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Oggi, in una situazione di crisi profonda e irreversibile della maggioranza, tutte le forze che non
si riconoscono nel disegno politico berlusconiano degli ultimi 16 anni , hanno il dovere di rilanciare
la loro iniziativa. Certo il panorama non è incoraggiante: se la destra populista e carismatica è
in una crisi molto profonda, la sinistra non sta meglio e il tanto invocato terzo polo ha ancora
contorni poco chiari sia in termini di soggetti che dovranno dargli vita, sia in termini di valori e
progetti che dovranno dettarne il percorso.
Un'innovazione organizzativa
L’Italia è un Paese malato ed è un paese vecchio. La classe dirigente politica, imprenditoriale e
sindacale ha abbondantemente superato i 50 e i 60 anni ed è figlia - nella stragrande maggioranza
dei casi - delle consorterie, delle burocrazie, delle reti familistiche. In Italia tutto si muove secondo
il principio della cooptazione basata sulla fedeltà al capo di turno e non sul merito, le differenze, le
conoscenze, le intelligenze, la voglia di innovare e progettare il futuro. Quella dei “giovani e del
rinnovamento”, è da troppo tempo solo un esercizio retorico che scade un attimo dopo esser stato
enunciato. Non si tratta di enunciare buone intenzioni, quindi, per un futuro indistinto ma volontà
concreta di procedere speditamente a sburocratizzare, a rinnovare segreterie e gruppi
dirigenti, ad imboccare la strada di un reale ricambio generazionale.
Per questo, partendo da una articolazione territoriale, e considerando l’esiguità del numero dei
tesserati che il PSI ha a tutti i livelli, inclusa la nostra Provincia, possiamo e dobbiamo cominciare a
ragionare in termini di omogeneità territoriale e di interessi, che non possono più essere in
un’ottica locale, ma quanto meno provinciale se non interprovinciale.
Una nuova concezione del Partito passa dal divenire promotore di piattaforme programmatiche e
di discussione, “Laboratori” per innovare e rilanciare un’elaborazione sociale e culturale in grado
di aprire una larga discussione nel centro sinistra e soprattutto con tutti quei cittadini che vogliono
partecipare al dibattito politico indipendentemente dall’avere o no un partito come riferimento.
La nuova organizzazione che proponiamo per il PSI nel territorio livornese passa proprio dalla
consapevolezza dell'eseguità delle risorse umane a nostra disposizione, che ci impone serietà nella
costituzione degli organismi anche evitando di moltiplicarli a dismisura, e dalla parallela
esiguità delle risorse economiche, che dovrà vedere una più snella presenza di strutture sui
territori ad iniziare dall’esigenza per Livorno città di avere un'unica struttura. Dovremo pertanto
pensare a forme aggregative diverse, come blog o quant’altro simile, e più ampie rispetto alle
classiche sezioni che non riescono più ad attrarre nuovi iscritti, soprattutto tra le giovani
generazioni. Non siamo nella condizione di creare strutture territoriali che si comportino come
“mini partiti” a se stanti rispetto al livello provinciale, trasformandoli in momenti di conta interna
per contrapporsi eventualmente a quello.
Dobbiamo stringere rapporti organizzativi diversi, laddove ne esiste la necessità, con i comuni
della provincia di Pisa o di Grosseto, le cui amministrazioni lavorano già in sinergia, al punto
da pensare in modo interprovinciale.
Il congresso non deve prevedere, quindi, farraginosi modelli organizzativi, linguaggi e logiche
vecchie e obsolete ed il rinnovamento generazionale deve essere la condizione essenziale per un
percorso del partito proiettato al 2014 ed oltre.
Ciò significa la valorizzazione di donne ed uomini, esprimendo oggi candidature giovani per il
governo del Partito e quelle per le prossime elezioni amministrative e politiche, quindi per le
future eventuali rappresentanze nel governo degli enti.
Occorre pertanto realizzare organismi pronti ad intervenire sul momento nel dibattito politico che si
viene a creare, un organismo provinciale che sia collegato ai territori e che li rappresenti, con una
segreteria composta da quattro membri (tre espressione dei territori ed il segretario) e da un
laboratorio delle idee (ex direttivo) che veda al suo interno la segreteria, gli amministratori e
gli eletti (che più di ogni altro hanno il sentore della macchina amministrativa) e rappresentanti di
coloro che ogni giorno vivono la società. In questo quadro potrà esserci un diverso ruolo del
direttivo che nella sua rappresentatività dei territori assumerà un ruolo nella definizione di linee
di valenza territoriale.
In un quadro programmatico e organizzativo come quello presentato riteniamo che possa esserci le
condizioni per un rilancio del nostro Partito, in un quadro di autonomia programmatica e di
iniziative, rinunciando però ad un’autosufficienza anacronistica che troppi danni ha prodotto
negli anni scorsi; inoltre, la voce che uscirà pubblicamente dal dibattito interno al partito non
dovrà essere contraddetta fino a screditare il partito stesso, come troppe volte avvenuto.
- Noi siamo favorevoli al nuovo Ospedale a Montenero. Perché il nuovo plesso ospedaliero ha
una valenza provinciale e deve quindi essere raggiungibile il più facilmente possibile da tutta la
Provincia. L’ospedale attuale per i costi di ristrutturazione e di gestione, oltre che per la sua
collocazione non è più proponibile. La costruzione del nuovo ospedale non deve però comportare
una diminuzione dei servizi nei due ospedali di Cecina e Piombino che invece devono integrare un
quadro di servizi sanitari efficaci per tutta la Provincia. Essenziale, però, è che prima sia adeguato il
Piano del traffico della Città di Livorno, che altrimenti sarebbe soffocata, anche attraverso la
realizzazione di nuove infrastrutture.
