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GREEN ECONOMY

Si definisce economia verde (in inglese green economy), o più propriamente economia ecologica, un
modello teorico di sviluppo economico che prende origine da un'analisi bioeconomica del sistema
economico dove oltre ai benefici (aumento del Prodotto Interno Lordo) di un certo regime di produzione
si prende in considerazione anche l'impatto ambientale cioè i potenziali danni ambientali prodotti
dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione, passando per il loro
trasporto e trasformazione in energia e prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la
loro definitiva eliminazione o smaltimento. Tali danni spesso si ripercuotono, in un meccanismo tipico
di retroazione negativa, sul PIL stesso diminuendolo a causa della riduzione di resa di attività
economiche che traggono vantaggio da una buona qualità dell'ambiente come agricoltura, pesca,
turismo, salute pubblica, soccorsi e ricostruzione in disastri naturali.
Questa analisi propone come soluzione misure economiche, legislative, tecnologiche e di educazione
pubblica in grado di ridurre il consumo d'energia, di rifiuti, di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili,
metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al contempo un modello di sviluppo
sostenibile attraverso l'aumento dell'efficienza energetica e di produzione che produca a sua volta una
diminuzione della dipendenza dall'estero, l'abbattimento delle emissioni di gas serra, la riduzione
dell'inquinamento locale e globale, compreso quello elettromagnetico, fino all'istituzione di una vera e
propria economia sostenibile a scala globale e duratura servendosi prevalentemente di risorse
rinnovabili (come le biomasse, l'energia eolica, l'energia solare, l'energia idraulica), la
promozione/adozione di misure di efficientamento energetico e procedendo al più
profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale evitando il più possibile sprechi di
risorse. Si tratta dunque di un modello fortemente ottimizzato dell'attuale economia di mercato almeno
nei suoi intenti originari.
Nel 1911 Frederick Soddy (Matter and Energy) in contrasto con l'economia neoclassica (dipendente
dalla meccanica newtoniana) spiega la dipendenza economica-politica dai fondamenti
della termodinamica, ma in campo economico solo nel 1971 con Nicholas Georgescu-Roegen (The
Entropy Law and The Economic Process) e soprattutto nel 1973 con Herman Daly (Toward a Steady
State Economy) che introduce nel pensiero economico le scienze ecologiche e il fondamento operativo
del concetto di sostenibilità. Reiner Kümmel nel 2000 chiarisce scientificamente il modello di crescita
economica proposto teoricamente da Robert Solow evidenziando l'importanza
dell'energia (nel progresso tecnico) rispetto alla marginalità degli input di capitale e lavoro. L'aumento
di efficienza termodinamica diventa più evidente nella microeconomia d'impresa con l'aumento dei
margini di profitto, il lavoro utile generato da energia e materie prime incrementa la produttività a
maggiore beneficio delle società industriali; nasce così il Modello di Ayres-Warr (The Economic Growth
Engine) nel 2009. Jeremy Rifkin, nel 2011 (La terza rivoluzione industriale) e nel 2014 (L'internet delle
cose, l'ascesa del "commons" collaborativo e l'eclissi del capitalismo), teorizza una rivoluzionaria
economia verde e digitale.
L'idea di un'economia verde nasce dalla stesura nel 2006 del Rapporto Stern che propone un'analisi
economica che valuta l'impatto ambientale e macroeconomico dei recenti cambiamenti
climatici denunciandone il peso negativo sul PIL mondiale. Ad esso si associano le crescenti
preoccupazioni per l'esaurimento dei combustibili fossili col raggiungimento del cosiddetto picco del
petrolio ed il prezzo del greggio che supera nel luglio 2008 i 147 dollari al barile e l'aggravarsi quindi
del problema energetico globale. A pesare ulteriormente sul precario quadro ambientale sono anche le
analisi sullo sfruttamento delle risorse rinnovabili del pianeta che negli ultimi anni propongono un
consumo annuo mondiale superiore alle capacità del pianeta stesso di rinnovarsi intaccando
inevitabilmente le scorte disponibili.
Nel 2009 il presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama propone una serie di misure
economiche ed imprenditoriali pubbliche e private per dare un netto impulso allo sviluppo della
economia verde, come misura per rilanciare l'economia americana in profonda recessione. L'economia
verde si caratterizza sin dall'inizio come un nuovo modello di sviluppo che contrasta il modello
economico 'nero' basato sui combustibili fossili (come carbone, petrolio e gas naturale) servendosi della
conoscenza delle varie economie ecologiche che affrontano il problema dell'interdipendenza tra
l'economia umana e l'ecosistema naturale prendendo subito in considerazione l'effetto avverso
dell'attività economica sul cambiamento climatico e il recente riscaldamento globale.
Nel mezzo della crisi economica globale iniziata nel 2008 dall'aumento dei prezzi del petrolio, che
induce aumenti dei prezzi di molti alimenti, e il taglio dei consumi voluttuari, con la conseguente
recessione economica (causata anche dalla crisi dei mutui sub-prime in USA), l'organizzazione UNEP
chiese un accordo globale verde ("Global Green Deal"), che avrebbe incoraggiato i governi a sostenere
la graduale trasformazione verso un'economia più verde, ossia ecologica (UNEP, 22 ottobre del 2008).
L'economia verde include la generazione di energia verde basata sull'energia rinnovabile come
sostituto per i combustibili fossili e il risparmio energetico grazie all'efficienza energetica.
Essa si considera in grado sia di creare lavori verdi che di assicurare una crescita economica reale,
sostenibile prevenendo problematiche ambientali quali l'inquinamento ambientale, il riscaldamento
globale, l'esaurimento delle risorse (minerarie ed idriche), e il degrado ambientale.

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