(2)P Le soluzioni tampone normalizzate devono essere utilizzate per la taratura del
misuratore di pH.
(3)P Deve essere annotato il valore del pH delle sospensioni di terreno o dell'acqua di
falda. Il metodo di prova deve essere dichiarato.
6.6.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della prova è la determinazione del contenuto di cloruri solubile in acqua
o in acido in modo da potere valutare la salinità dell'acqua interstiziale o del terreno.
I risultati forniscono un indice per l'effetto possibile dell'acqua di falda sul calce-
struzzo, sull'acciaio, su altri materiali e terreni.
6.6.2 Requisiti
(1)P Quanto segue deve essere specificato per ogni prova o gruppo di prove, oltre alle
informazioni elencate in 6.1.3:
- se devono essere determinati cloruri solubili in acqua o in acido;
- se il terreno deve essere essiccato.
(2)P Dopo l'essiccazione, il terreno deve essere miscelato completamente per ridistri-
buire eventuali sali che possono essere migrati formando una crosta superficiale.
7.1 Obiettivo
(1) La presente norma sperimentale tratta i requisiti per le prove edometriche di rigon-
fiamento e di compressione incrementale e per la valutazione del potenziale di
collasso di un terreno. Il provino cilindrico è confinato lateralmente, è generalmente
sottoposto a incrementi discreti di caricamento o di scaricamento assiale verticale e
ne è consentito il drenaggio assiale.
(2) L'obiettivo delle prove edometriche di rigonfiamento e di compressione incrementale
è di determinare le caratteristiche di compressione, di consolidamento e di rigonfia-
mento dei terreni.
(3) L'obiettivo della prova del potenziale di collasso è di stabilire i parametri di compres-
sibilità per il terreno nel suo stato insaturo e di valutare la compressione addizionale
in caso di inondazione causata dal collasso del terreno.
7.2 Requisiti
(1) Per la determinazione della compressibilità di uno strato di terreni argillosi, limosi o
organici, dovrebbero essere utilizzati campioni non disturbati (Classe di qualità 1).
(2) Se vengono sottoposti a prova campioni di Classe di qualità 2, gli effetti del disturbo
dei campioni dovrebbero essere presi in considerazione nell'interpretazione dei
risultati.
(3)P Per i provini ricompattati, devono essere specificati la densità e il contenuto d'acqua
dei provini preparati pertinenti alle condizioni in sito e al metodo di preparazione dei
provini stessi.
(4)P Quando si pianifica la determinazione delle caratteristiche di compressibilità di uno
strato di terreno, devono essere prese in considerazione le seguenti informazioni:
a) indagine in sito:
- risultati esistenti di indagini in sito;
- misurazioni esistenti di cedimenti relative a siti adiacenti;
- numero e qualità dei campioni;
- numero e tipo delle prove in sito.
b) prove in laboratorio:
- immagazzinamento dei campioni;
- considerazione particolare per campioni sensibili e cementati;
- numero di provini;
- preparazione dei provini;
- orientamento del provino;
- necessità di prove di classificazione addizionali.
(5)P Per condizioni complesse di caricamento e di scaricamento e/o per condizioni difficili
del sottosuolo, deve essere presa in considerazione l'esecuzione di prove più
avanzate di quella edometrica incrementale, per esempio prove di velocità costante
di deformazione.
(6)P La tensione verticale iniziale non deve eccedere la tensione efficace verticale in sito.
(7) Per le argille con rammollimento da deformazione, una tensione iniziale pari a un
quarto della tensione efficace verticale in sito rappresenta un valore appropriato.
(8) In una prova di compressione, la tensione verticale più elevata deve essere ben
maggiore della tensione verticale massima efficace che è probabile si verifichi nel
sito. In una prova di rigonfiamento, l'intervallo di decrementi di tensione verticale da
applicare durante la prova deve includere l'intervallo delle tensioni che sono proba-
bilmente applicate in sito.
(9)P Quando si sottopone a prova il potenziale di collasso, i provini devono essere
selezionati tenendo in adeguata considerazione la conoscenza esistente del
8.1 Obiettivo
(1) Lo scopo delle prove dell'indice di resistenza è determinare in modo rapido e
semplice la resistenza a taglio non drenata delle argille. La resistenza a taglio così
determinata è solo una stima approssimata.
(2) La presente norma sperimentale tratta le seguenti prove dell'indice di resistenza:
- scissometro da laboratorio;
- penetrometro tascabile;
- caduta del cono;
- compressione non confinata;
- prove di compressione non drenata non consolidata.
