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12

CAPITOLO

[numerazione araba] [numerazione devanagari] [numerazione cinese]

I LIMITI

NON PUÒ FARE PIÙ FREDDO DI COSÌ!


Non c’è limite al caldo, ma esiste un limite al
freddo. La temperatura più bassa teoricamente
raggiungibile nell’Universo si definisce «zero as-
soluto» ed è pari a –273,15 °C.

Perché il termometro non può scendere


sotto lo zero assoluto?

La risposta a pag. 765


TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

1. GLI INTORNI
● Il termine topologia Esponiamo alcune nozioni fondamentali della topologia dell’insieme R dei nume-
significa «studio del luogo» ri reali riguardanti loro particolari sottoinsiemi. Poiché esiste una corrispondenza
e deriva dalla parola greca biunivoca tra R e i punti di una retta orientata r, detta retta reale, possiamo iden-
topos che significa appunto
«luogo». tificare ogni sottoinsieme di R (insieme numerico) con un sottoinsieme di punti
della retta r e quindi parlare anche di topologia della retta.

● Un intervallo è un sot- Gli intorni di un punto


toinsieme di numeri reali
che corrisponde a una semi- DEFINIZIONE
retta (intervallo illimitato)
o a un segmento (intervallo
Intorno completo
Dato un numero reale x 0, si chia- δ1 δ2
limitato) della retta reale.
Un intervallo può essere ma intorno completo di x 0 un
x0 – δ1 x0 x0 + δ2
chiuso o aperto, a seconda qualunque intervallo aperto I (x 0 )
che gli estremi apparten-
contenente x 0 :
gano o meno all’intervallo.
Parlando di punto di un I (x 0 ) = ] x 0 - d1; x 0 + d2 [, Ι(x0)
intervallo intenderemo sia il con d1, d2 numeri reali positivi.
numero reale, sia il punto
del segmento che lo rappre-
senta. ESEMPIO
Se x 0 = 1, l’intervallo aperto I = ]0; 3[ è un intorno completo di 1. In questo
caso d1 = 1 e d2 = 2, perché possiamo scrivere:
I = ]1 - 1; 1 + 2[.
0 1 3 Questo intorno ha ampiezza (x0 + d2) - (x0 - d1) = d1 + d2 = 1 + 2 = 3.

Ð1 1 2 Anche ] - 1; 2 [ e E 1 ; 4; sono intorni completi di 1.


2
1
––
21 4 Quando d1 = d2, il punto x 0 è il punto medio dell’intervallo. In questo caso parlia-
mo di intorno circolare di x 0.
DEFINIZIONE
Intorno circolare
Dato un numero reale x 0 e un δ = raggio
numero reale positivo d, si chiama
intorno circolare di x 0, di raggio d,
x0 − δ x0 x0 + δ
l’intervallo aperto I d(x 0) di centro
Ιδ(x0)
x 0 e raggio d:
I d(x 0 ) = ] x 0 - d; x 0 + d[.
2 2
L’intorno circolare del punto 5 di raggio 2 è ]5 - 2; 5 + 2[, ossia ]3; 7[.
3 5 7
Ι2(5) Poiché l’intorno circolare di x 0 di raggio d è l’insieme dei punti x ! R tali che
x 0 - d 1 x 1 x 0 + d,
● Ricorda che A (x) 1
è equivalente a cioè tali che - d 1 x - x 0 1 d, possiamo anche scrivere:
- k 1 A (x) 1 k
e viceversa.
Id (x0) = $ x ! R x - x0 1 d. .

716
PARAGRAFO 1. GLI INTORNI TEORIA

Per gli intorni completi e circolari di un punto x 0 vale la seguente proprietà.


PROPRIETÀ
L’intersezione e l’unione di due o più intorni di x 0 sono ancora degli intorni
di x 0 .

L’intorno destro e l’intorno sinistro di un punto


Dato un intorno di un punto x 0 , talvolta interessa considerare soltanto la parte
dell’intorno che sta a destra di x 0 oppure quella che sta a sinistra.
In generale, dato un numero d ! R+, chiamiamo:

• intorno destro di x 0 l’intervallo I+d (x 0 ) = ]x 0 ; x 0 + d[;

• intorno sinistro di x 0 l’intervallo I-d (x 0 ) = ]x 0 - d; x 0 [.

b Figura 1
x0 – δ x0
intorno sinistro di x0
Ι–δ(x0) ● Per esempio:
Ι+δ (x0)
intorno destro di x0
x0 x0 + δ 1
intorno
destro di 1
intorno
sinistro di 1
Per esempio, l’intervallo ]2; 2 + d[ è un intorno destro di 2; l’intervallo ] -5; -3[ Ι–(1) Ι+(1)
è sia un intorno sinistro di -3, sia un intorno destro di -5.

Gli intorni di infinito


Dati a, b ! R, con a 1 b, chiamiamo:
• intorno di meno infinito un qualsiasi intervallo aperto illimitato inferiormente:

I (- 3) = @- 3; a6 = " x ! R x 1 a, ;

• intorno di più infinito un qualsiasi intervallo aperto illimitato superiormente:

I (+ 3) = @b; + 36 = " x ! R x 2 b, .

Si definisce inoltre intorno di infinito l’unione tra un intorno di - 3 e un intorno


di + 3 , cioè:

I (3) = I (- 3) , I (+ 3) = " x ! R x 1 a 0 x 2 b, .

● La scrittura 3, priva di segno, indica contemporaneamente sia -3 che +3. Quindi, se si


vuole indicare solo +3, bisogna esplicitamente scrivere il segno + davanti al simbolo 3.

Analogamente al caso di un punto reale x 0 , possiamo parlare di intorno circolare


di infinito:

Ic (3) = @- 3; - c 6 , @c; + 36 (c ! R+).

717
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

I punti di accumulazione
● Il termine accumula- DEFINIZIONE
zione indica che i punti di A Punto di accumulazione
si addensano intorno a x0.
Si dice che il numero reale x 0 è un punto di accumulazione di A, sottoinsie-
me di R, se ogni intorno completo di x 0 contiene infiniti punti di A.

