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1. Politically correctness e cancel culture: Stiamo esagerando? Sono problematiche etc.

(trattare casi
concreti come quello recente di Dave Chapelle p.e.)
2. I vari referendum (giustizia ed eutanasia; onestamente meh, mi sembra un po’ cheap come cosa)
3. Libero arbitrio vs determinismo: quanto un essere umano ha controllo sulle proprie azioni?
Quanto è determinato in anticipo? Quali le sue responsabilità relativamente a quanto compie?
Siamo liberi e padroni del nostro destino e di conseguenza tutto o gran parte di quello che ci
succede e che raggiungiamo è attribuibile, nel bene o nel male, a noi stessi? (con focus particolare
su etica, diritto, politica, valutazioni morali; p.e., il sistema giudiziario dovrebbe/potrebbe cambiare
qualora si affermasse che l’uomo è determinato nelle sue azioni? Se sì come?)
4. Il mito del self made man; è vero oppure no? In che misura? (si potrebbe anche collegare
riflessione sulle affirmative actions) (si può fare collegamento con libero arbitrio e determinismo e
concezione sistema penale)
5. Diritti umani e diritto/dovere intervento in paesi stranieri; paesi più avanzati economicamente e a
livello di diritti sociali/civili etc., avrebbero un diritto/dovere d’intervento in altri paesi dove si
verificano gravi e sistemiche violazioni di diritti umani fondamentali? Esempio kurdistan, l’attuale
triangolo Usa-China-Taiwan, afghanistan, guerre jugoslave etc.
6. Giustizia riparativa e concezione sistema penale; come concepiamo il criminale? Come qualcuno
che sempre e comunque autonomamente decide di compiere un reato oppure come un individuo
che può essere anche portato a farlo anche per fattori sociali, economici ed ambientali? Via di
mezzo? In virtù di ciò che fine dovrebbe avere la pena? Retributizione, prevenzione e difesa
collettiivtà o rieducazione? Tutti e tre ma con uno prevalente? La giustizia riparativa potrebbe
essere una soluzione efficace per la criminalità e la rieducazione? Anche nel caso di situazioni
estremi come omicidi e violenze sessuali?
7. Real politik e Macron e scelte etiche (anche a livello statali): Secondo una scena della serie TV
Good Place che tratta il problema di compiere scelte morali ed etiche nella società attuale, al
giorno d’oggi la realtà è diventata così complessa che è sempre più difficile fare ciò che è giusto e
non cadere “nel peccato”; si pensi, partendo dal livello individuale, a come sia quasi impossibile
non arrivare a consumare o acquistare prodotti di multinazionali o aziende legate ad accuse o
condanne di violazione dei diritti umani (Nike, Nestlè,la gran parte dei prodotti di origine cinese,
per citarne alcune); ma anche a livello statale è difficile perseguire politiche che possono sì portare
a un benessere economico o generale alla collettività a cui ci si riferisce ma allo stesso tempo
comportano l’immischarsi anche in questo con realtà ed altri stati di moralità dubbia o
controversia; si pensi alla Germania e all’oleodotto contrattato con la Russia; Macron e la sua
stessa affermazione di Realpolitik relativamente all’acquisto di armi da parte di Al-Sisi e lo
“sbeffeggiamento” al Caso Regeni; si pensi anche, dal lato dello sport e intrattenimento, la
situazione di club di calcio di proprietà in maggioranza o esclusiva di Stati non completamente a
posto dal punto di vista dei diritti umani (PSG, Manchester City, Newcastle e Arabia Saudita) e la
stessa World Cup del 2022 (Alcuni stati hanno minacciato di boicottarla per lo scandalo relativo ad
accuse di schiavismo)
È giusto e inevitabile che continuiamo, sia come individui che come collettività, a perseguire questo
tipo di comportamento oppure esiste un’alternativa? In ambito internazionale, bisognerebbe
troncare completamente rapporti con realtà o stati accusati e condannati per violazione di diritti
umani o altri gravi crimini oppure mantenere un dialogo (anche se non proficuo) nella speranza di
riusicre a cambiarli o anche soltanto per mantenere, in un’ottica più cinica, il benessere economico
che ne deriva?
8. Società e pessimismo; un assesment su quanto abbiamo realizzato come società umana; se siamo,
come hanno detto alcuni filosofi, la società del “pessimismo” e della “morte degli ideali” oppure no;
se sì quali i fattori che ci hanno portato a questo punto e come risolvere la situa (avevo già trattato
l’argomento nel dibattito sulla salute mentale ma solo come domanda marginale)
9. Laboratorio filosofico sullo stato
a. Può esistere una società senza leggi?
b. Le gerarchie sono necessarie per le comunità umane?
c. Obbligazioni morali paesi più avanzati economicamente o culturalmente
d. Se potessi cominciare una società da zero, come la faresti??
e. A quanto potrebbe/dovrebbe arrivare uno Stato per proteggere i propri cittadini?
f. Quale dovrebbe essere il ruolo del governo, quali i suoi limiti?
g. La povertà in una società è inevitabile?
h. come potrebbe essere un’utopia, come funzionerebbe e continuerebbe ad esistere?
i. Quale dovrebbe essere l’obiettivo dell’umanità?
j. La società potrebbe esistere senza il denaro?
k. Cosa potrebbe succedere se un guadagno massimo fosse imposto?
l. Reddito universale di cittadinanza?
m. Privatizzazione vs statalizzazione settori economici.
10. Ambiente e transizione ecologica? È possibile (non so, magari troppo tecnico come argomento e
bisogna avere particolari competenze economiche per trattarlo imo)

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