8.2 Requisiti
(1) L'appendice A.8 fornisce informazioni su ciascuna delle prove dell'indice di
resistenza considerate e una lista di controllo sui procedimenti di prova per ogni
prova.
(2) I provini dovrebbero essere non disturbati (Classe di qualità 1).
9.2 Requisiti
(1) Per la determinazione della resistenza a taglio dei terreni argillosi, limosi ed organici,
dovrebbero essere utilizzati campioni non disturbati (Classe di qualità 1). Per alcuni
terreni o per fini particolari, le prove possono essere eseguite su provini ricostituiti o
rimaneggiati.
(2) Se vengono sottoposti a prova campioni di Classe di qualità 2, gli effetti del disturbo
dei campioni dovrebbero essere presi in considerazione nell'interpretazione dei
risultati.
(3)P Per le argille, i provini devono essere rappresentativi il più possibile delle condizioni
in sito.
(4) Per i limi e le sabbie, i provini possono essere ricompattati. Si dovrebbe prestare
attenzione alla selezione del metodo di preparazione che riproduca nel modo più
simile possibile la struttura e la densità pertinenti per la progettazione da eseguire.
(5)P Per i provini ricompattati, devono essere specificati sia la composizione, la densità e
il contenuto d'acqua dei provini preparati pertinenti alle condizioni in sito, sia il
metodo di preparazione dei provini.
(6)P Per una prova di resistenza, quanto segue deve essere valutato o specificato:
- numero delle prove richieste;
- selezione della posizione dei provini nei campioni recuperati;
- qualità richiesta del campione;
- metodo di preparazione dei provini;
- orientamento del provino;
- tipo di prova;
- prove di classificazione che devono essere eseguite;
- condizioni di prova (per esempio tensioni di consolidamento, fine consolida-
mento);
- tempo per gli incrementi di consolidamento;
- velocità di taglio;
- criteri di rottura;
- deformazione alla quale la prova deve essere interrotta;
- criteri di accettabilità (per esempio saturazione, orientamento dei granuli);
- accuratezza delle misurazioni;
- formato di presentazione dei risultati delle prove;
- qualsiasi procedimento utilizzato oltre a quelli a cui si fa riferimento in una norma
accettata.
(7)P La resistenza a taglio e l'inviluppo di rottura nel piano di Mohr di un campione devono
essere determinati mediante una serie di tre prove o più, con diverse tensioni
normali efficaci.
9.4.1 Requisiti
(1)P Per una prova di compressione triassiale, deve essere valutato o specificato quanto
segue:
- metodo di saturazione e criterio di saturazione;
- contropressione richiesta;
- qualsiasi procedimento utilizzato oltre a quelli a cui si fa riferimento in una norma
accettata (per esempio estremi lubrificati, misurazioni locali delle deformazioni o
della pressione interstiziale).
(2)P Per le prove triassiali non drenate consolidate, devono essere specificati i requisiti di
risposta della pressione interstiziale e il percorso della tensione totale per il taglio.
10.2.1 Obiettivo
(1) Le prove di compattazione del terreno possono essere utilizzate per determinare la
relazione fra la densità secca e il contenuto d'acqua quando viene applicato uno
10.2.2 Requisiti
(1)P Si deve specificare o controllare quanto segue:
- quantità e qualità dei campioni;
- manipolazione di terreni con frazioni di sopravaglio;
- trattamento di terreni coesivi compatti;
- procedimenti di prova da applicare;
- rigidità della base su cui è collocato lo stampo durante la compattazione;
- preparazione e maturazione dei provini;
- l'attrezzatura (stampi e pestelli) utilizzata è come specificato nella/e norma/e;
- energia di compattazione.
(3)P L'opzione di effettuare prove in sito invece di prove di laboratorio deve essere consi-
derata per tipi particolari di terreno.
10.3.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della prova consiste nel determinare l'Indice di portanza della California
(CBR) di un campione compattato o non disturbato. La prova CBR è utilizzata per
valutare la resistenza potenziale di materiali per corpo stradale, sottofondo e strato
di base (inclusi i materiali riciclati) destinati al sostegno di pavimentazioni stradali,
ferroviarie e aeroportuali. Il valore CBR ottenuto da questa prova è il parametro base
per la progettazione di pavimentazioni flessibili.