ESEMPIO
Consideriamo l’insieme:

1 2 3 4 5 6 n 0
A = &0, , , , , , , f, , n ! N.
2 3 4 5 6 7 n+1
All’aumentare di n, i corrispondenti valori di A si avvicinano al valore 1,
come si può osservare dalla tabella:

n 10 100 1000 10 000 f

n 10 100 1000 10000


= 0, 90 = 0, 9900 = 0, 999000 = 0, 9999000 f
n + 1 11 101 1001 10001

È possibile verificare che il punto 1 gode della seguente proprietà: comunque


scegliamo un intorno completo di 1 (anche di raggio molto piccolo), questo
● Osserva che il punto 1 è contiene infiniti elementi di A. Quindi 1 è un punto di accumulazione di A.
punto di accumulazione di Per esempio l’intorno ]0,9; 1,1[ del punto 1 contiene infiniti punti di A:
A, ma non appartiene ad A.
10 11 12
, , ,f
11 12 13
100 101 102
L’intorno ]0,99; 1,01[ contiene altri infiniti punti di A: , , ,f
101 102 103
E così via.
c Figura 2 Disegniamo
alcuni punti dell’insieme 0,99 1 1,01 1,1
A contenuti in ] 0,9; 1,1 [.
0,9 10 –––
––– 11 –––
12
Ingrandiamo poi la figura e 11 12 13
disegniamo alcuni punti di
A, contenuti in ] 0,99; 1,01 [.
Questo procedimento può
essere ripetuto considerando 0,99 100 ––––
–––– 101 ––––
102 1 1,01
101 102 103
un intorno con raggio preso
piccolo a piacere.

Ogni punto di un intervallo è di accumulazione per l’intervallo stesso. Anche gli


estremi dell’intervallo sono suoi punti di accumulazione.

● Si dimostra che è equivalente alla definizione data dire che x0 è punto di accumulazione di A
se ogni intorno completo di x0 contiene almeno un elemento di A distinto da x0.

718
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = < TEORIA
0

2. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = <
0

Sia D un sottoinsieme di R. Consideriamo la funzione f : D " R, y = f (x) e sup-


poniamo che il suo grafico sia quello rappresentato nella figura 3.
● Negli esempi che consi-
y y dereremo, D sarà spesso un
intervallo o un’unione di
f(x) f(x) intervalli.

, = f(x0)
,

f(x)

O x0 x x O x x x x
→ → 0 →

a. Nel caso di una funzione f come b. Possiamo porci la stessa domanda


quella disegnata in figura vediamo anche nel caso in cui x0 è punto di
che, se x si avvicina a x0, allora f(x) si accumulazione per D, ma x0 Ó D e
avvicina a , = f(x0). quindi l’espressione f(x0) non
ha significato. A quale valore , si
avvicina f(x) quando x si avvicina a x0? c Figura 3 Quando x si avvi-
cina a x0, f(x) si avvicina a ,?

Introduciamo uno strumento matematico che permetta di descrivere con precisione


la proprietà che vediamo nella figura 3: più scegliamo x vicino al valore x 0 e più la sua
immagine f (x) si avvicina a un certo valore l. ● Vedremo che l può coin-
cidere con f (x 0 ), ma può
Consideriamo, per esempio, la funzione, definita in D = R - {3}: anche essere diverso.
2x2 - 6x
y = f (x) = .
x-3
Vogliamo studiare il comportamento della funzione vicino al punto x 0 = 3.
Osserviamo che f (x) non è definita in 3, quindi non ha senso considerare f (3).
Cerchiamo allora a quale valore l si avvicina la funzione quando x si approssima
al valore 3.
Diamo alla variabile x dei valori che si avvicinano sempre più (per eccesso o per
difetto) a 3 e calcoliamo le loro immagini f (x).

x f(x) x f(x)
2,9 5,8 3,1 6,2
2,99 5,98 3,01 6,02
2,999 5,998 3,001 6,002
2,9999 5,9998 3,0001 6,0002
f f f f
m Tabella 1 m Tabella 2

Vediamo che quanto più x si avvicina a 3, tanto più f (x ) si avvicina al valore 6.

Più in generale, se prendiamo un qualunque valore di x in un intorno di 3 sempre


più piccolo, allora f (x) si trova sempre più vicino a 6, cioè si trova in un intorno di
6 sempre più piccolo. Per comodità, consideriamo degli intorni circolari.

719
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

Possiamo allora dire che, se consideriamo un qualunque intorno circolare di 6 di


ampiezza f, che indichiamo con If (6), esiste sempre un intorno di 3 i cui punti x
(con x ! 3) hanno immagine f (x ) contenuta in If (6).
Infatti i punti dell’intorno If (6) sono quei valori di f(x) per cui si ha:
2x 2 - 6 x
f (x) - 6 1 f , ossia - 6 1 f.
● Ricordiamo che i punti x-3
di un intorno circolare
I f(x 0 ) sono i numeri reali x Svolgendo i calcoli, otteniamo:
tali che x 0 - f 1 x 1 x 0 + f
ossia x - x 0 1 f . 2x 2 - 6x - 6x + 18 2 (x 2 - 6x + 9)
1f" 1f"
x-3 x-3
● Stiamo studiando il (x - 3) 2 f f f
" 2$ 1 f " x - 3 1 "- 1 x - 3 1 ,
comportamento di f(x) in x-3 2 2 2
un intorno di 3, ma non in
3, quindi possiamo conside- f f
cioè 3 - 1 x 1 3 + . Quindi le soluzioni della disequazione sono i punti
rare x ! 3 e semplificare. 2 2
f f
● L’ampiezza dell’intorno dell’intorno I (3) = E3 - ; 3 + ;.
di 3 dipende dalla scelta 2 2
dell’intorno di 6. Riassumendo: per ogni f 2 0 esiste un intorno I (3), che dipende da f, tale che per
ogni x ! I (3), con x ! 3,
f (x) - 6 1 f .

Diciamo allora che «per x che tende a 3, f (x ) ha limite 6» e scriviamo:


lim f (x) = 6 .
x"3

● Come abbiamo visto, non è necessario che il punto x 0 = 3 appartenga al dominio D della
funzione, ma poiché dobbiamo considerare le immagini di punti sempre più vicini a x 0 , occor-
re che la funzione sia definita in questi punti. Ciò significa che x 0 deve essere un punto di accu-
mulazione per D.

In generale possiamo dare la seguente definizione.


