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RICERCHE
FISIOLOGICHE

INTORNO ALLA VITA ED ALLA MORTE


DI

SAVERIO BICHAT
' 9

LÀ DIVISIONE MAGGIORMENTE NATURALE DEI FENOMENI FISIOLOGICI DI BUJSSOX

È LE SFERIENZE SUL PRINCIPIO DELLA VITA DI LEGALLOIS

VE NE Z i
CO 1
TIPI DELL’ ED. GI USEPPE ANTON ELEI
PREMIATO CON MEDAGLIE d’ ORO
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ENCICLOPEDIA
DELLE

SCIENZE
DI

AL1BERT, BARBIER, BAYLE, BAUDELOQUE, BOUSQUET, BRACHET, BRlCIIETÈAU, CAPURON,


CAVENTOU, CAYOL, CLARION, CLOQUET, COTTEREAU, DOUBLE, FUSTER, GERDY,
GIBERT, GUERARD, LAENNEC, LENORMAND, LISFRANC, MALLE, MARTINET, PARENT-
DUCHATELET, PELLETAN, RECAMIER, SERRES, AUGUSTO THILLAYE, VELPEAU, YIBEY

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DI M. G. LEVI

TOMO IV

PIUMA DIVISIONE
ANATOMIA E FISIOLOGIA

V ENEZ I A
CO’ TIFI DECE ED GIUSEPPE ANTUNEELI
PREMIATO DELLA MEDAGLIA D ORO
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RICERCHE FISIOLOGICHE
INTOr. fto

ALLA VITA ED ALLA MORTE


AV VER TI MEN T( )

il presente volume contiene tre opere le più ragguardevoli che sìeno sitile

intorno alia fisiologia dettate, tre monografie cui non è lecito a verim medico di
non aver lette e meditate, le Ricerche fisiologiche sulla vita e sulla morie di

Bichat, e due libri da riputarsi dipendenti da questo, vale a dire, La divisione

maggiormente naturale dei fenomeni fisiologici di Buisson, e le Spcrìcnzc sul

principio della vita di Legaììois.

Sono generalmente concordi i medici nell’ asserire, che le Ricerche sulla


vita e la morte costituiscono il miglior lavoro di Bichat, quello in cui esso s in-

nalza a sublimi considerazioni, ad importantissime conseguenze per la fisiologia.

Stabilisce ivi, con quella eloquenza che gli è propria, la bella divisione delle

due vite, di cui appena esisteva qualche vestigio, tanto presso gli antichi come
fra i moderni ;
divisione accettata poscia dal maggior numero dei fisiologhi. Do-
po aver colà tracciati i caratteri che distinguono le funzioni a norma dello scopo

a cui sono destinate, del pari che quelli degli organi delle due vite, esamina la

maniera con cui avviene la morte in tutte le circostanze possibili. Dimostra che
la morte incomincia sempre da uno dei tre organi seguenti : il cervello, il cuore,

ed il polmone ;
spiega in modo mirabile mediante qual successivo concatena-

mento il cessare di alcune funzioni apporti seco quello delle altre, e dà a cono-
scere nel tempo stesso quali siano i fenomeni che si manifestano in ognuno dì

questi generi di morte. Le Ricerche di Bichat sulla morte vengono del continuo
vantaggiosamente applicate al Ietto del malato e del moribondo.
L 1
opera di Buisson è una vera continuazione di quella di Bichat, testò no-

mata ;
è dessa destinata ad estendere alcune parti poco sviluppate nelle Ricerche

sulla vita e sulla morte, ad aggiungerne altre che erano state ommesse, e special-

mente ad ripiegarne c correggerne altre capaci di produrre gravi errori ;


per si-

mi 1 guisa appigliossi esso singolarmente a far conoscere f uomo morale ed a mo-


strare la immensa distanza esistente fra F uomo c gli animali riguardo alle firn-
funzioni, comprendeva i mammiferi in generale.

Il lavoro di Buisson non la cede a Bichat nè in elevatezza, nè in profondità,

ned in eloquenza ;
sicché per tutti i riguardi doveva esso andar di seguito alle

Ricerche fisiologiche sopra la vita e la morte.

Gli sperimenti di Legallois appartengono affatto alla scuola di Bichat, di cui

sviluppano e modificano certi punti, nel tempo stesso che ne racchiudono parec-

chi altri affatto nuovi ;


e quindi produssero essi una grande sensazione nell’epoca
in cui comparvero, e serbarono poscia una riputazione giustamente meritata. Si

fanno essi singolarmente osservare per certa chiarezza perfetta, per molta preci-

sione e per un concatenamento di proposizioni e d’una logica severa, che svelano


nel loro autore un non comune spirito di deduzione.

Ì-P autore si propose principalmente per iscopo, determinare qual sia la sede
del principio, i .° delle forze del cuore e degli altri organi delle funzioni involon-
0
tarie ;
2. dei movimenti inspirator] e delle funzioni soggette alla volontà.

Le sue esperienze mirano ad un tempo a fissare le attribuzioni del cervello e

della midolla spinale, ed il grado di dipendenza in cui queste due parti del siste-

ma nervoso sono V una dall’ altra nelle diverse classi del regno animale.
Le Esperienze sul principio della vita meritavansi sotto ogni aspetto di
figurare dopo le due opere per \ioi citate.

Rinviensi in questo volume Fincominciamento della esecuzione della idea poi

annunciata nella Prefazione all’ enciclopedia delle scienze mediche vale a dire
5

che non solamente daremo varj trattati generali di ogni ramo


1
dell arte di guari-
re, ma inoltre alcune serie di monografie sui punti maggiormente importanti di
siffatte scienze.

Laonde abbiamo motivo per isperare che il pubblico valuterà V importanza


della nostra condotta, finora generalmente approvata.
PARTE PRIMA
*$• iHN*

di ciascuno di questi due regni e vedremo ;

ARTICOLO PA IMO. DIVISIONE GENERATE Fumo non esislere che dentro di sè medesimo,
DELLA VITA. e non manifestare con ciò che lo circonda se
non che semplici relazioni di nutrizione : Io
vedremo nascere, crescere, perire fissato al
fiatino finora i Fisiologi cercalo la de- suolo ohe ne ha ricevuto il germe mentre ;

finizione della vita in astratte considerazioni ;


F altro unisce a questa vita interna, di cui go-
ma meglio, cred’ io, potrà essa trovarsi
assai de al più alto grado, una vita esterna, la qua-
in questo generale concetto La vita è l'unio- : le stabilisce numerose relazioni tra esso e
ne delle junzioni resistenti alla morte. — gli oggetti vicini. Esso combina F esistenza
Questa è in fatti la comune maniera
d’esiste- propria con quella di tutti gli altri esseri lì ;

re dei corpi viventi; poiché tutto ciò, che li ricerca, o li fugge seguendo i suoi bisogni o
circonda agisce su di essi incessantemente ten- i suoi timori; per cui sembra appropriar-
dendo a distruggerli. Gli stessi corpi inorga- si propria
tutta la natura, e riferire tutto alla
nici esercitano sopra di essi; essi stessi esegui- particolare esistenza. —
direbbe che il ve-
Si
scono gli uni sugli altri un’ azione non in- getale è un primo abbozzo dell’ animale, e
terrotta, a cui tosto soccomberebbero senza che per formare quest’ ultimo fu necessario
l’interno principio di reazione, di cui vanno rivestire tale abbozzo d’ un apparato d’or-
essi forniti. Tale principio è quello stesso del- gani esterni propri a stabilire delle esterne re-
la vita, che, sconosciuto nella sua natura, non lazioni. —
Da tutto questo risulta, che le fun-
può essere apprezzalo se non se dietro i fe- zioni dell’animale formano due classi assai
nomeni da esso medesimo manifestati; il più distinte La prima è il una serie
risultato di
generale dei quali consiste appunto in questa abituale d’ assimilazione, e di escrezioni, per
abituale alternativa d’azione per parte dei cor- le quali l’animale cambia continuamente in
pi esterni, e di reazione per parte dei corpi vi- sua propria sostanza le molecole dei corpi vi-
vi alternativa, le di cui proporzioni variano
; cini, ed elimina in seguito queste stesse mo
col variare delle età. —
Nel fanciullo così, in
• ieco le allorché divenute siano eterogenee, co-
cui la reazione è più attiva dell’ azione, havvi sì che, per questa classe di funzioni esso non
soprabbondanza di vita\ mentre nell’ adulto, vive che in sè medesimo. L’altra, portandolo
nel quale questa turgenza vitale svanisce, si fuori di sè stesso, lo stabilisce abitante del
determina un equilibrio perfetto tra essa azio- mondo, e non del luogo che lo vide nascere,
ne e reazione, finché nel vecchio, diminuita la come avviene delia pianta. Egli sente, cono-
reazione del principio interno, eguale ancora sce e distingue tutto ciò che locirconda, ri-
essendo Fazione dei corpi esterni, la vita si flette le sue sensazioni, si move volontaria-
rende languida, ed insensibilmente si avanza mente dietro la loro influenze ; e ben soven-
verso il suo fine naturale, che ha luogo allor- ti è reso pure capace di comunicare
col mez-
ché ogni proporzione è distrutta. La misura zo della voce i suoi desideri!, suoi timori, i i

delia vita viene adunque in generale stabilita suoi piaceri, i suoi dolori. —-
chiamo 1 u- Io
dalla differenza esistente tra lo sforzo delle nione delle funzioni spettanti alla prima clas-
esterne potenze e quello della interna resisten- se vita organica : siccome quella, che in
un
za ; sicché l’eccesso delle une sarà segno della grado più o meno marcato è comune a tutti
sua debolezza, mentre il predominio dell’altra gli esseri organizzati vegetabili od
animali; e
costituisce l’indizio della sua attività. siccome quella che riconosce per sola condi-
Divisione della vita in animale ed
§. I. zione necessaria al suo esercizio la tessitura
m organica. —
Tale è la vita esaminata nel-
-
organica. Le funzioni riunite della seconda
la sua generalità, la quale poi considerata più classe formano la vita animale così chiama- ,

particolarmente, ci offre due modificazioni ta, perchè essa è 1’ attributo esclusivo del re-
assai notabili, delle quali F una è comune al gno animale. —
La generazione non forma
qua-
parte dei fenomeni di queste due vite, le
1
vegetale ed all animale contemporaneamen-
te; mentre l’altra forma il retaggio speciale li hanno rapporto alF individuo,
mentre ap-
di quest’ ultimo. Esaminiamo due individui partenendo alla specie solamente, non trovasi
Elicici. Med. l\d
2 DIVISIONE GENERALE
unita alla maggior parte delle altre funzioni, mente vcrrebbegli tolta da una maggiore e-
che per legami indiretti. Non ha luogo i! suo stensione delle di lui esterne comunicazioni.
esercizio se non dopo che le altre funzio- — Doppio è pure il movimento, che si eser-
ni furono già da mollo tempo esercitate ; e si cita nella vita organica ; l’uno continuamen-
estingue dessa assai prima del finire di tutte te compone, l’altro decompone l’animale. E
le altre. Nella maggior parte degli animali i tale è appunto il suo modo d’esistere, che ciò
1
suoi periodi d attività sono separati da lun- eh’ esso era ad un’epoca, cessa di esserlo ad
ghi intervalli di nullità; e nell’uomo, nel qua- un’altra, quindi, benché il suo organismo
le le sue remittenze sono meno durevoli, rimanga lo stesso, suoi elementi vengono a
i

non mostra colle altre funzioni un maggior ciascun istante variati. Le molecole nutritive
numero di relazioni ; che anzi la sottrazione assorbite a vicenda e rigettate, passano dall’a-
degli organi che ne sono gli agenti, è sempre nimale alla pianta, da questa ai corpi bruti,
contrassegnala dall’ accrescimento di nutri- finché ritornano all’ animale per uscirne di
zione. Perciò 1’ eunuco gode di minor gra- nuovo. — Da ciò intendiamo, come, essendo
do di energia vitale, ma si sviluppano presso lavita organica destinata a questa circolazio-
lui i fenomeni della vita organica con mag- ne continua di materia, risulti essa da un or-
giore intensità. Faremo qui adunque astra- dipe di funzioni, che assimila all’ animale le
zione dalle leggi che ci danno l’esistenza, per sostanze nutritizie e da un altro, che gli to-
:

non considerare che quelle le quali la man- glie queste sostanze divenute eterogenee alla
tengono; quindi a queste sole saranno diret- sua organizzazione, dopo d’ aver per qual-
te le nostre considerazioni. che tempo fatto parte di essa. Il primo, che —
§. il. Suddivisione di ciascuna delle dicesi ordine d’assimilazione, risulta dalla di-
vite animale ed organica in due ordini di gestione, dalla circolazione, dalla respirazione
funzioni. —Ciascuna delle due vite animale e dalla nutrizione. AH’ influenza di queste
ed organica, è composta da due ordini di fun- quattro funzioni deve essere sottoposta ogni
zioni , che si succedono e s’incatenano in molecola straniera al corpo prima di divenire
senso inverso. —
Nella vita animale il primo elemento del corpo medesimo; ma dopo che
ordine si esercita dall’esterno del corpo verso essa ha per qualche tempo fatto parte dei no-
il cervello ; il secondo da quest’ organo verso striorgani, viene a questi tolta dall’ assorbi-
quelli della locomozione e della voce. Gli og- mento, portata nel torrente della circolazio-
getti estendono loro impressione successi-
la ne, in cui circola di nuovo
, e da cui viene
vamente sui sensi, sui nervi e sul cervello e ; espulsa o per la via dell’ esalazione polmona-
mentre primi ricevono, e i secondi trasraet-
i
le e cutanea, o per la via di quelle secrezioni,
rnettono, I’ ultimo percepisce queste impres- di cui fluidi
ì sono evacuali al di fuori
tutti
sioni, le quali così ricevute, trasmesse e per- del corpo. L assorbimento, la circolazione,
cepite costituiscono le nostre sensazioni. — I esalazione e le secrezioni, formano così il
In questo primo ordine di funzioni l’animale secondo ordine delle funzioni della vita orga-
è pressoché passivo; ma diventa attivo nel se- nica, 1 ordine cioè della disassimilazione.
condo, il quale risulta dalla successiva azione
Da
ciò ne segue doversi il sistema
:
sanguigno con-
del cervello poiché dietro le sensazioni na-
; siderare quale sistema medio, centro della vi-
sce in esso la volizione, che viene in segui- ta oi gallica, nello stesso modo
che il cervello
to trasmessa per la via dei nervi agli organi costituisce quello della vita animale. In esso
locomotori e vocali, i quali costituiscono gli circolano contuse le molecole che devono es-
agenti della sua esecuzione. Avviene adun- sere assimilate e, quelle che avendo già
servi-
que, che i corpi esterni operano sull’ animale to all’assimilazione sono destinate
alla elimi-
mediante il primo ordine di funzioni ; e che nazione. lnjtal modo anche il sangue deve
mediante ri-
il secondo, 1’ animale reagisce sugli guardarsi come composto di due parti 1’ una
oggetti esteriori. —
Tra questi due ordini i eci ementizia
, prodotta specialmente dagli
esiste generalmente una rigorosa proporzio- alimenti, dalla quale emergono i materiali per
ne, sicché dove il primo riesce più attivo, si la nutrizione 1 altra escrementizia, la quale
:

sviluppa 1’ altro con maggior energia e per


; risulta dagli avanzi e dal residuo di tutti gli
ciò nella serie degli animali quello che sente
organi, e che presta i materiali alle secrezio-
più, è anche dotato di movimenti più at-
zioni ed esalazioni esterne. Ciò non
tivi. Per questo pure l’epoca ostante
delle sensazioni queste ultime funzioni trasmettono pure tal-
le più vive è quella della vivacità dei movi-
volta fuori del corpo i prodotti digestivi, sen-
menti; quindi è che durante il sonno in cui
, za che questi siano concorsi a! nutrimento del-
il primo ordine si sospende, cessa
pure il se- le parti: come occorre di osservare
nell’ urina
condo, o non si esercita che per iscosse irrego-
e nel sudore dopo 1’ uso di copiose bevande
lari ; ed il cieco, il quale non vive che ;
per nel qual caso la cute e i reni diventano orga-
metà riguardo a ciò che lo circonda, incatena
ni escretori non per la nutrizione, ma bensì
i suoi movimenti con tale lentezza che certa-
per la digestione. Questo pure si osserva ri-
DELLA VITA
guardo della formazione del latte, umore, ohe sa può essere ovunque supposta ; e perciò la
proviene manifestamente dalla porzione del natura, mentre sembra essersi, per così dire,
sangue che non è stata ancora assimilata dal- dimenticato di tracciarla, pose di tratto in
r opera della nutrizione. —
Non riscontriamo tratto dei punti assai sensibili e marcati che in -
però fra questi due ordini di funzioni della dicano il suo tragitto. Le solcature dell’estremi-
vita organica quelle stesse relazioni che abbia' tà del naso, del mento, del mezzo delle labbra,
mo osservate fra quelli della vita animale, poi- 1 ombilico, il rafe del perineo, la prominenza
1
ché l indebolimento del primo non è seguilo delle apo fisi spinose, la concavità media della
dalla diminuzione del secondo; e perciò nello parte posteriore del collo, costituiscono questi
smagrimento e nel marasmo, in cui cessa in vari punti d’ indicazione. —
Anche i nervi che
parte l’assimilazione, viene la disassimilazio- trasmettono 1’ impressione ricevuta dai sensi,
ne esercitata collo stesso grado di attività. — come 1’ ottico, l’acustico, il gustatorio, 1’ olfa-
Queste grandi differenze stabilite tra le due torio, sono evidentemente distribuiti a paja
vite dell’animale; questi limiti non meno simmetriche. —
Fra tutti gli organi poi, il
marcali, che separano i due ordini di fenome- cervello, da cui si ricevono tali impressioni,
ni, dai quali ciascuno risulta, sembrano offrire inerita di essere a preferenza distinto per la
al tisiologo la sola divisione reale che egli pos- forma regolare delle sue parti. Queste si ras-
sa stabilire tra le funzioni delle due vite me- somigliano perfettamente da ciascun lato, co-
desime, —
Noi quindi, lasciando alle altre me vedesi nei talami dei nervi ottici, nei cor-
scienze i metodi artificiali, seguiremo P ordi- pi scanalali, negli ippocampi, nei corpi fim-
ne naturale dei fenomeni che concatenano le briati, e via dicendo. Le parti impari poi so-
idee che ne riceviamo ; e con ciò vedremo no tutte simmetricamente divise dalla linea
la maggior parte delle divisioni fisiologiche mediana, di cui si osservano tracce marcatis-
offrire basi assai che voles-
incerte a colui sime in molte parti ^ siccome può osservarsi
se su P edifizio della scien-
di esse innalzare nel corpo calloso, nella volta a tre pilastri,
za. — Non cerco di richiamare qui ad esa- nella protuberanza anellare, e va discorrendo.
me tali divisioni, bastando per dimostrar- — Gli stessi nervi
destinati a trasmettere le
ne l’insufficienza il provare la solidità di quel- volizioni de! cervello agli agenti della loco-
la che io adotto percorreremo perciò le gran- mozione e della voce; gli organi locomotori
;

di differenze che isolano Panimale vivente formati da una gran parte del sistema musco-
fuori di sè, dall’animale esistente al di dentro lare, ed osseo, la laringe e le sue parti acces-
e consumantesi per un’alternativa continua sorie, doppi agenti dell’ esecuzione di queste
di assimilazioni e di disassimilazioui. volizioni, hanno tale regolarità e simmetria,
che non manca giammai di essere osservata.
ARTICOLO II. —
DIFFERENZE GENERALI DELLE
* — E tale è la verità del carattere che io in-
DUE VITE PER RAPPORTO ALLE FORME ESTE- dico, che cessano i muscoli ed nervi di es-
i

RIORI DEI LORO ORGANI RISPETTIVI. sere regolari tosto che non fanno più parte
delia vita animale. Ne sian prova di questo
La piùessenziale differenza, dalla quale per i muscoli, il cuore, le fibre delle intestina,
sono organi della vita animale distinti da
gli e simili ; per i nervi poi, ne abbiamo bastan-
quelli della vita organica, sta riposta nella si- te argomento nel gran simpatico, il quale de-
melria dei primi, e nella irregolarità dei se- stinato alla vita interna, presenta nella mag-
condi. Alcuni animali offrono delle eccezioni gior parte delle sue ramificazioni una irrego-
a questo carattere, soprattutto per la vita ani- lare distribuzione. Sono esempio di questo i
male; tali sono fra pesci le solide, i rombi,
i plessi solare, mesenterico, ipogastrico, spleni-
diverse specie fra gli animali non vertebrati, co, gastrico, e via dicendo. — Possiamo adun-
e simili; ma esso è perfettamente marcalo nel- que, dietro la più evidente ispezione, conchiu-
P uomo, egualmente che nei generi a lui vici- dere , che la simmetria è il carattere essenzia-
ni per la loro perfezione. Ed è in questo ap- le degli organi della vita animale dell' uomo.
punto in cui ora dobbiamo esaminarlo, al che §. II. Irregolarità delle forme esteriori
fare basta la semplice di lui ispezione. nella vita orgànica. —
Se noi passiamo ora
§. I. Simmetria delle forme esterne ad esaminare i visceri della vita organica, tro-
nella vita animale. —
Due globi perfetta-
• veremo essere loro applicabile un carattere
mente simili ricevono l’impressione della lu- esattamente opposto. Vedremo così irregofar-
ce ; il suono e gli odori hanno pur essi i loro mente disposti nel sistema digestivo lo stoma
organi analoghi doppi. Un’ unica membrana co, le intestina, la milza, il fegato, e via dicen-
riceve le impressioni ìlei sapori; ma questa non do. — - Nonoffrono egualmente traccia di
manca di essere divisa da una linea mediana simmetria nel sistema circolatorio, il cuore, i
in due segmenti fra loro perfettamente simili. grossi vasi, come la parte curva dell’ aorta, le
La cute non ci presenta in verità segni visibi- vene cave, 1’ azigos, la vena delle porte, 1 ar-
bili, e sempre marcati di questa linea ma es- teria innominata. Nei vasi stessi delle, meni-
;
4
DELLE FORME ESTERNE
lira troviamo continue varietà non solo, ma l’altro Iato, pel sentimento, e pel moto super-
osserviamo ancora, che in queste stesse varie- slite tulli i diritti all’animalità. — E certa-
tà, la disposizione d’ un lato non porta con sè mente queste parziali paralisi, delle quali la
quella del lato opposto. —
Potrebbe a prima linea mediana costituisce il fine, e il principio
vista sembrare l’apparato respiratorio esat- della facoltà di sentire e di moversi, non de-
tamente regolare: ciò non pertanto se si os- vono osservarsi con tanta regolarità negli ani-
servi che il bronco destro differisce dal sini- mali, nei quali, come nell’ostrica, trovasi un
stro, e per la sua lunghezza, e pel suo dia- esleriore irregolare.— La vita organica, al con-
metro, e per la sua direzione che uno dei ;
trario, costituisce un sistema unico, in cui lut-
polmoni è composto da tre lobi, che due soli to è legato e coordinato , e in cui le funzioni
compongono l’altro che lo stesso volume di
;
di un lato non possono interrompersi senza
questi due organi è assai differente; che le due che di necessaria conseguenza si estinguano
divisioni dell’arteria polmonare non si rasso- quelle dell’ altro. Avviene così, che ammalato
migliano nè pel loro ,
tragitto nè pel loro da una parte il fegato, influisce a destra sullo
diametro che il mediastino, su cui cade la li-
;
stato dello stomaco; per la stessa cagione, ces-
nea mediana, devia sensibilmente a sinistra; sato il colon destro dall’ agire, non può più
vedremo che la simmetria non è che apparen- essere continuata l’azione del sinistro. Lo stes-
te, e che la legge comune non soffre punto ec- so colpo che arresta la circolazione nei grossi
cezione. —
Anche gli organi dell’ esalazione tronchi venosi e nella parte destra del cuore,
e dell’assorbimento, le membrane sierose, il ca- la toglie pure nella parte sinistra, e nei gros-
nale toracico, il grande linfatico destro, gli as- si tronchi arteriosi posti dallo stesso lato, e via
sorbenti secondarli di tutte, le parli presenta- dicendo d’onde segue che supponendo cessa-
;

no ovunque una distribuzione ineguale ed tele funzioni di tutù gli organi della vita inter-
irregolare. Vediamo nel sistema glandolare, le na situati da un lato, quelle del lato opposto
cripte o follicoli mucosi ovunque disseminati dovranno di necessità venirne sospese;e la mor-
senz’ordine sotto le loro respetlive membra- te ne dovrà essere una necessaria conseguenza.
ne. Il pancreas, il fegato, le ghiandole sali vali — Questa generale asserzione però risguarda
stesse, benché al primo aspetto simmetriche , solo l’assieme della vi la organica, non già i suoi
non si trovano mai esattamente sottomesse fenomeni isolati alcuni de’ quali sono doppi,
;

alla linea mediana. 1 reni differiscono 1’ uno e possono a vicenda supplirsi come ne abbia-
dall’ altro per la loro posizione, pel nume- mo esempio nei reni e nei polmoni. Non —
ro dei loro lobi nel feto, per la lunghezza e la cercherò la causa di questa differenza, che di-
grossezza delle loro arterie e delle loro vene, stingue nell’uomo, e negli animali a lui affini
e soprattutto per la loro frequente varietà nei gli organi delle due vite; osserverò solamen-
diversi individui. — Queste numerose consi- te, che essa entra essenzialmente nell’ordine
derazioni ci conducono evidentemente ad un dei loro fenomeni, e che la perfezione delle
risultato inverso dal precedente, cioè che l’at- : funzioni animali è legata in modo alla simme-
tributo speciale degli organi della vita inte- tria generalmente osservata nei loro organi
riore è riposto nell’irregolarità delle loro for- rispettivi, che tutto ciò, die disturba una tal
me esterne. simmetria, altera più o meno queste funzioni.
Conseguenze che risultano dalla
§. III. — E da tale proprietà nasce, senza dubbio,
differenza delle forme esterne negli organi quest’ altra differenza tra gli organi delle due
delle due vite. —
Dalle osservazioni or ora

vite, cioè che la natura assai più di rado per-


esposte risulta chiaramente, che la vita ani- mette delle alterazioni nella conformazione
male è, per così dire, doppia, e che suoi feno- i degli organi spettanti alla vita animale che in
meni benché contemporaneamente operati dai quelli proprii della organica. Grimaud si era
due lati, formano in ciascuno di essi un siste- già servito di questa osservazione senza indi-
ma indipendente da quello del Iato opposto : care il principio, da cui dipende il fatto eh’ es-
che vi è, se è lecito così esprimermi, una
vita destra ed una sinistra, delle quali 1’ una
sa cipresenta. —
A qualunque anatomico, i!
quale abbia anche per poco estese le sue dis-
può ancorché cessi 1’ azione dell’ al-
esistere, sezioni non può non essere sfuggita l’osserva-
tra, e che esse senza dubbio sono destinate a zione sulle frequenti variazioni di forma, di
supplirsi reciprocamente. —
Questo si osser-
va appunto in quelle tanto comuni affezioni
grandezza, di posizione, di direzione degli or-
gani interni, del fegato, della milza, dello sto-
morbose, nelle quali la sensibilità e la moti- maco, dei reni, degli organi salivali, e simili,
lità animale indebolite, ed anche del tutto E tali sono le varietà nel sistema vascolare, che
cessate in una delle metà simmetriche del cor •
due individui difficilmente offrono la stessa-
po, più non si prestano ad alcuna relazione disposizione all'occhio dell’ anatomico. Nes-
con ciò che ci circonda. In tali malattie è l’uo- suno cosi ignora, che gli organi dell’ assorbi-
mo in una parte del corpo ridotto allo stato mento, le ghiandole linfatiche specialmente, sì
di vegetale, intanto che egli
conserva dal- trovano rare volle disposte in due individui
NEL LB DUE VITE

•coila proporzione di numero, di volu-


siessa sterne, così P ar-
e nella interna struttura;
me, e viadicendo e che le ghiandole mucose
;
monia diventa la conseguenza della sim-
mostrano non mai una posizione fìssa ed ana- metria, essendo cosa impossibile, che due par-
loga. —Nè solo ciascun sistema separatamen- ti essenzialmente simili per la loro struttura,

te esaminato è soggetto a frequenti aberra- differiscano fra loro nel modo d’agire. Da
zioni, ma il complesso pure degli organi della tale ragionamento siamo condotti ad un
V'ita interna trovasi qualche volta in un ordi- dato generale, cioè, che l’armonia costituisce
ne opposto a quello che gli è naturale. Si — il carattere delle funzioni esterne ; e che la
recò nel mioanfiteatro un fanciullo, che aveva dissimiglianza forma l’attributo delle funzio-
vissuto parecchi anni con un generale rove- ni organiche; ma su tal punto si rendono ne-
sciamento dei visceri digestivi, cireolatori!, cessari più estesi rischiarimenti.
respiratori! e secretorii a destra si osservava §. 1. Dell armonia di azione nella vita,

:

10 stomaco, la milza, P S del colon, l’apice del animale. —


Abbiamo già fatto conoscere co-
cuore, 1’ aorta, il polmone a due lobi, e simili; me la vita esterna risulti dalle azioni succes-
si trovavano a sinistra il fegato, il cieco, la ba- sive dei sensi, dei nervi, del cervello, degli
se del cuore, le vene cave, 1’ azigos, ilpolmo- organi locomotori e vocali ; considereremo
ne di tre lobi ec. Mostravano pure un ordine ora l’armonia di azione in ciascuna di queste
inverso tutti organi situati sotto la linea
gli grandi divisioni. —
La precisione delle nostre
mediana, come il mediastino, il mesenterio, i! sensazioni sembra essere tanto più perfetta
duodeno, il pancreas, le divisioni dei bronchi. quanto più corrispondono tra lorde due im-
Molti autori hanno fatto cenno di tali Iraslo- pressioni che le costituiscono. Noi in fatti ve-
camenti di visceri, ma io non conosco un altro diamo male e confusamente quando uno de-
esempio così compiuto. Se osserviamo ora — gli occhi, meglio organizzato e più attivo
gli organi della vita animale, i sensi, nervi, i dell’ altro, risente anche più fortemente le
11 cervello, i muscoli volontari, la laringe, li impressioni esterne, e trasmette al cervello
troveremo tutti esattamente e rigorosamente immagini più vive. Per la stessa ragione sia-
disposti nella forma, grandezza e posizione mo obbligati di chiudere un occhio quan-
loro determinata nè giammai ci occorre di
;
do l’azione dell’altro è accresciuta artificial-
osservare in essi varietà di conformazione. mente da lente convessa onde evitare la ,

Che se dessa ha luogo, le funzioni sono distur- confusione che ne segue dalla tolta armonia
bate ed anche distrutte mentre quelle della ; tra i due organi, per l’uso della lente. Ma !o
vita organica rimangono ancora le stesse an- strabismo ci offre naturale P esempio artifi-
che in mezzo alle alterazioni delie varie sue cialmente prodotto dalle lenti. Noi guardiana
parti. — Tale differenza tra gli organi delle
• bieco, dice Buffon, perchè storniamo l’occhio
due vile procede evidentemente dalla sim- più debole dall’oggetto, su cui si fissa il più
metria degli uni, la quale sarebbe stata dal forte, onde evitare la confusione che nasce-
minimo cambiamento di conformazione al- rebbe nella percezione di due immagini dis-
terata, e dalla irregolarità degli altri, la qua- uguali. —
Egli è vero che molte altre cause
le permette assai bene questidiversi can- concorrono a produrre quest’affezione, ma
giamenti. — - Le funzioni di ciascun organo, non può cadere alcun dubbio sulla realtà del-
nella animale, dipendono immediata-
vita la già addotta. Egli è pur vero che in diversi

mente dalla sua rassomiglianza coll orga- 1


animali può ciascun occhio agire isolatamen-
no simile del lato opposto, se esso è doppio; te che in certe specie
;
due occhi trasmet-
i

o dalla uniformità di struttura delle sue metà tono nello stesso tempo due diverse immagi-
simmetriche, se è semplice; dal che si conce- ni; ma ciò non toglie, che allorquando que-
pirà facilmente l’ influenza dei cangiamenti stiorgani riuniscano la loro azione sullo stes-
organici sull’ alterazione delle funzioni. Ma so oggetto, le due impressioni ch’essi trasmet-

ciò diverrà più facile a comprendersi quando tono al cervello, non debbano essere fra loro
avrò indicalo i rapporti che esistono tra la analoghe. E siccome il risultato di tali ira-
simmetria o 1’ irregolarità degli organi e l’ar- pressioni deve essere un unico giudizio, que-
monia o la discordanza delle funzioni. sto non potrà riescil e esatto, se lo stesso cor-
po si presenti al cervello nello stesso tempo
ART. Tir. DIFFERENZA GENERALE DELLE DITE e con colori forti e deboli, secondo che esso
VITE AVUTO RIGUARDO AL MODO d’ AZIONE si dipinge sull’ una o su P altra retina. —
DEI LORO ORGANI RISPETTIVI. Quello che diciamo per l’occhio, conviene
esattamente per l’orecchio; poiché se del-
L’ armonia è per le funzioni degli or- le due sensazioni che compongono P udito,
gani ciò che la simmetria è per la loro con- P una è ricevuta da uu organo più forte e
formazione suppone quella una perfetta
; meglio sviluppato, essa produrrà una impres-
eguaglianza di forze e di azioni, mentre que- sione più chiara e più distinta; sicché il cer-
1
sta indica un esatta analogia nelle forme e- vello diversamente eccitato da ciascuna di es*

%
G DIFFER E N Z A GENERAL L

se, diverrà ! a sedo di una percezione imper- arresta di nuovo. Il primo riceve dalle ema-

fetta. Questo è quello, che costituisce l'orec- nazioni odorose una viva impressione, intan-
chio quindi comprendiamo perchè uno
falso, e to che gli organi del secondo la -risentono con
si risenta facilmente di certa dissonanza , che confusione; confusione dipendente dalla ine-
1
per nulla è da un altro avvertita. Il primo di guaglianza d azione delle due narici, dalla
essi, in cui le due impressioni dello stesso superiorità d’organizzazione dell’ una, e dal-
suono si confondono precisamente in una sola, la debolezza dell’ altra. E che ciò sia real-

sicché questa risulta esatta e rigorosa, distin- mente verrà dalle seguenti osservazioni pro-
gue il minimo difetto nel canto in tantoché ;
valo. —
- Nella corizza, che prende una soia
l’altro, in cui le due orecchie, offrendo sen- narice, se tutte e due restano aperte , 1’ odo-
sazioni diverse, producono percezioni abi- rato è confuso: ma diviene distinto se si chiu-
tualmente confuse, non è capace di distingue- da la narice ammalata. Un polipo sviluppato
re il difetto di armonia nei suoni. (Tale sup- in un lato ne indebolisce l’azione della pitui-
posizione è certamente ingegnosa , ma non taria rimanendo inalterata quella dell’altra;
-veritiera; ed infatti se la mancanza di giu- dal che, come nel caso precedente, nasce un
stezza dell' udito, procedesse dall’inegual for- difetto d’ armonia tra i due organi; e per-
za dei due organi, rimedierebbesi a questo ciò ne segue la confusione nella percezione
difetto, giovandosi di un solo orecchio ma ;
degli odori. Così la maggior parte delle affe-
l’esperienza dà un risultato diverso. Non di- zioni di una sola narice è seguita da analoghi
scuteremo riguardo allo slessoprincipio d’ine- risultati,che ponno essere momentaneamen-
guaglianza negli organi, la spiegazione dello te corretti col mezzo indicato, con cui, ren-
strabismo ma relativamente alla esatta valu- dendo inattiva una delle pituitarie, si toglie
;

tazione dei colori, codesto principio non rie- h sua discordanza d’azione coll’altra. Se —
sce men fallace, di quello lo è applicato alla adunque una causa qualunque accidentale,
giusta valutazione dei suoni. Conosco un uo- che tolga 1’ armonia delle funzioni degli or-
mo che non giunse mai a distinguere 1’ az- gani, si rende capace di produrre confusione
zurro del cielo dal verde di mare neppure
,
nelle percezioni degli odori , possiamo a ra-
chiudendo un’occhio. Nota di Magendie). Per gione credere assai probabile , dover esiste-
la stessa ragione pure mentre P uno coordina re un’ineguaglianza naturale di conformazio-
sempre la conca tenazione della sua danza colla ne e di forza nelle narici, allorché le perce-
successione delle misure, P altro al contrario zioni dell’ odorato sono naturalmente inesat-
1
combina costantemente agli accordi dell or- te. Del gusto diremo ciò che si disse del-
chestra la discordanza de suoi passi., Buf-
1
— l’olfato; poiché in esso pure accade soven-
fon ha limitato le sue considerazioni intorno te di osservare uu lato solo della lingua preso
all’armonia di azione, alla vista ed all’ udito da paralisi, o da spasmo, per cui pare, che la
soltanto noi però ne estenderemo P esame a linea mediana separi qualche volta una parte
;

tutta la vita animale. Nell'odorato , come — insensibile dall’ altra, che conserva ancora la
negli altri sensi, dobbiamo egualmente di- propria sensibilità Che se questo avviene
.

stinguere due impressioni P una primiti- : quando l’affèzioue è in allo grado, niente osta
va, che non appartiene che all'organo, l’altra il credere dover pure avvenire lo stesso sotto

consecutiva risentita dal sensorio. E dobbia- un minimo grado morboso ; dover accadere
mo intorno a queste due impressioni osserva- cioè, che mentre un lato conserva perfetta la
re, che mentre la prima rimane sempre la facoltà di percepire i sapori, l’altro goda di essa
1
stessa, può la seconda variare ne suoi effetti ;
in grado inferiore. In questo caso il gusto di-
per cui quel medesimo odore, che allontana verrà irregolare e confuso ; e ciò perchè due
molte persone da un luogo, ne attira ad esso sensazioni ineguali, benché indotte dallo stes-
molte altre. Non dipende già questo dal di- so oggetto, non possono avere per conseguen-
verso modo di sentire della pituitaria; ma da za una percezione precisa ed esalta. Dal che
ciò piuttosto, che 1’ anima ha la facoltà di an- nasce, che certi corpi di oscuro sapore a mol-
nettere sentimenti diversi ad una identica ti, riescono causa di aggradevoli o dolorose
impressione ;
per cui in tale caso la varietà di sensazioni a molti altri. —
Il tatto pure, come
risultalo non suppone varietà nel suo princi- gli altri sensi lega la sua perfezione alla uni-
pio. Qualche volta però P impressione nata formità di azione delle due metà simmetriche
sulla pituitaria differisce realmente da ciò del corpo , e particolarmente delle due mani.
1
eh essa dovrebbe essere per la perfezione del- Supponiamo, che un cieco nasca con una ma-
la sensazione ; così di due cani che seguono no regolarmente organizzata, e coll’ altra, che
la stessa uno non ne perde mai
preda ,
1’
priva dei movimenti d’opposizione del polli-
la traccia e batte sempre la stessa sua stra- ce, e di flessione delle dita, presenti una su-
1
da mentre 1’ altro che pure P insegue, s ar-
;
perfìcie rotonda ed immobile. Esso non acqui-
resta soventi, ne perde, come dicesi, la peda- sterà che difficilmente le nozioni di grandez-
1
ta, esita e s affatica di ritrovarla, corre, e si za, di figura, di direzione, esimili, perchè

« !
DELLE DUE VITE
1
l mani sullo
applicazione successiva delle due che e’ indicano uno stalo particolare di qual-
stesso corpo non produrrà una medesima sen- che organo interno, nella guisa stessa che i
sazione. Così, per esempio, facciamo che am- sensi esterni ci danno a riconoscere le pro-
be le mani tocchino una piccola sfera 1’ una
; prietà e lo stato dei corpi esterni. Nota di Ma-
abbracciandola esattamente nelle estremità di gendie). Supponiamo di fatti l’un emisfero più
tutti suoi diametri farà nascere l’idea di
i
perfettamente organizzato dell’altro, e meglio
rotondità; mentre l’altra, che non viene in sviluppato in tutti suoi punti senza dubbio
i
;

contatto con essa che in qualche punto sol- risentirà esso più vive le impressioni ricevute,
tanto, darà una sensazione affatto differente. per cui la percezione non potrà non essere
Incerto, in tal modo, il cieco tra queste due confusa, essendo il cervello per l’anima quel-
basi del suo giudizio, non potrà che difficil- lo, che i sensi sono pel cervello ; trasmet-
mente proferirlo anzi potrà egli far corri-
; tendo cioè questo a quella gli scuotimenti ri-
spondere a questa doppia sensazione un dop- cevuti dai sensi nello stesso modo che i sensi
:

pio giudizio sulla forma esterna del medesi- estendono al cervello le impressioni prodotte
mo corpo. Saranno al contrario le sue idee dai corpi esterni. Ragion vuole adunque che
assai più precise, qualora egli condanni 1’ una se il difetto di armonia nel sistema esterno
delle sue mani all’inazione; non altrimenti dei sensi turba la percezione del cervello, l’a-
dello strabitico, il quale, onde fuggitela con- nima pure percepisca con confusione allorché
fusione, inevitabile effetto della diversità delle i due emisferi, di forza ineguale, non concen-
due sensazioni, svia f occhio più debole dal- trano in una sola la doppia impressione rice-
1’oggetto che osserva. Anche le mani adun- vuta. —Nella memoria, facoltà di riprodurre
que si suppliscono 1’ una 1’ altra reciproca- antiche sensazioni nella immaginazione, fa-
;

mente, poiché I’ una conferma le nozioni date coltà di trovarne delle nuove, ciascun emisfe-
dall’altra, per il che richiedesi essenzialmen- ro sembra riprodurne o crearne una. Ma sup-
te 1’ uniformità della loro conformazione. posti essi non perfettamente simili, la perce-
Le mani però non costituiscono gli unici zione delfanima che deve riunirle sarà inesat-
agenti del tatto: potendo anche le piegature ta ed irregolare, ineguali essendo le due sen-
dell’ antibraccio, delle ascelle, degli inguini, sazioni per la dissimiglianza degli emisferi
la concavità del piede, e simili, fornirci egual- che ne sono la sede. E siccome la percezione,
mente, abbracciando i corpi, delle basi reali , la memoria, e l’ immaginazione costituiscono
benché meno perfette, dei nostri giudizii sul- labase ordinaria della facoltà del giudicare :

le fo rme esterne dei corpi medesimi. Suppo- questa non potrà essere esatta e distinta, con-
niamo ora che una metà del corpo nostro sia fuse essendo le altre. — Abbiamo così suppo-
diversamente dall’ altra disposta, ed avremo sto l’ineguaglianza di azione dei due emisfe-
pure in tal caso la stessa incertezza di risul- ri : abbiamo provato dover essere tale ine-
tato nella percezione del tatto. —
Dal fin qui guaglianza causa di difetto nelle funzioni in-
esposto possiamo francamente conchiudere : tellettuali ; resta ora stabilire col fatto la
essere nell’apparato del sistema sensitivo ester- realtà della nostra supposizione; al che con-
no condizione essenziale alla perfezione delle corre una immensa folla di casi. Niente havvi
sensazioni armonia d’azione dei due organi
1’ di più comune, in fatti, quanto l’osservare
simmetrici, o delle due metà simili dello stes- numerose alterazioni nella memoria, nell’im-
so organo. —
I sensi esterni costituiscono le maginazione, nel giudizio indotte dalla com-
naturali cause eccitatrici delle funzioni cere- pressione di un emisfero operata dallo strava-
brali, le quali nella vita animale ad essi succe- so di sangue, o di pus, dalla depressione di
dono costantemente e le quali cadrebbero in
;
un osso, da un’ esostosi interna elei cranio c
una perpetua inazione, se non trovassero in essi simili. E tali alterazioni persistono pure lun-
ilprincipio della propria attività. Dalle sensa- go tempo, se, anche cessalo ogni segno di
zioni vediamo nascere immediatamentela per- compressione, uno dei Iati del cervello più
cezione, la memoria, 1’ immaginazione, e lo debole rimanga per l’ influenza della lesione
stesso giudizio per cui riesce facile il compren-
;
sofferta dal che avremo come funeste conse-
;

dere come queste diverse funzioni, distinte col guenze diverse alienazioni nelle facoltà del-
nome di sensi interni seguir debbano nel
, l’ intelletto. Che se poi due lati restassero
i

loro esercizio le stesse leggi stabilite per gli egualmente lesi, il giudizio riescirebbe piu
esterni per cui, come questi, essi sono tan- debole, ma più esalto. (Non si comprende co-
to più vicini alla perfezione, quanto più le me il giudizio può essere debole od energi-
parti dell’organo, che uè costituisce la sede, co, ove pure non intendasi dire con ciò che
sono fra loro perfettamente simmetriche. esso è abitualmente falso o giusto. Avrà giu-
(Non puossi, senza confondere tutte le nozioni dizio esatto quegli che coglie comunemente ì
che abbiamo dei sensi, dare tal nome alla me- veri rapporti tra le cose, e ciò riesce indipen-
moria, alla immaginazione, al giudizio; potreb- dente dal numero e dalla varietà delle idee
be»! al più nomare scusi interni certe sensazioni sopra cui deve pronunciare. Colui al quale
8 DIFFERENZA GENERALE
pochi rapporti avrà poca immagi-
affacciatisi dalla perfezione di organizzazione, dall’ atti-
nazione; ma se tali rapporti sono veri, non vità di nutrizione e di vita di ciascun musco-
1
potrassi dire eh abbia giudizio debole. Nola lo; questa è il risultato dell’abitudine, e del
di Magendie Ed è per tal ragione , che
)
. frequente esercizio. Osserviamo ora , che la
possiamo spiegare la causa di molte osser- discordanza degli organi locomotori deve es-
vazioni soventi riferite, dalle quali risulla sere riferita alla agilità, non già alla forza.
essere stato un colpo, portato ad un lato del Tutto è eguale nel volume, e nel numero del-
capo, valevole a ristabilire le funzioni intel- le dell’ uno e dell’ altro dei
fibre, nei nervi
lettuali, giàda gran tempo turbate per altro membri superiori o inferiori ; e pressoché
colpo ricevuto a! lato opposto. — Credo in nulla è pure la differenza che riscontrasi nel
tal modo di aver stabilito, che sopposta l’ine- loro sistema vascolare- Dal che ne segue, che
guaglianza di azione degli emisferi , le fun- tale discordanza è nulla , o quasi nulla in na-
zioni intellettuali devono essere per necessa- tura ;
come manifesta conseguen-
e che nasce
ria conseguenza turbate ; ed ho indicato di- za delle ‘nostre sociali abitudini, le quali, mol-
versi casi morbosi, in cui tale turbamento co- tiplicando movimenti di un lato
i aumenta- ,

stituisce il risultato evidente di questa ine- no in questi la destrezza, senza molto aggiun-
guaglianza. Appaiono qui chiari 1’ effetto eia gere alla forza. — Tali sono in fatti bisogni i

causa, per cui dove il primo è apparente, ci della società, eh’ essi rendono necessari certi
viene dall’analogia indicata la seconda. Quan- movimenti generali, i quali devono essere
do adunque il giudizio riesce abitualmente ovunque eseguiti nella stessa direzione onde
inesatto, che tutte le idee mancano di preci- poterci più facilmente intendere ; si è per ciò
sione, potremo senza tema di errore ammet- convenuto, che tale direzione sarà quella di
tere un difetto d’ armonia tra i due lati del sinistra a destra. Le lettere in fatti compo-
cervello. Se vediamo bieco allora quando nenti la scrittura della maggior parte dei po-

discordano Ira loro le forze dei due occhi , poli sono dirette in questo verso e tale cir- :

dobbiamo egualmente percepire, e giudicare costanza richiede la necessità di impiegare per


malamente se gli emisferi cerebrali sono tra formare queste lettere la mano destra, la qua-
loro naturalmente discordanti ; per cui lo spi- le riesce assai meglio adattala a questo modo
rito il più giusto, ed il giudizio più sano sup- di scrittura siccome la sinistra converrebbe
:

pongono sempre 1’ armonia più compiuta infinitamente meglio al modo opposto, del
negli organi dell’intelletto. (Molte persone che può ognuno facilmente colla prova con-
hanno gli occhi dotati d’inegual forza, e pure vincersi. Alla direzione poi delle lettere da
la loro visione si eseguisce con tutta Chiarez- sinistra a destra segue la legge di percorrerle
za e precisione. Nota di Magendie). E siccome nello slesso modo anche cogli occhi ;
e dalla
infinite gradazioni occorrono nelle operazioni abitudine di leggere in tal modo nasce quella
di esso, così devono esse supporsi corrispon- di esaminare la maggior parte degli oggetti
denti ad altrettante varietà delle relative forze secondo questo verso. Anche la necessità —
delle due metà del cervello. Che potessimo
se dell’ unione nei combattimenti ha determi-
ricevere le impressioni esterne con un solo nato ad impiegare generalmente la mano de-
emisfero, non che impiegare un lato solo del stra pel maneggio delle armi siccome l’ar- ;

cervello per prendere delle determinazioni, o monia che dirige la danza nei popoli più i

per giudicare, avremmo allora in nostro po- selvaggi richiede un certo accordo nelle gam-
tere anche E aggiustatezza delle nostre ope- be, il quale è conservato facendo sempre di-
razioni intellettuali ; Io che però è impossi- rigere a destra i movimenti principali ai
bile affatto mancandoci tale facoltà. — Con- quali esempi io potrei aggiungerne un im-
;

tinuando nell’esame intorno all’ armonia menso numero d’analoghi. — Questi movi-
di azione nel sistema della vita animale, tro- menti generali convenuti tra gli uomini nel-
viamo succedere alle funzioni del cervello l’ordine sociale, i quali eseguiti in diverso
quelle della locomozione e della voce; di cui senso romperebbero l’armonia di una folla
la prima può sembrare, forse a primo aspet- d’azioni, questi movimenti, dico, ci obbliga-
to, allontanarsi dalla legge generale dell’ ar- no inevitabilmente, per l’influenza dell’abi-
monia di azione. Se in fatti consideriamo le tudine, ad impiegare le membra da essi posti
due mela verticali del corpo, troviamo l’una ,in azione anche pei nostri movimenti parti-
costantemente superior# all’altra per l’esten- colari. Ed essendo tali membri per appunto
sione, pel numero, e per la facilità dei movi- situate a destra, ne risulta, che dessi sono
menti che eseguisce; e, come a ciascuno è no- sempre in attività, sia ciò pei bisogni relativi
to, la parte destra è per lo più quella che ai movimenti che eseguiamo di concorso
mostrasi in ciò superiore alla sinistra. —
'Per cogli altri individui, sia pei bisogni personali.
comprendere la ragione di questa differenza, E siccome dall’ abitudine di agire si perfezio-
bisogna distinguere in ogni specie di movi- na azione, così questo deve essere causa
1’

mento la forza e l’agilità; quella dipende della prevalenza in agilità del membro destro
DELLE DUE V ITE
9
sul sinistroprevalenza, che non devesi ere-
; le dei fisiologi e da Haller in particolare,
,

dere come primitiva, ma portala in un modo addotta come causa


dei suo difetto d’ armo-
lento, e pressoché insensibile dal continuo nia, la discordanza delle due metà simmetri-
uso. —
Non devesi adunque considerare co- che della laringe, 1’ ineguaglianza di forza nei
nte naturale questa rotabile differenza delle muscoli che muovono le arilnoidi, la dispa-
due metà simmetriche del corpo, e non de- rità di azione nei nervi che vanno a ciascun
1
vesi per ciò considerare come un eccezione lato di quest’organo, la differenza di rifles-
1
della legge generale dell armonia di azione sione dei suoni nelle narici e nei seni destri
delle funzioni esterne. E ciò è sì vero, che il o sinistri. Può senza dubbio la voce falsa es-
complesso dei movimenti, eseguiti con tutte sere ancora prodotta dall’ udito ; poiché se
le nostre membra, riesce tanto più preciso , noi sentiamo toni falsamente, dobbiamo pu-
s

quanto meno l’agilità dei muscoli destri dif- re falsamente cantare ma allorché il diletto
;

ferisce da quella dei sinistri. Per ciò alcuni di precisione nei suoni coincide colla esattez-
animali corrono arditamente sopra dirupi tali, za dell’ udito, dovrassi senza dubbio alcuno
che facilmente, dietro la minima deviazione , cercare la causa di tale difetto nella laringe.
li farebbero precipitar negli abissi ; ed altri —= Conchiudiamo adunque, dover essere più
si muovono massima celerità e precisio-
colla armoniosa quella voce che sarà ad egual gra-
ne su piani appena eguali in larghezza al- do prodotta dalle due parti della laringe ,
T estremità delle loro membra. Per questo nella quale eguaglianza Se vibrazioni di un
pure gli animali anche i più pesanti, non va- lato, perfettamente simili per Io numero, per
cillano mai nel loro cammino, lo che spesso la forza <? per la durata a quelle del Salo op-
avviene all’ uomo e ciò perchè, nulla quasi
; posto, si confondono con Soro onde produrre
essendo la differenza tra gli organi locomoto- 10 stesso suono non altrimenti che assai per-
;

ri, d ambo i lati, essi trovatisi in una costan-


1
fetto diventa quel suono, il quale è prodotto
te reciproca armonia di azione. Da ciò pu-— -
da due voci esattamente identiche nel grado*
re ne segue, che 1' uomo meno abile nei mo- nei timbro, nella flessione. Dalle numerose —
vimenti isolali della parte destra, gode di as- considerazioni fin qui presentale ne segue ,
sai maggiore agilità nei movimenti di lutto il cred’ io, questo generale resultato: che cioè,
corpo poiché, come potrò altrove compro-
: uno degli essenziali principi! della vita ani-
male, è riposto nell’armonia di azione dei due
1
vare, la perfezione di una parte non s acqui-
1
sta giammai che a spese di quella delle altre. organi analoghi , o dei due lati dell orga-
E così un fanciullo che si ammaestrasse a far no semplice, che concorrono allo stesso seo^
uso eguale delle sue quattro membra, godreb- po. E si scorgeranno pure da esse facilmente,
1
be ne suoi movimenti generali di quella pre- senza la necessità d’ indicarlo, quali rapports
cisione, che non può egli acquistare per l’uso esistano tra questa armonia di azione, ^carat-
e pex movimenti particolari della mano destra tere delle funzioni, e la simmetria di forma,,
resi necessari scherma e
dalia scrittura, dalla attributo degli organi della vita animale.

simili. — Non nego avere qualche naturale Devo però, onde por fine a questo paragra-
circostanza influito sulla scelta della direzione fo, avvertire, che indicando in esso le diver-
dei movimenti generali richiesti dalle abito- se alterazioni che risultano nella vita animale
dìni sociali; tali potrebbero essere la leggier dal difetto di armonia degli organi , non ho
prevalenza di diametro della suclavia destra , preteso di assegnare se non se una causa iso-
il sentimento di stanchezza che accompagna lata di tali alterazioni conoscendo come ol-
;

la digestione, e che più sensibile a sinistra tre la discordanza dei due emisferi del cer-
per la maggiore estensione dello stomaco a vello, mille Mire circostanze possono alterare
questo lato, ci determina ad agire durante un 11 giudizio, la memoria, e via dicendo.

tal tempo coi lato opposto tale può essere §. II. Discordanza di azione nella vita

;

ancora i’ istinto naturale, che nelle vive affe- organica Paragoniamo ora ai fenomeni
.

zioni ci fa portare la mano sul cuore, a cui la della vita esterna quelli della vita organica; e
destra si dirige assai più facilmente delta si- vedremo nessuna influenza esercitarsi su que-
nistra. Ma tali cause sono pressoché nulle in sti dall' armonia di azione. Niente importa in

confronto alla sproporzione dei movimenti falli che un rene più attivo dell’ altro separi
delle due metà simmetriche del corpo; per maggior copia che un polmone me-
di urina;
cui sotto un tale rapporto sarà sempre vero glio sviluppato riceva in un dato tempo mag
il dire: essere la loro discordanza un effetto so- gior quantità di sangue venoso, e mandi pure
ciale: ed averle la natura primitivamente sla- maggior copia di sangue arterioso niente ;

bi! ite per una perfetta armonia di azione.- -La — importa, che le ghiandole salivari sinistre si
voce forma colla locomozione 1’ ultimo aito distinguano per un minor grado di forza or-
della vita animale nella concatenazione natu- ganica dalle destre. La stessa unica funzione,
rale delle sue funzioni. E intorno ad essa a cui concorre ciascun paio d’organi , non e
indicheremo essere stala dalla maggior par-
: meno regolarmente esercitata, por cui se un
Elicici Mccl d
IO DIFFERENZE GENERALI

legger ingorgo occupi uno dei lati del fegato, male da quelli della vita organica, l’asso ora
1
della milza, del pancreas, la porzione sana vi all esame di un altro, la di cui importanza

supplisce, e la funzione non è turbala. Anche


1
. non è minore del primo; cioè dell intermit-
la circolazione rimane la stessa in mezzo alle tenza periodica delle funzioni esterne, e della
frequenti varietà del sistema vascolare dei due non in terrò Ita continuità delle funzioni interne.
lati del corpo, sia che tali varietà esistano na- §. I. Continuità d' azione nella vita or-
turalmente, sia ch’esse dipendano da qualche ganica. —È sì vero che la respirazione e la
artificiale obliterazione dei grossi vasi, coinè circolazione devono essere continuamente e-
1
nell aneurisma. —
Per ciò occorre, come già sercitale , che quelle cause dalle quali esse
si disse, di osservare gran numero d’ irrego- vengono sospese, valgono pure, per poco che
larità di struttura, e molli vizi di confor- esse siano prolungate, a sospendere ed anche
mazione nella vita organica senza alcuna di- a distruggere la vita. Tutte le secrezioni —
scordanza nelle funzioni. Per ciò nasce la del pari sono senza interrompimenlo eserci-
quasi continua successione di modificazioni, tate ; e se pur si osserva in esse qualche pe-
1
le quali estendendo o ristringendo a vicenda riodo d intermittenza come avviene della se-
la sfera di queste funzioni, non le lascia pres- crezione della bile fuori del tempo della di-
soché mai in uno stato fisso. Le forze vitali gestione, della saliva fuori di quello della ma-
così, e gli stimoli che li chiamano ad attività, sticazione, ed altri, tali periodi hanno solo
continuamente variabili nello stomaco , nei riguardo alia intensità, non già all’intero e-
reni, nel fegato, nel polmone, nel cuore, e si- sercizio delle funzioni. L’esalazione e l’as-
mili, determinano una perenne
instabilità nei sorbimento si succedono a vicenda perenne-

loro fenomeni. E
mille cause in oltre possono mente ; la nutrizione non è giammai inattiva,
ad ogni istante accrescere del doppio, del tri- e il doppio movimento di assimilazione e di
plo P attività della circolazione e della respi- disassimilazione, da cui essa risulta, non fini-
razione , accrescere o diminuire la quantità sce che col termine della vita. In questa —
della bile, deli’ urina, della saliva, sospendere, continua concatenazione dei fenomeni organi-
od accelerare la nutrizione di una parie. In tal ci, ciascuna funzione trovasi in una immediata
guisa la fame, gli alimenti , il sonno, il movi- dipendenza con quella che la precede. Fra
mento, il riposo, le passioni, e simili, imprimo- esse poi, la circolazione, come centro di tutte,
no queste funzioni una tale mobilità, ch’esse
a è sempre immediatamente legata al loro eser-
passano ciascun giorno per cento gradi diversi cizio sicché tutte vanno a languire, se dessa
:

di forza o di debolezza. —
- Nella vita animale viene turbata ,
e cessano affatto, se essa si so-
al contrario tutto è costante, uniforme e re- spenda non altrimenti, che le
;
numerose ruote
golare ; non potendo le forze vitali dei sensi di un orologio arrestano i loro successivi mo-
provare, come le interne, tali alternative di vimenti, tosto che la molla, che le mette in
modificazioni, o non provandole, almeno, in esercizio, sia resa immobile. Nè solo 1’ azione
un grado così sensibile. Queste forze, in fatti, generale della vita organica è strettamente
vengono da abituali rapporti unite alle forze 1
legata all azione particolare del cuore, ma le
fìsiche reggenti i corpi esterni, i quali restano singole funzioni pur anco sono isolatamente
perennemente gli stessi nelle loro
variazioni ;
colle altre tutte concatenate così non havvi
;

altrimenti sarebbe un tal rapporto distrutto, digestione senza secrezione , non si dà assor-
e la funzione annichilata. —
Che se tale mo- bimento senza esalazione , e mancherebbe ai-
bilità, propria soltanto della vita organica, fatto la nutrizione col togliere la digestio-
fosse anche attributo delle sensazioni, essa lo ne. —
Possiamo adunque stabilire, come ca-
dovrebbe egualmente essere e della percezio- rattere generale delle funzioni organiche, la
ne e della memoria e dell’ immaginazione e loro continuità, e la mutua dipendenza in cui
del giudizio , e in conseguenza anche della le une colle altre si trovano.
volontà. In tal caso che sarebbe mai 1’ uomo? Intermittenza d? azione nella vita
§. II.
Attratto da mille opposti movimenti, giuoco animale. —
Consideriamo al contrario cia-
• *

perpetuo di tutto ciò che lo circonda egli ,


scun’ organo della vita animale nell’ esercizio
vedrebbe la sua esistenza, or vicina a quella delle sue funzioni e vedremo sempre in es- ,

dei corpi bruti, or superiore a quella di cui so le alternative di attività e di quiete, le


gode attualmente, combinare ciò che la ma- compiute intermittenze, e non già le remit-
teria presenta di più vile, a quello che l’ intel- tenze, come incontrano in alcu-
quelle che s’

ligenza mostra di più sublime. ni fenomeni organici. Ciascun senso stan- —


co per le lunghe sensazioni diventa momen-
ARTICOLO QUARTO. —DIFFERENZE GENERALI DEL-
taneamente inetto a riceverne delle altre. Così
LE DUE VITE AVUTO RIGUARDO ALLA DURATA 1’ orecchio non 1’ oc-
è più eccitato dai suoni,
DI LORO AZIONE.
chio si chiude alla luce, i sapori non irritano
Ho
qui indicato uno dei grandi carat-
fin più la lingua, la pituitaria fissi insensibile agli
teri che distinguono i fenomeni della vita ani- odori, il tatto diventa ottuso per la sola ra-
DELLE due vite i t

gìone, che le rispettive funzioni «li questi di- re. -—Fra questi due estremi
riscontrano si

versi organi si sono per qualche tempo eser- molti gradi intermedi ; poiché ora, sospese
citate. —
Affaticato il cervello dal continuo soltanto le sensazioni , la percezione, la loco-
1
esercizio della percezione, dell immaginazio- mozione e la voce, continuano ancora il loro
ne, della memoria o della meditazione, sente esercizio P immaginazione , la memoria e ii

il bisogno di ristorare le proprie forze, me- giudizio; ora all


1
esercizio di queste facoltà,
diante una sospensione d’azione proporzio- ancora attive, sì aggiunge pur quello della
1
nata alla durata d attività, che ha preceduto, locomozione e della voce. Ed è questo il caso
senza di che non può esso più rendersi attivo. del sonno perturbato ed interrotto dai sogni,
— Ciascun muscolo del pari dopo forti con- i quali altro non sono se non se parte della ,

trazioni non si presta più al contrarsi, se non vita animale sfuggita dallo stupore in cui l’al-
dopo essere stato per qualche tempo nello tra porzione è immersa. Avvien pure talora,
stato di rilassamento : da! che deriva la ne- che tre o quattro sensi soltanto cessano la
1
cessità d intermittenza della locomozione e loro comunicazione cogli oggetti esterni; co-
della voce. — * Egli è adunque un Carattere me in alcune specie dì sonnamholismo, in cui
proprio di ciascun organo della vita animale, alla superstite azione del cervello, dei muscoli
quello di cessare d’ agire dopo l’ esercizio, e della laringe, si unisce quella , sovente as-
perchè affaticandosi esso, e perdendo le pro- sai distinta dell’ udito e del tatto — - Nora
prie forze, ha bisogno di ripararle. -Tale — ,

possiamo adunque considerare il sonno sicco-


intermittenza nella vita animale può essere me uno stato costante e invariabile ne suoi
1

parziale o generale quando un


;
parziale sarà fenomeni poiché, quasi mai succede, che due
;

organo isolato è stato lungo tempo in eserci- volte di seguito il sonno sia perfettamente
zio inattivi essendo gli altri quest’ organo ;
eguale, essendo una folla di cause capace di
1
alla fine si cade nel sonno intanto
rilascia ;
e modificarlo , coll estendere la legge generale
che vegliano gli altri. Ecco senza dubbio, per- dell’intermittenza d’azione ad un maggiore
chè ciascuna funzione animale non è, come o minor numero di parti della vita animale.
nella vita organica, in una dipendenza imme- Così saranno suoi gradi diversi contrasse-
i

diata colle altre. Può così il cervello, essendo gnati dal diverso numero delle funzioni, le
chiusi i sensi, continuare l’azione sua come quali vengono, durante esso, prese da tale in-
vediamo soventi mantenersi attive la memo-
;

termittenza. —
Il principio però, benché di-

ria, l’immaginazione, la riflessione. Possono versi siano i gradi, è sempre lo stesso, da!
nello stesso caso continuar pure la locomozio- semplice rilasciamento di un muscolo volon-
ne e la voce; intanto che , sospese queste, tario, che succede alla sua contrazione, fino
possono i sensi ricevere egualmente le esterne all’intera sospensione della vita animale. Sic-
impressioni. E siccome P animale è in potere ché in ogni caso dipenderà sempre i! sonno
di affaticare o tal’altra parte isolatamen-
tale da questa legge generale d’intermittenza: ca-
te, deve così ciascuna poter liberamente rila- rattere esclusivo «li questa vita, benché la sua
sciarsi, onde in modo isolato riparare le pro- applicazione alle differenti funzioni esterne
prie forze ; lo che costituisce il sonno parziale varii infinitamente. —
Evvi certamente gran
degli organi. divario fra queste idee sul sonno, e quei pic-
§. 1ÌE Applicazione della legge d' inter- coli sistemi ne’quali la sua causa, riposta esclu-
mittenza d" azione alla teoria del sonilo.
1
— sivamente nel cervello, nel cuore, nei grossi
Il sonno generale risulta dall’ unione dei son- vasi, nello stomaco e simili, presenta un feno-
ni parziali di tutte le parti, e deriva da que- meno isolato spesso illusorio come base di
sta vita animale , la
legge propria alla quale una delle grandi
, ,

modificazioni delia vita. —


avvicenda costantemente, nelle sue funzio- Perchè mai la luce e le tenebre sono esse nel-
ni coi periodi di attivila i tempi d’ inter-
,
1’ ordine naturale regolarmente proporziona-
mittenza e tal legge stabilisce una speciale
;
te all’attivitàed alla intermittenza delle fun-
distinzione tra le due vite animale ed organi- zioni esterne? Perchè durante il giorno, mille
ca. E perciò il sonno non manifesta su questa cause eccitanti circondano l’animale, mille
òhe un influenza indiretta , mentre tutta la
1
cause consumano le forze de’ suoi organi sen-
estende sulla vita animale. —- Ma in tale pe- sitivi e locomotori, determinano il loro lan-
riodico stato, a cui sono tutti gli animali as- guore, e preparano un rilasciamento, che vie-
soggettati, ci si presentano numerose varietà ne dalla notte favorito per la mancanza di
di grado e di estensione. Perciò sarà com- ogni genere di stimolo. Così nei nostri at-
piuto il sonno dove tutta la vita esterna, le tuali costumi, in cui questo ordine è in parte
sensazioni, la percezione, P immaginazione, la pervertito, «lobbiamo riunire attorno «li noi,
memoria, il giudizio, la locomozione e la voce durante le tenebre, diversi stimoli, onde pro-
sono perfettamente sospese ; mentre il meno lungare la veglia, e facciamo coincidere colle
perfetto contende un sol organo isolato, ed prime ore «Iella luce l’intermittenza della vita
è di questo di cui ora intendiamo parla- animale, la quale favoriamo allontanando dal
72 DIFFERENZE GENERALI
mente ottuso, mentre
l
W g°
nascere
del nostro riposo ogni

vero che pos-
delle sensazioni.
mezzo
E
alto a far giudizio riconosce da
il

essa la propria perfezione. Così quanto più


siamo, per qualche tempo, sottrarre gli orga- vediamo un oggetto, tanto meno siamo sen-
ni della vita animale alla legge d intermit-
1
sibili a ciò eh’ esso presenta di doloroso o di
tenza moltiplicando attorno di essi le cause piacevole 5
ma giudichiamo meglio de’ suoi
1
d eccitamento ma essi finalmente vi sog-
;
attributi.
giacciono, e, giunti a un certo punto, niente L? abitudine ottunde il sentimen-
§. II.
più è capace di allontanarne 1 influenza. Per-

to. — Dirò prima d’ ogni altra cosa, essere
ciò dorme il soldato esausto dalla veglia proprietà dell’ abitudine quella di ottundere
prolungata anche a canto del cannone, lo schia- il sentimento, e di portare sempre il piacere
vo sotto la verga che lo percuote, ed il reo in 0 il dolore allo stato di indifferenza, che è,
mezzo ai tormenti della tortura , e simili. fra di loro, il termine intermedio. Ma prima
— Dobbiamo del resto ben distinguere il son- di provare sì rimarchevole proposizione, sa-
no ria turale, conseguenza della lassezza degli rà utile determinarne il significato. 11 dolo-
organi, da quello che è l’effètto di una malat- re ed il piacere sono assoluti o relativi. Se
tia cerebrale, per esempio, dell’apoplessia, della uno stromento laceri le nostre parti, o risie-
commozione, e via dicendo. In questo sonno da in esse un’ infiammazione, ha luogo un vi-
i sensi vegliano, ricevono le impressioni che vo dolore, il quale sarà senza dubbio assolu-
vengono dall’ esterno, e ne sono come all’or- to, come assoluto è il piacere dell’ accoppia-
dinario commossi ma queste impressioni ,
; mento ; ma il diletto che proviamo dalla
non potendo essere percepite dal cervello am- vista di bella campagna , deve essere rela-
malato, non sono seguite da interna coscienza, tivo allo stato in cui 1’ anima si trova, poi-
^'ello stato ordinario al contrario, l’intermit- ché tal vista indifferente riesce al suo abita-
tenza di azione ha luogo tanto nel cervello che tore. Una siringa, del pari, che percorra per
nei sensi, e fors’anche più in questi che in quel- la prima volta l’uretra, riesce dolorosa all’am-
lo. —
Da ciò che abbiamo in quest’ articolo malato ma otto giorni dopo ei più non la
:

esposto segue di conseguenza essere per sua , sente , nel che abbiamo un dolore di parago-
natura la vita organica assai più durevole ne. Possiamo quindi stabilire, essere sempre
della animale. E infatti, la somma dei periodi tutto ciò che opera sui nostri organi, distrug-
d’intermittenza di questa è quasi in propor- gendone il tessuto, causa di sensazione as-
zione «Iella metà coi tempi d’attività di quel- soluta ; mentre il semplice contatto di un
la; così che, sotto questo aspetto, possi a m di- corpo sul nostro non produce che sensazioni
re di vivere internamente pressoché il doppio relative. —
Egli è da ciò evidente, che il do-
di quello che viviamo al di fuori. minio del piacere e del dolore assoluto è as-
sai più ristretto, di quello del dolore e del
ARTICOLO QUINTO. —
DIFFERENZE GENERALI piacere relativo e che le parole piacevole e
;

DELLE DUE VITE STABILITE DALL’ABITUDINE. doloroso suppongono quasi sempre un con-
fronto tra 1’ impressione che ricevono i sensi,
L’abitudine e l’influenza che dessa
esercita sull’ una vita, a preferenza che sul-
e lo stato dell’ anima che la percepisce. —
Dal
che riesce egualmente manifesto, dover essere
1’ altra, costituiscono pure
uno dei grandi ca- il solo piacere e dolore relativi assoggettali
ratteri distintivi delle due vite dell’ animale. all’ impero dell’ abitudine e per ciò noi ci
§. I. DelV abitudine nella vita animale. occuperemo di essi solamente
;


Dietro que-


Siccome tutto viene nella vita animale dal- sto, premetteremo come certo potere 1’ abi-
:

l’abitudine modificato, così ciascuna funzio- tudine condurre allo stalo d’indifferenza qua-
ne, da quella esaltala o indebolita, sembra, lunque specie di piacere e di dolore relativo,
secondo le diverse epoche in cui si eserci- il che possiamo confermare con un numero
ta , prendere caratteri affatto diversi e per infinito di prove. Ogni corpo straniero in
;

ben conoscere la sua influenza dobbiamo , contatto, per la prima volta, di una membra-
distinguere negli effetti delle sensazioni due na mucosa, vi determina una sensazione do-
eose il sentimento cioè ed il giudizio
: Per . lorosa ma tale, che ogni giorno diminuisce,
;

ciò intendere supponiamo, che un canto col- finché termina col non esser più sensibile. 1
pisca il nostro orecchio; la sua prima impres- pessarii nella vagina, le candelette nell’uretra,
sione è, senza conoscerne la cagione, penosa 1 turaccioli nel retto, le sonde nell’esofago o
o piacevole ; e questo costituisce il sentimen- nella trachea, lo strumento destinato a legare i

to . Se esso continui cerchiamo di cono- polipi nell’ utero, nelle narici, i setoni, gli sti-
scere i diversi suoni da cui risulta, e di distin- lettinelle vie lacrimali, e simili, presentano co-
guere loro accordi ; e in ciò abbiamo il giu-
i
stantemente tale fenomeno. Anche le impressio-
dizio, sul quale abitudine agisce in modo
1’ ni che sì operano sull’ organo cutaneo non
,
affatto contrario da quello che operi sul sen- si sottraggono dalla stessa leggetesi il repen-
timento. Questo, cioè, viene da essa comune- tino passaggio dal caldo al freddo, o vicever-
DELL li DUE VITE i3

sa^porla sempre uu’ impressione molesta , la minore, perchè il paragone tra lo stato attua-
1

quale s' indebolisce, e cessa alla fine, se la le e il passalo diventa assai meno sensibile.
temperatura dell’ atmosfera si mantiene co+ E volta che vediamo un ogget-
così ogni
stantemente allo stesso grado , dui che inten- to, che sentiamo un suono, che gustiamo una
diamo come nascano in noi le varie sensa- vivanda, e simili, troviamo minor differenza
zioni eccitate dal cangiamento delle stagioni, tra quello che in allora proviamo, e quello
del clima, e simili. Analoghi fenomeni seguo- che abbiamo di già provato. E quindi pro- —
no pure dalle percezioni successive delle qua- prio della natura del piacere e del dolore, il
lità umide o secche , molli o dure, dei corpi distruggersi da sè medesimi, ed il cessare di
in contatto colla nostra macchina^ In genet e essere , sedo perchè essi già sono stati; dal che
ogni sensazione, da quella clnt
assai differente segue, consistere P arte di prolungare la du-
precede, fa nascere un sentimento tale , che rata dei nostri piaceri nel variarne le cause
1

ben toslo viene dall abitudine affievolito.- <


— Che se io considerassi soltanto le leggi del
Applichiamo ora al piacere ciò che fu dello nostro materiale organismo, sarei quasi por-
del dolore. Il profumiere che vive quasi sem- talo a dire essere la costanza un sogno felice
:

pre in uu’ atmosfera odorosa il cuoco, il di ; dei poeti, e non trovarsi la felicità che nel
cui gusto è continuamente esposto all’impres- l’incostanza; direi che il sesso incantatore,
sione di deliziosi sapori, non trovano più nel- che ci incatena, non avrebbe che deboli drit-
le loro professioni i vivi piaceri che prepara- ti su! nostro omaggio, se le sue attrattive fos-
1
no agli altri, abitudine ha in essi ol-
perchè l sero troppo uniformi e che, se da un unico :

:use le sensazioni. Lo pure del- slesso avviene modello le fem-


fosse fratta la figura di tutte
le impressioni piacevoli che hanno sede ne- mine, diverrebbe esso la tomba dell’ amore ,
gli altri sensi sicché tulio ciò che fissa pia-
, e simili. Ma guardiamoci dall’ impiegare i
cevolmente la gratamente l’u-
vista, o colpisce principi i della fisica per abbattere quelli del-
dito, non ci offre che piaceri effimeri , e lo la morale, poiché sono gli uni come gli altri
spettacolo più gradito, il suono più armo- egualmente benché qualche volta in
solidi ,

nioso diventano successivamente origine di opposizione. Limitiamoci ad osservare, che


1
piacere, d indifferenza, di sazietà, disgu- di bene spesso siamo dai primi soltanto diretti ;

sto, ed anche di avversione locchè solo av- : e in tal caso P amore, su cui P abitudine cerca
viene per la loro durala. E ciò è sì vero, che di estendere la sua possanza, fogge col piace-
può ognuno ripeterne in sè medesimo 1’ os- re, lasciando dietro di sè il disgusto. La me-
servazione, benché i poeti ed i filosofi se la moria a'iora mette un termine sempre pron-
siano, ciascuno a suo modo, arrogata. IVI a — to alla costanza , rendendo uniforme quello
donde nasce questa facilità con cui le nostre che sentiamo e quello che già abbiamo sen-
sensazioni subiscono modificazioni tanto di- tito ;
tale sembrando essere l’essenza elei bene
verse, e soventi anche opposte ? Per concepi- che ciò che è passalo diminuisce P al-
fisico,
re l’origine di queste, osserveremo prima es lettamento di ciò che sentiamo allualmcnle.
sere riposto il centro di tali rivoluzioni di Eccovi, per tal cagione, quell’ uomo che è di-
piacere, di dolore e d’ indifferenza non già vorato oggi dalla noia al fianco di quella ,

negli organi che ricevono e trasmettono le presso cui già un tempo fuggivano le ore al
sensazioni, ma nell’ anima che le percepisce : par del lampo egli sarebbe oggi pure felice,
;

poiché ancorché P impressione ricevuta dal- se non o se potesse di que-'


lo fosse già stato ;

P occhio, dall’ udito, esimili, sia sempre la sto dimenticarsi. Dicesi per ciò la memoria if
1
stessa facciamo a quest unica impressio- solo bene degli amanti sfortunati ; ciò sia pu-
,

ne seguire sentimenti variabili. Dobbiamo — re, ma confessiamo ancora, eh’ essa è il solo
osservare ancora, che l’azione del! anima in 1
male degli amanti felici. =
— Riconosciamo
ciascun sentimento di piacere o di dolore nato adunque che il piacere fisico non è che un
da una sensazione, consiste in un confronto sentimento di confronto, eh’ esso cessa d’esi-
tra questa stessa sensazione e quelle che l’han- stere laddove sopraggiunga l’uniformità tra
no preceduta. Nè devesi già riguardare tal le sensazioni attuali, e le impressioni passate,
confronto come il risultato della riflessione, e che per tale uniformità , P abitudine tende
ma come P involontario delle prime
effetto continuamente a portarlo alla indifferenza, ed
impressioni degli oggetti,, per cui quanto ecco scoperto tutto il grande segreto dell’ in-
maggiore sarà la differenza tra P impressione fluenza eh’ essa esercita sui nostri piaceri.*—
attuale, e le impressioni passate, tanto più riu- Nè diverso riesce il suo modo di azione sui no-
scirà vivo il sentimento. La sensazione quin- stri dolori. Dicesi che il tempo fugge portan-
di che produce su noi la più viva impressio- do seco dolori :e ch’esso n’è il più sicuro ri-
i

ne, sarà quella che non ha mai sopra di noi medio. Perchè mai questo ? Perchè quanto
operato. —
Da ciò ne segue, che a misura che maggiori sensazioni si accumulano su quella
le sensazioni si ripetono più frequentemente, che ci è riescila dolorosa più si indebolisce ,

devono esse indurre su noi una impressione il sentimento di confronto, stabilito Ira ciò
l DIFFERENZE GENERALI
4
che siamo allualmenle, e ciò che eravamo al- perfeziona costantemente il giudizio, il qual ul-
1

lora, e viene finalmenle un epoca nella fana- timo effetto dipende inevitabilmente dal primo;
le questo sentimento si estingue. Per ciò nes- lo che sarà dal seguente esempio confermato. Io-
1

sun dolore dura eterno, e tutti cedono all ir- passeggio in un prato tutto sparso di fiori; sono
1
resistibile potere dell abitudine. da principio colpito da un odor generale, unio-
1
abitudine perfeziona il giudi*
§. 111. Z/ ne confusa di tutti quelli emanati isolatamen-
zio . —
Ho fin qui provato, che tutto quello te da questi fiori ; 1’ anima, da tale odere di-

che riguarda il sentimento nelle nostre re- stratta, non può percepire alcuna altra cosa ;

lazioni cogli oggetti che ci circondano è ,


ma questo primo sentimento viene a poco a
dall’ abitudine indebolito ottuso, distrutto, ;
poco indebolito e cancellato dall’abitudine,
facile riesce ora il dimostrare, che essa per- sicché posso allora distinguere l'odore parti-
feziona ed estende lutto ciò che ha rappor- colare di ciascuna pianta, e sono atto a dare un
to al giudizio portato dietro queste relazioni. giudizio per me prima impossibile. -
Questi —
— Allorché per la prima volta si spazia P oc- due modi opposti (l’influenza, che l’abitudi-
chio su una vasta e ridente compagna, o T o- ne esercita sul sentimento e sul giudizio, ten-
dono, come ognun vede, ad uno scopo comu-
1
recchio è colpito da un armonia, o il gusto
o l odorato si risentono di un sapore, o di un
1
ne, il quale consiste nella perfezione di cia-
odore assai complicato: le idee che nascono scun atto della vita animale.
dalle rispettive sensazioni riescono a prima §. 1Y. Deir abitudine nella vhci orga-
giunta confuse ed inesatte, poiché mentre con- nica. —
Paragoniamo ora con questi fenome-
sideriamo il tutto, ci sfuggono le singole par- ni quelli della vita animale e li vedremo sot-
:

ti. Che se tali sensazioni verranno soventi ri- tratti costantemente dall impero dell’abitudi-
1
petute e ricondotte dall abitudine, il nostro ne ;
non sono mai infatti da essa modificate la
giudizio furassi allora rigoroso e preciso, per- circolazione, la respirazione, l’esalazione,
chè abbracciando esso le singole parti, rende- l’assorbimento, la nutrizione e le secrezioni.
rà perfetta la cognizione dell oggetto da cui
1
Che se queste funzioni potessero riceverne la
fummo colpiti. — Avverrà egualmente di un influenza, l’esistenza sarebbe da mille cause
uomo, quale privo affatto d’ogni idea di
il minacciata. — Ad onta di questo però vedia-
spettacolo, si porti al teatro, in cui da prin- mo escrezione delle urine e delle feci capa-
1’

cipio non acquisterà che cognizione vaghe e ce qualche volta di sospendersi, di accelerar-
inesatte. La danza, la musica, le decorazioni, si, o eli esercitarsi ancora dietro leggi dall’
1
l azione dei comici, i clamori del popolo ac- bitudine determinate; lo stesso dicasi dello
corso, tutto è per lui ima specie di malia che stomaco, il quale sembra ad essa sottomesso
lo ha incantato. Ma se egli successivamente nella fame, e nel contatto di diverse specie di
assista a molle rappresentazioni, comincierà alimenti. Ma è da osservarsi, che questi diver-
allora a separarsi nel suo spirito tutto ciò che si fenomeni occupano quasi un mezzo tra que-

in questa bella composizione appartiene ad ste due vite ;


e trovandosi collocate sui limili
arti diverse ; potrà egli quindi giudicare; e ciò dell’ una e dell’altra, pertecipano tanto della
farà tanto più precisamente, quanto più glie- vita animale che dell’ organica. Tutte queste
ne saranno dall’ abitudine di vedere presen- azioni in fatti hanno luo^o, e sono eseguite da
tate più frequenti occasioni. Quest’esem- — membrane mucose, da una specie d’organo
pio ci offre in piccolo il quadro dell uomo
1
cioè che è sempre in rapporto con corpi stra-
che comincia a godere dello spettacolo della nieri alla nostra sostanza ; esse sono la sede
5

natura. 11 neonato bambino, per cui tutto è d’ un tatto interno analogo in tutto a quello
nuovo, non sa ancora percepire in ciò che col- che si esercita dalla cute verso i corpi che ci
pisce i suoi sensi , se non che generali im- circondano. Tale tatto quindi doveva essere
pressioni. Ma l’abitudine, dopo d’aver affie- sottomesso alle stesse modificazioni, per cui
volito gradatamente queste prime impressio- non dobbiamo meravigliarci dell’ influenza ,

ni, le quali sole occupano dapprima l’atten- che sopra di esso viene dall’abitudine eserci-
zione del bambino, concede ad esso di poter tata. — Osserviamo d altronde, che la mag-
1

cogliere e di conoscere gli attributi partico- gior parte di questi fenomeni relativi al pri-
lari ilei corpi e in tal modo dessa lo in-
: mo od ultimo soggiorno de£rli alimenti nelle
slruisce insensibilmente alla vista, al gusto, al nostre parti, che devono essi riparare , feno-
tatto, e via dicendo, facendolo passare per cia- meni che cominciano per così dire, e finisco-
scuna sensazione, successivamente dalle no- no la vita organica , osserviamo, dico, essere
zioni confuse del tutto alle idee precise delle dessi accompagnati da movimenti essenzial-
parli. Dal che emerge un altro dei grandi ca- mente volontari, e per conseguenza essere
ratteri distintivi della vita animale: eh’ essa dessi soggetti al dominio della vita animale. —
cioè ha bisogno, come lo vedremo altrove, di Nè voglio qui perdermi ad indicare una folla
una vera educazione. —
L’abitudine adunque
- d’altre modificazioni nelle forze, nei gustif,
rendendo ottiuso il sentimento, come vedemmo. nei desideri, e via dicendo, modificazioni che
DELLE DUE VITE »5

devono la all’abitudine \ rimet-


loro origine male soltanto si rende così grande e superio-
tendo i questo
curiosi di alle opere numerose re a tutti gli esseri che lo circondano; per es-
di coloro, quali ne hanno considerato l’ in-
i sa egli è fatto abile alle scienze ,
alle arti e a
fluenza sotto aspetti diversi da quelli che fu- tutto ciò che lo allontana dagli attributi gros-
rono da me presentali. solani, sotto cui ci rappresentiamo la materia,
per avvicinarlo alle immagini sublimi che ci
ARTICOLO DIFFERENZE GENERALI DELLE
VI. formiamo della spiritualità; diventano così
DUE VITE AVUTO RIGUARDO ALLO STATO retaggio della vita esterna l’industria, il com-
MORALE. mercio, tutto ciò che è bello, tulio ciò che
amplifica il cerchio ristretto in cui restano gli
Egli è d’uopo considerare sotto due aspet- animali confinati. —
L’attuale società non è
ti quegli atti, quali poco dipendenti dall’or-
i altro che uno sviluppo più regolare, una per-
ganizzazione materiale dell’animale, derivano fezione più marcata nell’ esercizio delle diver-
da questo principio sì poco nella propria na- se funzioni di questa vita, le quali stabilisco-
tura conosciuto, ma così appariscente ne’ suoi no i nostri rapporti cogli esseri che ci circon-
effetti, contro di tutti i movimenti volontari!, dano ; perchè, come lo proverò in seguito,
e intorno a cui non si sarebbe tanto disputato, imo de’ maggiori suoi caratleri consiste nei
se filosofi invece di voler ascendere alla sua
i potere estendersi e perfezionarsi intanto che :

essenza , si fossero accontentati di solo a- ciascuna parte della vita organica non abban-
nalizzarne le operazioni. Questi atti, che noi dona mai limiti impostile dalla natura. Per
i

consideriamo principalmente nell’uomo, in ciò noi viviamo organicamente in un modo


cui giungono al loro più alto grado di perfe- egualmente perfetto, ed egualmente regolare
zione, o sono puramente intellettuali, e rela- tanto nella prima età eh è nell età adulta ma :

tivi solo all’intendimento, o sono il prodotto appare tosto la differenza dei va rii gradi di vi-
immediato delle passioni; sotto il primo aspet- ta animale, se paragoniamo il neonato bam-
to essi sono l’attributo esclusivo della vita bino all’adulto di trent’ anni. Dietro ciò —
animale sotto il secondo appartengono es-
; che si è fin qui detto, possiamo considerare il

senzialmente alla vita organica. cervello qual organo centrale della vita ani-
Tutto ciò che è relativo alV inten-
§• I. male, quale centro di tulio ciò che ha rappor-
dimento appartiene alla vita animale —~ to all’ intelligenza ed all’intelletto. Potrei qui
Credo cosa inutile il perdermi lungamente parlare della sua proporzione di grandezza
onde provare appartenenti alla vita animale Dell’ uomo e negli animali, in cui 1 industria
la meditazione, giudizio; e in
la riflessione, il sembra decrescere a misura che l’angolo fac-
una parola tutto ciò che deriva dall’associa- ciale diventa acuto, e lacavità cerebrale si ri-
zione delle idee. Noi non giudichiamo che die- strìnge potrei dire delle diverse alterazioni
;

Irò le impressioni altre volte ricevute, o die- di cui diventa esso la sede, e che tutte vengo-
tro quelle che riceviamo attualmente, o che no contrassegnate da notabili turbamento nei-
sono da noi stessi create essendo la memo-
: Pintelletlo. Ma tutti questi rapporti sono assai
ria, la percezione e l’ immaginazione le basi conosciuti, e ci basti il solo indicarle. Passiamo
principali su cui appoggiano tutte le operazio- ora piuttosto a quell’altro ordine di fenome-
ni del -nostro intendimento ed essendo que-
; ni, quali stranieri come i precedenti alle idee,
i

ste stesse basi appoggiate sull’azione dei sen- che ci fenomeni materiali, han-
formiamo dei
si. — Supponiamo un uomo nato senza
ap- 1’ no cionnonostante una sede essenzialmente
parecchio esterno, che stabilisce le nostre re- diversa.
lazioni cogli oggetti che ci circondano; que- IL Tutto ciò che è relativo alle pas-
§.
st’uomo non sarà mai da paragonarsi alla sta- sioni appartiene alla vita organica. — Non
tua immaginala da Condillac perchè, come ;
è mio scopo di qui considerare le passioni me-
vedremo, molte altre cause, oltre le sensazio- tafisicamente ; e poco pure ci importa ch’esse
ni, ponno determinare in noi l esercizio dei non siano che modificazioni d’una sola, o che
1

movimenti della vita animale ma straniero ;


ciascuna dipenda da un principio isolato. Os-
almeno a tutto ciò ohe lo circonda, non potrà serveremo soltanto, che molti medici, trattan-
egli dare alcun giudizio mancandogli di esso i do della loro influenza sai fenomeni organici,
materiali e non potrà quindi manifestare al-
;
non le hanno ben distinte dalle sensazioni,
cuna delle funzioni intellettuali. Non potrà co- delle quali ponno bensì essere causa, ma ne
sì esercitarsi la volontà, che è il risultato di differiscono essenzialmente. — Egli è vero,
queste funzioni ; e per conseguenza non sarà che se noi non trovassimo nelle nostre relazio-
più suo attributo questa estesa classe di movi- ni cogli oggetti esterni l’origine e la causa
menti, che ha la sua sede immediata nel cer- delle passioni, queste non commuoverebbono
vello, e che è una consegueuza delle impres- l’anima nostra; egli è pur vero che sensi co- i

sioni che desso ha dagli oggetti esterni rice- stituiscono agenti di queste relazioni , che
gli
vuto. —
L’ uomo aduuque per la vita ani- essi stessi comunicano la causa delle passioni.
/

iG DIFFERENZE GENERALI
essi però non par leci pano in nessun conto al queste esaltino talmente le forze di circolazio-
di loro effetto poiché, semplici conduttori in
;
ne, che di un tratto esaurite più non valgano
questi casi, non partecipano agli effetti che a ristabilirsi, come nella morte prodotta da ec-
producono. E cioè sì vero, che ogni qualun- cesso di collera; o sia, come in quella cagionata
que sensazione ha il suo centro nel cervello, e da violento dolore, che le forze colpite ad un
suppone sempre P impressione e la percezio- tratto da eccessiva debolezza, non possano più
ne di cui la prima è ricevuta dei sensi, la se- ridursi al loro stato ordinario. — E abhenchè
conda è opera del cervello per cui, laddove
;
lai debolezza non determini una instantanea
sia l’azione di questo sospesa, ogni sensazione o totale cessazione nella circolazione, soventi
1
cessa pur anche. Ma quest organo, al contra- però mantiene nelle parti una durevole im-
rio, non viene giammai affetto dalle passioni ;
pressione, e diventano consecutivamente sede
sicché organi soli della vita interna ne so-
gli di diverse lesioni organiche. Così Desault
no la sede. (Vedi nel seguente fascicolo le no- potè osservare, essersi moltiplicate le malattie
te di Buisson a questo paragrafo). —
Egli è cer- del cuore e gli aneurismi dell’aorta, durante
tamente meraviglioso, che le passionale quali la rivoluzione a norma e in proporzione dei
fanno essenzialmente parte delle nostre relazio- mali da essa prodotti. — Nè meno esente dal-
ni cogli oggetti che ci circondano le quali ad ; P influenza delle passioni è la funzione del re-
ogni istante modificano queste relazioni, senza spiro; infatti la soffocazione e l’oppressione
di che la vita animale non sarebbe che una fred- nate all’improvviso dietro un ‘profondo dolo-
da serie di fenomeni intellettuali, le quali ani- re attestano un notabile cangiamento, ed una
mano, aggraddiseono, esaltano continuamente repentina alterazione nei polmoni. E il medi-
tutti i fenomeni di questa vita egli è, dico, co trovasi ben soventi obbligato di riascende-
;

meraviglioso, che le passioni non abbiano mai re alle passioni delPammalalo per arguire la
nè il loro termine nè la loro origine nei vari causa e il principio di una lunga serie di ma-
organi e che al contrario siano costantemen-
; lattie sì croniche che acute, triste retaggio del
te da esse affetti gli organi destinati aile fun-
zioni interne; e che queste siano pure da que-
sistema polmonare. — E per ciò che riguar-
da gli organi della digestione, non è prova-
sti variamente determinate secandoli vario lo- to lo stretto legame che connette il loro stato
ro stato. Eppure ecco quanto la rigorosa os- a quello delle passioni da un infinito numero
servazione ne dimostra. —
Intendo dire con ciò, di fatti ? Tali sono appunto la viva impressio-
che P effetto delle passioni di qualunque specie ne che dietro forti emozioni si eccita al pi-
estraneo costantemente alla vita animale, è di loro impressione , che pur talora rendesi
;

far nascere un cangiamento, un’alterazionequu- incancellabile, e lungamente persiste, da cui


Junque nella vita organica. Così Pira accelera nascono scirri ed altri malori : tale è pure
ì movimenti della circolazione, ed accresce quel senso di stringimento che si prova sotto
spesso in proporzione incommensurabile gli la stessa causa allo stomaco tutto, ed al car-
sforzi del cuore; porla in una parola tutta la dias in particolare. In altre circostanze osser-
sua influenza sulla forza e la rapidità del mo- vansi vomiti spasmodici a causa del dolore
to del sangue. Nello stesso modo la gioia, sen- per la perdita di un oggetto amato, o per
za alterare a tal punto il circolo, è capace di la novella di funesti accidenti, o per altri tur-
cambiarlo sensibilmente essa ne sviluppa
; i bamenti determinati da qualsiasi passione; si
fenomeni con maggiore attività, P accelera, e sospendono così i fenomeni della digestione
lo determina verso Porgano cutaneo. Il timo- dietro una grata od ingrata notizia ; e nella
re opera in senso inverso; viene contras- melanconia, e nella ipocondriasi, che quasi
segnato da una debolezza in lutto il sistema sempre dispongono od accompagnano le tri-
vascolare. Sa quale, ostando al sangue di per- te affezioni, osserviamo frequentemente alte-
venire ai vasi capillari, produce quel genera- razioni dei visceri, lesioni organiche delle in-
le pallore che si mostra su tutto il corpo, e testina, della milza , e vìa dicendo. Le quali
specialmente alla faccia. Nè diversificano mol- cose tutte indicano quanto i visceri della dige-
to da questi effetti quelli indotti dalla tristez- stione strettamente dipendano dalle passioni.
za e dal cordoglio. — Tale anziP influenzaè — Nè minore è l’ influenza che le passioni

esercitata dalle passioni sugli organi cireola- mostrano sugli organi secretori, poiché cono-
tori eh’ esse, appena siano efficaci, valgono
; sciamo, come un subitaneo spavento sospenda
a sospenderne l’azione, dal che nasce la sin- ilcorso della bile, e determini l’ itterizia ; co-
cope, la cui sede primitiva è sempre, come me un accesso di collera sia frequente origine
lo proverò fra poco, nel cuore, e non già nel della disposizione alla febbre biliosa
,
o ne
cervello, il quale allora non cessa d’ agire, se diventi la causa immediata
;
per la stessa ca-
non perchè non riceve più col sangue, il ne- gione cadono abbondanti le lagrime nel do-
cessario eccitatore della sua azione E da ciò lore, nella gioja, equalche volta nell’ammira-
pure avviene la morte, come effetto talvol- zione ; ed il pancreas viene soventi affetto nel-
ta subitaneo delle forti emozioni; o $ia che T ipocondriasi e simili. —
Potrebbe sembrare,
DELLE DUE VITE *7

che i’es a Iasione, l’assorbimento e la nutrizio- cuore, dello stomaco, delle intestina. E l’at-
e
ii, non si risentano dell’ influenza delle pas- tore che a tal riguardo commettesse un equi-
sioni nello stesso grado della circolazióne, del- voco che parlando di dolore dirigesse gesti
e i

la digestione, della respirazione, e delle secre- alla tesla, o li riunisse sul cuore onde manife-
zioni ma questo, senza dubbio, devesi ripe-
;
stare uno sforzo di genio r attirerebbe a se
tere da ciò, che esse non hanno, eome le al- quello scherno , che noi meglio sentiamo di
tre centri principali, e visceri essenziali, il quel che possiamo comprendere, Lo stesso —
cui stato possa essere paragonato con quello linguaggio volgare ha sempre distinto gli at-
dell anima. I loro fenomeni generalmente
1
tributi delle due vite anche quando tutti sag- 1

sparsi in tutti gli organi, nèappartenenti esclu- gi riferivano ogni nostra affezione al cervello,
sivamente ad'alcuno, non possono così viva- CQrne sede dell’ anima, perciò fu detto sem-
mente manifestarsi, siccome quelli, il di cui pre : una testa forte , una testa ben formata
1
effetto è concentrato in lino spazio più ristret- per annunciare la perfezione dell intelletto ;
ta Con tutto ciò. però, le alterazioni che un buon cuore , un cuor, sensibile per indi-
esse subiscono sotto le passioni non sono me- care quella del sentimento. Queste stesse e~
no reali, per cui dopo certo tempo divengono spressioni, il furore, che circola nelle vene,
as.sai apparenti; Paragona 1’ uomo continua- che a'gita la bile ; la gioia , che fa palpitare
mente afflitto, a quello cui giammai manca là i visceri ; la gelosia che stilla il suo vele-
pace del cuore e la tranquillità e dell’ anima no nel cuore , ec. non sono già metafore im-
conoscerai quale differenza distingua la nu- piegale dai poeti, ma espressioni, di ciò che
trizione delTuno, da quella dell’altro Para- — trovasi realmente in natura. E per ciò tutte
goniamo tempi, in cui tutte le tristi passio-
i queste’espressioni, tratte dallo stato delle in-
ni, il timore, desiderio di ven-
la Tristezza, il terne funzioni,- formano parte de’ nostri canti
detta, sembravano dominare sulla Francia, a specialmente, i quali sono il linguaggio delle
quelli, in cui la sicurezza e l’abbondanza vi Mostre-passioni e perciò della vrta organica; sic-
chiamava le più liete passioni sì naturali ai come la parola ordinaria è quello dell’ intelli-
Francesi ; confrontiamo la costituzione ester- genza. della vita animale. La declamazione oc-
na di tutti gli individui in questi due tempi : cupa il medio; essa animai! freddo linguag-
e vedremo come la nutrizione risenta l’influen- gio del cervello col linguaggio espressivo de-
za delle passioni. Le espressioni , ardere d'in- gli organi interni del cuore, del fegato, dello
vidia essere corroso dai rimorsi , essere
,
stomaco, e via dicendo* —
La collera e l’amo-
consunto dalla tristezza e simile , annuncia- re innestano, per così dire, agli umori, ed alla
,

no questa influenza, ed indicano quanto sia il sfliva in particolare, uri vizio radicale che ren-
detrimento della nutrizione dalle passioni mo- de dannosa la morsicatura degli animali agi-
llificala. —
L’esalazione stessa e l’assorbimen- tati da queste passioni le quali instillano ve-

to. benché lo sembrino in minor. grado, de- ramente nei fluidi un funesto veleno, come
vono essere del pari assoggettate al di loro .
viene dalla comune espressione indicato. Le
impero per il quale vediamo sì spesso na- violenti passioui della nutrice imprimono al
;

scere raccolte acquose, idropi ed infiltrazioni di lei latte un carattere nocivo , e tale da

negli organi cellulari, vizi essenziali di queste portare diverse malattie nel bambino. E in-
due funzioni. —
Fra tanti disordini e tante tendiamo per ultimo come le forti* agitazio-
rivoluzioni generali o parziali prodotte dalle ni delia madre influiscano sulla nutrizione,
passioni nei fenomeni della vrta organica, pos- sulla conformazione e sulla vita stessa del
siamo scorgere gli atti della. vita animale per- feto ;
poiché da essi s’ inducono molte mo-
sistere costantemente nello stesso grado ;
op- dificazioni nel sangue e in quello stesso
pure, se dessj soffrano qualche alterazione, che dalla placenta viene trasmesso all’ em-
troviamo costai) temen te che la loro sorgente brione. - —
Oltre di questo dobbiamo an-
primitiva esiste nelle interne funzioni. - Dal- — cora osservare, che non solo le passioni por-
le quali considerazioni conchiudererao essere : tano sulle funzioni organiche la loro influen-
F influenza delle passioni diretta sempre sulla ze, dirigendo in modo speciale le loro im-
vita organica, non mai sulla animale e così ;
pressioni ai visceri di quéste funzioni ;
ma il

tutto ciò che cfserveper dipingerle si riferi- vario stato, le varie lesioni e le variazioni di
sce alla prima, non gi’à alla seconda. Abbiamo forze di questi visceri concorrono, in mo-
di quésto una prova convincente nel gesto, do assai evidente, alla produzione delle pas-
espressione muta del sentimento e dell’intel- sioni, il qual, fa Ito yiene incontrastabilmente
letto ; e così per indicare qualche fenomeno provato dai rapporti, che uniscono le passio-
intellettuale relativo alla memoria, all’imma- ni stesse coi temperamenti, colle età, e via di-
ginazione, al giudizio, e va discorrendo, la cendo. —
G.gnuu sa, che un individuo, il di
mano si porta involontariamente al capo; men- cui apparecchio polmonare sia assai pronun-
tre, volendo esprimere l’amore, la gioia, la ciato, ed il sistema circolatorio goda di molta
tristezza, l’odio, si dirige essa alla regione del energia, e che sia, come si dice, assai sangui-

Bacici Med. /j/


i8 DIFFERENZE GENERALI
gno, mastra nelle sue affezioni un certo im- tuiscono gli eccitatori naturali delle passioni,
peto che lo dispone soprattutto alla collera, al e dal non essere questi viventi provveduti di
trasporto, al coraggio. Ognun sa essere certe quegli organi interni, che più specialmente
passioni più sviluppate là dove predomini il concorrono alla loro produzione, come sono
sistema bilioso che dispone all 1 invidia, all’ o- T apparato digestivo, quello della circolazio-
dio, e simili come è pur noto, che le costi-
; ne generale, delle grandi secrezioni, che si
tuzioni, in cui predominano le funzioni dei riscontrano negli altri animali. Ed ecco , —
linfatici, imprimono alle affezioni una lentez- perchè le' passioni sono così oscure, e quasi
za,opposta all’impeto del temperamento san- nulle nel genere dei zoofiti, nei vermine simi-
guigno. — E in generale ciò che caratterizza li, perchè a seconda, che più nella serie degli

un tale o tal altro temperamento, è sempre animali la vita organica si semplifica, e perde
una tale o tal altra modificazione delle pas- essa i suoi organi importanti, decrescono pro-
sioni per una parte e dello stato dei visceri porzionalmente anche le passioni.
§. III. Come le passioni modifichino gli
delia vita organica- per l’altra,
non che la
prevalenza di o tal altra delle loro fun-
tale atti della vita animale benché abbiano la
zioni. La vita animale però trovasi cjtta si co- loro sede nella vita organica.
,

Passeremo —
stantemente estranea agli attributi dei" tem- ora all’ esame dell’ influenza che sui movi-
peramenti. —
Lo stesso* occorre, pure di dire menti della vita animale mostrano le passioni,
intorno alle età poiché nell 1 infanzia coinci-
: benché siano l’attributo speciale della vita or-
de la debolezza di organizzazione colla pusil- ganica. Le vedremo spesse volte a porli in
lanimità e col timore; si spiegano nella gio- esercizio esse pel fatto ora esaltano i movi-
;

ventù il coraggio e l’audacia nella propor- menti di delta vita animale ,ed ora vi ope-
zione in cui i sistemi polmonare e vascolare
fanno
rano sopra come sedativo Osserviamo . —
si agli
superiori ;altri
età virile in 1’ un uomo agitato dalla collera, e dal furore:
cui fegato e 1’ apparato gastrico si rendono
il esterna egli le sue forze muscolari accre-
più pronunciati, divenia V età dell’ambizione, sciute del doppio, del triplo, od anche por-
dell’ invidia, dell’ intrigo, e simili.
stesso rapporto tra
Questo — tate a tale* energia , eh* esso stesso non sa
gli organi delle funzioni moderare dove mai cercheremo P origine
:

interne e le passioni , appare dall’ esame di di tale aumento ? Essa appare manifestamen-
quelle che sviluppatisi nei diversi climi e sta- te nel cuore. Quest’ organo, come sarà in se-
gioni, ma è inutile il qui richiamarle,- essen- guito provato, deve riguardarsi come il na-
do già tali analogie stale abbastanza indicate turale eccitatore del cervello in grazia dei
da molti medici.-— Se dall’ uomo néllo stato sangue che vi manda, e in tal modo, resa più.
di salute , rivolgiamo il nostro esame sul- o meno viva la causa eccitante, P energia ce-
I’ uomo ammalato, vedremo come le lesioni rebrale fassi più o meno grande , siccome
del fegato, dello stomaco, della milza, degli abbiamo già osservato, essere effetto della
intestini, del cuore, e simili, valgano a deter- collera quello d’ imprimere alla circolazione
minare nelle nostre affezioni una folla di una estrema vivacità, e di spingere per con-
varietà, d alterazioni, che. non hanno più luo- seguenza entro un dato tempo una maggior
go , allorché cessi il movente, o la causa che copia di sangue al cervello, ognuno cesi può
jfeintrai teneva. —
I medici antichi per ciò, i facilmente intendere per qual mezzo Pira
quali erano nell’ opinione che le tristi affezio- estenda fino al cervello i suoi effetti. Da ciò
ni si evacuassero dalcorpo'coi cattivi umori un
risulta analogo a quello che soprav-
effetto
per mezzo dei rimedii purgativi, conoscevano viene tutte volte in Cui ha luogo la stessa
le
assai meglio dei nostri moderni meccanici affezione del circolo, come negli accessi di
le dell’economia animale. Purgando
leggi febbre ardente, nell’ uso del vino fino a certa
essi le prime vie, toglievano le cause di que- gradò, e simili. —
-In tutti questi casi, forte-
ste affezioni poiché sappiamo quanto le im- mente-eccitato
; determina con vee-
il cervello,
purità degli organi gastrici alterino il nostro menza all’azione muscoli sottoposti
i alla pro-
colorilo, e come lo rendano tetro. Gli Stessi pria influenza, e i.loro movimenti diventano
errori dei primi medici sull’ atrabile prova- per così dire involontarii per ciò pure la ;
no la precisione delle loro osservazioni intor- volontà rendasi estranea agli spasmi muscolari
no ai rapporti che legano questi organi allo determinati da una causa che irriti 1’ orgauo
stato dell’anima. —
Tutto adunque concorre midollare, come una scheggia d’ òsso, del san-
a stabilire, essere il termine
la vita.organica gue, del pus effuso nelle ferite del capo , lo
m cui finiscono, e
centro da cui partono le
il scalpello, o tutto altro istromenlo adoperato
passioni; Mi si chiederà senza dubbio come
mai vegetali , che vivono solo organica-
i
nei nostri esperimenti. —
L’analogia in que-
sti casi diversi appare esatta poiché il san- ;
mente, non presentino alcun vestigio di pas- gue, che fluisce in maggior copia dell’ordi-
sioni? Ciò dipende certarhente dal mancare nario, produce sul cervello 1’ effetto di questi
essi degli organi sensitiyi esterni, che costi-
diversi stimoli. Dpyeéi quindi in questi diversi
BELLE BCE VITE ife

1
movimenti considerare un tal viscere, pereo- ne, un cangiamento dì forza nell uno o nei-
sìdire passivo; e. benché da esso partano, co- 1’ altro di questi visceri ,
pure un ef-
così sarà
me al solito, le necessarie irradiazioni, queste fetto quello di eccitare simpaticamente o tut-
però vi nascono suo malgrado, e noi non sia- to, o qualche parte del cervello, la di cui rea-
mo più in potere di sospenderle. —
Osservia- zione determinerà i movimenti che si osser-
mo un costante rapporto
nella collera inoltre vano allora nei muscoli, i quali no ricevono
tra le contrazioni del cuore e quelle degli or- i nervi. L'organo cerebrale, adunque, è per
gani locomotori, per cui aumentando le une, così dire passivo nella produzione di questi
crescono pure le altre e ristabilito l’ equili-
;
movimenti, intanto che’esso è attivo, allor-
brio nelle prime, si manifesta tosto anche nel- quando la volontà presiede a’ suoi sforzi.—
le seconde; mentre in qualunque altro caso b così ciò che osserviamo nelle passioni non
contrario non iscorgiarno alcuna apparenza di differisce da quello che avviene nelle malat-
questi rapporti. Così avviene di osservare, che tie danno sim-
degli organi interni, le quali
anche in mezzo a numerose variazioni del si- paticamente origine a spasmi, a debolezza e
stema muscolare locomotore 1’ azione del
,
perfino alla paralisi dei muscoli locomotori,
cuore rimane sempre la stessa, e nelle convul- — * Possiamo quindi sospettare con ragione,
sioni, o nelle paralisi^ che pure risiedono in che gli organi interni agiscano sui muscoli
quel sistema, non mai si accelera o si rallen- volontarii sènza l'azione intermedia dei cer-
ta la circolazione*. —- Avendo nella collega co- vello, e in grazia soltanto di dirette comuni-
nosciuto modo con cui la vita organica
il cazioni nervose. Nè importa per ora cono-
esercita la sua influenza sulla animale , potre- scere come ciò avvenga, non trattandosi qui
mo pur comprendere tale unione stabilita tra dèlia quistioue, tanto agitata, sul modo delle
la causa e V effetto nel patema del timore in simpatiche comunicazioni. — Quello, che più
cui, per una parte le forze del cuore indebo- ci interessa è il. fatto stesso, e ciò che -in esscs
lite, mandando ai cervello minor copia di san- avvi di più evidente: cioè, per una parte l’al-
gue, vi dirigono pure ama causa più debole terazione d’ un organo interno prodotta dalie
di eccitamento, e in cui per l’altra si mani- passioni; per l’altra il movimento determi-
festa un indebolimento di azione nei muscoli nato da tale affezione nei muscoli, su cui que-
esterni. Questa passione offre nel primo gra- st’organo non ha nella serie ordinaria dei fe-
do il fenomeno presentato 'al suo massimo di nomeni delle due vite alcuna influenza. Ed ab-
intensità dalle forti emozioni, che, sospenden- biamo qui un effetto certo di simpatia non dif-
do d’ un tratto V azione del cuore, determi- ferendo esso da quelli che ci offrono le con-
nano la sincope ed una subitanea cessazione vulsioni, gli spasmi dei muscoli della faccia
della vita animale. —Ma come spiegare le prodotti da lesione del centro frenico, da fe-
modificazioni all’ infinito variate, che le altre rita allo stomaco, e simili, se non se per la va-
passioni ad ogni istante inducono nei movi- rietà della causa che agisce sull’organo. Lai —
menti proprii di questa vita ? Come trovare irritazione dell’ugola, della faringe mette in
la càusa di tante gradazioni, 1’ una l'altra sqc- convulsioni il diaframma ; l’azione sovente
eedentisi cqn maravigliosa rapidità sul mobi- ripetuta dei liquori fermentati sullo stomaco,
lissimo quadro della fisionomia ? Come con- è causa di tremori ora niente osta al crede-
;

cepire perchè, anche senza che la volontà vi re, che ciò che avviene sotto un modo d’ affe-
influisca, la fronde si fa rugosa o si spiega, gli zione dei visceri gastrici possa pur succedere
occhi s’ infiammano o illanguidiscono, brilla- sotto altri modi ed altre lesioni. Così non
no o si offuscano, le labbra s’ innalzano o si importa che lo stomaco, il fegato, e simili,
deprimono ? e simili. —
Tutti i muscoli da cui siano irritati da una causa materiale, o dauna
questi movimenti provengono, ricevono i loro passione: poiché la simpatia non nasce già
nervi dal cervello, e sono ordinariamente vo- dalla causa, ma dalla lesione che questa ap-
lontari! ma perchè cessano essi di esser tali
;

porta.- -Ecco adunque in generale come le
sotto le passioni ? Perché si riducono essi alla passioni valgano a togliere dall’impero della

classe dei movimenti della vita organica , i volontà alcuni movimenti volontarii, e come,
quali tutti sono esercitati senza la nostra dire- se è lecito di così.esprimermi, esse appropria-
zione, e senza che ne abbiamo conoscenza? no medesime i fenomeni
a sè della vita ani-
Ecco la spiegazione la più probabile di questo male, benché la loro sede sia nella vita orga-
fenomeno .

Numerosi rapporti simpatici nica. — Sotto passioni veementi, 1’ affezio-
le

uniscono tutti i visceri interni col cervello o ne assai viva degli organi interni eccita eoa
colle sue differenti parti; sicché ad ogni passo tal impeto i movimenti simpatici dei muscoli,

fatto nella pratica, incontriamo esempi d’af- che viene assolutamente tolta ogni azione su
fezioni cerebrali nate simpaticamente da quel- di essi dal cervello esercitala ;
ma cessata poi
le dello stomaco, delle intestina, della milza, questa prima impressione, si restituisce il mo-
1
e simili. Ciò posto, siccome l effetto di ogni do ordinario di locomozione.— Perchè riesca
specie di passione è di produrre una affezio- ciò chiaro, osserviamo un uomo, il quale in
ao DIFFERENZE GENERALI

una conversazione riceva eoi mezzo di una autori. —


Tolti gli autori sono fra loro sena*
lettera una notìzia, Che a lui prema di na- pre convenuti riguardo al centro cerebrale ;
scondere egli ad un tratto impallidisce, gli
;
poiché tutti hanno sempre considerato i mo-
si corruga la fronte, o si anima la sua fisiono- vimenti volontari! quale effetto Belle sue ir-
mia a seconda della passione in esso eccitata ; radiazioni. Ma non Vanno essi d’accordo in-
questi fenomeni simpatici sono nati da alcu- torno al centro epigastrico, situandolo gli uni
ni visceriaddominali repentinamente affet- nel diaframma, altri al piloro, altri nel plesso
ti da tale passione e che perciò appartengo-
;
solate del gran simpatico. (L’intreccio ner-
no alla vita organica. Ben presto. però questo voso dato principalmente dal .ganglio. semilu-
uomo lenta di riaversi ;
e la sua fronte si ras- nare appartiene a quasi tutto il sistema vasco-
serena rinasce il primiero suo colorilo e la
: lare addominale, di cui seg'ue le ramificazioni.
sua fisionomia torna al pristino stato, benché Esso è, secondo il comune modo di vedere, una
delle divisioni del gran simpatico; sembra pe-
1
l interno sentimento ancora sussista; in tal
caso adunque il molo volontario vince il sim- rò che le idee degli anatomici intorno a que-
patico ; l’azione del. cervello supera quella sto nervo così importante, siano assai poco con-
dello stomaco, del fegato, e simili, e la vita formi a ciò ch’esso è naturalmente. Ognu- —
animale riprende il suo impero.— Faremo per no se lo rappresenta siccome un cordone mi-
ciò osservare, che in quasi tutte le passioni ci dollare che si estende dal capo fino alla regio-
si offre quésta mescolanza, o successione dei ne del» sacro, che somministra nel suo tragitto
movimenti della vita animale a quelli della vita diversi rami al collo, al petto e al basso ven-
organica, di modo che, in quasi tutte, l’azione tre, che segue nelle sue distribuzioni un cam-
muscolare viene in parte diretta dal cervello , mino analogo a quello dei nervi della spina ,

secondo 1’ ordine -naturale, e riconosce in par- che tra secondo alcuni la suà origine da questi
te la sua origine dai visceri organici, come il nervi medesimi, secondo altri da quelli del cer-
cuore, il fegato', lo siomaco, e simili. Questi vello. 11 modo però dì considerarlo* è sempre
due centri, a vicenda dominandosi l’ un 1’ ai-, lo stesso, qualunque sia il nome sotto cui vie-
tro, o restando in equilibrio, costituiscono col ne indicato, come di simpatico, intercostale,
loro modo d 1
influenza tutte le numerose va- trisplancnico, e via dicendo. Dubito assai —
rietà che ci presentanole nostre affezioni mo- che il modo nervo
di considerare
tal non sia .

rali.— Nè sul cervello soltanto i visceri affèt- intieramente falso e, che non esistè realmente
ti da passione estendono la loro influenza alcun nervo analogo a. quello dieci viene in-
simpatica, potendo essi ancora comunicarla à dicato sotto tali nomi; che ciò che è preso per
tutte le parti del corpo. Il timore, per esem- un nervo non sia che un seguito di comunica-
pio, dirige la sua impressione primitivamente zioni tra i diversi centri nervosi* situati a di-
sullo stomaco, come lo prova il senso di strin- verse distanze fra loro.
r

l’ali centri nervosi
>

gimento da esso indotto alla sua regione ; sono i gangli, che disseminati nelle differenti
ma 1’ organo così affetto reagisce pure sulla regioni hanno tutti una azione indipendente
cute, con cui ha tanti rapporti, e questa si co- ed isolata. Ciascuno è un centro particolàre,
pre allora subitamente di sudore freddo, che dà in sensi diversi una lolla di ramifica-
tanto frequènte nelle affezioni d’animo. Que- zioni, le quali portano ai loro organi rispetti-
sto sudore è della stessa natura di quello de- vi le irradiazioni del centro da cui provengo-
terminato da una sostanza,, la quale, come il no. Tra queste rarnifieazionbalcune vanno da
tè, operi prima sullo stomaco, il quale rea- un ganglio all’ altro e siccome questi rami
:

gisce in seguito simpaticamente sull’organo che uniscono i gangli, formano colla loro unio-
cutaneo. Non altrimenti che un bicchier di ne una specie di cordone continuo, fu siffatto
acqua fredda, un colpo d’aria sopprimono cordone considerato come un nervo isolato ;
questa escrezione in causa della relazione che ma questi rami non sono che comunicazioni,
passa tra quest’organo, e le superficie mucose o semplici' anastomosi e non già un nervo ana-
dello siomaco, o dei bronchi. Egli è però qui logo agli altri. - —
E ciò è sì vero, che tali
necessario distinguere i sudori simpatici da comunicazioni trovansi nqn di rado interrot-
quelli la cui causa opera direttamente sul- te hannovi per esempio dei soggetti, in cui
la cute, come il calore, 1’ aria* e simili. — Ma si
;

riscontra un intervallo assai distinto tra la


ancorché il cervello non sia sempre, dietro ciò porzione pettorale e lombare di ciò che si chia-
che si è detto, lo scopo unico della reazione ma gran simpatico; il quale sembra in questi
dei visceri interni affètti dalle passioni, esso è punti tagliato. Io ho pure osservato tale
però principale, e sotto un tal punto di vista
i-1 preteso nervo cessare e rinascere in seguito o
sipuò considerarlo come un centro in opposi- alla regione lombare o alla regione sacra. Chi
zione sempre con quello rappresentato dagli non sa inoltre che ora un sol ramo, ora molli
organi interni. passano da un ganglio all’altro e ciò princi-
§. IV. Del centro epigastrico ; esso non palmente tra l’ultimo cervicale e il primo dor^
esiste nel senso sotto cui ‘fu inteso dagli sale che il volume di questi rami è in sfngo-
;
DELLE DUE VITE
Dr modo varialo ;
che,
1
dopo d aver fornito nervi dell’ uno
e d’ altro ? Quelli del cervello
molte divisioni, il simpàtico è più voluminoso sono più voluminosi, in minor numero, più
di prima eh’ esso dia alcun ramo.? Queste — bianchi, più densi nel loro tessuto, esposti a
diverse considerazioni provano evidentemen- molte minori varietà. I nervi gangliari al con-
te, che rami comunicanti dei gangli non sup-
i trario hanno per canal te re una estrema sotti-
pongono un nervo più continuo dei rami che gliezza, un numero assai più considerabile,
passano da ciascuno dei paia cervicali, lomba- principalmente verso il plesso, un colore gri-
ri o sacri, ai due paia che gli sono superiori e giastro, una rioarchevole mollezza di tessuto;
inferiori. Difatti, malgrado le sue comunica- eccettuali però i. nervi che servono di comu-
zioni, viene ciascun paio considerato in un nicazione coi nervi cerebrali e qualch’ uno di
modo separato, nè si stabilisce già un nervo quelli che uniscono fra loro questi piccoli
dalla loro unione. —
Deve quindi ciascun gan- centri nervosi. —
Codesta divisione d’altron-
glio essere considerato separatamente e si de- de del sistema generale dei nervi in due altri
vono descrivere i rami che ne nascono. — secondarie s-' accorda assai henecolla divisióne
Dietro ciò d’ora innanzi io dividerò nelle delia vita. Sappiamo infatti , che .le’ funzioni
mie descrizioni, in cui finora ho seguilo la via esterne, le sensazioni, la locomozione, la vocé
ordinaria, i nervi in due gradi sistemi l’uno : dipendono dal. sistema nervoso cerebrale; che
emanato dal cervello, l’altro dai gangli ; que- al Contrario la maggior parte degli organi in-
sto così presenterà un gran numero di centri; servienti alle finizioni
interne, ottengono i
mentre il primo ne riconosce un solo.—-Esa- loro nervi, e con essi il principio della loro
minerò da principio le divisioni del sistema azione dai gangli. Sappiamo, per ultimo, che
cerebrale, tratterò in seguito del sistema dei la sensibilità e contrattilità animale nascono
gangli, che si possono suddividere in quelli dai primi, e che havvi sensibilità e contratti-
della testa, del collo, del torace, dèli’ addorni- lità la dove si trovano solamente i
organica
nc e della pelvi. —
Al capo trovasi il ganglio secondi—— Ho del to d’ altronde,, che jil ter-
lenticolare, quello di Meckel, quello della ghian- mine di questa specie di sensibilità e ì’ origi-
dola sublinguale, e via dicendo.- E benché que- ne della contrattilità ad essa corrispondente,
sti centri non siano uniti da alcuna comuni- tròvansi negli organi .stessi in cui si effettua-
cazione sia fra loro, sia col preteso gran sim- no 5 ma torse questo termine e quest’origine
patico, la loro descrizione appartiene ciò non sono anche più lontani, ed esistenti nei gan-
ostante a quella dei nervi dalla di -cui unione glii. da cui gli organi ricevono i loro nervi,
esso risulta, poiché le comunicazioni non sono come il termine della sensibilità animale e
che disposizioni accessorie a questo sistema di l’ origine delia contrattilità della stessa
specie
nervi. — Al hannovi tre gangli cervi-
collo i si riscontrano sempre nel cervello. Così es-
cali e qualche volta un quarto sui lati della sendo la cosa, siccome gangli sono assai mol-
i

trachea ;
nel petto dodici toracici
i nell’ad- ;
tiplicati, si concepirà perchè le forze della vita
domine il semilunare, i lombari, e simili; nel- organica non si riferiscano, come quelle della
la pelvi Ecco diversi centri, le cui ra-
i sacri. i vita animale, ad un centro comune.-— Risulta
mificazioni devono essere isolatamente esami- chiaro da tutte queste. considerazioni, che non
nate, non altrimenti di quello che si conside- esiste alcun nervo gran simpatico e che ciò
rino ramificazioni del centro cerebrale.
l'e - — che si indica con tal nome non è se non se
;

Per esempio io descriverò da principio il gan- 1’ unione di piccoli


sistemi nervosi a funzioni
glio semilunare, come si fa per il cervello in isolate, ma a ran;d ehm unicanti.
:
Si intende
seguito esaminerò i suoi rami, fra i quali tro- pure cosa debbasi pensare delle dispute degli
vasi anclie quello per cui comunica coi gan- anatomici intorno all’ origine di questo pre-
gli toracici, cioè di grande splancnico; essendo teso nervo stabilita nel sesto, nel quinto paio,
una espressione -assai impropria quella che in- nei nervi del collo, del dorso, e simili.— Mol-
dica tale nèrvo come origine del ganglio. Del ti altri fisiologi hanno avuto intorno ai gan-

pari verrà da principio descritto ciascun gan- gli idee analoghe a quelle da me presentate,
glio del collo e del capo e in seguito tratte- :
considerando questi corpi come piccoli cer-
rò de’ suoi rami, fra cui si annoverano quelli velli ma pur cosa necessaria il realizza-
è
;

pure di comunicazione. E così essendo a pres- re queste anche nelle descrizioni, che
viste
s’ a poco’comune disposizione per gan-
tale tali, quali ordinariamente si presentano, .dan-
glituttr del petto, dei lombi, .della pelvi, je via no un’idea inesatta assai di questi centri e
dicendo, anche la descrizione per ciascuna re- dei nervi che ne sortono. — L’ espressione di
gione diverrà generale. Questa maniera di — rami nervosi che danno origine a tale o a
considerare i nervi stabilendo un vero limite tal altro ganglio rassomigliano a quella, col-
sensibile trai due grandi sistemi, presenta i la quale si indicherebbe il cervèllo come nato
sistemi medesimi tali.quali sono realmente in dai nervi, dei quali è 'esso stesso 1’ origine.
i natura. —Qual anatomico, difalli, non è stato
sorpreso dalle differenze che si trovano tra i
Nota dell’ Autore. )
—l utti sembrano anda-
re errati su tal punto per ciò die parago-
22 DELLE FORZE VITALI
n.indo al secondo il primo. centro, credono
. funzioni del cervello ma tutte quelle in gene*
che le passioni, come le sensazioni, dehbano re della vita animale, che hanno in esso il lo-
costantemente riferirsi ad un centro unico, ed ro centro comune, abbiano presso a poco que-
invariabile. —
E ciò che gli ha condotti a st’ angolo per misura della loro perfezione.

questa opinione è il sentimento d oppressio-


1
Sarebbe cosa assai curiosa l’indicare pure una
ne, che si fa sentire vicino al cardias , dietro misura, che presa nelle parti destinate alla
le dolorose affezioni. —
Ma osserviamo, che vita organica, potesse fissare P ordine di cia-
negli organi interni il sentimento nato dal- scuna specie, sotto il rapporto delle passioni.
l affezione di una parte è sempre un infedele
1
Perchè mai presso il cane viene il sentimento
indizio della sede e dell’ estensione di tale af- portato a tant’ alto grado ? Perchè mai viene
fezione, la fame, per esempio, estende la sua esso così facilmente agita’to dalla riconoseen-
influenza su tutto lo stomaco, e il cardias solo za, dalla tristezza, dalla gioia^ dall’ odio, dal-
ciò non ostante ci trasmette tal sensazione. — l’amicizia ? Per
parte è esso affitto
e simili. tal

Così una larga superficie della pleura o del superiore agli altri animali forse ch’esso ab- :

polmone infiammata, non eccita ben soventi bia qualche cosa di più perfetto nella vita or-
che un dolore concentrato in un sol punto. E ganica ? La scimia ci sorprende colla sua in-
quante volle non avviene, che fin dolore fis- dustria, colla sua disposizione alla imita-
so e limitalo in qualche punto del Capo, del- zione, colla sua intelligenza: forse supera essa
r addome, e simili, coincida con un’affezione le altre specie meglio organizzate per un mag-

assai estesa, e risiedente pur anco in una par- gior grado di vita animale ? Altri animali ,

te ben diversa da quella che noi presumia- come 1’ elefante ci interessano col loro attac-
mo Non devesi adunque mai considerare il
!
camento, col loro affetto, colle loro passioni,
luogo a cui noi riferiamo il sentimento, sic- é ci fanno maravigliare colla loro destrezza ,
come il sicuro indizio del luogo occupato dal- colla estensione della loro percezione, della
V affezione, ma solamente come un segno, che loro intelligenza. In questi il centro cerebra-
essa deve trovarsi colà od in quelle vicinanze.— le, e le funzioni interne o organiche trovansi

Da ciò pure ne segue, che onde giudicare del— allo stesso grado di perfezione, e sembra che
l’organo con cui trovasi in relazione tale o tal la natura abbia in essi egualmente estesi i

altra passione, devesi aver ricorso non già al confini delle loro due vite. Se diamo una —
sentimento, ma all’effetto che l’ influenza rapida occhiata sulla serie degli animali, scor-
della passione produce nelle funzioni dell’or- geremo, ora predominanti i fenomeni relati-
gano. Partendo da questo principiò,, riesce vi alle sensazioni sopra quelli che nascono
ora facile il conoscere, che i cangiamenti e i dalle passioni ora questi fatti superiori a
,

turbamenti indotti dalle nostre affezioni mo- quelli, ora li troveremo posti in equilibrio-fra
rali, sono costantemente risentiti ora dagli loro, per cui dietro queste varie circostanze ,
organi digestivi, ora dal sistema circolatorio, osserviamo nelle due vite animale ed organi-
e qualche volta pure dai visceri appartenenti ca, ora superiore, ora inferiore ora eguale
alle .secrezioni. —
Non ripeterò le prove che P una all’ altra. —
E ciò che riscontriamo
,

stabiliscono questa verilà ma appoggiando- ;


nella lunga catena, degli esseri animali, occor-
mi sopra esse, come già dimostrale, dirò, che re pure di vedere nella specie umana presa
le passioni mancano di un centro fisso e co- isolatamente. Presso gli uni le passioni -domi-
stante, mentre uno ne riconoscono le sensa^- nanti sono il principio, del maggior numero
zjoni; che il fegato, i polmoni,
milza, lo sto- la di movimenti e P influenza della vita anima-
;

maco, il cuore, e simili affetti a vicenda, for- le vinta ad ogni istante da quella dell’ orga-

mano pure a vicenda il centro epigastrico, sì nica, dà luogo continuamente ad azioni , alle
celebre nelle opere dei nostri moderni ; e se quali è quasi estranea la volontà, e che so-
noi riferiamo in generale l’ impressione sen- venti traggono dietro di se P amaro penti-
sibile di tutte le nostre affezioni a questa re- mento, che si fa sentire tosto che la vita ani-
gione, è perchè ivi si trovano concentrati tut- male riprende il suo impero, hi altri questa
ti i visceri importanti della vita
organica; che vita è superiore alla prima, e in tal caso tutti

se natura avesse separato questi visceri con


la i fenomeni relativi alle sensazioni, alla perce-

due grandi intervalli situando, per esempio, il zione, intelligenza sembrano estendersi a
all’

fegato nella pelvi, lo stomaco al collo, lasciando spese delle passioni, che restano nel silenzio,
al luogo ordinario il cuore e la milza, scom- a cui vengono dall’ organizzazione dell’indi-
parirebbe allora questo centro epigastrico, e viduo condannate. La volontà allora presiede
il sentimento locale delle nostre
affezioni va- a tutto, e i muscoli locomotori trovansi in

rierebbe secondo l’organo a cui esse diriges- continua dipendenza col cervello, mentre nel
sero le loro impressioni. —r Camper, deterrtii- primo caso sono tratti ad azione principalmen-
n arido l’angolo facciale, badato origine a lu- te dagli organi gastrici e toracici — L’uomo, la

minose considerazioni suirintelligeuza rispet- cui costituzione è più felice e nello stesso
la

tiva degli animali, E sembra, che non solo le tempo la più rara, è quello che ha le sua
«ELLE DUE VITE 23
«lue vile in una specie di equilibrio; di cui i ghe chiunque tenta di lacerarlo. — Nello stu-
centri cerebrale ed epigastrico esercitano dio della natura, come fu da un filosofo osser-
1
I uno siili’ altro un’ eguale azione, per cui le vato, i principii altro non sono che certi ge-
passioni in esso animano, attivano, esaltano i nerali risultati delle cause prime, dai quali
fenomeni intellettuali .senza usurparne il do- nascono innumerevoli altri risultati seconda-
minio; e trova egli nel proprio giudizio ùu rii. è Ed
propria soltanto dello spirito il piu
tal mezzo, per cui è sempre in potere di op- giudizioso 1’ arte di trovare la concatenazione
porsi alla loro impetuosa influenza. l’ale — dei primi eoi secondi mentre il cercare la
;

influenza appunto, che le passioni esercitano connessione delle cause prime coi loro effetti
sugli atti della vita animale, costituisce ciò che generali è un camminare da cieco pene una stra-
si dice carattere , il quale come il tempera- da in cui mille sentieri conducono all’ errore.
mento appartiene alia vita organica; e perciò, — Che ci importa mai d’ altronde il conosce-
mostrandone esso tutti gli attributi, tutto ciò re queste cause ? È egli necessàrio sapere cosa
che ne emana riesce per così dire involonta- sia la luce, 1’ ossigeno, il calorico; e via dicen-
rio. Le nostre azioni esterne così formano un do, pei* istudiarne i fenomeni? Non altrimen-
quadro, il cui fondo e disegno appartengono ti adunque potremo noi, senza conoscere il
alla vitaanimale, ma su cui la vita organica principio di vita, analizzare le proprietà de-
spande in varj gradi tutti i colori delle pas- gli organi dal medesimo animati. Facciamo
sioni. — Tutti i filosofi hanno più o meno co- nella scienza degli animali quello che méta- i

nosciuto l’alternativo dominio delle due vite: tìsici moderni fanno nello studio dell’intellet-
Piatone, Maro’ Aurelio, Sant’ Agostino, Baco- to supponiamo cioè le
: cause, e non attenia-
ne, San Paolo, Leibnitz, Yanhelmont, Buffon, moci che ai loro grandi risultati.
e via dicendo, hanno in noi riconosciuto due §. 1. Differenze delle forze vitali
dalle
principi! ;
dei quali 1’ uno sembra produrre leggi fisiche. - —
Esaminando sotto questo
involontariamente le nostre azioni morali rapporto le leggi vitali, la prima considerazio-
mentre l’altro ci rende capaci di governarle. ne, che ci si presenta è la notabile differenza
Nè importa il cercare corn’ essi fecero, la
, che le distingue dalle leggi fisiche. Le prime
natura di questi principi basti osservarne i ; contjnuamente variabili nella loro intensità ,
fenomeni, analizzare le relazioni-che uniscono energia e sviluppo, passano soventi con mas-
gli uni agli altri, senza ascendere alla lor cau- sima celerilà dall’ ultimo grado di prostrazio-
sa prima. (Nota. Intorno a queste ultime pro- ne al più alto punto d’ esaltamento ; s’accu-
posizioni si rinverranno eccellenti considerai mulano, e s’indeboliscono a vicenda negli or-
zioni, nell’ opera di Buisson, che dobbiamo gani, e prendono, dietro l’influenza di mini-
far andar di seguito a questa di Bichat. )
me cause, infinite diverse modificazioni. 11
t • sonno, la veglia, 1’ esercizio, il riposo , la di-
ARTICOLO VII. —
DIFFERENZE GENÉRALI DECLE
- gestione, la fame, le passioni, Fazione ilei cor-
DDE VITE AVUTO RIGUARDO ALLE FORZE pi esterni, e simili, tutti valgono ad indurre
VITALI. in esse ad ogni momento numerose rivoluzio-
ni. Le seconde, al contrario, fisse, invariabili ,

La maggiorparte dei medici che hanno costantemente le stesse in tutti tempi, sono i

scritto intorno alle proprietà vitali, comincia- la sorgente di una serie di fenomeni sempre
rono col ricercarne principio ; essi hanno
il uniformi. Paragoniamo la facoltà vitale della
voluto discendere dallo studio della sua na- sensibilità alla facoltà fisica dell’attrazione, e
tura a quello dei suoi fenomeni in vece di ;
scorgeremo essere F attrazione sempre in ra-
ascendere da ciò che 1’ osservazione indica, a gione della massa del corpo bruto in cui si

ciò che la teoria suggerisce. L’anima di Stahl, manifesta,, intanto che la sensibilità cangia
Farcheo di Yanhelmont, il principio vitale di continuamente di proporzione nella stessa
Barthez, la forza vitale di altri, e simili, con- parte organica, e Bella stessa massa di materia.
siderate a vicenda come centro unico di tutte — L’invariabilità delle leggi che presiedono
*

le azioni, che hanno il carattere della vitalità, ai fenomeni fisici, ci permette di sottomette 2
furono a vicenda la base comune, a cui* tutte re al calcolo tutte le scienze, che ne sono l’og-
le fisiologiche spiegazioni furono per ultimo getto ;
mentre
matematiche applicate alle
le
risultato appoggiate. Ognuna di queste basi azioni della vita non offriranno mai for-
fu successivamente abbattuta, e fra le loro rui- mole generali. Si calcola così il ritorno di una
ne non sono rimasti che soli fatti presentati
i cometa, si miserano le resistenze che un flui-
dalla rigorosa esperienza intorno alla sensibi- do soffre percorrendo un canale inerte; si può
lità e motilità. = —
Imperocché, talmente ri- stabilire la velocità d’ un proietto: ma calco-
stretti sono i limiti del’ umano intendimento , lare con Borelli la forza d’ un muscolo, con
che per sempre gli- verrà interdetta la cogni- Keil la con Jurine, Lavoi-
celerità del sangue,
zione delle cause prime-; e il denso velo che le sier, eva discorrendo, la quantità d’aria che
ricopre inviluppa fra le sue innumerevoli pie- s’introduce nei oolmoni, è lo slesso che in-
DELLE FORZE VITALI
nalzare un edilìzio solido per se slesso sulla scienze fisiche a quella dell’.ecouomia anima-
mobile .arena, il quale va tosto a cadere per le o vegetabile , ci richiama continuamente
mancanza di una base sicura. Questa insta- — delle idee che per nulla corrispondono ai fe-
bilità delle forze vitali, e questa facilità con
*

nomeni di questa scienza. — Se la fisiologia


cui esse variano ad ogni momento in più o in fosse stata coltivata dagli uomini prima della
meno, imprime a tutti i fenomeni vitali un fisica,siccome questa lo fu prima di quella, io
carattere d’ irregolarità tale, che li distingue sono persuaso, eh’ essi avrebbero fatto molte
dai fenomeni fisici notabili per la loro unifor- applicazioni della prima alla seconda, ed avreb-
mità. Prendiamo ad esempio i fluidi viventi bero veduto i fiumi moversi per l’azione to-
e gli inert].; questi, sempre gli una vol- stessi, nica delle loro sponde, cristalli riunirsi per
i

ta analizzati con esattezza sono per sempre l’eccitamento ch’essi esercitano sulla loro re-
conosciuti ; ma chi potrà dire di conoscere i ciproca sensibilità, i pianeti moversi, perchè
primi dietro una sola analisi, od anche dietro si irritano reciprocamente a grandi distanze,

molte fatte nelle stesse circostanze? Si analiz- e via dicendo. Tutto ciò sembrerebbe lontano
zi Purina, la saliva, la bile, e via dicendo, pre- dalla ragione a noi che non riconósciamo in
se indifferentemente da tale o tal altro sog° questi fenomeni se non che la gravità; ma per-
getto; dal loro esame risulta la chimica ani- chè non saremo egualmente vicini al ridicolo
male, ma non è questa la chimica fisiologica , allorché con questa gravità, colle affinità col-
essa è, se posso così esprimermi, T anatomia le composizioni chimiche, e con un linguag-
cadaverica dei fluidi. La loro fisiologia risulta gio stabilito su questi dati fondamentali, ar-
dalle cognizioni delle innumerevoli variazioni riviamo ad una scienza su cui esse non hanno
eh’ essi subiscono secondo lo stato dei rispet- che l’ influenza la più oscura ? La fisiologia
tivi loro organi. —
L’ uriria emessa dopo il avrebbe fatti assai più progressi se non fosse-
pasto differisce assai da quella che si evacua ro ad essa state trasportate delle idee dedotte
dopo il sonno essa contiene nell 1 inverno-dei
: dalle scienze flette accessorie ma che ne so-

,

principi, che le sono stranieri nell’estate, in no essenzialmente differenti. La fisica, la


cui le principali escrezioni si operano dalla chimica- ec. sono fra loro in contatto perchè
cute ; il semplice passaggio dal caldo al fred- i loro fenomeni sono diretti le stesse leggi ;
do, sopprimendo il sudore, e l’esalazione pol- ma esse sono separate per un immenso spazio
monale,è capace di variare i suoi componen- dalla scienza dei corpi organizzati, perchè esi-
ti. Non altrimenti avviene degli altri fluidi, ste tra le leggi loro, e quelle dèlia vita una
poiché, variando ad ogni* istante lo sta'to delle enorme diversità. Sarà quindi un’ idea estre-
forze vitali negli organi secernenti, devono mamente inesatta quella il dire che la fisiolo-
essi soffrire continui cangiamenti nel proprio gia è la fisica, poiché si potreb-
degli animali ;

modo d’ azione, e in conseguenza variare le be dire pur anco. essere l’astronomia la fi-
:

sostanze che separane» dal sangue. Chi o- — siologia degli astri. —


Ma ci siamo di troppo
serà dunque credere di conoscere la natura perduti in una semplice digressione ; jri tor-
cT un fluido dell’economia viv.enfe, se egli non niamo alle forze vitali considerate sot4o il rap-
P ha analizzato nel fanciullo, nell’adulto, nel porto delle due vite dell’ animale.
vecchio, nel maschio, nella femmina fuori o §. 11. Differenza delle -proprietà vitali
nell’ epoca dei mesi, nello stato d’animo tran- dalle proprietà di tessuto. —
Esaminando le •

quillo, o sotto il turbamento indotto dalle pas- proprietà d’ ogni, organo vivente, troviamo
sioni, le quali, come già abbiam detto, hanno poter esse venir distinte in due specie: delle
tanta influenza sulla natura animale ? E che quali Tuna appartiene immediatamente alla
sarebbe mai se si dovessero conoscere le alte- vita, comincia, e finisce con essa, q piuttosto
razioni diverse di cui i fluidi sono suscettibi- ne forma il principio e' T essenza T altra non ;

li nello stato di malattia? —


L’instabilità a- è unita alla vita che indirettamente, e sembra
dunque delle forze vitali è stato io scoglio , piuttosto dipendere dall’ organizzazione e
contro cui incagliarono tutti i calcoli dei me- dalla tessitura delle parli. — Li} facoltà di sen-
dici fisici del secolo scorso; e le variazioni abi- tire c quella di contrarsi spontaneamente Co-
tuali dèi fluidi viventi, provenienti da tale in- stituiscono le prime, e diconsi perciò proprie-
potrebbero del pari essere un ostacolo
stabilità, tà vitali. L’eslendibilità, e la facoltà di ristrin-
non meno reale alle anàlisi dei medici chimi- gersi cessata T estensione,, formano le pro-
ci dei tempi presenti. —- Egli è facile da ciò prietà di tessuto queste, è vero, ottengono
;

lo scorgere, dovere la scienza dei corpi orga- dalla. vita mi aumento di energia, ma persi-
nizzati essere trattata in moofo affatto diffe- stono negli orfani anche, abbandonati dalla
rente da quello, che serve per le scienze % le vita, e la sola decomposizione di questi è il
quali hanno per oggetto.! corpi inorganici. termine della loro esistenza. Tra queste esa-
Bisognerebbe, per così dire, impiegare in essa nimeremo dapprima le proprietà vitali.
un linguaggio differente perchè la maggior §. III. Delle due specie di sensibilità
,

parte delle parole, che noi trasportiamo dalle animale ed organica. — Egli è facile cono-
IN' JELL E DUE VITE 23

Seere, che le proprietà vitali si riducono a I assorbono ancora, il muscolo sente


linfatici
quelle di sentirò e di muoversi: ciascuna del- ancora che lo punge
la spilla le unghie, e ;
i

le quali porta differenti caratteri nelle due vi- peli possono ancora nutrirsi, e sentire flui- i

te. Nella vita organica la sensibilità è la facol- di, che attraggono dalla cute e simile (Tulio ;

tà ili ricevere fina impressione; ma nella vita questo manca di esattezza un’ unghia cre- ;

animale essa è la facoltà di ricevere un’ im- scendo non si nutrisce, come non si nutre il
pressione e di trasmetterla ad un centro co- muco nelle fosse nasali o l
1
orina nella vesci-
mune. -(Non bisogna dimenticarsi essere l’esi- ca. L’ unghia, il pelo, il capello, tutte le pro-
stenza di tale sensibilità affatto congetturale ; duzioni epidermiche infine sono il risultato
dappoiché essa non si trasmettendo ad un cen- delle vere secrezioni, le quali non differisco-
tro comune, non possiamo conoscerla che pei no dalle secrezioni di cui abbiamo parlato, se
suoi Ora per ispiegare questi effetti
effetti. non in quanto il prodotto, anziché essere li-
non si abbisogna minimamente di ammettere quido come 1’ orina, o viscoso come il mu-
simile facoltà. Cotale sensibilità d’altronde., co s’ indura
, uscendo dall’ organo secreta-
seppur la si volesse ammettere, si rinverrebbe re, come fa il filo del verme da seta o quel-
del continuo in errore. Lo stomaco, ad esem- lo dell’ araguo. Nola di Magendie. e non )

pio, lascia uscire dalla sua cavità certa sostan- è che al fine d’ un tempo soventi assai lungo
za quale non potrà mai servire di alimen-
la che viene cancellata ogni traccia diquesta sen-
to, laddove siffatta sostanza .presenti un gra- sibilità; intanto che l’ annichilamento dell’al-
do ,li fluidità prossimo a quello del chimo. tra è stato instantaneo. — Ma quantunque al

Gli assorbenti succhiano fluidi maggior- i primo aspetto queste due specie di sensibilità
mente notevoli, quelli eziandio la cui azione animale ed organica presentino una notabile
disorganizza le loro pareti il cuore non si ;
differenza, la loro natura però sembra essere
contrae senza l’arrivo del sangue e via par- essenzialmente la stessa e l’ima non è proba- :

lando. Nota di Magendie)- Lo stomaco


1 è sen- bilmente che il massimo dell’ altra. È adunque
presenza degli alimenti, il cuore allo
sibile alla sempre la stessa forza, che più o meno inten-
sa si presenta sotto diversi caratteri del che
arrivo del sàngue, il condotto escretore al ;

contatto del fluido che gli è proprio ma il ; sono prova seguenti fatti. i Hanno vi nell’e- — -

termine di questa proprietà è nell’ organo conomia diverse parti, in cui queste due ta~
stesso ed essa non oltrepassa mai questi li- coita si incatenano, e succedono .in mo-
si
;

miti. Al contrario la ente, gli occhi, le orec- do insensibile, e ne sono un esempio le mem-
chie, le membrane delle narici, della bocca, brane mucose. Abbiamo così sensazione del
tutte le superficie mucose alla loro origine ,
passaggio degli alimenti nella bocca, e nelle
i nervi e simili, sentono la impressione dei fauci; questa sensazione si indebolisce al prin-
corpi che li toccano*, e la trameltono in se- cipio dell’esofago, diviene quasi nulla alla sua
guilo al cervello , che è il centro generale metà, e scompare al suo fine, non che nello
della sensibilità di questi diversi organi. — stomaco, in cui sussiste il solo senso organi-
Esiste adunque una sensibilità organica , ed co lo stesso fenomeno occorre nell’ uretra ,
:

una animale su 1’ una s’ aggirano tutti i feno-


: nelle parti genitali e va discorrendo, 'i rovasi
meni. della digestione, della circolazione, della del pari sulla cute la sensibilità animale la ,

secrezione, dell’esalazione, dell’assorbimen- quale diminuisce gradatamente, e diventa or-


to della nutrizione, ee. ressa è comune alla ganica nelle parti interne. Osserviamo in- —
pianta, ed all’animale; il zoofito ne gode al pa- oltre, potere diversi stimoli determinare nel-
ri del quadrupedepiù perfettamente orga-
il l’organo stesso alternativamente l’uno o l’al-
nizzato. Dall’altra derivano le sensazioni eia tro melo di sensibilità perciò irritati i le- ;

percezione, egualmente che il dolore e il pia- gamenti da un acido, o da on alcali coucen-


cére che le modificano e la perfezione degli (rato, o da uno stromento pungente, non tra-
;

animali dipende, mi sia lecito di così espri- smettono al cervello la forte impressione che

mermi, dalla varia dose d? essa, che la natura ricevono; che se vengono stiracchiati, distesi,
ha loro compartito; tale sensibilità inoltre non lacerati, danno allora una viva sensazione di
può considerarsi come attributo del vegeta- dolore. Questo fatto, già pubblicato nel mio
le, a cui non appartiene. La differenza tra — Trattato delle membrane fu da me confer- ,

queste due specie di forza sensitiva appare mato con molte esperienze ma qui ne pre- ;

specialmente dal modo, con cui esse hanno fi- sento un altro dello stesso genere osservato in
ne nelle morti violenti, che sorprendono su- seguito. Le pareti delle arterie sensibili, come
bitamente l’animale, nelle quali la sensibilità sappiamo, sangue che percorre entro esse,
al

animale viene sul punto distrutta. Non rima- formano il limite del loro sentimento, che
ne quindi più traccia di tale facoltà dopo una non si estende al di fuori, e non si propaga al
forte commozione, dietro una grave emorra- cervello se noi iniettiamo in questo sistema
:

gia, dietro 1’ asfissia, mentre la sensibilità or- un fluido straniero, 1’ animale ne risente to-
ganica persiste un tempo più o meno lungo. sto i’ impressione, che manifesta colle sue gri-
Ended Med, . /p*
26 belle for le vitali
da. — (Finché liquido incettato non esce dal-
il per rischiarare la mia idea potessi servirmi
V arteria, ciò che oltiensi di leggeri mediante d’ una volgare espressione, direi : che distri-
alcune legature, non evvi dolore ; ma se la buita a fid dose in un organo la sensibilità è
sostanza irritante sia recata dai vasi al cuore animale, ad una dose inferiore essa è organi-
o ad altra parie sensibile, si comprende be- ca. ( Queste espressioni, dose, somma , quan-
nissimo che l’ animale dovrà patir dolore, tità di sensibilità, sono inesatte, in quanto che
giacché l’irritante produce sempre il proprio presentano tale facolta vitale sotto lo stesso
effetto, tanto se sia recato direttamente sulla aspetto delle forze fìsiche, dell’attrazione, ad
parte, quanto se vi -giunga per mezzo del- esempio, pel motivo cne la mostrano suscet-
la circolazione. Nota di Magendie .) —- Abbia- tibile di calcolo ; ma in mancanza di voci per
mo già fatto conoscere essere facoltà propria una scienza, bisogna, onde farsi comprende*
dell' abitudine quella di ottundere la vivaci- re, toglierle da altre scienze. È di tali espres-
tà del sentimento, e di rendere indifferenti sioni ciò che avviene dei vocaboli saldare ,
,

tutte le sensazioni di piacere o di dolore : scollar ? collare e simili, usate relativamen-


, ,

osserveremo ora, che i corpi stranieri, i qua- te al sistema osseo, che rappresenterebbero
li epcitano sulle membrane mucose un’ im- idee fallaci, se lo spirito non ne correggesse
pressione dolorosa nei primi giorni del loro il significato . IN ola dell’ Autore. ) La va-
contatto, ossia sviluppano la sensibilità ani- rietà poi di tal dose o è prodotta dall’ordine
male, non sono in seguito più risentiti, per- naturale, o è un effetto di malattia ; nel pri-
chè a poco a poco tale sensibilità si indeboli- mo caso abbiamo la cute e i nèrvi superiori,
sce al segno, che più non sussiste se non se la
5
a questo riguardo, ai tendini, alle cartilagini,
organica, L’ uretra così si risente certamente esimili; nel secondo raddoppiata in questi
della sonda finché vi soggiorna, essendo tale la dose di sensibilità, si rendono eguali, ed
soggiorno costantemente accompagnato da una anche superiori ai primi. E siccome infinite
azione più viva delle ghiandole mucose, dal- cause possono ad ogni istante esaltare o di-
la quale nasce una specie di catarro ma non ;
minuire questa forza in una parte, così può
è che nei primi momenti che l’individuo ha essa ad ogni momento essere animale ed or-
una coscienza dolorosa dei suo contatto, — ganica. Ed ecco perchè gli autori, i quali ne
Le infiammazioni al contrario, che contìnua- hanno fatto 1’ oggetto delle loro esperienze ,
mente esaltano in una parte la sensibilità or- hanno pure ottenuto diversi significati: ecco
ganica, la trasformano in sensibilità animale. perchè gli uni trovano insensibile la dura ma-
Per tal modo le cartilagini, le membrane sie- dre, il periostio, e via dicendo, mentre altri
rose, e via dicendo, le quali nello stato ordi- vi scoprono una squisita sensibilità.
nario non godono che dell’ oscuro sentimen- §. IV. Della relazione che esiste tra la
to necessario alla loro nutrizione, vengono al- sensibilità di ciascun organo e i corpi che
lora penetrate da una sensibilità animale assai gli sono stranieri. —Benché la sensibilità sia
spesso più viva di quella degli organi, a cui in ciascun organo soggetta a continue varietà,
essa è naturale e ciò perchè è proprio delle in- ognuno di essi però sembra averne una som-
fiammazioni l’accumulare le forze in una par- ma primitivamente determinata, alla quale
te, la quale accumulazione basta per cangiare esso sempre si restituisce. dopo queste alter-
al modo di sensibilità organica, che non diffe- native di aumento e di diminuzione nello
:

risce dall’ animale, se non se per un minor stesso modo quasi che nelle diverse sue oscil-
grado, --- Dietro tutte queste considerazioni lazioni il pendolo riprende costantemente il
egli è evidente che la distinzione’ superior- suo primo posto, a cui è dalla gravità ricon-
mente
-
stabilita nella facoltà di sentire risguar-
r
dotto. — Questa somma di sensibilità deter-
da non già la sua natura, che è eguale da per mina la vita di ciascun organo, poiché è des-
tutto, ma le diverse modificazioni di cui essa sa, che fissala natura de’ suoi rapporti coi
è suscettibile. Questa facoltà è comune a lutti corpi che gli sono stranieri, ma che trovansi
gli organi, i quali tutti ne sono penetrali, sic- a contatto con esso. Così la somma ordinaria
ché nessuno di loro può dirsi insensibile; essa della sensibilità dell’ uretra la mette in rela-
Stabilisce loro carattere vitale; ma più o
il zione coll’ urina; ma, aumentata tal somma ,
meno abbondantemente distribuita in ciascu- e portata in alto grado come nell’erezione.,
no di loro, ne determina nn diverso modo di la relazione cessa e il canale, mentre viene di
esistenza, per cui nessuno gode di tal forza troppo irritato dall’urina, permette passaggio
nolla stessa proporzione ed essa
presen- così al solo spenna, il quale a vicenda non trova-
ta infinite diverse gradazioni,
;


In tutte que- si in rapporto colla sensibililà dell’uretra nel-

ste varietà trovasi una misura nella quale per lo stalo di non erezione. — Ecco come la som-
una parte il cervello ne stabilisce il limite su- ma di sensibilità nei condotti stcnoniano, vvar-
periore per 1’ altra, un organo , che eccitato
:
thoniano , coledoco, pancreatico , in una pa-
riceve, e percepisce la sensazione senza tra- rola in tutti gli escretori, sia esattamente ana-
smetterla, ne forma il grado inferiore, Sa — loga alla natura dèi fluidi che in essi percor-
SV I.I.K DUE VITE

fono, ma sproporzionata a quella degli altri ménte, quanto alla chimica composizione, dal
non permette penetrarvi per cui
a questi di ;
liquido che rinvieni per consueto nella loro»
se qualche molecola vi si introduca eccita, in cavità: 11 qual liquido d’altronde assai poco
essi condotti, spasmi e contrazioni la laringe ; varia nella sua composizione, abbenchè in ap-
del pari , eccettuata l’aria, viene fortemente parenza fion risulti costantemente eguale ;
irritata da qualunque corpo che accidental- ora, se fosse desso il resultato dell’assorbi-
mente vi si introduca. — Da ciò ne segue, che mento di fluidi diversissimi fra loro, la sum
gli escretori aperti sulle superficie mucose, composizione dovrebbe eziandio Variare a
benché contatto con molli fluidi che passa-
in norma degli alimenti, come varia quella del
no o si formano sulle superfìcie stesse, non chilo. —-Prima ancora che si avesse contezza
ne vengono mai penetrati e per questa stes- ; dei vasi erano già stati osservati i
linfatici,
sa ragione le boccucce dei lattei aperte nelle principali fenomeni delTassorbimento, per cui
intestina non attraggono che il chilo rigettan- naturai cosa era l’attribuirli all’azione delle
do gii altri fluidi con esso frammisti e coi vene, e siffatta opinione si mantenne pure
quali non loro sensibilità in relazio-
trovasi la lungo tratto di tempo dopo la scoperta dei
ne. — Nè
tali rapporti esistono solo tra le di- suddetti vasi di essi finalmente essendosene
;

verse somme della sensibilità degli organi 6 i molto occupato G. Hunter, vèrso la metà del-
Varii fluidi del corpo; ma possono pure aver T ultimo secolo, ed avendoli coi suoi lavori
luogo tra i corpi esterni e le varie nostre par- più di ogni altro posti in chiaro, stimò egli
ti. La somma determinata della di sensibilità doverlisi raffigurare quali agenti dell’ assor-
vescica, dei reni, delle ghiandole saiivali e si- bimento opinione che venne tosto general-
:

mili, mostra un’analogia speciale colle canta- mente accolta. Ponendosi a rintracciare poi
ridi, colmercurio ee. —- Si potrebbe credere con quali mezzi pervenne egli a rovesciare là
che in ciascun organo la sensibilità prenda primitiva teorica, si rimane storditi osservan-
una modificazione, una natura particolare e do ciò aversi da Sui ottenuto dopo cinque soie
che tale diversità di natura costituisca la dif- esperienze. Con tanta facilità non riesci certo
ferenza delle relazioni tra gli organi eie for- Harvey a ammettere la circolazione del
far
ze straniere che vengono in contatto di loro. sangue, nè forse havvi un solo esempio di tana
Ma una folla ali considerazioni provano, che opinione anticamente ricevuta* abbandonata
la differenzarisguarda non la natura, ma la con tanta facilità. Però è a notarsi come sì
somma, dose, le quantità di sensibilità, se è
la era tuttora immersi nello stordimento per Sa
lecito di applicare questi termini ad una pro- scoperta di un sistema di vasi cotanto sparsi,
prietà vitale. Ed ecco queste considerazioni. e tuttavia sì a lungo ignorati; crasi impazien-
— Gli orifici! assorbenti delle superficie sie- ti di conoscerne qualche Soro uffizio le vena ;

rose stanno immersi talora per mesi àtteri nel si riguardavano come impiegate a riportare

fluido delle idropi senza che attraggalo alcu- al cuore il sangue arrecato dalle arterie, e si
na porzione di esso se l’azione dei tonici, e So
; tenne quindi non impoverirle gran fatto spo-
sforzo della natura esaltano in essi la sensibili- gliandole della facoltà per far
di assorbire
tà, questa si pone, se posso così esprimermi, in ricchi linfatici. Delie cinque esperienze ese-
i

equilibrio coi fluidi dal che ne segue Tassai bi-


,
guite da Hunter, due Sono destinale a provar
raentd. Lo stesso fenomeno viene pure rappre- che le tene non assorbono affatto le Ire al- ;

sentato dalla risoluzione dei tumori, nei quali, tre tendono a far vedere che linfatici assor-
i

finché le forze delia parte sono indebolite, lin- i bono. Nella prima esperienza, insellò egli
fatici rifiutano di ricevere le sostanze effuse in acqua tiepida in utf ansula d’intestino, ed if
questi stessi tumori; che se la somma delle for- sangue retrocesso per la vena non sembrogli
ze sia rad-doppiata o triplicata col mezzo dei ri- nè più diluito nè più leggero che dapprima
solventi, tosto il tumore scompare per P azio- noi fosse. Si comprende di leggeri che dietro
ne dei linfatici. — Al medesimo principio
è ap- la semplice apparenza, non è possibile discer-
poggiata la spiegazione di tutti i fenomeni nere se il sangue non contenga certa quantità
prodotti dagli asso r hi nienti di pus, di sangue di acqua assorbita, quantità che deve risulta-
e di altri fluidi, che ì linfatici ora assorbono re in proporzione alquanto piccola, se si con-
àvidamente, ora rifiutano secóndo che la loro sideri tutto il sangue che attraversa le vene
somma di sensibilità è, o non è in rapporto mesenteriche nel tempo necessario all’ assor-
con essi.-u(Quanto si dice qui intorno alla sen- bimento de! liquido. Hunter, nella stessa espe-
sibilità dei vasi linfatici, per cui essi talora rienza, legò l’arteria che perveniva ali’ansula
ammettono e talora scacciano i fluidi spanti, intestinale, ed esaminò lo stato della vena ;
risulta tanto maggiormente ipotetico in quan- non gonfìossi dèssa, nè ne divenne sangue
il

to che nulla fino al presente comprova sieno co- più acquoso ; ma dopo siffatta legatura, T as-
desti vasi gli agenti dell’ assorbimento. È me- sorbimento continuò forse ad operarsi in del-
slieri osservare come liquidi che da essi si
i laansula intestinale, che possedeva ancora cev*
suppongono assorbiti differiscono essenzisd- tarnente vasi linfatici ? Appunto di ciò T ani© -*
1
28 delle forze vitali
ve non dà conio. In qual modo, d’altronde, cervello, nella placenta, nelle quali non si .

potè egli credere che, legata l’arteria, la vena giunse, nemmeno mercè la più scrupolosa ana-
continuerebbe tuttavia la sua azione ? Nella — tomia, a discoprire il minimo vaso linfatico.
seconda esperienza, injet tò Hunter latte in una 11 Esperienza prima. prendere Si fece
ansula intestinale, nè gli fu fatto di discernere ad un cane quattro once di rabarbaro in de-
la presenza di codesto liquido fra il sangue cozione, dopo mezz’ ora fu ucciso e riconob-
delle vene mesenteriche ; se non che all’epoca besi essere scomparso più della metà del liqui-
in cui si eseguì cotale esperienza erasi ben do l’ orina
: conteneva manifestamente del
lungi dal pofer distinguere framezzo il san- rabarbaro, ma la linfa racchiusa nel canale to-
gue sì tievolissima porzione di latte, ed anche racico non ne offriva traccia.
oggidì, con tutti i soccorsi della chimica, du- n Seconda esperienza. Un cane inghiot-
rerebbesi fatica a discoprirsene una piccola te alcune once di alcoole allungato di acqua ;
quantità che per avventura vi si avesse diret- in capo un quarto d’ora il sangue dell’ ani-
tamente mescolata. Codeste due esperienze mate offriva odore d’ alcoole distintissimo ; la
adunque non contraddicono per nulla l
1
as- linfa non presentava nulla di simile. Flan- —
sorbimento delle vene ;
e quanto poi a quelle drino fece un’esperienza all’ incirca eguale in
ch’egli riferisce siccome favorevoli all’ assor- un cavallo a cui diede mezza libbra di assa-
bimento esercitato dai linfatici, rieppur esse fetida stemperata in altrettanta quantità di
risultano del pari concludenti. Mi basterà mele. Dopo sedici ore 1' animale fu ucciso ;

quindi dì riportarne una soltanto. Injettò egli, 1’ odore dell’ assafetida risultava sensibilissi-
in una porzióne vuota d'intestino, certa quanti- mo sangue delle vene pettorali, dell inte-
nel
1

tà di latte caldo, mantenendovelo appresso con stino tenue e del cieco non lo si potè sen-
;

due legature. Le vene che si portavano a que- tire nella linfa.


st’ansula vennero vuotate delloro sangue me- n Terza esperienza. Fecesi inghiottire
diante parecchie punture fatte nel loro tron- a un cane sei once di una soluzione di prussia-
co, e si legarono le arterie corrispondenti. to di potassa luito nell’acqua. Un quarto di
Ripose in seguito le parti nel ventre,
indi in ora dopo 1’ urina conteneva, apparentissima-
capo a mezz’ora le ritrasse. Esaminatele con menle, il prussialo: la linfa estratta dal canale
attenzione, riconobbe le vene essersi presso- toracico non ne offriva minimamente.
ché vuotate, più non contenevano alcun flui- r> Quarta esperienza. Diedi a bere a un
do bianco, mentre ripieni se ne mostravano i cane, quale legato aveva il canale toracico,
al
Vasi lattei. Ma siffatto fluido bianco che le due once di decotto di noce vomica. Gii ef-
riempiva, non era forse desso chilo anziché fetti dell’ assorbimento furono rapidi quanto
latte? Non vi si conteneva anche prima del- se il canale toracico si trovasse libero. Dopo
V injezione di codesto liquido ? Conciossiachè la morte dell’animale, mi assicurai che questo
si trattava di comprovare quan lo succede du- canale fosse stato ben legato, nè vi avesse al-
rante 1’ assorbimento nei vasi linfatici, dove- tro ramo per cui la linfa pervenir potesse nel-
vasi dapprima farsi ad esaminare lo stato di la Vena soltoclaveare, come talora avviene.
siffatti vasi innanzi della speranza. Ora, ciò Variai codesta esperienza in più modiponen-
appunto Hunter non e perciò appunto
fece, do, sia nel retto, sia nel sacco delie pleure o
lasua esperienza risulta affatto inconcludente. del peritoneo, il liquido velenoso. I resultali
Non è poi gran meraviglia, del resto, che abbia sortirono costantemente eguale effetto.
egli preso il chilo per latte, se sì a lungo ri- n Quinta esperienza In un cane il qua-
guardossi il latte per chilo. Flambino , pro- le mangiato avea abbondantemente alcune
fessore nella scuola veterinaria di Alfort, ri- ore prima, affinchè i linfatici chiliferi ili ve-
petè più volte siffatta esperienza di Hunter li isserò facili a distinguersi, feci in compagnia
;

però ebbe cura dapprima di assicurarsi che di Delille, una incisione nelle pareti addomi-
innanzi la injezione del latte non contenesse- nali,quindi traendo aldi fuori un’ansuia d’in-
ro i linfatici alcun fluido bianco ; nè mai poi testino tenue su cui applicaronsi due legatu-
ile rinvenne nella loro cavità dopo la espe- re a tre pollici P una cor-
dall’altra. I linfatici
rienza. Io stesso praticai parecchie volte si- rispondenti a questa porzione d’intestini pie-
mile esperimento, prendendo le adatte pre- ni erano di chilo e apparentissimi, e vennero,
cauzioni, ed i resultati che ne ottenni furono egualmente dei vasi sanguigni tutti legati e
costantemente eguali a quelli di Flandiino.— tagliati, tranne una vena ed un’arteria; Pau-
Troppo noioso tornerebbe il discutere tutte sala intestinale fu pure tagliata al di fuori
le ragioni già poste in campo prò o contro l’as- delle legature, non più così comunicando col
sorbimento dei linfatici, e quindi basterammi rimanente dell’ animale se non per mezzo
riportare alcuni degli esperimenti da me so- della vena e dell’ arteria già rimaste intatte.
pra ciò fatti ; prima per altro devo far osser- Codesti due vasi furono dissecati con tutta la
vare esercitarsi 1’ assorbimento indubitata- cura possibile, ed anche denudati della loro
mente in certe parti, come nell’ occhio nei , tonica cellulosa, temendo restati non fossero
Nelle nr e vite 29
nascosti i linfatici; injettossi allora nella cavi- liuti, secondo che la loro somma di sensibilità
tà delPansula intestinale una decozione di noce è inferiore o superiore;»! grado che la mette in
vomica, mantenendovela mediante nuova le- rapporto col fluido da assorbire.Per ciò rime- i

gatura. L ansula, involta con fino pannolino, possono essere egualmente presi
1
di risolventi
fu riposta nell addomine sei minuti dopo si secondo le varie cricostanze,o dalla classe dei ri-
1

manifestarono gli effetti del veleno colla solita medii corroboranti, o da quella dei deprimenti.
loro intensità. -—La stessa teoria delle infiammazioni com-
v Sesta esperienza. In compagnia del bina colle idee che qui presentiamo. Sappia-
summentovato Delille ,
separossi dal corpo mo, che il sistema dei vasi, in cui circola il
lacoscia di un cane lasciando intatte solamen- sangue, dà origine a un gran numero di altri
te l’arteria e la vena crurale, le quali con- piccoli vasi, i quali non ammettono se non
servavano la comunicazione tra le due par- che la parte sierosa di questo fluido, come è
ti. Vennero questi due vasi dissecati con tut- provato senza dubbio dall’esalazione; ma per-
ta cura, isolati pel tratto di due o tre pol- chè non vi passano anche globetti rossi, ben- i

lici, e tolta pur anco venne loro la tonica cel- ché vi abbia tra essi continuità? IN on de- —
lulosa, temendo non nascondesse qualche va- ve si già questo ripetere dalla sproporzione di
sellaio linfatico. Due grani di attivissimo vele- diametro, come credeva Boerhaave poiché ;

no, cioè dell’upas Dentato furono allora inter- quantunque il lume dei vasi bianchi fosse
nati nella zampa, e gli effetti risultarono sì «loppio o triplo quello dei vasi rossi, pure
«li

pronti e sì intensi come se la coscia non fosse i globi di questo colore non vi passerebbero,
slata divisa dal corpo. —
Siccome opp'or si pote- se non vi fosse un rapporto fra questi e la

va, malgrado tutte le prese cautele, contener somma di sensibilità di tali vasi ;
nello stesso
ancora le pareti dell’ arteria o della vena qual- modo che, come abbiamo di già veduto, il

che linfatico, così variammo le nostre espe- chilonon passa pel coledoco, benché il dia-
rienze in modo da non lasciar più ombra di metro di questo condotto sia di gran lunga
dubbi su tal punto. Tagliossi affatto l’arteria, superiore alle molecole attenuale degli ali-
indi si la comunicazione tra le due
ristabilì menti. Nello stato naturale adunque la sensi-
estremità mediante un tubo di penna intro- bilità dei vasi bianchi, essendo inferiore a
dotto nella loro cavità e fissato con legature quella dei rossi, riesce evidente, non potere
convenienti. Si fece egualmente per la vena ; esistere il rapporto necessario all’ammissione
della parte colorata. Che se una causa qua-
1
in guisa che più non v ebbe comunicazione
tra la coscia e il rimanente del corpo, se ciò lunque esalti la forza dei primi vasi, la loro
non fosse col sangue arterioso che perveniva sensibilità sale allo stesso livello di «[nella dei
alla coscia e col venoso che retrocedeva al secondi, viene a stabilirsi il rapporto e i flui-
tronco veleno introdotto in seguito nella
: il di da prima rifiutati ottengono facile il pas-
zampa produsse i suoi effetti nello spazio so- saggio —
beco come le superficie più esposte
lito, vale a «lire in capo a quattro minuti al- agli agenti che esaltano la sensibilità, sono an-
l
1
incirca. —
Da siffatte varie esperienze, puossi che le più soggette alle infiammazioni locali ,
a ragione concludere le radicette venose go- come si osserva nella congiuntiva, nei polmo-
dere della facoltà assorbente ; esercitarla desse ni, e simili. In questi casi avviene di frequen-
nelle superficie delle membrane mucose e del- te, che l aumento di sensibilità è tale, che da
1

le sierose, e nell’ interno degli organi ; risul- organica diventa animale, e trasmette allora
tare inesatti o mal interpretati
gli esperimenti al cervello impressione dei corpi esterni.
1

che si citarono in favore dell’assorbimento L’ infiammazione dura finché l’eccesso di sen-


«lei linfatici nulla in fine provare che siffatti sibilità sussiste, e quando questa s’indeboli-
;

casi assorbano all infuori del chilo.