(2) Il principio della prova è stabilire la relazione fra forza e penetrazione quando si fa
penetrare uno stantuffo cilindrico di sezione normalizzata nella superficie del
materiale.
10.3.2 Requisiti
(1)P Si deve specificare o controllare quanto segue:
- quantità e qualità dei campioni;
- metodo di preparazione di ogni provino;
- il numero di prove che deve essere eseguito in una serie di provini;
- manipolazione di terreni con frazioni di sopravaglio;
- maturazione dei provini;
- se il provino deve essere sottoposto a immersione;
- se si utilizza l'immersione, se deve essere misurato il rigonfiamento;
- sovraccarico da applicare per l'immersione e per le prove;
- contenuto d'acqua al quale devono essere preparati i provini compattati;
- densità secca dei provini o sforzo di compattazione;
- l'attrezzatura (stampi e pestelli) utilizzata è come specificato nella norma;
- se la prova deve essere effettuata su una o su entrambe le estremità del provino.
11.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della prova è stabilire il coefficiente di permeabilità e/o di conduttività
idraulica per il flusso d'acqua attraverso un terreno saturo d'acqua. Nell'appendice
A.10 sono elencati alcuni dei metodi.
11.2 Requisiti
(1) Per le prove di permeabilità su terreni argillosi, limosi o organici, dovrebbero essere
impiegati solo provini di Classe di qualità 1 o 2.
(2) Nel caso delle argille, se per la prova si utilizzano provini di Classe di qualità 3,
dovrebbe essere considerato il riconsolidamento al fine di ridurre al minimo gli effetti
del disturbo del campione.
(3) Per i materiali sabbiosi e di ghiaia, possono essere utilizzati provini di Classe di
qualità 3 e campioni di terreno rimaneggiati o ricompattati.
(4)P I provini argillosi, limosi e organici sottoposti a prova devono avere non solo la stessa
granulometria e lo stesso rapporto di vuoto del terreno in sito, ma devono anche
presentare la stessa stratificazione ed essere sottoposti a prova alle tensioni perti-
nenti.
(5)P Quando si pianifica la determinazione del coefficiente di permeabilità di uno strato di
terreno, devono essere considerate le seguenti informazioni:
a) per l'indagine in sito
- risultati esistenti di indagini in sito e in laboratorio;
- misurazioni esistenti relative a siti adiacenti;
- numero e qualità dei campioni;
- numero e tipo di prove in sito.
b) per le prove in laboratorio
- immagazzinamento dei campioni;
- tipo di prova preferenziale per la determinazione della permeabilità;
- numero di provini;
- preparazione dei provini;
- orientamento del provino;
- necessità di prove di classificazione addizionali.
(6)P Per le condizioni per le quali i risultati delle prove devono essere utilizzati, devono
essere specificati i seguenti parametri pertinenti per la prova:
a) in terreni argillosi, limosi e organici:
- condizioni di tensione alle quali il provino deve essere sottoposto a prova;
- grado di accuratezza della condizione di flusso in regime stazionario;
- direzione del flusso attraverso il provino;
- gradiente idraulico con il quale il provino deve essere sottoposto a prova;
- necessità della contropressione e del grado richiesto di saturazione.
12.1 Obiettivo
(1) L'obiettivo della preparazione di provini per le prove di una roccia è fornire provini
che siano rappresentativi il più possibile di una formazione rocciosa.
(2) L'appendice A.12 fornisce maggiori dettagli sulla preparazione di provini di roccia
per le prove e alcune linee guida.
12.2 Requisiti
(1)P Deve essere specificato il modo in cui deve essere preparato un provino di roccia. Se
queste specifiche non possono essere soddisfatte, il provino deve essere preparato
il più vicino possibile alle specifiche e deve essere annotato il modo in cui il provino
è stato preparato.
(2)P Tutti gli strumenti e i gruppi per la determinazione della rettilineità, della planarità e
della perpendicolarità delle superfici terminali devono essere controllati a intervalli
regolari registrati e avere tolleranze che soddisfino almeno i requisiti delle prove
specifiche della roccia.
(3)P Deve essere specificato quanto segue:
- condizioni di immagazzinamento per campioni di roccia (immagazzinamento a
breve e/o a lungo termine);
- condizione di umidità dei provini al momento della prova;
- metodo di preparazione delle carote di roccia;
- metodo per la determinazione delle tolleranze dimensionali e di forma.