DEFINIZIONE

Limite finito per x che tende a x0 y y = f(x)


Si dice che la funzione f (x ) ha per ,+ε
limite il numero reale l, per x che f(x)
tende a x 0 , e si scrive ,
f(x)–, <ε
, Ðε
lim f (x) = l ,
x " x0

quando, comunque si scelga un


● La validità della condi- numero reale positivo f, si può
zione f (x) - l 1 f pre- O x0 x1 x
determinare un intorno completo
suppone che f (x) sia defi- I di x0 tale che risulti Ιε(x0)
nita in I (escluso al più x0).
Il punto x 0 è di accumula-
zione per il dominio della l - f 1 f (x) 1 l + f , ossia f (x) - l 1 f ,
funzione. Non ci interessa il
valore che la funzione f (x) per ogni x appartenente a I, diverso (al più) da x 0.
assume eventualmente in x 0.

720
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = ᐍ TEORIA
0

In simboli la definizione di xlim


"x
f (x) = l si può formulare così:
0

6f 2 0 7I (x 0) f (x) - l 1 f, 6x ! I (x 0), x ! x 0 . ● 6 significa comunque,


per ogni; 7 significa esiste;
significa tale che.
Il significato della definizione
Nella definizione appena data, considerando f, pensiamo a valori che diventano
sempre più piccoli. Diremo che f è preso «piccolo a piacere».
Inoltre, se esplicitiamo il valore assoluto nell’espressione f (x) - l 1 f , otteniamo

- f 1 f (x) - l 1 f " l - f 1 f (x) 1 l + f,

ossia f( x) appartiene all’intorno ]l - f; l + f[.

Interpretiamo la definizione
La definizione dice che l è il limite di f (x ) se, fissato un f qualsiasi, anche «molto
piccolo», troviamo sempre un intorno di x 0 tale che, per ogni x ! x0 di quell’intor-
no, f (x ) appartiene a ]l - f; l + f[, cioè f (x ) è «molto vicino» a l (figura 4).
. Figura 4

y y y

ᐉ+ε ᐉ+ε
f(x) ᐉ+ε
ᐉ f(x) ᐉ
ᐉ f(x)
ᐉ–ε ᐉ–ε
ᐉ–ε

O x0 x x O x0 x x O x x0 x
{

{
Ι Ι Ι
a. Fissiamo ε > 0. Individuiamo un b. Se riduciamo ε, troviamo un c. Più piccolo scegliamo ε, più piccolo
intorno I di x0 tale che intorno di x0 più piccolo. diventa, in genere, l’intorno I.
f(x) 僆 ]ᐉ – ε; ᐉ + ε[ per ogni x 僆 I.

La verifica
Per eseguire la verifica del limite xlim
"x
f (x) = l , applichiamo la definizione.
0

ESEMPIO

Verifichiamo che lim (2x - 1) = 3 .


x"2

Dobbiamo provare che, scelto f2 0, esiste un intorno completo di 2 per ogni x


del quale (escluso al più 2) si ha:
(2x - 1) - 3 1 f " 2x - 4 1 f .
Esplicitiamo il valore assoluto: - f 1 2x - 4 1 f.
Aggiungiamo 4 ai tre membri: 4 - f 1 2x 1 4 + f.
f f
Dividiamo ciascun membro per 2: 2 - 1 x 1 2 + .
2 2
L’insieme delle soluzioni della disequazione è quindi: E2 - f ; 2 + f ; .
2 2

721
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

● Il raggio d dell’intorno Abbiamo trovato un intorno circolare di 2 per cui è vera la condizione inizia-
trovato dipende da f; le, quindi il limite è verificato.
f
d= .
2 Osserviamo nell’esempio precedente che lim f (x) = f (2).
x"2
● Facendo un esempio
numerico, possiamo dire In generale, l’esistenza del limite di una funzione in un punto x0 è indipendente
che se scegliamo f = 0, 6 , dal comportamento della funzione in x0. Sono possibili i seguenti casi:
troviamo l’intorno di 2,
] 2 - 0, 3; 2 + 0, 3 [ , ossia • esiste lim f (x) = l
x " x0
e l = f (x 0);
] 1, 7; 2, 3 [ . Preso un valore
di x appartenente all’in- • esiste lim f (x) = l
x " x0
e l ! f (x 0);
torno, per esempio
x = 2, 02 , abbiamo • esiste lim f (x) = l
x " x0
e non esiste f (x 0).
f (2, 02) = 3, 04 .
Risulta vero che:
3 - f 1 3, 04 1 3 + f , Le funzioni continue
ossia 2, 4 1 3, 04 1 3, 6 . Se per una funzione f(x) si verifica che, per un punto x0 appartenente al dominio
di f, esiste il limite di f(x) per x " x0 e si ha
lim f (x) = f (x0),
x " x0

allora si dice che f è continua in x0. Diciamo poi che f è continua nel suo dominio
D quando risulta continua in ogni punto di D.
Sono funzioni continue nel loro dominio quelle il cui grafico è una curva senza
interruzioni; è il caso, per esempio, di una retta o di una parabola.
● Per esempio, sapendo Se una funzione è continua in un punto, il calcolo del limite in quel punto
che la funzione f (x) = 2x è risulta semplice, perché basta calcolare il valore della funzione in quel punto.
continua nel punto 7, risulta
Elenchiamo le funzioni continue in R (o in intervalli di R) più utilizzate.
lim 2x = 2 $ 7 = 14 .
x"7
La funzione polinomiale
La funzione f(x) = 3x 2 - 2x + 5, espressa mediante un polinomio, è continua in R.
In generale, è continua in tutto R ogni funzione polinomiale, ossia ogni funzione
del tipo f (x) = a 0 x n + a 1 x n -1 + … + a n -1 x + a n.

● La funzione radice qua- La funzione radice quadrata


drata è un caso particolare La funzione, definita in R+ 傼 {0}, y = x è continua per ogni x reale positivo o
della funzione potenza con nullo.
esponente reale. Infatti
Più in generale, sono continue le funzioni potenza con esponente reale, definite in
1
f (x) = x 2 = x. R+: y = x a (a ! R).

Le funzioni goniometriche
Sono continue in R le funzioni sen x e cos x.
r
● La funzione tg x non è È continua anche la funzione tangente in R - & + kr, k ! Z0 .
2
r
definita per x = + kr .
2 La funzione cotangente è continua in R - {kr, k ! Z }.
● La funzione cotg x non è Infine, si può dimostrare che le funzioni secante, cosecante, arcoseno, arcocoseno,
definita per x = kr .
arcotangente, arcocotangente sono continue nel loro dominio.