- I socialisti ritengono che l'economia provinciale debba investire con più convinzione sul
nuovo modello di sviluppo basato sull’integrazione delle nostre eccellenze: cultura,
agricoltura, industria, commercio e turismo (i misfatti del governo nazionale lo stanno a
dimostrare).
In questi anni, in tema di industrializzazione si è andati verso un progressivo depauperamento
del nostro territorio, per incapacità strategica a puntare su innovazione e compatibilità
ambientale ed a metterla in relazione col nuovo modello di sviluppo. Un nuovo processo di
industrializzazione non significa però non rafforzare i processi di valorizzazione delle risorse del
nostro territorio in chiave di promozione del turismo e delle produzioni agricole locali che
rappresentano un eccellenza a livello mondiale.
Una politica miope e di corto respiro ha messo le due questioni in sciocca e sterile antitesi, senza
coglierne i vantaggi dell'integrazione. E' dunque importante mettere in atto politiche di
attrazione degli investimenti nazionali e internazionali per rendere questo territorio
nuovamente competitivo, facendo aumentare l'occupazione che la crisi degli ultimi due anni ha
messo a fortissimo rischio. In questo senso occorre guardare anche a nuovi modelli di attrazione
degli investimenti e di gestione delle aree produttive, coinvolgendo le realtà imprenditoriali locali
e guardando ad altre zone d’Italia, più dinamiche delle nostre, che hanno introdotto significativi
esempi di innovazione. Occorre puntare con forza ad una rete di piccole e medie imprese
industriali, artigianali, commerciali e dei servizi che devono essere aiutate a crescere nel numero,
nel fatturato, nell’occupazione e nelle dimensioni perché sono la vera grande ricchezza della
produzione italiana.
- Occorre vigilare in modo preciso le varie società di servizi che pullulano nella nostra provincia,
prestando rigore ai conti affinché possano collocarsi con trasparenza e competitività sul mercato.
- Nella nostra provincia vi sono due porti importanti che già tra di loro si "parlano" e fanno sistema:
crediamo che questa sinergia debba in qualche modo svilupparsi più produttivamente e che la
portualità non sia solo una questione provinciale ma che coinvolga altre realtà regionali come
Carrara, al fine di tornare a diventare un’area di logistica marittima di importanza internazionale.
- Occorre avere presente che le politiche di sviluppo si intrecciano in un contesto assai più ampio
dei confini dei singoli comuni e, quindi, occorre operare in un logica comprensoriale per ritrovare
sinergie operative tra i vari Comuni ed Enti, favorendo logiche di programmazione integrata che
siano propedeutiche alla eliminazione di eventuali sprechi ed inefficienze e che rendano omogenee
le regole e gli iter autorizzativi tra comuni limitrofi
- Gestire la cultura secondo una visione strategica almeno provinciale: nel territorio vi sono
fondazioni ed enti, in alcuni casi sono eccellenze di livello nazionale, che debbono essere messe in
rete, così come, abbiamo importanti strutture che non vengono adeguatamente gestite ed utilizzate.
E' che è necessario ridisegnare il profilo del tutto ed armonizzare, rispettando ovviamente le
specificità, ma puntando a vitali sinergie, in ragione degli effetti moltiplicatori, tutti di segno
positivo, per l’economia generale di ciascun territorio: dati scientifici (fonte Federculture)
dimostrano che ogni euro investito in attività culturali qualificate rende dieci volte tanto.
Conclusioni
Dunque c'è spazio per riaprire la partita, per far tornare i socialisti in maniera forte sulla scena
nazionale e locale. Oggi più che mai, a fronte del progressivo sfaldamento del bipolarismo italiano,
è importante che le forze riformiste ritrovino il centro della scena politica.
Nel nostro territorio serve più coraggio e autonomia. L'alleanza con il PD è per noi strategica ma
non subalterna. Vogliamo anche affermare con altrettanta chiarezza che il PSI dovrà ricercare una
maggiore autonomia e una maggiore capacità di iniziativa. Dobbiamo coinvolgere chi nel PD come
nei Radicali Italiani e come negli altri partiti che fanno riferimento all’area laica e
liberaldemocratica, per favorire un rinnovamento vero del centro sinistra italiano.
Questa capacità di iniziativa dovrà esplicitarsi con iniziative e campagne tematiche, incontri
pubblici, dibattiti, presenza nei social network e quant’altro potrà servire ad accendere discussioni.
Dobbiamo stare di più nelle piazze, nelle fabbriche, nelle associazioni.
Occorre rilanciare le nostre proposte con e tra la società, anche attraverso la creazione di
associazioni tematiche che abbiano una vocazione ampia e inclusiva, che siano in relazione con il
sentire del partito e con un interfaccia mediatico sulla rete che permetta di avvicinare più persone,
specialmente tra i giovani. Passa anche di qui la capacità di vivere il presente con gli strumenti
che questo oggi fornisce, in modo consapevole e di prospettiva.
Delibera congressuale
Il congresso approva ll’unanimità il documento del segretario.
Inoltre viene dato mandato, su proposta del segretario regionale , al compagno Aldo Repeti, quale
coordinatore e referente della zona Livorno-Collesalvetti , di gestire la questione della propria zona
seguendo le direttive del documento stesso. Altre ipotesi organizzative non sono compatibili col
deliberato congressuale. Viene accolta l’ipotesi di integrare , su proposta dello stesso Aldo Repeti, il
direttivo provinciale , raggiunto il fine di tale mandato.