13.1 Generalità
13.1.1 Obiettivo
(1) Fra le prove di classificazione delle rocce, nella presente norma sono comprese le
seguenti:
- identificazione e descrizione della roccia,
- contenuto d'acqua,
- densità e porosità.
(2) La classificazione si riferisce alla divisione della roccia identificata in gruppi o
categorie specifici definiti per scopi particolari di ingegneria civile. La classificazione
è correlata ai componenti mineralogici, alla struttura, all'indurimento, alla densità
della roccia, al contenuto d'acqua, alla porosità e alla resistenza della roccia.
(3) L'appendice A.13 fornisce maggiori dettagli e linee guida sulla prova di classifica-
zione.
13.2.1 Obiettivo
(1) Il metodo fornisce una identificazione e una descrizione del materiale e
dell'ammasso roccioso sulla base della composizione mineralogica, della frazione
granulometrica principale, della genesi, dei caratteri strutturali, del grado di altera-
zione e di altri fattori. La descrizione può essere effettuata su carote e su altri
campioni di roccia naturale e su ammassi rocciosi in sito.
13.2.2 Requisiti
(1)P Deve essere specificato quanto segue:
- sistema di classificazione della roccia;
- necessità di analisi geologiche avanzate;
- formato del resoconto.
(2)P L'identificazione e la descrizione della roccia devono essere eseguite su tutti i
campioni ricevuti in laboratorio, indipendentemente dall'omogeneità della roccia, in
quanto l'identificazione e la descrizione costituiscono l'ossatura di tutte le prove e le
valutazioni.
(3)P Il resoconto deve essere conforme al sistema di classificazione delle rocce speci-
ficato.
13.3.1 Obiettivo
(1) Il contenuto d'acqua della roccia è determinato mediante essiccazione in forno a
(105 ± 5) °C.
13.3.2 Requisiti
(1)P Per le misure si deve specificare il trattenimento d'acqua durante il campionamento
e l'immagazzinamento.
(2)P Si deve specificare quanto segue:
- selezione dei campioni di prova;
- immagazzinamento nel laboratorio prima della prova;
- possibile nuova saturazione dei campioni essiccati mediante la tecnica della
saturazione sotto vuoto;
- numero di prove per strato;
- numero di prove da eseguire in parallelo con altre prove della stessa formazione;
- numero di controlli di accuratezza da effettuare.
(3) Idealmente, dovrebbero essere impiegati almeno 10 pezzi di carota rotta, ciascuno
con una massa di almeno 50 g e una dimensione minima di dieci volte il valore
13.4.1 Obiettivo
(1) La prova misura la densità apparente e quella secca per ottenere la porosità e le
proprietà correlate di un campione di roccia.
13.4.2 Requisiti
(1)P Deve essere specificato quanto segue:
- selezione dei campioni di prova;
- immagazzinamento prima della prova;
- se i campioni essiccati devono essere nuovamente saturati e mediante quale
tecnica;
- numero di prove richiesto per formazione;
- se devono essere effettuate prove parallele sulla stessa formazione.
(2) Dovrebbero essere sottoposti a prova almeno tre provini, ciascuno con una massa di
almeno 50 g e con una dimensione minima di dieci volte la granulometria massima.
Tuttavia, per molti scopi possono essere sufficienti pezzi da 50 - 100 g per ottenere
un provino rappresentativo.
14.1 Generalità
14.1.1 Obiettivo
(1) Alcuni materiali rocciosi, in particolare quelli con elevato contenuto di argilla, sono
soggetti a rigonfiamento, indebolimento e disintegrazione quando esposti a
bagnatura ed essiccazione o scaricamento in un ambiente acquoso. Sono state
messe a punto alcune prove dell'indice per la classificazione e il confronto di provini
di roccia, con le seguenti misurazioni:
- indice della pressione di rigonfiamento in condizioni di variazione volumetrica
pari a zero;
- indice della deformazione da rigonfiamento per un provino confinato radialmente
con sovraccarico assiale;
- deformazione da rigonfiamento sviluppata in un provino di roccia non confinato.
(2) Le prove dell'indice forniscono un'indicazione per valutare la resistenza al rigonfia-
mento in condizioni ben controllate.