La funzione esponenziale e la funzione logaritmica


La funzione esponenziale y = a x, con a 2 0, è continua in R.
La funzione logaritmica y = log a x, con a 2 0, a ! 1, è continua in R+.

722
PARAGRAFO 2. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = < TEORIA
0

Il limite destro e il limite sinistro


Il limite destro
Il limite destro di una funzione viene indicato con il simbolo: lim+ f (x) = l . ● La scrittura x " x +0
x " x0
si legge «x tende a x 0 da
La definizione del limite destro è analoga a quella già data di limite, con la sola destra». Significa che x si
differenza che la disuguaglianza u f (x) - l u 1 f deve essere verificata per ogni x avvicina a x 0 restando però
appartenente a un intorno destro di x 0 , ossia a un intorno del tipo ]x 0 ; x 0 + d[. sempre maggiore di x 0 .

Il limite sinistro
Il limite sinistro di una funzione viene indicato con il simbolo: lim- f (x) = l . ● La scrittura x " x -
0 si
x " x0
legge «x tende a x 0 da
Anche per il limite sinistro valgono le stesse considerazioni fatte per il limite sinistra». Significa che x si
destro, con la sola differenza che f (x) - l 1 f deve essere verificata per ogni avvicina a x 0 restando però
x appartenente a un intorno sinistro di x 0 , ossia un intorno del tipo ]x 0 - d; x 0 [. sempre minore di x 0 .

ESEMPIO
Consideriamo la funzione il cui grafico è illustrato nella figura 5.
y
3x - 1 se x 1 1
f (x) = ) y = 2x + 1
2x + 1 se x $ 1 3

Verifichiamo che lim- f (x) = 2 , mentre lim+ f (x) = 3 . 2


x"1 x"1
Infatti, per ogni numero reale f 2 0 , è possibile trovare rispettivamente un y = 3x − 1

intorno sinistro e un intorno destro di 1 in cui: O x


1
f (x) - 2 1 f, con x 1 1. f (x) - 3 1 f, con x 2 1.
m Figura 5
Verifichiamolo:

(3x - 1) - 2 1 f (2x + 1) - 3 1 f
3x - 3 1 f 2x - 2 1 f
- f 1 3x - 3 1 f - f 1 2x - 2 1 f
3 - f 1 3x 1 3 + f 2 - f 1 2x 1 2 + f
f f f f
1- 1 x 1 1 + , con x 1 1 1- 1 x 1 1 + , con x 2 1
3 3 2 2
f f
1- 1 x 1 1. 1 1 x 1 1+ .
3 2
La disuguaglianza iniziale La disuguaglianza iniziale
è verificata in un intorno è verificata in un intorno
sinistro di 1. destro di 1.

Osserviamo che il xlim


" x0
f (x) = l esiste se e solo se esistono entrambi i limiti destro
e sinistro e coincidono:
lim f (x) = l + lim+ f (x) = l / lim- f (x) = l .
x " x0 x " x0 x " x0

Infatti, fissato f 2 0 , la disuguaglianza f (x) - l 1 f è verificata in un intorno


completo I di x 0, con al più x ! x0 , se e solo se è verificata sia in un intorno destro
di x 0 sia in un intorno sinistro di x 0.

723
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

3. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = 3
0

● Per questi limiti e per i Il limite è + 3


successivi, gli esempi di
1
verifica si trovano negli Consideriamo la funzione f (x) = definita per x ! 1.
esercizi. (x - 1) 2
Calcoliamo i valori della funzione per valori di x che si avvicinano sempre di più
(per eccesso o per difetto) a 1.

x f(x) x f(x)
0,9 100 1,1 100
0,99 10 000 1,01 10000
0,999 1 000 000 1,001 1000000
0,9999 100 000 000 1,0001 100 000 000
f f f f
m Tabella 3 m Tabella 4

Osserviamo che, per valori di x sempre più vicini a 1, i valori di f(x) crescono
sempre di più.
Diciamo allora che per x che tende a 1 la funzione tende a + 3 .
Per essere sicuri che l’avvicinamento non sia dovuto ai particolari valori che abbia-
mo scelto, ma sia vero sempre, è necessario poter affermare che, preso un numero
reale positivo M grande quanto vogliamo, esiste sempre un intorno di 1 in cui f(x)
è ancora più grande del valore scelto. Diamo allora la seguente definizione.
DEFINIZIONE
Limite + 3 per x che tende a x0
● La funzione è definita in Sia f (x) una funzione non definita in y y = f(x)
tutti i punti di I tranne che x 0.
in x0.
Si dice che f (x) tende a + 3 per x che f(x) > M
tende a x 0 e si scrive f(x)
lim f (x) =+ 3
x"x 0
M
quando per ogni numero reale positi-
● Nella definizione,
vo M si può determinare un intorno
quando diciamo «per ogni O x x0 x
numero reale positivo M», completo I di x 0 tale che risulti
I
pensiamo a valori di M che f (x ) 2 M
diventano sempre più
grandi. Diremo allora che per ogni x appartenente a I e diverso x = x0

M è preso grande a piacere. da x 0.

Sinteticamente possiamo dire che xlim


"x
f (x) =+ 3 se:
0

6M 2 0 7I (x 0) f (x) 2 M, 6x ! I (x 0) - " x 0, .

Se xlim
"x
f (x) =+ 3 , si dice anche che la funzione f diverge positivamente.
0

724
PARAGRAFO 3. LA DEFINIZIONE DI xlim
x
f ( x) = 3 TEORIA
0

Il limite è ⫺3 . Figura 6

Ci sono anche funzioni che decrescono sempre di più in prossimità di un certo y


punto x 0 , ossia che tendono a - 3 per x che tende a x 0 , come per esempio la fun-
zione disegnata nella figura 6. In questo caso diciamo che la funzione ha limite
x0
- 3 per x che tende a x 0 . In generale vale la seguente definizione.
O x
DEFINIZIONE
Limite - 3 per x che tende a x0
x = x0
Sia f (x) una funzione non definita y
in x0. Si dice che f (x) tende a - 3 I y = f(x)
per x che tende a x 0 e si scrive x x0
lim f (x) =- 3
x " x0
O x

quando per ogni numero reale


positivo M si può determinare un −M
intorno completo I di x 0 tale che f(x)
risulti:
f (x ) 1 - M
per ogni x appartenente a I e diverso d
da x 0 .