1
In suc- — sce gradatamente, e si restituisce al suo gra-
cinto, io penso, dice Magendie, potersi dedur- do naturale, allora anche i globetti rossi ces-
1
re dalle precedenti sperienze essere l inzup- sano di passare nei vasi bianchi, ed ha luogo
pamento dei va sei lini una delle cause princi- così la risoluzione. —
Dal fin qui dello risul-
naìi dell’ assorbimento detto venoso. Se lin- i ta non essere la teoria dell’infiammazione se
fatici rron sembrano godere nel modo stesso non che una conseguenza naturale delle leggi
della facoltà d’ assorbire, ciò dipende unica- che presiedono al passaggio dei fluidi nei loro
mente, dic’egli.non già dalla natura delle loro ili versi canali, e si concepisce così quanto sie-

pareti» le cui fisiche proprietà sono all’ incirca mancanti le* ipotesi tratte dall’ idraulica ,
110
eguali a quelle delie vene, ma alla mancanza la quale non offre quasi mai applicazioni reali
«li una corrente continua nel loro interno. per l’economia animale, perchè non riscontrasi
Nota di Magendie ji) —
L’arte del medico, nel— nessuna analogia Ira un seguito di tubi inerti,
l’applicazione «lei risolventi, consiste nel tro- ed una serie di condotti vivi, di cui ciascuno
vare il termine medio e di ricondurre a que- ha una sensibilità propria che lo mette in ,

sto i vasi, o aggiungendo loro nuove forze, o rapporto con tale o tal fluido, mentre respin-
sottraendo in parte quelle «li cui sono pro v ve- ge gli altri, che può, db Irò una minima causa*.
ut
ÙO bl.Li.y. FORZE VITALI
aumentare e diminuire, e cambiar così di rap- vello; riceve da questo le irradiazioni, che N
porto ed ammettere quel fluido che prima mettono in azione, cessa d’esistere tosto cb«r
aveva rigettalo* o rigettare quello che prima gli organi in cui si osserva non comunicano
aveva ammesso. —
Non finirei mai se Volessi più con esso per mezzo de» nervi, partecipa
moltiplicare le conseguenze di questi principi costantemente a tulli gii stati, in cui esso si
nei fenomeni dell uomo vivo sì nello stato di
1
trova, ha la propria sede esclusivamente nei
salute' che di malattia. I miei lettori vi sup- muscoli detti volontari /, e presiede alla loco-
pliranno facilmente, e potranno estendere il mozione, alla voce, ai movimenti generali del-
numero delle conseguenze, dalla di cui unio- la testa, del torace, dell’ addome , e simili.
ne risultano quasi tutti grandi dati della ti- i L’altra*indipendente da un centro eomune *
siologia, e punti essenziali della patologia
i
— trova suo principio nell’ organo stesso, che
il

Si dimanderà senza dubbio perchè, nella di- si muove, sfugge a tutti gli atti volontari! e
stribuzione delle diverse somme di sensibilità, dà luogo ai fenomeni digestivi, circolatorii ,
non furono di essa dotate dalla natura che s'ecretorii, assorbenti, nutritivi, e simili, —
ad un grado inferiore le parti e gli organi Sono tutte e due, come le due specie di sen-
interni, mentre ne furono gli esterni così am- sibilità, essenzialmente distinte nelle morti
piamente forniti ? O in conseguenza di qué- violenti, le quali distruggono ad uri tratto la
ste, perchè gli organi digestivi, circolatori! contrattilità animale, e permettono ancora aì-
respiratorii, nutritivi, assorbenti non tras- ,
1'organica di esercitarsi un tempo più o meno
1
mettono al cervellone impressioni eh essi ri- lungo sono esse
;
egualmente distinte nell' a-
cevono, mentre ogni azione animale suppone sfissia. immagine tanto somigliante alla mor-
questa trasmissione? La ragione di questo è te, in prima è interamente sospesa
cui la *

semplice, ed è che tutti fenomeni, quali i i mentre gode la seconda ancora della sua at-
ci mettono in rapporto coi corpi esterni de- tività; esse lo sono finalmente nelle paralisi*
vono sono sotto 1’ influenza della
essere, e o prodotte artificialmente in qualche membro,-
volontà, mentre sfuggono da qriesta tutti gii 0 portate da una malattia nelle quali cessà
,

òrgani inservienti all’ assimilazione. Ma ac- ogni movimento volontario, restando intatti
ciocché un fenomeno dipenda dalla volon- 1 movimenti organici. —
L’ una e 1’ altra spe-
tà, dobbiamo necessariamente averé di esso cie di contrattilitàsono unite alla specie cor-
coscienza ;
e perchè sia esso sottratto al suo rispondente di sensibilità, e ne sono, per Cosà-
impero deve tale coscienza essere nulfo. dire, una conseguenza, per cui le sensazioni
§. V. Delle due epecie di contrattilità degli oggetti esterni chiamano ad azione la
animale ed organica. La contrazione co- — contrattilità animale, e la sensibilità del cuore
stituisce il modo più comune di movimento eccitata dal contatto del sangue determina l’e-
nelle parti organiche ma vi hanno pure del-
; sercizio della sua organica contrattilità. — =>

le parti, le quali si muovono dilatandosi, co- La connessione però nelle due specie di fa-
me sono corpi cavernosi Vii capezzo-
l’iride, i coltà, non è sempre la stessa, potendo la sen-
lo delle mammelle* e simili. E perciò le due sibilità animale esercitarsi isolatamente, sen-
facoltà generali , da cui deriva la mobilità za che la contrattilità analoga entri per ciò ira
1
spontanea sono la contrattilità e l éstendibi- esercizio e, benché siavi tin rapporto gene-
:

lità attiva, che bisogna distinguere dalla pas- rale tra la Sensazione e la locomozione , tale
siva, di cui ora parleremo, e delle quali Luna rapporto però non è diretto e attuale. La con-
appartiene alla vita, l’altra al solo tessuto trattilità organica al contrario non è mai se-
degli organi. Troppo pochi però sono dati i' parata dalla sensibilità della stessa specie e cosi
che esistono sulla natura e modo di movi- la reazione dei condotti escretori è immedia-

mento che risulta dalla prima di queste esten- tamente legata all’azione esercitata su di loro
dibilifà* e troppo piccolo è il numero degli or- dai fluidi separati, e la contrazione del euore
gani che ce la offrono perchè possa meritare i necessariamente succede alla sopraggiunta dei-
nostri riguardi in queste generali considera- sangue. Tutti gli autori perciò non hanno
zioni. Ci occuperemo quindi della sola con- mai isolato queste due cose nelle loro consi-
trattilità, e per quello che riguarda 1’ estendi- derazioni, ed anche nel loro linguaggio irri-
bilità, io rimando il lettore a ciò che fu di tabilità indica nello stesso tempo e la sensa-
essa scrittodai medici di Montpellier. La zione eccitata sull’organo dal contatto di un
mobilitò spontanea, facoltà inerente ai corpi corpo, e la contrazione dell’ organo che rea-
vivi, ci offre come la sensibilità due grandi gisce sii questo corpo medesimo.— La cagio
modificazioni assai differenti fra loro,secondo ne di questa differenza nei rapporti delle du«
che vengono esaminate nei fenomeni dell’tnia specie di sensibilità e di contrattilità è assa
o dell’ altra vita ; distingtfesi cioè una con- semplice ; nella vita organica non trovasi al
trattilità animale ed una organica. L’ una <
— con intermedio nell’esercizio delle due faeoi
essenzialmente assoggettata all’ influenza del- là, lo stesso organo è il punto in cui finisci
la volontà, riconosce il suo principio nel cer- la sensazione, e il principio, da cui parte !
WELLE DUE VITE » t

«contrazione. Nella vita animale, all’opposto, assai inesatte di questi due modi di movimen-
Irò vansi tra queste due azioni delle funzioni to, se fossero considerati come due diverse
medie, quelle cioè dei nervi e del cervello; specie, e come dipendenti da diversi princi-
funzioni, le quali interrotte possono sospen- pi ma F uno non è che F estremo dell altro,

;

dere anche la relazione.


A questa stessa e lutti edue s’incatenano per insensibili gra-
causa si deve pur riferire la seguente osserva- dazioni. Tra la contrattilità oscura, ma rea-
zione ; cioè, che esiste sempre nella vita or- le, necessaria nutrizione delle unghie, dei
alla
ganica una proporzione rigorosa tra la sen- peli, e simili, e quella che ne vien presentata dai
sazione, e la contrazione, mentre, nella vita movimenti delle intestina, dello stomaco, e si-
animale, può una essere esaltata o diminui-
1
mili, s incontrano infinite gradazioni, che
9

ta, senza che l’altra se ne risenta.


servono di transizione dall una all altra: co?
VI. Suddivisione della contrattilità
§. me sono movimenta del darlos, delle arte-
i

organica in due varietà. La contrattilità — rie, di certe parli dell organo


cutaneo, e si-
9

animfile, qualunque sia la parte,


in cui si ma- mili. —
La circolazione, più diluito, può
darci un’idea di questa concatenazione gra-
nifesta, è quasi sempre la
stessa ;
mentre esi-
stono nell organica due
essenziali modifica- duata delle due specie di contrattilità organi-
zioni, che potrebbero sembrare poiché presiede moli del cuore, e delle
ai
indicare in ca,
essa una differente natura, grosse arterie la contrattilità sensibile, la qua-
quantunque la di-
versila non esista che meno apparente, di
nella esterna apparen- le a poco a poco diventa
za
inano in mano, che il diametro del sistema
. e in alti ora essa si manifesta un mo-
in
do apparente, ora, benché finalmente essa è
reale, non può es- vascolare va diminuendo ;

seie nessun modo dalla ispezione conoseiu-


iti
in cui si osserva la
insensibile nei capillari,
*a ' a coni ratlililà
organica sensibile si os- sola tonicità. ( Potrebbesi credere, giusta una
contenuta in questo periodo, suppones-
sei va ne cuore,
nello stomaco, negli intestini, frase
tie a vcsnca, e simili, sul coiso
e si esercita su conside- se che le grosse arterie influiscano
la mass di fluidi animali.
. f
ti ila oiganiea
, La contrai? — del sangue, mediante certa contrazione
ma
attiva
tale
insensibile è quella, in virlù analoga alla contrazione muscolare,
della, quale dire c ve il
condotti escretori reagiscono
j
non è il suo parere solo intese ;
su 1 Rispettivi fluidi,
gli organi secretòri sul sangue continuava a muoversi nelle grosse ai-
sangue che vi perviene, le parti in cui s’ope- terie unicamente sotto la influenza
del cuoi e.
ra la
nutrizione sui loro sughi n u ri tizi i. i t Nota di Magendie.)— È dunque falso, e con-
«tifatici sulle
sostanze che eccitano le loro trario al modo distribuzione seguito dalla
di
estremità aperte, e simili. Quindi considerare, colla massima parie degli
questa se- natura il
eom a specie di contrattilità si manifesta ovun- come una proprietà esclu-
autori, l’irritabil'ilà
que fluidi trovansi in piccole
i
siva dei muscoli, come un carattere distinti-
masse, o assai
c ivisi.
-Si potrebbe dare d’ ambedue un’idea vo «li questi organi, e come una proprietà
assai precisa,
paragonando F una aiF attrazio- che in essi solo risieda. -Occupano, è ver.o, —
ne che rappor-
esercita sui grandi aggregati di ina- i muscoli il primo posto, sotto questo
si
* er «a, 1
to, nella serie dei solidi animali, essi godo-
1
altra all affinità chimica, i di cui fe-
nomeni hanno luogo tra le molecole di diver- no del massimo grado di contrattilità orga-
se sostanze.
Barthez, per far meglio sentire la nica ;
ma ogni organo, che viva, reagisce al
inferenza che le distingue, si serve del para- par di loro, benché in un modo meno appa-
gone di un orologio,
secon- il di cui indice a rente, sullo stimolo che vi si applica artifi- •

di percorre in modo assai manifesto la circon- cialmente, o sul fluido che nello stato natura-
ferenza, mentre quello delle perviene, onde portarvi materiali delle
ore, che pure si le vi i

move, non dà segni. del proprio moto. — La secrezioni, della nutrizione, dell’ esalazione e
contrattilità
presso
organica sensibile corrisponde dfdl’assorbimento. —
Quindi non havvi niente
a poco
a ciò che dicesi irritabilità la di più incerto, quanto la regola comunemente
contrattilità organica insensibile a ciò che adottata, per istabiiire la natura muscolare o
chiamasi tonicità. Ma questi due termini sem- non muscolare di una parte regola dedotta ;

brano supporre ne.'ìe proprietà, che indica- 1


dall osservare, se essa si contragga sotto l’azio-
no, una diversità di natura, mentre tale di- ne degli irritanti naturali o artificiali. — Inten-
versità non esiste che nell’ apparenza ester- diamo così perchè siammetta una tonica car-
na; preferisco perciò d’ impiegare per tulle nosa nelle arterie, benché questa per la pro-
e due il termine comune di contrattilità or- pria organizzazione sia affatto straniera alla
ganica poiché essa indica il loro carattere
, natura «lei muscoli; intendiamo, perchè Fa-
generale, quello cioè di appartenere alla vita terò si considera qual viscere dotato «li fibre
interna, di essere indipendenti dalla volontà; carnee, benché un gran numero di differenze
a?gmngendo poi a questo termine comune lo distingua da queste sostanze, e perchè si
un aggettivo, che esprima F attributo parti- ammetta una tessitura muscolosa nel dartos.
colare a ciascuna. — Si avrebbe in fatti idee nell’ iride, e simili, benché niente appaia di
3a DELLE FOtlZE VITALI
tal natura in queste parli. La facoltà di — ilvomito può accadere senza che lo stomaco
centrarsi sotto V azione degli irritanti è, co- presenti verun indizio di contrazione; 2.° che
me quella di sentire, inegualmente e in diffe- la pressione esercitata iramediatemente sullo

renti gradi distribuita negli organi, i quali stomaco dal diaframma e dai muscoli addo-
ne vanno torniti", noi quindi non concepia- minali, sembra bastare per produrre il vomi-
mo di- una retta idea, allorché la consi-
essa to, allorquando non vi osti 1’ otturamento
u che la
deriamo propria esclusivamente di certe par- della parte inferiore dell’ esofago ;
3.

ti, della fibrina, dei muscoli, per esempio, come contrazione convulsiva del diaframma e dei
qualeh’uno sembra aver pensato. Là sola con- muscoli addominali nel vomito apportato dal
dizione necessaria alle libre, onde godano di tarlrito antimoniato di potassa, e dalle so-
essa, è la vita, e il loro particolare tessuto non stanze vomitive propriamente dette, è il ri-
influisce che sulla somma, che quelle ricevo- sultato dell’ azione diretta di tali sostanze sul
no. Per ciò sembra che a tale tessitura orga- sistema nervoso, ed indipendente dalla im-
nica sia, se posso così esprimermi, distribuita pressione patita dallo stomaco) questi movi- ;

lai dose di contrattilità, e che a tal altra tes- menti però conservano sempre il proprio tipo
situra corrisponda una tal altra dose; di mo- e carattere primitivo; nè mai il cervello ne re-
do che, per servirmi delle espressioni usate gola le scosse irregolari, come nell’incremento
trattando della sensibilità, espressioni impro- di sensibilità organica; riceve le impressioni ,
prie, è vero, ma capaci di rischiarare la mia che prima ad esso non pervenivano. Non mi —
idea, le differenze della contrattilità organi- è possibile il d eòi de re in modo preciso e ri-
ca nelle nostre diverse parli non si riferisce goroso.la quislione intorno a tale differenza
che alla quantità, non già alla natura di tale tra fenomeni della sensibilità e della con-
i

proprietà, secondo che si consideri nei mu- trattilità.


scoli, nei legamenti, nei nervi, nelle ossa, e §. Vili. Estendibilità e contrattilità di
simili. — Che
se nei muscoli si dovesse mani- tessuto. —
Dopo di aver presentate alcune
un particolar modo di contrazione, ciò
festare generali riflessioni intorno alle forze, che so-
dovrebbe essere senza dubbio non già la con- no in modo immediato collegale alla vita, esa-
trattilità organica, ma quella dei muscoli vo- minerò ora le proprietà dipendenti dal solo
lontarii, poiché essi soli, tra tutte le parti che tessuto, e dalla disposizione organica delle fi-
si muovono, godono di movimenti che trovan- bre delle nostre parti, dirò cioè della.'estendi-
si sotto l’influenza del cervello. Ma questa, pro- bililà e contrattilità di tessuto. Queste due —
prietà è estranea al loro tessuto, e non vien proprietà si succedono e s’ incatenano reci-
loro concessa che da quest'organo: perchè procamente, sono cioè fra loro in una mutua
laddove cessa la reciproca loro comunicazio- dipendenza al pari della sensibilità e contrat-
ne mantenuta dai nervi, cessano essi pure di tilità organica ed animale nei fenomeni vitali.
moversi volontariamente.— Dalle cose or ora — 1/ estendibilità di tessuto, ossia la facoltà di
esposte siam condotti ad esaminare i limiti allungarsi e di distendersi olire lo stato ordi-
posti tra T una e V altra specie di contrattili- nario dietro un impulso straniero (ciò chela
1
tà. Abbiamo Veduto, che ciò che. distingue i distingue dall estendibilità dell’iride, dei cor-
due modi di sensibilità non sembra dipende- pi cavernosi, e simili ) appartiene in modo
,

re che dalla maggiore o minore proporzione sensibile a un gran numero di organi. I mu-
di questa forza abbiam detto, che a tal do-
: scoli estensori così acquistano una notdùle
se, questa proprietà è animale, che a tal altra lunghezza nelle forti tensioni delle membra ;
più debole essa è organica che soventi per il : la pelle cede e si presta per inviluppare i tu-
semplice aumento o diminuzione d’intensità mori che la sollevano si distendono le apo-
;

essa veste a vicenda i loro caratteri rispetti- neurosi, se si raccolga sotto di esse qualche
vi; ed un fenomeno pressoché analogo a que- fluido, come si osserva helP idropisia ascite,
sto ci è pure occorso di osservare nelle due nella gravidanza, e simili. Presentano pure un
suddivisioni della contrattilità organica. La — analogo fenomeno le membrane mucose delle
stessa cosa però non avviene nelle due grandi intestina, della vescica, delle vesciche ite, non
divisioni della contrattilità considerala in ge- che le sierose, sotto 1’ accresciuta capacità
nerale, poiché P organica non può mai tras- della loro cavità rispettiva.* Si mostrano su-
formarsi in animale, e qualunque sia il suo scettibili di tale distendimento anche le me. li-
esaltamento, il suo aumento d’energia, essa brane fibrose e le viene pro-
ossa stesse, come
conserva costantemente la stessa natura. Ci vato dai casi d’ idrocefalo, di spina ventosa ,
siano d’esempio lo stomaco e le intestina, le di pedarlrocace, in cui la dura madre,* il pe-
quali acquistano soventi una suscettibilità ta- ricranio, le ossa del cranio nelle prime inala tj
le per la contrazione, che soffrono per il mi- lie, il periostio, 1’ estremità e la parte media
nimo contatto forti irritazioni, e si determi- delle ossa lunghe in queste ultime provano un
nano a violenti movimenti fece Ria gen die ; (
notabile distendimento. 1 reni, il cervello , il
molti esperimenti dai quali concluse i.° Che ;
legalo, la milza, i polmoni, i legamenti arti»
KELL'S DDE VITE Oj9
5
*
icolari, tu organi in una parola ci offro-
Iti gli dipende dalla cessazione di un’estensione con-
no innumer'abili prove <ii questa proprietà tro natura, come nel caso in cui si contrag-
nelle raccolte di pus, di sangue, di siero, e sì- gono il basso ventre dopo il parto o dopo la
mili. la quale è inerente al ìqio tessuto non , puntura nell
1

ascile, il seno, mascellare dopo


«già dipendente dalla vita poiché finché tale ;
l’estirpazione del fungo, il tessuto cellulate
(tessuto rimane intatto, sussiste sempre la me- dopo l’apertura di una raccolta, la tunica va-
desima eslendibilità, anche allorquando già da ginale 'dopo l’operazione dell’idrocele, la pel-
lungo, tempo sikno stati abbandonati dall vi- i le dello scroto dopo la demolizione di un te-
ta. Quindi la decomposizione, la putrefazione sticolo voluminoso che la distendeva, sacchi i

:e lutto ciò che altera il tessuto organico è il aneurismatici dietro l’evacuazione del fluido,
solo termine dell’esercizio di simile proprie- e via dicendo. —
Questo modo di contrattilità
tà, nella quale gli organi sono tutti passivi e è affitto indipendente dalla vita, e non dipen-
1
sottomessi ad un influenza meccanica per la de, come la eslendibilità, che dal tessuto e dal -

parte dei diversi corpi che «agiscono su di lo- la disposizione organica delle parti, hieeve
ro. —Tale estendibililà riconosce una scala di esso però dalle forze vitali un accrescimento
gradazioni nei diversi organi alla parte su- ;
d’ energia, e perciò la retrotrazione di un mu-
periore «Iella quale sono riposti quelli che scolo tagliato dopo la morte è assai minore di
jgodono di maggiore mollezza nella disposizio- quella d’ un muscolo diviso duramela vita, e
ne delle proprie fibre, come muscoli, la cu- s allontanamento dei lembi delia cute tagliata
1’

te, il tessuto cellulare, e simili; all’estremo varia egualmente a seconda di queste due cir-
inferiore si trovano quelle parli caratterizza- costanze. Ma tale contrattilità, benché meno
te «la grande densità, come le ossa, le cartila- pronunciata, sussiste sempre, e ai pari della
gini, i tendini, le unghie, esimili. — Guar- estendibililà, non ha termine che colla disor-
diamoci però dai lasciarci imporre da certe ganizzazione, decomposizione e putrefazione
apparenze intorno alla eslendibilità delle no- delle partitoli già colf annichilamento delle
stre parti, poiché le membrane sierose, per loro forze vitali.*— La maggior parte degli
esempio, suscettibili a prima vista di enorme autori ha confuso i fenomeni di questa con-
distensione, si estendono però meno per se trattilità con quelli delia contra t lili-tà organi-
stesse, che per lo sviluppo delle loro pieghe , ca insensibile, ossia della tonicità ; tali sono
ome ho più volte osservato, e del pari d ri Haller, Blumenbach, Barthez, ed altri, i quali
movimento della etite, la quale abbandona le hanno ripetuto dallo stesso principio tanto il
ip arti vicine per ricoprire certi tumori, po- contrarsi delle pareti addominali distese, l’al-
trebbe farci supporre una eslendibilità mag- lontanamento della cute, o d’ un muscolo di-
giore di quella di cui essa è suscettibile, esi- visò, quanto la contrazione dei dartos per
mili. — Àll’estendibilità di tessuto corrispon- l’azione del freddo, l'increspamento delle
de un modo particolare di còni Tattilità, il di parti per effeflò di certi veleni, delle sostanze
imi carattere può essere esposto col medesimo sìniche astringenti, e simili. I primi di questi
termine o colla medesima espressione, con • fenomeni sono dovuti alla contrattilità per
Tattilità da mancanza di estensione ; e in difetto che non suppone mai
<T estensione,
1
fatti, basta che cessi l’esercizio dell’estendibi- sulla parte b applicazione d’ irritanti, alla in-
ilà in un organo, perchè essa si metta in azio- fluenza dei quali, ed alla tonicità da essi ecci-
ne. —
-
- Nello stato ordinario la maggior parte tata, sono dovuti secondi. Questi due mo-
i —
dei organi è mantenuta in un certo
nostri di di contrazioni non furono da me abbastan-
grado di tensione da cause differenti 3 mu- za fra loro distinti nella mia opera intorno
scoli locomotori lo sono dai loro antagonisti; alle membrane, ma fa d' uopo stabilire tra
muscoli cavi dalla sostanza che in sé conten-
i
essi dei limitievidentemente marcati. So che
dono ; i vasi dai fluidi in essi circolanti ; la otterremo chiaramente dalla seguente appli-
mite una parte da quella della parte vicina;
d’ cazione. Prendiamo un organo, in cui occor-
fé pareti alveolari dai denti che contengono, rano tutte e tre le specie di contrattilità di cui
re simili. Ora cessando queste cause d’agire, ho fin’ora parlato, un muscolo volontario, per
sopraggiunge la contrazione, per cui si accor- esempio, in cui distinguendo con precisione
pia un muscolo tosto che il suo antagonista è queste tre specie, potremo dare una idea chia-
ma gl iato e vuotato un muscolo cavo, esso si
, ra e distinta di esse. Questo muscolo si —
ristringe; così pure se si impedisca che il san- mette in azione, i.° per 1’ influenza dei ner-
r
gue entri nell’arteria, questa si converte in vi ch’esso riceve dal cervello, e questa sarà la
ligamento, e tagliata la cute, i lembi dell’ in- contrattilità animale ; 2 ° per !’ applieazio-
visione si separano, perchè tirati dalla contra- ne d’ uno stimolo chimico o fisico, il quale
zione delle parti vicine, come estirpato un vi determina artificialmente un movimento
chiude, e simili. — In que-
lente, l’alveolo si di totalità analogo a quello che è naturale
Isti casi la contrazione è determinata dalla ces- al cuore, ed agli altri muscoli ùnvolontarii ,
1
«azione dell’ estensione naturale; in altri però e tale contrazione è I organica sensibile o
Encicl. Med. 4.* 5
34 BELLE FORZE «PITALI

irritabilità; 3.° per l’arrivo dei fluidi i e quella di tessuto. — Generalmente parlando
quali penetrano per recar-
in tutte le sue parti queste due ultime trovanti inerenti ad ogni
vi la materia nutritizia e che sviluppa in cia- specie d’ organi, intantochè le due prime non
scuna fibra e in ciascuna molecola un movi- appartengono che ad alcuni in particolare. Si
mento d’oscillazione parziale necessario alla deve dunque ammettere come cara ttere gene-
sua nutrizione, come è necessario alle ghian- rale di tutte le parti viventi la tonicità e con-
dole, ed ai linfatici per la secrezione, per l’as- trattilità organica insensibile ; mentre si con-
sorbimento, e via dicendo; questa contrattilità sidererà la contrattilità di tessuto come attri-
è l’organica insensibilè, ossia la tonicità; \.° buto comune a tutte le parti vive o morte ,
finalmente per la sezione trasversale del suo ma organicamente tessute. ( Perchè inventare
corpo che determina la retrolrazione dei capi un vocabolo nuovo, quando si possedè quello
recisi verso i loro punti d’attacco; questa è la di elasticità che esprime per tutti i corpi in
contrattilità di tessuto, ossia la contrattilità generale organici ed inorganici, codesta ten-
per difetto d’estensione. —
Di tutte queste denza a riprendere la loro forma ed il loro
speciepuò ciascuna isolatamente cessare in un volume consueti, sempre che la causa che li
muscolo così, tagliali i nervi che vi si distri- fece in essimutare cessò di esercitarsi? Nota
;

buiscono, viene distrutta ogni con tra ttililà a- di Magendie. ) —


Anche questa contrattilità
nimale intanto che ancora sussistono' i due
;
però mostra, come P estendibilità, e via di-
modi di contrattilità organica. Impregnato iu cendo, a cui è sempre proporzionata, i suoi
seguito Io stesso muscolo d’ oppio fino al se- gradi diversi e la sua scala d’intensione: i
gno che i suoi vasi
esso penetri ,
esso cesserà muscoli, la cute, il tessuto cellulare, e simili,
del tutto di moversi sotto l’ impressione degli per una parte , i tendini, le aponeurosi, le
irritanti perderà cioè la sua irritabilità; per- ossa per l’altra formano sotto questo rap-
;

sistendo ancora però il movimento tonico de- porto i due estremi. —


Dalle cose fino ora
terminato dalla presenza del sangue. Ucciso esposte in quest’ articolo facilmente si ve~
finalmente 1’ animale, o piuttosto, lasciandolo de, che nella contrattilità di ciascun organo
in vita, legati tutti vasi che si distribuiscono
i devonsi considerare due cose ; cioè la contrat-
al muscolo,|esso perderà anche le sue forze to- tilità ola facoltà e la causa che mette in azio-
niche e non resterà più che la contrattilità di ne questa facoltà. La contrattilità è sempre la
tessuto che cesserà al sopraggiugnere della can- stessa e dipendente dall’ organo cui è ineren-
grena, qual conseguenza dell’ interdetta azio- te, ma la causa la quale ne determina I’ eser-
ne vitale. —
Per quest’esempio si conosceran- cizio, è singolarmente variabile, d’onde nasco-
no facilmente le differenti specie di contrattili- no le diverse specie di contrazioni animali, or-
tà in quegli organi, nei quali esse trovatisi riu- ganiche e per difetlo di estensione per cui:

nite in minor numero di quello che lo siano queste parole dovrebbero piuttosto essere con-
nei muscoli volontari, come nel cuore e nelle giunte a quella di contrazione che ne esprime
intestina, nei quali visceri trovatisi bensì la 1’ azione, di quello che alla parola contrattilità

contrattilità organica sensibile, V organica in- che ne indica il principio soltanto.


sensibile, la contrattilità di tessuto , ma non §. Vili. Riassunto delle proprietà dei
osservasi la contrattilità animale. Parimenti corpi viventi. —
Possiamo presentare il rias-
negli organi bianchi, come sono i tendini, le sunto di quest’articolo intorno alle proprietà
aponeurosi, le ossa, e va parlando, in cui man- dei corpi vivi colla seguente tavola, la quale
cano le contrattilità animale ed organica sen- offre sotto un sol colpo d’ occhio tutte queste
sibile, sussiste tuttavia 1’ organica insensibile proprietà.
DELLE DUE VITE

CLASSI. GENERI. SPECIE. VARIETA-


1
°
I.»
Sensibilità. Animale.

I IL*
\ Organica.
Vitali.


li. LE

Animale.
Contrattilità.
IL» l.a

Manifesta.
Organica»
S
ÌIa
)
II.» l.° . { Latente.

Estendibili!»
Di tessuto.
H.»
Contrattilità,

Non ho nella presente tavola introdotto denti dalie leggi comuni il che vale pure per

i movimenti dell’iride, dei corpi cavernosi, e la produzione del calore.


;


Sotto questo stes-
simili, i quali non sonodeterminali dal-
già so rapporto la forza digestiva di Grimaud ci
l’arrivo del sangue, ma bensì preceduti non ;
presenta un’idea inesatta. L’assimilazione pu-
la dilatazione del cuore, e in una parola quella re delle sostanze eterogenee ai nostri organi
specie d’estendibilità attiva e vitale, di cui sem- non è già effetto di una forza propria, ma è
; brano certe parti suscettibili. E ciò perchè uno dei grandi prodotti della sensibilità e
debbo confessare che, ancorché riconosca la della mobilità-; tali sono ancora la forza for-
; realtà di questa modificazione del movimento mativa di Blumenbach, di situazione fissa di
vitale, non bo però ancora idee chiare e pre- Barthez, e diversi principii ammessi da una
i

i eise intorno
rappòrto che lo unisce alle al-
al folla d’autori, quali a certe funzioni e. a cer-
i

v tre specie di mobilità, nè intorno alle diffe- ti risultati hanno attribuito denominazioni
jnrenze che ne lo distinguano.-—-Emergono dalle che indicano soltanto alcune leggi o proprie-
i esposte proprietà tutte le funzioni e fenome- i tà vitali, e simili. —- propria di cia-
Lia vita
}mi presentati dall’ economia animale ; e alcu- scun organo risulta dalle diverse modifica-
jmo non ve ne ha, il quale non possa in ultima zioni che la sensibilità e mobilità vitali subi-
analisi essere a quelle riferito : non altrimenti scono in ciascuno di essi, le quali modificazio-
i
dei fenomeni fisici, nei quali tutti riscontria- ni si estendono inevitabilmente alla circola-
rao sempre
gli stessi pri nei pii e le stesse cause, zione ed alla temperatura dell' organo. Cia-
j

l’attrazione cioè, l’elasticità, e via dicendo. — scuno in mezzo alla sensibilità, mobilità, tem-
Ovunque trovami le proprietà vitali in atti- peratura e circolazione generale, gode di un
Evita, succede uno sviluppo ed una perdita modo particolare di sentire, di moversi, gode
di calore, proprio dell’ animale e il quale gli di una temperatura indipendente da quella
i stabilisce una temperatura indipendente dal del corpo, di una circolazione capillare, la qua-
mezzo in cui esso vive. La parola caloricità le sottratta all’ impero del cuore non riceve
jnon è atta ad esprimere questo fenomeno, che T influenza dell' azione tonica della parte.
I «effetto generale delle due grandi facoltà vitali Ma abbandoniamo questo punto di fisiologia
jiin esercizio e che in nessun modo deriva danna tante volte discusso e abbastanza studiato da
:
ma. E così non
-speciale facoltà distinta dalla pri altri autori. —
- Io del resto non presento ciò
'Si dice digeribilità respirabilità secrezio -
, ,
che è stato detto intorno alle forze vitali che
nabilità, esalabilità e via dicendo: perchè la
, come una vista sulle modificazioni
diverse
digestione, la respirazione, la secrezione, resa- eh’ esse provano nelle due vite e come idee
si itazioné e simili risultano dalle funzioni dipeli» ancora sconnesse, le quali formeranno tosto»
30 ORIGINE E SVILUPPO
la Ime di un lavoro più esteso, — 'Non hu care, ha per oggetto di avvertirci della presen-
neppure indicato le diverse divisioni delle for- za dei corpi, delle loro qualità Calde o fredde,
te vitali adottate dai vari autori: potrà il let- secche o umide, dure o molli, e simili, ossia de-
tore trovarle nelle loro opere e potrà facil- gli attributi comuni ; ma il percepire le parti-
mente ohe le di
in esse scorgere la differenza colari modificazioni dei corpi è proprietà sola
stingue .da quelle che sono qui presentate. Os- dei sensi, ciascuno dei quali trovasi in rappor-
serverò solamente che se queste divisioni fos- to con una specie di questemodificazioni.— 11
sero state chiare e precise, se le parole sensi- feto ha egli delle sensazioni generali,? Per de-
bilità irritabilità tonicità , e via dicendo ,
, ,
cidere tale questione osserviamo quali siano
avessero a tutti offerto lo stesso significato, le impressioni che possono in esso eccitare il
non troveremrtio negli scritti di Haller, di Le- tatto. fògli è sottomesso ad una abituale tempe-
cat, di Wyth, di Dehaen, di tutti i medici di ratura, nuota in un fluido, urta nuotando con-
Montpellier, e via dicendo, una folla di dispu- tro le pareti dell’utero; e queste tre condizioni
te sterili per la scienza e stucchevoli per quel- stabiliscono tre sorgenti di sensazioni genera-
li che la studiano. li. — Ma osserviamo tosto essere le due prime
quasi nulle, e non aver egli coscienza nè del
ARTICOLO vili. —
dell’ ORIGINE E DELLO mezzo in cui si nutre, nè del calore che lo
SVILUPPO DELLA VITA ANIMALE. . penetra; poiché ogni sensazione suppone un
confronto tra lo stato attuale ed il passato. Il
Se havvi circostanza la quale valga a sta- freddo così non ci riesce sensibile se non per-
bilire un limile di distinzione tra le due vite, chè abbiamo antecedentemente provato un
questa si trova senza dubbio nel modo e nel- maggior grado di calore; sicché se l’atmosfe-
V epoca della loro origine. L’ organica trovasi ra si mantenesse ad un grado costante di tem-
già in attività tin dal primo istante dell’esi- peratura, non distingueremmo punto questo
stenza, mentre l’animale non si mette in eser- grado e per ciò l’ abitante della Laponia go-
:

cizio che dopo la nascita e allorché gli oggetti de uno stato di beu essere sotto un cielo, in
1
esterni offrono udivi duo che circondano dei
all ! cui un negro, trasportatovi subitamente, ver-
mezzi di relazione giacché sarebbe questa
: rebbe sorpreso da dolore e morte. Per questo
vita condannata ad una necessaria inazione per pure le sensazioni di cablo o di freddo sono
mancanza degli stimoli esterni , siccome ver- più vive nel tempo degli equinozj che del sol-
rebbe estinta la vita organica senza fluidi del- i stizio, perchè le variazioni allora ili maggior
1’ economia che sono di essa gli interni eccita- numero fanno nascere dei confronti più fre-
tori, — Ma lutto ciò abbisogna di più profon- quenti tra ciò che sentiamo, e ciò che abbia-
da discussione. Osserveremo adunque dappri- mo antecedentemente sentito. — Ciò che di-
ma come la vita animale nulla sul principio, cesi del calore atmosferico vale pure per le a-
nasca in seguito e si sviluppi. cque cui influenza non è dal
dell’ amnios', la
§. 1. Il primo ordine delie funzioni spet- feto risentita, essendogli fin ora sconosciuto il
tanti alla vita animale è nullo presso il feto. contatto di un altro mezzo. In fatti, perchè mai
~r- L’istante in cui può dirsi cjae il feto viva è ci il bagno, men*
riesce insensibile l’aria avanti
quello appunto in cui esso è concepito tale e- ;
tre sortendo da esso 1’ impressione da quella
sistenza però che va quotidianamente estenden- prodotta diventa dolorosa e molesta? ci affetta
do la propria sfera, differisce d’assai da quella, malamente, solo perchè la sua azione sull’ or-
di cui egli godrà dopo
veduto
— Fu da alcuni paragonato questo luce. d’ aver la gano cutaneo è stata interrotta. —
Potrebbe a
stato del fe- prima sembrare essere l’urto delle pareti
vista
to ad un sonno profondo; ma
paragone rie- tal dell’utero una causa d’ eccitamento più reale,
sce assai improprio, poiché nel sonno la vita delle acque dell’ amnios e del calore e ciò
;

animale non è che in parte sospesa; mentre nel perchè, non essendo il feto assoggettato a que-
feto è intieramente annichilila, o piuttosto non sta impressione che ad intervalli, la sensazio-
ha ancor cominciata. Abbiamo in falli veduto ne che ne segue, deve essere più viva. Ma
consistere essa nel simultaneo o distinto eser- dobbiamo qui pure osservare che non essen-
cizio delle funzioni del polmone, dei nervi, del do la densità dell*’ utero, soprattutto durante
cervello, degli organi locomo tori e vocali, i (pia- la gravidanza, maggiore di quella delle acque,
li tutti sono allora inattivi.
Ogni sensazione — P impressione deve essere minore. In fatti,
•suppone e l’azione dei corpi esterni sul nostro, quanto più corpi sono per la loro consisten-
i

eia pei cezione di quest azione, la quale succe- za analoghi al mezzo in cui viviamo, tanto
de in grazia della sensibilità cl\e deve qui di- minore riesce la loro azione sopra di noi. L’a-
K i», icis m lue sorta, o piuttosto trasmette in cqua, la quale ridotta in vapori nella nebbia
due specie d’ azioni, V una generale, parziale ordinaria non affetta che leggermente il tatto,
‘ altra. - L in fatti la facoltà di percepire le di mano in inailo che si condensa nell’ atmo-
impressioni generali considerata in esercizio co- sfera e allontana dalla densità dell’aria, di-
si
stituisce il tatto, il quale assai distinto dal
toc- venta causa di una più viva impressione.
DELLA VITA AJUluALt.

L’ aria adunque per l'animate che respira è il st’espressione, già quattro porte chiuse nel fe-
vero termine di confronto generale a cui egli to alle sensazioni particolari e che a lui non si
riferisce senza ingannarsi ogni sensazione di apriranno per la di loro trasmissione se non
tatto cosicché se immergiamo una mano nel
;
dopo la Ma dobbiamo osservare ,
nascita.
gas acido carbonico, il latto non c’ insegna a che la azione di questi sensi porta
nullità d’
distinguerlo dall’aria, perchè la loro densità è con sé quasi inevitabilmente anche quella del
press’ a poco la stessa. — La vivacità delle tatto propriamente detto. Questo senso in—
sensazioni è in ragione diretta della differenza fatti è specialmente destinato a confermare le ->•

della densità dell' aria con quella dei corpi nozioni acquistate per mezzo degli altri, ed
fatti ometto di sensazione. Nello stesso modo anche a rettificarle, essendo questi soventi ori-
r5 , ,

la misura delle sensazioni del telo consister gine di illusioni, mentre quello lo è sempre di
deve nel soprappiù di densità dell’utero iu verità. Perciò la natura attribuendogli que-
1
confronto di quella delle acque; ma non es- st ufficio, lo sottomise direttamente alle vo-

sendo la differenza di molto rilevante, devo- lontà, intanto che la luce, gli odori, suoni i
,

no le sensazioni essere ottuse. Per questa stes- anche ad onta nostra, colpiscono loro orga- i

sa causa ciò che a noi sembra di una grande ni rispettivi. 11 suo —esercizio è preceduto
densità, deve produrre un’ impressione assai ed anche determinato da quello degli altri e ;

meno viva sui pesci, a cagióne della densità quindi non possiamo concepire come avrebbe
maggiore del mezzo in cui vivono. Que- — -
luogo il tatto presso un uomo, supposto ch’e-
st’ asserzione relativa a! feto, diverrà più ge- gli nasca privo della vista, dell’odorato, del

no
1
nerale coll aggiunta della seguente
o osserva- gusto. —
Il feto
• rassomiglia a quest uomo 1
:

zione, la quale consiste nel vedere che le mem- egu può esercitare il tatto colle sue mani già
brane mucose, sede de! tatto interno, come la assai sviluppate; ma
chiuso nell’utero, non
cute lo è dell esterno, noti hanno ancora iti
1
trova corpo su cui possa esercitarlo. E perciò
lui cominciato 1’ esercizio delie proprie fun- esso è in una costante nullità d’azione, poiché
zioni. Queste membrane trovami continua- niente il feto vedendo, nè sentendo, nè gu-
mente dopo la contatto coi corpi
nascita in stando, non è neppure indotto al toccare; e le
stranieri al nostro, nei quali esse trovano cau- membra sono per esso lui quello che sono per
se molteplici d’irritazione che rinnovate con- 1’ albero suoi rami,
i quali non gli riferisco-
i

tinuamente diventano stimoli più potenti per no le impressioni dei corpi eh’ essi toccano o
gli organi: presso il 'feto però non havvi al- a cui si intrecciano. —— Osserverò di passag-
cuna successione di tali cause, essendo sempre gio che una grande differenza fra il latto e il
urina, lo stesso muco, lo stesso
la stessa me- toccare, all re volte confusi dei fisiologi, consi-
conio che esercitano la loro azione sulla ve- ste in ciò che le impressioni di questo sono
scica, sulla membrana pituitaria, sulle intesti- sempre dirette dalla volontà, mentre quelle
na, e via dicendo. — Da tutto questo possia- dell’ altro che ci dà le sensazioni generali di
mo quindi conchiudere, essere le sensazioni callo, di freddo, di secco, d’umido, e via di-
generali del feto pressoché nulle o assai debo- cendo sono costantemente fuori della sua
,

li, benché sia egli circondato dalla massima influenza. —


Possiamo adunque stabilire' in
parte di quelle cause che dovranno in seguito generale, essere ancor nulla nel feto quella
procurargliele. Le sensazioni particolari non porzione di vita animale che costituisce le sen-
sono presso di lui più attive ma ciò dipende ;
sazioni. —
Tale nullità d’ azione nei sensi, ne
propriamente dalla mancanza degli stimoli ec- suppone pure nei nervi diramantisi ad essi,
citatori. —
E supposto ancora che la luce, gli non che nel cervello, da cui questi partono,
odori, e simili, potessero su di esso agire, la lo- ed essendo funzione degli uni il trasmettere,
ro azione sarebbe ancora nulla, perchè l’oc- dell’ailro il percepire, questi due atti non pos-
chio chiuso dalla membrana pupillare, o le na- sono aver luogo senza oggetti di trasmissione
rici appena delineate non sarebbero ancora e- di percezione. —
Dalla percezióne dipendo-
capaci dì riceverne 1’ impressione siccome la ;
no immediatamente la memoria e l’ immagi-
o
lingua la quale è applicata al palato, non può nazione; dall’insieme di queste tre facoltà pro-
venire in contatto di alcun corpo che possa cede il giudizio e da questo la volontà. Tu! - —
produrvi un sentimento di sapore e ancor- ;
ta questa serie di facoltà', le quali si succedo-
ché essa fosse in contatto colle acque dell’àm- no Duna all’ altra e s’incatenano reciproca-
nios, l’effetto sarebbe nullo, perchè, come già mente, non può nel feto aver ancora avuto
abbiara detto, bavvi sempre nullità di sensa- principio, perciò appunto difesso non ha an-
zione laddove manca la varietà d’ impressio- cora avuto sensazioni. 11 cervello quindi tro-
ne. La nostra saliva per ciò insipida per noi, vasi nell’ aspettazione d’, azione, poiché esso è
riescirà sapida per unAnche l’udito non
altro. fornito di tutto ci’ò che è necessario per agire:
è risvegliato da alcun suono tutto quindi è Ite manca ad solo l’ecci-
esso l’eccitabilità, ma
pel piccolo individuo in istato
;

di* placida tamento. —


Risulta da ciò che tutta la prima
quiete, — Ecco adunque, se mi è lecita que- divisione della vita animale, quella cioè, che
/

38 ORIGINE E SVILUPPO
si riferisce all’azione dei corpi esterni sul no- — Tutti i fenomeni di questa vita sì succedo-
stro, è appena abbozzata nel feto ; vedremo no allora, come vedremo, con una estrema ra-
ora se avviene ancora della seconda
lo stesso movimenti diversi s’incatena-
pidità; e mille
divisione, ossia di quella che è relativa alla rea- no continuamente negli organi circolatola e
zione del nostro corpo sugli altri.
; così che tutto
nutritivi trovasi in una ener-r
§.11. Esìste nel feto la locomozione ma gica azione. Questa attività della vita organi-

,

essa appartiene alla cita organica Dal .


ca suppone delle frequenti influenze esercita-
vedere la stretta connessione che. passa negli te dagli organi interni sul cervello, e in con-
animali tra le sensazioni e tutte le funzioni ohe seguenza numerose reazioni da esso traman-
ne dipendono da una parte, tra la locomozione date ai muscoli, quali movono
i si in tal caso
e la voce dall’altra, siamo portati a credere, es-
sere costantemente le une in diretta relazione
simpaticamente. — In questo periodo della vi-
ta è il cervello tanto più susoetlibiie di rice-
colle altre, e ad ammettere che il moto volonta- vere impressioni da tali influenze, in quan-
le
rio cresca, diminuisca sempre, secondo che il to che desso è assai più sviluppato in propor-
sentimento verso ciò che circonda l’tmimale, è zione degli altri organi, e trovasi in uno stato
o maggiore o minore e tutto ciò siamo obbli-
:

gati ad ammettere, poiché, essendo il sentimen-


passivo dal lato delle sensazioni. Intendia- —
mo ora adunque di qual natura siano i movi-
to la fonte la quale fornisce materiali della menti del feto
i
;
essi cioè appartengono alla
volontà, nè essa nè i movimenti che ne dipen- stessa cui spettano molli movimenti
classe
dono, potranno riscontrarsi là dove il senti- dell’adulto non per anco a sufficienza distin-
mento manchi. Passando così da induzione ad ti ; assomigliano a quei moti prodotti dalle
induzione, potremmo facilmente provare, do- passioni, o a quelli dell’ uomo che dorine, iì
ver essere nel feto inattivi muscoli volontari
i
quale si muove con più o meno di forza, an*-
e non esistere per conseguenza presso lui al-
covchè nessun sogno venga ad agitare il suo
cuna specie di movimento nel tronco e nelle
cervello. Così , per esempio, vediamo assai
membra-, —
Ma il feto ciò non ostante si muo- spesso effettuarsi durante il sonno violen-
ve nell’ utero ; e ben soventi si hanno per ri-
ti moti prodotti dalla difficile digestione nel ;
sultato di movimento delle scosse assai
tal
qual caso lo stomaco, trovandosi in una viva
forti e sensibili. Che se egli non dà voce, non
azione, agisce sul cervello, dal quale vengono
dipende già questo dallo stato passivo dei mu-
ma dalla deficienza deljnez-
scoli della laringe,
i muscoli locomotori chiamati ad azione. —
E, riguardo a questi fenòmeni, dobbiamo di-
zo necessario a questa funzione. Spiegheremo
stinguere nel sonno due specie di locomozione,
ora adunque come si possa combinare P iner-
di cui 1’ una, per così dire, volontaria prodot-
zia della prima parie della vita animale colla ta dai sogni è un effetto della vita animale; l’al-
attività della seconda. — I muscoli locomoto- tra, dipendente dalla influenza degli organi in-
ri,quelli cioè degli arti, del tronco, in una pa-
terni, ha il suo principio nella vita organica di
rola quelli tutti diversi dal cuore, dallo sto-
cui forma parte, alla quale ulti ma specie appar-
maco, e via dicendo, sono, come abbiamo ve-
tiene precisamente quella che ha luogo nel feto.
duto parlando delle passioni, tratti in azione
in due maniere, cioè dalla volontà e dalle sim-
— Potrei trovare molti altri esempi di movi-
menti involontarii e in conseguenza organici
patie. — Quest’ ultimo modo d’azione ha luo- eseguiti nell’adulto dai muscoli volontari!, ed
go quando il cervello eccitato dalla af-
allora
atti perciò ad offrirei un’ idea di quelli ese-
fezione diun organo interno determina nei guiti dal feto ;
ma possono i già addotti esse-
muscoli locomotori movimenti involontari
; Osserveremo solamente che
re sufficienti. i
cosicché se una passione dirige sua in- la movimenti organici, non altrimenti che le af-
fluenza sul fegato, il cervello eccitato simpati-
fezioni simpatiche del cervello, dispongono
camente chiama ad azione i muscoli volontari, poco a poco quest’ organo e i muscoli, l’uno
ma il principio di questi ino vimenti esiste nel alla percezione delle sensazioni, gli altri ai mo-
fegato, per cui essi sono da ascriversi alla clas-
vi meni della vita animale, che sono per comin-
!

se di quelli appartenenti alla vita organica


; ciare dopo la nascita sul qual punto crederei
;
sicché questi muscoli, sebbene sieno sempre
opportuno il consultare le giudiziose memorie
messi in azione dal cervello, possono con tutto
ciò appartenere vicendevolmente
di Cabanis. —
Da tutto ciò che abbiamo in
all' una ed quest’ articolo esposto, possiamo senza dubbio
all altra vita. — Da
questo riesce facile il con- d’errore conchiudere, essere tulle le azioni che
cepire genere di locomozione del feto, la
il
si esercitano durante quest’epoca della vita,
quale non forma presso di lui, come nell’adul-
strettamente dipendenti dalla sola vita organi-
to, parte della vita animale e il suo esercizio
; ca, e mancare nel feto la vita animale. Diremo
non suppone una volontà preesistente diret- perciò, clie il feto non offre ne’-suoi fenomeni
trice e regolatrice 1
de suoi atti ; ma procede niente di quello che caratterizza l’animale; che
da effètti puramente simpatici e che ricono- la sua esistenza per nulla differisce da quella
scono la propria origine nella vita organica. del vegetale; e che la diluì distruzione non ns-
DELLA MIA ANIMALE 39
guarda se non se quella di un essere vivente, ne, quanta si osserva nel restante della loro
non già quella di un essere animato. Per ciò attività. — Gli organi della vita esterna , al
non cadrà più alcun dubbio sulla decisione contrario , hanno bisogno di una specie di
dell’ ostetrico posto nel bivio crudele di do- educazione, non giungendo che a poco a poco
ver sacrificare il felo o di dover esporre la a quel grado di perfezione, il quale appare in

madre ad una morte quasi certa. • Il delitto seguito nelle loro azioni. Questa importan-
di dover distruggere un suo simile è assai più te differenza merita di essere più attentamen-
relativo alla vita animale, di quello lo sia alla te esaminata e pel’ ciò comincieremo dal con-
vita organica. Noi sentiamo compassione e siderare la vita animale. —
-Scorriamo le di-
proviamo rammarico, non già per Tessere verse funzioni di questa vita, la quale al mo-
che appena respira, si nutre, digerisce, e il mento della nascita sorge dal nulla in cui tro-
quale è sede soltanto della circolazione delle vavasi immersa, e vedremo nel di lei sviluppo
secrezioni, e simili ; ma
per quello, il quale un lento graduato progresso vedremo che i :

riflette, vuole, eseguisce delle volontarie azio- suoi organi non giungono al proprio perfetto
ni e la cui morte è circondala dalle terribi- esercizio se non se insensibilmente e dietro
li immagini, sotto le quali viene al nostro spi- una vera educazione.—-Le sensazioni sul prin-
rito dipinto T omicidio. Per ciò s’ infievolisce cipio confuse, non eccitano nel bambino che
in noi il sentimento doloroso eccitato dalla immagini generali ; la vista quindi non ha
vista della distruzione di un essere vivo, di che il sentimento della luce, l’udito quello
mano in mano che nella serie degli animali del suono, il gusto se non quello del sa-
decrescono le funzioni intellettuali ;
esso fi- pore, T olfato quello dell’odore, e in que-
nalmente divieti nullo quando arriviamo ai ste generali affezioni egli non prova ancor
vegetali, dotati soltanto di vita organica. — nulla di distinto. Ma T abitudine rende ottuse
Se il colpo di un assassino, il quale mette fine queste prime impressioni, e succedono allora
alla vita di un uomo, non distruggesse in esso delle sensazioni particolari per cui vengono ;

che questa vita, lasciando sussistere l’altra, e dapprima percepite le generali differenze dei
di nulla alterasse le facoltà che stabiliscono colori, dei suoni, degli odori,, dei sapori, indi
le nostre relazioni cogli esseri esteriori, que- le differenze secondarie, finché dopo un certo
sto colpo verrebbe osservato con animo indif- tempo il bambino impara, mediante T eserci-
ferente, e non produrrebbe nè la pietà verso zio, a vedere, a sentire, a gustare, a toccare —
quello che ne è la vittima, nè T orrore verso Non altrimenti avviene nell’uomo il quale
quello che ne fu P artefice. — Per ciò nasce lo sorga da una profonda oscurità in cui trova-
spavento da una ferita, dalla quale sgorghi vasi già da gran tempo immerso ; egli è sul
molto sangue, non già perchè dessa arresti la principio colpito dalla luce soltanto, e non
circolazione, ma perchè il deliquio, che ne è giunge che a grado a grado a distinguere gli
una pronta conseguebza, rompe tosto tutti i oggetti dai quali è riflessa simile a quello ,
;

legami, i quali attaccano la nostra esistenza a avanti cui presentasi per la prima volta, come
tutto ciò che ci circonda e che trovasi fuori già accennammo, il magico spettacolo dei no-
di noi. stri balli, il quale altro non percepisce al pri-
§. III. Sviluppo della vita animale edu- mo colpo d’ occhio se non se un lutto che lo

;

cazione dei suoi organi. Appena esce il sorprende e non giunge che gradatamente ad
bambino dal seno materno, che il suo mo- isolare piaceri procuratigli nello stesso tem-
i

do di vivère si cambia e comincia per esso po dalla danza, dalla musica, dalle decorazio-
lui una nuova esistenza. Mentre in fatti la vita ni, e simili. —- Nè diversamente succede per
organica, a cui si aggiungono nuove funzio- l’educazione del cervello; poiché tutti gli
ni, diventa allora più complicata e moltiplica atti dipendenti dalla sua azione acquistano
perciò i proprii risultali, la vita animale en- lentamente il grado di precisione a cui sono
tra pure in esercizio e stabilisce tra il piccolo destinati percezione, così, la memoria
: la ,

individuo e corpi vicini dei rapporti fin al-


i l’immaginazione, facoltà precedute e deter-
lora sconosciuti, sicché tutto veste per esso un minate sempre dalle sensazioni, crescono e si
nuovo modo di esistere. Ma in questa rimar- estendono di mano in mano che il loro eser-
chevole epoca delle due vite, nella quale Tuna cizio viene da nuovi stimoli determinato. Il
si accresce quasi del doppio e T altra prende giudizio finalmente che riconosce una. triplice
cominciamento, acquistano ambedue un ca- base in queste facoltà, associa dapprima irre-
rattere distinto, non seguendo Tauraento del- golarmente delle nozioni per sè stesse già ir-
la prima le stesse leggi osservate per lo svi- regolari ma acquista in seguito maggior
;

luppo della seconda; perciocché, come vedre- chiarezza ne' suoi atti, e fassi in fine rigoroso
mo tra breve, gli organi della vita interna sono e preciso.- —
Gli stessi fenòmeni sono pure
portati ad un tratto alla, loro perfezione, ed presentati dalla voce e dalla locomozione i :

eseguiscono nel punto in cui sono posti in gridi dei giovani animali danno sul principio
esercizio le funzioni loro con tanta precisio- dei suoni informi quali non portano con sè
i
4
° ORIGINE h SVILUPPO

ancora alcun carattere; ina sono a poco a po- perfezionata dal frequente esercizio, 1 orec-
co dall’età modificati, e dietro frequenti ri- chio del musico, il palato del cuoco, il cer-
petuti esercizi! offrono quelle consonanze vello del filosofo, i muscoli del danzatore, la
proprie di ciascuna specie, dalle quftli gli in- laringe del cantore, e simili. —
E perciò si
dividui della specie medesima non sono mai potrebbero, sotto tale rapporto, dividere le
ingannati, all’epoca specialmente degli amo- occupazioni dell’ uomo in tre specie. La pri-
ri. Niente dico della loquela-, essendo questa ma comprenderebbe quelle che esercitano l’a-
anche troppo evidentemente il frutto della zione specialmente dei sensi quali sono la :

educazione. —
-Osserviamo ora l’animale neo- pittura, la musica, la scultura, l’arte del pro-
1
nato ne suoi molteplici movimenti, nei quali fumiere, del cuciniere e tutte quelle, iu una
i muscoli tutti sono in continua azione sic- parola, che allertano la vista, T udito, e via di-
;

come tutto gli riesce nuovo, così tutto lo ec- cendo. Alla seconda si dovrebbero riferire
cita e lo fa muovere; egli vuol toccar tutto, quelle occupazioni, le quali esercitano più
ma la sua progressione e la medesima sta- particolarmente il cervello, come sono poe- la

zione non è ancora bene stabilita anche in , sia, che appartiene alla immaginazione , le
mezzo alle numerose contrazioni d'egli organi scienze di nomenclatura, le quali costituisco-
muscolari locomotori. Fa d’uopo che l’abitu- no la principal molla della memoria, e le
dine lo ammaestri a combinare tal contrazio- scienze sublimi, che più di tutte apparten-
ne a tal’altra, onde possa eseguire un tal mo- gano in modo speciale al giudizio. La ter-
vimento, o prendere Trina o l’altra delle pro- za classe verrebbe tutte quelle
composta da
prie posizioni; egli quindi vacilla, ondeggia le quali mettono in eserciziomuscoli loco- i

e cade ad ogni istante. —


Lo stesso feto uma-
- motori, come la danza, 1’ equitazione, le arti
no appena nato trovasi per molle cause inca- meccaniche, e simili. —
Ciascuna occupazione
pace alla stazione e specialmente per la in- dell’ uomo adunque mette quasi sempre in
clinazione del bacino, la disposizione dei fe- attività permanente un organo particolare;
mori ,
per la mancanza
di curvatura nella ora siccome l’abitudine d’agire perfeziona
colonna vertebrale, al che dobbiamo anco- T azione, T udito del musico e la vista
così
ra aggiungere la mancanza d’esercizio. Ad del pittore sente in un’ armonia e distingue
ognuno è noto , che un membro lasciato in un quadro ciò che sfugge al volgare. So-
Sungo tempo in quiete perde T abitudine venti pure avviene che questa perfezione di
di moversi e che ha d’uopo , allorché vo- azione è accompagnata da un eccesso di nu-
gliano di esso servirci, di una specie di educa- trizione dell’ organo più esercitato, come si
zione, la quale ammaestri muscoli alla pre-
i osserva nei muscoli delle braccia del panat-
cisione dei movimenti -eseguiti da principio t Are, in quelli degli arti inferiori del balleri-
con irregolarità.. L’ uomo, così che per lunga no, e in quelli della faccia degli istrioni, e via
pezza si fosse condannato al silenzio, prove- dicendo. —
Ho detto in secondo luogo, che la
rebbe certamente la stessa difficoltà allor- società ristringe la sfera di azione di molti
ché tentasse di romperlo. —
Conchiudia-
mo quindi da queste diverse considerazioni
organi esterni. Per la stessa causa in fatti, per
la quale viene nelle nostre abitudini sociali
che noi siamo nella necessità di dover impa- più esercitalo un organo, restano più inattivi
rare a vivere fuori di noi, che la vita esterna gli altri, i quali sembrano perdere in attitu-
sì perfeziona quotidianamente, e che dessa ha dine ciò che il primo acquista. L’ osservazio-
bisogno di una specie di scuola, della quale si ne della società prova questa verità ad ogni
è la natura preso carico per la vita interna. istante. — Osservia ino- T uomo di lettere, il
§. IV. Influenza della società sulV edu- quale nelle sue meditazioni astratte esercita
cazione degli organi della vita animale — continuamente i suoi sensi interni e il quale
La società esercita senza dubbio una notabile passando la sua vita nel silenzio del gabinetto
influenza su questa specie di educazione degli condanna gli esterni e gli organi locomotori
organi delia vita animale essa estende ia sfe-
; all’ inazione ; egli ci muove le risa colla sua
ra di azione degli uni, ristringe quella degli imperizia e con quegli atteggiamenti che non
altri, modifica quella di tutti. —
Dico primie- gli son proprii, ove intraprenda per azzardo
ramente che la società dà, quasi costantemen- un qualche esercizio di corpo e in tal modo ;

te, a certi organi esterni una perfezione, la mentre siamo sorpresi dai suoi sublimi con-
quale non è loro naturale e per la quale essi cetti, ci prendiamo spasso della torpidezza dei
vengono distinti dagli altri, dale in fatti è la suoi movimenti. —
Osserviamo al contrario
natura delle nostre occupazioni nei nostri usi Taglie ballerino, il quale sembra coi leggeri
attuali, che quella alla quale ci abbandoniamo suoi passi rappresentarci tutto ciò che di se-
abitualmente esercita quasi sempre uno degli ducente offrono nella favola alla nostra imma-
organi a preferenza degli altri. Quindi, oltre ginazione il riso e le grazie, crederemmo a
l’educazione generale della vita esterna, rice- prima giunta essere questa felice armonia di
veranno pure un’ educazione particolare e movimento T effetto di profonde meditazioni,
Della vita animale 4 1

troveremo l’uomo
sua con versiamo seco lui e 1’aquila che gode di vista acutissima ha 1 o- ’

meno sorprendente sotto un apparenza di 1


dorato assai ottuso, e il cane, il quale si distin-
tanta lusinga. — Consimili osservazioni occor- gue per la finezza di quest’ultimo senso possie-
reranno in ogni istante ad uno spirito osser- de la prima ad un grado di gran lunga mino-
vatore ohe analizzi l’uorao in società ; trovia- re ;
in tal modo predomina 1’ udito nelle ci-
mo in tatti non coincidere mai la perfezione vette, nelle lepri e simili, il tatto nei pipistrel-
di azione degli organi locomotori con quella li, l’azione del cervello nelle sdraie, la fprza
del cervello e dei sensi, ed è cosa assai rara e di locomozione nei carnivori, e via dicendo.
diffìcile I’ osservare che mentre gli uni sono — Ha dunque ciascuna specie una .divisione
resi perfettamente abili alle proprie, funzioni, della propria animale che sopravanza
vita
siano gli altri del pari capaci alle loro. 1’ altra in perfezione: sicché nessuna se. ne ri-

§. V. Leggi dell' educazione- degli or-


' scontra in cui un organo non sembri aver
,

gani della cita animale .- Hisulta chiaro — acquistato un grado di perfezione a spese di
adunque, essere la società capace d’ invertere quella degli altri.—-L’uomo, latta astrazione di
in parie 1’ ordine naturale dell’ educazione ogni altra considerazione, gode in generale del-
della vita animala, e distribuire essa irrego- l’udito assai più sviluppato di ogni altro senso,
larmente a’ suoi diversi organi una perfezio- ancorché ciò non, sia nel di lui stato naturale ;
ne della quale altrimenti godfebbero in una del che è causa la loquela, la quale esercitan-
proporzione più uniforme, benché sempre do continuamente questo senso forma per es-

ineguale. - A questa vita è stata in genere so una causa permanente d’ attivila e per ciò
compartita una determinata somma di forze, di perfezione. —
Nè una tal legge è rimarca-
e siccome questa deve restar sempre la stessa bile nella vita animale soltanto, mentre vi è
tanto che la sua distribuzione sia latta equabil- ne’ suoi fenomeni assoggettata quasi costai) te-
mente o con irregolarità, così attività di un fi mente anche la vita organica. Osserviam quin-
organo suppone necessariamente l’inazione de- di che l’affezione d’nn rene attiva del doppio
gli
mente
altri. — Questa veritàconduce natural- ci la secrezione dell’altro; che distrutta porzione
principio seguente fondamentale dt-l-
al di una parotide nel trattamento delle fistole
Teducazibne sociale, cioè che l’uomo non deve salivali, ne segue tosto una maggiore energia
mai applicarsi a molti studi nello stesso tempo, d’ azione dell'' altra, la quale sola adempie al-
se egli brama in ciascuno di essi
on’ottima riu- le funzioni di ambedue. —
Se consideriamo ì
scita. dale massima fu già molte volte dal fenomeni che seguono la digestione, vedremo
filosofi ripetuta, ma io credo che assai più che ciascun sistema è successivamente la sede
delle ragioni morali, su cui fu essa appoggia- d’ un esaltameuto di- forze vitali, le quali ab-
ta, valga questa bella osservazione fisiologica bandonano gli altri nella medesima propor-
che la dimostra all’evidenza certo essendo , zione. Tosto dopo l’ introduzione degli la-
che, onde aumentare la forza di un organo è menti nello stomaco s’ aumenta
1’
,
azione
d’uopo djminuire quella degli altri, per cui dei visceri gastrici e le forze che si con-
,

non credo inutile il fermarmi su questa os- centrano all’ epigastrio, abbandonano gli or-
servazione, onde meglio stabilirla con un suf- gani della vita interna. Dal che nasce, come
ficiente numero di fatti. ,
— Osserveremo dun- fu da diversi autori osservato, la debolezza dei
que, che udito e soprattutto
1’
acqui- il tatto sensi a ricevere le impressioni esterne, la ten-
stano nel cieco una perfezione tale, che po- denza al sonno, la facilità dei tegumenti al
rrebbe sembrarci favolosa, se l’osservazione raffreddamento, e va discorrendo. -— Termi-
di ogni giorno -non ne confermasse la realtà, nala la digestione gastrica, succede la vascola-
li sordo e i! mulo del pari godono rii tale pre- re; poiché il chilo passa nel sistema circolato-
cisione nella vista, che affai to estranea riesce rio per ivi subire )' influenza di questo siste-
a quelli, in cui lutti i sensisono assai svilup- ma e di quello della respirazione: ambidue al-
pati. Anche nell’ estasi avviene che, per l’abi- lora diventano un centro d’azione più ener-
tudine presa di stabilire rapporti assai deboli gica a dirigono le forze; e così si rialza
cui si

ira corpi esterni ed- fi sensi, questi si ren-


i il fiolso, si accelerano movimenti del petto,
i

dono deboli, intanto che il cervèllo acquista e via dicendo. —


-11. sistema ghiandolare in se-
fai forza di contemplazione che tutto sembra, guito, indi il nutritivo acquistano una nota-
durante essa, dormire nella vita animale, que- bile superiorità nello stato delle forze vitali ;

sto viscere eccettuato/ Ma non abbiamo finché per ultimo dopo che queste si sono in
bisogno di trarre da falli straordinari una leg- tal modo spiegate su tutti, ritornano agli or-
ge, la di applicazione ci viene ad ogni
cui gani della vita animale. ipt endono per que-
momento presentata dagli animali nello stato sto i sensi allora la propria attività, le funzio-
di salale. Se consideriamo nella serie di ni cerebrali loro energia,
la muscoli fi loro- i

questi la perfezione relativa di ciascun orga- vigore, e va discorrendo. L ciò è tanto vero,
no, scorgeremo sempre essere 1’ uno superio- che ognuno è in grado di convincersi intorno
re, quando gli altri sono meno perfetti. Cosi alla realtà dell’esposto riflettendo soltanto a
£ ncicl . Med. 6
42 ORIGINE E SVILUPPO

quello eh' egli medesimo prova dietro un pa- entro un cerchio più limitato, potremmo più
sto appena abbondante. — Tutte le I inazioni rap- facilmente divenire eccellenti in molte parti
presentano in questo caso una specie di di cer- ma anche in questo caso il segreto di renderci
chio, di cui una metà appartiene alla vita orga- superiori in una, è di essere mediocre nelle al-
nica, 1’ altra alla vita animale. Sembra quindi tre. —
Prendiamo per esempio le scienze, le
che le forze vitali trascorrano successivamente quali mettono in azione le funzioni del cer-
vello. Abbiam già veduto che tali funzioni si
1

tali due metà, e che trovandosi esse nell una, .

I
1
altra resti meno attiva; quasi nell'egual mo- riferiscono specialmente alla memoria, la qua-
do, con cui tutto sembra alternativamente lan- le presiede alla nomenclatura alla immagi- :

guire c rianimarsi nelle due porzioni del globo nazione, la quale ha sotto il suo impero la
1

a misura che il sole loro accordi o ricusi i*suoi poesia all attenzióne, la quale si esercita spe-
:

benefìci raggi. —
Che se ‘desideriamo ulterio- cialmente ligi calcoli al giudizio, if cui do-
;

ri prove per meglio stabilire questa inegua- minio abbraccia la scienza del ragionare ma ;

glianza di distribuzione nelle forze, basta esa- di tutte queste diverse facoltà ed operazioni
minare la nutrizione che sempre si mostra più avvien pure che P una non si sviluppi, o non
attiva in un organo, il quale goda di vita più si estenda che a spese delle altre. Perchè —
energica degli altri. Così a spe$adelle altri par- mai l’abitudine di recitare le bellezze di Cor-
1

li ove la nutrizione è meno visibile , sembra- neille non sublima P anima dell attore e non
no crescere il cervello e nervi nel feto gli i
;
10 mette ài possesso di una energia di concet-
arti inferiori dopo la nascita ; le parti genita- ti superiori a quelli del volgare? Questo di-

li e le mammelle 1
epoca della pubertà, e
all pende senza dubbio dalle naturali disposizio-
va parlando. - —
Consideriamo sotto questo ni ;
ma può essere ancora prodotto da ciò che
rapporto le malattie tutte, le infiammazioni, la memoria e la facoltà d’imitare, a preferen-

gli spasmi, le emorragie spontanee, e saremo za in esso lui esercitate, spogliano per così
facilmente convinti che se si stabilisce in una dire ’le altre facoltà onde arricchire se mede-
parte un centro più energico d azioni, dimi-
1

sime. —
Quando vedo un uomo, il quale cer-
'

nuiscono la vita e le forze nelle altre. Ed, a ca nello stesso tgmpo distinguersi colla destrez-
nessun è ignoto che la pratica della medicina za della mano nelle. operazioni di chirurgia,
è in massima .parte fondala su questo princi- colla profondità del suo giudizio nella prati-
1
pio, il quale dirige l uso delle coppette, della ca della medicina, colla estensione della sua
mocsa, dei vescicatori, dei. rubefacenti e simi- memoria nella botanica, colla forza della sua
li. —
Dietro un tanto numero di considera- attenzione nelle contemplazioni metafisiche e
zioni possiamo senza dùbbio stabilire come via dicendo, mi sembra vedere un medico, il
legge fondamentale della distribuzione del- quale per guarire una malattia, per espellere-,
le forze che allorquando esse si accrescono secondo l’antica espressione, umore morbi- T
in una parte, diminuiscono nel restante dell’e- fico, volesse nello stesso tempo aumentare tutte
conomia vivente che la somma non aumenta
; le secrezioni coll’uso simultaneo-degli scialalo-
giammai e che esse altro non fanno se non se ghi, dei diuretici, dei sudorifici, degli eraena-
trasportarsi successivamente da un organo ad goghi, degli eccitatiti la secrezione della bile,
un altro. Con questo dato generale, riesce fa- del sugo pancreatico, del muco, e simili. La —
cile lo spiegare p'erchè !’ uomo non può con- più piccola cognizione delle leggi dell’ econo-
temporaneamente perfezionare tutte le- parti mia animale basterebbe per insegnare a que-
della vita animale e rendersi per conseguenza sto medico che una ghiandola non sommini-
grande iù tutte le scienze. Per questo non — stra maggior quantità di fluido,. se non perchè
è che una chimera 1’ universalità delle cogni- le altre ne versano mefio; che uno di questi me-
zioni nello stesso individuo, la quale ripugna dicamenti è contrario all' altro che col troppo
1
alle leggi dell organizzazione. Che se là sto-
*
esigere dalla natura, è lo stesso che esser certo
ria ci offre qualche genio straordinario, il qua- di niente ottenere. Lo stèsso diciam purea queì-
le sparse un eguale splendore in molle scien- 1' uomo, il quale pretende
che i suoi muscoli,
ze, questo non lo consideriamo che come ec- 11 suo cervello, i suoi sènsi acquistino una si-
cezione alla legge enunciata. Nè siamo noi da multanea perfezione; il quale vuole raddop-
tanto per osare di conseguire la perfezione su piare, od anche triplicare la sua vita di rela-
molli punti, la quale più' soventi .ci .sfugge- su zione, mentre la natura ha stabilito che noi
un solo. -- Se ci fosse permesso di combinare possiamo bensì staccare da qualcuno degli or-
molte occupazioni, sarebbero queste senza gani un qualche grado di forza per aggiun-
dubbio quelle, le fra loro mag-
quali hanno gerlo agli altri ma giammai accrescere la
gior analogia in grazia .degli organi, ch’esse somma
,

totale di queste forze, — Per questo,


mettono in azione, come quelle, le quali «i ri- se vogJuiino che un organo si venda superio-
feriscono ai sensi, quelle, le quali esercitano re agli altri, dobbiamo condannar questi al-
il cervello, quelle, le quali fango agir.C i imi-' 1' inazione. Si castrano gliuomini onde cam-
itoli, e simili. Hislriugèndoci di lui modo biar la lor voce ;• e coiqe da ciò non nacque
f
DELLA VITA ANIMALE 34
ancora la barbara idea di accecarli pur an- poca attività del giudizio favo-
l’altra parte, la
co onde renderli perfetti musici, sapendo
, risce a quest’epoca l’energia d’azione di que-
1
noi che il cieco non distratto dall eserci- ste due facoltà. In tale età pure la rivoluzio-
zio della vista presta maggior attenzione ne che porta la pubertà, il nuovo genere di
a quello dell udito? Un fanciullo destinato
1
sensazioni che da questa derivano, i desiderii
alla musica, dal quale si allontanasse tutto eh’essa crea, estendono assai più la sfera del-
ciò, che può esercitare la vista, 1’ odorato, 1’ ultima di tali facoltà. —
Perfezionata così
il tatto, non presentandogli che suoni armo- la percezione, la memoria e l’ immaginazio-
niosi, farebbe, a cose pari, in tal arte rapidis- ne, e terminata la loro educazione, comin-
simi progressi. —
lìllà è verità certa adunque, cia quella del giudizio, o, per dir meglio, es-
potersi sempre misurare la nostra superiorità so diventa più attivo; poiché già si esercita tin
in tale arte o scienza,* dalla inferiorità nelle dal momento, in cui riceve dei materiali atti
altre; egli è pur vero che una tal massima ge- al proprio esercizio. E a quest’ epoca mede-
nerale, consacrata da un antico proverbio, sta- sima, non avendo più niente da acquistare
maggior parte degli antichi filoso-
bilito dalla le funzioni dei sensi, é una parie* di quelle del
fie male approvato. da molti moderni, ha per cervello, tutte le forze si .riconcentrano pei!
fondamento una delle grandi leggi dell eco-
1

lo perfezionamento di quest’ ultimo. Die- —


nomia animale, e sarà sempre tanto fissa ed tro tali considerazioni riesce evidente che Li
immutabile, quanto lo è la base sulla quale prima parie della vita animale, ossia quella,
viene appoggiala. mediante la quale corpi esterni agiscono so-
i

VI. Durata della educazione degli


§. pra di noi e per la quale noi riflettiamo a que-
.

organi della vita animale. L’ educazione —



• *st’ azione medesima,, offre una divisione per

degli organi della vita animale viene protratta ciascuna età, nella quale essa si forma, ed a-
ad un tempo, il quale non può essere con cer- cquista maggiore estensione. Riesce quindi
tezza determinato, troppe essendo le circo- evidente, che la prima età è quella della edu-
stanze le quali vi influiscono. Ma ciò che de- cazione dei sensi che la seconda presiede al
:

1
vesi in tale educazione osservare è, che cia- perfezionamento dell immaginazione della
scuna età sembra essere consacrata a perfe- memoria che la terza si riferisce tutta al-
:

zionare particolarmente certi organi.


1
Ven- — lo sviluppo del giudizio. -- —
Non dòbbiam
gono nell infanzia educati specialmente i sen- quindi fare che coincida colla età in cui 5
si sicché* lutto in questa età sembra riferirsi
;
sensi sviluppano la propria attività lo studio
allo sviluppo delle funzioni loro. Circondato di quelle scienze, le quali esigono 1’ esercizio
il piccolo individuo da corpi per lui nuovi, del giudizio ;
ma dobbiamo piuttosto nella e-
non cerca egli che a conoscere tutto ei quin- ;
ducazione nostra artificiale seguire quelle stes-
di mantiene, se posso così esprimermi, in una se leggi, de quali presiedono alta educazione
continua erezione gli organi, che stabiliscono naturale degli organi esterni. Il fanciullo per
dei rapporti fra esso lui e ciò' che lo circon- questo dovrà applicarsi al disegno, alla musi-
da. per cui egli offre in uno stalo di massima ca, ed altre arti, il giovane alle scienze di no-
attività e sviluppo tutto ciò che è relativo alla menclatura, ed alle belle arti, che trovansi
sensibilità. Sappiamo essere in questa età, as- sotto l’impero della immaginazione; l’adulto
sai più che nelle seguenti sviluppato il sistema alle scienze esatte ed a quelle i di cui fatti
nervoso paragonato col muscolare, mentre in vengono concatenati dal raziocinio ; così fra
1
séguito sarà esso. predominato da tutti gli al- le .imperfezioni dell antica educazione, questo
tri e sappiami pure, che onde bene studiare
; si aveva di utile che Io studio della logica e
Panalonria e distribuzione del sistema nervoso delle matematiche ne terminava il corso. —
ci serviamo sempre del cadavere di fanciulli. Perciò che spetta alla seconda parte della vita
— Alla educazione dei. sensi poi si combina animale, quella cioè, mediante la quale Pani-
necessariamente i! perfezionamento di quelle male reagisce sui corpi esterni, dobbiamo os-
funzioni del cervello, che si riferiscono alla per- servare essere l’ infanzia caratterizzata dal nu-
cezione. —
Di mano in mano che si estende la mero, dalla frequenza e debolezza dei movi-
somma delle sensazioni, la memoria e l
1
im- menti, l’età adulta dal vigore, l’adolescenza
maginazione cominciano ad entrare in attivi- da una disposizione mista. La voce però non
tà quindi l’età che vien dietro all’infanzia è
; segue tali proporzioni, essendo essa sottomes-
quella, nella quale si opera l’educazione di sa a molte influenze dipendenti per la massi-
quelle parli del cervello clic hanno relazione ma parte dagli organi genitali. —
Non penso
con esse. In tal epoca havvi per una parte un .di perdermi sulle varie modificazioni della
numero già sufficiente di sensazioni antece- vita animale, effetto dei climi, delle stagioni,
denti, mediante le quali può la prima di quel- del sesso e simili altri, essendo siali questi
le facoltà esercitarsi rappresentarcele ;* e la
a vari argomenti trattali da tanti autori, che
seconda trova in esse il tipo delle sensazioni difficilmente potrei aggiungere qualche cosa
illusorie, che ci rappresenta intanto che, dal-
;;
a ciò che da essi fu detto. —
Avvertirò solo,
ORI Gl NB P SVII.FPP»

che parlando delle leggi d'educazione per gli mero di azioni > esse penetrano nel feto già
organi della vita esterna, ho supposto questi elaborate dalla digestione, dalia circolazione e
organi in uno stato di compiuta integrità, do» resipi razione della madre e invece di attra-
;

tati di tulio ciò che richiedesi al loro perfe- versare l’apparato degli organi digerenti, i
zionamento, e forniti di tutta la necessaria quali sembrano in tale età affai lo inattivi, en-
forza di tessuto che* se l'originaria loro fab-
;
trano esse tosto nel sistema circolatorio, quin-
brica è debole, dilicata, irregolare, se riscon- di il cammino, eh’ esse percorrono è assai più
trasi in qualche vizio di conformazione,
essi breve. Nè hanno pure bisogno di presentar-
queste leggi allora non potrebbero -ottenere si all’influenza della respirazione ;* e sotto
una perfetta applicazione. — In* tal modo av- tale rapporto il feto dei mammiferi offre nel
viene che 1’ abitudine di giudicare non retti- primordio della sua organizzazione grandissi-
fica mai il giudizio, mal costi- se il cervello, ma analogia coi rettili adulti, nei quali il san-
1
tuilo, presenti ne suoi due emisferi una ine- gue che sorte dal cuore per passare ai polmo-
guaglianza di forza, e di conformazione ; e in ni, è in quantità assai piccola. —
Le molecole
tal modo pure 1’ esercizio frequente della la- nutritizie pascano adunque quasi direttamen-
ringe, dei muscoli locomotori ed altri, non te dal sistema circolatorio in quèllo della nu-
poirà supplire alla regolarità d'azione pro- trizione l'opera dell’assimilazione generale
;

dotta in essi da una irregolarità d’organizza- riesce in conseguenza più semplice e assai me-
zione e via dicendo. no complicata nel “feto, che nelle altre età.-
Da un altro canto le funzioni, le quali decom-
pongono abitualmente nostri organi, qpelle,
ARTICOLO IX. — dell’orìgine E SVILUPPO i

le quali trasmettono fuori del corpo le sostan-


DELLA VITA ORGANICA.
*
ze divenute eterogenee, ed anche nocive al lo-
ro tessuto, dopo averne formalo parte, trovan-
Abbiamo veduto, come Sa vita animale si in tale età in uno stato quasi compiuto di
inattiva nel feto si sviluppi dopo la nascita e inazione. L’ esalazione polmonale, il sudore,
segua in questo sviluppo delle leggi affatto la traspirazione non iranno ancora principio
particolari'. Vedremo ora al contrario che la negli organi loro rispettivi. Del pari le secre-
vita organica trovasi già in azione nello stesso zioni dellà bile, dell’ urina, della saliva e via
momento, in cui il feto è concepito, per cui dicendo, forniscono una quantità di fluido la
1
possiam dire che da essa cominci esistenza. l quale è assai piccola in proporzione di quella,
Resa appena apparente 1’ organizzazione, il eh’ essi daranno in seguito e perciò tutto il
;

cuore spinge in tutte-le parti il sangue, il qua- sangue dalle esalazioni impiegato nell’adulto
le ad esse porta i materiali della nutrizione e rifluisce quasi intieramente nel sistema della-
dell’ incremento esso perciò è il primo for-
;
nutrizione. —
È adunque la vita organica del
mato, il primo in azione e siccome tutti fe- ; i telo rimarchevole per la estrema prontezza di
nomeni organici trovansi da esso dipenden- assimilazione da un lato, prontezza dipendente
ti, nello slesso modo che dal cervello dipen- dal piccolo numero delle funzioni che vi con-
dono quelli delia vita animale, si .concepisce corrono ; e per una estrema lentezza della dis**
facilmente come vengano le funzioni inter- assimilazione dall’ altro, la quale d.eve desu-
ne tutte- V una dopo l’altra poste in attività. mersi dalla minima attività di quelle funzioni
§. 1. Del modo con cui esercitasi la vita che operano questo grande fenomeno. Rie- —
organica nel feto, —
Ancorché la vita orga-
.

nica esista nel feto, come nell’adulto, essa, ciò


dietro queste considerazioni, il con-
scirà’ -facile,
cepire la grande rapidità, che caratterizza l’in-
non ostante, non riscontrasi la medesima; cer- cremento del feto, rapidità che trovasi ma-
cheremo perciò in che consista tal differenza nifestamente in isproporzione con quella del
generalmente considerala. Abbiam detto che le" altre età. Sembra in fatti, che intanto
,

questa vita risulta da- due grandi ordini di che tulio. accelera la progressione della mate-
funzioni, di cui le une, la digestione, la circo- ria nutrirci;» verso le parti, eh’ essa deve nu-
lazione, la respi razione, la mi rizione assimi- t trire, sembra, dico, che tutto obblighi questa
lano continuamente all'animale le sostanze stessa materia a soggiornare nelle parti, poi-
dalle quali è nutrito esalazione, le;
le altre, 1’ ché essa non trova quasi emuutorii, pei quali
secrezioni, 1’ assorbimento, gli tolgono le so-
stanze divenute eterogenee; di modo che que-
possa Sortire. —
Alla glande semplicità d’ as-
similazione nel feto devesi aggiunger pure la
sta vita riducesi ad un cerchio abituale di massima attività degli organi che ad essa eon-
creazione e di distruzione ma questo cerchio corVono, dipendente dalla maggior somma di

;

ne! telo è in singoiar modo ristretto* Sono forze vitali, di cui vannò essi allora forniti ;

da principio mollo meno numerose le funzio- quindi pare, che tutta la forza dell’ economia
ni assimila ilici. In fatti le molecole non si tro- si cbneéntri nei due sistemi circolatorio e nu-
vano prima di arrivare all’organo che devono tritivo. Ili ciò lauto più appare, imperocché
imparare, sottomesse ancora ad un sì gran nu- gli slessi sistemi della digestione, della re spi.-
'
DELLA VITA ORGANICA 4
1
razione, delle secrezioni, dell esalazione, t Vo- tra eccita reni ed altri. IP aria sulla superfi-
i

va risi iil oscuro esercizio , e non godono cie interna della trachea e delle narici, gli
1

che di un debole grado d attività*; per ciò alimenti sopra quella «Ielle vie digerenti e via
quello che in questi manca di forza, diceudo, provocano le ghiandole mucose delle
trovasi
abbondante negli altri. — Se osserviamo parli rispettive che perciò enirano in eserci-
ora,
che gli organi della vita animale, condannati zio. —
Hanno pure principio in questo istante
ad una necessaria inazione, non costituiscono anche le escrezioni, le quali fin ora furono
che la seile di una piccolissima quantità di sospese per la poca quantità di fluido'separa-
forze vitali, il cui sopra più rifluisce sulla to dalle ghiandole. E se poniam mente a tutti
vita organica, sarà facile il concepire, come questi vari fenomeni, vedremo, che essi si e-
quasi tutta la quantità delle.forze, che dovran- seguiscono tosto colla massima precisione,
no in seguito estendersi a tutti 1 sistemi, si e scorgeremo che i di versi organi, che vi
1

trovi in allora concentrala in quelli, quali


i concorrono, non hanno bisogno d alcuna
servono a nutrire ed a comporre le diverse specie d‘ educazione. Non voglio per ora cer-
parti del feto r e che in conseguenza, riferen- care la causa, per la quale è stata stabi!i!a.una
1

dosi tutto in esso .alla nutrizione ed all accre- tal differenza nello sviluppo di queste due vi-

scimento, queste funzioni vengono perciò in le ed osserverò soltanto, che, siccome gli or-
;

tale epoca contrassegnate da ima energia e- gani della vita interna non sono dall’abitudi-
1
stranea a tutte le altre. ne e dall esercizio perfezionati, siccome cia-
§. II. Sviluppo della vita organica dopo scuno trovasi già, allorché entri in azione, a
la nascita - , —
Sortito appena il telo dall'ute- quel grado di perfezione, di cui dovrà per
ro materno, prova un aumento assai notabile sempre godejre, così ciascuno non può acqui-
nella sita vita organica, la quale si rende assai stare coLprogresso del tempo un grado di su-
più complicala, acquista una estensione mag- periorità sugli altri, il che fu al contrario os-
giore quasi del doppio, e molte funzioni si ag-, servato nella vita animale. —
Ciò non ostante
giungono a quelle, che già esistevano; mentre riesce assai comune l’osservare il predominio

queste stesse sono rese più perfette, e più e- di un sistema della vita organica sopra gli al-
stese. In tale rivoluzione però occorre di os- tri: poiché ora 1’ apparalo circolatorio, ora il

servare una légse affatto contraria a quella


. polmonare, soventi il complesso degli organi
che presiede allo sviluppo della vita anima- gastrici e il, fegato soprattutto, si rendono su-
le; poiché gli organi interni, i quali entra- periori agli altri colla loro azione, ed impri-
no allora in esercizio, o quelli la cui azio- mono pur anco un carattere particolare al
ne non fa che estendersi, non hanno biso- temperamento dell’individuo. Ma ciò dipen-
gno di alcuna educazione. Essi arrivano d'un de da un altra causa, cioè dalla primitiva or-
1

tratto allo stato di perfezione, a! quale gli or- ganizzazione, dalla struttura e conformazione
gani della vita animale non arrivano se non delle parti, dalla quale soltanto ha origine ta-
per l' abitudine del frequente operare. E ba- le superiorità, non già dall’esercizio come av-
1

sierà p*er convincerci di questo un rapido viene nella vita animale. Il feto quindi nel-

sguardo sullo sviluppo di questa vita.- Al l’ utero materno, il fanciullo nel momento
momento della nascita la digestione* la respi- della nascita priesen tane questa superiorità coir
razione, ed altre, una gran parte delle esala- tanta certezza quant-o nelle età consecutive,
zioni, e degli assorbimenti cominciano pron- ancorché in grado meno apparente.— Nè pos-
tamente il loro esercizio: e dopo le prime in- siamo, negare, che 1’ indebolimento di un si-
spirazioni, ed espirazioni, dopo l’elaborazione stema delle funzioni interne dipende sempre
nello stomaco dei primo latte succhiato dal neo- o dalla costituzione originaria o da qualche
nato, dopoché gli esalanti de! polmone, e della vizio .prodot to accidentalmente dietro una af-
cute hanno segregato" qualche parte del loro fezione morbifica, che consuma le molle orga-
fluido rispettivo, gli organi respiratori!, dige- niche di questo sistema, intanto che gli altri
renti,, esalata! eseguiscono le loro funzioni con
i
rimangono in uno stato <T integrità. Tale è —
quella stessa facilità, con cui le eserciteranno adunque la. grande differenza delle due vite
per tutta la vita. - —
Tutte le
1
ghiandole allora, nel! animale rapporto all’ ineguaglianza di
.

Ì le quali, per così dire, dormivano, e che versa- perfezione dei diversi sistemi di funzioni, da
vano una piccolissima quantità di fluido, sono Cui ciascuna risulta cioè, che nell’ una la su-
;

scosse dal loro letargo col mezzo degli stimoli periorità o l’ inferiorità diun sistema, relativa-
portati dai differenti corpi alla estremità dei mente agli altri, è cfuasi sempre collegata col-
loro condotti escretori. E così il latte eccita le la maggiore o minore attività, od inerzia del
ghiandole li va li
sa passando sulle estremità
,
sistema medesimo, e colla sua abitudine d’ a-
dei condotti slenoniano e wartoniano: il chi- gire, o di persistere, nell’ inazione : che nel-
mo, passando sulle estremità. de! condotto co- l'altra, al contrario, questo predominio o
ledoco e pancreatico, eccita il fegato e il pan- questa inferiorità è immediatamente d pen-
1
creas, Paria al contatto dell orificio’ dciPure- dente dalla tessitura degli organi, non mai
I
4r * FINE NATURALE

dalla loro educazione. —-Ecco perche il tem- viene distinta perciò che essa pone fine quasi
peramento fìsico, ed il carattere morale non intieramente alla vita animale, prima assai di
sono mai suscettibili di cambiamento dietro l'e- quello che cessi 1’ organica. —- Osserviamo
ducazione, la quale tanto videa modificare pro- l’uomo, la cui vita s’estingua dopo una lunga
digiosamente gli atti della- vita animale; perchè, vecchiaia ; egli muore a parte a parte; le sue
come già si è detto, ambidue appartengono esterne funzioni finiscono 1’ una dopo l’altra;
alla vita organica. — --carattere è, se posso
11 tutti i sensi si in modo successivo,
sospendono
così esprimermi, la fisionomia delle passioni; sicché le cause ordinarie delle sensazioni si
il temperamento è quella delle funzioni in- presentano, ad essi senza più eccitarli. La —
terne : ed essendo le ime e le altre invariabili, vista si oscura, si turba e cessa finalmente di
godendo cioè di una direzione, che non può trasmettere 1’ immagine degli oggetti ; avvie-
essere mai dall’abitudine e dall’esercizio al- ne cioè la cecità della senile. I suoni colpisco-
terata, riesce manifesto, come il temperamen- no da principio confusamente l’udito, il qua-
to e il carattere devono essere del pari sottrat- le ben tosto diventa per essi insensibile. L’in-

ti impero dell’ educazione. Può questa, è


dall’ viluppo cutaneo contratto, indurito, privo in
vero, moderare l’influenza del carattere, per- parte dei vasi, che si sono otturati diventa
fezionando il giudizio e la riflessione e forti- sede di un tatto oscuro e poco distinto, aven-
ficando la vita animale sì che questa resista do 1’ abitudine stessa contribuito a rendere
alle impulsioni della vita organica ; ma pre- ottuso il sentimento ; anche tutti gli organi
tendere di snaturare col mezzo dell’abitudine dipendenti dalla cute s’ indeboliscono e muo-
il carattere, di raddolcire ed esaltare le pas- iono :
perciò incanutiscono capelli e la bar-
i

sioni, delle quali esso è 1’ espressione abituale, ba ;


cade un. gran numero dipeli, mancan-
di restringere o dilatare -la loro sfe-ra, sareb- do dei succhi che di nutrano, e gli odori
be lina intrapresa analoga a quella di un me- non producono più sulle narici, che una de-
dico,- il quale tentasse di innalzare o di ab- bole impressione. —
Il gusto si sostiene anco-

bassare di qualche grado e per tutta la vita la ra per qualche tempo, perchè legato essendo
forza di ordinaria contrazione del cuore nel- tanto alla vita organica, quanto alla animale,
lo stato di salute, di precipitare o di rallenta- rendesi esso necessario alle funzioni interne;
re abitualmente quel movimento che è natu- e perciò mentre il vecchio è .abbandonalo da
rale alle arterie, e necessario alla. loro azione, tutte le sensazioni aggradevole mentre la loro
e via dicendo. —
Noi richiameremmo all’ at- mancanza ha di già rotto* in parte i legami i
tenzione di quésto medico , non essere la cir- quali lo univano ai corpi esteriori, questo
colazione, la respirazione ed altre, sottoposte senso ancora gli. resta quasi ultimo filo, a cui
al dominio della volontà, e che non possono è sospeso il bene di esistere. —
Isolato così il
esse venire dall’ uomo modificate, senza pas- vecchio in mezzo alla natura e privo già in
sare allo stato morboso e simili; la stessa osser- parte delle funzioni degli organi sensitivi, ve-
vazione faremmo per quelli quali credessero i de egli ben tosto estinguersi anche* quelle del
possibile il cambiamento del carattere e delle cervello. La percezione quindi è in e'sso quasi
passioni poiché sono un prodotto dell’azio-
;
.del tutto spenta, poiché il suo esercizio noni
ne di tutti .gli organi interni ; o almeno rico- è più determinato dalla piarle dei sensi e nel-
noscono in essi la loro sede. lo stesso tempo si infievolisce anche la ìrama-j
giunzione, che ben tosto si estingue. Si di-—
strugge la memoria delle cose presenti , per
ARTICOLO X. DELLA FINE NATURALE cui il vecchio obblia in un istante quello che
DELLE DUE VlTlv gli fu detto un momento prima, e ciò perchè i
suoisensi esterni indeboliti, e già, per così dire,
morti, più non valgono a confermargli ciò che
Abbia mo veduto, che le due vite dell’ a- lo spirilo gli fa conoscere, e poiché fuggono le
nimale cominciano ad epoche assai lontane fra idee allorché l’ impronta loro non viene con-
loro .e che èsse si sviluppano con leggi assolu- servata dalle immagini rappresentate dai sen-
tamente contrarie. Le vedremo ora giungere si. Rimane al contrario in questa età la me-
al fine loro in qn modo del pari differente, moria del passato, perchè ciò che il vecchio sa
cessare dalle loro funzioni in- tempi assai di- ancora de' suoi primi tempi gli è stato comu-
stinti e presentare nel proprio line dei carat- nicato e conservato dai sensi. Differisce- quin-
teri tanto separati, quanto lo sono durante la di il vecchio dal fanciullo perciò, ohe questa
loro attività. Ioqui non considererò che la giudica solo dietro le sensazioni ch’egli pro-
morte naturale formando tutte quelle pro- va, quello soltanto dietro ciò che ha già pro-

; :

dotte da cause aecideniali l’oggetto della se- vaio. Ma il risultato di questi due stati è
conda parte di quest’ opera. sempre lo stesso essendo sempre il giudizio
:

§. I. La vita animale cessa la prima egualmente incerto, tanto che esso appogg
nella morte naturale. La morte naturale — - alle sole sensazioni attuali, quanto alle sols i]
|
DELLE DUE VITE d7

passate
,
imperciocché la sua precisione na- potenza che Io mettae questa af-
in azione,

I

usee essenzialmente dai loro confronto. Ognu- fitto manca supposizione.


nella nostra È
1:110 sa, per esempio, che nel giudizio fondato facile dal fin qui detto comprendere che le
,sulla visione, l’impressione attuale ci ingan- funzioni esterne si estinguono nel vecchio
nerebbe soventi,, se l’errore non venisse cor- gradatamente, e che persiste ancora V attività
retto dalle impressioni passate e da un altro ;
della, vita organica, mentre 1’ animale è già
lato noi osserviam pure,- che le sensazioni an- quasi intieramente cessata. Sotto un tale rap-
tecedenti diventano tosto confuse se novelle porto lo stato dell’ animale vicino, ad essere
sensazioni ed analoghe non impriman di nuo- distrutto dalla morte naturale si approssima
vo i tratti del quadro ch’esse hanno già in noi di molto a quello in cui si trova nell’ utero
lasciato. — Nelle nostre sensazioni adunque si materno, non che a quello del vegetale il ,

Tendono necessari per la perfezione del giudi- quale non vive che internamente e per il qua-
zio che ne risulta, il presente e il passato, di le tutta la natura è in silenzio. Se si richia- —
cui se 1’ uno o P altro manchi , non esiste più mi ora che il sonno diminuisce di più d’ un
paragone fra di loro, nè in conseguenza vi sarà terzo durata della vita animale, se si ag-
la

più precisione nel giudizio.-— Ecco quindi, co- giunga la sua assenza .compiuta nei nove
me la prima e 1’ ultima età sono egualmente primi mesi, e l’inazione quasi intera alla qua-
contrassegnate dalla incertezza nel giudizio ; le è ridotta negli ultimi tempi della sua esi-
e come si esprima con molta verità, allorché stenza, sarà facile lo scorgere quanto grande
si dice, che il vecchio cade nell’infanzia. Que- sia la sproporzione della sua durata con quel-
sti due periodi si toccano per l’irregolarità la della vita organica, la quale- gode di un
del giudizio, e non differiscono che pel prin- continuo non interrotto esercizio. — Ma
4
co-
cipio di questa irregqlarità. —"Nello stesso me mai, avendo noi cessato di esistere ester-
modo con cui nel vecchio al quasi totale an- namente, viviamo ancora nell’ interno, quan-
nientamento delle funzioni del sistema sensi- doché i sensi, la locomozione, esimili, sono
tivo esterno segue l’ interruzione di quelle destinati principalmente a metterci in rap-
del cervello, all’ inazione di questo tien pure porto coi corpi, i quali devono nutrirci? Per-
dietro l’ indebolimento della locomozione e chè mai queste funzioni s’ indeboliscono in
della voce imperocché la sua reazione si
: maggiore sproporzione delle interne e non
opera sui muscoli con quella stessa propor- avvi un esatto rapporto tra la loro cessazio-
zione, con cui i sensi agiscono su di esso. — ne? —
Ea risoluzione di tali problemi non è
I movimenti del vecchio sono lenti e rari; egli del tutto possibile, osserverò, quindi soltanto,
sorte dall’ attitudine in cui si trova, con som- che la società specialmente ha gran parte in
ma difficoltà, ed assiso presso il fuoco che lo questa differenza. —
L’uomo in mezzo a’suoi
riscalda, passa i giorni concentrato in sé me- simili fa molto uso della propria vita anima-
desimo, straniero a ciò che lo circonda* privo le, le cui molle sono abitualmente pivi af-
di desideri], di passioni, di sensazioni, e taci- faticale di quelle della vita organica. Tut- —
turno perchè niente lo’determin » a rompere to si logora in questa vita sotto 1’ influenza
il silenzio, e quando già tatti gli altri senti- sociale ; la vista dalle luci artificiali , 1’ udito
menti sono quasi affatto svaniti, egli . è con- dai suoni troppo ripetuti, soprattutto dalla
tento del solo sentire, che ancora esiste. — parola, che mancando agli animali porta ad
Aggiungerei a questa causa dell’inerzia del un numero assai minore le reciproche loro
vecchio la rigidità de’suoi muscoli, e la dimi-
.
comunicazioni e quelle specialmente operate
nuzione di contrattilità in questi organi, le dall’ orecchio si logora Lódorato dagli odori
;

quali cose certamente hanno su essa speciale depravati il gusto da' sapori non
: corrispon-
influenza, ma non ne * costituiscono la princi- denti alla sua natura, il tatto e il toccare
pale cagione, poiché anche il cuore e le fibre dai vestimenti il cervello dalla riflessione,
: e
muscolari delle intestina, che pure contraggo- simili ; tutto il sistema nervoso da mille affe-
no una tale rigidità, perdono ciò non ostante zioni indotte dalla sola società o da essa al-
assai più tardi dei muscoli volontari la facoltà meno moltiplicate. —
Noi viviamo adunque
di muoversi nét perdono già i muscoli lo-
;
nella nostra esistenza esterna con un eccesso
comotori una tale facoltà, ma piuttosto sono di vita, se mi è lecito servirmi di questo ter-
privali (Iella causa che gli eccita all’esercizio, mine, ed abusiamo della vita animale; mentre
cioè a dire, manca loro 1’ azione cerebrale. — la natura la vorrebbe circoscritta, noi ne esten-
Se fosse possibile comporre un uomo, per diamo troppo suoi limiti: per cui non è mera-
i

una parte cogli organi dei sensi e il cervello viglia che essa termini più prontamente. A libia-
del vecchio, per l’altra coi muscoli di un fan- mo. in fatti già vedute le forze vitali divise in
ciullo, non sarebbero di Ini moti
volontari
i due ordini, di cui l’ uncf appartiene a questa
più attivi e sviluppali ^ perchè non basta che vita, ‘l’altro è proprio della vita organica.
un muscolo goda di tulle le condizioni op- Possiamo paragonare questi due ordini a due
portune al centrarsi, ma è pur necessaria la candele àrdenti nello stesso tempo" e fornite
48 FINE NATURALE

di unn determinata quantità di materiali per della respirazione e della circolazione, funzio-
il loro alimento. Se fi una è dell’ altra più ec- ni che finiscono quasi sempre
contempora-
citata, se è agitata più fortemente dal vento, neamente animale; il secondo più
alla vita
deve necessariamente estinguersi più presto. lento ne’ suoi fenomeni ci offre il termine
—L 1
influenza però che la società estende delle altre funzioni organiche in una maniera
sulle due vite, riesce all
1
uomo-di qualche uti- lenta e graduata. — • I sacchi
digerenti esciol-
lità*, poiché sciogliendolo gradatamente dai gono ancora gli alimenti che si trovano nello
legami, quali lo uniscono a ciò che lo cir-
i stomaco; e le pareti di quest’ organo ancora
conda, rende meno crudele per esso ristante irritabilipossono abbastanza agire. Gli espe-
che viene a rompere questi legami, certo es- rimenti dei medici inglesi e italiani fatti so-
sendo che intanto ci riesce dolorosa l’idea pra 1’ assorbimento, hanno provato che que-
dell’ora nostra estrema, in quanto che essa fa sta funzione resta soventi in attivila anche
cessare tutte le azioni, le quali d mettono in dopo la morte generale, e se non per tanto
rapporto eon tutto ciò che ci circonda, e la tempo, quanto alcuni hanno assicurato, alme-
privazione sola di queste funzioni sémina io no per uno .spazio .di tempo assai notabile.
spavento e il terrore sull’orlo della nostra Sappiamo pure che le escrezioni delle urine e

tomba. -Non è adunque il dolore che n >i delle materie fecali hanno luogo anche molte
temiamo in tal punto poiché, quanti mai ri-;
ore dopo le morte subitanee, in grazia dei-
dotti agli estremi della vita, avrebbero 1’ esi- fi i conservata nella vescica e nel
mutabilità
stenza preziosa, ancorché riacquistata con una retto. —
Resta pure evidente la nufrizione dei
serienon intérrotta di patimenti? Perciò l’a- capelli e delle unghie, e ld sarebbero senza
nimale, che vive poco esternamente e il qua- dubbio a-ncfie le secrezioni nelle altre par- '

le non ha se non quelle relazioni che ba- ti se si potessero scorgere movimenti insen-i

stano pe’ suof bisogni materiali, non è capace sibili, «la cui tali funzioni risultano. Osservia-
di paventare dell’ istante in cui esso cesserà di mo nelle rane persistere la circolazione ca-
essere.- — Se fosse possibile «li supporre un pillare anche dopo d’ aver levato all’ animale
uomo ,
la cui morte non colpisse che gli il cuore; e ciò solo per l’influenza della for-
organi delle funzioni interne, come la circo- za tonica. Nella massima parte delle morii su-
lazione, la digestione, le secrezioni, e simili , bitanee e nell’asfissia specialmente, si conser-
lasciando sussistere il complesso'della vita ani- va il calore animale, anche oltre il termine
male, egli osserverebbe con occhio indiffe- che sarebbe necessario ad un corpo bruto per
rente fi avvicinamento del fine della propria perdere quello che è sviluppato all’ istante in
vita organica perchè sentirebbe che il bene
;
cui cessa la vita generale. Potrei a queste—
deli’ esistenza non gli sarà tolto, e che rimar- osservazioni aggiungere molti altri fatti qua- ì

rà ancora in istato tale, anche dopo questo li, come esse stabilirebbero, che la vita orga-
genere di morte, da poter sentire e provare nica finisce nelle morti subitanee in un modo
quasi tutto ciò che prima costituiva la pro- lento e graduato; che queste morti colpiscono
pria felicità. —
Se adunque la vita animale dapprima fi armonia delle funzioni interne,
cessi gradatamente, se ognuno dei nodi che che estinguono d’un tratto la circolazione ge-
ci legano al piacere di vivere si rompe a poco nerale e -la 'respirazione, ilon portando sulle
a poco, questo piacere ci sfuggirà 'senza che altre che un’ influenza successiva : in questo
noi ce ne avvediamo, e già 1’ uomo ne avrà genere' di morti adunque finisce da principio
dimenticalo il pregio allorché sarà «falla mor- il complesso organica, indi hanno
della vita
te colpito. —
E questo è appunto ciò che os- fine le varie parti di essa. —
Nella morte pro-
serviamo nel vecchio, il quàle colla perdita dotta dalla vecchiezza al contrario la cessa-
parziale e successiva «Ielle sue funzioni ester- zione del complesso «Ielle funzioni non avvie-
ne, giunse alla perdita totale «Iella sita esisten- ne, che dietro la successiva, estinzione delle
za. La sua distruzione si avvicina a quell* del medesime'. In questa morte, le forze abban-
vegetale, il quale non avendo per mancan- donano a poco a poco ciascun organo, la di-
za di relazioni, la coscienza della propria vi- gestione languisce, finiscono le secrezioni e
ta, non potrebbe neppure avere qn-ella della fiassorbimento la circolazione capillare vie-
;

propria morte. ne impedita e sospesa, per la mancanza delle


§. II. La
organica non ha nella
vita, forze toniche che vi presiedono Finalmente .

morte .naturale lo stesso fine che nella mor- la morte sospende anche la circolazione ge-
te accidentale. —
La vita organica'superstite nerale nei grandi vasi, superstite ancora re- .

al vecchio dopo la perdita quasi totale della stando per poco tempo l’azione «lei cuore, il
vita animale, termina in esso di un modo .as- quale cessa per fi ultimo, ed è come dicesi
sai «inferente quello che ci offre il suo fi-
«la —
V ultimimi moriens Per questo la gran dif-
ne nelle morti violente e subitanee. Queste
hanno veramente due periodi, «li cui il primo
— ferenza. la quale distingue la morte della vec-
chiaia da quella' prodotta da un subitaneo
è contrassegnato dalla improvvisa cessazione colpo,, dotfvassi riporre in ciò che in quella
DELLE DUE VITE 49
la vitacomincia ad estinguersi in tutte le par- in seguito nelle altre parti ,
vale a dire , pro-
1
ti, cessando nel cuore per l ultimo esercita
;
duce essa a suoi fenomeni dal centro alla Pr-
essa cioè il suo impero dalla periferia al cen- riteria.
irò ; nell’altra la vita si estiugue nel cuore e

PARTE SECONDA

organi si trovano allora in una per-


lutti che
ARTICOLO PRIMO. CONSIDERAZIONI (GENERALI fetta integrità,cessano dall’ agire dietro cau-
INTORNO ALLA MORTE. se direttamente opposte a quelle che ne in-
trattenevano l’ordinario esercizio. E siccome
queste ultime ci riescono per la massima par-
,A,bl)iamo nella prima parie di quest o-
1
te note, saremo così dietro le medesime con-
pera esposte le due grandi divisioni della vita dotti, in modo
quasi necessario, alla cognizio-
generale ; le differenze che distinguono P ani- ne delle altre; e ciò tanto più, in quanto che
male il quale vive fuori di sè stesso per tutto sta in nostro potere l’imitare un tal genere di
ciò che lo circonda, dall’animale che vive den- morte sugli animali, ed analizzare nelle no-
tro di sè per sè medesimo. Abbiamo esposti i stre esperienze i diversi fenomeni che gli son
^caratteri propri esclusivi a ciascuna delle due propri mentre al contrario è per noi quasi
:

vite secondarie, animale ed organica, non effe del tutto impossibile il produrre artificialmen-
le leggi particolari dietro le quali queste due te nelle specie d’animali diverse dalla nostra,
vite hanno principio, si sviluppano e si estin- malattie simili a quelle che ci affliggono.
.guono nell’ ordine naturale. —
Ci occupere- Che se questo ci fosse anche concesso, poco
mo in questa seconda parte nella ricerca del vantaggio ne trarrebbe essendo le
la scienza,
modo, con cui esse finiscono accidentalmente; leggi vitali dalle morbose affezioni talmente
ci occuperemo cioè della morte ch,e .tronca il modificate, cambiale e direi quasi snaturale
loro corso prima del termine fissato dalla na- che più non potremmo allora partire dai fe-
tura per la loro diirata. — E tale è in fatti S’in- nomeni conosciuti dell’ animale vivente, per
fluenza che su esse esercita la società,7 che noi cercare quelli dell’animale che muore. Si ren-
• #

rare volte giungiamo a questo termine natu- derebbe per ciò fare, necessario, il conoscere in
rale; sicché la cessazione del nostro essere por- che consista questo stato intermedio tra la sa-
cata dalla sola vecchiezza è per noi una specie lute e la morte, stato nel quale le funzioni tut-
di fenomeno, intanto che a quasi tutti gli ani- te provano quel tanto sensibile e variato cam-
mali è concesso di pervenire a tal punto. Sarà biamento, dal quale hanno origine le innume-
utile quindi il fissare la nostra attenzione par- revoli varietà delie malattie. Ma chi mai può,
ticolarmente intorno a questa morte che av- dietro i dati attuali dell’arte nostra, squarcia-
viene per paro accidente — Osserveremo adun- re denso velo che nasconde in questi casi le
il

que, prima d’ogni altra cosa, che essa può aver operazioni della natura ? Quale spirito oserà
luogo per due modi differenti ora cioè non oltrepassare su tal punto limiti della pre-
i


;

è che il subitaneo risultato di un forte turba- cisa osservazione ? Nelle nostre ricerche
mento indotto nell’economia; ora succede perciò avremo maggior riguardo al pri-
essa alla vita in un modo lento e graduato e mo che al secondo genere di morte, e questo
quale effetto delle malattie. —
Riescirà in ge- non ci occuperà che per incidenza, richieden-
nere assai facile il conoscere dietro quali leg- do esso, per bene analizzarne le cause, una
gi abbiano finele funzioni deila vita, allorché esperienza estranea purancoalfa mia età, e con-
esso è T effetto di un colpo subitaneo e vio- cessa soltanto dall’abitudine d’avere osserva-
lento, come avviene, per esempio, nell’ apo- to molti ammalati. —
La prima considerazio-
plessia, nelle grandi emorragie, nella commo- ne che nasce dall’ osservare le diverse specie
zione. nell’ asfissia, e via dicendo, perchè gli di morti subitanee, consiste in ciò che in esse
Elicici. Med. 7
oo CONSIDERAZIONI GENERALI

tutte sussistere ancora per certo grado la


può morte subitanea comincia dalbinlerrom-
cie di li

vjta organica anche già estinta Taniraale, men- pimento della circolazione, della respirazione
tre questa al contrario trovasi in tale dipen- o dell’ azione del cervello; dalle quali tre fun-
denza da quella che giammai non sussiste do- zioni, 1’ una sempre ha per la prima il suo fi-

po la sua interruzione. Così un individuo ne, al quale tiene dietro successivamente quel-
colpito da apoplessia, da commozione, e via lo delle altre. E in tal modo, onde esporre con
dicendo, vive talvolta entro di sè per molti precisione i fenomeni di questi generi di mor- i

giorni ancora, mentre la sua esterna esistenza te, considerarli sotto questi tre
sarà utile
è d un tratto cessata. In questo caso adunque e così questi formeranno
1
essenziali rapporti
;

la morte ha principio dalla perdita della vita Lordine che noi seguiremo nelle nostre in-
animale; che se essa al contrario, dirige la sua dagini. —- Ci occuperemo da principio intor-
prima influenza su qualche funzione organi- no morti subitanee che cominciano
a quelle
ca essenziale, sulla circolazione, come in caso dal cuore indi intorno a quelle che comin-
;

di ferite, di rotture aneurismatiche del fcuore, ciano dal polmone; e per ultimo studieremo
e va discorrendo, sulla respirazione, come in quelle specie di morte che hanno principio
caso d’asfissia ec.queste funzioni allora ces-
,
ti al cervello. Nello studio di ciascuna di esse
seranno quasi sul punto e la vita animale sarà mostrerò da principio, come affetto uno di
egualmente d’ un tratto distrutta ;
ma in tal questi tre organi muojano anche gli altri, e fa-
caso pure sussisterà più o meno lungamente, rò conoscere in seguito quale sia il meccani-
come abbiam veduto, una parte della vita or- smo, pel quale deriva la morte di tutte le par^
ganica, per non estinguersi che gradatamente. ti da quella dell’organo affetto, Finalmente
«- Noi quindi non vedremo giammai un anima- determinerò, dietro i pri nei pi i che avrò espo-
le a sangue rosso e caldo vivere ancora fuori di sti,la natura delle differenti specie di quelle ma-

sè, allorché è già morto internamente. Per cui lattie, le quali sorprendono il cuore, il polmo-
la cessazione dei fenomeni organici sarà sem- ne, o il cervello.
pre un sicuro indizio della morte generale e un
dato certo per decidere della realtà di tal mor- articolo ii. —
dell’ influenza che la mor-
te, essendo rinterruzione dei fenomeni esterni TE DEL CUORE ESERCITA SU QÙELLA DEL
un. segno quasi sempre incerto. -Che se cer- — .

CERVELLO.
chiamo la causa di tale differenza intorno' al • •

modo con cui hanno fine accidentalmente le Sarà per me assai facile cosa il fissare
due vile, troveremo che essa dipende dalla chiaramente come si intrattenga tale influen-
za, dopo che avrò stabilito in qual modo l’a-
1
maniera con cui 1’ una influisce sull altra , e
dai legami, da cui sorto reciprocamente con- zione de! cuore sostenga quella del cervello. E
nesse, certo essendo che le loro funzioni, an- siccome nel nostro caso, la morte ha per ca-
corché per tanti caratteri distinte, s’incatena- gione la mancanza di quella causa che man-
no a -vicenda fra loro. — Questo modo d’ in- tiene la vita, così conosciuta questa, quella ap-
fluenza, questo legame fra ledue vite sem- pa rirà pei» sè stessa manifesta. Il cuore non —
bra specialmente esistere da una parte ira il può arresili cervello che in due maniere, per
cervello, per la vita animale, dall’ altra il pol- i nervi cioè e per vasi che intrattengono l’u4
i

mone ed
cuore per l’organica. L’azione del-
il nione fra questi due organi, quali non pos- i

F uno organi è essenzialmente


di questi tre sono altrimenti comunicare fra loro. E cosa
necessario a quella dei due altri, per cui se evidente però che nervi non costituiscono i

P una cessi intieramente, non possonole altre gli di quella connessione, di cui ora ci
agenti
continuare la loro attività e siccome es-si so- ;
occupiamo poiché il cervello opera bensì col
;

no Ire centri ai quali finiscono


i tutti i fe- mezzo loro sulle diverse parti del corpo, ma
nomeni secondari delle due vite, così questi queste non influiscono giammai col loro in te r-
si interrompono del pari inevitabilmente e ne mezzo sulle azioni del cervello se eccettuiamo
succede la morte generale. Hanno i fisiolo- — casi di simpatia; legato in fatti un fascio ner-
i

gì in ogni tempo conosciuto l’importanza di voso che si distribuisce ai muscoli volontari! ,

questo triplice centro e quasi tutti éhiama-


;
mentre cessano le funzioni di questi, per nul-
rono le funzioni da essi esercitate co! nome di la si alterano quellè*delJa massa cerebrale. —
funzioni vitali, perciocché da queste sembra Non è vero che la legatura di un nervo pro-
(

immediatamente dipendere la vita, la quale duca i suoi effètti soltanto sulla parte alla qua-
mostra relazioni assai più deboli con quelle le questo nervosi distribuiva mentre, in al- ;

che diconsi naturali ed animali. Credo perciò tra guisa, non si potrebbe spiegare il dolore
che dietro il finora esposto, si troverà di gran percepito e l’eccitamento spesso tanto forte da
lunga preferibile a questa la divisione da me produrre le convulsioni, anzi capace talvolta
adottata ; ma essa non merita di fissare la no- da cagionare la morte. Nota di Magendie.) —
stra attenzione sotto il punto di vista, che ora Per tale cagione io mi sono, dietro vari espe-
ri occupa. —
Vedremo in fatti che ogni spe- rimenti, assicurato che i fenomeni galvanici, i
INTOUNÒ AI-LA MORTE
quali con tanta energia si propagano dal cer- di sangue-di cui ciascuno costituisce il centro
vello verso questi organi, a cui si distribuii e l’ agente della impulsione.
scoilo i di lui nervi e lungo i quali, se posso determina come la Cessazione
§. 1. Si
così esprimermi, discendono, don rimontano delle funzioni del cuore a sangue rosso in
giammai in senso opposto. Armati per questo ter rompa quelle del cervello. — 11 ventrico-
un nervo lombare e muscoli degli arti su-
i lo e l’orecchietta a sangue rosso hanno mani-
periori, e fatte in seguito comunicare le due festa influenza sul cervello in grazia del san-
armature, nessuna contrazione si manifesta o gue che ad esso mandano per la via delle ca-
almeno questa sarà appena sensibile; se al con- rotidi e delle arterie vertebrali : e questo flui-
trario, lasciando Tannatura allo stesso nervo, do può, arrivando al cervello, eccitarlo in due
si trasporti l’altra ai muscoli degli arti infe- modi : cioè i.° per
la scossa che ti impri-
riori e se ne stabilisca la comunicazione, han- me ; per la natura dei principia dai quali
2 .°
no tosto luogo dei violenti moti convulsivi. è tal sangue costituito e pei quali è desso -di-
Ho pure potuto osservare che situando una stinto dal sangue nero. —
Riesce facile il pro-
piastra metallica sotto nervi lombari e un'al-
i vare che i movimenti del sangue comunicati
comunica-
tra sotto gli arti superiori, la loro al cervello valgono ad intrattenere la sua vita
zione, operata da un terzo metallo, determina ed energia. Per verificar questo metti allo sco-
l’azione degli arti inferiori sprovvisti d’ar- perto in un animale tale organo in modo che
matura, in tanto elle i superiori o restano inat- si possauo scorgere i suoi movimenti ; e ve-

tivi o si muovono debolmente. - Queste


— drai che questi si indeboliscono tosto dopa
esperienze sono applicabili più di tutto al cuo- legate le carotidi e l’animale vien preso da so-
re per rapporto al cervello; imperocché ìa se- pore: e se talvolta persistano tali movimenti
zione, la legatura, la compressione dei nervi come aU’ordinario, e non occorra alcuna alte-
Cardiaci, non solo non producono effetto sulle razione nelle principali funzioni cerebrali, ciò
funzioni di questo secondo viscere, ma nep- devesi ripeìere dalle arterie vertebrali, le qua-
pure modificano i movimenti del primo se li potino esattamente supplire alle arterie le-
non che indirettamente, come vedremo in se- gate; sempre però si osserverà una reciproca
guito. — Possiamo dunque stabilire essere i relazione tra l’energia vitale e P alternativo
tasi soli gli agenti esclusivi dell’ influenzi! del abbassamento ed innalzamento del cervello,
cuore sulla vita del cervello. Questi vasi, — — L’otturazione delle carotidi non è mai,
tome ognun sa, sono di due sorta, arteriosi generalmente parlando, seguita da pronta
cioè o venosi, a sangue rosso o a sangue ne- morte, potendo gli animali vivere qualche tem-
ro. 1 primi corrispondono al lato sinistro, se- i po anche senza la loro funzione. Ho infatti
condi al lato destro del cuore ed essendo la ;
potuto conservare per molti giorni in tale sta-
Ìoro' funzione assai differente, l’azione di una to alcuni cani che mi hanno in seguito servilo
parte di quest’ organo sul cervello non potrà per altre esperienze, benché due di questi ani-
essere eguale a quella dell’altra parte. Vedre- mali non abbiano potuto sopravvivere a que-
mo quindi, quale sia V azione dell’ una e del- sto stato più di sei ore. *—- Se dopo gli espe-
l’altra. —
Nominando queste due parti, io non rimenti, di cui si è ora parlato, leviamo una
userò T espressione comune di destra e sini- parte del cranio ad un altro animale e si in-
stra per distinguerle; ma piuttosto quella di tercetti il corso del sangue in tutti i vasi che
cuore a sangue rosso e di cuore a sangue vanno alla testa, occorre tosto di vedere ces-
nero. Ciascuno in fatti forma un organo iso- sato il movimento cerebrale e la vita d’ un
lato e distinto da qùello, a cui è sovrapposto, tratto sospesa. Possiamo dunque stabilire es-
potendo pur anco essere nell’ adulto l’un dal- sere una condizione essenziale per le funzioni
T altro disgiunto. Esistono, è vero, due cuori del cervello, la scossa generale ricevuta dall ar-
l’uno arterioso l’altro venoso; ma questi
4 rivo del sangue ma tale asserzione deve es-
aggettivi non bene convengono per indicarli:
;

sere appoggiata ad ulteriori piove. — I. Hav-

perche ambidue formano sistema e colle vene vi grande numero di compressioni , le quali
e colle arterie il primo colle vene
; di tutto il agiscono immediatamente, togliendo al cer-
corpo e colle arterie del polmone il secondo ,
vello la facoltà di obbedire a queste scosse.
colle vene di quest’organo e eoi gran tronco Perciò osserviamo soventi una raccolta puru-
arterioso di cui rami si distribuiscono a tut-
i lenta o sanguigna* una scheggi p ossea, e via
te le parti. Per un altro lato nè 1’ uno nè l’al- dicendo, interrompere tutte le funzioni rela-
tro di questi cuori sono esattamente posti a tive alla percezione, alla immaginazione, alla
destra o a sinistra, in avanti o in addietro, e memoria, ed allo stesso movimento volonta-
questa stessa denominazione non sarebbe ap- rio che se vengano tolte queste diverse cau-
plicabile agli animali. Quindi è, che a me sem- se di compressione, tutte le sensazioni sona
bra infinitamente preferibile la denomina- all’istante ristabilite. Riesce manifesto quindi.*
zione di cuore a sangue rosso e a sangue che il cervello non fu in tali casi disorganiz-
nero essendo questa dedotta dai due sistemi
,
zalo^ che esso fu soltanto compresso e portalo
INFLUENZA DELLA MORTE DEL CUORE
fuori <li poter essere eccitalo dal cuore.
stato <1 i un collo ravvicinamento de! cuo-
assai corto e
— (
Siccome non sappiamo assolutamente nul- re al cervello, corrispondono comunemente
la sullamaniera con cui produconsi nel cer- alla energia <1 questo. Così gli uomini, la di
i

vello fenomeni intellettuali, così non possia-


i cui testa è assai lontana dalle spalle, parago-
mo dire se la compressione si opponga al loro nati a quelli, in cui essa è a queste più vicina,
sviluppo facendo cessare il movimento di cui olirono qualche volta Io stesso fenomeno. —
l
1
organo è abitualmente agitato, impedendo Dietro tutti questi fatti possiamo senza tema
l’ arrivo del sangue arterioso, o finalmente d’errore stabilire la seguente proposizione,
in qualunque altra maniera che noi neppur cioè che uno dei mezzi pei quali il cuore a
sospettiamo. Nota di Magendie.) --Non credo sangue rosso assoggetta alla propria dipen-
necessario P addurre osservazioni intorno denza i fenomeni del cervello è riposto nel-
a questi casi, poiché ne troviamo un sufficen- l’abiluale movimento eh’ esso imprime a que-
te numero presso tutti gli autori che hanno st'organo. — Tal movimento differisce essen-
trattato delle ferite del capo. Mi accontente- zialmente da quello che pure prodotto dalla
rò quindi di far osservare che possiamo ar- stessa causa, si osserva negli altri visceri, co-
tificialmente produrre questi stessi effetti nel- me il fegato, la milza, e va parlando, quali lo i

nostre esperienze sugli animali , nei quali


le presentano in un modo poco sensibile, men-
compresso e liberato a vicenda il cervello , tre assai manifesto si riscontra nel cervello.
1
trovasi quest organo a vicenda nello stato Questo dipende da ciò che i grossi tronchi
di eccitamento o di sfinimento, secondo che arteriosi situati alla base del cervello, trovan-
viene con maggiore o minore facilità solleva- dosi fra esso e le pareti ossee del cranio, pro-
to e scosso dal sangue. —
11. Troviamo fra i
> vano nel momento in cui si raddrizzano una
rettili alcune specie nelle quali il cuore non resistenza, la quale ripercuote lutto il movi-
determina alcun movimevlo nella massa ce- mento sulla massa encefalica questa viene :

rebrale; il che ho più volte osservato nelle così sollevata da tale raddrizzamento, appun-
rane. In questi animali togliendo la parte su- to come succede «nelle diverse specie di tumo-
periore del cranio e ponendo perfettamente ri,, allorché passa fra essi e un piano assai re-
a scoperto il cervello, non si osserva in esso sistente una qualche considerabile arteria. Si-
il minimo innalzamento. In tale specie quin- mili esempi possiamo riscontrarli nei tumori
di, non che nelle salamandre, possiamo im- situati al collo sulla carotide, là dove questa
pedire ogni affluenza di sangue al cervello, arteria si appoggivi sulla colonna vertebrale ;
senza che per questo cessino le sue funzioni, in quelli situati agli inguini sulla arteria cru-
come avviene in tutte le specie di animali a rale, quando essa passi sopra l’arco osseo del
sangue rosso e caldo. Osserviamo pur pube dal che abbiamo dei motivi di ben esa-
;

anco in tali animali agire i muscoli volon- minare questi tumori per non confonderli col-
tari, gli occhi conservare la loro vivacità, l
1
aneurisma. — Nessun altro organo, eccet-
il tatto manifestarsi per qualche tempo anco- tuato il cervello, appoggia colla propria base
ra, benché sia strappato il cuore e legalo il sopra una superficie resistente analoga a quel-
doppio ramo, nato dalla grande arteria che la della parte inferiore del cranio e per ciò il
1
sorte dall unico ventricolo del cuore ; ( evvi movimento delle arterie che ad esso si por-
1
nell organizzazione di questi animali parago- tano, si perde nel tessuto cellulare e nelle par-
nata con quella dell’uomo tanta differenza, li molli circonvicine. Tal movimento quindi
da non potersi concludere dall 1 una all’altra , riesce nullo per questi organi, come si vede
specialmente per riguardo alle funzioni del nel fegato, nei reni, e simili, e come si vedrà
sistema nervoso. Si conosce la esperienza di ancora nei tumori del mesenterio, ed in tut-
Dumeril, in cui una salamandra visse molto ti quelli situati sopra le arterie che appoggia-
tempo dopo l’imputazione della testa e la for- no sopra dei muscoli o sopra degli organi di
mazione sul collo di una perfetta cicatrice che un tessuto molle e spugnoso. Osservere- —
doveva intercettare il passaggio dell aria nei 1
mo ancora, essere l
1
integrità delle funzioni
polmoni. Nota di Magendie. cosicché ho )
del cervello non solo dipendente dai movi-
potuto ripetere moltissime volte questi due menti comunicatigli dal sangue , ma ancora
modi di interrompimento della circolazione, dalla somma di questi movimenti che devono
ed ho sempre ottenuto il medesimo effetto sempre essere in una giusta relazione; rie-
per ciò che risguarda il cervello. III. Si — scendo essi o troppo deboli o troppo impe-
osserva in genere, come già fu da qualche tuosi diventano egualmente nocivi, il che sarà
medico notato che gli animali a collo lungo, dalle seguenti esperienze provato. —- I. Fatta
presso i quali è per tal causa il cuore più lon- una iniezione d acqua 1
in una carotide d 1
uri
tano dal cervello e questo con minore ener- cane, osserva che il contatto di questo flui-
si
gia ne è scosso, offrono una intelligenza più do non riesce funesto e l’animale vive anco-
limitata e le funzioni cerebrali sono in es- ra assai bene, se l’iniezione è stata fatta con
si mollo più circoscritte; mentre al contrario. molti riguardi; ma se essa viene spinta con
SU QUELLA el cervello 6*
impeto, tosto turba l’azione cerebrale e ben
si o lasua energia più necessaria, la prima e
soventi non si ristabilisce che difficilmente ;
la più forte scossa dal cuore
;
per cui possia-
quindi troviamo un rapporto Ira la forza di mo dal finora esposto conchiudere che 1’ in-
impulsione e Io stato del cervello poiché se si ;
terruzione dell’azione del cuore a sangue ros-
aumenti per poco questa impulsione, nasce so fa cessare quella del cervello e ne distrug-
lina pronta agitazione nei muscoli della faccia, ge i movimenti. —
Ma un tale movimento
degli occhi, e via dicendo, e ritorna la calma, non costituisce il solo modo d’influenza dii
se 1’ impulso è reso minore; ove esso sia por- primo secondo di questi organi poiché
sul
;

tato al più alto grado, ne segue come sicura se ciò fosse, si potrebbe injetlando dàlie caro-
conseguenza, la morte. 11. Per altra parte — tidi con un tubo biforcato un fluido acquoso
messo a nudo il cervello, ed aperta in seguito e con un’ impulsione analoga a quella che è
un arteria in modo da produrre un’ emorra-
1
naturale al sangue, si potrebbe, dico, scuotere
gia, si vedono movimenti del cervello dimi-
i l’organo e rianimare così le sue funzioni in-
nuire di mano in mano che il sangue perden- debolite. Spinti con egual forza il sangue ne-
dosi si porta a quest’organo con minor for- ro ed il sangue rosso, non avrebbero in tal
za, e cessare finalmente, allorché il fluido non caso un’ azione diversa sopra di esso, ciò che,
è più in quantità sufficiente. Nel medesimo tem- come vedremo in seguito, è manifestamente
po s’indebolisce e cessa in proporzione la stes- contrario alla esperienza. Ne segue perciò che
sa energia cerebrale, il che appare dallo stato il ventricolo e 1’ orecchietta a sangue rosso
degli occhi, del tatto, dei movimenti volontà- agiscono sul cervello anche in grazia del flui-
rii e simili. —
(Non è cosa rara veder malati do che vi mandano. Ma siccome il polmone
a serbare perfettamente intatte le loro facoltà forma il centro in cui si prepara il sangue ros-
intellettuali allorquando i movimenti del cuo- so, il quale attraversa il cuore senza provarvi
re sono tanto deboli, da non poter certamen- alcuna alterazione, così rimetteremo l’esame
te determinare, nella massa del cervello \e- della sua influenza sul sistema cerebrale all’ar-
run sensibile sentimento. Nota di Magendie) ticolo in cui tratteremo dei rapporti di que-
—Riesce facile dal fin qui detto il comprende- sto sistema col polmone.
re, perchè la diminuzione dei movimenti ce- Determinare come la cessazione
§. II.

rebrali accompagni sempre lo stato di pro- delle funzioni del cuo re a sangue nero in-
strazione, di languore, e via parlando, pro- terrompa quelle del cervello.
t

Ella è cosa —
dotto costante delle grandi perdile di sangue. assai rara che la morte generale cominci dal
— Si comprenderà pure facilmente dal sopra ventricolo ed orecchietta a sangue nero; poi-
esposto, perchè tutto il sistema arterioso del ché quasi sempre avviene che l’azione loro sus-
cervello sia da principio concentrato alla sua sista anche dopo cessata quella dellealtre parli :

base , prima di distribuirsi tra i suoi lobi ; e così allorché cessano esse d’agire, il cervello,
mentre i grossi tronchi venosi si osservano
r>
il cuoresangue rosso e il polmone hanno già
a
quasi esclusivamente alla convessità della sua interrotto loro fenomeni.
i Può ciò non —
-

superficie. Quest’organo presentando inferior- pertanto avvenire, che una ferita o una rottura
mente una minor superfìcie, è più suscettibile aneurismatica interrompano d’ un colpo le
,

di ricevere ivi 1’ influenza del moto vasco- contrazioni loro o almeno le rendano inutili
lare, di quello che lo propria conves-
sia alla per circolazione, in grazia dell’effusione del
la
sità, alla quale questo moto diffuso-di trop- sangue fuori delle vie della circolazione. In —
po, produrrebbe organo un effetto assai
sull’ questo caso il cervello diventa inattivo e muo-
meno sensibile. Dobbiamo aggiungere inol- re nello stesso modo con cui cessa d’ agire
tre che le parti tutte essenziali del cervello nei caso precedente; perchè le cavità a san-
trovami. sua base, per cui
riposte verso
la gue rosso cessando di ricevere questo sangue
siccome le questa parte riescono
Jesioni di non possono spingerlo .al capo quindi non :

:tutte mortali dovranno così le sue funzio- avvi più molo e in conseguenza non av vi più
ni essere ivi di assai più grande importanza. vita nella massa encefalica. -Un altro gene- —
Nella parte superiore, al contrario, anche ta- re di morte del. cervello succeder deve allor-
gliato , lacerato , e via discorrendo, questo

ché il ventricolo e 1’ orecchietta a sangue ne-
organo, la sua azione rare volte soffre delle ro non possono ricevere questo fluido tale ;

alterazioni, come viene provato dalle espe-, sarebbe il caso, in cui essendo legate tutte le
rienze.e dalla comune osservazione delle fe- giugulari, il sangue ristagni necessariamente,
rite del capo. — Ecco perchè quest’ organo ed anche rimonti nel sistema venoso cerebra-
i presenti da un lato un inviluppo pressoché le, per cui questo sistema s’ ingorga, e il cer-
i
impenetrabile agli agenti esterni, in tanto ohe vello cessa dall’ agire, perchè compresso dal
dall’ altro lato la volta che io protegge non sangue nero che rifluisce, e dal rosso che con-
oppone a questi agenti un ostacolo egualmen- corre nella sua sostanza. Ma io non mi fermo
te solido. Era adunque indispensabile che il su tale pomo, avendo non pochi autori isti-
:
cervello ricevesse là dove la vita è più attiva, tuite molte esperienze, e presentalo i loro ri-<
5/j Influènza della morte del coore

multati a ciò rei alivi. — Esaminerò piuttosto il che solo deve interessarci. 4-° Mi so-
fatto —
10 questo articolo ,
un genere di morte il no sempre assicurato, che allorquando un ani-
cui principio fu da molti considerato nel cuo- male perisce per l’ introduzione .dell’ aria in
re e particolarmente nella sua parte a san- una delle sue vene, il lato del cuore a sangue
gue nero, ma che piuttosto, come a me sem- rosso è come quello a sangue nero, pieno di
bra, dirige sua principale e forse unica in-
la un sangue schiumoso, misto di bolle d’ aria";
fluenza sul cervello. Voglio dire cioè di quel- e che le carotidi e vasi del cervello ne sono
i

la morte, la quale viene determinata dall’inie- egualmente pieni, per cui ha essa dovuto agire
1
zione deli aria nelle vene. Sappiamo in ge- — su quest’organo nello stesso modo che nelle
nerala, e già da gran tempo, che tosto che una due specie d’apoplessia artificiale e spontanea
quantità qualunque di questo fluido è intro- superiormente riferite. 5.° Se si spinga del- —
dotti? nel sistema vascolare, movimento del il 1’ aria in una delle divisioni della vena porta,

cuore si precipita, l’animale si agita, manda verso il fegato, essa non può che difficilmente
dei gridi di dolore, e preso da movimenti passare nel sistema capillare di quest’ organo;
convulsivi cade privo di vita animale, vivendo osci 11 quindi nei. grossi tronchi, non arriva
»

per qualche tempo ancora organicamente, che tardi al cuore, e 1’ animale, come ho po-
finché in breve cessa affatto d’ esistere ; che tuto osservare, non soffre che dopo un tem-
se cerchisi quale organo sia così prontamente po assai lungo, quegli accidenti che avvengo-
estinto dal contatto dell’aria, io dirò essere no prontamente allorché si faccia penetrare
11 cervello e non il cuore ;
e non interrom- questo fluido in una delle vene del gran siste-
persi circolazione se non perchè è già pri-
la ma, perchè allora il cuore la trasmette subito
ma sospesa l’azione cerebrale; della quale al cervello. —
- ( Allorquando s’ introduce aria
asserzione posso addurre prove seguenti* le nella vena porta, non solo non si se'orge ve-
1 Il cuore batte ancora qualche tempo in run accidente al momento della injezione, ma
1
questo genere di morte, dopo che la vita ani- eziandio non ne risulta d ordinario per l’ani-
male, e per conseguenza il cervello che ne male alcun effetto apparente. Non così avvie-
costituisce il centro, hanno
cessato dalla loro ne allorquando s’injejti aria nelle vene del
attività; ( questo fatto è inesatte, e la morte sistema generale, e la si spinga con tanta pre-
avviene all’opposto, pel cessare dei movimen- cauzione da non produrre subito la morte a
ti dei cuore. ventricolo destro si riempie di
II motivo della dilatazione del cuore. Gli effetti
aria che dilatata dal calore lo distende in mo- non si mostrano allora pel fallo altro che mol-
do da non poter più esso rinvenire so'pra se to tempo dopo ma riescono
della injezione ;

stesso. 11 movimento che agita talvolta tutto affatto diversi primitivi che
dagli accidenti
l’organo, devesi soltanto alle contrazioni del- abbiamo descritti. Siffatti sintomi consecutivi
ì’ altra metà del cuore che non trovasi mica della entrata dell’aria nelle vene sono, come
distesa dall’ aria. Nota di Magendìe.) 2. 0 in- osservò Nysten, il risultato dell ingorgamento
iettando dell’ aria nel cervello per mezzo di dei polmoni prodotto dall’ accumulamento
una delle carotidi, fio determinata la morte dèll’aria nelle ultime divisioni dell’arteria poi-»
con analoghi fenomeni, eccettuata l’agitazio- monare. L’ ambascia del respiro si appalesa
ne del cuore prodotta dal contatto d’ un cor- spesso dopo di una mezza giornata , diventa
po straniero sulle sue pareti, le quali vengo- sempre maggiore bronchi riempionsi di
,
i

no per ciò eccitate con maggior forza 3.° ;


liquido viscoso, e 1’ animale muore per solito
Morgagni cita diverse osservazioni di morti al terzo od al quarto giorno. Coll’apertura di
subitanee, la cui causa parve dipendere e- esso non si rinviene più aria nel cuore, uè en-
videnlemenle dalla ripienezza dei vasi san- tro vasi
i ma polmoni, anziché essere rosei,
; i

guigni del cervello prodotta che


dall’ aria, sono grigiastri, macchiati di bruno, ed ingor-
vi si spontaneamente
era sviluppata, e che gali «li molto sangue e di rauco spumoso.—
aveva* come egli dice, compresso colla sua ra- Credeva Boerhaave che la morte, la quale sus-
refazione l’origine dei nervi. Io dubito però segue alla injezione dell’aria, nelle vene, fosse
che tale compressione possa essere eccitata sempre dovuta, come essa lo è in tal caso, alla
dalla piccola quantità d’ aria spinta nelle ca- presenza dell’ aria che oppone nei piccoli vasi
rotidi, la quale valga a portare la morte del- un ostacolo meccanico al passaggio del san-
1’ animale : così dubito egualmente che tale gue venoso. Nota di Magendìe.) 6.° Questa —
compressione fosse reale nelle osservazioni ad- rapidità, colla quale sono in certe esperienze, |

dotte dal Morgagni benché tali osservazioni


; dietro l’introduzione dell’aria nelle vene, anni-
non siano per questo meno importanti. Non- chilate le azioni cerebrali,potrebbero far crede-
dimeno qualunque sia il modo con coi l’aria re con molti autori che questo fenomeno av-
porta la morte, essa è sempre da considerarsi venga nello stesso modo con cui esso si mani-
mortale allorché perviene al cervello , il che festa in una ferita del cuore, nella sincope, e si-
forma per noi il punto più essenziale, per cui mili, cioè a dire, perchè sospesa in un momento
trascurali do come ciò avvenga, considereremo l’azione del cuore dalla presenza dell’aria che ne
©U QUELLA D (il POLMONI 55
1
distende le pareli, non può più quest organo grossi tronchi venosi, da un’affezione del lato
comunicare il movimento al cervello. Ma con- a sangue rosso o delle grosse arterie, colpisce
tro questo osserveremo: i.°che ia più sem- diversamente il polmone.
plice inspezione basta per far conoscere la §. I. Determinare come V azione del
0
persistenza dei movimenti del cervello; 2. che polmone venga sospesa dalla cessata azio~
siccome questi movimenti sono prodigiosa- ne del cuore a sangue nero. li cuore a —
mente accelerati dal contatto del fluido stra- sangue nero non ha visibilmente alcuna in-
niero, così viene colla massima prontezza fluenza sui fenomeni meccanici del polmone ,
spinto il sangue spumoso attraverso il polmo- mentre esso concorre essenzialmente a pro-
ne, e per le arterie, sicché possiamo intendere durre fenomeni chimici, mandando a que-
i

questa rapidità con cui avvengono le lesioni st’ organo il fluido che deve trarre dall’ aria

cerebrali. 7.
0
—Se i! cervello cessasse d’agire dei nuovi principii, cedendo ad essa quelli di
per la mancanza dei movimenti del cuore, la cui trovasi soprabbondante. Allorquando il —
morte avverrebbe come nella sincope nelle , ventricolo e 1’ orecchietta del sistema a san-
grandi emorragie dell’ aorta, dei ventricoli, e gue nero, o qualcuno dei grossi vasi che con-
simili, cioè a dire senza movimenti convulsivi corrono alia sua formazione, sospendono le
ben marcati. Ora al contrario questi movi- loro funzioni, come succede dietro una ferita
menti sono spesso violentissimi appena dopo o dietro la legatura fatta nelle esperienze, i
l’iniezione, ed annunciano perciò la presenza fenomeni chimici sono di un tratto sospesi;
di un irritante sul cervello, il quale devesi ma l’aria entra ancora nel polmone per la
ammettere nell’aria che vi perviene. Con- — dilatazione e il ristringimento del petto. —
chiuderemo per ciò da! fin qui detto, che nel- Ciò non ostante niente succede al ventricolo
la mescolanza accidentale dell’aria col sangue a sangue rosso se qualche poco di sangue vi
:

del sistema venoso, il cervello muore pel pri- penetri per qualche istante, esso è nero non
mo, e morte del cuore è 1’ effetto e non il
la avendo subito alcuna alterazione. La sua quan-
principio di quella. Spiegheremo altrove co- tità è insufficiente per produrre il movimen-
me interrotta 1’ azione del secondo fra questi to cerebrale, quale allora va a cessare, man-
il

iorgani cessi il primo dall’ agire. cando T agente dell’impulso. Per questo si
sospendono pure, giusta quanto è stato detto,
articolo ni. —
dell’ influenza, che la mor- le funzioni de! cervello, in conseguenza
C 7
di che
te DEL CUORE ESERCITA SU QUELLA DEI esso non agisce più sui muscoli intercostali e
POLMONI. sul diaframma, i quali restano in quiete so-
spendendo l’esercizio dei fenomeni meccanici.
Costituisce il polmone la sede di due —
- Picco adunque come succede la morte dei
“specie di fenomeni assai fra loro distinti. I polmoni dopo quella del cuore a sangue ne-
;primi affatto meccanici sono relativi ai rnovi- ro ; essa accade in modo inverso alla mor-
iraenti d'innalzamento o di abbassamento dei- te del cuore a sangue rosso.
ile costee del diaframma, alla dilatazione od al §. II. Si determina come venga inter-
iristringimento delle vescichette aeree, ali’ en- Yotta V azione del polmone allorché cessi .

trata. od alla sortila dell'aria effetto di questi d' agire il cuore a sangue rosso. —- Se una
'movimenti. secondi puramente chimici si ri te-
I ferita interessi il ventricolo o 1’ orèechiella a
sriscono alle alterazioni diverse provate dal- sangue rosso, 1’ aorta o le sue maggiori di-
l’aria, ai cangiamenti di composizione nel visioni ; se viene a questa arteria applicata ar-
‘sangue, e simili. —
Queste due specie di fe- tificialmente una legatura, o se si rompa un
linomeni sono fra loro in una mutua dipenden- suo aneurisma, e simili, le funzioni del pol-
za, cosicché l’ istante, i il cui gli uni si inler- mone cessano nell’ ordine seguente: i.° Il
srompono, è sempre vicino a quello in cui gli cervello non riceve più impulsione 2.
0 ces-
;

:altri cessano di manifestarsi ; quindi avviene sano suoi movimenti ; 3 .° non esercita più
i

che senza fenomeni meccanici non po'treb- la sua azione sui muscoli ° cessa la con-
i
4 ;

1 bero esercitarsi chimici per mancanza di


i trazione dei muscoli intercostali, e del dia-
materiali ; come pure, mancando questi ulti- framma ;
sospendono fenomeni mec-
5 .° si i

mi, il sangue cessa, come vedremo, di essere canici. E* siccome senza questi non possono
un eccitante pel cervello, il quale allora più esercitarsi fenomeni chimici , così mentre
i

:non vale a dirigere la sua influenza sui mu- che essi nei casi enunciati finiscono per man-
scoli intercostali, e sul diaframma ;
essi pure canza di sangue, in questo cessano per man-
devono adunque perdere la loro attività, dal canza di aria essendo queste due cose egual-
,

«che vanno a cessare anche fenomeni mecca- i mente necessarie, ed essendo l’una inutile
mici. —
Queste due specie di fenomeni poi non senza 1 ’ altra. —
Tale è adunque la differenza
^cessano nello stesso modo dietro la morte del della morte del polmone dietro le lesioni del
cuore; imperocché secondo che questa nasce cuore ; giacché se questa risiede nel lato a
1 da una lesione del Iato a sangue nero o dei sangue nero, cessano dapprima i fenomeni
INFLUENZA DELLA MORTE DEL CUORE

chimici, indi meccanici; se essa in luogo nel


i cause*, movimento, 2. 0 dalla na-
cioè: i.° dal
lato a sangue rosso, la morie comincia dagli tura del sangue. Esamineremo per ora il pri-
«Itimi e termina dai primi. Ma siccome la cir- mo di questi due modi d’influenza , essendo
il secondo appartenente all’azione dei polmo-
1
colazione è assai rapida, così intervallò chel

passa tra 1’ interrompimento degli uni o degli ni. — Tanto nella vita animale, quanto nel-
altri riesce assai breve. l’organica, hanno le parti bisogno per agire
d’ un movimento abituale, il quale intratten-
ARTICOLO QUARTO. DELl’ INFLUENZA CHE LA ga la qual condizione è egual-
loro azione : la

MORTE DEL CUORE ESERCITA SU QUELLA DI mente essenziale alle funzioni /dei muscoli
TUTTI GLI ORGANI. membrane, e via
delle glandole, dei vasi, delle
dicendo. Ma questo movimento nato in parie
Divideremo questo articolo in due sezio- dal cuore, differisce essenzialmente da quello
ni, come già abbiam fatto dei precedenti ;
che il sangue comunica al cervello. Questo —
I' una ad esaminare come si in-
sasà destinata ultimo viscere obbedisce in modo assai sen-
terrompano le azioni tutte degli
organi, al- sibile all’impulso di totalità che solleva la sua
lorché cessi quella del cuore a sangue rosso ; massa polposa ò gli permette di abbassarsi du-
nell’altra cercheremo il modo d’influenza rante la intermittenza. Il movimento interno
della morte del cuore a' sangue nero su quella al contrario, il quale agita isolatamente cia-
di tutte le parti. scuna delle sue parti è assai meno sensibile, il
Determinare come la cessazione
§. 1. che dipende da ciò che i suoi vasi divisi all’in-
delle funzioni del cuore a sangue rosso in- finito prima nelle sue anfrattuosita, indi sulla
terrompa quella di tutti gli organi. -Tutte — pia madre, ne penetrano la sostanza con sole
le funzioni della macchina animale apparten- ramificazioni quasi capillari. Il movimento —
gono o alla vita animale od alla organica; per determinato dall’ arrivo del sangue negl» altri
cui devono esse distinguersi in due classi fra organi offre un fenomeno esattamente inver-
loro assai differenti. Esaminando ora quelle so : poiché nonosserva in essi alcun movi-
si
della prima, vedremo che
esse per la lesione mento di abbassamento o di innalzamento ;
dell’ orecchietta o del ventricolo a sangue ros- essi cioè non sono agitati da alcuna scossa ge-
so possono interrompersi in due modi; e pri- nerale, perchè, come già si disse , 1’ impulso
ma di tutto, ciò avviene perchè reso immobi- delle arterie si perde nelle parti molli vicine ,
le il cervello, diventa esso inattivo , e non è mentre al cervello viene a questo viscere ri-
più capace nè di ricevere le sensazioni,' nè di percosso dalle parti dure sottoposto Negli al-
esercitare la propria influenza sugli organi lo- tri organi al contrario avviene, che in quasi
comotori e vocali. —
Deve quindi un tale or- tutti insinuandosi i vasi in tronchi considera-
dine di funzioni in questo caso sospendersi , bili, dividendosi assai prima di giungere ad
siccome quando la massa encefalica ha pro- essi, la loro pulsazione vi fa nascere delle in-
vato una violenta commozione, da .cui sia sta- testine agitazioni, delle parziali oscillazioni ,
ta la sua azione distrutta per cui intende- delle scosse proprie a ciascuno dei lobi, degli
:

remo come possa una ferita del cuore, la rot- strati o delle fibre, dalle quali risultano. —
tura di un aneurisma, e simili, togliere ad un Questa differenza nel modo di distribuzione
tratto i nostri rapporti cogli oggetti estèrni. dei vasi apparirà assai evidente paragonando
— In quegli animali poi, il cui cervello non il modo con cui il cervello per una parte, il
ha bisogno per agire di ricevere dal sangue fegato, la milza, i reni, i muscoli, la pelle, e
una scossa abituale, quasi) nulla si osserva la via dicendo, per l’altra ricevono il sangue
dipendenza tra i movimenti del cuore e le rosso, destinato al loro nutrimento. — Ed era
funzioni della vita animale. Perciò ancorché poi necessario che il cervello fosse dagli altri
si strappi ad un rettile il cuore o si leghino i organi distinto pel movimento di totalità che
grossi vasi di questo vivrà esso ancora lun-
,
gli imprime l’arrivo del sangue, perchè, chiu-
go tempo per gli oggetti che lo circondano , so esso in una scatola ossea, non è come quelli
cioè a dire, locomozione, le sensazioni, esi-
la soggetto a mille altre cause d’ agitazione ge-
mili, non saranno
sul punto sospese come av- nerale. —
In conferma di che osserveremo:
viene nelle specie a sangue rosso e caldo. essere tutti gli organi vicini ad un gran nu-
E supposto ancora, che dietro le lesioni del mero d’ agenti destinati a supplire all’ impul-
cuore a sangue rosso il cervello non interrom- so, che loro manca per parte del cuore. Tro-
pa le azioni sue, la vita animale andrebbe viamo in fatti nel petto l’alternativo molo di
egualmente a perire, benché più tardi im- : elevazione e di abbassamento degli intercosta-
perocché dobbiamo riconoscere qual causa li e del diaframma, non che la dilatazione e
necessaria per l’esercizio di questa vita V ec- Io stringimento successivo risiedenti nel cuo-
citamento de’ suoi organi, indotto dal sangue re e nei polmoni ; troviamo nell’ addome l’a-
che ad essi si porta. Tale eccitamento poi è gitazione continua prodotta sulle pareti addo-
qui pure, come altrove, dipendente da due minali dalla respirazione, lo stato continua-
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI 5^

mente variabile dello stomaco, delle intestina, quale succede allorquando impedita la circo-
della vescica, che a vicenda sono o distesi, o lazione in un membro, il .sangue rosso non si
contratti su loro medesimi non che il rimo- ;
distribuisce più alle sue parti, le quali ven-
vimento dei visceri liberi, continuamente pro- gono dapprima prese dalla insensibilità e dal-
dotto dalle diverse nostre posizioni final- ;
la paralisi poco dopo dalla cangrena. Di
,
e
mente troviamo nelle membra la loro flessio- questo fenomeno abbiamo frequenti esempi
ne ed estensione, l’adduzione ed abduzione, nell’ operazione dell’ aneurisma e può osser- ;

l’elevazione ed abbassamento, quali moti i varsi ancora in molli esperimenti espressa-


occorrono ad ogni istante tanto per la loro to- mele animali viventi,
instiluìli lu
sugli —
talità, quanto per le diverse loro parli. Ab- questi casi influisce senza dubbio particolar-
biamo adunque cause moltipltei permanenti mente la mancanza d’azione, dipendente da-
di movimento, le’qua'i equi valgono per man- gli elementi che compongono il sangue rosso

tenere la vi(a di tutti gli altri organi, a quel- e Io distinguono dal nero; ma non è meno

le dipendenti dal sangue che perviene al reale il diletto d’azione per la deficienza del
cervello.—- Non pretendo perfidi escludere movimento intestino, che il sangue comunica
affatto quest.’ ultima causa di eccitamento ne- alle parti. — Nè
possiamo ammettere come
cessario ajla vita (le^li organi la quale può ,
causa dei fenomeni, che succedono all’ oblite-
essere verisimilmente congiunta a quella or rarsi di un’arteria, cessazione della nutri-
la

ora esposia ; e perchè la


intenderemo così zione imperocché il modo lento e graduato,
;

maggior parte dei visceri ricevano al pari insensibile, con cui questa funzione si esegui-
del cervello il sangue, rosso dalla propria sce; non si accorda visibilmente colla loro in-

superficie concava, come si osserva nei re- vasione pronta e subitanea, specialmente ri-
ali,
-
nel fegato, nella milza, nelle intestina, e guardo alle funzioni della vita animale, le
simili.Per tale disposizione avviene che l’im- quali sono in un arto distrutte nello stessa»
pulsione del cuore meno diffusa è più facil- momento, in cui non vi perviene più sangue;
smente risentita benché ciò non sia se non non altrimenti che esse cessano all’ istante, in
;

che una condizione accessoria all’ in tra (leni- cui tagliati i nervi, 1’ arto è privo delia loro
mento. delle funzioni. — Per tutte le cose fin influenza. —
Oltre alle cause già addotte, le
qui dette, siamo in diritto di poter aggiun- quali al cessare dell’azione del cuore, sospen-
gere un’ altra ragione alla sopra esposta, on- dono in generale tutte le funzioni animali ed
de stabilire come cessata 1’ azione del cuore a organiche, un’ altra pure ne riscontriamo.che
sangue rosso, debbano interrompersi le fun- risgua-rda il maggior numero di queste ulti-
zioni tulle della vita animale Ma, essendo tale me cioè nutrizione, l’esalazione, le secre-
la

’ragione comune sì alla vita animale, che alla zioni e la stessa digestione, eseguita solo per
organica,, possiamo* anche da questa comincia- oftfra di fluidi segregali. Essa consiste nella
sre a spiegare lo stesso fenomeno: ed ecco quale
mancanza dei materiali necessari al mantene-
iragioneessa sia. —
i.° Il movimento intestino, re in esercizio le dette funzioni, per cui devo-

«iato in ciascun organo delle due vite dal mo- no queste necessariamente cessare. Il loro fine
do di distribuzione arteriosa , essendo allora però non avviene che lentamente e ciò perchè
totalmente sospeso, cessa in questi organi ogni esse traggono propri materiali, non dalla
i

eccitamento e con esso di conseguenza, anche circolazione generale, ma dalla capillare, per-
Ha vita : 2.
0 essi non hanno più vicino a sè chè sottoposta alla sola influenza delle forze
ile cause' di scuotimento generale: poiché contrattili insensibili della parte in cui è ese-

quasi tutte queste cause dipendono da movi- guita ;


essa indipendentemente dal
si esercita

aneliti a cui presiede il cervello: tali sono quel- cuore, come può maggior
osservarsi nella
H j della respirazione, della locomozione delle parte dei rettili, nei quali, ancorché quest’or-
mae rubra, òcchio, dei muscoli sottocuta-
dell’ gano sia tolto, il sangue oscilla per qualche
nei. eli quelli- del basso ventre, e simili. E sic- tempo ancora nei piccoli vasi. Kiesce quindi
come il cervello rendesi inerte e cessano affat- manifesto, che tutta la porzione di questo
to suoi movimenti tosto che non riceve più
i
fluido, la trovava nel sistema capillare
quale si

ssangue da! cuore ; così viene pure tolto P ec- al momento dell’ interruzione della circola-

citamento che esso estendeva agli organi vi- zione generale, deve servire ancora qualche
cini. -—
Da ciò ne segue, che il cuore esercita tempo a queste diverse funzioni, le quali per

sui diversi organi due modi d’influenza, uno i conseguenza termineranno gradatamente.
diretto e senza intermezzo 1’ altro indiretto
;
Ecco adunque in generale, come 1’ annichila-
se per l’azione intermedia del cervello, per mento delle funzioni tutte sopravvenga alla
interrirzione di quelle del cuore. Nella vita •

x'ui la morie di questi organi dietro la lesione


di quel viscere avvienee mediatamente ed im- animale ciò avviene i.° perchè tutti suoi or- i

mediatamente. Occorre pur anco di osser- gani non sono più internamente eccitali da?
vare qualche volta degli esempi .di morti par- sangue, ed esternamente dal movimento delle
ziali analoghe a questa m Di'ti generale, la parti vicine ;
a.° perché il cervelli mancando
Janeiri Mtui.
* 8
. 4*
58 INFLUENZA DELLA MORTE DEI, CUORE
egualmente di cause eccitanti non può più ai quali è abitualmente portato il sangue dalle
comunicare la sua influenza ad alcuno di que- arterie, godono della vita ad un grado tanto
sti organi. — Nella -vita organica poi la causa più elevato, quanto maggiore è la quantità di
della interruzione de' suoi fenomeni dipende** questo fluido, come l’osserviamo non solo nei
rà in tal caso : i.° come nella vita animale, muscoli, ma ancora nel glande, nei corpi ca-
dalla mancanza d’ eccitamento
interno ed vernosi, nel capezzolo delle mammelle al mo-
esterno pe’ suoi visceri ; 2. 0 dal difetto dei mento della loro erezione, e simili, come os-
materiali necessari alle diverse funzioni di serviamo nella cute della faccia sotto le vive
questa vita, straniere affatto all’ influenza del passioni, le quali la colorano e ne gonfiano il
cervello. —
Molte altre osservazioni poi con- suo tessuto; come osserviamo nelle funzioni
corrono colle già esposte a provare e la real- cerebrali, le quali si esaltano allorché il san-
tà dell’ ecci/a mento degli organi indotto dal gue si dirige con impeto alle parti interne e
movimento loro impresso dal cuore o dal si-- simili. —5 .°
Nello stesso modo, in cui tutto
sterna vascolare e la realtà della causa asse- ciò che accresce ciascuno dei fenomeni della
gnata alla loro morte , allorché cessi tale vita in particolare, determina sempre un au-
eccitamento , delle quali qui ne presentere- mento locale nella circolazione, avviene pure
mo alcune. —
i.° Gli organi, i quali non ri- che allorquando si esalti il complesso di qhe-
cevono sangue, masono soltanto penetrati dai sti fenomeni, tutto il sistema circolatorio pro-
fluid.i bianchi, come i capelli, le unghie, i peli, nuncia assai più la propria azione. CosTTtwiia-
le cartilagini, tendini, e simili, godono di
i mo, l’uso degli .spiritosi, degli aromi e
.che
una vitalità meno manifesta, e di un 1 azione simili,ad una certa dose è momentaneamente
meno energica di quelli, nei quali questo flui- seguilo da una energia generalmente accre-
1
do circola o per l influenza del cuore, o per sciuta e nelle forze e nellar circoldzione, e hon
quella delle forze contrattili insensibili della altrimenti che gli accessi di una febbre ar-
parte medesima. 2.
0 —
Allorché l’infiamma- dente raddoppiano, ed anche triplicano l’ in-
zione determini il sangtfe a portarsi acciden- tensità della vita. — In queste considerazioni
talmente negli organi bianchi, questi ricevo- io non ho riguardo se non se ai movimenti
no nello stesso tempo un tale aumento di vita, che il sangue comunica agli organi e faccio ;
ed una tale soprabbondanza di sensibilità, che astrazione dall’eccitamento prodotto in essi
vengono spesso portati, per riguardo alle for- dalla natura di questo fluido, dal contatto dei
ze, al livello di quelli, i quali ne sono nello principi^ che lo rendono rosso o nero poi- ;
stato ordinario, dotati al più alto grado. 3 .° ché fisserò altrove su questo soggetto l’atten-
Nelle parti in Cui il sangue penetra abitual- zione del lettore. —
Porrem quindi fine a que-
mente, P infiammazione aumenti la quan-
se ste riflessioni, quali bastano a sempre più
le
tità di questo fluido, se una preternaturale convincerci di quanto il sangue col pervenire
pulsazione indichi un aumento nell 1 impeto semplicemente agli organi, e indipendente-
del suo corso, si manifesta sempre un esalta- mente dalla materia nutritiva che adessi por-
mento fenomeni della vita; questo
locale nei ta, sia necessario alla energia della loro azio-
cangiamento di forze precede, è vero, nei due ne, e quanto per Conseguenza la cessazione
casi enunciati, quello della circolazione; ma delle funzioni del cuore debba influire pron-
ciò avviene perchè ècondizion necessaria, on- tamente sulla loro morte.
de il sangue si pòrti in maggior copia ad una
parie, che organica sensibilità|veng.a
la di essa articolo quinto. —
dell’ influenza che la
prima esaltata. L’eccesso del sangue però, che MORTE DEL CUORE ESERCITA SULLA MORTE
ad essa vi perviene, è quello che in seguito vi GENERALE.
sostiene le forze in quei grado preternatura-
le furono prima portate
a cui sicché esso : Ogni volta che il cuore cessi d'agire, suc-
forma l’eccitante continuo di queste forze; cede la morte generale nel modo seguente
,
imperocchè anche nello stato ordinario richie- cioè: cessa da principio l’azione cerebrale per
devasi pure una determinata quantità di que- mancanza d’ eccitamento * dietro questo ven-
sto fluido onde sostenerle nel grado stabilito gono di necessità sospese le sensazioni, la lo-
dalla natura. Ma essendo tale grado allora ac- comozione e la voce, le quali trovatisi sotto
cresciuto del doppio, ed anche del triplo e si- l’immediata dipendenza dell’organo encefa- <

mili, fa pur bisogno che eccitante sia egual-


1

lieo. li gli organi pure di queste funzioni ces-
mente raddoppialo, triplicato, e via dicendo; serebbero d’ agire per mancanza dell’ eccita- 1

imperocché nell’ esercizio delle forze vitali si mento prodotto dal sangue, anche supposto 1

riscontrano sempre queste tre condizioni, cioè che il cervello restasse illeso ed esercitasse
, ì

là facoltà inerente all’ organo, V eccitante che arteora su essi da propria influenza. Tutta la
gli è straniero, e F eccitamento che risulta dal vita animale è dunque prontamente distrutta;
mutuo loro contatto. —
per questa cau-
/j.° K sicché l'uomo, al momento della morte del suo
|

sa ’senza dubbio, che in generale gli organi cuore cessa d’esistere per tutto ciò che lo 1
SULLA MORTE GENERALE -’9

circonda» In questo stesso tempo la respi-r stezza, alla vista di un oggetto che lo colpisce
1 1
razione produce interruzione della vita or-
I di spavento, d un nemico, la cui presenza
1
ganica, che già ha comincialo a sospendersi lo agita di furore, d un rivale, di cui succes- i

nella circolazione.; imperocché non avvengo- siirritano la sua gelosia, e via dicendo. In
no più fenomeni meccanici nel polmone dal- questi casi tutto il cuore cessa i! primo dafl’a-
1’ istante., in cui il cervello ha cessato d’agire, gire e ia sua morie trae seco successivamen-
essendo da questo dipendente il diaframma e te quella degli altri organi; e perchè la pas-
i muscoli intercostali.. Ànché fenomeni chi- i sione lui sopra di lui particolarmente diretta
mici devono essere sospesi tosto che il cuore la sua influenza, anche il suo moto è pel
non è più 'capace di ricevere e di mandateci primo sospeso, ma ben tosto ne segue V im-
materiali necessari alla loro produzione; di mobilità di tulle le altre parli. Tulio que- —
modo che questi ultimi fenomeni sono, nelle sto ci porta a fare alcune considerazioni in-
lesioni del cuore, interrotti direttamente, men- torno alla sincope, la quale presenta in minor
tre primi lo sono indirettamente e soltanto
i grado lo stesso fenomeno che accennate
le
per r intermezzo del cervello. Segue po- — specie di morti subitanee ci offrono in un gra-
co a poco in modo gradualo la morte genera- do eminente. — Cullen
a due capi riferisce
le per la interruzione delle secrezioni, delle generali le cause di questa affezione ; delie
esalazioni e della nutrizione. E quèst' ultima
1
quali le une esistono secondo lui nel cervello,
termina primieramente in quegli organi, i le altre nel cuore. Annovera fra le prime le
1
quali ricevono abitualmente del sangue rosso; vi ve affezioni dell animo, le evacuazioni di-
essendo in questi assai più necessario al man- verse, e simili ; ma è facile il provare che la
tenimento di tale funzione i’ec'ci lamento pro- sincope, la quàle succede alle passioni , non
dotto dall arrivo di questo fluido, mancando
1
affetta che secondariamente il cervello, e che
il quale, essa pure deve cessare. Nelle parti sempre cuore, interrompendo il primo le
il

bianche al contrario tale' funzione diminuisce sue azioni, determina colla sua morte momen-
e cessa a gradi a gradi, perchè meno soggette tanea la mancanza d azione del cervello. E
1