(3) Le prove sono generalmente eseguite su materiali rocciosi teneri quali la roccia
argillosa e l'argillite. Le prove possono essere utilizzate per la caratterizzazione di
rocce dure soggette agli agenti atmosferici. Le rocce che si disintegrano durante le
prove dovrebbero essere ulteriormente classificate mediante prove pertinenti di
14.1.2 Requisiti
(1) I provini dovrebbero essere strettamente conformi alla pratica raccomandata
nell'appendice A.16 per cilindri retti o per prismi rettangolari. Le dimensioni del
campione devono consentire la preparazione di provini mediante nuovo carotaggio
e/o lavorazione a macchina in un tornio, con l'asse di una direzione della misura-
zione del rigonfiamento perpendicolare a una stratificazione sottile o foliazione.
(2)P Si deve specificare quanto segue:
- selezione dei campioni di prova;
- preparazione, orientamento e dimensioni dei provini;
- numero di prove richiesto per formazione;
- metodo, attrezzatura e tarature di prova;
- acqua da impiegare (naturale o distillata, composizione chimica dell'acqua);
- periodo di registrazione;
- necessità di curve della pressione di rigonfiamento o dello spostamento in
funzione del tempo trascorso dall'inondazione;
- selezione di parametri addizionali richiesti;
- requisiti di resoconto.
14.2 Indice della pressione di rigonfiamento con variazione volumetrica pari a zero
14.2.1 Obiettivo
(1) La prova serve per misurare la pressione necessaria a comprimere un provino di
roccia non disturbato a volume costante quando è immerso in acqua.
(2) La prova può essere impiegata per valutare la pressione di rigonfiamento in sito
mediante confronto con l'esperienza documentata relativa allo strato di roccia.
14.2.2 Requisiti
(1)P La forza applicata per mantenere la condizione di variazione volumetrica pari a zero
deve essere corretta per la deformazione nel sistema stesso di prova a celle (cusci-
netti a sfere, stratificazione di pietre e di carta utilizzata come filtro verso le piastre
terminali) e affinché il provino di roccia si trovi nelle condizioni appropriate di
tensione.
15.1 Generalità
15.1.2 Requisiti
(1)P Deve essere specificato quanto segue:
- i campioni che devono essere sottoposti a prova;
- preparazione del provino;
- numero di prove per formazione;
- qualsiasi parametro addizionale richiesto.
15.2.1 Obiettivo
(1) La prova di compressione uniassiale misura la resistenza a compressione di provini
cilindrici di roccia. Questa prova è utilizzata per la caratterizzazione e per la classifi-
cazione della resistenza di una roccia intatta.
15.2.2 Requisiti
(1)P Oltre ai requisiti in 15.1.2, deve essere specificato quanto segue:
- orientamento e dimensioni del provino;
- metodo di prova;
- se pertinente, definizione del modulo (tangente, media o secante) e rapporto di
Poisson in funzione della tensione o della deformazione.
15.3.1 Obiettivo
(1) La prova di carico puntuale è intesa come una prova dell'indice per la classificazione
di materiali rocciosi. I risultati della prova possono inoltre essere utilizzati per la
valutazione della resistenza di un gruppo di rocce dello stesso campo di compe-
tenza. La prova di carico puntuale non è un modo diretto per misurare la resistenza
di una roccia, ma una prova dell'indice. La correlazione fra i risultati della prova di
carico puntuale e la resistenza deve essere documentata per ogni caso.
(2) Questa prova misura l'indice di resistenza al carico puntuale di provini di roccia e il
loro indice dell'anisotropia di resistenza, che è il rapporto delle resistenze al carico
puntuale nelle direzioni che producono i valori minimo e massimo.
15.3.2 Requisiti
(1)P Oltre ai requisiti in 15.1.2, devono essere specificati i metodi di prova con riferimento
alle carote, ai blocchi e ai frammenti irregolari.
15.4.1 Obiettivo
(1) La prova di taglio diretto misura la resistenza residua e di picco al taglio diretto in
funzione della tensione perpendicolare al piano di taglio.
(2) La presente norma sperimentale tratta le prove di laboratorio per la determinazione
dei parametri base di resistenza a taglio e delle caratteristiche superficiali di una
discontinuità che governa la resistenza a taglio. In quest'ultimo caso, dovrebbe
essere riportata una descrizione accurata, comprendente il tipo e la scabrosità del
giunto, il tipo e lo spessore del materiale di riporto, nonché la presenza di acqua nel
giunto.
15.5.1 Obiettivo
(1) La prova brasiliana serve per misurare indirettamente la resistenza alla trazione
uniassiale di provini di roccia preparati.
15.5.2 Requisiti
(1)P Si deve conoscere l'orientamento del provino.
