Sei sulla pagina 1di 3

Dolci, banditi e coccodrilli

…domani saranno sette anni dalla notte della tua scomparsa. Forse dovrei fare qualcosa che tu adoravi
sorellina. Magari comprerò un dolce…so che li amavi tanto.

E così feci. In qualche modo, sorella, mi hai condotto da lei. Mai mi sarei sognato di andare alla pasticceria
del quartiere se non per qualche incarico di maestro Nurith.

Quella giornata era cominciata in maniera stranissima. Volevo onorare la memoria di mia sorella
comperando una torta. Le strade quel giorno erano particolarmente animate, avevo sentito dire dai chierici
di Nyr che al tempio di Alainn avrebbero ricevuto la visita di una persona. Qualcuno che aveva ricevuto i
doni direttamente dalla Dea. Che fosse per lei tutto questo trambusto?

Non ci feci troppo caso ero ancora assorto dai miei pensieri. Svoltai l’angolo del vicolo Panvar’t e mi trovai
davanti agli occhi uno spettacolo assolutamente assurdo: un grosso coccodrillo dalle scaglie
completamente bianche, ma non era albino, i suoi occhi avevano un colore celeste, quasi come quelli di
Lady Mahdi.

Se ne stava lì, immobile, mentre i passanti terrorizzati non sapevano se passargli accanto di gran corsa
oppure facendo piano per non farsi notare. Quella creatura era proprio di fronte alla porta della pasticceria.

All’inizio esitai a passargli vicino. Poi mi resi conto che doveva essere un animale addestrato e che forse il
proprietario sarebbe stato nei paraggi.

Mi feci coraggio ed entrai. Non si mosse nemmeno di un centimetro.

Mentre uscivo dalla pasticceria, una ragazza dai capelli candidi uscì contemporaneamente; ci incrociammo
proprio sull’uscio. In quel momento ebbi una sensazione stranissima, come se il mio cuore avesse
sussultato e, per un istante, fosse stato sgravato da un enorme peso.

Mi voltai per vederne il volto, ma la mia attenzione fu subito rubata dal pasticcere.

“Buongiorno Shaya” mi disse con il suo solito sorriso cordiale “Oggi ho preparato un dolce speciale per te”.

Lo ringraziai tanto e uscii con una bella torta alla menta decorata con foglie alimentari d’oro.

“Luna di smeraldi…” pensai tra me e me “oggi va meglio rispetto all’anno scorso”.

Superai il vicolo principale per addentrarmi in strade secondarie, non volevo stare in mezzo a tutta quella
confusione col rischio che mi urtassero e facessero cadere quel capolavoro.

Dopo pochi metri lo incontrai di nuovo: Il coccodrillo bianco e accanto a lui la ragazza dai candidi capelli
china verso un uomo.

Mi avvicinai anch’io. Stava prestando soccorso a un uomo ferito accasciato a terra.

“Ehi tutto bene qui? Sono un Omdaris, posso aiutare quest’uomo” dissi.

In quel momento non so proprio cosa successe: appena fui a un palmo di distanza da lei, il mio petto iniziò a
brillare e le mani della ragazza fecero lo stesso. I suoi occhi si inondarono del bagliore argenteo della luna.

Le ferite dell’uomo vennero immediatamente rimarginate.

La ragazza sembrava sorpresa quanto me.

Vidi il coccodrillo “bianco come il cocco egli l’accompagna…lieve come un fiocco…” sussurrai
“…il tuo cuore riconsegna…” le dissi alzando lo sguardo. Ci fissammo per un istante, ma sembrò durare
molto di più. Mi sentivo leggero, come se il peso del mio cuore fosse svanito in quel momento.

Il pover’uomo si alzò e ci ringraziò per l’aiuto. Ci disse che era stato derubato da alcuni uomini. Ce li
descrisse. Gli occhi della ragazza divennero bianchi come la luna.

“Sono andati di là” pronunciò.

“Tu resta qui” le raccomandai. Mi fece un sorriso compiaciuto “Non ci penso nemmeno” mi rispose.

Estrasse un arco di magnifica fattura e si lanciò all’inseguimento. Le corsi subito dietro, mentre il coccodrillo
con tutta calma seguì quella che ormai avevo capito essere la sua padrona,

Li trovammo nascosti in un vicoletto. Stavano contando le monete che avevano sottratto al vecchio.

Una freccia colpì il sacchetto inchiodandolo al muro.

“Ma che…” disse uno dei briganti. Non fece in tempo a estrarre l’arma che si trovò la manica impigliata al
muro inchiodata anch’essa da una delle frecce.

Però la ragazza ci sapeva fare.

Presi il chakram di zia Anni e lo scagliai contro la stretta parete del vicolo facendolo rimbalzare
velocemente. I banditi erano completamente paralizzati dalla paura. Questo mi diede il tempo di estrarre la
lancia e puntargliela dritta davanti alla gola.

Fu uno scontro veloce e vennero consegnati alla giustizia.

Prendemmo la refurtiva e tornammo indietro. Il coccodrillo ci aveva appena raggiunti con il suo fare
bonario e buffo.

Quando tornammo dal vecchio, questi era completamente sparito.

“Ma com’è possibile?” la torta che avevo comprato era ancora lì in terra, intatta nella sua scatola.

Diedi un’occhiata al sacchetto. Dentro non c’erano monete, ma un amuleto.

Quando lo vidi non riuscii a trattenere le lacrime: era lo stesso che la zia Anni aveva messo al collo a Salima
prima di sacrificarsi per noi.

“No…non è possibile…”

La ragazza mi guardò di nuovo negli occhi e il dolore sparì. Mi tese la mano.

“Io sono Nebula”

Mi asciugai le lacrime e strinsi la sua mano.

“Shaya”

“Forza Shaya non piangere, il sacchetto è vuoto, ma anche il vecchietto non è più qui, almeno non
reclamerà”.

“Vuoto? Ma no c’era dentro…” controllai di nuovo “…nulla…è vuoto…leggero come un fiocco…” le dissi con
un sorriso malinconico.

Cosa stava succedendo? Non potevo essere impazzito. Che fosse un segno del potente Nyr e la divina
Alainn o magari di Salima. Forse non lo saprò mai, ma questa ragazza ha qualcosa di speciale.

Camminammo per un tratto di strada assieme.


“Ecco Nebula…io sono arrivato. Questo è il tempio del sole dove mi sto addestrando come Omdaris”

Nebula fece un’espressione di meraviglia.

“Tu? Tu sei il sole?” quando me lo chiese il mio cuore saltò in gola. Mi sembrava di sentire Salima.

“Voglio dire, no chiaramente non sei il sole, ma tu hai i poteri…” non fece in tempo a finire la frase che il
mio corpo iniziò a brillare di una luce bianco dorata.

E lei fece lo stesso, ammantandosi del bagliore argento perlaceo della luna.

Non capivamo cosa stava succedendo.

“Ora devo andare Shaya. Devo raggiungere il tempio” mi disse allontanandosi.

Rimasi di sasso.

Era lei.

Era lei che stavano aspettando con così tanta impazienza al tempio…colei che aveva ricevuto i doni
direttamente dalla Dea Alainn…ed era…la mia luna.

Potrebbero piacerti anche