1
all influenza del cuore, risentono più tardi perchè non rimanga alcun dubbio intorno a
gli effetti- della sua mancanza. 'Avviene un tal punto, addurrò le seguenti considera-
però in tale successiva terminazione degli ul- zioni. —
i.° fio provato all articolo delle pas-
1

timi fenomeni della vita interna, che le sue sioni, che èsse giammai dirigono sul cervello
1
forze sussistono ancora per qualche tempo ,
la loro influenza ; che quest organo è da esse

allorché già sono cessate le sue funzioni ; e messo in azione iù un modo secondario ; che
così sopravvivono ancora ai fenomeni digesti- lutto ciò, che risguarda le nostre affezioni mo-
vi, secretorii, nutritivi,,e simili, la sensibilità rali, appartiene alla vita organica, e simili. —
organica sensibile 0 Le sincopi prodotte dalle vive emozioni
organica e la contrattilità 2.

ed insensibile. — Ma
perchè mai persistono sono nei loro fenomeni perfettamente eguali
1
per qualche tempo ancora le forze vitali nella a quelle che nascono dai polipi , dall idrope
vita interna, mentre nella 'esterna quelle che del pericardio, e simili, per cui siccome in
le corrispondono, la sensibilità, cioè, e Con- queste ultime la primaria affezione trovasi nel
trattilità appartenenti a questa vita vengono cuore, così dovrà pure essere lo stesso per le
subitamente estinte ? Ciò è perchè l azione di
1
altre. —
3.° Noi sentiamo T ambascia che ac-
sentire e di muoversi organicamente non compagna la sincope, nel momento in cui
suppone l’esistenza d’ un centro comune; questa si manifesta, non già al cervello ma alle
mentre al contrario per muoversi ed agire regioni dei precordii Ed osserva ancora .

animalmente, è necessaria l’influenza cerebra- l’attore, che rappresenta sulla scena questa
le. Per ciò essendo estinta l'energia del cer- morte momentanea egli porta, nel lasciarsi ,

vello tosto che il cuore non


è più in azione , cadere, la sua mano al cuore, non già al capo
deve nel medesimo punto cessare ogni senti- per esprimere il turbamento ehe J
1
agita. —
mento e movimento esterno. — Coll -
1
o.rdine /|.°Le passioni vive che hanno p^dotto la
esposto adunque si seguono fra loro
i feno- sincope sono seguite non già. dalle malattie
meni della morte generale portata da una,
del cervello, ma
da alterazioni del cuore: per
rottura aneurismatica, da una ferita al' cuore, cui niente avvi di più comune «lèi vizi orga-
o ai grossi vasi, da polipi formati nelle loro nici di questo viscere prodotti dalle afflizioni
cavità, da legature loro applicate artificial- esimili. E le diverse pazzie cagionate dalla
mente, da una compressione troppo forte, slessa causa riconoscono il più soventi il loro
esercitata sovr’ essi da certi tumori, dagli a- centro principale in qualche viscere dell’ epi-
scessi delle loro pareti, e via dicendo. In — gastrio profondamente affetto, sicché il cer-
questo stesso modo pure noi moriamo» dietro vello non cessa che per contra-colpo di eser-
le vive affezioni dell’ animo. Spira un uomo citare regolarmente le. sue funzioni.— 5.° Pro-
alla nuova d’un evenimento, che lo -trasporta verò in seguilo, che il sistema cerebrale non
di gioia o lo immerge in una spaventevole tri- esercita alcuna diretta influenza su quello del-
60 INFLUENZA DELLA MORIE DEI- CUORE
la circolazione ;
che non •
-avvi alcuna corri- cui arrivo non gli è più intei'detto; abbando-
spondenza due sistemi che le alte-
tra questi ;
na esso in parte quelli de! cervello, e tale istan-
razioni del primo non portano punto analo- taneo mutamento nella circolazione dell’ or-
ghe affezioni nel secondo, intanto che quelle gano determina la sincope. Se all’ opposto lo
del secondo modificano in modo necessario la spandimento siasi formalo sotto dell’ arenoi-
vita del primo. Togli in fatti ogni comu- de, o, per parlare più correttamente, se la
nicazione nervosa che unisce il cuore co! cer- quantità del liquido cefalo- rachidico che sem-
vello e la circolazione persisterà' come all’or- pre vi esiste si trovi considerabilmen te au-
dinario ma dal momento in cui trovasi in-
;
mentala come nella spina bifida, allorquando
tercetta la comunicazione vascolare, la quale si. evacui il liquido colla puntura, i vasi del
tiene il cervello sotto l’impero de! cuore, ces- cervello trovatisi ad un tratto liberati dalla
sano tosto fenomeni cerebrali.
lutti i 6.° Se — pressione alla. quale erano sottomessi, ed il
l’influenza delle passioni non è portata al gra- sangue che dapprima era costretto refluire
-

do di sospendere in un colpo il movimento verso le parti inferiori, vi si precipita con


del cuore e di produrre in conseguenza la impeto; il cambiamento, è, come scorgesi, in
sincope hanno luogo frequentemente le
,
direzione inversa del precedente, tua il risul-
palpitazioni ed altri irregolari movimenti. tato è lo stesso. Tuttavia la sincope non pro-
Quindi è che la sede di queste alterazioni se- viene già soltanto dalla mancanza di pressio-
condarie trovasi costantemente al cuore e non ne, ma sembra che il liquide cefalo-racbidi-
mai al cervello poiché esso solo ci si mostra
;
co, colla sua chimica composizione,' produca
affetto laddove si possa tale affezione distin- sulla superficie del cervello e su quella della
guere, non cessando allora tutti dall’agire, co- midolla' allungala 'un eccitamento necessario
me succede nella sincope. Conchiudiamo — per Tadempimento delle funzioni cerebrali.
adunque da tutte queste considerazioni, che Nota di Magendie r ) — l e sincopi portale dagli
nella sincopela sede primitiva del male èsempre odori, dalle antipatie, e simili, sembrano of-
riposta nel cuore, che quest’organo non cessa frile ne’ loro fenomeni lo stesso andamento ,
già dall’ agire per l’ interrotta .azione del cer- benché il loro carattere sia più diffi ilmente
vello ma che questo piuttosto muore perchè
; riconoscibile. —
Stabiliremo pergiò uria gran-
più non riceve dal primo il fluido che lo ec- de differenza tra la sincope, I’ asfissia e l’apo-
cita abitualmente, e che 1’ espressione vvdgare plessia ; nelle quali la morte generale comin-
di mal di cuore iqdica con esattezza la natu- cia per la prima dal cuore, per
seconda dal la

ra di questa malattia. —
Sarà quindi la suc- polmone, per la terza dal cervello. D’ordi- —
cessiva affezione degli organi mai sempre nario però la' morte, la quale tien dietro alle
-

eguale, sia ciré la sincope dipenda da un po- diverse malattie, concatena questi diVersi fe-
lipo, da. un aneurisma, e simili, o eh’ essa sia nomeni fra loro e la morte dàlTuno di questi
effetto, d ulia viva passione, sotto la quale mo- tre organi estende agli altri due, indi a tut-
si

riranno essi sull’istante, -siccóme abbiano dello te le altre parti per cui o cessi prima la cir-
;

eh’ essi periscono istantàneamente dietro una colazione o la respirazione, o l’azione del cer-
ferita del cuore, una legatura all’aorta, e si- vello. devono necessariamente sospendersi an-
mili. — Non diversamente avvengono le sin- che le altre funzioni. In queste morti però
copi dalle evacuazioni di sangue, di pus, di ra tè volte avviene che .il cuore cessi il primo
acqua, e simili, nelle quali il cuore affetto sim- d’agire, benché possa ciò talvolta accadere,
paticamente cessa d’agire : dal che il cervello siccome osservatisi nei lunghi, dolori , nelle
deve tosto interrompere la sua azione per grandi suppurazioni, nelle perdite d’ umori,
mancanza eccitamento.
d’ La sincope av-•
— ( nell’idropisia, in certe febbri, nella eangrena,
viene in tal caso perchè effettuasi un subita- e simili, nelle qua'i tutte si in nifeslano a di-
neo cangiamento nella circolazione del cer- ili cui se una più
versi intervalli delle sincopi,
vello, nella pressione alla quale è desso sotto- veemente sopraggi unga, non può essere dal-
posto, ne” eccitamento che ricevè dal sangue l’ammalato sostenuta ed egli deve ad essa ,

internamente, ed esternamente dal liquido soccombere. Iti tal caso, qualunque sia la par-
cefalo-spinale; ma siffatto cambiamento diffe- te dell’ economia alterata, qualunque sia il \i-
risce giusta la sede in cui formossi la effusio- scere ammalalo, fenomeni della morte., co-i

ne ; se questa sia nelt* cavità peritoneale, la minciando dal cuore, si succedono e s’ incate-
pressione in èssa esercitala, angustia la circo- nano nel modo già esposto per quelle morii
lazione in tutti gli organi addominali ; l’aor- subitanee, le quali riconoscono il loro princi-
ta discendente trovasi compressa ed il sangue pio nelle lesioni di quest’organo. In tutti —
ricalcalo verso le parti superiori, si accumula gli altri casi il cuore finisce le sue funzioni
nei seni e nei vasi del cervello. Laddove il dopò le altre parti, esso cioè è /’ ultimum mo-
fluido evacuato colla, puntura, l’equilibrio
sia
si riordina nelle diverse parli del sisiema va-
ri ens . — Troveremo, generalmente parlando,
essere cosà assai più comune, che. nelle malat-
scolare, il. sangue si precipita in tali vasi il tie sì acute, che croniche, il petto perda pel
,
Si f.T.A MORTE G N R ATS i£ di
primo In facoltà «Iella sua- azione, c che la mor-
]
te rio io amboper un trailo considera-
i lati
te cornim dal polmone piuttosto che dal cuo-
i quale
bile, «bilia determina un pronto av-
si

re o dai cervello. ->Per cpiesto accade costan- vizzimento; la sezione della midolla spinale
temente- che allorquando la sincope metta line a cui lien diètro la pronta paralisi degli inter-
ni e diverse malattie, i! cadavere offra i pol-
I diaframma una forte compres-
costali e del ;

moni in uno vslato di quasi perfetta vacuità, e sione contemporaneamente esercitata e sul
non più ingorgati di sangue e se alcun vizio ; torace e sidìe pareti addominali, dalla quale
non esisteva in essi prima della morte, tro- ne seguirebbe una eguale impossibilità per la
vatisi talmente avvizziti, che più non occupa- dilatazione. tanto secondo il diametro trasver-
no che una parte della cavità toracica, 'presen- sale, quanto secondo il perpendicolare;
la
tando ancora il colore loro naturale. La ra- — pronta iujezione di u.na grande quantità di
gione di questo fatto anatomico -è assai sem- fluido nella cavità toracica, esimili, because
plice circolazione la quale è stala d’ mi
;
la poi, le quali dirigono la loro prima influenza
colpo interrotta e non fu gradatamente inde- sui fenomeni chimici, sono 1’ asfissia per la
bolita, non ha avuto il tempo
empire vasi di i mancanza d aria, pei diversi gas, per lo stroz-
del polmone, siccome -succede allorché la mor- zameli lo, per la sommersione, 'pel vuoto pro-
te generale cominci da questo viscere ed all- dotto da qiialsisia causa, e sìmili. Esamine- —
eile dal cervello, come vedremo. Ho. già fatto, remo adunque come, nell’uno che nell’ al-

in conferma di questo un gran numero di os- tro genere di morte dei polmone, av-venga
servazioni sopra molti individui, nei quali ho anche quella del cuore.
trovalo polmone nello stato di vacuità ac-
-il 1. Determinare come il cuore cessi
§
cennata, e dei quali seppi essere terminata la di agire dietro i interruzione dei fenomeni
vi.ta con una sincope. Possiamo in genere— meccanici del polmone. —
•L’interruzione
considerare questa vacuità del polmone come dell’ azione dei cuore non può succedere a
un fenomeno universale, ogni -volta che la quella dei fenomeni meccanici del polmone
morte cominci dal cuore o dai grandi vasi, che in due maniere i.°, direttamente, perchè
purché essa sia stata subitanea Ciò in fatti il sangue trova allora in quest’organo un rea-

occorre dietro grandi emorragie da ferite ,


le ostacolo meccanico alla sua circolazione ;
dietro rotture aneurismatiche, dietro violenti 2 .° indirettamente, perchè «essala Fazione
passioni, e simili. Questo stesso fenomeno si meccanica, il polmone non riceve più l’ali-
osserva nei cadaveri di persone decapitate, e mento necessario pe’suoi fenomeni chimici, il
negli animali che si uccidono nelle nostre ma- cui bue è quello di determinare prima di
cellerie per ciò il polmone di vitello, che
;
ogni altro il fenomeno della contrazione del
serve alle nostre mense, è sempre in questo cuore. —11 primo modo d’ interruzione ne'la
stato d’avvizzimento e non mai infiltrato di circolazione polmonare fu da tutti i fisiologi
sangue. —
Si potrebbe quindi, facendo perir ammesso; imperocché hanno essi consideralo
lentamente Pan ima le per la morte p.o buona re, incapaci vasi ripiegali sopra sè medesimi di
i

rendere quest’organo zeppo di sangue, e far- trasportare il sangue a cagione dei nume’rosi
gli prendere un gusto affatto diverso del na- attriti, che questo fluido deve provare. E così
turale, e che si avvicinerebbe a quello che co- con questa spiegazione dedotta dai fenomeni
munemente ci presenta la milza. I cuoehi per- idraulici, hanno essi resola ragione della mor-
ciò hanno tratto profitto dall’ infiltrazione te che lien dietro ad mia troppo prolungata
sanguigna, in cui si trova costantemente que- espirazione. —
Goodwyn ha provato che Fa-
st’ ultimo visqere, onde prepararne differenti ria restando allora in grande nuantità nelle
vivande, e in mancanza di questo potremmo vescichette aeree, poteva bastantemente di-
procurarci un polmone egualmente infiltrato, stenderle onde permettere meccanicamente il
rendendo a poco a poco.asfitico l’animale. passaggio di questo fluido, e così la perma-
nenza contro natura dell’espirazione, non agi-

ARTICOLO SESTO. - DELL’ INFLUENZA CHE LA sce come comunementesi crede. Questo è un

MORTE DEL POLMONE ESERCITA SD QUELLA passo fatto verso verità; ma possiamo av-
la
DEL CUORE. vicitiarvisi anche più, ed anche toccarla, assi-
curando che il sangue può in tal caso circo-
Abbiamo superiormente detto essere le lare ancora nel polmone con facilità non solo
funzioni del polmone di «lue specie, meccani- perchè tutta T aria non viene dalla espirazio-
che, cioè, e chimiche; diremo ora, che 1’ atti- ne cacciata dai polmoni ma ben anche per-
;

vità di quest’ organo può cominciare a cessa- chè le piegature formate dai vasi dietro l’av-
re,o dalle une o dalle altre di queste funzioni. vizzimento delle cellule non può essere un
— Molte sono le cause, le quali portano la ostacolo reale al suo corso. Questo -tatto va ad
morte del polmone per la cessazione de'feno- essere incontrastabilmente comprovato dalle
meni meccanici. Tali sarebbero, per .esempio ,
seguenti osservazioni ed esperiènze. i.° Ho —
una ferita che. niella questo viscere allo sco- altrove provato che lo stato di pienezza o dì
INFLUENZA DELLA MOtltE DEL POLMONE
vacuità dello sfouìaco, e in gènere di tutti gli pra sè stesso, non solo avvizzisconsi le cel-
organi cavi, non produce alcun cambiamento lule bronchiche , ma si comprimono pur
apparente nella loro circolazione ; e che, per anco i vasi polmonari e tendono ad espellere
conseguenza, il sangue al tra versa colla medesi- il «angue contenuto nella loro cavità. Rifluisce

ma facilità tanto i vasi piegati sopra lóro stes- quindi codesto lìquido da un lato verso il ven-
si, quanto quelli in ogni verso distesi. Che se tricolo destro per mezzo 1
dell arteria
. polmo-
mai do- nare, e dall altro accumulasi nelle vene pol-
1
ciò avviene negli altri visceri, perchè
vrà nei polmoni aver luogo un effetto contra- monari innanzi penetrare nella sinistra
di
rio dietro la medesima disposizione delle par- orecchietta. Storgesi da tutto ciò come il getto
ti ? —
- 2.° Molti vasi s’ incontrano nell econo-
1

dall’ arteria carotide deve, nei primi istanti,


mia animale, i quali possono alternativamen- aumentare anziché decrescere ina se la com- ;

te e a volontà piegarsi sopra sè stessi, od esten- pressione sussiste, divenendo allora minore
dersi in ogni verso 'tali sono quelli del me-
; la capacità delle ramificazioni dell’arteria pol-
senterio, allorché si mettano allo scoperto con monare, nonché quella delle vene dello stesso
una apertura praticata all addome dell ani-
-1
1
nome, scema pur anco la quantità di sangue
male. Se in questa esperienza già insliluita ,
attraversante il polmone, e quindi di necessi-
1
per provare l influenza della direzione tor- tà decresce getto che dalla carotide zampil-
il

tuosa delle arterie, sul meccanismo delle loro la. Per tulle le quali Gose, la esperienza rife-
pulsazioni, si apra una delle mesenteriche, e la rita da Richat. risulta affatto contraria alla opi-
si pieghi e la si distenda vicendevolmente, si ve- nione daini stesso emessa.. Il movimento —
drà zampillare il sangue colla medesima faci- alternativo del torace modificala circolazione
lità e sgorgare in due tempi eguali la mede- non già solo predominando sul tragitto del
sima quantità di fluido, Ho più volle ripetuto sangue nel sistema dei vasi polmonari ? con-
comparativamente questa doppia esperienza ci os sìa che, se si ponga allo scoperto la vena

sulla medesima arteria, e sempre ho ottenuto giugulare di un Cane, ci avvediamo che il san-
un simile risultato. Questo resultato adunque gue non muovesi nella cavità sotto la sola in-
non dovrà essere diverso nei polmoni, come fluenza della destra orecchietta, ma pur anco in
1
viene dall analogia provato dal-
indicato e più solenne modo sotto quella dei moli della
V esperimento seguente. Prendi un — 3 Q. respirazione.T —
Ogni volta che il petto dilatasi
animale qualunque, per esempio, un Cane ;
per ispirare, vuotasi subita la vena, diviene
adatta alla sua trachea messa a nudo e ta- schiacciata, ed accollatisi talora esattamente le
1
gliata trasversalmente il tubo d una sckinga sue pareti 1’ una contro l’ altra si gonfia des- ;

d’ injezione, cella quale farai vuoto, riti-


il sa al contrario ed empiesi di sangue qualora
rando prontamente tutta l’ aria contenuta nel il petto ristringasi. Eguale fenomeno avviene
polmone, ed apri contemporaneamente la ca- pure nelle vene cave e per renderlo visibile,
;

rotide. evidente che in questo espe-


lògli è basta introdurre per la vena giugulare siilo
rimento dovrebbe tosto sospendersi la circo- alla vena cava, una sciringa di gomma elastica!
lazióne, imperocché passano d’ un tratto i va- scorgesi
C allora colare il sangue
o dall’estremità
si polmonari dall’ordinario grado di esten- della detta sciringa solo durante il tempo della
sione al maggiore ripiegamento possibile, con espirazione. Consimile effetto si osserva intro-
tutto questo però continua ancora per qual- ducendo la sciringa nella véna crurale e diri-
che tempo sangue ad essere spinto con for-
il gendola verso 1 addomine.’
Haller e Lorry, —
za dall’arteria aperta e per conseguenza a i quali occuparoiisi di tale fenomeno all’occa-

circolare attraverso il polmone contratto so- sione dei moti del' cervello, ne accamparono
pra sé stesso. Cessa è vero in segnilo la circo- una spiegazione che sulle prime sembra molto
lazione a poco a psco, ma ciò avviene per al- soddisfacente, quantunque poi pel fatto riesca
tre cause che indicheremo dappoi. * (
L 1 im- — incompiuta; 11 petto, dilatandosi, aspira, dicono
pedimento che prova il sangue nell’ attraver- essi, il sangue delle vene cave, e, di luogo in
sare vasi del polmone, non dipende già dalla
i luogo^ quello delle vene che vi melton capo.
maggiore loro tortuosità ma sì bene perchè
, Cosiffatto meccanismo di ispirazione è pres-
vengono essi eompi’essi. Avrebbe poi Goodwyn so a poco simile quello per mezzo del quale
a
potuto dispensarsi dall’andare in traccia di l’aria viene attratta nell’ asperarteiia. Se il
ragioni onde confermare che l’avvizzimento petto poi ristringesi, il sangue allora ricalcasi
di codesto organo non apporta per nulla un nelle vene cave a causa della pressione soffer-
ostacolo meccanico al corso del sangue 5 e se ta da tutti gli organi pettorali, vasi, cuore,
dato si fosse ad osservare con attenta cura i polmoni, per parte delle potenze espiratimi,
fenomeni della respirazione, rimasto sarebbe e mano a mano quindi perviene alle vene che
convinto come siffatto ristringimento, se non vi si terminano: da ciò 1’ alternativa di vuo-
interrompe afflitto nel polmone la circolazio- tezza e ripienezza osservale nelle vene giu-
ne del sangue, per lo meno notabilmente la gulari. —
Aprendo un’ arteria, ed esaminato
modifica. Allorché il polmone si contrae so- con attenzioife il gitlo del sangue, scorgesi
su quella tìEt cùoiiè 63
come au menti desso nella espirazione, il che s’accrebbe visibilmente nelle grandi espira”
risulta singolarmente assai marcato allorché zioni, negli sforzi, e nelle compressioni mecca-
1
l animale espiri con forza o faccia uno sforzo; niche fatte colle mani sulle pareti del torace. —
ma siccome non è dato di emettere sempre gli Da questa e dalla precedente esperienza, scor-
sforzi o una forte ispirazione a proprio talen- gesi, non doversi adottare senza modificazio-
to , puo'ssi in certo modo simulare il fe- ne la espressione di Haller e Ldrry relativa-
nomeno e produrre il ristringimento* dei pol- mente all’enfiamento delle vene. Codesto en-
moni comprimendo colle fnani i lati del tora- fiamento succede non solo, come essi affer-
ce; vedesi allora.il getto del sangue ingrossa- mano, per causa del ricalcamento del sangue
re o scemare a tenore della esercitata pressio- delle Vene cave nei rami che vi si aprono me-
ne. Producendo la respirazione codesto ef- diatamente. o immediatamente, ma ancora a
fetto nel corso del sangue delle arterie, devesi motivo del giungervi nella vena una maggior
naturalmente suspicare poter dessa esercitar quantità di sangue proveniente dalle arte-
il proprio dominio sul corso del sangue ve- rie. Nota di Magetidie. ) ° H me-
4
noso, non solo per mezzo delle vene , come desimo effetto pure otteniamo allorché si
,

opinavano summenzionati Haller e Lorry


i
,
apra da ambo i lati il petto in un animale vi-
ma ben anco per via delle arterie. Onde assi- vente; il polmone in tal caso fa ssi tosto avvez-
curarmene^ feci la seguente esperienza. Al- zilo, perchè 1’ aria riscaldata e rarefatta che è
lacciata la vena giugulare di un cane, i vasi contenuta in quest’organo, non può fare equi-
1
tosto vuotaronsi inferiormente alla legatura, librio coll aria più fredda che lo preme al di
enfiandosi inoltre molto al disopra, come av- fuori.— (Siccome nel cadavere. 1’ aria interna
viene di consueto. Punsi quindi leggermente ed esterna sono alla medesima temperatura ;
con lancetta la tesa porzione, in modo che ri- così il polmone non prova allorché è pieno
sultasse una piccolissima apertura. Ne ottenni alcuna compressione quando si apre la cavità
un getto di sangue cui modificato non veniva del petto. Esiste ordinariamente allora uno
visibilmente dai moti ordinarli della respira- spazio tra le pareti di questo e 1’ organo che
zione, ma n’era poi triplicato o quadruplicato rinchiude la causa di questo però non deve-
;

in grossezza se P animale produceva per av- si ripetere da ciò che noi moriamo nella espi-

ventura qualche energico sforzo. — Obbiettar razione; poiché a misura che per essa si vuo-
si poteva che P effetto della respirazione tras- ta il polmone, le coste e muscoli intercostali}
i

messo non erasi alla vena aperta per via delle si appoggiano su quest’organo, ma dipende
arterie, ma bensì per le vene rimaste libere,
1
da ciò piuttosto che l aria polmonare col raf-
le quali trasportatoavrebbe.ro il sangue delle freddarsi occupa minor spazio, e che le cel-
vene cave verso quella allacciata, mediante le lule ristringendosi a poco a poco, secondo che
anastomosi. Riesciva però agevole far isparire ha luogo il raffreddamento, diminuiscono il
còtesta difficoltà ; diffatti, la vena’interna giu- volume totale dell’organo, per cui succede in
1
gulare del cane non è, per mo. eli dire, che un tal caso un vuoto tra le due porzioni polmo-
vestigio, e la circolazione della testa e del collo nare e pettorale della pleura. —
Questo av-
effettuasi quasi intiera mente per le vene giugu- vien pure in certi casi in cui il cervello, ri-
lari esterne, che sono grossissime. Allacciando stringendosi in sé, e diminuendo di volume
ad un tempo siffatte due vene, era sicuro d'im- dopo la morte, in tanto che la cavità del cra-
pedire, per la maggior parte, il riflusso di cui nio resla ancora la stessa, ha luogo un vuoto
qui si favella; ma tutto altro che cotesta doppia tra queste due parli, le quali offrono allora
allacciatura- diminuisse il fenomeno in discor- una disposizione ben diversa da quella che
so, il gitto diveniva al contrario più stretta- presentano questi organi nello stato di vita.
mente in rapporto col movimento della respi- Che se i sacelli senza apertura rappreseli tali
razione, imperocché risultava ad evidenza mo- dal peritoneo, dalla tonica vaginale, e simili ,

dificato, pur anco colla consueta respirazione; non si assornigiiano mai per questo rapporto
ciò che, come vedemmo, non succedeva in ca- a quelli formati dalla pleura e dall’aracnoide;
so di semplice allacciatura. A render la cosa se sempre le loro di verse superfìcie sono dopo
più evidente, poteva d’altronde agire sulla la morte contigue, ciò dipende dalla impossi-
vena crurale ;
questa vena e tulli i suoi rami bilità, in cui sono le pareli addominali e la
erano guernili di valvole che oppongonsi, per cute dello scroto di resistere all’aria esterna;
così dire, ad ogni riflusso ;
dato che, durante per cui sotto la sua pressione si abbassano
la espirazione., comparisse il fenomeno dell’ac- e si applicano agli organi interni di mano in
crescimento del getto, ritener potrebbesi allora mano che la diminuzione di questi tende a
come indubitato ehe l’impulsione derivata sa- formare il vuoto. —
A questo vuoto esistente
rebbe dai lato delle arterie : la qua-1 cosa ap- nella pleura dei cadaveri noi dobbiamo rife-
punto ebbi ad osservare in vari esperimenti. rire il fenomeno seguente, il quale sempre os-
Allacciata la vena crurale, e puntala inferior- serviamo allorché si apra 1’ addome, per ana-
mente ad essa allacciatura, il getto risultante tomizzare il diaframma. Avviene in fatti, che,
64 INFLUENZA DELI, A MORTE DEL POLMONE
finche non si è ancora praticata alcuna aper- tro l’inspirazione o l’espirazione, a me sem-
tura a questo mùscolo, resta esso disteso e brano contraddizioni fisiologiche perciò che
concavo, anche malgrado il peso dei visceri essi paragonano la natura delle forze vitali a
toracici, i quali, hanno sopra di esso appoggio quella delle forze fìsiche. Essi sono inutili alla
nella posizione verticale ;
perchè 1’ aria ester- scienza, siccome lo sono quelli, che avevano
na premendone la concavità, lo spinge nel vo- altre volte per oggetto la forza muscolare, la
to del petto, che giammai esiste durante la celerità del sangue, e simili. Sicché gli au-
vita. Ma esso tosto s’ abbassa allorché con un tori di quelli non vanno fra loro più d’accor-
colpo di coltello si dia adito all’aria nel petto, do di quello che lo erano altre volte intorno a
poiché in tal caso si stabilisce T equilibrio, queslo punto-tanto agitato. Nota dell autore.)
Che se, di nuovo si estragga con ui\ sifone, tut- — Ma qui pure la circolazione non prova l’in-
ta l’aria dai polmoni il diaframma acquista fluenza di questo subitaneo cangiamento; essa
ancora la propria concavi tà. Avvi adunque— si sostiene ancora allo stesso grado per qualche

tal differenza tra l’apertura di un cadavere e minuto, e non s’ indebolisce in sèguito che a
1
quella d un corpo vivente, c he nel primo il (
gradi. Possiamo per maggior esattezza estrar-
polmone era. già in sé stesso ristretto,nel se- re con un sifone il poco d’ aria che rimane
1
condo si contrae all istante dell’apertura. Il ancora nel polmone, nel qual caso si osserverà
ristringimela to poi delle cellule che avviene
1
pure il medesimo fenomeno. d
5. A lato di —
allorché aria si condensi ed occupi minor
l queste considerazioni, collochiamo come acces-
spazio, è un effetto della contrattilità di tessu- sorie 1* permanenza, ed anche la facilità-delia
to, o per mancanza di estensione, laquale, co- circolazione polmonare nelle raccolte acquose,
me già abbiamo detto, si mantiene in parte purulenti o s,i nguigne .tanto della pleura, quan-
ancora negli organi dopo morte Che se — to dei polmoni, delle quali raccolte alcune ri-
d’altronde il polmone si contraesse nel cada- stringono prodigiosamente le vescichette ae-
vere ne! raoniemo dell’apertura del petto, ciò ree e piegano per conseguènza vasi delle lo- i

sarebbe per causa della pressione esercitata ro pareli in modo manifesto ed avremo
assai ,

dall’aria esterna pressione, la quale espelle-


: allora sufficienti dati onde poter evidentemén*
rebbe per la trachea l’aria (contenuta in que- te conchiudere che la disposizione flessuosa
st’ organo, ad impedire la sortita di que-
li se, dei vasi non può giammai essere iti questi di
sto fluido, si chiuda ermeticamente il canale ostacolo passaggio del sangue
al e che, per
;

adattandovi un tubo a rubinétto chiuso, e si conseguenza,! interruzione dei fenomeni mec-


apra in segliitoil petto, troverassi il polmone canici deda respirazione non fa direttamente
egualmente contratto, per cui dohbia.ni eon- cessare 1' azione del cuore, ma ,qhe questa si /
chiudere essere I' aria di già sortita. Fa al sospende indirettamente, perchè più non pos-
contrario lo stesso esperimento sur un animale sono i fenomeni chimici esercitarsi per man-
vivente, ed impedirai sempre l’avvizzimen- canza dell’ alimento che li sostiene.» Per ciò
to di quest’organo, prevenendo la espulsione se potremo determinare come sospesi questi
dell’ aria. —
Sotto questo rapporto Goodwyn ultimi fenomeni ilcuore resta inattivo, avre-
è partito da un principio falso per misurare mo sciolta una doppia quistione.
hanno ammesso come causa della morte
Molti au- —
sul cadavere la quantità d'aria che rimane nel tori
polmone dopo ciascuna espirazione. Impe- che succede ad una Inspirazione- troppo pro-
rocché per poco che uno abbia aperto dei ca- lungala distensione meccanica dei vasi pol-
la

daveri, può essere convinto, che appena in monari per l’aria rarefatta, per la qual disten-
due soggetti si riscontra nei polmoni la stessa sione viene impedita la circolazione* Questa
disposizione; giacché il modo infinitamente causa non è più reale di'quella delle piegatu-
variato, con cui termina la vita, accumulando re prodotte dalla espirazione.. Se in fatti gon-
maggiore o minor quantità di samgue in que- il polmone con una quantità
fi
d’aria mag-
st’organo, ritenendo in esso più o meno di giore di quella d una più forte inspirazione e
aria, e simili, rende il suo volume così varia- mantieni quest aria nelle vene aeree chiu-
bile, che non è possibile stabilire, dietro que» dendo il rubinetto adattato alla trachea, ve-
sto, un dato generale. Da un’ altra parte poi , drai, aprendo la carotide che il sangue sgor-
non possiamo sperare di essere più esatti sul- ga ancora per un tempo assai lungo e collo
l’animale vivente, poiché ognuno sa che la stesso impeto, con cui sorte allorquando la
digestióne, l’esercizio, il riposo, le passioni , respirazione è perfetta men te libera, e il suo
lacalma dell’ animo, il sonno, la veglia, il corso si rallenta per gradi soltanto, mentre
temperamento, il sesso, e via dicendo, porta- dovrebbe interrompersi d’ un tratto, se que-
no infinite varietà e alle fòrze del polmone ed sta causa subitanea fosse veramente quella che
alla rapidità del sangue che lo aitraversa , ed arresta il sangue ne’ suoi vasi.
alla quantità dell’aria che lo penetra. Quindi Determinare conte cessi d agire
§. li. ’

tutti i calcoli intorno alla quautità di questo il cuore dietro V interruzione dei fenomeni
fluido, che entra o che sorte dai polmoni die- chimici del polmone. -— Secondo Goodwyn,
su quell. 1 DEL CUORE 65
1’unica causa delia cessazione delle contrazio- ne nella sincope, in Cui, essendo il polso sul
ni del cuore che tien dietro all 1 interruzione momento sospeso, viene tosto interrotta l’a-
dei fenomeni chimici di respirazione, consi- zione cerebrale —
Ad onta di questo però se
ste nella mancanza d’eccitamento pel ventrico- rendiamo asfittico un animale od otturando
lo a sangue rosso, il quale più non trova uno la sua trachea, o ponendolo nel vuoto, o
stimolo sufficiente nel sangue nero, di modo aprendone il petto, o immergendolo nel gas
che, a suo avviso, nell’asfissia non succede la acido carbonico, e via dicendo, osserveremo
mortele non perchè questa cavità non può più costantemente interrompersi primieramente
trasmettere sangue ai diversi organi del cor- la vita animale, sospendersi le sensazioni, la
po. — La morte così ha luogo quasi nella percezione, il moto volontario, la voce ; cosic--
maniera, con cui avviene dopo una ferita del chè l’animale è già morto esternamente, quan-
ventricolo sinistro, o piuttosto dopo una le- do per la vita interna batte ancora il cuore e
gatura dell’aorta applicata alla sua sortita dal il polso si sostiene per qualche tempo. Suc- —
pericardio, il suo principio così e la sua causa cede in tal caso adunque, non già quello che
trovatisi esclusivamente nel cuore, per cui le si osserva nella sincope, nella quale il cervello

altre parti non muoiono se non perchè man- e il cuore sospendono le azioni loro nel me-
ca loro sangue; dello stesso modo quasi, con
il desimo tempo, ma ciò piuttosto che occorre
cui in una macchina, fermata la molla princi- nelle violenti commozioni, nelle quali il se-
pale, cessano le altre parti tutte dall’agire non condo dei detti viscerisopravvive al primo
per sè stesse, ma perchè non vengono più mes- per qualche istante ancora. Sarà quindi una
se in azione. —
lo al contrario credo, che in certa conseguenza del fui qui esposto che !

caso d’interruzione dei fenomeni chimici de! differenti organi nell’asfissia non cessano già
polmone vi sia una generale affezione di tut- dall’agire perchè il cuore non manda più loro
te le parti che il sangue nero ovunque spin-
;
il sangue necessario, ma perchè esso non vi
1
to, porti agli organi a cui perviene l indebo- somministra più quel sangue che loro era abi-
limento e la morte; che non è già la mancan- tuale.— 2.
0 Se in un animale, in cui siasi chiu-
za del sangue, ma la mancanza di sangue ros- sa la trachea, si apra un’arteria qualunque, si
so che determina negli organi l’ interroinpi- vedrà, come verrà in seguito esposto, il san-
mento d’azione; e in una parola, che lutto gue che ne sgorga rendersi a poco a poco o-
trovasi allora penetrato dalla causa materiale scuro e finalmente fatto tanfo nero quanto lo
della morte, cioè dal sangue nero ; di modo è il venoso ; e malgrado questo fenomeno che
che, come dirò in seguito, noi possiamo ren- succede in un modo assai evidente, i! fluido
dere asiàtica una parte spingendo ad essa que- continua ancora per qualche tempo a sortire
sta specie di fluido per una apertura praticata con getti eguali a quelli del sangue rosso. E
nell' arteria, intanto che tutte le altre ricevo- si incontrano dei cani, i quali in questo esperi-

no il sangue rosso dal ventricolo. Proverò mento versano dall’arteria aperta tanta quan-
nel seguente articolo gli effetti del contatto tità di sangue nero che sarebbe sufficiente ad
del sangue nero su tutte le altre parti, e mi li- indar loro la morte per emorragia, se essa non
1 1

miterò nel presente alla esatta ricerca dei fe- fosse già portata dall asfissia, in cui l anima-
nomeni di questo contatto sulle pareti de! cuo- le si trova. —
Potrebbe qualcuno credere
3 .°
re. —Per due modi può il movimento del
• esistere ancora nelle cellule aeree una qualche
cuore venir meno e cessare affatto sotto l’in-
1
quantità d aria respirabile sufficiente a co-
,

fluenza del sangue nero; cioè i.° perchè, co- municare al sangue nero che continuamente
me ha detto Goodwyn, il ventricolo sinistro passa per esse, qualche principio d’eccitamen-
non è più da questo fluido eccitato nella sua lo. Ma per convincersi che il sangue venoso
superficie interna 2. 0 perchè portato nel suo
;
passa nel ventricolo a sangue rosso tale quale
tessuto dalle arterie coronarie, impedisce l’a- era esattamente in quello a sangue nero, ba-
zione delle sue fibre, sulle quali agisce come sta estrarre dai polmoni tutta l’aria atmosfe-
su tutte le parti dell’ economia animale di- rica per mezzo di un sifone applicato all’aspe-
minuendo la loro forza ed attività. Ma io son ra arteria , ed aprire dopo di questo un’ arte-
ria qualunque, la carotide per esempio. Allo-
1
d avviso, che il sangue nero possa, come il
rosso, portare alla superficie interna del ven- ra, tosto che il sangue rosso contenuto nel-
tricolo aortico un eccitamento che lo obblighi P arteria si sarà evacuato, succederà ad esso il
sangue nero quasi d un tratto e senza passare
1
alla contrazione la quale asserzione sembra,
;

possa essere dalle seguenti osservazioni con- come nel caso precedente per gradazioni di-
fermata. — i.° Se 1 asfissia avesse questa in-

verse; in questo stesso caso però il getto resta
fluenza sulle funzioni del cuore, i suoi feno- egualmente forte e non si indebolisce che a
meni dovrebbero sempre aver principio dalla poco a poco che re il sangue nero non fosse
;

un sufficiente eccitatore pél cuore, dovrebbe


1
cessazione dell azione di quest’ organo e l’an-
nichilamento delle funzioni del cervello do- in questo caso succedere istantanea la inter--
vrebbe essere ad essa secondario, come avvie- razione dei suoi ruoli, poiché il sangue piu
Eucicl. Med. 4.* 9
66 INFLUENZA DELLA MORTE DEL POLMONE
non prova in tale esperimento alcuna altera- ro non vale a produrre sull’ interna loro su-
zione nel polmone e trovasi questo fluido nel- perficie effetti più sedativi di quelli che pro-
T aorta quello stesso che era nelle vene cave. duca sul cuore. In fatti se mentre il rubinetto
— 4-° Addurrò un altra prova dello stesso
1
adattato aspera arteria è chiuso, si faccia
all’
genere che consiste nella seguente esperienza. sgorgare del sangue da uno dei vasi più lon-
Metti allo scoperto un sol lato del petto , tani dal cuore, come da un’ arteria del piede,
segando con diligenza le coste anteriormente esso zampilla ancora per qualche tempo con
e posteriormente, e vedrai tosto il polmone quella stessa forza con cui scorreva, allorché
di questo lato ristringersi in sè stesso, rima- il rubinetto era aperto, ed il sangue per con-

nendo l 1 altro ancora in attività. Apri in se- seguenza era rosso. L’ azione adunque eserci-
guito una delle vene polmonari e riempito un tata dal sangue venoso sulle pareti delle arte-
sifone riscaldato alla temperatura del corpo di rie in tutto suo tragitto dopo la sortita dal
il
sangue nero preso da una vena dello stesso cuore, non diminuisce punto la loro ener-
animale, od anche di un altro, spingi que- gia, il di cui
indebolimento devesi piuttosto,
sto fluido nell’orecchietta e ventricolo a san- per gran parte almeno, ripetere da tutt’ altra
gue rosso ; egli è evidente che
il suo contat- cagione. —
Dalle esperienze quindi, di cui ho
to, secondo opinione comune intorno all’a-
1’
esposto i risultati e dalle diverse considerazio-
sfissia, non dovrebbe far cessare il movimen- ni che le accompagnano, possiamo conchiu-
to di queste cavità, le quali ricevono nello dere che il sangue nero arrivando in massa al
stesso tempo del sangue rosso dall’altro pol- ventricolo a sangue rosso e nel sistema arte-
mone, ma dovrebbe almeno diminuirlo in rioso, può col suo contatto determinarne l’a-
modo assai sensibile. Con tutto ciò io non ho zione, irritarle, come dicesi, nella loro super-
giammai osservato questo fenomeno in quat- fìcie interna, ed esserne un sufficiente eccitan-
tro esperimenti fatti successivamente, di cui te; che se le loro funzioni non fossero da qual-
1’ uno anzi mi ha offerto un acceleramento che altra causa sospese, la circolazione conti-
nei battiti all’ istante in cui ho spinto lo stan-
nuerebbe, se non colla stessa forza, almeno in
tuffo del sifone. —
5.° Se il sangue nero non
è, modo assai sensibile. —
quali cagioni Da
come il rosso, uno stimolo capace ad
eccitare adunque viene interrotta la circolazione nel
i movimenti del cuore, ciò dipende dal 9 esse- cuore a sangue rosso e nelle arterie, allorché
re quello più carbonizzato ed idrogenato di il polmone mandi loro del sangue nero ? Im-
questo, poiché essi vengono fra loro distinti perocché ove questo sangue sia in essi per
principalmente per questa particolare differen- qualche tempo trascorso, il suo getto s’ inde-
za, olti e di che, se in un animale ucciso espres-
boli see a poco a poco finché cessa del tu tto e
;
samente con una lesione del cervello o del cuo- se allora si apra il rubinetto adattato alla tra-
re, si arrestino i movimenti del cuore, pos- chea, si ristabilisce tosto con forza. Credo che
siamo, finché esso conservi la sua irritabilità, il sangue nero operi sul cuore nello stesso mo-
ristabilire esercizio di questi moti, soffiando
l
do, con cui agisce su tutte le altre parti, come
pei 1 aorta, e per una delle vene polmonari
vedremo che esso agisce sul cervello, sui mu-
del gas idrogeno, o del gas acido
carbonico scoli volontari,
sulle membrane, e via dicen-
nel ventricolo, ed orecchietta a sangue
rosso; do, in una parola su tutti gli organi, in cui si
quindi né il carbonio, nè l’idrogeno manifesta- spande, cioè a dire, penetrando il loro tessuto
no sul cuore un’ azione sedativa.
espeiienze da me fatte e pubblicate 1’
Anche le — e debilitando ciascuna fibra al segno che io
anno tengo per certo che se fosse possibile spin-
sco tso sugli enfisemi prodotti nei
diversi ani- gere del sangue nero per le arterie coronarie,
mali con questi due gas, hanno
egualmente intanto che il rosso passa, come al solito, nel-
stabilito la verità enunciata
per tutti gli altri 1’ orecchietta e nel ventricolo aortico, verreb-
muscoli, i di cui movimenti non cessano
pun- be la circolazione interrotta quasi colla stessa
to sotto tali esperimenti e la cui irritabilità prontezza, colla quale si è veduta interrom-
A conserva ancora dopo morte, siccome al- la persi nei oasi precedenti, nei quali sangue
oi dinario. — Finalmente ho
potuto pure ri-

nero non penetra il tessuto del cuore per mez-
il

stabilire le contrazioni del


cuore annichilate zo delle arterie coronarie che dopo d’ avere
nelle diverse morti violente
col mezzo del attraversate tutte le due cavità a sangue ros-
sangue nero injeltato nel ventricolo, ed orec- so. 11 sangue nero adunque agisce piuttosto
chietta a sangue rosso con un sifone adattato
per mezzo del suo contatto colle fibre carnee
ad una delle vene polmonari. Può adun- —

. alla estremità del sistema arterioso, e non già
que il cuore a sangue rosso spingere anche il pel suo contatto suila superficie interna del
sangue nero a tutte le parti ; ed ecco come av- cuore. Perciò la forza di questo viscere non
viene nell asfissia il coloramento delle diverse diminuisce che a poco a poco e non cessa se
superficie, del quale darò più minuto raggua- non se allorquando ciascuna fibra ne è stata
glio in imo de’ seguenti articoli. — Nelle stes ben penetrata, mentre nel caso contrario la
*’ e arterie, semplice contatto del sangue ne-
il
diminuzione e la cessazione dovrebbero, come
CUORE (Q
lio già falloosservare, essere subitanee. Re- —

• il ventricolo asangue rosso morisse pel pri-
si crebbe ora a vedersi come il sangue nero mo, come
1. lo suppone la teoria di Goodwyn
produca questi estremità «Ielle ar-
effetti alla dovrebbonsi nell’apertura degli animali mor-
terie sulle fibre dei differenti organi; e se esso ti
2. per asfissia riscontrare le cose seguenti cioè :
diriga la sua influenza sulle libre medesime o ° distensione di questo ventricolo e dell’orec-
piuttosto sui nervi che ad esse si distribuisco- chietta corrispondente pel sangue nero che es-
1
no. Inclinerei molto ad ammettere quest ul- so non avrebbe potuto spingere nell’ aorta j

tima opinione, ed a considerare la morte por- ° eguale pienezza delie vene polmonari, non
1
tata dall asfissia quale effetto generalmente che de! polmone ingorgamento consecu-
: 3.°
prodotto dal sangue nero sui nervi, quali ac- i polmonare e delle cavità a
tivo dell’ arteria
compaguano in ogni parte le arterie, in cui sangue nero. In una parola la congestione del
circola allora questa specie di fluido. E ciò sangue dovrebbe cominciare da quello dei suoi
tanto più volontieri ammetto poiché, da ciò serbatoi che cessa pel primo dall’ agire, per
1
che diremo inseguito, l indebolimento pro- propagarsi successivamente a tutti gli altri.
vato allora dal cuore, non è che un sintomo Chiunque però abbia aperto dei cadaveri di
particolare di questa malattia, nella quale tut- animali asfitici, avrà potuto al contrario con-
ti organi diventano egualmente la se-
gli altri vincersi, i.° che le cavità a sangue rosso e lo
de una simile debolezza.
di Si potrebbe do- — vene polmonari non contengono allora che una
mandare ancora come il sangue nero agisca piccolissima quantità di sangue nero, in pro-
sui nervi o sulle fibre; si potrebbe chiedere porzione di quella che distende !e cavità op-
se esso indebolisca direttamente 1’ azione loro poste ; 2 .° che il termine in cui il sangue nero
per i prinoipii di cui abbonda, oppure se tale ha perduto il suo moto, è riposto principal-
interruzione d’ azione provenga dall’assenza mente nel polmone e che dobbiamo partire
di quelli che entrano nella composizione dei da questo organo per seguire la sua stasi iti
:
sangue rosso, e via dicendo. Nascerebbe così tutto il sistema venoso 3.° che le arterie ne
;

la questione di sapere se l’ossigeno sia il prin- contengono una quantità proporzionata a quel-
: cipio dell’ irritabilità, se il carbonio e 1’ idro- la del ventricolo loro corrispondente e che
geno agiscano in modo contrario, e va di- per conseguenza la morte è già comincia-
j

scorrendo. —
Ma dobbiamo, allorché siam ta nel ventricolo più prontamente che altro-

]
giunti ai limiti della rigorosa osservazione, so- ve. —
- Perchè dunque questa parte del cuore
! spendere le nostre indagini e non cercare di cessa di battere prima dell’altra ? L’ Haller lo

|
penetrare là dove 1’ esperienza non può som- aveva già detto è perchè quest’ ultima, con-
;

i
ministrarci ulteriori rischiaramenti. Quindi tenendo una maggior quantità di sangue che
cred’ potremo stabilire un’ asserzione assai
io, affluisce dalle vene e rifluisce dai polmoni,

j
conforme a questi principiò i quali soli devo- viene più lungamente eccitala; conosciamo
no dirigere ogni spirilo giudizioso, dicendo, in fatti abbastanza la famosa esperienza, nella

I
senza determinare il come e soltanto in gene- quale votando le cavità a sangue nero e legan-
i rale, che allorquando sono interrotti fenome- i do l’aorta per ritenere questo fluido nelle ca-
i ni chimici del polmone, cuore cessa d’agi-
il vità a sangue rosso, si è potuto prolungare i
i re, perchè il sangue nero che penetra le sue battiti di queste oltre quelli delle prime. E in
fibre carnee, non è più atto a intrattenerne la questa stessa esperienza egli è manitesto, che

I

i loro azione. • Da questa maniera di consi- nell’ orecchietta ventricolo aortico non si
e
derare i fenomeni dell’asfissia relativamente accumula che sangue nero, poiché bisogna, on-
i al cuore, egli è evidente che essi devono egual- de istituirla, aprire primitivamente il petto,
mente dirigere la loro influenza sull’ uno e nella qual circostanza, polmoni scoperti non
i

'!
sull’altro ventricolo, poiché allora il sangue potendo essere penetrati dall’aria, non var-
nero è distribuito in proporzione eguale nelle rebbero acolorare il sangue che passa attra-
pareti muscolari di queste cavità per mezzo verso il loro tessuto. - Ed avremo di —
questo
del sistema delle arterie coronarie. Si osserva, una prova anche più diretta, chiudendo con
ciò non ostante, che il lato a sangue rosso ces- un rubinetto la trachea appena prima del-
sa costantemente pel primo dall’ agire e che l’esperienza, la quale riuscirà egualmente be-
quello a sangue nero continua ancora per ne, e il sangue ciò non ostante arriverà neces-
qualche tempo le sue contrazioni, mentre esso sariamente nero nelle cavità a sangue rosso.
è, come dicesi, V ultimum moriens. Sup- — Così pure potremo assicurarci del colore del
!
porrebbe mai questo fenomeno un indeboli- sangue aprendo queste cavità, tanto dopo que-
I mento più reale, una morte più pronta nel- st’ ultima, quanto dopo la precedente espe-
1’ una che nell’ altra delle due cavità
del cuo- rienza ; ed io stesso ho potuto più volte stabi-
re ? No senza dubbio, perchè, come Haller os- lire un fatto così ragguardevole.
T
Conchiu- —
!
serva, esso è comune a tutti i generi di morte diamo adunque, che il sangue nero eccita, qua-
degli animali a sangue caldo e non ha niente si 'Egualmente del rosso, la superficie
interna
di particolare per l’asfissia. E se d’ altronde delle cavità destinate ordinariamente a
conte-
68 INFLUENZA DELLA MoKTIi DE f. POLMONI
nere quest’ultimo e clic su esse sospendono
; il getto del sangue, ciò che possiamo ancora
la loro azione prima di quelle del lato oppo- produrre artificialmente comprimendo con
sto ^ ciò non dipende dal suo contatto, ma piut- forza e repentinamente le pareli del petto.
tosto da ciò ch’esse non ne ricevono una quan- Questi esperimenti poi riescono principalmen-
tità sufficiente, od anche da ciò che esse ne te sugli animali già indeboliti dalla perdila di
sono talvolla interamente prive in tantoché le una certa quantità di sangue: mentre sono as-
cavità a sangue nero trovatisi ancora piene di sai meno
apparenti prima di questa circostan-
questo fluido. —
Non pretendo, malgrado il za. — Devo però confessare d ignorare la ca-
1

fin qui detto, di negare affatto che il sangue gione per la quale, nello stato ordinario, le
nero ecciti in minor grado la superficie inter- grandi espirazioni fatte volontariamente non
na del ventricolo a sangue rosso; essendo pos- rendono più forte ilpolso: mentre negli espe-
sibile che esso sangue sia alquanto meno ca- rimenti citati esse aumentano assai sensibil-
pace dell’altro di mantenere questo eccitamene mente il getto del sangue. —
Dal fin qui det-
to, soprattutto se è vero, che esso agisca sui to ne segue che l’esperimento, nel quale il san-
nervi, i quali, come sappiamo, si spandono, ed gue si arrossa e zampilla in un momento as-
alla superficie interna e nel tessuto del cuore. sai lontano, allorché si apra il rubinetto, non
Ma iocredo che le precedenti considerazioni porta una tanto sicura conclusione quanto mi
riducano questa differenza d’eccitamento ad apparve da prima, poiché questo risultato mi
un minimo grado. Ciò non ostante addurrò ha tenuto sospeso per molti giorni, non es-
qui un esperimento in cui tale differenza sem- sendo esso collegato colla maggior parte degli
brerà assai manifesta. Se si adatti all’ aspera altri ottenuti. —
Hiconosciamo adunque per
arteria un rubinetto chiuso, il sangue si an- una volta ancora, che se l'irritazione prodot-
nera e così nero fluisce durante qualche tem- ta dal sangue rosso alla superficie interna del
pio coll’ ordinaria sua forza, la quale però a cuore, è alquanto più considerabile di quel-
poco a poco s’indebolisce. Dando allora ac- la determinata dal sangue nero, la differen-
cesso all’ aria, il sangue ritorna quasi in un za è assai poco sensibile e quasi nulla, e che
tratto rosso e nello stesso tempo il suo getto l’interruzione dei fenomeni chimici opera
aumenta sensibilmente. —
Questo subitaneo principalmente nel modo da me indicato. —
aumento sembra da principio non dipendere Negli animali a sangue rosso e freddo, e nei
che dal semplice contatto di questo fluido sul- rettili specialmente, 1’ azione del polmone non
la superficie
interna del ventricolo aortico ; trovasi in un rapporto così immediato con
poiché non ebbe ancora tempo di penetrarne quella del cuore, come negli animali a san-
il tessuto. Ma appena si esamini il fatto, con
qualche a Udizione, si osserva tosto che tale im-
gue rosso e caldo. —
Ho perciò legalo in due
rane i polmoni alla loro radice, dopo di averli
1
peto d impulso dipende principalmente da ciò scoperti con due incisioni falle lateralmente
che 1’ aria entrando in un istante nel petto de- al petto ; ed ho osservato la circolazione con-
termina l’animale a violenti moti d’inspirazio- tinuarsi come all’ ordinario per un tempo as-
ne e di respirazione i quali riescono assai appa- sai lungo. Aprendo il petto, ho anche osser-
renti nel momento, in cui
apre il rubinetto.
si vato in questo esperimento movimenti del i

Il cuore perciò eccitato esternamente e forse


euore talvolta precipitati il che realmente
;

compresso alquanto da questi moti, spinge, il dipendeva senza dubbio alcuno dal contatto
sangue con una forza straniera alle sue contra- dell’aria. —
Terminerò quest’articolo coll’e-
zioni abituali. —
E questo è sì vero che allor- same di una

quistione importante, la quale


quando 1 inspirazione e l’espirazione riassumo- risguarda il sapere come allorché sono inter-
no la loro solita forza, diminuisce man festa men- i rotti i fenomeni chimici dei polmone, 1’ arte-
teil getto, benché ancora di sangue rosso, il qua-
ria polmonare, il ventricolo, e 1’ orecchietta a
le non e più spinto oltre il termine che offri-
sangue nero, in una parola tutto il sistema
va il sangue nero nei primi tempi del suo scor-
venoso si trovi pieno, zeppo di sangue, men-
ìere e prima che il tessuto del cuore fosse da
tre assai meno se ne riscontra nel sistema va-
questo fluido penetrato. —
L’influenza d’ al- scolare a sangue rosso, quantunque esso ne
tronde che le grandi espirazioni manifestano
presenti assai più in questa, che in qualunque
sulla forza di proiezione del
sangue esercitata altra specie di morte. Sembra in fatti, che il
dal cuore, riesce assai chiara anche allorquan-
polmone sia il punto in cui abbia fine la cir-
do si lasci illesa la trachea. Se in fatti si apra
colazione, quale viene in seguilo arrestata
la
la carotide e si renda precipitosa la
respirazio-
ne tormentando l’animale perchè ho costan-
(
nelle altre parti. —
Questo fenomeno il quale
avrà dovuto sorprendere tutti quelli che han-
temente osservato che ogni subitaneo dolore
no aperto dei cadaveri di animali asfitici fu ,
apporta in un tratto questo cangiamento nel-
dall’ Haller, e da altri spiegato colle ripie-
1 azione del
diaframma e dei muscoli interco- gature formate dai vasi polmonari ma io ho ;
stali); se si renda, dico, precipitosa la respi- già fatto conoscere in qual conto si debba
razione, vedremo manifestamente aumeulare avere tale opinione. —
Prima di addurre una
SU QUELLA DEL CUORE
causa più reale ,di esso osserveremo, che il pol- di questo fluido, particolarmente in vicinanza
mone, in cui si sangue, perciò che
arresta il del cuore; sempre quindi osservasi, sotto que-
olfre a questo iluido il primo ostacolo, si pre- sto rapporto, una differenza somma tra esso
senta in uno stato che varia singolarmente, se- ed il sistema vascolare a sangue rosso, e per
condo il modo diverso con cui termina la vi- conseguenza è sempre nel polmone che la cir-
ta. Allorché la morte è stala pronta ed istan- colazione prova il suo massimo ostacolo. —

tanea, il polmone è libero dal sangue e 1’ o- Ma abbiamo già osservato, che tale ostacolo
vecchietta, ventricolo a sangue nero, i’arte-
il non dipende già dalle ripiegature di quesl’or-
ria polmonare, le vene cave, e simili, non sono gano da quali cause adunque si dovrà esso
:

da esso distese. —
Questo fatto fu da nre os- ripetere T Queste sono relative, i.° al sangue,
servato, i.° sul cadavere di due persone che 2.° al polmone, 3.° al cuore. —
La causa pre-
sierano da sè stesse appiccate, e che furono cipua relativa al sangue deve riporsi nella
trasportate nel mio antiteatro: 2 ° su tre sog- grande quantità di questo fluido che passa in
getti caduti nel fuoco, che vi furono sul pun- quel punto dalle arterie nelle vene. Vediemo
to soffocati e perciò resi asfitiei 3.° sopra al-
: in talli ben presto che il sangue nero circo-
cuni cani, che io sommergeva prontamente o lando nelle artetie, più non vale a prestare i
a cui intercettava l’aria per la respirazione , diversi materiali necessari alle secrezioni, al-
chiudendo in un tratto un rubinetto adattalo le esalazioni ed alla nutrizione , oppure ap-
alla loro trachea Zp° sopra dei porcellini di
: portando esso questi materiali, non è più ca-
India, che io faceva perire nel vuoto o in di- pace di eccitarne gli organi che inconseguen-
versi gas e specialmente nel gas acido carbo-
nico, oppure in cui legava l’aorta alla sua sor-
za lascia affatto inattivi. —(Vedi Particolo in-
torno l’ influenza del polmone su tutte le par-
dal cuore, o in cui finalmente apriva sola-
tita ti. lo sono qui obbligalo dedurre delle con-
mente il petto onde interrompere ì fenomeni seguenze da principii che saranno in avveni-
meccanici della respirazione; poiché in que- re soltanto provati poiché la concatenazione
;

st’ ultimo caso, come già ho osservato, ces- delle questioni risguardanti la circolazione è
sando i fenomeni chimici, più non agisce il tale, che riesce affatto impossibile che la solu-
cuore, e simili. Jn lutti questi casi il polmone zione dell’ una conduca, come conseguenza
quasi nulla conteneva di sangue. Al con- — necessaria, quella di tulle le altre. Formasi di
trario se facciamo terminare in un animale i esse un cerchio, in cui bisogna sempre sup-
fenomeni chimici della respirazione in modo porre qualche cosa da spiegarsi in seguilo.
lento e graduato sommergendolo nell’acqua .Nota deW Autor e. ) —
-Da questo ne segue
e ritirandolo alternativamente, o immergen- che tutta la quantità di questo fluido sottrai-
dolo in un gas, lasciando a vari tempi pene- la ordinariamente al sistema arterioso da que-
trare qualche poco d’aria atmosferica per pro- ste diverse funzioni, rifluisce nel sistema ve-
lungarne la vita o chiudendo incompiutamen- noso colla porzione che deve passarvi natu-
te un rubinetto adattato alla sua trachea fa- ;
ralmente, e che é il residuo di quello che è
cendo in una parola durare quanto più è pos- stato per esse impiegato quindi passa una
:

sibile questo stato di tormento e d’angoscia quantità di saligue molto maggiore di quella
intermedio nella interruzione delle funzioni che passerebbe nello stato abituale, e per con-
delpolmone tra la vita e la morte; osserve- seguenza questo fluido trova una maggiore
remo sempre quest’ organo estremamente difficoltà nell’ attraversare il polmone. Tutti —
zeppo di sangue, econ un volume duplo ed i pratici quindi, che hanno aperto dei cadaveri
anche che presenta nel caso
triplo di quello d’animali asfitiei, furono sorpresi dall’ abbon-
precedente. Tra l’estrema pienezza però e la danza di sangue trovata in quel viscere, la
quasi compiuta vacuità dei vasi polmonari , quale fu osservata da Portai, e da me sempre
trovansi molle gradazioni infinite ; e noi pos- comprovata colle mie esperienze. -—Le cause
siamo, secondo il modo con cui si fa perire relative al polmone che arrestano negli asfitiei
l’animale, determinare un tale o tal altro gra- ilsangue che attraversa quest’organo, sono
do, come ho più volte potuto osservare. In primieramente la mancanza in esso d’ eccita-
questo modo e non altrimenti si deve spiega- mento dipendente dal sangue rosso le arte- :

re lo stato d’ingorgo polmonare, che si osser- rie bronchiali in fatti, che vi trasmettono or-
va in tutti quei soggetti, la cui vita è ter- dinariamente questa specie di fluido, non vi
minata per una lunga agonia, o per una lenta portano allora che sangue nero; per cui que*
affezione; e la maggior parte dei cadaveri por- st’ organo acquista un colóre
bruno-scuro, al-
lorché s’impedisca in qualunque modo all
tati nei nostri anfiteatri presentano appunto ani-
una tale disposizione. -—Ma qualunque sia lo male di respirare. Appare così assai bene que-
stato del polmone negli asfitiei, sia esso ingor- sto colore, e distinguono ancora le sue suc-
si

gato o vuoto di sangue, sia stata la morte cessive gradazioni , allorché si


apia il petto
portata lentamente o d’ un colpo, sempre il dell’ animale, nel qual caso non
penetrando
sistema vascolare a sangue nero trovasi pieno più l’aria nelle cellule aeiee compresse e ri*
INFLUENZA BELLA MORTE DEL POLMONE
1
non può più essere arrossato il san-
strette, pende dall indebolimento del ventricolo e
gue, che in esse circola ancora. Anche la — dell’orecchietts di questo sistema, poiché, pe-
nerezza del sangue delle vene polmonari, e netrati essi per tutte le loro fibredal sangue
mollo più se si ha riguardo alla sua maggiore nero, non sono più capaci di spingere con
quantità, influisce su tale coloramento del pol- energia questo fluido verso il polmone, e di
mone, il quale deve essere distinto dalle mac- superare per conseguenza la resistenza che in
chie cerulee naturali al polmone di certi ani- esso incontra si lasciano quindi distendere
;

mali. — sangue nero circolante nei vasi bron-


11 da esso, e non possono più resistere all’arri-
chiali produce sui polmoni questi stessi effet- vo di quello che vi versano le vene cave.
ti, che abbiamo veduto prodotti nel cuore e Queste dunque gonfiansi come tutto il si-
nati dal suo couta tto, allorché penetra que- stema venoso, perchè le loro pareti non più
1
st organo per le arterie coronarie esso cioè ;
eccitate dal sangue rosso, e penetrate tutte
indebolisce le sue diverse parti, impedisce la dal nero perdono a poco a poco l’attività
loro azione, e quindi la circolazione capillare, necessaria alla loro funzione. Egli è quin-
1
esercitata sotto l influenza delle loro forze di facile dietro ciò che abbiain detto di
Ioniche. —
La seconda causa, la quale rende
1
concepire, come tutto il sistema vascolare a
1
diffìcile la circolazione del sangue sotto in- l sangue nero debba nell asfissia trovarsi pieno
terruzione dei fenomeni chimici del polmone, di questo fluido: mentre dalle seguenti con-
trovasi nel difetto del suo eccitamento per la siderazioni potremo del pari conoscere, come
mancanza dell’aria vitale. — In fatti il primo il sistema a sangue rosso ne contenga una mi-
1
effètto di quest aria, che perviene sulla su- nor quantità.— i.° Siccome l’ostacolo comin-
perfìcie mucosa delle cellule aeree è quello di cia al polmone, così questo sistema dovrà evi-
eccitarle, di stimolarle, e di mantenere per dentemente ricevere una quantità di sangue
conseguenza il polmone
una specie di con-
in minore del solito, per cui nasce come già ab-
tinuo erettismo, (ISon veggo il motivo che in- biami osservato la più pronta cessazione delle
ibisse Bichat ad ammettere siffatto erettismo contrazioni del ventricolo sinistro. 2.—0
La
del polmone di cui non si indovina la utilità. forza naturale delle arterie, benché indebolita
È troppa licenza supporre negli organi esi- l
1
dal sangue nero che perviene alle fibre delle
stenza di proprietà recondite, ogni volta che loro pareti, è ciò non ostante assai maggiore
se ne abbisogni per ispiegare le loro funzioni. di quella del sistema venoso, sottoposta pure
Nota di Magendie) nello stesso modo che gli alla stessa causa di debolezza. Tali vasi quin-
alimenti giunti nello stomaco eccitano le sue di, non che il ventricolo aortico varranno a
forze nello stesso modo che tutti
;
7
serbatoi i superare la resistenza dei capillari di tutto il
\
vengono eccitati dalla presenza dei fluidi loro corpo, assai più di quello, che le vene ed il
abituali. —
Ed è per questo eccitamento delle ventricolo venoso possano vincere quella pre-
membrane mucose, prodotto dal contatto loro sentala dai capillari dei polmoni. —
3.° Nella
colle sostanze straniere che si ottengono in generale circolazione capillare troviamo un
esse le forze toniche, ma
queste decadono al- unica causa della diminuzione delia sua at-
lorché vien tolto un tale contatto per cui ren- tività, cioè il contatto del sangue nero su lutti
desi meno attiva la circolazione capillare. — gli organi, mentre nel polmone a questa cau-
Osserveremo però che i differenti fluidi aeri- sa combina pure la mancanza dell eccita-
si
1

formi, i quali nelle diverse asfissie tengono mento abituale determinato in esso dall’ aria
1
luogo dell aria atmosferica, sembrano agire atmosferica. Nel polmone adunque trovasi per
con diversi gradi sulle forze toniche o sulla una parte maggior resistenza offerta al san-
contrattilità organica insensibile. Gli uni in- gue portatovi dalle vene, per altra parte mi-
fatti le abbattono quasi instantaneamente ed nor forza onde superare una tal resistenza ;
1
arrestano d un tratto la circolazione, mentre mentre al contrario in tutte le parti al fine
altri permettono che questa funzione duri an- delle arterie, ed al passaggio del loro sangue
cora per un tempo più o meno lungo. E pos- nelle vene, trovano ostacoli più deboli da
si

siamo conoscere questa notabile diversità di un lato ed una maggiore forza dall’altro, on-
azione paragonando l’asfissia prodotta dal gas
1
de vincere tali ostacoli. —
4*° $ e nel sistema
nitroso, dall idrogeno solfurato, esimili, a capillare generale che è il termine del sistema
quella portata dall’idrogeno puro, dal gas arterioso, la circolazione si ritarda prima in
acido carbonico, e simili. Egli è vero che una un organo particolare, può essa ancora effet-
tale differenza, non altrimenti che i vari ef- tuarsi per poco almeno negli altri, nel qual
fetti prodotti da queste diverse asfissie, dipen- caso il sangue rifluisce nelle vene. Ma sicco-
dono, come vedremo, da altre cause, ma quel- me contrario tutto il sistema capillare, a cui
al
la or ora addotta vi manifesta una evidente termina quello delle vene, trovasi concentra-
influenza. —
Per ultimo la causa relativa al to nel polmone, così se questo viscere perde
cuore, per la quale ristagna negli asfilici il le sue forze, e la sua sensibilità e contrattilità
sangue entro il sistema vascolare venoso, di- organica insensibile, dovrà allora necessaria-
SU QUELLA DEL CUORE
Diente aver fine tutta la circolazione venosa. riore; 0
apri il basso ventre in modo da
2.
— Le precedenti considerazioni valgono, cre- poter distinguere le intestina, l’omento, e si-
do io a sufficienza, onde spiegare
ineguale 1’
mili 3.° chiuda in seguito il rubinetto. Do-
;

pienezza dei due sistemi vascolari, osservata po due o tre minuti, il colore rosso che rav-
nei cadaveri di animali morti astitici non so- viva il fondo bianco del peritoneo, nato dai
lo, ma più o meno rimarchevole anche in quel- vasi serpeggianti sotto questa membrana, si
li di animali morti per qualunque siasi ma- cambierà in un bruno-scuro, che farai a vo-
lattia.-- E quantunque nell’ asfissia il sistema lontà scomparire e ricomparire, aprendo e ri-
capillare universale presenti alle arterie una dii udendo il rubinetto. INon possiamo in tal
resistenza minore di quella
sistema ca- che il caso, come esperienza fosse
se 1’ fatta su altre
pillare polmonare
offra allora alle vene, tale parti, supporre un riflusso che si propaghi
resistenza però nata principalmente dall’arri- dal ventricolo destro verso le estremità veno-
vo del sangue nero a tutti gli organi, in cui se, poiché vene mesenteriche formano co-
le
esso più non vale a sostenere le forze, risulta gli altri rami della vena porta un sistema a
assai manifesta, e vi produce due ragguarde- parte indipendente dal grande sistema a san-
volissimi fenomeni. —
11 primo di questi è la gue nero, e il quale non ha alcuna diretta co-
il* una
stasi nelle arterie quantità di sangue municazione colle cavità del cuore corrispon-
nero assai più considerabile dell’ordinario, denti a quest’ultimo sistema. Riprenderò —
benché minore di quella che riscontrasi nelle altre volle questo argomento intorno al colo-
vene. Perciò difficilmente si ottengono negli ramento delle parti prodotto dal sangue nero;
ashlici le ìnjezioni, le qualiriescono in ge- quest’ esperienza basta per ora, onde provare
nere tanto meglio ,
quanto più le arterie che esso è un effetto manifesto dell’impulso
sono vuote ; il sangue che in esse allora si arterioso esercitato sopra questo fluido stra-
trova, rare volte è coagulato, essendo venoso niero alle arterie nello stalo ordinario. Dietro
e meno coagulabile, quanto più porta i ca- il fin qui detto è facile spiegare come il pol-
ratteri di renosità, come vieti provato leda- mone, più o meno ingorgato di sangue, debba
gli esperimenti dei chimici moderni, 2 .° dal essere più o meno oscuro, come le macchie li-
paragone di quello rinchiuso nelle varici, con vide sparse sulle varie parti del corpo siano
quello chiuso negli aneurismi, 3.° dall’ esame più o meno sensibili, secondo che 1’ asfissia ò
di quello che ordinariamente ristagna dopo stata più o meno prolungata. Imperciocché
morte nelle vene io vicinanza del cuore, e si- egli è eviden te,che se prima della morte il
mili. —- 11 secondo fenomeno, il quale nasce sangue nero ha compito dieci o dodici volte
nell’ asfissia dalla resistenza che il sistema ca- il giro dei due sistemi , ingorgherà le estre-
pillare universale indebolito oppone alle ar- mità loro assai più che se esso gli avesse per-
terie , cousiste nelcolore livido presentato corso due o tre volte soltanto, poiché per cia-
dalla maggior parte delle superficie del cor- scuna volta ne rimane in esse una quantità più
po, non che negli ingorghi delle diverse parti o meno grande per la mancanza d’azione dei
della fa’ccia, della lingua, delle labbra, e simili. vasi capillari. —
Ponendo fine a questo arti-
Questi due fenomeni indicano un ristagno di colo osserverò che la milza è il solo organo
sangue nero alle estremità arteriose, le quali dell’economia suscettibile come il polmone di
non potino essere da questo fluido superate, differente volume, per cui due volte appena
attraversate ; non altrimenti ch’essi attestano può essa trovarsi nel medesimo
essendo stalo,
il medesimo effetto nei vasi polmonari, nei ora assai piena di sangue, ora quasi vuota ;
quali P ingorgo è assai più manifesto essendo per cui si mostra nei diversi individui sotto
ivi, come già si disse, il sistema capillare con-

forme assai variate. Quindi è che molti han-
centrato in uno spazio assai minore, intanto no falsamente creduto esistere una relazione
che alle estremità arteriose trovasi questo si- tra ineguaglianza nel volume della milza e
l’

stema estesamente diffuso. —


Tutti gli autori lo stato di pienezza o di vacuità dello stoma-
attribuiscono il color livido delle asfissie al ri- co ; le esperienze infatti, come dissi altrove,
flusso di sangue delle vene verso le estremità, ci convincono del contrario, e tale inegua-
ma questa causa non è del tutto reale. Tale glianza straniera alla vita, sembra sopravveni-
riflusso in fatti assai sensibile nei tronchi
va ,
re soltanto al momento della morte. Io sono —
sempre diminuendo verso i rami, nei quali è d’avviso, che essa dipenda specialmente dal-
dalle valvule reso nullo ed anche quasi im- lo stato del fegato, i cui vasi capillari forma-
possibile. —
Ecco d’ altronde una esperienza no il termine di tutti i tronchi della vena por-
la quale prova manifestamente, che tale colo- ta, siccome i
polmone formano
capillari del
ramento deve essere attribuito all’ impulso quello del gran sistema venoso, in modo, che
del sangue nero trasmesso dal ventricolo aor- allorquando i capillari epatici sono da una
tico in tutte le arterie.- —
Adatta un tu- i.° causa qualunque indeboliti, dovrà necessaria-
bo a rubinetto all aspcra arteria denudala, e
1
mente la milza ingorgarsi e riempirsi del san-
tagliata trasvcrsalmeufe nella sua parie supe- gue che non può attraversare il fegato. In
72 INFLUENZA DELLA MORTE DEL POLMONE
questo caso succede, se posso così esprimer- un altro cane, e fatta una allacciatura supe-
mi, una asfissia isolata nell’apparato vascola- riormente all’apertura, si assicura nell’arteria

re addominale. —
Il fegato quindi troverassi tagliata l’altra estremità del tubo. Un aiutan-
allora nello stesso rapporto colla milza in cui te allora, che comprimeva coliedita la caroti-
trovasi il polmone colle altre cavità a sangue de del primo cane, lascia libero il corso del
1
nero nell asfissia ordinaria: cioè a dire ri- sangue, il quale è spinto con forza dal cuore
sconlrerassi nel primo organo la resistenza ,
di quest’animale verso il cervello dell’ altro :

1
mentre avrà luogo il ristagno nel secondo. tosto dopo i battili dell arteria, che erano in
Questo però potrà essere rischiarato col mez- questo cessali superiormente al tubo, sono rin-
zo di esperienze eseguite sopra animali fatti novali ed indicano così il passaggio del flui-
morire in diversi modi. Io mi propongo ora do. Questa operazione dà poca pena all’ ani-
soltanto di fissare con questo l’analogia che male che riceve il sangue, specialmente se siasi
passa tra 1’ arresto del sangue nei diversi rami avuta F avvertenza di aprire una delle sue
della vena porta e quello osservato nel gene- vene, onde evitare una maggiore pienezza dei
rale sistema venoso dietro diversi generi di vasi e F animale vive in seguito assai bene.
morte. Non ho ancora osservato delle parti- — ;

Da questo esperimento soventi volte ripe-


colarità per la milza e pel suo sistema venoso, tuto possiamo conchiudere, che il contatto di
nell’asfissia ordinaria. -Credo del resto inu-— un sangue rosso straniero non è in nessun
tile il dire, che si deve distinguere 1’ ingorgo modo capace di alterare le funzioni cerebrali.
di questo viscere nato dal sangue che lo in- — Ho dopo questo adattato alla carotide aper-
filtra nel momento della morte, da quello as- ta in un cane, ora una delle vene d’ un altro
cane col mezzo d un tubo retto, ora la giu-
1
sai più raro determinato in quest’organo di
malattie diverse avvertendo, che la sola at-
;
gulare del medesimo con un tubo ricurvo, in
tenta osservazione può bastare, onde non es- modo sempre che il sangue nero arrivasse
sere sopra ciò ingannati. pel sistema a sangue rosso al cervello. L’ ani-
male che credevamo ricevere il fluido non ha
ARTICOLO VII. DELL’ INFLUENZA CHE LA MOR- provato alcuna perturbazione in molte ripe-
TE DEL POLMONE ESERCITA SU QUELLA DEL tute esperienze, del che io fui tanto più ma-
CERVELLO. ravigliato, quanto che il loro risultato non
s’accordava con quello dei tentativi fatti so-
Abbiamo già osservato, che nell’asfissia pra altri organi. Ma ne ho finalmente cono-
il polmone influisce sulla cessazione dei batti- sciuta la cagione, in ciò che il sangue nero
ti del cuore, per il sangue nero che esso man- non arrivava al cervello. Ed ecco come deb-
da sue fibre carnee, e fors’ anche per l’a-
alle bisi questo intendere il movimento :stabili-
1
zione che il contatto di questo sangue eserci- tosi nella parte superiore dell arteria aperta
ta sui nervi di tal muscolo Questo fatto . è tale che spinge il sangue rosso in verso op-
sembra annunciarne un altro consimile nel posto a quello, dietro cui scorre ordinaria-
cervello e F osservazione varrà a porlo fuori
: mente tale movimento poi è eguale ed anche
;
1
d ogni dubbio.
cui

Qualunque sia il modo con
interrompe
superiore all’ impulso venoso, per cui questo
si l’azione polmonare, ossia viene facilmente superato e il di cui effetto
che cessino prima i fenomeni meccanici, op- reso nullo, delche possiamo assicurarsi apren-
pure i chimici, sarà sempre 1’ alterazione di do la parte dell’ arteria superiore al tubo che
questi causa delle perturbazioni nelle funzio- dovrebbe portare in essa il sangue nero. Que-
ni cerebrali. Tutto ciò quindi che ho esposto sto movimento sembra dipendere, e dalle for-
relativamente al cuore è esattamente applica- ze contrattili organiche dell’arteria e dall’im-
bile al cervello ; per cui non ne farò più al- pulso del cuore che fa rifluire il sangue perle
cuna replica. —
Trattasi adunque piuttosto di anastomosi in verso contrario a quello che gli
mostrare coll’esperienza e coll’ osservazione è naturale. —
Nasce perciò la necessità di ri-
patologica, che nella interruzione delle fun- correre ad un mezzo più attivo, onde spinge-
zioni chimiche del polmone, F azione del cer- re questa specie di sangue al cervello, mezzo,
vello, non che
quella del sistema nervoso vie- che potevasi facilmente rinvenire. Ho
assai
ne interrotta dal sangue nero. » Esaminiamo — perciò aperto su un animale la carotide e la
perciò esperienze relative a questo sogget-
le giugulare ; e dopo d’ aver ricevuto in un si-
to.-— Io ho da principio comincialo col tras- fone , riscaldato prima alla temperatura del
fondere al cervello di un animale il sangue corpo ,
il versatovi dalla vena , fu
fluido
arterioso di un altro, onde tale tentativo pre- questo injettato al cervello per F arteria
star potesse un termine di confronto pei se- già legata verso il cuore onde evitare F e-
guenti. Aperta adunque una carotide in un morragia Tosto dopo F animale si è agi-
.

cane, si adatta all’ arteria verso il cuore un tato ìa sua respirazione si è resa precipi-
;

tubo, e si lega la parte corrispondente al cer- tosa, ed esso apparve in uno stalo di sofioca-
vello ;
si apre in seguito la stessa arteria io zione analogo a quello determinato dall’ as-
SO QUELLA. DEL CERVELLO
iìssia, ìli cui ha ben
presentalo lutti i tosto però sono più lenti e bene spesso Pani-
effetti
sintomi la vita animale si è interamente so-
;
male sopravvive molte ore all’-esperimenlo.
spesa ; il cuore ha continuato ancora a batte- Ma gli effetti funesti di queste diverse sostan-
re e la circolazione si è mantenuta per una ze, sono, senza alcun dubbio, da ascriversi al-
Metz ora e dopo questo la morte ha posto
1
P azione loro sul cervello, non già sulla su-
termine anche alla vita organica. 11 cane — perficie interna delle arterie, lo in fatti le ho
era di media corporatura e furono injettate injettate comparativamente nell’ arteria cru-
circa sei once di sangue nero con una moderala rale, dal che nessuna mai produsse effetti mor-
spinta, onde non tosse attribuito all’urto mec- tali e soltanto ho osservato succedere uno sta-

canico ciò che doveva essere l’effetto della na- to di stupore e qualche volta la stessa paralisi.
tura e composizione del fluido, ilo consecuti- — 11 sangue nero perciò riesce senza dubbio
vamente ripetuto tale esperienza sopra tre ca- funesto al cervello, a cui porla P atonia e la
ni nello stesso giorno e su molti altri in segui- morte per losuo solo contatto, nello stesso
lo a tempi diversi e i risultati ottenuti furo-
;
modo che riescono funesti tutti gli altri flui-
ì no sempre invariabili non solo riguardo alfa- di, di cui ho superiormente parlato. Non cer-
sfissia dell’ animale, ma ancora riguardo ai fe- cherò qual sia il modo per cui essi riescono

i

; norneni che accompagnano la morte. Po- • letali; poiché da questo punto avrebbero prin-
i Irebbe qualcuno credere che il sangue sorti- cipio le congetture, le quali formano il termi-
ì to da’ suoi vasi, ed esposto al contatto dell’ a- ne a cui io sospendo le mie ricerche. Siamo
i
ria riceva da questo fluido dei principii fune- adunque abbastanza autorizzati a credere die
! sti, o gli ceda quelli che erano necessari al so- nell’ asfissia la circolazione die persiste per
i
stegno della vita, e che a tale causa piuttosto qualche tempo ancora dopo la cessazione dd-
debbasi ascrivere la morte subitanea che se- le funzioni chimiche del polmone, interrompa
i
gue allorché si spinge il sangue al cervello. quelle del cervello portando ad esso del san-
Per distruggere un tale sospetto ho istituito gue nero soltanto, li che viene meglio prova-
i alla giugulare d’ un cane una piccola apertu- to considerando che negli asfittici durano an-
: ra, alla quale ho adattato il cannello d’ un si- cora i movimenti di quest’organo e continua-
; fone riscaldato e da cui ritirando lo stantuffo no come all’ordinario. —
Per provare questo
! ho estratto il sangue senza che abbia potuto si metta in un animale allo scopertoli cervel-

: aver luogo il contatto dell’aria atmosferica lo in modo da osservarne i suoi movimenti ;


i con questo fluido, ilo dopo ciò incettato il sau- si faccia indi cadere l’animale in asfissia con

!
gue nella carotide per una piccola apertura in qualunque siasi mezzo, per esempio, spingen-
essa praticata dopo di che si manifestarono
;
do nella sua trachea diversi gas mediante, un
tosto sintomi come nel caso precedente e la
i
;
rubinetto ad essa adattalo, oppure chiuden-
)
morte non ha mancato di sopraggiungere, ben- do semplicemente tal rubinetto. Si vedrà,
; che più lentamente e con minore agitazione. dietro questo, che la vita animale è già del tut-
I Egli è possibile adunque che allorquando l’a- to sospesa che le funzioni del cervello sono
i ria trovasi in contatto col sangue vivente sor- affatto cessate, ma che tale organo è ancora
1 iiio da’ suoi vasi, valga ad alterarlo alquanto, agitato dai movimenti alternativi d’ elevazio-
abbassamento, movimenti che dipen-
1
i ed a renderlo meno capace a intrattenere la ne e d
! ’s La dei solidi ; ma la causa essenziale
i della dono dall’ impulso dato dal sangue nero. E
t morte è sempre riposta nella nerezza di que- siccome sussiste ancora questa causa di vita
sto fluido, come risulta dal precedente esperi- nel cervello, dovrassi così necessariamente
j

mento. —
Sembra adunque dopo tutto questo ascrivere Sa sua morte alla natura del flui-
il che sangue nero, o non è un sufficiente sti - do che lo penetra. —
Ciò non ostante se col-
i molo per mantenere l’azion cerebrale, o che esso l’asfissia coincide una affezione cerebrale, la
ancora opera in un modo deleterio sopra l’or- morte da quella determinata succede più pron-
gano encefalico poiché anche mandando per
;
ta che nei casi ordinari. Per questo ho prima
la carotide diverse sostanze straniere si otten- indotto una commozione in un animale ehe
gono degli analoghi effetti. Ho in fatti ucciso ho in seguito privato d’aria, e la sua vita che
degli animali injetlando loro dell’inchiostro, era da principio solamente turbata, si è ben
dell’ olio, del vino, deil’acqua colorata col bleu tosto estinta. Ilo egualmente reso asfitico un
ordinario e via dicendo. Ho provato ancora animale, già assopito per una compressione
le
che la maggior parte dei fluidi escrementizi!, portata artificialmente al cervello e tutte
come Purina, la bile, fluidi mucosi presi nel- i funzioni parvero egualmente cessare alquanto
le affezioni catarrali, hanno egualmente sul prima di quello che avviene , allorché il cri-
1-
cervello un’influenza mortale pel loro sem- vello trovasi intatto durante l’operazione.
plice contatto. —
Lo stesso siero del sangue
» schiareremo ora con nuovi esperimenti
presentati.
le con-
che separa dal coagulo in un salasso, è egual-
si seguenze dedotte da quelli finora
mente capace di produrre la morte, allorché — Se nell asfissia il sangue nero
1 sospende col
chiaro
s’injelli artificialmente in una carotide; i suoi suo contatto P azione cerebrale, risulta
E u c tei. Ned. 4
.* io
74 INFLUENZA DELLA MORTE DEL POLMONE
che aprendo in un animale reso asfìtico una un vaso pieno ossigeno, ha in un tratto a-
d’
arteria, la carotide, per esempio, e ricevendo cquislato un color rosso vivo ; ed ho injettato
questo fluido si injetti dolcemente al cervello questo sangue per 1’ arteria ; ma l’animale è
d’ un altro animale, questo dovrà egualmente, morto con tale prontezza che giammai mi sia
dopo certo tempo, morire asfìtico, siccome ho occorso di osservare per cui si concepisce
osservato costantemente succedere. E in — ,

quanto io fossi lontano dall’ aspettarmi tale


fatti, taglia in un cane l’ aspera arteria che risultato. Ma la mia sorpresa però è ben tosto
chiuderai ermeticamente; dopo due minuti svanita dietro la seguente riflessione trova- :

vedrai scorrere nel sistema a sangue rosso il vasi mista al sangue una grande quantità d’a-
sangue nero. Se apri una carotide e ricevi ria, per la quale esso è giunto al cervello assai
il sangue che sorte dall’ apertura in un sifone gonfio e schiumoso :e siccome abbiamo già
per spingerlo al cervello d’ un altro animale , osservato che un piccolissimo numero di bolle
questo cade ben tosto con una respirazione aeree introdotte nel sistema vascolare, o dalla
interrotta, qualche volta con dei gridi lamen- parte del cervello o da quella del cuore, vale
tevoli, a cui non tarda di sopraggiungere la ad uccidere gli animali, intendiamo così come
morte. Ho instituito un’esperienza analoga a abbia avuto luogo un simile risultato. Fui —
questa, dalla quale però ottenni un risultato da questo indotto a ripetere i miei esperimen-
alquanto differente, flisguarda essa due cani e ti intorno all’ injezione del sangue nero, onde

consiste i.° nell’ adattare un rubinetto all’ a- vedere se mai la morte dovesse ascriversi a
spera arteria del primo e V estremità d’un tu- qualche bolla d’ aria che in esso si frammi-
bo d argento alla sua carotide ; 2. 0 a fissare
1
schiasse; ma ho sempre osservato il contrario.
l’altra estremità del tubo nella carotide del Dietro questo mi si presentò pure un’altra
secondo, rivolto verso il cervello; B.° nel le- difficoltà credetti cioè possibile che la poca
:

gare ciascuna arteria nel lato opposto a quel- aria contenuta nell’ estremità del tubo della
lo in cui è il tubo impegnato, onde impedire sciringa o quella che ha potuto essersi intro-
l’emorragia; 4-° nel lasciare cite per un istan- dotta per l’arteria aperta, spinta per mezzo
te il cuore dell’ uno di questi cani spinga san- dell’ injezione verso il cervello, bastasse a di-
gue rosso al cervello dell’altro ;
5.° nel chiu- struggerne 1’ azione ma una semplice rifles-
;

dere il rubinetto e nel fare così succedere il sione ha fatto svanire questi miei dubbi. Se
sangue nero a quello che scorreva dapprima. questa causa fosse reale , essa dovrebbe pro-
— Appena dopo qualche tempo, il cane che ri- durre lo stesso effetto nell’ injezione di qua-
ceve il sangue, diventa stordito, si agita, la- lunque fluido, dell’acqua, per esempio; dalla
scia cadere il capo, perde l’uso dei sensi ester- quale però niente ottenni di consimile. Pos- —
ni, e simili, ma tali fenomeni compaiono assai siamo adunque con certezza assicurare die il
più tardi di quando si injetta del sangue nero sangue nero per la natura dei principii, di cui
preso nel sistema venoso od arterioso. Se si va ricco, od è incapace d’ eccitare l’azione ce-
sospende la transfusione, l’animale può riani- rebrale, od agisce sul cervello in modo dele-
marsi e vivere ancora, dopo che siano dissi- terio. non potendo io stabilire se la sua in-
pati i sintomi dell’asfissia, mentre la morte fluenza venga esercitata negativamente o po-
succede costantemente, allorché lo stesso san- sitivamente, ed altro non sapemlo,se non che
gue è mandato al cervello col mezzo di un si- vengono da essa sospese le funzioni cerebrali.
fone, qualunque sia il grado di forza con cui — Sembrerebbe, dietro questo dato, ebe fosse
si spinge. L’aria adunque comunicherebbe mai possibile di rianimare gli asiatici, spingendo
al sangue qualche principio ancora più fune- al cervello del sangue rosso che ne forma lo
sto di quello che vi compartono gli elementi stimolo naturale. Per tale riguardo dobbiamo
che lo rendono nero? —
Osservo che per que- nell’asfissia distinguere due periodi; i.° quel-
sta esperienza fa di mestieri che il cane, la di lo, in cui sono semplicemente sospese le fun-
0
cut carotide manda il sangue, sia più vigoro- zioni cerebrali; 2. quello, in cui hanno di già
so, ed anche più grande dell’ altro, poiché cessalo la circolazione e i movimenti del pet-
F impulso diminuisce di mano in mano, che il to ;
poiché è questa malattia sempre caraite-
cuore è penetrato dal sangue nero e il tubo rizzata dalla perdita subitanea nella vita ani-
rallenta il movimento
del sanarne, benché esso male e in seguito da quella della organica, le
benché una manifesta pul-
sia assai sensibile e quali però si seguono successiva metile. Ho
sazione indichi superiormente al tubo l’ in- quindi osservato che finché l’asfissia trovasi
fluenza del cuore dell’ uno sull’arteria dell’al- nel primo grado, 1’ animale è ancora suscetti-
tro. — Ho voluto ancora tentare di rendere il bile di rianimarsi lentamente, trasfondendo in
sangue venoso capace a intrattenere l’azione esso del sangue rosso verso il cervello col mez-
cerebrale, rendendo-lo rosso artificialmente. zo d’ un tubo adattato alla carotide d’ un al-
Per questo ho aperta la giugulare e la caroti- tro animale ed alla sua le funzioni cerebrali
;

de d’ un cane di cui : la prima mi ha sommi- cosi riprendono in parte il loro esercizio e ben
nistrato del sangue nero, il quale ricevuto iu soventi subitanee agitazioni al capo, agli 00
su quella del cervello ^5
hi, e via dicendo, annunciano il primo arri- asfitieo un animale, in cui siasi aperta un’ar~
do del sangue al cervello ma bentosto scom- ;
teria, di mano in oscur H
mano che il sangue si
paiono queste speranze e l’animale ricade, se e diventa nero, 1’ azione cerebrale si turba (

la causa dell’ asfissia persiste, se per esempio, si trova già quasi annichilata, in tanto che
il rubinetto adattato all’ aspera arteria rimane quella del cuore continua ancora con energia.
^hinso. —
Da un altro lato, se in questo primo — 3.° Sappiamo che la maggior parte degli
periodo si apra il rubinetto, quasi sempre av- asfiiioi, sloggiti alla soffocazione, non hanno
viene che il contatto di nuova aria sui polmo- provato se non ohe un generale stordimento,
!
i) rianimi a poco a poco quest’ organo. Il sau-
i un sopore, la di cui sede evidente trovasi al
i
gue allora si colora, passa rosso ai cervello ;
e cervello come pure sappiamo che presso tut-
;

ila vita si ristabilisce senza la precedente tra- ti quelli, in cui il polso, ed il cuore più non si

i
quale non induce mai effetto alcu-
sfusione, la fanno sentire, la morie riesce quasi sempre
: no nell’ animale, la di cui asfissia sia portata inevitabile e nelle mie ini me rose esperienze
ual secondo periodo vale a dire, i di cui mo-: non ho giammai osservato guarigione di asfis-
vimenti organici e quello del cuore special- siagiunta a questo periodo. /j.° Quasi tut- —
li unente siano sospesi. Questa esperienza così al- ti gli ammalati sopravvissuti a questo acciden-

leo non ci offre se non che una prova di ciò te, specialmente se determinato dal vapore del
t he già conosciamo cioè della diversa inlluen-
: carbone, dicono d’avere prima sofferto un do-
j sangue nero e del rosso sul cervello, ma
za del lore più o meno violento alla testa, probabile
i non mai un rimedio contro l’asfissia. Os- — effetto del primo contatto del sangue nero so-
servo ancora ch’essa non riesce dopo 1’ inie- pra il cervello; e questo folto fu rimarcato
zione del sangue venoso fatta col mezzo ili una dalla maggior parte degli autori ohe si sono
josciringa. In questo caso, benché la causa del- occupali di una tale materia. 5.° Le espres- —
1’ asfissia sia cessala dopo l’injezione e benché sioni volgari, il carbone dà al capo , offusca
s’ introduca per la stessa apertura del sangue la mente e via dicendo, provano egualmente
,

j
arterioso, sia transfondendolo dall arteria di 1
che il primo effetto determinato da questa so-
i un altro animale, sia iniettandolo, dopo d’ a- stanza col suo vapore si dirige al cervello piut-
Te rio preso in un’arteria aperta e d’ averne
i tosto che al cuore. II popolo così, il quale ve-
»riempito un sifone, l’animale non dà clic de- dé senza la prevenzione dei sistemi, osserva
(boli segni d’ eccitamento,
li quali ben soventi i soventi meglio di noi che non vediamo talvol-
mancano allatto e la morte ne è sempre una ta se non quello che cerchiamo di trovare die-

inevitabile conseguenza.
t In generale l’asfis- — tro opinione già stabilita.
1’ — >
6.° Abbiamo
fssia portata dal sangue nero, preso nel sistema diversi esempi di ammalati, s quali rinvenuti
venoso e spinto al cervello è più pronta, più dallo stalo d’ asfissia, in cui furono immersi
certa e differisce manifestamente da quella, dal vapore del carbone conservano per un
,

aiata dal cangiamento graduato del sangue


i tempo più o meno lungo diverse alterazioni
rosso in sangue nero che ha luogo nel polmone
i
nelle funzioni intellettuali e «tei movimenti vo*
al momento, in cui si intercetti l’aria o viene lontari, alterazioni, le quali riconoscono evi-
|

iintrodotto qualche gas nella trachea Dopo — - dentemente per sede il cervello. Ld anche mol-
»d’ aver stabilito con diverse esperienze i’in- ti giorni dopo l’accidente, se esso è stato por-

llfluenza funesta del sangue nero sul cervello talo ad un certo grado, gli ammalati vacilla-
lidie lo riceve dalle arterie durante f interru- no, non possono sostenersi sulle gambe e le
zione dei fenomeni chimici del polmone, re- loro idee sono ancora confuse succede cioè ;

i puto utilissima cosa mostrare che fenome- i in minor grado ciò che l’apoplessia presenta
:ni delle asfissie osservate sull' uomo, concor-
; in grado massimo. Avvien pure talora che die-
dano assai bene con queste esperienze, le qua- tro l’impressione dei vapori mefìtici si mani-
|

li i sembrano servir loro di spiegazione. — i.° festano quasi d’ uu tratto ilei movimenti con-
Ognuno sa che qualunque specie d’asfissia di- vulsivi e be«ie spesso anche dopo la scomparsa
tri ge la prima sua influenza sul cervello che ;
degli altri sintomi si mantiene pertinace un
|:sul primo principio vengono distrutte le fun- forte male di capo. Potrà ciascuno riscontrare
zioni di quest’organo; che cessa la vita ani- presso osservatori e particolarmente nell o«
gli
ornale specialmente dalla parte delle sensazioni;
i pera di Portai, queste prove moltiplicale del-
«che viene in un tratto sospeso ogni rapporto l’ influenza funesta e soventi prolungata del
Leon tutto ciò che ci circonda e che le inter- ; sangue nero sul cervello portatovi dalle arte-
ine funzioni sono interrotte soltanto consecu- rie. —
Questa influenza, benché reale sugli
tivamente. Qualunque poi sia il modo di asfis- animali a sangue freddo e sui rettili partico-
sia, o per sommersione, o per strangolamento larmente, riesce con tutto ciò molto meno ma-
io pel vuoto, o per diversi gas, e via par- i nifesta. Ho in fotti praticato due incisioni sui

lando, sempre si manifestano gli stessi feno- lati del petto di una rana ; da esse sorti tosto
meni. —
2 .° Riesce cosa curiosa il vedere co- il polmone dell’ uno e dell’altro lafo, ed ho
me durante l’esperienza, nella quale si rende legati dove penetrano nelle viscere»
i vasi là
n( INFLUENZA DELLA MOLTE DEL POLMONE
L’animale, ciò'non ostante, visse ancora per as- ](o fatto da principia comunicare in uri cane
sai tempo, benché fosse interrotta ogni comu- l’arteria carotide colla vena giugulare per
nicazione tra il cervello e l’organo polmona- mezzo di un tubo ricurvo, il quale portava il
re, il (piale fenomeno osservasi anche allor- sangue dalla prima nella seconda, comunican-
quando si l'accia V estirpazione di un tale or- dole un movimento di pulsazione assai sensi-
bano, in vece di legarne i vasi. — l\ei pesci, i bile. Ilo in seguito chiuso il rubinetto adatta-
quali per f organizzazione delle branchie dif- to anticipatamente alla trachea dell’animale,
feriscono essenzialmente dai rettili, sembra il quale sembrava restare per un tempo più
che il rapporto tra il polmone ed il cervello sia lungo senza fenomeni dell’ asfissia
soffrire i ;

alquanto più immediato, benché minore di la differenza di tempo però non è stala ass-ai
quello che esiste nelle specie a sangue rosso e sensibile anzi fu nulla in un secondo anima-
caldo. —
ilo in un carpione levata la lamina
;

le, in cui ho ripetuto la stessa esperienza.



cartilaginosa che ricopre le branchie ; le quali Io credo, che dalle esperienze e dalle diverse
poste a nudo si allontanavano, ed avvicinano considerazioni esposte in questo paragrafo ,
alternativamente all’asse del corpo. La respi- potremo con sicurezza conchiudere: i.° —
razione sembrava eseguirsi come all’ordinario Che nella interruzione dei fenomeni chimici
c l’animale è per lungo tempo vissuto senza del polmone, il sangue nero opera su! cervel-
sensibile turbamento nelle sue funzioni. Ho — lo come sul cuore, penetrando cioè il tessuto
in seguito compreso con in filo di piombo di quest organo e privandolo con ciò dell’ec-
1

tutte te branchie e gli anelli cartilaginei che citamento necessario alla propria azione. —
le sostengono ed il filo fu inseguito ristretto
; 2 ° Che la sua influenza è molto più pronta
.

in modo da impedire ogni movimento nel- sul primo che sul secondo di questi organi.
l’apparato respiratorio. Tosto il pesce è cadu- 3. °
Che la diversità di questa influenza deter-
to in languore i suoi natatoi non si mostra-
; mina la diversità due vite
di cessazione delle
rono più tesi; il movimento muscolare fu a nell’asfissia, nella quale la vita animale è sem-
poco a poco indebolito, esso è cessalo anche pre annichilata prima dell’organica. Possiamo
del tutto e l’animale tini di vivere appena do- pure dall’esposto concepire quanto poco fon-
po un quarto d’ ora. —
Comparvero a presso data sia l’opinione di quelli, i quali credono
a poco gli stessi fenomeni in un altro simile che nei decapitati possa il cervello vivere an-
pesce, in cui aveva strappate le branchie; ed cora per qualche tempo e possano riferirsi ad-
ho solamente osservato che un momento ap- esso ancora le sensazioni di piacere o di dolo-
1
pena dopo esperimento, sono insorti diver-
l re imperocché l’azione di questo organo è
;

si moti irregolari, dopo quali l’animale si è


i immediatamente dipendente dal doppio ecci-
rialzato nell’ acqua, vi si è mantenuto come tamento ricevuto dal cuore, i.° pel movimen-
all’ ordinario, ha perduto molto sangue e ha to ; 2 .° per la natura del sangue che esso ri-
dovuto in seguito soccombere del tutto a capo ceve. E siccome in tal caso questo eccitamen-
di venti minuti. —
11 particolare genere di to viene prontamente annichilato, così deve
rapporto che negli animali a sangue rosso e pure subitamente sospendersi ogni specie di
freddo unisce il cuore, il cervello ed il polmo- sentimento. —
Benché nella cessazione dei fe-
ne, merita, cred'io, di fissare in ispezial modo nomeni chimici del polmone il turbamento
1’ attenzione dei Questi animali non
fisiologi. delle funzioni cerebrali molto influisca sulla
devono andar soggetti come quelli a sangue morte degli altri organi, tale turbamento pe-
rosso e caldo, ai deliquii, all’apoplessia ed alle rò costituisce 1’ immediato principio di morte
altre malattie, atte a portare la mol le subitanea per la sola vita animale, per la quale si com-
per l’inlerruzione di questi rapporti, o almeno binano a questa molte altre cause ancora, co-
le loro malattie analoghe a queste devono pre- me vedremo in seguito. La vita organica quin-
sentare ben diversi caratteri e la loro asfissia di cessa pel solo contatto del sangue nero sui
deve succedere in un tempo infinitamente più differenti organi e la morte del cervello non
;

lungo. Ritornando ora alle specie vicine al- è che un fenomeno isolato e parziale dell’ as-
F uomo, ed all’uomo stesso, io sono di parere quale non risiede già esclusivamente
fissia, la
die dietro l’influenza congiunta del sangue in alcun organo non li colpisce tutti egual-
,

nero sul cuore, sul cervello e su tutti gli or- mente per f influenza del sangue eh’ essa vi
gani, le persone affette d’ aneurisma varicoso manda; il che proveremo nel seguente ar-
debbano perire meno prontamente delle altre ticolo.
allorché trovansi prive d’ aria, perché il san-
gue rosso che passa nelle loro vene, attraver- ARTICOLO Vili. INFLUENZA ESERCITATA
DELI.’
sa il polmone senza aver bisogno di subirvi DALLA MORTE DEL POLMONE SOPRA QUELLA
alterazione, in conseguenza di che dovrà esso DI TUTTI GLI ORGANI.
reggere per un tempo maggiore V azione del
cervello. —
Per assicurarmi se questa mia sup- Ho fatto conoscere in qual modo l’inter-
puàizione potesse avere qualche fondametìta. ruzione dei fenomeni chimici del polmone di-
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI
7?
strugga le funzioni del cuore e del cervello. loro organizzazione polmonare ,
io spessore
Bimane ora di far conoscere che il sangue ne- dei vasi e delle cavità del cuore, impedisce, se
ro non eserciia la sua influenza soltanto su non di distinguere interamente il colore del
1
questi due organi, ma che tutti quelli dell e- sangue, almeno di conoscere con precisione le
conomia ne ricevono una funesta impressio- varie gradazioni di coloramento; così tutte le
ne allorquando esso vi venga trasportato
,
esperienze fatte senza vedere a nudo queslo
dalle arterie e che in conseguenza l'asfissia fluido, non offriranno che semplici approssi-
costituisce,
;

come fu già detto una malattia mazioni e giammai delle rgorose nozioni. —

,

universale a tutti gli organi. Non ripeterò Da queste riflessioni fui indotto a cercare in
la divisione stabilita dei fenomeni polmonari modo esatto ciò che fin qui aveva determina-
in meccanici ed in chimici, poiché, o cominci to vagamente soltanto. il —
migliore mezzo
la morie degli uni, oppure dagli altri, la ces- con cui giudicare rettamente del colore del
sazione della vita dipende sempre, come fu sangue, è, a mio credere, i! seguente. Esso —
già provato, dalla interruzione degli ultimi, consiste, come ho già detto soventi, nell’adat-
per cui noi ci occuperemo di questi soltanto. tare primieramente alla denudata e
trachea
— Ma prima 1
di far l analisi degli effetti pro- tagliata trasversalmente un rubinetto che pos-
dotti dalla cessazione di questi fenomeni su sa aprirsi e chiudersi a volontà, e per mezzo
tutti gli organi, ed in conseguenza il modo del quale si può introdurre nel polmone la
d’ azione de! sangue nero sopra essi, non sa- precisa quantità d’aria necessaria agli esperi-
1
rà inutile d esporre i fenomeni della pro- menti, o introdurvi differenti gas, ritenerveli,
duzione di questa specie di sangue nel mo- od estrarre tutta l’aria contenuta, distender-
mento, in cui si interrompono le funzioni lo con questo fluido, olire il grado ordinario,
polmonari. Questo paragrafo che sembrerà e simili. L’animale può assai bene respirare
forse interessante, potrebbe indifferentemente con queslo rubinetto finché è aperto e po- ;

appartenere o ai due articoli precedenti od trebbe con esso vivere per un tempo assai
anche al presente. lungo senza notabile turbamento nelle sue
§. I. Esposizione dei fenomeni della funzioni. —
- Si apre in secondo luogo un’ ar-
formazione del sangue nero nella interru- teria qualunque, la carotide, la crurale, e si-
zione delle finizioni chimiche dei polmone. mili, onde osservare le diverse alterazioni del
—-Sappiamo in generale, che il sangue attra- colore del sangue che ne sgorga secondo la
1

versando il polmone si colora, e da nero che quantità e la natura dell aria, ohe penetra le
era prima, diventa rosso finora però questa ;
cellule aeree. —
In generale però non si do-

materia interessante non ha formato oggetto vrà mai scegliere una piccola arteria, in cui
di precisi e rigorosi esperimenti. Sarebbero i ilsangue si arresta troppo prontamente, po-
polmoni delle rane assai atti a mostrare come tendo sospendersi il corso di questo fluido
tale colorazione avvenga ma la lentezza della :
dal più piccolo spasmo, dal minimo stiramen-
respirazione presso questi animali, la diffe- to, intanto che la circolazione generale si man-

renza del meccanismo di questa funzione da tiene ancora attiva. Da un’altra parte le ar-
quello che si osserva negli animali a sangue terie maggiori perdono in poco tempo tanta
caldo, e la troppo piccola quantità di sangue quantità di questo fluido, che potrebbe l’e-
che al traversa loro polmoni, impediscono
i
morragia portare prontamente la morie. Pos-
per una parte di stabilire una compiuta ana- siamo però opporsi ainconveniente co!-
tale

logia tra essi e le specie vicine all’ uomo, e l’adattare a questi vasi un tubo a diametro
l
1
uomo stesso ;
mentre per un altro lato la assai piccolo, e meglio ancora applicando al
tenuità dei loro vasi polmonari, e P impossi- tubo adattato all’arteria un rubinetto, il qua-
bilità di paragonare
cangiamenti nella cele- i
le aperto a volontà, possa somministrare un

rilà della circolazione con quelli del colore del getto di quella grossezza che si desidera.
sangue, rendono incompiute tutte le esperien- Essendo così tulio preparato sopra un qua-
ze fatte sopra questi piccoli anfibi. Si do- — lunque animale di una slatina alquanto gran-
vrebbero quindi piuttosto studiare fenome- i de, sopra un cane, per esempio, vediamo ora
ni della respirazione umana e di tutte le fun- quale sia la serie dei fenomeni che ci presen-
zioni che ne dipendono sugli animali a dop- ta la colorazione del sangue. Indicando pe- —
pio ventricolo, a circolazione polmonare com- rò in questi fenomeni preciso, in cui
il tempo
piuta, a temperatura superiore a quella del talecoloramento succede, esporrò soltanto ciò
l
1
atmosfera, a due sistemi separati per il san- che bo osservato senza pretendere che la du-
gue rosso e nero imperocché nessuna rigo- ;
rata di questi fenomeni debba essere eguale
rosa induzione potrebbe essere dedotta dagli anche nell'uomo, e costante negli animali esa-
esperimenti fatti sopra le specie, in cui si ri- minati ad epoche ed occasioni diverse come ,

dell e-
scontrano delle disposizioni contrarie alle ac- al tempo del sonno, delia digestione,

cennate. —
-Ma siccome da un altro lato in sereizio, della quiete dell’ animo,
quasi che
ripetere esperimenti sol-
tutti i mammiferi ravvicinati all
1
uomo dalla fosse possibile tali
INFLUENZA DEUT, A MORTE DEL POLMONE
to queste diversa circostanze. Imperocché, co- questo colore
indebolisce in proporzione
s’

me già si disse, voler sottomettere al più esat- della diminuzione della parte respirabile; che
to calcolo le funzioni animali, è lo stesso che il colora del sangue resta simile a quello che
il non conoscerle, troppo grande essendo la esso lia nelle vene, allorché tutta 1’ aria vita-
loro instabilità. I fenomeni però restano sem- le che trovasi all’estremità dei bronchi è af-
pre i medesimi, e questo è ciò che più im- fatto esaurita. —
Ho altrove fatto osservare ,
porta ; mentre le loro variazioni in più o in che nelle diverse esperienze in cui si porta
meno, sono tutte innumerevoli, ed assai me- l’asfissia ad un animale chiudendo il rubinet-
no interessanti. Ritorniamo al nostro ogget- to e rilenendo così 1’ aria nel suo petto du-
to^ cominciamo dai fenomeni relativi al can- rante il tempo dell’esperimento, se esso agili
giamento del sangue rosso in nero, o piutto- con forza questa cavità con movimenti ana-
sto al non cangiamento del sangue nero in loghi a quelli della inspirazione ed espirazio-
rosso. — i.° Se sì chiuda d' uo tratto il rubi- ne, la colorazione in nero succede assai più
netto dopo una inspirazione, il sangue co- tardi, o piuttosto il color rosso cessa più len-
mincia a capo di trenta secondi ad oscurarsi, tamente che quando il petto rimane immobi-
il suo colore è carico dopo un minuto, ed è le. Dobbiamo ripetere questo fenomeno da

perfettamente simile a quello del sangue ve- ciò che imprimendo all’ aria movimenti pro-
noso dopo un minuto e mezzo o due minuti. dotti dalle scosse, queste fanno sì, che essa
— - 2.
0 11 coloramento del sangue è di molli circoli probabilmente nelle cellule aeree, e
secondi più pronto, allorché si chiuda il ru- presenti per conseguenza sotto maggiori punti
binetto appena dopo l’espirazione: soprattut- la sua porzione respirabile al sangue, il quale
to, se questa essendo stata forte, abbia espul- deve o unirsi con essa, o comunicargli i suoi
so molt aria dai polmoni ma la differenza è
1
: principii divenuti eterogenei alla sua propria
poco sensibile dopo una espirazione ordina- natura. Tale spiegazione risulterà assai più
ria. —
*
3 ° Se si adatti ad un rubinetto il tubo evidente dietro ciò che io sono per dire intor-
di una sciringa da injezione, e ritirando lo no agli animali che respirano entro a vesci-
1
stantuffo, si attragga tutta l aria contenuta che. —Passo ora ad esporre il coloramento
nel polmone, sia questo in una volta sola o in rosso del sangue reso nero dalle esoerienze
in due, secondo il rapporto che passa tra la preeedenti.I fenomeni di cui esse furono l’og-
capacità della sciringa e quella delle vescichet- getto, hanno luogo durante il tempo, il quale
te aeree, il sangue rosso convertesi d’un trat- dalla asfissia conduce alla morte ; questi ulti-
to in sangue nero al che bastano venti o mi alcontrario succedono in quell’ epoca che
;

trenta secondi. In questo caso sembra che dalla asfissia riconduce alla vita. i ,° Se si —
non si ricerchi il solo tempo necessario ónde apra il rubinetto chiuso da qualche minuto,
evacuare il sangue rosso contenuto nello spa- l’aria s’introduce tosto nei bronchi. L’ani-
zio che passa dal polmone all’arteria aperta male espira con forza l’aria in essi contenu-
e che tosto vi tenga dietro il sangue nero. In ta, ne assorbe di nuova con avidità, e ripete

questo caso pure non si osservano gradazioni precipitosamente sei o selle ampie inspirazio-
nel coloramento, ma succede prontamente; ni ed espirazioni. Se durante questo tempo si
ed il sangue che sorte sul principio dalle ar- esamini l’arteria aperta, si vede quasi in un
terie, si mostra già tale e quale trovavasi nel- tratto succedere un getto assai rosso al nero
le vene. —
/j.° Se invece di fare il vuoto nel eh’ essa prima somministrava e ciò nell’in-
;

polmone, vi si spinga una quantità d’aria mag- tervallo di trenta secondi al più; non ricer-
giore di quella, che l’animale attrae sotto la candosi per questo se non che ii sangue nero
più grande inspirazione, e chiudendo il rubi- contenuto dal polmone fino all’apertura del-
netto si ritenga l’aria nei polmoni, il sangue l’ arteria siasi evacualo. Occorre quindi lo
tarda assai più a mostrarsi colorato esso non ;
stesso fenomeno, benché in verso contrario di
si oscura che dopo un minuto e non sorte quello superiormente indicato per l’asfissia
compiutamente nero che dopo tre. Ciò non prodotta dal vuoto fatto, assorbendo l’aria
ostante questo varia secondo lo stalo e la col sifone ;
non si osserva cioè alcuna succes-
quantità dell’ aria che è spinta nel polmone siva gradazione dal nero al rosso il cambia
;
-
,

sicché in generale, quanto maggioreè la quan- mento è momentaneo ;


e la vivacità dell’ ulti •

tità d’aria che trovasi in quest’ organo, tanto ino colore sembra anche maggiore di quella
più tardi avviene il coloramento. —
Da tutte che appare nello stato ordinario. Se in— 2 .°
queste esperienze risulta, che la durata del vece d’aprire in un tratto il rubinetto si la-

coloramento del sangue rosso in nero trova- sci penetrare 1’ aria nella trachea per una
si, generalmente parlando, in ragione diretta piccola fessura, il coloramento è assai meno
della quantità d’ aria contenuta nel polmone, vivo, ma egualmente pronto. —
3.° Se si adat-
ohe finché esistono parli aeree respirabili nel- ti al rubinetto una sciringa carica d’aria, e

le ultime cellule polmonari, il sangue conser- questa si spinga con forza nel polmone dopo
va più o meno il color rosso arterioso ; che avere aperto il rubinetto , il quale tosto si
SU QUELLA DI TUTTI OLI ORGANI 79
chiuda, il sangue diventa rosso, ma assai me- eccitiquella del cuore, che il sangue da essa
no manifestamente d’ allora che l’entrata del- colorato penetri quest’ organo ; nò possiamo
1’ aria è dovuta ad una respirazione volontà- comprendere come ciò possa in questo caso
ria. Questo probabilmente dipende da ciò che avvenire, cessata essendo la circolazione. —
la parte d’ aria injettata col sifone spinge nel Dobbiamo, ciò nonostante, distinguere due
fondo delle cellule quella che già trovasi nel casi nell’ in terrompimento dell’azione delcuo-
polmone mentre al contrario coll’ aprire
;
re prodotto dall’ asfissia ;
imperocché soprag-
semplicemente il rubinetto, l’espirazione ri- giunge qualche volta la sincope, la quale ar-
manda da principio l’aria divenuta inutile al resta il movimento di quest’organoprima che
coloramento, alla quale si sostituisce in segui- l’ influenza del sangue nero abbia potuto pro-
to dalla inspirazione un’aria novella, e ciò durre Se iu questo caso si spinga
tale effetto.
viene confermato dall’esperienza seguente. — dell’aria nel polmone, può questo viscere ec-
4-° Se in vece di spingere dell’aria su quella citato dal fluido, risvegliare simpaticamente il
che è già. rinchiusa nel polmone, si estragga cuore, non altrimenti di quello che otteniamo
da principio questa, iniettandone in seguito nella sincope, allorché si applichi una causa ir-
della nuova, il coloramento è più rapido e ritante sulla pituitaria, sulla faccia, e simili;
principalmente più vivo, che nel caso prece- dal che ognun vede facilmente che i nervi soli
dente. Esso, ciò non ostante, appare alquanto formano qui il mezzo di comunicazione tra il
minore d’ allorquando l’aria si rinnovi dalla polmone ed il cuore. Ma allorquando quest’ul-
ifìspirazirone ed espirazione naturale. 5.° Po- — timo ha cessato d’agire, perchè penetrato dal
sto allo scoperto il polmone dall’uno e dal- sangue nero, non è più allora suscettibile di
l’altro lato per la sezione laterale delle coste, rispondere all’eccitamento simpatico esercita-
la circolazione continua ancora per qualche to sopra di esso dal polmone, perchè esso con-
tempo. In talcaso se col mezzo della sciringa tiene in sè causa della sua ìner-
medesimo la
adattata al rubinetto dell’ aspera arteria si di- zia, per superare la quale si ricercherebbe una
1 tano alternativamente e si vuotino le vesci-
la altra causa d’ azione opposta, il contatto cioè
chetle polmonari, dall’aria che è stata spinta del sangue rosso, ilquale è reso del tutto im-
—Ho
;

1 in esse, si osserva succedersi a vicenda il co- possibile. voluto ancora assicurarmi quale
) lor rosso ed il nero con un grado quasi egua- fosse influenza dei diversi gas respirati sul
1’

> le a quello dell’esperimento precedente, il che coloramento del sangue ; per la qual cosa ho
1 ha luogo finché la circolazione si mantiene, e adattato al tubo fissato nella trachea diverse ve-
1 malgrado V assenza d’ ogni funzione meccani- sciche, di cui alcune contenevano dell idroge-
ni ca. —
Dai fatti or ora esposti possiamo dedur- no, altre del gas acido carbonico. — E anima-
li
Te le seguenti conseguenze. i.° La celerilà — le espirando, ed inspirando fa alternativamen-
esso al
> colla quale il sangue ritorna rosso allorquan- te gonfiare e restringere la vescica ;

do si apre il rubinetto, non ci lascia dubitare


i principio trovasi in uno stalo di calma ma :

che il principio, il quale serve a questo colo- re- la


( dopo minuti comincia ad agitarsi,
tre
ramento, non passi direttamente dal polmone e il

spirazione si precipita e si rende difficile ;

nel sangue attraverso le pareti membranose


f sangue che allora sorte da una delle carotidi
delle vescichette
! siaro pure da ciò assicurali
;
aperta, si oscura e diventa finalmente affatto
chetale principio non potrebbe percorrere
; nero dopo quattro o cinque minuti. Qua-
il una strada più lunga, quale sarebbe quella , lunque poi fosse il gas, di cui mi serviva nel-
la differenza nella durata
per esempio, del sistema assorbente; e questa 1’ esperimento, e
M
;; asserzione verrà da me quanto prima stabili- nell’ intensità del coloramento, mi e sernpie
3 ta. —
2 ,° La celebre esperienza di Hook, colla apparsa poco importante. Questa osservazione
quale si accelerano movimenti indeboliti del
j
i merita di essere posta a lato delle esperienze dei
cuore negli asfilici o negli animali di cui siasi commissari dell’ Instituto, quali hanno ve-
i

aperlo il petto, spingendo dell’ aria nella loro dufo sopraggiungere l’asfissia compiuta nel-
trachea, si concepisce assai chiaramente dietro 1’ idrogeno puro in dieci minuti, e ma ni testa r-

il coloramento osservato precedentemente nel-


! si dopo due minuti nel gas acido carbonico.
5 la stessa esperienza. Avviene in essa che il 11 sangue nero adunque circola più lungo
tem-
1 sangue rosso penetrando le fibre del cuore fa po entro il sistema arterioso nella prima, ohe
.

1’ anima-
>
cessare l’indebolimento portatovi dal contat- nella seconda asfissia senza uccidere
to del sangue nero. —
3.° Non credo però che le, per conseguenza senza distruggere
e
a
a-
-
1

un tal mezzo sia stato capace di richiamare i zione di questi organi. E questo conferma
a a
movimenti del cuore arrestati dal contatto del cune riflessioni, che io presenterò intorno
sangue nero e benché molti autori abbiano
;
differenza delle asfissie. — Perchè maiadattino
co o il

preteso di avere con esso ottenuto un esito fe- ramento riesce più tardo allorché si

rubinetto che quando si c


nuc a
lice, ioconfesso d’ averlo sempre tentato inu- le vesciche al
anima e
; tilmente. Questo sarà facilmente inteso, im- semplicemente senza far respirare all
alia
perocché la mestieri, onde 1’ azione deli’ aria alcun gas? —
Questo dipende da ciò che 1
8o influenza della morie del polmone
contenuta nella trachea e nelle sue divisioni nero che questo sangue sorte «fa principio
;

nel momento dell’ esperienza, venendo spinta con un getto simile a quello del rosso che ;

in molte riprese nella vescica, e respinta nel l’ indebolimento di questo getto non è che
polmone, tutta la parte respirabile offessa con- graduato e consecutivo, e simili. Da questo
tiene, si presenta successivamente alle boccuc- potrei dunque conchiudere i.° che la circo-:

ce capillari, che la trasmettono al sangue. — lazione arteriosa continua ancora per cerio
Accontentandosi al contrario di chiudere il tempo, benché le arterie conleugauo un flui-
rubinetto, P aria non può essere agitata che do differente da quello che loro è abituale ;
difficilmente dai movimenti del petto, per cui 2.° che 1’ effetto necessario di questa circola-
allorquando parte respirabile di quella con-
la zione prolungata è «li far penetrare il sangue
tenuta nelle cellule aeree è stata esaurita il ,
nero in tutti gli organi abituali al contatto
sangue cessa di colorarsi in rosso, benché ri- del rosso. Ma deduciamo questa conclusione
manga nella trachea e nelle sue maggiori di- da precisi e rigorosi esperimenti. Per ben —
visioni una grandissima quantità di questo conoscere questo fatto importante, basta il
fluido, il quale non ha potuto essere spoglia- mettere successivamente allo scoperto diver- i

to del suo principio vivificante del che pos-


;
si organi, finché il tubo adattalo alla trachea

siamo essere facilmente convinti anche dopo rimane chiuso, e per conseguenza finché l’ani-
la perfetta asfissia deli’ animale, tagliando la male trovisi nello stato d’ asfissia. Ho cosi
trachea al disotto del rubinetto, e introdu- esaminato di mano in mano i musco'’, i ner-
cendo in essa una candeletta accesa. Da que- — vi, le membrane, i visceri, e simili, eu ‘eco
il

sto adunque possiamo in generale stabilire, risultato delle mie osservazioni. — i.°I .ma-
che il coloramento del sangue non avviene se teria colorante dei muscoli trovasi in due stati
non che all’estremità bronchiali, e che la su- differenti cioè o è libera o combinata ; libe-
;

perficie interna dei vasi aerei maggiori non ra si riscontra nei vasi in cui circola col san-
ha parte alcuna in questo fenomeno. H po- — gue al quale appartiene ; combinata riscon-
trà ognuno convincersi della realtà della spie- trasi nefe fibre medesime fuori dalle vie della
gazione che io presento, attraendo prima con circolazione, ed è quest’ ultima parte la quale
un sifone l’aria del polmone, ed adattando in costituisce particolarmente il colore del mu-
seguito al rubinetto una vescica che contenga scolo.Ora mentre la prima si annera sensibil-
1' uno o T altro dei due gas, facendo così in mente, questa non prova durante l’asfissia al-
modo che animale sia obbligato ad inspira-
l
1
cuna sensibile alterazione, ma resta costante-
re, ed espirare il solo gas senza alcun’altra me- mente la stessa. Se in fatti si tagli a traverso
scolanza. In questo caso il coloramento è pres- un muscolo, esso fornisce una infinità di pic-
soché subitaneo; ma qui pure come nella cole gocce nerastre, le quali sono l’indizio dei
esperienza precèdente non si trova che pic- vasi divisi: è adunque sangue circolante nel
il

cola differenza nella intensità e nella rapidità sistema arterioso di quegli organi, quello che
di questo coloramento, sia che venghi impie- loro comunica la tinta livida eh’ essi allora
gato 1’ uno o l’altro dei due gas quali fu- i presentano, e che trovasi assai sensibile sul
rono da me scielti a preferenza, perchè en- cuore, nel quale si osservano molte Ramifica-
trano a formar parie dei fenomeni «Iella in- zioni e in proporzione assai maggiori di quel-
spirazione naturale. —
A llorché si a ria ti alla t le degli altri muscoli. —
2 .° I nervi sono abi-
trachea una vescica piena di gas ossigeno il ,
tualmente penetrati da una grande quantità
quale sia respirato dall’ animale quasi puro di piccole arterie, che serpeggiando nel loro
,
ilsangue dura lungo tempo a colorarsi in ne- tessuto portano ad essi l’eccitamento e la vita.
ro ; ma non acquista da principio un colore manifesta il sangue nero che gli
Nell’asfissia si
più vivo di quello che gli è naturale, come mi attraversa con un colore bruno oscuro, il qua-
era caduto in mente. le si vede succedere al bianco roseo naturale
§• Ih II sangue rimasto nero per la in- a questi organi. —
>3.° Pochi organi si riscon-
terruzione dei fenomeni chimici del polmo- trano nei quali sia più visibile il contatto del
ne penetra tutti gli organi e circola in essi
,
sangue nero quanto sulla cute; le macchie li-
qualche tempo percorrendo il sistema va- vide così frequenti nella asfissia non sono, co-
scolare a sangue rosso. —
Abbiamo slabìliti me giàabbiamo detto, se non P effetto del-
i fenomeni del coloramento del sangue duran- l’ostacolo eh’ esso ha provato nel passaggio
te l’ interruzione dei fenomeni chimici del entro sistema capillare generale , la cui
il

polmone. Proveremo ora, prima di conside- contrattili la organica insensibile non è abba-
rare 1’ influenza di questo coloramento sulla stanza da questo eccitata. A tale causa sono
morte degli organi, che essi vengono tolti pe- pure da ascriversi gli ingorghi e la tumefazio-
Detrali dal sangue rimasto nero. —
Ho dimo- ne dicerte parti come delle guance , delle
strato che la forza del cuore sussiste ancora labbra, della faccia in generale, della pelle,
per qualche tempo a quello stesso grado che del cranio, talora anche di quella del collo, e
gli e proprio, benché vi pervenga il sangue simili. li qual fenomeno non differisce da
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI 8i
quello presentato dal polmone, il quale non — In generale possiamo osservare chesan- il

potendo essere attraversato dal sangue negli gue nero si comporta in tre modi nel sistema
ultimi momenti della vita, diventa sede di un capillare universale: i.° vi hanno delie parli,
ingorgo, che occupa specialmente il sistema in cui esso non penetra affatto e in questo ca-
capillare. —
Un tale fenomeno d’altronde rie- so le conservano il loro colorerà tu rale ;
parti
0
sce assai più sensibile nel polmone che nel si- 2. alcune parti sono attraversale dal sangue
stema capillare generale, per le ragioni supe- nero senza che si arresti nel loro sistema ca-
riormente esposte. 4 —
° Armhe le membrane pillare e passa nelle vene come faceva il san-
mucose presentano questo fenomeno dietro gue rosso ; B.° finalmente s’ incontrali® altre
la cessazione delle funzioni chimiche del pol- parti in cui il sangue passa manifestamente,
mone, per cui dobbiamo ripetere da questo ma vi si ferma e in questo caso si osserva un
principio frequente tumefazione della lin-
la semplice colorameli lo se il sangue vi perviene
gua nei sommersi, negli appiccati, negli asfit- in poca quantità e si osserva oltre il coloramen-
tici per i vapori de! carbone, e simili, non che to una tumefazione della parte se la quantità
la lividezza della membrana della bocca, dei del sangue è grande —
Nel primo ed ultimo
bronchi, delle intestina, e simili, osservate caso la circolazione generale trova l’ostacolo
dalla maggior parte degli autori; leqnalicose che arresta nel sistema generale capillare;
I’

tutte vengono provale dal seguente esperi- nel eseeondo che è molto più frequente il san-
mento. Se in un animale dopo d’ aver estrat- gue sospende il suo corso nei capillari del pol-
ta dalle pareti addominali un’ansa intestina- mone dopo di aver circolato nelle vene. Que-
le, si fenda questa in modo da mettere allo sti due generi d’ ostacolo coincidono sovente
scoperto sua superficie interna ; e se dopo
la fra loro; e così nell’ asfissiauna parte del san-
di ciò si chiuda il rubinetto già adattato alla gue nero si arresta alla faccia, alle superficie

trachea, sì vedrà a capo di quattro o cinque mucose, alla lingua, alle labbra, e via parlan-
minuti, e qualche volta più tardi succedere do 1’ altra parte assai più considerabile che
;

una tinta bruna oscura al color rosso, chedor- non ha trovato ostacolo nel sistema capillare
ma un carattere di questa superficie nello sta- generale forma un ingorgo nel polmone, nel
to naturale. —
5.° Questa stessa osservazione quale trova il fine del suo movimento. Ma —
fu da me stabilita sui bottoncini carnei di una perchè mai certe parti del sistema generale
! ferita indotta in un animale al fine di osser- capillare rifiutano d’ammettere il sangue ne-
i varvi questo coloramento effetto del sangue ro o se 1' ammettono non possono farlo passa-
nero, b arò ciò non ostante, riflettere che nel- re nelle vene, mentre altre meno facilmente
1

le due precedenti esperienze tale fenomeno si indebolite dall influenza del suo contatto, fa-
produce assai più lentamente che in molti al- voriscono la sua circolazione come alfordina-
tri casi. —6.° Tale coloramento ottenuto ed rio ? Perchè mai il primo fenomeno si osserva
i osservato dietro l’indicato mezzo succede as- più particolarmente alla faccia? Ciò non di-
i sai più pronto nelle membrane sierose, che pende che dalla relazione che esiste tra la sen-
nelle mucose, come possiamo esser fatti certi sibilità di ciascuna parte e questa specie di

dall’esame comparativo della superficie inter- sangue la quale relazione per ciò è affatto sco-
:

na ed esterna dell’ intestino durante il tempo, nosciuta. —


Ho voluto ancora servirmi della
in cui il rubinetto èchiuso; questo dipende facilità con cui si può variare il colore del san-
j

l da ciò che nelle prime membrane il colore !i- gue secondo io stato del polmone, per distin-
i vido eh’ esse prendono, non dipende già dai guere P influenza della circolazione della ma-
i sangue che le penetra, ma bensì dai vasi che dre sopra quella del feto. Mi sono per questo
ii serpeggiano sopra le medesime quali sono;
procurato una cagna gravida che ho resa asfi-
tica chiudendo un tubo adattato alla
sua
H le arterie del mesenterio sul peritoneo, quelle
ì del polmone sulla pleura, e simili ; ed es- trachea. Quattro minuti dopo che fu intercet-
e i
s sendo tali vasi piuttosto considerabili , si ta ogni comunicazione tra P aria esterna

c opera in essi la grande circolazione, e per polmoni, essa fu aperta e si vide la circolazio-
conseguenza il sangue nero vi sopraggiun- ne ancora attiva. Aperto poi 1’ utero e le sue
ge quasi nel momento in cui è prodotto. membrane e messo allo scoperto si cordone di
come due o riscontrò alcuna diffe-
non
1 Nelle membrane mucose al contrario ,
tre feti, si
ue.de
pure nelle cicatrici, tale coloramento ha !uo- renza tra il sangue della vena e quello
nero
arterie ombilicali che era egualmente
:j

go per il sistema capillare della membrana


1

nell’uno e nell’altro genere di vasi.


Non
j medesima, il quale riceve più lentamente il giavi
sangue nero e ne è assai più tardi delle prime mi fu più possibile d’ avere altre •cagne
tj

grande
penetrato anzi qualche volta si rifiuta dal- de e di una corporatura abbastanza
;
altro mo-
per ripetere questo esperimento in
j

I
1’ ammetterlo in certe parti; così ho più volte

do imperocché sarebbe d uopo, i.


1

5 osservata la membrana delle cavila nasali es- ;


co
nudo il cordone onde paragonale
i

il sere assai rossa negli animali asfitici, mentre tere a


lore naturale del sangue dell’artena co! color
quella della bocca era livida, e via dicendo,,
* li
{
Elicici. Mcd. 4
83 INFLUENZA DELLA MOLTE DEL POLMONE
naturale di quello della vena orubilicale; giac- ne tale in tutti gli organi, ancorché la circola-
ché la loro differenza in molti feti di porcelli- zione sia assai meno sensibile di quello che è
ni d’ India mi è apparsa infinitamente minore nell’ asfissia, locchè stabilisce la grande diffe-
di quella che trovasi tra i due sistemi vasco- renza propria di questo genere di morte, del-
lari nell adulto. Che anzi in molte circostan-
1
la quale ci occuperemo in seguito. Dietro le
ze essa apparve nulla affatto ; offrendo le due quali cose riescirà assai facile il concepire i fe-
specie di sangue una nerezza eguale, ancorché nomeni seguenti : —
i.° Allorché il ventrico-
la respirazione delia madre, il cui ventre era lo e 1’ orecchietta a sangue rosso, la curvatura
aperto, fosse eseguita quasi naturalmente. 2. 0 dell’aorta, e via dicendo, racchiudono del san-
Si dovrebbe chiudere il rubinetto della tra- gue, questo è sempre nero come è noto a co-
chea, ed osservare se il cangiamento del san- loro che si esercitano nel fare frequenti inie-
gue dell’arteria ombilicale del feto (supposto zioni. Ed esercitando gli scolari nella pratica
che il suo sangue sia diverso da quello della delle operazioni chirurgiche sul cadavere, ho
vena ) corrisponda a quello che si effettua ine- sempre osservato, che allorché le arterie aper-
vitabilmente nel sistema arterioso della ma- te non sono interamente vuote e che lasciano
dre; oppure se il cangiamento che ha luogo trasudare qualche poco di sangue, questo of-
nel sangue di questa, non influisca sul sangue fre costantemente lo stesso colore. — 0
2. I cor-
del feto. Le esperienze istituite sopra grandi pi cavernosi sono sempre pieni di questo san-
animali e dietro tali viste, potrebbero portare gue, sia che essi trovatisi nello stato di flaci-
grande rischiarimento intorno al modo di co- dità abituale, ossia che trovansi in erezione,
municazione vitali tra la madre ed il feto. Ma come ho osservato in due soggetti portati al
restano pure a desiderarsi delle osservazioni mio anfiteatro l’uno dei quali crasi appiccato,
;

intorno al colore del sangue nel feto umano 1’ altro aveva sofferto una violenta commozio-
,
intorno alla causa de! passaggio del suo colore ne, a cui dovette subitamente soccombere. —
livido ad un rosso assai vivo che succede qual- 3.° Non si trova quasi mai rosso il sangue che
che tempo dopo la sortita del feto dall’ utero distende più o meno la milza dei cadaveri con :

materno e va discorrendo. —- Potrei aggiun- tutto ciò l’esterno di quest’organo e la sua su-
gere molli altri esempi a questi già riferiti in- perficie concava presentano talvolta le macchie
torno al coloramento dei diversi organi pro- di un colore di scarlatto assai vivo che io non sa-
dotto dal sangue nero. Così il rene di un cane prei bene a qual causa ascrivere. —
aperto nel tempo in cui si rende asfìlieo pre- brane mucose perdono dopo la morte il ros-
/p° Le mem-

senta un lividore assai più sensibile di quello sore che le caratterizza durante la vita; e pren-
che mostri durante la vita, nella sostanza cor- dono quasi sempre un colore oscuro, carico o
ticale, nella quale particolarmente, come'ognun simile.— 5.° Allorché si esamini il sangue
sa, si distribuiscono le arterie. Anche la milza, effuso nel cervello degli apopletici , trovasi
ed iì fegato tagliati per traverso non lasciano quasi sempre nero. —
6.° Ben soventi avviene
più sortire che sangue nero in vece di dare dei che il sangue si diriga alle parti esterne della
getti misti ai rossi, come si osserva allorché si macchina invece di portarsi alle interne. Per
ia la sezione di questi organi sopra un anima- questo allora tutta la faccia, il collo e qualche
le vivente, in cui sia libera la respirazione. — volta le spalle si gonfiano pel sangue, da cui
rfon ci mancano però numerosi fatti dietro i sono penetrate ed è cosa assai comune 1’ os-
;

quali possiamo con sicurezza stabilire che il servare dei cadaveri, in cui si riscontra questa
sangue rimasto nero dopo l’interruzione dei disposizione che non ho giammai veduto co-
fenomeni chimici del polmone circola ancora incidere con uno spandimeli to interno. Se esa-
per qualche tempo, penetra tutti gli organi e miniamo in questa occasione il colore, della
si sostituisce al sangue rosso che bagnava
il pelle, esso ci si presenta violaceo, o d’un bru-
tessuto. — Quesia conseguenza ci conduce al- no carico, manifesto segno della specie di san-
la spiegazione di un fenomeno sorprendente gue che vi si è* raccolto. Nè è credersi, come già
per tutti quelli che aprono dei cadaveri, cioè si è detto perla causa di questo colore, che tale
£ dire che sempre occorre di osservare il san- fenomeno sia prodotto dal rigurgito del san-
gue nero in quegli stessi vasi che sono natu- gue venoso, ma sì bene dalla siasi del sangue
ralmente destinati al sangue rosso. — Ma co- nero, il quale circola nel momento della mor-
me vedremo, il polmone negli ultimi momen- te entro il sistema capillare esterno in cui tro-
ti dell esistenza, qualunque
sia il genere di va un ostacolo e nel quale in vece di romper-
morte, si ingorga quasi sempre, e mette fine ne le pareti e di spandersi, come succede nel
alle sue funzioni assai prima che siano inter- cervello, produce un vero ingorgo : la quale
rotte quelle del cuore, li sangue per ciò ese- differenza dipende, a mio credere, dalla mag-
guisce ancora molte volle il giro del suo dop- giore resistenza, e dalla più fitta tessitura dei
pio sistema anche dopo cessala l’influenza che vasi esterni che degli interni. — Non preten-
per risente dall’aria; circola adunque nero do però di portare più oltre le numerose con-
&sso un certo tempo, ed in conseguenza lima- seguenze del principio superiormente stabili-
SO QUELLA DI tutti gli ORGANI 83
to, cioè della circolazione del sangue nero en- suno ignora cioè che nelle due età estreme
tro il sistema arterioso negli ultimi momenti della vitadue sistemi vascolari trovansi in un
i

della vita osserverò soltanto che allorquando


morte cominci
:
rapporto inverso. —
Io non conosco come i!
la come in
dalla circolazione, sangue rosso ecciti, ed intrattenga colla sua
caso di ferita del cuore, e via dicendo, man- natura la vita di tutte le parti. Sarà questo
cano i fenomeni anzi detti, o per lo meno so- forse dietro la Combinazione
no as'ai poco sensibili, — Passiamo ora all' e-
dei principi!
coloro no il sangue, coi diversi organi ai quali
che

same dell influenza che


1
il sangue nero esercita questo fluido arriva. E in fatti ecco la diffe-
sugli organi di cui penetra il tessuto, renza dei fenomeni che offrono i due sisten i
§. III. Il sangue nero non vale ad intrat- capillari generale e polmonare. Nel primo — •

tenere V attività e la vita degli organi che il sangue cambiando di colore lascia nelle par-
esso penetra allorché sono cessate le fun-
,
il principio che lo rende
ti rosso nel secondo
zioni chimiche del polmone. - Per determi- — in vece vengono
;

separati e rigettati dall espi-


1

nare quale sia l’influenza del sangue nero reca- razione e dalla esalazione che l accompagna, 1

to agli organi dalle arterie, osserveremo che il quegli elementi ai quali esso deve il suo color
primo effetto prodotto dal contatto del sangue nero. Ma questa unione dei principii coloran-
rosso è di eccitare questi organi, di stimolar- ti il sangue arterioso cogli organi non può
li, di intrattenere la loro vita, come risulta non influire grandemente sull'abituale eccita-
dalle seguenti osservazioni. —- i.° Paragonisi mento in cui essi sono intrattenuti e da cui
i tumori infiammalorii, la risipola, il flemmo- dipende l’azione loro ; per cui concepiamo
ne, e via discorrendo, alla di cui formazione come sangue nero, non potendo sprestare i
il

concorre essenzialmente il sangue rosso col- materiali di questa unione, non vale neppure,
le macchie scorbutiche, le petecchie e simili ad agire come eccitante delle nostre diverse
prodotte specialmente dal sangue nero e ve- parti. —
- Questa idea però viene da me espo-
drassi le une caratterizzate dall’esaltamento sta senza appigliarmi in alcun modo alla me-
delle forze locali, mentre le altre sono contras- desima per cui possiamo collocarla vicino a
i
segnale dalla boro prostrazione. 2 .° Esami- — 1
quella dell azione sedativa che ho detto eser-
nisi due uomini, di cui p uno a faccia rossa, citarsi forse dal sangue nero sui nervi. Qua-
a petto ampio, a superficie cutanea tale che iì lunque sia però la probabilità di un’opinione,
più piccolo esercizio tinge di un colore di co- non dovrà uno spirito giudizioso attribuire
sa, e via parlando, annunciando così P inten- ad alcuna importanza allorché non può
essa
I
sita dellosviluppo di quelle funzioni che sono essere dimostrata dalla rigorosa esperienza. —
destinate a cambiare in rosso il sangue nero, e Fatta così astrazione da qualunque sistema ri-
P altro con colore pallido, con petto ristretto, cerchiamo piuttosto come venga determinata
e via'dicendo, indica col suo esteriore il lan- la morte dal contatto del sangue nero sulle di-
guore di queste funzioni e conoscerai qual verse parti. —
Possiamo, come già abbiami
i sia ladifferenza nell’energia delle loro forze fatto parlando della morte del cuore, divide-
respettive, - —
3.° La maggior parte delle can- re qui pure le parti in quelle che appartengo-
grene senili cominciano con un lividore nella no alia vita animale e in auelle che concorro-
;

i
parte, indizio evidente della mancanza o del- no ai fenomeni organici quindi vedremo co-

;

la diminuzione del sangue rosso. — 4*° M ros-


;

me le une e le altre cessano allora d’ agire.


sore delle branchie costituisce nei pesci un se- Tutti gli organi della vita animale trovansi
gno, dietro il quale si riconosce il loro vigore. sotto la dipendenza del cervello per cui se
— 5.° Giudichiamo nelle piaghe della buona questo viscere interrompa suoi fenomeni,
i
;

natura dei bottoncini carnei dal loro rossore, cessano necessariamente anche quelli di tali
i per cui quanto più essi sono pallidi, o bruni, organi. E siccome abbiamo veduto che il con-
la cicatrice mostra minor tendenza al suo tatto del sangue nero porta un’atonia alle for-

;

compimento. 6.° colore


vivo di tutto il
Il ze cerebrali in modo quasi instantaneo ; cosi
capo e specialmente della faccia, l’ardore de- sotto questo primo rapporto gli organi loco-
gli occhi, e simili, coincidono sempre coll’e- motori vocali e sensitivi, devono negli asfittici
!
stremo grado d! energia acquistata dal cervel- cadere in uno stato di inerzia. E questa sarà la
; lo sotto certi accessi febbrili. — y.° Quanto sola causa che sospende il loro esercizio nei
i più gli animali hanno sviluppato il sistema diversi esperimenti, in cui si manda del san-
i polmonare, tanto più intenso riesce il colora- gue nero al solo cervello, in tanto che le altre
i mento del sangue ed in Conseguenza la vita parti non ricevono ancora tal sangue. Ma al-
generale dei loro diversi organi è più perfetta lorché questo fluido circoli in lutto sistema il


I

e meglio sviluppata. 8.° La gioventùche for- e tutti gli altri organi cadono, come il cervel-
ma V età del vigore, è quella, in cui predomi- lo, sotto la sua influenza, a questa causa sa

!

na il sangue rosso ; e ognuno sa che nei veo ne aggiungono due altre, cioè i.° I nervi
:

I chi trovansi in paragone dei primi anni le ar- da esso penetrati non sono più capaci di sta-
i terie più ristrette e le vene più ampie; nes- bilire delle comunicazioni tra il cervello e i
84 INFLUENZA DELLA MORTE DEL PO LATO NE
sensi per una parte, tra questo viscere e “li della circolazione ed ho fatto conoscere co-
organi locomotori o vocali per l’altra, 2 .° — me cuore
il cessi .dall’
;

agire tosto che venpa


Il contatto del sangue nero distrugge in que- penetrato da questo sangue. Aggiungerò ora
sti organi stessi l’azione loro. Se infatti injet- che tal morte succede ancora, perchè questo
ti nell’arteria crurale d’ un animale questa fluido penetra nelle pareti arteriose e venose,
specie di sangue preso da una delle sue vene, passando per piccoli vasi che concorrono al-
i

vedrai tosto indebolirsi sensibilmente i suoi la loro struttura ; per cui esse pure si indebo-
movimenti sopraggiungere talvolta una
e liscono e mettono fine alle loro funzioni.
momentanea paralisi. Farò però osservare che Piiescirà, è vero, sempre difficile il provare in
in questa esperienza devesi injettare il fluido un modo rigoroso che le secrezioni, 1’ esala-
nella parte superiore dell’arteria, onde possa zione e la nutrizione non possono attrarre dal
esserespinto in quantità sufficiente ; cosicché sangue nero i materiali propri al loro eserci-
se si aprisse l’arteria verso la sua metà, i mu- zio, perchè questa specie di sangue non circo-
scoli della coscia ricevendo quasi tutti del la nelle arterie per un tempo sufficientemente

sangue rosso, continuerebbero i loro movi- lungo da poter instituire delle esperienze in-
menti diversi senza alcuna alterazione ; il che torno a queste funzioni. Ho, ciò non ostante,
ho potuto in due o tre casi osservare. Cono- fatto intorno a ciò qualche tentativo ; e così
sco, è vero, che la sola legatura dell’ arteria i.° ho posto allo scoperto la superfìcie interna
necessaria in questa esperienza può essere suf- della vescica d' un animale vivo, dopo d’ aver
ficiente a portare la paralisi del membro, im- tagliata la sinfisi del pube, ed aperto il baS'.o
perocché ho potuto due volle con questo uni- ventre; ho in seguilo esaminato lo scolo dell’u-
co mezzo, se non distruggere affatto, indebo- rina che ha luogo dagli orifici degli ureteri in-
lire almeno i movimenti. Ma ho pure
soventi tanto che rendeva asfìtico l’animale chiudendo
osservato che 1’ influenza di tale mezzo era il rubinetto adattato sua trachea ; a.° ho
alla
quasi nulla perchè certamente allora vi sup- tagliato il condotto deferente prima denudato
plivano i vasi capillari, ciò che non può aver per vedere se durante l’asfissia colasse dallo
luogo nella esperienza conosciuta dallo Sle- sperma, e via dicendo. Ma dietro tutte queste
none, nella quale la legatura è applicala all’a- esperienze ho sempre in genere osservato che
orta e nella quale il movimento è subito dopo durante la circolazione del sangue nero nelle
sospeso. Ciò non ostante 1’ effetto della inie- arterie non sembrava fluire alcun umore dai
zione del sangue nero è quasi costantemente diversi organi secretori. Devo però confessare;
eguale al già indicato ; dico quasi, perchè, i .° che in tutti questi esperimenti e in altri ana-
esso non fu per una volta osservato benché loghi da me tentati e per la considerabile per-
siensi usate le necessarie precauzioni ;
2.° per- turbazione che l’animale prova dietro l’asfis-
chè l’ indebolimento dei movimenti varia nel- sia grandi incisioni che gli si fanno sof-
e le
la sua durata e nel grado in cui si osserva, se- frire, e per la brevità del tempo, in cui dura
condo la varietà degli animali assoggettati al- l’esperimento, non è possibile il dedurre del-
1’ esperienza.
Occorre in questa stessa espe- le conseguenze di tal natura da poter essere
rienza una manifesta sospensione del sentimen- senza diffidenza ammesse da uno spirito me-
to, la qnale succede talvolta più tarda di quel- todico. lo quindi assicuro piuttosto dietro l’a-
la del movimento, ma riesce sempre reale, par- nalogia di ciò che succede negli altri organi
ticolarmente se si abbia l’avvertenza di ripe- che quelli delle secrezioni, dell’esalazione e
tere l’ injezione del sangue nero tee o quattro della nutrizione, cessano dalle loro funzioni
volte, ed a piccoli intervalli di tempo si ot- : tosto che ad essi pervenga il sangue nero. -
tiene un effetto analogo, ma
più tardo e più Questo d’ altronde concorda perfettamente
difficile adattando alla cannuccia situata nella coi diversi fenomeni presentati dagli animali
crurale un tubo già fissato nella carotide d’un asfilici, tra i quali enumeriamo come princi-
altro animale, in cui si chiuda dopo la trachea pali i seguenti. i.° Il calore animale nei sog-
in modo che il suo cuore spinga del sangue getti asfitici mantiene per un tempo assai
si
nero nella crurale del primo. —
ÀI contrario, lungo, forse perchè nel tempo, in cui circola
gli organi della vita interna mor-
penetrati dal san- il sangue nero nelle arterie prima della
gue nero circolante nel sistema arterioso, non te, malica 1’ esalazione cutanea. 2 .° Ho costan-
interrompono già la propria azione per la so- temente osservato in diversi cani, uccisi len-
spensione dell’attività del cervello, da cui so- tamente durante la digestione col togliere lo-
no indipendenti ; ma la sola causa Mie ne ar- ro a poco a poco 1’ aria per mezzo del rubi-
resta le funzioni sta riposta nel contatto di
netto, ho osservalo, dico, che i condotti epati-
questo sangue. Perciò nella morte di questi co, coledoco, ed il duodeno presentano molto
organi dobbiamo ammettere un principio di minore quantità di bile che all’ordinario, allor-
meno che in quella degli organi locomotori quando cioè si mettooo a scoperto tali organi
vocali e simili, —
Ho già dimostrato quale sia sopra un animale vivo, nel tempo in cui si e-
1 influenza del sangue nero sopra gli organi sereita tale funzione. 3.° Come già ho detto il
*0 QUELLA 1)1 TUTTI OH ROANI
snodile niente perdendo perle diverse funzio- tempo che in uno si mandano al polmone dei
ni superiormente indicate, si accumula in gran- vapori di carbone mediante un tubo adattato
de quantità ne’ suoi Tasi. Ed
ecco perchè rie- alla sua trachea e nell’altro si spinge in que-
sce assai difficile Eanatomia dei cadaveri degli st’organo una certa quantità d’acqua che vi
a p pi coati, dei soffocati dal carbone, e via dicen- si mantiene chiudendo il rubinetto e che si

do poiché la fluidità e l’abbondanza del loro


;
trova tosto cambiata in spuma come negli an-
sangue, porta un grande imbarazzo all’ anato- negati. Malgrado questa analogia degli ultimi
mico. Questa abbondanza osservala da diversi fenomeni della vita, le membra restano nel
autori può dipendere ancora da ciò che gli as- primo flessibili e caldi per certo tempo, men-
sorbenti indeboliti non attraggono più dopo tre diventano rigide e agghiacciate nel secon-
la morte per asfissia la parte sierosa del san- do. particolarmente se durante l' esperienza si
gue contenuto nelle arterie, come avviene in immerga il suo corpo nell’acqua; imperocché
quasi tutti i cadaveri, in cui questa parte si ho osservalo meno pronta la perdita del calo-
separa da! coagulo che resta nel vaso; in que- re facendo annegare l’animale injettando 1’ a-
sto caso al contrario non ha luogo nè separa- cqua, la quale intercetta la sua respirazione
zione nè assorbimento. Anche le escrezioni di quello che immergendolo intieramente in
sembrano allora sospese ; e ciò per 1’ indebo- un fluido. Ma ritorniamo
nostro oggetto.
a!
limento prodotto nell’organo escretore dal — Possiamo da i fatti, e da
tutti tutte le con-
contatto del sangue nero; per questo si è fre- siderazioni contenute in questo articolo con-
quentemente osservata negli asfitici la vesci- chiudere, i.° che allorquando sono interrotte
ca assai distesa come riferisce Portai il che
;
le fu nzioni chimiche del polmone cessano ,
1
dipende dall urina raccolta prima dell’acci- contemporaneamente quelle di tutti gli or-
dente, la quale non ha potuto essere evacua- gani per effetto del contatto del sangue ne-
ta, benché la vita abbia ancora durato per ro , qualunque sia il modo d’agire di que-
qualche tempo. In generale possiamo stabilire sto sangue che io non considero punto; 2 .°
che prodotte dal solo sangue nero
le asfissie che la morte di tutti gli organi coincida
e senza concorso di alcun principio delete-
il con quella del cervello e del cuore, ma che
rio, non sono mai accompagnate da quelle quella non dipende immediatamente da que-
contrazioni che si osservano frequentemente sta 3.° che se fosse possibile a questi due
,

nell’ istante di molte altre morti, o qualche organi di ricevere del sangue rosso intanto
momento dopo nel retto e nella vescica, e via che gli altri sono penetrati dal nero, le fun-
dicendo, contrazioni che vuotano quasi intie- zioni di questi finirebbero, mentre essi con-
ramente questi organi dei loro fluidi e che de- tinuerebbero ad agire, l\ .° che in una paro-
vono essere distinte dal semplice rilasciamen- 1
lai asfissia è un fenomeno generale, il qua-
to degli sfinteri, da cui hanno luogo analoghi le si sviluppa nello stesso tempo in tutti gli
effetti. Si manifestano sempre nella asfissia i organi, e che non si mostra particolarmente
sintomi un generale indebolimento nelle
d’ in alcuno.
1

Dietro questo modo di conside-
parti e non mai si osserva quell’ aumento di
: rare l influenza del sangue nero sulle parti
vita e quello sviluppo di forze che contrasse- sembra che per poco che il suo passaggio con-
gna tanto frequentemente l’ultima ora dei tinui nelle arterie, la morte ne è tosto 1’ effet-
moribondi. —
Ed ecco forse ancora perchè nei to necessario. Ciò non ostante alcuni vizi or- i

cadaveri delle persone asfiliche si osserva una ganici possono prolungare talvolta oltre la na-
grande flaccidità delle membra. Infatti la ri- scita la mescolanza delle due specie di sangue,
gidità dei muscoli sembra soventi dipendere la quale come sappiamo ha luogo nel felo
1
da ciò che, venendo e«si colpiti dalla morte nel chiuso ancora nell utero materno. Tale era
momento della contrazione, le fibre rimango- il vizio di conformazione dell' aorta che trae-
no avvicinate e assai coerenti tra loro; nel no- va origine con un ramo in ciascuno dei ven-
stro caso al contrario esiste nelle parli abban- tricoli in un fanciullo riferito dal Sandifort ;
donate dalla vita un rilasciamento generale, tale sembra essere ancora a prima vista l’a-
ed una mancanza universale d’azione, per cui pertura del foro del Botai osservata negli adul-
esse rimangono in questo stato e cedono alle ti. — Ma faremo, ad onta di questo, avvertire,
impulsioni loro comunicale. —
Confesso, ciò che l’esistenza di questo foro non suppone
non ostante, che una tal spiegazione presenta sempre il passaggio del sangue nero nell’o-
una difficoltà, di cui non ho mai potuto im- recchietta a sangue rosso, come si crede co-
maginare la soluzione; gli asfitici cioè per munemente. In fatti le due valvole serniluna-
i

vapori mefitici muoiono a presso poco nello ri, tra le quali esso è situato quando si osserva
stesso modo dei sommersi o almeno, se dif- dopo la nascita, si applicano necessariamente
;

una «ontro 1’ altra in grazia della pressione


1
ferisce la causa della morte, il sangue nero si 3

muove egualmente per un tempo assai lungo che il sangue contenuto nelle orecchiette eser-
nelle arterie. La qual cosa possiamo osservare cita sulle medesime nel momento deila con-
aprendo la carotide in due cani, nello stesso trazione simultanea di queste cavità. In con-
8 f> INFLUENZA DELLA MORTIS DEL I? ORMONE
sequenza il foro dovrà allora essere necessa-
riamente chiuso, il che succede con assai mag-
1
ARTICOLO IX. — 1
DELL INFLUENZA CHE LA MOR-
giore esattezza di quello che si operi per a- l TE DEL TOLMONE ESERCITA SULLA MOR-
pertura tra i ventricoli e 1’ orecchiette dalle
TE GENERALE.
valvole mitrali o triscupidali, e per quella
1
dell’ aorta e dell arteria polmonare dalle val- Riassumendo che è stato detto negli
ciò
vole sigmoidee. —
Del resto è assai comune articoli precedenti intorno all influenza eser-
1

il riscontrare questo foro aperto nei cadaveri, citata dal polmone su! cuore,
cervello e sul
come ho già più volte osservato; e allorché su tutti gli organi, egli è facile formarsi una
non esiste , riesce facilissimo distruggere idea del termine successivo di tutte le funzio-
l’aderenza, ordinariamente assai debole, con- ni che avviene allorquando siano interrotti i
tratta dalle due valvule che lo chiudono, in- fenomeni di respirazione tanto nella loro par-
troducendo leggermente tra esse il manico di te meccanica, quanto nella chimica. Ecco —
uno scalpello. Se si esamini 1 apertura che da
’ come succede la morte dietro la cessazione
questo processo risulta, si vede che non è stata dei fenomeni meccanici del polmone, tanto
1
il più delle volte prodotta alcuna soluzione di per le diverse cause esposte nell articolo 5.°,
continuità, e che ha avuto luogo soltanto una quanto per altre analoghe, come sarebbe per
semplice separazione. —
Il foro del Botai così una rottura del diaframma sopravvenuta in
praticato artificialmente, presenta la stessa seguito ad una caduta sull’addome, i di cui
disposizione che offrono naturalmente certi visceri vengono, come ho già potuto osserva-
cadaveri. E se si esamini tale disposizione, si re due volte, spinti superiormente;*-(Àllorehè
vedrà che, allorché le orecchiette si contrag- il diaframma si rompe, non si ha sempre per

gono, il sangue forma necessariamente un osta<= effetto di questo accidente una pronta cessa-
colo a sé medesimo, per cui non può avere zione delle funzioni imperocché in diverse
;

passaggio dall’ una alP altra. Egli è facile an- osservazioni si è veduto 1’ ammalato soprav-
cora di assicurarsi della realtà del meccanismo vivere molli giorni alla caduta, e la sola aper-
accennalo co! mezzo di due injezioni diversa- tura del cadavere, ha potuto far conoscere la
mente tempo ai due
colorate, fatte nello stesso causa della morte. — I muscoli intercostali so-
lati delcuore per le vene cave e per le pol- no, in questo caso, soli agenti della respira-
i

monari. -—
Da tutto ciò che abbiamo finora
1
zione, la quale fassi allora quasi analoga a
esposto, non che dall influenza che il sangue quella degli uccelli, o a quella degli animali a
esercita sui diversi organi, tanto pel movi- sangue rosso e freddo privi del setto interme-
mento proprio da cui è 'agitato, quanto pei dio tra il petto e l’addome. Lieutaud cita —
pr nei pi i diversi, dai quali risulta, come pure
i diverse rotture di diaframma, determinate da
dalla morte che avviene negli organi al ces- tutt’ altra causa fuorché da lesioni esterne.
sare di questi due modi d influenze, appare
1
Diémerbroeek ha veduto mancare questo mu-
evidentemente che gli organi bianchi, quali i scolo in un fanciullo che visse, ciò non ostan-
non sono nello stato ordinario penetrati dal te, per sette anni, .Yo/a dell' autore.) per la —
sangue, e i quali per conseguenza non Iro- frattura simultanea di un nqmero di coste,
vansi sotto P azione diretta del cuore, devo- per lo schiacciamento dello sterno, e simili. —
fenomeni meccanici; 2° cessa-
1
no cessare d esistere diversamente da quelli i
.° Cessano i

che sono ad esso immediatamente soggetti. — no i fenomeni chimici per la mancanza del-
Non potranno essi quindi venire in un tratto T aria che deve intrattenerli 3 .° cessa l’azio-
;
1
(iolpili dall asfissia, e non potranno, come gli ne cerebrale per la mancanza del sangue ros-
altri, cessare quasi subitamente dalle loro fun- so che deve eccitare il cervello; /p° hanno fino
zioni nei casi di ferite del cuore, di sincope, e la vita animale, le sensazioni, la locomozione
simili. Inuna parola, essendo diverso il loro e la voce per la mancanza d’ eccitamento ne-
modo di vivere, dovranno pure diversamente gli organi di queste funzioni, indotta dal di-
morire: non posso però determinare come tal fetto di sangue rosso e d’ azione cerebrale ;
morte avvenga, non conoscendo ancora suffi- 5 0 non si osserva più la generale circolazio
cientemente la vita che la precede imperoc- ;
ne; 6.° cessano la circolazione capillare, .e
ché sembra che niente sia stato rigorosamen- secrezioni, 1’ assorbimento e 1’ esalazione peu
te dimostrato intorno al modo di circolazio- mancanza d’ azione esercitata dal sangue ros
0
ne di questi organi, intorno ai fluidi che li so sugli organi di queste funzioni 7. non vi ;

penetrano, intorno al toro rapporto nutritivo ha più digestione per mancanza di secrezione
con quelli quali sono penetrati di sangue
i e di eccitamento degli organi digestivi, e si-
rosso, e simili. mili. — Chesevengano prima interrotte le
funzioni chimiche del polmone, i fenomeni
della morie allora s’ incatenano con un ordi-
ne diverso, ciò che avviene i.° nella macchina
0 allorché
pneumatica, 2. sia chiusa la trachea
SULLA MORTE generale
gy
I o «la un rubinetto adattato artificialmente a mostra di più variato quanto i loro sintomi
j
questo canale, o da un corpo estraneo in esso ed il progresso degli accidentiche esse produ-
caduto, o da un corpo che distenda verso la cono. 1 ali differenze riguardano ora il tem-
parte anteriore 1’ esofago, o dallo strangola- po che la morie impiega ad effettuarsi, ora i
mento, o da un polipo, o da materie mucose fenomeni che si sviluppano negli ultimi mo-
radunate nelle cavità aeree, e simili ;
3.° nelle menti, ora lo stato degli organi, la somma
diverse affezioni infiammatorie, scirrose e si- delle forze che essi conservano dopo che fu-
mili della bocca, delle fauci, della laringe, e
via dicendo sommersione
[±.° nella
5.° du-
r ono abbandonati dalla vila, e
simili. 1
0 —
;
; Varia 1’ asfissia per rapporto alla sua durata
rante il soggiorno sulla sommità delle più alte ;

essa è pronta nel gas idrogeno solforato, ni-


montagne 6.° nella accidentale introduzione
I ;
troso, in certi vapori emanali dalle latrine, e
di diversi gas non respirabili 7° nel caso di ; simili riesce più lenta nel gas acido carboni-
;
! una inspirazione troppo prolungata nell’ aria
co, nel gas azoto, nell’aria alterata dalla re-
ordinaria, nell ossigeno, e simili, nei quali
spirazione, nell’ idrogeno puro, nell’acqua,
casi tutti la morte avviene come segue. i.° — nel vuoto, e simili. 2.
0 —
Essa varia secondo
Succede 1 interrompimento dei fenomeni chi- i fenomeni che le sono compagni ora 1’ ani-
mici 2. 0 tien dietro ad. esso necessariamente
;
:

male preso subitamente da convulsioni si agi-


la sospensione dell' azione cerebrale
; 3 .° se ta con violenza e termina la vita con grave
gue per conseguenza la cessazione delle sen-
angoscia, ora sembra che esso veda tranquil-
sazioni del movimento volontario, della voce lamente sfuggirgli colle forze la vita; sembra
e dei fenomeni meccanici della l'espirazione,
passare prima dalla vita al sonno, e quindi
i cui movimenti sono dello stesso genere
dal sonno alla morte. Ed allorquando si faccia
! di quelli della locomozione volontaria
il ; attenzione ai numerosi effetti della malignità
cuore cessa nella sua azione, e si sospende la
delle fogne, dei vapori del carbone, dei diffe-
cii colazione generale 5 .° terminano la cir-
;
renti gas, della sommersione, e simili, sull’e-
colazione capillare, le secrezioni, i’ esalazione,
|
conomia animale, si vede che essa risente l’in-
1’assorbimen.to, e per conseguenza la digestio-
fluenza di ciascuna di queste cause in un mo-
ne 6. cessa il calore animale che è I’ effetto
I
,

di tutte le funzioni, e che abbandona


il corpo
do assai diverso e ben soventi opposto. 3.° —
Sono finalmente assai variabili anche feno- i
allora soltanto che tutto lì a terminato di esse-
meni che succedono all’asfissia. Paragona il
re in attività cosicché, qualunque sia la fun-
;
cadavere sempre freddo di un annegato agli
zione da cui abbia principio la morte, la ca-
avanzi lungo tempo caldi di un uomo soffo-
lorifìcazione è sempre quella che pone fine
1 cato dai vapori del carbone ; leggi il risul-
1 alla vita. •
tato delle diverse esperienze esposte nel flap-
Osservazioni intorno alle dì(pere n-
§• I-
porto dei commissarii dell’istituto sull’ in-
\
ze presentate dalle diverse asjissie.- Ben- — fluenza che il galvanismo esercita nelle diver-
ché nel doppio genere di morte di cui ho , se asfissie; trascorri l’esposizione dei sin-
esposto successiva serie dei fenomeni , il
la
tomi che accompagnano il mefitismo delle la-
ì sangue nero influisca sempre , specialmente trine sintomi sviluppati in un’ opera di
,
col suo contatto, sull’ indebolimento ed in-
Halle, la quale ha pure specialmente concorso
terruzione dell’ azione degli organi non bi- al citato rapporto; riunisci le numerose osser-
;

sogna però credere che questa causa sia co-


vazioni sparse nelle opere di diversi altri me-
stantemente la sola. Imperocché se ciò fosse rlici, di Portai, di Louis, di Haller, di Troja
,
,
1 tutte le asfissie rassomiglierebbero coi loro
si
di Pechlin, de! Bat tolino, del Morgagni, e via
\ fenomeni, come lo provano le seguenti consi- dicendo ripeti le esperienze le più facili
;
derazioni. Succede per una parte in tutte que-
ad eseguirsi, e le più ordinarie intorno alla
ste affezioni P interruzione dell’ arrossamento
sommersione, allo strangolamento, alla soffo-
del sangue nero, per cui circola questa
specie cazione mediante diversi gas e vedrai ovun- ;
di sangue nel sistema arterioso
I

da un’altra :
que assai sensibili differenze in tutte que-
parte il sangue non presenta alcuna gradazio- ste specie di asfissia osserverai che ciascu-
;
ne particolare a ciascuna asfissia esso è lo
1