(2)P Oltre ai requisiti in 15.1.2, deve essere specificato quanto segue:
- dimensioni e orientamento del provino;
- metodo di prova.
(3)P La variabilità del metodo di prova richiede una prova duplice dei provini tagliati in
parallelo.
15.6.1 Obiettivo
(1) La prova di compressione triassiale serve per misurare la resistenza di provini cilin-
drici di roccia sottoposti a compressione triassiale. Alcune prove forniscono i valori
necessari per determinare l'inviluppo della resistenza. Da questo inviluppo, possono
essere determinati l'angolo di resistenza a taglio e la coesione intercetta.
(2) Generalmente, non sono presi provvedimenti per il drenaggio dell'acqua interstiziale,
né per la misurazione della sua pressione. In alcuni tipi di roccia (per esempio argilliti
e calcari porosi e creta (chalk)) e con certe condizioni, la pressione dell'acqua inter-
stiziale può influenzare i risultati. Per questi tipi di roccia si rendono necessari
sistemi avanzati di prove triassiali che consentano la misurazione della pressione
dell'acqua interstiziale e delle deformazioni volumetriche. Tali prove possono
includere tecniche di misurazione simili a quelle utilizzate per la resistenza a
compressione uniassiale in 15.1.
15.6.2 Requisiti
(1)P Oltre ai requisiti in 15.1.2, deve essere specificato quanto segue:
- dimensioni e orientamento del provino;
- metodo di prova.
A.1 Generalità
Prove
Revisione della stratigrafia in base alla (Retroazione)
variazione delle proprietà indice
Esecuzione Esecuzione
Valori misurati
Valutazione Valutazione
(Problema geotecnico/progetto)
Interpretazione e
selezione
A.3.1 Generalità
(1) Tutte le misurazioni necessarie per l'esecuzione delle prove dovrebbero essere
ricondotte a norme di misurazione attraverso una catena ininterrotta di tarature. Il
numero di collegamenti nella catena di tarature non dovrebbe essere maggiore di
quanto necessario per ottenere l'accuratezza richiesta.
(2) Gli strumenti di misurazione e l'attrezzatura di prova dovrebbero essere tarati o
ritarati da un'organizzazione esterna riconosciuta a livello nazionale, oppure interna-
mente dallo stesso personale del laboratorio impiegando campioni tarati di riferi-
mento.
(3) L'appendice B fornisce una panoramica della letteratura disponibile al pubblico su
questa materia.
A.4.1 Procedimento
(1) Procedimenti dettagliati sono in fase di elaborazione da parte del Comitato tecnico 5
"Laboratory testing" (ETC5) della Regional European Society of Soil Mechanics and
Foundations. Nel presente documento è riportata solo una parte dei punti principali.
A.4.2.3 Suddivisione
(1) Il terreno disaggregato dovrebbe essere miscelato accuratamente prima della suddi-
visione. Il processo di suddivisione dovrebbe essere ripetuto finché non sono
ottenuti campioni rappresentativi delle masse minime specificate da utilizzare come
provini.
Diametro 100 mm 4 kg
75 mm 3 kg
50 mm 500 g
38 mm 250 g
Notazione:
D Diametro massimo delle particelle in proporzione significativa (10% o più di massa secca).
S Particelle del terreno soggette a frantumazione durante la compattazione.
MMS Massa minima da prelevare per la vagliatura: vedere prospetto A.4.2.
NS Particelle del terreno non soggette a frantumazione.
*) La massa del provino dipende dal comportamento del terreno durante la prova.
**) Provini per la permeabilità con altezza pari a due volte il diametro.
prospetto A.4.4 Massa di terreno richiesta per prove su campioni non disturbati
A.4.4.4 Risaturazione
(1) Inizialmente, un provino ricompattato è sempre insaturo. La risaturazione è general-
mente richiesta prima delle prove e deve essere effettuata mediante uno dei metodi
riconosciuti di saturazione forniti nei procedimenti di prova per le prove di resistenza
a taglio o di compressibilità. La piena saturazione dovrebbe essere confermata
controllando il valore B.
A.4.5.2 Consolidamento
(1) La cella in cui il campione è consolidato dovrebbe essere sufficientemente grande
per fornire un provino, oppure un campione per la rifinitura, delle dimensioni richieste
dopo il consolidamento. Si dovrebbe provvedere al drenaggio del campione, senza
consentire l'uscita di particelle di terreno.