In simboli, diciamo che xlim


"x
f (x) =- 3 se:
0

6M 2 0 7I (x 0) f (x) 1 - M, 6x ! I (x 0) - " x 0, .

Se xlim
"x
f (x) =- 3 , si dice anche che la funzione f diverge negativamente.
0

I limiti destro e sinistro infiniti


Anche per i limiti infiniti si possono distinguere limiti destri e sinistri.

Se... la disequazione... è soddisfatta


per x ! x 0 , in un...

lim f (x) =+ 3 f (x) 2 M intorno destro di x0


x " x+
0

lim f (x) =+ 3 f (x) 2 M intorno sinistro di x0


x " x-
0

lim f (x) =- 3 f (x) 1- M intorno destro di x0


x " x+
0

y +3 1
lim- f (x) =- 3 f (x) 1- M intorno sinistro di x0
y=—
x
x " x0

ESEMPIO
1 O x
Consideriamo la funzione y = (figura a lato). Nel grafico puoi osservare
x
1 1
che: lim+ =+ 3 e lim- =- 3 .
x"0 x x"0 x
a −3

725
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

● Questa scrittura significa 1 1


che f (x ) appartiene a un ● Le scritture lim+ = + 3 e lim- = - 3 si possono riassumere in una sola,
x"0 x x"0 x
intorno circolare di 3. 1
lim = 3,
x"0 x
y
cioè scrivendo «infinito» senza segni + o - e lo 0 senza specificare se da destra o da sinistra.
f(x)
Quando scriviamo xlim"x
f (x) = 3 , intendiamo dire che f diverge, ma non importa specificare
M 0

se positivamente o negativamente.
I
O x0 x
La definizione di xlim
" x0
f (x) = 3 è analoga alle precedenti, ma con la seguente
−M
−f(x)
variazione:
⏐f(x)⏐> M
per ogni M 2 0, è possibile trovare un intorno I di x0 tale che f (x) 2 M, per
ogni x ! I nel dominio di f, con x ! x0.
La disequazione f (x) 2 M si può scrivere in modo equivalente come
f (x) 2 M 0 f (x) 1 - M,
e quindi le sue soluzioni sono l’unione delle soluzioni delle singole disequazioni.

Gli asintoti verticali


DEFINIZIONE
● In particolare, può
accadere che Asintoto y asintoto
lim f (x) = + 3
Una retta è detta asintoto del gra-
x"c H
fico di una funzione se la distanza
oppure di un generico punto del grafico r
P(x; y)
lim
x"c
f (x) = - 3 . da tale retta tende a 0 quando
y = f(x)
l’ascissa o l’ordinata del punto
O x
tendono a 3.

y Per x " + 3, PH " 0

Studiamo ora gli asintoti verticali.


P H DEFINIZIONE
Asintoto verticale
O x
y = f(x)
x=c Data la funzione y = f (x), se si verifica che lim
x"c
f (x) = 3 ,
asintoto
verticale si dice che la retta x = c è asintoto verticale per il grafico della funzione.

m Fi
Figura 7
La distanza di un generico punto del grafico di una funzione da un suo asintoto
verticale, di equazione x = c, tende a 0 quando x " c (figura 7).
y
y = lnx Infatti, essendo P(x; y) il generico punto del grafico, si ha:
lim
x"c
PH = lim
x"c
x - c = 0.
O 1 x
La definizione di asintoto verticale è ancora valida se consideriamo il limite destro
(x " x+0 ) o il limite sinistro (x " x-0 ) e i due limiti sono entrambi infiniti, ma con
segno opposto, oppure solo uno dei due limiti è infinito.

m Figura 8 Il grafico della ESEMPIO


funzione y = ln x ha come Prendiamo in esame la funzione logaritmo y = ln x, per la quale: lim+ ln x =- 3.
asintoto verticale l’asse y, x"0
cioè x = 0. La retta x = 0 è asintoto verticale del grafico della funzione.

726
PARAGRAFO 4. LA DEFINIZIONE DI xlim
"3
f ( x) = < TEORIA

● Il grafico di una funzione può avere più asintoti verticali, anche infiniti, come nel caso di
y = tg x.

4. LA DEFINIZIONE DI xlim
"3
f ( x) = <
x tende a ⫹3
Dicendo «x tende a + 3 » intendiamo dire che consideriamo valori di x sempre
più grandi e tali da superare qualsiasi numero reale positivo c fissato.,
3x + 2
Consideriamo la funzione f (x) = , definita per x ! 0 .
x
Assegniamo a x valori positivi sempre più grandi e otteniamo per f(x) i valori
indicati nella tabella 5.
Osserviamo che per valori di x crescenti, i valori della funzione si avvicinano al
x f(x)
valore 3, ossia per x che tende a + 3 la funzione tende a 3.
Per essere sicuri che l’avvicinamento non sia dovuto ai particolari valori che 10 3,2
abbiamo scelto ma sia vero sempre, occorre che, preso a piacere un intorno di 3, 100 3,02
anche molto piccolo, esista un intorno di + 3 in cui per ogni valore di x il valore 1000 3,002
corrispondente di f(x) appartiene all’intorno di 3 scelto. 10000 3,0002
Più precisamente, diciamo che, per ogni f 2 0 , si può trovare un intorno I di + 3
100 000 3,00002
tale che per ogni x di I la funzione differisce dal limite 3 per meno di f:
f f
3x + 2 2
-3 1 f " 1f " m Tabella 5
x x
x 1 2 2
" 2 " x 1- 0 x2 .
2 f f f

DEFINIZIONE
Limite finito di una funzione per x che tende a + 3
Si dice che una funzione f (x) tende
al numero reale l per x che tende a y
● Per valori di x crescenti,
+ 3 e si scrive ø+ε
la distanza tra f(x) e l, cioè
y=ø ø
f (x) - l , diventa sempre
lim f (x) = l
x "+3
f(x)
più piccola.
ø−ε
quando, comunque si scelga un nu-
I(+3)
mero reale positivo f, si può deter- O c x x
minare un intorno I di + 3 tale
che: y = f(x)

f (x) - l 1 f per ogni x ! I .

Considerato che un intorno di + 3 è costituito da tutti gli x maggiori di un nume-


ro c, possiamo dire che x lim
"+3
f (x) = l se:

6f 2 0 7c 2 0 f (x) - l 1 f, 6x 2 c .