, na è caratterizzata da uno stato differente


stesso in tutte, cioè passa nell’ apparato va- nei cadaveri degli animali che vi furono espo-
scolare
nell
sangue rosso
a
apparato opposto.
tale
Ho
quale si trovava sti. — Per conoscere la causa di tali differen-
potuto più volle ze, distingueremo prima le asfissie in due clas-
assicurarmi di questo fatto non solo, ma qua- si : i.° in quelle che avvengono per la sem-
lunque fosse il modo con cui ho tentalo di plice mancanza
d’ aria respirabile; 2.°in quel-
far cessare le funzioni chimiche del
i

polmone le questa prima causa si aggiunse


in cui, a
nelie mie esperienze, il color nero mi
è sem-
i

1 introduzione nel polmone di un qualche


!
pre apparso quasi uniforme. Malgrado però
tale uniformità relativa ai fenomeni
— fluido deleterio. —
Allorché 1 ’ asfissia nasce
del colo- dalla semplice mancanza d’aria respirabile,
1 Lamento del sangue nelle asfissie, niente si come in quella prodotta dal vuoto, dallo stran-
88 INFLUENZA DELLA MORTE DEL POLMONE
golamento, dal lungo soggiornare in un’ aria mente osservato che in tutte le asfissie pro-
che non possa essere rinnovala, da un cor- dotte dalla semplice mancanza d’aria respira-
po straniero nella trachea, e simili ;
la cau- bile, quanto più tarda la vita a terminare, e
saimmediata della morte sembra in tali casi per conseguenza quanto più prolungato lo
è
unicamente consistere nel contatto del sangue stato di travaglio e di angoscia, che la separa
nero su tutte le parti, come fu già minuta- dalia morte per un poco d’aria che i polmoni
mente esposto nel corsodi quest'opera. — ricevono ancora, l’irritabilità e la suscettività
L’effètto generale di questo contatto è sem- galvanica si mostrano con minore energia
pre lo stesso, qualunque sia la specie dell ac- 1
nelle esperienze consecutive. — Ma se nell’ a-
cidente da cui è prodotto; e così i sintomi sfìssia si combini alla mancanza d’ aria respi-
concomitanti, e gli effetti secondarii di tutti rabile l’introduzione nei bronchi di un flui-
questi generi di morti presenteranno in ge- do aeriforme straniero, la varietà allora dei
nerale fra loro piccolissima differenza. Infatti sintomi non dipende più dalla varietà delle
la loro durata è la stessa ; e se questa varia, modificazioni della causa che porta 1’ asfissia,
ciò dipende dalla più o meno pronta interru- ma bensì dalla differenza della sua natura.
1
zione della comunicazione coll aria, la quale Questa causa in fatti nel caso di cui ci occu-
ora è subitamente intercetta, ora non lo è che piamo è doppia, poiché, i.° il sangue rimane
in parte, come avviene allorquando la glotti- nero per mancanza degli elementi che lo co-
de incompiutamente chiusa dai corpi
trovasi lorano, e portato in lutti gli orgatii del siste-
stranieri. —
Questa varietà nella durala e nel-
1
ma arterioso, determina egualmente l’inde-
la ntensità della causa che produce
i asfissia l bolimento e la morte di questi organi o piut-
può determinarne qualche altra in certi sin- tosto non vale più a intrattenerne l’azione,
tomi; tali sono il lividore e gonfiamento più 2.° se si introducono nei polmoni dei princi-
o meno glande della faccia, l’ingorgo più o pi! perniciosi coi gas, ai quali sono uniti, agi-
meno del polmone, il turba-
considerabile scono direttamente sulle forze della vita e vi
mento più o meno sensibile nelle funzioni producono la prostrazione e 1’ annientamen-
della vi ta animale , 1’ irregolarità maggio- to. In questo caso adunque avvi mancanza
re o minore del polso, e simili. Tutte que- d’ un eccitante proprio a intrattenere l’ ener-
ste differenze però non suppongono già diver- gia vitale, e presenza di un deleterio che di-
sità di natura nelle cause che interrompono i strugge quest’energia. —
Osservo, ciò non
fenomeni chimici esse indicanoselo delle di-
;
ostante, che tulli gas non agiscono in questa
i

verse modificazioni di questa stessa causa. modo :sembra che molti facciano perire gli
Ecco quindi, per esempio, i.° come un v appic- animali soltanto, perchè non sono respirabili,
cato non muore come un soffocalo da un tu- vale a dire, perchè non contengono i principi!
more infiammatorio, o come quello in cui è che colorano il sangue. Tale è, per esempio,
caduto nella trachea una fava, un pisello, e si- l’idrogeno puro io cui l’asfissia avviene quasi
mili 2 .° ecco come, facendo perire un ani-
; nello stesso modo con cui succede allorché la
male sotto una campana piena d’aria atmo- trachea sia semplicemente chiusa, od allorché
sferica, esso resisterà senza cadere in asfissia ,
l’aria della respirazione, è stata tutta consun-
maggior tempo di quello, in cui si chiuda fa ta, e simili, e in cui, come 1’ osservano i com-
trachea con un rubinetto, e molto più se la missari! dell’Istituto, essa si effettua assai più
campana contenga dell’ossigeno 3 ° come i : lentamente che negli altri fluidi aeriformi. —
sintomi dell’asfissia, che avviene a tale altez- Ma allorché siansi radunate delle materie pu-
za dell’ atmosfera in cui l’aria troppo rare- tride in grazia delle esalazioni che si innalza-
fatta non offre sufficiente alimento alla vita; no da una latrina, da un cimitero, da una
o io un calore soffocante, che produce sopra cloaca, un uomo cade asfilico nello stesso mo-
questo fluido Io stesso effetto, differisca molto mento in cui le respira , e con dei movimenti
in apparenza dall’asfissia determinata da istan- convulsivi, delle forti agitazioni, e simili, nel
tanea apertura del petto, da una forte com- qual caso certamente avvi qualche cosa di
pressione di questa cavità, in una parola da più dell’interruzione dei fenomeni chimici e
tutte le cause, le quali fanno cominciare la della colorazione in rosso del sangue nero. —

morte dai fenomeni meccanici. In tulli que- Infatti, i.° entra ancora nel polmone suffi-
sti casi non avvi che un principio unico del- ciente quantità d’ aria respirabile coi vapori
la morte, cioè la mancanza del sangue rosso mefitici, di cui quest’ aria è il veicolo, onde
nel sistema arterioso ma passi il sangue nero
: intrattenere per un certo tempo la vita e le
in un tratto nel sistema arterioso tale quale sue diverse funzioni 2 .° supponendo tale la
:

era nelle vene, ovvero attragga esso ancora quantità dei vapori mefitici che non restasse
qualche cosa nel polmone, i fenomeni che si più luogo per l’aria respirabile, la morte non
manifestano negli ultimi momenti della vita dovrebbe succedere che gradatamente senza i

ed anche dopo !a morte, variano sensibilmen- scosse violenti e subitanee ; essa dovrebbe es- ;

te. Dico dopo la morte, perchè ho costante- sere in una parola tale, quale viene prodotta i
SOLLA MORTE GENERALE 8
9
dalla semplice privazione di quest’aria: ina ne coi vapori mefitici, eh’ esse in parte comi
il modo affatto diverso, con cui succede, in- pongono, agiscono sulla economia animale*
dica che oltre al contatto del sangue nero, si Ciò non può essere che per due modi *
cioè ,
aggiunge 1’ azione d’ un principio deleterio i.° ledendo nervi del polmone, i quali rea-
1

per l’economia animale. —


Nella asfissia adun- giscono in seguilo simpaticamente sul cervel-
que, prodotta da diversi gas, agiscono simul- lo; 2. 0 passando nel sangue e portando
diret-
taneamente due cause, delle quali ora 1’ una tamente per la via della circolazione la loro
predomina, ora hanno ambedue un’ eguale influenza sopra quest organo, e in generale
azione. —
Se la causa deleteria è assai violen- sopra tutta E economia. —
-Sono perciò per-
ta, essa soventi uccide l’animale anche prima suaso che la semplice azione di una sostanza
che il sangue nero abbia potuto produrre un deleteria sui nervi del polmone possa avere
sensibile effetto ;
se essa gode
minore azio-
di un effetto assai marcato nella economia, e che
ne, la vita si estingue sotto l’influenza di que- essa sia ancora capace di turbarne le
funzioni
st’ ultimo, non che sotto quella della prima seusibilmenle, presso a poco come un odore
;

se essa è debole, la soffocazione dipende prin- die colpisce semplicemente la pituitaria, o la


cipalmente dal sangue nero. — Le asfissie vista di un oggetto spaventevole, opera simpa-
quindi prodotte dai gas o dai vapori mefitici, ticamente sui cuore e determina la sincope,
si rassomigliano tutte fra loro per l’indeboli- come un clistere irritante risveglia quasi di
mento che soffrono gli organi per parte del un tratto e momentaneamente le forze della
sangue nero e sotto questo rapporto, esse
;
vita, come il vapore dell’ aceto, della cipolla
sono analoghe a quelle che vengono determi- diretto sulla congiuntiva durante la sincope,
nate dalla semplice privazione dell’aria re- basta qualche volta per risvegliare tutti gli
spirabile. Esse però differiscono per la natura organi, come 1’ introduzione di certe sostan-
del principio deleterio, il quale varia all’infi- ze nello stomaco si fa subitamente sentire in
nito. Credono alcuni riconoscerla in qualche tutta l’economia anche prima che queste so-
fluido aeriforme, ma per il massimo numero stanze abbiano potuto passare nel torrente
noi la ignoriamo ancora quasi del tutto; e ci della circolazione, e simili. —
Riscontriamo

riesce tale principio ancora meno


conosciuto ogni momento consimili esempi , in cui il
particolarmente nei vapori che s’innalzano semplice contatto di un curpo sulle superficie
dalle materie fecali a lungo serbate, dalle fo- mucose produce immediatamente una reazio-
gne e simili. —
(
Di presente si conosce un
po’ meglio la composizione di questi vapori
ne simpatica sui diversi organi, e dà origine
a particolari sensibilissimi fenomeni in tulle
;

si sa che 1’ ammoniaca forma in gran parte il le parti del e orpo. —


Non potremo quindi ne-
vapore indicato col nome di mitte dai vota- gare questo modo di azione delle sostanze de-
cessi, e che quello da essi detto plomb è co- leterie introdotte nel polmone. Ma la stessa
stituito quasi iutieramente d’ idrogeno solfo- ragione che ci conduce ad ammetterlo in mol-
rato ; ma altri ve ne ha, di cui i nostri mezzi ti casi, ci obbliga a non esagerarne 1’ influpu-

analitici non poterono determinare il princi- za. — Non conosco


in fatti alcun esempio,
pio deleterio così nell’ aria cattiva i cui fu-
;
in cui semplice contatto di un corpo dele-
il

nesti effetti spopolano la campagna nei din- terio sopra una superficie mucosa porti la
torni di Roma, i chimici non rinvennero per morte istantanea ; può esso, è vero, indurla
anco elementi costanti diversi da quelli che dopo certo tempo, ma non mai determinarla
entrano nella composizione dell’aria atmosfe- nel momento che segue a quello, in cui esso
rica. Nota di Magendie .) —
«Dietro questo farò agisce. —
Ciò non ostante è tale soventi Sa ra-
astrazione dalla natura speciale delle diverse pidità, con cui la morte succede nelle asfissie
specie di dele ferii e dalla varietà dei sintomi che per vapori mefitici, che appena il sangue nero
possono nascere dall’azione di ciascuno in par- ha avuto tempo di esercitare la sua influen-
ticolare e non avrò riguardo se non che agli
;
za, e che manifestamente la causa principale
effetti quali risultano da questa azione consi-
i della cessazione delle funzioni appare riposta
derata in un modo generale. —
Osservo an- nell’ azione delle sostanze deleterie. —
Questa
cora, che la varietà di questi effetti può mol- considerazione ci porta a credere che tali so-
to dipendere dallo stato nel quale trovasi stanze passino nel sangue attraverso il pol-
ì’ individuo, in modo che lo stesso deleterio mone, e che circolando con questo fluido, esse
produrrà diversi sintomi, econdo il tempera- vanno a portare a tutti gli organi e princi-
mento, 1’ età, la disposizione del polmone , palmente al cervello, la causa immediata della
quella del cervello, e via dicendo. In generale loro morte. Molti medici hanno già sospetta-
però queste varietà si riferiscono assai più alla to, ed anche ammesso, ma senza molte pro-
intensità, alla forza o debolezza dei sintomi, ve, questo passaggio nel sangue delle sostanze
che alla loro natura, la quale si mantiene per deleterie introdotte col mezzo respira-
della
lo più la medesima. Come dunque le diffe- zione di vapori mefitici. Io però voglio qui
renti sostanze deleterie introdotte nel polmo- addurre un gran numero di considerazioni
Encicl. Med. 4.* 12
9o INFLUENZA DELLA MORTE DEL POLMONE
le quali
modo
sembrano stabilire

un passaggio
tale sostanza differente dell’ aria respirabile. (Nei
climi caldi, la eccessiva umidità dell’aria non

in indubitabile. Non
i.° può, cre-
si

do, dubitale che il veleno della vipera , che sembra favorire minimamente la formazione
quello di molti animali velenosi, che quello delle idropisie. Se un’aria umida e fredda pro-
della rabbia stessa, non vengano introdotti nel duce di frequente quest’ effetto, lo fa modifi-
sistema sanguigno, sia per le vene, sia pei cando l’azione della pelle e non introducen-
linfatici, e che essi non determinino, median- do nella circolazione pel polmone una quan-
te la loro circolazione col sangue, i funesti tità di acqua affatto insignificante, laddove la
effetti che ne risultano. —
Perchè dunque non sì confronti a quella che le bevande fanno pas-

potranno essere prodotti nello stesso modo sare così sollecitamente nelle vene. Nota di Ma-
effetti più funesti e soprattutto più pronti gendie). —
5.° Se si renda asfitico un animale

nelle asfissie dipendenti da vapori mefitici? nel gas idrogeno solforato e che qualche tempo

> 2.
0 Sembra assai
certo che una porzione dopo la mortesi disponga sotto uno de’suoi or-
dell’aria che si respira passi nel sangue, e com- gani, per esempio, sotto un muscolo, una lastra
binandosi con esso serva al suo coloramento. di metallo, la superficie di questa contigua all’or-
Questo passaggio si opera attraverso la stes- gano diviene sensibilmente solforata. In que-
sa membrana mucosa, e non già dal sistema sto caso adunque principio straniero com-
il

assorbente, come lo prova nelle mie esperien-


1
bi nato all idrogeno si è introdotto nella cir-
ze la prontezza di questo coloramento. Nien- colazione per la via del polmone, ha penetra-
te quindi impedisce il credere che i vapori to col sangue tutte le parti, ed è probabilmen-
mefitici seguano la stessa strada della porzione te concorso a indebolire e ad interrompere le
respirabile dell’aria. So bene che la sensibilità loro funzioni. I commissarii dell’Istituto han-
propria dei polmone può metterlo in rappor- no osservato, nelle loro esperienze, taie fenome-
to con questa porzione respirabile e non con no, il quale stabilisce manifestamente e diretta-
1
questi vapori; eh esso può in conseguenza mente f immediata mescolanza dei vapori me-
ammettere Tuna, rifiutando gli altri ; ed ecco fitici col sangue, non che l’azione di questi su-
senza dubbio perchè nello stalo ordinario non gli organi. —
Io ho instituita una analoga os-
attraversano i polmoni e non si mischiano al servazione nell’asfissia col gas nitroso, e ognu-
sangue se non che quei principii costitutivi no conosce i fenomeni della stessa natura che
dell’ aria atmosferica che possono servire alla accompagnano 1’ uso del mercurio preso in-
vita. Ma conosciamo noi precisamente i limiti ternamente od esternamente. Credo quin- —
dei rapporti tra la sensibilità dei polmoni e di che noi saremo già quasi in diritto di con-
tutte le sostanze ? non potrebbe esso fasciar chiudere, dietro gli esposti fenomeni e dietro
passare le une benché deleterie, ed opporsi al- le riflessioni che vi tengon dietro, che le so-
la introduzione delle altre? —
3.° Il respirare stanze deleterie, le quali hanno per veicolo i
un’aria carica delle esalazioni innalzate dall’o- diversi gas, passano nel sangue attraversando
lio di trementina comunica alle urine un odo* i polmoni e che, portati dalla
circolazione ai
re particolare; per cui avviene che il solo sog- diversi organi, vanno a colpirli colla loro mor-
giornare in una stanza di nuovo inverniciata tale influenza. Ma seguitiamo le nostre ricer-
influisce sensibilmente su questo fluido. In che intorno a quest’ oggetto e procuriamo di
questi casi it principio odoroso passa eviden- accumulare delle nuove prove alle già addot-
temente, in parte almeno, per il polmone al te. —Io mi sono, con un gran numero d’espe-
sangue onde portarsi sui reni. Del che mi so- rienze, assicurato, che si può in un animale vi-
no più volle assicurato respirando in un gran vente far passare, per la via del polmone nei
vaso e col mezzo di un tubo, l’aria impregna- sangue, l’aria atmosferica in natura, o qualun-
la di questo principio, il quale non ha certa- que altro fluido aeriforme. Taglia 1’ aspe-—
mente allora potuto agire sulla superficie cu- ra arteria in un cane per adattarvi un rubi-
tanea e 1’ odore dell’ urina si è sempre nota- netto spingi con questo mezzo e con un si-
;

bilmente cambiato. Se adunque il polmone fone una quantità di gas più considerabile di
può lasciar penetrare di verse sostanze stranie- quella che il polmone contenga in una inspi-
re all’ aria respirabile, non ripugna che esso razione ordinaria; ritieni il gas nei bronchi
possa ancora ammettere i vapori mefitici del- chiudendo il rubinetto: e tosto l’animale si
le miniere, dei luoghi sotterranei e simili. — agiterà e farà dei grandi sforzi coi muscoli
/|.°Conosciamo quanto influisca la respirazio- pettorali. Se apri allora una delle arterie, an-
ne di un’aria umida nella produzione delle che di quelle che sono le più lontane dal cuo-
idropisie. Molti medici, è vero, hanno esage- re, come alla gamba, al piede, il sangue sorte
rato tale influenza, che non è lauto estesa quan- tosto schiumoso e presenta una grande quan-
to essipretendono, ma che però abbastanza ve- tità di bolle aeree. — Se è stato adoperato del
ra, prova e il passaggio di un fluido acquoso nel gas idrogeno possiamo assicurarci che questo
1
sangue coll aria della l’ispirazione, e per ana- è passato in natura del sangue ; e ciò coll’ ap-
logia la possibilità del passaggio di ogui altra prossimare a queste bolle una candela accesa,
SULLA MORTE GENERALE
9l
dalla quale esse verranno infiammale. Dopo — hanno spinto nell’organo cellulare l’aria con-
che il sangue è sortito così schiumoso per tren- tenuta nel polm'one. Ma se il passaggio dell’a-
ta minuti secondi ed anche meno, la vita ani- ria nelsangue precedesse o anche accompa-
male si interrompe, il cane cade con tutti i sin- gnasse sempre la sua introduzione nelle cellu-
tomi della morte che succede alla introduzione le vicine dei bronchi, tutti questi enfisemi sa-
dell’ aria nel sistema vascolare a sangue nero rebbero necessariamente mortali non solo, m,t
;

e pensee tosto, ancorché si dia accesso al- diverrebbero tali subitamente poiché dietro
;
l’aria aprendo rubinetto e ristabilendo co-
il ciò che è stalo detto superiormente, iheontat-
sì la respirazione. —
In generale, dal momen-
1
1
to dell aria sul cervello, a cui viene essa por-
to in cui il sangue è sortito dall arteria misto tata per mezzo della circolazione, interrompe
di bolle aeree, ha già portato la funesta sua inevitabilmente le funzionai di quest’organo.
influenza al cervello e possiamo essere certi Si osserva, ciò non ostante, che bene spesso gli
che la morte è inevitabile, qualunque sia il enfisemi o sono guariti, o non producono la
mezzo che impieghi per richiamare la vita.
si morte che dopo un tempo assai lungo. Ho —
In questo caso vediamo egualmente che le cau- veduto nel grande ospitale di Parigi un tu-
se le quali determinano la morte, sono le stes- more aereo sviluppato subitamente sotto l’a-
se di quelle che nascono allorquando si injet- scella dietro violenti sforzi dell’ ammalato per
ti dell’aria in una vena e la differenza consi-
;
ritenere la respirazione, intanto che Desault
ste in ciò che nel primo caso l’aria passa dal pol- riduceva un’antica lussazione. Questo tumore
mone nel sistema arterioso e che nel secondo scomparve qualche giorno dopo, senza aver
essa, dal sistema venoso, passa al polmone e da prodotto alcun incomodo. Si riscontrano nel-
questo alle arterie. —
Nell’ aprire cadaveri i le memorie dell’Accademia di clvrurgia, nei
degli animali morti in conseguenza di queste trattati di operazioni e simili, diversi esenijà
esperienze, si trova lutto l’apparato vascolare d’enfisemi prodotti da vive agitazioni del to-
a sangue rosso, cominciando dall’orecchietta race dietro P introduzione di qualche corpo
e dal ventricolo aortico, pieno di bolle d’aria straniero nella trachea, coi quali enfisemi l’am-
più o meno sensibili. In qualche caso il san- malato ha potuto vivere molti giorni, ed es-
gue passa ancora nel sistema capillare genera- serne anche guarito. —
Riesce quindi fuori
-

le, per cui l’intero apparato vascolare a san- di dubbio che spesso nell’uomo l’aria passa
gue nero trovasi egualmente pieno di un flui- dal polmone nel tessuto cellulare, senza pene-
do schiumoso. Altre volte i capillari di tutto il trare nel sistema arterioso. Le mie esperienze
corpo formano il termine in cui si arresta l’a- fatte sugli animali, non sono state esattamen-
ria mista al sangue, e in questo caso, benché la te analoghe a ciò che succede nella introdu-
circolazione abbia -ancora persistito qualche zione d’ un corpo straniero, sotto la quale en-
tempo dopo 1’ interruzione della vita anima- tra e sorte ancora dal polmone una porzione
le, il sangue nero, ciò non ostante, non presen- d’ aria egli è adunque probabile che potreb-
:

ta la più piccola bolla aerea, in tanto che il ros- be nascere lo stesso effetto anche negli anima-
so trovasi di esse sopraccaricato. — Io non ho li, data una causa esattamente consimile.
mai osservato in queste esperienze, molte vol- Reciprocamente succede qualche volta nell'uo-
te ripetute, che i bronchi abbiano sofferto la mo che 1’ aria passi nei vasi sanguigni, senza
più piccola lacerazione ; ciò non ostante con- che abbia luogo 1’ infiltrazione dell’ organo
fesso essere assai difficile il potersi assicurare cellulare in questo caso la morte è subitanea.
di questo nelle ultime diramazioni ed espor- ;
— ;

Ln Pescatore soggetto a delle coliche ven-


rò solamente un fenomeno, il quale sembra tose, viene sorpreso da essa all’ improvviso
portare qualche rischiarimento su questo sog- nella sua barca, per cui il ventre si gonfia, la
getto. Tutte le volte che si spinga dell’aria respirazione diventa penosa e l’ammalato muo-
con grande impeto nel polmone, oltre il pas- re quasi all’ istante. Il di lui cadavere fa
saggio di questo fluido nel sangue, si produ- nel giorno consecutivo esaminato dal Morga-
ce ancora la sua infiltrazione nel tessuto cel- gni, il quale trovò i suoi vasi pieni d’aria. Pe-
lulare, in cui si propaga da parte a parte, de- chini dice d’ avere egualmente veduto un uo-
terminando con dò l’enfisema del petto, del mo perire iustantaneamente sotto le angosce
collo, e via dicendo. Che se la spinta è mode- d’ una respirazione precipitata, e di avere in
rata, ed è soltanto aumentata la quantità del- seguito trovata molt’ aria nel cuore e nei vasi
l’aria oltre la misura d’una grande inspirazio- maggiori. —
Ebbi più volte occasione di esa-
ne, succede soltanto il passaggio dell' aria in minare dei cadaveri, la di cui morte era stata
natura nel sangue e non mai infiltramento nel preceduta da una congestione sanguigna nel
faccia, del collo
tessuto cellulate. - —
(Questo fatto, molte volte sistema capillare esterno della
confermato nelle mie esperienze, non occorre e del petto. — -
Questo sistema presentava un
sempre lo stesso nell’ uomo, nel quale però si ingorgo, ed un rimarcabile lividore in tutte le
osservano ben soventi degli enfisemi prodotti sue parti, ed ho trovato, aprendo le arterie e
da violenti respirazione, le vene, in quelle del collo e del capo
special-
sforzi della i quali
rj2 INFI.t’EKZA I)tl LA a (.iRTK del polmone
metile, un sangue schiumoso e misto a molte cipio, vediamo ora quali conseguenze istillano 1

bolle «Varia. Seppi che uno <lf questi soggetti da esso. La prima di queste è il modo d’ azio-
perì improvvisamente in una affezione convul- ne che esercita sostanza deleteria sui diver-
la

però non si organi, a cui è portala dal torrente della


cir-
siva «lei muscoli pettorali; degli altri
potei raccogliere alcuna notizia sulla loro colazione. —
Se vorremmo ricercare il mecca-
morte. Del resto tutti quelli quali hanno fre- i nismo preciso di questa azione, sarebbe lo
quentalo gli anfiteatri, devono aver osservato stesso che abbandonare la via delle esperienze
queste specie «li cadaveri, i quali si putrefan- per entrare in quella delle congetture per ;

no con grande prontezza e con un odore in- cui non mi occuperò di essa più di quello che
sopportabile essi avranno pure osservato che ho fatto per trovare sangue nero agi-
come il
;

l’aria preesisteva già alla putrefazione entro sca precisamente sugli organi di cui interrom-
i vasi. — Io poi sospetto che in lutti questi pe 1’ azione, lo mi limilo dunque ad esamina-
casi la morte è stata prodotta dal subitaneo re sopra qual sistema sia principalmente diret-
passaggio dell aria dal polmone nel sangue, ta 1’ influenza delle sostanze deleterie miste
1

da cui fu in seguito recata al cervello; a pres- col sangue nelle diverse asfissie. Tutto in esse
ci annuncia, i.° che 1’ azione loro si porta in
s’ poco come ho detto succedere, allorché in
a
un animale vivente si spinga molla aria verso generale sul sistema nervoso e particolarmen-
il polmone e si fa così passare nel sistema va- te sii quello che presiede alle funzioni della

scolare. — Paragonandolo questi fenomeni al- vita animale poiché le funzioni organiche si
;
0
le considerazioni superiormente presentate in- turbano solo consecutivamente 2. che nel ;

torno alla morte prodotta dall’iniezione del- sistema nervoso animale trovasi affetto parti-
1’ aria nelta vene, saremo portati ad ammette- colarmente il cervello ; 3.° che sotto questo
re 1’ opinione enunciata, la (piale d’altronde rapporto a ragione Pinel ha ascritto alle ne-
è stata ammessa da molti medici imperocché ;
vrosi diverse asfissie, quelle specialmente, nel-
furono già instituiti sul cadavere diversi ten- le quali oltre il contatto del sangue nero, ab-
tativi relativi a un tal punto che troviamo cir- bia luogo ancora la presenza di un principio
costanziati dal Morgagni ma dovrebbesi os- ;
deleterio, ed ecco diverse considerazioni, le
servare tale passaggio dell’aria nel sangue sul- quali sembrano lasciare pochi dubbi intorno
V individuo vivente, onde dedurre delle con- a questo oggetto. —
i.° In tutte le asfissie nel-

seguenze intorno all’ oggetto di cui ci occu- le quali non resta alcun dubbio sulla presenza
piamo poiché conosciamo già quanto influi-
;
di un qualche principio deleterio, come, per
sca morte sulla permeabilità delle parti.
la esempio, in quelle prodotte dai vapori delle
Noia dell'Autore.) —
Gli esperimen ti,'di cui cloache, sintomi si riferiscono quasi sempre
i

bo dato minuto conto, presentano dei feno- a due fenomeni generali ed opposti ; cioè allo
meni che succedono in uno stato differente spasmo, a quello particolarmente dei muscoli
dalla ordinaria inspirazione e sono per- ;
volontari, o ad un torpore, ad un assidera-
suaso per conseguenza, non potersi da esse mento analogo alle affezioni soporose. Questo
dedurre una rigorosa induzione per lo passag- fu osservalo in due operai, sortili da una latri-
gio delle sostanze deleterie nella massa «lei san- na contrada di San-Àndrea-degli-Archi,
della
1’ uno siede sopra
gue credo ciò non ostante, che esse he con-
;
colpiti da vapori mefitici :

fermano la possibilità, la quale d’altronde è un sasso, si adormenta e cade asfìtico l’altro ;

dimostrala da molte delle osservazioni prece- tutto tremante e convulso fogge saltellando
denti. —
Dietro tutto ciò eh’ è stato superior- fino alla contrada della Mescola e cade egual-
mente detto, credo che non si possa non am- mente asfìtico. bo stesso a\ venne di Ver ville, il

mettere questo passaggio. Infatti, i.° abbiamo quale avvicinatosi ad un operaio ucciso dalle
veduto che la sola trasmissione del sangue ne- esalazioni di un cesso, respira 1’ aria che esala
ro nelle arterie non bastava per rendere ra- dalla sua bocca e tosto cade senZa sentimento
gione «l’ima (olla di fenomeni infinitamente va- venendo subito preso da convulsioni. 11 va- —
riati che presentano le diverse asfissie; 2. 0 che pore del carbone è, come si è detto, inebrian-
il semplice contatto sui nervi polmonari delle te ed io ho veduto molte volte perire gli am-
;

sostanze deleterie prodotte da certi vapori mali asfitiei per questo e per altri gas con tale
mefitici, non possano portare una morte tanto rigidità delle da indicare il più vio-
membra
rapida quanto quella osservata qualche volta lento spasmo. Il centro di tutti questi sinto-
in tali accidenti; 3.° che siamo condotti con- mi e 1’ organo in particolare affetto, da cui es-
seguentemente a sospettare, dietro la man- si emanano, è senza dubbio il cervello
per cui
canza dì altre cause, quella del passaggio di avviene in questi casi ciò che ha luogo allor-
queste sostanze deleterie nel sangue 4. 0 che ;
quando si metta allo scoperto quest’ organo ,
un gran numero di considerazioni stabilisco- si o si comprima in un modo qualun-
irriti
no positivamente questo passaggio, il quale que l’ irritazione o la compressione è causa,
:

trovasi così provato e direttamente ed indiret- ora dell’assopimento, ora delle convulsioni,
tamente. —
Stabilito una volta questo prin- secondo i loro gradi, e qualche volta secondo
SULLA 3rftTHT&-~Gli ?? KR. A LE 9*
la disposizione del soggetto. In questo caso, è lappano certamente pel contatto del sangue
vero, non ha luogo alcuna compressione, ma nero: come già abbiamo veduto succedere. —
la causa irritante consiste nel principio dele- Del resto non dimenticheremo giammai di as-
terio portato al cervello dalla circolazione.

-
sociare alla causa di queste specie di morte
0 La vita animale è sempre prontamente in- l’influenza del sangue nero a quella dei dele-
2.
terrotta e prima della organica, ove l’asfissia teri, quantunque siasi qui fatta astrazione «li

non sia stata unicamente prodotta dal sempli- questa influenza ; la quale è tanto più marca-
ce contatto del sangue nero. Ma
siccome il cen- ta, quanto più la circolazione ha continuato a

tro di tale vita è il cervello, siccome ad esso lungo dopo la prima invasione dei sintomi,
si riferiscono le sensazioni e da esso partono perchè il sangue nero ha avuto più tempo di
le volizioni ;
l’azione cerebrale,
così, cessata penetrare gli organi. —
Dietro ciò che abbiam
dovrà pur tutto mancare nei fenomeni dei detto dell’ introduzione dei pri nei pi deleteri i

nostri rapporti cogli esseri vicini. 3.° Ho — nel sangue e della loro azione sulle diverse
provato che allorquando 1’ animale è ucciso parti, potremo facilmente concepire tutte le
dal sangue nero , il cervello trovasi da prima differenze da essi prodotte e che abbiamo su-
affetto dal suo contatto ; quindi perchè mai le periormente indicate. Infatti la natura infini-
sostanze deleterie, le quali nell’ asfissia sono tamente variata di questi deleteri deve pro-
portale come il sangue per mezzo delle arte- durre dei sintomi assai vali e per la loro in-
rie cefaliche al non agiranno sulla
cervello, tensità e per la loro rapidità e perle tracce che
sua polpa in un modo medesimo ? —
4-° Do essi lasciano, tanto nella vita degli organi di
iniettate per la carotide diversi gas delete- quelli che sfuggono alla morte, quanto nei ca-
ri, per esempio, l’ idrogeno solforato , ed ho daveri di quelli che vi soccombono. Queste —
fatto arrivare al cervello alcune delle sostanze differenze però dipendono ancora dalla dispo-
conosciute che viziano la natura di questo gas, sizione del soggetto ; secondo la quale può,
frammischiandole con dei liquidi ; e sempre come già si disse, lo stesso deleterio produrre
ho osservato, che l'animale è perito asfitico; sia effetti diversi e qualche volta in apparenza
coi sintomi di spasmo, sia con quelli di torpo- opposti,
re superiormente indicati. In generale niente §. II. Nel massimo numero delle malat-
havvi di più somigliante alle asfissie indotte tie , la morte comincia sempre dal poi mone.
dai diversi gas deleteri, quanto la morte de- — Ho parlato finora delle morti subitanee: fa-
terminata dalle sostanze nocive, qualunque sia remo ora parola di quelle che succedono len-
la loro natura, introdotte artificialmente nel- tamente alle diverse malattie. Appena imo ab-
le carotidi per farle giungere al cervello; ed bia prestata la sua attenzione ai fenomeni che
ho già esposto in uno dei precedenti articoli presentano gli agonizzanti, può essere facil-
gli esperimenti relativi a questo oggetto. • — mente persuaso che il maggior numero di es-
si termina la vita con una affezione del
pol-
5.° Tutti gli accidenti che portano con sè que-
ste specie d’asfissia allorché l'ammalato ri- mone imperocché qualunque
;
sia la sede del-

torni in vita, suppongono una lesione, un tur- la malattia principale, dipenda essa da un vizio
bamento nel sistema nervoso, e specialmente organico o da una lesione generale delle fun-
in quella parte di esso che riconosce il pro- zioni, come nella febbre, e simili, quasi sem-
prio centro nel cervello ; per cui fra tali acci- pre negli ultimi momenti dell’esistenza il pol-
mone ingorga, la respirazione si rende pe-
denti annoveriamo le paralisi, i tremori, i dolo- si

entra con il co-


difficoltà,
ri vaghi, le alterazioni nell’apparato dei sensi e- nosa, I’ aria sorte e«J

sterni e simili. Conchiudiamo adunque da que- loramento del sangue succede difficilmente e
ste considerazioni, che i principi! deleteri in- passa quasi nero nelle arterie. —
Oli organi

trodotti nella grande circolazione in caso «li generalmente di già indeboliti dalla malattia
vi sentono 1’ influenza funesta del
contatto «li
asfissia, portano la loro prima e principale in-
fluenza sul cervello, sul sistema nervoso cere- questo sangue assai più facilmente di quello che
lo risentano nelle asfissie, in cui questi
organi
brale e per conseguenza sopra lutti gli organi
da essi dipendenti , e che dalla morte di que- sono intatti. Succede quindi all’ingorgamento
ste parti deriva specialmente quella delle al- dei polmoni perdila delle sensazioni e delle
la

funzioni intellettuali, a cui tiene dietro tosto


la
tre che queste vengono pure in tal caso sen-
:

perdita dei movimenti volontari; e uomo


così 1
za dubbio egualmente colpite, ed indebolite
direttamente e possono ancora morire* pel non è più in rapporto con ciò che lo circonda,
contatto immediato di questi principi! che vi perciocché tutta la sua vita animale s’inicrrom-
sangue ne-
pervengono col sangue per cui sotto questo pe, cessando il cervello penetrato dal
;
sappiamo,
rapporto la loro azione è analoga a quella pro- ro dalle sue funzioni, le quali, come
dotta, come
abbiano detto, dal contatto de! presiedono a questa vita. —
Anche il cuoi e c
pcnetiati essen o
sangue nero. Tutti questi fenomeni però sono gli organi della vita interna,
loio movi
costantemente assai più sensibili nella vita ani- da questo sangue mettono fine ai
quello che
male che nella organica, nella quale essi si svi- menti. Qui adunque il sangue nero è
94 INFLUENZA DELLA MORTE DEL CERVELLO
arresta del tutto i! movimento vitale, già in sin-
goiar modo indebolito dalla malattia; e, gene- ARTICOLO X. DELL’ INFLUENZA CHE LA MORTE
ralmente parlando, ella è <?osa assai rara che DEL CERVELLO ESERCITA SOPRA QUELLA DEL
tale indebolimento, effetto della malattia, con- POLMONE.
duca immediatamente la morte; esso piutto-
sto la prepara e rende gli organi suscettibili Appena il cervello dell’ uomo cessa d’agi-
di risentirsi della più piccola alterazione del re, il polmone interrompe tosto ogni sua
anche
sangue rosso, dalla quale soltanto viene per lo funzione. Questo fenomeno costantemente os-
più terminala la vita. La causa della malattia servato negli animali a sangue rosso e caldo,
adunque non è allora che uua causa indiretta non può aver luogo che in due maniere i.° :

della morte generale ; essa determina quella perchè 1’ azione del cervello è direttamente
del polmone, la quale trae seco di conseguen- necessaria a quella del polmone 2.
0 perchè
za quella di tutti gli organi. —
Dalle quali co- questo riceve dal primo una influenza diret-
;

se si concepirà chiaramente perchè la piccola ta per muscoli intercostali e pel diaframma


i :

quantità di sangue contenuta nel sistema ar- influenza, la quale cessa tosto che la massa ce-
terioso dei cadaveri sia quasi sempre nero. In •
falica è resa inattiva. Studieremo adunque qua-
fatti i.° maggior numero delle morti comin-
il le di questi due modi sia stato fissalo dalla na-
cia dalpolmone 2. 0 vedremo che quelle che
;
tura per la morte del polmone indotta da quel-
hanno il loro principio nel cervello devono la del cervello.
presentare egualmente questo fenomeno. Non Determinare se il polmone cessi
§. 1.
e quindi se non dopo quel genere assai raro di direttamente d agire dietro la morte del

morti, in cui il cuore cessa subitamente d’agi- cervello. — Sarebbe già provato, cred’io, che
re che può trovarsi il sangue rosso nell’ orec- la morte del cervello non porta con sè diret-
chietta e nel ventricolo aortici , o nelle arte- tamente quella del polmone, se venisse stabi-
rie ; e in genere ciò non si osserva se non se lito che il primo di questi organi non eserci-
nel cuore degli animali morti subitamente die- ta alcuna diretta influenza sul secondo; nien-
tro una grave emorragia, come nella decapita- te avvi di più facile a dimostrarsi colle espe-
zione, e via parlando; e qualche volta nei cada- rienze di questo essenziale principio. Il —
veri di quelli i quali hanno terminato la vita cervello non può avere diretta influenza sul
per una sincope ; nella quale però non sempre polmone che per lo paio vago, o pel grande
occorre untale fenomeno. —
Dietro la fre- simpatico, soli nervi, i quali stabiliscano le
quenza delle morti che cominciano da un in- comunicazioni tra questi due organi secon-
gorgo polmonare, si concepisce pure come que- do P opinione comune poiché secondo le
;

st’ organo si trovi quasi sempre zeppo di san- leggi della natura, il grande simpatico non è
gue nei cadaveri ; per cui in generale esso è che un agente di comunicazione tra gli orga-
tanto più voluminoso e pesante, quanto più ni e gangli, non già tra il cervello e gli or-
i

lunga è stala l’agonia. Allorché alla presenza gani. Ora primieramente il paio vago non
del sangue nero nel sistema vascolare a san- porta al polmone un’influenza attualmente
gue combinato l’ingorgamento
rosso, trovisi necessaria alle funzioni che esso esercita ; la
del polmone per questo sangue nero, possiam quale asserzione sarà, credo io, provata dalle
dire che la morte ha avuto principio dal pol- seguenti esperienze. —
i.° Irritato il paio va-
mone, qualunque fosse la malattia del sogget- go di un sol foto, o di ambedue i lati contem-
to. Infatti la morte non trasmette mai questi poraneamente nella regione del collo, la re-
suoi fenomeni immediati (non parlo qui dei fe- spirazione da principio si precipita qualche
nomeni rimoti), se non che dall’uno dei tre or- poco, l’animale si agita e il polmone sembra
gani polmonare, cefalico o cardiaco a tutti gli oppresso. Si crederebbe allora, che questi fe-
altri. E siccome abbiamo già veduto, per una nomeni indicassero una influenza diretta, ma
parte, che se essa cominci nel cuore, trovansi la cosa è ben altrimenti ; poiché ogni specie
quasi del tutto vuoti vasi polmonari, ed os-
i di dolore subitaneo, qualunque sia e la sul
servasi del sangue rosso nel ventricolo aorti- sede e le parti che interessa, produce quas.
co ;
così vedremo per l’altra parte che se la costantemente un simile fenomeno, il quale
morte colpisca da principio il cervello, si os- d’ altronde si dissipa tosto che sia cessata l’ir-
serva è vero del sangue nero nell’apparato a ritazione. Una semplice ferita al collo senza
sangue rosso, ma necessariamente trovasi al- lesione dell’ ottavo paio, produce lo stesso ef-
lora vuoio il polmone, a meno che una affe- fetto, allorché essa porti gran dolore all’ a-
zione antecedente e straniera ai fenomeni del- nimale. —
2.® Se sitagli un solo di questi
la morie, vi abbia indotto un ingorgo. 11 se- nervi, la respirazione si rende in un tratto
gno i dunque da me qui indicalo dinota che i per effetto del dolore, ina la difficoltà
difficile
primi fenomeni della morte si sono sviluppati dura ancora qualche tempo dopò che la cau-
da principio nel polmone. sa del dolore sia cessata essa si dissipa a po-
;

co a poco, e a capo di quindici o venti ore la


SU QUELLA
v #
DEL POT,3iOSit
1
vita induce i suoi fenomeni ordinaria coll viensi bronchi ripieni di un liquido spu~
i

loco regolarità. —
3.° Se si dividano sopra un moso e talvolta sanguinolento ingorgalo mo- ;

altro cane i due nervi vaghi, la respirazione strasi il polmone; le divisioni delle arterie pol-
si rende assai più precipitata, e non ritorna monari diventano fortemente tese da un ne-
al suo grado ordinario come nella sperienza rissimo sangue. — Dal fin qui esposto, riesce
precedente essa continua ad essere laborio-
: agevole concluderne ohe, in quest’ ultimo
il

sa per quattro o cinque giorni, finché l’ani- caso, gli animali perirono perciocché la respi-
male perisca.— (La sezione dei nervi dell’otta- razione più non può eflettuarsi, divenendo il
vo paio nel collo, produce due generi di effet- polmone talmente alterato che l’aria più non
ti eh’ è uopo accuratamente distinguere gli :
può giungere fino alle cellule bronchiche. Fa
uni relativi sono alla laringe, gli altri ai pol- d uopo altresì aggiungere a siffatta causa la
moni. Fra i primi l’afonia riesce uno dei più difficoltà provata dal sangue a passare dalle
ragguardevoli segni; il qual fenomeno benis- arterie nelle vene polmonari. Nota di Ma-
simo si fa palese, quando sappiasi che il ner- gendie.) —
Da queste due ultime esperien-
vo ricorrente è una divisione dell’ottavo paio; ze risulta essere il nervo dell’ ottavo paio
ma, oltre l’abolizione della voce, la incisione necessario alle funzioni polmonari, ed eserci-
dell’ottavo paio spesso determina cotal riav- tare il cervello per conseguenza una partico-
vicinamento degli orli della glottide, che V a- lare influenza su queste funzioni; ma risulta
ria più non può penetrare nella laringe, anzi pure che tale influenza
che sen- non è reale,
tosto sopravviene la morte. Per lo più, il —• z’ essa il polmone continua ancora lungo tem-
riavvicinamento non è abbastanza esatto per po la sua azione, e che per conseguenza la re-
opporsi del tutto all’ introduzione dell’aria spirazione non cessa dietro T interruzione
nel petto ; ma avendo la "lot tide perduto i della medesima nelle lesioni del cervello. —
propri movimenti per rapporto a quelli della Vedremo ora se 1’ influenza nervosa, che il

respirazione, siffatta funzione si effettua sem- polmone riceve dai gangli, sia assai più im-
pre in modo più o meno incompiuto. Es- — mediatamente legala alle sue funzioni e tale
sendo state fatte coteste osservazioni per la questione sarà decisa dai seguenti fatti.
;

— i.
prima volta, diveniva impossibile il darne una Se si tagli nell’ uno e nell’ altro lato del collo
rigorosa spiegazione ma dappoiché io feci
;
il filamento nervoso che si risguarda come il

conoscere il modo con cui i nervi ricorren- tronco del grande simpatico, la respirazione
ti e laringei si distribuiscono nei muscoli della non viene consecutivamente turbata ; e bene
laringe, più non evvi quindi difficoltà veru- spesso non
riconosce in essa
si il più piccolo
na. Mercè la incisione dell’ ottavo paio nella segno d’alterazione. 2.
0
Se — si taglino nel-
parte inferiore del collo, muscoli dilatatori
i 10 stesso due simpatici, e due ner-
tempo e i i

della glottide divengono paralitici cotesta ;


vi vaghi, ne succede dopo un certo tempo la
apertura più non allargasi nell’ istante del- morte, la quale avviene in un modo analogo
l’inspirazione, mentre costrittori che rice-
i a quella che si osserva allorché siano distrutti

vono i loro nervi «lai laringei superiori con- soltanto nervi vaghi.-
i
3.° Tagliando il sim-—
servano tutta la loro azione, e chiudono la patico alla regione del colto, non si priva il
glottide più o meno compiutamente. Al- — polmone dei nervi provenienti dal primo gan-
lorché la incisione dell’ ottavo paio noli chiu- glio toracico, i quali possono concorrere ad
da bastantemente la glottide onde avvenga intrattenere l’azione di quest’ organo, mal-
tosto la morte, vedesi svilupparsi un altro or- grado la sezione del loro tronco poiché, co- ;

dine di fenomeni. — Dapprima la respirazio- me ho già detto, ciascun ganglio è un centro


ne è difficoltata, ed il suo ritmo offre spesso nervoso, il quale emana le sue particolari ir-
ragguardevole alterazione lenta procede la radiazioni indipendentemente dagli altri cen-
t
;

inspirazione, breve e rapida la espirazione. L’a- tri, coi quali comunica. Non ho potuto con —
[ minale prova una specie di avversione al mo- esperimenti istituiti su questi stessi nervi di-
vimento, e pare di leggieri affannarsi. Nei pri- struggere un tale ragionevole dubbio poiché ;

mi istanti, la formazione del sangue arterioso 11primo ganglio toracico è talmente situato,
non viene impedita; ma tosto alterasi il suo co- che non si può togliere negli animali senza
lor vermiglio, si fa carico, e mano a mano si av- gravi lesioni, le quali farebbero perire l’in-
I

vicina a quello del sangue venoso. Si abbassa la dividuo, o lo getterebbero in tanto e tale tur-
I
temperatura, la respirazione imbarazzatissima bamento, che fenomeni che noi cerchiamo si
i

i più non si eseguisce che con l’aiuto di tutte le confonderebbero con quelli nati dal turba-
* potenze muscolari il raffreddamento diviene
;
mento universale. Ma l’analogia di ciò che
i
manifesto, e poco tarda l’animale a perire. A. — succede negli altri organi interni allorché si
misura che sviluppasi siffatta serie di accidenti, distruggono i gangli che vi mandano dei nei-
<
gli animali, comecomprovaronmi leesperienze, vi, non permette di pensare che il polmone
; consumano meno ossigeno c formano sempre cesserebbe d’ agire nel momento in cui fosse
Fmeno acido carbonico. — AH’ apertura rin- distrutto il primo ganglio toracico. Questo
«j6 INFLUENZA DELLA MORTE DEL CERVELLO
principio ila ine esposto viene ancora in modo solido. — - Ogni dolore appena
forte prodotto
indubitabile provato dal seguente ragiona- sì nell
1
uomo che
negli animali, è quasi sem-
mento. Se le grandi lesioYii dpi cervello in- pre accompagnato da viva emozione da una ,
1
terrompano d un tratto la respirazione, per- affezione del principio sensitivo, e non del
1
principio intellettuale. Ora i animale pazien-
1
chè quest organo non può più estendere la
sua influenza sul polmone col mezzo dei nervi te viene agitato dal timore, ora dal furore
nati dal primo gairgfrO' toracico, egli è evi- e qualche volta noi proviamo altri sentimen-
dente che togliendo le comunicazioni del cer- ti, che non possiamo esattamente denominare
vello con questo ganglio, dovrà pure cessare uè spiegare, ma che tutti entrano nella classe
tale influenza, e per conseguenza dovrà inter- delle passioni. —
Dietro questo avvi nel mag-
rompersi la respirazione. E ciò perchè essa gior numero dei dolori, i.° sensazione; 2 .°
deve esercitarsi successivamente, i.° dal cer- passione, emozione, affezione. ( So pure che
vello al midollo spinale, 2. 0 da questo all ul- 1
queste parole passione emozione , affezione,

timo paio cervicale ed ai primi dorsali; 3.° e simili, presentano delle reali differenze pres-
so i metafisici, ma siccome l effetto generale
1
da queste paia ai loro rami comunicanti col
ganglio (\.° dal ganglio ai rami che manda
;
dei sentimenti che esse esprimono riesce sem-
al polmone 5.° da questi rami al polmone
;
pre Io stesso per la vita organica, siccome io
medesimo. Che se si tagli come ha l'atto ,
mi interesso di questo solo generale effetto ,
Cruikshank, il midollo spinale al livello dcl- poco importandomi i fenomeni secondari,
1
l ultima vertebra cervicale e per conseguenza così impiego indifferentemente queste parole
al disopra del primo ganglio toracico, la vita l una per l’altra. Nota delV Autore.)
1

Ho —
e la respirazione continuano ancora per lun- però già provato che ogni sensazione si rife-
go tempo, malgrado la mancanza di comuni- risce alla vita animale, e specialmente al cer-
cazione tra il cervello e il polmone intratte- vello, centro di questa vita e che al contra-

;

nuta dal primo ganglio toracico. Non ho rio ogni emozione, ogni passione, si riferisce
riferito le diverse particolarità che accompa- alla vita organica, al polmone, al cuore, e si-
gnano sezione dei nervi del polmone, le
la mili, per cui, benché in ogni dolore la sensa-
quali si estendono pure, come sappiamo , a zione sia percepita dal cervello, benché il prin-
molti altri organi. E ciò non ho fatto, perchè cipio paziente sia riposto in quest organo ,
1

mi sono solamente occupalo dei fenomeni re- esso, ciò uon ostante, non reagisce sui visceri
lativi respirazione, potendo il curioso
alla interni: il turbamento adunque che affetta
lettore trovare gli altri negli autori, che han- allora e la respirazione e la circolazione, non
no operato, prima di me, queste curiose e- dipende da questa reazione, ma dalla imme-
sperienze, e sotto diverse relazioni. Noi — diata influenza che esercitano le passioni, le
possiamo da tutte le esperienze preceden- quali agitano allora 1’ animale, sul suo cuore
ti conchiudere che cervello non ha alcuna
il e sul suo polmone. Queste conseguenze sem-
influenza diretta e reale sul polmone, e che in brano essere giustificate in modo decisivo
conseguenza bisogna cercare altre cause della dalle seguenti considerazioni. i ° Ben so- —
pronta ed istantanea cessazione delle funzioni venti il turbamento della respirazione e della
del secondo, che succede dietro V interrompi- circolazione preesiste al dolore; esamina iti
mento di quelle del primo. Abbiamo, ciò — fatti il e situa la mano sul cuore di
torace,
non osiante, un fenomeno, il quale può spar- un uomo che deve essere sottoposto ad una
gere qualche dubbio sopra questa conseguen- operazione dopo che egli ne abbia già soffer-
za, e il quale sembra portare un crollo al te delle altre, potrai convincerti facilmen-
e
principio che essa stabilisce. Voglio dire del te di questa verità. —
2 .° Talvolta trovasi una
>

subito turbamento prodotto, come ho già av- evidente sproporzione tra la sensazione di do-
vertito, nella circolazione e nella respirazio- lore che si prova, e il turbamento nato nella
ne da qualunque dolore alquanto vivo. Questo circolazione e nella respirazione. Un ammala-
turbamento non indica esso clic il cuore e il to così morì subitamente dopo la sezione del
polmone trovatisi sotto T immediata dipen- prepuzio ed in un operato da Desault di fi-
;

denza del cervello ? Molti autori furono per- stola all’ano colla legatura, F operazione riu-
suasi di questo, appoggiati al seguente ragio- scì egualmente mortale, esimili. In questi casi
namento ogni sensazione di piacere o di do-
: adunque non è certamente il dolore quello
lore si riferisce certamente al cervello , come che ha ucciso (ed io non credo che esso possa
al centro che percepisce questa sensazione. giammai uccidere instantaneamente ma la ) ,

Ora se ogni dolore violento precipita la cir- morte è avvenuta come succede dietro una
colazione e la respirazione, egli è manifesto notizia che porti all uomo lo spavento che lo
1

che il cervello affetto è quello che allora rea- agita di furore, dietro la quale, come ho det-
gisce sul polmone e sul cuore, e disturba così to, si manifesta la sincope, e simili. Il cuore
le loro fnnz ioni. Questo ragionamento però adunque e i polmoni furono direttamente af-
e, come or 1
ora vedremo, più specioso che fetti dalla passione, non già dalla reazione ce-
su quella del polmone 07
rebrale. — 3.° Incontratisi degli ammalati ab- movimenti volontari determinai i dalla sem-
bastanza coraggiosi per sopportare con sangue pli ce azione del cervello sul sistema locomo-
freddo più vtvt dolori senza alcuna passio-
i
tore della vita ‘animale. Ma nella impossibilità
ne, e senza che si manifesti alcuna emozione : di fare questa distinzione, bisogna sempre pa-
se esamini in questi ammalati il petto e ragonare movimenti esterni collo stato degli
i

porti la mano sul loro cuore durante i pa- organi interni. —


>5.° Quanto vivi siano i ilo-
timenti, non troverai alcuna alterazione nè lori, nei quali succede il turbamento della re-

nella loro circolazione nè nella loro respira- spirazione e della circolazione di cui abbia-
zione. Illoro cervello percepisce, ciò nonostan- mo parlato, questo turbamento cessa tosto
te, il dolore come quello degli altri per cui ;
per poco che i dolori siano permanenti. Con
dovrebbe conseguentemente reagir®nello stes- tutto ciò il cervello, il quale continua a per-
so modo sugli organi interni e turbarne l’a- cepire il dolore, dovrebbe anche continuare a
zione loro. —
4-° Non dobbiamo giudicare reagire sul polmone e sul cuore, se la sua rea-
zione fosse una causa reale di turbamento
dello stato dell’animo degli ammalati duran-
te il tempo delle operazioni dai gridi o dal delle loro funzioni. Da che mai dunque di-
silenzio loro. poiché
Questo segno è fallace, pende questa calma delle funzioni interne
la volontà può in essi comandare abbastanza combinate alla affezione dolorosa del cervel-
ai movimenti per impedire a questi di cedere lo ? Eccolo, secondo la nostra maniera di
all’ impulsione che loro mandano gli organi concepire le cose: abbiamo osservato che l’a-
interni esamina però il cuore ed il polmo- bitudine ottunde tosto qualunque emozio-
;

ne, e troverai le loro funzioni costituire, se ne dell’ animo ;


quando adunque sussiste

posso così esprimermi, termometro delle af- il il dolore, l’emozione scompare e resta la sen-
fezioni dell’ animo. E non è senza ragione che sazione allora non è più esercitata alcuna
;

1’ attore, il quale rappresenta un personaggio diretta influenza sugli organi interni, il solo
di coraggio, prende la mano di quello che egli cervello è affetto ; e non si hanno più turba-
vuole assicurare, e lo porta sul proprio cuore menti nelle funzioni interne. Si concepisce
per provargli che 1’ aspetto del pericolo o del eh’ io qui non parlo se non che di quei casi ,
dolore non lo intimorisce. Per la stessa ragio- in cui la febbre prodotta dal dolore non ha
ne non bisogna giudicare dello stato interno ancora turbato l’azione del cuore o del pol-
dell’ anima dal movimento esterno delle pas- mone. Questo modo intermedio d’influenza che
le affezioni del cervello esercitano su quelle
di
sioni imperocché questi movimenti possono
;

essere egualmente reali o simulati reali se questi organi, non risguarda quid mio oggel-
hanno principio dal cuore, simulati se non
;

l — . queste aggiungere molte altre


Potrei a
partono che dal cervello; perchè nel primo considerazioni per istabilire, i .° che benché il
caso essi sono involontari, nel secondo dipen- cervello sia la sede a cui si riferisce il dolore,
dono dalla volontà. Esamini adunque nelle esso, ciò non ostante, non è il principio da cui

persone, nelle quali si manifestano il dolore ,


emanano le alterazioni degli organi interni
l’afflizione o il furore, se lo stato dei polso determinate da questo dolore 2.° che queste :

[corrisponde ai movimenti esterni. Per ciò alterazioni dipendono sempre da una emozio-
quando vedo una donna piangere, agitarsi, nerà una affezione dell’anima, da una pas-
essere sorpresa da movimenti convulsivi dopo sione, il cui effetto e natura sono, come
na-
I

<dà ho detto, assolutamente distinti dalla


la nuova di una perdila di un oggetto amato,
tura e dall’effetto di ogni specie di
sensazione
e trovo suo polso nello stato naturale, faccio
questo ragionamento
il

la vita animale è la:


di piacere' o di dolore. — Questo fenomeno
non porta adunque alcun danno alla conse-
i sola agitata, mentre l’organica trovasi in cal-
guenza superiormente dedotta dalle nostre
ma ora le passioni e le emozioni dirigono
cioè che il polmone non cessa
i
;

la loro influenza sull’ ultima; P emozione esperienze ;

d’ a^ire direttamente dietro la


morte del cer-
: adunque di questa donna non è viva, e suoi i o
movimenti sono simulati. Vedo al contrario pello. .

Determinare se la cessazione ai
l

un altra femmina, la di cui afflizione con- §. II.


azione del polmone dietro la morte
i

del
centrata non si manifesta con alcun segno
esterno il suo cuore, ciò non ostante, batte cervello avvenga indirettamente.
Siccome —
il pol-
;

con forza, ed ha in un istante rallentati suoi i nell’interruzione dell’azione cerebrale


mone non muore direttamente, ma la S|, a
movimenti, o in una parola ha provato un cerve
turbamento qualunque esso siasi, lo dico al- morte è indiretta così tra esso e d,
u,
devono trovarsi degli organi intermedi
1 f ‘
f
lora che questa donna simula una calma, che
,

li m questo caso finiscano


prima le !o>o ,,u
non trovasi nel suo animo. Nè cadrebbe alcun cessazione
equivoco se ci fosse possibile i! distinguere i zioni, e quali determinano la
i

Questi er-
movimenti involontari prodotti nelle passio- quelle dell’organo polmonare.
musco i

medi sono il diaframma ed i


i

ni dall’azione del cuore sul cervello, e in se- ueru


dei
guilo dalla reazione di questo sui muscoli dei costali, i quali sottoposti in Jt'^zia
1 ù
Encicl. i Ucci
98 INFLUENZA DELLA MORTE DEL CERTE! LO
eh 1 ricevono alla immediata influenza del
essi mancanza dell’azione degli agenti necessari! a
cervello, diventano paralitici, allorché questo questi fenomeni 4*° cessazione dei fenomeni
;

ha interamente perduto la propria azione e chimici per mancanza dell’aria, la cui intro-

;

ciò è provato dalle seguenti esperienze. i.° duzione nei polmoni è determinata dai feno-
Cruikshanlt tagliò il midollo spinale di un ca- meni meccanici l’interruzione poi di tutti
:

ne tra 1’ ultima vertebra cervicale e la prima questi movimenti è tanto più rapida, quanto
dorsale. Subito dopo i nervi intercostali pri- più pronto è il loro concatenamento nell’or-
vi di comunicazione col cervello cessarono dine naturale. —- Così adunque periscono in-
dalla loro azione; e muscoli dello stesso no-
i stantaneamente quegli ammalati, i quali pro-
me si paralizzarono, la respirazione era ese- vano una violenta lesione nella parte del mi-
guita dal solo diaframma, il quale riceveva i dollo spinale situata tra il cervello e 1’ origine
suoi nervi frenici da un punto della midolla, dei nervi frenici, come suole avvenire dietro
superiore alla sezione. In questo esperimento, una ferita, dietro una compressione effetto di
ch’io pure ho più volle ripetuto, è facile il una lussazione della seconda vertebra, e simili.
giudicare della forte azione del diaframma , — I medici
• si mostrarono assai indecisi nei
benché latente, dietro quella dei muscoli ad- fissare con precisione quella parte del collo ,
dominali, la quale si distingue assai manife- in cui una lesione del midollo spinale cessa di
stamente. —
2 .° Se si dividano i soli nervi fre- essere prontamente mortale. Essi hanno in
nici, il diaframma diventa immobile e la re- generale osservato che la parte superiore e
spirazione si eseguisce soltanto secondo l’asse l’inferiore di questa regione, presentano sotto
trasversale, e dai muscoli intercostali; mentre tale rapporto una differenza sensibile; ma nien-
nel caso precedente essa non è eseguita che te in questo è stato precisamente ed esatta-
secondo perpendicolare.
l’asse 3.° Nelle due — mente determinato. Dietro però quello che è
esperienze precedenti la vita si conserva an- stato finora detto, riesce facile assegnare tal
cora per un tempo assai lungo ma se si ta- : limite,il quale s’ incontrerà sempre all’ origi-

glino nello stesso tempo i nervi frenici e la ne dei nervi frenici. —


Ecco ancora come pe-
midolla spinale verso la fine della regione cer- riscono gli ammalati, quali provano in un
i

vicale; o pure, ciò che riesce assolutamente Io tratto una violenta commozione, una forte
stesso, se si tagli il midollo superiormente compressione, un cousiderabile spandimenlo
all’origine dei nervi frenici, siccome allora nel cervello, e simili.— Bisogna, ciò non ostan-
trovasi interrotta ogni comunicazione tra il te, osservare, che queste diverse cause di mor-
cervello e gli agenti attivi della respirazione, te operano con gradi assai differenti per cui
così la morte riesce subitanea. Ho spes- — «e esse sono deboli, limitano i loro effetti alle
;

se volte osservalo nelle mie esperienze, che sole funzioni intellettuali, le quali sempre si
la diversità di un mezzo pollice nell’ altezza, alterano per le prime nelle lesioni del cervel-
a cui si fa la sezione del midollo, produce tale lo, e sono le più suscettibili di cedere alla in-
differenza, che fatto il taglio superiormente fluenza della più piccola lesione cerebrale. In
la morte succede istantanea fatto inferior- ; generale quindi avviene, che quella parte del-
mente, essa avviene per lo più dopo quindici la vita animale, per la quale noi riceviamo le
o venti ore ed anatomizzando i cadaveri
,
impressioni degli oggetti esterni, non che le
degli animali uccisi in questo modo, ho co- funzioni dipendenti da questa parte, quali so-
stantemente osservato che tale differenza di- no la memoria, 1’ immaginazione, il giudizio,
pendeva soltanto dal nervo frenico. Allorché e simili, cominciano le prime Che
a turbarsi.
la sezione è superiore all’ origine di questo se la lesione è più forte, si manifestano in un
nervo la respirazione, e per conseguenza la tratto delle scosse irregolari nei muscoli vo-
vita cessano al momento, perchè nè il diafram- lontari delle membra, a cui sopravvengono
ma, nè gli intercostali possono agire; ma quan- le convulsioni o la paralisi. Finalmente se la
do essa è inferiore alla medesima, l’azione del lesione è al massimo grado, tutto si paralizza
primo sostiene ancora per qualche tempo e la nei muscoli della vita animale, non eccettuati
vita e fenomeni della respirazione.
i Dietro — gli intercostali e il diaframma, dal che ne se-
le esperienze precedenti egli è evidente che la gue tosto la morte. — Possiamo, dietro ciò che
respirazione cessa prontamente e coll’ ordine è stalo detto finora, rispondere .Ala questione
seguente in caso di lesione della porzione del che ci siamo proposti in questo paragrafo col-
sistema nervoso situata superiormente all’ori- lo stabilire fin da principio che la morte del
:

gine dei nervi frenici i.° interruzione d’a-


: cervello porta quella del polmone soltanto in-
zione nei nervi volontari inferiori alla lesio- direttamente. —
Dalle esperienze superior-
ne, e per conseguenza negli intercostali e nei mente riferite risulta ancora, che la respira-
frenici 2 .° paralisi eli tulli, o quasi tutti i
;
zione è una funzione mista situata, per così
muscoli della vita animale, degli intercostali, dire, tra le due vile, alle quali essa serve di
e del diaframma specialmente ; 3.° cessazione contatto, appartenente all’ animale per le sue
dei feuomeni meccanici della l’espirazione per funzioni meccaniche, ed all’ orgauica per le
SU QUELLA DEL CUORE
99
see funzioni chimiche. Ecco perchè l esisten-
za dei polmone è tanto legata a quella del cer-
1
immediatamente agire. La maggior parte —
dei medici parlano in generale un modo trop-
vello, che forma il centro della prima, quan- po vago circa l’influenza cerebrale, imperoc-
to a quella del cuore che costituisce il centro ché essi non ne determinano abbastanza l’e-
della seconda. —
Si osserva che nella serie de- stensione e limiti relativamente agli altri orga-
i

gli animali la respirazione perde molto de’suoi ni. —Egli è evidente che noi avremo sciolta la
fenomeni, di mano in mano che si ristringe questione proposta in questo paragrafo allor-
1’ organizzazione cerebrale. Una tale funzione ché avremo determinato quale sia questa in-
è ben più sviluppata nei volatili e nei mam- fluenza per riguardo al cuore. Tutto però
miferi di quello che nei rettili e nei pesci, la sembra stabilire che il cervello non eserciti
di cui massa encefalica è meno voluminosa in alcuna diretta influenza sopra quest’ organo
,
proporzione di quella degli animali delle pri- il quale al contrario liene, come già abbiamo
me due classi. Sappiamo pure che il sistema veduto, il cervello sotto la sua immediata di-
nervoso degli animali i quali respirano per pendenza pel movimento che
comunica. gli
semplici trachee è meno
presenta perfetto, e — Nè nuova, essendo ammes-
tale asserzione è
sempre delle particolari disposizioni ; e sap- sa da lutti buoni fisiologi e siccome molle
i
;

piamo ancora che dove più non si osserva si- opinioni di medicina sono appoggiate sopra
stema nervoso , scompare pur anche quello un principio affatto contrario, reputo così u ti
della respirazione. —
In generale adunque cosa il fermarci qualche poco per stabilire il i

trovasi una reciproca relazione tra il cervello principio superiormente enunciato, ed egual-
e il polmone, particolarmente nei mam-
e ciò mente dimostrato dalla osservazione e dalla
i mi Ieri e negli uccelli poiché mentre il primo
: esperienza comincererno quindi dalla prima*
:

i determina f azione del secondo col favorire — i.° Qualunque irritazione appena violenta
l’ entrata dell’ aria nei bronchi mediante il sul cervello, determinata da una scheggia di
movimento dei muscoli respiratorii, il secon- osso, da sangue effuso, da qualunque altra cau-
do sostiene 1’ attività del primo mediante il sa, produce quasi sempre dei movimenti con-
. sangue rosso che vi fornisce. Sarebbe curioso vulsivi parziali o generali nei muscoli della vita
ancora il fissare con precisione la relazione animale ;
che esaminino quelli
se in tal caso si
I del sistema nervoso eolia respirazione negli della vita organica, e in particolare il cuore,
i insetti, nei quali penetrando l’aria per diver- non si riscontra alcun turbamento nella loro
i sipunti, e per delle trochee aperte all ester- 1
azione. 2 -

Ogni compressione della massa

! no, sembra non avervi parte alcuna azione cerebrale prodotta da pus, da acqua, da san-
meccanica, e nei quali per conseguenza sem- gue, da ossa fratturata, opera ordinariamente
bra che la respirazione appartenga intera- in senso inverso, rendendo cioè paralitici i mu-
j
mente alla vita organica, e sia indipendente scoli volontari e finché l’affezione non si e-
;
1
dall animale mentre essa, come già abbiamo stende ai muscoli pettorali, l’azione del cuore
1 detto, tiene
;

un posto di mezzo nelle specie a non è in alcun modo diminuita. 3.° L’ op- —
£
polmone distinto, sia che quest’ organo abbia pio e vino, presi a certa dose, diminuiscono
il

! una struttura bronchiale, sia che la presenti momentaneamente I’ energia cerebrale, ren-
4 vescicolare. dendo il cervellofunzioni riguar- mal atto alle
danti la vita animale. Ma in tale instantaneo
1
i ARTICOLO DELL INFLUENZA ESERCITATA
XT. indebolimento il cuore continua ad agire co-
DALLA MORTE DEL CERVELLO SU QUELLA DEL me all ordinario , e qualche volta ancora vie-
1

CUORE. ne accresciuta la sua azione. 4


-° Nelle pal- —
pitazioni e nei diversi movimenti irregolari
Ahb iamo nell articolo precedente vedu-
1
del cuore, non si riscontra giammai il princi-
to, come al cessare dell azione del cervello
1
pio di queste alterazioni nel cervello, il quale
rimanga il polmone inattivo. Lo stesso feno- trovasi allora perfettamente illeso e continua,
meno ha luogo anche pel cuore, il quale più come all’ ordinario, la sua azione, per cui qui
non balte dal momento in cui cessi la vita pure si è Cullen, siccome fece nella
ingannato il

del cervello. Ricercheremo ora adunque come sincope. —


5.° 1 numerosi fenomeni dell’apo-
: ciò avvenga. — Egli
è evidente che tale fe- plessia, dell’epilessia, della catalessi, del sopore,
nomeno non può aver luogo se non che in del nercotismo, dellacommozione, e simili, fe-
; due maniere; cioè i.° perchè il cuore trovasi nomeni quali hanno la loro sorgente princi-
i

pale nel cervello, sembrano spargere molta lu-


1

i sotto immediata influenza del cervello


l 2 .° ;

ce sull attuale indipendenza in cui trovasi il


1
perchè tra questi due organi trovasene un

:

ìj terzo intermedio, il quale interrompendo pri cuore relativamente al cervello. 6.° Ogni or-
t ma le sue funzioni, arresta in seguito quelle gano soggetto all influenza diretta del cervel-
1

1 del cuore. lo è pure soggetto alla volontà. Ma io credo


Determinare, se dietro V interru-
§. I. che, malgrado osservazione di Stahl, nessu-
l
1

I
zione delV azione cerebrale il cuore cessi no riporrà pivi il cuore tra queste specie di or-
IOO INFLUENZA BELLA MORTE BEL CERVELLO
gani. — E che mai sarebbe la vita se Dupuy, professore della scuola di veterinaria
infatti
tosse in nostro potere il sospendere quando ci di Al fort, inventò un procedimento mercè il
aggrada i movimenti del viscere che V anima i’ quale egli ne fa l’ablazione con tutta facilità. Ri-
la morte in tal caso vorrebbe per una semplice sulta da tali esperimenti che i fenomeni mani-
volizione ad arrestarne il corso. — Credo festatisi dopo F ablazione di siffatto ganglio,
quindi che noi potremo senza tema d’errare e indipendenti alfa Ito dalla operazione, sono
conchiudere dalla semplice osservazione che il il risserramenlo della pupilla, il rossore della
cuore non cessa immediatamente d’ agire, al- congiuntiva, la emanazione generale, accom-
lorché siano interrotte le funzioni cerebrali. pagnala da infiltrazione delle membra, e la eru-
Ma appoggiamo alle esperienze questo dato zione di scabbia, che poi infetta l’intera super-
fondamentale della fisiologia e della patologia. ficie cutanea. Nota di Magendie .) — Mi sembra
— i.° Se si irriti in diverse maniere il cervel- che questo modo di vedere il grande simpatico
lo già scoperto con degli agenti meccanici, chi- possa spargere qualche lume sopra l’indipen-
mici, specifici, e simili, se si comprima, o si mal- denza, in cui il cuore trovasi dal cervello; ma
tratti altramente si producono diverse altera- continuiamo F esposizione delle esperienze
zioni negli organi della vita animale; il cuore proprie a stabilire tale indipendenza. — 5.°
però persiste costantemente nel suo stato or- Se si ripetano sopra i filamenti cardiaci del
dinario finché non siano paralizzati i muscoli simpatico, filamenti che nascono tulli diretta-
0
pettorali. —r 2. Le divèrse esperienze fatte sul mente o indirettamente dai ganglii, le espe-
midollo spinale posto allo scoperto nella regio- rienze fatte precedentemente sul nervo vago o
ne del collo, presentano un risultato perfetta- sui suoi diversi rami che emanano dal cervello,
mente analogo. —
3.° Se si irritino i nervi del- si otterranno effetti perfettamente analoghi ;
l’ottavo paio di cui molti filamenti si distribui- cioè non si vedrà alcun turbamento nei movi-
scono al cuore, il movimento di quest organo menti del cuore. Nè tali movimenti aumenta-
1

non è in nessun modo precipitato; nè si arresta no allorché si irritano i nervi, nè diminuisco-


punto ancorché si faccia la sezione dei due tron- no allorché si tagliano, come avviene costan-
chi. In questo esperimento però io non so ab- temente per i muscoli della vita animale. —
bastanza raccomandare a quelli che la ripeto- Non riferisco per esteso tutte queste esperien-
no, di ben distinguere ciò che appartiene al- ze, di cui la maggior parte è abbastanza cono-
l’ emozioni, ai sentimenti diversi di timore, sciuta, ma che ho voluto, ciò non ostante, esat-
di collera, e via parlando, nati nell’ animale tamente ripetere, perchè tutti gli autori non
sottoposto all’ esperienza, da ciò che è il ri- vanno d’accordo sui fenomeni che ne risulta-
sultalo della irritazione, o della sezione del —
no. Abbiamo un altro genere di esperi-
nervo. — 4 ° Oltre 1’ ottavo paio, il tronco menti analoghi a questi, i quali possono me-
nervoso che si dice grande simpatico forni- glio rischiarare le relazioni che passano tra il
,

sce al cuore diversi rami che si distribuiscono 1


cuore ed il cervello e consistono nell azione
;

nella sua sostanza e mediante il quale il cer- del galvanismo. Nè voglio trascurare un tale
vello dirige ad esso la sua influenza, almeno mezzo, perchè alto a provare che il primo di
dietro 1’ opinione comune, la quale ripone l’o- questi due organi è realmente indipendente
rigiue di questo nervo in uno di quelli pro- dal secondo;
ed ho istituito tali esperimenti
venienti da questa massa midollare. Ma ho già con una attenzione tanto più scrupolosa, quan-
«letto che il sistema nervoso del grande sim- to che molli autori assai stimabili haiinoin que-
patico è assolutamente indipendente da quello sti ultimi tempi manifestato un’opinione con-
del cervello ho dello ancora che non avvi al-
; traria, ed hanno voluto stabilire che il cuore
cun nervo, il quale meriti questo nome, che e gli altri muscoli della vita organica non dif-
ciò che si era preso per tal nervo è una conti- feriscono sotto il rapporto della loro suscetti-
nuazione di comunicazioni tra un gran nume- bilità verso l’influenza galvanica dai diversi
ro di piccoli sistemi nervosi indipendenti tul- muscoli della vita animale. Esporrò quindi da
li gli uni dagli altri
e ciascuno dei quali rico- principio ciò che ho osservato sugli animali a
nosce per centro un ganglio, non altrimenti sangue rosso e freddo. — i.° Ilo armato rnol-
che il grande sistema nervoso della vita ani- te volte in una rana da una parte il cervello
male ha, per centro il cervello.
ronsi mollo
— (
Occupa- con del piombo, da un’altra parte il cuore ed
fisiologi intorno il nervo gran
i
i muscoli degli arti inferiori con una lunga la-

simpatico, e fecero, per risgnardo ai suoi uf- mina di zinco, posta in contatto del primo col-
h /-ii mollissime conghielture e assai poche r estremità superiore e dei secondi coll’infe-
,

sperienze :
per la qual cosa non abbiamo a!- riore. Stabilita la comunicazione con dell’ar-
i uopo che incerte nozioni. La profonda si- gento tra le armature dei muscoli e quelle del
tuazione dei gangli li rende quasi tutti inac- cervello, insorsero cestan temente dei movi-
cessibili, potendosi estrarre, quasi a dire, il
menti negli arti ma non apparve alcun ac-
;

solo cervicale superiore senza addurre un dis- celeramento sensibile nei movimenti del cuo-
ordine capace da sè di cagionare la morte. re, allorché questo ancora batteva nè si ma-
;
SU QUELLA DLL CUORE oi
ni testò alcunmovimento allorché più non si glio nelle mie esperienze
di quelli che si sono
trovava in azione. Qualunque poi sia il mu- occupali dello stesso oggetto; ma espongo sem-
scolo volontario armato contemporaneamen- plicemente quello che ho potuto osservare.
te col cuore per paragonare fenomeni che
i D’altronde poi gli esperimenti, nei quali le
essi provano nel momento della comunica- armature non partano da un lato sopra una
zione metallica, sempre si osserva una sensi- porzione del sistema nervoso, dall’altro sulle
bile differenza nei fenomeni stessi. —
2.
0 Ho fibre carnee del cuore, non sembrano abba-
armato sopra un’altra rana con un gambo me- stanza concludenti per decidere se 1’ influenza
tallico comune, da una parte la porzione cer- che il cervello esercita sopra il cuore sia diret-
vicale del midollo spinale nella regione supe- ta veramente. Ed a più forte ragione non po-
riore del collo, onde agire al disopra della par- tremo dedurre alcuna rigorosa induzione dai
te da cui hanno origine i nervi che vanno al movimenti eccitati coll’armatura di due pezzi
simpatico e da questi al cuore; da un’altra par- di carne. —Passo ora agli esperimenti fatti
ie il cuore, ed un muscolo volontario qualun- sugli animali a sangue rosso e caldo essi sono
;

que sempre però ho osservato nell’ atto della


: tanto più necessari in quanto che il modo di
comunicazione un risultato analogo a quello loro contrattilità differisce essenzialmente da
della sperienza precedente; cioè sempre ap- quella degli animali a sangue rosso e freddo.
parvero violenti agitazione nei muscoli volon- — i.° Mi fu concesso nell inverno dell’anno
1

tari combinate alla mancanza di manifesto settimo di instituire diversi esperimenti sui ca-
cambiamento nei movimenti del cuore. — 3 .° daveri dei decapitati che aveva a mia disposi-
Ho procurato di mettere allo scoperto nelle zione trenta o quaranta minuti dopo il sup-
rane i nervi che vanno al cuore; quindi ho ar- plizio. Presso alcuni trovai affatto estinta ogni
mato di un metallo molti filamenti grigiastri specie di motilità presso altri poteva questa
;

appena sensibili, e di cui per verità non potei proprietà essere in lutti muscoli più o meno
i

conoscere positivamente la natura, mentre ave- facilmente rianimata cogli agenti ordinarli. Essa
va sottoposto al cuore un metallo differente. si sviluppava particolarmente nei muscoli del-

Stabilii in seguilo con un terzo metallo la co- la vita animale per mezzo del galvanismo. —
municazione, la quale non determinò alcun (Più volte si sperimentarono sopra giustiziati,
sensibile effètto. —
A me sembra che questi le eccitazioni gal vaniche,eVassali, Giulio e fios-
esperimenti, già in parte tentati prima di me, moltissime in Torino ne praticarono; ma le
si

siano sufficienti per determinare positivamen- «dopiate erano assai deboli a


pile allora a ciò
te se il cervello abbia qualche influenza diret- paragone di quelle usale al presente. Nulladi-
ta sul cuore; particolarmente allorché si abbia meno negli esperimenti praticati a Newgate sul
cura di ripeterli, come ho fatto, armando suc- corpo di un deliquente, vennero violentemen-
cessivamente ed a vicenda la superficie inter- te scosse le membra, gli occhi aperti e chiusi,
na, 1' esterna e la sostanza stessa di quest’ ul- la bocca e le mascelle si mossero in mille mo-
timo organo. In tutti questi tentativi in fatti è di, e la faccia divenne spavenlevolmenle
tutta
conservata la disposizione naturale tra le di- convulsa. E’ ultima e più compiuta osserva-
verse parti che servono ad unirlo al cervello. zione di cui abbiasi notizia fu eseguita a Gla-
— Un altro d’esperimento consiste, 1 0
modo seow nel mese di novembre 1818, dal dottor
nel separare il cuore dal petto; 2 ° nel metter- Andrea Ure. Si valse egli per tale esperimen-
lo in contatto con due metalli diversi per due to, di una batteria composta di dugento set-
punti della sua superficie o con due pezzi di tanta paia di lame di quattro pollici, con fili di
carne armati di metallo 3.° ne! far comuni-
;
comunicazione e fusti metallici a punte, cor-
care le armature con un terzo metallo. In que- redati d’ impugnature atte ad isolarle onde
sto caso Humbolt ha veduto manifestarsi dei applicare la elettricità in più comoda manie-
movimenti; ma io confesso che ben soventi ri- ra. — E’ individuo scelto per codeste speran-
petendo rigorosamente queste esperienze tali ze era di media statura, dell’età di circa tren-
quali sono indicate, non ho osservato niente ta anni, e di atletica costituzione. Rimase ap-
di simile; altre volte, ciò non ostante, si è ma- peso alle forche pressoché un’ ora, nel qual
nifestato un piccolo movimento assai diverso spazio non diede egli a dividere alcun movi-
da quello che animava allora il cuore; e tale mento convulsivo, mentre un ladro contem-
movimento sembrava dipendere dall’ influen- poraneamente giustiziato agitossicon violenza
za galvanica. Avrei quasi preso questi movi- per non lieve tempo. Fu egli trasportalo nel-
menti per 1’ effetto della irritazione meccanica l’anatomica sala dell’università, dieci minuti
delle armature, senza l’autorità rispettabile di all’ incirca dopo che fu distaccalo dal patibo-
quest’autore e di molti altri fisici assai stima- lo. Aveva la sua faccia un aspetto perfetta-
bili, quali hanno riconosciuto nei loro ten-
i mente naturale, non essendo nè livida ne lu-
tativi l’influenza del galvanismo sul cuore al- mefatta, e nel collo non iscorgevasi verun slo-
lorché venga applicato in questa maniera. Io camenlo. Cinque minuti all’incirca prima che
son ben lontano dal pretendere di veder inc- giungessero gh ufficiali di polizia col cadave
10 2 INFLUENZA DELLA MORTE DEL CERVELLO
re, venne caricata la batteria coll’ acido ni- zioni. — Fu forse siffatta esperienza, a giudi-
tro-solforico allungato, concui fu posta pron- zio di parecchi dotti che vi si trovavano pre-
tamente in istalo di esercitare una intensa senti, quella che più d’ogni altra, fatta con
azione. elettrico apparato, fin ora colpisse gli astanti.
m Prima esperienza. — Una grande in- Fa d’uopo risovvenirsi, che pel corso di buo-
1 1
cisione fu tosto eseguita al disotto dell’occi- na tnezz ora, innanzi l esperimento, il cada-
pite. Si tolse quindi, con tanaglie taglienti, la vare aveva pressoché perduto tutto il sangue,
metà posteriore della prima vertebra, e snu- ed era stata manomessa, per così dire, la spi-
dossi la spinai midolla ;
fecesi nel tempo stes- nai midolla. >

Non si potè scoprire pulsazio-
so una considerabile incisione nella grossezza ne nè al cuore, nè al nodello. Tornava affit- (

del muscolo grande gluteo, per mettere allo to inutile rintracciare in quest’ ultima parte
scoperto il nervo sciatico. Praticossi inoltre indizio dei battiti del cuore, e se pur quest’or-
una leggera incisione al tallone, ma non uscì gano si fosse contratto, l’arteria radiale offerto
la minima particella di sangue;il fusto appun- non avrebbe per anco alcuna pulsazione. Dif-
tito che comunicava con una estremità della fa ti, il doppio movimento di dilatazione e di
t

batteria fu messo a contatto colla spinai mi- radrizzamento, da cui vengono agitate le arte-
dolla, mentre l’altro fusto venne applicato al rie nel corso della vita, non è loro direttamen-
nervo sciatico. Agitaronsi all’istante tutti i te impresso dal cuore, ma sibbeue prodotto
muscoli del corpo con movimenti convulsivi dal sangue che vel perviene a ondate. Ora, è
rassomigliatiti a violento brivido, il lato sini- noto a ciascuno che dopo la morte le arterie
stro fu preso dalle più ad vive convulsioni ;
rimangono vuote, e che mancandovi quindi il
ogni nuovo contatto elettrico mover facendo mezzo di comunicazione il movimento non
il secondo fusto dall’anca al tallone, ed aven- può essere prodotto. )

dosi primamente piegato il ginocchio, slanci os- 55 Terza esperienza. Si denudò il nervo
si la gamba con tanta violenza, che poco man- sopraccigliare alla sua uscita dal foro sottorbi-
cò non riversasse uno degli assistenti che in- tale. Applicato 1

uno dei gambi conduttori al
vano affaticavasi di impedirne la distensione. nervo e 1

altro al tallone, ne nacquero straor-
v) Seconda esperienza. Si scoperse in se- dinarissime contorsioni ogni qualvolta eccita-
guito nervo frenico sinistro, verso 1’ orlo
il ronsi le commozioni elettriche, conducendo il
esteriore del muscolo sterno-tiroideo, tre o filo lunghesso gli orli della ultima pila galva-
quattro pollici al di sopra della clavicola; sic- nica, dalla 22o. a alla 227. a lamina in questo :

come questo nervo va al diaframma, e comu- modo si succeddettero, in due secondi, cin-
1
nica col cuore per via dell ottavo paio, sup- quanta scosse tutte più violente le une delle
ponevasi quindi che trasmettendo con esso la altre. Tutti i muscoli vennero posti simulta-
forza galvanica, rinnoverrebbesi il moto della neamente in esercizio in modo spaventevole;
respirazione. In conseguenza avendosi prati- la rabbia, I’ orrore, la disperazione, la ango-
cato una piccola incisione sotto la cartilagine scia ed orribili sorrisi, accozzarono la mostruo-
della settima costa, fu posto la punta di un fu- sa loro espressione sulla faccia dell’ assassino.
sto isolato a contatto col diaframma, mentre A tale spettacolo parecchi degli spettatori fu-
applicossi l’altra al nervo frenico del colio. Co- rono astretti ad abbandonare la sala a cagione
desto muscolo, primo agente della respirazio- del loro male stare e spavento, ed uno di essi
ne, contrasse di botto, ma con meno forza
si cadde in isvenimenlo.
di quello che non aspettavasi. Era a me noto 55 Quarta esperienza. L’ultima esperien-
per innumerevoli esperienze, potersi produr- za galvanica fu eseguita trasmettendo il fluido
re più solleciti effetti della eccitazione galva- elettrico della spinai midolla al nervo cubita-
nica lasciando i fusti estremi comunicanti per- le vicino al videro muoversi le dite
gomito; si

fettamente in contatto colle parti sulle quali con agilità come quelle di un suonatore di vio-
avevasi operato, mentre, per compiere la ca- lino provatosi uno degli assistenti a tenere il
:

tena o il circuito elettrico, conducevasi la ci- pugno chiuso, avvidesi che la mano si apriva
ma dei fili lungo le lamine nella ultima pila con forza a dispetto dei suoi conati. Applicos-
dell’ uno dei poli, e calavasi conseguitamente si un gambo a leggera incisione praticata alla
1
l altro filo nella ultima cellula dal lato oppo- estremità del primo dito avevasi dapprima ;

sto, e quindi senza perdere un momento ricor- chiuso il pugno; il dito si distese tosto, e a
si a tale procedimento. La riuscita fu pel fatto tenore che il braccio fatto convulso si movea,
1
maravigliosa istante incominciò una
; nell il morto sembrava mostrare a dito i diversi
forte e laboriosa respirazione; il petto alzava- spettatori, per cui taluno figurossi fosse desso
si e cadeva ;
il ventre spingevasi al dinanzi, e ritornato in vita. —
In tutte siffatte esperien-
poi si il diaframma contraevasi e si
avvizziva ; ze era trascorsa un’ora. Nota di Magendie .)
rilassava.Continuarono a manifestarsi senza Ma mi fu sempre impossibile di determinare
interruzione tutti codesti movimenti fin tanto il minimo movimento armando ora la midol-
1
eh io seguii a praticare le elettriche commo- la spinale e il cuore, ora quest’ ultimo organo
SU QUBLLA dec cuore 10 3
1
e nervi eh esso riceve dai gangli per mezzo
i per oggetto le forze vitali; e d’altronde anche
del simpatico o dal cervello per mezzo del pa- ammettendo i risultati diversi dai miei, io non
io vago. Ciò non ostante gli stimoli meccanici credo che non si possa riconoscere che sotto il
direttamente applicati sulle fibre carnee val- rapporto 1
dell eccitamento galvanico avvi una
gono a produrre in esse la contrazione. Di- enorme differenza iramuscoli della vita ani-
i

penderebbe mai questo dall’isolamento in cui male e quelli della vita organica. Niente avvi
trovavansi da qualclie tempo i filamenti ner- in fatti di più valevole a far conoscere questa
vosi del cuore dal cervello ? Ma in tal caso diffe renza nelle esperienze intorno al cuore ed
perchè quelli dei muscoli volontari egualmen- alle quanto 1’ armare un muscolo
intestina,
te isolati si prestano ai fenomeni galvanici ? spettante alla vita animale con quello stesso
D’altronde le seguenti esperienze rischiare- metallo che serve all’armatura dei muscoli
ranno questo dubbio. —
2.° Ho armato di due suddetti e stabilire così un paralello tra essi.
diversi metalli sopra dei cani e sopra dei por- — Supponendo d’ altronde che i fenome-
cellini d’ India, da prima il cervello e il cuore, ni galvanici avessero sopra queste due specie
in seguito il tronco del midollo spinale e que- di muscoli una eguale influenza, tale fatto nien-
sto ultimo organo; finalmente questo stesso t’altro proverebbe, se non che questi fenome-
organo e il tronco del pajo vago da cui esso ni seguono nelle loro successioni delle leggi
riceve molti nervi. Poste in comunicazione le affatto contrarie a quelle dei fenomeni dell’ir-
due armature, non apparve alcun risultato ritazione ordinaria dei nervi e dei muscoli, ai
sensibile; nè vidi rianimarsi movimenti già
i quali, questi nervi corrispondono.—-Ecco, cre-
cessali nè accelerarsi allorché persistevano d’ io un numero assai considerabile di prove
ancora.
,

— 3.° Furono armati in due cani ner- i tratte tanto dalle osservazioni delle malattie,
vi cardiaci tanto nei loro filamenti anteriori, quanto dalle esperienze, per rispondere alla
quanto nei posteriori e si ; è posta un’altra ar- questione proposta in questo paragrafo, ed as-
matura sopra il cuore ora alla sua superficie sicurare che il cervello non esercita alcuna in-
interna ora alla esterna, ora nel suo tessuto; e fluenza diretta sul cuore che per conseguen-
;

qui pure la comunicazione non ha prodotto al- za allorché il d’agire, il secondo


primo cessi
cun movimento apparente. In tutti questi espe- interrompe indirettamente le sue funzioni.
rimenti non si deve stabilire tale comunicazio- §. II. Determinare se nelle lesioni del
ne che qualche tempo dopo d’aver applicata cervello la morte del cuore è prodotta da
Parmatura al cuore, onde non attribuire al quella d' un organo intermedio. Siccome —
galvanismo ciò che non è se non che P effetto nelle grandi lesioni del cervello la cessazione
della irritazione metallica. -

4-° Humboldt delle funzioni del cuore nonè diretta, e, ciò non
dice che allorché si separi prontamente il cuo- ostante essa ha luogo prontamente ;
cosi fa
re e colla precauzione di lasciarvi qualch’ uno d’ uopo che vi sia un qualche organo interme-
de’ suoi nervi isolati, possono eccitare del-
si dio, la di cui interruzione d’ azione ne costi-
le contrazioni coll’ armare questi fili d un 1
tuisca la causa prossima. (

Dalle belle espe-
metallo e toccare con un altro l'armatura. Io rienza di Eegallois risulta, che il cuore trae il
ho più volte istituito questi tentativi, ma sem- principio delle sue forze dalla midolla spinale.
pre inutilmente, eccettuata una sola volta, in Eppure la distruzione della midolla spinale
cui mi parve di esservi riescilo. —
5.° Sono al non toglie affatto i movimenti del cuore, ma
contrario quasi sempre riescito a produrre gliindebolisce tanto da impedire la circola-
delle contrazioni sugli animali a sangue rosso zione, e questo aftievolimento è tanto maggio-
e caldo, strappando loro il cuore e mettendo re, quanto più grande fu il tratto di midolla
in contatto due punti di esso col mezzo di fili distrutto. Potevasi da ciò presumere che, in
metallici, di cui stabiliva in seguilo la comu- onta dell’ indebolimento risultante dall’abla-
nicazione. Questo è il solo mezzo, cred’io, per zione di porzione di tal midolla la circolazio-
produrre su tale organo i fenomeni galvanici ne potesvse diminuisse la
pur continuare ove si

con efficacia ed evidenza. Ma questo mezzo somma delle forze che il cuore deve impiega-
provato già per molle volte, ed in particola- re per mantenerla. Basta a siffatto scopo me-
re da Jadelot, non istahilisce in alcun modo ciò nomare con legature praticate sulle arterie l’e-

che noi qui ricerchiamo; cioè se vi abbia una stensione del cerchio al quale il cuore distri-

influenza diretta esercitata dal cervello sul buisce sangue. La esperienza confermò questa
cuore. —
Ho ripetuto ciascuna di queste espe-
• congettura. Si vide, ad esempio, che'la distru-
rienze intorno al galvanismo moltissime vol- zione del midollo che è prestamente mortale
te e colle più minute precauzioni
;
non pre- pei conigli adulti, cessa di esserlo se prima di
1’ aorta
tendo, ciò non ostante, come già ho detto, di praticarla s’ incominci dall’ allacciare
spargere dei dubbi sopra la realtà di quelle ventrale fra le arterie celiache e mesenteriche
che hanno offerto dei risultali diversi a fisici superiori ; 1’ applicazione dello stesso princi-
valenti. Sappiamo pur troppo quanto siano va- pio ad altre parti del corpo conduce ad un ri-
riabili gli effetti degli esperimenti che hanno sultato assai più sorprendente, ed è che per
io 4 INFLUENZA BEI LA W URTE DLL CERVELLO
mantenere la vita in conigli di certa età, dopo —4 -° J' e sperienze precedenti spiegano V an-

aver loro disimi to la midolla cervicale, Inso- nerainento del sangue che sorte dalle arterie
gna principiare dal tagliar loro la testa. Sono degli animali dissanguati nelle nostre macella-
morti senza remissione se distruggasi dappri- ne dopo di avergli accoppali. Se il colpo por-
ma la midolla senza decapitarli ; locchè pro- talo sulla testa è stato assai violento, il sangue
viene da ciò, che tagliando la testa, si leva tut- sorte pressoché tale quale era nelle vene, se è
ta questa parte dal dominio della circolazione, stato meno forte e che l’azione del diafram-
e quindi avendo il cuore bisogno di minor for- ma e degli intercostali sia soltanto indebolita
za per continuare sua funzione, puossi af-
la e non del tutto cessata, il rossore del sangue
fievolirla mediante la distruzione della mi- è soltanto oscurato cosicché osservasi in ge-
;

dolla cervicale senza che esso cessi di adempir- nerale una costante relazione tra i diversi
la. Nota di Magendìe. ) Quest’organo è il — gradi di questo colore e la forza del colpo.
polmone ; ed ecco quindi qual sia la concate- Ci serviamo per le nostre tavole del sangue
nazione dei fenomeni nella morte del cuore degli animali , il quale differisce senza dub-
determinata da quella del cervello. i.° In- —. bio secoudo che sia nero o rosso e dei quali
terruzione dell’ azione cerebrale, 2. 0 annichi- può essere preferibile, ora 1’ uno ora 1’ altro.
lamento dell’azione di tutti i muscoli della vi- Così noi potremmo a volontà aver uno o 1

ta animale e per conseguenza degli interco-


;
l’altro disanguando gli animali dopo o prima
stali e del diaframma 3 .° cessazione consecu-
;
di averli accoppati poiché nel primo caso la
;

tiva dei fenomeni meccanici della respirazio- respirazione ha già cessato prima dell’emor-
ne 4 0 sospensione dei fenomeni chimici e
;
ragia, mentre nel secondo essa continua in-
conseguentemente del coloramento del san- tanto che sorte il sangue. —
Ingenerale lo
gue 5 ° penetrazione del sangue nero nelle
; stato della respirazione che è alterato da un
fibre del cuore; 6.° indebolimento e cessazio- gran numero di cause durante le grandi e-
ne d’azione di queste fibre. La morie che — morragie, fa variare singolarmente il colore
succede alle gravi lesioni del cervello ha adun- del sangue che sorte dalle arterie: ed ecco
que molla analogia con quella delle diverse perchè nelle grandi operazioni, nell’ amputa-
asfissie essa è solamente più pronta per le ra-
; zione, nella demolizione del cancro, del sar-
gioni che verranno in seguito indicate. Le se- eocele, e via dicendo, si trovano tante grada-
guenti esperienze provano evidentemente che zioni nel sangue arterioso sapendo noi che
;

i fenomeni di questa morte si succedono fra esso sorte talvolta assai rosso nel principio e
loro nel modo indicato. — i.° Ho costante- assai bruno nella fine dell’ operazione. Se —
mente trovato del sangue nero nel sistema a si esamini il petto durante queste varietà, si
sangue rosso di (ulti gli animali uccisi eolia vedrà costantemente la respirazione illesa, al-
commozione, colla compressione cerebrale, e lorché il sangue è colorato in rosso e rendersi
via dicendo il loro cuore è livido e tutte le difficile, ed ansia allorquando questo colore si

;

superficie sono colorate a press’ a poco come cambia in oscuro. Essendo aiutante di De-
nella asfissia. — 0
Ho
aperta l’arteria caro-
2. sault nelle sue operazioni, ebbi più volte oc-
tide in un cane, quale è tosto sgorgato
dalla casione di osservare e queste varietà è le rela-
del sangue rosso questa arteria fu in seguito
;
zioni loro colla respirazione, il che io aveva
legata, ed ho ucciso l’animale portandogli un già notato anche prima che ne conoscessi la ca-
colpo violento alla ragione occipitale. Cessòsul- gione e 1’ ho in seguito confermato con un
;

l’ istante la vita ani male, dietro’cui cessaron


pu- gran numero di esperimenti sugli animali. Ho
re tutti i movimenti volontari e si sospesero le potuto verificare questo fatto e farlo anche co-
funzioni meccaniche del polmone, per cui man- noscere nell’estirpazione di un tumore cance-
carono di necessaria conseguenza anche le chi- roso delle labbra operato l anno scorso. In 1

miche. Slegata allora l’arteria ha versato del genere però egli è raro che il sangue arterio-
sangue nero con un getto più debole dell’or- so sorta nelle operazioni tanto nero quanto
dinario, i! quale diminuì in seguito, finché fu quello delle vene, ma osservasi piuttosto che
affatto interrotto, e
il sangue sortiva lento e ii suo colore diventa soltanto più o meno oscu-
quasi bava. Finalmente dopo qualche minuto ro. —

non ho giammai trovato nelle mie
Io
ha avuto fine anche il movimento del cuore. esperienze una relazione tra il bruno scuro di
3 .° Ho sempre ottenuto un analogo risul- questa specie di sangue e la compressione eser-
tato aprendo un arteria in diversi animali che citata sull’ arteria coinè fu da alcuni assicura-
io faceva in seguito perire, o tagliando il mi- to ma sembra
piuttosto esistere una relazio-
;
dollo tra la prima vertebra e l’osso occipitale ne tra il colore e l’impeto del getto, il quale
o comprimendo fortemente il cervello messo in genere si indebolisce allorché questo colore
di già a nudo, o distruggendo questo viscere, è stato per qualche tempo oscuro. Il principio
e via parlando. In questo stesso modo muojo- poi di tal relazione troverassi certamente nel-
110 anche gli animali nei quali siano spinte la respirazione e siccome potremo facilmente
per
la carotide al cervello delle sostanze concepirlo dietro ciò che ho detto in vari luoghi
deleterie.
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI io5
«di quasi’ opera , ritorneremo ora al
così drà al primo aspetto, che le funzioni degli
punto di dottrina che più di tutto ci occupa « organi della prima classe devono interrom-
da cui eravamo alquanto scostati. — Credo persi nello stesso momento in cui muore il
che dopo tutte le considerazioni e le esperien- cervello. In fatti tutte queste funzioni hanno
ze contenute in quest’articolo, non può più o direttamente o indirettamente la loro sede
essere richiamata in dubbio la maniera con in quest’ organo. Quelle che non gli appar-
cui il cuore cessa d’agire dietro S’ interruzio- tengono se non che indirettamente ,
sono le
ne delle funzioni cerebrali; e credo pure che sensazioni, la locomozione e la voce, funzioni
noi potremo sciogliere positivamente la que- eseguite, è vero, da altri organi, ma che aven-
stione già proposta, assicurando che in questa do loro centro nella massa encefalica, non
il

circostanza il polmone è 1’ organo intermedio, possono continuare dal momento in cui que-
la di cui morte porta seco quella del cuore, la
1
sta cessa d agire. —
? Da un’ altra parte tutto
quale non potrebbe allora avvenire direttamen- ciò che nella vita animale dipende immedia-
te. Avvi adunque tra la morte del cuore prodot- tamente dal cervello, come la immaginazio-
ta da quella del cervello, e la morte del cervel- ne, la memoria, il giudizio, e simili, non può
lo prodotta da quella del cuore questa differen- evidentemente esercitarsi se non allorquando
za che, nel primo caso la morte dell’ uno è una quest’organo è nello stato d’ attività. La
causa indiretta di quella dell’altro; mentre che grande difficoltà adunque verte sulle funzioni
nel secondo caso a! contrario questa causa o- della vita organica; per cui cercheremo come
peva direttamente, come già abbiamo superior- esse finiscono nei caso di cui ci occupiamo.
mente osservato. Che se qualch’ uno ha potu- §. \. Determinare se V interruzione del-

to sospendere volontariamente i battili del pro- ie funzioni organiche sia un effetto diretto
prio cuore, ciò non prova già come dicevano i della cessazione dell azione cerebrale. ’ —
discepoli di Stahl l’influenza dell’anima sui mo- L’ osservazione e V esperienza ci serviranno
vimenti della vita organica, ma solamente sui in questo, come nel precedente articolo a pro-
fenomeni meccanici della respirazione, i quali vare, che tutte le funzioni interne sono, come
iu questo caso hanno dovuto essere, non altri- Fazione del cuore, sottraile dalFimpero im-
menti dei fenomeni chimici, primitivamente mediato del cervello e che per conseguenza
;

sospesi. —Negli animali a sangue rosso e fred- la loro interruzione non potrebbe deriva-
do e particolarmente nei rettili, la morte del re dalla morte di quest’ organo. Comincierò
cuore non succede a quella del cervello tanto dall’ osservazione. -

i.° Abbiamo una folla

prontamente quanto avviene negli animali a di malattie cerebrali, le quali, portale all’ulti-
sangue rosso e caldo. La circolazione continua mo grado, determinano una sospensione pres-
ancora per un tempo assai lungo nelle rane, soché generale della vita animale, le quali non
sulle salamandre, e via parlando, dopo che lasciano nè sensazioni nè movimenti volon-
siasi loro levata la massa encefalica, come mi tari, se eccettuiamo alcune deboli agitazioni

sono assicurato più volle con frequenti espe- nei muscoli intercostali e nel diaframma, agi-
rimenti. — Potremo intendere facilmente que- tazioni, le (piali sole sostengono allora la vila
sto fenomeno ricordandoci che la respirazione generale. in quello stato in cui F uomo ha
E 1

può essere in questi animali lungo tempo so- perduto la metà della sua esistenza, l altra

spesa senza che per questo il cuore arresti i metà che compone le funzioni organiche, con-
suoi movimenti del che possiamo assicurar-
;
tinua ancora soventi per lungo tempo colla
sene obbligando questi animali a restare sot- stessa energia. Le secrezioni, le esalazioni, la
ti’acqua lungo tempo e assai più di ({nello che nutrizione, e simili, si eseguiscono quasi come
è loro costume. —E infatti, siccome, dietro nel modo ordinario. Ciascun giorno 1 apo-
plessia, la coni mozione, gli spandimenti,
l in-
ciò che abbiam detto, il cuore non finisce la
sua azione allorché viene interrotta quella del fiammazione cerebrale , e simili, ci offrono
cervello, se non perchè allora muore prelimi- queste specie di fenomeni. 2 —
Nel sonno .

certamente continuano le secrezioni, benché


narmente il polmone, così egli è manifesto che
appoggi all opinione contraria on-
1

deve esistere morte violenta del cervel-


tra la deu si

lo e quella del cuore un intervallo press’ a arovare F influenza dei nervi sulle glando-
allora
poco eguale al tempo che può durare nello la digestione egualmente si opera
tutte le esalazioni ed il
sudo-
stato naturatela sospensione della respirazione. tettarne» te ;
° tfe
larlicolarmente aumentano soventi
ARTICOLO SII. —
dell’ INFLUENZA CHS LA MOR- rado abituale; la nutrizione
continua co-
molte prove assai
TE DEL CERVELLO ESERCITA SOTRA QUELLA ali’ ordinario, ed anzi

le favoriscono V opinione
di coloro quali i

DI TUTTI GLI ORGANI.


aumenti alfine k 11
elidono eh’ essa si ‘V
la
Richiamando qui la divisione degli or- 3 dorme. Ora ognuno sa, e isu » J

nella prima
gani in due classi, cioè, in quelli della vita .teda ciò che abbiamo detto
di quest’opera, che il
sonno succede pcr-
animale, e in quelli della vita organica, si ve- le
•4
Encicl. Mcd.
10 6 INFLUENZA DELLA MORIE BEL CERVELLO
1
cliè cervello, indebolito dall esercizio trop-
il ancora tutte le parti, quelle della generazione
po sostenuto delle sue funzioni, è obbligato in particolare, le quali prima della nascita sem-
di sospenderle durante un certo tempo. 11 ri- brano ordinariamente essere appena abbozza-
lasciamento adunque degli organi interni non te, presentavano un corrispondente sviluppo.

è una conseguenza di quello del cervello; — La nutrizione adunque, la circolazione, e


quindi 1’ influenza che questo esercita sopra simili, sono allora egualmente attive che nello
essi non è diretta ; quindi allorché muore essi stato ordinario, benché manchi assolutamente
non interrompono immediatamente l’azione a queste funzioni l’ influenza cerebrale. r).° —
loro propria. —
3.° 11 sonno degli animali le- A ciascuno è noto che negli animali senza cer-
targici fa ancor meglio conoscere del sonno vello, in quegli stessi in cui non appare alcun
ordinario, l’opposizione tra l’interruzione sistema nervoso, come nei polipi la circola- ,

della vita animale e delle funzioni cerebrali zione capillare, 1’ assorbimento, la nutrizione,
per conseguenza, colla permanenza della vita e simili, si operano egualmente bene. Ognuno
organica. —4
° Nelle diverse paralisi, in quel- sa pure che la maggior parte delle funzioni
le, per esempio, che affettano gli arti inferiori organiche sono comuni all’ animale ed al ve-
e i visceri della pelvi, dietro una commozio- getale , che questo vive realmente in modo
ne o compressione delle parti inferiori del organico, benché le sue funzioui non risenta-
1

midollo spinale, comunicazione delle parti


la no l influenza nè di un cervello nè di un si-
paralizzate col cervello, trovasi o interamente stema nervoso. —
8.° Per poco che meditiamo
rotta o almeno assai indebolita. Essa è rot- — sulle diverse prove addotte da Bordeu in fa-
ta quando abbia affatto cessato ogni specie di vore dell’ influenza nervosa sopra le secrezio-
sentimento e di movimento ;
e non è che in- ni,vedremo che nessuna stabilisce positiva-
debolita allorché l’ una o altra di queste
1’ mente l’azione attuale del cervello sopra que-
proprietà rimane ancora in qualche grado. In sta funzione. Una sola ve ne sarebbe assai va-
questi due casi la circolazione generale e la levole, cioè la sospensione pronta dei fluidi
capillare continuano ancora ;
1’ esalazione si segregali prodotta dalla sezione dei nervi delle
eseguisce come all’ ordinario tanto nel tessuto diverse glandole: io però ignoro se niutio abbia
cellulare,che alla superfìcie cutanea e si eser- mai potuto fare esattamente una tale sezione.
cita egualmente 1’ assorbimento, altrimenti ne Si parla, è vero, di una esperienza di questa
succederebbe l’idropisia. Anche le secrezioni natura istituita sulle parotidi mala disposi-
;

possono aver luogo poiché niente avvi di più


;
zione dei nervi di questa glandola rende tale
frequente nelle paralisi compiute della vesci- esperimento tanto impossibile, che io non ho
ca, quanto un’abbondante secrezione «l’umo- neppure tentato di ripeterlo. Il testicolo sembra
re mucoso alla superficie interna di quest’or- essere
che possa dar luogo a tale espe-
il solo,
gano. Per ciò che spetta alla nutrizione, egli rienza ; per cui ho isolato in un cane il cor-
è evidente che se alcune specie di paralisi la done dei vasi spermatici, ed ho tagliato i ner-
diminuiscono alcun poco, esse non 1’ arresta- vi senza ledere i vasi ma non ho potuto darò
no mai interamente. —
5.° Gli spasmi, e le alcun giudizio degli effetti di questa esperien-
;

convulsioni che nascono da una energia pre- za relativamente alla secrezione dello sper-
ternaturale nell’ azione cerebrale, e che por- ma, essendo sopraggiunta l’infiaramazione del
tano in modo tanto visibile la loro influenza testicolo, nel quale ha avuto luogo in seguito
sulle funzioni esterne, modificano assai de- un deposito purulento, È certo però che que-
bolmente e bene spesso lasciano intatte le esa- sta stessa infiammazione, egualmente che la
lazioni, le secrezioni, la circolazione e la nu- suppurazione avvenuta senza l’ influenza ner-
trizione delle parti nelle quali essi si svilup- vosa del cervello, suppongono già la possibi-
pano. Ed è cosa assai degna di rimarco in que- lità della secrezione indipendentemente da ta-
sti fenomeni morbosi la calma in cui si ritro- le influenza. In siffatta esperienza non riesce
va la vita organica paragonata al turbamento di isolare l’arteria spermatica dal plesso ner-
e al disordine che agita la vita animale nelle voso eh’ essa riceve dal grande simpatico, tan-
membra o nelle parti affette. 6.° I feti ace- to è inestricabile 1’ intrecciamento di tali
fali hanno nell’ utero materno una vita orga- nervi. Poco però importa la sezione di questi
nica tanto attiva, quanto quella dei feti ben nervi provenendo essi dai gangli; mentre l’es-
conformati; e presentano ancora qualche vol- senziale dell’ esperienza consiste nel togliere
ta nascendo delle proporzioni superiori all’in- ogni comunicazione col cervello tagliando i
cremento naturale. Di ciò ho avuto occasione filamenti lombari. • Potrei a questa aggiun- —
di assicurarmi sopra due feti di questa specie gere molte altre considerazioni, alcune delle
portati nello scorso anno nel mio anfiteatro, quali furono già indicate da altri autori, onde
nei quali non solo la loro faccia era più svi- provare che le funzioni organmhe non sono
la ppata, come succede sempre , perchè, nullo per nessun conto sotto la dipendenza attuale
css endo il sistema vascolare cerebrale , si ac- del cervello , che per conseguenza allorché
cresce in proporzione il sistema facciale j m* questo muore, esse non cessano direttemene
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI
dall’essere in attività.Ed è qui principalmen- nervi dei gangli però non possono trasmette-
te che merita di essere attentamente esami- re P azione cerebrale perchè abbiamo osser-
;

nata la distinzione della sensibilità e della vato che il sistema nervoso, il quale parte da
contrattilità in organica, ed in animale. L’ i- questi corpi, deve essere considerato come af-
dea infatti di sensibilità, nel nostro modo di fatto indipendente dal sistema nervoso cere-
vedere ordinario, richiama sempre quella dei brale; che il grande simpatico non trae la sua
1
nervi e l idea dei nervi porla quella del cer-
;
origine dal cervello, dalla midolla spinale o
vello, di modo che queste tre cose non vanno dai nervi della v la animale
i che quest’ ori-
;

mai fra loro disgiunte ; ciò non ostante esse gine trovasi esclusivamente nei gangli , che
non sono riunite se non che nella vita anima- questo nervo rettamente parlando non esiste,
le mentre nell’organica non possono essere, e che non è se non che un’ unione di piccoli
;

almeno direttamente associate. lo non dico — sistemi nervosi formali dai gangli, quali sono i

che i nervi cerebrali non abbiano sulla sensi- tanti centri particolari della vita organica ana-
bilità organica una influenza qualunque essa loghi al grande ed unico centro nervoso della
siasi ma sostengo dietro 1’ osservazione ed
; vita animale, il cervello. —
Potrei aggiungere
esperienza, che questa influenza non è diret- hen al re prove alle indicate superiormente
I

ta, eh’ essa non è della natura di quella che per istabilire che il grande simpatico realmen-
si osserva nella sensibilità animale. Molti — te non esiste, e che le comunicazioni nervose
autori hanno già bene osservato che l’opinio- prese per questo nervo, non sono che cose ac-
ne, la quale ripone nei nervi la sede esclusiva cessorie al sistema dei gangli. Ecco qualcuna
ed immediata del sentimento, è soggetta a nu- di tali prove i.° queste comunicazioni ner-
:

merose difficoltà essi hanno ancora cercato


; vose non si riscontrano nel collo degli uccelli,
altri mezzi onde spiegare fenomeni di questai ove, come osserva Cuvier, non si trova tra il
grande proprietà dei corpi viventi. Ma della ganglio cervicale superiore e il primo toraci-
questione intorno alla natura della sensibilità co alcuna traccia di gran simpatico. 11 ganglio
avviene ciò che occorre di quella intorno agli cervicale superiore è adunque, negli uccelli
agenti, cioè che noi saremo sempre condotti ciò che sono nell’uomo l’oftalmico, il gan-
all’ errore finché i nostri passi non saranno glio di Mekel, e simili, cioè indipendenti ed
guidati dal filodella rigorosa esperienza; però isolati dagli altri piccoli sistemi nervosi di cui
tale questione non sembra suscettibile di pre- ciascuno dei gangli inferiori forma un centro;
starsi a questo mezzo di certezza. Accon- — ciò non ostante, anche malgrado la mancanza
tentiamoci adunque d’analizzare i fatti, di di comunicazione, le funzioni si eseguiscono
raccoglierli giustamente, di paragonarli fra perfettamente. Questa disposizione naturale
loro e di colpire le generali
loro relazioni ; agli uccelli si accorda assai bene con quella
poiché il solo complesso di queste ricerche può non ordinaria all’ uomo, che ho qualche volta
formare la vera teoria delle forze vitali ; sic- osservato tra il primo ganglio lombare e l’ul-
ché tutto il resto diventa semplice congettu- timo toracico, tra gangli lombari stessi, non
i

ra. —
-Oltre le considerazioni da me presenta- che tra sacri. 2.° Soventi non trovasi gan-
i

te, avvene un’altra, la quale sembra provare glio alcuno là dove il preteso nervo simpati-
manifestamente che le funzioni organiche non co comunica col midollo spinale, il che è ma-
si trovano sotto l’immediata influenza del cer- nifesto nel collo deli’ uomo, nell’ addome dei
vello. Desumiamo tal prova da
che alla ciò, pesci, e simili.Questa disposizione non prova
maggior parte dei visceri inservienti a queste già che origine del simpatico sia nel midol-
1’

funzioni si dirama nessuno, o quasi nessuno lo spinale, ma indica solamente una comuni-
dei nervi cerebrali, ma soltanto si distribui- cazione meno diretta di quella che trovasi nel-
scono ad essi dei filamenti provenienti dai le altre parti tra gangli ed il sistema nervo-
i

gangli. Questo fatto anatomico si osserva nel so della vita animale. Ed ecco intatti come
fegato, nei reni, nel pancreas, nella milza, nel- debba essere considerata una tale disposizio-
le intestina, e simili; e negli stessi organi della ne ; il ganglio cervicale inferiore somministra
vita animale trovansi spesso dei nervi, i quali un grosso ramo che ascende al superiore per
servono alle funzioni esterne, ed altri quali i istabilire con esso una diretta comunicazione;
servono alle interne in tal caso gli uni ven-
;
ma distribuisce ascendendo diversi rami a
gono dal cervello, gli altri dai gangli. Così i ciascun paio cervicale che stabiliscono una co-
municazione secondaria. Questa disposizione
1

nervi cigliari, nati dal ganglio oftalmico, pre-


siedono alla nutrizione ed alle secrezioni del- adunque non cambia niente nel nostro modo
l’occhio, mentre l’ottico nato dal cervello di vedere. —
• Combinando ora queste consi-
della pa
serve direttamente alla visione, e 1’ olfattorio derazioni a quelle esposte nella nota
c
gina 94 , saremo sempre più convinti, i.
ì
costituisce nella pituitaria l’agente per la per-
di pic-
cezione degli odori, mentre i filamenti del gran simpatico altro non è che un’unione
quali a un
ganglio di Mekel non hanno relazione che ai coli sistemi nervosi, ciascuno dei
fenomeni organici di questa membrana. — i ganglio per centro, essendo però lutti
indipeii-
108 INFLUENZA DELLA MORTE DEL CERVELLO
flenti gliuni dagli altri, benché ordinariamente colo restringimento nello stomaco e nella ve-
0
comunicanti fra loro e col midollo spinale; 2. scica. In queste diverse esperienze ciò non
che i nervi appartenenti a questi piccoli sistemi ostante produceva delle violenti scosse nei
non potrebbero essere considerati come una muscoli della vita animale, che io armava
dipendenza del grande sistema nervoso della sempre con quello stesso metallo di cui ini
vita animale, 3 .° che per conseguenza gli or- serviva pei muscoli della vita organica per
gani provveduti esclusivamente di questi ner- avere un termine di confronto. —
5 .° In tutti
vi non sono sotto l’immediata dipendenza del i casi precedenti furono armati contempora-
cervello, Non bisogna, ciò non ostante, cre- neamente ai muscoli organici le diverse por-
dere che gh organi destinati a delle fun-
tutti zioni del sistema nerveo cerebrale. Ho poi
zioni interne ricevano esclusivamente i loro voluto galvanizzare anche i nervi dei gangli
nervi dai gangli. Molti di essi vengono forni- cogli stessi muscoli perciò, aprendo il torace
;

ti di nervi dal cervello, e, ciò non ostante, le in un cane, si trova sotto la pleura il grande
esperienze provano egualmente, che le fun- simpatico, che riesce assai facile d’ armare di
zioni loro non sono sotto l’immediata in- un metallo, e siccome dietro 1’ opinione co-
fluenza dell’azione cerebrale. Abbiamo finora mune questo nervo si distribuisce in tutto il
stabilito sopra il solo ragionamento, e sull'os- basso ventre, così armando di un altro me-
servazione la base dell’ importante principio tallo ciascuno dei visceri in esso contenuti io
di che ci occupiamo, cioè che le funzioni in- doveva sperare dalle comunicazioni stabilite
terne od organiche non finiscono direttamen- di ottenere delle contrazioni, non altrimenti
te dietro la morte del cervello. Ma anche P e- che armando il fascio dei nervi lombari e i
sperienze fatte sugli animali viventi concor- diversi muscoli della coscia ; ciò non ostante,
rono a dimostrarlo con eguale evidenza. — non si ottenne alcun effetto sensibile. 6.° —
0 ilo
1 sempre osservato, che inducendo ar- Nel nostro modo di considerare il nervo sim-
tificialmente delle paralisi o delle convulsioni patico si concepirà questa mancanza di risul-
nei nervi cerebrali delle diverse parti, non si tato. In fatti i gangli intermedi agli organi
alterano giammai prontamente e sensibilmen- gastrici ed al tronco nervoso del petto hanno
te, nè le esalazioni, nè P assorbimento, nè la potuto arrestare i tenomeui galvanici Ho .

nutrizione di queste parti. 2.


0 —
Sappiamo adunque messo allo scoperto i nervi che par-
già da gran tempo che irritando i nervi dei tono dai gangli per distribuirsi direttamente
gangli che vanno allo stomaco, alle intestina, allo stomaco, al retto, alla vescica, e con tal
alla vescica, e simili, non si producono mai mezzo ho galvanizzato questi organi diversi,
degli spasmi nelle fibre carnee di questi or- senza che abbia potuto ottenere alcun risul-
gani, come nascono nei muscoli della vita ani- tato, eccettuato un leggier stringimento, de-
male dietro l’irritazione dei nervi cerebrali bole però in confronto delle violenti contra-
che si distribuiscono a questi muscoli. 3.° — zioni che si osservano nei muscoli della vita
La sezione dei nervi dei gangli non paralizza animale. Nè saprei cjui pure terminare di rac-
sul punto gli organi cavi, il cui movimen- comandare di ben distinguere ciò che appar-
to vermicolare o di stringimento continua an- tiene al contatto meccanico dei metalli, da ciò
cora più o meno dopo P esperienza. 4
-° Ho — che è galvanismo.
l’effetto del 7.—0
Queste
ripetuto relativamente allo stomaco, alle in- esperienze si eseguiscono difficilmente sulle
testina, alla vescica, all’utero, e simili, le espe- intestina, a cagione della tenuità dei loro ner-
rienze galvaniche, i cui effetti, per ciò che vi. Ma siccome questi nervi formano un ples-
risguarda il cuore, furono già esposti. Ho da so assai sensibile attorno all’ arteria mesente-
principio armato di due metalli differenti il rica, la quale si distribuisce con essa nel tes-
cervello, e ciascuno di questi visceri in parti- suto di questi organi; così si potrà egualmen-
colare, nè si ottenne alcuna sensibile contra- te galvanizzare questo tulio mettendo l’arte-
zione nel momento della comunicazione delle ria a nudo e circondandola di un metallo ,
due armature. In seguito è slitto armato cia- mentre un altro è situato sopra un punto
scuno di questi visceri, e nello stesso tempo qualunque del tulio intestinale. Ma anche in
la porzione del midollo spinale situata supe- tale esperimento non ho ottenuto un risulta-
riormente ai medesimi. Finalmente ho arma- to bene evidente. —
8.° Tutti i tentativi pre-
to simultaneamente e i nervi che alcuni di cedenti furono fatti sopra animali a sangue
questi visceri ricevono da tale prolungamen- rosso e caldo ho voluto tentarne degli ana-
;

to midollare ed i visceri stessi così ho ar-;


loghi a questi sopra animali a sangue rosso e
malo Io stomaco e i nervi de! paio vai/o la ;
freddo :
perciò furono armati nello stesso
vescica e i nervi eh’ essa riceve dai lombari. tempo di due metalli diversi il cervello e i
Anche in quasi tutti questi casi la comunica- visceri muscolosi dell’ addome in una rana,
zione delle due armature non ha prodotto al- gli stessi visceri e la porzione cervicale del
cun effetto abbastanza evidente; solamente midollo spinale ; nè apparve alcun movi-
in quest’ ultimo ho veduto due volte un pic- mento sensibile nel momento della loro co-
SU QUELLA DI TUTTI GLI ORGANI 101)
municazione, quantunque i muscoli della vi- mente organi meccanici della respirazio-
gli
ta animale entrassero allora in contrazio- ne ecco perciò la serie dei fenomeni che so-
;

ne anche senza essere armati, e dietro il


solo contatto d’ un metallo sopra l’armatura
gliono in tal caso succedere. i.° Interru-
0

zione delle funzioni cerebrali 2. cessazioni ;
del sistema nervoso. Nè si creda, che delle funzioni meccaniche del polmone 3.° ;
il successo sia mancato per non avere mol- annichilamento delle sue funzioni chimiche;
tiplicati i punii di contatto sui visceri ga- 4-° circolazioni del sangue nero in tutte le
strici, poiché aveva cura di passare un filo di parti 5 .° indebolimento del movimento dei
;

piombo in quasi tutto il tubo intestinale onde cuore e dell’ azione di tutti gli organi 6.° ;
0 Per
gli servisse d’armatura. 9. ciò che— sospensione dr questo movimento e di questa
risguarda i nervi quali si distribuiscono di-
i azione.. —
Tutti gli organi interni adunque
rettamente alle fibre carnee degli organi ga- muoiono presso a poco come nell" asfissia, 1

strici, essi sono così tenui nella rana, che rie- cioè i.° perchè essi sono colpiti dal contat-
:

sce assai armare


ditticile ciò non
poterli to del sangue nero 0
:
2. perchè la circolazio-
;

ostante, Jadelot ha ottenuto in un esperimen- ne cessa di comunicar loro il movimento ge-


to un leggier stringimento delle pareti dello nerale necessario alla loro azione, movimento
stomaco, operando direttamente sui nervi di il cui effetto è indipendente da quello che pro-
questo viscere. Tale stringimento però, ana-
logo certamente a quello che ho soventi os-
duce il sangue pei principii checontiene. In- —
contratisi, ciò non
ostante, molle differenze tra la
servato in altri esperimenti, non può essere morie prodotta dall’asfissia e quella dipendente
messo in confronto cogli effetti meravigliosi dalle grandi lesioni del cervello; cioè x.° nella
ottenuti nei muscoli volontari per cui sarà ;
morte prodotta da quest’ ultima causa. la vitaa-
sempre vero il dire che sotto il rapporto dei nimale è frequentemente interrotta nello stesso
fenomeni galvanici, come sotto tutti gli altri, momento in cui viene arrecalo il colpo ;
men-
esiste un’ enorme differenza tra i muscoli del- tre nel primo caso P interrompimeulo di que-
la vita animale e quelli della vita organica. — sta vita avviene soltanto dietro la penetrazio-
Ecco, cred’io, una quantità più che sufficien- ne del sangue nero nel cervello 2. 0 la circo- ;

te di prove per risolvere con certezza la que- lazione continua qualche tempo ancora nella
stione proposta- in questo paragrafo, fissando maggior parte degli asfìtici, sia perchè il colo-
come principio fondamentale, i.° che il — ramento in nero è gradualo, sia perchè l’agita-
cervello non ha influenza diretta sugli organi zione delle membra e di lutti gli organi a ruoli
e sulle funzioni della vita interna 2. 0 che per ;
volontari la intrai tengono fino a tanto che il
conseguenza l’interruzione di queste funzioni cervello può ancora determinare questi movi-
nelle gravi lesioni del cervello, non è un ef- menti. Nelle gravi lesioni del cervello, al con-
fetto immediato di queste lesioni. Ciò non trario, essendo da un lato subitanea l’interru-
ostante, sono ben lontano dal considerare l’a- zione dell’azione cerebrale, f annerimento del
zione cerebrale come affitto straniera alla vita sangue non si fa più per grado, mentre da un
organica; ma
credo di poter stabilire che que- altro lato venendo la vita animale d’ un trailo
sta vita non ne
trae se non che dei soccorsi sospesa, tutti gli organi si rendono sul punto
secondarii indiretti, e che noi ancora appena immobili, per cui più non possono favorire il

possiamo conoscere. - Mi sono alquanto este- movimento del sangue. Questa osservazione è
so sopra questo oggetto, perchè niente avvi particolarmente applicabile al petto, le di cui
di più vago in medicina, quanto il senso che pareti favoriscono singolarmente la circolazio-
si attacca comunemente alle parole, azione ne polmonare e gli stessi movimenti del cuore
nervosa , azione cerebrale e simili sicché , ;
coll’ alternativo loro innalzamento ed abbassa-
non sì distinguerà mai abbastanza ciò che ap- mento. E in ciò appunto consiste l’influenza
partiene alle forze di una vita, da ciò che è meccanica che la respirazione esercita sulla
i’ attributo della forza dell’ altra. E quindi si circolazione essendo, come già abbiamo os-
;

potrà fare a Cullen principalmente il rimpro- servato, assolutamente illusoria quella nata
dalla dilatazione o dal ristringimento del solo
1
vero d avere di troppo esagerata 1’ influenza
del cervello. polmone. —
Del resto i due generi di morte
§. II. Determinare
se V interruzione di cui 1’ uno comincia dal polmone e l’altro
delle funzioni della vita organica sia un dal cervello, possono allontanarsi od avvici-
effetto indiretto della cessazione delV azio- narsi fra loro secondo la maniera con cui suc-
ne cerebrale. — Siccome la vita organica non cedono, per cui siamo ben lontani dell ammet-
cessa immediatamente dietro la cessazione tere che le indicate differenze siano generali.
In fatti allorché l’asfissia è subitanea, come,
1
dell azione cerebrale, così dovremo ammette-
re degli agenti intermedi i quali determina- per esempio, allorquando si fa in un tratto il
no morte loro una tale cessazione. E tali
colla vuoto nella trachea attraendo da essa alia 1

agenti, come nella morte del cuore che tien con un sifone, non si riscontrano nè macchie
circolazio-
dietro a quella del cervello, sono principal- livide, nè ingorgo del polmone e la
1 JO IKFLOENZA lUifcLA MORT8 T)ZL CERVELLO
ne prontamente, per cui a
cessa allora assai per quali la morte del cervello, o del polmo"*
i

questa morte si avvicina quella che nasce al- ne produce quella degli organi, che tra ano di
lora quando viene prontamente distrutta la vi- questi due primi modi e quello pel quale
ta del cervello. —
Al contrario se il colpo che

succede la morte di tutte le parti al cessare
1
percuote quest ultimo organo altera soltanto della vita del cuore. —
Son persuaso che si
profondamente le sue funzioni, permettendo potrà facilmente, dietro il fin qui detto, insti-*
però ancora per certo tempo un debole eser- tuire tra questi tre generi di morte un con^
cizio ai muscoli della inspirazione, il sistema fronte, il quale mi sembra assai importante e
capillare del polmone può ingorgarsi di san- del quale presento qui alcuni tratti. i.° —
gue e il ;
sistema capillare generale può essere Trovasi sempre del sangue nero nel sistema a
da questo penetrato in diverse parti; la circo- sangue rosso allorché la morte cominci dal
lazione allora cessa lentamente e questa spe- ;
cervello o dal polmone al contrario ben so-
;

cie di morte presenta grande analogia con venti questo sistema contiene del sangue ros-
quella dipendente da molte asfissie. Dietro so allorché il cuore cessi prontamente dalle
questo si concepisce come la morte il di cui sue funzioni. 2.
0 —
La circolazione dura an-
principio esiste nel cervello e quella che co- cora qualche tempo nei due primi casi, men-
mincia dal polmone si avvicinino o si allonta- tre viene subitamente sospesa nel terzo. 3.° — *

1
nino T una dall altra secondo che la Causa che 11 sangue cessa di intrattenere la vita degli
colpisce rullo o l’altro di questi due organi organi allorché la morte dipende da quella del
operi con maggiore o minore prontezza. La cuore, per la mancanza del proprio movimen-
concatenazione dei fenomeni però è sempre to generale mentre se la morte derivi da
;
1
press a poco la stessa, particolarmente allor- quella del polmone o del cervello, e va dicen-
ché sia affetto il primo la causa di tale con-
: do, il sangue non può più eccitare l’azione de-
catenazione non varia giammai, ma fenome- i gli organi per la natura dei principii compo-
ni medesimi presentano numerose varietà. — nenti questo fluido, lo qui indico soltanto il
Fu chiesto soventi in qual modo morissero parallelo dei diversi fenomeni di questo gene-
gli appiccati e gli uni hanno creduto che suc- re di morte, ma il lettore potrà facilmente da

;

cedesse in essi la lussazione alle vertebre cer- sé stesso compirlo. Negli animali a sangue
vicali, la compressione del midollo spinale e rosso e freddo la morte di tutti gli organi suc-
per conseguenza la morte assai analoga a quel- cede a quella del cervello assai più lentamente
la che è effetto della commozione, dell abbas-
1
che negli animali a sangue rosso e caldo. Egli
samento di pezzi ossei del cranio, e via dicen- è difficile il rendere ragione di questo fatto,
do mentre altri hanno detto che essi periva- perchè non conosciamo ancor bene in questi
;

no per la sola mancanza della respirazione. — animali nè la differenza del sangue arterioso
Ho avuto occasione di anatomizzare un appic- dal sangue venoso, nè la relazione che ha il
cato in cui trovai non già la lussazione, ma la contatto di ciascuna di queste due qualità di
frattura della terza vertebra cervicale. Ho so- sangue colla vita degli organi. Sappiamo —
spettato però che questa soluzione di conti- che i rettili, le rane, per esempio, restano im-
1 1
nuità non fosse successa nel punto dell acci- punemente sott acqua per un tempo assai lun-
dente; poiché la persona si era da sé stessa da- go. Questo fenomeno può ripetersi da ciò
ta la morte; quindi l’agitazione del collo non che ancorché il sangue arterioso fatto nero per
poteva essere considerabile. - Era adunque — mancanza di respirazione, è meno funesto col
senza dubbio un effetto prodotto nel cadavere suo contatto di quello che lo sia negli animali
stesso per una caduta in una falsa posizione, od a sangue caldo oppure da ciò che in detti
;

altro di analogo, ciò che però non mi ricordo di animali, l’aria contenuta, come in deposito, nei
avere osservato sopra altri cadaveri. Del resto polmoni a grandi vesciche, viene lentamente
sia che gli appiccati periscano per compressio- esaurita dal sangue che in assai piccola quan-
ne del midollo, il che non sempre succede, sia tità passa per l’arteria polmonare, la quale noa
che la morte sopravvenga per la sola mancan- è che un ramo dell aorta.
1

L 1 esperienza
za della respirazione, si vede chiaramente che dietro la quale noi abbiamo veduto prolun-
1
sì nell uno che nell' altro caso la concatena- garsi il colorameulo in rosso coll’ injezione di
1
zione de’fenomeni non deve essere molto dif- molt aria nella trachea dei cani e d'altri ani-
ferente. E in tatti quando avvi lussazione de- mali a sangue caldo, sembra confermare que-
ve nello stesso tempo succedere l’asfissia, la st ultima opinione. Essa però malgrado i ten-
1

quale da un lato è prodotta direttamente dal- tativi diGoodwyn,ha bisogno, per essere con-
la pressione della corda che intercetta il pas- fermataci ulteriori esperienze, non altrimen-
1
saggio dell aria ; da un altro lato nasce indi- ti che è relativo alle tre grandi
di tutto ciò
rettamente, perchè gli intercostali e il diafram- funzioni degli animali a sangue freddo.
ma paralizzati non possono più dilatare il pet-
to per ricevere questo fluido. In generale —
noverassi maggior relazione tra i due modi,
SULLA MORTE CESERÀ L8 I I I

stesso risultato,
perchè la concatenazione di
ARTICOLO XUI. DELL’ INFLUENZA CHK LA MOR- questi fenomeni e la causa immediata, che li
TE DEL CERVELLO ESERCITA SOPRA LA MOR- produce, restano quasi sempre le stesse. L’a-
• TE GENERALE. poplessia, lacommozione, l’ infiammazione ,
la compressione violenta del cervello, la se-
Riassumendotutto ciò che è stato detto zione del midollo spinale sotto l osso occipi- 1

negli articoli precedenti, niente avvi, cred’io, tale, la compressione dietro una lussazione
di più facile, quanto il formarsi un’idea pre- delle vertebre, ,
e simili
sono, è vero, cause
cisa dell’ ordine, con cui si seguono i fenome- assai differenti, ma
che determinano tutte una
ni della morte generale che comincia dal cer- causa immediata, costantemente uniforme. —
vello ; ed ecco un tal ordine. —
i.° Annien- Ben altrimenti occorre nell’ asfissia prodotta
tamento dell’azione cerebrale ; 2° cessazio- da differenti gas, dopo la quale varia assai lo
ne subitanea delle sensazioni e della locomo- stato della contrattilità, benché soventi sia
zione volontaria 3 .° paralisi simultanea del
; stata analoga la durata dei fenomeni della
diaframma e dei muscoli intercostali 0 In-
; 4. morte. Ciò dipende, come già abbiam dello
,
terruzione dei fenomeni meccanici della re- dalla diversa natura dei principii deleteri
spirazione, e per conseguenza della voce; 5.° introdotti per le vie aeree, e portati dalla cir-
annichilamento dei fenomeni chimici ; 6.° colazione ai diversi organi, ai quali arrecano
passaggio del sangue nero nel sistema a san-
gue rosso ; 7° rallentamento della circolazio-
un indebolimento più o meno diretto. Lo —
stato poi del polmone è assai vario nei cada-
ne pel contatto di questo sangue sul cuore e veri delle persone la cui morte ha avuto
,
sulle arterie, e per l’ immobilità assoluta in principio nel cervello. Ora zeppo, ora vuoto
cui si trovano tutte le parti e il petto in par- di sangue, porge esso un indizio secondo que-
ticolare; 8.° morte del cuore e cessazione del- stidue stati, se la cessazione delle funzioni è
la circolazione generale; 9. 0 interruzione si- sfatagraduata se per conseguenza il colpo
,
multanea della vita organica principalmente mortale non ha subitamente distrutta Fazio-
nelle parti in cui penetra abitualmente il san- ne cerebrale oppure se la morte generale è
;
gue rosso ; io.° abolizione del calore animale stata subitanea. Nei cadaveri portali al mio
che è il prodotto di funzioni; n.°
tutte le anfiteatro con ferite di capo, con spandimen-
cessazione consecutiva dell’ azione degìi or- ti sanguigni nel cervella, effetto di apoplessia
gani bianchi, i quali sono più lenti di tutte e simili, ho appena trovato su due soggetti il
le altre parli a morire, perchè i sughi che li polmone colla stessa disposizione. Anche lo
nutrono sono meno dipendenti dalla grande stato di ingorgo e di lividore delle superficie
circolazione. —
Benché in questo genere di esterne delia pelle della testa, del collo, e si-
morte, come nei due precedenti, siano subi- mili, suole presentare le stesse varietà. Fi- —
tamente distrutte le funzioni, restano, ciò non nalmente la morte che succede alle diverse
ostante, ancora molte proprietà vitali alle par- malattie comincia assai più di rado dal cervello
ti per un certo tempo la sensibilità e la con- che dal polmone
; ciò non ostante sotto certi
;

trattilità organica, per esempio, sono assai accessi di febbri acute il sangue portato vio-
manifeste nei muscoli delle due vite; e resta lentemente al cervello distrugge qualche vol-
ancora assai pronunciata la suscettività galva- ta la sua vita. Che se tale trasporto è recato
nica in quelli della vita animale. Questa — ali’ ultimo grado, riesce allora mortale, e la
persistenza delle proprietà organiche è pres- concatenazione dei fenomeni è la stessa di
so a poco Ja stessa in tutti e due i casi, e la quella, di cui abbiamo già parlato perle mor-
sola causa che può portarvi qualche differen- ti subitanee. — Oltrefebbri acute anno-
alle
za consiste nella maggiore o minore pron- vi molti altri il principio della
casi, in cui
tezza con cui T animale perisce ; sicché quan- morte può essere al cervello, benché quest’or-
to più la morte è stata rapida tanto più ener- gano non sia quello affetto dalla malattia. E
gica persiste la contrattilità, e tanto più essa questi casi particolarmente sono quelli in cui
tarda a scomparire. Al contrario quanto più lo stato di pienezza o di vacuità del polmone
Lentamente hanno gli organi cessato dalle loro varia infinitamente ; per cui in generale un
funzioni, questa proprietà è meno suscettibi- tale stato degli organi del respiro non som-
le di essere posta in azione. • Nella —
durata ministra alcuna nozione sulla malattia di cui
dei fenomeni che precedono la morte gene- è morto il soggetto : ma piuttosto indica la
rale dietro quella del cervello, le esperienze maniera con cui le funzioni hanno avuto fin©
filila .contrattili là- presentano quasi sempre Io negli ultimi istanti deli’ esistenza.
AGGI UNTE
ALLE RICERCHE

SULLA VITA E SULLA MORTE

DELLA PIU' NATURALE DIVISIONE DE’ FENOMENI FISIOLOGICI

DI F. R. BUISSON.
Id est maxime naturale quad Natura fieri
optime patìtur. Quintilianus.

——* *3* *—

AVVERTIMENTO

Ja presente opera non dev’essere ri- mio, una inconseguenza, non potendo essere
guardata siccome un trattato di fisiologia, de- la verità intorno al medesimo oggetto che
stinato ad esaminare riparlitamente tutte le una sola. — Mi attenni adunque al modo di
funzioni organiche, ma sibbene come una serie vedere di esso Bichat, distinguendo, al pari
di considerazioni fisiologiche tendenti a co- di lui, due vite , ma credetti opportuno di
gliere le relazioni che siffatte funzioni hanno fare ai principii dai quali egli si è partito, al-
U’a loro, e a determinare i caratteri fonda- cuni cambiamenti a parer mio essenziali. Cre-
mentali che servir de vono a distinguere le une detti dover collocare varii fenomeni in un
dalle altre, per poi presentarle nell’ ordine ordine differente da quello nel quale egliavea-
più naturale. *— Per lo che partendo dalla sup- li presentati, e persuaso che la divisione per
posizione che i fenomeni dell’ uomo vivente tal maniera modificata acquistando più pre-
sieno naturalmente disposti, secondo un dato cisione e solidità diverrebbe per conseguenza
ordine, e che ogni divisione fisiologica non sia molto più naturale, mi son presa la libertà di
essenzialmente arbitraria, siccome a prima sostituire di sovente le mie opinioni a quelle
vista potrebbesi credere, sono venuto nell’opi- di Bichat, avvegnaché fosse mio scopo di ag-
nione non essere impossibile il cogliere siffat- giungervi parecchi cangiamenti. Nè contenta
to ordine naturale, e tutto allora ridursi allo ancora, presi di frequente a combattere di-
iscoprirlo colla maggiore possibile esattezza rettamente le opinioni che non poteva am-
col mezzo della osservazione e del ragiona- mettere, il che era necessarissimo a far bene
mento. — Tali riflessioni furono già fatte spiccare le verità che voleva annunziare. Laon-
avanti di me, ed il lavoro, di cui io parlo, fu de spero che non mi si vorrà fare una colpa
in gran parte eseguito. E noto con qual esito di quelle discussioni polemiche accorciate che
felice siasene occupalo Bichat e qual lume ue non poteva evitare, senza negligere parecchi
sia venuto dalla sua divisione alla fisiologia sussidii importantissimi ad appoggio delle
;

laonde cercarne una nuova sarebbe, dal canto mie asserzioni. Nè avrà alcuno a maravigliarsi
AVVERTIMENTO ii3
aver io rivolto i miei attacchi, contro un
dell’ sotto rapporti.
lutti i —
La dimensione di
nomo al quale sono intimamente legalo pei questa dissertazione sarà pure motivo di sor-
1
vincoli del sangue e dell amicizia , qualora presa a quelli che ne vedranno il titolo e dif-
5
considerar vogliasi eh è appunto tale stretta ficilmente potrannosi persuadere che conside-
relazione la quale dovea dare maggior liber- razioni tanto generali, le quali suppongono
tà alia mia penna. Se fossi meno amico del- le cognizioni fisiologiche più che pre- non le
Fautore* avrei potuto forse temere di offen- sentino,non abbiano potuto essere ridotte a
derlo combattendo alcuni articoli delle sue minore volume. Ma se ho dovuto scorrere ra-
opere, avrei potuto temere che le ragioni da pidamente sulle particolarità de’ fatti, ho do-
ine addotte contro la sua dottrina potessero vuto al contrario insistere molto su quelle
venire da lui riguardate come calunnie diret- delle prove e del ragionamento, divenendo
te contro la sua persona, ma nel mio caso non per tal modo il mio lavoro e più difficile e
mi è possibile supporre un ragionare sì falso più lungo. Nulladimeno ho sempre procurato
in colui del quale ho ogni giorno f opportu- di sfugg ire la prolissità, spesso ho perfino sa-
nità d’ammirare lo spìrito giusto ed i talenti. crificato lo stile alia precisione, e ripetuto tal-
Sarebbe, non v’ha dubbio, non piccola impru- volta senza timore la medesima voce quando
denza e presunzione la mia se pretendessi fa- parvemi che ciò esigesse là chiarezza della 1

re autorità colle mie opinioni; imperciocché idea. So bene che siffatta precisione non ot-
a chi è ancora inteso a dar saggi della propria tiene sempre generali suffragi, anzi è talvol-
i

istruzione, mal si conviene il tuono di quelli ta posposta all’abbondanza, ed all’armonia del


che hanno acquistato il diritto dell’ istruire , discorso, ma essa avrà sempre la preminenza
nè T ultimo sforzo fatto ad uscire con onore nel giudizio degli uomini saggi ed illuminai!,
dalla carriera degli studi!, per quanto pur fe- i mestieri sforzarsi di piacere. Ed
soli, cui fa di
lice, sarà mai bastante a mettere colui che è sull’appoggio appunto di queste ragioni che
F intraprende, nel posto de’ giudici che di- oso lusingarmi ottenere da quelli cui offro Sa
stribuirdevono i premii. Laonde cercai a mio mia opera una favorevole cd indulgente ae«
sostegno le più gravi e rispettabili testimo- coglienza a questo primo risultato delle mi©
nianze ogni qualvolta ebbi a mettere in cam- fatiche.
po qualche idea apparentemente nuova, ado-
perandomi a provarne anche l’antichità e Sa Considerazioni generali.
saldezza. Così mostrai in Stahl principiii

della definizione da me data dell’ uomo, de- Appresa per F anatomia la struttura or-
finizione ch’è la base dì tutto il piano di que- ganica del corpo amano, la fisiologia costrui-
sce delle funzioni de suoi organi. Più amena
1
sto saggio, e che io tolsi interamente sia nella
essenza che nei termini dagli scritti d’ un uo- nelle sue particolarità, essa ci mostra movi-
fflo, che, pratico dello studio della società, pel menti e vita ove non. avevamo veduto che un
primo ha saputo approfondirne le vere leggi quadro freddo ed inanimato ad uno studio ;

fondamentali e descriverle con quella forza descrittivo, succede uno studio storico : av-
ed elevazione di pensieri che proprie sono venimenti tengono luogo delle immagini
il

soltanto dei genio. Ed a siffatti spiriti vasti e ed il più vivo interesse subentra ad una ste-
fecondi, che con pari esattezza sanno abbrac- rile ammirazione, 11 quale interesse è ben giu-
ciare e P insieme e le singole parti, spella ap- sto dappoiché trattasi di esplicare il mecca-
punto il darci le prime nozioni le loro ope-
: nismo delia nostra conservazione, ma lo sta-
re sono fonti inesauste d’ idee sane e lumino- dio non n’ è per questo pici facile. Mentre la
se, nè mai avviene di errare seguendo le vie sola ispezione aiutata da un po’ di destrezza
da loro tracciate, purché sappiasi calcarle con di mano bastato avea per penetrare s segreti
quella circospezione da cui eglino stessi si d’ una organizzazione rispettata per qualche
lasciarono dirigere. - Si avrà pure occasione tempo morte anche dopo cessati per
dalla
1
di osservare che io mi sono spesso appoggia- questa ì fenomeni ; d ora innanzi questa sola
to al comune linguaggio per confermare e ispezione non è più sufficiente, un gran nu-
talvolta per istabi li re pur anco certe asser- mero di funzioni le sfuggono del. tutto, &
zioni, e quest’ autorità del linguaggio è più quelle che osservar si possono sugli animai»
grave che molti non pensano. Gli uomini dif- più all’ uomo somiglianti, sono sempre più o
fattinon possono esprimere che ciò, di cui meno turbate dalle stesse sperienze che ten-
hanno l’ idea o il sentimento, e se s’ inganna- dono a renderle evidenti, —
Che se a questa
no quanto all’ esplicazione, non possono in- prime difficoltà si aggiungano F estrema va-
sot-
gannarsi quanto alla cosa in sè stessa. La sfi- riabilità delle forze vitali negl’ individui
gureranno, l’altereranno in mille modi quan- toposti all’ osservazione, se si consideri corn»
to alla forma, ma
fondo sarà pieno di veri-
il gli uomini, abbastanza (F accordo quando si

tà e l’unanimità d’ una espressione non n vedere, convengano


tratti di poi difficilmen-
collegherà giammai con un princìpio falso te quando sì tratti di ragionare* chi potrà
più
Encicl. Med. 4**
1 1 CON8113ERAZ10KI

stupire della lentezza con cui la fisiologia è decisive esperienze. — ÀI che aggiungo un’al-
pervenuta al punto a cui la vediamo, mentre tra prova, la quale è per me della massima for-
l’anatomia avea fatto in poco tempo i più ra- za e che consiste nella tendenza invincibile che
pidi progressi ? Qual maraviglia se un gran abbiamo tutti a coordinare le cognizioni che
numero di fatti fisiologici sono ancora scono- acquistiamo e soprattutto in fisiologia;alla qual
sciuti o dubbiosi, mentre tutte le verità ana- tendenza appunto ascriver si devono le divi-
tomiche dal momento della loro scoperta sono sioni cotanto svariate alle quali si è voluto
suscettibili di dimostrazione ? Avremo forse sottoporre questa scienza. E se spesso altri son
perciò ad imitare coloro che scoraggiali ai caduti in errore, non proviene forse ciò dai
primi sforzi, od ostinati a negare tutto ciò principi! falsi da cui presero le mosse? E vor-
che non può essere immediatamente ricono- remo da ciò concludere non esservi principi!
sciuto da’ sensi, rifiutano alla fisiologia il ti- veri da’ quali si possa partire ? L’agitazione
tolo di scienza, rilegandola interamente tra degli spiriti per trovarvi laverità, non deve
quella folla di sistemi non aventi per base essa convincerci che questa verità esiste e che
che la bizzarra immaginazione de’loro inven- essa cerca di appalesarsi ? —
Perchè credesi
tori ? No certo. Convenir dobbiamo piuttosto comunemente che non vi sia nella fisiologia
con tutti
1
quelli che dotati sono d uno spiri- una divisione naturale? Perchè siamo abituati
to giusto e retto, esservi un certo numero di a rson vedere l’ordine che ove gli oggetti sono
verità fisiologiche perfettamente avverate, ed separati, e nessun fenomeno fisiologico può es-
universalmente riconosciute, e sebbene faccia sere consideralo in questo stato di separazio-
d 1 uopo rinunziare alla speranza di scoprire ne. Coufondesi insieme distruzione e separa-
tutto, procuriamo almeno di formarci idee zione^ voci non certamente sinonime. La con-
chiare su tutto ciò che è a nastra porlata, nel- catenazione di due fenomeni, la necessità del-
la beila scienza di cui ci occaipiamo. Ad — - ta Soro. coesistenza, provano certamente che
ogni poco di riflessione noi vediamo, pronta- ©ora si possono immaginare separati; ma la
mente come tutte le funzioni vitali tra loro differenza dello scopo a cui tendono immedia-
*’ intrecciano senza Interruzione, formando
tamente, prova che sono realmente distinti.
un tutto continuato di cui è impossibile sepa- Così il sangue non può circolare se non rice-
rare assolutamente alcun» parte. —
Nota. ( È ve nel polmone P influenza dell’ aria esterna,
facile comprendere che io qui Intendo per e 1* aria non può introdursi nel polmone se il
funzioni vitali tutti » fenomeni dei corpo vi- sangue noia vi arrivi ? la respirazione e la cir-
vente e che non prendo questa espressione colazione noi® sono dunque giammai separa-
nel senso ristretto che per lo passato le si te. Ma he respirazione ha per iscopo il cangia-
dava. ) Non v’ ha una di queste funzioni che mento dello stato del sangue ; la circolazione*
esercitar si possa da per sè sola, senza sup- la conservazione generale della vita; sono dun-
porne parecchie altre. La visione è nulla'sen- que totalmente distìnte. *— Nelle parole tali
%a la circolazione nell* occhio ; la digestione oggetti sono distinti e separati non v’ ha
è impossibile senza ii concorso delle secrezio- dunque pleonasmo di sorta, sebbene sovente
ni, delle esalazioni, e simili; le secrezioni ces- si creda che vi sia, e può darsi benissimo ìi
serebbero se più non si facesse la digestione. caso che questa breve asserzione contenga una
— Grave errore però sarebbe il nostro, mi verità ed un errore. —
Se tutti i fenomeni fi-
sembra, se dalla concatenazione osservata tra siologici sono distinti, se tendendo tutti im-
le funzioni volessimo concludere che la fisio- mediatamente a differenti scopi, parecchi però
logia non presenti che un quadro confuso ed si uniscono ad uno scopo mediato comune; se
irregolare, che i fenomeni del corpo vivente tra questi fenomeni riuniti e coordinati ve ne
non sieno assoggettali ad alcun ordine o che ha alcuni che presiedono agli altri, formando
almeno sìa a noi impossibile il comprenderlo, tra essi una successione costante e necessaria
e che per conseguenza ogni divisione delle fino a che siasi ottenuto lo scopo generale; ab-
funzioni sia arbitraria nè abbia che il mo- biamo allora tutti quei dati che ci occorreran-
mentaneo vantaggio di facilitare lo studio. - no per istabilire la divisione fisiologica più e-
Difatli tutto ciò che nel corpo umano succede, salta e naturale. Qualora mettere il
si vorrà
si rapporta a certi scopi che possiamo determi- dovuto rigore nelle definizioni e che non si
nare, nò uno scopo si è giammai ottenuto senza fonderanno i confronti che sulla più compiuta
una coordinazione di mezzi. L'ordine essendo evidenza, nulla più mancherà a siffatto lavo-
la legge suprema deir universo, deve esistere ro. —
Lungi dunque dal pensare che qualun-
dunque nell’aomo, la più grande meraviglia que divisione fisiologica sia più o meno buo-
che 1’ universo presenti. E quando siffatto 'or- na e che se ne possano fare parecchie tutte c-
bine esiste lo potremo scoprire almeno in par- gualmente giuste, porto ferma opinione che
te, manifestandosi esso per tali falli che
pos- non n’ esista nè esisterà giammai che una sola
siamo certo valutare e di cui siamo istruiti alla quale si possa attenersi. E questa la conse-
sia per un sentimento irrecusabile
che per guenza di quanto #on venuto esponendo, ira-
GENERALI 1 1

perciocché «e ha divistone naturala o vora,


v* più frequenti, e il loro ristabilimento l’ogget-
non deve che una, non
essere assolutamente to più ordinario e di minoro difficoltà per
potendo esistere intorno al medesimo oggetto l’arte del guarire. I sensi, la voce, la locomo-
che una sola verità, mentre si possono dare di- zione non sono già sfuggili ai loro studi, ma,
visioni false enon naturali senza numero, per- queste funzioni esaminale con tanta cura ne-
chè sul medesimo oggetto possono aver luogo 1
gli scritti de psicologi , non formano e prin-
migliaia di errori. —
Ma questa divisione è
(
cipalmente i sensi ) che un brevissimo articolo
dessa scoperta, od almeno cominciata? tu ab- in quelli del maggior numero de1 medici. —
bastanza osservato, abbastanza riflettuto per- Io non parlo qui de fisici che sono stati con-
chè possiamo oggi fissarne fermamente i prin- dotti naturalmente dai loro lavori ad esami-
cipi ? Gettando un rapido sguardo su quelli nare il meccanismo di più sensi: nè de 1 natu-
che in tutti tempi si sono occupati dello stu-
i ralisti che hanno considerato ì’uomo e gli ani-
dio dell uomo, li vedo dividersi naturalmen-
1
mali sotto un solo punto di veduta: nè de’ fi-
te in due classi gli uni hanno rivolto le loro
: siologhi propriamente detti che non hanno
speciali osservazioni all uomo morale e sono
1
istudiato i uomo che come an oggetto parti-
1

i psicologi
;
gli altri osservarono principal- colare di storia naturale. Io parlo unicamente
mente l 1 uomo fisico e sono i medici, li loro di quelli che hanno esaminato i
1
uomo, meno
subbieltoera differente, perchè nell’uomo l’in- per soddisfare alla loro curiosità, die per es-
telligenza e gli organi sono cose affatto distin- sergli immediatamente utili col perfezionarlo
te ; ma i mezzi del loro studio doveano spesso o conservarlo. —
I medici hanno inoltre esa-

confondersi, poiché nell uomo S intelligenza


1 1
minato con particolar diligenza le funzioni
e gli organi non sono giammai separati. Laon- generatrici, siccome quelle che sono spesso
de lutti hanno dovuto osservare nell’ uomo una sorgente di malattie. Ma queste funzioni
1
l organizzazione fisica, ch’è 1’ oggetto specia- sono talmente distinte per la loro natura e per
le della fisiologia. Ma
psicologi hanno do- i
1
Indisposizione de loro organi, che a niuno
vuto attaccarsi soprattutto a quella parte della venne mai in pensiero di confonderle colle al-
organizzazione che è più immediatamente in tre, e siccome le difficoltà proposte contro le
rapporto colla intelligenza; mentre i medici divisioni fisiologiche non Conducono a parlar-
hanno dovuto fissare principalmente la loro ne, non ce ne occuperemo in questo saggio. —
attenzione a quella parte della organizzazione Così indipendentemente dalle funzioni gene-
che è in più stretto rapporto colla conservazio- ratrici fa di mestieri convenire. i.° Esservi —
zione fisica o colla vita. Questa è effettiva- — nell’ uomo due serie di fenomeni distin-
fisico
mente la strada eh essi hanno tenuto. Non vi
1
ti nel loro scopo, quantunque uniti nel loro
1
ha psicologo, non v ha medico, che nonf ab- esercizio gli uni hanno un rapporto immedia-
:

bia studiato con esito più o meno felice tutta sono destinali al suo ser-
to eoli’ intelligenza e
intiera la fisiologia, e che siasi attaccalo esclu- tendono alia conservazione orga-
vigio; gli altri
sivamente ad un certo ordine di funzioni, es- nica e sono necessari affinchè i primi possano
sendo questa separazione impossibile, mentre accadere. •—
2 .° Che questa distinzione è na-
loro malgrado erano trascinati ad osservare tuPale poiché tutti quelli che hanno studiato
tutto, dappoiché aveano osservato una parte. specialmente l’uomo, vi si sono conformati sen-
— Ma i psicologi si sono occupati special- za osservarla, insistendo poi particolarmente
mente di certe funzioni che sono i sensi, la vo- sull’ una o sull’altra serie, secondo lo scopo
ce e la locomozione, fenomeni ch’eglino trova- differente che si proponevano. —
3.° Che per
vano del continuo nello studio deiruorao intel- conseguenza convien riportare tut to nello stu-
ligente perchè senza di essi non avvi azionerò dio fisiologico a questa divisione, che non si

la sola azione può essere per noi la prova della può sceglierne un’altra senza uscire dall’ordi-
volontà attributo essenzialmente della intelli-
, ne naturale, e che tutto lo studio deve ridursi
genza. Su queste funzioni eglino moltiplicaro- a perfezionarla. —
Quest’ è il piano secondo
no le ricerche, le osservazioni, le discussioni il quale Bichat regolò suoi primi lavori, ed
i

d’ogni specie, negligendo le altre e conten- egli è il primo che facesse un principio fonda-
1
tandosi d adottare a loro riguardo le opinioni mentale di questa distinzione, spesso presenti-
1
ricevute a loro tempi. i medici al contra- — la ma giammai determinata da’ suoi predeces"
rio portarono la loro particolare attenzione a sori. Inutili sarebbero gli sforzi di colui che
funzioni del tutto differenti, come la digestio- rapirgli volesse siffatto onore, egli 'sqtmderne-
ne, la respirazione, la circolazione, la nutrizio- rebbe inutilmente matioscritii per trovarvi le
ne, le secrezioni e via parlando, e in questo tracce d’ una verità alla quale alcuno non a-
approfondirono. Su queste accumularono le vrebbe mai pensato s’egli non l’avesse svilup-
esperienze, e sovente idearono vane teorie, es- pata, e di cui gli vien disputata la scoperta sol-
sendo queste le funzioni immediatamente ne- tanto perchè non è possibile oppugnarla. Gli
cessarie al mantenimento deliavita, le loro spiriti meno prevenuti e più giusti ben sanno
alterazioni la causa delle affezioni morbifiche non essere invenzione sinonimo di creazione
2 16 CONSIDERAZIONI

e che scoprire una verità non ha mai signifi- aggiungendo alla sua precisione la rendano
calo immaginare ciò che non esisteva o ciò più compiuta E queste modificazioni non di-
!

che nessuno uvea ancora supposto. Ben san- vengono allora necessarie per 1’ avanzamento
no che lolle leverità fisiche sono antiche quan- della scienza? —
Queste sono appunto le que-
to V universo, che non avvcne alcuna di cui i stioni che mi proposi di esaminare e sulle
sapienti di tulli i secoli non abbiano pollilo quali sono fondate le considerazioni che for-
avere una qualche nozione, e che il merito mano questo saggio. Presentiamone le pri-
dell’invenzione consìste più di sovente nell’af- me vedute. — Se avvi inesattezza
.
di cui si pos-
ferrare e sviluppare una idea oscura e dimen- sa tacciare la divisione delle due vite, non può
ticata, che nel concepirne una nuova. E qual essa venire che da quella de’ primi principi!
uomo potrebbe atlribuirsi una scoperta nel donde l’autore è partito per fissarla. Or ri-
senso rigoroso che vuoisi supporre? Qual fi- montiamo dunque a questi pri nei pi ed esa- i

losofo non è stato condotto alle ricerche che miniamoli attentamente. —- Bichat comincia
l’hanno immortalato, da alcuni cenni trovali dallo stabilire un punto di confronto fra gli
o negli scritti anteriori, o in avvenimenti ino- animali e vegetali. 1 primi, egli dice, vivono
i

pinati, che qualche altro avrà potuto del pari di due modi. Sono in continuo rapporto con
osservare, ma senza saperne ricavare il mede- quanto li circonda, e un certo numero di fun-
simo profitto e dedurne le medesime conse- zioni serve a stabilire questi rapporti. Si nu-
guenze ? E si compete forse meno il merito triscono, cioè i loro organi soggetti ad una de-
dell’ invenzione a chi pel primo fa risplende- composizione abituale, devono venir ricompo -

re una luce di cui innanzi a lui non esisteva- sti continuamente da nuove sostanze, e un certo

no che deboli scintille, a chi con questa luce numero ad operare questo
di funzioni serve
diffonde una nuova chiarezza sulle cognizioni doppio lavoro. — I secondi al contrario non han-
possedute, ne acquista di nuove, e percorre la no rapporti con quanto li circonda; il lavoro
via dell’esperienza con una rapidità che nulla nutritivo è il solo che in loro si operi ; tutte
toglie alla sicurezza de’ suoi passi ? Si potrà le loro funzioni sono quindi destinate a que-
forse distruggere una fama sì ben meritata , sto lavoro e non avvene alcuna pei rapporti
chiamando eolui che ne gode col nome di gio- esteriori. —
Egli è dunque pel primo ordine
vane medico , o non aggiungerà piuttosto que- di funzioni che 1’ animale si distingue dal ve-
sta giovinezza che prova la precocità del ta- getale, mentre pel secondo, queste due classi
lento e la perseveranza nel lavoro, un nuovo d’esseri sono perfettamente tra loro confuse.
splendore alla gloria che si vorrebbe offusca- — Questa è la grande considerazione sulla
re ? Cattivissimo partito è certamente questo quale Bichat si fonda per distinguere le due
di attaccare con simili armi quelli che si di- vite. Vedesi per essa ch’egli non mette alcu-
stinguono in una scienza. Sarebbe prova di na differenza fra 1’ uomo e gli animali, che li
ben migliore giudizio Punirsi piuttosto ad es- riguarda sotto il medesimo punto di vista ed :

si per lavorare di concerto e così avere legit- è questa una prima inesattezza che influisce
timamente parte al buon esito ;
chi poi voglia poi su tutto ciò che segue. Certo che I’ uo- —
separarsi da loro operare in proprio noni8 c
, mo non ha più organi di certi animali, e le
far dimenticare i loro lavori, non ha che un prime funzioni di questi organi sono dapper-

mezzo, quello di superarli. Egli è noto che le tutto le medesime, ma tali funzioni nell'uomo
Ricerche fisiologiche di Bichat sono la prima hanno usi assai più estesi. La vista serve agli
opera in cui egli abbia presentalo la distinzio- animali per riconoscere la presenza degli og-
ne delle due vite, come la sola divisione natu- getti, ma all’uomo serve a fornirgli certi segni
rale. Da vari anni egli fondava su questa di- pel pensiero. L’ udito dà all’ animale la sen-
stinzione il suo insegnamento, e una quantità sazione de' suoni, ma all’ uomo 1’ espressione
di quaderni particolari contenevano mollo delle idee. La voce non è per 1’ animale che
circostanziatamente quanto è soltanto somma- la produzione d’uno o più suoni, ma per l’uo-
riamente indicato nella prima parte di questo mo è il mezzo immediato dell’ espressione in-
libro. Gli uomini più distinti accolsero con tellettuale.Così 1’ animale vede 1’ uomo leg- ,

fervore questa divisione, pochi la combatte- ge ; l’animale intende de' suoni , l’uomo
rono, e il solo trattato di fisiologia comparso ascolta de' pensieri espressi ; 1’ animale gri-
di poi nella scuola di Parigi, era su di essa fon- da o canta 1’ uomo parla. Insomnia io vedo
,

dato. Nè io aggiungerò altro a quanto già dis- sempre nell’animale un essere che sente e che
siper giustificarla. Nulla, a mia opinione, deci- si muove vedo nell’ uomo un essere che vuo-
,

de tanto a suo favore, quanto la tendenza sì le e che agisce. (



Nota. So che si potreb-
naturale di tutti gli scienziati a considerare bero qui accumulare molte obbiezioni appog-
l’uomo sotto i due punti di vista di cui ho giandosi ad alcuni fatti osservati negli anima-
parlato. —Ma questa divisione è dessa perfet- li, ma qualunque specie pur siano, non di-
di
tamente naturale, cioè esatta e vera? Non è struggeranno mai i fatti positivi ed evidenti
suscettibile di modificazioni che qualche cosa che ho testé stabiliti sopra gli usi de’ sensi os-
GENERALI 1
1

servaticomparativamente negli animali e nel- il una osservazione assai superfi-


sussidio d’
1' uomo nè distruggeranno quel sentimento ciale e
; imperfetta. Ragioniamo dunque su
intimo, quella profonda convinzione che ha quanto sappiamo ed esaminiamo l’uomo indi-
ogni uomo di buona fede della sua immensa pendentemente dagli altri esseri organizzali ,

superiorità sopra lutti gli altri esseriorganiz- principalmente quando trattisi delle sue pre-
zati. Se tra i fatti relativi agli animali ve n’ha rogative essenziali e costitutive che bisogna
parecchi difficilissimi ad ne
esplicarsi, risulta sempre supporre per istudiarlo anche fisiolo-
bensì che non sappiamo tutto, ma non già che gicamente. —
Io mi attengo a questi principii
F uomo e gli animali abbiano ad essere messi che credo soli veri e fermi ; nè pretendo
i

del pari. Checché si dica, sarà sempre vero , impegnarmi in alcuna discussione sui limiti
che u gli animali, dice Holland, non inventa- rigorosi che separano F uomo dagli animali
;
ri no nè perfezionano ogni specie fa sempre discussione che sarebbe al di sopra delle mie
;

la medesima cosa e del medesimo modo. forze ed esigerebbe più lumi e più esperien-
v La loro abilità è anteriore alla loro espe- za, che io non ho. Possonsi mettere del pari
r rienza, si mostrano industriosi per un og- esseri sì differenti ? No certamente. Essendo
r getto e stupidi riguardo a tutti gli altri. Il I
1
uomo il solo essere intelligente e in pari
v ragno tende reti alle mosche prima dover- tempo organizzato che esista, F uomo non
li ne mai mangiato; l apieella costruisce le
1
può essere osservato che in
rifugge lui, egli
r sue cellette con eguale perfezione delle api ad ogni comparazione quanto alle sue pro-
« più sperimentate; l’uno e l’altra fanno prietà essenziali, e come non si può osservare
« questi lavori senza esitazione, senza errore. la sua intelligenza senza la sua organizzazio-
'« Non è dunque una differenza di grado, ma ne, non si può nemmeno staccare la sua orga-
« una differenza di specie quella che appari- nizzazione dalla sua intelligenza. Le prove di
« see fra l’intelligenza della bestia e quella questo principio si presenteranno da sè ne!
v dell’uomo, « (Réfi, phllosoph. sur le systè - seguilo di queste considerazioni ; vedremo
me de la Nature. ) Ma se essa è una differen- allora quante idee false, quante vedute ristret-
za di specie, la voce intelligenza più non si te, sai più bei fenomeni dell’ uomo sieno la
conviene all’ animale essendo questa voce
,
conseguenza di quest’ abitudine di riunire
consacrata ad esprimere la facoltà più estesa sempre sotto il medesimo punto di vista tutti
di pensare e volere. Perciò un uomo illustre gli esseri organizzati. Disposti allora a non
de’ nostri giorni disse che le bestie non hanno cercare nell’ uno che ciò che abbiamo trovato
una volontà libera, ma solamente un istinto negli altri, s’impiccoliscono gli oggetti per
o volontà ordinata^se. è possibile, egli aggiun- metterli tutti al medesimo livello, accorciasi
ge, accoppiare queste due voci. -Convengo— ciò die è troppo esteso per farlo entrare nel
che ci mancano i termini quando trattisi di quadro preparato, e lutto il frutto di siffatto
indicare chiaramente il principio che regola lavoro è una classificazione inesatta del pari
e dirige i movimenti degli animali. Ma da che cattiva e fredda. — Non mi si accusi di
che altro dipende, se non dalla impossibilità contraddizione. Al principio di queste rifles-
in cui siamo d’ osservare gli animali come sì sioni ho supposto che uno de’ grandi sussidii
richiederebbe, per acquistare una idea chiara della fisiologia umana, fosse l’osservazione
di questo principio? uì filosofi che si tortu- degli animali più somiglianti all’ uomo nè ;

« rano per definire l’istinto, dice Bonnet, non ciò che ora dico, indebolisce minimamente
v pensano che per pervenirvi , bisognerebbe questa verità, essendovi nell’ uomo parecchie
passare qualche tempo nella testa d’un ani- funzioni che 1’ avvicinano interamente all’ani-
« male senza divenire animale.-— Noi sappia- male, come la digestione, la circolazione, e si-
è, ma non ciò che mili. Queste funzioni si possono adunque os-
li ino ciò che l’ istinto non

« esso è veramente. Esso non è nè P intelli- servare nell’animale e giudicare che nell’ uo-
” genza nè la ragione. 11 bruto non ha nè le mo non presentano nulla di più. Ma Io stesso
« nostre nozioni, nè le nostre idee medie , non può dirsi delle funzioni che concorrono
” perchè non ha i nostri segni ». Ed altrove : essenzialmente a costituire V uomo come i
1
« Ci è assai più facile il far ragionare il bruto sensi e la voce. Chi osservasse questi nell ani-
» a modo dell’ uomo, che l’uomo a modo del male ne concludesse rigorosamente dall’ani-
e
«bruto. » (Contempi, della natura.) Non male all’ uomo, cadrebbe in grave errore e
dobbiamo dunque ragionare rapporto all’uo- non istabilirebbe che una teoria inesatta e ;

mo sulla scorta degli animali, che ciò sarebbe questo è ciò eh’ io voleva dire. Del rima- —
partire dall’ ignoto per pervenire al noto. La nente prego il lettore di voler sospendere ogni
nostra intelligenza ci è conosciuta perchè in- obbiezione fino all’ulteriore sviluppo di quan-
dipendentemente da ogni studio, abbiamo la to finora non fo che semplicemente accenna-
coscienza intima delle sue operazioni. L’istin- re. — Ma ammettendo la sua esten-
in tutta
to degli animali non ci è chiaramente cono- sione il confronto stabilito da Bichat, e non
sciuto perchè per istudiarlo non abbiamo che vedendo che animali e vegetali fra gli esseri
ll8 CONSIDER AZIONI

organizzali, incorriamo in nitro errore impor- uh certo numero di caratteri eh’ egli indica
tante che ci corre débito di far cpii osservare. siccome esclusivamente propri della prima
I<>Ii non istabilisce altra distinzione fra qne- vita, mentre i loro opposti, le loro negazioni,
ste due che quella de rapporti
classi di esseri, formano quelli della seconda. Fra questi ca-
esteriori di cui l’animale soltanto ò suscetti- ratteri parecchi sono evidenti e bene svilup-
bile. Su ciò insistendo, viensi a dire che ag- pati, come, per esempio, la distinzione delle
giungendo al vegetale un apparecchio sensi- due specie di sensibilità; altri però possono
tivo e locomotore, se ne farebbe un animale ;
convenire a diverse funzioni nutritive e so-
nè si considera che il primo ordine delle fun- prattutto alle funzioni generatrici. Così tro-
zioni nutritive composto della digestione e vatisi lo stomaco, la vescica, il retto, in rap-
della respirazione è esclusivamente proprio porto diretto col cervello per mezzo dei nervi
dell’animale del pari che le funzioni sensiti- pneuraogastrici ed ipogastrici. La simmetria
ve ; che nel vegetale 1’ assorbimento è il pri- osservasi nell’ apparecchio orinario, in una
mo fenomeno nutritivo, mentre nell’ animale gran parte del sistema circolatorio, in quasi
l’assorbimento chiloso è preceduto dalla ela- tutto il sistema nervoso dei gangli ; osservasi
borazione delle sostanze necessarie alla for- dessa, quantunque imperfettamente, negli or-
mazione V’ ha dunque qui un pri-
del chilo. gaui respiratorii ; ed è compiuta nel sistema
mo lavoro di nutrizione che il vegetale non genitale. Appoggiarsi, per non ammettere co-
presenta, e non sono più le sole funzioni este- tale simmetria, sopra alcune ineguaglianza
riori che fanno differire l’animale dal vege- della posizione dei reni, sopra talune varietà
tale. La distinzione delle due vite è dunque del sistema arterioso, su certe inclinazioni del-
mal fondata, fino a tanto che non la si stabi- la matrice, e via dicendo sono tutti questi
;

lisce che sulla base di quest’ultima considera- deboli mezzi per ben difendersi anzi è un far ;

zione.
alle
(—Nota. In alcune opere posteriori
Ricerche fisiologiche
e particolarmente
insorgere novelle obbiezioni: imperocché si
potrà dire eziandio che le fosse nasali non so-
nell ' Anatomia
generale, Bichat ha insistito no già simmetriche, essendo spesso il tramezzo
molto su queste nuove differenze fra il vege- ripiegato da un lato ; essere il sistema nervo-
tale e l’animale, ma non ha fondato su di esse so cerebrale irregolare, poiché scorgonsi, nel-
la sua divisione come conveniva fare. Bi- )
— le sue divisioni, varietà simili a quelle del si-
chat comprende nella prima vita tutto ciò che stema arterioso, e via discorrendo. Forse l’in-
tende a stabilire de’ rapporti esteriori, e nella fluenza dell’abitudine non osservasi egual-
seconda tutto ciò che tende alla nutrizione. mente bene su tutte lemembrane mucose co-
Ora, osservando questi rapporti esteriori me sugli organi dei sensi ? e non se ne hanno
nell’ uomo, riconosco subito che punto non moltiplicate prove nell’ effetto degli alimenti,
si rassomigliano nè per la loro natura nè pel dei medicamenti, in quelli dell’ aria respirata?
loro scopo. Gli uni suppongono l’ intelligen- — Per la qual cosa quantunque sieno cotali
,

za, sono i mezzi necessari dello stato sociale, caratteri notabilissimi, quantunque formino
e non si sviluppano interamente che in que- parte essenziale della dottrina fisiologica , nè
sto stato sociale: e tali sono quelli che stabi- sia lecito trascurarli senza porre in non cale
liscono la vista, l’udito e la voce. Gli altri non eziandio importantissime osservazioni , con-
suppongono che la sensibilità differentemen- veniamo non essere dessi sufficienti per fon-
te modificata e tendono naturalmente alla nu- dare la distinzione delle due vite, e non ri-
trizione e tali sono quelli che stabiliscono l’o- manere ancora a risolvere molte difficoltà.
dorato e il gusto. —
Domando io ora Si pos- : —Mi riepilogo quindi e dico: —
Poiché l’uo-
sono mettere al pari, fenomeni che hanno uno mo differisce dagli animali per attributi essen-
scopo affitto differente e distinguerli soltanto ziali, ilconfonderlo con essi, e stabilire, per
per una suddivisione? Si possono mettere unico termine di comparazione nella natura
nella prima vita due fenomeni che hanno per organizzata, gli animali ed vegetali, è parti-
i

iscopo essenziale la nutrizione ? L’ inesat- — re da falso principio. —


Essendoché nell’ ani-
tezza qui deriva da considerazioni rese trop- male esiste un ordine di funzioni nutritive,
po generali. Non fu tenuto conto di ciò, che cui vegetale non possedè, è un errore il non
il

supponendo la nutrizione parecchie sostanze distinguere colali due esseri se non per l’ap-
introdotte dal di fuori diveniva necessario che parecchio sensitivo e locomotore di cui P ani-
una parte de’ rapporti esteriori fosse impie- male va adorno. —
Perchè nell’ uomo, avvi
gata unicamente a riconoscere la natura inti- una serie che riguardano
di rapporti esterni
ma di queste sostanze affinchè fossero intro- in essenzialità la nutrizione, fenomeni che
i

dotte con sicurezza, e che questi rapporti stabiliscono cosiffatti rapporti devono appar-
avendo per oggetto speciale la nutrizione, ap- tenere alla seconda vita, ed è inesatto attri-
partenevano da quel punto, più alla seconda buirli alla prima. —
Finalmente, poiché fra i
che alla prima vita. —
Infine Bichat venendo carni Ieri riguardati come distintivo della pri-
in sui particolari delle sue vedute, ha riunito ma vita, havvene parecchi che non le appai-
OK N li RAT, l J1 9

tengono esclusivamente, la alterius sit juris , animae , inquam , et in tei-


divisione fisiologi-
ca sarà mal fondata fin tanto che non se ne ligendi et colendi actuì minis tret. Però —
fisseranno le basi più giustamente. Adun- — fa d’ uopo forse conchiudere da tale definizio-
>

que siffatta divisione, qual dessa è, offre im- ne che tutti gli organi servono la intelligenza
perfezioni cui molto imporla di togliere, ac- nello stesso modo, che la volontà eserciti su tut-
ciocché acquisti il punto di precisione di cui è ti gli organi un impero immediato? No, sen-
suscettiva. —
Tentiamo di pervenirvi, e, di- za dubbio ; e qui consiste tutto 1’ errore di
menticando per un poco quanto dicemmo, si Stalli. Trasse egli una conclusione troppo
procuri, di stabilire più solido principio. —
estesa da un principio pieno di verità, e fu
E T uomo l’oggetto dei nostri studi; adunque questa una delle cause che tanto disfavore fe-
il primo passo a farsi sia quello di darne la ce spargere sulla sua dottrina. Si riduca siffat-
definizione ; imperocché per favellare sur un ta conseguenza al giusto suo valore, ed allora
essere qualunque, bisogna averne un’idea e- dispregiare si potranno i clamori di queste
satta ; la quale idea appunto devesi dilucidare deboli menti, che vacillano al solo sospetto di
colla definizione ; è dessa di necessità il com- Stalianismo ed ammirar polrassi ancora que-
,

pendio della scienza, e le particolarità servo- sto grande ingegno, maggiormente rispettabi-
no solo a svilupparla. —
Io veggo nell’ uomo le nei suoi nobili traviamenti, di quello che
un essere pensante che vuole ed ha i mezzi non lo saranno mai i suoi detrattori colle loro
,

di eseguire la propria volontà. Un irresisti- anguste verità. {Nota, liceo un esempio dei
bile sentimento, che mi è comune coll’univer- traviamenti di Stahl. E notabile, perciocché ci
so tatto, m’ instruisce che pensiero e volontà mette nel caso di valutare lo spirito che diri-
non possono essere gli attributi della materia, geva e talvolta anche trascinava oltre il vero
e so dinotarsi col nome d’ intelligenza 1’ es- questo illustro fisiologico Si tratta dell’appe- :

sere che li possedè. —


Veggo adunque nell’uo- tito, o del sentimento della fame. Stahl lo
mo una intelligenza vale a dire un essere
, definisceActus illius principii quod dum
: ,

immateriale pensante e volente ; il qual es- non solum corpore organico sed etiam ,

sere appunto ne forma l’essenza ; e dovunque duratione hujus opus hahet necessario
non iscorgo un simile essere, non ravviso nep- etiam hujus conservationi et instaurationi
pure fi uomo..— Mi si condonerà se qui non intentum esse deb et et dum vult finem de-
, ,

ne riporto le prove, rinvenendosi desse negli bet etiam velie media illi fini responden-
scritti di tutti i veri dotti, nè possono contrad- tia. —Fa egli adunque dell’appetito una
dirsi se non per effetto di mala fede; come pu- operazione attiva dell’ anima, fondandosi su
re non è già sopra una verità unanimemente ciò che l’intelligenza ha d’uopo di corpo,
riconosciuta che aspettare mi devo obbiezioni che in conseguenza ne vuole la conservazione,
disonoranti per chi le propone siffatto —Ma e quindi deve voler i mezzi conservatori.
essere pensante e volente ha ì mezzi di e- Qui è evidente l’errore; imperciocché dap-
sprimere e di eseguire la propria volontà. prima è l’appetito una sensazione puramen-
Cosiffatti mezzi, nell uomo, sono gli organi
1
te prodotta dello stato di vacuità del-
fisica,
materialise l’intelligenza adunque dirige que- lo stomaco nè ammette raziocinio nè ri-
,

sti organi, già in natura destinato ad obbe- flessione, come le sensazioni della vista. D’al-
dirle. Senza di essi , dessa non può agire tronde, dal volere l’ intelligenza in generale la
essendo i suoi mezzi o ministri necessari , conservazione degli organi non ne segue già
dice Stahl Anìma\nihil sensu cornprehen-
: che dessa voglia e comandi in particolare tut-
dere et consequenter de nulla re praesente
, ti i fenomeni che tendono a tale conservazio-

cogitare et cognoscere valet sine sensoriis ne. Parecchi di questi fenomeni possono esse-
corporeis. Nihil etiam in ejjectum deducere , re coordinati in modo da esercitarsi senza che
seu voluntatem suam exequi valet sine 1’ anima ne abbia la coscienza, senza che dessa

eodem corporeorum organorum ministe- possa opporvisi ed è appunto quanto noi os-
rio. — L’ uomo, dietro questa doppia con-
;

serveremo, poiché gli alimenti introdotti nel-


siderazione, è adunque, come disse Ronald lo stomaco vi sono a nostro malgrado eviden-
(
Du Divorce consider è au dix-neuvième temente digeriti. Ma rigettando ciò che ha di
sìècle)gina intelligenza servita dagli organi: esagerato la proposizione di Slabi, non si de-
definizione sublime, la quale, fissando la no- ve mai perder d’ occhio la bellezza del princi-
stra attenzione sulla più bella parte di noi me- pio da lui prescelto; e siffatta conseguenza,
desimi, spiega in una parola la cagione dei fe- quantunque erronea, riesce talmente maesto-
nomeni fisiologici, e la fine naturale dell’ in- sa, che dessa forzerà sempre le menti sagaci a
tera organizzazione. —
Sopra tale grande idea riconoscere essere proprio degli elevati inge-
Stahl fondato aveva la sua dottrina, e dessa ap- gni 1’ errare in tal modo. )

— i.° Se, nell’uo-
punto riscontrasi in quelle ragguardevoli pa- mo, la intelligenza esercitasi sempre mediante
role Tantum obesi ut corpus quoquo modo
: organi materiali, devo rinvenire nell’uo-
gli
vere sui juris sit, ut potius manifestissime mo certi organi immediatamente sottomessi
I 20 CONSIDERAZIONI

alla intelligenza, ila essa difetti, agendo sem- po, se tuli’ altra causa fuori dell’intelligenza
pre per essa o sotto i suoi ordini. Siffatti organi ne li determini. Alla loro coordinazione ap-
diverranno quindi parte costituente dell' uo- punto appartiene in essenzialità l’esercizio dei
mo intelligente, in guisa che la intelligenza tatto, senso immediatamente soggetto alla vi-
non apparirà affatto qualora questi organi sta, e destinato adajutarla nelle sue scoperte.

agir non potranno, e si darà intieramente a Finalmente, spesso la intelligenza esprimesi per
divedere nei fenomeni che essi produrranno. mezzo movimenti egualmente bene come
dei
Didatti questo è ciò che osservo» Veggo colla parola; ed il medesimo pensiero ch’io in-
dapprima nell’uomo due organi ammirabil,sia tendo allorché mi vien trasmesso da certi suoni,
1
per la loro struttura come per i inesplicabile lo veggo compiutamente nel quadro offertomi
meccanismo delle loro funzioni sono questi : dalla faccia, o nel gesto eseguito dalle membra.
Destinati a stabilire, fra l’uo-
la vista e l’udito. —Tutti questi organi con un solo corrispondo-
mo oggetti materiali che lo circondano,
e gli no, ch’è il cervello, il quale, interposto fra essi e
relazioni necessarie alla sua conservazione fi- la intelligenza, riceve le impressioni trasmes-
sica, esercitano 1’ uffizio ancora più nobile di onde comunicarli a questa so-
segli dai sensi,
stabilire, e gli esseri pensanti che lo
fra lui vrana dominatrice della quale è desso il pri-
rassomigliano, relazioni necessarie allo svilup- mo agente. Ella poi dirige immediatamente i
po della sua Per esse appuuto
intelligenza. suoi fenomeni, è pel suo solo impulso che esso
ì uomo riceve le sensazioni d’immagini e di
1
mette in azione gli organi locomotori e vocali.
suoni ; ma da esse eziandio riceve i segni che Ecco adunque una serie di fenomeni or-
rivestir devono i suoi pensieri, segni senza i ganici che concorrono essenzialmente a costi-
quali la facoltà di pensare risalterebbe in lui tuire l’uomo, vale a dire, la intelligenza ser-
inutile e priva di esercizio. Destinali, per la lo- vita da organi. Chiari risultano i due voca-
ro struttura, ad agir di continuo non agiran- boli di tale diffìnizione, poiché di leggieri io
no essi per altro, o non avranno che debole ed apprendo il modo con cui la intelligenza è
imperfetta azione, se l’ intelligenza non pre- servita. D'un lato, la vista e 1’ udito le appor-
sterà loro il proprio soccorso e non presiede- tano le nozioni che le sono necessarie ed i se-
rà attualmente alle loro funzioni; in guisa gni che devono svilupparla ; dall’ altro, la lo-
che, trovandosi il pensiero occupato intensa- comozione e la voce eseguiscono di continuo
mente altrove, invano gli oggetti si offriranno i suoi ordini, e servono alla sua espressione.
allo sguardo, in vano i suoni colpir vorranno Siffatte funzioni, e queste sole funzioni, rie-
i’ orecchio
,
I’ uomo forse ignorerà e gli uni e scono per assoluto necessarie alle comunica-
gli altri; mentre, al contrario, doppia risulte- zioni intellettuali, vale a dire, per io stato so-
rà la energia di tali sensi se la intelligenza ciale, fuori di che 1’ uomo mai si ritrova, nè
vorrà il loro esercizio e comanderà i Iqro fe- può essere conforme
propria natura. To-
alla
nomeni. —
Altri organi adempiono diverse sto ritorneremo su quest’ ultima verità. —
funzioni, non però ragno ammirabili. Quelli Ad uno solo comune scopo tendendo siffat-
della voce, soggetti sempre alla volontà, atti, te funzioni, deve altresì la fisiologia riunirle
di lor natura, a produrre dei suoni, servono , sotto lo stesso aspetto, e designarle con un
nell’uomo, ad esprimere pure tutte le in- nome collettivo il qual nome io rinvengo
;

tellettuali operazioni. La intelligenza è quella rammemorando alcune delle precedenti con-


che nel canto coordina siffatti suoni ; è dessa siderazioni. — Due facoltà costituiscono l’uo-
che nella parola tutta intiera si appalesa per rao, la volontà e /’ azione : la prima appar-
via di tale suono. Senza di essa 1’ uomo non tiene alla intelligenza, l’altra agli organi.
parla, quantunque per parte degli organi esi- Azione presa in istretto significato, vuol dire
,

stano tutte le condizioni della parola ; e 1’ uo- movimento o serie di movimenti diretti
,

mo che pensando parlava, cessa da ciò qualo- verso determinato Jine. —* (


Nota. Dico in
ra ei cada nell’idiotismo nè più pensi. ( Ved. istretto significato, e ciò interessa distinguere;
il Traile de la Manie di Pinci, art. Idioti giacché spesso, ordinario parlare, il vo-
nell’
,

sme. ) —
Finalmente, il corpo dell’uomo vie-
> cabolo azione prende in più largo senso.
si

ne inviluppato da considerabile apparecchioor Per tal guisa dicesi egualmente azione dello
ganico e ne forma la maggior parte; ed è quel- stomaco e azione di un muscolo. Lo si ap-
lo della locomozione. Suscettivo per sua natu- plica del pari ai corpi organici, e dicesi, /’ a-

ra moto, solo si serve di siffatta facoltà


di zione aria sui
dell' metalli V azione degli ,

quando la intelligenza lo comandi , e cessa da acidi sulle basi terrose o alcaline e via di-

,

ciò quand’ essa il proibisca. Pel suo mezzo es- cendo. ’Ma si può osservare che, in tutti
sa agisce, nel modo
che per la via degli
stesso questi casi, si ha riguardo all’ effetto che ri-
organi vocali dessa si esprime. Solo essa può sultar deve dai movimenti e dai diversi feno-
coordinar siffatti movimenti in modo da pro- meni espressi da siffatto vocabolo. Azione si-
durre una azione; ed movimenti poi risulta-
ì gnifica adunque qui ancora movimenti o fe-
no irregolari, confusi, non hanno alcuno sco- nomeni di ogni sorta tendenti ad uu fio®
GENERAL* 121

determinato. Ora, la coordinazione di certi massa omogenea, uniforme. Abbisogna adun-


fenomeni verso un determinalo fine suppo- que siano cotali sostanze convertite in una
nendo sempre una causa intelligente che vuo- sola specie, loro introduzione, me-
dopo la

le questo fine, noi figuriamo metaforicamen- diante un interno lavoro. Necessita eziandio
te cotesta volontà nell agente immediato pel
1
che tutto ciò che non è chilo venga rigettato
quale dessa si opera ; noi animiamo siffatto al di fuori. — Un solo fluido, il sangue, deve
agente col pensiero, e lo coadiuviamo di que- essere impiegalo immediatamente alla ripara-

sta volontà*, di cui n’ è desso il ministro o il zione degli organi ; ma siffatto fluido alterasi
mezzo. Imperocché, parlar volendo tuor di fi- dopo avervi servito durante qualche tempo»
e cangia di colore e di natura. Deve adunque
1

gura, dirassi essere qui la causa dell azione


in detta volontà suprema, creatrice e conser- di necessità venire rinnovato, rivivificato. Ad

vatrice dell universo, che ha disposto


1
corpi i esso soltanto devono essere trasmesse tutte le
inorganici in modo che dal loro contatto o sostanze immediatamente nutritive. Questi —
frararaischiamento risultassero certi effetti, e tre principii racchiudono l’intera ragione dei
che, nei corpi organizzali, ha coordinalo primi- fenomeni della seconda vita, ne determinano
tivamente le funzioni nutritive in guisa che i limiti, ne fissano la suddivisione. Didatti, —
esse si effettuassero con ordine costante e suc- le sostanze esser non possono giudicate che in

cessivo, allorché sarebbero loro forniti i ma- virtù delle impressioni che desse fanno e delle

teriali.) La sola intelligenza può volere un
1
sensazioni che ne risultano. Fa d uopo adun-
fine; essa sola, può dirigere certi movimenti in que dei sensi destinati a ricevere coteste im-
modo che questo fine sia ottenuto pel loro pressioni ©a produrre siffatte sensazioni. Que-
mezzo. Dunque azione suppone di necessità sti sensi avranno dei rapporti colle altre, poi-

intelligenza e volontà ; dunque l azione al-


1
ché tutte le sensazioni si riuniscono più o
tra cosa non è che il complesso dei mezzi pei meno sotto svariati rapporti; ma essi ne de-
gitali si effettua la volontà ; nè esiste azione feriranno essenzialmente pel loro fine, che è
uve non siavi volontà. —» Dunque tutti i feno-
1
di comprovare l intima natura delle sostan-
meni organici sottomessi alla intelligenza, che ze, e in conseguenza di prevenire innesti er-
per essa si esercitano, ne sono diretti e coor- rori alla fìsica conservazione. Questi sensi do-
dinati, costituiscono delle azioni. vranno naturalmente trovarsi collocali nel eo-
Dietro siffatti principi!, chiamo vita di minciamento della seconda vista, e circondare
azione o vita attiva il complesso di tutti que- F esterna apertura per la quale devono intro-
sti fenomeni. Con ciò esprimo il più essen- dursi lesostanze.
ziale carattere, il più fondamentale di tale vi- A questi caratteri agevolmente si ricono-
ta, quello che dovunque si trova e senza cui scono P odorato e il gusto, sensi realmente
dessa non esiste. Ritengo adunque come esat- nutritivi, sia pel loro fine, sia per la natura
|

ta simile espressione e nel tempo stesso nobile dei loro fenomeni. —


In ciò consiste ii primo
e conveniente alla dignità dell uomo, e gli
1
ordine di funzioni presentatoci dalla seconda
ulteriori minuti ragguagli la porranno mag- vita, che pel loro uffizio essenziale le chiamo

giormente in luce. —
2 .° Acciocché si effettui- funzioni esploratrici. —
Due sorta di sostan-
; no i fenomeni della vita attiva, è d uopo che gli ze vengono introdotte dalla nutrizione, gli
,
organi ad essa inservienti sieno in unostato di alimenti e l'aria. Veruna viene impiegata nel-
perfetta integrità. Ora, cotesti organi, in virtù lo stato in cui dessa s’introduce, dovendo tut-

ì delle leggi che costituiscono, decompongon-


li
te sottostare ad una preliminare preparazio-

i
si, e si distruggerebbero in fine, se non venis- ne. Occorrono adunque degli organi destinali
sero incessantemente riparati da nuove so- a tale preparazione, organi mancanti nel ve-
stanze.— Le quali sostanze derivare devono getale, a cui le sostanze sono, sin dal primo
solo dal di fuori ; però fra quelle suscettive di momento, offerte nello stato convenevole. Sif-
1
1
essere introdotte, ve ne sono d inutili per tale fatti organi consistono nell apparecchio di-
gestivo e nell apparecchio respiratorio:
1
il pri-
riparazione ; ve ne sono altre che, lungi dal
! coadjuvarvi, darebbero mano a distruggere od mo è complicatissimo ; il secondo molto più
: a scompigliare l’organica economia. Èadunque semplice Le loro funzioni differiscono pel
.