(2) Dopo avere versato il fango (slurry) nello stampo, il consolidamento iniziale
dovrebbe essere applicato mediante il solo peso della piastra superiore, finché le
estremità del provino non siano indurite sufficientemente per impedire la perdita di
materiale se si applica un ulteriore carico. La tensione verticale applicata per il
consolidamento dovrebbe essere sufficiente per consentire la manipolazione del
campione una volta consolidato e dovrebbe essere mantenuta per un tempo suffi-
ciente ad assicurare che il consolidamento sia sostanzialmente completo.
A.5.1 Generalità
(1) Nei documenti elencati nell'appendice B.5, sono riportati esempi di come eseguire
prove per la classificazione, l'identificazione e la descrizione dei terreni.
prospetto A.5.1 Numero minimo consigliato di campioni da sottoporre a prova nelle prove di Classificazione di uno
strato di terreno per progetti di Categoria geotecnica 2
no sì
Distribuzione granulometrica 4-6 2-4
Contenuto di acqua Tutti i campioni di Classe di qualità da 1 a 3
Prova dell'indice di resistenza Tutti i campioni di Classe di qualità 1
Limiti di Atterberg 3-5 1-3
Perdita al fuoco (per terreni organici e argillosi) 3-5 1-3
Densità apparente Ogni prova sull'elemento
Indice di densità Come appropriato
Densità delle particelle 2 1
Contenuto di carbonati Come appropriato
Contenuto di solfati Come appropriato
pH Come appropriato
Contenuto di cloruri Come appropriato
Grado di dispersione del terreno Come appropriato
Sensibilità al gelo Come appropriato
prospetto A.5.3 Numero minimo di provini di terreno da sottoporre a prova per uno strato di terreno - Prove di densità
per progetti di Categoria geotecnica 2
A.5.9.1 Generalità
(1) Alcuni terreni argillosi naturali si disperdono rapidamente in acqua a scorrimento
lento per erosione colloidale lungo crepe o altri canali di scorrimento. Tali terreni
sono altamente sensibili all'erosione e all'erosione sotterranea. La tendenza
all'erosione dispersiva di un terreno dipende dalla composizione mineralogica e
dalla composizione chimica dell'argilla, dai sali disciolti nell'acqua interstiziale del
terreno e dall'acqua di erosione. Le argille dispersive sono generalmente terreni ad
alto contenuto di sodio.
A.6.1 Generalità
prospetto A.7.1 Numero minimo di provini di terreno da sottoporre a prova per uno strato di terreno
Prova edometrica incrementale per progetti di Categoria geotecnica 2
prospetto A.8.1 Lista di controllo per prove dell'indice di resistenza di terreni argillosi
prospetto A.9.1 Numero minimo di provini di terreno da sottoporre a prova per uno strato di terreno
Prove di compressione triassiale per progetti di Categoria geotecnica 2
(per una prova raccomandata si intende una serie di 3 prove singole)
Prove per determinare l'angolo di attrito efficace
prospetto A.9.2 Numero minimo di provini di terreno da sottoporre a prova per uno strato di terreno
Prove di taglio diretto per progetti di Categoria geotecnica 2
(per una prova raccomandata si intende una serie di 3 singole prove)
A.10.3 Requisiti specifici per la prova dell'Indice di portanza della California (CBR)
(1) Possono essere eseguite prove in sito, ma quella in laboratorio costituisce il proce-
dimento definitivo.
(2) Le prove possono essere eseguite su materiale non disturbato o ricompattato.
(3) Il tenore d'acqua del terreno dovrebbe essere scelto come rappresentativo delle
condizioni di progetto per le quali i risultati delle prove sono richiesti.
(4) La prova CBR dovrebbe essere effettuata su materiale che filtra attraverso un vaglio
di prova di 20 mm. Se il terreno contiene particelle che sono trattenute nel vaglio da
20 mm, esse dovrebbero essere rimosse e pesate prima di procedere alla prepara-
zione del provino. Se la frazione trattenuta nel vaglio da 20 mm è maggiore del 25%
della massa della frazione passante il vaglio da 20 mm, la prova CBR non è appli-
cabile.
(5) Nel caso in cui si debbano fare indagini sul campo di contenuti d'acqua, l'acqua
dovrebbe essere aggiunta o rimossa dal terreno naturale dopo la disaggregazione. Il
campione non dovrebbe essere lasciato seccare.