727
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

L’interpretazione della definizione è data nella figura 9.

y ⎜f(x) − 艎 ⎜ y y
艎 + ε1 ⎜f(x) − 艎 ⎜ ⎜f(x) − 艎 ⎜
艎 + ε2 艎 + ε3
艎 艎 艎
ε2 f(x) ε3
f(x)
ε1 f(x) 艎 − ε2 艎 − ε3

艎 − ε1 y = f(x) y = f(x)
y = f(x)
O c1 x x O c2 x x O c3 x x

a. Fissiamo ε > 0. Individuiamo c1 > 0 b. Se ε diventa più piccolo, la c. Scegliamo ε ancora più piccolo.
tale che ⎜f(x) − 艎 ⎜< ε per ogni x > c1, disuguaglianza ⎜f(x) − 艎 ⎜< ε è ancora In genere, perché f(x) sia distante da
ossia per ogni punto dell’intorno di vera, purché scegliamo valori di x più 艎 meno di ε, dovremo prendere c3
+3: ]c1; +3[. grandi di c2 > c1. ancora più grande.

m Figura 9
Ciò significa che, al crescere dei valori di x, f (x ) si avvicina al valore l.

x tende a ⫺3
Il caso in cui «x tende a - 3 » è analogo al precedente.
DEFINIZIONE
Limite finito di una funzione per x che tende a - 3
Si dice che una funzione f (x) ha
limite reale l per x che tende a - 3 y
艎+ε
e si scrive 艎 y=艎
f (x)
lim f (x) = l
x "-3
艎−ε

se per ogni f 2 0 fissato è possibi-


I(− ⬁)
le trovare un intorno I di - 3 tale
x −c O x
che risulti:
f (x) - l 1 f per ogni x ! I .

In simboli, x lim
"-3
f (x) = l se:

6f 2 0 7c 2 0 f (x) - l 1 f, 6x 1 - c.

x tende a 3
I due casi precedenti possono essere riassunti in uno solo se si considera un intor-
no di 3 determinato dagli x per i quali

● x 2 è un intorno cir-
x 2 c , ossia x 1 - c 0 x 2 c,
colare di 3. o anche x ! ] - 3 ; - c [ ,]c ; + 3 [, dove c è un numero reale positivo grande a
x piacere. Diciamo allora che x tende a 3 omettendo il segno + o -.
Si dice che xlim
"3
f (x) = l quando per ogni f 2 0 è possibile trovare un intorno
−c 0 c
I di 3 tale che f (x) - l 1 f per ogni x ! I.

728
PARAGRAFO 5. LA DEFINIZIONE DI xlim
"3
f ( x) = 3 TEORIA

ESEMPIO y
4x + 5
Consideriamo la funzione y = , definita in D = R - {0}. 4x + 5
y = ––––––
x x
Nel grafico puoi osservare che:
4
4x + 5
lim
x"3
= 4.
x
O x

Gli asintoti orizzontali


DEFINIZIONE ● Se il limite esiste finito
Asintoto orizzontale soltanto per x " + 3 (o
x " - 3 ), abbiamo un asin-
Data la funzione y = f (x), se si verifica una delle condizioni toto orizzontale destro (o
lim f (x) = q o x lim
x "+3 "-3
f (x) = q o xlim
"3
f (x) = q , sinistro). Se sono valide
entrambe le condizioni, pos-
si dice che la retta y = q è asintoto orizzontale per il grafico della funzione. siamo anche scrivere:
lim f (x) = q .
x"3
La distanza di un generico punto P del asintoto
grafico di una funzione da un suo asin- y orizzontale
toto orizzontale, di equazione y = q, y=q
H
tende a 0 quando x tende a + 3.
Detto P (x; f (x)) il punto, si ha: P y = f(x)

lim PH = x lim
x "+3 "+3
f (x) - q = 0 .

Considerazioni analoghe si hanno per O M x

x " 3 o x " - 3.
m Figura 10

ESEMPIO
Prendiamo in esame una funzione b Figura 11 Il grafico della
y funzione y = ex ha come
nota, la funzione esponenziale y = e x, asintoto orizzontale sinistro
il cui grafico è rappresentato nella l’asse x, cioè y = 0.
figura 11. Sappiamo che x lim
"-3
e x = 0, y = ex
quindi la retta y = 0 è asintoto oriz-
zontale sinistro.
1

O x

5. LA DEFINIZIONE DI xlim
"3
f ( x) = 3
Il limite è ⫹3 quando x tende a ⫹3 o a ⫺3
In questo caso si può anche dire che la funzione diverge positivamente.
Studiamo i due casi:
lim f (x) =+ 3 e x lim
x "+3 "-3
f (x) =+ 3 .

729
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

y y = x3 Consideriamo la funzione y = x 3, il cui grafico è nella figura a lato.


Se attribuiamo a x valori positivi crescenti, per esempio 1, 2, 3, 4, …, i corrispon-
denti valori x 3, ossia 1, 8, 27, 64, …, aumentano sempre più.
O
x Diciamo che quando x tende a + 3 i valori della funzione tendono a + 3 e scri-
viamo x lim
"+3
x3 =+ 3 .

DEFINIZIONE
Limite + 3 di una funzione per x che tende a + 3
Si dice che la funzione f (x) ha per
limite + 3 per x che tende a + 3 y
y = f(x)
e si scrive f(x)
lim f (x) =+ 3
x "+3
M

quando per ogni numero reale po-


sitivo M si può determinare un in-
O x
torno I di + 3 tale che risulti: c x
Ι(⫹⬁)
f (x) 2 M per ogni x ! I.

In simboli, x lim
"+3
f (x) =+ 3 se:

6M 2 0 7c 2 0 f (x) 2 M, 6x 2 c.

y Consideriamo ora la funzione y = x 2, il cui grafico è nella figura a lato.


y = x2
Se attribuiamo a x valori negativi decrescenti, per esempio -1, -2, -3, -4, …,
i corrispondenti valori x 2, ossia 1, 4, 9, 16, …, aumentano sempre più. Diciamo
che quando x tende a - 3 i valori della funzione tendono a + 3 e scriviamo
lim x2 =+ 3 .
x "-3

O x
DEFINIZIONE
Limite + 3 di una funzione per x che tende a - 3
Si dice che la funzione f (x) ha per
limite + 3 per x che tende a - 3 y = f(x) y
e si scrive f(x)

lim f (x) =+ 3
x "-3 M

quando per ogni numero reale po-


sitivo M si può determinare un in-
x
torno I di - 3 tale che risulti: x
Ι(⫺ ⬁)
⫺c O

f (x) 2 M per ogni x ! I.