! necessario che siffatte sostanze vengano eva- meccanismo, ma si riavvicinano sui punti
li minate e giudicate prima di essere introdot- principali; imperocché ambidue si esercitano
te. Vertere deve cotale giudizio sulla loro in- sopra sostanze destinate alla nutrizione. Am-
i tima natura, poiché non producono desse ef- bidue separano queste sostanze in due parti,
di cui una sola è impiegata, mentre
alila, 1
fetto utile o nocevole che decomponendosi.—
termi-
Le sostanze per organi-
riparazioni viene rigettata al di fuori. Ambidue
luche
utili
sono innumerevoli:
le
parecchie possono nano nella circolazione. — Ambidue
1 dunque
l i introdursi ad un tempo, il qual miscuglio ha le riavvicino sotto il nome comune e distinti-

degli avvantaggi. Per altro il chilo, unica so- vo difunzioni preparatrici.


Ricevuto che abbia il sangue le sostanze
li istanza nutritiva, deve essere estratto da una
ìG
Encicl. Med. £.*
1 22 CONSIDERAZIONI

preparate per la digestione, allorché acquistò, vello, e quindi <!e g li organi che ne dipendo-

nella porzione di aria ricevuta colle respira- no: verità sì luminosamente sviluppata, e da
zioni, il colore e le proprietà che gli appar- Bichat stabilita sopra esperienze sì positive,
tengono, la circolazione lo trasmette a tutti nella seconda parte delle sue Ricerche fisio-
gli organi, e quindi fornisce a diverse fun- logiche. Nè si può negare non esser la nutri-
zioni secondarie i loro materiali. La più im- zione assai più abbon laute, più s aggetta a
portante, quella per cui tutte le.altre si effet- variare nei muscoli di quello che nelle toni-
tuano, ed è P ultimo termine della seconda che membranose degù intestini, nel polmone,
vita, è la nutrizione immediata. Il nome di nei reni, c via dicendo, nè che la emaciazio-
funzioni nutritive riesce loro adattalo sotto ne o la grassezza non s’ attengano quasi uni-
tal punto di vista. —
Ma siccome il vocabolo camente alla vita attiva. — Ammesso però che
nutrizione racchiude un senso assai più este- rinnnziar si dovesse per assoluto a quest’ ul-

so, e può abbracciare tutto quello che tende, timo genere di prove, sarebbe ciò una ragio-
in modo lontano o prossimo, al rinnovamen- ne per rigettare le altre, e per riguardare qua-
to degli organi, io indicherò eziandio col no- le chimera un rapporto che dalla ragione
me collettivo di vita nutritiva il complesso stessa indicato ci viene ? Certo, no; e quan-
dei tre ultimi ordini di funzioni. —
Ho sup- to conchiuder si potrebbe, consiste in ciò che
posto che la seconda vita esistesse per la pri- non si conosce con esattezza il meccanismo di
ma, ed avesse il lavoro della nutrizione per esso rapporto Quanti fatti fisiologici incontra-
oggetto principale la riparazione degli organi medesimo!
stabili trovausi nel caso )

attivi. Però non è questa già una semplice Per tal guisa, servigio d intelligenza , ’

supposizione, un’ idea sistematica od un for- conservazione degli organi che fanno cotale
zato riaccostamento, ma sì bene una verità servigio, sono due grandi fini ai quali riportar
talmente riconosciuta e sentita dagli uomini si possono tutti fenomeni individuali delTuo-
i

tutti, che non avrebbe d’ uopo di prove. La rao vi vente, e caratteri fondamentali della di-
si esprime di continuo nel famigliare linguag- stinzione delle due vite. —
Comprendesi di

gio, allorché si dice, che mangiasi per rista- leggieri come necessario non fosse che la iu-
bilire le forze ; che prendonsi delle bibite telligenza e la volontà invigilassero immedia-
spiritose per accrescere queste stesse forze tamente tutti i fenomeni nutritivi : impe-
qualora si deve eseguire un lavoro più fa- rocché, i.° colali fenomeni si eseguiscono suc-
ticoso, e spesso per favorire il lavoro menta- cessivamente, e dipendono gli uni dagli altri.
le. L’ uomo riguarda sempre 1’ insieme delle Basta adunque che i primi sottomessi siano
funzioni nutritive come avente per iscopo la alla volontà, perchè tutti mediatamente ne di-
conservazione degli organi per mezzo dei pendano. Ora, la masticazione e la deglutizione
quali può egli eseguire la propria volontà. È sono volontarie ; la respirazione lo è in parte
fondato cotale sentimento, e se ne rinviene la pei suoi fenomeni meccanici. - —
2 .° I fenome-

naturalissima ragione nei principii da me fis- ni nutritivi eseguir si devono sempre in modo
sati. —
-Didatti, gli organi destinali al servigio uniforme, uno solo essendo il modo di nutri-
della intelligenza, essendo gli organi costituti- zione. Non occorreva adunque che fossero di-
vi dell’ uomo, essi soprattutto devono essere retti da una causa intelligente ognuno in par-
conservati acciocché 1’ uomo esista. Se il ser- ticolare. — 3.° La intelligenza va soggetta ad
vigio della intelligenza risulti il fine più no- infiniti errori solo in progresso poi ne avvie-
;

bile a cui possono gli organi venire impiega- ne il suo sviluppo e il suo perfezionamento
fi, P oggetto secondario il più mediante la esperienza, e di spesso le passioni
importante, è
la conservazione degli organi che fanno tale si oppongono a tale sviluppo. Ora, il minimo
servigio, 'lutto deve farsi per esso loro, come traviamento riescito sarebbe funesto per fe-
essi tutto fanno per l’essere pensante.' — nomeni che variar mai non devono avevano ;

adunque un rapporto necessario quello della essi ad effettuarsi ad ogni epoca della vita col-
seconda vita colla prima, naturale, dimostra- la stessa perfezione; ed era inconveniente che
to da irresistibile sentimento, e da ragiona- ad ogni istante alla voglia del più leggier ca-
mento più sorprendente. (

Nota. Confesso priccio, 1’ uomo distrugger potesse la propria
non poter essere dimostrato cotale rapporto esistenza.
sì compiutamente da prove fisiologiche diret- Sarebbe ormai tempo ch’io dessi fine a
te imperocché lutti gli organi abbisognano
; siffattepreliminari considerazioni, sviluppato
egualmente delle funzioni nutritive. 11 sangue avendo abbastanza il disegno di questo sag-
è necessario al cuore come al cervello la gio se non che mi rimane ad esporre alcune
;
;

glaudola componesi e deeomponesi senza posa osservazioni onde rettificarne le particolarità,


nel modo stesso del muscolo. — Infrattanto e prevenire certe obbiezioni. i.° Secondo i
negar non puossi che il primo effetto, l’effet- principii da me adottali, non sorprenderà
to principale e del continuo necessario della l’aver io rigettato i vocaboli vita animale e
«Hcolazìone, non sia lo eccitamento del cer- vita organica , adoperali da Bichat, siccom»
GENERALI
quelliche convenir non mi poteano, avvegna- nico nei fenomeni delle sensazioni, del movi-
ché io riguardo 1’ nomo solo e indipendente- mento, della voce. Ma, certamente, non vi com-
mente da qualunque paragone. Laonde, po- prendevano le funzioni intellettuali sotto il
tendo accadere che taluni in ciò solo vedesse- nome di funzioni cerebrali ; diceva giànon si
ro un intrigo di sistema, devo provare che le che il cervello percepisce , riflette , vuole , e
voci animale ed organica sono essenzialmen- via dicendo ributtanti espressioni con le qua-
:

te viziose. —
Per sapere se una denominazio- li l’insensato autore del Sistema della Natu-

ne sia giusta, di buona scelta, fa d' uopo chie- ra volle stabilire una dottrina la cui assurdità
der a sè medesimi, quello che vuoisi esprime- arrossir fece fino i suoi stessi seguaci. — (No-

re; 2 .° lo si esprime poi con la voce impiegata? la. Nulla di più opposto ai sentimenti di Bi-
3.° questa voce non ha forse dessa fra la colta chat di questa dottrina di cui qui favello, e
società una fissata accettazione? Se la cosa — si potè di leggieri convincersene nei suoi corsi

non è bene convenuta, o se sia mal espressa, o di fisiologia, dove riconosce formalmente esse-
se nella società si applichi ad un vocabolo un re il cervello all’ anima ciò che i sensi sono al
senso diverso, allora devesi rintracciarne un cervello. Ma
da ultimo le espressioni ch’io di-
altro. — Dietro tali principii, io esamino i pingo dicono per assoluto il contrario, e colo-
termini di Bichat. —
V uol egli esprimere, dice, ro che incessantemente la intendono dureran-
l’ordine delle funzioni che sono esclusivamen- no sempre fatica a persuadersi che prese sie-
te proprie all' animale, e di cui il vegetale è no in senso figurato. Come mai d’ altronde
privo. Ora, il termine più semplici è vita ani- può dirsi figura quella che esprime diametral-
male. Ciò sembra dibatto semplicissimo ma ;
mente 1’ opposto della verità ? Ned è già per-
non dimentichiamo che, per funzioni proprie messo in oggetti di sì alta importanza l’essere
alV animale, intende egli tutto ciò che appar-
1
inesatto nei termini. )
— Agevole poi è il sen-
tiene all uomo, cui non distingue per nulla tire la eccessiva inconvenienza dell’ espressio-
dagli animali. Ora, scorgo in siffatto ordine ne vita animale ponendosi a ripartiiamente
di funzioni tutti i fenomeni intellettuali ; vi esaminarla. Chi non rimarrà offeso, verbi gra-
ritrovo la parola, il gesto, espressione e prova zia, intendendo dire quando la ragione vinca
di tali fenomeni, i quali non appartengono le passioni, la vita animale riprendere allo-
affitto all animale, ma costituiscono in essen-
1
ra il suo impero ; la meditazione , la ri-
tial modo la intelligenza umana. Ned è già flessione, il raziocinio , tutto ciò che ap-
come animale che uomo ne gode, sì bene
1’ partiene in una parola alla connessione
, ,

come essere intelligente, libero e sociale. Sif- delle idee , divenire proprietà della vita ani-
fatti fenomeni non risultano adunque espres- male ; per questa appunto mostrarsi V uo-
si. — Vuoisi forse significare, colle parole vi- mo sì grande , sì superiore ad ogni altro
ta animale quanto interamente appartiene essere che lo circonda ; per essa sola es-
all’ animale ? Certo, no; imperocché tale e- sersi fatto dotto nelle scienze, nelle arti ,
spressione si riduce ai fenomeni dei sensi, del- e via dicendo . intanto nella frase
Osservisi
la voce e della locomozione ed io osservo un;
seguente, esser stata tale la contraddizione, che
ordine di funzioni che solo si scorge nell’ani- convenne cangiar il vocabolo. La industria ,
male, del tutto qui dimenticato, cioè a dire il commercio, quanto mai havvi dì bello ,
ladigestione e la respirazione. Ambedue di- tutto ciò che allarga V angusto circolo in
stinguono, in modo ben chiaro, l animale dal 1
cui rimangono gli animali, tutto questo è
vegetale, poseiachè servono desse a prepara- V appannaggio della vita esteriore. Sì —
re il nutrimento che il vegetale ritrova intie- dirà forse, vita animale essere un termine
ramente preparato nel seno della terra. Sono tecnico da non doversi usare nel familiar lin-
adunque realmente animali nel senso rigo- guaggio, nè tampoco negli scritti morali o
roso di Bichat. —
- Infine, il termine vita aiti - metafisici? Bispondo tantosto, i termini scien-
male non è già nuovo ; da molto lo s’impie- tifici dover esser io tutto e per tutto chiari,
ga, e nella in società e negli scritti scientifici ,
intelligibili, scolpabili agli occhi di qua-
e quindi sua accettazione è stabili ta. In mo-
la lunque che chieder ne volesse la spiegazione.
rale, serve ad esprimere le inclinazioni che —

D’ altronde, se ciascuno avesse il dritto di
deturpano l’uomo, e all’animale lo simigliano. cangiare a proprio talento il senso convenuto
Nel qual senso Buffon, parlaudo dello stato di una espressione, fra poco più non c’ inten-
de! sordo-muto di Sciartre, prima che rico- deremmo, imperciocché dar si potrebbe l’idea
vrati avesse l’udito e la parola, dice: Ei stra- di luce colla voce tenebre, e quella di mate -
scinava una vita puramente animale. In ria col vocabolo spirito, e cose analoghe. —
metafisica, serve ad esprimere la parte mate- Dicendo vita organica, esprimer si volle or- 1

riale dei fenomeni dell’uomo vivente, e a for- dine delle funzioni che non sono proprie del-
mare un contrasto colla vita intellettuale od 1’ animale solamente, ma ben anche del vege-

effettiva. In fisiologia, funzioni animali si- tale, per le quali 1’ organizzazione è la sola
gnificavano altra volta quanto bay vi di orga- condizione necessaria, e distinguono gli esseri
12/f CONSIDERAZIONI
organizzali dai corpi inorganici. Ma orga- — soccorrer la natura ... bisogna lasciar ope-
nico npn esprime del tutto la prima idea, ed rar la natura ...., e via dicendo. — Quest’ul-
esprime incompiutamente la seconda. Non timo senso è il più esteso di cui sia suscettivo
havvi alcuna cosa, nella economia animale o il vocabolo natura. Più oltre non compete
vegetabile, che non supponga degli organi, e l’allungarsi senza far oltraggio alla ragione;
che nomarsi non possa organica. Vuoisi forse ed è assurdità , dice De Bonald, io aver costi-
dire passarsi tutto immediatamente nell’orga- tuito la natura quale legislatrice deW uni-
no , nè esservi centro comune ai fenomeni, verso, mentre dessa n’è soltanto la legisla-
come uno ve n’ha nella vita attiva? Siffatto zione. —
(Nota. Del Divorzio considerato nel
senso non è racchiuso affatto nella espressio- secolo decimottavo, ec. pag. 58. Vedi inoltre,
ne. — Un fisiologo più moderno di Bichat, sul vocabolo natura , il Saggio analitico sul-
riflettendo sulla divisione da quest’ ultimo le leggi naturali dell ordine sociale , dello
data, sentì parte di queste verità; e, senza stesso autore. —
• Siffatte due o pere formeran-
mutar la divisione, che al contrario affrettossi no sempre la ammirazione di coloro i quali ,
di adottare, cangiò le espressioni, o piuttosto dotali di cuore sensibile ed amanti del vero,
non che surrogare a funzioni animali ,
fece sapranno valutare la forza e la nobiltà dei
funzioni esteriori o relatice prima denomi- ,
pensieri, la sodezza dei raziocinii e la purità
nazione adoprata dal Bichat nei suoi corsi fi- dello stile. Non parlo già di quegli che leg-
siologici ;
e, a funzioni organiche funzioni
,
gono superficialmente, o che per la loro se-
assimilatrici o digestive. Sono migliori co- verità e ristrettezza di giudicare incerti sem-
tali espressioni, ma tuttavia inesatte; il vocabo- pre si mostrano nelfapprovare, e tengono pur
lo esteriori è speciosissimo, nè dà idea dei anco a gloria di dubitare in mezzo alla più
rapporti di cui vuoisi favellare relativo non ;
chiara evidenza. Leggeran costoro senza ve-
può, in francese, adoprarsi assolutamente, e run interesse le dette opere imperocché qual ;

quindi deve di necessità dirsi, relativo a qual- sarebbe mai lo scritto che interessar li potria?)
che cosa, od almeno sottointenderlo. In — — Dietro colali principii io ragiono, e dico :

quanto ad assimilatrici esprime sì questo, se la natura è V insieme delle leggi costitu-


vocabolo uno dei fini principali della seconda tive e conservatrici degli esseri gli esseri non ,

vita però la decomposizione non vi è dinota-


; risultano naturali, vale a dire conformi alla lo-
ta. Esempli grazia, dir non puossi, essere la se- ro natura, se non quando siano sorretti per-
crezione urinaria una funzione assimilatrice ,
fettamente secondo siffatte leggi ; lo stato più
non pù dell’ assorbimento organico. Si è dig- naturale di questi esseri è quello in cui dette
già convenuti da molto intorno il senso del leggivengono appuntino eseguite. Adunque, —
vocabolo digestivo nè vien desso applicato
; natura e perfezione stato naturale e stato
,

che alle funzioni per le quali vengono prepa- perfetto sono essenzialmente sinonimi. Non —
rate ed in una sola cosa convertite le sostanze trovandosi un essere per anco giunto a tale
alimentari. E lo stesso adunque che voler ri- stato regolare di armonia colle sue leggi co-
muoverlo dalla sua stabilita accettazione, col stitutive e conservatrici, non è desso ancora
racchiudervi la circolazione , le secrezioni, pervenuto al suo stato naturale, vale a dire,
ed altre simili cose. 2. 0 Favellando dell’ uo- non è desso per anco costituito come esser lo
mo, mel raffigurai sempre nello stato sociale, deve, non ha ancora tutti i mezzi di conser-
cui dissi suo stato naturale. Moltissimi
il vazione che gli occorrono. Se tende a giun-
prendono voce natura in una accettazione
la gervi, tende ad acquistare il suo stato natura-
assai diversa, per essa intendendo lo stato bru- le;
e fin allora trovasi in istato nativo , im-
to, selvaggio, T opposto d 1 incivilimento ma perfetto, nel quale rimanendo sussister non
;

se in ciò havvi errore, ardisco dire esser des- potrebbe. L’uomo è essenzialmente intelligen-
so dal loro lato, e non già dal mio, e poche te, e la sua intelligenza è di necessità servita
riflessioni bastano per convincersene. Spesso — da fenomeni organici sono queste le leggi sue
:

per natura vuoisi esprimere l’ insieme degli costitutive, la sua natura. — Laonde, se non
esseri che compongono l’universo, e cotale ac- è in lui sviluppata la intelligenza, e non viene
cettazione niente ha di ragionevole. Se non — a dovere servita dai fenomeni organici, 1’ uo-
che ancor più Spesso per natura intendesi lo mo non risulterà affatto conforme alla pro-
insieme delle leggi costitutive e conservatrici pria natura nè sarà naturale
,
poiché non ,

di siffatti esseri. Nel qual senso appunto vuol costituito com esser lo deve.
1
Laonde, quan- —
favellare il fisiologo qualor si vanti egli di to maggiormente sviluppata sarà la intelligen-
studiare la sola natura in questo senso pu- za, più gli organi atti saranno a servirla più ,

re vuol esprimersi il medico, nel definire la 1’ uomo risulterà naturale conseguenza evi- :

malattia Uno sfòrzo della natura tendente


:
dente a cui non si può per assoluto ^sfuggire.
ad espellere una causa che la turba ; e nel —L 1
uomo presso cui si sviluppino la intelli-
ripetere di continuo, non son io che gua- genza e gli organi tende adunque a divenire
risco ma sì bene la natura .... Fa d' uopo
, ogni giorno più naturale ; e la sua natura, sì
GENERALI 12.»

nei fisico clic nel morale, altro non è che la examina non fingendomi n favorum causa
perfezione , nomata (là Quintiliano con tanta congregantur ; sed curri congregabilia na-
aggiustatezza: Idquod natura hominis sum- tura sint, fingunt favos ; sic homines ac ,

mit in habet. ( Institut. orat ., lib. 12 cap. 1. ) multo etiam magis natura congregati,

,
,

Osservisi ora l’uomo selvaggio nel senso adhibent agendi cogitandic/ue solertiam.
rigoroso, vale a dire, come il fanciullo rinve- (
C/c., de Officiis lib. 1 cap.
, 44
,
compara-
)
:

nuto nelle foreste della Lituania, o, se vuoisi, zione piena di verità, in cui la sociabilità del-
come 1
selvaggio dell Aveyron, e lo si para-
il 1"uomo viene espressa con altrettanta energia
goni ad uno degli uomini meglio perfeziona- da quelle parole, homines ... natura congre-
ti, come Bossuet, Leibnizio ed altri; facciasi gati nel tempo stesso che viene egli distinto
,

1’ applicazione dei principii, e si giudichi a dai suoi attributi essenziali e caratteristici, il


piacere quale dei due meriti più giustamente pensiero e 1’ azione. —
-Un criterio giusto e
il nome di uomo naturale , quale di tali due ragionevole agevolmente si convincerà là solo
stati possasi più a ragione appellarsi stato di racchiudersi i veri ed unici principii, tanto
natura. (

Nota. Quelli che chiamansi sel- più osservando le continue contraddizioni di
vaggi, al Canada ed altrove, lo sono impro- coloro che adottar non li vogliono. Eterne
priamente ; conciossiachè vivono tutti a un declamazioni si riscontrano contro lo stalo
dipresso in società, hanno un linguaggio, del- sociale in certi scritti in cui poi prodigalizzati
le leggi, una religione. Tutto ciò è imperfet- sono più pomposi elogi alle dotte società
i

to, mal fissato, crudele o assurdo, ma evvi pur alle quali si è addetti. Quel tale, cui, in un
anco molta distanza dallo stalo dell’ animale. capitolo, snella allo stato selvaggio, e dispiega
Allorché tratterò adunque dello stalo selvag- ogni mezzo oratorio onde provarci che la so-
gio, cotesti uomini non vi entreranno per nul- cietà degenerar ci fece, ed esser somma disav-
la.) — Ora, in qual modo sviluppasi la intel- ventura il non poter noi ritornare nei boschi;
ligenza ? In qual modo pervengono feno-i quello stesso, nel seguente capitolo, si disten-
meni organici che la servano a riempire sif- derà in lunghi ragionamenti, per provare che
fatto uffizio in tutta la sua estensione ? In qual i lavori utili alla felicità degli uomini devonsi
modo acquista 1’ uomo i mezzi di conservazio- in principal modo alle accademie; ed aggiun-
ne che gli sono necessa ri ? Come mai siffatto gendo la ingratitudine alle contraddizioni,
essere, solo sì stupido e debole, perviene a si- impiegherà, per dilaniare la società, i talenti
gnoreggiare i più forti esseri, a vincere ogni che da essa sola apparò simile a Rousseau , :

sorta di ostacoli, a riunire le più vaste cogni- che inveisce contro la eloquenza con uno dei
zioni? forse non è ciò nella sola società ; e più eloquenti discorsi che si conoscano. Es- —
per mezzo di essa ? — Laonde, la società, è sendo generali i principii da me esposti sulla vo-
1’ unico stato in cui possa 1’ uomo costituirsi ce natura vanno applicati non solamente agli
,

come esser deve, il solo in cui tende a perfe- oggetti scientifici, ma sì bene anche ai metodi
zionarsi, il solo mezzo che gli è dato per ar- scientifici; necessaria conseguenza , posciachè
rivarvi. Laonde, stato sociale stato ,
natu- ogni metodo deve esser fondalo sui caratteri
1
rale^ sono, riguardo al! uomo, termini per- distintivi degli oggetti che si studiano. 11 ineto-
fettamente identici. — Per tal guisa io non do più naturale sarà adunque quello in cui
dirò già con certi fisiologi La parola non è questi caratteri distintivi risulteranno scelti,
:

affatto naturale all'uomo , imperocché dalla in modo migliore, presentali più adequata-
società ei la riceve dirò bene, con Haller: Na- mente, in cui colto si avrà con più precisione
turale est Uomini loqui: è dell’uomo, naturale 1’ ordine nel quale siffatti caratteri .esistono.
il parlare; e quindi conchiuderò, l’uomo fuori Per tal guisa, in fisiologia, la divisione più na-
della società, esser fuori della propria natura. turale delle funzioni sarà di necessità la più

— Non aggiungerò già: Noi snaturiamo ogni perfetta, nel modo stesso che lo stato più na-
cosa nella società ; sì bene Fuori della so- turale della vita è quello in cui tutte le fun-
:

cietà non rinveniamo in noiniun che di na- zioni risultano eserciate con più perfezione»
.
,

fwra/e.-Finalmente non supporrò abbiano pre- Le quali cose mi conducono ad alcune


so gli uomini, primitivamente selvaggi, in vir- riflessioni sul vocabolo vita che tanto affali-^ ,

tù di mature riflessioni, il partito di riunirsi ca i fisiologi nel definirla. —


Rintracciasi dap-
per cambiare in meglio il primitivo loro stalo; prima siffatta definizione perdendosi in astrat-
ma dirò coll’oratore romano: « Nel modo te considerazioni, e da ultimo, disperando di
v) stesso che le api non si riuniscono in isciami riescirvi, si pone sul negare , e dicesi La :

il colla sola mira di formare i loro favi , ma vita è il complesso delle funzioni che op-
•>»
fanno questi favi perciocché naturalmente pongonsi alla morte ; il che presenta la mor-
” devono stare riunite ;
nel modo stesso , e te quale stato positivo di cui la vita non n’
” ben più a ragione, gli uomini riuniti in so- che la privazione idea falsa, poiché morire
:

« cietà per naturale im pulso mettono in co- significa, in tutte le lingue, cessare di vivere ,
5 » raune le azioni e i pensieri loro n Ut apum $ quindi, la pretesa definizione si riduce ai
1 36 considerazioni

seguente circolo vizioso: ha vita è il complesso


1
ché insensibile quella dell osso, nell’ offrire
;

delle funzioni che resìstono alla mancan- Certa solidità ohe una data quantità di sostan-
za di vita. —
Conveniamo qui nella varità. za calcare
1
può solo dargli; quella del musco-
Vale il vocabolo vita per gli esseri organizza- lo, penetrato da moltissimi vasi
nell essere
ti, quanto quello di esistenza pegli esseri in sanguigni, e dotato di notabilissima contratti-
generale, perciocché la vita è il modo di esi- lità, ma sommessa alla influenza della volon-
stenza degli esseri organizzali. Non puossi poi tà, e via dicendo. Nel qual caso più non —
definir esistenza quantunque se ne com-
la ,
chiamo incremento di energia vitale, o au-
1
pì enda l idea nè meglio si definirà mai la
;
mento di vita, lo stato della cartilagine dive-
1
vita, benché ognuno intenda quando pronun- nuta sensibile, lo stato dell osso in cui te cir-
ciasi tale vocabolo. L idea che racchiude è
1
colazione riesce attivissima, e la sostanza cal-
anteriore a quanto mai si può dirne; quindi, carea poco copiosa, lo stato del muscolo che
sia che si osservino ripartitamente le funzioni si contrae contro la propria volontà. In una
vitali, sia pure che, riducendole collettiva- parola, più non iscorgo vita dove più non
mente ai due grandi fenomeni di composizio- veggo conservazione ; e meno vita rinven-
ne e di decomposizione, prestisi unicamente go per ogni dove la conservazione mo-
la propria attenzione su tale rinnovamento strasi meno assodata. Mi si apporrà forse —
organico continuo, sempre i fenomeni collet- 10 stalo dell’ osso fratturato, e dirassi che i
tivi, non meno degli individuali, supporran- bottoncini vascolari e cellulosi nascenti sui
no uno stato diggià esistente, che li fa nasce- due suoi frammenti suppongono una circola-
re e cui essi tendono a conservare. Le dispu- zione più attiva che sono essi non pertanto
;

te penose di alcuni fisiologi intorno simile necessari alla consolidazione ; che, in conse-
stato, preso in sè stesso, possonsi adunque pa- guenza, l’osso gode, in questo luogo, del gra-
ragonare alle futili dissertazioni di molti me- do che gli conviene
di vita il che sembra :

tafìsici sulTevi-ere in generale ; e siccome la contraddire il mio asserto. Ciò per altro —
sana metafisica si contenta oggigiorno di spie- sarebbe coglier male il principio da cui io
gare V essere pensante coll essere parlante prescindei. Riguardai gli organi nello stato di
(Vedi la bella dissertazione che compie V Essai sanità, e non in quello di malattia ciò che :

analytique sur les lois naturelle de V ordre molto differisce nel modo di valutare il «rado
social ), la sana fisiologia limitar si deve a di vita che loro conviene. Nello stato sano,
spiegare il corpo vivente mediante il corpo gli organi tendono ad adempiere le loro fun-
conservato . Ambidue addivengono allora zioni nello stato malato, tendono essi a ri-
;

scienze reali, e non brillanti finzioni ,


come stabilirsi in sanità non più eguali risultano

;

vennero tutte e due di ciò tacciate. Essendo le circostanze, e molto differire devono fra
supposto adunque lo stato di vita, ha quindi loro i fenomeni. Applichiamo ciò all’ osso. —
la fisiologia per oggetto di per via
studiare L’ osso è naturalmente destinato a sostenere
di quali mezzi viene conservato. La quale con- le parti molli al qual fine esso esiste e tende
;

servazione non effettuasi se non in virtù di nello stato di sanità. Tutti i fenomeni che in
certe funzioni esercitate mercè di alcuni or- esso avvengono devono essere proporzionati e
gani, e sarà altrettanto più assodata , quanto diretti all’ adempimento di siffatto fine, e die-
meglio questi organi costituiti saranno, e siffat- tro appunto cosiffatte regole va calcolato il
te funzioni meglio adempite sarà dessa per-
: grado di vita di cui esso gode. Ma l’osso,
fetta quando tali organi avranno una costitu- fratturato che sia, incapace di sostenere le par-
zione alta a riempiere le loro funzioni come ti molli, tende a riunirsi, vale dire, a ricu-
esser lo devono. V’ avrà adunque allora il me- perare lo stato di sanità che avea perduto. E
1
glio assodato stato di vita, o, per parlare con 1 unico fine questo per cui attualmente esiste.
più concisi termini, la più energica vita. Se — Tutti i fenomeni che accadono nel suo inter-
la energia vitale di ciascun organo consiste no devono adunque esser diretti e proporzio-
essenzialmente nell’altitudine che ha ad adem- nati per questo fine. Adunque dietro siffatto
piere le funzioni che gli appartengono, le mi- nuovo fine si deve giudicare, ed i fenomeni, e
sure di tale energia deve di necessità venir in conseguenza il grado di vita che conviene
presa per ciascuno nella natura di siffatte fun- all
1
osso. — Scorgesi quindi non esser il prin-
zioni, e nei gradi di detta attitudine Allor- . cipio di vita che cangia, bensì le circostanze, è
ché cotali due cose saranno in perfetto rap- la fine dei fenomeni organici. Nel primo caso,
porto, Porgano goderà della più energica vi- occorrerebbe poca circolazione, acciocché la
ta ; fin tanto che non avverrà cosiffatto rap- solidità predominar dovesse nell’organo; nel
1
porto, o qualor sarà cessato, non avrà l or- secondo, poco abbisogna di circolazione, per-
gano che una vita imperfetta o affievolita. ciocché si tratta di formare una cicatrice. Ma
1
Per tal guisa, la energia vitale della cartilagi- in ambidue energia vitale dell osso
i casi, la
ne consiste nell’avere, non vasi sanguigni, ma 1
dev essere valutata secondo il fine naturale a
1
un tessuto gelatinoso, sodo, elastico, presso- cui tende quest organo, e per cui esso esiste:
generali
il principio adunque esiste interamente. T meglio provvedute di solida sostanza, offrono
Seguiamo ancora siffatto principio, applichia- la conformazione e la struttura più conve-
molo a fatti più generali e tentiamo, sulle sue niente pel meccanismo dei movimenti e pel
tracce, di stabilire le nostre idee intorno tale sostegno delle parli molli. La pelle, meno
proposito. perspirabile, è maggiormente messa a con-
Considerando 1’ uomo comparativamente tatto dei miasmi contagiosi finalmente, l’or- ;

nei tre principali periodi della sua esistenza, dine tutto intero delle funzioni generatrici ,
a qual epoca puossi dire ch’egli goda delta più dapprima nullo, risulta allora nel più alto
energica vita o più abbondante? Qui, d’or- grado di attività. Forse non è in ciò che con-
dinario, paragonasi insieme due grandi mo- i siste la vita più compiuta, meglio assodala,
vimenti di composizione e di decomposizione più abbondante ?
organiche. Rinviensi soprabbondanza di vita Nel vecchio ricompare la fievolezza tiel-
1
nell infanzia, predominando allora il movi- F infanzia, la quale inoltre va unita al decre-
mento di composizione; moderala nell’adul- scimento progressivo carattere proprio di
:

to, trovandosi epoca questi due movi-


a tal questa età, come 1’ accrescimento lo era della
menti in equilibrio; debole nel vecchio pre- ,
prima. In guisa che gli organi gastrici elaborare
dominandovi movi rilento di decom-
in esso il più non possono qualunque sorta di alimenti,
posizione. Per tal guisa non giudicasi del
,
ed anco lentamente digeriscono quelli che
grado di vita se non dalla quantità del movi- loro è dato di sopportare. Il grasso diminuì
mento che si opera negli organi, anziché giu- nel tempo stesso che i muscoli perdettero la
dicarne dalla forza di conservazione di cui grossezza e la forza loro, debole riescendo la
essi godono. Evvi in ciò, mi sembra, un er- nutrizione. L’organo cutaneo, fitto e raggrin-
rore massiccio, poiché vita e conservazione zato, per così dire, non ha pressoché più di
esprimono per noi la stessa cosa. Accordan- — facoltà assorbente, e ad un tempo più servire
domi ciò, si dovrà allora convenire non esser non può di emuntorio ai fluidi già divenuti
la vita energica od abbondante se non quando estranei. Meno attiva è la circolazione e meno
la vita è bastantemente assodala ed ecco in estesa. Le ossa sopraccaricale di sostanza cal-
qual modo io ragionerei. —
Nella infanzia,
;

care, addivengono più fragili di quello che


1’ uomo disposto per P accrescimento nel mo- nell’ adulto, meno
consolidatoli che presso il
do più iavorevole. è nel tempo stesso più espo- fanciullo; la stessa esterna loro disposizione,
sto che mai airli effetti delle cause di distra- poco favorevole al meccanismo dei movimen-
zione. Pronta risulta la digestione, ma lo sto- ti e della quiete, abbisognano di sostegni arti-

maco sopportare non può che certi cibi ;


l’as- ficiali pel peso del corpo, e via dicendo. In
sorbimento è attivissimo, ma le glandole lin- una parola, gli organi diminuirono d’attitu-
fatiche s*' ingorgano al maggior segno; più di- dine per l’esercizio delle loro funzioni: la
stinta riesce l’esalazione adiposa della nutri- conservazione è adunque meno assodata, la
zione propriamente detta, e la tenuità dei mu- energia vitale ha dunque diminuito. —- Rie-
scoli sta in diretto rapporto col volume del pilogo quindi, e dico: —
Nella infanzia tutte
sistema cellulare ; la circolazione fassi estesa- le forze, dirette verso l’accrescimento, ven-
mente, ma gli ossi, abbondanti in vasi, sprov- gono stornate in parte dalla funzione conser-
visti di bastevole quantità di sostanza calca- vatrice e gli organi intenti a svilupparsi, ri-
;

le, s’ incurvano facilmente, e sono sì poco sultano deboli, perciocché lo sviluppo non per
1
disposti, per attuale conformazione, a sor-
l anco è giunto al fine in guisa che veruno di
;

reggere il peso del corpo, che il fanciullo ab- essi non è ancora costituito nel modo più
bisogna sempre di essere sostenuto, e via di- favorevole alle funzióni che deve esercitare.
cendo. lo lo chiedo: se ne sta ivi forse lo sta- Lo stato della vita è adunque debole perche
to più assodato di vita, ed esiste {urgenza imperfetto. —
Nell’ età adulta, 1’ accrescimen-
vitale ad un’ epoca in cui vediamo perire la to viene compiuto le forze organiche ten-
;

metà degli individui ? Mano a mano che il dono interamente alla conservazione, ed ogni
fanciullo cresce, acquistano progressivamente organo è costituito nel modo più idoneo ad
gli organi la struttura e la forza che sono loro adempiere perfettamente la funzione che gl»
proprie. All’ ultimo termine dell’ adolescenza appartiene. Lo stalo della vita è adunque vi-
o all’ incominciare della virilità pervengono goroso, perfetto, abbondante. Nella vec- —
quindi al loro stalo più naturale e più per- chiezza, sopravviene il decrescimento, le for-
fetto. Allora la digestione, meno rapida, eser- ze organiche diminuirono e meno assicura- ,

citasiindifferentemente sopra tutte le sostan- ta risulta la conservazione, perciocché ciascun


ze assimilabili 1’ assorbimento,
;
meno attivo, organo cessa d'essere costituito in modo
eiìèttuasi con maggior sicurezza il grasso di- ; convenevole ad adempiere la funzione che gli
minuì, ma i muscoli acquistato hanno l’intero è propria. Lo stato della vita adunque è de-
loro volume e tutto il vigore di cui sono capa- bole, perchè decaduto dalla sua perfezione. —
ci. Le ossa, meno spuugose, meno vascolari Mi ai condonino qui le moltissime leggier#
,
1 28 CONSIDERAZIONI

obbiezioni, fondate sulla difficoltà di deter- genza vitale nel fanciullo eminentemente va-
minare la precisa epoca alla quale 1’ accresci- scoloso, sono forzati di spiegare la diminuzio-
1
mento termina, quella alia quale incomincia ne di vita nel vecchio coll otturazione pro-
il decrescimento; nè mi si dica già che ciascun gressiva dei vasi e la solidificazione di tutte le
periodo della vita ha
sue proprie malattie, le parti.Avvi in tale idea della verità, poiché in
le quali, allora più funeste, in altri periodi lo fatto, nel vecchio, la pelle è meno malleabile,
sarebbero meno; avvenire in fine in poehi più rigidi sono i muscoli, parecchie cartilagi-
uomini che tutte le funzioni risultino ad un ni, ed anco alcune altre parli spesso addiven-
ierapo stesso egualmente perfette nel loro gono ossee. Ma partire da tai fatti per conclude-
esercizio, e via dicendo ;
imperocché, i.° non re, come talvolta si fa, che colui il quale per-
trattasi già di circonscrivere le tre età della verrebbead estrema vecchiezza diverrebbe af-
v ita, in limiti rigorosi, ma sì di sapere se sonvi fatto osseo, e da ultimo morrebbe nello stato
sono distinte, se evi*
tre età in essa vita, se esse medesimo in cui la favola ci rappresenta i sol-
denti risultino propri loro caratteri. Ora, tutto
i dati di Fineo, è ciò certo spingere le indu-
1
l universo, secoli tutti in ciò s’ accordano.
i zioni troppo da lungi, generalizzare a torto un

'

2.
0
Non si tratta già di sapere se la tale solo fenomeno, ed anco contraddire la espe-
malattia in particolare risulti più pericolosa rienza. Apresi tutto giorno corpi di vecchi nei
1
ad un epoca della vita, di quello che in una quali le cartilagini delle coste non sono per
altra, ma sì se le malattie in generale vengo- nulla ossificate, quantunque tali cartilagini
no meglio sopportate e più facilmente guari- dimostrino tendenza all ossificarsi fin datiteli
1

te nella media età. Ora, alcuno non può negar- adulta. Gitasi un vecchio morto a centocin-
quantunque la peripneumonia sia un mor-
lo, e quanta anni , nel quale siffatta ossificazione
bo più proprio dell età adulta che ad ogni 1
delle cartilagini costali non venne osserva-
altra, laesperienza tutto giorno ci fa instrutti ta.Forse si dovrà perdersi nella supposizione
che 1’ adulto la scappa netta più agevolmente di una longevità indefinita per trovare da ul-
del fanciullo o del vecchio nè alcuni fatti in ; timo nomo ossefatto ? Io ritengo che tutta-
l
1

contrario basterebbero a distruggere un ge- via non sarebbesi più avventurosi, e che la
nerale principio. —
3.° Perchè pochi sono gli morte senile, più facile fuor di dubbio per- ,

uomini in cui ritroviusi tutte le funzioni ad chè minore è la forza di conservazione, non
un medesimo grado d integrità, non perciò 1
lascierà mai gli organi in tale stato da poterne
ne consegue che la perfetta sanità sia una chi- conchiudere la assoluta impossibilità di una
mera; solo risulterà dessa rara. La integrità di vita maggiormente lunga.
non è meno nell ordine na-
1
tutte le funzioni Darò fine a siffatte considerazioni gene-
turale, e<l appunto dietro tal ordine naturale rali con alcune riflessioni sur una delle dispu-
va ragionato in fisiologia, senza di che riesce te più importanti
più agitate in fisiologia ,
e
1
malagevole lo intendersi.— (Nota. Dire estere quella cioè della influenza dell abitudine. Ef-
la sanità pura ipotesi, perchè non si conosco- fettuasi singolarmente cotale influenza sui fe-
no uomini perfettamente sani, è un ragionare nomeni della vita attiva, e là appunto la si
a un dipresso come coloro che sostengono non deve osservare.
1
Si disse che— abitudine, l
1

esistere virtù di sorta, per ciò solo che non perfezionando l intelletto, rendeva ottuso il
conosconsi uomini perfettamente virtuosi. La sentimento faceva indifferenti tutte le sensa-
;
1
sanità è ordine applicato ai fenomeni della
I zioni che dapprima state erano o piacevoli o
organizzazione, come la virtù è il solo ordine penose e per iscansare una obbiezione che
,

applicato alle azioni morali. Ora, come il si da sè stessa presentata si sarebbe, ebbesi cara
disse da molto tempo, l’ordine è la legge su- di qui distinguere il piacere ed il dolore in
1
periore dell universo, la quale esiste qualora relativi ed assoluti, ed osservare che il piace-
pare non viene osservata. Dietro essa puossi re ed il dolore relativi erano i soli sui quali
lener discorso, anzi non si può ragionare che l’abitudine potesse influire. Tutto ciò è —
secondo essa, dovendosi fare ogni sforzo per vero preso in certo senso; innumerevoli esem-
tutto ad essa condurre. Per la qual cosa, quando pi lo provano, nè havvi alcuno che convincer-
non neppure un solo uomo virtuoso ,
fossevi si non possa mercè della propria esperienza.
il moralista non sarebbe perciò meno fondato — Ma ciò che risalta egualmente certo, ed al-

ad esortare gli uomini alla virtù ed anco, , meno con solidità provato dai fatti, si è esse-
quando tutti gli uomini fossero ammalati, il 1
re l abitudine, di tutti i legami, quello che
medico non si mostrerebbe meno ragionevole attacca con più tenacità gli uomini alle cose
a travagliare per ristabilire la loro sanità. stesse, quello che essi spezzano più difficilmente
— Coloro che non distinguono la forza di ac-
)

e con maggior fatica. Dicesi tutto giorno nel lin-


crescimento da quella di conservazione, ma guaggio famigliare, che si è schiavo dell' abi-
che veggono sempre il forte della vita laddove tudine, essere V abitudine una seconda na t i-
più ritrovatasi di vasi e di fluidi in movimen- ra; nulla riescir più disgustoso quanto can -
to, costoro, dico, dopo aver ammesso la tur- giare le proprie antiche abitudini ec. ,
Nel qual caso, quanti esempi citai' non colari quasi sempre cagionale dal dismettere
polrebbersi, sia al morale, come al tisico! L a- da ufna abitudine fisica contratta da mollo
bitudine di vedere, d’intendere le stesse cose, tempo. —
È chiaro che sitfatti due effetti na-
talmente ci affeziona, che spesso critichiamo turali del rapporto in cui noi ci troviamo co-

ton amarezza tutto ciò che novellamente ve- gli oggetti esterni sono in ragione inversa l’u-

diamo o intendiamo. 11 giardino più ameno, no dell’ altro , imperocché la impressione ri-
non ha di spesso attrattive per colui che si è sulta tanto più viva, quanto più nuovo e il

accostumato a passeggiare in uno solo da pa- contatto, e V analogia più tenace quanto pii»
recchi anni per disprezzarlo, lo paragona
e
antico è il rapporto. La impressione si affie-
;

di continuo con quello che in altro tempo Ire- volisce col tempo, ed annullasi infine a forza

quentava. La musica più armoniosa sembrerà di essere ripetuta. La analogia tra gli oggetti

sprovvista di gusto, forse anco di accordo, al esterni e la nostra organizzazione non esisto
vecchio che con diletto si richiama alla men- fin tanto che il rapporto è recente, nè si forti-

te le antiche arie che in tutta sua vita egli can-


fica che per via di lenta ed insensibile pro-
tò. L’ uomo fa sempre violenza a sè stesso
per gressione. Adunque 1’ epoca in cui V uomo si
distaccarsi dai luoghi che da molto tempo egli modella, per così dire a quanto mai lo cir-,

abita, ed il rammarico che allora sente, è sem- conda corrisponde precisamente a quella ni
,

pre in ragione della lunghezza del tempo scor- cui non riceve più alcuna impressione viva da
so, in guisa che 1’ abbandono della propria ciò che P attornia. —- A siffatte due sorta di
effetti corrispondono naturalmente due sorla
patria, è, per 1’ uomo provetto, sorgente di
affanni ben più vivi che pel fanciullo, e può di piaceri fisici, che fra esst differiscono come

anzi giungere a gettarlo in una malattia da cause da cui vengono determinati, i quali non
si rassomigliano nè per la loro natura, nè pel
cui il solo ripatriarnento potrà rinfrancarlo,
e via dicendo. ——
Simili fatti sembrano a pri- tempo in cui si sperimentano, nè pel modo di
ma giunta in opposizione diretta con quelli loro produzione. L’uno dipende dalia impres-
che riportatisi per provare che l’abitudine con- sione falla sugli organi, P altro dall’analogia
duce tutto alla indifferenza. Infrattanto gli uni stabilitasi tra gli organi e gli oggetti esteriori.

: e gli altri sono certi. È adunque impossibile Risulterà il primo tanto più notabile quanto
più la impressione sarà recente il seconda
che si contraddicano e dì fatto,
;
agevole è a ;

dimostrarsi il loro accordo^e vogliasi prestarvi tanto meglio sentito, quanto meglio assodata
i attenzione. Semplifichiamo gli oggetti per ren- sarà l’analogia, vale a dire, quanto più vec-
ì der chiaro ragionamento, nè parliamo
siffatto chio sarà il rapporto. 11 primo sarà sempre
se non delle sensazioni piacevoli , riguardan- vivo, ma passeggero il secondo sempre mo-
;

I do l’abitudine dal solo lato fisico. Ogni — derato, ma durevole. 11 primo diminuirà suc-
qual volta che ci troviamo in rapporto, per cessivamente col tempo; il secondo non esi-
terà che in capo a certo tempo, e non farà che
|

qualche tempo, con certo numero di oggetti


fisici, due effetti risultano da tale rapporto.
aumentare a misura che si avanzerà. In una
j.° 1 nostri organi sperimentano per parie di parola, l’abitudine distruggerà sempre il pri-
\

questi obbietti, una impressione qualunque mo la sola abitudine darà vita e fortificherà
:

; che risentiamo, ed è la necessaria conseguen-


;

il secondo. —
Siffatto piacere secondario di
cui favello non è meno primo im-
reale del
i
za del contatto mediato o immediato. 2 .° Si ;

perocché, se esprime il primo dicendo, es-


stabilisce tra gli oggetti esteriori ed i nostri si

vedere sempre la stessa cosa ,


j

: organi certa analogia che influisce più o me- sere noioso il

no sulle funzioni che essi organi eseguir de- ilsecondo si esprime dicendo le vecchie mie :

\ vono, in guisa che in capo a un dato tempo, il abitudini formano le mie delizie .... io non
;
perfetto esercizio di siffatte funzioni sembra amo di abbandonare il genere di vita al
: esser collegato, fino a certo punto, alla com- quale avvezzato mi sono, e via dicendo.
parsa di questi oggetti. La qual cosa appunto Si scorge, qui detto, il piacere
dal fin
irodotto dalla impressione essere propnamen-
:

fu espressa dal professor Halle nel modo più


e quello dell’infanzia, della gioventù,
in cui
l
giusto e più mara viglioso, allorché si a fa dire:
ì Ju uomo, scorso certo tratto di tempo mo- ,
ritto è nuovo, nè l’uomo potè per anco prem-
iere quasi alcuna abitudine al contrario, il
i deliarsi, per dir così , su tutto ciò che il cir- ;

giacere prodotto dall’abitudine essere


pic-
! conda : pare dipendere in parte la sua fìsica
enamente quello dell’ età matura, della vec-
esistenza dagli oggetti ai quali viene accostu-
dcl-
mato, nè potrà essere improvvisamente distrut- chiezza, in cui, d’un lato, la suscettibilità
quasi
ta siffatta relazione, se non si disordino io mo-

impressione è minore, e dall altro ,
do qualunque i fenomeni organici. Da ciò i ulti gli oggetti fisici ordinari sono conosciuti
Ì
continui scompigli di sanità negli uomini che la mollo tempo. — Polrebbesi spingere ancor
se
spatriano, i quali non cessano se prima non )iù lungi siffatte riflessioni, singolarmente
io av A-
siansi essi naturalizzali col clima in cuLvanno i applicassero al piacer* morale ed ;

di nuovo ad abitare, da ciò le malattie parli- u che rmverrebbonsi sempre egualmente giu-
.* ij
Encid. Med. \
i3o CONSIDERAZIONI GENERALI

ste. Ma siffattiragguagli ci trascinerebbero leggi che dirigevano gli altri, 1’ uomo sussider
oltre il nostro soggetto, ed oltrepasserebbero non potrebbe conformemente alla sua natura.
i una semplice riflessione.
limiti di Ora, un essere eh’ esister non può conforme-
La distinzione da me fatta era necessaria mente alla propria natura addiviene un essere
per ragionare con aggiustatezza sulla influen- impossibile, e la cui esistenza implica con-
traddizione. Eccitare 1’ uomo ad essere fe-
1
za dell abitudine ; imperocché allora non è
già a rigore vero, V abitudine condurre tutto dele ai principii della morale , sarebbe adun-
alla indifferenza , posciachè, al contrario evvi que un dirgli di violare quelle della sua costi-
una specie di piacere che la sola abitudine pro- tuzione organica; sarebbe un dirgli di cessare
duce. —
Per aver negletto appunto siffatta di- di esser uomo per divenire uomo più perfetto;
stinzione e per essersi troppo brigati di trarre il che è assurdo in estremo grado. Per tal
generali conseguenze d’una prima idea, in- guisa gli spiriti sagaci sempre osservarono che
nanzi d 1 avere considerato se potevasi appli- i veri principii della morale , lungi dall’es-
care ad ogni caso, trascinati da tali conseguen- sere distruttivi dell’ uomo sotto alcun aspetto,
ze, si giunse ad essere tentati di riguardare erano al contrario i soli essenziali conservato-
la costanza quale sogno felice dei poeti qua- ri dell’ uomo fisico come dell’ uomo morale ;
,

le chimera ; a credere, consistere la felicità senza essi non essere 1’ uomo in alcun modo
nella incostanza . . Soprappresi allora alla conservato insultare in conseguenza in per-
vista dell’abisso di errori nel quale si andava fetta armonia colle leggi della organizzazione,
a cadere senza avvedersene, si volle retroce- e capaci soli di assicurare la vera felicità, in
dere dicendo, essere talvolta i principii del- tutti i sensi in cui una sana ed illuminata ra-
la morale in opposizione con quelli della fi- gione può' prendere tale vocabolo. Per tal
sica ; nondimeno gli uni e gli altri risulta- guisa, riesce il libertinaggio ad evidenza di-
re egualmente solidi ; e dovere guardarsi struttivo dell’uomo nel fisico come nel mora-
dalV impiegare gli ultimi a rovesciare i pri- le; e non pertanto questo amore incostante ,
mi : asserzioni tanto inesatte come premature è quello appunto che si ardisce presentare co-
erano le conseguenze.Non è già vero che i prin- me V unico mezzo per essere felici e siffatta, !

cipii fisiologici sieno in opposizione con quel- costanza , necessario fondamento della socie-
li della morale; imperocché gli uni e gli altri tà, essendolo dessa dell’ unione eonjugale, è
devono egualmente governare 1’ uomo, essen- quella invece che si, dipinge come un sogno ,
do desso insieme un essere morale e fisico , od almeno come lo stato più triste, più sven-
una intelligenza che agisce sempre per mezzo turato, più direttamente contrario alle fisiolo-
di organi che la servono. Se adunque le leggi giche leggi !

rhe dirigono 1’ una erano in opposizione colle


P A RTE PR I MA

VITA ATTIVA

CONSIDERAZIONI GENERALI INTORNO I SUOI FENOMENI

I fenomeni della vita attivar distinguere in certi casi potrebbe venir leso senza che se
sì possono in due serie :
gli uni hanno per se n’ accorgesse. — Abbisogna adunque che il
iscopo di dare all’ essere intellettuale la cogni- tatto si ritrovi ovunque ad un grado più o
zione degli oggetti ed i segni del pensiero; gli meno distinto. —La qual cosa appunto not
altri tendono ad eseguire le volontà di cui osserviamo. Le impressioni di solidità, fluidi-
questo essere è il principio, e a servire alla sua tà, calore o freddo , abitualmente risentite
espressione. —1 primi sono in qualche modo dalla pelle, lo sono altresì dallo smalto dei dea-
passivi , come giustamente osserva Bichat, li, dalla congiuntiva e da tutte le membrane
mentre i secondi risultano ad evidenza attivi. mucose, ogni qualvolta un corpo fin allora
Con quelli l intelligenza riceve vale a dire, estraneo vien loro presentato.
1
1

,
— Queste stes-
s instruisce, sviluppasi con questi, essa dà, se impressioni vengono risentite in grado più
;

vale a dire, comanda agisce, si esprime, o si o meno ragguardevole da ogni organo che,
produce ai di fuori. 1 sensi comoongono la nascosto per abitudine, trovasi accidentalmen-
prima serie; la locomozione e la voce compon- te scoperto, come un muscolo, un viscere, una
gono la seconda. — Tale è la suddivisione che membrana, una aponeurosi, un tendine. —
sulle prime si presenta alla mente. Esamine- Siffatte impressioni possono essere oscure od
remo tosto se è dessa perfettamente giusta, esatte, deboli o forti, aggradevoli, disaggrade-
e se considerar possonsi i fenomeni dei sen- li o indifferenti: ciò che qui solo c’ interessa è
si come assolutamente passivi. Per ora, se- la loro esistenza. In una parola, ogni qual vol-
guiamo la via indicataci, e gettiamo dapprima ta che essendo un organo in rapporto con un
un rapido sguardo sulle funzioni sensitive in corpo estraneo, noi abbiamo la coscienza a
generale. — Gli organi tutti godono di una tale rapporto, possiamo assicurare, godere que-
sensibilità più o meno sviluppata, in virtù del- st’ organo del tatto. — E adunque il tatto un
la quale, allorché sia sur essi applicato un cor- senso di natura tutta affatto particolare, nè al-
po esteriore, ne ricevono qualunque siasi im- cuni organi propriamente gli appartiene, e non
pressione di cui l’anima ha la coscienza il che n’ è l’esclusiva sede. 1 suoi gradi non hanno
:

costituisce la sensazione. — Da siffatte impres- nulla di fisso e di determinato, e le nozioni che


sioni, le più generali, quelle che risultano le somministra riescono più o meno speciose. —
maggiormente necessarie a far riconoscere la Se il tatto è soltanto l’esercizio più genera-
presenza dei corpi, sono quelle di solidità, le e più comune della sensibilità, il suo studio
fluidità, freddo e calore, eie loro gradazio- precede di necessità quelli degli altri sensi ,
ni variate all’ infinito. —— La facoltà di riceve- poiché è d’uopo conoscere la sensibilità in ge-
re cosiffatte impressioni e di trasmetterle alla nerale prima di esaminare i suoi fenomeni in
sede dell' anima , costituisce ciò che dicesi particolare, nè puossi studiare la sensibilità in
tatto. Un organo il quale non godesse affatto generale se non per mezzo del suo fenomeno
del tatto sarebbe assolutamente, ed in tutti i più generale. — Si comprende quindi di leg-
casi, insensibile, poiché il tatto non è che P e- gieri, dietro tale definizione, in qual modo si ,

sercizio più generale della sensibilità. La con- possa aumentare la energia degli altri sensi
servazione di quest’ organo non risulterebbe aumentando quella del tatto, posciachè aumen-
adunque sufficientemente assicurata, poiché tare la energia del tallo alito non è che au-
i3a VITA ATTIVA
1
mentare in generale la facoltà di sentire, o la allorché li signoreggia, aumentasi all estremo
sensibilità. — Sono
cosiffatti principi! ricono- la loro energia, e si esercitano affatto imper-
sciuti da coloro che prendono il vocabo-
tutti fettamente se presieduti non siano dalla vo-
lo tatto nel rigore fisiologico. Ci allontaniamo lontà: verità che io svilupperò, e da Slahl di-
ispesso da tale rigorosa accettazione, tanto al- notata col suo solito ingegno mentre ha detto:
lorquando chiamasi la pelle V organo del tat- Anima... sensoriis organis vere active excu-
to, come qualor si confonde il tatto col toc- Lias agit. —
Sottomessi sono questi fenomeni
care che, come diremo, ne differisce per una sensitivi a diverse leggi osservale da Bichat
essenziale circostanza. —
Dietro cosiffatte cori- ed io indicherò qui le principali. — Le
,

pri-
siderazioni, non potevamo annoverare il tat- me è l’armonia, vale a dire l’unità. Le impres-
to, propriamente detto,jaella classificazione dei sioninon producono una sensazione esatta se
sensi , bisognava esporsi prima di tutti gli non quando i due organi di un senso le rice-
altri, poiché fa di mestieri supporre gli orga- vono insieme e la sperimentano allo stesso gra-
ni sensibili a qualunque impressione, prima di do. Un occhio miope e un occhio presbite non
parlare delle impressioni particolari di cui cia- produrrebbero che una visione imperfetta,
scuno è suscettivo. —
Appunto la diversa na- perciocché nella stessa circostanza vi avrebbe
tura di tali impressioni distingue i sensi gli debole impressione e forte impressione, men-
uni dagli — Hanno questi sensi caratte-
altri. tre non dev’ esservene che una, attesoché la
ri comuni a caratteri particolari pro-
tutti, e dipendente sensazione, se non sia una^ risulta
pri ciascuno. — caratteri comuni risultano
a I necessariamente inesatta. —L esercizio di
1

numerosi. Si ponno prendere, i.° nella confor- questi fenomeni va soggetto ad una intermit-
mazione e la disposizionedegli organi; 2. 0 nel tenza periodica, la quale è regolata dietro pe- i

modo generale di funzione ; 3.° nello scopo riodi del giorno e della notte, e può rinnovar-
comune quale tutti tendono per mezzo dei
al si più spesso per f effetto di una fatica straor-

loro fenomeni. —
i.° Tutti gli organi dei sensi dinaria. — L’esercizio dei sensi acquista la
stanno in rapporto col cervello pervia dei ner- propria perfezione in modo progressivo, una
vi più o meno voluminosi; tutti, eccetto quel- sorta di educazione notabile in tutti, più o
lo del toccare, ch’io distinguo sotto altri a- meno sensibile in ciascuno. —
L’abitudine in-
spetti, occupano la più elevata regione dell’uo- fluisce sui sensi cerne sopra parecchie altre
mo. Tre sono nella faccia, un solo, il più im- funzioni. L’occhio avvezzasi ai più vivi lumi-
portante all’ uomo intelligente, appartiene al nosi raggi, f orecchio ai suoni più penetran-
cranio. La linea medianali separa lutti in due ti, e via dicendo. Vegjjansi intorno a ciò le Ri-

parti simmetriche, di cui ciascuna forma un cerche fisiologiche. —


3.° Lp scopo comune
organo distinto, suscettivo di surrogare 1’ al- di tutti i sensi è quello di metterci in rappor-
tro mel caso in cui manchi. Ricoperto sono tut- to cogli esseri che ci attorniano, organici ed
ti o thdla pelle, o da una membrana continua inorganici rapporto, che, considerato in ge-
;

alla pelle e questa membrana, che per alcu-


; nerale per tutti sensi, ha per oggetto la con-
i

TÙ risulta solo un inviluppo difensivo, per altri servazione dell’ uomo fisico. Per tal guisa la
diviene 1’ organo stesso del senso. 0 — 2. Gli vista e 1’ udito istruiscono 1’ uomo dei perico-
organi tutti dei sensi sono passivi nell’esercizio li che gli sovrastano, o delle cose che gli tor-
immediato delle loro funzioni , vale a dire, li- nano giovevoli; l’odorato ed il gusto invigila-
mitarsi queste funzioni a ricevere delle im- no alla sua nutrizione, facendogli note le qua-
pressioni fatte, sia mediatamente, sia imme- lità dell’ arie e delle sostanze alimentari. Ma
diatamente, da differen ti corpi verbi grazia, ;
sarebbe un conoscer imperfettamente i sensi
per corpi visibili, per mezzo della luce; pei se si riguardassero solo quale scopo della fì-
suoni, per mezzo dell’aria; pei corpi odoran- sica conservazione, e in singoiar modo sot-
ti e sapidi, per mezzo degli slessi corpi. Siffat- to tale aspetto si è forzati a distinguerli gli uni
te impressioni, di qualunque natura esse sie- dagli altri, per determinare con precisione le
no, vengono trasmesse per via dei nervi, a! loro funzioni; imperocché ve ne sono di es-
cervello, che le riunisce per indi presentarle senziali all’ uomo intelligente, i quali in con-
all anima, da cui sono percepite, vale a dire seguenza dipendono del tutto dalla vita attiva,
,
che ne ha la sensazione. E connessa evidente- nè si ponno confondere cogli altri, unicamen-
mente questa percezione colla fisica impressio- te relativi ai bisogni dell’essere organizzato,
sioue da cui essa dipende ed alla quale succe- — In quanto alla locomozione ed alla voce,
de. — Ma se sensi risultano puramente pas-
i
non posso presentare qui che una sola rifles-
sivi in quanto ai loro immediati fenomeni, non sione, onde giustificare anzi tratto il posto
lo sono per nulla riguardo alla causa che de- che assegnai ad ambidne nella vita attiva. —
termina per Io più 1’ esercizio di essi fenome- E' indubitato avere queste due funzioni coi
ni.La volontà ha su tutti, e particolarmente sensi immediate e necessarie connessioni, in
su quelli che riescono essenziali all’essere in- guisa che uè 1’ una nè l’altra non si effettue-
telligente, una costante e necessaria influenza : rebbero se i sensi mancassero per assoluto. La
DELLA TISTA a DE [-LA LOCOMOZIONE I 33
«piai verità è evidente e riconosciuta da ognu- comunicazione fra loro nervi co-ma loro
no. — Per altro risulta altresì certo e palese,
;

municano insieme nei cranio, e gli occhi stes-


i

non avere locomozione e la voce con tutti


la si, vincolati da una costante simpatia, non
i sensi connessioni egualmente essenziali la possono agir che di concerto e sullo stesso
;

locomozione riferirsi pressoché unicamente oggetto. 11 loro isolamento fa più sicura la


1
alla vista, la voce unicamente all udito. Lo visione, perciocché basta per essa un solo oc-
accecamento apporta una immobilità quasi chio; nè nuoce alcun poco alla sua unità,
assoluta, e non influisce in modo alcuno sulla poiché i due occhi agiscono cdtne uno solo.
voce. La mutezza più
sordità porta seco la — Ma ciò che forma
>
il carattere proprio del-
compiuta, e lascia alla locomozione l’intera T occhio, ciò che lo distingue da tutti gli altri
sua libertà. —
Posto tutto ciò, non è adun- organi dei sensi, è T apparecchio di organi ac-
que a tali rapporti forse che devesi aver ri- cessori che lo circondano, e sì possentemente
guardo nella La locomozio-
classificazione ? influiscono sulla sua funzione. Al dinanzi, le
ne non va dopo la vista,
classata forse subito palpebre, veli mobili suscettivi di allontanarsi
come sua conseguenza naturale? e non va già e di approssimarsi, permettono o impedisco-
studiata la voce immediatamente dopo Puclito, no assolutamente l’ingresso dei raggi lumino-
come studiasi P effetto dopo la causa? Que- — si mentre sei muscoli, annessi allo
nell occhio,
sto fu P ordine appunto da me seguito, e spe- stesso occhio, ne cangiano la direzione a se-
ro d’altronde dimostrarne la necessità colle conda della combinazione dei loro movimen-
considerazioni particolari nelle quali m’affret- ti, —
logli all’occhio le palpebre ed 5 musco-
to di entrare. li immobile nella propria cavità, volto sem-
:

pre al medesimo verso, come 1’ orecchio, non


ARTICOLO I. DELLA VISTA E DELLA potrà esso cangiar posizione se non mediante
LOCOMOZIONE, il movimento generale della testa, e T uomo,
ridotto ad ammirare il solo oggetto che al
§. I. Della vista e delle sue specie. — dinanzi gli si offre, non potrà che con pena
Gli organi visuali attrassero, in ogni tem- sfuggire di vederlo —
L’ essere la vista in
.

po , P attenzione degli anatomici. La impor- ogni caso un senso volontario, non dipende
tanza e la bellezza della funzione che adem- adunque dalla struttura propria dell’occhio,
piono ,
la facilità di studiarli mediante una ma sì dagli organi che il circondano, i quali
dissezione più dilettevole che laboriosa il ,
agiscono in due modi molto differenti: le pal-
rapporto più o meno esatto, ma reale, della pebre, interponendosi tra gli oggetti esterna
loro struttura con le leggi conosciute dall’ot- e l’occhio; muscoli, distornando Tocchi»
i

tica, tutto concorre ad eccitare la curiosità dagli oggetti esterni.Le prime sopprimono
ed a moltiplicare le indagini. E per tal guisa , affatto lai secondi non fanno che
visione,
esaurissi presso a poco 1’ osservazione anato- cangiarne T oggetto. —
Ecco in compendio le
mica degli occhi, ed è malagevole aggiunger- più importanti considerazioni offerteci dagli
vi molto su tale articolo, ai circostanziati rag- organi della vista nell’ uomo adulto o intiera-
guagli offertici nell’ immortai opera di Haller. mente formato. —
Se esaminiamo siffatti or-
— Gli occhi, situati nella parte più alta del gani nella tenera età, rimarremo colpiti dalla
corpo, vicini, quant’ essi esser lo possono al precocità del loro sviluppo. Vedremo, nel
centro comune delie impressioni, diretti oriz- bambino venuto alla luce, le orbite più lar-
zontalmente al dinanzi, il che suppone la po- ghe in proporzione di quello che lo saranno
sizione diretta, furono paragonati, come è no- in seguito, tutte le parti del globo dell’occhio
to, con molta aggiustatezza dagli antichi, a perfettamente distinte, i nervi ottici volumi-
sentinelle incaricate di vegliare alla pubblica nosi, gli organi accessorii già perfetti ; in
sicurezza. (

Nota. Ocuìi\ tamquam specu- una parola, tutto ciò che è necessario alla vi-
latores altissimum locum obtinent ex quo
, sta anticipatamente preparalo, e pronto ad
omnia conspicientes, fungantur suo mune -
,

entrare in esercizio. —
-L’ anatomia sola ba-
Te. Cic., de Natura Deorum lib. il. Cia- , )
sterebbe adunque per darci una vasta idea
scuno di essi, alloga to in una cavità ossea par- dei fenomeni visuali, mediante il semplice stu-
ticolare, vi è abbastanza soggetto onde non dio degli agenti che vi servono. Più lumi- — -

poter uscirne, abbastanza libero onde poter nosa la fisiologia nei s«oi particolari sul mec-
variare la propria direzione osservatrice. Sif- canismo della visione, ci dà essa la teorica la
fatta cavità lo protegge sufficientemente con- più soddisfacente di cui sia suscettibile. Noi*
tro le esterne lesioni più comuni ; ma la si può non conoscere la maravigliosa analogia

larga apertura che necessitava l’esercizio deU che regna tra la disposizione dell’ occhio e
la visione, faceva divenir minore la sicurezza quella delle 11 colore presso-
camere oscure.
della difesa. —
Gli occhi sono simmetrici, iso-
. ché nero della coroide, la trasparenza della
lati Tulio dall’altro da un abbastanza largo cornea, quella degli umori dell’ occhio e la
intervallo onde non siavi all’ esterno alcuna loro diversa densità, infine la disposizione
DELLA VISTA
della relina rimpetto alla pupilla e la sua con- mo vede quanto ha dinanzi, quantunque, se-
tinuità col nervo ottico, sono questi altrettan- condo la comune espressione, abbia la men-
ti fatti il cui rapporto e la coordinazione ver- te altrove . — E manifesto simile
visione es-
so uno stesso fine sono evidenti. La fìsica li sere imperfetta, vale a dire, risultare inesatta,
reclama come ad essa sola appartenenti, e pro- incompiuta la sensazione degli oggetti, e di-
va la loro necessità Con dimostrazioni che pendere poi tale inesattezza dalla mancanza
confermano tuttodì le cause conosciute degli di attenzione per parte dell’anima, dal difet-
scompigli della visione. Ciò eh’ essa poi non to di volontà positiva e diretta. (
Nola. Di- —
r ~ è il modo di sensibilità che rende la cendo volontà diretta e positiva , mi spiego
ispiega
i • • i

retina esclusivamente atta a ricevere le im- a sufficienza ; imperocché occorre propria-


pressioni delle immagini; facoltà questa con- mente un atto della volontà per fare contrar-
1
trattile e dilatabile dell iride che misura la re il muscolo elevatore della palpebra e disco-
quantità necessaria dei raggi; facoltà, insom- prire 1’ occhio. Ma, per parlare dei sensi, bi-
nia, inconcepibile di vedere con eguale esat- sogna ammettere lo stato di veglia ora la :

tezza oggetti posti a doppia distanza gli uni contrazione dell’elevatore diviene necessaria
dagli altri quantunque 1’ angolo dei loro acciocché si operi la veglia dell’ occhio. Pro-
,

raggi sia del tutto differente. ducendo simile contrazione, la volontà non ha
Colla osservazione fisiologica giungesi per iscopo la visione di un oggetto in parti-
alla conoscenza di questi fatti, dei quali però colare. Siffatta speciosa e generale volontà di
non se ne ritrae maggiore spiegazione. Igno- vedere quanto offrirassi, può adunque esiste-
riamo e il meccanismo della impressione ri- re colla visione passiva degli oggetti presi in-
cevuta dalla retina, e il modo con cui tale dividualmente. ) —
Al contrario, allorché l’a-
impressione vien trasmessa al cervello per nima, avida di acquistare precise nozioni sul-
mezzo del nervo ottico. —
Ma ciò che c’in- la presenza e natura degli oggetti, signoreg-
teressa di qui sapere, e che riesce incontrasta- gi la visione con atto espresso della volontà,
bile, è i.° che l’impressione fisica vien pro- tutto cangia aspetto. L’ occhio, fin allora pas-
dotta sull’ occhio dagli oggetti esterni, tra- sivo ed inerte si anima ad un tratto, si dirige
dotta al cervello e che risulta dessa necessaria verso V oggetto a vedere, e sembra dimenti-
onde si effettui la visione 2. 0 che iti virtù di care la impressione, anziché attendere che
;

tale impressione, l’immagine dell’ oggetto c» questa lo raggiunga. Da tal punto la impres-
si fa presente e distinta B.° che riportiamo
;
sione si mostra più viva e più esatta assai la
questa immagine nel luogo in cui esiste 1’ og- sensazione. Non vedevasi l'oggetto che su-
getto. —Dire che l’immagine dell’oggetto perficialmente, non iscorgevasene che gli at-
ci si fa presente, è lo stesso che dire che co- tributi più generali; indeterminata, incom-
nosciamo la presenza di siffatto oggetto ciò piuta riesciva la distinzione che stabilivasi tra
:

che costituisce la sensazione. —


Tale sensazio- esso e quelli che il circondano, e appena ba-
ne risulta la parte essenziale della visione, per stante a far nascere un raziocinio qualunque
suo impulso si operano tutti i fenomeni e sulla natura di tale oggetto. Da tal istante, al

quindi si terminano. - Essendo siffatta serie contrario, vedesi 1’ oggetto in tutta la sua
tutta intera di fenomeni, 1’ effetto necessario pienezza, se ne riconoscono i più infimi ester-
della presenza di un corpo dinanzi all’ occhio ni attributi: vedevasi, per esempio , una su-
nudo e sano, addiviene quindi tanto impos- perficie piana, ora invece si scorgono alcune
sibile che la visione in tale congiuntura non rugosità; distinguevansi colori sfacciatissimi,
si effettui, quanto lo è che gli alimenti rice- si discerne all’ opposto le più delicate gra-

vuti in uno stomaco sano non sieno poi dige- dazioni dallo stesso colore racchiuse; pareva
riti. — In tal modo adunque riguardata la regolare la forma, vi si notano al contrario
visione, risulta dessa puramente passiva ; e, dei difetti, e via dicendo. Ora, la ragione di
allorquando la volontà si oppone acciocché tale differenza nelle due circostanze ch’io sup-
dessa non si operi, ciò addiviene, come abbia- posi, solo rinvi-ensi nell 'attenzione che man-
mo osservato, per mezzo dell’ apparecchio a cava alla visione nell’una, e che effettuasi nel-
movimenti che circonda 1’ occhio, e non già l’altra. Siffatta attenzione altro non è che
operando sullo stesso occhio. —
Siffatta visio- 1’ atto della volontà signoreggiante i fenome-

ne passiva effettuasi più costantemente nello ni visuali, e che li dirige, in una parola, è la
stato di veglia; essa non dà a divedere alcuna volontà presente nella visione. Se non che —
attenzione per parte dell’ anima, alcuna vo- ogni fenomeno eseguito sotto la immediata
lontà di acquistare nozioni esatte sulla natu- influenza di una volontà, qualunque fenome-
ra e sulla presenza degli oggetti. Ci si figuri no signoreggia to e diretto da una volontà ver-
un nomo immerso in profonde riflessioni , so un fine preveduto e determinato, costitui-
immobile, e tuttavia cogli occhi aperti, si avrà sce ciò che dicesi azione. Denominerò adun-
un’idea della visione passiva tal quale io vo- que visione attiva lo sguardo o 1’ esercizio
glio descriverla, nel modo con cui quest’uo- dei fenomeni visuali dominali, sostenuti e di-
e della locomozione >35
retti dalla volontà. — Metterei in evidenza versi una pubblica piazza frequentatissima ,
agevolmente la distinzione che stabilisco tra colla mente occupata da affari importanti, e
visione passiva e visione attiva, dimostran- gli si vedranno gli occhi inerti ed inanimati,
dola, cotale distinzione, fissata e riconosciuta come giustamente si dice
;
porta egli incerto
da molto tempo nell 1 abituale linguaggio de- i suoi passi su quanto gli si para dinanzi, ap-
gli uomini tutti. Non vi ha certo chi confon- parisce insensibile e indifferente alle diverse
da vedere e riguardare che apponga alla voce
, impressioni che di necessità lo colpiscono, di-
vedere l’idea di un effetto involontario, e al stingue abbastanza gli oggetti per regolare il
vocabolo riguardare quella di un’azione tut- suo cammino, ma non però tanto per esatta-
ta involontaria. Parlando con esattezza si dice mente conoscerli. Egli vede in te il volto di
non aversi potuto tener dal vedere e non ,
uomo, ma non ravvisa per anco esser quello
mai, non aversi potuto tener dal riguarda- il volto del suo amico. Ecco qual sia la vision

re. Si accenna ad un fanciullo di riguardare passiva. Se in questo istante il suono della tua
un quadro, di porre gli occhi sur un libro : voce, un tuo solito gesto, od altro simile, ris-
espressione energica che sì eccellentemente vegli sua attenzione, vale a dire, determi-
la
dipinge l’attività della visione volontaria; ni la sua volontà a procacciarsi nella tua fi-
mai certo gli si ordinerà di vedere un qua- sionomia più esatte nozioni, vedi tosto assu-
dro, di veder un libro. Si duole taluno di non mere suoi occhi un’espressione affatto parti-
i

aver veduto lo si rimproccia allora di non


,
colare, uno slancio affatto nuovo , sembrano
aver guardato ; spiegando in tal modo la ine- perfino a te accostarsi più di prima: solo al-
sattezza delle acquistate nozioni colla man- lora egli ti riguarda, e poco quindi sta a rico-
canza dello sguardo, nè avvi chi non resti noscerti.
abbastanza soddisfatto di simile spiegazione. Non avvi alcuno che non abbia le mille
Diciamo ancor più, ed osserviamo con Stahl, volte verificata la detta osservazione , e non
non supporre lo sguardo la visione effettuata, sia rimasto colpito dallo stato particolare
ma soltanto la volontà di vedere, o, se vuoisi, che assume l’occhio al momento dello sguar-
il desio di vedere. Imperocché si riguarda do. Ma in che consiste questo nuovo stalo?
realmente, allorquando, camminando fra le 10 ritengo come impossibile lo spiegarlo, solo
tenebre, si fìssa tutta l’attenzione possibile per dirò ciò non esser indubitatamente un can-
riconoscere, col mezzo degli occhi , oggetti giamento di direzione per parte dell’ occhio,
che ponno servir d’ intoppo. Oculi, qua pa- e in conseguenza non poterlo riferire al mo-
tet ilio rum usus , quin edam qua non patet, vimento muscolare, imperciocché, i.° spesso
in ipsis usque spissis tenebris vivida inten- era l’occhio di già fissato sull’oggetto prima
sione actuantur : sublimi espressioni di cui dello s guardo ; 2. 0 spesso 1’ occhio cangia di-
riesce impossibile esprimerne la forza in nostra rezione, quantunque la visione rimanga pas-
lingua. Qui il guardo non raggiunge il suo siva ; ciò che osservasi nelle persone di pro-
scopo, perocché non si vide già ; ma tutte le fonda riflessione, e le quali portano gli occhi
condizioni per parte deli’ occhio sono adem- da ogni lato senza guardar nulla —
Ciò non
.

pite, e quello che manca è la luce, mezzo neces- è già una apertura più grande delle palpebre,
sario all’ adempimento dello scopo. —
Qui pu- perocché, i.° spesso s’impiccolisce tale aper-
le m’accordo perfettamente col linguaggio tura nel più attento sguardo, e conservasi
usuale, imperocché tuttogiorno si die e: Aveva grandissima nella visione maggiormente pas-
un bel fare di spalancar gli occhi nulla io ,
siva ; 2. 0 l’ ingrandimento dell’apertura pal-
non vi vedeva. Per tal guisa la visione pas- pebrale ha per iscopo di lasciare a nudo una
siva è un effetto prodotto dalla impressione maggior porzione della sclerotica, il che non
falla sull’ occhio dai raggi che partono da un può, in modo veruno, influire sulla visione.
oggetto. — Lo sguardo è 1’ azione dell’occhio — Sarebbe questo una più grande dilatazione
diretta dalla volontà in modo da ottenere im- della pupilla? Non conosciamo veruna circo-
pressioni visuali esatte, se d’altronde le con- stanza nella quale i movimenti deli’ iride de-
dizioni necessarie per la riuscita di tale effet- terminati vengano dalla volontà :sono sem-
to, esistano per parte degli oggetti. pre regolati simpaticamente dietro la irrita-
Il cangiamento che operasi allorché la vi- zione più o meno viva della retina. La quan-
sione si converte in isguardo è desso pura-
,
tità dei raggi luminosi mandati da un ogget-
mente intellettuale ? L’ atto della volontà che to, può essa sola far variare i suoimovimeuti,e
ne forma la parte essenziale, non manifestasi 11 fa variare indipendentemente da qualunque

desso per mezzo di alcun fenomeno organico? altra causa. Per tal guisa, la pupilla molto rac-
e lo stalo fisico dell’ occhio risulta forse lo corci era ssi nell’ attento sguardo di luminosis-
stesso in ambedue le circostanze ? Ritengo non simo corpo, mentre risulterà oltremodo dila-
poteriosi sostenere, e tale cangiamento nello tata se la visione passiva venisse esercitata iti

stato dell’ occhio essere un fatto incontrasta- luogo alquanto scuro. — Conveniamo adun-
bile. — Si osservi in vene un uomo che altra- que non poter noi dar ragione di quanto av-
1 36 della vista
viene nell’occhio al momento dello sguardo ;
accontentarsi delle cognizioni che la vista pro-
ma non così che il suo cangiamento di stato caccia, senza aggiungervi il toccare, senza pro-
sia chimera, posciachè simile raziocinio rin- muovere alcun movimento. — Nulla avvi adun-
verserebbe i fondamenti della fisiologia, che que di necessario nella successione delle fun-
non vede negli organi in funzione se non con- zioni di cui componesi la vita attiva. Tale
tinui cangiamenti di stato, quantunque spie- doppio movimento degli oggetti esterni nel
cervello per via dei sensi, del cervello agli
loro modo. oggetti esterni per mezzo della voce e della
È lo sguardo più frequente della visione locomozione, può adunque suddividersi in
passiva. Riesce assai raro che T attenzione parecchi simili movimenti secondari, i quali
manchi assolutamente nei fenomeni visuali, e formeranno altrettante azioni compiute. Ec-
pressoché sempre la vista ci dà, con abbastan- cone un primo esempio, poiché la visione pas-
za esattezza, nozioni che da essa possia-
le siva che incomincia, quella attiva che susse-
mo richiedere. Soltanto, coraechè siffatta at- guita, formano realmente un doppio movi-
tenzione, vale a dire quest’atto della volontà mento compiuto, un’azione intera. Dal fin —
è suscettivo di moltiplici diversi gradi , lo qui detto, risulta esercitare la intelligenza la
sguardo quindi presenta, nella sua perfezio- più importante parte nella visione, e la visio-
ne, infinite gradazioni. Spesso torna mala- ne dover risultare tanto più perfetta e più si-
gevolissimo di bene valutarle; spesso prender cura, quanto più sviluppata è la intelligenza.
si può per visione passiva ciò che solo è uno — Nondimeno io considerai lo sguardo solo
sguardo meno attento e fuor di dubbio sarà,
come servente ad esplorare gli oggetti fìsici
questa una delle principali obbiezioni che mi per conoscerne le qualità sensibili.
verranno fatte. Ma, vi si ponga mente : io non Dimando ora, se non siavi un’ altra serie
ebbi per oggetto di determinare i casi parti- di fatti relativi alla vista, superiori di molto
colari in cui avvi visione passiva e vision atti- ai precedenti, e nei quali lo sguardo riesce
va; mio solo scopo era di provare la esistenza siffattamente intellettuale , che la fisiologia
di ambedue e la loro speciale distinzione da non possa più oltre seguirlo, neppure da lungi,
dover fare. Ora, io ritengo aver raggiunto perciocché non concepisce dessa più il meno-
siffatto scopo, e sembrami non aver contrad- mo rapporto tra 1’ oggetto veduto ed i feno-
detto il sentimento di alcuno; imperocché, in meni intellettuali che risultano da tale visio-
qualunque modo lo s’ intenda, e supponendo —
ne? Per tal guisa; abbiamo detto che l’effet-
ancora una sola specie di visione, sarà mestie- to naturale dello sguardo era la conoscenza
ri sempre ammettere, i.° un primo tempo nel più perfetta dell’oggetto riguardato, quanto
quale gli oggetti vengono, indipendentemen- allaforma, al colore, alla estensione, e simili,
te dalla volontà, a fare impressione sull oc-
1
in una parola, una immagine più compiuta.
chio libero ; 2. 0 un secondo tempo, nel quale — lo dico attualmente: Tutto ciò può forse
l’anima, avvertitafda questa impressione, vuo- applicarsi alla specie di visione attiva o di
le procacciarsi una conoscenza più precisa sguardo che effettuasi nella lettura? La lettu-
dell' oggetto, e vi perviene reiterando la vi- ra suppone di necessità la vista, e non già così
sione, che diviene allora volontaria. Si sarà for- alcun altro senso, poiché si può insegnare a
zati a convenire che non vi sarebbe alcun poco leggere ai sordi-muti. —
(Nota. « Non preten-
di ragione sufficiente dello sguardo senza pri- do già assimigliare la lettura dei sordi-muti
mitiva sensazione visuale a cui la volontà non a quella degli uomini che godono di tutta la
Ila dato impulso di sorta ; ed essere unica- loro facoltà so benissimo che, pel sordo-mu-
;

mente tale primitiva sensazione imperfetta ,


to, le parole sono soltanto immagini abbre-
per mancanza di attenzione o di volontà ,
viate, mentre, per noi, addivengono la parola
che fece nascere la volontaria ricerca di una fissata. Insegnasi a leggere ai fanciulli d’or-
più perfetta sensazione. Non risulta chiaro dinario altrettanto e più colla parola che cogli
là consistere unicamente i modi diversi di occhi ; ai sordi-muti invece ciò si fa appren-
presentare la stessa lo sguardo
idea? — Se dere accostumandoli a riferire l'unione di cer-
altra cosa non operante per
è che la volontà ti caratteri ad obbietti che bassi loro delineati.

mezzo dell’occhio, e, come ho detto, presen- Ma quello che risulta comune agli uni e agli altri
te nella visione se lo sguardo è il solo modo si è la natura della istruzione loro data con tai

di perfetta visione, ne conseguita che la vi- diversi mezzi è lo scopo al quale si conduco-
;

sione risulta perfetta solo quando è attiva o, ,


no, di qualunque modo che vi si pervenga.
in una parola, essere la visione compiuta sem- Ora, i sordi-muti e gli uomini idioti condotti
pre una azione , nel vero senso annesso a sif- vengono a trovare la stessa idea in una eguale
fatto vocabolo.— Se allorquando la visione è scrittura; ed ecco quanto qui mi occorreva
perfetta, avvi azione terminata, vermi altro dire 5), ) Ma leggere non consiste nel riguar-
fenomeno non è la conseguenza necessaria di dare alcune lettere, perocché ciò sarebbe sol-
quest’ ultimi ;
e, diffatli, la intelligenza può tanto compitare più o meno sollecitamente»
E DELLA LOCOMOZIONE i37
Non sì cerca adunque, nello sguardo della let- dicendo sentimento deli occhio. Per tal
: il
tura, dì formarsi solamente uri Immagine più guisa, dirassi di un uomo che contentasi di e-
compiuta delle lettere e delle parole. Ora , seguire movimenti dello sguardo affettivo
i
:

qual rapporto esiste tra l’impressione fisica egli ha un bel fare ; i suoi occhi sono privi
fatta sull’ occhio dai caratteri, e quella molti- di sentimento non esprimono nulla.
,

tudine di fenomeni intellettuali allora opera- Riepiloghiamo siffatte riflessioni, traendo-


ti? Qual proporzione Iroverassi tra la imma- ne le conseguenze che offrono. Se la visio- —
gine prodotta e I* esercizio attivo, sì sì com- ne è solo perfetta quando viene promossa, di-
1
plicato dell anima ; esercizio al quale è per retta e presieduta dalla volontà ; se, destinata
altro necessaria siffatta immagine? Di che s’in- in qualunque caso a fornire all’anima imma-
tese render ragione qui, allorché ci si figurò gini, è dessa un mezzo col quale 1’ anima può
dei raggi partenti da ogni lettera, e recantisi acquistare le più intellettuali idee e meno
a dipingere sulla retina l 1 immagine delle figurabili, edesprimere le affezioni da essa pro-
parole ? vate; se, in una parola, la intelligenza circonda
lo m’arresto a tali interrogazioni, con- da ogni parte fenomeni della visione, sia co-
i

ciossiachè il rispondervi parte a parte sareb- me principio^ allorché ne promuove l’eserci-


be impegnarsi in una discussione della mag- zio, sia come /«e,
allorché approfitta dei loro
gior importanza e di grande interesse, e supc- resultali, possiamo, a giusta ragione, conside-
riore di troppo alle mie giovanili forze, non rare il senso della vista come appartenente in
1
chè d altra parte estranea affatto alla fisiolo- ispecie uomo intelligente, servente a co-
all’
gia. —
Mi accontenterò di concludere esistere stituirlo, tendente sempre a perfezionarlo.
tra guardare e leggere immenso interval- §. II. Della locomozione e dei suoi usi,
lo non possibile a riempiersi dalla fisica tutta — Passiamo ora a fenomeni assai differenti da
e dalla fisiologia; nello sguardo ordinario tro- quelli che abbiamo esaminato; quantunque
varsi tutto compiuto acquistato che abbia l’a- aventi con essi necessarie connessioni. Più sem-
nima la fisica conoscenza dell’oggetto presen- plici nella loro natura, hanno essi usi molto
tato,mentre nella lettura , nulla risulta tale più moltiplicati. 1 loro organi, formanti la
quand’ anche l’ immagine delle lettere rimase maggior parte del corpo umano, non sono già
impresse, poiché la formazione di immagi-
tale destinati a ricevere impressioni, ad esegui- ma
ne riesce non ostante il solo fenomeno tìsico re movimenti e siffatti movimenti tornano
;

ohe possa qui esser supposto, la lettura risul- utili quando solo la volontà li coordina, li di-
tare interamente intellettuale quanto alla sua rige od almeno può modificarli e sospenderli
essenza, abbenchè la vista delle parole sia il pur anco. — Qui come altrove, non è già l’in-
suo mezzo necessario. Ivi consiste il piò—

tima natura dei fenomeni che deve occuparci;
esteso e più magnifico uso della vista, quello il principal nostro oggetto è quello di studia-
che appartiene più esclusivamente all’ uomo re i loro usi, onde in tal modo pervenire ad
e nel quale ammiriamo una delle sue più belle esattamente fissare il posto che loio conviene
prerogative. Per tal modo singolarmente la in uno specchio fisiologico. =— Tutti i musco-
vista serve allo sviluppo e alla prefezione del- li agiscono conlrandosi, e S’ effetto immediato

la intelligenza, fornendole i segni delle sue di tale contrazione, nella vita attiva, è il mo-
operazioni. —- Si può annoverare nella serie vimento o cangiamento di posto delle parti al-
stessa un’ altra specie di sguardo che serve le quali stanno unite. D’onde il nome gene-
non più dare nozioni fisiche o segni in-
a rale di locomozione con cui indicasi la fun-
tellettuali, ma unicamente ad esprimere le af- zione adempita dai muscoli.
,

Non havvi pe- — >

fezioni dell’anima linguaggio energico, spes-


: rò muscoli che non abbiano per antagonista
so sostituito con tanto vantaggio alla parola , altri muscoli disposti in modo a contrabbilan-
che sempre l’accompagna con istraordinaria ciare illoro movimento. —
Adunque accioc-
riuscita, e spiega quel che non dico! Non è ché un muscolo eseguisca la locomozione in
ciò più allora un modo di visione, sì un ge- un verso, fa d’ uopo sempre eh’ esso vinca lo
sto reale, un linguaggio d’ azione. I muscoli sforzo di altro muscolo che tende ad eseguire
dell’occhio vi concorrono in maniera notabi- la locomozione in modo inverso. Se dai due
le;
e si sa che gli antichi anatomici avevano lati lo sforzo risulta eguale, la locomozione è
cercato, in questo uffizio, il nome di essi mu- nulla. Per tal guisa un membro sarà immobi-
scoli. Ma è d’uopo
sguardo affettivo
nello le quando muscoli che gli appartengo-
tutti i

doversi tutto riferire al movimento muscola- no si contrarranno ad un tratto. Il corpo in-


re. Non esprimesi nulla cangiando solo la di- tero sarà pure immobile, se tutti i muscoli che
rezione degli occhi nè havvi chi non distin- lo inviluppano eserci tino nello stesso tempo
;

gua benissimo movimenti dell’occhio dallo


i la propria forza in grado eguale. * Da ine- —
stato particolare assunto da siffatto organo guaglianza di sforzi per parte dei muscoli è
senza muoversi, allorché serve ad esprimere adunque una delle condizioni più essenziali
una qualunque affezione stato che si spiega ;
onde si opera la locomozione e l effetto ne- ;

Bacici, Med. a 8 i
1 38 DELLA VISTA
cessarlo prodotto dallo sforzo simultaneo del- ma ciascun contrae con tutta la forza di cui ®
si

intero sistema muscolare, è la immobilità.


l' — suscettibile. 11 suo movimento, determinato da
Chiamo tale immobilità attiva , perciocché ri- sconosciuta causa, operasi irregolarmente, sen-
sulta dessa dallatendenza di tutti i muscoli a za combinazioni con quelli dei muscoli vicini ;
produrre la locomozione ; e con ciò la distin- nulla hawi di coordinato, di proporzionato ;
guo dalla immobilità passiva, eh’ è il prodot- veruno scopo adunque non può esser ottenuto :
to del rilassamento dell’ intero sistema musco- quindi il corpo, non suscettivo di stazione, pre-
lare.Per tal guisa i muscoli iliaco, psoas, ret- senta lo stesso genere di immobilità di un pezzo
to anteriore, e simili, tendono portare il baci- di legno. —
Si può dirne altrettanto della lo-
no nella locomozione al dinanzi ; i glutei comozione. Allorché è volontaria, i movimen-
tendono nel medesimo istante a portarlo nella ti che si succedono sono moderati, combinati,

locomozione al di dietro. La immobilità del regolari, ed allora soltanto ne risultano delle a-


bacino dipende allora da siffatti due movimen- zioni; se è involontaria, come nelle convulsio-
ti eguali che non possono nè l’ uno nè l altro
1
ni, i movimenti succedono eziandio, ma di-
si

ottenere il loro effetto, ma che cercano tutto- sordinatamente, senza misura, senza proporzio-
ra di ottenerlo. ne; ed allora non servono a nulla, nè può risul-
Sia che i muscoli si muovano isolatamen- tarne alcuna azione. —
Concludiamo da tutto
te in modo da operare la locomozione, sia che questo, la volontà formare parte integrante ed
laimmobilità attiva risulti dal loro sforzo si- essenziale della locomozione, considerata sotto
multaneo, sempre il cervello è la immediata l’aspetto dei suoi usi, e come funzione della vita
sorgente d’onde ricevono il principio della attiva, —
Evvi certi muscoli che sembrano
loro contrazione ; e se cessano di essere in co- intieramente destinati alla immobilità attiva, e
municazione per mezzo di nervi con quest’or- solo adempiano la loro funzione mediante uno
gano centrale della vita attiva, essi cadono sforzo contrabbilanciato incessantemente ta :

nell’inerzia la più compiuta. —


Nello stato le è la enorme massa muscolare che riempie le
naturale, lo stesso cervello è immediatamente grondaje vertebrali sotto il nome di muscolo
soggetto alla volontà, e non esercita che sotto sacro-spinale. Del continuo in azione codesta
i suoi ordini la necessaria influenza che ha sui massa muscolare rimane vinta continuamente,
muscoli. La volontà adunque, nello stato na- almeno io parie, pel peso dei visceri peltorali
turale, dirige immediatamente il movimento ed addominali e cotale doppio sforzo risulla
;

muscolare, sia nella immobilità attiva, sia nel- necessario per mantenere la rettitudine del
la locomozione. — Ma se il cervello, irritato tronco. Se tale muscolo si contrasse con tutta
da qualunque siasi causa morbifica. vien acci- la forza di cui è capace, vincerebbe siffatta re-
dentalmente sottratto all’impero della volon- sistenza, ed il tronco curverebbesi in dietro,
tà, potrà conservare ancora la sua influenza come osservasi in certe convulsioni. Fa d’uo-
solita sul sistema muscolare, ed i muscoli si po adunque non produca mai tutto l’effètto
contrarranno, perciocché obbediranno sempre che esso potrebbe, e che limitato a determina-
alla causa immediata che li mette in azione. — re la immobilità attiva, non giunga fino alla
La immobilità attiva e la locomozione posso- locomozione. —
Ma il maggior numero dei
no dunque essere volontarie ed involontarie. muscoli serve alla locomozione propriamente
— Osserviamo un manifesto esempio della im- detta, vale a dire che quasi lutti debbono con-
mobilità attiva volontaria nel meccanismo della trarsi successivamente gli uni agli altri per ser-
stazione; imperocché, onde questa abbia effet- vire la volontà. Sotto il qual aspetto appunto
to^ mestieri che tutti muscoli esterni del cor-
i ci faremo ad esaminare loro usi. i —
La loco-
po, tranne quelli dei membri superiori e della mozione è ovunque il mezzo sensibile ed ap-
faccia, si contraggano ad un tempo, che cia- prezzabile messo in azione dalla intelligenza
scun tenda a muovere il corpo nella direzione per la esecuzione delle sue volontà. Dico il
che gli è propria, e che alcun non ottenga sif- mezzo sensibile ed apprezzabile percioc- ,

fatto movimento; in guisa che l’equilibrio ri- ciocchè questi due termini sono necessari. Dif-
sulti da codesti sforzi opposti e qualunque va- falti, abbiamo veduto che lo sguardo, azione
cillazione venga prevenuta. Ma, per ottener ta- volontaria, non appariva dovuta al movimen-
le effètto, devono i muscoli esercitare una mo- to dei muscoli, e vedremo essere lo stesso del-
derata contrazione, più debole laddove essi so- 1’ ascoltazione o /’ udire attivo. Non possia-
no numerosi capace di aumentare o di dimi-
, mo conoscere chiaramente, nè valutare in
nuire dal lato ove la caduta è più a temersi in : modo alcuno i cangiamenti organici che la
una parola, non devono essi impiegare tutta la volontà determina nell’occhio e nell’orec-
loro forza, ma agire di concerto per il proposto chio allorché si operino queste due belle azioni.
fine la sola volontà dirigerli può in tal modo.--
:
Ma, in ogni altro luogo, veggo dei mu-
Si paragoni tale stato colia immobilità attiva in- scoli laddove veggo esercitarsi l’ impero della
volontaria, quale osservasi nel tetano; quivi tut- volontà, vale a dire, dove veggo delle azioni ;
ti i muscoli si muovono eziandio ad un tempo,
e dovuùque muscoli non esistono, i movi-
E DELLA LOCOMOZIONE
melili risultano ignoti,
uniformi, costante- 1
zione dell occhio. Siffatto apparecchio è il
niente esercitati ad un modo, per nulla su- mezzo pel quale rendesi più agevole Sa visio-
scettibili dimodificazioni o di variazione. — ne. - Avvi un apparecchio di locomozione
Per tal gu isa , veggo muscoli nei membri, esclusivo alle orecchie formato dai muscoli
,

perciocché i membri sono gli agenti principa- del martello e della staffa è indipendente :

li della volontà; ne veggo 'nel tronco, per- da ogni altro, e destinato unicamente, per
ciocché tutti i movimenti esterni di cui è su- quanto pare, a favorire 1’ udito.-— Evvi un ap-
scettivo risultano volontari ne trovo negli ; parecchio di locomozione proprio alla larin-
occhi, stantechè la natura dei-senso della vista ge, indipendente da chiunque altro, destina-
esige che la volontà varii
direzione di essi la to unicamente produzione
alla della voce, di
organi; ne riscontro nella laringe, essendo-
ché la voce viene ad essere una funzione vo-
cui è il mezzo necessario. — Vi ha un appa-
recchio di locomozione proprio al petto, for-
lontaria, e via dicendo. -—Ma la volontà im- mato dalPinsieme dei muscoli intercostali e del
piega gh organi locomotori in due modi assai diaframma, mezzi necessari della respirazio-
differenti talora sono questi organi gli agenti
:
ne, destinati in essenzialità ad essa e bastanti
immediati pei quali essa si esercita, tal altra onde si operi. — Spesso la locomozione gene-
più non risultano se non mezzi per cui certe i rale impiegasi a favoreggiare le locomozioni
funzioni più o meno volontarie vengono ese- particolari, e diviene pel momento necessaria
guite. Per tal guisa, i membri agiscono im- a certe funzioni. Per tal modo appunto con-
mediatamente per via del movimento musco- corrono nella respirazione, in moltissimi casi,
lare, e solo mediatamente il movimento mu- i muscoli pettorali, grandi dentati e addomi-
scolare serve alla produzione della voce. — nali, Spesso eziandio certi apparecchi di lo-
Nei membri, la stessa locomozione è la fun- comozione particolare vengono impiegati mo-
zione nella laringe, non riesce dessa che il
; mentaneamente a favorire Sa generale loco-
mezzo necessario della funzione. Tutto si fa mozione, ciò che avviene allorché il petto si
per parte dei membri allorché operossi la lo- dilati oltremodo a cagion della contrazione
comozione .volontaria nulla per anco for-; dei muscoli che gli sono propri, per fornire
mossi per parte della laringe, ammesso pure un punto d’appoggio solido ai muscoli dei
che le cartilagini siano stale mosse dai loro membri superiori in certi forzati movimenti,
muscoli, se non è prodotta la voce. Devesi e particolarmente nel sostentamento dei far-
adunque considerare la locomozione, quanto delli. —
Tutte le parti del sistema locomotore
ai suoi usi, sotto due punti di vista generali : risultano adunque più o meno fra loro legate „
s .° come funzione
0 come
2. mezzo di fun- e possono concorrere in certe circostanze

;

zione. Diamo a ciò maggiore sviluppo. La allo stesso scopo, come esse presentano i me-
locomozione, riguardata quale funzione, ha desimi caratteri generali di forma e di orga-
per organi tutti muscoli che appartengono
i nizzazione, quantunque tale sistema distin-
o ai membri, o alla testa presa in totalità. guasi naturalmente in due grandi sezioni ,
Codesti muscoli formano un ragguardevole quanto agli usi i più comuni a cui viene im-
apparecchio, occupante P intero esterno del piegalo.
corpo. - —
Servono gli uni a movimenti gene- Certi muscoli sembrano servire quali
rali, partendo dal tronco, sul
e questi tutti mezzi a parecchie funzioni ad un tempo, e
quale hanno il loro punto fìsso, e cui ricopro- riesce diffìcile, in un primo sguardo, decider
no in gran parte, si portano o alla testa o ai se appartengano a quella piuttosto che ad al-
membri pei quali sono destinati. Gli altri — tra funzione. Ma allorquando mercè di più
servono a movimenti particolari, e questi si scrupoloso esame scorgonsi siffatti muscoli in
riscontrano o ai membri, come quelli dell’an- rapporto diretto con una funzione per la Soro
tibraccio, o alla testa, come i muscoli della forma, disposizione e volume; allorché vedia-
faccia, o al tronco, come muscoli addominali
i ino codesti muscoli contrarsi con forza in
e sacro-spinale. — Gli uni e gli altri servono una ed agire fievol-
sola specie di circostanze,
a mettere in movimento le parti alle quali mente in qualunque altra qualora non rie- ;

stanno uniti, nella qual locomozione appun- scono a rigore necessari che a una funzione,
to consiste la stessa essenza della funzione a e le altre tutte possono per assoluto effettuarsi
cui sono destinati. —
La locomozione, consi- senza essi, allora fuor di dubbio, abbiamo i
derata qual mezzo di funzione, si compone di dati più positivi per formare di questi mu-
vari apparecchi muscolari isolati che ritro- scoli un apparecchio di locomozione specia-
vatisi sugli stessi organi di tali funzioni, for- le e possiamo, senza tema di errore, deter-
;

mano parte integrante di essi organi, c non minare fa funzione per la quale essi esisto-
hanno alcun rapporto gli uni cogli altri.-— no. —
Per tal guisa muscoli temporali, mas-
i

Per tal guisa, avvi un apparecchio di locorao» seteri, pterigoidei, hanno parte più o meno in
zione proprio agii occhi, isolato da ogni al- tutti i movimenti della bocca, e siffatti movi-
ti’©, e destinato
unicamente a variare la dire- menti si esercitano per funzioni assai diverse.
\\o DELLA VISTA
Concorrono, (T altronde, colla loro posizio- in vario grado alla vita attiva, non se ne di-
ne ,
singolarmente i masseteri, alla forma- scostano mai sotto ogni aspetto, e potrebbe-
zione della faccia; ma
eh essi
se si osservi
1
ro, per certi rapporti, essere riguardate come
1
circondano l articolazione, che si attaccano intermedie alle due vite, se, per classificare le
alla mascella inferiore nel modo più favore- funzioni, non avessimo quel potente caratte-
vole a produrre un movimento fortissimo di re, dinanzi cui tùlte le altre devono ceder
elevazione, e che il loro volume, la direzione quello del fine a cui esse tendono.
delle loro fibre, li mettono fuori di qualun- E sì naturale la distinzione delle due lo-
que proporzione coi muscoli della faccia, e si comozioni che la si fa senza avvedersene. Di-
trovano negli animali in perfetto rapporto cesi due ordini di fenomeni servire alla ese-
colla natura più o meno solida degli alimenti; cuzione della volontà, la locomozione, cioè,
che la loro contrazione appena sensibile , e e la voce. Se preso si avesse il termine di lo-
quasi nulla nel maggior numero dei movi- comozione in tutta la sua ampiezza, siffatti
menti della bocca, non esercitasi con tutta la due fenomeni rimasti sarebbero indistingui-
sua forza come per la masticazione, e produ- bili, poiché la locomozione delle cartilagini
ce allora una elevazione molto al disopra di della laringe è una condizione essenziale alla
quella che la occlusione della bocca necessita; produzione della voce. Sarebbe d’yopo adun-
se, dico, si pon mente a considerazioni sì rag- que non favellare che della locomozione, e
guardevoli e a fatti sì positivi , non si sarà rigua rdare semplicemente la voce come uno
1
soffermati dalle leggiere riflessioni che altri dei suoi effetti. Ora, s intende che ciò sareb-
fatti meno importanti, potrebbero offrire; nè be enunziarsi troppo indeterminatamente, e
temerassi di cadere in estranee minutezze, di- dare un’idea inesatta; intendesi ch’una parte
cendo i muscoli temporali, masseteri, pterigoi- della locomozione serve immediatamente alla
dei, formare un apparecchio locomotore atto esecuzione della volontà, ed un’ altra, non vi
alla masticazione e per essa esistente. La — si adopra che mediatamente, vale a dire, con-

locomozione riguardata come funzione, o più 1


correndo ali esercizio di certe funzioni alle
semplicemente, la locomozione generale, ap- quali sta unita. Se tale differenza di fine è
partiene in ispezieltà alla vita attiva, impe- evidente, se gli apparecchi muscolari desti-
rocché per via di essa appunto il maggior nu- nati ad ambidue sono isolali, la distinzione
mero delle azioni comandate dalla volontà stabilita riesce adunque naturale e quindi
vengono poste in esercizio ; col suo mezzo necessaria. — Dietro qui esposto, si com-
il fin
appunto ci trasportiamo da un luogo a un al- prende di già non doverci qui occupare della
tro, operiamo sugli oggetti esterni per farli locomozione particolare, o considerata quale
servire ai nostri usi, da essa dipende singo- mezzo di funzioni bensì in ciascuna di tali
;

larmente il toccare finalmente, essa appunto


; funzioni , qualunque essa sia , e dove stia
viene impiegala dalla intelligenza, quale mez- pure collocata, noteremo l’influenza del mo-
zo di espressione, nel gesto, facoltà distintiva vimento muscolare sur essa. Ravvisiamo qui
dell
1
uomo come pure della parola. — La lo- la locomozione come funzione, ed osserviamola
comozione considerata qual mezzo di fun- sotto tale aspetto, dovunque dessa lo con-
zioni, o la locomozione particolare, non ap- serva.
partiene necessariamente alla vita attiva im- Della locomozione generale o conside-
;

perocché questa dipende dalla specie di fun- rata come funzione. —


La locomozione gene-
zione nella quale aderisce e di cui è il mezzo: rale può essere esaminata nel tronco, nella testa
seguirà e farà parte sempre ai caratteri di co- e nei membri. Siffatte tre parti si muovono, in
desta funzione, qualunque essa siasi. Per tal fatto, per via di apparecchi muscolari che sono
guisa 1' apparecchio di locomozione che serve loro propri, e in tutte tre, questi movimenti
nella laringe alla produzione della voce, ap- volontari generali, costituiscono delle funzio-
partiene pienamente alla vita attiva, del pari ni, vale a dire, ch’essi non sono il mezzo neces-
della stessa voce.
1
L apparecchio muscolare sario di alcuna funzione diversa da loro stessi
della masticazione appartiene al fine a cui ser- Certamente codesti movimenti spesso concor-
ve, alla vita nutritiva, quantunque alcun altro rono a favorire alcune funzioni e possono an-
carattere non velo ravvicini. li 1 apparecchio che per accidente loro essere necessari. Ma
muscolare della respirazione appartiene essen- trattasi qui del loro uso più comune, il più
zialmente alla vita nutritiva quindi è desso abituale, di quello al quale siffatti muscoli ven-
:

assai meno subordinato alla volontà di qua- gono del continuo impiegati come muscoli ; e
lunque altro, e via dicendo. Osservo sol- — • codesto è il punto di vista da afferrare, onde
tanto che, siccome le due grandi divisioni del non avermi a rimproverare delle contraddi-
sistema locomotore, quantunque distinte so- zioni che altramente risulterebbero manifeste.
no sempre fra esse
legate e partecipano più,

o meno agli stessi caratteri, tutte le funzioni


,

i.° Locomozione del tronco. Poco —


c’ intratterremo sulla locomozione generale
di cui è desso il mezzo, attengonsi
eziandio del tronco. I suoi agenti propri sonoi muscoli
E DELLA LOCOMOZIONE
addominali e sacro-spinale. Essi soli, dival- gagliarda contrazione, inclinare il tronco aldi
li, appartengono al tronco tutto intero ed al dietro ; può, con parziali contrazioni, muo-
tronco solo, incominciano e terminami in es- verlo in diverse direzioni. Sempre è sommes-
so. Essi soli nel tronco servono ai movimenti so alla volontà nei suoi fenomeni.
generali operatisi in codesta regione del cor- 2.° Locomozioni della testa. La lo- —
po ; e se risultino insufficienti onde il tronco comozione generale della lesta è facilissima e
sia consolidato sui membri inferiori, bastano molto estesa. Un gran numero di muscoli vi
perchè, preso individualmente, possa desso servono e partendo tutti dal tronco come dal
:

muoversi in qualunque direzione. —- I mem- loro punto stabile, formano, colla loro posi-
bri addominali portano il tronco * nella incli- zione, la maggior parte del collo, prima di
nazione al dinanzi e sui lati: là consiste il loro giungere al loro attacco mobile. Comprendesi
uso essenziale come muscoli, quello cioè di ogni non trattarsi qui propriamente che dei mu-
istante. Essi agiscono sulla totalità del petto ,
scoli posteriori del collo, e al dinanzi degli
impiegandolo come il rebbio orizzontale di sterno-mastoidei. Essi soli risultano essenziali
una leva angolare, per piegare la colonna ver- a questa locomozione, e vi sono proporziona-
tebrale. Aiutato in tale movimento dal peso ti pel loro volume, mentre quei della laringe»

dei visceri addominali, pochi sforzi devono dell’ osso ioide, delia lingua, relativi o alla vo-
fare nella positura dritta sui due piedi ; ma ce, o alla deglutizione, di cui sono i mezzi ne-
divengono essi attivissimi nella seduta, in cui cessari, concorrono assai poco, e solamente col-
i membri inferiori sporgono intieramente al l’insieme dei loro movimenti, ai movimenti che
dinanzi, come allorquando si sta seduti a ter- la testa deve eseguire. Siffatta locomozione —

ra, perciocché allora essendo la base di sosten- ha due fini principali, i.° dirigere sensi verso i

tamento affatto anteriore, la caduta in dietro l’oggetto, 2.°servii e all'espressione intellettua-


sarebbe agevolissima, ed anche inevitabile, le. Diretta della volontà nei due casi, è dessa

senza la contrazione molto energica dei mu- più fisica nel primo, più intellettuale nel secon-
scoli di cui si tratta. —
Codesti muscoli pos- do, quanto al suo scopo immediato. L espres-
1

sono agire congiuntemeli te o isolatamente col- sione della testa o il suo gesto riesce estesissi-
la stessa facilità. Agiscono essi congiuntemen- mo e assai di frequente esercitato. Non ostan-
te nella stazione e nella inclinazione rivolta in te tal gesto a poco servirebbe senza il concor-
dinanzi agiscono isolatamente nelle varie at- so sguardo affettivo e dei movimenti
dello
;

titudini del tronco, e singolarmente nelle in- della faccia. —


Codesta locomozione della fac-
clinazioni laterali. In tutti questi casi, risulta- cia appartiene propriamente alla testa, e de-
no affatto sommessi afla volontà, e agiscono vesi in singoiar modo osservare. Pei muscoli
sempre sotto la sua direzione. Ma ciò che di- della faccia, si sa oggidì doversi intendere in
stinguei muscoli addominali da tulli quelli ispecie muscoli delle labbra e della fronte. La
i

che servono abitualmente commessi alla loco- loro delicata struttura,! loro moltiplici attacchi
mozione generale, ciò che deve farli riguarda-* alla pelle, tutto indica aver dessi una speciale re-
re come collocati sui confini della nostra divi- lazione col cangiamento dei lineamenti del vol-
sione, è che divengono abitualmente il mezzo to ;
cangiamento che dinota sì bene quanto
necessario di parecchie importanti funzioni. avviene nella regione intellettuale dell
1
uomo,
La loro contrazione riesce essenziale per l e-
1
sià pel pensiero, sia pel sentimento. Cotanti e
spirazione forzata, per la escrezione digestiva, sì moltiplicati furono i minuti ragguagli intor-
agiscono necessariamente
e simili. Allora essi no siffatti fenomeni dati dagli autori antichi e
tutti ad un tratto, e la volontà pochissimo im- moderni, che io non potrei che ripetere quanto
pero ha su loro, come si scorge in ispecie nel- si disse, maxime
— (Nota. Dominatur autemhoc
la tosse. Codesta differenza nell'impero della vultus.Hoc supplices , hoc minaces blan- ,

volontà sui muscoli addominali, secondo che di hoc tristes hoc hilar es , hoc eredi hoc
, , ,

il loro movimento è relativo alla vita attiva o summissi sumus. Hoc pendent homines, hunc
alla nutritiva, alla locomozione generale o alla intuentur hunc spectant etiam antequam di -
,

particolare, è nuova prova in favore dei no- camus. Hoc quosdam amamus hoc odimus » ,

stri principii, sia sulle due vite, sia sulla loco- hoc plurima intelligimus ; hic est saepe pro
mozione. — •
Qui poi non parlo di un altro uso omnibus verbis. Quintil. Insti Oral. lib. XI, -

abituale dei muscoli addominali, quefio di for- cap. 3 La più recente opera pubblicata su ta-
.)

mare le pareti addominali. Codesto uso non è le argomento è una Dissertazione sostenuta que-
effettivamente che di posizione, nè come mu- stoanno nella scuola di medicina. Saggio sulla (

scoli essi lo adempiono. —- Quanto sacro-al espressione delia faccia nello stalo di sani-
spinale, destinato per solito alla stazione, esso tà e nello stato di malattia , di F. Cabucbet,
tende piuttosto a muovere il tronco, che non medico.) Rimando ivi il lettore, riservandomi,
vipervenga ; e la sua contrazione si riduce di apprezzare alcuni dei principii adottati
dal-
pressoché sempre, come abbiamo detto, a pro- P autore, nelle riflessioni che esporrò sulle
durre la ina mobili là attiva. Ma può, con più passioni, al fine di questo Saggio.
j 4^ DELLA VISTA
3.° delle membra.
Locomozione Se — ti
1
nell interno
1
che nell esterno , eseguir pos-
la locomozione va considerata iti qualche par- sono ogni specie di movimento, non però dar
te come funzione particolare, ciò è singolar- loro aiulti eguale estensione; e se, per la si-
mente nei membri, essendo essi realmente gli multaneità e la coordinazione dei loro sforzi,
organi funzione, per essa del tutto for-
di tale intrattengono essi nel modo più perfetto sif-
mali, e disposti nel modo più favorevole per fatta immobilità attiva voluta dalla stazione,
eseguirla colla maggiore ampiezza possibile, e le loro successive e combinate contrazioni ten-
per applicarla ad una infinità di svariatissimi dono per natura a trasportare il corpo da luo-
usi.Là più libera e più perfetta-
risulta dessa go a luogo, con tutta la sicurezza richiesta dal
mente sommessa alla volontà. L’apparato mu- sostentamento. —
Nella stazione ordinaria,
scolare che vi è impiegato, dividesi in due me- tutti i muscoli di questi membri agiscono di.
tà,come gli altri, mediante Igt linea mediana ;
concerto, e sì contrabbilanciano onde produr-
però siffatte due metà sono qui del tutto in- re l’equilibrio del tronco, essendo allora pie- i

dipendenti P una dall’altra, e possono agire di 1’ unica base sulla quale il peso vien tra-
1
isolatamente senza che l una venga mai tra- sportato. Se la stazione si fa sur un piede solo,
scinata di necessità dai movimenti esercitati tutto lo sforzo ricade sopra un solo membro;
1
dall altra. In una parola, codesto apparato di se operasi sui ginocchi, le sole coseie addiven-
locomozione possedè al più perfetto grado gono la sede dell’ azione muscolare però il :

tutti caratteri da Bichat attribuiti alla vita


i meccanismo è ovunque della specie stessa.
attiva. 1 muscoli principali dei membri vanno Nella progressione, i medesimi muscoli
ad inserirsi stabilmente sul tronco, e traimela agiscono successivamente, in modo da traspor-
regione addominale, ricoprono essi il detto tare più oltre tutto intero il corpo, cangian-
tronco tutto intiero con espansioni larghe e do più volte la base di sostentamento. Se tale
moltiplicate, che, ad esso attaccandosi, lo di- progressione è rapida, ciò che costituisce la
fendono inoltre colla loro presenza. Partiti da corsa, più celeri saranno i movimenti, e in
questo centro comune di origine, si portano a direzione alquanto differente, ma risulteran-
organi solidi, quali concorrono alla funzione
i no di natura eguale, e avranno lo stesso sco-
comune solo per l’appoggio che loro presta- po. Nel salto, che realmente è una progressio-
no. —
Non ci arresteremo più oltre sui carat- ne del corpo in aria, sono pure gli stessi mo-
teri fisiologici presentati da codesti organi, sia vimenti si fanno dessi soltanto nei due mem-
;

nella loro forma, sia nelle loro proprietà, e bri ad un tratto, esigono una flessione più
nelle leggi che reggono i loro fenomeni, aven- estesa nel primo tempo, e cangiarono dire-
doli già sufficientemente esaminati. Portiamo zione; e invece di tendere a trasportare al
i nostri sguardi sulla natura delle azioni ese- dinanzi la base di sostentamento, mirano a
guite da siffatti organi coi loro movimenti, e sopprimere per un istante qualunque appog-
consideriamo esse azioni tanto nei membri gio, e ad alzare direttamente il corpo median-
inferiori quanto nei superiori. te la reazione passiva del suolo contro la pun-
Locomozione dei membri inferiori. — ta dei piedi. —
Alcune altre azioni possono
I movimenti di codesti membri, per quantun- ancora essere eseguite dai membri inferiori.
que variati e moltiplicati che siano, possono Con essi si agisce sopra certi corpi per respin-
ciò non di meno riferirsi tutti per l’ordinario gerli ed anco per afferrarli. Mercè protratto
a due generali azioni, la stazione e la progres- esercizio si può render atti i piedi a scrivere
sione. Siffatta verità, evidente in sè stessa pe- o far altre operazioni più o meno diffìcili. Ma
gli uomini tutti, agevole risulta perl’anatomi- codesti esempi annoveratisi fra fatti straor-
i

co dimostrarsi. La lunghezza
a delle ossa, la dinarii ; la forma dei membri inferiori non
larghezza, la solidità delle loro articolazioni , permette che tale perfezionamento sia arre-
la moderata mobilità risultante dalla relazio- cato oltre certo grado; e in ogni caso, la ne-
ne delle articolari superficie, la direzione di cessità in che si è di sostenere il corpo in al-
tali superficie favorevole per aumentare o con- tro modo, allorché impiegatisi siffatti mem-
solidare la base di sostentamento, finalmente bri a simili azioni, la impossibilità di esegui-
la orizzontale giacitura del piede sporto in- re allora progressione, comprovano abba-
la
fuori quasi intieramente, parte su cui appog- stanza non esser già per tali azioni eh’ essi
gia tutto il peso dei visceri, mentre di dietro esistono, e deviarseli allora dal loro fine na-
ima ragguardevole tuberosità, sola parte pre- turale.
sentata dal piede trovasi disposta sì bene per Locomozione dei membri superiori ,
l’attacco dei muscoli forti che resister devono relativamente al tocco, alle azioni propria-
al pondo anteriore, e via dicendo, tutto indi- mente dette ed al gesto. —
Non avviene già
ca e il rapporto dei membri inferiori alla sta- lo stesso di questi membri come dei soprad-
zione, e la diretta necessità di questa nell’ uo- detti. Collocati sui lati del tronco, inutili a
mo. —
l muscoli voluminosissimi al didietro, sostenere corpo, hanno, nella propria dispo-
il

meno considerabili al dinanzi, più moltiplica- sizione, tutto ciò che moltiplicare può il mo-
E DELLA LOCOMOZIONE *43
cimento mezzana lunghez-
e variare le azioni: no va al dinanzi di esse. Alcune poche impres-
za, ma bastante articolazioni eminentemen-
; sioni vengono ricevute per via dell’ organo
te mobili superiormente , e aumentanti in nel tatto; col tocco, le- stesse impressioni si
numero mano a mano che tale mobilità dimi- moltiplicano, addivengono più svariate, più
nuisce ; direzione mano paralella a
della precise, e nuova sensazione risulta dalle stesse
quella di tutto il membro, lunghezza delle reiterate sensazioni. —
Chiaro apparisce che il
dita, movimento di opposizione del pollice, e movimento o la locomozione volontaria di-
via dicendo, tutto è diretto allo stesso fine. stingue in essenzial modo il tocco dal tatto,
La locomozione dei membri superiori ha tre o, indue parole, essere il tocco unicamente il
differenti oggetti : serve dessa al tocco, alle tatto aiutato da un movimento che deter-
azioni propriamente dette, ed è mezzo este- mina la volontà —
Puossi agevolmente di-
.

sissimo d’intellettuale espressione. 1 .° Qui stinguere, nel tocco, ciò che appartiene al tat-
appunto dovevano essere esposte le nostre ri- to e ciò che appartiene alla locomozione. —
flessioni imperocché è desso una
sul tocco, E sempre con movimento o senza ,
il tatto,
locomozione sensitiva anziché un senso parti- che fa nascere
sensazioni di solidità, flui-
le
colare. Sommesso in essenzial modo al mu- dità, freddo e calore, e le loro gradazioni. Ma.
scolare movimento, non poteva porsi a para- è il movimento che dà la sensazione di forma
lelìo dei sensi che
esercitano per via degli si o di figura. Si giudica un corpo solido, per-
organi propri, ed esclusivamente destinati ciocché questo corpo fu a contatto coll’ orga-
per essi. —
Onde convincersene, basta qui no cutaneo; lo si giudica quadrato o rotondo
valutare con esattezza la distinzione di già ri- solo a motivo che F organo cutaneo venne
conosciuta dai il tocco ed il tat-
fisiologi, tra mosso alla superficie di questo corpo, e speri-
to. — Per
*•
intende la facoltà che ha
tatto s
1
mentò in diversi punti, o ad un tempo o suc-
un organo di risentire impressioni di solidità, cessivamente, la impressione di solidità. Nel
fluidità, calore e freddo, applicandovi sopra giudizio da noi fatto , facciamo astrazione
un corpo. —
Per tocco vuoisi significare la ,
dalla solidità, per poi attaccarci solo alla for-
facoltà posseduta da certi organi di applicar- ma il che dinota obbliare noi la sensazione
:

si sui corpi per riceverne le impressioni di prodotta dal tatto, onde occuparci soltanto
solidità, fluidità, freddo o caldo. Per tal — della sensazione nata in forza del movimen-
guisa risultano le impressioni della stessa na- to. —Per la qual cosa, quanto più il movi-
tura; ma nel latto, i corpi vengono applicati mento volontario risulterà moltiplicato , più
sull’ organo nel tocco. Porgano s’applica
;
agevole esentilo riescirà il tocco;- per ciò
sul corpo: qui consiste tutta la differenza ch’è solo la mano diviene Porgano principale del
essenziale, come or ora vedremo. Ogni or- — tocco, verità di fatto che tornerebbe ridicolo
gano è suscettivo dal tatto stantechè ciascun spiegare per una sensibilità particolare dei
organo può ricevere le impressioni di solidi-
,

filamenti nervosi delle dita. Diffatti, qua-—


tà, fluidità, freddo o calore, applicato che vi lunque sensibilità attribuiscasi alle dita, non
sarà un corpo. —
Se ciascun organo non è già darà essa loro se non un tatto
squisito , più
suscettivo del tocco , ciò dipende unicamente renderà le impressioni tattili più vive alla
1
perciocché ogni organo non può muoversi mano di quello che all antibraccio od alla
«dia superficie dei corpi , onde cercarvi le spalla , ma di più non opererà: a meno non
stesse impressioni. Ma se codeste impres- — * si dica, la sensibilità propria della cima delle
sioni risultano di eguale natura, non sono dita essere in rapporto con la forma, con la
desse, a un dipresso, sì moltiplicate nei due densità dei corpi, e via dicendo ; il che offen-
casi. Un corpo
applicato sur un organo non è derebbe la ragione. La conoscenza dei corpi
in rapporto con esso se non per alcuni punti suppone delle estimazioni di distanza; quindi
ad un tempo; un organo steso e modellato sur un latto su diversi punti a un tempo, quindi
un corpo è seco in rapporto per moltissimi il movimento degli organi di quel tatto la ,

punti in uno stesso istante. Nel tatto T orga- ,


volontà adunque per dirigere siffatto movi-
no passivo conservasi sempre nello stesso rap- mento e la intelligenza per valutarne gli ef-
1 1
porto col oggetto. Nel Zocco, l organo atti-
! fetti. —
Soltanto a motivo della locomozione
vo cangia incessantemente di rapporto, e di- volontaria affatto sola che cangia il tatto tu
scorre successivamente i diversi punti dell’og- tocco, come osserva Bichat, si ritrova il tocco
getto. —
- Ora, da codesta attività
,
vale a dire, dovunque fìa possibile il movimento. Tocca-
da codesta ripetizione del contatto su diversi si, allorquando siapplichi la piegatura del goni-

punti, ripetizione dovuta alla locomozione, ri- bito sur un corpo, quando se ne avviluppi uti
sulta una nuova sensazioneche il solo tatto pro- altro colla lingua, o se ne serri un terzo fra
dur non poteva, quella cioè di forma o di figu- mezzo le gambe, e via dicendo; perocché, in
ra. —Per tal guisa, il tatto è in volontario il
.
;
lutti codesti casi, moltiplicatisi punti di con- i

tocco vien promosso dalla volontà. Ne! latto, tatto fra il corpo e l’organo cutaneo, in guisa
l’organo riceve le impressioni; nel tocco, l'orga- da produrre le sensazioni di forma, d’inegua-
*44 DELLA TI ST A

gtianza, e simili, in parecchi luoghi ad una e diffatti sono dessi che devono in ispezieltà
volta. — Ciò mi basta sulla natura del tocco, goderne. La posizione loro, la forma, la di-
aggiungeremo soltanto una riflessione ch’èia rezione, tutto dinota ad essi appartenere la
conseguènza delle precedenti considerazioni. difesa dell’ uomo contro le esterne aggressio-
Evvi certo carattere della vita attiva cui con- ni. Le mani sono gl’ immediati agenti di
venire non può al tocco, cioè /’ armonia di siffatta difesa ;
mala raddoppia
intelligenza
azione e semplice n’è la ragione. Cedue
, le loro forze coi mezzi di cui essa le prov-
metà del sistema locomotore dei membri sono
perfettamente isolate e indipendenti 1’ una
vede. —
{Nota. Potrebbesi dire che
1’ uomo
mem-
sotto tale
i

bri superiori sono per ,

dall’altra, in guisa che 1’ una può agire da sè aspetto, ciò che sono per lo sta to le forze mi-
sola, senza il soccorso di quella che le corri- litari. Coi sensi appunto giudica 1’ uomo di
sponde. Ambidue eseguire possono nel mede- quanto succede intorno a lui, e colla locomo-
simo tempo azioni diverse, e perfettamente zione combatte egli quanto gli torna nocevo-
eseguirle. La debolezzadel membro dritto le. Giudicare e combattere due grandi azio- ,

non influisce di necessità su quella del sini- ni alle quali, come disse un illustre pubblici-
stro membro. Ora, la locomozione formante sta dei nostri dì De Bonald, Saggio analiti-
(

parte essenziale e integrante del tocco, cote- co sulle leggi naturali delV ordine sociale
sta specie di senso deve trovarsi nelle condi- può riferirsi quanto avviene nella società. Co-
zioni medesime. Se, per la esattezza del toc- tale riavvicinamento tra la società e l’uomo,
co, basta che contatto si effettui ad un tem-
il vale a dire, fra una riunione di esseri in-
po o successivamente su parecchi punti, una telligenti ed organizzati, e la riunione di un
sola mano può toccare esattamente, nè neces- essere intelligente con organi, è uno dei pun-
sita che l’altra mano tocchi nel tempo stesso to di vista più stupendi e più fecondi che
e colla medesima La diminuzione di
esattezza. colpir possa la mente. Lo si riscontra dovun-
sensibilità o di motilità in una mano non po- que nel linguaggio, e singolarmente in quello
trà far nascere un inesatto giudizio nella for- figurato viva ad energica espressione di ciò
:

ma di un corpo, perciocché l’altra mano da- eh’ è vivamente sentito. Per tal guisa vediamo
rà codesta forma nozioui sufficienti, e non
"su negli antichi popoli esser di sovente impiega-
abb isognevoli di perfezione. La qual cosa dif- ta la mano per significare la potenza, la forza
ferisce moltissimo dalle visioni, imperciocché di resistenza «odale. E l’ebraica lingua, la più
i due occhi agire devono sempre come un figurata di ogni altra, non dipinge spesse Vol-
solo, nello stesso tempo e sul medesimo og- te lo stato di un capitano o di un principe che
getto. — Era adunque un errore il generaliz- perde il suo esercito, con queste notabili e-
zare troppo legge dell’ armonia, e si va er-
la spressioni: Dissolutae sunt manus ejus . . . .

rati ad evidenza, allorché, applicandola al toc- Lassus est et solutis manibus ? La de- —
co, pretendesi che un cieco con una mano strezza. Appartiene dessa quasi esclusivamen-
sana e l’ altra inrigidita, possa giudicare un te alle membra superiori, e in singoiar modo
corpo rotondo dalla dritta e schiaccialo nella alle mani, od almeno dalla azione appunto di
sinistra, giacché la mano inrigidita potrebbe queste giudicasi pressoché sempre della agili-
col movimento generale del braccio, essere tà della persona. —
Li forza dipende della
condotta a scorrere sul corpo, e conservare così organizzazione; la si misura con abbastanza di
ilgiudizio determinato colla mano sana. Se esattezza, dal volume grossezza dei
e dalla
vuoisi supporre che cotesta rigida mano non muscoli. Non riscontrasi, al contrario, nella
potesse essere rimossa per alcuna guisa, non organizzazione, alcuna plausibile ragione dal-
avrassi per anco guadagnato nulla, perocché la destrezza. Spesso poco s vii upp ita, quant un-
il piccolo numero di punti per via dei quali que la mano risulti delle meglio conformate,
essa toccherebbe il corpo, cagionerebbe una di delicatissima struttura, oltrernodo sensibi-
impressione affitto diversa da quella che può le ;
e d’ altronde la destrezza si trova ad altis-
produrre una superfìcie piana ciò che con- ;
simo grado nei movimenti di una mano mal
correbbe pure a confermare il primo razioci- conformata, colle dita grosse, la pelle ru go-
nio sulla rotondezza generale del corpo toc- sa, e la sensibilità molto ottusa. La forza —
cato. 2.° Non m’ internerò in alcuna partico- aumenta proporzionatamente alla nutrizione
larità sulle azioni propriamente dette, che si ed all’ esercizio. La destrezza non acquista per
esercitano permezzo della locomozione dei cagione dal nutrimento a se l’esercizio, 1' a-
;

membri superiori, e mi basterà osservare che bitudine possono svilupparla, di rado però la
dovunque il tocco accompagni di necessità fanno nascere. Bene spesso distinguesi un mal
coteste azioni, le dirige, e le fornisce in parte accorto, che eseguisce per la centesima volta
la loro sicurezza. — Noterò essere necessarie la medesima azione, di un accorto che la ese-
due cose onde le azioni fìsiche risultino per- guisce a primo tratto. Questo meglio s’adden-
fette, la forza cioè e la destrezza. La forza tra, e più perfettamente vi riesce, ad onta del-
vuoisi rinvenirla singolarmente nei membri ;
la mancanza di abitudine. — La forza influisca
E DELLA LOCOMOZIONE
egualmente su tutte destrez-
le azioni ;
la vimenti ,
ciò che li dirige ; e la scioltezza con
za spesso non isvilu ppasi che in certe azioni cui si esercitano, le circostanze che gli accom-
determinate, nè più rinviensi nelle altre. In — pagnano, le cose che imprendono ad esprime-
una parola, la forza dipende essenzialmente re, il senso apposto a codesti movimenti insi-
1
dall uomo tisico, mentre la destrezza s attie-
1
gnificanti in sè stessi, innalzeranno sempre
1
ne soprattutto all uomo intelligente. Cosiffat- ilgesto al di sopra qualunque fisiologica spie-
te considerazioni potrebbero più lun-
spinger si gazione. Comprenderassi forse, senza la esi-
gi, se i questo disegno non
prescritti limiti di stenza di un essere intellettuale, lo stupendo
m’ astringessero di soffermarmi a siffatto sunto grado di perfezioni di cui è suscettivo il gesto
generale. 3.° Finalmente la locomozione dei della mano
? e si dovrà d altronde per ciò in-
1

membri superiori serve nel gesto alla espressio- ferire ad un simpatico rapporto tra la mano e
ne intellettuale. Per valutare convenevolmente il cervello quanto osservasi fare dal sordo-mu-

gesto, fa d’ uopo figurarselo quale unico mez- to allorché un semplice e rapido movimento
;

zo di espressione, e non aver desso connessio- di alcune dita gli richiami alla niente le più
ne colla parola imperocché il soccorso da que-
;
ampie e complicate idee?
sta fornitogli cangia spesso del tutto la sua na- §• 111. Rapporto della locomozione con
tura. Senza dessa moltissimi leggieri movimenti la vista. —
rapporto dei fenomeni tra la
Il

che accompagnano la espressione orale non locomozione e la vista, risulta talmente esatto,
avrebbero alcuna significazione, mentre da es- sì rigoroso, che non occorrono già molte ri-
sa spiegati racchiudono allora un profondissimo flessioni a comprovarlo. Se nonché, onde for-
senso. —
Ma il gesto impiegato solo, come fa marsene giusta idea, uopo è risovvenirsi la di-
il sordo-muto, si riduce unicamente a presen- stinzione da noi stabilita tra la generale loco-
tare alla mente, mercè degli occhi, certe im- mozione e la particolare. Di fatti, la loco- —
magini di subito dellineate. LT uomo traccia mozione, considerata qual mezzo di funzioni
1
d ordinario codeste immagini sopra sè stesso, riesce per assoluto indipendente dalla vista; io
offerendo nella propria persona un quadro stato delle funzioni di cui forma dessa parie
che varia ad ogni istante, o piuttosto una se- integrante, è la esatta misura del suo sviluppo.
rie di quadri diversi che si succedono con e- Quindi, l’apparato muscolare delta voce, quel-
streraa prontezza. Talora si compone in atto lo della respirazione, quello della masticazio-
1
di riflessione, ed ora d indifferenza, di sprez- ne, e simili, risulteranno liberi del pari e agi-
zo, indi di sbalordimento, di dolore, di sco- ranno perfettamente nel cieco come nell'uo-

raggiamento, di disperazione, di furore, d’o- mo che vede. Di più ancora ; ogni qual volta
dio o si atteggia alla speme, alla gioia, all’ a-
; i muscoli della locomozione generale concor-
micizia, alla tenerezza, e simili cose. Scorgesi rano accidentalmente all’esercizio di tali fun-
qui non appartenere il gesto unicamente ai zioni quali mezzi accessorii, i loro fenomeni
membri superiori, ma sibbene all’intero sistema presenteranno lo stesso carattere d’indipen-
generale di locomozione e in particolare alla denza. Lo si può verificare nel cieco, nella in-
faccia. Nulladimeno spesso vi concorrono i spirazione forzata, in cui muscoli grandi den- i

membri superiori in modo essenziale, in gui- tati, pettorali, e simili, servono momentanea-
sa che senza essi il gesto risulterebbe imper- mente a dilatare il petto, ed agiscono, per tal
fetto. — Se l uomo traccia delle immagini
1
fine, con sicurezza pari a quella degli interco-
al di fuori di esso, il geslo viene di altra na- stali edel diaframma. 1 muscoli, i quali, stan-
tura. I membri superiori ne sono pressoché gli te la natura delle proprie funzioni, attengon-
unici agenti; più breve e meno penosa risulta si egualmente e così di spesso alla locomozio-

la espressione. A. prima giunta sembra ezian- ne particolare e generale, avranno alternati-


dio più limitata; ma la moltitudine dei movi- vamente una azione più o meno facile, secon-
menti di cui gode la mano, permette di per- do 1’ uno o 1’ altro caso. Per tal guisa, nel cie-
fezionarla moltissimo, e di renderla estesissi- co, i muscoli addominali avranno un movi-
ma, mentre gli altri membri non sono suscet- mento lento, incerto, ogni qual volta il tron-
tivi a tale educazione, perciocché loro movi- i co muoverassi sopra sè stesso, e facilissimo e
menti risultano meno facili e meno moltipli- assai sicuro, allorché serviranno alla respira-
cati. Il gesto, in qualunque guisa lo si prenda, zione, alla escrezione digestiva, ed analoghe
appartiene unicamente all’uomo, e suppone la cose. — Limitiamoci adunque alla locomozio-
intelligenza di cui è desso la prova, poiché ne ne generale, o riguardata come funzione, poi-
è la espressione. Qualunque siasi la facilità im- ché d’ altronde dessa appunto appartiene in
partitagli dalla organica disposizione, cotesta ispecie alla vita attiva, e vediamo quale stato
-
disposizione riesce insufficiente ad ispiegarla, ci presenti nel cieco, quanto ai suoi usi.
nè rinchiude per nulla la ragione. Dalla fisica Ogni qual volta muscoli contraggami simul-
i

taneamente per produrre la immobilita atti-


1
natura degli organi si scorge eh essi possono
eseguire tali movimenti, ma non si vede poi in va, chiaro apparisce i loro fenomeni essere
«ssa natura fisica, ciò che «oordinu siffatti mo- tuttora indipendenti dalla vista ; imperocché
EncieL Mei. dp* Lì
14s f
DELLA VISTA
1
la immobilità attiva solo si effettua per l atti- ci può con esattezza e tala conoscenza e sif-
tudine generale del corpo ; attitudine voluta fatte immagini. — Non vi ha luogo a dubita-
dalla organizzazione, e che non suppone la re, nè si dubita pel fatto, nell’ uòmo sano e
conoscenza di alcun oggetto esteriore, nè la fornito di tutte le sue facoltà, l’esercizio della
presenza di veruna immagine. Per tal guisa , vista non preceda sempre immediatamente il
la stazione addiviene nel cieco perfettamente tocco, non ne sia la causa e la ragione. Acqui-
assicurata ; ha pure più precisione e uniformi- state avendocolla vista le prime nozioni sulla
tà nell uomo che vede, perciocché nulla im-
1
esistenza, laforma, la rispettiva disposizione,
pegna a modificarla; tutto il corpo è dritto, il colore del corpo , per essa appunto si è
e sembra formato di un solo pezzo, come vol- quindi spinti a procurarsi più positiva cono-
garmente si dice. — Non è lo stesso, allorché scenza intorno ai detti oggetti, e ad aggiun-
i muscoli si muovano successivamente ciò : gervi quelle della densità, della gravità, e si-
che costituisce la locomozione propriamen- mili altri che alla vista non si offrivano. Privi
te detta. A qualunque uso sia impiegata sif- della vista, altro non conoscerebbesi oltre i

fatta locomozione, si riconoscerà sempre la corpi che vdhgono un’ impressione im-
a fare
1
influenza immediata eh essa riceve dalla vista. mediata sull’ organo cutaneo ; i corpi più
— La progressione, uffizio naturale della lo- lontani resterebbero assolutamente sconosciu-
comozione nelle membra inferiori, è di neces- ti, nè avrebbesi alcuna ragione per andarne
sità connessa alla cognizione degli oggetti che in traccia, vale a dire per esercitare su di essi
ci circondamo, e possono ritardarla, impedirla la locomozione tattile. Se adunque il tatto
o renderlaTunesta. Un corpo solido arresterà determinare può il tocco, ciò solo accade pei
forse i piedi nel momento in cui cangeranno corpi che più a noi si Ravvicinano; e se vuoisi
di posto ; un precipizio per avventura sta a- supporre che 1’ acquistata conoscenza di que-
perto nel luogo in cui volsi avanzare il passo ; sti corpi bastasse per decidere il cieco a re-
tali sono i timori di un cieco abbandonato a carsi più lontano, a rintracciarne degli altri,
sé stesso, o piuttosto incapace di conoscere con e ad aggrandire mano a mano 1’ angusto cir-
esattezza e i corpi e il vuoto; non ha egli suf- colo nel quale ritrovavasi dapprima rinchiu-
ficienti nozioni oltre quelle dell’angusto po- so, converrassi almeno che la esperienza'riesci-
sto in cui attualmente si trova, nè può aver rebbe lunga, e che innanzi di acquistare con
desio di lasciarlo, come a noi accade allorché tal metodo un tocco che tornar utile potesse
ci troviamo in mezzo alle tenebre. Se il «tatto ai bisogni di conservazione, il cieco avrebbe
di cui egli gode, se il tocco che può esercitare, dovuto le mille volte soccombere in mezzo ai
accrescono un poco le sue cognizioni sullo spa- pericoli da cui è del continuo attorniato.— S
1
zio che l attornia, ciò fa solo alla lunga e do- esprime tuttodì, nel familiare linguaggio, la
po moltiplicati testamenti ;
e la progressione connessione del tocco colla vista allorché si
.

alla quale in fine deciderassi, risulterà lenta, dice, che ilfanciullo vuo' toccare tutto quan-
misurata piena d’inquietudine e d’incertezza. to ei vede : il che dinota la vista precedere
Vedremo d’altronde fra poco come il tocco e determinare in lui la volontà del tocco. Ora,
riuscirebbe da sé incertissimo, se il solo tatto quanto avviene incessantemente nel fanciullo,
ne fosse la causa determinante. Non per- — pel quale tutto è nuovo, succede egualmente
tanto, perviene il cieco da per sè a camminare nell’ adulto ogni qual volta gli si pari alla vi-
con molta sicurezza ma ciò acquista egli me-;
sta un oggetto da lui non per anco veduto $
diante l’ inslruzione che riceve ner via de- egli lo tocca solo dopo averlo veduto, e per-
u.

