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Cognome: Barison

Nome: Martina
U N ITÀ
LA MISURA DELLE
1 GRANDEZZE FISICHE

1 La fisica e il mondo
Dalla filosofia naturale alla scienza
Da sempre gli esseri umani osservano l’Universo che li circonda e cercano di
comprenderne i meccanismi: il moto degli astri, l’alternarsi delle stagioni, la for-
za del vento e dell’acqua, le proprietà della materia...
Nell’antichità l’osservazione dei fenomeni naturali era considerata una bran-
ca della filosofia, e a occuparsene erano grandi filosofi come Parmenide, Pitago-
ra e Aristotele.
Fino al XIX secolo ciò che oggi chiamiamo scienza prendeva il nome di filoso-
fia naturale e comprendeva le moderne fisica, chimica e biologia.

Galileo e il metodo sperimentale

FineArt/Alamy
Il padre della moderna scienza è lo scienziato pisano Galileo Galilei (1564-
1642) [FIGURA 1]. Prima di lui altri studiosi, come Copernico e Stevin, avevano
fatto scoperte importanti, ma fu Galileo il primo a enunciare i principi del me- o FIGURA 1
todo scientifico, detto anche metodo sperimentale. Ritratto di Galileo con in mano un
In base a questo metodo le leggi della natura devono essere indagate per mez- cannocchiale (1636).

zo di esperimenti e verifiche, e non dedotte dalle Sacre Scritture o dai testi dei
grandi filosofi del passato. Se un’affermazione non può essere verificata con un
esperimento, essa non può essere accettata [FIGURA 2].
Il metodo sperimentale prevede quattro fasi:
. osservazione del fenomeno;
. formulazione di un’ipotesi;
. verifica sperimentale dell’ipotesi;
. conclusioni: se l’ipotesi è confermata dagli esperimenti, diventa una legge. In
caso contrario, viene scartata.

Granger Historical Picture Archive/Alamy

Le grandezze fisiche
Compiere un esperimento vuol dire anzitutto effettuare delle misure.
Se per esempio percorriamo un campo a piedi contando i nostri passi, pos-
siamo misurare quante volte una quantità nota (il passo) rientra in una quantità
ignota (la lunghezza del campo): il passo è la nostra unità di misura.
o FIGURA 2
Misurare significa scegliere un’unità di misura, confrontare l’unità di mi- Nel Sidereus Nuncius (1610) Galileo
sura scelta con la grandezza da misurare e contare quante volte l’unità è riporta come appare la Luna attraverso il
contenuta nella grandezza. suo cannocchiale, mostrando che la sua
superficie non è liscia come si pensava.

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2 Le unità di misura
e il Sistema Internazionale
Ogni paese aveva le proprie unità di misura
In ogni città c’è un mercato, e al mercato chi compra e chi vende ha bisogno di
almeno tre unità di misura: di massa (per frutta, verdura, farina…), di volume
(per vino, olio…) e di lunghezza (per stoffe, corde…).
Fino al XVIII secolo ogni nazione aveva le proprie unità di misura, spesso ba-
sate su parti del corpo umano o oggetti di uso comune: si misurava in braccia,
palmi, pollici, passi, pertiche, barili, carri…
Purtroppo queste unità erano tutte diverse, e il braccio fiorentino, per esempio,
non coincideva con quello veneziano [FIGURA 1]. Questo creava una grande con-
fusione nei commerci e anche nelle comunicazioni tra scienziati di diversi paesi.

Venezia Firenze
g FIGURA 1
Fino al XVIII secolo non esistevano unità
di misura internazionali valide in tutto
il mondo: al braccio corrispondevano
lunghezze diverse in città diverse.
6 ,3 ccm
68
68,3 m 58
5
58,3
8,3
3 ccm
m

Il Sistema Internazionale FAI ATTENZIONE

Al tempo della Rivoluzione francese (fine del XVIII secolo) si decise di superare Il sistema si chiama decimale perché è
basato sui multipli di 10.
queste differenze e di creare un sistema di unità di misura che avesse fondamen-
Molti sistemi di uso pratico erano invece
ti razionali, come suggerivano le nuove idee dell’epoca, e che fosse universale. basati sui multipli e sottomultipli di 12.
Questo sistema prese il nome di sistema metrico decimale; alla base del siste-
ma vennero poste un’unità di lunghezza, il metro, e una di massa, il kilogrammo. TABELLA 1
Nel tempo questo sistema si è perfezionato e arricchito di nuove unità, in par-
Grandezze fisiche fondamentali
ticolare con l’introduzione del secondo come unità di misura del tempo; nel del Sistema Internazionale
1978 è definitivamente entrato in vigore col nome di Sistema Internazionale di Nome Unità di misura Simbolo
unità di misura (SI). Esso è utilizzato da quasi tutti i paesi del mondo, e da tut- lunghezza metro m
ti gli scienziati [TABELLA 1]. massa kilogrammo kg
tempo secondo s