In simboli, x lim
"-3
f (x) =+ 3 se:

6M 2 0 7c 2 0 f (x) 2 M, 6x 1- c.

Il limite è ⫺3 quando x tende a ⫹3 o a ⫺3


In questo caso si può anche dire che la funzione diverge negativamente.
Studiamo i due casi:
lim f (x) =- 3 e x lim
x "+3 "-3
f (x) =- 3 .

730
PARAGRAFO 6. PRIMI TEOREMI SUI LIMITI TEORIA

DEFINIZIONE
y
Limite - 3 di una funzione per x che tende a + 3
O I(1` )
Si dice che la funzione f (x ) ha per limite - 3 per x che tende a + 3 e si x
scrive xlim
"+3
f (x) =- 3 quando per ogni numero reale positivo M si può −M
determinare un intorno I di + 3 tale che risulti f (x) 1 - M per ogni x ! I.
y = f(x)
∀M > 0 ∃c > 0 ⎪
DEFINIZIONE f(x) < − M, ∀x > c
Limite - 3 di una funzione per x che tende a - 3
Si dice che la funzione f (x ) ha per limite - 3 per x che tende a - 3 e si y
I(2`)
scrive xlim
"-3
f (x) =- 3 quando per ogni numero reale positivo M si può O
x
determinare un intorno I di - 3 tale che risulti f (x) 1 - M per ogni x ! I.
−M

Un esempio di verifica di questo limite si trova negli esercizi, dove esaminiamo y = f(x)
anche il caso di xlim f (x). ∀M > 0 ∃c > 0 ⎪
"3 f(x) < − M, ∀x < − c
Nella figura 12 mostriamo i limiti della funzione esponenziale e della funzione
logaritmica agli estremi del dominio.
. Figura 12

+⬁ y y +⬁ + ⬁ y y = logax (a > 1) +⬁ y

y = ax y = bx y = logbx (0 < b < 1)


1 (a > 1) (0 < b < 1)
1 O x O x
1 1
O x O x
x"+⬁ x"+⬁

−⬁ −⬁

lim ax = + 3 lim bx = 0 lim loga x = − 3 lim+ logb x = + 3


x" + 3 x" + 3 x " 0+ x" 0

lim ax = 0 lim bx = + 3 lim loga x = + 3 lim logb x = − 3


x" − 3 x" − 3 x"+ 3 x"+ 3

a b

6. PRIMI TEOREMI SUI LIMITI


I teoremi e le proprietà che enunceremo in questo paragrafo sono validi per
funzioni definite in un qualsiasi dominio D 3 R e per punti x 0 (in cui cal-
coliamo il limite) di accumulazione del dominio D. Valgono inoltre per
x " + 3 oppure x " - 3 .
Tuttavia, per semplicità, penseremo sempre a particolari domini D, ossia a inter-
valli di R o a unioni di intervalli, e a x 0 come punto di D o estremo di uno degli
intervalli che costituiscono D.
I teoremi valgono anche se invece di l abbiamo + 3 , - 3 o 3. Valgono inoltre nei
casi di limite destro o limite sinistro.

TEOREMA
Teorema di unicitˆ del limite ● Il teorema vale anche per
Se per x che tende a x 0 la funzione f (x ) ha per limite il numero reale l, allo- i limiti con x " + 3 o
x " - 3.
ra tale limite è unico.

731
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

● Il teorema afferma che in TEOREMA


un intorno di x 0 la funzione Teorema della permanenza del segno
f (x ) ha lo stesso segno di l
Se il limite di una funzione per x che tende a x 0 è un numero l diverso
se l ! 0 .
da 0, allora esiste un intorno I di x 0 (escluso al più x 0 ) in cui f (x) e l sono
entrambi positivi oppure entrambi negativi.

● Il teorema vale anche per TEOREMA


i limiti con x " 3. Teorema del confronto
Siano h (x), f (x) e g(x) tre funzio-
y = g(x)
ni definite nello stesso dominio y y = f(x)
D 3 R, escluso al più un punto x 0 . y = h(x)
Se in ogni punto diverso da x0 del
dominio risulta ø

h (x) # f (x) # g(x)


e il limite delle due funzioni h(x) O x0 x
● Poiché la funzione f
viene «costretta», da h e da e g (x), per x che tende a x 0, è uno
h(x) ≤ f(x) ≤ g(x)
g, a tendere a l, il teorema stesso numero l , allora anche il
lim h(x) = ø f(x) = ø
viene anche detto teorema limite di f (x) per x che tende a x 0 è x→x
0 ⇒ lim
x→x
0
dei due carabinieri. uguale a l. lim g(x) = ø
x→x
0

DIMOSTRAZIONE

Fissiamo f 2 0 a piacere. È vero che:


h (x) - l 1 f , per ogni x ! I1 + D , perché h (x) " l per x " x 0 ;
g (x) - l 1 f , per ogni x ! I2 + D , perché g (x) " l per x " x 0 .
Le disuguaglianze valgono entrambe per ogni x del dominio appartenente
all’intorno I = I 1 + I 2 , escluso al più x0 . Quindi, per ogni x ! I, abbiamo:
l - f 1 h (x) 1 l + f , l - f 1 g (x) 1 l + f .

c Figura 13
Tenendo conto della relazione fra le
funzioni, abbiamo y

,+ε
l - f 1 h (x) # f (x) # g (x)1l + f , ,
,–ε
per ogni x ! I, che implica
l - f 1 f (x) 1 l + f, O x0 x

per ogni x ! I , ossia: Ι2

f (x) - l 1 f, 6x ! I. Ι1

Quest’ultima relazione significa pro-


Ι1 Ι2
● h(x) e g(x) sono funzioni prio che xlim
"x
f (x) = l .
0
polinomiali e quindi conti-
nue: ESEMPIO
Sono date le funzioni
lim h (x) = h (1) ,
x"1
h (x) = - x 2 + 4x - 2, f (x) = 2x - 1, g(x) = x 2,
lim g (x) = g (1) .
x"1 rappresentate nella figura 14a .