(2) Nel prospetto A.11.1, l'indicazione di un'unica prova rappresenta una verifica della
conoscenza esistente. Se i nuovi risultati delle prove non hanno corrispondenza con
i dati esistenti, dovrebbero essere effettuate ulteriori prove.
A.13.1 Generalità
(1) Nei documenti elencati nell'appendice B.13, sono riportati esempi di prove per la
classificazione delle rocce.
(2) Per vari scopi, esistono sistemi di classificazione riconosciuti a livello nazionale e
internazionale. Per scopi di ingegneria, esistono sistemi di classificazione degli
ammassi rocciosi basati su metodi semi-numerici, come riassunto da Bieniawski
(1989) "Engineering Rock Mass Classification".
(3) La classificazione dell'ammasso roccioso basata sulle carote richiede il recupero più
elevato possibile di carote per l'identificazione di discontinuità e di possibili cavità. Il
disturbo della carota da parte del processo di perforazione dovrebbe essere ridotto
al minimo in quanto la maggior parte degli indici di qualità della roccia si riferisce alle
fratture riscontrate nelle carote.
(4) La maggior parte dei sistemi di classificazione si riferisce a carote e a campioni da
perforazione rotativa con diametro di almeno 50 mm. Per la maggior parte delle
prove, una lunghezza della carota non fratturata compresa fra 50 mm e 200 mm è
sufficiente per le prove sull'elemento.
A.14.1 Generalità
(1) Nei documenti elencati nell'appendice B.14, sono riportati esempi di prove per il
rigonfiamento delle rocce.
(2) Ove possibile, dovrebbero essere sottoposti a prova provini di roccia non disturbati,
in quanto la distribuzione spaziale ha un effetto importante sulle caratteristiche di
rigonfiamento. Quando il campione è troppo friabile o eccessivamente spezzettato
per consentire la preparazione, come il materiale di riporto per giunti, le prove
dell'indice di rigonfiamento possono essere effettuate su provini rimaneggiati e
ricompattati. I procedimenti utilizzati dovrebbero poi essere descritti nel resoconto.
(2) Il prospetto A.14.1 fornisce una linea guida per il numero minimo di prove di rigonfia-
mento richiesto per diverse dimensioni di provino. I suggerimenti si applicano a siti
con un rischio limitato di occorrenza di tipi di roccia soggetti a rigonfiamento. Per siti
con tipi di roccia più probabilmente soggetti a rigonfiamento, il numero di prove
A.14.2 Indice della pressione di rigonfiamento con variazione volumetrica pari a zero
(1) Nei documenti elencati nell'appendice B.14, sono riportati esempi di prove per
l'indice della pressione di rigonfiamento con variazione volumetrica pari a zero.
(2) L'apparecchiatura di prova può essere spesso una semplice cella edometrica per il
consolidamento del terreno.
prospetto A.14.1 Numero minimo di provini di roccia da sottoporre a prova in una formazione
Prove di rigonfiamento su rocce per progetti di Categoria geotecnica 2
A.15.1 Generalità
(1) Nei documenti elencati nell'appendice B.15, sono riportati esempi di prove per la
determinazione della resistenza del materiale roccioso.
prospetto A.15.1 Numero minimo di provini da sottoporre a prova per una formazione
Prove di compressione uniassiale, prove brasiliane e prove triassiali per progetti di Categoria
geotecnica 2
B.6.1 Generalità
BS 1377:1990 Methods for test for soils for civil engineering purposes - Part 3:
Chemical and electrochemical tests
Paletta da laboratorio
BS 1377:1990 Methods for test for soils for civil engineering purposes - Part 7:
Shear strenght test
Penetrometro tascabile
SN 670 350:1992 Essais sur les sols; penetromètre de poche et de laboratoire/Versuche
an Böden; Taschenpenetrometer, Taschen-und Laborflügelsonde
B.10.3 Requisiti specifici per la prova dell'Indice di portanza della California (CBR)
Nessun documento
B.13.1 Generalità
BS 5930:1981 Code of practise for site investigation. Section 8: Description and
classification of rocks for engineering purposes
B.14.3 Indice di deformazione da rigonfiamento per provini confinati radialmente con sovrac-
carico assiale
ISRM Suggested Methods For Determining Swelling and Slake-Durability Index
Properties. Test 2: "Suggested Method for Determination of the Swelling Strain Index for a
Radially Confined Specimen with Axial Surcharge"
B.15.1 Generalità
Nessun documento