gli altri sensi, e soprattutto dell’ udito per- ;


ciocché 1’ ha veduto. A tutti gli istanti della
ciocché conducendolo a lungo per mano, na- vita, e pegli oggetti più noti, è pure la vista
cque in lui l’abitudine di dirigere suoi passi
i che regola e dirige il tocco, ed allorché ne vie-
in questo o in quell’altro verso ;
perchè acco- ne dessa turbata o volta altrove, allorché è
stumandolo oggetti per mez-
a riconoscere gli dessa impossibile per mancanza di luce, il toc-
zo del tocco, si supplì, fino a certo punto, il co, incerto, timido, assume il nome di palpai
senso di cui egli manca ; in una parola, è la mento. — Non si faccia adunque le maravi-
vista degli altri che surrogò la sua} ed è debi- glie sullaperfezione che acquista il tocco nel
tore della sicurezza sempre mediocre della sua cieco, nè si riguardi questo fatto qual prova
progressione, alla società, da sè solo non po- della mancanza di connessione naturale tra il
tendola certo acquistare. La locomozione — tocco e la vista. Imperocché, i.° il tatto ele-
dei membri superiori , a qualunque uso essa mento essenziale del tocco, diviene di neces-
serva, va sempre unita immediatamente alla sità più delicato, allorché l’attenzione cade
vista. Uopo
è riconoscere la esistenza dei cor- tutta intera su di esso, e non è frastornata da
pi per determinarsi a toccarli, ad agire su dì 0
Il cieco non acquista già
visuali sensazioni. 2.
essi. Vi vogliono immagini per esprimersi con di per sè solo la perfezione e la sicurezza del
immagini, vale a dire onde gerire in qua- tocco propriamente dello sì bene mediante la
lunque siasi modo. Ora ,
la sola vista dar educazione sociale, perciocché vennero diretti
E DELLA LOCOMOZIONE i4 1
ì movimenti, perchè posti gli furono fra
suoi Il gesto singolarmente sta colla vista in
le mani gli oggetti che doveva esaminare, lo un rapporto continuo e necessario. Diffatti, il
si condusse d’ accosto a quelli da cui era egli gesto suppone certe immagini, e la sola vista
lontano, in una parola, gli altri uomini pre- può darne di sufficienti. Il cieco ne acquista
starongli i propri occhi. Certo, siffatta edu- sì alcune col tocco
, ma risultano desse im-
cazione venne agevolata dalla natura più de- perfette, poiché vi mancano i colori; le acqui-
licata del tatto, ma fu necessaria ed il tocco ;
sta egli ripa ratamente e a lungo andare, poi-
1
che, nell uomo chiaro veggente, dipende dal- ché il tocco non
coglie alla volta che certo
le propria vista, nel cieco nasce, almeno in numero punii. Se, d’altronde, il cieco
di
origine, da una vista estranea.'—Concludiamo giunge con poca fatica a formarsi una imma-
da quanto dissi finora, doversi riguardare il gine qualunque dei corpi in particolare, gli
tocco qual senso ausiliare della vista, poiché, riesce però malagevolissimo di figurarsi ì’ in-
i.° ne dipende e gli succede ; 2.
0 si esercita sieme di più corpi, e codesto insieme, unifor-
sugli stessi oggetti, perfeziona varie delle co- me, scolorato, non risulterà per esso che un
gnizioni acquistate dalla vista su tali oggetti, infedelissimo quadro. Finalmente, evvi una
e vi aggiunge novelle nozioni; 3.° può desso, moltitudine d’immagini non possibile ad es-
come la vista, fornire indizii al pensiero cin- ser colpite da! tocco, come l’espressione del
dizii della stessa natura. È noto che i ciechi volto, le attitudini delle passioni reali o arti-
leggono colla mano, mercè di caratteri al- ficialmente figurate, le quali ultime riescono
quanto rilevati. Ora, siffatta scrittura in basso le più essenziali pel gesto, essendo esse quasi
rilievo altra cosa non è, per essi, che la paro- le sole cui deve delineare di nuovo. Per tal —
la stabilita, come la scrittura in colore lo è guisa, il getto, unico mezzo ordinario di
per noi. Poco importa che tali caratteri ser- espressione pel sordo-muto, non avendo egli
vano forma e col colore, poiché la intel-
colla che la vista, diviene nullo affatto nel cieco. Il
ligenza se ne vale nel modo stesso. sordo-muto porta il gesto al maggior grado
1
11 tocco va adunque annoverato nell or- di perfezione, e Io impiega con riuscita ad
dine primo dei fenomeni della vita attiva. Po* esprimere le idee meno figurabili. Il cieco noia
trebbesi, per altri risguardi, formarne un sen- può fare il più semplice gesto, e sen sta im-
so intermedio alle due vite, poiché, come l’o- mobile, esprimendo colla voce i più vivi sen-
dorato ed ii gusto, suppone desso la immedia- timenti, le più ridenti immagini. La qual cosa
ta applicazione dei corpi sur un organo mem- potè essere notata da ciascuno di quelli che
branoso, ed i suoi usi sono spesso relativi al- ritrovaronsi presenti ai pubblici esercizi dei
quanto approssimativamente all’organica con- ciechi della istituzione nazionale. Parecchi
servazione. Un lieve ed indeterminato cenno, fra essi recitano pezzi di eloquenza, di poesia,
da me verbalmente dato di codesto saggio eseguiscono concerti vocali. La loro voce,
prima ancora che fissato m’ avesse le idee, perfettamente adattata alle parole in diverso
diede a credere che io mi avrei attenuto sin- modo combinate, piene di sentimento e di
golarmente a quest’ultima considerazione, di- fuoco, forma il più singolare contrasto colla
videndo quindi i sensi in tre classi. Ma non assoluta inazione di tutte le loro macchine.
istimai che fosse naturale d’isolare dalla vista Si ascoltino senza riguardarli, e sembrerà udi-
un senso che se ne avvicina per caratteri sì re oratori fortemente commossi , agilantisi
immediati e che tanto colpiscono. D’altronde, con violenza; declamatori impetuosi, incapaci
se il tocco è relativo alla conservazione orga- di frenare i loro moti ; musici vivi ed impa-
nica generale, come la vista, non ha desso , zienti , il cui corpo intero sta in armonia col-
colla nutrizione un rapporto sì approssimati- la voce. Si riguardino, nè si potrà a meno di
vo, come si scorge nell’ odorato e nel gusto. non maravigliarsi estremamente, allorché, in-
— Se la vista presiede al tatto, presiede dessa gannati nell’ aspettativa , mirerassi uomini
eziandio di necessità alle azioni fisiche. Ciò ritti, immobili, colle braccia incrociate, simili
non abbisogna di sviluppo, e se mi si oppo- ad automi che cantino o declamino. La —
nesse la perfezione delle opere fatte dal cieco, espressione della faccia non risulta però nel
risponderei, i.° il tocco, perfezionato in esso cieco affatto nulla, potendo in essa benissimo
mercè della sociale educazione, vale a dire, dipingersi talune affezioni, come la gioia, i!
colla vista degli altri uomini , potè supplire dolore; ma siffatta espressione riesce limitata
assai agevolmente la vista per quanto riguar- oltremodo. Il riso del cieco dislinguesi per la
da agli oggetti presi individualmente ed in sua invariabile uniformità, e per la sua poca
particolare 2. 0 non potere in alcun caso , il
;
affinità colle gradazioni delsenlimento espres-
cieco eseguire le azioni richieste dalla cono- so dalla voce, spesso pure colai riso non ha
scenza di un insieme considerabile di oggetti, motivo, e mostrasi del tutto contraddittorio
eooie la struttura di una casa e simili, e final- aldiscorso.— Se non temessi di spingere trop-
mente i membri superiori non essergli valevoli po oltre cotali riflessioni, e d' impegnarmi in
per difendersi contro le esterne aggressioni. un cammino che le mie forze non mi perinei-
2 48 ' DELL UDITO
il meccanismo delle fun-
terebbero di tulio intero discorrere, mi farei risultati fisiologici;
1

qui ad esaminare il rapporto del gesto colla zioni trovasi poco rischiarato mercé dell os-
immaginazione. Vedremmo il gesto estesissi- servazione dei mezzi ; e quanto più si fissi
tanto meno si apprende, posto che non voglia
1
mo, molto variato ed attivissimo nell uomo
dotato di viva e brillante immaginazione ; lo si cadere in ipotesi da niun conto. Tutto, nel-

troveremmo, al contrario, debole, raro, poco la esterna conformazione degli organi dell’u-

sviluppato e poco espressivo in quello che, dito, comprova la loro importanza. Non tro-

dando tutto alla riflessione, poco pensa per via vaosi dessi collocali nella faccia, sì bene ai la-
di immagini, e dedicasi quasi unicamente alle ti della testa, e nella stessa grossezza del cra-
più intellettuali idee. Siffatta osservazione tor- nio, di cui fatino parte. Siraetrici, ma molto
1
discosti l uno dall altro, possono supplirsi ac-
1 1

nerebbe in appoggio di ciò eh io dico, poi-


ché la vista è il senso proprio della imma- cidentalmente, e tuttavia agiscono di concer-
ginazione come il gesto è la parola degli to, e devono essere in armonia onde che V u~
,

occhi.' —
Evvi adunque un rapporto diretto dizione risulti esatta. I loro nervi, volumino-
e costante tra la vista e la locomozione gene- sissimi come sono, si perdono nel cervello do-
rale. Se cotale rapporto sembra meno rigo- po breve tragitto. —
Veruna parie del corpo,
roso di quello esistente tra 1’ udito e la voce, tranne i denti non eguaglia in solidità e in
ciò è appunto perchè il tatto può supplire in durezza la parte ossea che, sotto il nome di
parte alla vista, mentre nulla può far le veci rocca , inviluppa immediatamente l’organo
1
dell udito. uditorio, e ne fofma il palato. Al di fuori offre
Conclusione dell articolo primo. —Gli
1
dessa una stretta apertura che circonda una
organi visuali non si esercitano se non sopra porzione cartilaginosa, parte costituente del-
1

oggetti figurati, nè possono servire la intelli- l organo, poiché seVve alle prime riflessioni
genza che trasmettendogli immagini, sia che dei raggi sonori. Codesta apertura rimane
1

coteste immagini abbiano per iscopo di dare sempre nè ha, come quella dell orbila,
libera,
alla intelligenza la fisica conoscenza degli og- organi accessorii che possano chiuderla sotto
getti come visione ordinaria, sia che,
nella l’ impero della volontà. Verun muscolo può
come nella lettura, siffatte immagini siano direzione dell’orecchio , e il solo
cangiare la

soli indizii ai quali la intelligenza vi attacca movimento generale


della testa lo ravvicina o
certe idee. —
La intelligenza agisce per via f allontana dai corpi d’onde partono i suoni.
delle locomozioni soltanto sopra oggetti figura- Non conto in Etto, f azione dei muscoli au-
ti, sia che, nel tocco, cerca dessa acquistare su ricolari, perchè risulta dessa poco marcata, nè
di essi le nozioni che la vista o non ha date, predomina mai visibilmente sali udizione.
1

o le ha date incompiutamente, sia che, con Tre ordini di cavità ossee che separano fine
movimenti più forti e sempre combinati, uno- e asciutte membrane, sempre più o meno tese:
difìchi i corpi in isvariate fogge. Finalmente, cavità che divengono altrettanto più irrego-
per mezzo d immagini momentaneamente lari quanto si esaminino più dappresso del
1

tracciate la locomozione serve, nel gesto ad nervo uditorio ramificato nelle più profonde ,
esprimere i pensieri e le affezioni di cui l es- tale è lo spettacolo che presenta l’orecchio al-
1

sere intelligente è la sorgente. —


La vista e la T esperto anatomico che vinse le difficoltà di
locomozione sono adunque legate per la na- una penosa e delicata dissezione. Se abbia- —
tura degli oggetti sui quali esse si esercitano, mo ammirato nell occhio la
1
precocità del suo
pel modo con cui servono desse la intelligen- sviluppo, siamo ancor più stupefatti conside-
za, per la successione naturale dei loro feno- rando nel feto 1’ orecchio. Il suo sviluppo os-
meni, e per la dipendenza immediata in cui seo è ancora imperfetto, come tutto il cranio
sono 1 una dall altra, poiché la vista riesce al quale appartiene. La porzione squamosa, la
I
1

insufficiente senza la locomozione, e questa è rocca stessa, non offrono all’ esterno che sot-
impossibile, od almeno limitatissima, assai dif- tilissimo strato, nè esiste per anco la ossea por-
ficile senza la vista. —
Codeste due grandi zione del condotto uditorio Ma il condotto,
.

funzioni devono adunque essere avvicinate più membranoso, ha la medesima lunghezza


1 1 1
l una all altra in fisiologia, e considerate co- come nell adulto la cavità del timpano è pu-
;

me formanti il primo ordine dei fenomeni re istessamente larga, e la membrana che lo


della vita attiva. chiude al di fuori è eziandio solida non può ;

stabilirsi veruna distinzione tra il volume de-


ARTICOLO II. * 1

DELL UDITO E DELLA VISTA. gli ossicini nelle varie epoche della vita; la co-
clea offre eguali contorni, lamine sempre del
§. I. DelP udito e sue specie. —
Lo stu- pari perfette, ed canali mezzo circolari, spor-

i

dio anatomico degli organi dell' udito non ri- genti sulla rocca del feto, posto che soltanto
sulta già meno interessante di quello degli or- uno strato esseo più spesso lo ricopre.— Ogni
gani della vista ; ma la conoscenza della loro cosa è adunque preparata, al momento della
disposizione non conduce gran fatto a felici nascita, acciocché 1’ udito si eserciti e codesti ;
F. DELLA TI ST A
M9
organi che sì possentemente concorrono allo servazione , conciossiaehè P orecchio -trovasi
1
sviluppo dell intelligenza, non abbisogneran- sempre, in apparenza, nel medesimo stato,
no già di un accrescimento lento e progressi- qualunque siasi il modo di mirre che potrass»
vo onde mettersi in istato di agire. Sarebbe — riscontrare o che si vorrà supporre. Veggonst
un negare la verità conosciuta non volendo alcuni muscoli intorno al paviglione dell’ o~
ammettere T esistenza di un rapporto tra la recchio, ma la loro azione debole, pressoché
struttura dell’orecchio e la ripercussione dei nulla, non si riterisce sulle parti essenziali del-
suoni. Tutto trovasi disposto nel modo mag- l’organo uditorio. Trovansi muscoli che agi-
giormente atto a moltiplicare cotesla riper- scono sul martello e sulla staffa; ma riesce im-
cussione, dalle ineguaglianze del padiglione possibile osservarne P azione, e sapere appun-
fino ai contorni delle cavità labirintiche. Per tino quando essa succeda. Pare indubitato che
tal guisa, la asciuttezza e la tensione della mem- i movimenti impressi al martello abbiano per
brana del timpano sono adattate alle vibrazio- iscopo di tendere o rilassare la membrana del
ni dei raggi sonori ;
gli ossicini, suscettivi di timpano ; però non è noto se codesta tensione
parecchi movimenti gli uni sugli altri, e diret- risulti costante ogni qualvolta si operi 1’ udi-
ti tutti verso le cellette mastoidee o verso il re, nè di quali variazioni sia suscettiva, nè a
vestibolo, sono sì favorevolmente situati per qual grado possa modificare le vibrazioni del-
trasmettere nelle cavità rincula te dell’orecchio le membrana, nè se 1’ azione di siffatti musco-
le vibrazioni comunicate al martello per mez- li sia interamente sommessa alla volontà. Nul-

zo della membrana, che non si può non altri- la adunque può statuirsi, dietro la conoscen-
buir loro tale funzione. —
Ma come avviene za di questi muscoli, sulle varie specie di udi-
che talvolta s’intende quantunque la membra- zione. —- In mancanza di simili fatti scientifi-
na del timpano sia perforata, e perduti siansi ci,ricorrasi ad osservazione pivi comune fatta
parecchi ossicini ? Perchè mai 1’ udizione vie- lutto dì dagli uomini più semplici, ed espressa
ne mal appena turbala in certi casi in cui Po- nel linguaggio con termini precisi, che di rado
polisi masloidea, cariata, permette all’aria di permettono di supporre idee inesatte, e ri-
introdursi straordinariamente? Perchè in ,
conosce rassi agevolmenleesistere una differen-
moltissimi individui sordi, e in particolare in za reale tra intendere ed ascoltare Qui in- .

quelli che lo sono dalla nascita, lutti gli orga- tendo parlare soltanto dei suoni in generale.
1
ni dell udito ritrovami nello stato d’ integrità 'l utti convengono che si intende sempre e

il più perfetto, e via dicendo ? Sta uno qui le necessariamente questi suoni, allorché non
difficoltà sentite da molto tempo, e delle qua- evvi tra P orecchio e il corpo che li produce
li oggidì più non si ricerca lo scioglimento es- un ostacolo invincibiletransmissio-
alla loro
sendoché con ragione se dispera di rinvenirlo. ne. Al contrario, ognuno conviene potersi non
— Limitandosi allo stato naturale, la fisiologia ascoltare suoni la cui origine è vicinissima al-
non può vedere nel meccanismo dell udizio- 1
1’ orecchio. Nulladimeno s' intendono ancora

ne, se non una moltitudine di vibrazioni suc- in questo ultimo caso. Ascoltare e intendere
cessive e allorché, mercè ditali vibrazioni,
;
non sono adunque sinonimi nel senso volgare;
ha condotto suoni nelle cellette mastoidee, e
i differiscono anzi codesti due atti abbastanza
fino alla polpa nervosa della coclea, più nulla onde P uno non possa succedere congiunta-
può dessa spiegare, pur anco con semplici mente all’ altro ; ed è perciò che in ogni tem-
probabilità. La impressione fatta sul nervo po osservossi una differenza di natura nell’ u-
vien trasmessa al cervello, sentita dall’anima : dizione, a norma di certe circostanze.
ciò che costituisce la sensazione. l'ulto que- — Se per sapere in che consista questa diffe-
sto non offre nulla di passivo per parte degli renza di natura nei fenomeni dell’ udire, in-
organi, e nulla di libero dal lato dei fenome- terrogassi un uomo semplice e senza istruzio-
ni intellettuali.Fin tanto che l’orecchio ri- ne, ma abbastanza intelligente, ei mi rispon-
marrà aperto, raggi sonori vi s’introdurran-
i derebbe : Non poter
trattenersi dall inten- ’

no, ripercossi, e faranno sul nervo uditorio la dere, ma esser padrone di ascoltare ; ascol-
impressione da cui risulterà la sensazione. tar egli soltanto quando a lui ciò piace ;
Per tal guisa, nello stato più abituale di ascoltare allorché vuole intendere più esat-
veglia, la udizione è involontaria, ed intendon- tamente e intendere male qualora non a-
,

si quindi di necessità suoni prodotti a certa scolti quanto egli intese indurlo ad ascol-
;
distanza, come provasi ‘necessariamente 1’ im- tare per meglio intendere ; spesso forzata ,

pressione dell’ aria che viene a colpire la pelle. di' intendere suoni che lo disgustano , deci-
— Ma questo stato abituale non cambiasi mai dersi di non ascoltare, ed allora pervenire a
forse ? 1’ udizione è dessa sempre passiva ? e la diminuire il dispiacere che egli provava, per-
volontà non può anch’essa avere nell’orecchio ciocché più non intende che confusamente %
la stessa influenza ha nell’occhio nello sguar- infine, spesso aver sì ben teso le orecchie
do? Non varranno ad [schiarirmi su ciò nè per ascoltare ma nulla intendeva
,
la . —
la disposizione anatomica, nè la fisiologica os- tutte codeste risposi© le quali sono certamente
l!5o DELL UDITO
assai naturali, l
1
nomo che soddisfava alle mia mationes passim facessit .— Definisco adun-
interrogazioni non pretende espormi dei fe- que l’ascoltazione, la volontà presente nel-
nomeni lìsici, ma unicamente T effetto pro- r udizione, come diffinii lo sguardo, la vo-
dotto sul senso dell udito
1 1
dall atto della sua lontà presente nella visione. È probabile —
volontà e puossi osservare come non adopri
;
che un qualunque fisico cangiamento nello
1
onde farsi comprendere alcuna figura, veru- stato degli organi dell udito accompagni l’a-
na metafora, se ciò non fosse quella di tende- scollazione ma tale cangiamento, se avviene,
;

re bene gli orecchi, o di porgere l orecchio non può risultare ben marcato, e come esso
per meglio intendere ; il che solo potrebbe sia, non si saprebbe valutarlo, poiché non
rapportarsi ad uno stato di tensione negli or- puossi nemmeno determinare con esattezza i
gani dell udito, o al movimento del capo pel
1
primi fenomeni dell 1 udizione passiva. Par- —
quale si accosta l 1 orecchia al corpo sonoro : rà forse troppo sottile la distinzione da me
debole immagini, insufficienti, con le quali non fatta, e mi si opporrà che, nello stato ordina-
hassi mai preteso spiegare esattamente tutto rio, ascoltasi quasi ogni qual volta si intende.
ciò che si fa in ascoltando poiché si può a- ,
Risponderò, i.° non trattarsi già di sapere se
scoltare senza cangiar posto, e senza che al-
,
codeste due cose siano spesso riunite, ma se
cun movimento visibile si operi dal lato degli si distinguano
0 onde decidere
2. ; se la distin-
organi. —
Non cambiamo nulla alla natura zione risulti esatta, doversi prendere ciascun
dai fatti espressici da codesto volgare linguag-v fenomeno nel caso in cui apparisce più mar-
gio presentiamoli soltanto con un po’ più dj
;
cato e più semplice. Per tal guisa, supponi
colore scientifico, ed allor diremo Esservi : un autore applicalo in modo alla composizio-
due sorta di udizione Tuna passion involon- ne di un’opera da intendere a appena gli
tària del continuo esercitata nello stato di ve- strepiti che colpiscono le sue orecchie , ed
1
glia, perciocché gli organi sono sempre dispo- avrai così l esempio della più passiva udizio-
sti a ricevere a trasmettere all’anima la im- ne. Figurati un musico intieramente occu-
1
pressione dei suoni l altra attica prodotta; ,
pato a giudicare il merito di un concerto, e
1
mediante la influenza della volontà sull orga- 1
avrai lesempio della più attiva ascoltazione.
1
no dell udito. 11 nome proprio di udizione — Finalmente risponderò, come feci per lo
conviene al primo io indicherò il secondo : sguardo, che supponendo anche l’ascoltazione
con quello di ascoltazione. necessariamente legata all udizione passiva, e 1

L 1 udizione passiva presa a rigore non dà succedente ad essa sempre immediatamente a


luogo se non a sensazioni, confuse ed inesatte, gradi più o meno distinti, supponendo che si
come può verificarsi quando la intelligenza ascolti sempre più o meno ciò che s 1 intese ,
1
trovasi forte occupata di qualche estraneo og- sarà d uopo sempre convenire che avevasi
getto ai suoni che colpiscono l 1 orecchio. L a- ’
incominciato con intendere passivamente, e
scoltazione può
dare nozioni prete-
sola che codesta udizione passiva è stata la ragio-
1
se e distinte sulla natura di quelli medesimi ne o piuttosto l'occasione necessaria dell a-
suoni. —
L 1 udizione , eh 1 è abituale, pren- Quindi ci accordiamo perfetta-
scoltazione.
de e determina 1’ ascoltazione , non avendo mente, imperocché non Irattavasi già della
1
l anima altra ragione per volere e ricercare più o meno necessità nella successione dei fe-
una più esatta sensazione, che la inesatta sen- nomeni, sì bene unicamente della loro diffe-
sazione da essa di già sperimentata.
1
Infine — renza. — Si dirà forse tale ascoltazione di cui
l udizione suppone sempre di necessità dei favello altro non essere
non la mancanza se
1
raggi sonori pervenuti all 1 orecchio e che fan- di attenzione per parte
dell anima alle im-
no impressione sugli organi ; mentre l 1 ascol- pressioni ricevute per mezzo degli altri sen-
tazione suppone soltanto la volontà o la bra- si ? Io non convengo per nulla di siffatta ne-

ma d intendere, e succede anche quando l’ef-


1
gativa diffinizione. L uomo che
1
ascolta colla
fetto non segue questa volontà o questa bra- maggiore attività riguarda spesso colla stessa
ma ; vale a dire che ascoltasi anche quando, applicazione al medesimo istante. La espres-
non venendo prodotto verun suono , nulla sione, non ha che occhi ed orecchi prova ,

può intendersi, come si riguarda pure lor- ciò meglio di qualunque ragionamento. Ci
quando nulla si può cedere. Quando , dice mostra dessa la intelligenza che moltiplica in
Stahl, cel obscuritas loci vel latebrae cir- ,
qualche modo i sensi principali per mezzo dei
cuiii imminent.es metani incutiunt, atque quali essa si esercita, ed èquesta appunto la più
focent ne ex improviso alìquid noxium pro- giusta idea, come la più bella, che possasi for-
siliat... cere arriguntur intenduntur etiam > mare sguardo e della ascoltazione. Ani-
dello
et celati ad. acute audiendum diriguntur ,
,

,
ma active excubias agit, dice Slahl. Ab- —
loto quoque capite ad ilium locum converso ,
biamo ravvisato l udito in quanto alle sue
1

aures ne utique fallere possit sonus , qui specie ; diciamo ora qualche cosa dei suoi usi
,

propterea in tali constitutions etiam te- principali. —


I fenomeni dell’udizione sono

nuissimus , insigne s perceptiones et aesti terminati allorché l’anima ha percepito le


E DELLA VISTA i5i
impressioni fatte dai suoni sull orecchio. Li-
1
mente. —
Non s'intende per nulla un di-
mitasi il lavoro intellettuale necessario all'udi- scorso allorché intendesi una pronunziazione
to nei casi da me supposti, a riconoscere que- di sillabe e di parole alle quali non si può
sti suoni, a calcolarne i gradi e a giudicarne ^porre veruna idea. Non intendesi per nulla
1
la natura e l origine. Per mezzo dei suoni sia- on discorso allorché si fissi tutta la propria at-
mo avvertiti della presenza e dei movimenti tenzione sulla pronunziazione delle sillabe e
di certi corpi, del loro allontanamento o del 1
delle parole, e si trascuri d annettervi veruna
loro riavvicinamento ; su tali suoni appunto idea,quantunque lo si possa. Non s' intende
la intelligenza rivolge tutta la sua attenzione, un discorso che quando ei occupiamo dell’idea
perciocché ci richiamano alla mente pericoli i che parole esprimono, trascurando la sen-
le
a sfuggire, i mezzi di conservazione da rin- sazione fisica prodotta dal suono delle paro-
tracciarsi, e simili cose, in una parola, le di- le. Alcuni esempi ciò metteranno in piena lu-
verse azioni da intraprendere. È ancora — 1
ce- Un Alemanno parla alla mia presenza ;
sulla fisica natura dei suoni verso cui atten- l io intendo suoni posso distinguere e
articolati,
1
zione dirigesi nell udizione della musica, sillabe e parole; ma non posso apporvi alcun si-
quantunque in questa i suoni coordinati non gnificato. rutta la mia attenzione rivolgesi di
siano se non una specie di linguaggio in rap- necessità sulla sensazione fisica che i suoni
porto colle morali affezioni. La dolcezza , la producono in me, perciocché dessa non può
gravità, P acutezza dei suoni, il loro accordo riportarsi sopra altra cosa. Mi trovo adunque,
1
o la loro discordanza sono essenziali condi- riguardo a quest uomo, nelle stesse condizio-
zioni acciocché cotesto linguaggio produca il ni in cui io sarei rirapetlo ad un uccello che
suo effetto, nè si eccita la minima affezione canti. Intendo una pronunziazione, non in-
allorché le voci dei cantanti non trovatisi più tendo un discorso. —
Io voglio informare un
in armonia, o gli orecchi dell’ ascoltante ab- fanciullo alla pronunzia; gli faccio quindi
biano una ineguale sensibilità. L’anima è qui recitare uno brano di prosa , è infrattanto
adunque occupatissima a giudicare suoni, e i ch’egli la recita, fisso tutta la mia atten-
le mozioni che dev’essa provare dipendono zione sul modo con cui articola, sul tuono
molto, sia dalla natura di cotesti suoni, sia dal di voce che assume , nè pongo mente per
1
rapporto eh essi hanno fra di essi in guisa ;
nulla alle cose che dice, vale a dire, che, libe-
che si può concepire, per via di fisiche ragio- ramente e di piena mia volontà, dimentico le
ni, perchè l’effetto morale sia o no prodotto. idee di cui le parole sono il segno, per solo
Qui possono aver luogo naturalmente le ri- occuparmi delle parole medesime. Non è
1
flessioni che si fanno sull orecchio giusto o adunque un discorso ch’io intendo, sì una
falso. serie di suoni articolati, i quali, se volessi^di-
Non egualmente nell’ udizione
avviene verrebbero per me un discorso, vale a dire;
della parola, o lorquando il senso dell udito 1
una serie di pensieri espressi. Un professo- —
è impiegato alla conversazione. Certamente, re m’ instruisce sur un oggetto scientifico, io
in tal caso, suoni formano parte essenziale
i intendo dei suoni articolati come nei casi pre-
dei fenomeni che succedono, e la loro im- cedenti, e se non l’intendessi, la lezione mi
pressione sull' orecchio riesce necessaria onde tornerebbe inutile. Ma non vi avrebbe lezio-
sia compreso il discorso ; ma non già sulla ne per me, se mi©.occupassi della sola pro-
natura fisica di questi suoni deve esser rivol- nunzia del professore e del modo con cui
ta principalmente P attenzione, sì bene sui egli articola ogni sillaba. E' mestieri assoluta-
1
sensi eh essi racchiudono, sulle idee di cui mente che trascuri codeste sensazioni fisiche
sono il segnale, o, in una parola,
sulla loro per non dar retta che alle cose state dette,
significazione. Poco importa che suoni, per i sotto pena di non aver inteso che parole, e
P uso al quale essi servono e per P effetto che non aver inteso punto il discorso o la lezione.
deve risultarne, siano gravi od acuti, deboli o —'Al fin qui detto si potrebbero farmi mol-
forti, armoniosi o discordanti ; le stesse idee te obbiezioni, se si avesse riguardo alle gra-
non saranno non meno espresse e perfetta- dazioni che si trovano tra il canto e la pa-
mente comprese. La sensazione dei suoni era rola. Per tal guisa, nella declamazione, la qua-
tutta, per così dire, nelle precedenti circo- le,come osserva Bichat, è una specie di canto
1
stanze ;
diviene pressoché nulla in quest ulti- . riunito alla parola, la natura dei suoni, il loro
ma, paragoni ai fenomeni intellettuali
se la si accordo, le loro variazioni, sono essenziali con-
di cui è dessa P origine. Per tal guisa, non dizioni onde certe idee vengano espresse con
avvi orecchio falso per la conversazione, come tutta la energia, ed intese nel senso che vuoisi
ve ne ha per il canto. —
Tutto è adunque in- loro dare. Forse non avvi veruna circostanza
tellettuale nella udizione del discorso e si ,
nella quale parola non risulti più o meno
la
rimarrà convinti con una semplice riflessione, unita a siffatta sorta di canto; lo si osserva
purché non si voglia prendere le mie espres- persino nella lettura. Ma se non vuoisi consi-
sioni uel senso rigoroso che hanno nalural- derare i fenomeni nel loro stato di semplicità.
1
i 5a DELL UDITO
riesce impossibile ragionare intorno alcuna o impediti vengano suoi movimenti, la voce
i

scienza ; e codesta verità, di cui oggidì echeg- non si effettua, neppure se diretta dalla volon-
giano tulle le scuole, rovescia interamente le tà. Avvi adunque dei fenomeni organici ne-
leggiere difficoltà di che favello Quanto — cessari per laformazione della voce. Quali —
tlissi dell’ adizione del discorso avrei potu- ,
sono cotesti fenomeni organici ? Qui le ipo-
to dire eziandio della lettura la quale, come,
tesi subentrarono in luogo di una verità che
1
di già avvertii, è un azione tutta intellettua- non polevasi cogliere. E noto i sistemi imma-
le. 1 riavvicinamenti risultano rigorosi, impe- ginati da Dodart e Ferrein si sa eziandio co- ;

rocché non si legge quando riguardansi i me oggidì


ridotto a dire la laringe essere
siasi
caratteri di nn libro chiuese. Non si legge un istrumento sui generis , vale a dire di cui
quando si esamini la forma e le disposizioui 1
s ignora la maniera di agire. Di ciò solo si è
dei caratteri di un libro francese, sia per cu- adunque assicurati, che il movimento ma-
riosità tipografica, sia, come il fanciullo, per scolare della glottide riesce necessario per la
imparare a riunire le sillabe. Solo si legge formazione dei suoni ; che un movimento di
quando, trascurando i caratteri in essi mede- totalità della laringe alPinsù accompagna sem-
simi, appiglia alle idee di cui codesti ca-
ci si pre suoni acati, che il suo movimento in giù
i

ratteri sono il segno. Ecco adunque due sensi accompagna i suoni gravi ; che i suoni pos-
che servono quali mezzi necessari a fenomeni sono essere modificati in parecchi modi per
affatto intellettuali quanto alla loro essenza. mezzo del faringe, le cavità nasali e la boc-
Qui è il solo uomo che osservo, solo ei gode ca. —
La laringe è 1’ agente principale delle
di tale magnifiche prerogative, e la sua intel- modificazioni che succedono nel canto que- ;

ligenza ,
sviluppata tutta intera per mezzo st
1
organo appunto allora quasi solo si muo-
della vista e dell’udito, è tanto agevole a rico- ve. Le altre cavità sono specialmente gli agen-
noscersi mediante una osservazione ragionata ti delle modificazioni che effettuatisi nella pa-
quanto la sua organizzazione è evidente per rola ed osservasi senza fatica che a tale con-
l
1
occhio meno accurato. — Passiamo
ad tosto
;

sonanza corrisponde necessariamente tal movi-


altri fenomeni immediatamente legati con mento delle labbra, della lingua, e simili. —
questi, e nei quali la intelligenza si mostra La sola fisiologia ci condace adunque a distin-
in modo ancora più manifesto e più splen- guere, nella formazione dei suoni, tre feno-
dente. meni diversi, la voce semplice, il cauto, Parti-
Della voce e dei suoi usi. —- La
§. II. colazione o la pronunzia.
laringe è solo organo essenziale alla pro-
il i.° Voce. —
La voce altra cosa non è se
duzione della voce, poiché basta alla forma- non la produzione di certi suoni nel passag-
1
zione della voce, e senza di essa non vi ha gio dell aria per la laringe. La si riscontra
voce. —
Codesto organo , formato in gran
• negli animali; un solo suono bene caratteriz-
parte di cartilagini, unico e regolare, occupa zato è in principal modo adetto a l una spe-
la linea mediana, e termina superiormente cie, e permette di riconoscerla. Qui chie- —
P asperarteria, condotto pel quale gli pervie- dono i fisiologi se V uomo ha egualmente
ne T aria uscendo del polmone. Osservasi con una voce propria e distintiva ; e, condotti
ragione codesta disposizione anatomica non dall’ analogia, rispoudono, che la cosa cosi
bastare perchè siasi autorizzato a confondere deve essere. Codesta indeterminata risposta
la voce colla respirazione, essendo essa una non soddisfa per nulla ne convengono essi ;

azione assolutamente volontaria, mentre la e si contentano dire, tornar malagevole lo


respirazione è solo imperfettamente sommes- assicurarsene. Infrattantò P uomo ci è sem-
sa alla volontà, avendo rapporto la voce alle pre presente, e la voce riesce un fenomeno
funzioni intellettuali, mentre la respirazione abbastanza manifesto onde venir sottoposto
ha rapporto ai fenomeni nutritivi. Nella la- — alla rigorosa osservazione. Vediamo ciò che
ringe una sola parte serve alla voce, eh è la 1
per essa puossi comprovare. L uomo, pre- — 1

glottide o l’apertura superiore; se P aria esce so uelP adulta età, va solo osservato, per ris-
al disotto, più uou avvi voce. Cotesta apertu- guardo alla voce, in tre circostanze nello :

ra risulta la sola parte mobile, la sola prov- stato sociale, nello stato selvaggio e in quello
veduta di muscoli; la mobilita muscolare o la di sordità nativa. —
Nello stato sociale non
locomozione riesce adunque essenziale alla si può determinare se P uomo abbia una voce

formazione della voce. —


L’ aria può passar propria e caratteristica della sua specie. I suo-
per la glottide senza produrre la voce, e ciò ni sì variati, sì moltiplicati prodotti dalla sua
accade ogni qual volta la voce non è diretta laringe, ritrovatisi tutti, sia negli uomini cha
dalla volontà, poiché costantemente e di ne- il circondauo, e risguardo ai quali si può fa-

cessità P aria traversa la glottide nella respi- re la stessa questione, sia negli animali. Gli
razione. La voce è adunque un fenomeno as- acquistò egli tutti per imitazione, e, fra cote-
solutamente volontario. Allorché la glotti- stisuoni, riesce poi impossibile riconoscer»
de vieti aggravata da una malattia qualunque, se siaveue uno solo che noi ripeta da alcuno.
E DELLA VISTA 1 53
La disputa rimane adunque ancora da ri-
si intendere, e la forma
con eguale precisio- egli
schiarare, senon che mediante 1’ osservazione ne all’ istante in cui esce dal seno materno
,
apprendiamo almeno essere naturale all’uomo spesso anche prima di esserne intieramente
di acquistare la voce per imitazione. Ben — uscito, come in capo ad otto o quindici gior-
di rado si potè osservare 1’ uomo nello stato ni. Per la qual cosa, il vagito operasi in tutti
assolutamente selvaggio : cotanto è difficile i bambini qualunque siansi le condizioni in
ch’egli vi si mantenga. I pochi fatti che si cui essi ritrovano. L’ infante sordo ne gode
si
raccolse quasi nulla concludono, imperciocché come gli altri, quantunque in seguito, la sor-
sempre almeno uomo
selvaggio potè aver
1’ dità produr deva in lui la mutezza più asso-
inteso le grida degli animali ed imitarli. Ciò luta. ( Assicurommi Sicard nel modo più de-
appunto avvenuto era, a giudicarne per esem- cisivo tal fatto, del quale il solo ragionamen-
pio del fanciullo ritrovato nelle foreste della to non permettevami di dubitare.) Codesta
Lituania, il quale, dicesi, urlava come gli orsi voce è collegata alla organizzazione necessa-
in mezzo a cui egli viveva. Pressoché tutti gli ria acciocché i bisogni dell’infante possano
altri selvaggi di cui parlasi, avevano inteso essere conosciuti, acciocché si apprezzino i suoi
voci umane, e la fanciulla la cui storia vien mali, e gli si porgano i convenienti sollievi.
riferita da Racine prima di essere scoperta Da codesta voce appunto si stabiliscono tra la

aveva viaggiato con unacompagna. Non si può madre e il bambino,


necessari rapporti, siai

adunque trarre da tutto ciò alcune induzioni, pel nutrimento, sia pegli altri mezzi di con-
o piuttosto tutto conferma la estrema dipen- servazione che l’uomo debole non puote per
denza in cui sta la voce umana dall’ udizione. anco per sé stesso procurarsi. Si sa che P in-
Finalmente cotale dipendenza si fa evidente fante, quando pure sia perfettamente sano,
qualora si osservi il sordo di nascita, il quale, grida incessantemente se lontano si trovi dal-
per la voce, trovasi nello stato selvaggio il più la mad^e, e tosto si acquieta dappoiché essa
compiuto, poiché non potè intendere alcuna lo prende nelle proprie braccia. Il vagito —
specie di suono. E assolutamente muto una ;
dura pel corso della prima epoca della vita
specie di leggiero muggito, assai disgustoso, è umana , nè cessa desso improvvisamente a più
il solo suono che egli produr possa colla la- avanzata età ma cangiasi con progressione
,

ringe, e merita tanto meno il nome di voce, lenta e invisibile, nella voce sì variata e sì este-
in quanto che il sordo-muto lo manda irrego- sa la quale osserviamo nell’ uomo adulto. A
larmente in qualunque siasi congiuntura, sen- lungo s’intravede il vagito nella pronunzia-
za che mai dinoti voler esprimere propri i zione delle parole, come pure nella modula-
desideri! o le sue mozioni. Io ciò ciascuno è zione del canto, e solo sparisce verso ì primi
d’accordo. Conviensi la mancanza di voce di- tempi dell’ adolescenza, assumendo allora la
pendere da difetto di udizione; e veruno av- voce un altro carattere proprio di quest’ età,
visossi dire abbisognasse rintracciare lo stato diverso a seconda del sesso, vario in tutti gli
naturale della voce umana nel brontolamento individui. —
Il vagito adunque serve quale
del sordo-muto, meno caratterizzalo del gri- elemento alla voce umana tale appunto che la
do del corvo. — Si può adunque affermare, conosciamo; 'per esso appunto l’uomo ap-
qual costante verità, P uomo adulto godere prende a cantare e ad articolare. Via code- —
della voce solo quando gode dei sensi dell’udi- sto elemento impiegasi soltanto dalla sociale
to, o, inuna parola essere la voce umana, ri- educazione; essa sola può trasformare la voce
guardata nei suoi più semplici fenomeni, sem- nativa dell’ infante nella voce naturale del-
pre acquistata. —
Ma ciò non è vero per l’uo- V uomo Il vagito sarebbe senza conseguen-
.

mo considerato nella infanzia. L’infante reca, za pel seguito della vita, se 1’ infante fosse
nascendo, una voce propria e distintiva, nota abbandonato a sé stesso, come nello stato sel-
a ciascuno, e disegnata dai Latini sotto il no- vaggio, o se udire non potesse alcuna voce,
me di vagitus come nel caso di sordità qua- ; e la laringe la
le, nel bambino sordo, potè produrre una vo-
Continuo auditae voces, vagitus et ingens , ce bene caratterizzata, non potrà far nascere
Infantutnque animae fientes in limine che un suono indeterminato e debole nel sor-
primo do-muto adulto.
Quos dulcis vitae exortes et ab ubere Due sorta di voce avvi adunque nell'uo-
raptos mo, una voce nativa eh’ egli perde dopo la ,

Abstuht atra dies ,


et funere mersit prima infanzia e una voce naturale che
,
,

acerbo. dalla sola società egli apprende per tutto il

V ir. &. iEnei l. Lib. VI. restante di sua vita. Distinzione importante,
poiché da un lato risolve dessa il proposto
Da siffatta voce si riconosce f uomo in quesito, se l' uomo ha una voce propria , e
mezzo a tutti gli animali; nè è dessa acquista- dall’ altro, necessità dello stalo»
comprova la
ta, poiché P infante non per anco potè nulla sociale per lo sviluppo di una delle piu bel!©
Elicici. Mcd .
4
.* go
J 54 PELL 1 UDITO
facoltà di cui goda 1’ uomo. — Osservo ezian-% grido del fanciullo, ma non apposero poi no-
alcuno alla voce dell uomo adulto, per-
1
1
dio, nell animale una voce nativa , respon- me
1
dente al vagito dell infante, e avente lo stes- ciocché di fatto la moltitudine di caratteri di-
so scopo. L’ uccello produce allorché chie-
la versi che può assumere la voce umana non
1
de l’alimento alla propria madre, come l in- permette di sceglierne uno piuttosto di un al-
fante, allorché vuole pigliar capezzolo per il tro onde specificarla. Distinguendo adunque
1
poppare. Se separo il piccolo dalla madre, nè ilgrido dell infante dalla voce dell’uomo, in-
ini curi di nutrirlo, a me appunto chiederà dicavano essi, con una terminazione comune
da nutrirsi per lo stesso mezzo . I fenomeni delle parole, il reale riavvicinamento esisten-
vocali sono qui, nell’ uomo e nell’animale, te Ira l uomo imperfetto e gli animali perfe-
1

affatto simili. —
La voce nativa dell' animale zionati, tra la uomo e quella
prima età dell
1

andrà soggetta eziandio a modificazioni cor- adulta degli animali; e alitandoti avano chiun-
rispondenti all’ accrescimento, cangierà di na- que simile comparazione, qualora 1’ uomo era
tura, ed assumerà inoltre il carattere che con- formato o sviluppalo. —
Distinsi, nell uomo,
1

servar deve durante tutta la vita. Ma 1’ udi- una voce nativa e,


e denominai
una naturale
zione non avrà alcuna parte alla formazione voce naturale quellaich’egli acqui sta in società
di questa nuova voce, non necessiterà che l’a- per mezzo dell’ udito, perciocché appunto di
nimale abbia inteso altri animali simili ad esso quest’ultima soltanto si serve l’uomo formato e

per acquistarla, o piuttosto non acquisterà es- la impiega all’espressione intellettuale, in tem-
so nulla a questo riguardo, né inai potrassi po in cui la intelligenza risulta affatto svilup-
distinguere nè in esso nè nell’uomo, due sorta pala. Ora, questo tempo è il solo in cui l’uo-
di voce. E la propria voce nativa che da sè stes- mo sia naturale vale , a dire, conforme alla
sa si sviluppa, e che, senza educazione, speri- sua natura. Fin tanto ch’ei non è pervenuto a
nrenfca ad epoche diverse cangiamenti necessari questo stato, non è nemmeno pervenuto al suo
in ogni specie di circostanze. Il cane ch’io a- stato naturale , ma tende a pervenirvi. La vo-
vrò allevato lontano dalla propria madre, ed ce dell’ infante non è adunque la voce natu-
in mezzo di specie assai differenti, abbaierà rale dell’ uomo, ma la sua voce nativa , im-
non pertanto come tutti quelli della sua spe- perfetta ; e i cangiamenti eh’ essa sperimenta
cie. Il pulcino che avrò fatto nascere artificial- tutto dì mediante la educazione sociale, ten-
mente in un forno, e terrò isolato per tutto il dono adunque a farla, sempre più perfetta ,
tempo del suo accrescimento , apprenderà e- più naturale come l’uomo tutto intero, a mi-
,

gualmente bene il canto del gallo come il pul- sura del suo accrescimento, si accosta inces-
cino nutrito nel cortile numeroso; del pari che santemeule vie meglio al proprio stato na-
1’ anitra nata
sotto l’ala della gallina, spaven- turale.
terà sua madre andando a trastullarsi nelle a- In generale, 1’ uomo non va studialo nel-
cque, e che la rondinella, un anno dopo
sua la l’ infante , o piuttosto in questo non devesi
nascita , costruirà quel nido, che mai vide a ravvisare che un uomo imperfetto, un uomo
costruire, colla stessa solidità di quella che per non isviluppato. Lo si deve raffigurare per
tre volte visitò il nostro clima. Negli ani- — quello che diverrà, non già per quello che at-
man, non dipendendo la voce dall’ udito, la tualmente egli è, e aver in mira di continuo
mutezza quindi non pervenne in essi mai alla in quanto di lui si dice, come in ciò che
sordità : nascono sordi, go-
quelli fra loro che per esso si fa, lo stato a cui tende piuttosto ,

dono della voce propria alla loro specie in pa- che a quello nel quale si trova. Cotesta , per
ri grado degli altri. dirlo di passaggio, è la più breve risposta e la
Per la qual cosa, gli infanti e i piccoli più semplice al sistema di coloro che, non rav-
animali trovansi in eguali condizioni, per ri- visando nel feto prima della nascita, se non
guardo alla voce, nel primo tempo della vita, una specie di vegetale , traggono con tanta
poiché gli uni e gli altri hanno similmente una leggerezza la conseguenza, poteriosi, in casi
voce nativa, non dovuta alla educazione, e at- dubbiosi strappare senza delitto, nè aversi a
ta ad esprimere il loro bisogno. Ma nelle — titubare per nulla tra il sacrificio dell’ infante
epoche susseguenti, la differenza fra di essi di- e un grave pericolo a farsi correre alla madre.
viene enorme, poiché la voce propria dell’ani- — (
Nota. É essenziale di por sotto occhio ciò
male da sè stessa si sviluppa, e indipendente- che vi ha di falso in questo ragionamento ,
mente dall’ udito, mentre 1’ uomo, dòpo aver imperocché avrebbe conseguenze pratiche le
perduto il vagito dell’infanzia, abbisogna del- più dannose. Coloro che in tal modo ragiona-
l’udito e della società per formarsi la voce che rono non previdero siffatte conseguenze le
gli conviene. — Si può al proposito osservare loro intenzioni erano pure, e sono ben lonta-
;

come gli antichi i quali assegnavano particola- no dal volerli calunniare; però il pericolo non
ri nomi alle grida di vari animali, come rugi- diviene minore per quelli che senza esame a-
tus pel leone, inugitus pel bove, hinnitus pel dottano simili principii, nè sanno valutarli a
cavallo,nomato avevano eziandio vagitus il dovere. —
Supponendo, per un istante, si po-
E DELLA VISTA 1 55
tesse paragonare il feto al vegetale, sotto F a- quanto al suo princìpio, abbenchè sia ancora
spetto dell’ organizzazione attuale esser noi , nulla quanto ai suoi fenomeni; e concludiamo,
potrebbe sotto quello della futura organizza- col granile Haller, essere impossibile deter-
zione, alla qual cosa appunto devesi por men- minare epoca precisa alla quale T uomo in-
l
1

te. Non sarehbe lecito adunque dire che sacri- comincia a esistere prima di nascere. )
ficando il feto si sacrifica semplicemente un
1
2 .° Canto. Il —
canto, che consiste in
vegetale; imperocché, in quest ultimo, sacri- una serie di suoni diversi modificati mercè i
ficasi un
essere che ha acquistato tutto Io svi- movimenti della glottide, e regolarmente co-
luppo di cui è suscettivo ; e nel feto si sacrifica ordinati, osservasi negli uccelli : gli altri ani-
un essere che tendeva a svilupparsi, e ad usci- mali non lo conoscono per nulla. Ciascun uc-
re dallo stato in cui stimasi poterlo paragona- cello ha il proprio, caratteristico della sua spe-
re al vegetale. Una più adeguata comparazione cie,che sviluppasi spontaneamente, come con-
sarebbe quella del seme che tende a divenir 1
seguenza necessaria dell organizzazione, e che
vegetale, come il feto incamminasi a divenir risulterà sempre lo stesso, qualunque siasi lo
uomo ora, quegli che distrugge il seme an-
: stato d’ isolamento nel quale si allevi l’anima-
nienta il vegetale futuro ed io domando chi
;
le. —• L? uomo possedè eminentemente la fa-
dei due è più colpevole, o quegli che abbru- coltà di cantare, poiché la sua voce prestasi a
cia un mucchio di frumento destinalo a semi-
1
qualunque sorta d inflessioni, di modulazioni
1
nare un campo , o l altro che mette il fuoco simula pressoché tutti i canti dell uccello, e
1

ad una messe pronta a raccogliersi?-— E adun- in fine è in esso una volontà liberissima che mo-
que un falso ragionamento intorno a ciò al- difica e coordina i suoni. La laringe agisce al-
lorché dicesi che sacrificando il feto solo di- lora ed i movimenti della bocca
quasi sola,
struggesi una vita organica o nutritiva. Di- riescono pressoché nulli qualora il canto non
struggesi molto di più, poiché il feto, suppo- venga accompagnalo dalla parola. —» Ma non
1
sto sano e intiero, ha quanto occorre per giun- puossi osservare nell uomo un canto proprio
gere alla vita attiva ; si distrugge per lo meno e distintivo della specie, più di quello che os-
una vita attiva futura. Siffatto importante que- servar non si potè una voce. L’uomo non can-
sito della condotta da doversi tenere nei casi ta affatto nello stato selvaggio, molto meno se
dubbiosi per la madre o l’infante, non è adun- è sordo di nascita, perciocché Sa facoltà di
que risolto per nulla col principio che si sta- produrre dei suoni va sempre coffégata in esso
1
1
bilisce, e le difficoltà tutt ora sussistono in alla facoltà d intenderli» Lo stato sociale è a-
tutta la loro forza. —
Ho ragionato confor-
1
dunque necessario perchè l’uomo divenga abile
memente ai principii d onde parlivasi, e nel al canto. Sarebbe in vero singolare che code-
senso medesimo appunto di quelli che li po- sta verità universalmente conosciuta , ci me-
sero in campo ne provai la falsità della conse- nasse concludere, non esser naturale al-
a
guenza che essi ricavano. Supposi adunque l’uomo il cantare, ed i magnifici concerti che
non esservi nel feto, nulla di tutto ciò (diesi ri- c’incantano siano soltanto un deplorabile scon-
ferisce alla vita attiva; codesta vita forse era as- volgimento dell’ordine primitivo conseguen- :

solutamente nulla. Non pertanto son ben lon» za necessaria del sistema di alcuni sofisti sullo
tano dall' ammettere siffatta asserzione, e di stato naturale.
credere che prima della nascita il feto non sìa 3.° Pronunzia e parola. —- L’ » ma ;

un essere animato, Di fatto, io non ravvi- possedè la facoltà di pronunziare , vale a


so, dopo la nascita, che uno sviluppo di facol- dire, dì riunire e articolare suoni. La voce è i

tà, nè veggo la creazione di alcuna novella fa- S’ elemento essenziale di codesta facoltà, eia
coltà. Discerno dei segni che partoriscono al- conseguenza la laringe ne addiviene il primo
cune idee, certi oggetti comparali che produ- mezzo però non risulta il mezzo immediato,
;

cono delle immagini, e via dicendo; ma non e solo mai produrrebbe una consonante, e nè
veggo nascere nè la facoltà d 'ideare^ nè quel- anche una vocale, quantunque si presti più
la d immaginare. In una parola, non iscorgo
1
efficacemente a questa ultima specie di suoni,
la intelligenza cominciare a essere la veggo , che alla prima. —
Gli organi che servono im-
principiare ad agire. Ora, non mi pare con- mediatamente pronunzia sono quelli co-
alla ;

forme alla ragione il dire Tale facoltà non : stituenti la bocca. La loro azione sembra es-
era apparente quiiidi essa non era le con-
, ;
senziale, e noi possiamo agevolmente ricono-
dizioni perchè il suo esercizio si effettuasse scere movimenti diversi che succedono tra
i

non erano per anco arrivale dunque essa , questi organi allorché vengano prodotti suo-
pure era nulla ; la intelligenza non aveva ni articolati. Per tal guisa la p pronunziasi col
ancora potuto agire dunque non esisteva movimento delle labbra, l’ l mercè 1 applica-
intelligenza capace di azione.
,

Diciamo — zione della lingua contro la volta palatina ; la


piuttosto nascere l uomo tutto intero, quan- mascelle, e via
g esige il riavvicinamento delle
1

tunque la sua vita attiva non ^sviluppisi che dicendo. Conosciamo adunque il meccanismo
progressivamente celesta vita esistere diggià
;
della pronunzia c ci pare che la struttura del-
lF,Ò dell udito
la nostra bocca diviene assolutamente e a ri- sia lavera sua , il mamma
suo silenzio pro-
gore necessaria per effettuare siffatto fenome- lungato e serio, talora spesso le sue grida e Se
no. — Non pertanto la pronunzia può venire 1
sue lagrime daranno a divedere eh egli non
eseguita con maravigliosa esattezza da certi cade nel laccio. (

Nota. Codesta asserzione
animali la cui conformazione è differentissima non riesce sempre vera a tutto rigore, poiché
affatto dalla nostra. L uccello, quello fra tut-
1
spesse volte, nella prima età, i! pargoletto dà
ti i cui organi vocali hanno minori rassomi- indistintamente il nome di babbo a tutti co-
1
glianze coi nostri, ci offre tutto giorno la pro- loro eh ei vede, e solamente in capo a eeFto
va di tale verità; e già è noto come lo stornel- tempo si accostuma a caratterizzare con tale
lo, il corvo, possano imitare
perrocchetto, il denominazione una sola e medesima persona.
la pronunzia umana in modo da cagionare sin- Ma fatto giusto riflesso, ciò non cangia nulla
golarissimi equivoci per parte nostra. Code- al principio da me adottato : imperocché
sto fatto, qualunque siasi la spiegazione da- se V infante non vi appone per anco alla pa-
tane, comprova evidentemente che la confor- rola di cui si favella L idea precisa di un solo
mazione della nostra bocca non è rigorosa- uomo, vi annette almeno quella indetermina-
mente necessaria per la pronunzia; molto me- ta di un uomo qualunque, perciocché un uo-
no devesi riguardare codesta conformazione mo gli si mostrò pronunziando dinanzi a lui
come la ragione sufficiente della parola.
1
— per la prima volta la detta parola. Ora, par-
^S'ell uomo del pari che nell uccello, la pro-
1
tendo da cotesta prima udizione, riesce indu-
nunzia o 1’ esercizio della facoltà di articolare, bitato che il fanciullo non indicherà col vo-
1
suppone di necessità l udizione di suoni ar- cabolo babbo un animale o un corpo inorga-
ticolati; e qualunque fosse la regolarità di con- nico ; sì bene esser per lui divenuto, dappoi-
formazione della bocca umana, 1’ uomo non ché il potè pronunziare, il segno di una idea
pronunzierebbe mai non
avesse inteso a pro-
se distinta, quantunque imperfetta, sicura, ab-
nunziare. — Se 1 uomo
perviene sempre a

benchè incompiuta. Adunque il fanciullo ap-
pronunziare, ciò addiviene perchè vive sempre prese a parlare apprendendo la pronunzia ;
in società, fuor della quale non può egli esi- dunque la facoltà di articolare sviluppasi nel-
stere conformemente alla sua natura; e se l’uc- l
1
uomo colla facollà del pensiero : il che era
cello non perviene che di rado a pronunziare, il punto essenziale della controversia )
dipende ciò perchè, nel suo stato naturale, non La più ignorante nutrice conosce la ve-
intende mai a pronunziare, e l’uomo solo può, rità che qui enunciai. Non insegna essa alcu-
privandolo della sua libertà e facendogli inten- na parola alnon mostrandogli di-
fanciullo se
dere spesso i medesimi suoni, pervenire a far- versi oggetti ai quali può desso riferirla; e le
glieli ripetere. —
Ma L uccello non apprende sillabe più bizzarre da lei immaginate per di-
mai che a pronunziare vale a dire, che, suo-
, vertirlo significano sempre per esso, o il nu-
ni articolati avendo colpito più volte il Suo trimento che tanto lo alletta, o i trastulli che
udito, la sua voce mettesi in armonia con es- 10 divertono, o le cose a lei nocevoli, e per le
si e li produce. In ciò consiste tutto quanto in quali ella gli vuole ispirare avversione. L’aria
esso succede quindi non apprende esso che
: e il tuono con cui la nutrice pronunzia siffat-
certo numero di parole seguiti o no, e quer te parole o le sillabe, comprovano supporre
ste parole, che in seguito ripete del continuo, ella nel fanciullo una intelligenza capace di
divengono per esso la cosa stessa del canto al apporvi un significato, e solo pronunziarle
quale lo sostituisce. — 1
L uomo, al contrario, coll’ intenzione di produrre simile effetto.
apprende a pronunziare imparando a parla- 11 fanciullo affatto imbecille, valea dire, pres-
re vale a dire, ad esprimere il suo pensiero
; so cui l’intelligenza riescirebbe affatto inetta
per via di suoni articolati. Inutilmente ten- ad agire, mai adunque pronunzierebbe per- ,

terebbesi di far ripetere a un infante suoni ciocché non parlerebbe minimamente, e se si


articolati senza riferirli ad una immagine o ad meraviglia di tale asserzione, io farò osserva-
una idea sulla quale fissasi la intelligenza del- re come uomini del tutto formati, i quali, du-
Tinfante, e di cui questi suoni articolali diver- rante una gran parte della vita loro, seppero
ranno quindi il segno. Per tal guisa il bambino parlare e in conseguenza pronunziare , per-
,

che pronunzia per la prima volta babbo. mam- ciocché integra trovavasi la propria intelligen-
ma concepisce un rapporto qualunque tra lui, za, perdono ad un tratto non solo la parola ,
suo padre e sua madre; e la prova è ch’egli non ma ancora la facoltà di articolare allorché ca-
accennerà mai con tali vocaboli altre persone dono nell’idiotismo, che è la più assoluta pri-
che quelle a lui la prima volta indicate pro- vazione delle intellettuali funzioni. Gli idioti
nunziando in sua presenza siffatte parole. Se per la maggior parte non parlano già ,
dice
gli si presenti un forestiero, lo riguarderà Linei, o si limitano a mormorare alcuni
egli in silenzio, non sapendo per anco che no- suoni inarticolati. ( Trattato della mania ,
me debba dargli, e se per esperimentarlo vo- pag. 167.) Ora, pressoché tulli gli esempi d’i-
gliasi fargli credere che questa nuova persona diotismo sui quali fondasi Linei sono accideu-
E DELLA VISTA 1&7
cagionati dalla troppo viva impressio-
tali, e
ne falta da inopinati infortuni su uomini fino Pecudesgue locutae :

allora sani e robusti. —


Distinguo adunque * Infandum !

due cose che trovami sempre riunite nelFuo- Viro. Georg., lib. r.
mo, pronunzia e la parola. La pronunzia
la
altro non è che l’esercizio della facoltà di ar- Appunto perciocché la parola fu sempre
ticolare la parola è la espressione del pen-
;
riguardata siccome l’attributo essenziale del-
siero per mezzo della pronunzia. Pronunzia 3’ uomo,
dietro F osservazione di Bonald, non
solo suppone dei fenomeni organici parola ;
si potè accennare il neonato della specie uma-

suppone la intelligenza tutta intera che si na, vale a dire F uomo ancora imperfetto, che
esprìme vale a diiee, che si produce al di fuori
,
dicendo: Quello che non parla infante. (Dei ,

per via di siffatti fenomeni organici. La pro- Divorzio considerato nel secolo dicianno-
,

nunzia può effettuarsi in parecchi animali; la vesimo, pag. 1 )"—• Appunto col trascurare
.

parola non operasi che nell’ uomo. L’anima- siffatte considerazioni, e ravvisando solo nel-
le mai parla, quand’anche pronunzia; l’uomo 1’ uomo una massa organizzata e sensibile
mai pronunzia se non parla, vale a dire che (
Definizione di de Saint-Lambert ) , anziché
la facoltà di articolare non Sviluppasi in esso vedervi una intelligenza servita da organi
se non colla facoltà di pensare. —- Certamen- (
Definizione di de Bonald ), si pervenne a so-
te, 1’ uomo, formato che sia e dotato della stenere non essere la parola una facoltà natu-
*

parola, può fabbricare


delle parole prive di rale ali’ uomo, ma solo una modificazione del-
significato, ma
qui trattasi delia stessa facol- la voce dovuta alla società asserzione che
:

tà, e non già di ftTtti gli usi ai quali la volon- conduceva a dire la perfezione dell’uomo con-
tà può impiegare accidentalmente cotesta fa- sisterebbe nel non parlare affatto, poiché gli
coltà allorché la si possedè. stessi sofisti avevano stabilito per principio la
La distinzione che faccio è sì poco arbi- società depravare V uomo, ed essere io stato
traria, che la si ammette sempre nel linguag- suo naturale quello selvaggio.
gio comune. Si ordina a un fanciullo di pro- Cosiffatto errore doveva necessariamente
nunziare bene allorché parlar deve in pub- condurne un altro, imperocché, se la parola
blico non gli si comanda di bene parlare in
: era solo una modificazione della voce, prò»
simile circostanza, perciocché ciò sarebbe or- dotta per accidente dallo stato sociale, rima-
dinare alla sua intelligenza di fare quello di neva a sapersi qual uso avrebbe la voce nel-
cui essa non è forse capace. Spesso, per vero F uomo, se dessa non fosse stata modificata io
dire, prendonsi i termini parlare e parola tal modo, se noi non avessimo
vale a dire,
in un senso puramente fisico ; ma non se ne degenerato dallo stato naturale. Fecesi a sà
fa meno la distinzione di cui favellasi. Quindi stessi cotale interrogazione, e fimi chi rispo-
dicesi che, un pappagallo parlatesi dice che se, nello stato naturale la voce non essere
un uomo parla. Vuoisi forse dire allora la che un mezzo di riavvicinamento fra 1 due
stessa cosa ? No pap-
certo. Si vuol dire che il sessi ed avere per iscopo unico di favori-
,

pagallo pronunzia dei vocaboli, e che l’uomo re di questo modo la generazione. Per tal
esprime delle idee, —
{Nota. Non intendo io guisa, la voce era stata data alF uomo per
già per l’azione di parlare la semplice capa- chiamare la donna ; e avrebbesi dovuto ag-
cità di proferire suoni articolati il pappagal- : giungere, onde esser principi di già pre-
ligii ai

lo proferisce tali più non dice;


suoni, e di fìssici, V uomo essersi ingannato allorché im-
bensì intendo per la facoltà di parlare quella piegato aveva voce alla espressione intellet-
fa
di collegare a suoni articolati le idee da cole- tuale. —— Chi crederebbe che simile dottrina,
sti suoni figurale. Bonnet, Contempi, della sull’uso naturale del più bel fenomeno della
Natura , t. 3, par t. IV, cap. III.) La parola, — vita attiva, venne adottata senza esame, senza
espressione più nobile, più estesa e più sem- richiamo, da moltissime persone fornite d’al-
plice dell’ essere intelligente, forma adunque tronde d’ingegno, che fu presentata in pa-
uno dei caratteri distintivi ed esclusivi del- recchie dissertazioni, come un
principio fon-
damentale di fisiologia, e che a noi rimase i®
1
uomo, carattere Tuo-
necessario, senza cui
l

mo risulta estremamente incompiuto Lo . doverla seriamente attaccare ? Non ritor- —


acquista egli dalla società soltanto ,
ed è ciò nerò qui .«all’errore di ragionamento che sì

una delle maggiori prove di quanto stabilì co- commette prendendo lo stato selvagg.o per
me principio, lo stalo naturale dell’ uomo, lo stato naturale alF uomo, su di ciò
essen-
cioè, essere lo stato sociale.— Appunto il pro- domi più sopra spiegato ma dimanderò di;

fondo sentimento di tale prerogativa induce- quale stato selvaggio vuoisi favellare, forse
isolato*.
va gli antichi a riguardare un animale dotato di quello in cui Fuorno trovasi affatto
della parola come il più spaventevole rinver- Dissi già che lo conosceva podnssimo, e che
si

sarnento d’ ordine e in conseguenza come il i pochi uomini osservali in


simile stato ave-
più tenibile di tutti j
prodigio vano dimostrato non possedere alcuna voc«
SB DELL UDITO
propria, ma sologrido degli animali da essi
il prima, parecchi animali essere muti prima
inteso. Non ridersi d’altronde cotesti uomini della pubertà. Saranno questi in numero as-
nello stato selvaggio che per alcuni momenti, sai piccolo. Pressoché tutti godono della voce
poiché 1’ educazione sociale incominciò per molto tempo prima di poter riprodursi; l’uc-
essi dacché furono scoperti. —
S' intende for- cello se ne serve dalla sua nascita, il cane gri-
se di quelli che noi diciamo i selvaggi del- da appena esce alla luce. Ma allora dicesi, la

V America ? Ma cotesti uomini formano in voce serve ad {stabilire rapporti tra la


dei
fra loro vere società, distinte nazioni, ciascu- madre e il piccino, i quali attengonsi ancora
na di tali nazioni ha la propria lingua, e tut- alla generazione. Non avvi maggior inesattezza
te coteste lingue sono sommesse a regole, poi- di questa. Certo la voce non avrà altro uso fin
ché le possiamo metodicamente studiare. tarilo che 1’ animale abbisogni della propria
Certo queste lingue risultano povere, rozze e madre per conservarsi ; ma dacché può desso
bizzarre, a motivo che le società riescono im- vivere da sé fino a quando diviene capace di
perfette; ma in ogni modo esse esistono, la esercitare la generazione, trascorre un tempo
voce viene quindi impiegata alla espressione considerabile. —Viene forse privato in questo
intellettuale, vale a dire, alla parola. — Non intervallo della voce? L’uccello non canta desso
ragionasi adunque appoggiati osserva-sulla di continuo nel corso dei primi mesi che se-
zione allorché si dice, nello stato selvaggio , guono la sua nascita, quantunque possa nutrirsi
la voce servire alla riproduzione , e la so- da sé, ed incapace a riprodursi, non abbia veru-
cietà cangiare quest ordine impiegando la
1
na tendenza all’ accoppiamento, pure anche
voce alla espressione intellettuale : impe- quando gli si uniscano nella stessa gabbia delle
rocché si vede sempre 1’ uomo nello stato più femmine? Non odonsi forse le grida degli ani-
o meno sociale, in conseguenza trovasi sem- mali mammiferi a un’epoca simile, e non cor-
pre /’ ordine cangialo , e tale è 1’ infortunio rispondono essi pure ai loro bisogni, alle neces-
di coloro che deplorano siffatto preteso can- sità loro, e via dicendo? Non pertanto sarebbe
giamento eh essi non possono nemmeno sa-
1
mestieri che tutti animali fossero muti pri-
gli
pere ciò che compiangono. Conviensi di fatto ma della pubertà, onde trarre con rettitudine
essersi qui attenuti alla sola analogia, e aversi la conseguenza che si arrischia dietro l’esem-
giudicato la voce dell’uomo da quella degli pio di alcuni pochi.
animali. Ma 1’ analogia è affatto falsa, poiché 2 .° La voce , dicesi, assume in tutti gli
gli animali vivono, si conservano, riprodu- animali un carattere particolare all' epoca
consi, godono di tutte le facoltà che sono loro della pubertà. —
In ciò ciascuno conviene ;
necessarie nello stato selvaggio, non tendono ma se si porrà mente che la nutrizione di tut-
minimamente a uscire da questo stato, c la ti gli organi diviene ad un tratto molto più
loro voce propria e distintiva sviluppasi, co- attiva alla stessa epoca , che i muscoli accre-
me qualunque altro fenomeno organico, m'er- scono di volume e di energia, e che da ciò la
eè del semplice effetto dell’ accrescimento in- forza locomotrice acquista uno sviluppo pres-
dipendentemente udito e dalla educazio-
dall’ socchè istantaneo ; se si volesse osservare che
ne. Non puossi adunque in tal caso giudicare i muscoli della laringe partecipano come gli
1’ uomo da essi, e
tutto ciò che si potrà com- altri a cosiffatto accrescimento, e dall’azione
provare sull’ uso naturale della voce animale appunto di essi muscoli dipendere per la mag-
riescirà per assoluto inutile a determinare gior parte la voce ; se finalmente si farà rifles-
1’ uso
naturale della voce umana. —
Facciamo so che la sensibilità aumenta per ogni parte
non pertanto astrazione da sì sottile differen- nella vita attiva che nella seconda vita la cir-
;

za, e consentiamo, per un istante, a confon- colazione diviene più energica, più sviluppata
dere 1’ uomo cogli animali per risguardo alla la respirazione, e via discorrendo, conclude-
voce, osservando inoltre su quali ragioni ap- rebbesi semplicissimamente che alla pubertà
poggiansi per dare ad essa il ridicolo uso di tutte le funzioni sperimentano ad un tempo
favorire la riproduzione. —
Tutte queste ra- manifesti cangiamenti ; direbbesi che 1’ accre-
gioni tratte sono dai rapporti simpatici osser- scimento dagli organi genitali influisce sullo
vati da molto tempo tra la laringe e gli orga- nè ìiraiterebbesi
stato di tutti gli altri organi ;

ni genitali, sia per lo sviluppo, sia in singoiar ad osservare cotesta influenza sulla funzione
modo pei fenomeni. Corrispondendosi cote- vocale solamente ;
non
particolarizzereb-
si

sti organi nel loro incremento, ritiensi esista- be laddove occorre generalizzare, molto me-
no essi per lo stesso fine; come lo stato di no affrelterebbesi di porre identità di sco-
una funzione predominando sui fenomeni di po tra due funzioni, dalla simultaneità del
un’altra, da ciò s’inferisce esser quest’ultima loro sviluppo. —
D’altra parte, non già sol-
destinata ad aiutar la prima modo questo di
: tanto alla pubertà cangia la voee di carattere :

ragionare non molto esatto. Entriamo in ma- cangia dessa in modo del pari manifesto alle
teria, e valutiamo codesti simpatici rapporti altre epoche della vita; e comechè rieonobbesi
da cui traggonsi tante induzioni.— Dicesi dap- la voce dell’infante, si riconoscerà sempre a
E DELLA VISTA i5q
quella del vegliardo, Codeste venazioni prova- 10 e consecutivo. — Mi reca stupore come, per
no la voce essere sommessa, come ogni altra appoggiare la straordinaria opinione ch’io
funzione, ai cangiamenti dell età, e non già
1

combatto non abbiasi insistito sugli effetti del-


stare attaccata ad alcune funzioni partico- F onanismo, e particolarmente sull’ esempio sì
lari. ragguardevole riferito da Tissot, di certo uo-
In quasi tutti gli animali, la voce
3.° mo che, con ripetuti simili eccessi, giunse per-
riesce nulla per tutto il tempo in cui la ge- fino a non poter più parlare che lasciando fra
nerazione non si esercita minimamente. — ogni sillaba un lungo intervallo. La prova che
Sarei qui tentato di citare l’esempio dei canarini se n’avrebbe tratto, sarebbe riuscita in appa-
e di altri uccelli fra noi allevati, i quali cantano, renza per lo meno del medesimo peso delle
quanto più lontani sì tengono dall’accoppiarsi, altre, nè avrebbe avuta maggiore realtà, im-
e che cessano di cantare o cantano assai meno perocché scorgesi nella stessa osservazione che
quando si dà loro una femmina: in guisa che per questo uomo era ridotto a quasi più non muo-
procurarsi piacere del loro canto, tengonsi i
il versi e quindi puossi agevolmente conchiu-
;

maschi rigorosamente isolati. Ma, senza ricor- dere che Sa medesima debolezza sopravvenuta
rere a simili fatti, più conosciuti dalle signore nei muscoli dei membri erasi appalesata iti
che dai fisiologi, e forse soggetti ad obbiezioni, quelli della laringe e della lingua ; il che era
chiederò se in ogni tempo e in qualunque con- l’unica causa della lentezza della loro azione.
giuntura, l'animale, sia quale si vuole, dotato — Non arresterommi già a confutare un’ ul-
di voce, non se ne serva esso per esprimere un tima ragione tratta da ciò che la voce stabili-
dolore, una molestia, che'gli si faccia soffrircela sce i necessari rapporti ira gli individui
fame che comporta, i combattimenti che fa per per la conservazione delle specie; col suo
difendersi, le piacevoli sensazioni che gli si pro- mezzo appunto riconosconsi la madre e
cura, e via dicendo. La voce adunque non è nul- 11 piccolo , e via dicendo. Diffatti, qual modo
la, poiché si esercita ogui qual volta 1’ anima- è mai quello di ragionare, in dicendo: La vo-
le ne abbisogna. Certamente parecchi ne ab- ce stabilisce rapporto : dunque sif-
il tale
bisognano più di frequente nel tempo della fatto rapporto è il solo suo scopo naturale.
frega per chiamare le loro amanti, e già è no- La tale funzione serve al tal fine ; adunque
lo come a tal epoca le foreste echeggino del non ha dessa altro fine Certamente il ! —
continuo delle loro grida. Ma puossi dire for- vagito dell’ infante è necessario alla sua con-
se essere nulla una funzione, solo perchè le oc- servazione, e non può servire ad altra cosa che
casioni del suo esercizio sono più rade ? a far conoscere propri bisogni, quantunque
i

4*° La voce riesce singolarmente mo- assai imperfettamente. .Ma il vagito dell’infan-
dificata mercè la castratura. —
Cotesto te non è già la voce dell’uomo e codesta vo- ;

fatto incontrastabile non vien da alcuno posto ce, dovuta unicamente alla educazione sociale,
in dubbio; però è egualmente certo e costante formasi solo colla parola, da cui non è dessa
influire la castratura in modo sorprendente su mai divisa.
tutte le altre funzioni. La nutrizione dei mu- Diamo fine a siffatto articolo e diciamo :

scoli scema, la esalazione adiposa del tessuto —


Poiché 1’ uomo acquista la voce coll’acqui-

cellulare aumenta e ne risulta da un lato la


: stare la parola, nè havvi mai voce propria e
debolezza, dall’altro l’obesità dell’ infanzia o distintiva fin tanto ch’egli non può parlare, la
del sesso femminile. Ecco adunque la locomo- parola o la espressione delle idee è sempre,
zione sommessa del pari della voce agli organi nell’uomo, la fine naturale della voce; o, in
genitali e per la stessa ragione, poiché i mu- una parola, la voce nello stato naturale del-
scoli della laringe sono soli mezzi essenziali
i V uomo vale a dire nello stato sociale, è es-
,

della voce. Se la nutrizione è meno energica , senzialmente destinata alla espressione in-
tutto se ne deve risentire e diffatti, non hav-
;
tellettuale.
vi alcun fenomeno nel quale non si osservi §, III. Rapporti della voce coll udito.—
qualche cangiamento più o meno appaiente, Codesti rapporti sono talmente evidenti, che
secondo gli individui. L’esercizio delle intel- torna per assoluto inutile di qui insistervi piu
lettuali funzioni viene egualmente modificata a lungo. Gli ho sviluppati a sufficienza nel
colla castratura, perciocché questo esercizio precedente paragrafo, parlando del modo con
dipende sempre più o meno dallo stato degli cui era la voce acquistata; e l’esempio dei sor-
organi che ne sono primi ministri. Conclu-
i di-muti non lascia alcun dubbio intorno a ciò.
derassi forse che le intellettuali funzioni han- •L’ udito trasmette all’anima suoni che ser-
no per fine o per iscopo la generazione? E vono alla intelligenza, talora come suoni, tal

adunque la nutrizione che si modifica in me- altra segni d’ idee. La voce risulta la fa-
come
no colla estirpazione degli organi genitali, co- coltà di produrre dei suoni, e la intelligenza
me lo fu in più mediante il loro sviluppo; e la impiega codesti suoni per esprimere le idee
voce, in questi due casi, non soffrì la influenza delle quali ricevette essa il segno per mezzo
delie funzioni genitali se non in tuodo media- dell’ udito. — Siffatte due funzioni formano
160 dell' edito e della vista

adunque un ordine continuo nella vita attiva, be insolubile. Certamente i sensi dell’ adorato
1
nè possono essere isolate; posciachè l una di- e del gusto servono al perfezionamento del-
pende di necessità dall’ altra, e tutte e due poi f umana intelligenza, posciachè aumentano
servono alla intelligenza mercè dei suoni, l’una di molto le nostre cognizioni, e senza di essi
consistendo nel riceverne', e l'altra nel pro- ignoreremmo un gran numero di fisiche ve-
durne. rità. Ma se codesta privazione facesse 1’ uo-
Conclusione della prima parte. Ab- — mo meno instrutto noi renderebbe essa me-
,

biamo provato a sufficienza, per quanto par- no uomo come la privazione dell’udito o del-
,

mi, i fenomeni di cui ci siamo fin ora occupa- la vista, la qual differenza risulta assai viva. E,
ti essere i soli che costituiscono in essenzial per limitarmi al fatto più decisivo, 1’ uomo a-
modo la vita attiva, siccome i soli senza i cquista, mediante la vista e l’udito, i segni ne-
quali la intelligenza non può nè svilupparsi cessari pel pensiero ;
mentre, mercè dell’ odo-
nè agire ; senza i quali, cioè, non può sussi- rato e del gusto, alcun segno simile può otte-
stere l’uomo, e bastare essi perchè T intelli- nere, e solo può ricevere fisiche sensazioni.
genza si sviluppi ed agisca per quanto abbiso- Qui arrestiamoci, e non anticipiamo il no-
gna onde l’uomo esista. —
(Nota. Anima cor- stro dire intorno una comparazione che tosto,
por eis sensoriis in subsidium ìntellectus et ,
presentata con maggiore estensione, recherà,
locomotoriis in subsidium voluntatis utitur. io spero, fino all’evidenza la più compiuta, la
Stahl ) — Codesta idea ben afferrata ed ap- necessità di separare i sensi come noi abbiamo
prezzata come merita, previene qualunque fatto, onde giungere alla divisione fisiologica
siasi obbiezione che per avventura si potreb- la più naturale.
be farmi, e che, al primo sguardo, sembrereb-

\
PARTE SECON D

Y I T ANO T 11 1 T I Y A
*

allorché essa perdette la sua sensibilità, come il


&RTICOLO I. —
DELLE FUNZIONI ESPLORATRICI, gusto sarebbe nullo, se la membrana buccale
1
O DELL ODORATO E DEL GUSTO IN GENE- più non ricoprisse la bocca. —
Al contrario,
RALE. la congiuntiva, mollo differente da tutte le
membrane mucose cognite, colle quali per
altro ha alcuni rapporti, non serve per nulla ai
1
Gl’ li organi odorato e del gusto
Jell fenomeni della visione, ed ha per unico og-
Latino parecchi caratteri comuni con quelli getto di rivestire l’ occhio, senza impedire ai
raggi luminosi di attraversarlo. La membrana
1
della vista e dell udito, dei quali siamo oc- ci

cupati. Al pari dell’occhio dell’orecchio sono e del condotto uditorio, vera continuazione della
dessi collocati nel capo, divisi regolarmente pelle, da cui essa differisce per la sua natura
1 1
dalla linea mediana, e in necessario rapporto e per abbondanza del fluido che l intona-
l

ca. non è affitto la sede dell udito, e la mem-


1
col cervello. Com’essi, loro uffizio è di stabi-
il

lire certe relazioni tra 1’ uomo ed i corpi che brana del labirinto, sulla quale sta distribuito
ì’ attorniano. —
-Ma se si osservi con maggior principalmente il nervo uditorio, isolata da tut-
cura la disposizione di tali organi e la loro te le altre, non può meglio della retina venir
struttura ; se si esamini con attenzione la na- compresa fra le membrane mucose. Consiste —
tura e il meccanismo delle loro funzioni se, ;
in ciò la prima differenza seria ed incontrastabi-
finalmente, il che è il punto essenziale, si va- le che riscontriamo tra i sensi della vita attiva e
luti con esattezza il genere di nozioni procu- quelli della vita nutritiva nei primi, un or-
:

rate da questi due sensi, e la specie di feno- gano particolare, al quale verno altro rasso-
meni a cui coleste nozioni si riferiscono , rin- miglia nè può venire paragonato , serve alla
verrassi tosto l’odorato ed il gusto differire funzione nei secondi, una semplice membra-
;

essenzialmente dalla vista e dall’ udito, ed ap- na distesa su parti destinate ad altre funzioni,
partenere dessi uomo animale e fisico
all’ ,
e servente essa medesima alquanto più lon-
come gli altri appartengono all’ uomo mora- tano ad altri usi, è la sede dei fenomeni sen-
le e sociale ; essere essi i sensi della nutrizio- sitivi.
ne, e gli altri quelli della intelligenza.
1
— In- Ilmeccanismo dell’ odorato e del gusto
feriori gli organi dell odorato e del gusto, differisce egualmente da quello dell’ udito e
per la posizione, agli occhi ed alle orecchie , della vista per un carattere importante e fon-
occupano le prime cavità per le quali intro- damentale; cioè, pel motivo che le impressioni
dursi devono l’aria e gli alimenti simetrici : ricevute effettuansi mediante 1’ immediato
nella loro forma, non risaltano dessi nè l’uao contatto dei corpi. Diffatti, è riconosciuto l'o-
1
nè l altro intieramente isolati nelle loro due dore essere i’ effetto delle particelle dello stes-
— 1
metà. - Àmbidue presentano, come l occhio so corpo odorante, distaccate e trasportale
e l’orecchio, una membrana aderente alla pel- per l’aria, e non già di una sostanza partico-
le ;
ma siffatte membrane, effettivamente mu- lare intermedia ai corpi e all’organo. II famo-
cose, immediatamente continue, d’ un altro so esempio del granello di muschio, apporta-
lato, a quelle delle vie respiratorie e digesti- to da tanto tempo in estrema ili-
prova dell
visibilità della materia, viene in conferma
ve, costituiscono in essenzial modo 1’ organo, del
e sono la necessaria sede delia funzione, in nostro dire ed i chimici moderni lo appog-
;

guisa che l’ odorato cesserebbe , se tolta via negando essi la esistenza del-
giano, allorché
fosse la membrana pituitaria, uè più si opera l’aroma, sostanza che, d’altronde, sarebbe
EncicL MeJ. 21
i Gii VITA -NUTRITIVA

sempre una produzione del corpo olezzante. zioni fìsiche, due soli ne ammettono d’intel-
Quanto ai corpi sapidi, evidentemente non lettuali, le uniche che formino l’essenziale re-
determinano essi la sensazione del gusto se taggio della società.
non allorquando tocchino la membrana della Per la qual cosa la vista e 1’ udito sono
lingua
D senza alcun intermezzo. Al contra- — è
talmente necessarie allo stato sociale, che, sup-
rio, nella vista, la luce interposta tra i corpi ponendo la mancanza assoluta ad un tempo di
e Pocchio fa nascere i fenomeni fisici. L’aria ambidue, lo stato sociale diviene impossibile,
o altro fluido, è necessario per la formazione non avvi nè parola nè movimento volontario,
dei suoni ed acciocché facciano impressione sul- l’uomo non è più. Nulla può supplire alla pri-
l’orecchio. -Scorgesi qui la ragione per cui certi vazione simultanea di tali due sensi ; e se non
fisiologi furono riguardare l’odorato
tratti a vi ha esempio di uomo
cieco e sordo di
ed il gusto quali modificazioni del latto ge- nascita, ciò nasce perchè un tal essere non sa-
nerale, o come un tatto particolare. Di fatti, rebbe affatto uomo, od almeno acquistar non
la pelle è il principal organo del tatto ;
mem- potrebbe le essenziali prerogative che siffatto
brane ad essa aderenti sono gli organi dell’o- nome racchiude, poiché, in esso, la intelli-
dorato e del gusto ;
il tatto, 1’ odorato e il gu- genza mancherebbe per assolato dei mezzi
sto non effettuano se non mercè deU’imme°
si necessari a svilupparsi e ad agire. L’ uno di
diala applicazione dei corpi o delle loro ema- questi sensi può surrogare l’altro, ma sempre
nazioni: riavvicinamenti sorprendenti tra sen- imperfettamente; e per quanta sia la cura
si puramente fisici, e tendenti unicamente, sia adoperata alla educazione, sia del cieco o del
alla conservazione, riparazione degli
sia alla sordo-muto, non acquisteranno essi mai tutte
organi. —
Finalmente, un terzo carattere di- le prerogative sociali di cui godono gli altri
stintivo ricavasi dalla specie di nozioni acqui- uomini. — Ciò non pertanto devesi notare una
stale per mezzo dell’odorato e del gusto. Co- grande differenza tra 1’ udito e la vista per
deste nozioni vertono sempre sulla natura in- risguardo allo sviluppo della intelligenza. L’u-
tima dei corpi e delle loro molecole più te- dito non ha verun senso ausiliario ; la vista
nui. Esse suppongono adunque uno stato di ha il tocco. L’ udito è il senso proprio del-
divisione estremo nelle dette molecole, all’i- le idee e della parola ; la vista risulta quello
stante in cui la membrana pituitaria speri- delle immagini e del moto. 11 cieco può acqui-
menta il per simile ragione ap-
loro contatto : stare varie immagini mercè del tocco, assisti-
punto odoralo non si esercita che su corpi
1’ to dalla verbale descrizione che intende ; e
più o meno svaporabili, ed il gusto del pari quanto alle idee propriamente dette, che ve-
esige sempre la dissoluzione parziale dei cor- runa immagine non può esprimere, e i cui
pi sapidi per via del fluido salivare che stan- suoni articolali riescono i segni naturali, la
zia del continuo sulla lingua. Appunto perchè vista gli torna inutile, bastandogli F udito ac-
1’odorato ed il gusto ci informano sulle qua- ciocché esse si manifestino alla sua mente. La
lità intime dei corpi, sono questi sensi in ispe- locomozione generale, in esso poco spiegata,
zieltà necessari al chimico, e anzi talora furo- non serve quasi per nulla alla espressione in-
no chiamati sensi chimici. » Al contrario la tellettuale ; ma con quale vantaggio non vi
vista e l’udito, considerati nei loro effetti più supplisce egli colla parola, cotesta bella facol-
fisici, non danno nozioni che sulle qualità este- tà dell’ uomo intelligente, che possedè in tut-
riori dei corpi, non mai sulla intima loro na- ta la sua pienezza Quindi la istruzione del
!

tura. —
Mia ciò appunto che diviene essenzia- cieco è agevole, breve, e può farsi quasi da
le e necessario di acquistare onde questi corpi chiunque si sia uomo ; previene desso le
vengano introdotti senza pericolo negli orga- mille volte, mercè di sua intelligenza, le no-
ni destinati ad elaborarli per la nutrizione, è zioni che gli si vuol dare ; e stupefassi del
precisamente la conoscenza dell’intima loro grado di perfezione a cui egli può giungere ,
natura. L’odorato ed il gusto risultano adun- pur anco in certe scienze fisiche. — 11 sordo-
que gli unici sensi aventi colla nutrizione un muto altri mezzi non ha oltre la vista e il tocco;
rapporto necessario ed immediato. quindi tutto è per lui immagine, egli non pen-
Potrei limitarmi a codeste riflessioni, se sa che per immagini ; ed i segni ai quali stan-
non avessi a comprovare che la necessità di no connesse le sue idee più intellettuali non
distinguere due specie di sensi. Ma per met- sono ancora per esso che schizzi : d’onde la
ter in evidenza inoltre come siffatte due spe- estrema difficoltà della sua istruzione metafi-
cie di sensi non appartengono già alla mede- sica, e i lunghi e penosi giri pei quali uopo è
sima vita, torna utile proseguire il parago- condurlo onde farlo atto a concepire 1’ idea
ne che posi in campo, ed osservare il rap- di volontà , di causa , di giustizia , e simili al-
porto dei sensi collo stato sociale, il solo in tre cose. Tutto, dibatti, deve passare per la
cui possa la vita attiva svilupparsi, e pel quale sua immaginativa prima di giungere alla sua
essa esiste. — Qui la distinzione si la palese; percezione, e quante cose mai non possono
imperocché, se tutti i scusi stabiliscono rela- seguire che impel' fellamente colesto tortuoso
VITA NUTRITIVA i63
e lungo Cammino quindi i sordi-muti molto
! male ha, in generale, gli organi dell’ odoralo
«Iti alle arti meccaniche, lo sono poco invece e del gusto più voluminosi, più estesi dell’uo-
alle scienze psicologiche; non iscorgonsi tra mo; ed a questo volume appunto, non chè a
essi di quegli uomini d’ ingegno che formano più squisita sensibilità, uopo è riportare perla
epoca nella storia dell’ umana intelligenza, e maggior parte in esso la delicatezza nativa da
dubito che un Massieu possa produrre,
assai tali sensi. — Si può aggiungere, in favore del-
in metafisica, un trattato paragonabile a quel- la distinzione di cui si i più no-
tratta essere
lo sull’ ottica fatto dal cieco Saunderson. bili piaceri che meglio si affanno alla dignità
Per tal guisa, mentre il tocco può in parte dell’ uomo quelli che gli vengono forniti dalla
supplire la vista pegli oggetti fisici, e 1’ udito vista e dall’udito, mentre gli altri dell’ odora-
ne fa le veci molto a vvantaggiosamente pegli to e del gusto lo deturpano allorché troppo li
oggetti intellettuali, la vista e il tocco suppli- ricerca, e lo rendono spregevole ogni poca di
re non possono 1’ udito che assai imperfetta-
1
importanza che vi dia. —
Là appunto, dal-

mente sotto quest ultimo aspetto. 11 cieco e il 1 odorato e dal gusto , incomincia real-
sordo muto appartengono adunque ambidue mente codesta vita che appellar si potrebbe
alla società; ma il cieco può, colla facile edu- animale nel senso universalmente apposto a
cazione, pervenire ad occuparvi uno dei primi questo vocabolo, poiché essa ha per unico sco-
posti ; mentre il sordo-muto, dopo lunga e la- po la conservazione organica, e, sin dai suoi
boriosa educazione, è anche troppo fortunato primi fenomeni, cessò qualunque azione so-
di ottenere un posto comune. Ciò non vale — ciale.
gran fatto per comprovare che la vista e l 1 u- §. I. DelV odorato. —- L' organo dell o«
1

dito riescono necessarie allo stato sociale, e dorato, racchiuso in una cavità considerabile
che senza essi tale stato non può sussistere. — ed irregolare, offre al dinanzi un’apertura al-
Non è lo stesso dell 1 odorato e del gusto. quanto larga, perpendicolarmente diretta al di
Lo stato sociale risulta indipendente da questi sopra delia bocca, in guisa che veruna sostan-
due sensi, e sussiste per intiero anche allor- za alimentare odorante non viene introdotta
quando essi furono perduti, perciocché servo- senza che il naso ne riceva la impressione. Uno
no solo alle sensazioni materiali , nè stabili- sporto cartilaginoso rende sempre libera e spa-
scono alcun rapporto intellettuale tra l’uomo lancata quest’ apertura comune alla respira-
e i suoi simili. L’ uomo, privato ad un tempo zione e ali’ odorato. — Diviso codesto organo
deirodorato e del gusto, non potrebbe acqui- in due parli da un tramezzo che corrisponde
stare certe conoscenze fìsiche ; però egli con- alla linea mediana e, non ostante formato, da
serverebbe tutte le sue prerogative essenziali, membrana unica, ripiegata da una narice al-
lutto ciò che lo costituisce uomo , poiché la sua l’altra sull’orlo posteriore del vomere. Ne
intelligenza avrebbe ancora tutti mezzi suf- i deriva da ciò che di rado V odorato risulta
ficienti di sviluppare e di agire. perfettamente intatto da un Iato, quando è
Qual è adunque la parte dei fenomeni del- nullo dall’ altro, quantunque una narice possa
l
1
uomo vivente che maggiormente
v? O
soffrirebbe divenire isolatamente malata, perciocché nella
per la perdita dell’odorato e del gusto? evi- parte superiore in singoiar modo viene risen-
dentemente la vita nutritiva, poiché uomo l
1
tita la impressione, e in questo luogo le due
rimarrebbe privo in sé di mezzi sufficiente narici non hanno veruna comunicazio-
fra esse
ne. — Lo sviluppo compiuto di tal organo
1
per distinguere alimento dal veleno, e sup-
l

ponendolo propria balia, egli sareb-


lasciato in riesce molto più tardivo di quello degli orga-
be in procinto di perire ogni qualvolta porte- ni uditorio e visuale. Le narici serrale nel feto
rebbe qualche sostanza alla sua bocca. Io — sopra esse medesime, prive dei seni che ne au-
dico, supponendo Vuomo lasciato in propria mentino la estensione, non acquistano, se non
balia e d fifa Ito è a notarsi, che il pericolo di
,
i molto tempo dopo la nascita, 1’ ampiezza e la
cui si tratta, gravissimo nello stato selvaggio, conformazione convenevoli perchè la funzione
diviene molto minore nello stato sociale, in sia perfettamente eseguita, in guisa che i ner-
1
cui l uomo, indipendentemente dall’odorato vi olfattori , voluminosissimi già nella pri-
e dal gusto, mostrasi sufficientemente istruito ma età , risultano in i$anifesta sproporzione
sulla natura delle sostanze alimentari princi- colle cavità alle quali distribuiscono.
si
— • A
pali, mercè la lunga e continua esperienza da torto non pertanto si solleciterebbe trarre
cui è circondato. —
Non devesi adunque stu- da questo fatto alcuna induzione, imperoc-
pirsi che i due sensi, di cui favelliamo, siano più ché, in sostanza, la sola mancanza di seno dà
sviluppati, più estesi, più delicati negli esseri alle narici ed alla faccia dell’ infante quell a-
organizzati, destinati naturalmente allo stalo spetto che appunto esse presentano. Ora, se è
selvaggio, di quello che nell’ essere intelligen- vero, nè evvi luogo di dubitarne, che i seni sie-
te destinato allo stato sociale. Si sa pel fatto il no utili all’ odorato, almeno non nc sono essi
paragone tra l’nonio e gli animali tornare qui percertola sede immediata, come il comprova-
tutto in vantaggio di questi ultimi. L’ ani- no e la differente natura della membrana piini-
l6/j VITA NUTRITIVA

taria nel loro interno, e la mancanza di nervo- impiegalo dalla volontà per determinare P oh*
si ramoscelli in questa membranosa porzione. fazione ;
essa non
agisce per nulla sullo stesso

.
Gettando uno sguardo sul meccanismo del- organo olfattorio. L’ olfazione suppone più
la funzione, ci avvedremo che l’odorato, sup- corpi presentati, ma non maggiore sensi-
già
posta dissoluzione dei corpi per mezzo del-
la bilità nell’ organo che riceve Si odora mag-
:

P aria, non puossi esercitare, nè si esercita di giormente ma non si odora già meglio
,
.

fatto che mercè ed in occasione della respira- Dietro codesta intima e stretta unione che tro-
razione che mancando la respirazione, l’odo-
;
vasi tra l’odorato e la respirazione, si può giu-
ralo torna impossibile, e le cavità ad esso de- dicare che l’uso abituale dell’odorato, l'uso
stinate, sono nell’ ordine più naturale, la pri- cioè di ciascun istante, consiste nel comprova-
ma via di respirazione. (Monemus hanc viam re la natura respirabile dell’ aria. Da ciò ap-
magis naturae convenire ,
quam via per os, punto noi veniamo avvertiti delle qualità de-
et vitio aliquo ore aperto respirarla cumque leterie ed asfitiche che fanno l’aria incapace di
superventura ingrata siccità te. Haller de ,
servire ai fenomeni polmonari. — L’odorato
Olfactu.) Per tal guisa, l’odorato esercitasi adunque promuove precauzioni prese onde
le
del continuo, perciocché mai cessa la respira- isfuggire siffatti danni, sia allontanandosi dal
zione e se per abitudine non ha desso se non
; luogo infetto, sia che astretto a farvi dimora ;
l’uso negativo di comprovare la qualità inodo- sospendisi per alcuni istanti l’azione dei mu-
ra dell’ aria, è sempre disposto a ricevere la scoli ispiratorii. Esso solo può somministrare
impressione delle sostanze di cui cotesta aria queste prime nozioni intorno le qualità dell’a-
può essere accidentalmente il veicolo. Nel son- ria , solo in conseguenza può determinare co-
no stesso risulta desso il meno inattivo di ogni teste precauzioni, e risulta quindi il solo sen-
altro senso, perciocché la respirazione conti- so avente colla respirazione un immediato e
nua ; e un odore alquanto acuto produce una necessario rapporto. —
Collocato d’ appresso
eccitazione sufficiente a far sì che la si rissen- alla bocca, riceve desso eziandio le emanazio-
ta sotto il velo di un sogno , e talora giunge ni di pressoché tutte le sostanze introdotte sic-
persino da sè a svegliare. Le sole intermitten- come alimentari. Serve adunque per giudicare
1

ze compiute dell odorato valgono ad occasio- la natura di queste sostanze, e più d’ordinario
nare la sospensione volontaria e sempre bre- quella specie di odore che esalano induce a ri-
vissima della respirazione. —
L’ odorato eser- fiutarle o ad ammetterle. A torto certamente
citasi adunque passivamente ed involontaria- si riguarderebbe siffatta tendenza quale illu-
mente, per la sola ragione che l’aria s’intro- sione, abbenchè talvolta trar ci possa in erro-
duce nelle cavità nasali, e non pertanto la sen- re: è raro che una sostanza di cattivo odore
sazione si fa esatta e compiuta. Ma la vo- — sia poi salutare alla nostra animale economia,
lontà può forse dirigere questo senso come di- e che quella che lo ha piacevole non abbia
rige la vista e l’udito? ed evvi anche un olfa- qualche utilità. (Mihi quidem est quam per-
zione come sonvi un’ ascoltazione ed uno suasissimi! nullum cibum salubrem esse
sguardo? Sì certo, perocché noi abbiamo mez- qui foeteat ... Contra non facile insalubrem
zi onde procurarci qui una sensazione più e- credavi cibum reperiri cui gratus odor sit.
satta quando noi lo vogliamo, ed il vocabolo Haller, de Olfactu. )
fiutare il suppone. —
Però nello sguardo av- Ma le sostanze alimentari non risultano
vi un cangiamento qualunque nello stato del- tutte odoranti, e le emanazioni di quelle che
P occhio, e cotesto sensibile cangiamento, ab- lo sono non bastano per comprovare assoluta-
benchè inesplicabile, operasi all’ istante in cui mente le qualità buone o cattive. L’ odoralo
la volontà dirige la visione. serve adunque alla nutrizione dando un primo
Nella ascoltazione evvi eziandio un can- avvertimento, al quale succeder deve eserci- 1

giamento di organica disposizione, quantun- zio del gusto più essenziale ancora di esso e ,

que valutare noi si possa ; e per lo meno è in- più immediatamente in rapporto colle ripara-
dubitato aumentare allora la sensibilità dell’or- trici funzioni. ( Gustus olfactui subvemt , si
gano uditorio. —
Al contrario, nella orazio- quando deficit ejus custodia. Haller, ibid. )

ne volontaria, non è gi (t la membrana che can- §. IL Del gusto. —


L’ organo del gusto
gi di stato e di sensibilità, sì bene i materiali ha sì manifesto legame colla digestione che tor-
dall impressione che le vengono forniti in na inutile l’ insister più a lungo su tale rap-
naaggiore abbondanza. —
D fi a Iti, l’azione di
i
porto. Rinchiuso nella cavità in cui questa fun-
fiutare consiste in una serie d’ispirazioni più zione s’incomincia, vien preceduto dall’ap-
forti, più brevi e più pronti del consueto, ispi- parato della masticazione, e sparso in princi-
razioni dirette dalla volontà, e cui unico sco- palità su quelli della deglutizione. Dico ch’es-
po è di far entrare nelle fosse nasali maggior so vi è sparso , poiché dififatti non puossi asse-
aria, e in conseguenza maggior copia di parti- gnargli alcuni limiti precisi. La lingua 11’ è la
celle odorifere tenute dall’ aria in dissoluzio- sede principale, e la. sua cima singolarmente
ne. L’ organo respiratorio è adunque il mezzo offre alcune papille la cui sensibilità gustatoria
"VITA NUTRITIVA iGj
riesce estrema. Ma la membrana mucosa che, maggiormente alle intermittenze dei primi
sulla lingua, riceve la più forte impressione fenomeni digestivi che a quelle della vita at-
dei corpi sapidi, riceve ancora questa impres- tiva, e via dicendo. Tutte le quali cose com-
sione al palato, e in alcuna parte della bocca provano il legame e il concatenamento delle
non è dessa per assoluto insensibile. Simetrica, due vite, senza scemare la giustezza della loro
ma divisa da una semplice scanalatura poco distinzione.
profonda, l’organo del gusto vien di rado iso-
latamente ammorbato in una delle sue metà, ARTICOLO II. —
DELLE FUNZIONI FREP ARATRICI,

ciò che talvolta si osserva. —


Del pari della E DELLA NECESSITA' DI DISTINGUERLE DALLE
lingua e di tutto 1’ apparato digestivo, Porga- FUNZIONI NUTRITIVE PROPRIAMENTE DETTE.
no del gusto è abbastanza sviluppalo nella pri-
ma età, e poca risulta la differenza proporzio- Annoveraronsi in una medesima classe le
nale ira il volume delie papille del gusto nel iunzioni tutte della vita nutritiva, e con ra-
fanciullo e nell’adulto. —
Quanto al gusto in gione si appoggiò sulla loro fine comune,
esercizio o alla gustazione sj sa esigere essa
,
eh’ è il rinnovamento continuo ed intimo de-
nel corpo uno stalo di divisione estrema. Se i gli organi. La ragione di questo rinnovamen-
corpi sono fluidi, la divisione è sufficiente; se to è la perdita che si fa incessantemente, me-
solidi, la loro masticazione diviene il più delle diante le escrezioni, delle vecchie molecole. Il
volte necessaria, nè mai avviene la sensazione suo mezzo è l’introduzione di nuove moleco-
senza che almeno una parte di questi corpi sia le. Evvi dunque due grandi movimenti P uno
stata disciol la dalla saliva che del continuo umet- di decomposizione, l’altro di composizione :

ta la bocca. Quindi la lingua carica di mucosi- il primo necessita il secondo, e di quest’ ulti-
tà, la lingua asciutta e dura non sentono pivi mo soprattutto dobbiamo noi occuparsi. —
le impressioni di sapidezza, ma solo la impres- Ora, codesta composizione, incominciata dal
sione generale del tatto. La gustazione non momento in cui certi fenomeni tendono di-
operasi in modo più o meno consecutivo, co- rettamente ad essa, non è finita se non qua-
me l’esercizio dell’odorato. Lontano da chiun- lora le molecole componenti presero il loro
que abituale esterna comunicazione, l’organo posto negli organi. La vita nutritiva, sotto tal
del gusto attende sempre che i materiali gli punto di vista generale, lasciando a parte ogni
"vengano immediatamente presentati per mez- altra riflessione, incomincia adunque nell’odo-
zo dell’azione volontaria dei membri, o forni- rato enei gusto, per finire alla nutrizione
ti successivamente dagli organi della mastica- immediata e propriamente detta. In ciascun
zione. Sotto tale aspetto la gustazione trovasi intervallo di tali due estremi, fenomeni s’ in-
i

adunque sommessa alla volontà, nè si gusta catenano senza interruzione gli uni agli altri,
che quando si vuole, perciocché si può sempre perciocché la fine non è adempiuta fìntanlo
tralasciare d’introdurre nella bocca i corpi che non viene raggiunto 1’ ultimo termine.
sapidi. Risulta inutile quindi innanzi di ripe- Ragionando in tal guisa, vedesi che , anziché
tere avere il gusto per uso essenziale di appa- raccorciare la vita attiva, la dilungo, imper-
lesare la natura degli alimenti immediatamen- ciocché vi rinchiudo due sensi. — Ma dobbia-
te innanzi il loro ingresso nello stomaco, eser- mo evitare due eccessi 1’ uno di troppo smi-
:

citarsi esso dopo 1’ odorato, e dare l’ultimo nuzzare, prefìggendoci scrupolosamente la fi-
avvertimento che prevenir deve funesti errori. ne immediata di ogni fenomeno; l’altro, di


Ponendo 1’ odorato ed il gusto in capo alla troppo generalizzare, considerando troppo
vita nutritiva, ebbi in mira la fine naturale dei largamente la fine comune di ognuno. Nel pri-
loro fenomeni, bissato questo grande carattere, mo caso, le moltiplicate suddivisioni verreb-
dovetti trascurare gli altri, o riguardarli so- bero a formare un quadro confuso e minu-
lamente cerne accessorii. Per tal guisa 1’ odo- zioso ;
nel secondo,il quadro sparirebbe af-
rato ed il gusto stanno in rapporto col cer- fatto, perciocché tutto in fisiologia riportar
vello, e determinano alcune sensazioni; ma potrebbesi a un solo punto di vista osservato
codeste sensazioni relative non sono che alla sotto diversi aspetti; e ne risulterebbe un’altra
natura intima dei corpi, e questa natura non spezie di confusione prodotta dalla moltiplici-
risulta assolutamente necessaria a conoscersi tà degli oggetti che avrebbesi riuniti, senza ba-
ebe per l’impiego di siffatti corpi alla nutri- stevolmente distinguerli. Atteniamoci adun-
zione. Poco importami quindi che la linea que qui nella giusta via di mezzo, e, gettando
mediana divida i loro organi, poiché divide uno sguardo generale sulla vita nutritiva, ten-
essa eziandio parecchi organi destinati alla tiamo formarci un’esatta idea dell’ordine
di
nutrizione immediata ; poco pur mi cale che che vi esiste, solo seguendone il più rigoroso
i loro fenomeni sparimentino una periodica ragionamento e la più conchiudente osser-
intermittenza, poiché codesta intermittenza, vazione.
imperfetta nell’ adorato in virtù del suo lega- I. Frove principali. — I. In ciascun

me colla respirazione, corrisponde, nel gusto, corpo organizzata ,' la riparazione degli or-
i or, VITA NUTRITIVA

gani richiedi*, i.° la introduzione di sostanze dano ancora nel tempo stesso altri fluidi, c
ti a allora estranee a questo corpo a.° 1’ assi-
;
riguardano cotesta aria o questa sostanza
milazione di .siffatte sostanze agli organi che aeriforme non come introdotta immediata-
esse devono riparare. —
Codeste sostanze pos- mente esterno , ma come sprigionata dai
dall’
sono essere o preparate anticipatamente, in fluidi propri della pianta durante il lavoro
guisa che gli organi non abbiano che ad affer- nutritivo. {Fed. Venlenat. Specchio del re-
rarle con un assorbimento elettivo onde tosto gno vegetabile , 1. 1.) 3.° Finalmente, conviensi
appropriarsele ovvero non per anco prepara-
;
che se l’aria è necessaria alle piante per vive-
te, rozze e grossolane, inette ad essere assi- re, ignorasi in qual modo vi serva, e come la
milate nel loro stato attuale. —
Se sono desse pianta se Papproprii. E' pare , dice Chaptal,
anticipatamente preparale, e raccolte all’ester- che le piante viventi alf aria non ne cangi-
no per mezzo dell’ assorbimento onde venire no la natura. Alcuni vegetali coperti con
tosto assimilale, il lavoro nutritivo risulterà campane di vetro pel corso di sei settimane
breve e poco complicato. —
Se non sono poi non produssero verun cangiamento nel vo-
dapprima preparate abbisognerà un doppio
,
lume nè nella natura dell ’ aria che vi è rac-
lavoro organico per la nutrizione i.° elabo- : chiusa. Priestley lngenhouz Senebier, pro-
,
,

razione preliminare che le renda assimilabili ; varono che V aria atmosferica poteva ser-
0
2. l’assimilazione immediata che sola effettua- vire alla pianta anche quando non conte-
vasi nei casi precedenti. — Codeste leggi riesco- nesse che gas nitrogeno. ( Elementi di chi-
no costanti, nè possono essere rivocate in dub- mica, t. 3, p. 32.)
bio. Facciamone 1’ applicazione. —
Ogni corpo Non hassi adunque dati precisi sulla spe-
organizzato è un vegetale od un animale. Io cie di respirazione attribuita ai vegetali, o
non distinguo qui 1’ uomo dagli animali, per- piuttosto è certo non rinvenirsi affatto nel
ciocché non avvi ragione alcuna per distin- vegetale i fenomeni della respirazione nel sen-
guerlo. —
Il vegetale fissato in terra vi si pro- so fisiologico che a tal vocabolo noi apponia-
lunga mercè di moltiplicate radici, vero insie- mo. —* E del pari indubitato, dietro quanto
me di vasi assorbenti, destinali ad impadronirsi dicemmo, non riscontrarsi nel vegetale i fe-
della sostanza nutritiva per trasmetterla in tut- nomeni della digestione, nel senso proprio ed
te le parti della pianta. Ora, l’acqua nello stato esalto, poiché lavoro nutritivo in esso inco-
il

ordinario, viene offerta alla pianta come so- mincia dall’ assorbimento , e consiste unica-
stanza nutritiva essenziale; codesto almeno è mente nell’ immediata assimilazione. Il ve- —
il solo fluido ad essa assolutamente necessario, getale trovasi adunque per la nutrizione ilei
come lo comprovano le esperienze di Van- primo caso da me prefisso. L’animale a! —
Elmonzio, Duhamel, Boyle, Bonnet ed alcuni contrario riesce in essenzial modo loco-mobi-
1
altri. Dall acqua adunque formasi il succo che, le ; verun legame non lo fissa nè alla terra,
secondo la comune opinione riesce pel ve- ,
nè ad alcuna altra sorgente di nutrizione. Le
getale ciò che il sangue è per 1’ animale, poi- sostanze che servir devono a riparare i suoi
ché esso solo occupa i principali vasi in tutte organi gli sono offerti in uno stato rozzo,
le parti della pianta. Esso solo gode del dop- grossolano , per cui risultano inette all’ assi-
pio movimento di ascensione e di discensione, milazione. Sono queste sostanze di diversa
paragonabile sotto certo aspetto al movimen- natura, le loro qualità spesso mostratisi affatto
to circolatorio esso solo finalmente pare es-
: opposte, come quelle della carne e quelle del
sere la sorgente dei fluidi propri che distin- frutto, quelle del latte e quelle dell’ aceto, e
guono, sia i vegetali in fra essi, sia le diverse via dicendo ; in guisa che talvolta si rimane
parti dello stesso vegetale l’ una dall’ altra. — sé stessi maravigliati osservando la dispari-
Per tal modo, un
fluido unico, assorbito dalla tà dei materiali che compongono un pranzo,
pianta soffre nel suo interno moltiplicate ela- — Ciò non pertanto il lavoro di assimilazione
borazioni, le quali però tutte tendono imme- esercitarsi non può nell’ animale , come nel
diatamente all’ assimilazione. vegetale, che sopra una unica sostanza, omo-
Fu
detto che la pianta respirasse e le genea, fluida, e cotesto lavoro deve egual-
trachee esserne i polmoni. Codesta opinione mente incominciare dall’ que-
assorbimento di
per altro è alquanto male appoggiata impe- ; sta sostanza. — Uopo
è adunque di un lavoro
rocché, i.° si dubita ancora se le trachee ser- organico interno che cangi la natura di tutti
bano a introdurre 1’ aria e a decomporla. Des- siffatti materiali confusamente introdotti, e ne
fontaines anzi nega loro tale uffizio, fondan- formi una massa omogenea in cui trovasi questa
dosi su ciò che le trachee si portano paral- sostanza unica. Codesto lavoro è adunque un
lelamente al legno , non attraversando nè dippiù nell’ animale che nel vegetale esso co- ;

la scorza nè la epidermide , per andare ad stituisce la digestione. Mediante questa, diffalti


aprirsi al difuori. {P,iaggio nel regno di Fio tutti i materiali introdotti vengono convertiti
ra, part. I, p. a5.) 2 .° Quelli che pretendono in una massa uniforme ,
nella quale, come in
contenere desse aria dubitano se non racchiu- una specie di terra, rinviensi la sostanza unica
VITA NUTRITIVA
167
che dev’essere assimilala, c che noi chiamiamo attaccato; nella seconda, vive desso per sè
chilo. Siffatta massa formata nello stomaco, stesso , e indipendente da ogni altro anima-
compiuta nel duodeno , discorre in seguilo le, quanto ai fenomeni organici. — Ora ciò
intestinale. Su di essa ap-
1
ì intero condotto che costituisce essenzialmente il carattere
punto i vasi assorbenti vere radici interne,
,
proprio della vita del feto, è di operarsi sen-
secondo la espressione di Boerhaave, vengono, za respirazione nè digestione. L’ordine dei
per una specie di necessaria elezione, a piglia- fenomeni nutritivi principia alla circolazione
re la sostanza divenuta assimilabile, mentre il preparato essendo il sangue del feto dagli or-
residuo, inutile quindi innanzi e nocevole pel gani della madre. 11 feto non prepara adun-
suo soggiorno , viene espulso al di fuori per que le sostanze che servir devono alla sua nu-
via dei grossi intestini. trizione; quindi sta esso fisso alla sua madre
La respirazione , seconda funzione preli- colla placenta, come la pianta è fermala alla ter-
minare al lavoro nutritivo, è eziandio esclusi- ra. La qual considerazione appunto parago-
vamente propria all’ animale. Meno complica- nar fece il feto ad un vegetale idea giusta se :

ta, assai più breve della digestione, se ne riav- la si limiti alla vita nutritiva; fallace, periglio-
vicina non perciò per 1’ analogia dei fenomeni sa, solennemente immorale, se la si volesse ge-
la più sorprendente. DifFatti l’aria viene in- neralizzare e trarne conseguenze pratiche.! ^e-
trodotta tutta intera, e non per tanto non de- di nella prima parte V articolo della voce.)
ve servir che in parte. L’ aria soffrirà adunque — Il momento della nascita è contrassegnato
nel polmone una reale elaborazione, d’onde dal cominciamento delle funzioni respiratorie
risulterà la introduzione della porzione utile e digestive. Dopo ciò la introduzione dell’aria
nei vasi polmonari e il suo miscuglio col san- nei polmoni e la sua elaborazione addivengo-
gue, mentre la porzione superflua ed oramai no necessarie introduzione di so-
alla vita la

nocevole verrà rigettata al di fuori. Non — stanze alimentari nello stomaco e


;

la loro pre-
esamino qui di quale natura sia cotale elabo- parazione per mezzo di questo viscere sono la
razione se non forse una modificazione del-
;
essenziale condizione della nutrizione. Siffat-
1’ aria liniera, o una semplice separazione dei te due funzioni sopraggiunte alle allre sosti-
due principi*! costituenti l’ aria. Non esa- tuiscono adunque la madre, se mi è lecito favel-
mino neppure se la porzione nutritiva del- lare in tal modo, poiché ad esse deve l’ani-
l’aria viene introdotta immediatamente nel male la indipendenza organica di cui godrà
sangue attraverso le tonache vascolose , come quindi innanzi, e la facoltà di vivere di per sè,
opinasi comunemente , o se dessa vien presa anziché per mezzo di un altro.
dai vasi assorbenti del polmone per essere 111. Finalmente osservo le funzioni respi-
trasmessa nella vena succlavia , come da ulti- ratorie e digestive nell’adulto, ed insieme
mo si pretese; contestazioni singolari, ma inu- riunendole, osservo le connessioni ch’esse mi
tili al mio scopo, e sulle quali si disputerà an- presentano cogli altri fenomeni dell’ uomo vi-
cora a lungo. Mi ristringo alla esposizione di vente. L’odorato ed il gusto li precedono,
fatti evidentissimi ed essenzialissimi ; ne con- sono loro collegati, e ad esse tendono natu-
cludo quind i , col professore Chaussier, che ralmente. Codesti sensi, rinchiusi per ciò con
la respirazione è una vera digestione di aria. ragione nella vita nutritiva, hanno non per-
— Ecco adunque nella vita nutritiva due fun- tanto colla vita attiva connessioni abbastanza
zioni proprie all’ animale, nulle pel vegetale, affini per indicare il legame dell’ una all’ al-
e necessitate sia dalla indipendenza e dalla tra, e formare la catena di unione tra le fun-
mobilità di cui l’ animai deve godere, sia dallo zioni che costituiscono 1’ nonio, e quelle che
stato nel quale le sostanze nutritive gli sono servono a mantenere i suoi organi. - Veggo —
offerte. —
Per tal modo errossi allorché, con- da un altro lato che la circolazione san«mÌ 2 na,
fondendo funzioni con quelle che loro
siffatte prima funzione nutritiva propriamente detta,
susseguitano, si pose per principio che la vita è il termine comune al quale vanno a finire
nutritiva non offriva alcuna essenziale diffe- la respirazione e la digestione. La prima ha
renza negli animali e nei vegetali, nè servir per iscopo e per fine di trasmettere al sanguu
poteva a distinguerli. L’ osservazione riesci- la porzione eli aria che deve colorarla, e sen-
rebbe esatta prendendo la vita nutritiva al- za cui servir non potrebbe al conservameli to
P istante dell'assorbimento chiloso è dessa ;
della vita. La seconda ha per iscopo e per fi-
fallace, avendo riguardo a tutto ciò che pre- ne di rinnovare il sangue con certa sostanza,
cede cotale assorbimento. senza la quale esso non potrebbe nè conser-
II. Io osservo la vita nutritiva nell’ani- varsi, nè circolare, nè fornire agli organi i
male a varie epoche. Siffatte epoche si ridu- materiali della loro ricomposizione continua.
cono qui a due, quella che precede la nascita, — La respirazione e la digestione, riavvicina-
e quella che dalla nascita giunge fino alla te 1’ una all’ altra per la natura dei loro fe-
morte. Nella prima l’animale vive per mez- nomeni, lo sono adunque ancor più per lo»
zo di un altro, al quale è necessariamente scopo a cui tendono, poiché ambedue esisto-
iG5 VITA NUTRITIVA
suo per trasmettono al san-
la circolazione, e vite ci porgeranno cotesti caratteri da un lato
gue le sostanze che elaborarono. —
Io sono perfettamente distinti, dall’ altro
affatto nul-
adunque condotto dalla più piena evidenza ad li. — Per siccome le due vite s’incatena-
altro
istabili re nella vita nutritiva una suddivisione no per via di legami pressoché invisibili, non
necessaria; poiché vi trovo due grandi funzioni avvi istantaneo passaggio dall’ una all’ altra,
che solo avvengono nell’animale contando dal- in una parola, sono esse distinte senza esser
la nascita, e risultano come interposte tra la separate, così i caratteri della prima devono
vita attiva da cui esse dipendono e le funzioni seguire cotale progressivo decrescimento, e
nutritive propriamente dette che da esse di- ritrovarsi in parte nei primi fenomeni deila
pendono. Ambedue si esercitano sopra sostan- seconda, mentre essi non ritroverebbonsi per
ze ricevute dall’esterno e le elaborano ; am- nulla negli ultimi. Ora, sarà questa una ra-
bedue trasmettono al sangue il prodotto della gione di più, come abbiamo detto, per distin-
loro elaborazione. Occorre forse ancor di più guere siffatti fenomeni fra essi. Vedem- —
per riavvicinarle Pana l’altra, per distinguer- mo di già come i caratteri della vita attiva fos-
le da tutto ciò che le segue e da quanto le sero ancora sensibilissimi, quantunque meno
precede in una parola, per formarne un or-
;
apparenti, nelle funzioni esploratrici. Ci fare-
dine particolare ? —
Si andrebbe ancora più mo or ora ad osservare cotesti caratteri nel
lungi abbandonandosi alla prima idea che secondo ordine dei fenomeni nutritivi.
lamio nascere le considerazioni di cui tengo I. La simetria degli organi e l’armonia
discorso, e singolarmente quelle che esporrò dei loro fenomeni sono i due primi attributi
nel paragrafo seguente. Stabilirebbesi invece che si assegnano alla vita attiva, e ne rinve-
di una suddivisione nella seconda vita una niamo parecchie traccie nelle funzioni prepa-
nuova divisione generale, e si distinguereb- ratrici. I polmoni, in numero di due, colloca-
bero tre vite anziché due, appellando vita me- ti in due cavità di eguale forma, e agenti di
dia la riunione delle funzioni esploratrici e concerto per adempiere di concerto una fun-
preparatrici. Qfa ci inganneremmo, perciocché zione comune, che viene sempre in vario gra-
si porrebbe in oblio il grande principio di fi- do scompigliata, allorché uno dei due trovisi
siologia, i fenomeni dover essere riuniti se- ammalato; la forma simetrica della bocca è
condo la fine alla quale essenzialmente essi della faringe, iti cui succedono i primi feno-
tendono ; nè possonsi in conseguenza ascri- meni digestivi; quella del retto e della vesci-
vere a due classi differenti funzioui che si ca, pei quali s’ operano gli ultimi fenomeni,
approssimano pel loro comune fine. 11 qual ne sono degli esempi. — [Nota. Una scrupo-
fine generale appunto formar deve il caratte- losa esattezza si oppone al riguardare il retto
re della classe, nel modo stesso che i fini mag- come simetricamente disposto, poiché quasi
giormente particolari coslituiscono caratteri
i sempre trovasi alquanto deviato alla sinistra;
degli ordini. Si possono adunque distinguere ma sembrandomi di poco peso,
tale carattere
in parecchi ordini le funzioui della vita nu- mi menerà buona di non aver usato qui
si
tritiva, secondo la loro tendenza a riconosce- quella precisione che m’ ingegnai di usare in
re le sostanze alimentari, a prepararle o ad ogni altro luogo.) —
riavvicinamento
Siffatto
impiegarle però formar non si possono due
;
merita, del resto, poca importanza, poiché si
vite coi fenomeni tendenti tutti in modo es- potrebbe farlo egualmente per parecchi degli
senziale alla nutrizione. —
Prefissi in fine co- organi immediatamente nutritivi. La simetria
lesti principii, entriamo a conoscere di nuovo non riscontrasi forse nella disposizione del si-
con più minuti ragguagli le funzioni prepa- stema nervoso dei gangli, tranne nella parte
ratrici, onde comprovare ancor meglio la ne- che si distribuisce agli intestini ? Non la si
cessità di formarne un ordine distinto. scorge pur anco nelle glandole sali vali, in
§. II. Prove secondarie. —Bichat di- tutto il sistema arterioso, fuorché nelle prima
stinse la vita attiva dalla nutritiva con carat- divisioni ? Cotesto carattere, che at li elisi alla
teri diametralmente opposti. Quelli della se- forma generale dei corpi, non risulta assolu-
conda sono la negazione semplice ed assoluta tamente esclusiva ad alcun sistema di organi ;
di quelli della prima ciò che rende la distin-
: e se si osserva desso più costantemente nella
zione evidente ed agevole ad afferrarsi. — prima vita, non potrebbe però servir solo a
Quantunque non ci siamo mollo arrestati su distinguerlo.
questi caratteri, non abbiamo per ciò preteso II. Le funzioni della vita non acquistaro-
che si dovessero rigettare o negligerli ;
che no loro intero e più perfetto esercizio che
il

anzi teniamo doversi rimanere colpiti della in capoa certo tempo e con una vera edu-
loro aggiustatezza osservandoli comparativa- cazione. La ragione n’ è semplice. Sommes-
mente in una funzione in essenzial modo at- se alla intelligenza , dovevano seguirne il
tiva, come la locomozione generale, e in una progressivo sviluppo; d’ allora nulla trovar
funzione immediatamente nutritiva, come la possiamo eguale in una serie di fenomeni
di
circolazione. Per tal guisa gli estremi delle due puramente passivi, e aventi per iscopo coiau-
VITA NUTRITIVA

ne la riparazione degli organi, riparazione che paio, e quali hanno certamente qualche rap-
i

deve operarsi in tutte le età colla medesima porto colla funzione di siffatti organi, quan-
perfezione. Per tal modo, la respirazione eser- tunque tale rapporto non possa venire apprez-
citasi, al primo momento della nascita ,
colla zalo, a che s’ attengono i fenomeni meccanici
stessa sicurezza, eguale esattezza, che nelle della respirazione, se non al movimento mu-
inoltrate età nè si può riguardare come una
;
scolare del petto, e in conseguenza alla in-
educazione del polmone i tre o quattro sforzi fluenza cerebrale ? —
Mi si obbietterà forse
coi quali nel neonato esso dilatasi. (
JVota — qui essere la locomozione del torace un feno-
Devesi qui osservare come a tale necessità di meno della vita attiva ? Io ho risposto in an-
una perfetta respirazione ad ogni età corri- ticipazione a cotesta difficol tà, allorché distin-
sponde lo sviluppo precoce dei muscoli inter- si la locomozione generale, funzione essenzia-

costali e diaframma, che formano V apparato le della vita attiva, e la locomozione partico-

locomotore del torace, mezzo essenziale della lare, mezzo necessario di parecchie funzioni
respirazione. Siffatti muscoli sono marcatissi- che non appartengono tutte alla vita attiva.
mi nel feto che viene alla luce, nè abbisogna Dissi allora che gli apparati di locomozione
di acquistare a tempo a tempo la forza e la particolare, malgrado il loro rapporto col cer-
sicurezza del loro movimento, che è perfetto vello, non andavano riguardati come apparte-
fin da quando ei respira. Tutto il contrario si nenti per loro stessi alla vita attiva, poiché essi
osserva per l’apparato locomotore generale : partecipano necessariamente dei caratteri della
prova evidente della necessità di distinguere, funzione di cui essi sono il mezzo, in qualun-
come abbiamo due specie di loco-
già fatto, que classe che questa funzione si ritrovi. Ora, è
mozioni.) Altrettanto si può dire della dige- qui dove questa verità deve esser a tutto ri-
stione. Dal primo momento che lo stomaco gore applicata, poiché la locomozione toracica
entra in esercizio, alimenti eh’ esso contie-
gli viene unicamente regolata dalle leggi della re-
ne risultano così elaborati come lo saranno in spirazione, e differisce in tutto sotto taleaspetlo
avvenire. —
-Ciò non pertanto uopo è osserva- dalla locomozione generale. Se adunque la re-
re una grande differenza nella natura degli spirazione non va compresa nella vita attiva
alimenti sui quali lo stomaco esercitar si deve nemmeno la locomozione toracica compren-
nei diversi periodi dell infanzia. I primi flui- der vi può. La qual cosa si farà più eviden-
si

di eh’ esso possa elaborare, sono il latte o al- te a misura che ei inoltreremo. Lo stomaco —
cuni altri più leggieri, ed a tal epoca, altre so- è il termine al quale inetton capo i nervi del-
stanze più solide, animali o vegetabili sarebbe- 1’ ottavo paio. Qui la influenza cerebrale
ro rigettate col vomito, o produrrebbero i più non può ritenersi in dubbio. Si sa come la
gravi accidenti. Il latte stesso, assume nel seno sezione di questi nervi dà origine a continui
della madre diverse qualità che risaltano in vomiti e all’ impossibilità della digestione. Pi-
rapporto colle forze digestive dell infante. gnorasi, è vero, il modo di loro influenza su
Trascorso il tempo dell’ allattamento , avvi questa funzione nello stato naturale; ma ba-
ancora alcune precauzioni ad osservarsi nella sta essere tale influenza certa e necessaria ac-
regola di vita, nelle preparazioni delle sostan- ciocché la intera digestione trovisi sottò la di-
ze alimentari può certificarsi sia
;
e si ,
dagli pendenza del cervello. In vano obbielterebbesi
scritti di Roseen, Armstrong, Baumes , sia, e non ricevere gl’ nervi cerebrali, ed
intestini
meglio ancora, dalla pratica costante di tutte ignorarsi fuso di quelli che loro inviano i gan-
le madri, che la negligenza di queste cure è gli. Non si può iliffa Iti ragionar qui come pei fe-

una sorgente di numerosissime malattie. 11 nomeni della vita attiva. Gli organi dei sensi,
i muscoli, la laringe, sono tutti isolati gli uni
bambino viene adunque realmente condotto
per gradi a digerire la più solida nutritura,e se dagli altri movimento dell uno non trasci-
;
il
1

è vero che Io stomaco elabora sempre nel mo- na il movimento di quello circostante sareb- :

do stesso ciò che può elaborare, risulta egual- be d’uopo adunque che ciascun di essi riceves-
mente vero eh’ esso non può , dalla nascita ,
se specialmente, ed in particolare, la influenza

esercitarsi su ogni sorta di materiali. -Per — cerebrale. Al contrario, nella digestione, razio-
tal modo evvi una vera educazione dello sto- ne di tutti gli organi incatenasi in modo rigoro-
maco ;
ma s’ aggira dessa sulla hi col là di dige- so; perciocché agiscono essi gli uni dopo gli altri
rire, e non già sul modo di digestione. sugli stessi materiali. Se adunque lo stomaco
Gli organi tutti della vita attiva stan-
111. non potè elaborare le sostanze alimentari, in
no in rapporto col cervello per mezzo dei ner- vano il duodeno fornirà loro la bile e d succo
vi, e ricevono da esso la facoltà di muoversi ; pancreatico; esse non saranno compenetrate da
in guisa che, senza tale rapporto, risultereb- questi due fluidi, e nulla risulterà la digestio-
bero inertied immobili. Gli organi respi- — ne. Ritiene adunque il cervello sotto
la pio-
digestivo
ratori! e digestivi stanno sommessi alle stesse pria dipendenza 1’ intero sistema ,

poiché vi tiene lo stomaco, senza cui alcun la-


leggi imperocché, senza parlare dei plessi
;

voro digestivo non può farsi. Lei albo, la


ragguardevoli inviati ai polmoni viali oliavo
2/a
EneicL Meet.
ì no VITA NUTRITI VA

influenza cerebrale esercitasi ancora immedia- sità della colorazione del sangue. La facoltà di
tamente sul retto e sulla vescica per mezzo dei sospendere per qualche tempo la respirazione è
nervi sacri. La escrezione, ultimo periodo del- in rapporto colla conservazione dell’individuo ,
ia digestione, riesce adunque affatto sommes- nelle circostanze in cui l’aria viziata trovisi
so a codesta influenza. accidentalmente inetta ad essere impiegata dal
IV. La volontà presiede alla vita attiva. polmone. —
Passiamo ora alla digestione, sul-
Essa appunto promuove i fenomeni, li dirige la quale la volontà ha molto più esteso impe-
e li coordina, in guisa che quando gli organi ro. —Sia che la bocca prenda da sé gli alimen-
di questa vita si muovono malgrado la volon- ti, sia che vengano ad essa dalla mano recati,

tà, e per l’effetto di una causa straniera, non la loro prensione risulta un fenomeno affat-
eseguiscono essi verun’ azione, e ritrovansi in to volontario. Ma la locomozione generale è
uno stato contro natura. —
La vita nutritiva allora in esercizio. Cotale preensione riesce
non poteva essere sottratta ali’ impero della una azione libera appartenente alla prima vi-
volontà, poiché l’introduzione delle sostanze ta, e che non ha per anco colla digestione che
riparatrici suppone la distinzione e la scelta di un rapporto alquanto lontano. —
Colla ma-
tali sostanze. Ala volontà non doveva diri-
la sticazione adunque ha realmente incomincia-
gere tutta la vita nutritiva, perciocché le so- menlo la digestione per solidi, come per i
i

stanze, introdotte che siano, non possono es- fluidi comincia riessa colla deglutizione. Senza
sere elaborate che in un solo modo, eh’ è co- la masticazione diftìeile riesce la digestione so-
stante ad invariabile. —
Non occorre adunque
• vente anche impossibile; e la mancanza dei
maravigliarsi se le funzioni nutritive propria- denti obbliga spesso ad assoggettarsi ad un ci-
mente dette non siano per nulla sommesse al- bo più o meno fluido.
ta volontà, e chele funzioni preparataci di cui Ora, ho io comprovato, trattando della
ci occupiamo non gli siano sommesse che in locomozione in generale, che V insieme dei
parte. —
Riguardata la respirazione nel pol- muscoli masseteri, temporali, pi erigoidei, for-
mone, suo organo essenziale, appare indipen- mava un apparato locomotore distinto, atto
dente dalla volontà almeno non bassi alcuna
;
alla masticazione, e appartenente in essenzial
prova che il polmone le sia immediatamente modo, sotto tale aspetto, alla vita nutriti va.
sommesso. Ma non puossi considerare silfalta Siffatto apparato è intieramente sommesso al-
funzione nel solo polmone, poiché esso non la volontà: la volontà adunque dirige il pri-
rnuovesi mai da sé stesso, e la locomozione to- mo fenomeno essenziale della digestione. —
racica necessaria per la sua dilatazione, forma Lr deglutizione, secondo fenomeno pei solidi,
d’ allora parte integrante dei fenomeni respi- primo pei fluidi, viene eseguila per mezzo del-
ratori!. Ora, la volontà predomina su questa la azione muscolare della lingua, del velo pala-
locomozione toracica, tanto che la respirazio- tino, della faringee dell’esofago. In lutto que-
ne sia volontaria sotto parecchi rapporti, mol- sto organico apparato, vediamo la influenza
to meno che sulla locomozione generale della della volontà diminuire progressivamente fino
vita attiva. Per tal modo non abbisogna già allo stomaco. Per tal modo la deglutizione, as-
un atto della volontà par respirare, come solutamente volontaria allorché la lingua vi
uno ne occorre per agitare il braccio; però un concorre sola colla volta palatina, risulta assai
aito della volontà può per qualche tempo so- meno libera allorché sollevatabase della lin-
la
spendere e modificare in mille maniere la re- gua precipita il bollo alimentare nella faringe;
spirazione. In un tempo dato sarà necessario lo è meno ancora se la faringe viene impiegata
«die il torace si dilati ma non possiamo poi sola, e più non lo è divenuto che ne sia 1’ eso-

;

impiegare alla sua dilatazione il solo diafram- fago Punico agente. La volontà non ha d’or-
ma od i soli intercostali. Una qualunque ispi- dinario verun impero sulle funzioni dello sto-
razione di viene indispensabile dopo alquanto maco, quantunque abbia questo orga no col cer-
prolungata espirazione ;
non possiamo però vello gli stessi rapporti che quelli della vita
protrarre a lungo o diminuir» molto colale attiva, e riceva poi dal cervello il principio dei
ispirazione, farla prontamente o con lentezza, suoi fenomeni. Ciò non pertanto va soggetto»
e via dicendo. Cintatisi non pure uomini che ad alcune eccezioni, e certi individui possono
i ieseirono a ritardare cotanto la respirazione arrestare la digestione stomacale a causa di un
da torsi volontariamente la vita con questo vomito promosso dalla sola volontà. Siffatti ra-
unico mezzo. Suppress a respiratione osten- rissimi casi meritano riflessione, poiché non se
suni est omnino hominem nullo instrumén- ne osservano di simili nelle funzioni nutritive
to adjutum invisani sibi vitam posse ubi l et-
, propriamente dette. —
Non avvi veruna cir-

te. ( Mailer, Elem. fisiolog. t. 3, pag. a63. Del costanza in cui la volontà influir possa per
)

resto, cosiffatti esempi sono rari il più spesso ; nulla sui fenomeni digestivi che succedono nel
h‘ volontà a tanto non giunge, nè di ciò ci dob- condotto intestinale. —
Ma la escrezione, di

biamo rammaricare, La necessità di respirare cui il rello è l’agente immediato per le so-
continuamente è relativa alia continua neces- stanze solide, sta sommesso in gran parte alla
VITA NUTRITIVA
171
volontà, stando in noi l’accelerarla o ritardarla nuove alterazioni. Ora, dall’assorbimento chi-
di molto. 11 che attiensi, è vero, a ciò che i loso appunto incomincia l’analogia tra la vita
muscoli addominali ed il diaframma, impiega- nutritiva dell’animale e quella del vegetale, Non
ti abitualmente ad altri usi, divengono di re- devesi adunque maravigliare se più qui non si
pente gli agenti principali, quantunque ausi- ritrovino i caratteri della nutrizione animale.
liari, della escrezione ; mentre lo sfintere sta — però ricompariscono nel-
Siffatti caratteri
disposto in modo a ritardarla pel suo volon- 1’
escrezione, essendo essa collegata coll’alte-
tario ristringimenlo. Ma che importano qui razione, di cui è la necessaria conseguenza- La
i mezzi, se trattasi dello stesso fenomeno ? Di uscita delle sostanze inutili deve effettuarsi do-
altronde, devesi badare essere lo sfintere un po composto il lavoro dell’assorbimento ap-
muscolo proprio al retto, e che continua colle punto per la introduzione di altre sostanze che
fibre carnose di questo intestino il che dà luo-
: non devono tutte essere impiegate.
go a conghietturare che se la contrazione del- V. Elegge costante ed immutabile, che
lo sfintere è volontaria, quella del retto deve dovunque esiste un rapporto mediato od im-
esserlo in parte. Del qual parere vengono in mediato corpi esteriori ed organi sensi-
tra i

appoggio alcune osservazioni, comprovando impressione risulti tanto meno viva-


bili, la
che essendo stato lo stesso sfintere portato via mente risentila quanto più ripetuto è il rap-
intieramente, le ultime fibre intestinali basta- porto. E questo uno degli effe fisiologici co- 1 1 i

1
rono a supplirlo nell uffizio importante d’im- sciali che si denomina la influenza delP abi-
pedir l’uscita consecutiva delle materie sterco- tudine. — • Noi osserveremo incessantemente
rali. —- (Vedi sul proposito una osservazione colale effetto dell’ abitudine sui fenomeni sen-
interessantissima di Andouillè, nel Manuale sitivi della vita attiva, perciocché tutti siffatti
del Chirurgo di' esercito del professor Per- fenomeni consistono, in rapporti di organi
cy.) — ,

La escrezione dei fluidi si fa ad altra sensibili con corpi esterni. Ma, se un rap- — -

epoca di quella dei solidi non succede essa


: porto simile riscontrasi nelle funzioni estra-
immediatamente al lavoro digestivo, ma alle nee alla vita attiva, la legge stessa esister do-
funzioni nutritive propriamente dette, essen- vrà eziandio, ed applicarsi del pari a queste
do la conseguenza di una secrezione. Si com- funzioni, qualunque d’altronde esse siano. x —
prende la cagione di quest’ ordine, qualora si Ora la respirazione e la digestione mi porgo-
osservi che i fluidi poco abbisognano di pre- no un rapporto continuo tra corpi esterni ed
parazione e possono venire assorbiti tatti in- organi sensibili. Adempie la influenza dell’a-
tieri subito dopo essere stati introdotti. Non èia bitudine devesi osservare nella respirazione e
escrezione orinaria un fenomeno meno esclu- nelle digestioni, come nei fenomeni organici
sivamente proprio all'animale, e sommesso al- della vita attiva.
le stesse leggi della escrezione alvina. Noi E* appoggialo cotesto ragionamento a
possiamo accelerare la contrazione della vesci- più numerosi fatti. —“L’abitudine influisce
ca ; possiamo singolarmente ritardarla, od al- possentemente sui fenomeni meccanici della
meno impedirne l’effètto medianle la contra- respirazione; essa influisce sopra una parte
zione più che volontaria del collo di questo dei suoi fenomeni chimici. i.°Sui fenome- —
organo. ni meccanici. Ehi uomo il cui petto è forte-
Si ebbe campo fin qui di osservare come mente compresso dalla fasciatura per frattura
ifenomeni digestivi che si operano nel con- della clavicola, avvezzasi respirare col dia-
a
dotto intestinale non apparriseano partecipare framma vale a dire, a non dilatare i! petto
,

ai caratteri pei quali abbiamo detto che la di- ehe secondo il diametro perpendicolare, it l

gestione. in generale, approssirnavasi alla vita altro, che ha 1’ addomine fortemente compres-
attiva. Diffatti la parte essenziale della digestio- so da una fasciatura di corpo ,
accostumasi ;»

ne, quella che appartiene propriamente all’ani- respirare cogli intercostali, vale a dire, a non
male, si consuma intieramente nella bocca e nel- dilatare i! petto che secondo i! diametro oriz-
lo stomaco. Là appunto operasi quella alterazio- zontale. Ambidue questi modi di dilatazione
ne, quella conversione di parecchie sostan- riuscirebbero molto incomodi per l’ordinario,
ze in una sola, condizione essenziale della nu- se si volessero isolatamente impiegare. L’ abi-
trizione animale. Nell’intestino tenne non hav- tudine influisce adunque sul modo di dilata-
vi quasi più di alterazione la massa alimen-
;
zione e di ristringimento del petto. 11 —U
tare nel giungervi è tutta preparata, l’assor- pleurelico, un uomo ferito nel polmone, s'ac-
bimento chiloso risulta il principale fenome- costumano a cortissime ispirazioni, debolissi-
no che operasi in questa parte delle vie dige- me, di spesso reiterale, che gli incomoderebbe-
stive. Il chilo riceve a dir vero, nel duodeno , ro mollo nello stalo di sanità, che loro sem-
la bile e il succo pancreatico; ma questi fluidi, brerebbero pur anco insufficiente per vivere.
per quanto può giudicarsene, ha per uffizio Un palombaro s’abitua a sospendere l’intera
piuttosto di separare dal chilo la porzione escre- respirazione per un tempo la cui lunghezza
tmentizia, ehe di sottoporre il chimo inliero a ci sbalordisce, e tal volta ci pare superiore alle
1 2 VITA NUTRITIVA
J

forze della natura. fesa necessitas no vis aeris nelle sue opere, che questo principio fosss
per consuetudinem diminuitur, dice Haller. perfettamente conosciuto, e si osserverà che,
1
L’ahitudine adunque influisce sull ampiezza anche nelle Ricerche fisiologiche, non nomi-
della dilatazione del petto, e sugli intervalli di na mai l’ossigeno, e non fonda per nulla la
questi movimenti. —
2.5* Quanto ai fenomeni sua teorica della connessione della vita colla
chimici, pei quali io intendo tutto ciò che ri- respirazione ,
sulle esperienze della chimica
guarda Fazione intima delParia sulla membra- moderna; in che, comunque siano le
guisa
na mucosa del polmone, devonsi distinguer- variazioni della chimica dottrina sulla natura
ne due specie,
.
— (ÌNota. — Nessuno
dubita ridi’ aria respirabile, cotesla teorica sarà sem-
oggidì, io credo, che le proprietà dei corpi pre egualmente solida.) L’abitudine non —
viventi e quelle dei corpi inorganici non siano ha per nulla predominio su questa parte dei
affitto diverse , e che d’ allora ogni fisiologia fenomeni respiratoci il polmone
;
non può
chimica non risulti falsa ed erronea. Ma si va avvezzarsi ad assorbire meno ossigeno del-
troppo lungi , allorché, fondandosi su questo F ordinario, perciocché il sangue non può
3.
principio, vuoisi sbandire assolutamente dalla adattarsi ad essere meno colorato e meno vi-
fisiologia il termine di fenomeni chimici; vificato. Se l’aria contiene per accidente una
imperciocché al presente intendesi per feno- minore quantità di tale principio vivificante,
meni chimici, ogni movimento che succede larespirazione diverrà più accelerata, e in un
tra le molecole intime dei corpi. In tale defi- dato tempo le respirazioni saranno più fre-
nizione, i.° comprendesi tutti i^orpi qua- quenti ; in guisa che la necessaria quantità di
lunque essi siano, non escludendone alcuno ;
ossigeno verrà sempre assorbita.
2 ° comprendesi qualunque movimento inti- Ma ciò non ha comune colla im-
nulla di
mo, qualunque siano la sua specie e la fine ;
pressione fatta dall’aria sulla membrana mu-
° non bassi verini riguardo alla causa che cosa del polmone al momento in cui vi giun-
determina questo movimento intimo, nè si ge. Tale impressione appunto varia a seconda
nega che siffatta causa possa essere vitale, es- delle diverse sostanze di cui è pregna l’aria:
ser differente in conseguenza dalle leggi che per tal modo in una atmosfera infetta non si
reggono corpi inorganici.
i Non puossi — diviene asfittici, come accadrebbe in mezzo il
sconvenire che le funzioni nutritive non sup- gas acido carbonico; ma, in capo a certo
pongano un movimento operalo tra le mole- tempo.sperimentansi i funesti effetti delle pu-
cole intime degli organi. Uopo è adunque, o tride emanazioni. Pel polmone appunto in-
combattere la definizione del vocabolo chimi- troduconsi i germi di un gran numero di ma-
1
ca, o convenire eh essa può applicarsi a pa- lattie, di quelle singolarmente dipendenti dal-
recchi fenomeni organici. Gli uni sono relati- le qualità dell’ aria. Codeste malattie che, per
vi all’assorbimento di una parte dell' aria per l’ordinario, sono dell’ordine delle adinami-
la colorazione del sangue; consistono gli altri che o delle atassiehe, non hanno alcun rap-
nella impressione dell’aria tutta intera sulla porto coll’ asfissia, e non suppongono per nul-
membrana al momento in cui essa n’ è colpi- la il sangue meno colorato . ma paiono avere
ta. L’assorbimento
ossigeno è lo scopo es-
di lor sede principale nei solidi e in ispeeie nel
senziale della respirazione, che non effettuasi, sistema nervoso. —
Ora, siffatta prima im-
se manchi nell’aria questo principio. (Nota. — pressione di cui si tratta può venire modifi-
— Oggidì tutti non vanno d’accordo su que-
,

cata nel modo più sensibile dalla abitudine.


sto punto, e pretendesi che F ossigeno non ri- Che un uomo accostumato a respirare l’aria
sulti necessariamente il solo principio atto a pura di una campagna sia forzato di respirare
colorare il sangue. Non entrerò io a discute- per un’ ora 1’ aria infetta delle fogne, in mez-
re tale controversia , siccome estranea al mio zo alia quale abita di continuo e senza molte
subbietto ; e anzi accorderò intorno ad essa precauzioni certa classe di lavoranti ; si porti
tutto ciò che si vorrà, purché si si fondi sopra desso a passare una giornata negli anfiteatri
fatti incontrastabili. Però sarà sempre inne- anatomici, dove tanti laboriosi allievi consu-
gabile, che l’aria contiene il principio colo- mano la metà dell’anno; vada egli ad un
rante e vivificante del sangue; e che, quando tratto a confinarsi in quelle miniere nel seno
tale principio, qualunque esso sia, arrivi a delle quali tanti uomini non vivono se non
mancare, F aria non è più respirabile ecco : perchè vi sono stati per la maggior parte al-
quanto Se ho accennato F ossigeno,
volli dire. levati, e via dicendo rimarrà egli tosto con-
;

fu perchè tale principio paruri fino al presen- vinto da una trista esperienza che se l’organo
te quello che, almeno più d’ ordinario risul- polmonare può pervenire, mediante lenta pro-
ta necessario per la respirazione. T raspare— ,

gressione, a sopportare senza danno moltissi-


che Bichat avesse anticipatamente presentite me infette emanazioni, non può desso senza
le difficoltà che gli si avrebbero potuto susci- periglio passare subitamente dall’aria più pu-
tare sulla natura del principio colorante del ra alla più insalubre. — Potremmo cjui accu-
sangue ; imperocché non ha egli mai supposto, mulare agevolmente i più positivi fatti, L’ ©-
VITA NUTRITIVA i
r
/:t

flore fe li do che produce 1’ analisi delle animali le cotesta


astinenza divenga rigorosamente «
sostanze non iscompiglia la salute del chimi- in tutti icasi impossìbile. —
Tutti sanno quan-
co da molto tempo esposto alla loro influenza. ta influenza abbia l’abitudine sul ritorno pe-
I vapori dell acido muriatico ossigenalo, che
1
riodico dell’ appetito. L’ uomo sente il biso-
producono una tosse sì violenta in quello che gno di mangiare al momento preciso in cui è
per la prima volta li , respiri non fanno che accostumalo di prendere i suoi pasti e se tale :

leggiera impressione su quegli che è accostu- bisogno non viene a tale istante soddisfatto,
mato a preparare codesto acido. Si vide pure diminuisce, od anche cessa affatto un momen-
un uomo perfettamente ai vapori
abituarsi to dopo.
e si ha motivo di credere che
1
dell arsenico ;
finalmente abitudine influisce possen-
1

tale esempio rinnuoverebbesi di frequente, temente sulla facoltà che ha lo stomaco di di-
se uomini fossero maggiormente arditi e
gli gerire tale o tal altra sostanza. Si sa che 1’ uo-
temerari. —
Finalmente, è generale abitudine
1
mo, avvezzo da uso inveterato a una sola spe-
del polmone che, a forza di respirare un in- cie o a certa determinata quantità di alimenti;
finità di arie diverse, perviene a non provare non può più sopportarne altri a meno che, ,

veruna influenza funesta dalle differenti atmo- con lenta progressione, non prenda un’abitu-
sfere nelle quali quindi innanzi si ritroverà. dine opposta. L' questa la ragione principale
Ci convinceremo facilmente di tale varietà, per cui medici temono di sottomettere trop-
i

facendoci ad osservare comparativamente due po facilmente un ammalato alla dieta lattea.


uomini di forza e di temperamento eguali, ma Del pari osservasi tutto giorno che un alimen-
F uno dei quali, allevalo nella mollezza, non to insopportabile e nauseabondo la prima vol-
saràmai vissuto che in aria pura e olezzante, ta che se ne fa uso, può divenir (ligestibile in

mentre l altro, avvezzato di buon ora a tut-


1
capo di certo numero di reiterati tentativi.
to, avrà appreso a sfidare la insalubrità del- Non è adunque una metafora un’iperbole,
I
I aria non che la sua temperatura. Cer- — quella espressione familiare Il mio stomaco:
,

tamente l 1 abitudine non può qui scansare non è per anco avvezzo a digerire tali vi-
qualunque periglio ; conciossiachè vedi uomini vande ; il che suppone che ponessimo aceo-
polmone stumarvisi. E il preludio di una verità esatta
1

robusti, il cui fu esercitato a riceve-


re ogni qualità venire colpito ad un
1
di aria, riconosciuta colla esperienza. La influenza —
tratto da up aria infetta la quale poi non ,
dell’abitudine non osservasi già nella parte
produrrà alcun funesto effetto sopra persone della digestione che consumasi nel condotto
più delicate ; vedi la stessa atmosfera far isvi- intestinale. La massa alimentare preparata
luppare simili malattie sur una massa consi- dallo stomaco non riesce più estranea agli or-
derabile d individui qualunque essi sieno ma
1
;
gani, e singola) mente a un organo della stessa
eiò non distrugge fatti positivi e giornalieri
i natura dello stomaco da cui essa sorte. Non è
dei quali abbiamo fatto parola. Per l ordina-
1
adunque un corpo estraneo in contatto cogli
rio, nelle circostanze di cui ci occupiamo, il organi sensibili non può esservi nuova im-
;

polmone non riesce la sola via per la quale il pressione, e 1’ occasione della influenza del-
contagio si comunica, nè l’aria il solo veicolo l’abitudine più non sussiste. D’altronde l’as-
che lo trasmette. —
La influenza dell abitu- 1
sorbimento ctdloso è il fenomeno essenziale
dine sulla digestione è talmente conosciuta, sì che allora si opera è sempre la stessa sostan-
:

evidente, che torna inutile l’arrestarsi a lun- za che viene assorbita. L’ animale ed il vege-
go per provarla. Ma siffatto carattere, non che tale sono qui in esalto rapporto di funzioni, e
gli altri, non è notabile che nel periodo di al- tutte le leggi che caratterizzano la nutrizione
terazione e in quello di escrezione, vale a di- animale propriamente detta hanno cessato.—
re, nella parte dei fenomeni digestivi che sono Noi ritroviamo l’animale affatto solo nella
esclusivamente propri all animale. Ed iu 1
— escrezione intestinale, e vi riscontriamo al-
primo luogo P abitudine può prolungare in tresì la influenza dell’ abitudine. Le materie
modo quasi indefinito la privazione assoluta si accumulano nel retto; in capo a certo tempo,

di alimen ti. Tutte le storie offrono moltipli- esse irritano questo intestino col loro con-
cali esempi di questi digiuni straordinari, ed tatto. Lo sfintere, muscolo volontario s’oppo-
in tulli scorgesi che l’uomo pervenuto era a ne alla loro uscita la sua resistenza rimane
;

sopportarli solo con una progressione lenta vinta infine dalla contrazione del retto, aiuta-
ed insensibile. Sul quale oggetto nella grande to dai muscoli addominali che lo premono
opera di lialler si riscontrano falli più ma- i di tutto il peso dei visceri. Qui la impres-
ravigliosi, ed altri pure che sembrano favolo- sione delle materie su! retto addiviene asso-
si ma la possibilità del maggior numero vien
;
lutamente involontaria, non chela contrazio-
comprovata dalla giornaliera esperienza, poi- ne che ne risulta La resistenza dello sfintere
ché ci avvezziamo con facilità a prolungare è sola volontaria; ma codesta resistenza può
P astinenza per più o meno lungo spazio, nè essere più o meno ostinata, più o meno pro-
possiamo fissare verun epoca precisa alla qua** lungata Se lo è mollo, il retto accostumerai*
T
7Ì VITA NUTRITIVA

si alla impressione «Ielle malerie, e distende- Devesi, quanto ho detto, riconoscere


«la

rassi per riceverne «li nuove, anziché contrar- la conseguenza naturale di un giustissimo
si su quelle che di già contiene. Cosiffatta abi- principio stabilito dal professore Chaussier ,
tudine potrà giungere al punto che il retto, cioè che ogni sostanza inetta ad essere as-
appena sensibile, non si contragga che sur una similator, agisce necessariamente come ir-
massa enorme, e in capo a mollo tempo. Po- ritante sulla economia vivente. Ora, la massa
trà arrivare al punto che il retto non si con- alimentare che giunge nello stomaco, e la mas-
tragga più; d’onde le accumulazioni fecali, sa escrementizia, che arriva nel retto, sono del
le cui conseguenze sono sì funeste, e alle quali pari incapaci di venire assimilate nel loro sta-
la sola chirurgia può rimediarvi. —
L’abitu- lo attuale, e lasciando a parte qualunque al-
dine può estendersi non solamente sulla quan- tra considerazione. Adunque ambedue devo-
tità delle materie contenute, ma ancora sul- no agire come irritante; e ciò è appunto quan-
1
l epoca della loro escrezione. Codesta epoca to Chaussier ammette, poiché il succo gastrico
tende sempre a farsi regolare e periodica. Es- non rC è fornito a suo dire, che in virtù del-
sa corrisponde dapprima al tempo in cui l’ac- la irritazione determinata dagli alimenti
eumulazione riesce sufficiente per distendere sullo Stomaco.
leggermente il retto ; ma giunto siffatto tem- VI. Finalmente la intermittenza periodi-
po, se si resista all’ impulso, non effettuandosi ca è un ultimo carattere della vita attiva, ca-
quindi la escrezione, esso cesserà per qualche rattere importante che conviene a tutti i fe-
tempo, pel solo motivo che non fu soddisfat- nomeni di questa prima classe, e si osserva
to al momento ordinario. Finalmente divenu- egualmente nei sensi, nella voce, e nella loco-
ta la massa fecale considerabile, solleciterà mozione generale. Essa corrisponde alla man-
la escrezione in modo che più non potrassi canza della luce solare, e costituisce ciò che
resistervi; ma d’ allora il momento acciden- dicesi il sonno, mancanza reale delle funzioni,
tale della escrezione diverrà periodico, e quan- come osserva lo stesso Bichat nelle sue Ricer-
tunque 1’ora del pasto non cangi già, solo a che fisiologiche. —
E chiaro che le funzioni
questa nuova epoca quindi innanzi si farà ri- respiratoria e digestiva non risultano som-
sentire il bisogno. Ecco adunque l’esatto rap- messe a una intermittenza periodica corri-
porto tra la escrezione alvina ed i fenomeni spondente alla mancanza della luce solare, e
della fame per parte dello stomaco quanto che altresì questo carattere, preso a rigore,
alla influenza dell’abitudine. —
N’è lo stesso loro è assolutamente straniero. —
Ma vi si

per la escrezione orinaria. Si può comandare ponga mente, e scorgerassi non essere già
al bisogno di urinare, e si sa che la vescica unicamente nella necessità delle intermittenze
può accostumarsi, sia ad assai ampia disten- nè nella loro regolarità periodica che consi-
sione per via della orina, sia a frequentissima ste F essenza del carattere di cui favelliamo ,
escrezione sempre periodica ; è noto come ma sì bene e primamente nella loro possibili-
può dessa perdere la sua sensibilità a causa di tà ; imperocché, per far risaltare colai carat-
troppo estesa distensione, ed essere appunto tere, si aggiunge al contrario non esservi nè
questa una delle cause più ordinarie della ri- potervi essere veruna intermittenza nella vi-
tenzione di urina. —
Dissi in principio che ta nutritiva il che è pienamente vero per le
:

i’ abitudine portava la sua influenza dovun- funzioni nutritive immediate, come la circo-
que eravi contatto di corpi stranieri sopra or- lazione: — Trattasi adunque qui di sapere,
gani sensibili il qual principio ritrova qui la
;
non solo se le funzioni preparatrici stanno
sua intera applicazione. Diffatli, avvi tra le abitualmente sommesse a intermittenze pe-
materie alimentari, al momento della loro riodiche, ma ancora se esse possono acciden-
introduzione, e quelle escrementizie, alquan- talmente venire sospese senza che la vita o la
to prima della loro espulsione una analogia sanità ne vengano scompigliate. —
La respi-
notabile quanto al loro rapporto cogli organi. razione non è sommessa ad alcuna internai t-
Le materie alimentari contengono la sostanza tenza periodica; e, come è noto a ciascuno ,
nutritiva ; ma tale sostanza vi è nascosta e co- si eseguisce ad ogni istante della nostra esi-
me nulla, perchè il lavoro digestivo non ha stenza. La locomozione toracica, assai diversa
incominciato. Le materie escremenziali non sotto tale aspetto, come sotto molti altri, dal-
contengono realmente più sostanza nutritiva, la locomozione generale, succede durante il
perciocché il lavoro digestivo sta compito. Le sonno nel modo ed anche maggiormen-
stesso
une sono irritanti, non avendo esse per anco te estesa che nella veglia. Se non che pare che
sofferto alcuna preparazione organica, le al- gl’ intercostali nel sonno ne siano principali i

tre sono irritanti, non avendo esse a sottosta- agenti, mentre nella veglia il diaframma è
re più ad alcuna preparazione organica. Le pressoché il solo che, col suo movimento, di-
une sono adunque estranee, siccome prove- lati il petto. Ciò potrebbe essere attribuito
nienti dall’ esterno, e le altre come non do- alla pressione esercitata sul diaframma nello
vendo più soggiornarvi all’ interno. stato di incubazione dai visceri addominali, se
TIFA NUTRITIVA
raereè dell' osservazione non apprendessimo que congiuntura, senza uno scompìglio
siasi
che il movimento degli intercostali predomi-
na del pari nel sonno che accompagna Io ala-
più o meno grave nella nostra economia. —
1 ulti cotesti punti di riavvicinamento tra le
to di sessione. —
È egualmente vero che la funzioni della vita attiva e le funzioni prepa-
respirazione non può essere sommessa acci- rataci deliavita nutritiva comprovano ad evi-
dentalmente ad alcuna intermittenza senza denza come quest’ ultime formino un ordina
che ne consegua qualche scompiglio im- ; a parte, affatto distinto dalle funzioni nutriti-
perocché io non conto qui le intermittenze ve immediate, abbenchè, per la loro natura e
brevi e forzate che la volontà determina tal- fine, appartengano esse in essenzial modo alla
volta nei fenomeni respira torii, dovendosi un seconda vita, e non già alla prima.
tal latto annoverarsi Ira quelli che dimostra-
no la sommissione parziale della respirazione ARTICOLO III.> BELLE FUNZIONI NUTRITIVE
alla volontà. Per lai modo non evvi nè vi può IMMEDIATE.
essere alcuna intermittenza propriamente det-
ta nella respirazione, la quale, per tal risguar- Riescono facili a cogliersi i caratteri che
do, rassomiglia del tutto funzioni nutri-
alle distinguono queste funzioni, poiché basta come
tive immediate. —
Non si può accertare se gli abbiamo avvertito, prendere l’inverso di quel-
essenziali fenomeni della digestione, vale a li da noi osservati nella vita attiva. Per tal
dire quelli ohe si succedono nello stomaco, guisa, non simmetria dj sorta nella maggior
siano soggetti a una intermittenza regolare, o parte degli organi, non alcuna relazione, al-
se lo stomaco si eserciti continuamente sopra meno approssimativa, col cervello, essendo i
sostanze alimentari nello stato naturale ; non nervi dei gangli soli che distribuisconsi a
i

puossi, dico, saperlo, essendoché non si cono- codeste parti, e non conoscendosi i loro usi ;
sce esattamente tempo necessario acciò la
il veruna influenza della volontà nè della abitu-
massa alimentare presa in un pasto venga dine veruna specie d’ intermittenza
; tali so- :

elaborata non si sa per nulla se tale elabora-


; no gli attributi ai quali le funzioni in discor-
zione duri da un pasto all’altro, in guisa che so vengono riconosciute. Non entreremo a
non siavi intervallo senza digestione stomaca- sminuzzare tutti codesti punti, quali ritro- i

le. Si saperò con sicurezza, che il lavoro di- vatisi modo


più satisfacente nel-
sviluppati nel
gestivo può essere accidentalmente sospeso per le Ricerche fisiologiche di Bichat ci accon- ;

un tempo più o meno lungo. Può esserlo nello tenteremo di dare un rapido sguardo su co-
stomaco solo, impiegando fra un pasto e l'altro siffattoordine di fenomeni sì importanti per
doppio e triplo spazio dell’ordinario, e per con- la esecuzione degli altri tutti vale a dire, pel
;

seguenza più che sufficiente acciocché il lavo- mantenimento generale della vita, fenomeni
ro digerente dello stomaco sia compiuto. Può ai quali quelli dei due ordini precedenti si
esserlo in ogni condotto intestinale, potendosi compiono come al loro fine naturale, ed aven-
protrarre il digiuno pel corso di parecchi gior- ti ad iscopo immediato la conservazione
soli
ni.La possibilità di tale intermittenza, come organica dell’ uomo. —
La circolazione qui ri-
pure la facoltà di protrarla a propria voglia ,
sulta la principale ed importante funziona
dipendono moltissimo, come dicemmo dall’a- predominante sulle altre tutte, di cui forma
bitudine; ma acquistata simile abitudine, la dessa il centro e la scaturigine. Il sangue, uni-
intermittenza diverrà allora periodicamente co fluido essenzialmente vivificante e nutriti-
necessaria, in guisa che rendendo l’azione vo, riceve tolto ciò che proviene dall’ ester-
dello stomaco continua con sufficienti mate- no, e fornisce quanto va impiegato per l’in-
riali la salute ne sarà scompigliata. Certa- — terno, come pure ad esso perviene tutto ciò
mente siffatta specie d’ intermittenza differi- che, dopo aver servito qualche tempo al di
sce assolutamente da quella che noi osservia- dentro, deve esser rigettato al di fuori. Per
mo nella vita attiva. Lo stomaco non perde tal guisa, rinnovellato del continuo il sangue
affatto la facoltà di digerire, anche allora- da differenti materiali , e incessantemente
qnando esso non digerisce, come l’occhio per- acquistando per ispandere, serve esso ad uu
de istantaneamente la facoltà di vedere giunta tempo e a decomporre e ricomporre gli or-
che sia l’ ora del sonno. La sospensione del gani, sia con quanto a desso perviene, sia con
lavoro digestivo non corrisponde per nulla ciò che da esso emana. —
Alla circolazione
allamancanza di luce, come la sospensione adunque va riferito tutto ciò che costituisce il
dei fenomeni visuali. Ma finalmente, lo sto- grande fenomeno della immediata nutrizione,
maco può cessare per qualche tempo le sue vale a dire, del rinnovamento organico ;
e per
funzioni, nel modo stesso che l’occhio sospen- formarsi una giusta idea dell’ ordine delle
de un tratto le proprie, mentre al contrario, funzioni che ci rimangono da osservare, divì-
la circolazione, la immediata assimilazione, le deremo siffatto ordine in tre specie: i.° fun-
secrezioni, e simili, non possono un solo mo- zioni che incominciano negli organi e finisco-
mento ristarsi, in veruu modo e in qualun- no nella circolazione ; a.° la circolazione sle*-
I 70 VITA NUTRITIVA

sa funzioni che incominciano nella eie-


3.° recchie cavità membranose, distinte e conti-
;

colazione, e terminano nei diversi organi. — nue. —i.° Non puossi dubbiare non assorbire

IjO si tenga ben scolpito nella mente, e mi si la pelle del continuo i fluidi che la circonda-
risparmi qui obbiezioni anche troppo confu- no, e il cui veicolo è 1’ aria. L’ aumento del
tate ; non è già mia intenzione d’ isolare le peso del corpo allorché codesta aria trovisi
ime dalle altre le funzioni di cui si tratta, e sopraccaricata di umidità, il sì potente effetto
presentarle come separate da limiti precisi; dei miasmi contagiosi in forza del semplice
poiché s’ incatenano tutte insieme circolar- soggiorno in mezzo ad essi, la inoculazione sì
mente, e mutualmente si suppongono; solo agevole delle virulenze mediante leggiera feri-
intendo distinguerle per la loro natura e pel ta, ed anche col sollevare soltanto la epider-

loro fine principale, senza negare in modo al- mide, la introduzione del mercurio e di molli
cuno la intimità della loro connessione. altri medicamenti mercè delle fregagioni, e si-
§. I. Delle funzioni che incominciano mili cose, tutti questi fenomeni non lasc ano ve-
negli organi e finiscono nella circolazione , rmi dubbio sulla facoltà assorbente della pelle.
o degli assorbimenti. —
E l’assorbimento Per verità, l’assorbimento è meno facile qui di
una delle funzioni più generalmente sparse , quello che nelle altre membrane, stantechè la
imperocché non avvi organo in cui di qua- epidermide gli oppone certo ostacolo; riesce più
lunque modo non veuga operata. Dovunque notabile in -alcuni luoghi in cui l’epidermide of-
sostanze raccolte da tenui vasi di cui il canale maggior densità, ma ovunque si esercita esso
toracico forma il centro comune, vengono più o meno a ciascun istante della vita; è desso,
trasmesse nel torrente circolatorio, sia per es- per sua natura, un mezzo di conservazione, co-
sere assimilate, sia per venire rigettate al di me il può divenire accidentalmente anche di
fuori. Dovunque sostanze che non dovevano malattia. Diffalti, gli assorbenti cutanei stan-
essere assorbite così nello stato naturale , il no aperti a tutti che si presentano, li
i fluidi
possono essere accidentalmente in virtù di raccolgono tutti, nè dimostrano già fruire di
certa alterazione nelle forze vitali dei vasi, e siffatta elettiva sensibilità che riguardasi qua-
produrre accidenti più o meno funesti. De- — le essenziale appannaggio dell’ assorbente si-
vesi fuor di dubbio, nell’ esaminare l’assorbi- stema. Coloro che abitano i luoghi nei quali
mento, aver riguardo alla natura degli organi vendonsi o si preparano le animali sostanze
nei quali si effettua ma va in singoiar modo
; destinate alle nostre mense, quasi tutti sono
osservato la natura dei fluidi eh 'essa introdu- pingui, ciò che va attribuito in gran parte al-
ce nella circolazione, e questo secondo esame, 1' assorbimento cutaneo, poiché spesso il loro
riunito al primo, fa risultare ad un tempo la nutrimento non è più abbondante nè più de-
1
teorica assorbimento utile e singolare.
dell licato di quello degli altri uomini. Coloro che
— assorbimento operasi sempre, o in xuna
L’ abitano in una atmosfera infetta di putride
superficie membranosa, o nell’ intimo tessuto emanazioni trascinano ben di sovente una sa-
degli organi. Godeste due grandi classi di as- lute debole e languente, quantunque l’abi-
sorbimenti si esercitano, da un lato intorno tudine faccia per essi minore il pericolo. -
fluidi di natura diversa, dall’altro sulle mole- Per la qual cosa, 1’ assorbimento cutaneo ri-
cole che per certo tempo servirono alla com- sulta un mezzo di nutrizione trasmette desso ;

posizione organica. Gli organi membranosi al sangue sostanze fin allora estranee ai nostri
godono solo dell’ una ogni organo fruisce di
;
organi, lenon sperimentano alcun’ al-
quali
necessità dall’ altra, perciocché ogni organo tra preparazione preliminare; ma la estrema
continuamente si decompone e del pari si com- loro tenuità, le partizioni loro eccessive, le
pone. L’assorbimento membranoso ha per mettono anticipatamente in uno stalo capace"
iscopo la generale conservazione del corpo ;
dell’ assimilazione. —
Però spesso altresì tra-
P organico ha quello della pudicolare conser- smette P assorbimento cutaneo al sangue no-
1
vazione dell organo in cui si opera. Ambidue cevoli sostanze, funesti germi d'intinite mor-
si terminano nella circolazione, e trasmettono bose malattie, se codesta forza conservatrice ,
al sangue le sostanze che seco conducono. la quale, nell
1
uomo bene costituito, resiste sì
x.° Assorbimento membranoso. —-L’as- possentemente distruzione, non
alle cause <li

sorbimento operato sulle membrane può di- ributta al di fuori mercè delle secrezioni e
vidersi in parecchie specie principali L’ una : delle esalazioni queste medesime sostanze.
si effettua sulla pelle, membrana generale ed 0
2. Le membrane
mucose sono la sede di
esteriore di tutto corpo; un’altra si fa nelle
il estesissimo assorbimento, e va desso considera-
membrane mucose, prolungamenti reali degli to in singoiar modo nel polmone e nell’intesti-
integumenti, o piuttosto veri integumenti in- nale condotto. —
Effettuasi l’assorbimento
terni un terzo si opera sulle membrane sie-
; polmonare sulle sostanze stesse del cutaneo.
rose, molli inviluppi degli organi le cui fun- L’aria sta del continuo a contatto nella respira-
zioni esigono certo movimento un quarto ; zione coti tutta l’ampiezza del polmone ed es-
avviene nel tessuto cellulare, riunione di pa- sendo, e quanto pare, la sua membrana il lo-
VITA NUTRITIVA
*77
co della decomposizione, limane più esposta Liffatto,quantunque uon riesca il fluido per-
agli effetti delle utili o nocevoli emanazioni fettamente eguale, tanti sono i rapporti fra
ill cui essa aria è compresa. E' d’altronde co- desso ed il fluido delle cavità sierose propria-
desta membrana mollo più sottile e maggior- mente dette, così moltiplicali i caratteri di a-
mente suscettiva della pelle, conciossiachè, ol- nalogia nella disposizione delle membrane e
tre gli estranei fluidi che ad essa si presenta- dei loro usi, che ravvisar non possonsi isola-
no, non assorbe forse, almeno in parte, il flui- latamente fenomeni sì affini, limitandosi sin-
do mucoso da essa medesima del continuo for- golarmente a generali considerazioni.
nito ? Si sarebbe tentati di crederlo, allorché 4° U tessuto cellulare, riunione di pic-
si osserva non essere solita la uscita di tal cole cavità membranose, contiene per solito
fluido pegli sforzi espiratori, e tuttavia conti- due fluidi affatto diversi, la sierosità cioè ed il
nuare la sua secrezione. Ma siccome l’azione grasso. 11 primo di codesti fluidi, simile a quel-
sola dell’aria bastar può a dissolverlo e farlo lo che ritrovasi nelle grandi cavità sierose,
uscire in vapore, torna inutile quivi ammet- sembra esser destinato allo stesso uso, e ser-
tere altro mezzo di evacuazione. — L’assorbi- vire del pari, colla sua presenza a favorire il
mento intestinale si effettua in ispezieltà nella movimento. Sono necessarie del pari il suo as-
porzione dei condotto digestivo eh’ estendesi sorbimento e la sua esalazione, per la conser-
dal duodeno fino al termine deli’ ileo. Là è vazione dell’equilibrio ed acciocché prevenuta
appunto dove la massa alimentare, elaborala sia l’anassarca od idropisia
cellulare.- Non è
dalla bile, dal succo pancreatico, e forse pure grasso. Cotesto fluido per sua na-
lo stesso pel
dal succo intestinale, fornisce codesta porzione tura realmente nutritivo, va a deporsi nelle
nutritiva, chiamala chilo, di cui tosto s’im- cellette membranose, non solo per servire alla
padroniscono gli assorbenti, f ino al duodeno, organizzazione, per dare alle forme esterne la
non si trovano gli alimenti ridotti allo stato regolarità e l’avvenenza loro, ina sì anche
di omogeneità necessario per la formazione quale utile provvigione posta in riserva pegli
1
del chilo oltre l’ileo, la massa alimentare,
;
istanti di privazione e d inopia. L’assorbimen-
1
sprovvista di chilo, risulta soltanto un avanzo lo di esso n è fuor di dubbio continuo impe- ;

inutile che dev’essere espulso. Siffatto assorbi- rocché, senza di ciò, ne succederebbe tosto un
mento operato nel mezzo dell’organo digestivo, eccessivo accumulamento, e cagionerebbe un
è quello fra tutti che dimostra in miglior modo altro genere di deformità, diminuii ebbe ezian-
una sensibilità elettiva nei vasi che vengono dio le forze, risultando quindi piuttosto pro-
impiegati. Infrattanlo, siccome rimane incer- va di debolezza che di sanità, àia siffatto adi-
to se la bile ed altri fluidi partecipanti alla e- poso assorbimento, può talvolta aumentare
ìaborazione non siano assorbiti in parte col straordinariamente, allorché gli organi dige-
chilo non si può più riguardare codesta
,
stivi difettino di materiali per fornire la nu-
sensibilità propria quale legge rigorosa e co- trizione, nel qual caso supplisce per qualche
stante . tempo l’assorbimento chiloso. Ila adunque un
3 .° Non
l’assorbimento in veruna par-
è diretto rapporto colla nutrizione, sia per la
te più marcalo e più continuo come nelle natura del fluido che trasporta, o per altre
membrane sierose si trova desso qui in rap-
;
ciscoslanze nelle quali esso si aumenta. — Po-
porto con una esalazione la quale senza di es- trebbesi esaminare qui isolatamente l’assorbi-
so determinerebbe tosto la idropisia in queste mento midollare che effettuasi nell’ interno
cavita prive di esterna apertura. Ambedue so- delle ossa, ma può riportarsi fino a certo gra-
no necessarie acciocché coteste membrane, do al cellulare, avendo la midolla molta ana-
umettate di continuo da novello fluido, per- logia coll’adipe, e offrendo eziandio Por-
mettano agli organi da esse occupati movi- i gano membranoso che la fornisce alcuni cel-
menti die si richiedono dalle loro funzioni. lulosi prolungamenti. La qual cosa basta per
Che n’è del fluido riassorbito? Serve forse di i stabi li re un riavvicinamento alquanto esalto ,
nuovo in diverso modo alia nutrizione, o vien e intorno i! quale non dobbiamo per ora rin-
desso tolto via dalle secrezioni onde in segui- tracciare la rigorosa precisione che richiede-
? Ciò è ignoto ; ma pro-
1
to venire rigettalo rebbe un trattato elementare dell assorbi-
pendesi per L ultima opinione posto mente mento.
essere già questo fluido stato impiegato ad uno 2.° Assorbimento organico. —
Non è -

stabile uso. —
Gli assorbenti sierosi sono su- già dubbioso che tutti i nostri organi non ven-
scettivi di ricevere altri fluidi, posciachè le in- gano del continuo decomposti per mezzo del-
azioni fatte nella capacità dell' addomine di la sottrazione delle molecole che servirono
Avente animale spesso spariscono in breve per qualche tempo alla loro composizione. Lo
s Pzio, a meno che il fluido incettato non pos- svernamento di volume e di fibre dei muscoli
se {?a qualità irritanti e deleterie. Com- — a causa dell’ emaciazione, i cangiamenti di co-
pralo sotto il nome di assorbimenti sierosi lore delle ossa negli esperimenti fatti colla lob-
quelhc he si effettuano nelle sinoviali cavita. bia, comprovano colesto rinnovamento^ c u
kicicl. Mad. 4/
VITA NUTRITIVA
i7 s
per analogia civiene permesso di applicare a si, più esse non esistendo e il sangue, in
;

tulli gli altri organi. E' indubitato che queste qualunque parte lo si esamini, offre sempre
molecole eterogenee devono primitivamente eguali componenti. Non pertanto fornisce a
essere trasportate nel torrente circolatorio, poi- funzioni affatto diverse i materiali del loro e-
1
ché è questa per esse l unica via diretta di sercizio. Presentandosi esso appunto agli esa-
escrezione, essendo appunto la circolazione la lanti, questi allora danno il grasso, la sierosi-
sorgente di tutte le funzioni escretorie. La via tà, e simili discorrendo esso i reni ed il fe-
;

di assorbimento è la sola per la quale possa il gato, ne nasce quindi da questo la bile, e da-
sangue ricevere coleste molecole. Havvi adun- gli altri 1’ urina, e via dicendo. Codesti fatti
que un assorbimento organico, parte essenzia- sì evidenti e di sì salda verità, diedero luogo

le dei nutritivi fenomeni, che si effettua do- a quella asserzione, doversi considerare il
vunque, perciocché dappertutto si opera la nu- sangue come formato di due parti distinte -,

trizione; risulta in ogni parte differente quan- V una recrementizia l’altra escrementizia
,
.

to suoi materiali e al suo modo di esercizio,


ai Ed è uopo convenire essere siffatta immagine,
perciocché ciascun organo ha la propria par- quantunque falsa, quella, di quante mai se ne
ticolare struttura e la sua vitalità. E desso più può intavolare, che più s’ assimiglia al vero,
o meno attivo in un organo, a norma che la la più ragionevole.
circolazione vi è più abbondante e più rapida: Della circolazione in generale
§. II. .

quello di un muscolo riesce più pronto di La circolazione sanguigna e la ragguardevole


quello di un osso. —
Non si conoscono vasi i funzione in cui tutti gli assorbimenti si com-
che servono a tale assorbimento organico, non piono. Riguardata siccome il mezzo essenziale
potendosi osservare la fanzione in esercizio, la della nutrizione, ha dessa uno special rappor-
quale però si riconosce dai suoi resultati. Sif- to coll’assorbimento chiloso imperocché il
;

fattiassorbenti si riuniscono forse agli altri chilo appunto rinnova il sangue, e ne fornisce
per terminarsi nel condotto toracico, o met- i materiali costitutivi in siffatta ammirabile
tono essi nelle vene dell’ organo stesso a cui trasformazione che vien chiamata ematosi ,
appartengono? Ciò è appunto quello che seni- operata alla fine della circolazione venosa ed
pire ignorerassi, non che quanto s’ attiene al all’incominciamento della arteriosa. — E la e-
meccanismo di una fanzione cosi profonda- matosi il resultato della digestione, che con tal
mente nascosta alle nostre dirette indagini. — mezzo tiene la circolazione sotto la sua dipen-
Possiamo pensare però con fondamento, es- denza. Ma il sangue, riformato per via di tali
sere escrementizie le sostanze trasmesse per nuovi materiali fino nei suoi elementi, non ha
mezzo dell 1
organico assorbimento del fluido per anco acquistata codesta virtù vivificante e
circolatorio, enon serventi affatto alla nutri- nutritiva, quella facoltà eccitante, che sola può
zione, poiché vi hanno servito, e le nuov$ so- venirgli compartita da una porzione dell’ aria
stanze introdotte sono destinate a surrogarle. atmosferica. Invano adunque avrebbe esso ri-
-— Dietro n questo rapido sguardo sugli as- cevuto i prodotti digestivi, se la impulsione
sorbimenti, scorgesi come, se tutti trasmetto- del cuore non lo portava subito dopo al pol-
no i loro materiali al sangue, codesti materia- mone, onde esservi sommesso al contatto del-
li non devono già essere in seguito impiegati l’aria nella respirazione. Ecco quale sia l’og-
tutti agli stessi usi, perchè di natura diversa, getto di tale circolazione polmonare, distinta
e d loro rapporto cogli organi non è sempre dalla generale, e intieramente straniera alla im-
lo stesso. Gli uni vengono immediatamente mediata nutrizione, poiché il sangue che discor-
d.d di fuori e risultano per assoluto nuovi al- re le arterie polmonari è improprio alla nutri-
T economia animale vengono questi trasmes- zione del polmone, e codesto organo, come gli
;

si dall’assorbimento cutaneo non che dal pol- altri, riceve i propri materiali nutritivi dalla
monare: possono servire alla nutrizione ed generale circolazione per mezzo delle arterie

anche tornarle inutile. Altri sono di già pre- bronchiali. Mei polmone, il sangue invece ri-
parati mediante certo lavoro organico inter- ceve ed il polmone compartisce la respirazione
:

no è il chilo, trasmesso per via dell’ assorbi- adunque è la signora e la direttrice della circo-
;

mento intestinale: viene questo essenzialmen- lazione.


te destinalo alla nutrizione. Havvene che ven-

Qualunque spiegazione vogliasi da-
re della emalosi, se non pertanto sonvi uomi-
nero già impiegati a certi usi, come la siero- ni abbastanza scioperati per rintracciarla, pre-
1
sità, e questi quind innanzi sembrano inutili. suntuosi a tale per convincersi di averla tro-
Ve ne sono finalmente che formato hanno vata ; in qualunque modo diasi ragione delle
parte integrante degli organi, i quali si tra- influenza che esercita la respirazione sul sar
smettono dall’ assorbimento organico, e que- gue, essendo questo ancora oggidì un ogge ° l

sti vanno espulsi. -—Allorché tutte siffatte so- ìli contestazione, codesti due fatti sara ,no
stanze si ritrovano riunite nel sangue, più egualmente certi e dimostrati in ogni teMpG
non distinguonsi le ime dalle altre; inutilmen- e potrassi sempre affermare non poters'°P e ~
te si riulraccerebbero colla chimica anali- rare la circolazione sanguigna senza 1 uige-
VITA NUTRITIVA
1
79
stìone e la respirazione. Lo ripelo ; desse ap- viene 1
esterno degli organi e in virtù de!
all
,

punto compartiscono, sangue riceve: la cir-


e il movimento loro cumunicato dalle proprie ar-
colazione è loro adunque realmente sommes- terie le più voluminose per tal guisa il cer-
sa. —
Si può considerare la circolazione ge-
.
:

vello è mollo più eccitalo dal movimento


ar-
nerale due sotto aspetti quello cioè
diversi terioso che succede alla sua base che
,
, per
del meccanismo della funzione, e quello del quello che si effettua nell’ interno dei suoi lobi.
fine che questa funzione tende a compiere. Al contrario, nel tessuto intimo degli or-
Puossi adunque farla incominciare dal mo- gani il sangue fornisce materiali delle funzio-
i

mento in cui i fenomeni organici hanno con ni diverse che seguono alla circolazione.
Cote-
essa un rapporto diretto, o solamente al mo- sti fenomeni si succedono in questi
ramoscelli
mento in cui essa incomincia a tendere verso vascolari tenui, impercettibili, dove l’azione
la sua fine naturale. Bichat appigliasi al primo del cuore divenne quasi nulla, la tonicità dei
aspetto, e scorge la circolazione generale in- vasi è tutto, ed il sangue, portalo in ogni
sor-
comincia re nel luogo in cui il sangue è rosso. ta di diverse direzioni, più non obbedisce alle
Per la qual cosa la piglia egli nei ramoscelli
,
leggi della prima impulsione che aveva rice-
capillari del polmone seguendola senza inter- vuta ; ciocché chiamasi circolazione capilla-
ruzione per tutto il corpo il cuore poi non ;
re^ distinta con ragione dalla grande circola-
è, ai suoi occhi ,
che un agente ausiliario di zione, e suscettiva di aumentare o di diminui-
impulsione ìnt erposto fra le due metà del si- re in un organo isolato indipendentemente
stema vascolos o. Io — m
attengo al contrario 1
da ogni altro. — ,

Siffatte due circolazioni, che,


alla seconda considerazione, che a me pare la riguardate nel loro meccanismo, si ebbero j
più importante e d’ allora , non veggo inco-
;
nomi ài generale e capillare , potrebbero,
minciare la circolazione generale all'istante per risguardo al loro fine , essere nominate
in cui il san gue è rosso, sì Lene al momento circolazione eccitante e circolazione nutri-
in cui il sang ue rosso principia ad essere im- tiva. Ambidue sono legate insieme, ed eviden-
piegato negli organi pel mantenimento della temente la circolazionecapillare non avverreb-
vita. E' certo adunque che il sangue rosso be se il cuore non avesse portato il sangue per
riguardato nelle vene .polmonari non viene mezzo della circolazione generale fino a que-
per anco ira piegalo a tal fine, e, solo tende a sti ramoscelli tenui che soli quindi innanzi su

ritornare al cuore; che il cuore anche nelle ,


esso agiranno. Sono adunque esse distinte sen-
sue sinistre cavità, risulta indifferente alla na- za essere separate : carattere comune di tutte
tura del sangue che riceve, e si contrae ad uno le funzioni, come tante volle il dicemmo, nè
stesso modo sul sangue nero e sul rosso. Vedi (
perciò sarebbe mai ripetuto abbastanza. La —
le belle esperi enze di Bichat sulla circolazione, eccitazione portala dal sangue in tutti gli or-
nella seconda parte delle Ricerche fisiologi- gani è il mezzo pel quale la circolazione col-
che.) All’istante adunque in cui
ventricolo il legasi a tulli i fenomeni dell’ uomo vivente, e
aortico imprime al sangue una direzione dif- a quelli della vita attiva come agli altri. In
ferente da quella avuta fin allora, appunto in virtù di cotesta eccitazione
circolazione fa
tale istante, dico, la circolazione tende imme- concorre essenzialmente alle funzioni cerebra-
diatamente allo scopo naturale per cui dessa li, conseguenza a tulli
e in movimenti di- i

1
esiste allora appunto e solo allora la natura
; retti dalla volontà, poiché l istante in cui il
del sangue più non si mostra indifferente, e sangue arterioso cessa di essere poi lato al cer-
siffatto flu ido abbisogna deile qualità da esso vello è quello in cui cessa in quest’ organo
acquistate nel polmone onde intrattenere ne- qualunque fenomeno. Per essa appunto la cir-
gli organi il movimento vitale. — Adunque colazione serve immediatamente e di necessi-
quanto succede prima che il sangue giunga tà al muscolare movimento, poiché la parilisia
nel ventricolo aortico va consideralo come il di un membro è P effetto inevitabile della in-
preludio necessario della circolazione genera- tercezione del sangue eh’eravi portalo. Per
le, la quale poi solo incomincia quando il san- essa la circolazione generale, o piuttosto la
1
gue entri nell aorta per discorrerne le nume- glande circolazione, concorre ai fenomeni se-
rose ramificazio ni. Trasmesso il sangue negli impulsione arteriosa comu-
cretoiii, poiché la
organi mediante la impulsione circolatoria vi nicata alla glandola è il primo fenomeno della
intrattiene la vita in due modi ; colla eccita- secrezione. - —
Ma codesta eccitazione suppo-
zione che produce sur essi, e mercè i mate- ne gli organi perfettamente disposti ad agire
riali che loro fornisce per l’esercizio delle e godenti di tutte le loro facoltà è il primo

;

loro funzioni. La eccitazione, eh’ è il pri- fenomeno di ogni funzione ma essa non ne ,

*>o effetto, dipende singola» mente da siffatta determina alcuna in particolare in modo di-
Pima impulsione di cui il cuore risulta il retto. Il suo scopo naturale non è quello di
P r ncipale agente, e alla quale le arterie con- produrre il movimento, ma di compartire agli
ciono molto poco colla loro contrazione. La organi 1’ attitudine a muoversi sotto la in-
gccn^ione adunque di cui si traila operata fluenza delle diverse cause che le mettono di-
l80 Til’ A NUTRITIVA
1
rellamenle in esercizio. Dovunque dev essa buon esito dei precisi resultali che ottener si

venire riguardala come condizione e non co- vorrebbero; imperocché, per riuscirvi, sarebbe
me causa : distinzione importante e fonda- 1
d uopo per un lato poter fare astrazione delle
1
mentale. Per tal guisa , la impulsione comu- variazioni dell atmosfera secondo i climi e le
nicata al muscolo dal sangue è la necessaria stagioni, il che riesce impossibile;- dall’altro, bi-
condizione acciocché possa contrarsi, non già sognerebbe valutare con esattezza io stato com-
la causa della sua contrazione , poiché il mu- parativo delle forze vitali negli individui sotto-
scolo riceve la impulsione sanguigna anche al- posti alla osservazione, ciò che risulta al di so-
lorquando esso trovasi nel più perfetto riposo, pra delle nostre forze. - —
La esalazione muco-
e persiste ancor in tale riposo dopo averla ri- sa, probabile almeno nello stomaco, dove pare
cevuta. La eccitazione del cervello prodotta fornisca il succo gastrico, più incerta negli in-
da! sangue è la condizione necessaria onde i testini, dove eziandio sembra somministri un
fenomeni della vita attiva possano effettuarsi; succo particolare, non può essere per assoluto
ma se la volontà non comandi siffatti feno- riconosciuta sulle altre simili superfìcie, in cui
meni, essi nemmeno avverranno, quantunque viene sosti tuita «falla secrezione. Ma io ogni qua-
codesta eccitazione sempre continui. — Certa- lunque luogo credasi rinvenirla, è dessa intie-
mente se lo sforzo aumenti per
circolatorio ramente relativa al lavoro digestivo, sia pel
accidente cP energia, e in conseguenza P ecci- fluido che somministra, come pel tempo in
tazione degli organi sia doppia o tripla di ciò
1
cui si opera. —
La esalazione sierosa, una delle
oh essa è per P ordinario, potrà risultarne dei più ragguardevoli, ha per iscopo di mantene-
movimenti di cui essa sola sarà la causa ma ;
re la umidità delle superficie tra organi il cui
se tali movimenti riusciranno contro-natura, movimento è molto esteso. Comprendo in que-
non avranno alcuna regolarità, nè proporzio- sta medesima specie la esalazione sinoviale,
ne tra di essi, non saranno coordinati, e non po- analoga, per più riguardi, alla sierosa, quan-
tranno in conseguenza adempiere verna fine, tunque poi ne differisca per alcuni altri nè :

nè servir ad alcuna azione : il muscolo sarà in conveniva in sì rapida scorsa moltiplicare più
convulsione, ma non agirà minimamente. — oltre le divisioni. —- La esalazione cellulare,
Non entreremo qui in verun ragguaglio sulla oh 1 è doppia, ha lo stesso scopo quanto alla
articolazione capillare, bastandoci aver indica- sierosità. Quella del grasso sta in rapporto
coll assimilazione , ma in modo indiretto e
1

to il suo carattere generale, osservando come


grande circolazione, sia pel
essa differisca dalla lontano ; imperocché la sua energia di rado
suo meccanismo, poiché il cuore non vi con- coincide colla forza e col vigore generali del-
corre quasi per nulla, sia pel suo scopo, poiché rindividuo. Più copiosa naturalmente nei fan-
essa tende non ad eccitar gli organi, ma a for- ciulli e nelle donne, nei quali è minore la for-
1
nir loro materiali delle loro diverse funzioni.
i za aumentata per accidente nell eunuco, che
;

Codeste funzioni , sempre nutritive, sono o accostasi alla donna per la fievolezza e per pa-
P esalazione , o la secrezione, o P assimila- recchi altri attributi, risulta poco distinta nel-
zione, sulle quali restaci a dare un rapido l
1
uomo che gode di quella robusta comples-
1
sguardo. sione, eh è il retaggio proprio del suo sesso.
§. 111.Delle funzioni che incominciano In esso lui il tessuto stesso degli organi aumen-
dalla circolazione e finiscono negli organi.
,
ta in volume ed in consistenza; ma non accre-
— I. L' la esalazione un fenomeno generale sce già il grasso, eccettuato nella vita seden-
al pari dell’ assorbimento, a cui costantemen- taria che per le sue occupazioni è forzato spes-
te coi risponde per tal modo distinguere si
: so di tenere, o nella vita oziosa e voluttuosa
possono due esalazioni, membranosa P una, a cui talvolta condannasi di propria voglia,
P altra organica nella prima riscontrerannosi
: acconsentendo in tal modo alla sua degrada-
le esalazioni, cutanea, mucosa, sierosa e cellu- zione ed obliando naturali suoi privilegi.
i

lare nella seconda, se è lecito dare tal nome a


; 11 grasso naturale, deposto abbondantemente

un fenomeno tanto nascosto e sconosciuto nella nel cellulare tessuto , non è adunque, come
propria natura, si rinverrà la assimilazione im- talvolta si «lice la prova di attivissima nutri-
mediata. —
Ha periseopola esalazione cutanea zione ma può desso essere impiegato alla as-
;

di dar esito a materie divenute eterogenee ;


similazione allorché digestione non forni-
la

ha quindi un diretto rapporto colla decom- sce sufficienti materiali, o cessi del tutto di
posizione organica. Si volle determinare fino fornirne. Per tal guisa, in una protratta asti-
1
a qual punto essa vi concorra, stimando poi nenza, forzata o volontaria, assorbimento
l

esservi riusciti eoi calcolare la quantità «li del grasso mantiene, come dicemmo, la nutri-
fluido che «là in un tempo prefìsso. Non rife- zione, e P animale che dorme durante tui<*
rirò io le esperienze le tante volte citate, ese- P inverno, deve alla propria emaciazione ht
guite all’ uopo da Santorio, Dodart, Keil, Se- sua conservazione e la sua vita.
guili e molti altri, e solo osserverò eon Bichat,
,
IL A malincuore io mi valgo del tern,ne
che una doppia causa opporrassi mai sempre al esalazione organica per indicare P as iaì 'la-
t'ita nutritiva 1 8
zione, e ciò ancora solo per opposizione a quel- riesce fuor dubbio importante non perciò
<1 i
;

lo ili assorbimento mi permeilo di qui alle- poco avrebbesi guadagnato qualora lo si avesse
garlo una velia. Diffatti, il modo di assimila- effettivamente dimostrato; imperocché vuoisi
zione o di nutrizione immediata è sì oscuro , inferirne che le sostanze furono presentate ;i
sì sconosciuto, che riesce del tulio inesatto di tale parenchima mediante la circolazione, e
impiegare, per esprimere il fenomeno, un vo- che desso se le appropriò. Ora, acciocché
cabolo che suppone questo modo perfetta- sieno esse stale presentate bisognava che esi-
mente conosciuto e determinato. Nota. — (
stessero dapprima in natura, e non avessero
,

a Perchè adunque, si dirà, hai tu ammesso un che a cangiar di posto, ed acciocché il paren-
assorbimento organico ? Non
opponeva- vi si chima se le appropriasse, occorreva ch’esso lo
no forse le stesse difficoltà ? no im-*-s (’erto : trovasse in qualche parte intieramente forma-
perocché lo stato attuale degli organi è un le. Ciò non ostante è indubitato che tali so-

fatto che possiamo rilevare mediante la ispe- stanze non si ritrovano in veruna parte in na-
zione. La varietà dei loro componenti è un tura prima di essere nell’ organo che costi-
fatto della stessa natura che ci viene dimo- tuiscono. Adunque non poterono essere pre-
strato per la medesima via. La loro continua sentate poiché fu d’uopo che si formassero;
,

decomposizione, e in conseguenza la sparizio- adunque il parenchima non potè appropriar-


ne di una parte delle loro molecole costituen- sele, poiché non ancora esistevano adunque ;

ti, ci viene comprovata dal loro scemamento la nutrizione non operasi per via di esalazio-
di volume nella emaciazione. La circolazione ne. — Ma dirussi che lutto si riduce a un q\~
è la sola via possibile di escrezione per queste ro di parole, ® converrassi di leggieri che il
molecule; V assorbimento, P unico mezzo per parenchima comune, in virtù di una sensibili-
cui circolazione possa riceverle. Adunque
la tà variabile, ha formato dà per sè stesso le
ragioniamo secondo più positivi fatti am-
i sostanze a scapito del sangue. La qual cosa ci
mettendo un assorbimento organico. - Al — conduce alle ragioni sulle quali si appoggia
contrario, non ravvisiamo nel sangue le mo- per ammettere la esistenza di un paremhima
lecole costituenti di tulli gli organi, posciac- comune ed uniforme. Ora, di tutte le fin qui
chè il sangue è un fluido dovunque identico. esposte ragioni, ardisco affermare non esserne
Vediamo questo fluido identico presentato a nemmeno una di solida ed alla a sostenere un
tutti gli organi ed in tutti impiegato alla loro rigoroso esame. Nè perchè ovunque riscon-
ricomposizione; nulla di più però non vedia- trarsi sistemi vascolare e cellulare si può
i

mo. Con quale diritto fissiamo noi adunque la quindi conehiudere formar dessi la base essen-
Uscita di una infinità di molecole diverse, lad- ziale degli organi, ma solo entrare nella com-
dove non iscorgiamo veruna diversità di mo- posizione di tutte. Nemmeno poi per ridurre
lecole ? Su che base ammettiamo una distri- le ossa ad uno stato pressoché celluloso to- ,

buzione, se niente vedesi a distribuirsi? La gliendo loro successivamente i! fosfato di cal-


sola idea probabile che qui si possa formarsi, ce e la gelatina, è lecito concludere che av-
è la trasformazione dei materiali costitutori verrebbe altrettanto a tutti gli altri organi
del sangue in materiali costituenti degli or- non sfati som messi alla stessa esperienza, nè che
gani ;
trasformazione operala in virtù delle non vi si possono pure sottomettere, percioc-
proprietà particolari di cui gode ciascun or- ché pochissimo si conosce la natura dei loro
gano. Per la qual cosa, una trasformazio- componenti. Nè perciocché le ossa fratturate
ne non è già una esalazione. ) Tenlossi, è ve- si consolidano mediante una cicatrice dappri-

ro, di stabilire una teoria e di comprovarla ;


ma cellulare e di poi realmente ossea, puossi
ma per poco che vi si rifletta, è facile ricono- concludere che gli stessi fenomeni osservatisi
scere la insufficienza delle prove principali. pei muscoli, e via dicendo, poiché non e com-
Si pone dapprima quale principio un fatto provalo che la cicatrice di un muscolo sia mu-
certissimo, e di cui alcuno oggidì non dubita: scolosa, e la osservazione sembra eziandio di-
la varietà cioè delle sostanze che compongono mostrare il contrario. Può inferirsi d’altron-
gli organi. Sicuramente noi siamo lontanissi- de benissimo che il modo di cicatrice degli
mi dal credere alla esistenza di un succo nu- organi feriti sia differente dal modo di nutri-
tritivo comune, e grazie alla chimica ci tro- zione degli organi sani, nè si comprende per-
viamo abbastanza illuminati onde non più ca- chè sarebbe d’uopo qui ammettere la identi-
dere in simile errore. —
Ma tal fatto non pro- tà del meccanismo come una cosa fuor di
va nulla di per sè, come bene si sentì, riè su dubbio. Infine, lo stalo mucoso e in apparen-
di esso eziandio più oltre s’insiste. 2.
0 Si — za omogeneo embrione non comprova
dell’
immette, e si pretende avere dimostrato che maggiormente 1’ uniformi là di un parenchi-
triti gli organi hanno un parenchima comu- ma nutritivo imperocché non hassi dimo-
;

ne in guisa che le loro mutue differenze ver- strato che tale omogeneità apparente fosse ve-
iom unicamente sulfa natura delle sostanze ritiera. Per talaccontentò di dire
guisa si si

depo;te in siffatto parenchima. 11 qual punto che questa sostanza mucosa pare non essere
382 VITA NUTRITIVA

altra cosa che del tessuto cellulare » e via moltiplicati che non avcasl dapprima stimalo,
dicendo. D altronde, se siffatta obbiezione
1
e di essere quindi forzalidi apportare al prin-
venne anticipatamente sentita, come mai erasi cipio alcune modificazioni. Mancando di tale
formato il parenchima primitivo, supponen- previdenza, ci affrettiamo di applicare a un
done la esistenza Se potè svilupparsi isolata-
! ordine intiero di fatti, leggi che non conven-
mente e indipendentemente da qualunque al- gono senon ad alcuni fatti particolari, e sti-
tro organo, perchè repugnerebbe esso di am- masi aver addotto una dimostrazione laddo-
mettere che gli organi siensi pure sviluppati ve presentaronsi mere conghielture. Per tal
isolatamente e indipendentemente da esso? guisa si hanno idee alquanto positive sulla nu-
Kispondesi che in fisiologia V arte di ritro-
,
trizione delle ossa, perchè un’ esatta analisi
vare il vero consiste a non rintracciarlo
, fece conoscere i loro materiali, ed loro feno- i

che negli ejfietti secondari e via dicendo ,


,
meni furono osservati con abbastanza di pre-
termini speciosi, frase mille volte ripetuta che cisione ma non è lo stesso degli altri organi, e
:

non corrisponde a nulla, e lascia le obbiezio- pochi dati hanno sulla struttura e sui fe-
si

ni in tutta la loro forza. In fisiologia, come in nomeni parecchi di essi. Non puossi adun-
di
ogni altra scienza, l’arte di trovare il vero que applicare alla loro nutrizione le leggi che
consiste dapprima e innanzi tutto a ragionare sembrano reggere la nutrizione delle ossa.
con aggiustatezza, e a non concludere dal par- III. Le secrezioni sono le ultime funzio-
ticolare al generale. ni di cui la circolazione sanguigna è il prin-
Conveniamo adunque non avere peranco cipio. Dovunque hanno desse per iscopo di
alcuna teorica soddisfacente della nutrizione , formar dei fluidi che servir devono ad usi di-
non ne avremmo forse giammai, e non essere versi nella nostra animale economia, ed esse-
maggiormente agevole di spiegare in qual re dipoi rigettale al di fuori. Non avvi che
modo una glandola o una membrana si nu- una sola secrezione, quella della orina, il cui
triscano, che di concepire come esse si sono prodotto non sia di alcuna utilità, e debba es-
dapprima sviluppate. Dov’era il parenchima sere rigettato per intiero subito dopo la sua
cellulare a scapito del quale la membrana del formazione. —
Ogni secrezione suppone un
seno mascellare doveva formarsi, allorché fos- organo intermedio al sangue ed al fluido pro-
so contratto sopra sè stesso, spungoso in tutta dotto, organo complicato nella sua struttura,
la sua estensione, non offriva , nel fanciullo, e che chiamasi glandola. 11 meccanismo della
nè seno, nè apparenza di membrana o di tes- formazione di codesti fluidi sì variati, sogget-
fulo cellulare? La cavità formasi in quest’os- to d' infinite ipotesi, è assolutamente scono-
so coi progressi dell’ età compare una nuova
;
sciuto. Ogni fluido segregato vien trasmesso
membrana, e ricopre questa cavità. D’ onde nelle superficie mucose, vale a dire, nelle mem-
viene dessa ? — Abusasi spesso, in fisiolo- brane che comunicano all’ esterno. — •
Qui
gia, di questo principio ripetuto le tante vol- hanno che compongono
fine le considerazioni
te e da sì lungo tempo, che la natura im- in essenzial modo il lavoro da me intrapreso.
piega pochi mezzi per produrre tnolti ejfiet- Fedele al disegno che mi avea delineato, in-
ti. Codesto principio, vero quanto al fondo ,
sistetti, parlando di ogni funzione, meno sui
non che il resultato, e, per così dire, il co-
è ragguagli istorici ed elementari, che sulle ra-
rollario generale dei fatti osservati non può
: gioni secondo le quali aveva determinato il
desso servir di regola allorché trattisi di nuo- suo posto nello specchio fisiologico. Con più
vamente osservare. Devesi dimenticarlo ogni estesi particolari non si farebbe, io spero, che
qual volta fannosi nuove indagini, e brigarsi confermare coteste ragioni, ed appoggerebbesi
meno a giustificarlo di quello che a verificar- maggiormente i principii eh’ io tenni a guida
lo imperocché è possibilissimo che codesti
: costante.
mezzi di cui parlasi, ritrovimi alquanto più
R I F L E S S 1 ON I

SULLA INFLUENZA ESERCITATA DALLE PASSIONI SUI FENOMENI


ORGANICI DELL’UOMO.

b
AJ malagevole cosa il definire le passioni. gio, termine passioni è sempre preso in un
il

Quell’ interno sentimento che le carat te rizza, senso odioso, e come 1’ opposto di ragione e
conosciuto dagli uomini lutti, vien di rado di raziocinio. —
In altra accettazione molto
espresso con aggiustatezza in termini generali; usata fra i moralisti ed filosofi, passioni ha
i

e qualora vuoisi ragionare sulle passioni, pres- un significato più esteso, ed applicasi ad ogni
soché sempre scegliesi di botto un particolare specie di sentimento dell’anima, buono o mal-
esempio, come quello dell’amore, dell’odio, del vagio moderato od eccessivo, giusto od in-
,

timore, esimili: ognuno allora s’intende. Lo giusto. Per tal guisa, riguardasi egualmente
stesso n’ è di tutto ciò che si attiene alle no- come passione 1’ amicizia e 1’ amore 1’ amo- ,

zioni generali, la cui idea, chiara per ciascu- re ragionevole e moderato come V amore
no, spesso si offusca allorché esprimer la si vo- cieco e impetuoso , la tristezza compassio-
glia in diverso modo che cou una sola parola. nevole provata alla vista dell’altrui sventura,
— Non ci rechi sorpresa adunque, se, prima e che muove a porger sollievo, coinè la spa-
di parlare delle passioni, non si procura di defi- ventevole melanconia che rende all’ uomo
,

nirle nò si stupisca se coloro che il tentarono


; insopportabile la propria esistenza; la emula-
scambiarono spesso l’effetto per la causa, se altri zione che produce tanti successi, e la gelosia ,
non fecero che proporre esempi particolari per che cagiona tanti malori, e via dicendo. —

risvegliare un idea generale, e se tutti, allorché Nel qual senso appunto dicesi Le passioni o :

vollero penetrare la stessa essenza di codesti piuttosto le affezioni compartiscono novella


fenomeni, ad altro non rieseirono che ad e- forza alla nostra anima , anziché toglierglie-
sprimere debolmente e freddamente nella lo- ne ciò che la fredda e languida ragione da
;

ro definizione, ciò che ciascuno molto meglio sè sola non potè operare il fa dessa agevol-
senza tali soccorsi ravvisava. — Importa per mente ad esse unita. Traviamenti della ra-
{
,

noi singolarmente di determinare, almeno per gione t. 1, lettera XIV. E dicesi eziandio: Le
, )

via di esempi, la specie di fenomeni compresi passioni ... invertono V ordine delle cose ,
sotto il termine passioni , e sapere quale altre leggi non seguono che i sensi preci- ,

sia l’ampiezza data al senso di tale vocabolo. pitano e traviano la ragione , anziché sot-

-
Nella comune accettazione, chiamasi pas- tomettervisi. Loc. cit. ibid. ) Taluni, come
(

sioni tutti i movimenti dell’ anima che sono si vede, danno allora la preferenza al termine

disordinati o contrari all’ ordine, come gelo- generale di affezioni che presenta un senso
,

sia, furore, odio, cieco amore, tristezza ecces- più moderalo e più indifferente. Altri, con-
siva, timore, e simili altri, tutti quelli in fine servando la voce passioni come generica, di-
che tendono a traviare 1’ uomo dalla virtù, stinguono passioni moderate, delicate, ragio-
vale a dire, da qu ella yórza cV animo che ren- nevoli, e passioni furiose, terribili, cieche, pas-
de L uomo invariabilmente attaccato al pro- sioni utili e passioni nocevoli, e simili.
prio dovere, regolalo secondo i principii della Non esamino qui chi ha ragione o quegli
morale. — Nel qual senso appunto dicesi, che che appone sempre al vocobolo passione un
le passioni offuscano la ragione e turbano senso odioso, o quegli che vi attacca un senso
la società, fanno V infelicità dell uomo che

generico per istabilire in seguilo delle distin-
loro si da in preda ; che per esser felice
, , zioni. lo annunzio un fatto, senza però darvi
l uomo deve combattere le proprie passioni giudizio. Solamente osservo che 1’ ultima ac-
,

e tenerle soggette all' impero della ragione cettazione è quella ammessa da tutti i fisiolo-
che le leggi destinate sono a reprimere le gi, quella in conseguenza dietro cui noi sare-
passioni degli uomini ; che /’ uomo perfetto mo obbligali di ragionare. Ma, qualunque —
sarà t/uello spoglio affatto di passioni e via sia la estensione di significato data al vocabo-
,

dicendo. In una parola, uelf ordinario linguag- lo passioni lutti quelli che ne trattano s’ ac~
,
1 /i RIFLESSIONI

cordano sopra un punto pongono essi co-


;
materiale n ver possa un’idea, ripugna del pa-
testi fenomeni sotto f impero dell essere in-
1

ri eh’ esso concepir possa un sentimento mo-


telligente istessamente del pensiero. Credono rale, come quello di un’ offesa, di una ingiu-
essi essere questa intelligenza che ama, odia , stizia, e simili. Appunto perciocché il senti-
come ritengono esser pur dessa che
s’affligge, mento morale che costituisce la passione sta
giudica e che vuole. Sembra loro egualmente legalo nel modo più intimo ai raziocinii che
assurdo il dire che il cervello o un altro or- lo determinano, c con essi sembra identificar-
gano riflette e si determina come pure che
,
si, così rapida è la transizione dall’ uno all’al-

il cuore od altro organo ama o si corruccia. tro, che Stahl, obliando tale sentimento, non
Tutti convengono esistere grande differenza ravvisò nelle passioni che raziocinii o conclu-
ira il ragionamento e la passione come si ,
sioni premature e sprovviste di sufficiente e-
esprime nell’ ordinario linguaggio ;
ma tutti same.Animi pathemata nihil aitili sunt
convengono altresì che l’uno e l’altro non pos- quam intempestivae et prematurae quae-
sono essere una organica proprietà. Per tal dam conclusiones de rebus vel sensu oblatìs ,

guisa, allorché essi stabiliscono due uomini in vel fiottone secundum me-
nuda interdum
noi, divengono questi ai loro occhi due uomi- moriam efformatis , sine decente circum-
ni intellettuali, o piuttosto 1’ uomo intellet- stantiarum omnium aut sane potiss imarum
tuale unico, nel quale si osserva talora la sola vere rationalium considerationum aestima - ,

ragione, tal altra la passione da sè, tal altra tione morali potius quam directe et suri-
ancora ambedue ad un tempo, predominando pliciter sensuali expendendarum. ( Theoria
alternativamente sulla volontà onde diriger- medica vera ; de animi pathematibus , pag.
ne gli atti. —
Dicendo che tutti convengono 34 Scorgesi come spieghi egli con molta
1 •
)

di siffatte verità, intendo tutti quelli che sono aggiustatezza la causa immediata della passio-
di buona fede, che sanno interrogare sè stes- ne, ma altresì che esso obblia la stessa passione o
ti con sincerità, e non hanno il minimo in- piuttosto la confonde colia sua causa. Appun-
teresse di negare ciò di cui tengono l’ intima to perchè il sentimento che costituisce la pas-
coscienza. —
Se qui fosse uopo di prove, os- sione prese iti generale, o piuttosto V affezio-
serverei che le passioni sono sempre eccitate ne è un attributo dell’ uomo morale ed in-
.

da cause che la intelligenza sola può concepi- telligente, 1’ uomo vien riguardato come im-
re ed apprezzare, che in conseguenza una ri- perfettissimo allorché non esperimenta alcu-
flessione e un raziocinio qualunque precedo- na affezione e si ha del pari un’ idea pochis-
,

no sempre e determinano la passioue, che è simo favorevole di quegli che ragiona si fred-
in relazione delle conseguenze vere o false damente senza mai affezionarsi. Appunto —
prodotte da tale raziocinio, u Un detto mor- perciocché il sentimento che costituisce V af-
ii dace, un riso sardonico, uno sguardo di dis- fezione è un fenomeno essenzialmente intel-
si prezzo possono, dice Holland (Riflessioni lettuale, il più grave studio vien tosto inter-
filosofiche sul sistema della Natura ), far rotto, dice Santorio, allorché un’affezione
ss montare un uomo in tanta collera, da reti- non vi si attacchi, nè visi sostenga Studium :

si derlo furioso .... Qual connessione havvi absque affectu vix horam perseverata cum
ss mai tra belletto e ciò che lo cagiona? Un eo plures horas , cum mutations affectuuni
ss suono articolato colpì 1’ orecchio di questo dies noctesque. Ora, lo stesso sentimento ap-
ss uomo; nervi acustici vennero scossi e a suo
i punto, esagerato, costituisce la passione nel
ss tempo essi scossero il cervello ecco de- senso rigoroso; nè si pretende già impiegare
:

ss gli effetti puramente fisici. Ma a cotale ul- lina metafora od una iperbole qualora si dice,
ss lima scossa succede la dispiacente idea dol- la passione dello studio. Appunto per- —
si 1’ onore insultato, a questa idea succede il ciocché la passione presa nel piu stretto sen-
ss sentimento di un’ offesa e a siffatto senti-
,
so riesce ancora un fenomeno essenzialmente
si mento il desio di vendicarsi di quello che ne intellettuale come osserva giudiziosamente
,

ss fu P autore ecco ciò che non è più fìsico ,


: Mallebranehe, tutte le passioni si discolpano
ss nè conserva alcuna simiglianza colla scossa mediante raziocinii consentanei fra di essi ,
ss degli organi dell’ udito, ss quantunque fondati sopra un falso principio.
Codesta offesa, di cui hassi il risentimen- ( Ricerca della verità lib. V, cap. XI. L'uo- , )

to, non verte sull’ uomo fìsico, è dessa pura- mo irritato al maggior segno, trovale più in-
mente morale ed attacca unicamente l’uomo gegnose ragioni per iscolpare il suo corruccio,
morale ed intelligente. L’essere intelligente e il fuoco col quale le espone, la marayigliosa
può solo adunque concepirne il sentimento , eloquenza che spesso acquista per spiegarle ,
o, con altre parole, cotesto sentimento riesce bastano talvolta per sorprendere e per guada-
adunque essenzialmente intellettuale e mora- gnare il voto degli uomini sensati che lo ascol-
le. Per tal guisa, lo stesso essere concepisce e tano O quam solers est iracundia s dice Se-
:

le idee che precedono, e il sentimento che se- neca, ad agendas causas furoris! Con qua-
f
ppie; e se ripugna alla ragione che un essere le vivacità, qual copia di espressioni, qual sot-
RIFLESSIONI IOJ
ttìgliezza di ragionamenti, il giovinastro preso nutritiva .. Le passioni Sono V attributo
.

da un folle amore procura di giustificarlo , speciale della vita nutritiva .... La vita
1
componendo V elogio dell oggetto che lo in- nutritiva è il termine a cui giungono ed ìl
catena !
Quai tristi colori, quale spaventevole centro di onde partono le passioni. Coleste
energia non impiega il melancolico per deli- trasi alle quali non cambio un solo vocabolo
ncare il quadro dei suoi sognati malori! Quan- essenziale, e che si trovano tali e quali in un’o-
ti speciosi motivi mai, quanti scaltri ed artifi- pera pubblica, possono benissimo essere inter-
ciosi raggiri non inventa l’invidioso per mac- pretate in senso favorevole, ma certamente la
chiare la fama di quegli per la cui telici là si interpretazione sarà forzata, e discosterassi del
atìigge e si dispera ! tutto dal senso naturale presentalo dai vo-
Non bisogna adunque prendere alla let- caboli.
tera quelle comuni espressioni Nella passio-
: Siffatte asserzioni da me enunziate, e che
ne non intendesi ragione: imperocché, co- si costituiscome come principii, sono unica-
me spiegherannosi quelle altre non meno fre- mente fondate su ciò che, nelle passioni la ,

quenti E la passione che lo fa sì ingegno - vita nutritiva è, <1 cesi, sempre la sola /)ri-
: i

samente ragionare ? La prima significa che rnitivamente affetta. Ammesso che tal fatto
nella passione non ragionasi rettamente ;
la sia incontrastabile, non so in vero in qual
seconda prova che la passione può determina- modo si possa concludere che le passioni so-
re un ragionamento ben condotto, ch’essa en- no V attributo della vita nutritiva ; imperoc-
tra in tale ragionamento, ne anima tutte le ché con ciò si presentano le passioni come le
parti, con esso s’ identifica, dunque ch’essa è malattie organiche, e in conseguenza prende-
intellettuale come esso, in guisa che gli orga- si l’effetto per la causa. Ma si dimentichi per-

ni che mette in azione obbediscano ancora al- ora cotale difetto di logica, esaminiamo fattii

ì’intetligenza. In una parola, è lo stesso signore d 1 onde partimmo per ragionare e tentiamo
che comanda; solo è desso commosso agitato ;
di formarci giuste idee della influenza eserci-
ed allora suoi ordini risultano meno misura- tata dalle passioni sulla nostra economia, c
i

ti e meno giusti. -Non è quindi vero che (filan- delle induzioni che. se ne può trarre. — Dap-
to è relativo alle passioni appartenga alla poiché gli uomini si dedicarono alla osserva-
vita nutritiva. Non le appartengono esse zione, notossi come le passioni producessero
quanto alle loro cause, poiché queste cause sugli organi della nutrizione disordini più o
non possono venire valutate che dalla intelli- meno manifesti, ma sempre realissimi. Gli uni
genza, icui organi sensitivi ed il cervello di- contentaronsi di osservare tale effetto senza
vengono necessariamente i loro ministri. Non spiegarlo altri fondarono su tale osservazio-
;

le appartengono esse per riguardo alla loro na- ne diversi sistemi. Per tal guisa, Cartesio e i
tura, poiché il sentimento che le costituisce suoi partigiani supponevano senza fondamen-
verte su questa valutazione intellettuale ed’al- to degli spiriti animali prodotti nel cuore,
iora è esso stesso necessariamente intellettua- e irregolarmente diretti verso tali o tali or-
le ,
e affatto diverso da quello che si riferi- gani, in modo da produrre i fenomeni osser-
sce a un organo ferito o malato. Non le ap- vati. Stahl, partendo dal bellissimo e vero
partengono per riguardo alla loro espres- principio, non essere il corpo umano che il
1
sione, poiché la intelligenza si mostra tutta ministro della intelligenza, concluse dall ef-
iutiera iti questa espressione, ed allora eser- fetto prodotto dalle passioni suMi organi nu-
cita le stesse facoltà che in altri tempi fa ve- tritivi, che la intelligenza dirigeva immedia-
dere. — Si dirà che qui io voglio creare un tamente tutti questi organi egualmente che
fantasma per combatterlo, e che per tutto ciò quelli dell’ azione :conseguenza esagerata,
che è relativo alle passioni, si volle dire che non era affatto conseguente al fatto os-
tutto V effetto organico che cagionano le servato. Altri fisiologi immaginarono un cen-
1
passioni. Lungi dall opporrai a cotale spie- tro epigastrico, in cui posero essi la sede del-
gazione, sarò anzi il primo a dire non esser 1’ anima invece del cervello , rapportando
qui la inesattezza che nei termini. Ma ter- quindi non solo le passioni, ma tutti gli altri
mini inesatti fanno nascere false idee, e d al- fenomeni intellettuali a questo centro unico
1

lora riesce essenziale di rilevarle, singolar- dagli uni posto nello stomaco, dagli altri nel
mente allorché queste idee false trascinano plesso solare, e via dicendo. Finalmente una
naturalmente gravi conseguenze. In tali oc- più recente opinione, con cui distinguonsi
casioni si è forzati di ragionare non secondo le passioni dalle operazioni dell’intendimen-
1
il nolo pensiero dell autore, ma dietro vo- to, assegna agli uni e agli altri una sede de-
i

caboli di cui egli servissi, soprattutto allor- ferente, dà a queste sedi maggiore ampiezza,
ché cotesti vocaboli non presentano alcuna e, senza scegliere alcuna parte determinata ,
ambiguità. Ora, nulla di più evidente, di nie- mette tutto ciò che allietisi all’ intendimento
llo equivoco di queste espressioni. Le pas- negli organi sommessi all’ influenza cerebra-
sioni hanno lor sede essenziale nella vita le, e quanto appartiene alle passioni negli oi-
Ended, Med,
1 8G RIFLEISIONI

gani cerebrale influenza è più


ai quali cotesla torbidi o di malattie alle quali questi or-
ordinariamente estranea. —
-Se fosse uopo qui gani sono naturalmente più soggetti. Pre-
adottare una qualunque teorica, il confesso, dominano esse eziandio sulla vita attiva s
non tituberei un istante a scegliere quella di vi determinano gli scompigli , i disordini ,
Stalli, come la più prossima al vero e la più le malattie alle, quali gli organi di questa
conforme all’idea che formarsi devesi dell’uo- vita sono naturalmente più esposti.
mo, Ma poiché quest’ illustre fisiologo ,
tra- Qui mi sembra racchiudersi le sole dirette
sportato da una prima riflessione, non seppe conclusioni che mi sia permesso di trarre, e
arrestarsi dove conveniva, e troppo accordò che non posso, senza oltrepassare i fatti, nè
all’ uomo poiché altri, raccor-
intelligente ;
assegnare alle passioni una sede particolare,
ciando le loro idee, accordarono troppo all’uo- nè affermare che sono 1’ attributo speciale di
mo fìsico, nulla ancor adottiamo, e facciamoci una vita anziché di un’ altra, nè decider se
di nuovo ad osservare. —
Io osservo gli effet- esse agiscono primitivamente sull una, conse-
1

ti delle passioni sugli organi nulritivi, e veg- cutivamente sull’ altra, e via dicendo. Ciò —
go che in generale la collera accresce le forze però non è il tutto, nè avendo compiuto la
del cuore, il terrore produce un improvviso mia osservazione, perciò appunto mostrarmi
ristringimento nella regione dello stomaco, il devo ancor più circospetto sulle induzioni.
dolore continuato a lungo produce organiche Ho esaminato 1’ effetto organico delle passio-
malattie del polmone, del cuore, dello stoma- ni ; devo esaminare, sotto lo stesso aspetto, le
co, del fegato, e simili. Io osservo ed i gesti funzioni che riguardansi come esclusivamente
che indicano allora questi organi come spe- intellettuali. Ho veduto la influenza ch’eser-
cialmente affetti, e le espressioni usuali che citavano sulla economia i sentimenti vivi, ter-
confermano ciò che indica il gesto, almeno ribili, profondi dell’ uomo appassionato de- ;

per risguardo al cuore. Osservo che quasi mai vo vedere quale influenza esercitano sulla eco-
gli organi della vita attiva non esperimenta- nomia i lavori meditativi, astratti, aridi, del
»ìo, a motivo delle stesse cause, affezioni sì dotto più tranquillo e più flemmatico. Senza
profonde, sì intime, sì durevoli Ma so anzi : tale comparazione, io non avrei che un qua-
tratto che in generale la vita attiva è alquan- dro incompiuto, inesatto, infedele; e i princi-
to soggetta a quel genere di malattie che di- pii eh’ io stabilirò saranno di necessità arri-
consi organiche qualunque sia la causa che schiati ed incerti. — Apro la istoria e i fasti
,

agisca sugli organi di essa vita. D 1 altra — della medicina, ed


rinvengo moltiplicati
ivi
parte, veggo che le passioni producono spes- esempi di malattie dei visceri nutritivi, con-
sissimo, e improvvisamente , le convulsioni, seguenza evidente della contenzione di spiri-
la paralisia, la epilessia, la mania e tulle le sue to e degli studi più astratti. Gli organi respi-
specie, la frenesia, e simili, malattie ohe ban- rator» sono specialmente pregiudicati da si-
gio lor sede negli organi della vita attiva. x Al- mili cause, e senza qui ricorrere ad estranea
lorchè non vi cagionano esse durevoli mor- sperienza, basterebbemi di fissare gli occhi so-
bosità, vi determinano per lo meno una infi- pra questa numerosa gioventù dei cui lavori
nità di momentanei scompigli, come il tremo- io pure partecipai. Vi scorgerei innumerabili
re, la perdita della voce, la immobilità, e simili. etisie prodotte unicamente per troppo lunga
e troppo sostenuta applicazione di spirito. Vi
...... Mihi frigidus horror scorgerei quella crudele malattia arrestare
Membra quatit % etc l’uno nei mezzo del suo cammino, tor di mez-
zo 1’ altro nel momento in cui i più luminosi
Obstupui , steteruntque cornae et vox , successi coronar dovevano i suoi sforzi ; e in
fa uci bus haesit. fra poco affacciandosi alla mia memoria i più
cari nomi, rinnoverrebbero in me i rammari
At cero JEneas aspectu obmutuil amens: chi della stima e dell’amicizia per essi nutrita.
A rrectaeq ue horrore comae, et vox fau- Fatti tanto numerosi comprovano l’ in-
cibus haesit. fluenza del lavoro intellettuale sulle digesti-
Viro. iEneid. ve funzioni. Tissot ne riunì parecchi nella sua
opera sulla salute dei letterati. Riferisce egli
Limitalo come sono ad osservare, e trar- Y esempio di Aristotele, che, per effetto dello
re dalle mie osservazioni quelle immediate studio, soffriva una debolezza di stomaco che
conseguenze che presentano ; assicurato d’ al- V obbligava a portare di continuo sull’ epiga-
tronde che le passioni appartengono all’essere strio una vescica piena di olio aromatico;
inteliigente, che posso io concludere qui , se quelli di parecchi altri dotti, citati da Van-
nou: Le passioni, fenomeni intellettuali ,
Swietonio, Pechlin, Pomme, ctc., fra cui gli
hanno sugli organi della vita nutritiva una uni pativano il vomito abituale, gli altri i
influenza assai prossima costantissima , , giorni in cui molto studiavano non potevano
possentissima vi producono la specie di
,
it digerire ; altri, «egli stessi casi, risentivano
RIFLESSIONI 18 7
coliche violenti. Un cattivo stomaco , dice menti prodotto non avevano alcuna impres-
Amato Lusitano, segue i letterati come V om- sione, ne resentì una leggera mercè di certo
bra segue il corpo. Lieutaud cita parecchi suono, sempre tenendo la mano sullo stru-
esempi di enterite cronica prodotta da lavori mento, ma essa noi riferiva che fino alla metà
di spirito troppo assidui. Finalmente, chi non dell’ antibraccio. —- Pressoché tutti dimostra-
sa che non solo la ipocondria nervosa, ma vano che codeste impressioni tornavano loro
quella ancora risultante dalle malattie orga- gradite ; per taluni risultavano indifferenti ;
niche del fegato, della milza, del pancreas, so- nissuno sembrava sentirle con pena. Ciò —
no P effetto ordinarissimo di troppo lunga ed che qui avviene in un sordo-muto, succede in
ostinata riflessione. Quanti dotti illustri furo- parte presso di noi, nè havvi alcuno che più
no vittime di malattie organiche della vesci- di una volta non abbia risentilo una qualun-
ca, resultato delle veglie e dell’ appiicazion que impressione all’epigastrio, intendendo
loro! —
Se ci facciamo ad esaminare
- sistemi i forti rumori o suoni di certa natura. Ma sic-
esalante ed assorbente, vedremo che l’effetto come udito trovasi in tutta la sua intensità ,
1’

più costante dello studio è di diminuire la scancella desso, per 1’ ordinario, coteste im-
traspirazion cutanea, ciò che produce tanti pressioni più deboli, e ci permette di rado di
altri mali consecutivi. Lo stesso n è per ri-
1
osservarle con esattezza. Le malattie che esal-
guardo alle L’ingorgamento del
secrezioni. tano la sensibilità possono rendere più vive
fegato, quello dei reni, i catarri di qualunque siffatte impressioni; e un rispettabile medico
specie, non sono in veruna parte più frequen- di mia conoscenza riferisce che, in un tempo
ti che nei letterati. —
Le malattie del cuore, in cui egli trovavasi ammalato d’ ipocondria
meno spesse forse per simili cause, vennero nervosa, gli pareva d’ intendere dovunque i
non pertanto osservate e certamente esatte ;
corpi , vale a dire che la impressione dei suo-
indagini, quali converrebbero in tale subbici- ni appariva in lui rapportarsi ad un tempo a
to, aggiungerebbero molti esempio sì fatti all’ tutti gli organi. ) Sarebbe ridicolo, certamen-
cognito di Mallebrancbe, che venne preso da te, di negare la influenza del lavoro della men-
violenti palpitazioni per aver letto VUomo di te sui fenomeni organici della vita attiva ;
si

Cartesio opera certo meno sentimentale di


,
sarebbe smentiti dalla giornaliera esperienza»
ogni altra.-— ( Nota. Non solamente i feno- dalle espressioni di tutti gli uomini ; si sareb-
meni intellettuali , quali essi siano portano be di mala fede contro sé stesso. Tutti i libri
sulla vita nutritiva, e particolarmente sopra di medicina sonoripieni a tale riguardo delle
ciò che nomasi il centro epigastrico , una in- osservazioni le più positive
;
nell’ o-
e Tissot,
fluenza marcala, ma certe impressioni pura- pera da me citata, ne raccolse un grande nu-
mente fìsiche fanno altrettanto. Se ne rimarrà mero. Però abbiamo detto che 1’ effetto delle
convinti osservando 1’ effetto della musica sui passioni sui fenomeni della vita attiva non
sordi-muti. Io fui testimonio, in una pubblica riusciva nè meno marcato, nè meno frequen-
seduta, delle esperienze che fecesi intorno a te. Le operazioni dell’ intendimento e le pas-

ciò ;
dapprima come suoni molli forti
e vidi sioni influiscono adunque in egual modo sul-
od acutissimi spesso non producessero veruna le funzioni delle due vite; la osservazione ci
sensazione, mentre dei più deboli, ma di di- fornisce dai due lati simili induzioni, colla sola
versa natura, ne facevano di vivissime. Ma at- differenza che le passioni influiscono sulla vi-
trasse maggiormente la mia attenzione la ma- ta nutritiva in modo duro e rapido per P or-

niera con cui sordi-muti ricevevano la im-


i dinario, mentre il lavoro della mente influisce
pressione, ed luogo in cui essi la riferivano.
il sulla stessa vita solo in modo lento e progres-
Taluni la ricevevano immediatamente coll’a- sivo ciò che attiensi ad evidenza alla natura
:

ria; ma
maggior numero, fra cui eravi Mas-
il diversa di tali due ordini di fenomeni intellet-

sica, abbisognavano di toccare 1’ istrumento tuali. Diffatti gli uni consistono in uria improv-
colla mano, acciocché il suono li colpisse in visa emozione dell’animo, gli altri in un e-

modo qualunque. Tutti allora indicavano il sercizio tranquillo delle sue facoltà .
— Se
tragitto della provata impressione toccando il adunque si potè dire. Le passioni influisco-
loro braccio dalla mano tino alla spalla. Ma no possentemente sulla vita nutritiva han- ,

gli uni, e Massieu in particolare indicavano ,


no dunque lor sede in questa vita si potrà , ,

1’ orecchio come 1’ ultimo termine in forza di simile ragionamento,


mettere al-
in seguito
a cui si riportava la impressione. Gli altri meno in parte nella vita nutritiva la sede ^el-
ed erano il maggior numero, dopo aver egual- le operazioni dell intendimento ; e, se vuoisi
non iscorgervi queste
traccia di metafora in
mente discorso il braccio e la spalla, finivano ,

espressioni, il furore circola nelle


vene bi-
mostrando la regione epigastrica siccome il ,

sognerà trasformare eziandio in giave asser-


solo punto centrale della sensazione. Parecchi
a Pinci, sem-
la rapportavano ad un tempo sol loro gesto, e zione ciò che diceva una isterica
col ventre
all’ orecchio ed all’epigastrio. Finalmente una brare ad esso di' essa pensasse
giovanelta, sulla quale quasi tulli gli islru- Appunto perciocché gli organi della seconda
t88 RIFLESSIONI

vita sperimentano in modo più improvviso e sare che le malattie del cervello o dei nervi
più vivo la influenza delle passioni che quella sono del pari l’effetto delle passioni, come
del lavoro meditativo, appunto, dico, per cosif- quelle dello stomaco e del cuore?
fatta ragione mostrasi la regione epigastrica Concludiamo quindi, i.° che, quantun-
per esprimere certe passioni, mentre mai il si que la distinzione sia reale tra ragione e pas-
fa per significare la riflessione ed il razioci- sioni tra facoltà intellettuali propriamente
nio. Del resto , debole prova è quella che si dette e facoltà affettive, cotesta distinzione ri-
pretese trarre qui dal gesto manuale; impe- sultarenon può abbastanza esatta onde trat-
rocché portando la mano al cuore per de- tare sulleune e sulle altre in modo assoluta-
signare P amore, la si porta sulla fronte per mente isolato, perciocché desse appartengono
esprimere la disperazione. La collera, l’odio, a un essere unico, e l’esercizio delle une sup-
fa indignazione, la tristezza e simili, solo ven- pone sempre in vario grado quello delle altre.
gono bene espressi col movimento muscolare — 2.
0
Che, poiché le facoltà intellettuali ed af-
della faccia, e singolarmente degli occhi c del- fetti ve stanno sempre riunite più o meno nel-
la fronte.Simulando appunto un tremilo uni- l’essere inlelligentein azione, non puossi distin-
versale vuoisi rappresentare il timore, e via guere esattamente, negli organici fenomeni di-
dicendo. In una parola, ogni passione ha il pendenti dalla influenza del detto essere, ciò che
proprio gesto particolare, più spesso relativo atliensi alle une o alle altre di siffatte facoltà.
alle azioni determinate dalla passione , che — 3.° Che poiché le facoltà intellettuali e af-
tri fenomeni organici da essa prodotti. Una — fettive predominano e sugli organi dell’azione
più speciosa obbiezione verrà fatta forse con- e su quelli della nutrizione, non può fissarsi in
tro gli esempi da me citati in conferma degli una delle due vile in particolare la sede degli
effetti del lavoro dell’ intendimento sugli or- uni o degli altri. — Ciò mi conduce all’esame
gani nutritivi. Mi si dirà che codesti effetti di un’altra asserzione collegata colla preceden-
possono ancora provenire dalle passioni o af- te, e stabilita per — La influenza
dicifraria.
fezioni ; che V uomo di Cartesio stucchevole ,
delle passioni fenomeni della vita attiva
sui
qual egli è, fomentava 1’ entusiasmo e 1’ am- era troppo evidente per non iscorgerla però ;

mirazione di Mallebrancbe ; che un problema in qualche modo uopo era spiegarla ed aven- ;

d’algebra forma le delizie di alcuni uomini; do detto essere la vita nutritiva la prima in-
che, in una parola, poiché ammisi io stesso, viluppata dalle passioni, il centro donde par-
che senza affezione non sarebbevi studio di sor- tivano le passioni, si dovette affermare che
ta, e che il lavoro dello spirito poteva diveni- 1’ effetto delle passioni sulla vita attiva era
re una passione nel più rigoroso senso, io non secondario, mediato, consecutivo. Ciò appun-
posso più distìnguere oggidì nel dotto del ga- to si fece. Si ammise che tutti i movimenti coi
binetto ciò che atti ensi alla riflessione, da quel- quali si esprimono le esterne passioni erano
lo che appartiene al sentimento. Qui ac- — determinati, non più dalla volontà, ma dagli
corderò quanto vorrassi, e rinunziando di buon organi nutritivi operanti sul cervello, sia im-
grado al paragone che volli fare, trarrò dalla mediatamente, sia simpaticamente. Per tal gui-
stessa obbiezione una prova molto più valida sa, si disse, nella collera, in cui il cuore rima-
di ogni altra contro principii stabiliti sulle
i ne primitivamente danneggialo, desso è che,
passioni. Dirò: —Se l’uomo dedicato ad ari- spingendo più sangue al cervello, eccita mag-
de meditazioni non può venire riguardalo co- giormente codesto organo e ne determina l’a-
me privo d’affezione o di passione se que- : zione, non che quella dei nervi e dei muscoli
ste medesime meditazioni sono un oggetto di ad esso sommessi. Nell’afflizione, ili cui lo sto-
passione per lui, sia allorché vi si diletti , sia maco è in primo luogo pregiudicato, desso è
allorché lo annoi, in quale circostanza puos- che reagendo in modo simpatico sul cervello,
si distinguere, come si pretese di fare, ciò che produce 1’ abbattimento, la debolezza, e simi-
appartiene alle passioni da ciò che dipende li. I movimenti con cui si emprimono le pas-
dall' intendimento ? In qual modo osservare sioni non sono adunque sommessi alla volon-
isolatamente cotesti due fenomeni, sia nella tà, nè siamo padroni di sospenderli. Lo sta-
loro natura, sia nei loro effetti? Come si potè to del cervello nell’uomo appassionato è adun-
assegnare una sede particolare all’uno e all’al- que eguale a quello del cervello compresso da
tro ? Se nel filosofo pressoché insensibile di scheggia, in un ferito eccitato da un consi-
cui si tratta, le malattie organiche che soprav- derabile arrivo di sangue nel frenetico, e via
vengono possono ancora essere attribuite ad dicendo. Gli uni e gli altri trovami in simili
una specie particolàre di passione che gli è condizione e dalla stessa natura. —
Io riten-
propria, in qual caso distinguerassi abbastan- go che il semplice annunzio di siffatti principii
za ciò che appartiene ali’ intendimento, per basti almeno per farne sentire la estrema ine-
sostenere questa asserzione Tutto ciò di' è
: sattezza; e quindi torna inutile che qui espon-
relativo alC intendimento appartiene alla ga le funeste conseguenze morali che natural-
vita attiva E non sarò io autorizzato a pen- mente ne emergono. Si comprende di leggeri
RIFLESSIONI 1
9
ciò che diverehbe Perdine sociale, se icsseve- voco diviene dannoso. Ora non trattasi qui ,

ro che r on possiamo sospendere movimenti i che dei fenomeni sensibili della vita attiva. 11
della vita attiva determinati dalle passioni, che vocabolo atto va adunque escluso. Movi- —
questa parte dei fenomeni dell nomo vivente
1

mento nella propria sua accettazione significa


è allora s frappata alta volontà e ihe evvi cangiamento di posto; per conseguenza appli-
parità perfetta tra l’effetto di una lesione del casi ai corpi. Siffatti corpi possono essere fìsici
cervello e P effetto della collera. Jo so non od organici; nei primi, il movimento si effettua
per tanto, lo dico colla più viva soddisfazio- solo colla immediata comunicazione; nei se-
ne, so che se ivi consistono le conseguenze condi, soggetto fisiologico, operasi in vii! ù di
dei principii, non sono però le conclusioni una proprietà eli’ è loro inerente, ebealtiensi
dell’ autore disapprovale egli formalmente,
;
alla loro costituzione, e che oggidì nominasi
nò potrebhesi attribuirsegli senza calunniare motilità. Azione, in senso esatto, significa mo-
le sue intenzioni. Io so che intravvedendo vimento, o serie de' movimenti diretti da una
coteste conseguenze , apportò egli ai prin- volontà verso un Jme determinato. Essa sup-
cipii diverse modificazioni; che distinse una pone adunque, i .° una volontà che tende ad un
prima epoca cui in movimenti erano invo-
i fine; 2 .° uno o parecchi movimenti combinati
lontari, necessitati, ciechi; e una seconda o diretti da cotesta volontà per raggiungere
nella quale la volontà può ridivenire la domi- siffatto fine. Adunquevolontà è necessaria
la
natrice, dirigerli e sospenderli, lo so che, di- acciocché avvenga un’azione e supporre una ;

struggendo in parte ciò eh’ egli afferma, ha azione senza volontà è un contraddirsi nei
detto che movimenti erano, per così dire,
i termini. —
Havvi quindi movimento in un
involontari, che il cervello era. per così dire , muscolo, e nella più tenue fibrilla muscolare
passivo, nel mentre pure stabiliva una ana- che si contrae in virtù di qualunque sia cau-
logia esatta tra l'effetto delle passioni e quel- sa. Non havvi azione, quando tutti i muscoli
lo degli eccitanti meccanici sul cervello.So in- si contrassero insieme, se la volontà non pre-
fine che dopo aver detto che quanto avviene siede alla loro contrazione e non la dirige. —
nelle passioni è simile a ciò che osserviamo Quindi, l’uomo preso da convulsioni fa mo-
nelle inalatile degl/ organi interni, che fan- vimenti senza numero, ma violenti, irregola-
no nascere simpaticamente degli spasmi, e ri, sproporzionati , senza scopo, perciocché i
via dicendo, disse eziandio che in tutte le pas- muscoli non fanno che obbedire alla loro pro-
sioni eravi miscuglio o successione dei mo- pria motilità, posta in esercizio da una qua-
vimenti delle due vite, in guisa che V azione lunque irritazione, eron già dalla volontà. Non
muscolare viene in parte diretta dal cer- havvi adunque qui veruna azione. L’ora- —
vello secondo V ordine naturale, ed ha in
, tore il cui gesto è animalissimo fa pure mol-
parte sua sede nei visceri organici e simi- ,
tissimi movimenti : ma sono regolari, propor-
li. Per la qua] cosa, senza esaminare se siano zionati e diretti inverso uno scopo determi-
queste reali contraddizioni, e se tulle siffatte nato, quello di delineare immagini che colpi-
distinzioni in fine non annientino lo stesso scano mente e commuovano il sentimento.
la
principio, ne vediamo abbastanza per giusti- Ecco dei movimenti signoreggia li dalla vo-
ficare personalmente quello che stabilisce il lontà. ecco un’ azione nel più esatto senso. —
princìpio e le distinzioni. Conveniamo essere Fissate coteste distinzioni ,
applichiamole alle
la inesattezza termini più assai che nel
nei possono
passioni. E' indubitato che le passioni
pensiero persuasi però che cotale inesattezza
;
immediatamente e da sé stesse determinare
, ,

è dannosissima per risguardo alle sue conse- movimenti negli organi della vita attiva im- :

guenze, ci crediamo in dovere di rilevarla, ed perocché sappiamo avere desse su questi orga-
io spero che mi si condonerà la necessaria ni, egualmente che su quelli della nutrizione,
libertà con la quale qui ci esprimiamo. Pon- — una marcatissima influenza. Possono adunque
gasi mente e cedrassi derivare tutto il male desse aumentare o diminuire la sensibilità de-
dal non avere distinto movimento e azione. gli organi sensitivi accrescere o scemare la
,

Queste voci, e non pure quella di atto, ven- motilità negli organi locomotori. Possono es-
gono impiegate indifferentemente come sosti- se, come ogni altra causa eecilanle, mettere in
tuenlisi le une alle altre, e non sono niente esercizio questa motilità in che mu- modo i

meno che sinonimie. Atto, in senso rigoroso


5
C scoli si agitino irregolarmente , senza alcuna
f t #

ed esatto, solo esprime l’esercizio di una fun- proporzione , senza scopo, vale a dire, senza
tal giù"
zione intellettuale, e non suppone nè movi- la volontà e malgrado la volontà. Per
mento, nè verun fenomeno fisico od organi- i suoi
sa, in uomo trasportato dalla collera ,

co. Per tal guisa, dieesi un atto della volontà. occhi s’ animeranno, gli si agiteranno le mem-
vien permesso d’impiegare talvolta questo bra da universale tremore in altro penetrato ;

vocabolo in altri più estesi significati, qui però da profonda tristezza, perderanno i suoi sensi
non è i! luogo imperocché tutto deve essere
;
la propria energia ,
gli si rilasceranno i mu-
preciso in un soggetto in cui qualunque equi- scoli, sorprendendolo spesso il sonno, nè la to-
I()<9 RIFLESSIONI

lontà di ambitine potrà opporsi a feno- siffatti le, corno un accesso di febbre ardente ; qnar*
meni. Se vogliasi ciò paragonare a quanto av- lunque malattia , dico, è essenzialmente uno
viene per effetto della compressione dei cer- stato contro-natura , vale a dire , nel quale
vello in una ferita di capo, o per la viva ecci- l
1
uomo più non è in armonia colle sue leggi
1
tazione determinala su quest’ organo dall ar- costitutive e conservatrici. Al contrario, se si
rivo impetuoso del sangue nella frenesia, il prenda il vocabolo passione nel senso generi-
paragone sarà alquanto giusto e permesso. Se co e non nella accettazione sfavorevole che
vadasi più lungi, e si pretenda che dallo scom- siamo accostumali di apporgli, dire non puos-
piglio primitivo eccitalo dalle passioni negli si che la passione sia essenzialmente uno stato

organi nutritivi dipenda quello osservato nella contro-natura, poiché la propria natura del-
il quale è unicamente consecutivo, l uomo è quella appunto di amare, intenerir-
1
vita attiva,
ritengo sarà questa una supposizione senza su affliggersi, sentire una gioia viva, e sìmili
fondamento nè autorizzala dai fatti se non ; altre cose. E* naturalissimo eziandio apporta-
che non apporterà dessa veruna disgustosa re cotesti affetti sugli organi una qualunque
conseguenza, e polrassi con indifferenza riget- influenza. Adunque l’uomo che sente e 1’ af-
tarla od ammetterla. fetto e gli effetti organici ordinari che ne ri-
Ma se si confondano i movimenti e le sultano, può essere altresì un uomo sano e vi-
azioni ; se dirassi degli uni e delle altre, nel- goroso, mentre il maniaco e il frenetico sono
le passioni non siamo noi padroni di so- sempre ammalaticci. Queste due specie di uo-
spenderle se vogliasi parlare egualmente de-
; mini trovansi in condizioni affatto diverse, nè
gli uni e degli altri, allorché si dice che le si può ragionare di ambidue in pari mo-
passioni strappano alla volontà questa par- do. 11 maniaco o il frenetico ha sempre lesio-
te del suo dominio ; in una parola, se non si ne profonda e intima delle facoltà intellet-
ponga veruna diversità tra uomo incollerito l
1
tuali ,
in conseguenza dellavolontà e del-
e preso quindi da convulsioni, e quello dalla 1’azione. L’ uomo dato in preda alla più vio-
collera indotto invece a battere o ad uccidere lenta passione ha 1’ intelligenza commossa ,
il suo avversario, allora, il ripeto, si autoriz- agitata, non però mai profondamente e inti-
zano tutti i delitti, distruggonsi tutte le leggi, mamente lesa, come nel caso precedente, poi-
si l'inversa la società. Aggiungo , diviensi as- ché la libertà tuttavia sussiste, e 1’ nomo può
surdo imperocché si combatte una verità di
; ancor volere altrimenti che non vuole, agi~
1
cui tutti gli uomini hanno l intimo sentimen- re altrimenti che non agisce -- Io so che .

to, poiché non havvi alcuno che credasi inno- Orazio ha detto. Ira furor brevis est ; che
cente perchè agì nella violenza dalla passione, Seneca e parecchi altri si piacquero di riavvi-
che non senta di quanto fece rimorsi inconci- cinare f aspetto dell’ uomo in collera e quello
liabilicon una cieca necessità, che non sia' da del maniaco, che a primo sguardo scorgiamo
ultimo , profondamente convinto che poteva dell’analogia tra le ridicole sommosse che
volere altramente che egli non volle. Mer- — talvolta succedono a Bicetre e le crudeli se- ,

cè solo della distinzione tra azione e movi- dizioni in cui una cieca moltitudine correva
mento rinverassi qualche idoneità nel parago- alle prigioni per isgozzare vittime che non
ne stabilito tra la influenza delle passioni sulle aveva il minimo motivo di odiare, e via di-
vita attiva e quella delle malattie degli organi cendo. Ciascun giorno in conversazione fac-
interni su questa medesima vita. Diffatto, co- ciamo simile paragone ; ma non conviene adot-
deste malattie producono movimenti, per e- tare figure reltoriche per principio fonda-
sempio, tremori, convulsioni esimili; le pas- mentale e rigoroso. Se siffatti r.iavvic:namenti
sioni ne fanno altrettanto, e nei due casi i mo- fossero esatte similitudini, non avrebbe Ora-
vimenti sono involontari. Non puossi quindi zio aggiunto, animum rege poiché tale pre- ,

concluderne che le passioni siano malattie or- cetto applicato al maniaco diverrebbe assurdo ;
ganiche, ma solo che desse producono effetti non avrebbe Seneca dati avvertimenti da se-
simili. —
Se al contrario si confondano movi- guirsi nel momento stesso della passione Ate- ;

menti ed azioni, mancano ad un tempo i due nodoro sarebbesi astenuto dal consigliare Au-
termini del paragone imperocché la irrita-
; gusto a recitare 1’ alfabeto, per dar campo alla
zione meccanica o simpatica del cervello mai collera di calmarsi , e noi pure non avremmo
diede origine per sé sola e immediatamente riguardato, come degni dell’ ultimo supplizio
ad azioni. — 1
Del resto, c inganneremo volen- i crudeli esecutori degli omicidi di settembre.

do sostenere sotto ogni aspetto, il paragone


,
— Per tal modo, allorché favello deJP uomo
tra gli effetti delle passioni e quello di certe appassionalo, suppongo sempre un uomo sa-
malattie, e stabilire tra questi fenomeni una no , vale a dire, in possesso della volontà e
esatta analogia ; imperocché qualunque ma- dell’azione libera. Parlando del maniaco o
lattia sia eh’ essa insulti immediatamente le
, del frenetico, s’intende un uomo ammalato,
funzioni intellettuali come la mania, sia che
, le cui facoltà intellettuali trovansi profonda-
predomini su queste funzioni secondai iameu- mente lese e che non ha che una volontà e una
RIPLKSSIODU

azione forzata, purché per altro possano col-


legarsi insieme questi due vocaboli. Giudicare Forcer la verta d’etre encore la maitresse(i).
del primo mediante V ultimo, porli ambidue Gornfille, Trag. di Pompeo.
nella stessa fila, è ad evidenza un falso ragiona-
mento. —
Del resto, non è questa la sola occa- lai altracon vile condiscendenza accrescere la
sione in cui la troppa precipitazione abbia fatto forza di siffatta passione, che giungerà fra po-
nascere false conclusioni. Non si cadde forse
nello stesso abbaglio allorché si disse potersi
co all ultimo grado di violenza.
1

Nel primo
caso, serba l eroe tolta la propria forza
d’ani-
dare che la inesattezza di raziocinio dipendesse mo, quantunque senta qualche effetto invo-
dalla ineguaglianza di volume degli emisferi olontario della passione :
cerebrali, senza badare come molti individui
che dimostrano un falso giudizio per certi Mens immota manet- lacrymae volvuntur
risguardi, lo hanno poi giustissimo per vari
inanes.
altri in guisa che codesta materiale spiega- Yirg. JEneid.
; lib. l\.
1
zione, lungi dall essere soddisfacente, doveva
anzi venire involta nel ridicolo? Nel secondo, la passione vien aumentata dalla
Io riprendo quindi, e dico, i.° che le pas- stessa riflessione,
che tenta scolparla e ne mol-
sioni possono, malgrado la volontà, determi- tiplica i motivi. —
Ci resta ora ad esaminare
nare certi movimenti , come le convulsioni, i le modificazioni che si fecero al principio dap-
tremori oppure impossibilitare il movimen-
;
prima posto sulle passioni. Trattasi di sapere
to, come quando esse producono la paralisi, e se esista nelle passioni un primo periodo in cui
li consistere i soli fenomeni di cui possasi sia la eccitazione simpatica del cervello la sola
dire con rigore, non essere padroni di so- causa dei movimenti, e un secondo, in cui ri-
spenderli. 2. 0 Non potere le passioni deter- prenda la volontà l’impero che aveva perduto;
minare di per sè alcuna azione, ma solo me- in una parola, se siavi una prima azione su cui
diante la volontà, sulla quale hanno desse una non abbiasi potere, ed azioni secondarie dalle
influenza che non intendo di negare. 3.° In quali si possa astenersi. E innegabile che ciò
conseguenza non essere impero immediato
l
1
che dicesi il primo moto non sia inconsidera-
della volontà distrutto dalle passioni, quantun- to, e che T uomo risoluto, che retribuisce di
que, attualmente essa volontà loro obbedisca ; botto uno schiaffo che avea ricevuto, o che,
1
in guisa che l anima conserva sempre per al» stimando la sua vita in periglio, immerge un
tri motivi il potere di dirigere codesta volon- coltello nel seno che i! sorprende e
dì colui
1
tà, potere nel quale soltanto rinvenir si può la l assalta, è innegabile, dico, che codesto uo-
plausibile ragione delle punizioni e dei rimorsi. mo non agisca ben più alla cieca di quello che
— Mi si obbielterà, non incollerirsi noi quando attende il suo nemico per dargli la morte. Ha
ilvogliamo; maio risponderò: Non vedere nep- dunque ragione siffatto uomo dicendo Non :

pur noi in egual modo quando ci piace ; impe- ho avuto tempo di riflettere ; la mia mano
rocché fra le tenebre, facciamo ogni nostro fu più veloce di' io noi voleva e via dicen- ,

sforzo per vedere, e nulladimeno non vedia- do. Le leggi hanno riguardo a questa consi-
mo, mancandoci il chiaro. In pari modo, se derazione, e in tali circostanze non puniscono
non havvi intorno a noi o nei nostro inter- o puniscono assai leggermente. Possono assi-
no veruna ragione onde venga a suscitarsi la migliare fino a certo punto eguali moti a quel-
tale passione, in vano vorremmo sentire co- li fatti da un uomo a cui manchi il piede per
desta passione, mai dessa si effettuerebbe. E ristabilire la base di sostentamento, ed evita-
ne! modo stesso che intendiamo, nostro mal- re la caduta —Ma dapprima, il vocabolo pas-
grado, più o meno esattamente ì suoni che sione non fu preso in senso tanto ristretto al-
1
giungonci a colpire l orecchio, del pari, se lorché si disse Tutto ciò eh' è relativo alle
:

siamo esposti alle cause che producono le passioni. Si volle parlare delle facoltà affetti-
passioni, si faranno desse più o meno risen- ve in generale, ed appunto il principio gene-
tire in onta dei nostri sforzi. Ma siccome i ralizzato io combattei. Limitandosi a sì picco-
fenomeni passivi della vista e dell udito non la parte del vasto campò che sulle prime di-
1

comprovano che la volontà non abbia su tali scorrer volevasi, la disputa più non è la stes-
sensi veruna influenza, ed al contrario siamo sa. »—In secondo luogo, affatto impropria-
certi che volontà può
la , talora applicandosi mente dicesi passione quella specie d’ istinto
ad altri oggetti, rendere la percezione visuale che induce l’uomo a difendersi e a conservarsi
od uditiva quasi nulla, tal altra con un atto mediante il primo mezzo eh’ è in suo potere.
diretto aumentare estremamente la energia di Non ha egli per anco avuto il tempo nè di
codesta percezione, del pari può, talvolta, mer- amare, nè di odiare, allorché rispinge sì rapi-
cè coraggiosa resistenza, rendere la passione damente un improvviso assalto, come pure
moderatissima, e come dice uno dei più cele-
bri poeti francesi : (i) Forzar la virtudea esser ancor signora.
*92 RIFLESSIONI
1
non ebbe quello di riflettere nell esercitare il minerà lavolontà, potrà egli essere afflitto, ma
movimento col quale prevenir deve la cadu- non pentirsi ; qon potrassi punirlo, .sì bene
ta. — In terzo luogo, per quanto rapido sia il compiangerlo ;
e solo vedrò in lui un maniaco
primo moto di cui si tratta, non è forse la ra- i cui accessi vengono di spesso tramezzati di
gione sconvolta, allorché, per Spiegarlo , di- intervalli di ragione, in guisa che il male da
cesi che il cervello ha ricevuto allora da! cuo» lui commesso fuori di siffatti intervalli non
re una eccitazione che determinò involonta- potrà essergli imputato a delitto. 1

Si scelse,
1
riamente l’azione dei muscoli del braccio in per esempio, dell affetto involontario delle
modo da colpire? Codesta azione, che ha un passioni la espressione della faccia, e questo
fine determinato, quello di conservare la pro- esempio può fornire novella obbiezione. Dif-
pria vita o l’onore, può dessa venire attribui- fatli puossi forse affermare che codesta subita-
ta a una causa si cieca come quella del movi- nea alterazione dei lineamenti del volto, codesti
mento ? Non
circolatorio è già evidente che rapidi movimenti, l’aspetto particolare che
1’ uomo ha continuo, ed anco senza rifles-
di assume la fisionomia nelle passioni, sieno di-
sione, la volontà generale, o, se così vuoisi, rette dalla volontà ? Non avvengono forse sif-
F .istinto generale che lo induce a conservarsi; fatti fenomeni nostro malgrado? non Sco-
essere appunto F istinto o la volontà che agi- prono spesso F uomo che formò accortamen-
sce nel primo momento, ed impiegare, al fine te il disegno di nascondere i propri sentimen-
1
eh essa si propone, un mezzo del quale non ti ? e non è forse da una osservazione costan-

ba per anco calcolato tutto l’effetto? Non è te e universale che si disse essere la faccia lo
1
ciò che s intende, col dire che si trascorse specchio dell' anima ? vale a dire, discoprir-
più lungi che non si avrebbe voluto ; che vi in onta a noi i propri sentimenti, come ve-
volevasi solo difendersi , e non già uccidere desi, malgrado dello specchio gli oggetti che
il suo avversario e via dicendo, in una pa-
,
riflette. Sì certamente, ivi racchiudonsi fatti
rola, io dimando se puossi di buona fede pa- costanti, universalmente riconosciuti, nè si po-
ragonare il moto della mano per restituire trebbero contraddire ohe con cieca ostinazio-
uno schiaffa, allo spasmo convulsivo che de- ne. Ma talune riflessioni proveranno fra poca
termina di necessità una malattia dello sto- non potersi trarre da questi fatti veruna in-
maco o del diaframma. duzione in favore del sistema che io combat-
Assentirò io adunque, se il si vuo’ , che to. —
Ho detto che i muscoli della faccia ser-
il primo movimento, assai impropriamente vono iu modo affatto particolare alla espres-
attribuito alla passione, non potè essere so- sione intellettuale coi movimenti eh’ esercita-
speso dalla riflessione ma non già che la vo-
;
no, e nei quali trascinano la pelle. Aggiungo
lontà avuto non abbia su di esso veruna servire dessi singolarmente alla espressione del
influenza —
'Non hassi dunque ragione di con- sentimento, ivi appunto consistere il loro us®
chiudere che, in quasi tutte le passioni, evvi speciale e quasi continuo ; in una parola, che
mescolanza e successione dei movimenti delle la locomozione facciale ha il rapporto più di-
due vite ; che talora sono le affezioni degli or- retto colle facoltà affettive. —
Le affezioni o
gani interni, tal altra è la volontà che dirige passioni vengono in noi eccitate nostro mal-
codesti movimenti, e via dicendo. Bisogna di- grado, ogni qualvolta ci troviamo esposti alle
re, onde essere esatti, che sempre nelle pas- cause che le eccitano, sia che abbiamo rintrac-
sioni, movimenti che costituiscono delle
i ciato tali cause, sia che non le abbiamo potu-
azioni vengono immediatamente diretti dalla te evitare. Io sono convinto di questa verità.
volontà, mi tale volontà può essere accom- — Le affezioni, nel momento iu cui si svilup-
(

pagnata da più o meno di riflessione , e tal- pano, possono determinare negli organi del-
1
volta quest ultima appirire nulla; che il sen- F una o dell’ altra vita vari fenomeni di cui
timento affettivo è una delle cause determi- volontà non è il principio, e che la volontà
nanti la volontà, però non mai la causa imme- tà non può impedire. Riconobbi pure la ve-
diata dei movimenti coordinati. D'altronde — rità di tale asserzione. —
» Se adunque la loco-

si cade in inganno, se con quest’ ultima mo- mozione facciale è collegata in modo intimo
dificazione allo stabilito principio, si ritiene ed immediato colle affezioni, potrò dessa cer-
essersi sottratti alle funesteconseguenze mo- to effettuarsi malgrado la volontà, li una con-
rali che ne emanano; imperocché, qualunque seguenza naturale dei principi! che ho ricono-
siasi il miscuglio che supponesi nei movimenti sciuti, nè io pretendo di negarla, nè di inde-
delle passioni, per quanto rapida sia la suc- bolirla. —
Negai che le passioni avessero la.
cessione delle due cause che loro si attribui- loro sede nella vita nutritiva, adducendo che
sce, se si ammetta che in certi momenti la vo- le passioni sono fenomeni intellettuali. Ora,
lontà non li determina, nè li può sospendere, nulla non mi comprova esser ciò una affezio-
tutto ciò che in tali momenti farà l’uomo an- ne della vita nutritiva che, nelle passioni de-
drà immune da ogni rimprovero e da qualun- termina movimenti della faccia; e quanto mi
i

que putì zione. Nel seguito^ e quando predo- dimostra F osservazione è la influenza immo-
RIFLESSIONI ip3
diata <U un fenomeno in iell e liliale sur un fe- su cui la volontà non può nulla, e che Y abi-
nomeno organico della vita attiva. — Negai tudine non mai modifica. D’altronde la espres-
che le passioni possano, senza il concorso del- sione lacciaie, come noia Bichat, alliensi a due
la volontà, determinare i movimenti della vita cause, ai movimenti dei muscoli e alla circo-
attiva in modo da dirigerli verso un fine, o a lazione capillare. Codeste due cause agiscono
produrre un 1 azione. Ora, le contrazioni dei egualmente, ad una sola basta perchè la faccia
muscoli della faccia non costituiscono mai un 1 cambia d’ aspetto. E chiaro essere la circola-
azione, e solo risultano certi movimenti, i qua- zione capillare che sperimenta le alterazioni
li possono talora servire alla espressione in- più frequenti e le più improvvise per l’effetto
tellettuale, allorché la volontà li predomini , delle passioni, e che codesta circolazione ap-
senza alcun scopo e senza
tal altra effettuarsi partiene alla vita nutritiva. Adunque, senza
ordine, come quando una malattia convulsiva ricorrere al movimento involontario dei mu-
li determina. La passione può altresì produrli scoli, siconcepisce benissimo in qual modo la
malgrado la volontà, come dessa produce, espressione della faccia può essere involonta-
malgrado la volontà, le spasmodiche agitazio- ria.—- [Nota. La differenza tra queste due cau-
ni degli altri muscoli ; ma qual distanza evvi se del cangiamento di stato della faccia, viene
da siffatte agitazioni spasmodiche al movimen- del continuo espresso nel linguaggio usuale a
to col quale si colpisce un inimico ! cui uopo è sempre rinvenire volendo formar-
Negai che fenomeni della vita attiva, che
i si giuste idee sui fenomeni dell’uomo vivente.

servono attualmente alla intelligenza, possano Si ordina a taluno di comporre i! volto, ondo
venire attribuiti alla eccitazione del cervello, qualche movimento trasparire non faccia quan-
sia collaimpulsione circolatoria, sia colla in- to avviene nel suo interno, lìiliensi adunque
fluenza simpatica di un viscere infetto. Ora, eh’ egli lo possa e poiché egli stesso non ri -
;

domando se è ragionevole dire che, nell’odio, trova assurda cotale raccomandazione, ma so-
per esempio, il cervello, ammalato simpatica- lo difficile, ad eseguirsi, ha l’intimo sentimen-
mente a causa di certo viscere interno, de- to che le non tolgano alla volontà
passioni
termini la contrazione involontaria del mu- tutta la sua potenza sui movimenti della fac-
scolo sopraccigliare; che, nell’angoscia, lo cia. Che direbbe lo stesso uomo, se gli si rac-
stomaco disordinato, reagendo sul cervello, comandasse di non arrossire, di non impalli-
determini con tale mezzo il movimento dei dire ? Ei rinverrebbe insensato il consiglio, e
muscoli labbiali, e via dicendo. Domando in non degnerebbe rispondervi.) Ma ciò non ci —
qual modo si concepisce che il cervello ecci- menerebbe a concludere che la causa del can-
tato così uniformemente da una causa cieca giamento per Io più nella in-
della faccia esista
e necessaria non produce non pertanto al-
,
flessione di un viscere interno e non si può t ;

cun movimento che nei tali o tali muscoli per esempio, giudicare dietro 1’ aumento di
isolali, e non negli altri, che gli sono egual- circolazione capillare nella faccia, che il cuo-
mente sommessi. In una parola, chiedo ad ogni re ha accresciuto di forza nel suo movimento
onesto fisiologo se creda sinceramente che impulsivo. Imperocché si sa da molto tempo
nell’ uomo giocondo che ride sgangherata- in fisiologia che le modificazioni della circo-
mente, e nell’ uomo ferito che dimostra il lazione capillare sono puramente locali, nè
riso sardonico, il movimento dei muscoli fac- possono attribuirsi a una causa la cui influen-
ciali venga prodotto immediatamente da cau- za si dirami necessariamente ad un tempo so-
se eguali. Sì certo, movimento della
il faccia pra tutti gli organi. Codesto principio fu sta-
nelle passioni, può effettuarsi malgrado vo- la bilito in mille congiunture e perchè adunque ;

lontà ; ed assimiglian dolo ai moti convulsivi qui derogarvi, e supporre rapporti simpatici
cagionati dalle passioni nei muscoli «Ielle mem- lontani laddove alcuna cosa non li dimostra?
bra, la controversia rimarrebbe la stessa, poi- Non è forse più semplice e più conforme alla
ché dei movimenti non sono già azioni ma *, ragione, di dire: La intelligenza attaccata dalle
può farsi forse codesto paragone? La espres- passioni determina nella nostra economia, di-
sione della faccia è pur dessa, come le convul- versi fenomeni, sia locali, sia generali. Fra i
sioni involontarie ? e se, come conviensi, l’uo- fenomeni locali devesi contare specialmente il
mo può comporre il suo volto in modo che la cangiamento di stato nel sistema capillare fac-
passione, avvegnaché sempre viva, non sia più ciale, cangiamento clic ha un rapporto diret-
discoperta; se coll’abitudine riesce a non espri- to e immediato col sentimento intellettuale.
mere più colla faccia alcuna cosa, quantunque Sembrami del resto, non esser intieramenta
senta più vivamente che mai} s’egli può andar esatto il dire che la volontà non ha per asso-
più oltre, e simulare con questa espressione fac- luto alcun potere sul sistema capillare faccia-
ciale una passione affatto opposta a quella che le. Mi persuado che, in moltissime occasioni,
il predomina, qual enorme distanza fra que- per un alto fermo della volontà, e come «lice
sto movimento facciale e la spasmodica agita- Slahl, animimi ohfirmando^ si può prevenire
zione dei muscoli delle membra ! agitazione la rossezza della taccia, mentre questa rosscz-
r'
* zj
Encicl. Med.
194 RIFLESSIONI

7,a,sarebbe stata distintissima, lasciandosi in Mi potrebbe rispondere però che se la fron-


si

balia di sè stesso , secondo la comune espres- te più non arrossisce, dipende perchè il sen-
sione. Io credo non potersi rivocare in dubbio timento è ottuso. Su di che non entrerò in di-
la influenza estrema dell’abitudine intorno scussione; c, lasciando di esaminare se si ha
codesta rossezza facciale, e duro fatica a rin- piena ragione, se ho tutto il torlo, abbando-
venire una metafora in ciò che dice Racine di nerò senza fatica una disputa indifferente, la
quelle donne cui soluzione torna inutile all’ oggetto di che
si favella.
Qui goùtant dans le crime ime tranquille paix,
Ont su se faire un front qui ne rougit jamais (1).

Q) ;
Che
Liete vivendo della colpa in seno,
Pria che in fronte arrossir, vengono meno».
ESPERIENZE
SUL

PRINCIPIO DELLA VITA ATTIVA


SE GRATAMENTE

SU QUELLO DEI MOTI DEL CUORE E SULLA SEDE DI TALE PRINCIPIO

D 1 C. L E GALLO 1 S
MEDICO rii BICI5TRE

4W*9*«H—

P R O E M I O

.Ej opera che mi fo a pubblicare ,


si suscitarono dispute meno calde di quelle ch$

compone di memorie da rae Ielle in varie produssero ie involontarie funzioni, riguar-

epoche alla prima classe dell’ Institulo e alla do al principio che le anima. Opinossi essere
Società dei professori della Facoltà di Medici- il principio d’azione delie ime diverso da
na di Parigi. Contengono 1 due primi para- quello delie altre, sì quanto alla sua sede e sì

grafi ciò che nell ultimo anno assoggettai


1
quanto alla sua natura ;
sulla qual differenza

al giudizio della classe, intorno il principio fondaronsi parecchi sistemi di fisiologia. Nella
1
delle forze del cuore e sulla sede di tale prin- relazione dei commissari dell Institute pari-
cipio, ed a cui si compiacque dessa di fare una gino, si rinverrà un interessantissimo sunto di

accoglienza per me cotanto lusinghiera ed or- tali opinioni in quanto concerne le funzioni in-

revole. Quanto dissi del cuore si può eziandio dipendenti dalla volontà, e nel principio di que-
applicare agli altri organi spettanti a funzioni sto volume io diedi un abbozzo di quelle rela-

involontarie, e quindi il quesito può essere ri- tive alle funzioni che ne dipendono. Uonsa-
primo paragrafo soltanto alla in-
guardato più generalmente come la determi- orato era i!

nazione della sede del principio che presiede a troduzione del secondo; diffatto è desso troppo
cotal ordine di funzioni. È il primo paragrafo il conciso, posciachè le esperienze v i sono
quanto dissi sulle funzioni
riassunto delle esperienze da me comunicate appena indicate, e

avrebbe avuto d’uopo di maggio-


due anni innanzi alla facoltà di medicina di Pa- del cervello

re sviluppo. Se non che sopperirà a ciò un


rigi , e il cui oggetto era il rintracciare qual
nella par-
sia la sede del principio dei ruoti inspiratori! piccolo su pplimento che rinverrassi
te sperimentale alla prima
sezione delle espe-
e delle funzioni soggette alla volontà. Questi
me riprodotte dinanzi la commis-
ultimi non offersero già minora difficoltà, nò rienze da
I96 PROEMIO
1
sione deli’ Institute, e nell aggiunta che sta al è del pari necessaria la decapitazione perchè
fine del volume. In quanto alle funzioni del avvengano cotali fenomeni, osservandoseli e-
cervello, porrò qui alcune spiegazioni che non ziandio e in modo ancora più singolare dopo
ebbi occasione di altrove notificare. la semplice sezione della midolla spinale prati-
Presi in considerazione in questo viscere cata all’ occipite. In quest’ultimo caso, vive
la sua azione sui moti inspiratoci e quella che la testa egualmente che il rimanente del cor-
esso esercita sugli organi interiori per via dei po, come si può giudicare dai movimenti del-
1
nervi dell ottavo paio, perciocché sono ap- la bocca e degli occhi ;
e, ciò non ostante, l’a-
punto siffatte funzioni quelle che più agevol- nimale è assolutamente nel medesimo stato
mente si prestano a dirette esperienze. Non come se lo si avesse decapitato, non più sa-

voglio però con ciò dire ch’esso non eserciti e- pendo dirigere i propri movimenti. Situazio-
gualmente un’estesa e necessaria influenza sul- ne in vero singolare nella quale la testa e il

le altre parti del corpo. Al contrario riconosco, corpo godono della vita separatamente senza
desso determinare e regolare gli atti tutti poter esercitare alcuna azione 1* una sull’ al-

delle funzioni animali. Per esempio, mo-


se io tro ;
vive la testa come non avesse corpo, e
vo un braccio, il principio di tale movimento questo come fosse di essa privo. Può avvenire
emana dalla midolla spinale e non già dal cer- che dei rettili continuino a dirigere i loro
vello ;
però è il cervello che diede P impulso movimenti ed anco camminare dopo essere
al movimento, ed esso è che lo dirige, nel stati decapitati; però ponendovi attenzione, si

verso appropriato all’ oggetto pel quale il fo. scorgerà che in tutti questi casi, la decapita-
Gli animali a sangue freddo offrono su ciò una zione fu soltanto parziale, venne praticata sul
prova evidente. Decapitala una salamandra cranio, e la parte posteriore del cervello rima-

sulle prime vertebre, può vivere tuttavia pa- se unita col corpo : il che indica risiedere in
recchi giorni; ma quantunque essa faccia muo- qualche luogo di questa parte la facoltà posse-
vere il suo corpo ed i suoi membri con tanta duta dagli animali di regolare i loro movi-
forza quanta ne abbisognerebbe per traspor- menti. Per rinvenire colesto luogo, bastereb-
tarsi da un luogo a un altro, rimane dessa al be togliere successivamente le anteriori por-
medesimo posto, e la si può lasciare in qual- zioni del cervello e continuare siffatta ope-
siasi situazione senza temere che scappi. Os- razione fino a tanto che si giugnesse a far per-
servando tutti i suoi movimenti, si scorgono dere tutto ad un tratto all’animale la facoltà

essere disordinati e senza scopo. Muove dessa di camminare. Le indagini da me fatte sopra
le suezampe in direzioni contrarie, in guisa ciò, mi diedero a conoscere ch’esso ha sua se-
che non può avanzare, o che se fa un passo in de verso la midolla allungata. — {I\ota. Un
1
in avanti, tosto ne muove un altro all indie- giovine fisiologo concluse, dietro esperienze
tro. La stessa cosa si osserva nei ranocchi de- fatte secondo il processo qui indicato ,
che la

capitati : più non sanno saltare, o se per av- facoltà regolatrice dei movimenti risiede nel
ventura fanno qualche salto, ciò non addivie- cervelletto. Sembrami non esservi gran di-
ne se non in quanto che i loro piedi posteriori sianza dflle idee dell’ autore a quelle del gio-
incontrano un punto d’appoggio. Appoggiati vane laureato. Dippiù, in alcuni giornali di e-

supini, si agitano talvolta onde cangiare si- sperienze fatte sui gatti nel 1810, per determi-
tuazione ;
ma vi rimangono, perciocché più nare, mercè Pahlazione successiva di fette del-
non ponno fare i convenevoli movimenti per P encefalo, quale sia, in quest’organo, la vera
rimettersi sul ventre. Siffatti animali in gene- sede dei movimenti inspiratorii, trovo che
rale sanno pochi movimenti, a meno che non dopo aver tolto il cervelletto , i movimenti ,

si stuzzichino, e si concepisce che ciò dev’ es- le forze e la respirazione diminuirono in


sere pel fatto, poiché di lutti i sensi il solo modo particolare. la alcune esperienze ese-
latto può loro trasmettere le impressioni. Non guite l’anno precedente, P autore paragonava
PROEMIO

pel ritmo ed il suono ,


i fenomeni respirato Fa d’ uopo nondimeno osservare clic i

rii dopo V ablazione del cervelietto a quelli movimenti fatti da un tronco vivente senza
di un uomo addormentato. Rolando e Flou- testa, sembrano spessissimo provocati da una

rens ritrovarono altresì una similitudine tra 1


specie d instinto o di volontà. I porcellini di
il sonno e lo stato di un animale privo di cer- India, qualunque siasi l’età, allorché rimessi
velletto. Resterebbe a sapere se ciò avvenga si sono dallo stupore da cui presi vengono al-
colla sola ablazione, ovvero colia compressione 1 istante della decapitazione, dimostrano ri-

•dell’origine dei nervi cerebrali, e singolar- sentire fortemente il dolore loro cagionato
mente dell’ottavo paio in seguito di emorra- della ferita del collo; vi portano essi alternati-

gia. Le esperienze di Magendie militano a vamente ambedue le zampe posteriori, agitali-


1
favore di quest ultima opinione.)—-Ma per de- dale con molla vivacità come per grattarsi. I
terminarlo con maggiore sicurezza, abbiso- gattini fanno eziandio simili movimenti. —
gnerebbero dei rettili assai più grandi di quel- Come avviene che il cervello regoli i movi-
li che potei procurarmi. La decapitazione e la menti del corpo, senza fornirne l’immediato
sezione della midolla alla nuca agli animali a principio ? Poco valgono le esperienze a ciò
sangue caldo producono fenomeni del tutto chiarire; e lasciando le molte congbielture
simili pel fatto, come dovevasi attendere po- che se ne potrebbero dedurre, dirò che il cer-
sto mente all’esatta uniformità della tessitu- vello sembra agire sulla midolla spiuale nel
ra secondo cui la potenza nervosa è organiz- modo stesso che questa agisce sulle parti da
zala in tutti gli animali a vertebre, dall’uomo essa animate. Trasmette dessa la sua azione
fino al rettile; coneiossiachè Cuvier osserva per via dei nervi, i quali sembrano essere for-
singolarmente che i nervi nascono e distribui- mati dalla stessa sostanza della parte bianca e
sconsi con rigore alla foggia stessa in tutti gli midollare del cervello e della midolla. Avviso
animali. Però quelli a sangue caldo riescono adunque esser composta la parte bianca della
assai meno alti dei rettili alle ricerche di cui midolla spinale di filetti nervosi, i quali han-
favelliamo, perciocché dopo la sezione della no la loro origine o il loro termine, da una
midolla possono essere trattenuti in vita col parte nel cervello, e dall’altra in tutti i punti
solo aiuto del soffiamento polmonare per il della midolla, e nella parte cinerizia di essa
;

che, volendo studiare il loro movimento, non midolla nascere e i nervi spinali e il principio
si devono allora abbandonarli a sé stessi; e che direttamente gli anima. A me sembra che
inoltre dopo la decapitazione parziale, l’emor- le ricerche anatomiche di Gali diano molto
ragia dei vasi cerebrali annienta tostamente le peso a siffatta opinione. — L’ azione del cer-

funzioni della porzione del cervello che si è vello in ogni punto della midolla non ha già
tolta, facendovi cessare la circolazione. Colali unicamente per iscopo di determinare e rego-

inconvenienti ,
a dir vero, sarebbero minori lare i movimenti anzi ;sembra accrescerne l’e-

prendendo animali appena nati, ma a questa nergia. Sono i movimenti sempre più deboli
età i loro movimenti di locomozione riescono nell’animale decapitato, che in quello che non
troppo deboli e troppo limitali. I rettili al con- lo è ;
a meno che non si tocchi immediata-
trario, non abbisognano di alcun soccorso per mente la estremità della midolla, giacché al-
supplire alla respirazione di cui possono far lora divengono forti ed anche convulsivi. Può
a meno per mollo tempo, e la vita continua in vero dipendere in parte cotale debolezza dei
in tutte le parli della loro potenza nervosa movimenti dallo stato patologico in cui si trova

parecchie ore dopo la totale cessazione della sempre la midolla dopo la decapitazione. — Sif-
circolazione. Fui chiesto spesse volle se gli fatti intimi rapporti tra il cervello eia midol-

animali a sangue caldo potrebbero cammina- la spinale servono di aiuto a spiegare certi fatti
re e fuggire dopo essere stati decapitati ;
al i quali, sulle prime, appaiono malagevoli a con-
che quanto finora esposi serve di risposta. ciliarsi colle mi? esperienze. È tale la paralisi©.
,
9h PROEMIO

di tutto un Iato del corpo, prodotta da cause in ciascun organo un centro di sensazione e

che gravarono soltanto il cervello. Ma ammesso una specie di vita particolare. Cotale opinio-
pure di non poter iscorgere mezzo alcuno per ne, già risospinta dalle nozioni più sane e dai

tale conciliazione, non sarà non perciò me- fatti più incontrastabili della fisiologia, salita

no vero, per un lato, che un’affezione occu- era in questi ultimi tempi in grandissima vo-
pante unicamente il cervello possa sopprime- ga, allorché Cuvier se ne dichiarò contrario, e
re il sentimento e il movimento volontario certo per arrestarne i progressi non vi vole-
alla metà del corpo, e dall’ altro, che il senti- va a meno 1
dell ascendente di uomo sì giusta-
mento e il movimento volontario possano mente estimato.
sussistere in un animale già decapitato. Per Avvi ora un altro quesito, a cui non mi
quanto opposti si ritrovino questi fatti, deve- sono alcun poco soffermato ,
di sapere cioè in

sì por mente che due fatti pienamente com- qual modo trasmettano i nervi F azione della
provati non possono mai rimuoversi l’un Fal- potenza nervosa alle parti alle quali si distri-

lirò, e che la contraddizione che si stima no- buiscono. Sono forse dessi semplici condutto-
tarvi, dipende per ciò che avvi tra essi qual- ri, ovverossia si forma in loro stessi una se-
che intermedio, qualche punto di contatto che crezione di natura analoga a quella che nasce
ci sfugge. nel cervello e nella midolla spinale? Siffatta
1
L’unità dell fo, di cui noi abbiamo la co- ultima opinione era stala resa assai verisimile
scienza, è ancora un fatto che sembra opporsi mercè le ricerche di Reil e Prochaska ;
ma
alla divulgazione del principio della vita in Nyslen in seguito dimostrò che nelle più com-
tutta la estensione del cervello e della midol- piute paralisi la irritabilità si mantiene nea
la spinale. Se non che devesi badare bene che membri gravati da quel morbo nel modo stes-
1
la connessione e F armonia di tutte le parti so che in quelli sani. Mercè un esperienza più
della potenza nervosa sono bastanti per ispi- volte ripetuta io ottenni simile resultalo. Con-
rare il sentimento di tale unità, senza che essa siste dessa nel distruggere la midolla lomba-
potenza sia concentrata in un solo punto. Si re in un coniglio in età minore di dieci gior-

supponga, se mi si voglia menar buona siffat- ni, ed occorre sceglierlo di tale età, acciocché
ta grossolana comparazione, si supponga, io non ne venga arrestata la circolazione, e con-
dico, un insieme di ruote che s’ingranino le tinui a vivere. Quantunque in siffatta espe-
ime nelle altre : certo non formeranno desse rienza ,
la parte posteriore sia colpita di

tutte se non un solo sistema, nè alcuna potrà morte, ed i suoi nervi non ricevano più in-

fare un movimento a cui non facciano parte fluenza di sorta dalla midolla spinale, la irri-

anche le altre. Ma se gli incastri saranno in- tabilità vi si conserva, e puossi ancora per
terrotti in uno o più luoghi, ne nasceranno molto tempo far contrarre le coscie irritando

parecchi sistemi i quali potranno esser mossi i nervi sciatici. Sembra adunque farsi in tutta

indipendentemente gli uni dagli altri. Mede- la estensione dei nervi una secrezione di un
simamente, operando alcune interruzioni nel- principio particolare. Siffatto principio pro-

la sede della potenza nervosa, con ciò solo si dotto che siasi sussiste da per sè e dopo ces-

determina parecchi centri di sensazioni affat- sata intieramente la circolazione, del pari che
to distinti. Ma ciò che interessa osservare si è quello del cervello e della midolla spinale, ma
che siffatti diversi centri possono solo effet- più a lungo. Mi aveva figurato che il cervello
1
tuarsi per via d interruzioni appositamente e la midolla spinale esercitassero la loro azio-

fatte o per accidente, e checiascuno di essi sup- ne sulle varie parti del corpo mercè F inter-
pone sempre la coesistenza di una porzione medio del principio nervoso, senza trasloca-

«li sede della potenza nervosa. Ciò che dif- zione del proprio loro principio, ma per una

ferisce assai dalla seguente opinione colla qua- specie di scuotimento di quello dei nervi, a

le si ammette che nello stato naturale esista un dipresso come il suono vien trasmesso dal-
VSOEMIO
*99
I’ aria ;
per verificare la qual conghiettura queste combinazioni, ma in sostanza di eguale
occorreva trovare un nervo che fosse agevole natura in tutte. Fra siffatte combinazioni, so-
isolare in certa estensione e presiedesse a qual- no suscettive di essere divise a porzioni
che funzione il cui interrompiraento riescisse quelle che risultano più semplici e nelle quali
pronto e distintissimo, tostochè il nervo ces- le condizioni necessarie alla conservazioue del-
serebbe di adempiere la propria. Sceglici adun- la potenza nervosa esistono in tutte le parti,

que il nervo dell’ottavo paio nei gattini; e e può la vita continuare in qualunque porzio-
vedremo in seguito che la legatura o la sezio- ne come nell’animale intero, o piuttosto ogni
ne di questi nervi, produce prontamente, in porzione diviene un nuovo animale. Quelle, al
siffatti animali, tutti i sintomi di violenta sof- contrario , nelle quali cosiffatte condizioni
focazione. Isolandoli nella parte più grande stanno concentrate in certe parti, non ammet-
del collo, ed estirpando tutti i vasi che vi si tono piu simili divisioni con pari riuscita; non
recano, doveva sperare, posto chela mia con- può la vita continuare nei segmenti che tro-
ghiettura fosse fondata, che tostochè il prin- vatisi separati da queste parti, se non pel tem-
cipio di cui erano impregnati al momento del- po che la potenza nervosa può sussistere di
la dissezione mancasse, i gattini dovevano ri- per sè stessa senza essere rinnovellata. — Mi
maner soffocati come se siffatti nervi fossero applicai poi singolarmente nel far conoscere
stali legati o tagliati. Invano però reiterai più con tutta chiarezza i resultati, senza divagar-
volte cotale sperienza, conciossiachè il resul- mi nel descrivere con superflua prolissità le

tato non corrispose mai a quanto io m’ aspet- esperienze e neil’amrnassarne gran copia. Non
tava ;
la respirazione non si disordinò gran mi perdetti neppure in minuziose particolari-
fatto, mentre se ne faceva la sezione una o al- tà, se non in quanto mi parvero necessarie per
quante ore dopo aver isolato i nervi, soprav- conoscere il corso dei fenomeni, e perchè il

veniva di botto la soffocazione. Nondimeno fisiologo possa a suo bell’ agio verificarli. Io
non rinunzio per anco tutto affatto alla mia poi mi propongo di pubblicare in seguito i

conghiettura ;
posciaehè il collo del gatto è giornali delie mie esperienze con tutte le cir-

corto, e di più non possonsi già isolare i nervi costanze che racchiudono. —-Mia cura prin-
vaghi in tutta la sua lunghezza. Potrebbe es- cipale fu di comprovare i fatti, più presto che
sere che la secrezione la quale continua a farsi di farli noti; tuttavia stimo dover qui stabili-

vicino al petto ed alla testa, dove non sono re le date. Le mìe ricerche sul feto risalgono
stati distrutti i vasi, si propagasse nella porzio- al 1806, e solo nel 1808 ne comunicai i primi
ne dissecala. resultati alia società dei professori della Fa-
Ecco quanto mi restava aggiungere sulle coltà di medicina di Parigi ;
vi diedi a cono-
funzioni della potenza nervosa ed in ispecie scere i miei primi sunti suda decapitazione e
su quella del cervello, dietro ciò che dissi nel- sulle funzioni della midolla spinale. Dietro gli

le mie memorie, h idea generale che di tale incitamenti di Thouret ,


dimostrai pubblica-
potenza io mi fo, cons'ste in ciò che la sua sede mente dinanzi la società stessa, li 2 e 16 mar-
costituisca di perse sola l’individuo, come zo 1809, risiedere il principio della vita del
essere vivente ;
tutto il rimanente della orga- tronco nella midolla spinale ;
e le medesime
nizzazione di un animale serve soltanto a met- esperienze in seguito io riprodussi il 16 aprile

tere la potenza nervosa in relazione cogli og- seguente, alla presenza di Ghaussìere Dumeti!,
getti esterni ovvero a preparargli, e fornirgli i nominati commissari! dalla società per esami-
materiali necessari al suo mantenimento o alla narle, e i quali ne fecero il loro rapporto si 27
sua rinnovellazione. Io non ravviso nella serie del mese stesso.— Conveniva assolutamente ulti-
1

degli animali, che quella di tutte le combina- mare cosiffatta materia non ancora compiuta, e
zioni possibili di organi, atti a mantenere la quindi incominciai poco appresso Se mie ricer-
potenza nervosa *ou qualità variabili come che sui moti del cuore.Magendie non tardò mol-
200 PROEMIO

to a far conoscere, mercédi singolari esperienze, merei convenevole. Intanto a me gode Ram-
come la morte degli animali, prodotta dal ve- ino di coglier simile occasione per attestargli
leno degli Indiani, conosciuto sotto il nome di pubblicamente la più viva riconoscenza.
upas tieutalo ,
avvenga solo agendo esso sul- Terminate coleste ricerche, mi prometto
la midolla spinale. Brodie, membro della so- di rivedere e pubblicare le mie prime espe-
cietà reale di Londra, volle sapere ciò che di- rienze sui feti ;
quelle che vertono nel deter-
venivano negli animali che vivono ancora do- minar il tempo che un feto può vivere senza
po essere stali decapitati la temperatura e le respirare, dopo aver cessato di comunicar
secrezioni. Io ripetei le sue esperienze in quan- con sua madre. <
— Assai mi calerebbe, pria di
to concerne la temperatura; ma nonsernbrom- compiere cotale proemio, discolpare alquanto
rai che i resultali da lui ottenuti siano così dai rimprocci di crudeltà di cui sono fatti se-
costanti com’egli afferma. Assicura quest’au- gno i fisiologi che fanno esperienze sugli ani-
tore che gli animali decapitati che mantengon- mali viventi. Non già eh’ io pretenda di la-

si in vita, si raffreddano come se fossero mor- varli affatto da tal accusazione, ma vorrei sol-
ti. E' verissimo che si raffreddano considera- tanto dar a capire che la maggior parte di co-

bilmente ;
ma io riscontrai sempre che i gatti- loro che verso essi levano sì alte querele, de-
ni di vengono freddi alquanto meno che dopo la gni forse sarebbero essi stessi di esser in tal
morte. Consistette la differenza nelle mie espe- modo tacciati. Per esempio, addiviene ciò per-
1
rienze da i a 3 gradi centigradi, e dessa riesce ch essi non vanno già o non sono mai stati

in generale, un po’ meno grande nei conigli. alla caccia? Si dirà forse che il cacciatore, il

Riscontrai altresì essere il soffiamento polmo- quale ,


per suo puro piacere ,
mutila cotanti
nare una delle principali cause del raffredda- animali ,
e spesso in modo sì crudele, è più
mento, e che generalmente tutte le circostanze amano del fisiologo che astretto si trova a farli
che snaturano e molestano la respirazione di- perire per ritrarne istruzione ? Siano o no le-
vengono cause di raffreddamento. Per tal guisa gittimi i diritti che ci attribuiamo sugli ani-
basta tenere un animale disteso sul dosso perchè mali, è indubitata cosa che pochissime perso-
si abbassi la sua temperatura. Rimaneva a pape- ne tengono a scrupolo di distruggere con ogni
re se, in queste diverse circostanze, la forma- sorta di mezzi coloro che cagionano ad esse
1
zione dell acido carbonico nel polmone vien qualche incomodità ,
fosse pur dessa leggera ;

diminuita, e se lo è in proporzione della tem- nè nutriamo per lo più quelli che ci circon-

peratura; del che appunto ora mi occupo. dano non per immolarli ai nostri bisogni.
se

11 mio amico Thillaye figlio si compiacque E se poi mi raffiguro come vogliamo aver ra-
di prender parte nelle mie ricerche, ed i gione di ucciderli per cibarsene ,
e singolar-

lumi di cotesto abile fìsico ,


la sua prespicacia mente quando, per un raffinamento di ghiot-
e la lunga sua abitudine nelle esperienze, mi tornia, si dà loro la morte solo dopo averli

rendono singolarmente preziosa la sua coope- sottopposti a dolorose operazioni e a prolun-


razione. I nostri lavori erano stati interrotti gati tormenti, allora sì che duro fatica a com-
da varie cagioni, e fra le altre la mancanza di prendere in qual modo avremo torto di ciò

alcuni instrumenti dispendiosi. Informato il fare per istruirsi. — Convengo per altro che sa-

baron Corvisart, primo medico delPallora im- rebbe barbarie il far soffrire in vano gli ani-
peratore Napoleone, chetali istrumenti non mali, se lo scopo delle esperienze ottener si

esistevano nel gabinetto di fisica della F acoltà potesse senza servirci in tal modo di essi ;

medica, ve li fece collocare a proprie spese, ma ciò è per isventura affatto impossibile. So-
spinto a tale atto dalla sua innata munificenza, no le esperienze sugli animali viventi quella
sotto condizione che ne potessi disporre a mio face che tanto rischiara la fisiologia, esistendo
talento, e volle inoltre eh
1
io stesso avessi la l’infinito tra 1’ animai morto e l’aniraa! che
cura di farli costruire nel modo che sti- appena respira. Diffalli, se vero è che il più
PB0EM10 20 X

esperto meccanico non può conoscere 1’ effet- terminare mercè questa analisi la funzione di
to di una macchina se non dopo averla esami- un organo qualunque, e la sua correlazione
nata in movimento, in cpial modo il più istrui- colle altre funzioni, consiste tutta 1’ arte delle

to anatomico potrà indovinare, col solo stu- esperienze sugli animali viventi. Ma per giun-
dio degli organi, l’azione di una macchina gere a farle con qualche precisione, si è co-

tanto prodigiosamente complicata corn' è i! stretti indispensabilmente ili moltiplicare le


corpo animale? i’er penetrarne i secreti, non vittime ,
e ciò per le infinite circostanze ed i

basta eia osservare 1’ azione simultanea di moltiplici accidenti che render possono i re-

tutte le funzioni nell’animale sano, impor- sultati nulli o incerti. Assai di buon grado ili-

tando singolarmente lo studiarne gli elfetti rei delle fisiologiche esperienze quanto si dis-

dello scompigliamento o della cessazione di se dei benefizii: Perdertela sunt multa , ut se-
tale o tal altra funzione ;
ed appunto nel de- mel jjonas bene. Seneca.

Eneicl. Med.
P R IN C I P I O DEL L A VITA

IP ra proprie degli animali*


le facoltà c già nella parte che riceve l’ impressione, uè
quelle di e muoversi sopra ogni
sentire di quello determinante il movimento nella parte
altra eminentemente li caratterizzano e puos- ,
che rnuovesi , e che per iscoprirne la sede bi-
si dire con franchezza che il vero scopo del- sogna risalire alla origine dei nervi. Ora, sic-
r organizzazione di un animale è di produr- come tutti i nervi nascono dal cervello e dalla
re e di mantenere coleste facoltà. Siano qua- midolla spinale, in queste due parli appunto
lunque movimenti interni od esterni, le
i venivano indotti a collocare il fomite della vi-
molle secrete od apparenti impiegate perciò ta. Se non che moltiplici fatti, d’ un lato, at-

dalla natura, e qualunque siasi lo stato attuale testavano che la distruzione oppure certa le-
di siffatti mezzi e di tali molle, dacché un es- sione del cervello apportavano immantinente
sere sente e spontaneamente si muove, divie- la morte, e dall’ altro, che la sezione trasver-
1
ne desso fin d allora un animai vivente e che sale della midolla spinale, in qualunque siasi
ha sentimento della sua esistenza. A cono-
il punto della sua lunghezza paralizzava tutte
,

scere in che consista 1’ essenza della vita, sa- le parti inferiori alla sezione, mentre tutte le
1
rebbe d uopo adunque poter distinguere qual parti superiori, continuando a comunicare co!
1
sia nell organizzazione di un animale la vera cervello, conservavano il sentimento ed il mo-
condizione d’onde dipendono immediatamen- vimento. Inoltre 1’ anatomia ravvisato aveva
,

te il sentimento ed il movimento. Ora, in sif- la midolla spinale soltanto come un grosso


fatta ricerca due cose sonvi a determinare : nervo nascente dal cervello, del pari che tutti
1
ì una, quale sia la natura di tale condizione ; quelli ch’escono dai vari fori del cranio, e che,
l’altra, quali siano le parti in cui dessa risie- com’ essi, divide di spazio in spazio per for-
si

de, vale a dire quale sia la sua sede. Per esem- nire i nervi invertebrali ; in una parola, que-
pio, supponendo che il sentimento ed il mo- sta midolla era, come spesso là si chiamava, i!
vimento dipendano da un principio partico- fascetto nervi del tronco. Il cervello fu
dei
lare, prodot lo dall’organizzazione, resta ad adunque riguardalo come il fomite della po-
indagare quali siano sede di co-
la natura e la tenza nervosa , e quindi quale unica sede del
siffatto principio. Ambedue cotali proposte principio vitale. —
Andossi ancora più lungi,
nascer fecero molti pareri, e per qui favel- e 1’ unità dell’zo, le metafìsiche idee che vi si
lare dell ultima soltan to, abbenchè sembri su-

attaccano, e il considerare che certe parti del
scettiva di venir risolta più agevolmente del- cervello potevano esser lese ed anche impu-
la prima, ciò non si fece però fino al presente nemente distrutte, condussero a pensare noti
in modo affatto soddisfacente e pieghevole a essere già questo viscere tutto intero la sede
tutti i fatti conosciuti. — Si avrebbe potuto di tale principio, e doter esistere un luogo
ritenere che principio del sentimento e del
il circoscritto al quale terminavano tutte le sen-
movimento avesse sua sede in tutte le parli sazioni ,
ed ove davasi l’ impulso per tutti i

del corpo, poiché tutte sembrano partecipare movimenti siffatto luogo, disegnato sotto il
;

più o meno a queste due facoltà; ma avendosi nome di sensorio comune o sede delP ani-
conosciuto mercè dell’ osservazione che la se- ma, divenne per molto tempo 1’ oggetto delle
zione di un nervo in qualunque siasi parte ricerche dei fisiologi.
del suo tragitto, priva all’ istante di sentimen- Non solo non fu raggiunto lo scopo di
to e di movimento tutte le parti alle quali si tali ricerche ma, quanto più meditossi sui
;

distribuisce la sua estremità inferiore, è d'uo- falli conosciuti, e se ne osservarono di nuovi,


po ammettere, che il principio che sente non si si avvide divenire lempre più malagevole
/

2C>4 ESPERIENZE

di conciliare tutù colali falli colla opinione guisa rapporta Desault nel suo giornale (Tom-
con cui vien poslo esclusivamente nel cervel- IV, pag. i3^ ) un caso io cui la midolla spina-
lo, considerato anche nella sua totalità, il le era sta la- tagliata trasversalmente e in tota-
principio del sentimento e di lutti movi- i lità da un colpo d’arma da fuoco, sen^a che

menti animali. Diffatti, non potevasi concepi- avvenisse la paralisi delle inferiori estremità ;

re, in siffatta opinione, perchè i rettili come le e un altro simile se ne trova nel Selecla me-
testuggini, la salamandre e simili, continuino dica FrancoJ'urtiana (Tomo I, pag. 4- In- )

a vivere, dopo essere stati decapitati, pel cor^so oltre, altri autori assicurano, che dopo la de-
d' interi mesi, nè perchè gli animali delle classi capitazione un vitello continuò a camminare
inferiori offrano fenomeni consimili od anche ancora buon tratto ( Riis, citato da Halier ) ;

più singolari, e meno ancora poi compren- che una donna fece alcuni passi Radskinslii, f

d evasi il motivo della durata della vita sì Hist, na tur. polon., p. 363); che un uomo ten-
considerabilmente in questi animali variata, ne tuttavia ed agitò triplicatamente la sua scia-
a seconda della maniera con cui veniva leva- bola (Ibid.) che un altro si battè il petto col-
;

to il cervello; perchè, per esempio, le testug- le mani (Struve, Autroph subii mìor 1754 ,.

gini alle quali Redi aveva estratto tal viscere pag. 38 e via dicendo. Se non che si rappre-
)

per una apertura fatta nel cranio, sopravvis- sentava essere cotesti fatti in iscarso numero
sero mesi, mentre quelle a cui taglialo aveva ed opposti a quanto tuttodì si osserva in si-
la testa sopra F occipite sopprav vissute non mili casi. Opponevasi dippiù essere la maggior
erano che pochi giorni ( Opere di Francesco parte di essi attestati da autori di poca auto-
Redd i 74 i t° m !. pag. 78 e tom. II pag.
* "
, ,
rità; il che fece dire ad Haller, citandoli, che
194 ); conciossiachè la differenza non dipende per prestarvi fede, sarebbe <T uopo avessero
già dall emorragia , come avrebbesi potuto avuto a testimoni dei filosofi. Sed haec ah
1

supporre. Tentavasi di risolvere siffatte dif- ho miniò us philosophicis oportuerat testi- ,

ficoltà dicendo non essere stabilita la ipote- monium habere. ( Élém. physiol. , tom. IV ,
si di cui si tratta se non dietro le osserva- p. 3q3.) Cosiffatta riflessione non sarebbe des-
zioni fatte sugli animali a sangue caldo, ap- sa forse male applicata riguardo a alcuni fatti
plicarsi dessa soltanto a siffatti animali, e in posti in campo nella insorta discussione, per
quelli a sangue freddo la potenza nervosa tro- sapere se la vita sussista ancora dopo il sup-
varsi sottomessa ad altre leggi; ma moltissi- plizio della guillotina. —
Nota. Osserviamo

. (

mi osservati negli stessi animali a san-


fatti, che, in siffatta discussione fu nella testa che ,

gue caldo, sembravano opporsi a tale schiari- più di spesso si rintracciarono segni di vita,
mento. —
E incontrastabile che gli uccelli vale a dire, nella parte la meno suscettiva di
continuano qualche tempo a vìvere ed anche darne, quantunque pel fatto sia dessa vivente.
camminare e correre dopo aver loro tagliata Si figuravano essi che il cervello fosse il fo-
la testa ;
e fu di spesso riportato il fatto deì- mite della vita, e quindi, dopo la decapitazio-
F imperatore Commodo, il quale, nel mentre ne. non potevano sospettare esservi vita che
due struzzi correvano ne! circo, si dilettava a nella testa. ) Sono cotesti fatti quasi sempre
tagliar la testa con freccie tagliate a mezza lu- accompagnati da infinite circostanze che ne
na ;
intanto gli animali seguivano loro cor-
la affievoliscono Fautenticità. In qual modo cre-
sa come prima, e solo si fermavano alPeslre- dere, per esempio, che in una testa decollala
xnità della carriera. Parecchi fisiologi ottennero e priva affatto di circolazione, il volto arrossì
simile risultamento decapitando dei polli d’in- ad uno schiaffo datogli dal carnefice ? Da ul-
dia (Lametrie, OEuvres philosoph, iy5i, pag. timo, ammettendo, nè potevasi sì di leggieri
56), de’galli Kaauw Boerrhaave, impet. fa -
( rifiutarsi, che abbiasi realmente comprovato
ciens. n.° 33 r, p. 263 ediz. di Leida, . alcuni segni di vita nei mammiferi dopo la de-

-
Urb Tosetti,Mèm. sur les part, sensib. et ir- capitazione, essendo stati cosiffatti segni in ge-
ritab,, loto. 11 pag. 194 ), delle anitre (Cuvier,
,
nerale leggieri e di corta durala, potevasi con
Lecons orales ), dei colombi (Woodward, ci- ragione presumerli gli avanzi di una vita la
1
tato da Haller), e simili sarebbe stato d uo- ; cui sorgente era già esaurita. Ponderata ogni
po adunque ammettere altresì per questi ani- cosa, potevasi adunque sostenere la teorica ri-
mali una eccezione particolare nelle leggi del- guardo ai main mi Eri adulti.
la potenza nervosa Haller, Elem. physiol, t. ( Così però non n era per rapporto ai feti,
1

IV, pag. 355), e la teorica accettata sarebbe esistendo, sia nel Fumana specie, sia negli altri
stala applicabile soltanto all
1
uomo e agli altri mammiferi, moltissime osservazioni ili feti fi-
mammiferi. —
Diffatti, quest ultimi sembra-
1
cefali. Come mai siffatti feti poterono vivere e
no comportarsi assai conformemente a siffatta svilupparsi senza cervello nel seno della propria
teorica, tanto dopo la decapitazione come , madre? Rispoudevasi che erano dessi idroce-
dopo le diverse lesioni del cervello e della fali (Haller, Elém. physio!., tom. IV, pag. 355.
midolla spinale. Nondimeno offerto avevano —-Morgagni, De sed. et eausis morbor ., epist.
essi stessi tal volta qualche eccezione. Per tal N/Z, art. 5. et seg. )
nei quali F acqua compiè
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 2o5
cervello, del pari che tulli i
1
di distruggere il del pari eh esse dovevano continuare ezian-
suoi inviluppi, e tenutisi in vita fino a lanlo dio fino a che potevano far di meno del
che malattia giunse al suo fine. Cotale ri-
la concorso delle funzioni sottomesse alla po-
sposta valere forse poteva per alcuni; ma cer- tenza nervosa, e specialmente ai movimenti re-
to non conveniva a quelli nati viventi e con spiratori!, che sono, di tutte queste funzioni,
segni manifesti, o che il mancava da cervello quelle la cui sospensione minaccia pivi pronta-
moltissimo tempo, ovvero anche non aveva mente la vita generale. Finalmente, non abbi-
mai esistito. E d altra parte rimane a spie-
1
sognando il feto dei mammiferi respirare nel
garsi il perchè, di siffatti feti, taluni perivano seno della propria madre, ed avendo gli animali
non appena nati altri solamente in capo ad
;
a sangue freddo la facoltà di sopportare a lungo
alcune ore od anche a qualche giorno. Bilan- la privazione dell’aria e di conservare altresì

ciate le cose scevri da ogni prevenzione, era la loro irritabilità, si capiva quindi chegli uni
impossibile con la sola teorica dar ragione di e gli altri potevano vivere mollo tempo senza
simili fatti. — Le esperienze di Haller sulla il soccorso della potenza nervosa. Esami- •

irritabilità promisero anziché ne dessero una neremo in seguilo se sia vero che ìe funzioni
soddisfacente soluzione, tendendo esse a sta- interiori sieno indipendenti dalla potenza
bilire esistere una vita interna indipendente ,
nervosa. Supponiamo per un istante che lo
dalla nervosa potenza. Assai prima di queslo siano in effetto; ciò nondimeno io sehiarimen-
autore avevansi distinto le funzioni a noi pa- menlo che abbiamo riportato sarebbe tutta-
lesi e le quali a nostro talento possiamo rego- via lontano dal soddisfare a lutti fenomeni i

lare,come le funzioni intellettuali, movimenti i presentati dagli animali acefali o decapitati;


volontari, e via dicendo, da quelle che ci sono eonciossiachè nel caso di cui si tratta non so-
sconosciute e su cui non abbiamo alcun im- no già le sole funzioni interiori che sussistano,
pero, come la circolazione, la nutrizione, le ma sì anche una parte di quelle animali, effet-
secrezioni, e simili. Erano state designale le tuandosi i movimenti volontari. Attribuendo
prime sotto il nome di funzioni animali, este- loro siffatti movimenti, sarebbe uno estende-
riori, ed analoghi, e le seconde sotto quelli re le prerogative e la irritabilità oltre giusti i

di funzioni vitali naturali, interiori, e simili. loro limiti, diverrebbe un'andare diretta-
Se non che le funzioni di tali due ordini era- mente contro la teorica della irritabilità, fi
no egualmente sottomesse alle potenze ner- quale vuole che essi non possano essere ecci-
vose, e la sola differenza calcolata tra esse a tati spontaneamente altro che dalla potenza
questo riguardo era nel modo di azione di
, nervosa e nondimeno
;
il dover rischiara- ,

siffatta potenza. Secondo gli uni, erano ner- i re fenomeni così imbarazzanti cader face in
vi organizzali in guisa di rendere cotesla azio- tale esagerazione parecchi commendevoli au-
ne pm agevole e più regolare sì nelle mie che tori, e fra gli altri Carlo Bonnet ( Conside-
nelle altre (Borelli,Z^e mota animalium.p 743 rations sur les corps organises, 1779,2.;! part ,
p. 89 —
92 ) ; secondo altri, le funzioni vitali o
,

pag. 106. —
Palingénésie, t. I, pag, 88-92
interiori avevano il primo lor mobile nel cer- e, come presto vedremo, Felice Fontana. —)

velletto , e le animali lo avevano nel cervello E' ben vero che muscoli dei movimenti vo-
i

propriamenle detto (Willis, Opera omnia, lontari conservano la facoltà di centrarsi dopo
1682, tomo I, De cerebri anatome. pag. 5o ). che cessarono di comunicare col fomite della
Scorgesi quindi assai chiaramente che colale potenza nervosa, o di riceverne l’ impulsione;
distinzione delle funzioni spiegala nell'un mo- ma in queslo caso mai si contraggono sponta-
do o nell’altro non faceva che accrescere le dif- neamente, ciò succedendo sempre mercè l’ im-
ficoltà. —
Si ritennero però come risolte, alme- mediata applicazione di uno stimolo, sia nei
no in gran parte, allorché Haller (Mem. sur les loro nervi, sia nella loro propria sostanza. Per
part, sensib. etirrit.) fece aramel tere che la esempio se, dopo avere distaccato una coscia
causa del movimento animale esisle nella slessa da un ranocchio vivo, si irriti un nervo o un
fibra muscolare; siffatta fibra, per contrarsi, muscolo di essa, si fa contrarre, nel primo ca-
aver d’uopo soltanto di uno siimelo che ve la so, tutti muscoli che ricevono
i /i/amenti i

determini; essere queslo stimolo, nei muscoli del nervo irritato nel secondo, il solo
;
mu-
soggetti alla volontà, costantemente la poten- scolo irritato. Tutti gli altri muscoli che non
za nervosa, e in quelli che non lo sono, mo- vennero immediatamente toccati o di cui non
strarsi di diversa natura, e affatto estraneo a nervi, rimangonsi in riposo. E
1

s irritarono i

simile potenza. Diffatti , si concepiva che le affatto diversa la cosa in un ranocchio deca-
funzioni interiori erano indipendenti dalla po- pitato : in questo, non occorre, per eccitare i

tenza nervosa, mentre le funzioni animali ne movimenti, toccare nè muscoli nè ner vi, i i

dipendevano immediatamente: queste ultime ma basta toccare un punto defa sua pelle per
potevano cessare, e la potenza nervosa an- determinarla a muoversi, oltreché si muove
nientarsi, senza che le prime nel tempo stes- dessa spontaneamente e senza alcuna irrita-
so tempo si sospendessero. Si comprendeva zione. I fenomeni presentati dalla coscia del
ìoG fcSPJRRIENZ»

ranocchio, chiamano d’ordinario fenomeni


si leno della vipera, tomo pag. 291-9.)
I,

ti irritabilità, e vengono costantemente osser-


1
ciò non deve sorprendere ch’egli paragoni i
vati per un tempo più o meno lungo dopo la morsi della vipera, fatti sugli animali decapi-
morte. Quelli che osservansi nel ranocchio de- tati, a quei causati sopra una semplice coscia
capitato, dipendono dalla vita, e suppongono distaccata dal corpo. (Ibid. tom. I, pag. 3 iy,
sempre esistenza del principio che la costi-
1’ —
primo periodo. ) -Riguardata siffatta espe-
tuisce, vale a dire, di quel principio al quale rienza sotto tal punto di vista, lasciava adun-
si attengono la facoltà di sentire e quella di que interamente indeciso come prima, il gran-
muoversi. In una parola, differiscono talmen- de problema della vera sede del principio del-
te siffatti fenomeni fra essi, che non deve re- la vita, e solo dimostrava confermare quanto
car meraviglia se si rimane sorpresi che ab- di già si per la qual cosa prodotto
sapeva
;
biasi potuto confonderli. non avea maggiore impressione sul pubblico
La teorica dell’irritabilità nulla adunque di quello che sul suo autore. Nota (
Io era —
cangiava allo stato della questione, e le accen- ignaro affatto di tale esperienza, allorché, set-
nale difficoltà sussistevano intieramente, dap- te mesi all’ incirca dopo ch’ebbi comunicato
poiché Haller e gli autori della sua scuola in- quelle da me
eseguite alla società dei profes-
sistevano a collocare nel cervello il fomite sori della Facoltà di medicina di Parigi, e due
della potenza nervosa. Elem. physiol., t. IV,
(
mesi dopo averle ripetute pubblicamente di-
pag. 392-3.) Tra le esperienze di questi au- nanzi essa società, Magendie, occupato allora
tori, una ve n 1 era nondimeno d’attissima a del suo lavoro sui veleni vegetabili degli In-
farli rinunziare a cosiffatta opinione quella ;
diani, avendo avuto occasione di consultare
cioè per la quale il celebre Fontana, dopo aver Fontana su tale oggetto, la scoprì e me l’ in-
decapitato dei conigli e dei porcellini d’india, dicò.) —
In fine, a misura che la potenza ner-
e prevenuta l’emorragia legando i vasi del vosa riacquista proprietà da cui era stata
le
collo, intrattenè la vita iu questi animali per spogliata dalla irritabilità, ogni sano criterio
alquanto tempo, soffiando loro P aria nei pol- avvedrassi come rimaneva solo a rintracciare
moni. ( Trattato sul veleno della vipera , sui in una nuova teorica di questa potenza la so-
veleni di America e sur alcuni altri veleni ve- luzione di tutte le difficoltà. Molti s’ accorda-
getabili. Firenze, 1781, Tomo I, pag. 3 iy.) rono nel credere non fosse possibile riguar-
Siffatta esperienza chiaramente provava che, darne il cervello come la sede esclusiva, ed a
pure nei mammiferi adulti, come nei rettili, confermare ciò parevano concorrere i nume-
la vita deltronco non dipende immedia-
già rosi fatti già noli. Se non che qualora trat-
tamente dal cervello. Dopo ciò, rimaneva a tossi d’ assegnare a questa sede nuovi limiti ,
fare un solo passo, di chiedere cioè qual fosse accade quanto sempre è comune in simili ca-
la vera sorgente di tal vita, e di rintracciare la si, allorché i fatti non tendono ad uno scopo
risposta a simile interrogazione di mezzo a abbastanza diretto per essere caratterizzati
nuove esperienze. Ma Fontana non diede al- come prove, e conservino certa speciosità che
cuna continuazione alla propria, perciocché dà luogo a varie interpretazioni. Ogni autore
riteneva riconoscerne la spiegazione. Imbe- opinò a sua voglia, ed estese o restrinse la
vuto oltremodo della dottrina di Haller, che sede della potenza nervosa ( Ved. fra le altre
egli maggiormente estendeva, poneva nell’ir- le opere di Platner, Rei I, Bichat, Proschaska,
ritabilità la sorgente e il principio della vita Scarpa, Gali , a seconda della maniera con
)

e di tutti i movimenti animali. (Ibid. Tom. I, cui ravvisò i fatti. —


- Limitandosi a combina-
pag. 81, 90, 93, 289. ) Non era ai suoi occhi re i fatti conosciuti, non era a sperare di ot-
il soffiamento polmonare un mezzo di pro- tenere una soddisfacente teorica, e quindi fa-
lungare la vita nell’animale decapitatole non ceva d’uopo di altre esperienze atte a span-
in quanto perchè desso contribuiva a mante- dere nuova luce sopra simili fatti, ed a legarli
nere P irritabilità intrattenendo la circolazio- riempiendo le lacune fra essi esistenti. Ab-
ne, la quale era indipendente dalla potenza biamo già veduto una delle maggiori difficol-
nervosa ( Ibid. Tom. II, pag. 169-171.): ed in tà essere quella di conciliare i fatti osservati
questo senso appunto ei dice, parlando della negli animali a sangue freddo, con quelli ri-
sua esperienza, che la respirazione polmonare sultati dagli animali a sangue caldo adulti.
e la circolazione degli umori suppliscono a Vedemmo eziandio i feti di questi ultimi com-
lutto. Ben lontano dall’ attribuire in questo portarsi in modo analogo a quanto avviene
caso la vita alla potenza nervosa, era sua mi- negli animali a sangue freddo. In questi fèti
ra, decapitando gli animali, di farli mordere adunque eia a rintracciare il legame che unir
subito dopo da alcune vipere, per dimostrare doveva fenomeni presentati dagli animali a
i

che i nervi non fanno alcun uffizio negli ef- sangue freddo e dai mammiferi adulti, sotto-
fetti dei morsi: prova evidente ch’egli riguar- posti alle stesse esperienze, ed avevavi qual-
dava la sórgente di tale potenza come inarri- che speranza di ritrovarlo, da un lato, stu-
dila dopo la decapitazione. (Trattato sul ve- diando tulle le circostanze di analogia che sco-
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 20 rj

|oirebbonsi in silialte esperienze fra


1
i rettili cerebrale produce la morte del tronco. Io —

ed feti dei mammiferi, e dall altro, ricer-


i incomincialo aveva le mie esperienze sui co-
cando che cosa avvenga di tali circostanze nei nigli, all’ epoca che i feti, divisi dalla loro ma-
feti stessi, mano a mano che avanzano nell’età dre, possono vivere senza respirare, e sugli
adulta. Cotale almeno era il disegno che sem- animali continuai le mie indagini intor-
stessi
brava venir suggerito dalla riflessione, ed è no fenomeni della decapi (azione. Notai adun-
i

quello appunto da me seguito. Devo però con- que dapprima, che dopo la decapitazione di
fessare essermi stata fornita la prima idea più un coniglio, la vita continua nel tronco, ed il
presto dal caso che dalla riflessione. sentimento ed movimenti volontari vi sussi-
i

§. 1. Scorsi sono pochi anni dacché un stono per un dato tern po, che risulta evidente-
caso particolare di puerperio, accaduto sotto mente Io stesso di quando si rende aslitico un
j miei propri occhi, mi spinse a voler cono- coniglio di pari età il qual tempo varia a te-
;

scere quanto tempo può vivere un feto giun- nor dell’ eia. Rendendo asfitici dei conigli di
to a compimento senza respirare, contando ineguale età, per esempio di cinque in sei gior-
dall’ epoca in cui, per una causa qualunque, ni, dall’ istante della nascita fino a un mese,
più non ebbe comunicazione colla madre, àia osservasi costantemente che la durata del sen-
invano di ciò cercai chiarirmi svolgendo timento, dei movimenti volontari, in una pa-
gli autori, non rinvenendovi che contrad- rola, dei segni della vita, vasempre diminuen-
dittorie opinioni, le une appoggiale su fat- do a misura che siffatti animali progredisco-
ti inesatti o pochissimo osservati , le altre no coll’ età. Per la qual cosa, in un coniglio
sopra sistematiche idee. Da quel momento mi nuovamente nato, il sentimento ed movi- i

avvisai di interrogare
u io stesso la natura de- menti volontari estinguonsi soltanto in capo
dicandomi ad una serie di esperienze intorno a circa quindici minuti di asfissia, mentre ces-
gli animali. E primieramente, essendo la se- sano dessi affatto in meno di due minuti in
parazione del feto dalla propria madre accom- uno, di trenta giorni. Ora, decapitando ad un
pagnata da svariate circostanze che ne posso- tempo dei conigli di cinque in cinque giorni,
no cangiare durata, ridussi a tre capì tutte
la verificai che la durata di tali fenomeni decre-
siffatte circostanze : i.° quello in cui la madre sceva di età in età, seguendo la medesima leg-
1
e il feto possono essere considerati come in sa- ge dell asfissia. V’aveva però un’essenziale
1
nità; a.° quello in cui la madre andò soggettaa differenza tra animale decapitato e quello
l
1
vari accidenti; 3.° quello in cui ne provò il feto reso asfitico, che quest ultimo cioè faceva più
stesso. Ora, fra gli accidenti facili a sopravve- sforzi per respirare, e ciascuno di siffatti sfor-
nire al feto, ebbi in ispecie a rintracciare la contrazione del diafram-
zi caratterizzati dalla
causa della sua morte nel parto artificiale pei ma e dall’innalzamento delle coste, era ac-
piedi. Già è noto che nei casi nei quali gli compagnato da sbadigliamento. Cotesti sba-
ostetricanti devono rigirare l’infante e accom- digliamenti e movimenti del torace, quali si i

pagnarlo pei piedi, se il bacino della madre affievoliscono sempre più, mano a mano che
presenti nel tempo stesso certa ristrettezza, l’asfissia siprolunga, sono gli ultimi segni dì
nel piu dei casi il bambino soccombe, e la vita che si osservino, e sussistono sempre più
morte viene poi in generale attribuita allo sti- o meno dopo la cessazione della sensibilità e
ramento della midolla spinale. E' innegabile dei moli volontari. Nell’animale decapitato,
che le traizioni esercitate in simili congiun- al contrario, tulli i moti inspiratori del tora-

ture riescono alquanto ragguardevoli, e anzi ce spariscono allo slesso istante della decapi-
talvolta lo sono state al punto di decollarlo e tazione la testa sola conserva degli sbadiglia-
:

lasciare la testa nella matrice. Esaminando e menti, che risultano affatto simili a quelli che
sottomettendo a dirette esperienze sugli ani- succedono nell’asfissia. Se invece di decapita-
mali le circostanze tutte del caso di cui si trat- re 1’ animale gli si tagli soltanto la midolla
ta, non mi limitai già a determinare la causa spinale tra 1’ occipite e la prima vertebra, i
della morie, allorché il feto non .è sialo decol- fenomeni sono gii stessi che dopo la decapi-
lato, ma volli ancora sapere in qual modo e tazione, vale a dire, che tutti movimenti in- i

per quale alterazione delle funzioni la decol- spiratori del torace cessano all’ istante, e la
lazione ne cagionava la perdita. Fuor di dub- testa conserva gb sbadigliamenti dell’asfissia.
blu molto a ciò contribuisce la emorragia; ma Jn una parola, tanto dopo la decapitazione,
1

siccome in generale, piuttosto che ad essa, come dopo la incisione della midolla spinale
vicino all occipite, gli sbadigliamenti sono i
1
se ne accagiona ì’ improvviso annientamento
delle funzioni del cervello, è evidente che bi- soli resti dei moti inspiratori; divengono essi
1
sognava fare astrazione dall’ emorragia, il che gl indizii dei vari sforzi fatti dalla testa per
riesce sempre più o meno praticabile legando respirare ragguardevole fenomeno, e di coi
:

ì vasi del collo, evero punto della que-


che il farò in seguito moltissimo uso, riguardando
stione consisteva nel determinare in qual mo- fermamente gli sbadigliamenti come i segni
do il sospenditnento di qualunque influenza rappresentativi dei moti inspiratori.
20 8 esperienze

Dalla coincidenza di cotesti falli, conchiu- indicali. Se, subito dopo


la divisione, distrug-
si, che l’animale decapitato è lo stesso che asia- gasi intieramente midolla spinale in qual-
la

tico, e lo è perciocché non può desso più ese- cuna di tali due metà, la vita vi vien meno al-
guire movimenti necessari per far entrare
i l’ istante, mentre
nell’altra; e di- sussiste
l’aria nei suoi polmoni. Eravi un semplicissi- struggendo in questa una parte soltanto di es-
mo mezzo per verificare l’aggiustatezza di sa midolla, tutte le parti che in siffatta por-
siffatta conclusione, di supplire cioè la respi- zione ricevono nervi rimangono tosto colpite
razione naturale, soffiando l’aria nei polmo- dimorte e il rimanente della stessa metà se-

,

ni ;
io ne feci l’esperienza, ed ottenni pieno gue a vivere. Provano colali esperienze non
successo. Non è del pari necessario per riu- solo essere dipendente dalla midolla spinale la
scirvi di ricorrer al soffiamento polmonare
<
su- vìla del tronco, ma sì ancora quella di ogni
dopo la decapitazione, poiché attenden-
Li to parte che da essa riceve i suoi nervi. Inoltre,
do per praticarla la cessazione del sentimento riesce agevole dimostrare
prerogativa del- tale
e deimoti volontari, si osservano tosto rina- la midolla spinale di essere la sorgente del
,

scere e pervenire a un grado notabile; e se si sentimento e di tutti i movimenti volontari


interrompa allora il soffi omento, di nuovo si de! tronco, trovarsi in essa esclusivariguardo
affievoliscono, spariscono infineintieramen- agli altri organi,ne avervi parte immediata
te, e l’animale sembra morto ricomparisco- ;
alcuno dei visceri del petto e dell’ addomine;
no però e colla medesima intensità ricomin- poiché ricoprendo queste due regioni di un
ciando il soffiamento. Io riprodussi siffatta coniglio, e strappandogli il cuore, i polmoni, il

esperienza con eguale successo su cani sui i


,
diaframma, le una parola tutti i
budella, in
gatti e sui porcellini d’ India. In una parola, visceri di queste due cavità rimane iu vita ,

puossi con tal mezzo mantenere un animale dopo tale crudele operazione; e se, inoltre,
decapitato perfettamente vivo, e ciò per un gli si tagli la lesta, quantunque ridotto allora
tempo variabile, secondo la specie e la età, e, allo scheletro midolla spinale ed
,
alla ai mu-
nei conigli giovanissimi, almeno per parecchie scoli, tuttavia vive ma se si distrugga
;
la mi-
ore. —
Kisultava ad evidenza da tali fatti, che dolla spinale in parte o in totalità, tosto viene
il principio del sentimento e dei movimenti colpito da morte parziale o generale.
volontari non risiede già nel cervello, come E adunque indubitato la vita del tronco
si vuole generalmente, o per lo meno non vi non avere il proprio principio immediato nè
risiede ad esclusione. Ma ciò posto, qual è la nel cervello, nè in veruno dei visceri del petto
sede di tale principio? Ne ha forse desso una e dell addomine
1
ma non è meno vero tutti
;

particolare e circoscritta, ovvero è dissemi- suo con-


cotesti visceri essere indispensabili al
nato nelle parti tutte del corpo ? Le susse- servamento. Ora, considerando sotto quale
guenti esperienze mi convinsero prestamente aspetto lo sieno, fatti più sopra esposti pro-
i

risedere desso unicamente nella midolla ^spi- vano ad evidenza che, quanto al cervello, i
nale. Diffatti, se in un coniglio decapitalo e fenomeni meccanici della respirazione, vale a
che rianimasi e conservasi in vita col maggior dire, movimenti mercè cui 1’ animale fa en-
i

successo mercè il soffiamento polmonare, si trar l’aria nei polmoni, dipendono immedia-
distrugga la midolla spinale conficcando uno tamente da questo viscere. Per tal guisa, fin-
stiletto di ferro in tutta lalunghezza del ca- tanto che la conservazione della vita si attiene
nale vertebrale, spariscono nel punto stesso i alla respirazione, dipende allora singolarmen-
fenomeni tutti vitali, senza poterli con verun te dal cervello ; il che mette in campo una
mezzo più richiamare; solo rimangono quelli grande difficoltà. nervi diaframmatici, e gli
1

dell’ irritabilità, quali, come ognun sa, sus-


i altri tutti che servono ai fenomeni meccani-
sistono sempre certo tempo dopo la morte. ci respirazione,
«Iella hanno nascimento nella
Prendendo un altro coniglio e anzi che deca- midolla spinale, nel modo stesso che quelli
pitarlo, gli si una semplice apertura nel
faccia di tutti gli muscoli del tronco. Come
altri
cattale vertebrale vicino all’ occipite, e con un avviene quindi, che, dopo la decapitazio-
gambo introdotto per tale apertura si
di ferro ne, cessino soli moli inspiratori e gli al-
i

distrugga tutta la midolla spinale, abbenchè in tri sussistano ? Ecco, a mio credere, uno degli
questo caso il cervello resti intatto del pari che impenetrabili misteri della potenza nervosa, il
le sue comunicazioni nervose col tronco, la vita quale, tosto o tardi sarà disvelato, e questa ,

niente meno si annienta all’ istante e senza re- scoperta spanderà viva luce sul meccanismo
missione nel tronco; sussiste dessasolo nella te- delle funzioni di questa meravigliosa potenza.
sta, come lo indica gli sbadigliamenti. Infine, se [Nota. —
Alcuni fatti scoperti nel corso delle
si divida un altro coniglio trasversalmente in mie esperienze 1
m
inducono a credere che il
due metà , ciascuna di queste, del pari della nervo accessorio dell’ ottavo paio eserciti un
testa, nella esperienza precedente , vive per uffizio principale in cotale dipendenza in cui
alcuni mi un li , che variano a norma deli’ età la respirazione si trova essere dal cervello.
dèli’ animile, e che in seguito verranno da me Singolari sono il tragitto e la distribuzione
sur, PRINCIPIO DELLA VITA
209
di siffatto nervo, riferendosi essi indubitata- no questi animali sopravvivere molto tempo
mente a qualche uso, che alcuno non seppe alla decapitazione. Fu fatta
tale osservazione
finora chiarire. )
— > Ma qualunque sia la di- da oltre un secolo Redi in poi, il quale
, e da
sposizione organica per cui i fenomeni mec- vide delle testuggini vivere più di sei mesi
canici della respirazione dipendono dal cer- dopo avergli strappato il cervello, eransi pa-
vello, cotale dipendenza è indubitata ; come recchie volte osservati fatti consimili. (/Vo-
1
ancora è certo eh essa esercitasi mercè la mi- ta- Cotale osservazione probabilmente
era sta-
dolla spinale, imperciocché, come avvertii, ta- ta fatta sui rettili prima di Redi; quanto vi
gliando semplicemente essa midolla vicino al- ha di certo si è, che dessa venne eseguita da
1
l occipite, P animai trovasi evidentemente nel epoca rimotissima sugli insetti, e sapevasi, fin
caso stesso come se lo si avesse decapitato. * dal tempo di Aristotele, che cotesti animali
Non è poi dall’intero cervello che dipende vivevano anche senza testa. ( Aristotelìs ope-
la respirazione, ma sì da un luogo abbastanza
circonscritto della midolla allungata, il quale
ra omnia 1604, tom II, p. i 3 i.)
, -
Al-
cuno però, come dissi più sopra, eh io mi sap- 1

è situato a poca distanza dal foro occipitale e pia, non ne conosceva la teorica. Ignoravasi
1
do-
verso P origine dei nervi dell ottavo paio ( o ve risedesse il principio di questa vita che ap-
pneumo-gasirici ). Imperocché aprendosi ii ,
pariva sì sorprendente, e si stimava apparte-
cranio di un giovane coniglio, ed estraendo il nere soltanto a colai classe di animali. Imio-
cervello, a porzioni successive, dal dinanzi al ravasi del pari quali fossero le funzioni la cui
di dietro, tagliandolo « fette, in tal modo si conservazione manteneva la esistenza di tale

può levare tutto il cervello propriamente det- principio. Infine, sembra non abbiasi posto
to, e dipoi tutto il cervelletto e parte della mente che ogni sorta di decapitazione non
midolla allungata. La respirazione però cessa produce già lo stesso effetto, e che la durata
subitamente allorché si comprenda in una fet- della vita dipende in gran parte dal modo eoo
1
a P origine dai nervi dell ottavo paio. cui r animai venne decapitalo. Dopo essermi
Potrebbe?! adunque decapitare un ani- assicurato che in questi animali la vita s’ attie-
naie in modo che continuasse a vivere delle ne eziandio alla midolla spinale, e nella manie-
ine proprie forze e senza ii soccorso del sof- ra stessa che in quelli a sangue caldo, parve-
ìamento polmonare. A. ciò basterebbe dirigere nti indubitato, loro applicando le conseguenze
.’istrumento tagliente in guisa tale, che to- delle mie esperienze sui conigli, che non po-
gliendo col cranio tutto il rimanente del cer- tessero vivere molto tempo dopo la decapita-
vello, si lasciasse illeso il detto luogo della mi- zione se non fintanto che conservassero la
lolla allungata, nel quale risiede il primo mo- facoltà di respirare; d’onde conclusi, sup-
lile della respirazione, e restasse pure in con- ponendo che in essi questa avesse pure il suo
tinuità di sostanza colla midolla spinale. E' evi- principio in un luogo circonseritto della mi-
lente però, cosiffatto luogo non poter mante- dolla allungata, fosse una condizione necessaria
lere la respirazione se non fino a tanto ch’esso nel decapitarli per farli vivere, lo serbare illeso
può seguitar a godere dalla pienezza della sua questo luogo, e che se lo si levasse colla testa
funzione, e ciò suppone ch’esso rimanga all’in- essi non sopravviverebbero che il tempo du-
quale possono sopportare
1
circa nello stato di sanità. Ora, negli animali a rante il i asfissia, lo
sangue caldo, il volume ed il numero dei vasi ricercai la verificazione diconseguenze sin- tali

aperti in tale operazione cagionano una emor- golarmente nelle salamandre, per cui ne deca-
ragia che rende tosto la circolazione di effetto pitai moltissime; parecchie sopravvissero a tale
nullo nel moncone della midolla allungata ; a operazione tre o quattro mesi, nò sono morte
1
cui devesi aggiungere, che, in siffatti animali, che d inanizione, giudicar volendo dalla loro
hanno le grandi ferite nelle parti circostanti una estrema magrezza al momento della Ior mor-
influenza viva e profonda che deve ridurre te. Ebbi ad osservare costantemente die, in
prontamente il moncone in islato patologico, esse, ladecapitazione fatta sul cranio era ante-
incompatibile colla sua funzione. Per la qual riore al foro occipitale ; e tutte quelle, al con-
1
cosa non ha cosiffatta sperienza buona riusci- trario eh erano state decapitale più da lon-
,

ta su essi se non siano giovanissimi, e durante tano e sulle prime vertebre, visseroassai me-
un tempo che non ecceda a mezz’ ora, e che no tempo. Devo nondimeno avvertire essere
talvolta minore. Del resto, cotale riescila
è stato il tempo che vissero quasi sempre più
non è già equivoca. —
Così non è negli ani- lungo di quello durante quale potevano sop-
il

portare l intera privazione dell aria ; ma ciò


1 1
mali a sangue freddo. In essi le più ragguar-
devoli mutilazioni non hanno, per lo più, che dipende dappoiché esse respirano per la pelle,
effetti limitati le emorragie che ne sussegui-
: come proverò in altra congiuntura
il e per ;

tano sono mediocri e di corta durata, e le ri- conseguenza , rimane vero che in questi casi
sultanti ferite si cicatrizzano con tutta facilità. non vivano esse a lungo se non perchè tutta-
Altra circostanza ad essi particolare è i pro- via respirano. —
Postoche d soffiamento pol-
tratti digiuni a cui resistono, 9 quindi posso- monare supplisce alla naturale respirazione, q
Encicl. 31 ad. 4 3 27
210 ESPERIENZE

gli animali decapitati in raodo che siffatta re- ne, ma è altrettanto sicuro non avere mai que-
spirazione naturale continui , possono vivere sta vita, che sussiste ancora cessala che sia la
fino a tanto che spirino d’inanizione, parrebbe circolazione del sangue, od abbia perduto le
che esso soffiamento polmonare potesse tener in proprie qualità arteriose, che una più o meno
vita lungamente un animale a sangue caldo de- corta durata. Dalla qual cosa sembra potersi
capitato in qualunquesiasi modo. Però fa d’uo- concludere risultare la vita dalla impressione
po osservare non essere i soli fenomeni mecca- del sangue arterioso sul corpo. Abbiamo però
nici della respirazione che dipendono dal cer- veduto il cervello e la midolla spinale, essere
vello, dipendendone altresì le funzioni proprie le sorgenti del sentimento, del movimento, in
del polmone a cagion dei nervi dell’ottavo pa- una parola di tutto ciò che costituisce la vita.
io; e pare che sì gli uni che gli altri dipendano Si può adunque dire, che la vita generale, che
dalla parte stessa del cervello ;
imperocché, f esistenza dell’ individuo risulta da certa im-
come abbiamo veduto, luogo in cui risiede
il pressione apportata al sangue arterioso sul
nella midolla allungata primo mobile dei
il cervello e sulla midolla spinale, impressione
fenomeni meccanici della respirazione abbrac- la quale , prodotta che sia, ha sempre certa
cia 1’ origine dei nervi dell’ ottavo paio. Ora, durala, però più o meno corta, a seconda della
si sa che V incisione di questi nervi, sola e sen- specie e dell’ età dell’ animale in guisa che ;

za alcun’ altra lesione, fa perire gli animali la vita non può venire intrattenuta se non
assai più prestamente dell’ astinenza. Si vede pel rinnovellamenlo continuo di questa im-
adunque che fatta astrazione dalle altre cause pressione a un dipresso come un corpo mos-
;

che possouo e devono accelerare la morte in so in virtù di una prima impulsione non ,

un animale a sangue caldo, decapitato, il ma- può continuare a muoversi indefinitamen-


ximum del tempo che, col soffiamento pol- te, che fino a tanto che tale impulsione è ri-
monare, si può trattenerlo in vita, è quello che petuta ad intervalli. Se così avviene ogni ,

esso potrebbe vivere dopo la incisione deli’ ot- qual volta siffatto rinnovellamento viene in-
tavo paio, e che un animai non può mai esi- terrotto in qualunque siasi porzione della mi-
stere dopo la decapitazione fino a che muore dolla spinale, la vita, dopo aversi mantenuta
d’ astinenza, se non quanto continui a respi- per uno spazio più o meno corto, ma deter-
rare da per sé stesso. — Senza, entrare qui in minato secondo la specie e l’età dell’animale
più minuti ragguagli , quanto esposi basta, nelle parti che ricevono i loro nervi da que-
10 penso, per is la bili re che la ragione per sta porzione di midolla, deve estinguersi in-
la quale il cervello torna indispensabile alla tieramente. II che appunto osservasi legando
conservazione della vita, è eh’ esso racchiude il l’aorta in un coniglio versola parte posterio-
primo mobile della respirazione. Indagherò re del petto o 1’ anteriore del ventre. Il senti-
altrove se non ancora qualche altra
eserciti mento ed movimento sussistono sulle prime
il

influenza sulla vita «fico s y Ha vita, e non


;
sul dorso; ma vanno indebolendosi di più in
sogli atti, imperciocché, è fuor di dubbio dal più, e quindi affatto spariscono.
cervello emanarsi le determinazioni della §. 11. — Tali sono succintamente i fatti
maggior parte di quest’ ultimi. Riguardo — principali da me dati a conoscere nel iSoq: ne
ai visceri del basso ventre e del petto, chiaro risultava che il mantenimento della vita in
appare esser il loro uso limitalo alla forma- qualunque siasi parte diun animale dipende-
zione ed alla circolazione del sangue. Quel- va essenzialmente da due condizioni l’una la :

li del basso ventre servono a preparare i ma- integrità della porzione della midolla spinale
teriali alti alla riparazione delle perdite ca- corrispondente, e delle sue comunicazioni
gionate dalle continue secrezioni sperimenta- nervose l’altra la circolazione del sangue ar-
;

te da questo fluido. I polmoni gli imprimono terioso in questa parte ; e per conseguenza
11 carattere arterioso, ed il cuore lo- distribui- riesciva possibile il far vivere tale parte che
sce in tutte le parti. 11 soffiamento polmona- meglio aggradisce di un animale quanto tem-
re , praticalo sugli animali decapitali, devesi po si potesse far sussistere queste due condi-
adunque riguardare soltanto quale condizio- zioni: per esempio, che si potesse far vivere da
ne necessaria alla formazione del sangue arte- sèsole le parli posteriori del corpo di un ani-
rioso. Ma quale rapporto, quale connivenza male, dopo aver apportata la morte alle ante-
Ravvi mai tra la vita e il sangue arterioso già riori colla distruzione della midolla spinale
formato e circolante nei vasi indubitato
? E corrispondente a queste ultime; ovvero le an-
non essere la vita nel sangue, come più volte teriori, e avendo prima del pari tolta la vita
fu detto, nè venire costituita essenzialmente alle posteriori, od anche in fine le parti me-
dalla circolazione ( Haller, Elèni, physiol ., t. die, dopo aver distrutto le parli anteriori e
¥111, lib. 3o, p. i 2 i ), posciaechè il sentimen- posteriori della midolla. —
Trattavasi di sa-
to ed i moti volontari sempre sussistono, un pere se tali conseguenze verrebbero confer-
tempo qualunque, dopo lo strappamento ilei mate da diretti esperimenti. 11 primo anima-
cuore, e in generale dopo cessala la circolalo* le su di cui tentai di verificarle fu un conigli®
SUL PBINCIPIO DELLA VITA 2 1

di velili .giorni. Introdussi uno stiletto nel ca- altra cosa. Ne inferii adunque che la distru-
nale vertebrale di esso, tra ultima vertebra l
1
zione di una parte della midolla spinale occa-
dorsale e la prima lombare, così distruggen- sioni nelle funzioni essenziali alla conserva-
do tutta la porzione lombare della midolla spi- zione della vita qualche grande ed improvvi-
nale. dorso tosto rimase privo del movi-
Il sa alterazione, e tosto ne feci scopo delle mie

mento e elei sentimento; ma il rimanente tut- indagini. —Incominciai ad assicurarmi se la


to del corpo era pieno di vita, e la respirazio- distruzione delle due porzioni dorsale e cer-
ne continuava presso a poco come dapprima. vicale della midolla, praticata su conigli pure
Cotale stato fu breve, e dopo un minuto a- 1 di venti giorni,produrrebbe lo stesso effetto di
ninaale dimostrò dell’ansietà, agitando le zam- quella della porzione lombare. —
Distrussi la
pe anteriori; a un minuto e mezzo la l'espira- midolla dorsale introducendo tra la prima
zione arrestossi, e venne sostituita poco stan- vertebra lombare e la ultima dorsale uno sti-
te da radi sbadigliamenti che erano accompa- letto che sprofondava fino alla ultima verte-
gnati da deboli moti inspiratori del torace, e bra cervicale. La distruzione era appena com-
che cessarono affatto dopo tre minuti e mez- piuta che alleravasi la respirazione, divenuta
zo, epoca in cui più non eranvi nè sensibilità rada e con isbadigli. 11 centro del corpo era
nè altro segno di vita. Ripetuta siffatta espe- tutto morto; la parte anteriore e la posterio-
rienza su due altri conigli della stessa età sortì re avevano viia, ma la sensibilità eslinguevasì
lo stesso effetto. In uno arrestossi la respirazio- in capo un minuto e mezzo, e gli sbadiglia-
ne scorso un minuto, ed in capo a tre era mor- menti, egualmente che le contrazioni del dia-
to, nell’ altro, cessò poco dopo un minuto e framma, cessavano dopo ì due minuti. Cotale
mezzo, e ai quattro, più non viveva.! entai di esperimento più volle ripetuto, diede sempre
prolungare la esistenza di quest
1
ultimo, sof- eguale resultato. M’appigliai altresì in questo
fiando dell’ aria nei polmoni, incominciando il caso al soffiamento polmonare, ma senza alcu-
soffiamento prima che terminassero la sensi- na buona riuscita. —
Onde distruggere la mi-
7

lilà e gli sbadigli ma cotali fenomeni scom- dolla cervicale introdussi lo stiletto trai oc-
;

parvero così prontamente come se niente a- cipite e la prima vertebra, e trovai che la

vessi fatto. Ripetei in seguito in simili casi piu distruzione di questa porzione della midolla
volte lo stesso tentativo, ma sempre in vano : differisce da quella delle due altre in ciò che
la morte è irrevocabile. — Risultamento sì op- dessa annienta i movimenti
tutti inspiratori

destommi del torace, e lascia sussistere soltanto gli sba-


posto a quanto io m’ attendeva ,

grande sorpresa, quale veniva la accresciuta digliamenti, i quali, come già avvertii più
dal confronto eh ne faceva con ciò che os-
1
io sopra, ne sono i segni rappresentativi. Am-
servasi nei conigli della stessa età, dopo la de- mettendo non fosse cosiffatta operazione to-
capitazione. All età di venti giorni e più oltre
1
stamente ed in essenzialità mortale, un ani-
molto, il soffiamento polmonare può mante- male non potrebbe adunque sopravvivervi se
nere la vita in simili animali decapitali. Co- non mercè del soffiamento polmonare; però
me era adunque che potessero sopravvivere vanamente io la praticai con la maggior cura
alla perdita dell intero cervello, e che la di-
1
possibile. La sensibilità e gli altri segni tutti vi-
struzione della sola porzione lombare di mi- taliche sussistevano in tutte le parti posteriori
dolla spinale sì prontamente li facesse perire dalle spalle in giù svanirono in capo a un mi-
e senza possibilità di prolungare la loro esi- nuto e mezzo, ed ai due finirono gli sbadiglia-
stenza di un solo momento ? Veruna teorica menti. Volli ripetere ancora questa esperien-
conosciuta bastava per dar ragione di un fat- za, c risultò sempre lo stesso. —
Ne avveniva
da ciò essere mortale nei conigli di venti gior-
to così straordinario, D altronde, io non in-
1

ni la distruzione di qualunque delle tre por-


travedeva mezzo di sorta allo a conciliarlo
della midolla, conseguitare la
spinai
colle conseguenze dedotte nei miei esperimen- zioni
ti precedenti. Bisognava dire o che avessi com- morte subito dopo la distruzione della porzio-
messo qualche errore in essi esperimenti, o ne dorsale e quella della cervicale, e un mi-
che non fossero aggiustate le conseguenze de- nuto o uno e mezzo più tardi dopo quella del-
la lombare. Non riscontrai a tale riguardo
ec-
dotte, od anche infine che la distruzione pure
parziale, della spinai midolla prodotto avesse cezione se non relativamente alla distruzione
della midolla lombare. Alcuni pochi
individui
tosto nelle funzioni essenziali al mantenimen-
to della vita, qualche sconcerto fino allora sembra possano sopravvivervi; ma tutti muo-
iono prontamente se si distrugga ad un
tem-
ignorato. Io aveva ripetuto, e verificato tante
colrispon-
volte le mie esperienze, che restar non potei!- po la midolla dei lombi e quella
dorsali.
mi minimo dubbio sulla esattezza loro e dente alle due o tre ultime vertebre
quanto
il

conseguenze dedotte
alle ,
non erano
;