732
PARAGRAFO 7. SUCCESSIONI E LIMITI TEORIA

Noto che:
lim h (x) = lim (- x2 + 4x - 2) = 1 e lim g (x) = lim x2 = 1,
x"1 x"1 x"1 x"1

calcoliamo lim f (x).


x"1
Possiamo osservare che per ogni valore x appartenente all’intervallo ]0; 3[, i
rispettivi valori delle tre funzioni h, f e g sono, nell’ordine, uno minore dell’al-
tro, ossia h (x) # f (x) # g(x). ● Il teorema vale anche per
i limiti con x " + 3 o
y=x2
y=x 2 x " - 3.
y y
Un esempio grafico nel caso
g(x) y = 2x − 1 y = 2x − 1 x " + 3 è illustrato nella
g g figura sotto.
f(x) g(x)
f(x) f
f y
h(x) h(x)
2 2
h y = − x + 4x − 2 y = − x + 4x − 2
1 1 h y = g(x)
y = f(x)
O 1 x 3 x O 1 x 3 x

y = h(x)

O x
a. Consideriamo un valore x e i b. Se x tende a 1, h(x) e g(x) tendono
corrispondenti valori h(x) ≤ f(x) ≤ g(x). a 1. Anche f(x), essendo compreso
fra h(x) e g(x), deve tendere a 1.
䉳 Figura 14

Il teorema permette di affermare che è anche vero:


lim f (x) = lim (2x - 1) = 1.
x"1 x"1

7. SUCCESSIONI E LIMITI
Le successioni
DEFINIZIONE
Successione numerica
Una successione numerica a è una funzione che associa a ogni numero
naturale n un numero reale a n : ● an si legge «a con n» e
sostituisce il simbolo a(n).
a: N " R
n 7 a n.

n è la variabile indipendente e si dice indice della successione. a n è la variabile ● In generale l’indice, o


pedice, è un numero natu-
dipendente e si dice termine della successione. rale che si pone in basso a
In particolare, quando non si specifica il numero n, an si chiama termine generico. destra, rispetto a una lettera.
Esso indica la posizione
Una successione è costituita da un insieme di numeri ordinato e infinito:
che occupa il termine nella
a 0, a 1, a 2, a 3, …, an, … successione: a0 è il primo
termine, a1 il secondo e
così via.

733
TEORIA CAPITOLO 12. I LIMITI

ESEMPIO
La successione costituita da tutti i quadrati dei numeri naturali è una funzione
a che associa a ogni numero naturale il suo quadrato.
a: N " R
a⬊0 7 a 0 = 0 1 7 a1 = 1 2 7 a2 = 4 3 7 a3 = 9 …
L’insieme immagine di questa successione, cioè il codominio, è proprio l’in-
sieme dei quadrati dei numeri naturali.

La rappresentazione di una successione


I numeri naturali sono infiniti; sarebbe dunque impossibile descrivere la succes-
sione tramite tutte le assegnazioni. Da questo nasce l’esigenza di scrivere in modo
chiaro e sintetico i termini. In alcuni casi è possibile rappresentare una successio-
ne come una lista ordinata.
Rappresentazione per enumerazione
Per rappresentare una successione, a volte si possono indicare in sequenza i primi
cinque o sei termini seguiti dai puntini di sospensione, sottintendendo che l’in-
dice equivale alla posizione nella lista. Questo tipo di rappresentazione prende il
nome di rappresentazione per enumerazione.
ESEMPIO

0, 10, 20, 30, 40, 50, 60, …


è la successione dei multipli di 10.

La rappresentazione per enumerazione è consigliabile soltanto se, leggendo i pri-


mi termini, si possono dedurre gli altri senza ambiguità.
Rappresentazione mediante espressione analitica
Il modo più comune di rappresentare una successione numerica (per non dare
luogo ad ambiguità) consiste nello scrivere esplicitamente la relazione che lega
l’indice n e il termine a n. Questo tipo di rappresentazione si chiama rappresenta-
zione mediante espressione analitica.
ESEMPIO

1. an = 2n + 1, n ! N .
Volendo scrivere i primi termini della successione basta sostituire alla let-
tera n, nell’espressione 2n + 1, i valori 0, 1, 2, 3, …
Si ha a0 = 1, a1 = 3, a2 = 5, a3 = 7, …
Si vede facilmente che si tratta della successione dei numeri naturali dispari.
2. Consideriamo la seguente successione definita tramite espressione analitica:
2n + 1
an = , n ! N.
3 + n2
Sostituendo a n i valori 0, 1, 2, 3, 4, …, si ottengono i seguenti termini:
1 3 5 7 9
, , , , ,f
3 4 7 12 19
In questo caso non è facile capire quali sono i termini successivi, dunque la
rappresentazione per enumerazione può essere inefficace.

734
PARAGRAFO 7. SUCCESSIONI E LIMITI TEORIA

A volte si indica il primo termine di una successione con a1, oppure con ak se la
successione non è definita per numeri minori di k. Consideriamo la successione:
n+1
an = , n ! N - {0, 1}.
n-1
L’espressione analitica del termine generico an perde significato per n = 1, pertan-
to i termini della successione partono da a 2.
Rappresentazione ricorsiva
Un ulteriore tipo di rappresentazione di una successione consiste nel fornire il
primo termine della successione a0 e una relazione che lega il termine generale an
a quello precedente an - 1 :
a0
*
an = f (an - 1) se n 2 0
Questo tipo di rappresentazione si chiama rappresentazione ricorsiva o per
ricorsione.
ESEMPIO

a0 = 1
)
an = an - 1 + 2 se n 2 0
Ogni termine si ottiene dal precedente sommando 2. A partire dal primo ter-
mine, si determinano quelli successivi:
a1 = a0 + 2 = 1 + 2 = 3,
a2 = a1 + 2 = 3 + 2 = 5,
a3 = a2 + 2 = 5 + 2 = 7,

Osserviamo che abbiamo riottenuto la successione dei numeri dispari.

A volte la rappresentazione ricorsiva è data fornendo i primi k termini della suc-


cessione e una relazione che lega il termine generale ai k termini precedenti.
ESEMPIO
a 0 = 0, a1 = 1
)
an = an - 1 + an - 2 se n 2 1
a 2 = a1 + a 0 = 1,
a3 = a 2 + a1 = 2 ,
a 4 = a3 + a2 = 3 ,
a5 = a 4 + a3 = 5 ,
f
Questa successione è detta successione di Fibonacci.

Le successioni monotòne
Una successione si dice:
• crescente se ogni termine è maggiore del suo precedente, ossia:
an 1 an + 1, 6n ! N;

735

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