Sei sulla pagina 1di 1

CONCEZIONE STOICA DEL COSMO:

Vengono distinti dagli stoici due principi nel mondo: un principio attivo, il logos, ragione, e
un principio passivo, la materia, che è plasmata dal logos; l’ordine del cosmo è generato
attraverso questi due principi, entrambi corporei. Il primo viene concepito dagli stoici stessi
come fuoco, che viene chiamato, anche, pneuma, spirito, soffio caldo, identificato come
Zeus. Il cosmo è vivente, è finito e sferico, non contiene vuoto, ma ne è circondato. Il
medesimo vuoto rappresenta, a sua volta, uno dei quattro elementi incorporei che gli stoici
riconoscono, assieme quindi al luogo, al tempo e all’infinito.
La concezione stoica dell’origine del mondo deriva da una distinzione della materia,
suddivisa nei quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco). Questa generazione è, però, un
processo ciclico: quando gli astri, nel corso del tempo, tornano nella medesima posizione
occupata in principio, avviene una conflagrazione, una manifestazione improvvisa e
violenta della materia, chiamata ecpirosi, ossia “grande incendio”, che determina
periodicamente la fine di tutto in un Fuoco cosmico, da cui si ottiene una rinascita, o
paligenesi, in cui viene rigenerato un nuovo mondo, copia perfetta del precedente attraverso
cicli evolutivi corrispondenti ad un anno platonico, ossia circa 15.000 anni solari.
Possiamo affermare che, in realtà, il cosmo per gli stoici è ordinato in modo benefico nei
confronti dell’umanità: esso è, infatti, organizzato antropocentricamente, ossia attorno
all’uomo che, però, riesce a vivere il logos in maniera cosciente, in quanto grazie alla
ragione solo l’uomo può fare delle scelte etiche. L’anima e il corpo sono, infatti, per gli
stoici, un tutt’uno ma, quando il corpo cessa di vivere, l’anima non si disgrega, bensì torna
nel logos. Nell’anima, essi individuano più parti efficienti: quella più importante, collocata
nel cuore, viene chiamata Egemonico, o principio direttivo, che non solo governa le altre
parti (i cinque sensi, il principio spermatico e il linguaggio), ma è il loro stesso generatore.
Nell’Egemonico hanno luogo tutti i processi psichici umani, come l’istinto, che spinge
all’azione, ma deve essere sempre sottoposto al controllo della ragione.

UROBORO:
L’Uroboro è la rappresentazione di un serpente intento nel mordere ed inghiottire la propria
coda. La seguente figura rappresenta simbolicamente, sotto forma animalesca, l’immagine
del cerchio indicante l’eterno ritorno, ossia l’esistenza di un nuovo inizio subito dopo ogni
fine. Inoltre, il cerchio viene anche associato all’immagine del serpente che da sempre
cambia pelle, di conseguenza, ringiovanendo. Perciò esso rappresenta la metafora espressiva
di una riproduzione ciclica, come quella citata in precedenza, trattante il cosmo, come la
morte e la rinascita, la fine del mondo (ecpirosi) e la creazione (paligenesi)

Potrebbero piacerti anche