Grandezze fondamentali e derivate temperatura kelvin K


intensità
La TABELLA 1 contiene le unità di misura delle grandezze fondamentali. Le gran- corrente elettrica
ampere A
dezze fisiche ricavate da quelle fondamentali sono dette grandezze derivate. Per intensità
candela cd
esempio, la velocità di un’auto è il rapporto fra la distanza percorsa e il tempo luminosità
impiegato a percorrerla; l’unità di misura della velocità è quindi il rapporto fra quantità di
mole mol
sostanza
l’unità di misura della distanza e quella del tempo.

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3 Lunghezze, aree
GUARDA!

e volumi
I multipli e i sottomultipli del metro
Se vogliamo andare in auto da Bologna a Padova e chiediamo a Google Maps TABELLA 1

quanto è lungo il percorso, la risposta che otteniamo è 116 km. Perché la distan- Multipli e sottomultipli del metro
za è espressa in kilometri e non in unità del SI, cioè in metri? Perché 116 000 m Nome Simbolo Valore in metri
è più scomodo da usare di 116 km. kilometro km m
Per misurare lunghezze molto grandi o molto piccole usiamo rispettivamente ettometro hm m
multipli e i sottomultipli del metro. Per esempio, misuriamo le viti in millimetri decametro dam m
e i batteri in micrometri. Il millimetro e il micrometro sono due sottomultipli metro m m
del metro: 1 millimetro è un millesimo di metro, cioè 1 mm = 0,001 m, e un mi- decimetro dm , m
crometro, o micron, è un milionesimo di metro, cioè 1 m = 0,000001 m. centimetro cm , m
Per le distanze astronomiche usiamo come unità di misura l’anno-lu- millimetro mm , m
ce, cioè la distanza percorsa dalla luce in un anno; l’anno-luce equivale a micrometro µm , m
9 460 000 000 000 000 m, cioè a circa diecimila miliardi di kilometri. Per esem- nanometro nm , m
pio, la galassia di Andromeda è distante circa 2,5 milioni di anni-luce dalla Ter-
ra. L’anno-luce non fa parte del SI.
Nella TABELLA 1 sono riportati alcuni multipli e sottomultipli del metro.

La misura di aree
L’area di una superficie è il prodotto di due lunghezze. Nel SI la lunghezza si
esprime in metri, perciò l’unità di misura delle aree è (metro) (metro), cioè 1 cm
metro quadrato (simbolo m2). Un metro quadrato (1 m2) è l'area di un quadrato

1 cm
di lato 1 m. Allo stesso modo, 1 cm2 è l'area di un quadrato di lato 1 cm.
1 m = 100 cm

Calcoliamo quanti cm2 ci sono in un m2 [FIGURA 1]. Poiché 1 metro equivale


a 100 centimetri, si ha: (1 m)2 = (100 cm)2 = (100 cm) (100 cm) = 10 000 cm2.

1 m2 equivale a 10 000 cm2


1 m = 100 cm

Poiché 1 cm = 0,01 m, vale anche l’uguaglianza: o FIGURA 1


In ogni riga e in ogni colonna ci sono 100
(1 cm)2 = (0,01 m)2 = (0,01 m) (0,01 m) = 0,0001 m2 quadratini, quindi l’area del quadrato è di
100 100 quadratini, cioè 10000 cm2.
ESEMPIO Se il piano di una scrivania rettangolare ha l’area di 12 850 cm2, per
ottenere l’area in m2 spostiamo la virgola a sinistra di 4 posti: A = 1,2850 m2.

Nella FIGURA 2 sono riportate le formule per il calcolo delle aree di alcune figu-
re geometriche.

rettangolo quadrato triangolo trapezio cerchio


b

h h h r
b l b a
2 b·h (a + b) · h g FIGURA 2
A=b·h A=l A= A= A= · r2
2 2 Aree di alcune figure geometriche.