— Trai lavasi sapere se fosse lo stesso


in altre
esperien-
desse, a propriamente parlare, che la genera- età. La ripetizione delle medesime
od ze a differenti età è atta a spandere
ampia lu-
le espressione dei fatti da me osservati, al-
fisiologiche. Io tro-
meno a me Don riesciva fattibile di ravvisarci ce sopra molte questioni
212 ESPERIENZE
vai che in generale le distruzioni della midol- questione stava adunque nel sapere in che
la lombare non fa già perire i conigli non consista colai genere di azione esercitata da
giunti ai dieci giorni, ed anche ai quindici, tal- ogni porzione di midolla sulla vita delle altre
uni tuttavia vi sopravvivono ; però quasi parti. Ora, condotto avendomi le mie prece-
tulli periscono. Ai venticinque o trenta gior- denti sperienze ad ammettere soltanto le qui
ni, si comportano come Dicendo che
ai venti. sopra indicate condizioni, come indispensabi-
la distruzione della midolla lombare non fa li pel mantenimento della vita in qualunque
perire conigli di freschissima età, non inten-
i siasi parte del corpo, cioè la integrità della
do già affermare eh’ essi si ristabiliscano, e midolla corrispondente e la continuazione del-
soltanto voglio dire che non muoiono già to- la circolazione, diveniva malagevole il com-
stamente, come quelli di venti giorni ed oltre, d rendere in qual modo la distruzione di una
ma incapo a un tempo più o meno lungo : porzione di midolla potesse attaccare 1’ una o
distinzione che devesi avere sempre presente. l’altra di siffatte due condizioni. —
Scioglie-
La morte che sopravviene subitamente dipen- va da ogni sospetto la condizione concernen-
dendo fuor di dubbio dall’ immediata azione te la integrità della porzione di midolla non
della sp inai midolla sulle potenze conservatrici distrutta, il considerare che se la distruzione
della vita, offre una semplice questione, e effe della midolla lombare in un coniglio di venti
suscettiva di dirette esperienze, mentre quella giorni, per esempio, nuoceva all’integrità dal
che solo giunge in capo a certo lasso di tem- restante della midolla, a segno di farne quasi
po, deriva da certo incatenamento e da com- subito cessare le funzioni, effettuarsi dovreb-
plicazione di cause che a me non ispetta di be la cosa stessa in tutte le età ma noi ab-
;

qui esaminare. biamo già osservato così essa non essere. Un


La distruzione della midolla dorsale non diretto esperimento faceva svanire qualunque
risulta sempre mortale e nè anche nei conigli dubbio riguardo a ciò, consiste desso nel ta-
giovanissimi e parecchi vi sopravvivono an- gliare trasversalmente la spinai midolla tra
che di dieci giorni; ma li fa costantemente pe- T ultima vertebra dorsale e la prima lombare
rire ai quindici giorni ed oltre. Quanto al- — in un coniglio di venti giorni almeno. Dopo
la d istruzione della midolla cervicale, i più tale operazione, il sentimento ed i movimenti
non muoiono già nei primi giorni della loro volontari sussistono ancora, pure nella parte
nascila ;
e didatti fino ai dieci giorni il sof- posteriore; ma più non avvi alcuna relazione
fìamento polmonare può prolungar la vita di sentimento nè di movimento tra le parti
di qualcuno ; ma in generale ciò è solo anteriori e quelle posteriori all’ incisione «Iel-
per un tempo alquanto breve, e deboli sono la midolla ; vale a dire, che se tu pungi la
i segni di vita eh
1
essi danno. —
Infine, la di- coda od anche una delle zampe posteriori,
struzione simultanea delle tre porzioni è co- tutta la parte di dietro si agita, ma quella
stantemente mortale in ogni età la testa ohe, ;
dinanzi sembra non risentirsene, nè si muove
in questo caso, rimane sola vivente e segue a per niente. Reciprocamente, se pungi un o-
sbadigliare, lo è soltanto per certo tempo, im- recchio o una delle zampe anteriori, le parti
possibile a protrarsi. —
1 quali fatti tutti con- davanti si agitano, e le posteriori rimangono
corrono a provare che una porzione qualun- immobili. In una parola, la incisione della mi-
que della midolla spinale esercita sulla vita dolla ha evidentemente stabilito, nello stesso
due modi di azione assai distinti; con 1’ uno , animale, due centri di sensazioni distintissimi
costituisce essenzialmente la vita in tutte le e indipendenti l’uno dall’altro; si potrebbe
parti alle quali somministra nervi, e con l’al- dire eziandio «lue centri «li volontà, se i mo-
tro, contribuisce a mantenerla in tutte quelle vimenti fatti dalla parte di dietro, in pungen-
che ricevono i propri dal rimanente della mi- dola, suppongono la volontà di sottrarsi al
dolla. Per esempio, distruggendo la midolla corpo che la ferisce. L’ isolamento che succe-
lombare in un coniglio di venti giorni, P an- de tra le parti anteriori e le posteriori sotto
nientamento istantaneo della vita nella parte l’aspetto di funzioni animali, risulta del pari
di dietro avviene appunto in virtù del primo compiuto, come se, invece di tagliare sempli-
modo d’ azione, e in grazia poi del secondo cemente la midolla spinale* tagliato si avesse
sussiste dessa tre minuti nel restante del cor- trasversalmente tatto il corpo dell’ animale
po. Il primo modo di azione è costante in Per tal guisa, allorché
nella stessa situazione.
tutte le spezie e in ogni età, e pel secondo ve- quindici o venti minuti dopo la incisione del-
diamo come varia a norma dell’ età, in guisa la midolla, trovandosi l’ animale sempre in
che generale trovasi in una dipenden-
la vita piena vita, perviene a distruggerne il seg-
si

za maggiore della stessa porzione di midolla mento posteriore, vale a dire la porzione lom-
quando l’animale è alquanto avanzato col- bare, evitando di toccare collo stiletto la estre-
P età, di quello che se desso sia giovanissimo. mità del segmento anteriore, la parte di die-
Aggiungeva ancora esistere certa differenza a tro prova, durante tale distruzione, forti con-
questo riguardo secondo le specie, Tutta la — vulsioni, mentre quella dinanzi si tiene im-
SOL PRINCIPIO BULLA VITA 21S
mobile, nè se ne mostra per niente offesa ; il ragione la si aveva attaccatavivamente ad

die però non impedisce che la vita si estingua epoche diverse. —-Temendo di dare troppa
tuttavia intieramente in capo di circa Ire mi- estensione a questa memoria rapportando e
nuti. Chiaro apparisce che, in tale esperimen- discutendo qui fatti 6ui quali appoggia sif-
i

to, la distruzione della porzione lombare del- fatta teorica, mi limiterò a riferirne due, che
la midolla uccide l’animale, quantunque non scelsi di preferenza, non solo siccome quel-
molesti in modo alcuno le porzioni anterio- li che ebbero maggior voga, ma ancora per-
ri.— Rimaneva ad esaminare la seconda con- chè mi tolgono dal fare qualunque digressio-
dizione, vale a dire, se la distruzione della ne, e le prove che se ne dedussero possono
spinai midolla disordini o arresti la circola- esser valutate dietro la semplice esposizione
zione generale. Se ciò fosse, dipenderebbe sol- dei miei esperimenti. Consiste il primo di que-
tanto perciocché i movimenti, od almeno le sti fatti, nella indipendenza in cui si trovano
forze del cuore, hanno il loro principio in essa imovimenti del cuore dal cervello. Haìler
midolla; il che diveniva oltremodo imbaraz- molto su di esso insistette, e tentò di moltipli-
zante per 1’ opposizione che ne risultava colla carne le prove. ( Elem. physiol. Tom. I, li b.
teorica in apparenza meglio stabilita e in ge- IV, sez. V.) E' indubitata cosa eh’ essendo
nerale maggiormente ricevuta sulle cause del- il cervello considerato da quest’ illustre au-
la circolazione del sangue. tore e dai suoi seguaci come la sorgente uni-
Simile teorica, come
è noto, è quella di ca della potenza nervosa, provare che i mo-
Haller, consiste dessa nell’ ammettere la indi- vimenti del cuore sono indipendenti da quel-
pendenza moti del cuore dalla potenza
dei 1’ organo, era lo stesso che voler dire non
nervosa, e porre il loro principio nella irrita- dipendere essi da questa potenza ma chiaro ;

bilità, proprietà essenzialmente inerente a tut- apparisce cadere da sè siffatta prova, dappoi-
ti i muscoli, ma dal cuore posseduta in grado ché è abbastanza riconosciuto non essere il
più eminente di ogni altro. La irritabilità dà cervello 1’ unica sorgente della potenza ner-
solo al cuore la facoltà di contrarsi con ade- vosa. — E' il secondo fatto, che se tu strappi
guata forza ; occorre di più una causa che il cuore di un animale vivente e lo appoggi
metta essa facoltà in azione, uno stimulus , la sopra una tavola, quantunque per tale strap-
cui presenza od assenza determini o faccia ces- pamento si trovi desso sottratto alla azione
sare le contrazioni. Questo stimolo è 1’ effetto della potenza nervosa, i suoi moti di diastole
del contatto del sangue sulle superficie in- e di sistole tuttavia continuano, e talvolta an-
terne delle cavità del cuore. Qualora le due che per moltissimo tempo. Ciò è vero. Ma si
orecchiette sono piene di sangue, le loro fi- tratta di sapere se cotesti movimenti sono
bre, irritate pel concorso di questo liquido, si capaci d’intrattenere la circolazione, e se con-
contraggono e lo forzano di entrare nei ven- servino le forze necessarie all’ uopo alla qual :

tricoli, i quali, irritati a lor volta dallo stesso cosa appunto sembra non abbiasi riguardato.
sangue, contraggono del pari e lo spingono
si Ora, siffatto quesito è precisamente quello
nelle arterie. Succedendo alla contrazione do- che il concatenamento dei miei esperimenti e
po l’espulsione dello stimolo, il rilassamento, delle mie idee mi conduce ad esaminare, per
vengono tosto riempiute altresì le orecchiet- comprovare se la circolazione dipende dalla
te da nuovo sangue versatovi dalle vene ne ;
spinai midolla. Imperocché, ammesso che la
nasce una nuova contrazione, la quale, facen- distruzione di essa midolla arresti siffatta
do ancora passare lo stimolo delle orecchiette funzione, ciò avvenire deve in due soli mo-
nei ventricoli, altra ne determina in quest’ul- di, cessar facendo cioè movimenti del cuore,
i

timi. Le cause stesse incessantemente riprodu- od anche indebolendoli. Ma poiché essi con-
cendosi nella medesima maniera, i movimenti tinuano anche dopo lo strappamento del cuo-
alternativi delle orecchiette e dei ventricoli re, era molto presumibile che avrebbero con-
del cuore, e in conseguenza la circolazione tinuato eziandio dopo la distruzione della spi-
mantengono l’interezza della vita. E' questa nai midolla ;
e diffatti così avviene, facile es-
la teorica adottata da più di un mezzo secolo, sendo T assicurarsene operando un'apertura
e che ancora riscontrasi nei libri e nelle scuo- nel cranio di un animale di qualunque età ed
le, malgrado frequenti attacchi a cui andò
i introducendo per essa uno stiletto pel cui
dessa soggetta. —
Condotto in tal guisa di- mezzo distruggonsi cervello e l’intera spi-
il

rettamente dai miei esperimenti a rivocare in nai midolla, ed aprendo quindi il petto di esso
dubbio 1’ esattezza di una teorica sì superiore animale, si riconosce che i moti del cuore con-
a quanto immaginato aveasi precedentemente tinuano. Se avviene adunque che, in onta a
onde spiegare la costanza ed il ritmo ammi- questi moti, la circolazione cessi, dipende
rabile dei movimenti del cuore, io mi dedicai perchè mancano essi della forza necessaria
nell’ esaminarne i fondamenti con maggiore per conservarla, e per conseguenza, qualun-
attenzione di quella che fin impie-
allora que siano i movimenti del cuore sussistenti
gava, e bentosto m’ accorsi come non senza dopo la distruzione totale o parziale della spi-
2 I .4 ESPliTUENZÈ

nal midolla, il quesito che si presenta a ri- gue a un dipresso nero. Cotale variazioni suc-
solvere è di sapere se questa distruzione ha cedono ancora negli animali giovanissimi; non
per iseopo immediato di arrestare la circola- si riscontrano però nei porcelletti d’ India
zione. giunti ad una età assai più inoltrata, percioc-
Cotale quesito sembra semplicissimo, e ché non è già di rado in questi ultimi restare
pare niente esser più agevole che di accertar- il foro di Botalli largamente aperto fino all’e-

si se il o no per entro ai vasi ;


sangue circoli tà adulta. Inquanto alle eccezioni che hanno
ma postisi all
1
esperimento, lo si trova molto la lorcausa nel ventricolo destro del cuore, io
complicato in certi casi. Tutta la difficoltà le osservai nei gatti appena nati, e mi riserbo
consiste in sapere dietro quali segni si possa ad esporle più circostanziatamente in una
riconoscere che la circolazione è arrestata. memoria che prometto di pubblicare sulla ot-
La mancanza emorragia nel taglio di una
di turazione del canale arterioso.
grossa arteria, od amputando uu membro, La inspezione delle carotidi somministra
sembra essere uno dei più sicuri, e lo è di altresì segni a cui devesi
prestare grande at-
fatto, ma in generale solamente quando gli tenzione, e i quali si deducono dalla pienezza
animali sono alquanto avanzati in età. Qual- e dal colore di queste arterie. Dissi il colore ,
ora sono essi giovanissimi ed il foro di Bo- imperciocché trasparenza delle toniche di
la

talli non trovasi per anco turato, l’emorra- esse arterie negli animali giovani, come quel-
gia risulta allora un segno equivoco dello sta- li eh’ io sottopongo alle esperienze, permette

to della circolazione. Diffatti, di leggieri si di agevolmente distinguere, alla più leggera


1
comprende che a quest età 1’ amputazione di ispezione, tutte le gradazioni che il colore del
xtn membro, di una coscia, per esempio, può sangue vi può assumere ; il che riesce como-
occasionare una emorragia più o meno consi- dissimo. Posto adunque che le carotidi tro-
derabile, nè perciò ristarsi la circolazione. vinsi ripiene e tonde, che il soffiamento pol-
Imperocché i movimenti del cuore, i quali , monare dia loro prontamente un bellissimo
come abbiamo veduto, sussistono sempre cer- color vermiglio, che desse ritornino nere in-
to tempo dopo la morte, hanno certa tal qual terrompendo il soffiamento, e rosse nel ri-
forza, la quale, quantunque inetta a mantene- prenderlo, più dubbio non havvi sulla esisten-
re la circolazione, vale dire a far passare il za della circolazione. Al contrario, è certo es-
sangue dalle arterie nelle vene, può tuttavia sere dessa arrestata allorquando siffatte arte-
1
esser atta a spingerlo fuori per l apertura di rie sono vuote e piatte, e nei casi in cui con-
una grossa arteria. 11 sangue venoso che si ac- tenendo ancora un po’ di sangue, questo san-
cumula costantemente dopo la morte nelle ca- gue non cangia minimamente di colore col
vità dritte del cuore, potendo passare nelle soffiamento polmonare. Alla qual occasione
cavità sinistre per il foro di Botalli, servirà a dirò essere questo stato delle carotidi uno dei
far sussistere la emorragia fin tanto che i mo- segni più certi e più pronti che si possa avere
vimenti del cuore conserveranno qualche po- della morte di un animale. E, dico io, uno dei
co di forza. Solo devesi por mente che in tut- più pronti, poiché lo si può comprovare al-
ti i suddetti casi la emorragia, quantunque si l’ istante stesso in cui la circolazione si arre-
sviluppi da un’ arteria, non manda che san- sta, e qualora battili del cuore continuano
i

gue venoso, e per conseguente di color nero ;


ancora. In moltissimi esperimenti sull’asfissia,
sotto il qual aspetto, l’emorragia sommiuistra ogni qualvolta venne dessa prolungata fino a
essa stessa un segno assai importante dello che le carotidi fossero vuote e piatte, mai rie-
stato della circolazione. Risulta questo se-— scii a poter richiamare in vita gli animali, e sì
gno dal colore del sangue. Ogni qual volta il talvolta ssntivansi ancora, attraverso le pareli
sangue arterioso non diviene rosso, e l’emor- pettorali, i battili del cuore. Ma qualora gli
ragia arteriosa continui ad esser nera duran- animali sono giovanissimi e assai piccoli, es-
te il soffiamento polmonare, ch’io suppongo sendo molto piccole del pari le carotidi, e go-
fatto con molta diligenza, forma questo un in- dendo a quest’ età d’ una grandissima con-
dizio che la circolazione è arrestata. La qual trattilità,non riesce sempre facile di assicu-
regola però va pure soggetta a qualche varia- rarsi se desse siano vuote e piane, o sola-
zione, dipendente dal foro di Botalli o dalla mente contratte ed accorciate in seguito del-
forza relativa del ventricolo destro del cuore. l’ indebolimento della circolazione. Tutti —
Qualora la circolazione, senza essere arresta- segni offrono adunque nella prima età
siffatti
ta, trovisi considerabilmente affievolita, e po- qualche incertezza, la quale si osserva più
chissima quantità di sangue passi pei polmo- particolarmente in certe specie che in alcune
ni, siffatta piccola quantità, frammischiandosi altre e addiviene dessa talvolta io trican tissi—
;

nella sinistra orecchietta con quella assai più ma nei cani e soprattutto nei gatti non anco-
grande versatovi dalla destra per via del foro ra giunti ai cinque giorni. Avventuratamente
di Botalli, perde quasi intieramente il suo ver- non riscontrasi essa nei conigli ; e può dirsi ,
miglio co lore j e nell’aorta yì perviene san- in generale, che l’emorragia accadendo o no
sur, PRINCIPIO DELLA VITA

e pel suo colore, e le carotidi per la loro diffatto cotale processo, e mi parve corrispon-
vuotezza, pienezza e colore, danno bastante- dere intieramente al mio oggetto. —
Il mezzo

mente a conoscere se la circolazione trovisi più sicuro di arrestare di botto la circolazio-


o no arrestata in questi animali, qualunque ne, è quello di legare o tagliare il cuore alla
sia T età loro. base dei grossi vasi, lo praticai ambedue le
Del rimanente, cotale incertezza si osser- operazioni sopra conigli di cinque in cinque
va soltanto trattandosi di provare l’instanta- giorni il primo mese della loro nascita; e no-

neità della cessazione della circolazione, dopo tai con cura la durata degli sbadigli e quella
distrutta la spinai midolla; imperocché, arre- della sensibilità per ciascuna età. Lo specchio
stata trovandosi in realtà la circolazione, le seguente contiene i risultati di siffatti
espe-
emorragie e le altre apparenze, che sulle pri- rimenti. Non vi distinguo già legatura
la

me potrebbero farne dubitare, la indicano to- dalla eccisione del cuore, perciocché par-
sto esse medesime col loro sparimento. Non venu che gli effetti di ambidue fossero assor
hanno desse pei fatto in tal caso che brevissi- lutamente eguali, allorquando venivamo dessi
ma durata, mentre continuano, o si ponno tempo stesso dopo l’apertura del
praticati nel
prolungarle per uno spazio assai maggiore, petto tempo che non deve ecceder un mezzo
:

allorché esista la circolazione stessa in debo- minuto. In seguito di siffatto specchio, due
lissimo grado. Nondimeno siccome importava altri ne collocai, i quali fanno conoscere le
moltissimo di determinare il momento preci- durate dei fenomeni stessi, nel caso di asfissia
so in cui la circolazione si arresta, io bramai per semplice apertura del petto, e in quello
averne qualche altro segno che tosse applica- d’ asfissia per sommersione.
bile senza equivoco, a ciascuna specie e ad
,

ogni età. Nelle mie precedenti ricerche sulla Specchio della durata degli sbadigliamenti
decapitazione dei conigli, osservato aveva che E DI QUELLA DELLA SENSIBILITÀ' NEI CONI-
le teste divise dal corpo, continuavano a sba- GLI DI ETÀ DIFFERENTI. 1

digliare per certo tempo che variava a tenor


dell età di questi animali, ma che risultava a
1

un dipresso costante individui di pari


negli i.° Dopo la recisione del cuore.
età. Notato aveva dopo ciò nei miei esperi- —
menti sulla midolla spinale, che in seguito al-
la distruzione totale di essa midolla, gli sba-
Età. Sensibilità. Sbadigliamenti.
diglinoli segni di vita che allora rimangono,
avevano manifestamente, alle stesse età, eguali giorni minuti minuti
durate che in queste leste, senza che fosse pos-
sibile di farle durare più a lungo. Era eviden-
i i
4 20
tissimo non esservi più circolazione nella testa
5 6 9
divisa dal corpo, e per conseguenza gli sbadigli
IO 3 JL 4
non continuavano che il tempo durante il quale j
2 -1
5 2 JL
la vita può sussistere nel cervello dopo cessata
i A-

la circolazione. Là appunto nato m’era il pri- 20 i _L I — i

mo sospetto che la distruzione della spinai mi- JL


ì ,
j — r
2Ò ì j
dolla sospende di botto questa funzione. Ru- l -L
3o i $
minando in seguito questi fatti, ne conclusi
dover esser del resto del corpo come della te-
sta, vale a dire, che la vita ed segni che la
i 2.° Dopo 1

apertur a del petto.
manifestano aver dovevano nel tronco una
durata determinata, secondo l età, dopo ces-
1

sata la circolazione, e divenir fattibile di di-


Età. Sensibilità. Sbadigliamenti.
struggere con ciò un indizio abbastanza certo
ed applicabile ad ogni qualunque caso, non minuti
giorni minuti
solamente della cessazione della circolazione ,
ma ancora dell’epoca in cui avverrebbe. Ba- 3o
i 16
sterebbe con ciò arrestare subitamente la cir- 16
5 2
colazione ed in modo sicuro in certo numero
I

di animali di differenti età, di notare dipoi io 5 JL .


77
K“ I

con diligenza le durate dei segni variabili IO 3 — 5

della vita, e di formarne uno specchio al qua-


>*

20 o
w Z
4- 1
le si comparerebbe le durale dei fenomeni 2
20 I
medesimi negli animali della stessa specie e di o J-
1
pari età, negli sperimenti che riterrebbonsi at- 00
ti ad arrestare fa circolazioue. lo sperimentai
ai£ ESPERI RNZR

però intrattenermi a farne più menzione, sti-


3 .° Nell’ asfissia per sommersione. mo meglio dar mano a descrivere «.particolari
di esse esperienze, i quali saranno bastanti a
^ J
~
far conoscere la natura ed il valore di ciascu-

Età. Sensibilità. Sbadigliamenti.


no dei detti segni. — Ho
come av- praticato,
vertii, sui conigli la distruzione, tanto totale,
come parziale dalla spinai midolla, di cinque
giorni minuti minuti
hi cinque giorni, dall' istante della nascita fi-
no all’età di un mese
che forma sette età.
; il
1 i 5 27
osservai parecchi casi per ciascuna età qua-
5 1 16 ;

li sono, i.° la incisione della midolla pres-


io 4-1 5 —X 0
so l’occipite ; 2. la decapitazione; 3.° la di-
i 5 3 4 struzione di tutta la midolla 4 0 la distruzio- ;

20 ne della porzione cervicale 5 ° quella della ;

25 2 2 JL porzione dorsale 6.° quella della porzione


;

3o i2_
X
lombare. —
1 tre primi casi hanno per iscopo
<

di comparare dopo
lo stato della circolazione
la incisione della midolla all’occipite, e dopo
la decapitazione a ciò eh’ essa diviene dopo la
Siffatti singolarmente quelli
resultati ,

sono mezzi distruzione di tutta la midolla. Quanto agli


relativi alla eccisione del cuore, i

di certo numero di esperimenti. Io as- — altri tre distruzione della porzione


casi, la
stessa della midolla non producendo già gli
saggio la sensibilità pizzicando le orecchie, le
zampe e la coda, e ne noto 1’ estinguimento que-
stessi effetti sulla vita alle differenti età,
1 sti tre casi tendono
paragonare questi per
a
all istante in cui tali pungimenti più non dan-
risguardo alla circolazione di cinque in cin-
no movimento di sorta. Fo per altro osserva-
re che ben sovente esiste ancora alcun poco
que giorni. In ogni caso dovetti ripetere più
1 volte le stesse esperienze onde comprovare il
di sensibilità all ano, mentre più non vene
ha nelle parti di cui teniamo discorso. Fat-
1
— corso dei fenomeni in essa incontrati. Molti-
plicati siffatti numerosi esperimenti dai molti
ta la recisione del cuore, come nell asfissia,
gli sbadigli sono sempre accompagnati
moti di
casi, enuovo moltiplicati dalle sette
di età
respiratori! del torace. D’ordinario, questi du-
comprese nel primo mese della nascita, rie-
scono troppo smisurati perchè possa qui en-
rano alquanto più a lungo degli sbadiglia-
trare in ragguagli sì ragguardevoli ; per la
menti notati nello specchio qui sopra, per-
qual cosa mi limiterò a riportare un esperi-
ciocché in moltissime esperienze sulla spinai
midolla, sono essi i soli che venga fatto di x os-
mento per ciascheduno dei sei casi considerati,
servare. —
Oltre i sopraccennati segni , mi
il primo, il decimo e il ventesimo giorno del-

la nascita.
servii nelle mie esperienze di vari altri; senza
ESPERIENZE
PER DETERMINARE GLI EFFETTI DI VARIE LESIONI DELLA MIDOLLA
SPINALE SULLA CIRCOLAZIONE

S ——

ESPERIENZE SUI CONIGLI NEL PRIMO GIORNO DEL LORO NASCIMENTO.

rimo caso. —
Sezione della midol- tarn ente. —Sullo stesso conìglio. A cin-
la spinale presso V occipite ; la circolazio- quanta minuti, eguale stalo della sensibilità e
ne continua * Midolla
.

spinale tagliata con della emorragia, ed i balliti del cuore sono
un ago tra P osso occipitale e la prima verte- sempre distinti a traverso Se pareli del petto:
bra. Rimangono tosto annientali tutti i moti tutta la midolla spinale distrutta fino alla co-
inspiratori, che surrogati sono dagli sbadi- da, introducendo uno stiletto di ferro in tutta
gliamenti. L animale s agita oltre un mi-
11
la lunghezza del canale vertebrale. All’ islan-
nuto dopo resta desso sensibile in tutto il
; te, tutto il corpo diviene flaccido e privo affat-

corpo la sensibilità estinguesi verso


: sedici i to di sentimento e di movimento. I battili del
minuti. {Nota. —
1 minuti sono sempre con- cuore più non distinguonsi, nè più dipoi si
1
tati dall incominciamento della esperienza o rinvengono. Soffia mento ripreso a cinquan-
delia prima esperienza sullo stesso animale; tun minuti. Effetto niuno una coscia tagliala
;

qui è dalla incisione della midolla all’occi- a cinqoantacinque minuti non getta sangue mi-
pite.) Ai venti minuti, continuano ancora gli nimamente ; l’altra, tagliata ai sessanta, ne dà
sbadigli, ed essendo le carotidi nere e ro- due o tre goccie di nero, che sembrano deri-
tonde, ma meno grosse di quello che siano vare dalla vena femorale, la quale è assai pie-
al principio dell’esperienza, incominciasi il na. Asciugata la ferita, più non insanguina.
soffiamento polmonare. In meno di cinque Soffiamento lasciato a settanta minuti. Petto
secondi, le carotidi ingrossano e divengono aperto a novanta minuti, le vene polmonari
oltremodo vermiglie; poco stante gli sbadi- sono in parte nere e in parte vermiglie.
gliamenti si accelerano e rinforzano. La sen- Simile caso sur un altro coniglio , sen-
sibilità rinasce verso ventun minuti. Le caro-
i za praticare la decapitazione, distruggendo
tidi, interrompendo soffiamento, divengono
il dapprima tutta la midolla spinale colla intro-
subitamente nere, e vermiglie nel rinnovarlo. duzione dello stiletto tra 1’ osso occipitale e i l

Ai venticinque minuti fassi 1’ amputazione


,
prima vertebra in tutta la lunghezza del ca-
di uno emorragia vermiglia duran-
dei piedi, nale vertebrale. Tutto il tronco flaccido e mor-
te il soffiamento, nera questo sospeso. A tren- to. Sbadigliamenti, soli segni di vita nella te-
ta minuti, continuano i fenomeni stessi le ;
sta. 1 battiti del cuore più non distinguonsi.
due carotidi legale, ciascuna colle vene giu- A quattro minuti trovandosi le carotidi pres-
gulari esterna ed interna dal suo Iato. soché vuote, e non contenendo che poco san-
Secondo caso. —
Decapitazione ; la cir- gue nero; il soffiamento polmonare incomin-
colazione continua. —
Sullo stesso coniglio. ciato. Verso cinque minuti, ritorna un pic-
A trentadne minuti, decapitazione sulla prima colo filetto disangue vermiglio nelle caroti-
vertebra cervicale. La testa separata dal cor- di, il quale non è sufficiente per riempirle,
po continua a sbadigliare per parecchi minu- non cambia per niente colore interrompendo
ti. Soffiamento polmonare ripreso a trentalre il soffiamento, e scompare verso la fine del
minuti. La sensibilità conservasi nel tronco. settimo minuto. I battiti del cuore non ritor-
A quaranta minuti, amputazione dell’altro nano distinguibili, e ai dodici minuti cessano
piede, emorragia vermiglia o nera, secondo gli sbadigliamenti. Le due coscie , tagliale,
che il soltiamento vien o continuato o sospeso. P una a sei minuti, l’altra a nove, piu noti
Terzo caso. —
Distruzione di tutta la gettano sangue. 11 soffiamento vien inli atte-
midolla ; la circolazione è arrestata subi- nuto con molla cura , ma senza riuscita imo
Encicl. Med. 4»*
218 ESPERIÈNZE

ai diciolfo minuti. Il colore delle vene polmo- mo e senza sbadigliamento. A otto minuti, am-
nari come nei primi conigli. — Siffatte espe- putato uno dei piedi getta sangue vermiglio;
rienze ripetute sopra moltissimi individui del- ai quindici la respirazione continua con molta

la stessa specie e di pari età, diedero costan- facilità ; i ballili del cuore distinguonsi, l’ani-
temente i medesimi risultaraenti. male tien bene la testa, e sostiensi sulle zampe
Quarto caso. — Distrazione della mi- anteriori.
dolla cervicale; la circolazione è tosto ar-
restata. —
Immediata distruzione della mi- Esperienze sui conigli in. età di
dolla cervicale ,
dall- occipite fino alla prima dieci giorni.
vertebra dorsale. Sbadigliamenti; il collo flac-
cido e morto ; le zampe anteriori insensibili ; Nota. Indicherò ora soltanto i princi-
il rimanente del corpo sensibile. 1 battiti del pali fenomeni, e particolarmente quelli che
cuore appena distinguibili. Soffiamento inco- danno a conoscere lo stato della circolazione.
mincialo a tre minuti ; battili del cuore si ac- Primo caso. —
Incisione della midolla
i

celerano e divengono più distinti. Le carotidi, all occipite ; la circolazione continua .



le quali contenevano un solo filetto di sangue Midolla spinale tagliata con un ago tra l’osso
nero, si riempiono alquanto, ed assumono co- occipitale e la prima vertebra. La sensibilità
lor vermiglio. Poco stante cessano i battiti di cessa a sei minuti, e gli sbadigli a sette. A otto
cuore di farsi sentire ;
vuotano
e le carotidi si minuti , essendo le carotidi nere e ancor
di più in più. A sei minuti contengono un fi- rotonde, incominciamento del soffiamento pol-
letto sottilissimo di sangue vermiglio, che con- monare. Al quarto colpo dello stantuffo, le
1
serva questo colore nell intervallo del soffia- carotidi sono ben vermiglie e più grosse. Ver-
mento. Una coscia tagliata a sei minuti getta so gli otto minuti e mezzo, ricompariscono gli
qualche poco di sangue nero, la qual emorra- sbadigli, e verso i nove e mezzo, la sensibili-
gia si sostiene alcuni minuti e sempre nera. tà. A dodici minati, amputazione di un pie^
La sensibilità cessa a undici minuti, e gli sba- de, emorragia rossa o nera, secondo che il
dìgli ai dodici ;
tagliata 1’ altra coscia ai quat- soffiamento è o no continuato. A quattordici
tordici minuti più non getta sangue. Soffia- minuti, eguali fenomeni legatura delle caro-
;

mento interrotto ai sedici minuti. Le vene tidi e delle vene giugulari.


polmonari mostrano di
si un bruno-chiaro- Secondo caso. — Decapitazione la cir-
Quinto caso. —
Distruzione della mi- colazione continua.
;
— Sullo stesso anima-
dolla dorsale ; la circolazione continua. —- le. A
quindici minuti, decapitazione sulla pri-
Sopra un altro coniglio. —* Distruzione im- ma vertebra cervicale, ai sedici, soffiamento ri-
immediata di tutta la midolla dorsale introdu- preso. A diciotto minuti, la sensibilità mo-
cendo lo stiletto nel canale vertebrale tra la strasi più viva di quello che fosse prima della
prima vertebra lombare e 1’ ultima dorsale. La decapitazione, e l’animale s’agita maggior-
testa, il collo e la parte di dietro rimangono mente e con più forza. A ventini minuti, am-
viventi; i! mezzo del corpo è morto. I moli putazione di un piede, emorragia vermiglia ;
<ì’inspirazione sussistono, ina deboli , e si ef- ai ventuno, sospensione dei soffiamento per
fettuano solo pel diaframma. Fiacchi odorisi sette minuti, e tosto l’emorragia diviene e
pure battiti del cuore , nè vi hanno sbadi-
i conservasi nera. A ventotto minuti, la sensi-
gliamenti. A cinque minuti, amputazione di bilità apparisce estinta ed arrestata l’emorra-
un piede, senza emorragia ai sei, amputazio- ;
gia ma distinguendosi ancora benissimo i
,

ne di una gamba, ed havvi emorragia vermi- battiti del cuore, il soffiamento viene ripreso.
glia. A quindici minuti, f animai viveva c re- La sensibilità rinasce verso ventinove minuti,
spirava, e le emorragie erano vermiglie. Serve e tosto ricomparisce l’emorragia, che è vermi-
desso ad altra prova. —
Cosiffatta esperienza glia durante il soffiamento.
non ha sempre eguale resultato nei conigli di Terzo caso. —
Tutta la midolla spina-
quest’ età , ed assai di spesso la distruzione le distrutta ; la circolazione cessa. Sullo —
della midolla dorsale è immediatamente segui- stesso coniglio. A trenta tre minuti, essendo
ta da tutti i segni dinotanti essere già arresta- la sensibilità ben distintala emorragia vermi-
ta la circolazione. glia e i battiti del cuore manifesti, tutta la
Sesto caso. — Distruzione della
. midol- midolla spinale distrutta, più non distinguon-
la lombare. : la circolazione continua. — si, a trenlatre minuti tre quarti, i battili del
Sopra altro coniglio Distruzione immediata
.
cuore, nè più ritornarono. Soffiamento ripre-
della infera midolla lombare introducendo an- so a trentaquattro minuti, effetto nullo. Ta-
cora lo stiletto tra la prima vertebra lombare gliate le due coscie, 1' una a treniasei, 1’ altra
e l’ultima dorsale, e dirigendolo verso la coda. a quaranta minuti, più non giltano sangue di
La parte posteriore affatto morta il resto del ; sorla. Il soffiamento, continuato sempre con
corpo dimora in vita. La respirazione, dap- molta cura, non è tralasciato che a quaranta*
prima alquanto turbata, si ristabilisce benissi- due minuti. All’apertura del petto, falla a
-Sii L PRlNCTlUO DELLA VITA 2T9
sessanta minuti, le vene polmonari sono ver- la midolla lombare. 1 battiti del cuore diven-
miglie. —
Se si distrugga immediatamente gono nelle prime irregolari c più leniti, e tur-
tutta la midolla spinale senza decapitare l’ani- bata viene la respirazione. Poco dura colale
male, i resu! tati sono medesimi. Subito dopo
i disordine. A dieci minuti la l’espirazione ap-
tale operazione più non si sentono battiti i pare abbastanza libera, ed i battili del cuore
del cuore; le carotidi risultano vuote e schiac- ha uno a un dipresso il ritmo stesso che a ve vano
ciate, l’amputazione delle eoscie più non dà prima deli’ esperienza ; solo sono un po’ più
sangue, e gli sbadigli che in la! caso si effet- deboli e meno distintamente si sentono, f a-
tuano cessano verso tre minuti e mezzo, nè
i gliata una gamba, a dodici minuti, manda san-
1

i! soffiamento polmonare ha forza d intrat- gue vermiglio. A quindici minuti è P animale*


tenerli. tuttor nel medesimo stato, e serve ad altra
Quarto caso. —
Midolla cervicale di- esperienza. —
In generale, verso V età di dieci
strutta ; la circolazione si arresta. So- — giorni, gli effetti della distruzione della mi-
pra altro coniglio. Distruzione immediata dolla spinale offrono moltissime varietà; alla
della midolla cervicale, dall’occipite fino alla qual epoca non avvi di costante che l’improv-
prima vertebra dorsale. Soffiamento incomin- viso tralasciamento della circolazione prodot-
ciato a due minuti e mezzo, trovandosi le ca- to dalla distruzione simultanea di tre porzioni
rotidi schiacciate e pressoché vuote, non più di questa midolla, ed il suo affievolì men to più o
distinguendosi battili del cuore, ma insistono meno grande che ne deriva dalla mancanza di
gli sbadigli e la sensibilità poco a poco com- ;
una qualunque di tali porzioni. Ciò sembra
parisce nelle carotidi un po’ di sangue vermi- dipendere dal fatto che venendo aumentata
glio, non sufficiente a farle divenir rotonde. coll’età T influenza di ciascuna porzione sulla
Verso tre minuti estinguesi la sensibilità, e circolazione, è appunto verso dieci giorni ohe i

dessa s avvicina al suo maximum. Dibatto, la


1
verso tre e tre quarti finiscono gli sbadi-
i

gliamenti; i battiti del cuore più non si senti- porzione stessa di midolla stata distrutta a
,

tirono. Tagliate le due coscie, 1’ una a quattro quest’ epoca, non arresta per anco la circola-
e T altra a dieci minuti, non giltarono san- zione sì bene 1’ arresterà alcuni giorni più
.

gue. Il soffiamento vien dimesso a quindici tardi.


min ali.
Quinto caso. — Midolla dorsale distrut- Esperienze sui conigli in età di-

ta circolazione si arresta in capo a


la venti giorni.
;

due minuti. —
Sopra altro coniglio. Distru-
zione immediata della midolla dorsale, dalla Primo caso. — Incisione della midólla
prima vertebra lombare fino sulla prima dor- all ’ occipite ; la circolazione continua .

sale. La respirazione è turbata, e si effettua Midolla spinale tagliata all’occipite con un
soltanto pel diaframma, ma sulle prime con- aso. La minuti e
sensibilità s’annienta a tre

tinua. A un minuto e mezzo, amputata una gli sbadigli ai tre e tre quarti. Soffiamento

gamba emorragia vermiglia. A due minuti


,
polmonare incominciato a quattro minuti e
alla respiratone succedono radi sbadigliamen- mezzo, essendo le carotidi nere e tuttavia ro-
ti, accompagnati da profonde contrazioni del tonde, ma mediocremente piene, e distinguen-
diaframma. Soffiamento praticato a quattro dosi i battili del cuore. In meno di cinque se-
minuti, pulsando ancora le carotidi, le quali condi, riempiono ancor più e di-
le carotidi si

però contengono un sotlil filetto di sangue vengono rossissime. Gli sbadigli ricompari-
mezzo vermiglio. Effetto nullo. Le carotidi scono a quattro minuti tre quarti, e ai cin-
Tanno sempre più vuotandosi. La sensibilità que la sensibilità. A olio minuti, amputazione
cessa a cinque minuti, e gli sbadigli a sei, le di un piede, emorragia vermiglia durante ii
Contrazioni del diaframma verso i sette, la- soffiamento. A dieci minuti, gli sbadigli, la
sfiata una coscia a otto minuti, non versa san- sensibilità e P emorragia continuano legatu- :
O / ,

gue, come neppure l’altra tagliata agli undici. ra delle carotidi e delle vene giugulari.
Sospensione del soffiamento a tredici minuti. Secondo Caso. —
Decapitazione ; la cir-
Apertura del petto in capo a dieci ore. Ver- colazione continua . —
Sullo stesso coniglio .

miglie mostransi le vene polmonari, e turalo A undici minuti, eguali fenomeni decapita- ;

il i segni
foro del Botalli.In siffatta esperienza zione sulla prima vertebra cervicale, il mon-
della vita sparirono circa due minuti più tar- cone del collo getta alquanto abbondantemen-
di di quello che fatto avessero dopo la reci- te Sangue nero. Soffiamento ripreso a dodici

sione del cuore. Medesimamente la circola- minuti. La sensibilità è benissimo ravvivata.


zione arrestossi due minuti all’ incirca dopo A sedici minuti, l’amputazione di una gamba
la distruzione della midolla. produce un’emorragia vermiglia.
Sesto caso. —
Midolla lombare distrut- Terzo caso.- Fatta la midolla distrut-
ta ; continua
la circolazione Sopra al- .
— - ta la circolazione si arresta
• Sullo stes- . —
tro coniglio. Distruzione immediata di tutta so animale. A diciotto minuti, essendo la
£20 ESPERIENZE

sensibili là manifestissima ed cuo- i battiti del mento abbondante a dieci minuti. Le vene pol-
re distinti, distruzione della intera midolla monari sono vermiglie. — Non mi. soffermerò
spinale un momento dopo, battili del cuore
;
i qui sul segni ricavati dal colore
valore dei
più non dislinguonsi, nè più risentironsi. Sof- o dalla mancanza di emorragia, dalla pienez-
fiamento ripreso a diciannove minuti, e con- za, colore o vuotezza della carotide, dalla fa-
1
linuato fino ai ventisei; effetto nullo. Tagliata a cilità o dall impossibilità di sentire i battiti
venti minuti una coscia non esce sangue, e del cuore attraverso le pareti del pelto, e via
1
neppure dall altra tagliata ai ventiquattro. Le dicendo imperocché se paragonisi il loro sta-
;

vene polmonari sono vermiglie. to dopo la incisione della midolla alToccipite,


Quarto caso. —
Midolla cervicale di- ed anche dopo la decapitazione a quello in

,

strutta ; la circolazione si arresta. So- cui si trovano, distrutta che sia totalmente o
pra altro coniglio. Distruzione immediata parzialmente la midolla spinale, non rimarrà,
«Iella midolla cervicale. La sensibilità vieti io mi penso, alcun dubbio, che in questo ul-
meno a un minuto e un quarto, e ad uno e timo caso, ogniqualvolta cessi la vita nelle
mezzo più non dislinguonsi battiti «lei cuo- i parti dell’animale non già state colpite tosto
re; amputata una coscia non dà sangue, e ces- da morte per la distruzione della midolla, ciò
sano gli sbadigli. A due minuti e mezzo, sof- addivenga solo a motivo che tale distruzione
fiamento polmonare, essendo le carotidi appia- arrestò la circolazione generale. Giova però
nate e quasi vuote; vi ricomparisce lenta- avvertire doversi prestar grande attenzione
mente una debile striscia di sangue vermiglio, alla durata della sensibilità e a quella degli
cui poco dopo si evade, e a cinque minuti so- sbadigli, siccome segni più atti a far conosce-
no queste arterie affatto bianche. Più non si re lo stalo della circolazione. Già abbiamo
distinsero i battiti del cuore ; amputata sulle veduto, che aj decimo e al ventesimo giorno,
prime la coscia, non diede sangue, del pari come al primo della nascita, coincidere siffatte
1
dell altra amputata a otto minuti. Soffiamen- durate con quelle che si osservano dopo la re-
to dimesso a quindici minuti, le vene polmo- cisione del cuore, od almeno mai non la sor-
nari sono vermiglie. passano; il che riesce tanto più osservabile, in
Quinto caso. -

Midolla dorsale di- quanto che differiscono esse notabilmente, in
strutta ; la circolazione si arresta. Di- — ispecie primi giorni della nascita, da quella che
i

struzione immediata della midolla dorsale, determina l’asfissia (Vedi lo specchio più sopra).
(

poco stante più non sono distinguibili i batti- As^iungo inoltre che la durata della sensibi-
ti del cuore ; la sensibilità più non è a un mi- iilà equella degli sbadigli sono ì segni pivi in
nuto e mezzo, e poco prima dei due s’arre- generale applicabili ad ogni specie e a ciascu-
stano pure gli sbadigli A due minuti le caro- na età. Nei cani, e singolarmente nei gatti, di
tidi sono appianate e vuote ai quattro am- ; età minore di cinque giorni, accadp spesso che
putazione della coscia senza emorragia. Ts’on tutti gli altri segui riescano insufficienti a far
praticasi il soffiamento polmonare. A diciotto conoscere se circolazione sia o no arrestata
la
minuti apertura del petto. Le vene polmonari dopo la distruzione della intera midolla spi-
sono vermiglie. nale, e la sola durata degli sbadigli mette in
Sesto caso. —
Midolla lombare distrut- chiaro la cosa. —
Si avrà fuor di dubbio po-
ta ; la circolazione cessa in capo a due mi- sto niente, nel caso di cui favello, come il sof-
nuti .

Sopra altro coniglio. Distruzione im- fiamento polmonare fa talvolta scorrere nelle
mediata della midolla lombare. La respirazio- carotidi una strisciolina di sangue vermi-
ne è turbata, ma si effettua senza sbadigli; ir- glio, anche alloraquando tutti gli altri segni
regolari sono i battiti del cuore, però ancora danno divedere essere arrestata la circola-
a
abbastanza distinti. L 1
animale si regge sulle zione, nè più può esservi nelle vene polmo-
zampe anteriori, e tiene la testa dritta. A un nari e nelle cavità sinistre del cuore se non
minuto e mezzo vacilla e dura fatica a soste- sangue nero il qual fatto abbisogna di spie-
nerla ;
ai due cade ed arrestasi di
sui
botto la respirazione alcuni istanti soprav-
fianchi, gazione. — ;

Ogni qualvolta incominciasi a di-


1

; struggere la midolla spinale vicino all occipi-


vengono sbadigli accompagnati da movimenti te, essendo annientati i movimenti inspirato-
del torace. Verso questo tempo, i battiti del ri del torace dal momento in cui la midolla
cuore più non sono distinguibili. La sensibi- vien in questo luogo disorganizzata e prima
lità cessa a tre minuti e mezzo, e gli sbadigli che la distruzioue giunga al punto di arresta-
verso i quattro. Soffiamento polmonare a tre stare la circolazione, havvi sempre asfissia in-
minuti due terzi ; effetto nullo. Le carotidi nanzi che cessi la circolazione, e per con-
sono, a cinque minuti, schiacciate e vuote. seguenza le vene polmonari e le cavità sini-
Tagliata una gamba a un minuto e mezzo, dà stre del cuore contengono sangue nero sol-
alcun poco di sangue vermiglio tagliata ai ; tanto, egualmente delle cavità destre all’i-
tre minuti una coscia non ne dà di sorta, co- stante in cui dopo distrutta la midolla si ten-
me neppure T altra amputala ai sette. Soffia- ta il soffiamento polmonare. In tale stato di
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 221

rose, acciocché pervenga sangue vermiglio all’ apertura del petlo ;


imperocché, pel fatto,
nelle carotidi durante il soffiamento, è me- indica questo colore qual fosse lo stato della cir-
stieri che siasi formato del sangue arterioso colazione all’istante in cui tralasciossi il soffia-
nei polmoni, che siffatto sangue passato sia mento polmonare. Chiaro apparisce, ogni qual
dalle vene polmonari nelle cavità sinistre del volta s’ incontrino siffatte vene vermiglie, es-
cuore, da quivi nell’aorta. Trattavasi di deci- sere ciò una prova dell’avvenuto sospendi-
dere se tal fatto indichi un residuo di circola- melo della circolazione, altrimenti non avreb-
zione, ovvero se dopo la morte, e fermata che bero desse potuto mantenersi vermiglie, poi-
sia del tutto la circolazione, il soffiamento ché vi sarebbe tuttavia passato il sangue del—
polmonare possa determinare la formazione l’arteria polmonare e delle cavità destre del
del sangue arterioso. Al qual oggetto, pigliai cuore. Al contrario qualora si riscontrino ne-
due conigli di venti giorni ; nell’ uno distrus- re, riesce questo in generale un segno di non
si tutti i mezzi della potenza nervosa, mercè arrestata circolazione se non che siffatto ul-
;

di uno stiletto introdotto pel cranio, e spinto timo caso va soggetto ad alcune eccezioni, sin-
in tutta la lunghezza del canal vertebrale. Fe- golarmente all’età nelle quali il foro di Botalli
ci perir l’altro d’ asfissia, tagliandogli la mi- non è per anco turato. —
Risulta quindi dimo-
dolla spinale vicino all’occipite. Li lasciai tran- stra to che la distruzione della midolla spinale
quilli in seguito per quaranta cinque minuti, arresta tostamente la circolazione, e per conse-
in capo ai quali apersi loro il petto, e dopo guenza, i moti del cuore ricavano tutte le loro
aver conosciuto in ambidue esser nere le ve- forze in essa midolla. Quelli che sussistono tan-
ne polmonari, nero pure il poco sangue con- to dopo tale distruzione, quanto dopo che il cuo-
tenuto nell’orecchietta sinistra, tutte le cavità re venne sottratto all’azione della potenza ner-
del cuore trovarsi in riposo, nè sembrare e- vosa in tutto altro modo, e quali imposero
i

guaimente più irritabili, almeno eoli’ azione ad Haller e agli autori della sua scuola, sono
dello scalpello, praticai il soffiamento polmo- movimenti senza forze e perfettamente ana-
nare. Poco a poco le vene polmonari, e «la ul- loghi a quelli d’irritabilità che osservansi ne-
timo 1’ orecchietta sinistra, ripresero un bel gli altri muscoli più o meno a lungo dopo la

color vermiglio; non però rianimossi nel cuo- morte. In questi ultimi siffatti movimenti non
re alcun movimento. Per la qual cosa risulta si effettuano se non qualora si stimoli diretta-

indubitato che la formazione del sangue arte- mente il muscolo o il nervo che vi pervengo-
rioso può effettuarsi nei polmoni, ammesso no, nè havvi che un solo movimento per ogni
pure che la circolazione sia interamente so- rinnovellaraento dello stimolo. Nel cuore, i
spesa da qualunque siasi cagione. Suppongasi moti si riproducono spontaneamente, percioc-
ora che il soffiamento polmonare venga prati- ché il sangue che contiene ne è lo stimolo na-
cato, non già come in queste due esperienze, turale. È ancora dimostrato ritrarre indistinta-
tre quarti d’ ora dopo la morte, ma tosto che mente il cuore il principio delle sue forze da
la circolazione sia arrestala, ed i moli d’ irri- tutte le porzioni della midolla. Dei due modi
tabilità del cuore tuttora continuino; ciascun d’ azione esercitati da ogni porzione di mi-
soffiamento passar facendo
,
i polmoni da un dolla sulla vita, 1’ uno col quale dessa la costi-
grande a un piccolo volume, spremerà, come tuisce essenzialmente in tutte le parli che no
da una spugna, il sangue arterioso dalle vene ricevono i loro nervi, l’altro col quale contri-
polmonari nell’ orecchietta sinistra e questo
;
buisce dessa a mantenerla nel resto del cor-
sangue, indicalo da tutte le esperienze sulla po, questo ultimo dipende adunque dalla pos-
asfissia, come stimolo il più possente delle ca- sente influenza che esercita sui movimenti
vità del cuore, rinforzerà abbastanza le deboli del cuore. Per tal guisa si trovano spiegati gli
contrazioni del ventricolo sinistro onde così effetti, sì singolari in apparenza, della distru-
lo spingano nelle carotidi; ma non deve per- zione parziale della midolla spinale. E siffatta
venirvi, nè vi perviene di fatto se non in po- conseguenza, da me dedotta nelle mie prime
ca quantità e insufficiente non solamente per esperienze, che due condizioni sono sufficien-
riempierlo, ma ancora a dargli la forma ro- ti a intrattener la vita in qualunque siasi
por-
tonda in fine, cosiffatto filetto di sangue ha
;
zione di un animale, cioè, la integrità della
brevissima durata, e le carotidi irovansi assai midolla spinale corrispondente e la continua-
presto vuote, perciocché tosto s’ aumenta la zione della circolazione, cotale conseguenza
debolezza dei moti d’irritabilità del cuore. rimane pienamente confermata. Imperocché
Cotesto fatto adunque non ammette in modo chiaro risulta che qualora non si perviene a
alcuno la esistenza della circolazione, nè è già mantenere la vita in una parte di un animale,
in contraddizione cogli altri segni dei quali ho dopo aver colpito di morte il resto del corpo,
fatto parola. ciò avviene unicamente perciocché annientos-
Dal qui detto, scorgasi di leggeri il
fin si una delle dette condizioni.
Donde tu d uo-
perchè, nei miei esperimenti, ebbi in mira di po concludere che vi si perverrebbe in qua-
far menzione del colore delle vene polmonari lunque caso, posto che si avesse il mezzo d ila-
2» 22 ESPERIENZE
perirne il sospendimene) della circolazione quest’epoca di quindici minuti. Mostrossi sen-
distrutta avendo una porzione della midolla sibile l’animale all’ introduzione dello stile! lo>
spinale ;
ora siffatto mezzo esiste, ed è lo ri- nel canale vertebrale, tra la ultima vertebra
stringere, mercè legature falle alle arterie, la dorsale e la prima lombare; ma penetrato l’in-
dilatazione delle parti alle quali il cuore di- strumento nelle prime vertebre lombari, non
stribuisce il sangue. fece mostra desso di sentire alcun dolore e ;

Abbiamo veduto che in generale allorché siffatta distruzione, la quale al momento che
i conigli hanno raggiunta o
passala 1’ età di vien eseguita sulla parte <1 dietro, nel mentre
i

venti giorni, la distruzione della sola porzione la midolla spinale gode della pienezza della
.lombare della spinai midolla li fa perir nello sua azione, muove sempre forti convulsioni ,
spazio di tre o quattro minuti arrestandone la non produce ilminimo movimento prova in- :

circolazione generale in capo uno o due minu- contrastabile che tutta questa midolla era mor-
ti. Abbiamo altresì veduto nel riassunto delle ta. Per tal guisa continua 1' animale a vivere
mie prime esperienze, chela ligalura dell’aor- pei quindici minuti seguenti, in capo ai quali
ta, intercettando la circolazione in tutta la fu assoggettato a nuova esperienza. Chiaro ri-
porzione della midolla spinale posteriore alla sulta che la legatura dell’ aorta dato gli uvea
legatura, annienta il sentimento ed movi- i la facoltà di sopravvivere alla distruzione della
menti in tutte le parti che ricevono i propri midolla lombare. Rimane a sapersi se così ad-
nervi da questa stessa porzione di midolla, la divenisse delle altre porzioni della midolla,
quale diviene allora, per siffatte parti, come voglio dire, se, mercè l’aiuto di simile legatu-
se non esistesse affatto, o come se fosse stata re, si potrebbe eziandio distruggerle senza ar-
distrutta. Appariva adunque potersi da ciò in- restare la generale circolazione. Abbiamo già
ferire che, legando 1’ aorta verso le ultime veduto, che, quantunque tutte le porzioni del-
vertebre dorsali, arrestarsi doveva la circola- la midolla spinale contribuiscano alle forze del
zione generale uno o due minuti dopo che, cuore, la cervicale però è quella la cui in-
per effetto della legatura, la midolla lombare fluenza sopra esse forze sembra essere* alme-
perduta avrebbe la propria azione vitale. Pe- no nei conigli, la più considerabile. La imme-
1
rò, d altra parte, apportando la legatura del- diata distruzione di tale porzione è in questi
1’ aorta
necessariamente grandissimo cangia- animali costantemente e di subito mortale ol-
mento’nella circolazione generale, essendoché trepassata che abbiano l’età di dieci giorni,
le parti a cui il cuore distribuisce il sangue prima di che a mal appena vi possono soprav-
nella grande circolazione, addivengono oltre- vivere debolmente per alcuni pochi minuti.
modo ristrette, mentre la piccola circolazione Importava quindi di assicurarsi se possibiì
rimane la stessa, era evidente che, sotto tale fosse di distruggere in un coniglio di trenta
aspetto, l’annientamento dell’azione vitale giorni la midolla cervicale senza recargli su-
nella midolla lombare, per via della ligalura bitanea morte. Però le sole arterie del collo
dell’aorta, non diveniva affatto comparabile a suscettive ad esser legale sono le carotidi, e
quello prodotto dalla distruzione di essa mi- potendo essere siffatte arterie, come lo sono
dolla. Qualunque sia stata in questi due casi di fatto, surrogate dalle vertebrali, la loro le-
la diversità dei resultati, la sola esperienza po- gatura sempre non basta per la buona riusci-
teva darla a conoscere. —
Rifeci adunque, con
tale nuovo pensamento, la legatura dell’ aor-
ta dell’ esperienza, fl umiliando sulle condizio-
ni necessarie per riuscirvi, la decapitazione
ta addominale. Apersi il ventre di un coniglio sembrornmi il più sicuro mezzo, la qual opera-
di trenta giorni; passai un filo sotto l’aorta, zione da sé sola può intercettare del tutto nel-
legandola immediatamente al disotto dell’ar- la testa e in una parte del collo la circolazio-
teria celiaca, il che corrisponde a un dipres- ne. — L’esperienza confermò la mia conghiet-
so all’ incominciamento dalle vertebre lom- tura. Distrussi sette volte la midolla cervicale
bari. In capo a circa due minuti e un quarto in alcuni conigli di trenta giorni, dopo averli
sparirono nella parte posteriore il movimento decapitati, nè perciò la circolazione in veru-
e la sensibilità però la anteriore si mantenne no cessò. Ecco i particolari di una di cosiffatte
esperienze. — Midolla spinale
;

affatto viva. Reggevasi l’animale sulle zampe tagliata all’ oc-


anteriori teneva dritta la testa, e respirava
; cipite con un ago, soffiamento polmonare in-
con tutta facilità. In capo a quindici minuti, cominciato a tre minuti e ai quattro interrot-
trovavasi tuttora nel medesimo stato, e la flac- to onde legare una delle carotidi congiunta-
cidità, l'assoluta insensibilità, in una parola, mente alle vene giugulari interne ed esterne
lo stato mortale di tutte le parti posteriori, dal lato stesso ripreso a cinque minuti, poi
;

non lasciava alcun dubbio che


midolla lom- la dimesso ai sei per legare la carotide e le vene
bare perduto non avesse intieramente la sua giugulari dell’altro lato ;
di nuovo ripreso a
azione nè più contribuisce di sorta al mante- sette minuti e tralasciato agli otto, per un mi-
nimento della circolazione. Tuttavolta onde nuto ancora, per distaccare Y asperarteria di-
ottenerne una diretta prova, io la distrussi a nanzi alla laringe e tagliare la lesta con for-
SUL l’JUNCU'lO DELLA VITA
bici, prima vertebra cervicale. A dodici
sulla derabilmente nelle spalle ,
nelle zampe ante-
minuti, essendo l’animale in piena vita, sen- riori e in una parte del torace allorché si vie-
sibilissimo, ed eseguendo movimenti sponta- ne a distruggere la midolla dorsale sulle tre
nei l’intera midolla cervicale distrutta, il sof- 0 quattro prime vertebre del dorso, e così di
fiamento, interrotto per questa operazione, seguito. Cotali successive distruzioni, senza,
fu incominciato a tredici minuti, il movimen- produrre l’effetto di una legatura compiuta
to ed il sentimento apparvero nulli nelle zam- delle arterie, fanno adunque realmente
quello
pe inferiori, si continuavano benissimo nel to- di una legatura incompiuta. Ora, poiché
die-
race e nella parte posteriore, e sussistevano tro quanto ho detto sulla legatura delle
arte-
ancora a ventiquattro minuti, vale a dire do- 1 ie combinate colla distruzione della midolla,
dici minuti dopo la distruzione della midolla 1 estensione della
midolla necessaria al eon-
cervicale, allorché lo stiletto venne introdotto servamento della circolazione è tanto più pic-
di nuovo nel canal vertebrale, e distrutta la cola di quanto la circolazione deve
estendersi
midolla dorsale tino alla ottava vertebra del a meno parti; si concepisce che se,
legando
dorso. Prima dei venticinque minuti e mezzo dei vasi o facendo amputazioni, si rende
pos-
tutti segni della vita cessarono affatto nella
i sibile la distruzione di certa porzione
di mi-
parte posteriore, nè si potè richiamarli, quan- dolla spinale senza arrestare la circolazione,
tunque ripreso a questo tempo il soffiamento siffatta operazióne, affievolendo la
circolazio-
polmonare fosse continuato fino a trentadue ne in tutte le parti corrispondenti alla midolla
minuti tagliata una coscia a ventisette minuti
: distrutta, la possibile alla sua volta la distru-
non gittò sangue di sorta. Scorgesi da siffat- zione di un’altra porzione di midolla. Questa
ti ragguagli aver continuato la circolazione ultima, mercè lo stesso meccanismo, rende
dopo la distruzione della midolla cervicale , praticabile la slessa operazione sopra un’ altra
ma essersi arrestata subito dopo quella dei porzione, e così di seguito, fino a ciò che coti
due terzi anteriori delia dorsale. —
- 1 sei simili successive distruzioni, la porzione di mi-
altri esperimenti furono a un di presso ese- dolla rimasta intatta non possa
esser scemata
guiti collo stesso metodo. In ciascuno distrus- maggiormente, senza che la circolazione con-
si la midolla cervicale in una sola volta; ma dotta gradatamente al maggior segno di debo-
in altri anzi che distruggere in un tratto la
. lezza non s’arresti del tulio. A tal effetto, dal-
1
midolla dorsale fino all ottava vertebra del le distruzioni parziali della midolla sulla cir-
dorso, dapprima la distrussi solo fino alla colazione nelle parti corrispondenti, uopo è
quarta inclusi amen te indi cinque m inu ti do-
v
;
aggiungerne un altro, eh’ è analogo, sulla cir-
po fino all'ottava, e finalmente, pure dopo colazione generale ; il cuore, cioè, affievolen-
cinque altri minuti , fino alla prima vertebra dosi sempre più a motivo di tali distruzioni,
lombare il che produsse nei risullamenli dif-
: mano a mano la circolazione si concentra ;
ferenza tale che merita di essere rapportata. conserva dessa qualche altivilà nelle parti cir-
Abbiam veduto come distruggendo in un costanti del cuore, e langue in tutte quelle
sol colpo la midolla dorsale fino all’ottava che ne sono alquanto lontane. —
Siffatta spie-
vertebra, la circolazione era stata istantanea- gazione rischiara moltissime difficoltà che ri-
mente arrestata però cosinoti avvenne di-
;
seci! fransi negli sperimenti sulla spinai mi-
struggendo siffatta midolla in più volte. Per dolla, fra le quali, quelle che più fatica m’ap-
esempio, nel caso di cui favello in cui fu di- portarono sono le differenze talvolta conside-
strutta per terzi la midolla dorsale, la cir- rabilida me osservate nel voler determinare
colazione solo arrestassi colla distruzione di con precisione la lunghezza di midolla spinale
tutta questa midolla ; e neppure lo fu dessa strettamente necessaria al mantenimento della
intieramente allorché questa distruzione, in- circolazione per ciascuna età in ogni specie :
vece di esser fatta per terzi, lo è stato per era ciò eh io faceva, e il doveva essere, un
quarti o per quinti. Da che nasceva mai cosif- operare a tentoni. Dopo aver distrutto una
fatta singolare differenza ? Ecco quanto con certa lunghezza di midolla, continuasse pure
ripetute indagini ne potei rilevare. Ea distru- la respirazione o necessario fosse il supplirvi
zione di una porzione qualunque della midol- col soffiamento polmonare, io sostava parec-
la spinale colpendo di morte tutte le parli che chi minuti ondi; aspettarne 1’ effetto di code-
ne ricevono propri nervi, affievolisce consi-
i sta lesione. Se non arreslavasi la circolazione,
derabilrnente la circolazione in tutte queste distruggeva allora un’ altra porzione; indi mi
parti; ma cotale affievolimento non è già istan- soffermava ancora alcuni minuti per vederne
1
taneo, e solo in capo ad alcuni minuti giunge l effetto, e così di seguito fino ad un’ ultima
al suo maximum. La circolazione che in una distruzione parziale, dopo cui la circolazione
parte del collo continuava dopo la decapita- pareva arrestata. A tal punio, io riguardava il
zione, ancora con abbastanza di attività, di- complesso di tutte queste distruzioni successi-
strutta la midolla cervicale, diviene quindi ve come la lunghezza della midolla che biso-
mollo piu debole ; diminuisce del [iati eonsi- gnava distruggere per arrestare la circolazio-
esperirnze

ne in un animaledella specie ed eia di quello arrestare quest’ ultima operazione la circola-


1
ch’era sialo soggetto
il dell esperimento. Si zione, neppure nei conigli di trenta giorni, nei
verificava di fallo colale effetto qualor distrug- quali dessa sempre l’arresta, come- abbiamo
geva in un colpo siffatta lunghezza ma se in ; veduto, praticata che sia immediatamente. Ma
luogo un solo colpo, ovvero
di distruggerla in nel caso di cui si tratta facilmente si rileva che
in quattro o cinque riprese, provava a farlo la circolazione fu arrestata, o considerabilmen-
in due volte, rimaneva allora oltremodo me- te affievolita nella lesta; lo si rileva, dico io,
ravigliato di veder la circolazione arrestata al dappoiché che sulle prime aveva-
gli sbadigli
primo colpo, quantunque la distruzione della no insistito, non tardarono
a cessare, o diven-
midolla non fosse giunta che alla mela della nero rarissimi e assai deboli; la sensibilità
lunghezza giudicata necessaria per produrre si estinse negli occhi, nè potè esser richiama-
cotale effetto. Reciprocamente, allorché io ave- ta ;
le carotidi, piene vicino al petto, e can-

va incominciato da una porzione di midolla gianti agevolmente colore dietro la inter-


di
la cui distruzione erasi trovata sufficiente per ruzione o il riprendere il soffiamento polmo-
arrestare la circolazione, se a bella posta o per nare, contraggono dovunque, pressoché
si

caso mi faceva a distruggere dipoi la stessa vuole e di un colore a un dipresso costante


porzione in più volte, sovente accadeva che la vicino alla testa. Nondimeno, cotali casi sono
circolazione non arrestavasi affatto , a meno alquanto rari, e risalta esattissimo il dire ohe
che non vi aggiungessi la distruzione di altra il mezzo più certo di far vivere conigli di i

porzione talvolta alquanto riguardevole ; in questa età, dopo la distruzione della midolla
una parola, tanti furono i resultati che otten- cervicale, è quello d’ incominciare dal tagliar
ni, quante te esperienze, e nella maggior parte loro la lesta. —
• Simili falli, dando a divedere

dei casi, le differenze erano troppo notabili non esservi alcuna porzione della spinai mi-
perchè le possa riguardare come puramente dolla non suscettiva di venir supplita da una
individuali. altra, mediante certe operazioni, confermano
Dopo ma inutili sforzi per
replicati ri- in modo soddisfacente essere in tutti i punti
schiarare cosiffatto tenebroso quesito, mi ri- di tale midolla dove il cuore attigne il prin-
solvetti di abbandonarlo , non senza il ram- cipio delle sue forze. Nel tempo stesso si scor-
marico di aver sagrifioalo mollissimi animali, ge che la quantità, il complesso di forze che
e perduto molto tempo. Cangiai il mio dise- ciascuna porzione di midolla fornisce a que-
gno, e anzi che perdermi nel determinare qual st’ organo, eguaglia per lo meno quelle di cui

fosse in ciascuna età la precisa lunghezza della avrebbe dessa strettamente bisogno per man-
spinai midolla, la cui distruzione arrestava la tenere la circolazione nelle sole parti corri-
circolazione, mi limitai ad istudiarne gli ef- spondenti a siffatta porzione. Si potrebbe —
fetti delle tre porzioni cervicale, dorsale e lom- da ciò conchiudere, che troncando un animale
bare, distrutte separatamente in diverse età. dalle due estremità, dopo aver fatto ai vasi
Già ne diedi qui sopra i resultati, i quali in- sanguigni le legature convenienti, e riducen-
dicano solamente in modo generale che dolo a*l un tronco più o meno piccolo, tor-
1
e- I

stensione di midolla strettamente necessaria nerebbe sempre possibile d’ intrattenere la


al mantenimento della circolazione è tanto vita in esso tronco. Non aveva io verun dub-
più grande quanto più l’animale è inoltrato bio sulla giustezza di tale conchiusione ; tut-
coll’età. Più non curava le difficoltà dame tavolta, fedele al metodo da me costantemen-
riscontrate seguendo il primo mio disegno, o te seguito nel corso delle mie indagini, di de-
piuttosto aveva affatto perduto ogni speranza durre, cioè, da una esperienza le conseguen-
di poterle schiarire, allorché fui condotto a ze che più naturalmente ne conseguono, e di
studiare gli effetti della legatura delle arterie rintracciare quindi, in esperienze dirette, la
e paragonai siffatti effetti a quelli prodotti conferma di siffatte conseguenze volli sapere ;

dalla distruzione della midolla. Dopo ciò spa- se sarebbe di fatto possibile di far vivere un
rì qualunque difficoltà. —
In generale ogni ,
semplice tronco di un animale. Non era pie-
qual volta fu la circolazione molto affievo- namente deciso sulla scelta di siffatto tronco
lita da una causa qualunque in una parte al- per la assoluta necessità che il cuore ed pol- i

quanto considerabile del corpo havvi ra- ,


moni ne fossero gli annessi, e in modo tale
gione di credere che la circolazione generale da potersi effettuare liberamente la circolazio-
non verrà già arrestata, od almeno non lo sa- ne e il soffiamento polmonare le quali con- ;

rà immediatamente dalla distruzione di una dizioni di riscontrare non m’ era dato che nel
stessa porzione di midolla spinale, la quale, petto. Propostomi adunque di far vivere solo
senza tale circostanza, sarebbe stata sufficiente ed isolato il petto di un coniglio di trenta
ad arrestarla. Ne produrrò ancora un esempio. giorni, dopo averlo estratto, per così dire, dal
Osservai talvolta, tagliando la midolla presso resto dell’ animale, tagliandone le parti ante-
P. occipite ed attendendo quindi parecchi mi- riori e le posteriori, i miei primi tentativi tor-
nuti per distruggere la, midolla cervicale, no a narono infruttuosi; potei sì bene intrattenermi
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 22Ò
la vita dopo aver taglialo mia delle due do il fascetto intestinale, partendo dal princi-
estremila dell’ animale, tanto la testa quanto pio del duodeno ;
indi tagliando con forbici
la parte posteriore, ma allorché l’aveva tron- le parti molli da un lato e dall’altro della co-
cato dalle due estremità, e solo riraanevasi il lonna vertebrale, e questa colonna stessa pure
petto tra le mie mani, tutti i segni di vita non immediatamente al disotto delle legature Elle
tardavano un istante ad estinguersi affatto : all’aorta e alla vena cava. In tal modo, rima-
otto volte consecutive fallii in simile esperi- ne col petto lo stomaco e 1’ epate, che si po-
mento, ripetendolo sempre con una spezie di trebbero eziandio benissimo tor via prenden-
ostinazione, perciocché non poteva in modo do delle precauzioni contro la emorragia. Il
veruno levarmi dal capo la ferma persuasione processo operatorio è allora compiuto, e solo
eh’ io nutriva della possibilità di rieseire ;
e resta a continuare il soffiamento polmonare
d altronde, scoprendo quasi sempre, mercè
1
fin tanto che il petto dà segni di vita. I più

diligente esame di tutte le circostanze di ogni apparenti di tali segni sono movimenti e la i

esperimento, le cause che il facevano andare sensibilità conservali dalie zampe anteriori, e
a vuoto, ciò alimentava maggiormente la mia i piccoli movimenti di torsione falli dal tora-

speranza. Le tre principali erano i.° il pas- : ce qualora si pizzichi fortemente la pelle, e in
saggio dell aria nei 'vasi sanguigni, accidente
1
ispeeie toccando la estremità posteriore della
grave, e sgraziatamente frequentissimo in si- midolla spinale. - Nota — Piccoli movi-
{
.

mili esperimenti ; a.° il passaggio dell aria
1
menti. Siffatti movimenti non suppongono
nella cavità del petto per disotto il diaframma forse sensazioni dolorose, il bisogno, la vo-
distaccato dalla colonna vertebrale; 3.° la de- lontà di farli cessare ? ) —
In alcune congiun-
ture, dopo esser giunti coll’esperienza al pun-
capitazione fatta troppo da vicino al petto, la
quale cagiona una emorragia copiosa, singo- to testé enunciato, distrussi il rimanente della
larmente dalle arterie vertebrali che non si midolla cervicale e una parte della dorsale; e
possono legare nello stesso tempo che essa dava in questo caso, quantunque la vita esistesse

campo passaggio dell’aria nei vasi. Infine,


al nei soli due terzi posteriori del petto, tutta-

variando il processo operatorio , e ponendo via io riuscii a prolungarla.


E' fuor di dubbio che, potendo i polmo-
sempre più attenzione a tulle le parti as-
soggettate all’esperimento, furono intiera- ni ed il cuore continuare le loro funzioni iu
mente idee, e pervenni a in-
effettuate le mie ogni altro tronco come fanno in quello del
trattener la vita per oltre tre quarti di ora in petto, si riescirebbe del pari a intrattenervi la

un petto solo ed isolato di un coniglio di tren- vita. Risulta quindi dimostrato, da diretta

ta giorni ottenni di poi più volte eguale suc-


:
esperienza, che la midolla spinale di un tron-
cesso,anche seguendo metodi che dapprima co qualunque può ad un tempo animarne tut-
sembrati m’ erano dannosi. Ecco per altro te le parti, e somministrare al cuore le torze

quale di questi metodi mi parve aver avuta di cui esso abbisogna per sostenere la circola-

migliore riuscita: incominciasi dall aprire il


1
zione, e se in un troncone preso a talento non
si giunga a prolungare la vita, ciò
dipende uni-
ventre dell’animale; si fa una legatura intor-
no l’aorta, immediatamente sotto l’arteria ce- camente dalla disposizione anatomica degli or-
liaca, un’ altra intorno la vena cava vicino al- gani elicne lo impedisce. Ma potendo supplire
1’ epate, apponendovi a ciascuna di tali lega- ni cuore con una sorta d’ iniezione, ed avendo

ture un semplice nodo che non si stringe. E- nel tempo stesso, onde tenere continuata la in-
seguilo ciò, scopresi l asperar teria e le due
1
iezione, una provvisione di sangue arterioso,
sia naturale o formato artificialmente
am-
carotidi, ciascuna delle quali va legala, con- ,

giuntamente alle vene iugulari esterna ed in- messo che tale formazione sia possibile, si per-
verrà senza fatica a intrattenere la vita inde-
terna : s’ incide la trachea per lo soffiamento
polmonare si taglia con un ago la midolla finiti vamenle qualunque siasi tronco e in
in ;

spinale presso l’ occipite, ed incominciasi il conseguenza, dopo la decapitazione, s intrat-


soffiamento senza aspettare che E asfissia ab- terrebbe nella testa stessa con tutte le fun-
zioni che sono dovute al cervello. Non solo
si
bia estinto la sensibilità continuato esso per :

minuti, ed essendo appieno vi- potrebbe in tal conservare la vita, tan-


modo
tre o quattro
porzione
vo l’animale, distaccasi la trachea-arteria di- to nella testa, quanto in ogni altra
isolata del corpo di un animale,
ma si anche
nanzi laringe, poi con forbici tagliasi la te-
la
riescirebbesi a richiamarla dopo
1’ intero suo
sta sulle prime vertebre del collo, e subito
del
dopo si riprende il soffiamento, che si conti- annientamento; si potrebbe richiamarla
opererei) ben
nua ancora per tre o quattro minuti, in capo pari nel corpo intero, e con ciò
risurrezione, e in tutta la
forza' e -
ai quali si nodi stati preparati sul-
stringono i una vera
la qual cosa per
altro richiede
la aorta e sulla vena cava ventrale ricomin- ;
l’espressione :

Ditta ° (pianto
ciasi il soffiamento, che di nuovo si tralascia alcun poco di schiarimento.-—
e uvu a a<
esposi in tale memoria, la vita
*

in capo a tre o quattro minuti per tagliare la


arterioso sul eei>
parie posteriore; il che va eseguilo dislaccau- una impressione del sangue
EncicL Mcd. 2D
22G E«Pii.RlEN2K

vello e sulla midolla spinale, od a un princi- esposto. —


principio del sentimento e dei
11

pio risultante da cosiffatta impressione; deri- movimenti del tronco ha la sua sede nella mi-
va adunque la morte dalla sua cessazione, dalia dolla spinale, e non già nel cervello ma il ;

estinzione di detto principio, ed in conseguen- primo mobile della respirazione risiede nella
za onde far succedere la vita alla morte, od in parte della midolla allungata che dà origine
altri termini, operare una risurrezionè, sareb- ai nervi dell’ottavo paio. Per tale doppia —
be d’ uopo rinnovare cotale principio. Ora, disposizione, la incisione della spinai midolla
siffatto rinnovellamento è impraticabile, poi- presso l’occipite e la decapitazione annienta-
ché, da un Iato, non può effettuarsi se non in no movimenti inspiratori! senza sospendere
i

quanto che il cuore conservi forze sufficienti perciò la vita nel tronco, il quale muore solo
per ispingere il sangue fino alla midolla spi- per capo ad egual tempo, come
asfissia, e in
se la respirazione fosse stala in ogni altro mo-
1
nale, e, dall altro tutte le forze di quest’or-
gano dipendono dallo stesso principio, che, do impedita, supponendo che si avesse arre-
coll’ipotesi, risulta estinto. Cosiffatta recipro- stata la emorragia. —
Ripiegando all’ asfissia
cità di azione adunque, ormai ben dimostra- col soffiamento polmonare, puossi prolunga-
la, tra cuore e la midolla spinale, fa impos-
il re la esistenza dell’ animale per un tempo di
sibile assolutamente la resurrezione nello sta- cui il maximum riesce eguale in tal caso come
to attuale delle cose. Ma dato che esistesse dopo la dell’ ottavo paio.
incisione dei nervi
qualche mezzo atto a supplire alla naturale — Se decapitazione, invece di essere ese-
la

circolazione, cui non è più fattibile di anima- guila vicino all’ occipite, lo è sul cranio, in
re, riesce indubitato che si potrebbe risusci- modo da risparmiare il luogo in cui risiede
tare un cadavere alcun tempo dopo la morte; il primo mobile della respirazione, e a lasciar-

tempo che sarebbe limitato da molte circo- lo in continuità colla midolla spinale, l’ani-
stanze, e variabile secondo la specie, l’età del- male vivrà e respirerà colle proprie forze e
1’ animale, le cause di sua morte, le stagioni, senza alcun soccorso, fino a che muoia d’ ina-
e via dicendo. Le risurrezioni parziali cui pos- nizione. E i! maximum della sua esistenza in
solisi operare a proprio talento, non lasciano quest’ altro caso ma, per cause appieno co-
;

alcun dubbio a questo risguardo. Diffatti, se nosciute,! soli animali a sangue freddo vi pos-
ripetasi, sotto tal punto di vista, una espe- sono rieseire. —
Non solamente dipende in ge-
rienza qui dinanzi riportata, già stata esegui- nerale la vita del tronco dalla spinai midolla,
ta da Steuone, e consistente nel legare l’aorta ma quella di ciascuna parte dipende in ispe-
sulla prima vertebra lombare, abbiamo vedu- zielta dalla porzione di questa midolla da cui
to elle poco dopo spariscono affatto nella par- dessa riceve nervi in guisa che distruggen-
i
;

te posteriore il sentimento ed il movimento, do certo tratto di midolla spinale, si colpisce


mentre la circolazione e la vita continuano di morte soltanto le parti che ricevono i loro
nelle parti anteriori ma se, dopo aver atteso
;
nervi dalla midolla distrutta tutte quelle che :

un tempo triplo ed anche quadruplo di quel- ricevono i propri dalla midolla non distrut-
lo in capo al quale disparvero tulli segni di i ta, si tengono viventi più o men tempo.
vita, si sleghi i’ aorta, rinascono poco a poco Se. anziché distruggere la midolla, vi si
nelle parti morte, a misura che la circolazione fanno alcune incisioni trasversali, le parli cor-
vi si ristabilisce, i! sentimento ed il movimen- rispondenti ad ogni segmento della midolla ,
to. Medesimamente, legando tutte le arterie godono movimento vo-
del sentimento e del
che vanno alla testa, ridurrebbesi colai parte lontario, però senza alcuna armonia e in mo-
allo stato di morte, e tutte le funzioni intel- do eziandio indipendente tra esse, come se
lettuali proprie alP animale assoggettato al-
,
tagliato si avesse trasversalmente tutto il cor-
1’ esperimento, sarebbero non solo affievolite, po dell'animale nei luoghi stessi; in una pa-
scompigliate o sospese come nell’asfissia, o la rola, avvi in tal caso tanti centri di sensazio-
sincope, ma del tutto annientate, mentre il ne, distintissimi, quanti sono segmenti falli i

restante del corpo troverebbesi in piena vita. nella midolla. —


Acciocché la vita continui in

Slegate in seguito le arterie, queste medesi- una parte qualunque del corpo, oltre la inte-
me funzioni risorgerebbero. Si scorge quindi grità della midolla corrispondente, abbisogna
bastantemente, senza ehe più mi trattenga su un’ altra condizione, cioè la circolazione. Se
tale materia, il pen hè siffatte parziali resurre- in una parte si intercetti la circolazione, vi so-
zioni siano le sole che stiano in potere del fi- pravviene la morte costantemente ina quan- ;

siologo, e le uniche del pari ch’egli possa am- d’ anche quest’ultimo effètto succeda in mo-
mettere nel corso ordinario delle cose. do meno equivoco, la vita non larda a risor-
gere se in tal parte pervi e usi a ristabilire la
circolazione e segnatamente nella midolla.— Mai
sopravviene la morte, sia in una parte o in
Darò termine con una ricapitolazione tutto il corpo, subito dopo intercettata la cir-
dei fatti principali enuuziati nel finora sopra- colazione, ma solo in capo a certo tempo, il
sur, PUlNCfflO DEI, LA VÌTA
2ÈJ
quale, determinato essendo negli animali «Iella arterioso, i resultati differiscono, e la distru-
stessa specie ed età, tanto più si protrae in zione della stessa porzione «li midolla, che
,
quelli a sangue caldo, quanto più <r appresso senza (ali legature, avrebbe arrestata subita-
sono alla loro nascita. Per tal guisa, arrestan- mente la circolazione, diverrà insufficiente per
do nei conigli ad un tratto la circolazione, le- produrre simile effetto. In generale, stringen-
gando o strappando il cuore, non eslinguesi do con legature l’estensione delle parti alle
la sensibilità che in capo a circa quattordici quali ilcuore deve distribuire il sangue, si
minuti, se sono appena nati , in capo a due scema il complesso delle forze di cui quest’or-
minuti e mezzo, di quindici giocai, e ad uno, di gano abbisogna per adempiere la sua funzio-
trenta. Negli animali a sangue freddo, essa solo ne, e raccorciasi corrispondentemente la lun-
si estingue dopo parecchie ore. 11 tempo che ghezza della midolla indispensabile pel con-
gli animali in tale esperienza sopravvivono ,

servamento della circolazione.- La distruzio-
-

caratterizza sì bene la cessazione della circo- ne di una porzione di midolla inetta ad arre-
lazione, che riesce distinto da ciò che avviene stare la circolazione generale, la scema sem-
per tutta altra causa di morte. Per esempio, pre molto nelle parti corrispondenti alla mi-
risulta colai tempo più breve in un animale di dolla distrutta, e vi fa fino a certo segno Fof-
qualunque siasi specie od età, di quello in ca- ficio di ligatura. Di più, indebolite essendo da
po al quale P asfissia farebbe perire lo stesso tale operazione le forze del cuore, la generale
animale. —
Poiché, in una parte qualunque circolazione si concentra, e conserva alcun
del corpo, dipende lavila specialmente dalla poco di attività soltanto nelle parti vicine del
integrità della midolla corrispondente e dalla cuore, il che produce ancora analogo effetto»
continuazione della circolazione, e, dietro la Ne deriva da ciò. che distruggendo la midolla
teoria della irratibilità halleriana, i movimenti successivamente a piccole porzioni, e frappo-
del cuore, e quindi la circolazione, sono indi- nendo corto intervallo tra ciascuna distruzione,
pendenti dalla potenza nervosa, sembrerebbe se ne può distruggere senza arrestare la cir-
di poter tener in vita a piacere tale o tal altra colazione, una lunghezza molto più grande di
porzione di un animale, dopo aver colpi lo di quella bastante per produrle cosiffatto effetto,
morte tutte le altre parti distruggendo la mi- che una sola volta. —
se fosse stata distrutta in
dolla che loro corrisponde ma così non va la ;
Con tal modo di operare, o con legature pra-
cosa. Distrutto che sia certo tratto di spinai ticale nelle arterie, non avvi porzione alcuna
midolla, in qualunque siasi situazione della della midolla spinale che non si possa impe-
colonna vertebrale, non continua la vita nelle dire dì cooperare ad intrattenere la circola-
parti la cui midolla rimase intatta, che un tem- zione senza arrestare siffatta funzione, non
po determinato e più o meno corto, secondo avvene veruna che divenir non possa atta a
P età della animale. Ora, la durata della vita, conservarla e risulta che in ogni età, una
;

in tal caso, risulta la stessa come se il cuore porzione qualunque fornisce al cuore forze
fosse stato strappato in un animai della mede- capaci di mantenere la circolazione in tutte
sima specie ed età. Gli altri fenomeni tutti che le parli corrispondenti a siffatta porzione. Su

allora si osservano, come vacuità delle ca-


la ciò appunto è fondata la possibilità di intrat-
rotidi, la mancanza «Iella emorragia dopo l'am- tenere la vita in un tronco isolato ed estratto
putazione dei membri, ed altri simili, concor- dal di mezzo del corpo di un animale. Ma siasi
rono a provare che la midolla ha istantanea- qualunque il modo con cui si agisca in tali
mente privato il cuore delle forze necessarie esperimenti, ogni qualvolta si va oltre fino ad
al conserva mento della circolazione, senza ar- annientare 1’ azione della midolla in tutta la
restarne sulle prime movimenti, i quali più sua lunghezza, la circolazione viene arrestala
ì

non sono che movimenti «P irritabilità. — per sempre.


Dall’assimilare appunto movimenti sen-
i suoi
za forze a quelli che avvengono durante la
vita provenne l’errore in cui caddero gli au-
tori della scuola halleriana. — La distruzione Fra numerose conseguenze risultanti
le

di qualunque porzione della midolla spi-


sitisi dai fatti sopraesposti, mi limiterò a notare le
nale, in tutte le spècie ed età. apporla seco seguenti. —Da vita dipende «la una impres-
sempre P affìevolimento delle forze del cuore; sione del sangue arterioso sul cervello esitila
ma la porzione che va distrutta onde portar midolla spinale, o da un principio derivante
il loro affìevolimento disotto del grado ne-
a! da tale impressione. —
Prodotta una volta sif-
cessario al conservamento della circolazione, fatta impressione, e formato cotale principio,

varia nelle diverse specie, e tanto più dura ha sempre certa durata, ma variabile , se-
nella stessa specie, quanto l’animale è più vi- condo la specie ed età degli animali. In conse-
cino all’ epoca della sua nascita. Qualora — guenza, non avvi verun mezzo di uccidere un
prima di distruggere la midolla si faccia delle imi ma le istantaneamente, o piuttosto solo
legature, all’aorta o a qualche grosso tronco quello vi ha della distruzione simultanea del
228 esperienze

cervello e della intera midolla spinale. — La in tutte le specie, e nella specie stessa riesce
prolungazione della vila dipende dal rinno- de ssa più ragguardevole a misura che 1’ ani-
vamento continuo di tale impressione, a un male più s’avvicina all’epoca della sua na-
dipresso come un corpoanosso in virtù di una scita; supponendo eh’ essa sia tanto più gran-
prima impulsione, non può continuare a muo- de che una più piccola porzione di midolla
versi indefiniti vamente se non quando la del- spinale può bastare a intrattenere la circola-
ta impulsione viene ad intervalli ripetuta. zione. Siffatta circostanza ha varie applicazio-
Siffatta proprietà del principio di cui si trat- ni nella fisiologia e patologia della prima età.
ta, sopravvivere alle lesioni, agli smem-
di — Il cuore riceve principali suoi filetti ner-
i

bramenti più considerabili del resto del cor-


i vosi dal grande simpatico, e solo per via di
po, ammesso che non sia stata offesa la sua questo nervo può desso ricavare le sue forze
sede, offre un mezzo sicuro e facile di deler- da ogni punto della midolla spinale. E' me-
minare in qual parte della potenza nervosa stieri adunque che il grande simpatico abbiale
risieda primo mobile di (ale o tal altra fun-
il proprie radici in questa midolla dopo di che ;

zione. Imperocché ogni qual volta distrug- tutte le dispute insorte sulla origine di esso,
gendo certa porzione del cervello o della spi- cioè se nasce dal cervello o dalla midolla spi-
nai midolla, si laccia sospendere una funzione nale, ovvero, come prelese Biehat, se le sue
subitamente e prima dell’epoca già conosciu- diverse porzioni non sono che rami comuni-
ta in cui sarebbe naturalmente cessata, si può canti dei gangli, riguardali da questo autore
star sicuro che questa funzione dipende dal come tanti piccoli cervelli, formanti un siste-
luogo che si ha distrutto. Similmente operan- ma nervoso distinto e iridipendente dal cer-
do appunto ho riconosciuto che il primo mo- vello e dalla midolla spinale; tutte siffatte di-
bile della respirazione risiede nel luogo della spute, io dico, insolubili fino al presente in
midolla allungata, che dà origine ai nervi del- anatomia, vennero compiutamente risolte col-
1’ ottavo paio e con tal metodo eziandio si
; le esperienze, e risulta dimostrato nel tempo
potrebbe, fino a certo punto, scoprire 1’ uso stesso che igangli non possano per niente es-
di alcune parti del cervello : quesito le tante
volle agitato, ma di cui la sola immaginazio-
sere assomigliati a piccoli cervelli. (
Nota — ,

Siffatta opinione sull’uso dei gangli sembra


ne quasi sempre s’impadronì per produrre essere dapprima stata emessa da Winslow ; e
soltanto nuovi sistemi. Nota. Il fino a— ( molti amori, fra quali Winterl, Jonhstone,
i

certo punto è assai ragionevole, perocché, re- Unzer Lecat, Pfefiinger, Prochaska, ed altri,
,

lativamente alle qualità morali, in qual modo l’avevano riprodotta prima di Biehat. )-Del pari
sapere quanto succede in un animale a cui non puossi più ammettere quest’ altra opinio-
tagliossi una porzione di cervello? Cosif-
fatte indagini otterrebbero tanto maggior suc-
) — ne di Biehat, quantunque alquanto general-
mente adottata, eh’ esista nello stesso indivi-
cesso, quanto migliore fosse la scelta fatta xde- duo due vite distinte, la vila animale e la vita
gii animali capaci, per la loro età e specie, di organica, che il cervello è il centro unico del-
sopravvivere più a lungo dopo cessata la cir- la vita animale, e che il cuore, indipendente
colazione. (

JSota. In questi ultimi tempi dal cervello e dalla potenza nervosa, è il cen-
vennero scelti dei rettili nei quali la emorra- tro della vita organica.
gia risulta limitatissima, e degli uccelli il cui Tuttavolta fa d’ uopo osservare esservi
sangue è molto plastico.) Cosiffatta im-— grandissima e importantissima distinzione a
pressione appunto, tale principio formalo nel farsi tra gli organi che ricevono i propri ner-
cervello e nella midolla spinale, sotto il nome vi dal grande simpatico e quelli che li ricevo-
di potenza nervosa e coll’intermedio dei ner- no immediatamente dalle midolle allungate e
vi, anima tutto il rimanente del corpo e pre-
spinale. Traggono le prime il loro principio
siede a tutte le funzioni. —
Il cuore trae tutte di azione dalla intera potenza nervosa ; le lo-
le sue forze da questo medesimo principio
,
ro funzioni non dipendono dalla volontà, e-
come tutte le altre parti ne ritraggono il sen-
sercitandosi esse ad ogni istante della vita, e
timento e il movimento di cui sono dotate, tutto al più provano alcune remissioni. Le
colla differenza pero che il cuore ricava
le sue ultime, al contrario, tengono il loro principio
foize da lutti i punti della midolla senza
ec- d’ azione in una circonscritta porzione della
cezione, mentre ciascuna parte del corpo non
potenza nervosa ; assoggettate sono le loro
e animata che da una porzione di questa mi-
funzioni alla volontà, risultando desse tempo-
dolla ( da quella da cui essa riceve i
propri ranee, nè potendosi ripetere se non dopo com-
nervi ) la qual differenza può servirea spie-
;
piate intermittenze e più o meno protratte.
gare la intensità delle forze del cuore,
e la Abbraccia a un dipresso simile distinzione ,
loro continuità non interrotta dal
momento come quella delle due vite, gli stessi organi ;
della concezione fino alla morte. —— L’ azione però dimostrato riposare sur una base
risulta
di tal principio sul cuore, e in
conseguenza affatto diversa, poiché gli organi ‘fella vita or-
1 attività della circolazione, non è già eguale ganica, riguardati ,
nei sistema delle due vite,
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 229
ffline indipendenti dal cervello e dalla spinai quale mi ritrovai senza quasi dire pensarvi »

midolla, quelli sono precisamente che ne rice- nè averne prevedute la estensione e le diffi-
vono la più potente influenza. Numerosissimi coltà. Dopo la prima mia esperienza, fatta col
fatti anatomici, fisiologici e patologici non pos- solo scopo di determinare il tempo che un fe-
sono essere appieno concepiti e spiegati che to può vivere senza respirare quando più non
mercè tale distinzione. Per esempio, è noto che comunichi colla propria madre, fiqo a quella
certi dolori intestinali snervano, esauriscono colla quale pervenni a tener in vita un tronco
quasi le forze, e recano straordinario scompi- estratto dal di mezzo del corpo di un coniglio,
glio a tutta P animale economia ; colai fatto ,
fui come trascinato, mio malgrado, di esperi-
inesplicabile nel sistema delle due vite, di leg- mento in esperimento, l’uno richiedendone un
geri si concepisce qualora si abbia riflettuto altro per rischiarimento, questo un altro an-
che gli intestini hanno il loro principio d’azio- cora, e così di seguito, ed uno non avverse che
ne in tutti i punti della potenza nervosa per non abbia più volte ripetuto. È necessità indi-
via del grande simpatico da cui ricevono i spensabile nelle ricerche fisiologiche di ripetere
propri nervi, e in conseguenza le loro affezio- e rivedere spesse volte le stesse esperienze; ne-
ni reagir devono immediatamente su tutti i cessità fondala, d’ un lato, sulla complicazione
punti di questa stessa potenza. Non essen- — dei fenomeni da esse presentati; dall'altro, su
do la morte che la estinzione del principio ciò che molte cause possono farle fallire, il
formato nel cervello e nella midolla spinale che rende i lavori di tal genere sì lunghi e
mediante P azione del sangue arteriosa, deve penosi. Fra le tante però a cui mi son dato ,

risultare per assoluto parziale quando lo è del quelle che con maggior cura ripetei e meditai
pari la stessa estinzione; è poi generale quan- più a lungo, vertono sulla determinazione del-
do quesl’ullima si effettui in tutta la estensio- la sede racchiudente il principio delle forze
ne del cervello e della midolla spinale. Am- — del cuore. La teorica di Haller sembravami
mette la morte qualunque siasi
parziale, in luti-or sì bene stabilita,
in onia alle imperfe-
regione dessa sopravvenga, un vero risorgi- zioni che gli si rimproveravano, e sì poco sod-
mento ogni qualvolta la porzione della mi- disfavanmi tutte le modificazioni che si aveva
dolla spinale rimasta vivente può sommini- voluto introdurvi, che non fu se non mer-
strare cuore forze bastanti per rianimare la
al cè il più maturo ed attento esame pei fatti che
circolazione nella parte morta. Se la morte ne disvelano i fondamenti, che si scosse cosif-
generale risulti irrevocabile, non è perciò che fatta mia convinzione quindi, quantunque
;

la riproduzione del principio di cui si tratta siano già scorsi due interi anni dacché scoper-
non possa operarsi in tutto il tratto della mi- si ed annunziai, risedere il principio delle for-

dolla spinale, così pienamente come in una ze del cuore nella spinai midolla, oggidì però
parte, in capo di un tempo più o meno pro- ( 1812)
è la prima volta, che ne pubblico le
tratto dopo la intera sua estinzione; però, prove. —
Non pretendo tuttavolta che la teo-
-

avendo il cuore perdute tutte le sue forze per rica di Haller, vada errata in ogni sua parte ;
1
l effetto stesso dello spegnimento di tale prin- Io è dessa soltanto dove spoglia la potenza
cipio senza altro mezzo di ricovrarle, da tal nervosa di tutta la partecipazione attiva ai
causa appunto ne proviene il cessare per movimenti del cuore, cui attribuisce intera-
sempre della circolazione. In una parola, la mente alla irritabilità muscolare. Nota. — (

estinzione del principio midolla spinale


della Devo far osservare che, sotto il nome di teo-
e lo spontaneo cessare della circolazione sono rica di Haller, non intendo già solamente
due cose inseparabili, e di cui l
1
una annunzia quella che riscontrasi nell’ opera immortale
costantemente l’altra. —
Fra segni irrefra- i di fisiologia di quest’ uomo celeberrimo, lib.
gabili di morte, bisogna adunque annoverare IV, sez. V, ma sì anche quella degli autori
tutti quelli tendenti a provare il sospendimen- della sua scuola. E’ degno di considerazione
to della circolazione per la qual cosa la va-
;
che Haller mai ardì formalmente negare la in-
fluenza della potenza nervosa sul cuore ed
1
cuità della carotide n è infallibilmente uno, ,

pur anche allora quando i battiti del cuore si anzi sembra ammetterla però, a dir vero, in
distinguono ancora attraverso le pareti del mollo problematico, e cui mal s’addice coi (at-
petto. Ne consegue «la ciò doversi per assolu- ti pone iti campo onde provarne che sif-
ch’ei
to estendersi P ultimo termine della vita, co- fatti movimenti non dipendono già dal cervel-
me fu detto, fino allo spegnimento, della irri- lo. In una parola, sembra ammetterla, ma a
tabilità in quest’organo. Haller, Elém. phy-
(
carico della sua coscienza, se così posso espri-
siol. tom. Vili, lib. 3 o, p. ia 3 .
)
mermi, perciocché diversamente non sapeva
e
che fare dei nervi del cuore. Per tal guisa quasi
l’annienta nell’ultima edizione dei primi quat-
tro volumi della sua tisiologia. ( Ved. Au~ 1

Tali sono i principali risultamenti di no ctarium pag. 72, ultimo periodo, nel quale è
,

lavoro non poco ragguardevole, in mezzo al chiaro doversi leggere potest, anzi eh è neijuit ,
2 JO ESPKRIENZft

pag. 73, liti. I.) Furono meno riservali gli au- tuisce soltanto i fenomeni meccanici della re-
tori della sua scuola, e sostennero in termini spirazione, e già osservammo essere per viu
formali che i movimeuli del cuore non dipen- della midolla spinale che il cervello presiede a
dono in modo alcuno dalla potenza nervosa. fenomeni. Soffiando un animai decapi-
siffatti
Si vegga, fra gli altri uua dissertazione di Fon- talo, si fa adunque se non rimediare alla
non
tana, pag. 23 4 del terzo volume delle Memo- cessazione della influenza che il cervello eser-
rie sulle parti sensibili ed irritabili del corpo citava per mezzo della midolla spinale sulla
animale, e il Trattato sul veleno della vipera. respirazione; ma niente indica rimediarsi nel
Firenze, ec. 1781, tom. II, pag. 169-171. Ma tempo stesso alla cessazione di quella ch’eser-
del resto, come ho detto in questa Memoria ,
1
citava mediantenervi dell ottavo paio, in
i

ebbi numerosissime congiunture di assicurar- guisa che si possa prolungare la vita indefini-
mi deila verità deil’ altro punto della stessa tamente. —
Per conoscerlo, bisognava studiare,
teorica, essere il sangue, e particolarmente gli effetti immediati della cessazione di questo
l’arterioso, lo stimolo la cui presenza deter- ultimo genere d’influenza, considerali soli e
mina le contrazioni del cuore. In questa — senza verun’altra complicazione, come si effet-
memoria parlai soltanto dell’ azione della mi- tuano dopo la incisione o la legatura dei nervi
dolla spinale sul cuore il che però non toglie
;
dell’ottavo paio. Anteriormente alla questione,
che la midolla allungata, non n’eserciti una di cui qui favello, aveva già avuto occasione,
altresì, ma meno considerabile, e di cui mi oc- come fra poco il dirò, di praticare la sezio-
cuperò in altra circostanza. ne di questi nervi. Riprendendo in seguito
§. III. Provato che sia con evidenza ave- siffatta esperienza coll’ idea di appropriarne i
re la vita del tronco il suo principio nella mi- resultati al mio oggetto attuale, tre cose ave-
dolla spinale, e, a prolungarla, bastare suppli- va a esaminare : inquanto tempo sopravvi-
re respirazione naturale col soffiamento
alla vere possano gli animali alla incisione dei ner-
polmonare, il primo quesito che si affaccia è di 0 quale sia la causa del-
vi pnemuo-gastrici; 2
sapere, quanto tempo potrebbesi intrattener- la loro morte 3.° se il tempo durante il qua-
;

la mercè di tale procedimento. 11 miglior mo- le puossi intrattener la vita negli animali de-
do di risolvere tale quesito, parrebbe esser capitati, e se la causa della loro morte, quale
quello di procurare di tener in vita quanto più presumere la fanno le aperture dei cadaveri,
si potesse certo numero d’individui. Però atte- hanno qualche rapporto con ciò che osservasi
nendosi a siffatto metodo, puramente empiri- dopo la incisione dei nervi pneumo-gastrici.)
cogolo otterrebbesi uria risoluzione imperfetta; — La esperienza di cui si tratta è una delle
imperocché la morte di un animale decapitalo più antiche che siano state eseguite sugli ani-
può essere occasionata od accelerala da mol- mali, e una di quelle che venne più frequen-
tissime cause, alcune delle quali sono dipen- temente ripetuta. Pria di maggiormente inol-
denti dell’ imperfezione o dalla cattiva riusci- trarmi, stimo dover indicare i principali au-
ta dei mezzi impiegati per intrattener la vita, tori che la praticarono, non che i differenti
altre dagli accidenti pei quali torna alquanto punti di vista sotto i quali ne presentarono
malagevole che una ferita sì considerabile e sì dessi i risnltamenti.
grave come quella risultante dalla decapita- Rufo Apellationes part, hum
di Efeso (
.

zione non sia complicata. Ora, siffatte cause


, corp. graece. Parisiis, 1 5 5 pag. 32 ), medico -

riescono tutte più o meno estranee all’ogget- greco, che viveva sotto Trajano, verso il co-
to primario della questione e ciò che vuoisi ;
minciamento del secondo secolo dell’ era cri-
particolarmente sapere quando si domanda stiana, parla della compressione o legatura dei
quanto tempo un animai può sopravvivere al- nervi del paio vago. Per verità, disegna egli
la decapitazione, è fino a qual punto il tronco siffatti nervi sotto il nome di nervi vicini del-
rimanga in vita senza l’azione del cervello; le carotidi ;
il che fece credere ad alcuni au-
o, il che equivale lo stesso, a qual epoca e in tori, fra gli altri a Daniele Ledere (
Histoire
qual modo sopravvenga la morte pel solo mo- de la Médecine, 1723, pag. 607), che Rufo
tivo del sospendimenlo di siffatta azione. Di avesse inteso favellare solo dei nervi ricorren-
quest’ ultima e principal causa adunque fa ti (laringei inferiori ). Ma Morgagni ( De se*
d’uopo studiare il genere e il grado d’influen- dib. et causis mot'borum. Epist. XIX, art. 23 )
za, fatta astrazione da ogni altra. 11 cervel- — fece sapere che Daniele Ledere aveva mal con-
lo non può esercitare sul tronco azione di sor- cepito passo di Rufo, e che i nervi ricor-
il

ta se non per mezzo dell’intermedio della spi- renti non erano ancora conosciuti al tempo di
nai midolla e dei nervi dell’ottavo paio (pneu- questo ultimo scrii tore. —- ( Nota. Ecco ilpasso
mo-gastrico ), ed è chiaro che dopo la decapi- di Rufo Kctfwr/^cz? di rag diàrod
:

tazione tal doppio modo di azione resta annien- * oi'Xcti mopa^ov irùXai-, or; 'ttiì^ovtmv xctfù
tato. Abbiamo veduto potersi supplirvi, al-
già diti xat d.cpu>vot iytvovTO. {I*<p 0 » di vùv to' pd~
meno per qualche tempo, mercè il soffiamen- $npct ou tuv ap-nff/wiq àXXa vtuguv etto-bri rr
to polmonare però siffatto soffiamento sosti-
j
zóSv rwr 'TrXwixóv» flVré u ìOiXois
sfe' r, principio della vita
20 1

Xadll vai 'roùvopct oux. àv dua^Tàvoii. Si vede da opera anatomica. Lulttiae Parisiorum, iG/jg,
tal passo che gli antichi dato avevano il nomedi
p. 4 4 a Bauhino l’opinione di Piccolomini,
1 )
carotidi alle arterie del collo, perciocché rite- c tal altra ne lo fa partigiano. (Ibid.,
p. 227,)
nevano essi che la compressione di tali vasi Bachino questo autore
1
cita sì, ma per con-
cagionasse uno stato di sapore e l atonia, e futarlo, e fondasi sull’ autorità di
Galeno per
che, ai tempo di Rufo, sapevasi non essere già asserire che i nervi non hanno a che fare
la compressione queste arterie, ma sì quel-
di colle funzioni del cuore, e che quest’ organo
la dei nervi che stanno d’ appresso che pro- occulta in sé stesso il principio dei
propri mo-
ducon© simili effetti. La qual cosa suppone es- vimenti. Caspa ri Bauhmi T/ieatrum
( , a~
sere siffatti nervi in tal modo situali per rap- natomicum 1G21, p 219). Ridano, il quale
,

porto alle carotidi , da non poter esser questi non ammetteva nervi neì cuore Opera aita (

vasi compressi senza che i nervi di cui si tratta toni., p. 2^7), attacca cosiffatta
opinione (Ibid.,
Don siano esposti ad esserlo nel tempo stesso. p. 4 1
4 ); Ripetendo
esperienza, trovò che gli la
Ora è evidente, non potersi ciò applicare, in animali continuavano a vivere ed anche a
modo nervi ricorrenti, ma sì bene
alcuno, ai correre come dapprima. Piempio
,

Fanda-
{
a quelli dell’ottavo paio, i quali non solo stan- nie n a diedi inae Dorami, 1
1, (
112) è .

G44 jia° r
.

no vicini alle carotidi, anzi sono loro conti- del pai ere di vide nella stessa spe-Ridano, e
,

gui, attalehè non puossi scansare di compri- ranza, Ih prova che il cuore trova in sé me-
merli o di legarli nel tempo stesso di queste desimo il principio dei propri movimenti
;
arterie, se non mettendovi una particolare at- però non apparisce eh’ egli l’abbia praticata.)
tenzione. Galeno designa pure, sotto il nome ---Willis [Opera omnia edente Biasio, 1G82. ,

di nervi vicini o contigui alle carotidi, nervi i Tom. I. Nervorum


pag. 86 il descriptio , ) ,
dell’ ottavo paio, dove favella degli effetti del- quale d’ altronde aveva un particolare inte-
la loro compressione, nel libro II, cap. VI del- resse a studiarne resultati, la ripetè. Avendo i

l' Hippocr . et Platon, decretisi e nel Lib. I, stabilito nel cervello il principio delle interne

cap. VI, De locis affectis; non ammette poi funzioni, ed opinando essere principalmente e
verun dubbio riguardo vedere che in
a ciò, il per via dei nervi dell’ottavo paio che il cuore si
quest.’ ultimo Trattato paragona gli effetti attingeva quello dei propri movimentagli effet-
della incisione e della legatura di codesti ner- ti della sezione dei nervi del detto paio
sembra-
vi contigui alle carotidi a quelli della incisio- vano divenire la prova irrefragabile della sua
ne e della legatura dei nervi ricorrenti.) — Del dottrina. Trovò in fatto che questa esperien-
resto, i da Rufo alla com-
soli effetti attribuiti za deponeva in suo favore, poiché scompiglia-
pressione dei nervi pneumo-gastrici sonol’as- va dessa i movimenti del cuore a segno da far
soppi mento e la perdita della voce. Galeno — perire, tosto o tarili gli animali; e pretese egli
{Galeni opera. Venetiis apud Juntas. 1676. , che se anche la morte non era istantanea, ciò
l)e Hippoc. et Plat, decretis. Lib. Il, cap. G, dipendeva dalla influenzache poteva ancora
p. 23 q, e De locis affectis ,
lib. 1, cap. 6, pag. esercitare sul cuore la potenza nervosa per
G, retro) fa menzione
medesima sperien-
della mezzo dei nervi ricorrenti e dei grandi sim-
za, come avendola
praticata non solo colla le- patici. Medesimamente Lower (Tractatus de
gatura, ma ancora colla incisione, e non ne Corde , 708, p. 90) e Boyle (Birch. History of
1

indica altri effetti, o più tosto riduce i due, di the royal Society. Tom. I, p. 5o/j) attribuirono
cui favellai, ad uno solo, cioè la perdita della al disordine dei moti del cuore la morte degli
voce. —— Dopo Galeno, Piccolomini ( Anato - animali da essi sottomessi a tale esperienza.-—
imcae praelectiones,A rchang.Piccolhomini. Cosiffatti tentativi e queste diverse pretensio-
JRomae, i 586 p. 272 pare essere uno dei
, )
ni dato avendo certa importanza e celebrità
primi che siasene occupato però non è ac- ;
alla incisione dei nervi dell’ottavo paio, molli
certato eh’ egli abbia eseguita tale esperienza, autori vollero da sé stessi comprovarne gli ef-
essendoché le sue espressioni danno a inlrav- fetti. Di tal numero furono Chirac citato da
(

vedere ne parli più per conghiettura che die- Senac, Trattato del cuore, 2. da edizione, tomo
tro la osservazione. Checché ne sia, quanto ei li, pag. 120 ). Bohn Circulus Anatom, phy-
(

ne dice riesce importantissimo; annunzia egli siol. L


psiae, 1697, pag. 104 ), Duverney (ci-
non solo essere mortale cosiffatta esperienza, tato da Senac, loc. cit.), Vieussens ( Trattato
ma emette sulla causa della morte una opi- del cuore. Tolosa 122), Schrader 171b, p.
nione che, riprodotta dipoi da uomini celebri (
citato da Morgagni nella sua edizione delle
ai cui sistemi veniva essa in appoggio, e com- Opere di Vaisalva, Venezia, 1740, epist. XIII,
battuta da altri che contrariava, lu a vicenda art. 3 o ), Vaisalva Ibidem art. 28 e seg. , , )
(

per due interi secoli, difesa od attaccata. Pre- Morgagni ( Ibidem Raglivi (Georg. Baglivi. ,

tende egli che in questa esperienza gii anima- Opera omnia. Lugduni, 11710. Dissertatio de
li rimangano uccisi pel sospendimento dei observ. anatom, pract ., num. 7 e 8, pag.
moti dei cuore che cagiona. Nota. A — (
— 676-7 ), Gourten ( citato da llallcr, Llementi
torto Ridano talora attribuisce (
Jo. liiolani fìsiol. toni. 1
,
pag. 462 ),
Berger ( Physiol . me -
202 ESPERIENZE

dica Francofurti, 1737, pag. 63 )\ Ens ( De


,
un disordinamenlo della digestione, ed inol-
causa vices cordi altera, n. \ ), Senac (Trat- tre gli alimenti duravano fatica a pervenire
pag. 122), Ile uè emana
1
tato del cuore, tona. Il, fino allo stomaco, arrestandosi nell esofago.
(citato da Haller, Element, fisiol. torn. 1
, p. 462), Dedusse di più che prima della loro morte,
Haller ( Mena, sulle parti sensibili ed irritabi- gli animali rigettavano dalla bocca una schiu-
li, tomo pag. 224*8;, Bruma Commentarii
I, (
ma sanguinolenta, e dopo la loro morte vi si
de rebus in Scient. nat. et inedie. Lipsiae , rinvenivano polmoni rossi e ripieni di san-
i

tom. IV, pag. 432-8 ) , Molinelli (Ibid. tom. V, gue spanto. Sospettò che gli effetti del vomito
pag. 3 oi ). occasionassero la rottura di alcuni vasi dei
Fra questi autori, uni ammisero gli gli polmoni, e doversi forse la morte alla emor-
altri rigettarono il sentimento di Willis. La ragia. Vieusseus e Senac osservarono deipari
1
principale ragione portata da quest ultimi il colore rosso ed il gonfiamento dei polmo-
consiste in ciò che se i movimenti del cuore ni, ma attribuirono essi questo stato a un in-
dipendevano in ispecie dal cervello per mez- gorgamento inda minatorio, anziché ad uno
1
zo dei nervi dell ottavo paio, la morte do- spandimeuto di sangue, e pensavano che tale
rrebbe essere istantanea o prontissima, in ogni ingorgamento cagionar poteva la morte arre-
dopo la incisione di tali nervi, mentre non
caso, stando la circolazione. I fenomeni della —
avveniva dessa che in capo ad un tempo più dispnea non erano meglio sfuggiti ad Halier
o meno lungo, e talvolta di parecchi giorni ;
di quello che alla maggior parte degli altri
e cosiffatta spiegazione data da Willis sembra- autori; mai sintomi g. istrici avevano forse
va inammissibile in quanto che la incisio-
,
attirato la sua attenzione in modo speciale; e
ne dei grandi simpatici, aggiunta da molti siccome in ciascuna delle sue esperienze fa
1
degli autori citati a quella dei nervi dell
1
ot- espressamente menzione dell abolizione delle
tavo paio, non aveva visibilmente accelerato forze digestive e della corruzione di materie
la morte, o almeno quanto lo si avrebbe po- contenute nello stomaco, senza dire alcun che
tuto credere, posto che siffatta spiegazione dello stato dei polmoni che, a quanto pare ,
fosse stata veritiera. Ma precisamente accadu- non ha esaminati, è fuor di dubbio aver egli
to era più volte che gli animali morirono su- collocato nello stomaco la causa principale
bito dopo la legatura o la incisione dei nervi della morte. —
Oltre gli autori da me citati,
dell’ottavo paio. 11 qual fatto venne osserva- alcuni altri hanno eziandio praticato la inci-
sione dell ottavo paio, ma per viste particola-
1
to da Piccolomini Loc. cit. ) ammesso che
(
1
egli abbia eseguito la esperienza ), du Bollii ri e tutto affatto diverse dall oggetto che qui

[Loc. cit.), da Varignon in un caso di cui 10 tratto. Per (Memorie del-


tal guisa, Petit
1 1 1
diede parte all Accadem. delle Scienze nel 1 Accademia delle Scienze. Àu. 1727) ha l

1
1706 (Istor. dell Accad. delle Scien. An. 1706, fatta nello stesso tempo di quella del grande
pag. 23), da Berger ( loc. cit. ), da Ens g/oc. simpatico, per determinare fazione .di que-
1
cit.) , da Schrader (loc. cit.), da Molinelli st ultimo sugli occhi e fissarne la origine.
( loc. cit.) e, a quanto pare, da-Sgnac (loc. cit. Fontana (Trattato sul veleno della vipera ,
pag. 123 ). Nè Morgagni (De sedibus et cans, torn. Il, pag. 177.) Cruikshank Giornale ge- (

inorò. ep st. XIX, art. 23, e nella sua edizione


:
nerale di Medicina, pér cura di Sedillot, voi.
0
deile opere del Vaisalva, epist. XIII, art. 3o ), 2. del supplirà., pag. 80 e s eg. ), Meyer ci-
(

che cita alcuno di questi fatti , nè Haller tato da Dupuytren ),


coll’idea di comprovare
(
Eleni. (ìsiol. tom. I, pag. 463 ) , che era mol- la generazione dei nervi. Gli uni e gli altri
to interessato a rischiararli, non seppero dar- videro benissimo che gli animali ne moriva-
ne una soddisfacente spiegazione. L’ imbaraz- no, e notarono principali sintomi che pre-
i

zo di Haller era singolarmente più grande, in cedevano la morte, però non si arrestarono
quanto che aveva egli stesso riscontrato simi- ad indagarne le cause; Cruikshank osservò
le caso ( Memorie sulle parti sensibili ed irri- solamente, come alcuno degli autori prece-
tabili, tona. I, pag. 224, esper. 181). Gli accad- denti, formarsi nei polmoni un ingorgamento
de osservare un cane spirare fra le sue mani, sanguigno. —
Erano queste in Francia le prin-
subito dopo la legatura del paio vago. In — cipali osservazioni state fatte sugli
1
effetti del-
siffatto conflitto di ricerche e di opinioni, la incisione dei nervi dell ottavo paio prima
1
l attenzione non arrestasi già unicamente ai della riorganizzazione degli studi di medici-
movimenti del cuore; altri fenomeni vennero na. -

A quest 1 epoca , Bichat ripetè tale
osservali, e si dedussero nuove cause di mor- esperienza, e riconobbe che la respirazione
te. Lo stesso Willis sembra avere attribuito la divieue difficilissima, nè il cessa d’ esserlo fi-
morte in parte a ciò che gli animali non vo- no alla morte sembra egualmente attribuisse
;

levano più mingiare ( loc. cit. ). Baglivi por- egli lamorte particolarmente a tale sintomo,
ta opinione eziandio che, almeno in alcuni giacché non fa menzione di veruu altro; e
1
casi, periscano d inanizione. Billette Vaisalva nondimeno, per una di quelle contraddizioni
«he ai frequenti sforzi di vomito aggiuugeva&i alquanto frequenti in quss C au tore, concilia.-
ESPERIENZE

de egli dalla stessa esperienza non avere il di un colore vermiglio affatto simile al primo.
cervello sui polmoni alcuna influenza attuale Ne inferisce operazione non impedi-
che tale

diretta. (Ricerche fìsio. sulla \ ita e la Mor- sce per nulla la combinazione dell’ aria col
te, li parte, articolo io, §. 1 .)
— Dupuytren sangue che traversa polmoni, ma eh’ essa
i

riprese qualche tempo dopo siffatta esperien- cagiona il secondo dei due modi d’asfissia di
za, e la sua Memoria ( inserita nella Bibliot. cui ho parlato vale a dire, eh’ essa rende dif-
;

medic., tom. XVII, pag. i.) riesce importante fìcile 1’ introduzione dell’ aria nei polmoni,
per una precisione ed uno spirilo di analisi in guisa clie abbisogna una forza esteriore

che non riscontratisi per niente negli autori per farla penetrare nelle vescichette polmona-
ri ; ma non indica quale fosse la causa che im-
che il precedettero. Applicasi egli in ispecie
nel determinare il genere d’influenza esen- pedisce così 1’ aria di penetrare nei polmoni.
tato dal cervello sui polmoni per mezzo dei
— Verso il tempo stesso, Blainvilie occupossi
nervi di cui si tratta. 11 resultato delie scie in- della medesima questione. (Proposizioni estrat-
dagini fu che agli animali ai quali vennero te da un Saggio sulla Respirazione; disserta-
tagliali, muojono costantemente d asfissia, e
1
zione inaugurale inserita nella Collezione del-
le tesi della Facoltà di Med. di Parigi, anno
ne rinviene la prova non solo nella dispnea
che avviene immancabilmente, ma ancora nel 1808, n.° 1 4 ) Conclude egli da siffatte espe-
colore del sangue arterioso che diviene sem- rienze, che il sangue si combina coll’aria co-
In due modi sì bene dopo come prima dell’incisione dei
pre più nero come nell asfissia.

eoncepivasi siffatta asfissia : o l


1
aria atmosfe- nervi, e l’aria non cessa perciò d’introdursi
rica,quantunque penetrante liberamente nei liberamente nel petto ; e, rigettando ogni idea
petto, non può più combinarsi col sangue che d’ asfissia, parve ammettere, come llaller e al-

aitraversa i polmoni, nè convertirli in sangue cuni altri fisiologi , che la causa principale
arterioso, o il suo ingresso nei polmoni è im- della morte dipendeva dall’ abolizione delle

pedito, e non potendo più pervenire fino nel- forze digestive e dall’ alterazione delle mate-
le vescichette polmonari, non può più essere
rie contenute nello stomaco ; non ostante avu-
vede che in
conlatto col sangue: to aveva la precauzione di comprovare Io sta-
messo a si

amendue i casi l’effetto è il medesimo, po- to dei polmoni dopo la morte, il die Dupuy-
sciachè non può esservi più sangue arterio- tren e Dumas avevano
trascurato di fare. Ave-

so formato. Dupuytren dichiarossi pel pri- va egli osservato nei conigli sottomessi alle
mo di questi due modi di asfissia. Opina egli sue esperienze, che i bronchi erano più o me-
adunque, i.° che tutti gli animali ai quali fu- no pieni di mucosità talvolta sanguinolenti ;
rono tagliati i due nervi pneumo-gastrici e polmoni trovavansi coperti di larghe mac-
i

muoiano d’ asfissia 2.° eh essi ne muoiano ,


;
chie brune ma sembra non avesse considera-
;

te queste macchie se non come superficiali,


perciocché l’aria atmosferica, quantunque con-
(Proposizioni, ec. pag. 20 e seg.)
tinui a penetrare liberamente nei polmoni, e
in tale stato di cose, Provenzal si applicò
ad arrivarsi a contatto col sangue, non può
p comprovare ss vi fosse realmente
asfissia;
più combinarsi con esso, poiché tale combi-
per lo die appigliossi egli a mezzi intiera-
nazione solo può effettuarsi sotto la influen-
mente Bullettino delle Scienze me-
chimici.
za del principio vitale e per 1 intermedio dei (

diche, Tomo V, pag. 36 r.) Considerando che


nervi.
seconda parte della opinione di
Siffatta
o<mi qual volta un animale è più o meno col-
Dupuytren era Soggetta a gravi difficoltà; im- to d’asfissia, consuma, in un dato tempo, men
perocché è antica e giornaliera osservazio- gas ossigeno, che forma desso meno acido car-
ne, che il sangue stravasato e messo in con-
bonico,"e la sua temperatura diviene piu bassa
tatto con I’ aria, acquista un bel colore ar- che allorquando esso non Io e, Provenzal esa-
terioso. D’altronde, se dipendeva l’asfissia minò ciò che presentavano 9 sotto questi tre
aspetti, gli animali ai quali aveva egli tagliato
dalla causa allegata, essa sarebbe improvvisa
il paio vago, e rinvenne
che erano in un vero
e compiuta, e gli animali dovrebbero perire
stato di asfissia che diveniva di più in più pro-
colla incisione dei due nervi pneumo-gastrici
fondo misura che si approssimavano al loro
così prontamente come per la sommersione
a
,

fine. Fìbbe d’ altronde come Blainvilie P at-


o per lo strangolamento ; ora ciò è appunto
,
,

quanto Dupuytren stesso non aveva osservato. tenzione di esaminare polmoni, che ritrovò i

rossi o ingorgati di sangue nei cani


ma senza
Dumas, decano della Facoltà di Montpellieri conigli e
;

(Giornale generale di Medicina per cura di ,


alcuna apparenza contro-natura nei
nei porcellini d’india. Le sue
esperienze sla-
Se J ilio t, tomo XXX 11 I, pag. 353 ),
non si ar-
modo d’asfis-
restò su considerazioni, ma ricorse ad
tali bilivano soltanto il fatto e non il
esperienze dirette, che fece sopra dei cani ne sia nondimeno, parve ammettere la seconda
;
;

parte dell’operazione d. Dupuytren,


ma con
ricavò quindi che soffiando dell’ aria nei pol- paio vago non
del
la clausola che la incisione
moni di questi animali, dopo aver loro taglia-
lo il paio vago, formasi del sangue arterioso
impedisce che fino a e«rto punto, e noti già
DO
Enclcl. McJ.
ESPERIENZE

«lei tulio, la eombirtazione dell’ossigeno col na ebbi tagliati i nervi


questo piccolo ani-
di

sangue. —
Riassumendo le opinioni diverse male, fece maggiori sforzi per respirare, ed
i

manifestale dai soprammenzionati scrittori , io vedeva chiaramente non introdursi niente

sulla causa della morte dopo la legatura o la o pressoché niente d’aria nel suo petto. Di-
incisione del paio vago, scorgesi che siffatta menavasi esso convulsivamente, di tratto in
causa venne posta successivamente in tre or- tratto, per lo spazio di due o tre minuti, in
gani differenti cioè, ne! cuore, nello stomaco
;
capo ai quali aveva il corpo floscio e la testa
e nei polmoni organi che pel fatto ricevono
: cadente. Conservavasi tuttavia sensibile e di
tutti più o meno, dei filetti dal paio vago.
,
tempo in tempo faceva sforzi d’inspirazione ;

Obbiettossi a ragione che la morte dovrebbe la sensibilità però si estinse poco a poco, e in

essere assai più pronta che d’ordinario non meno di mezz’ora ei non dava più alcun se-
lo è, se occasionala fosse immediatamente dal- gno di vita Cotale resultato molto mi sorpre-
la sospensione dei movimenti del cuore; e se, per cui tosto ripresi la esperienza sopra
molto più tardiva, se dessa dipendesse solo un altro cane della stessa età, e l’esito ne fu
1
dall abolizione delle forze digestive. Riguar- pure eguale. L’esame dei cadaveri di questi
do ai polmoni, rintracciando a quale altera- due cani dato non aveami verun soddisfacen-
zione, tanto della loro sostanza come delle ,
te schiarimento , ed io rintracciava tuttora la
loro funzioni, si potesse inferirne, è evidente causa di tale strano fenomeno , allorché un
che la quantità di sangue versato o ingorgato giorno, importunato dalle acute grida di un
in questi organi, non risulta abbastanza co- piccolo cane di due giorni al quale voleva le-
piosa perchè si possa attribuire la morte alla gare le carotidi, per una esperienza particola-
1
emorragia ; e supponendo essere l ingorga- re, m’appigliai onde acheiarlo, alla esperienza
mento infiammatorio, non riesce verosimile di Galeno, e gli tagliai due nervi ricorrenti
i

che sia arrestando la circolazione che que- che si offrivano alla mia vista. Fece subito
sto ingorgamento faccia perire gli animali. grandi sforzi per respirare, e dopo aver ap-
— L’ asfissia soddisfaceva meglio ai principali palesato gli stessi fenomeni di quelli ai quali
fenomeni della esperienza ma , quantunque ;
aveva tagliati nervi vaghi, morì fra le mie
i

la esistenza ne fosse stala provata da dirette mani in meno di una rnezz’ ora. Qualun- —
esperienze, la difficoltà d’ intendersi sul modo que fosse il modo della incisione dei ricorrenti
con cui era prodotta, aveva fatto insorgere per cui questo piccolo cane era perito, non
alcuni dubbi sul fondamento stesso del sog- rimaneva alcun dubbio che la morte dei due
getto, e vari autori avevano rigettato il fat- primi cani non dipendesse dalla causa stessa.
to, perciocché essi non ne concepivano il mo- Si sa diffatto che tagliando nel collo due ner- i

do. —Poco tempo dopo la pubblicazione delle vi dell’ ottavo paio, tagliasi di conseguenza i

esperienze di Dupuytren, io ebbi congiuntura ricorrenti, quali sono rami che forniscono
i i

d’impiegare la incisione dei nervi pneumo- primi al loro ingresso nel petto.
gastrici, come mezzo asti ti co, qualunque fosse Rimaneva a sapere perchè la incisione
d’altronde il modo di tal genere d’asfissia* dei nervi ricorrenti produce una morte sì
Stava occupato allora a determinare il tempo pronta. Siccome questi nervi si distribuiscono
che gli animali della stessa specie, ma di dif- alla laringe, solo in quest’ organo era a in trac-
ferenti età, possono, senza perire, sopportare ciarsene la causa, lo sospettai consistesse des-
l’asfissia prodotta semplicemente coll’ inter- sa unicamente in una diminuzione, istantanea
cettazione dell’ aria o eolia sospensione dei e ragguardevole dell’ apertura della glottide,
movimenti inspiratori. Dopo aver comprovato ed il mezzo di chiarirmene era quello di pra-
la legge secondo la quale diminuisce questo ticare una larga apertura all’ asperarteria al
tempo dall’ istante della nascita fino all’ età disotto della laringe, dopo aver tagliato tan-
adulta, sapere se P epoche alle quali
io volli to i nervi ricorrenti, quanto quelli dell’otta-
gli animali di età diverse muoiono dopo la vo paio. Potendo in tal guisa 1’ ària introdursi
incisione del paio vago sarebbero conformi a prontamente nei polmoni, senza passar per la
queste leggi. Il primo animale che sottoposi glottide, tutti sintomi «li soffocazione da me
i

a prova fu un piccolo cane di due


siffatta osservali nei miei tre piccoli cani, non doveva-
giorni. Io sapeva mediante le mie proprie e~ no più effettuarsi, ammesso che la mia con-
sperienze che il cane nato di fresco sopporta ghiettura fosse fondata. Il primo cane cui ca-

un’asfissia circa sette volte più lunga di un pitommi alle mani servì a ciò verificare; ave-
cane adulto e da quelle dai diversi autori
; va desso I’ età di tre giorni. La incisione dei
che tagliarono il paio vago sul cane adulto nervi ricorrenti il fece cadere nell’ asfissia
aveva appreso, eh' esso muore solo in capo «li completa, come precedenti. La sensibilità
i

uno o due giorni e talvolta anche molto più Stava per estinguersi, nè faceva se non qualche
tardi. Doveva adunque sperare che U mio pic- raro sforz«> d’ inspirazione, quando io praticai
colo cane avrebbe sopravvissuto certo numero un’apertura all’ asperarteria , calla inspira-
di giorni; ma fu lutto all’ opposto. Non appe- zione che fece, P aria si precipitò nel petto per
ESPERIENZE 2j5
tale apertura ;
le carotidi, di nere eh’ erano, lo èabbastanza per farli perire in capo ad al-
divennero di un bel colore rosso, e fi animai cune ore. Nell’ età di tre mesi e anche prima, i
si ristabilì verun altro soccorso. Feci
senza cani non soffrono tanto da perire ;
i gatti se
e pari un’apertura all’ asperarteria ad altri
<1
1
ne risentono maggiormente, ed ogni poco che
cagnolini, ai quali tagliato avea due nervi del- i si agitano o si sforzino a camminare^ ceifono
1’ottavo paio ;
1’effetto ne fu eguale, e solo la come soffocali. Se, in un gatto di simile età,
respirazione si tenne alquanto più alta di quel- aggiungasi all’ effetto dei nervi ricorrenti sul-
lo che dopo la incisione dei ricorrenti. \olli — la glottide quello dei nervi vaghi sui visceri
in seguito sapere se succedevano i medesimi del petto ,
doppio effetto che operasi sempre
fenomeni nelle altre specie di animali ; per la tagliando questi ultimi nervi nel collo, allora la
qual cosa tagliai talora i nervi vaghi, falora dispnea risulta delle più forti, e volendo preve-
i ricorrenti a dei gatti, dei conigli e dei por- nire l’imminente morte, bisogna affrettarsi di
cellini d’india nei primi giorni della lor na- fareun’apertura all’asperarteria. Fatta che sia,
scita, e ne risultò che i gatti morivano nel con pochi sforzi, quan-
effettuasi la respirazione
modo stesso, e forse ancora più protamenle tunque più rada che in salute, e lo divenga in
dei cani. incisione dei ricorrenti ostruisce
li’ seguito di più in più. Ogni volta che turisi col
meno compiutamente la glottide nei porcelli- dito quest’apertura, cade tosto l’animale in a-
ni d’ India e nei conigli primi ne muoiono : i
gitazioni convulsive come all’incominciamen-
in capo ad un’ora aìl’incirca, ed conigli dopo i to di una compiuta asfissia. — Accade lo stes-
alcune ore. Ma quantunque la glottide, dopo so nei conigli e nei porci d’ India ;
risulta in
la incisione dei ricorrenti, lasci tuttavia più o essi meno grave dispnea suscitata dalla in-
la

meno passar 1’ aria negli animali di siffatte due cisione dei ricorrenti a tenore della loro più
specie, la dispnea che ne conseguita pare essere inoltrata età; ma nei porci d’india riesce
la causa principale della loro morte, quando sempre più eccessiva che nel coniglio. Per
recidasi paio vago, giacche vivono essi a un
il esempio, quest’ullimi se ne risentono meno al-
1’ età di un mese, di quello che
dipresso il medesimo tempo dopo la incisione porci d’ In- i

di questi ultimi nervi come dopo quelle dei dia a cinque mesi, anzi questi possono morir-
ricorrenti, contrario vivono dessi mag-
e al ne nello spazio eh ventiquattro ore La ragio-
giormente dopo la incisione del paio vago con ne di tutte queste differenze di leggeri si com-
una apertura all’ asperarteria, di quello che prende, e deriva da ciò che proporzionalmen-
dopo quelle dei ricorrenti senza simile aper- te alla capacità dei polmoni, l’apertura della

tura. Inciso aveva i nervi vaghi a un porcel- glottide negli animali di pari età risulta più
lelto d’india nato da alcune ore solamente, ed grande in una specie che in un’altra; e più
esso morì in capo ad un’ora, desto, per ter- grande ancora nell’ adulto di quello che ai-
mine comparazione, ne presi un altro della
di fi epoca della nascita in quelli della medesima

stessa grandezza, al quale incisi soltanto due i specie il


;
che era già stato comprovato dal
ricorrenti. Cinquanta minuti dopo tale ope- professore Rieherand nell umana specie. (Nuo-
razione, sopraggiunta essendo la dispnea, a vi Elementi di fisiologia, i.raa edizione, tom.
gradi, intollerabile ,
cade sul fianco ,
e pareva II, pag. 436.) Ora, supposto chela figura del-
moriente. Fatta allora un’apertura all’ aspe- la glottide in questi diversi animali sia presso

rarteria, si ristabilì la respirazione da sè, e tra a poco simile, perimetri delle figure simili es-
i

poco si rimette. Diciolto ore più tardi, era sendo fra esse come quadrati
delie dimensioni
i

ne! medesimo buono stato, ed allora praticato omologhe, scorgesi che un accorciamento dello
avendogli la incisione dei due nervi vaghi, stesso ordine nell’apertura della glottide deve
non sopravvisse che tre ore e mezza. intercettare passaggio dell’aria a gradi dif-
il

Determinato influenza dei


in tal modo la ferentissimi. Cotale eziologia della soffocazio-
nervi ricorrenti sugli effetti della incisione del ne. prodotta dalla incisione dei nervi ricorren-
paio vago in queste quattro specie di animali, ti, è quella eh’ io aveva dato dopo le mie pri-

verso 1’ epoca della loro nascita , mi diedi ad me esperienze. Risulta da essa che l’effetto di
indagare ciò che diviene cotale influenza ma- questa operazione consiste nel diminuire fi a-
<?

no a mano che detti animali avanzano m età. perlura delle glottide. La qual cosa parevami
t

Non mi fermerò qui in tutte le minutezze a essere comprovata abbastanza da tutte le cir-
cui mi condussero siffatte indagini, e dirò so- costanze della soffocazione, e segnatamente dal
lamente che la incisione dei nervi ricorrenti mezzo che la fa cessare. Però alcuni riputati
produce una soffocazione meno considerabile, anatomici ne dubitarono; taluni di essi assi-
a misura che gli animali si allontanino dal- curavano avere le cartilagini formanti la la-
F epoca delia loro nascita ; per tal guisa, nei ringe troppo poca mobilità le ime sulle altre
cani e nei gatti di quindici giorni o tre setti- onde produrre notabile ristringimenlo ed
mane, siffatta operazione occasiona ancora una eziandio tale che giunga fino a provocare la
dispnea, che, quantunque meno gagliarda di soffocazione altri dissero che essendo pro-
;

quello che sia nei primi giorni della nascita, prietà della incisione di un nervo di paralisa-
236 ESPERIENZE
re le parli alle quali si distribuisce questo diminuiva tosto della metà, e la cartilagine
nervo, e la paralisia andando sempre accom- aritenoide della parte stessa rimaneva immo-
pagnata da rilassamento, la incisione dei ner- bile quella dell’ altra conservava i propri
;

vi ricorrenti doveva rilassare e in conseguen- movimenti. Allorché i due nervi vaghi o i due
za allargare la glottide anziché ristringerla. ricorrenti erano stali tagliati, le due cartila-
Per rischiarare siffatti dubbi feci le seguenti gini stavano immobili e contigue coi loro orli
spcrienze in presenza della società dei pro- interiori i ligamenti della glottide erano del
;

fessori della facoltà di Medicina di Parigi. pari riavvicinati e contigui coi loro orli ta-
Presi conigli dell’ età di circa due mesi,
tJei glienti, e la glottide sembrava affatto chiusa.
ai quali distaccai la laringe dall’osso ioide Ad ogni sforzo emesso da questi animali, più
e delle parti sottostanti, senza ferire nè i suoi dessa si chiudeva, anzi che aprirsi, e ciò a cau-
propri muscoli, nè i nervi ricorrenti dopo ;
sa della pressione dell’ aria esterna, che au-
di che lo inclinai all’ uopo verso il petto mentava dippiù il riavvicinamento di questi
onde mettere pienamente in evidenza l'aper- ligamenti, a motivo della loro posizione obli-
tura della glottide. Questa apertura era pres- qua ed al fondo di sacco eh’ essi formano alla
socchè rotonda o tutto al più leggermente o- loro parte anteriore. Al contrario, 1’ espira-
vale dall’ alto in basso supposto essere la la-
( zione riesciva facile. Ho distaccato intieramen-
ringe al suo posto, e 1’ animale in piedi sulle te la laringe con certo tratto della asperarteria,
zampe), in ispecie durante le ispirazioni. Com- ed introdussi la estremità di una sciringa nel-
provato bene tale stato, tagliai i due nervi la trachea 1’ aria, spinta dalla sciringa, usciva
;

dell’ ottavo paio nel mezzo del colio subito ;


liberamente dalla laringe ; ma quando lo stan-
dopo le due cartilagini aritenoidee si riavvici- tuffo, mosso opposto, aspirava I’ aria
in verso
narono l’una all’altra e alla tiroidea, l’apertu- della glottide, io sperimentava, movendolo in
ra della glottide $’ impiccolì, e divenne quindi questo verso, simile resistenza a quella che si
anziché un foro presso a poco rotondo, una effettuerebbe se avessi messo il dito alla estre-
fessura invariabile diretta dall’ allo al basso. mità della sciringa. — Realmente adunque la
In altri conigli delia stessa età, le cartilagini soffocazione prodotta dalla incisione dei nervi
aritenoidi e la glottide avevano prima della ricorrenti succede per paralisia dei muscoli
incisione dei medesimi nervi, moti corrispon- aritenoidi e quindi per rilassamento dei figa-
denti a quelli della respirazione. Ad ogni in- menti della glottide. —
Risulta dal fin qui e-
spirazione la glottide allargavasi fin a divenire sposto essere, nelle esperienze della incisione
rotonda; indi, durante la espirazione ristringe- 1
dell ottavo paio, gli effetti di tale operazione
vasi a motivo del riavvicinamento delle carti- nei visceri del torace e dell’ addomine ai qua-
lagini aritnoidi tra esse e verso la tiroide, e co- li questi nervi si distribuiscono sempre più o
sì di seguito ma, dopo la incisione, sia dei
; meno complicati degli effetti della incisione
nervi dell’ottavo paio, sia dei ricorrenti, x ri- dei ricorrenti sulla laringe, secondo 1’ età e e,
manevasi immobile e ristretta in fessura. È la specie degli animali, siffatta complicazione
tl’uopo osservare non accadere siffatti moti può riescire sì grave da divenire la causa im-
della glottide, o non risultare almeno molto mediata della morte, la quale sopravviene al-
inarcati se non quando la respirazione è al-
, lora più o meno presto, e molto innanzi 1 e-
quanto impedita; se è libera, la glottide riman- poca in cui sarebbe accaduta in conseguenza
si quasi invariabilmente abbastanza larga ed della incisione dell’ oliavo paio, libero da tale
aperta. complicazione. Questi fatti adunque ci con-
Comparati questi
stati della glottide pri- ducono ad una semplicissima spiegazione in-
ma e dopo
incisione dei nervi di cui si trat-
la torno tali morti repenti sopravvenute dopo la
ta negli animali ai quali questa operazione mai incisione dell’ottavo paio, le quali morti, come
non cagiona imminente soffocazione, neppure dissi più sopra, avevano tanto imbarazzati al-
al momento della loro nascita, indicava abba- cuni autori, e comparvero sì favorevoli al siste-
stanza quando doveva succedere in quelli pres- ma di taluni altri. Biffa tli, fragli scrittori ch’io
so cui (lessa produce tale effetto. Ho io ripe- citai quali si occuparono di tali morti subita-
i

tuto, sopra tre cani e sopra quattro gatti ap- nee quelli eh’ ebbero la diligenza d’ indicare la
pena nati, la esperienza stessa già fatta sui co- specie e l’età degli animali su cui fecero i loro
nìgli. In questi sette animali, 1’ apertura della esperimenti, dichiarano ch’erano cani o gatti
(laringe dava dei moti che corrispondevano re- appena nati. — Reco adunque un novello ef-
golarmente a quelli della respirazione. Ad fetto incisione dei nervi ricorrenti, e
della
ogni inspirazione cotale apertura allargavasi quindi di quella del paio vago, oh’ io non mi
e verso il fine della espirazione dessa si ristrin- so essere stata notata da alcuno dei moltissimi
geva a segno di comparire chiusa, il che du- autori che sperimentarono 1’ una o 1’ altra di
rava fino al momento in cui ricominciava l’in- tali operazioni. Già si sa che Galleno, a cui si
spirazione. Tagliando, sia il nervo vago, sia il attribuisce, o piuttosto, il quale si attribuisce,
ricorrente da un lato, 1’ apertura della laringe la scoperta dei nervi ricorrenti, è altresì il
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 23;
primo die fatto ne abbia la incisione. Osservò un dipresso gli stessi che quelli della incisio-
egliil solo effetto della perdita della voce : ne, nondimeno, per iscansare ogni incertezza,
1
Ianimale su cui fece la incisione, era benissi- io in’appiglio sempre nelle mie esperienze al-
mo scelto per mettere in evidenza cotale effet- la incisione, sia sui ricorrenti, sia sul paio va-
to, era desso un porco. De locis affectis , go. Ma gli autori citati impiegavano alquanto
lib. cap. 6, pag. 6.
i. — (

De praecognit. ad indistintamente la legatura o la incisione, e so-


Posihumurn , pag. 21G. ) Siffatta esperienza lo poi per abbreviare, riportandole loro espe-
venne in seguilo riprodotta da Vesalio. {De rienze, il più sovente non feci menzione che
hum. corporis fabrica , Basilea, i 555 pag. ,
della incisione. —
Ne viene da tutto ciò, che,
820 ) indi medesimamente da Colombo ( De
;
onde valutare giustamente gli effetti della in-
re anatomica Parigi, i5G2, p. 4 7 5 e 477 ) »
,
cisione del paio vago sui visceri del petto, è
da Biolano ( Encheiridiurn anatom. Parigi mestieri dapprima conoscere quelli della in-
i562, pag. 243. —
Opera anatomie, p. 4 I 4 )>
,

cisione dei ricorrenti


;
e, nella maggior parte
da Bidloo (Exercitatio/ies anatom, chirur. dei casi, devesi incominciare dall’ annullar
Lugd. Bat. 1G08, pag 2), da Muralto, da Chi- questi ultimi, operando sull’ asperarteria una
rac, da Courten, da Emett citat. da Haller, (
larga apertura con perdita di sostanza. Non è
Elera. fis., toni. Ili, pag. 409), da Drelin- perciò che tale apertura non apporti inconve-
court ( Experiments anatom. Lugd. Batav. nienti conciossiachè occasiona alcun poco di
;

1681, pag. ii ), da Giorgio Martin Saggi ed (


infiammazione, e in seguilo fa gonfiare le par-
osserv. di Medicina della società di Edimbur- ti vicine, soprattutto la membrana che tappez-

go. Parigi, 1742, tom. II, pag. 1 38 ) e Portai ;


za la trachea possono inlrodurvisi corpi e-
;

(Lettera di Colombo sopra un corso di fi- stranei ;


muscoli e la pelle giungono
infine, i

siologia fatto da Portai nel 1771)6 Dupuy- spesso od ostruirla. Però non conosco altro
tren (Memoria citata più sopra) la prati- mezzo atto a sostituire la detta apertura, e
carono pure. La sola afonia attrasse P atten- quanto può farsi nel caso di non averne po-
zione di questi autori, quali si limitavano a
i tuto prevenire gli inconvenienti è di tenerne
studiarne le diverse circostanze. (Nota. — conto nei risultati. —
Supponiamo adunque
; Riesce osservabile la causa alla quale Martino che nel praticare la incisione del paio vago
i
attribuisce l’afonia. Opina egli essere effetto siansi assicurati non risultare sulla laringe al-
1 della incisione dei
ricorrenti l’ allargamento cun molestare la respirazione, ri-
effetto atto a
della glottide
; qual esperienza la fee’ egli
la mane ora a rintracciare quale sia, in tal caso,
1
sopra un porco dell età di cinque o sei setti- la causa della morte. Dissi più sopra che fa-
mane. Dopo la operazione, die egli, l’auima- 1
cendo tale esperimento, dapprima ebbi in mi-
i
le respirò come se la glottide fosse stata Irop- ra soltanto di sapere se le epoche alle quali
po aperta morì desso in capo di sei o sette periscono gli animali di diverse età corrispon-
;


:

i settimane, ancora nello stato d’afonia.) devano con quelle in capo a cui gli animali di
Per tal guisa, esaminarono fino a qual punto pari età e specie soccombono cl’ asfissia, faci-
-
rimane affievolita la voce dalla incisione di un le riesciva comparazione, imperocché il
la
; nervo a qual segno si estingua per quella dei
; tempo che gli animali possono sopportare l’a-
) due nervi ; in qual caso e in capo a qual tem- sfissia, quantunque variabile a tenor dell' età,

]
po l’animale la possa ricuperare. Tulle le è presso a poco costante per ciascuna epoca, e
f
quali cose, riescendo estranee al mio snbbiet- solo viene dessa protratta alcuni momenti ne-
to, non mi ci arresterò un istante; però devo gli individui della medesima specie. Praticai
, far osservare che leggendo tali autori torna ,
adunque incisione dell’ottavo paio sopra
la
1 utile por mente se nervi sono stati legati o
i varie specie di animali, e particolarmente sui
: tagliati. La legatura può «lare resultali che ap~ conigli, dalla loro nascita fino all’ età di uno
:
paiano contraddittori dietro il non esser des-
, o due mesi non rinvenni nulla di stallile nè
:

< se state abbastanza ristrette per intercettare di costante nelle epoche in capo alle quali gli
1 affatto l’azione della potenza nervosa, o P es- animali di pari età ne perivano, e non osser-
i
serio state al grado di produrre tale effetto, vai alle diverse età nulla di paragonabile a
t senza disorganizzare il nervo, o infine in rao- quella legge di decrescimento secondo cui gli
i do di disorganizzarlo. Nel primo caso, l’afo- animali sopportano un’asfissia tanto più breve
1 nia risulta più o meno incompiuta ; in qua- quanto più si scostano dessi dall’epoca della lo-
lunque grado essa sia nel secondo, cessa tosto ro nascita. Per tal guisa, vi perire dei conigli
« ! i

|
si sciolse la legatura ; esse persiste nel terzo
,
appena nati dopo la incisione del paio vago ,
1 dopo l’ablazione delle ligature, come se i ner- così prontamente, come altri dell età di due
vi fossero stali tagliati questa osservazione è
: mesi e spesso quest’ ultimi sopravvivono mi
I ;

i applicabile alla legatura del paio vago e a quel- tempo lungo come quelli che sono mollo
così
li
la degli altri nervi. Quantunque gli effetti più giovani. La qual cosa pensar mi fece, non
(
della legatura portata ai gradi che costi tui- muoiano essi già d’asfissia, o, dato pur che
< scono i due ultimi casi testé accennati sieno a ne muoiano, risultare colale asfissia co mplica-
238 EiP£RTl£(SZE

la dialcune circostanze variabili a seconda de- zioni del polmone, imperocché, quantunque
gliindividui. A siffatta opinione io m’ avea brevissimo il tempo che conigli vi sopravvi-
i

soffermato, allorché le mie esperienze sulla vono, risulta per lo meno doppio di quello
decapitazione mi condussero a ricominciare che sopravvivono al sospendimento della cir-
quelle sulla incisione dei nervi dell’ ottavo colazione. Se, al contrario le funzioni del cuo-
1
paio, coll idea di scoprire, se possi bil fosse re dimorassero intatte, e fossero annientate
stato, qual era la vera od almeno la princi- solo quelle dei polmoni e dello stomaco ,
la
pal causa della morte. morte sarebbe prontissima, ma meno che nel
JNon intratterrommi già a rapportare mi- primo caso, sopra vverrebbe nel medesimo tem-
nutamente tutti i fenomeni risultati da tale po che dopo un asfissia compiuta, e senza che
operazione, giacché furono dessi osservati e accagionar se ne potesse il sospendimento del-
descritti dalla maggior parte degli autori più le funzioni dello stomaco. Se il danno di lali
sopra citati , nè devo qui esporre che i ri- organi fosse in proporzione più grave nell’uno
sultaraenti. Ora, esaminando attentamente co- che nell’ altro, e in alcuno non riescisse tale
siffatti fenomeni, rieonoscesi trovarsi aggra- da apportare 1’ intero annientamento di siffat-
vati i visceri gastrici, polmoni ed il cuore. I
i te funzioni, gli effètti non sarebbero gli stes-
visceri gastrici, perciocché gli animali sono si, nè più anderebbe a ttribuita la morte a quel-
più o meno tormentati da nausee, ed anche lo le cui funzioni ammettono brevissima in-
da vomiti nelle specie soggette a recere; i pol- terruzione, ma dipenderebbe dall’organo mag-
moni, perciocché evvi sempre considerabile giormente offeso, o piuttosto la causa della
dispnea la cui intensità va accrescendo fino morte sarebbe in ragione composta dell’offesa
alla morte il cuore,
;
perciocché in generale dell’organo e dell’ importanza delle sue fun-
perdono le carotidi della loro pienezza e ten- zioni. Questo caso è quello che osservasi dopo
sione. —11 cuore, i polmoni e lo siomaco so- la incisione dei nervi del paio vago. In tale
no organi di grande importanza, e il disordi- esperienza, il cuore, i polmoni e lo stomaco
namento delle loro funzioni compromette in vengono offesi in vario grado, non però in
modo la esistenza-dell’anioiale, che uno solo che modo che sospese ne restino intieramente le
ne fosse oltraggiato basterebbe a farlo perire. loro funzioni, se ciò non avvenisse in certi
Potrebbe essere adunque che ciascuno di questi casi per risguardo allo stomaco. Rintracciare
organi considerato separatamente venisse dal- adunque come succeda che la incisione di tali
la incisione dei nervi del paio vago maltratto al nervi faccia perire gli animali, è lo stesso che
grado da produrre la morte, il che, aggiungerò voler iscoprire quali siano, fra le lese funzio-
altresì, sembrarmi molto verisimile. Nondimeno ni, quelle che lo sono al punto che la morte
concluder non si potrebbe avere la morte la ne sia la conseguenza prima che lo scompiglia-
sua causa immediata in tutti e in ciascuno di mento «Ielle altre abbia potuto produrre lo
siffatti organi. Imperocché d una parte pos-
1
stesso effetto. — Il segno principale dietro cui

sono non esser aggravati ad uno stesso' gra- si riconosca che il cuore è offeso dopo la in-
do e d’altra, supponendo che lo sieno, le
; cisione del paio vago, è, come dissi, una dimi-
loro funzioni ,
quantunque indispensabili al nuzione nella pienezza e nella tensione del si-
mantenimento della vita, lo sono in modo più stema arterioso, ciò che agevolmente distin-
o meno prossimo, voglio dire chela cessazione guesi nelle carotidi. E molto verisimile quin-
delle funzioni di ciascun di tali organi, ben- di, provare i movimenti di quest’organo de-
ché di necessità mortale, non lo è nello stesso gli scompigliamenti in quanto alla loro rego-
tempo, e quindi, ammorbamento di un or- larità, ma riesce alquanto malagevole di assi-
1
l

gano cagionando la morte prima che quello curarsene, e di non confondere il turbamen-
di un altro abbia avuto il tempo di produrre to cagionato dal dolore e dal timore durante
il medesimo effètto, al primo soltanto va at- la sperienza, e rinnovato dal timore ogni vol-
tribuito cosiffatto effetto. Suppongasi, verbi ta che si porti la mano sul petto dell’ animale
grazia, cessare intieramente e simultaneamen- per sentire battiti «lei cuore, da quello solo
i

te in un coniglio adulto le funzioni del cuo- dovuto alla incisione dei nervi. Tuttavia non
re, dei polmoni e dello stomaco in tal caso ;
mai m’ avvenne di osservare che tali scompi-
la morte sarà quasi repente, e accadrà dessa gli risultassero sì ragguardevoli quanto Willis e
precisamente nel tempo stesso come se fosse- Lower lo affermarono, almeno nei comincia-
ro cessate quelle del cuore. E chiaro che non menti dell’esperienza, al terminare della qua-
patrassi attribuirla al sospendimento delle le e all’ avvicinarsi della morte, i battiti del
funzioni dello stomaco, poiché il coniglio adul- cuore sono radi ed irregolari, però molte cau-
to solo muore dopo tre settimane di astinen- se possono allora concorrere a renderli tali.
za compiuta. —
Nota. Tale osservazione ap-
(
In una parola, l’offesa del cuore produrreb-
partiensi propriamente all’autore, ed è il re- be certo a lungo tristi effetti, e deve poi esal-
sultalo di moltissime esperienze sulla fame che tare gli altri sintomi ; niente per altro non
sono aucora inedite ) —nè a quello delle fun- indica che la si possa riguardare come la can-
SUL PRINCIPIO
sa immediata delia morie. Io ten two, in altra cedente, è il frutto dinumerose esperienze. )
congiuntura, di determinare, mercè di diret- Dappoiché la morte non può venire attribui-
te esperienze, qual genere d 1 influenza eserci- ta allo stato dello stomaco, neppure negli ani-
ti il cervello sulla circolazione per l’interme- mali nei quali la digestione è annientata, esser
dio del paio vago. il potrebbe ancora meno in
quelli in cui, co-
Più grave risulta in generale il danno me sintomi gastrici sono meno
nei conigli, i

dello stomaco di quello del cuore, imperoc- intensi. Aggiungasi non aver mai riscontrato
ché le funzioni del primo di quest’organi pro- cotale corruzione, siffatta degenerazione pu-
Tano uno scompigliamento molto più grande trida degli alimenti contenuti nello stomaco,
che quelle del secondo. Del pari opino che, da parecchi coramendevoli scrittori riguarda-
in certi casi, le funzioni dello stomaco, fra ta come la causa della morie, brami lusinga-
tutte le altre lese dalla incisione del paio va- to sarebbe questo effetto più marcato e più
go, lo siano maggiormente: così almeno è per facile a distinguer negli animali ancor pop-
alcune specie. Nei porci d’india, per esempio, panti, e, tagliando il paio vago a differenti
i
sembra chela digestione non solo sia affievolita età, prestato aveva particolare attenzione a
! o disordinata, ma affatto abolita. Taglialo avea quelli che non prendevano nitro alimento che
ad una femmina di questi animali il nervo va- il latte della loro madre; ma esaminando com-
go destro, essendo dell’ età di circa diciolto parativamente sotto tale aspetto gli animali
mesi; la respirazione man tene vasi ancor ab- morti da questa operazione, e quelli periti in
bastanza libera, l’ansietà era mediocre e l’ani- ogni altro modo, il latte contenuto nello sto-
male continuò a mangiare ma, a misura che : maco degli uni e degli altri presentommi sem-
: ciò taceva, suo ventre imgrossava, e giun-
il pre manifestamente la stessa apparenza. Del
se a tal segno che la sua larghezza eguagliava resto, supponendo che gli alimenti si corrom-

|
quasi la lunghezza del suo corpo, attalchè più palo nello stomaco degli animali dei quali ta-
i non poteva camminare morì desso quattro
;
gliossi 1’ ottavo paio, concludere forse potreb-
giorni e cinque ore dopo la incisione dei ner- besi che siffatta corruzione sia la causa im-
vi. Lo stomaco occupava quasi tutta la capa- mediata di una morte sì pronta come quella
cità de! ventre; era disteso da grande copia che avviene per lo più in tale esperienza?
di alimenti che trovavaasi presso a poco nel Non è noto già che in certe malattie dello sto-
^ medesimo stato in cui erano stati inghiottiti. maco gli alimenti vengono alterati considera-
! L chiaro che in tale esperienza lo stomaco bilmente in modo diverso, ciò che non impe-
aveva intieramente perduto la facoltà di di- disce agli individui attaccati da simili malattie
gerire e quella di spingere gli alimenti negli di protrarre la loro esistenza per alquanto
intestini il qual effetto non
; sempre avviene tempo. Dirò finalmente non avermi presen-
dopo la incisione di un solo nervo ma non ;
tato lo stomaco stesso nulla di particolare, se
occorre dubitare che la incisione dei due ner- si eccettui un debole stato di flogosi, il quale

: vi costantemente noi produca, singolarmente stato altresì non riscontrasi che in pochissi-
quando si consideri in qua! modo, in questo mi casi.
ultimo caso, i porci d’ India vengano molesta- Fra tutti sintomi prodotti colla incisio-
i

i ti da nausee e da sforzi per recere. Ora, dopo ne del paio vago,i più costanti ed insieme più
I la incisione dei due nervi, i porci d’india del- notabili sono quelli concernenti la respirazio-
1’ età di quello di cui qui si fa parola, peri- ne per la qual cosa furono essi osservati dal-
;

3 scono nello spazio di tre o quattro ore, e tal- la maggior parte degli autori che si fecero a
;
volta ancor più prestamente. Non puossi adun- ripetere codesta esperienza. Si manifestano
que attribuire la loro morte all’ abolizione codesti sintomi non sì tosto furono tagliati i
delle forze digestive, alla quale possono dessi nervi, sempre più aumentando loro inten-
la
o sopravvivere oltre i quattro giorni, sia pur sità; quindi rada ed alla è la respirazione e ,

essa più compiuta. Dissi oltre i quattro


la a misura che si fa flessa maggiormente labo-
.giorni, imperocché sembra, nel caso da me riosa, vengono messe in esercizio tutte le po-
; esposto, l’abolizione delle forze digestive es- tenze ispiratrici. L’animale tiensi quatto (sin-
sere stata la causa occasionale della morte, e golarmente i conigli e porci d’ India ), e pare
i

causa immediata doversi all’euorme disien-


la solo occupato a far entrare nei propri polmo-
ti sione dello stomaco, la quale reso aveva la re- ni la maggior copia d’ aria possibile. 11 colore
( ispirazione forte e laboriosa, e determinato di del sangue arterioso, dapprima leggermente
più, certo stato di flogosi nelle membrane di cangiato, perde poco a poco la sua vivezza ed
questo viscere, come pure nell’ epiploon e nel assume una tinta sempre più cupa, e toccan-
- peritoneo. Riesce assai verisimile che senza do l’animale sentesi che si raffredda. Nulladi-
lì tale complicazione l’ animale vissuto avrebbe raeno non è mai, subito dopo la incisione dei
il medesimo tempo che durante una compiu- nervi, la respirazione affattoabolita, come sem-
ta astinenza, la quale è da nove a dieci giorni. bra esserlo la digestione almeno in certi casi ;
— ( Nota. Siffatta osservazione, come la pre- nè v’ ha alcun dubbio che non incalzando la
2/j0 ESPERIENZE

dispnea, ma dimorando quale trovasi nell’in- l’altro di tali stali dei polmoni e pare atte-
cominciare la esperienza, non potesse l’ani- nersi piuttosto a circostanze individuali che
male vivere alquanto tempo, e morisse piut- all’età negli individui della stessa specie ;
tosto d’ inanizione che di asfissia. Se la causa d’allora il tempo che in tale esperienza gli ani-
immediata della morte risiede nei polmoni, mali sopravvivono deve variare del pari , e
deve essa adunque avere per carattere di dilfatti varia molto ,
come più sopra ho det-
acquistare gradualmente nell’ intensità, per to. Il che fa motivo per cui siffat-
chiaro il

guisa che la respirazione facciasi di più in più to tempo non istà in relazione con quello du-
laboriosa, e sopraggiunga in fine la compiuta rante il quale gli animali di pari specie ed età
asfissia. Ora, in tutti gli animali morti per la possono sopportare l’asfissia istantanea e com-
incisione del paio vago, rinviensi costante- piuta. —
Rimarrebbe a sapersi in qual modo
mente i polmoni più voluminosi di quello lo la incisione del paio vago prodace nei polino-

siano in istato naturale e ingorgati di sangue. mi codesti due effetti. E verisimile essere ciò
L’ ingorgamento sanguigno compartisce loro in modo analogo a quello che osservasi nelle
un colore rosso scuro, d’ ordinario non già altre parti di cui tagliansi i nervi, le quali co-

uniforme, ma sparso a grandi intervalli. Le me è noto, cadono in uno stato di paralisi e


vescichette polmonari ne sono talmente av- di flaeoidità presso a poco simile a ciò che
vizzite, che togliendo i tratti di porzio- avviene dopo la morie. Sopraggiunge por an-
ni che rimangono più o meno aereati e co certamente nei polmoni perdita di tono,
getatti nell’ acqua, cadono a fondo; inol- una specie cioè di paralisi almeno così pare ;

tre, riscontrasi il più spesso nelle vie aeree un indicar il notabile affievolimento che osservasi
fluido spumoso e tal volta rossastro, bastante nel tessuto di questo viscere, il quale agevol-
per riempiere le vescichette polmonari e la mente si lacera, in ispecie nei siti ingorgati di
maggior parte dei bronchi, e che gonfia pol- i sangue, e le esperienze di Haller danno forza
moni negli spazi non ingorgati di sangue. Ri- a tale opinione. Siffatto autore ( Tlaemastati-
sulta cotesto fluido da uno spandimento sie- que. Traduzione di Sauvages. Ginevra, 1 ^ 44 >
roso che si fa nelle vie aeree, e convertesi poi 1 1. a esperienza, pag. 6r-6) trovò che intro-

in forza dei movimenti respiratorii in ispuma, ducendo sangue nell’ arteria polmonare
del
1
mescolandolo coll’aria inspirata. Abbonda sif- per via di un tubo adattato a quest arteria,
fatto fluido in particolare nei conigli e nei tenuto verticalmente e alto di due piedi sol-
porci d’india, dai quali spesso lo si vede, negli tanto, si gonfiano i polmoni e divengono ros-
ultimi istanti della lor vita, uscire per la bocca sissimi, e la sierosità spmdesi nelle vescichette
e per le narici. Dopo la loro morte cola desso polmonari attraverso le tonache arteriose. Ha-
dalle incisioni fatte nei polmoni, ed anzi basta les osserva con ragione dipendere sì facile tra-
sovente praticare un’apertura nella trachea e sudamento della sierosità dal rilassamento e
comprimere il ventre e il petto acciocché da dall’ atonia che dopo la morte esistono.
detta apertura affluisca. Hanno ad evidenza Abbiano già veduto più sopra che fra gli
per iscopo l’ ingorgamento sanguigno e lo scrittori che si occuparono della incisione dei
spumoso spandimento d’ impedire all’ aria di nervi dell’ottavo paio, parecchi avevano ri-
penetrare nelle vescichet te polmonari; coll’esa- conosciuto l’ingorgamento sanguigno dei pol-
me di tali due stati dei polmoni non ha più moni, ed altri lo indicarono come causa di
dubbio che, se pervenissero essi, subito dopo morte ; siccome però all’ epoca in cui questi
la incisione del paio vago, al grado che osser- ultimi autori dettavano, la vera teorica della
vasi avvenuto dopo la morte, l’asfissia non risul- respirazione non ancora esisteva, quindi non
tasse compiuta sin dai primi istanti. