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Se l'ora vorrai sapere, un mandolino dovrai tenere

Lo straordinario orologio solare a forma di mandolino

Nicola Severino - www.nicolaseverino.it aprile 2006

Penso che la gran parte di noi appassionati di gnomonica


abbiamo cominciato ad esplorare questa interessante sfera
del tempo, catturati dal silenzioso movimento dell'ombra
dello gnomone sul quadro di un orologio solare quasi sempre
murale. Poi, pian piano, abbiamo fatto conoscenza con i
diversi tipi di strumenti escogitati dai maestri gnomonisti
dall'antichità ad oggi e, dopo anni, non finiamo mai di
meravigliarci davanti all'estro artistico e al genio inventivo di
tanti autori che hanno proposto infinite soluzioni per
misurare il tempo per mezzo dell'ombra di uno gnomone.
Ricordo ancora tutta la mia meraviglia quando sfogliai il libro
di Oddi Muzio da Urbino del 1614 e vidi il modo di fare un
orologio solare sotto uno zoccolo di legno...Oggi tutti
abbiamo visto le invenzioni più bizzarre nel proporre gli
orologi solari. Tra i più simpatici e speciali ci sono gli anelli
astronomici, il prosciutto di Portici che vanta duemila anni di
storia, i coltelli, i cucchiai, gli zoccoli, le croci, giusto per
ricordarne qualche esemplare. Tra questi alcuni sono rari,
come quello a forma di prosciutto che resta unico e mai più
riprodotto nella storia e quelli a forma di zoccolo di cui forse
ne esiste un solo esemplare oltre al disegno di Muzio.
L'orologio che presentiamo in questa breve nota non è
affatto meno bizzarro degli altri elencati, ma appartiene alla
categoria dei rarissimi in quanto probabilmente non ce ne
sono in giro più di un paio di esemplari. Si tratta di un
orologio solare a forma di mandolino che possiamo con
sicurezza collocarlo nella categoria degli orologi "dittici",
cioè quelli formati da due tavolette incernierate per un lato
in modo da utilizzare una superficie verticale e l'altra
orizzontale.

L'invenzione di questo strumento come orologio solare risale


ai tempi di Oddi Muzio e ciò dimostra quanto quell'epoca sia
stata significativa nello sviluppo di una simbiosi gnomonica-
artistica sempre più ampia e suggestiva, almeno fino alla
fine del XVII secolo. Le informazioni storiche in proposito
sono davvero poche se non inesistenti. Tutto si basa su un
esemplare disegnato e descritto più di un secolo fa, ma
procediamo con ordine. In un articolo dal titolo Dial Dealings
2002, pubblicato sul BSS Bulletin, vol. 15, del marzo 2003,
Mike Cowham descrive alcuni orologi solari rari e tra questi
un esemplare del tipo a mandolino che sembra sia stato
oggetto di qualche asta per molti anni. Lo strumento è
realizzato in avorio ed è attribuito a Hans Troschel, un
giovane costruttore di orologi solari di Norimberga, che lo
fece probabilmente (come riporta Cowham) tra il 1614 e il
1634.

Qui sotto l'orologio a forma di mandolino descritto da Cowham nel BSS


Bulletin e attribuito ad Hans Troschel.
Da BSS Bulletin, vol 15, march 2003
E' costruito per una latitudine di 51 gradi e risale ai primi decenni del
XVII secolo.
Come si vede dalla figura sopra, lo strumento ricalca bene la
forma di un mandolino, ma essenzialmente si tratta di un
orologio solare del tipo "dittico". E' formato da un quadrante
verticale ed uno orizzontale con le ore astronomiche intere e
punti di mezzore, con un unico "assostilo" formato da un filo
che congiunge i due quadranti e la bussola ricavata nel vano
orizzontale. Uno strumento molto semplice e dalla
manifattura artistica qualitativamente non delle migliori
della sua epoca. Per pura curiosità, Cowham riporta che
questo strumento si vende per 4,600 sterline! Stando alle
dimensioni della bussola, l'orologio-mandolino non dovrebbe
essere più grande di una decina di centimetri e dovrebbe
stare comodamente nel palmo di una mano.

L'unico altro riferimento trovato su questo strano tipo di


orologio solare è quello presentato per la prima volta da Ch.
En. Guillaume nel 1891 in un articolo dal titolo Les Cadrans
Solaires pubblicano nella rivista francese "La Nature", n. 931
del 4 aprile 1891 e poi tradotto in inglese e pubblicato su un
supplemento di Scientific American, n. 810 dell'11 luglio
1891. L'articolo di Guillaume fa seguito ad una sua
precedente nota su due curiosi orologi solari, uno in forma di
anello astronomico e l'altro a forma di orologio cubico
portatile. Nella sua seconda nota Guillaume descrive un
quadrante solare da viaggio del tipo anello astronomico
realizzato da Butterfield e il curioso orologio solare a forma
di mandolino. L'unico dato certo è che lo strumento
disegnato da Guillaume (vedi figura sotto) reca la data del
1612 e lo stile dei disegni e soprattutto del piccolo
quadrante in alto sul lato aperto verticale, fanno pensare
che Hans Troschel di Norimberga c'entri qualcosa. Anzi, che
possa considerarsi il probabile "inventore" di questa
categoria di orologi solari, considerato che la data ivi
impressa e quella proposta da Cowham per l'altro strumento
simile visto sopra, praticamente coincidono.

Qui sotto si vede l'immagine con buona risoluzione


pubblicata da Guillaume e riprodotta poi in Scientific
American e fino ad oggi nell'enciclopedia virtuale "Wikipedia"
in internet. Da "Scientific American", Gutemberg Project
(vedi link sotto)
Un véritable bijou, un admirable bibelot, ausii intéressant
comme ouvre d'art que comme instrument d'astronomie,
scrive Guillaume presentando questo curioso orologio.
Specifica che si tratta di uno strumento gnomonico del tipo
"cubico" cioè "ad angolo orario" e ne da una breve nota
teorica attraverso la spiegazione della figura seguente
in cui c'è la teoria dell'orologio "dittico" che non staremo a
ripetere perchè ben nota a tutti gli appassionati. La forma
del mandolino comporta la difficoltà di posizionare lo
strumento correttamente nel piano orizzontale senza che
questo abbia degli spostamenti a causa della forma ovale
della "cassa" armonica. Questo inconveniente è stato risolto
applicando una placca d'argento orizzontale nella parte
inferiore della cassa e curvando a forma di L il manico del
mandolino in modo da avere un punto di appoggio
sufficientemente stabile. Dall'analisi fatta, Guillaume indica
che l'orologio fu costruito per una latitudine di circa 48° 1/2,
molto prossima a quella di Parigi. Inoltre egli rileva che la
bussola fu realizzata con una declinazione magnetica
orientale di circa 8° 1/2 e che questa corrisponde alla
declinazione magnetica orientale di Parigi per l'anno 1612.
Dal canto nostro possiamo dire che le parti gnomoniche dello
strumento sono essenzialmente poche e semplici. Nella
figura proposta da Guillaume si vede al n. 1 lo strumento
completo e chiuso con il disco calendariale; al n. 3 la
bussola, con le lettere S.OR.M.OC. che significano
Settentrione, Oriente, Meridione, Occidente; al n. 2 lo
strumento aperto per mezzo dei ganci visibili nella fig. 1. e
in posizione per la lettura delle ore. Sulla placca verticale vi
è disegnato un piccolo orologio verticale ad ore
astronomiche il cui stile ricorda un po' quelli che si vedono
ancora oggi sui campanili delle chiese bavaresi; per questo
piccolo orologio serve da gnomone il filo obliquo e parallelo
all'asse terrestre dal suo punto d'impianto fino alla piccola
perlina. Sotto vi è disegnato il prolungamento dello stesso
orologio solare, sempre ad ore astronomiche, ma completo
delle sette curve di declinazione con gli spazzi tra le linee
orarie colorati. Per questo serve la lunghezza del filo
gnomone e per le curve di declinazione la proiezione
dell'ombra della perlina sul quadro. In questo secondo
quadrante le ore vanno dalle 9 del mattino alle 3 del
pomeriggio. Sono state sacrificate le altre linee orarie per
ampliare lo spazio del quadrante con l'intento di rendere più
chiara e leggibile l'estensione del calendario con le sette
curve diurne. E' evidente quindi la funzione del piccolo
orologio soprastante che completa la numerazione oraria
fino alle 6-6. Poi c'è la data di costruzione, 1612 ed una
fascia sottostante che riporta ancora la numerazione oraria
tra le 10 e le 2 del pomeriggio per rendere ancora più facile
la lettura. La parte orizzontale comprende un fondo per la
bussola ed una placca con inciso un semplice orologio
orizzontale con le ore dalle 4 del mattino alle 8 del
pomeriggio. Funge la gnomone ancora il filo testo e parallelo
all'asse terrestre.

L'articolo pubblicato su Scientific American nel luglio del


1891 (quindi solo tre mesi dopo), non è altro che una
traduzione inglese del testo di Guillaume con le stesse figure
e niente quindi aggiunge a quanto è stato già detto.

La testata di Scientific American. Una copia completa può esser eletta


sul progetto Gutemberg: http://www.gutenberg.net

Abbiamo aggiunto quel poco che si sa su questo curioso


strumento gnomonico, soddisfando la nostra curiosità e,
speriamo, quella dei lettori. La fantasia degli gnomonisti, in
special modo dalla Rinascenza al XVIII secolo, ha dato vita a
curiosi e bellissimi capolavori artistici. Come Guillaume ha
rilevato, ci piace pensare che questo mandolino gnomonico
era in voga ancora quando erano in vita personaggi come
Galileo e Keplero e che destava la loro curiosità proprio
come ora accade a noi. E lo slogan del titolo si fa sempre più
forte e chiaro...se l'ora vorrai sapere, un mandolino dovrai
tenere

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