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La massa e l’inerzia
Misure di massa
e tempo
Un uomo spinge una macchina di massa 800 kg rimasta in panne. Riesce a muo-
verla senza troppa difficoltà [FIGURA 1]. Se invece prova a spingere un furgone di
massa 3500 kg, non ci riesce.
g FIGURA 1
Più grande è la massa del veicolo, più
difficile è muoverlo.
800 kg 3500 kg

TABELLA 1

Multipli e sottomultipli del kilogrammo


Valore in
Nome Simbolo
kilogrammi
La massa ci dà la misura di quanta materia è contenuta in un corpo ed esprime tonnellata t kg
la sua inerzia, cioè la tendenza del corpo a rimanere nello stato di quiete o di
quintale q kg
moto in cui si trova.
kilogrammo kg kg
La massa è una proprietà intrinseca di un corpo, non dipende cioè dalle parti-
colari condizioni in cui esso si trova, per esempio dalla sua temperatura. ettogrammo hg , kg

Nel SI la massa si misura in kilogrammi (kg). Per misurare masse molto pic- grammo g , kg
cole o grandi utilizziamo i sottomultipli o i multipli del kg [TABELLA 1]. Per esem- milligrammo mg , kg
pio i dosaggi di alcuni medicinali vengono espressi in microgrammi, mentre un microgrammo µg , kg
aereo di linea può avere una massa di più di 100 tonnellate.

La bilancia a bracci uguali


FAI ATTENZIONE
Lo strumento che permette di misurare le masse è la bilancia a bracci uguali.
Essa è costituita da un’asta rigida che può oscillare attorno al suo punto centra- La tonnellata e il quintale sono di uso
comune, ma non fanno parte del SI.
le. Agli estremi dell’asta sono appesi due piattelli. Quando i piattelli sono vuoti,
l’asta è ferma in posizione orizzontale: il sistema è in equilibrio [FIGURA 2]. La bi-
lancia permette di misurare la massa di un oggetto per confronto con una o più
masse campione: se si mette un corpo su uno dei due piattelli, per ripristinare l’e-
quilibrio bisogna mettere un corpo anche sull’altro. Si dice che i due corpi han-
no la stessa massa quando l’asta torna in posizione orizzontale.

1,5 kg
g FIGURA 2
Nell’immagine di sinistra, la bilancia è in
equilibrio: i due piattelli sono vuoti.
Nell’immagine di destra, la bilancia è in
equilibrio con 1,5 kg sul piatto di sinistra:
possiamo concludere che le mele hanno
una massa di 1,5 kg.

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5 La densità
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di una sostanza
La concentrazione della materia
Consideriamo 5 cubi di volume uguale (1 m3) ma costituiti da sostanze diverse
[FIGURA 1]. Se confrontiamo le loro masse, troviamo valori molto differenti. Per
esempio, un metro cubo di ferro ha una massa di 7800 kg, che è quasi tripla di
quella del cubo di alluminio e circa 8 volte quella dell’acqua. Ciò significa che la
materia è più concentrata in certe sostanze che in altre.

ferro alluminio acqua benzina gas butano


1m
1m

1m 2700 kg 1000 kg 720 kg 1,29 kg


7800 kg

Per questo motivo è utile introdurre una grandezza fisica che dipende sia dalla o FIGURA 1

massa della sostanza sia dal volume che tale massa occupa: questa nuova gran- Le sostanze che in un dato volume
contengono più materia sono più dense.
dezza si chiama densità.

A parole, in simboli, con i numeri Che cosa dice la formula?


A PAROLE La densità di una sostanza è il rapporto tra la sua massa e il volu- La densità di una sostanza, in unità
me che occupa. del SI, ci dice qual è la massa di
un metro cubo di quella sostanza.
IN SIMBOLI massa (kg) Per esempio, sapendo che il ferro
kg
densità c 3 m m
m d= V ha densità 7800 kg/m3 e il legno
volume (m3) di quercia ha densità 750 kg/m3,
Unità di misura: nel SI la densità si misura in kg/m3 (si legge «kilogrammo al possiamo dire che un metro cubo di
metro cubo»). Indichiamo la densità con la lettera d. ferro ha massa 7800 kg mentre un
metro cubo di legno di quercia ha
CON I NUMERI Se un oggetto ha massa 54 kg e occupa un volume di 0,02 m3, la massa 750 kg.
densità della sostanza di cui è fatto è: Nel linguaggio di tutti i giorni
54 kg 54 kg 3 diciamo che «il ferro è più pesante
d=
0,02 m3
=
0,02 # m3 = 2700 kg/m del legno». Per essere corretti,
Se un oggetto, fatto della stessa sostanza del precedente, ha una massa di 82 kg,
dovremmo dire che è «più denso».
vuol dire che il suo volume è:
V = m/d = 82 kg/ 2700 kg/m3 = 0,03 m3

La densità è una caratteristica intrinseca delle sostanze omogenee, cioè una ca-
ratteristica che dipende dalla particolare sostanza di cui è fatto un oggetto. Per
esempio, la densità del rame è la stessa per un filo, per una pentola o per qualun-
que altro oggetto di rame.

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6 La notazione
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scientifica
La notazione scientifica
La distanza Terra-Sole è circa 149 miliardi di metri (149 000 000 000 m);
il diametro dell’atomo di idrogeno è circa un decimiliardesimo di metro
(0,000 000 000 1 m).
In fisica abbiamo spesso a che fare con numeri molto grandi o molto piccoli.
Questi numeri sono scomodi da leggere e ancora più scomodi se dobbiamo fare
dei calcoli. Perciò si preferisce scriverli utilizzando la notazione scientifica.

La notazione scientifica è un modo di esprimere un numero b molto


FAI ATTENZIONE
grande o molto piccolo attraverso il prodotto di un numero compreso tra
1 e 10 e una potenza di 10. I numeri 5,97 1024 e 1,0 10 14 sono scritti
Il numero viene scritto nella forma in notazione scientifica. Non lo è il numero
66,7 1010, perché 66,7 è maggiore di 1
b = a 10n ma non è minore di 10. Neanche il numero
dove n è un numero intero positivo o negativo e a è tale che: 3,5 43 è scritto in notazione scientifica,
1 a < 10 perché 43 non è una potenza di 10.

Per esempio come si esprime il diametro dell’atomo di idrogeno in metri


(0,000 000 000 1 m) in notazione scientifica?
Per scrivere il numero nella forma a 10n, bisogna trovare il valore di a e quel-
lo di n.
Per trovare a, mettiamo la virgola dopo la prima cifra diversa da zero e scri-
viamo 1,0. Abbiamo spostato la virgola di 10 posti a destra, cioè abbiamo molti-
plicato per 1010.
Per riottenere il numero di partenza dobbiamo moltiplicare per 10 10; quindi 0,000 000 000 1
10 posti a destra
l’esponente n è uguale a - 10 [FIGURA 1].
1,0
Possiamo scrivere:
0,000 000 000 1 m = 1,0 10 10
m 10–10

Come si esprime la distanza Terra-Sole in metri (149 000 000 000 m) in notazio- o FIGURA 1
ne scientifica? Spostare la virgola a destra di 10
posti significa moltiplicare per 1010.
Anche in questo caso il numero deve essere del tipo a 10n. Per trovare a, Moltiplicando 1,0 per 10 10 si ottiene il
mettiamo la virgola dopo la prima cifra e scriviamo 1,490 000 000 00 m. Abbia- numero 0,0000000001.
mo spostato la virgola di 11 posti a sinistra: in pratica abbiamo moltiplicato il
numero per 10 11. 149 000 000 000
11 posti a sinistra
Per riottenere il numero di partenza dobbiamo moltiplicare per 1011; quindi 1,49 000 000 000
l’esponente n è uguale a 11 [FIGURA 2].
1011
149 000 000 000 m = 1,49 1011 m
o FIGURA 2
Spostare la virgola a sinistra di 11
ESEMPIO La distanza Terra-Sole espressa in kilometri in notazione scientifica è: posti significa moltiplicare per 10 11.
149 000 000 000 m = 149 000 000 km = 1,49 108 km Moltiplicando 1,49 per 1011 si ottiene il
numero 149000000000.

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7 Gli errori nelle misure


Errori accidentali e sistematici
Un pendolo oscilla fra due punti A e B [FIGURA 1]. Vogliamo misurare con un cro-
nometro il tempo che impiega per fare un’oscillazione completa (andata e ritor-
no). Facciamo partire il cronometro quando il pendolo è nel punto A e lo fermia-
mo quando ritorna in A. La misura fatta in questo modo è piuttosto grossolana,
perché è difficile avviare il cronometro nell’istante preciso in cui il pendolo inizia
la sua oscillazione e fermarlo quando il pendolo ritorna esattamente nel punto
A. Inoltre, potrebbero esserci altri errori; per esempio, siamo sicuri che le oscil- A B
lazioni siano tutte identiche?
Ogni volta che si effettua una misura si introducono degli errori che possono
essere di due tipi. o FIGURA 1
Un pendolo.
Gli errori accidentali, o casuali, sono imprevedibili e possono essere per ecces-
so o per difetto. Nell’esempio del pendolo, la misura potrebbe essere falsata da
una corrente d’aria che fa aumentare o diminuire il tempo di un’oscillazione. RE
SET STA
RT
IT/ /S
TO
PL
Gli errori sistematici si ripetono sempre allo stesso modo, sempre per difet-

S
stop watch

P
to o sempre per eccesso. Per esempio, un righello di plastica che è stato espo- MO A

sto al calore e si è dilatato fornisce sempre una misura sbagliata per difetto.

Il risultato di una misura e l’errore assoluto MODE

Ogni misura è affetta da errori. Per questo motivo, quando comunichiamo a


qualcuno il risultato di una misura, dobbiamo fornire due informazioni:
o FIGURA 2A
il valore della grandezza misurata; Il cronometro ha una sensibilità di 1/100 s.
la stima dell’errore che potremmo aver commesso nel determinare il valore,
detto errore assoluto. d FIGURA 2B
Nei casi più semplici, l’errore assoluto coincide con la sensibilità dello strumen- Il righello ha una sensibilità di 1 mm.
to, che è la variazione minima che lo strumento permette di rilevare. Per esem-
pio, se misuriamo un intervallo di tempo con un cronometro che è in grado di
misurare il centesimo di secondo, l’errore assoluto è 0,01 s [FIGURA 2A]. A una 3 4 5 6
lunghezza misurata con un righello che ha la sensibilità di 1 mm è associato un
errore assoluto di 1 mm, ovvero 0,1 cm [FIGURA 2B].

Il risultato di una misura si scrive x ± ea, dove x è il valore della misura e


ea l’errore assoluto.
FAI ATTENZIONE

ESEMPIO Con il righello misuriamo una lunghezza l di 2,7 cm. Il risultato L’errore assoluto viene sommato o sottratto
al valore, quindi deve avere la stessa unità
della misura è: l = 2,7 cm ± 0,1 cm. di misura, in questo caso cm.

In altre parole, il risultato dice che la stima migliore che possiamo dare della lun-
ghezza misurata è 2,7 cm, ma per via degli errori essa potrebbe avere un valore
qualsiasi compreso tra 2,6 (cioè 2,7 – 0,1) e 2,8 (cioè 2,7 + 0,1) cm.
Il risultato della misura può essere scritto in uno dei seguenti modi:
l = 1,7 cm ± 0,1 cm l = (1,7 ± 0,1) cm 1,6 cm # l # 1,8 cm

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8 Errori sulle misure indirette


e cifre significative
Errori sulle misure indirette
Il calcolo degli errori che abbiamo visto nella lezione precedente riguarda il caso
della misura diretta di una grandezza fisica. Vediamo ora come si calcolano gli
errori in una misura indiretta, cioè in una misura che richiede di misurare al-
tre grandezze e poi compiere delle operazioni tra le misure trovate. Per esempio,
per misurare la densità dobbiamo misurare la massa e il volume e poi calcolar-
ne il rapporto.
Distinguiamo fra grandezze che si calcolano mediante somme o differenze e
grandezze che si calcolano mediante quozienti o prodotti.

Somma e differenza di grandezze


Se indichiamo con G la grandezza che ci interessa e con A e B le due grandezze
di cui facciamo la somma o la differenza, abbiamo:
G = A + B oppure G = A B
In entrambi i casi i singoli errori assoluti si sommano:

errore assoluto su G = errore assoluto su A + errore assoluto su B ea (G) = ea (A) + ea (B)

s=b+h
ESEMPIO Se la base di un rettangolo è stata misurata con l’errore assoluto
ea (b) = 0,2 cm e l’altezza con l’errore ea (h) = 0,1 cm, l’errore sulla misura del
semiperimetro, che è la somma della base e dell’altezza [FIGURA 1], è: h

ea (b + h) = ea (b) + ea (h) = 0,3 cm

Quoziente e prodotto di grandezze b

Consideriamo ora i casi del quoziente o del prodotto di due grandezze A e B: o FIGURA 1
A Il semiperimetro di un rettangolo è la
G = B oppure G = A · B somma della base e dell’altezza.
In questo caso si sommano gli errori relativi e non quelli assoluti:

errore percentuale su G = errore percentuale su A + errore percentuale su B er (G) = er (A) + er (B)

ESEMPIO La massa di un oggetto è stata misurata con l’errore del 3% e il vo-


lume con l’errore del 2%. L’errore relativo sulla densità è:
er (d) = er (m) + er (V) = 0,3 + 0,02 = 0,05
che corrisponde a un errore percentuale del 5%. b c

Le due regole enunciate valgono anche se una grandezza G è ottenuta combinan-


do più di due grandezze.
a
ESEMPIO Se ogni lato di un triangolo è misurato con l’errore assoluto p=a+b+c

ea = 0,1 cm, l’errore assoluto sul perimetro [FIGURA 2] è: o FIGURA 2


Il perimetro di un triangolo è la somma
ea (p) = 3ea = 3 cm
dei tre lati.

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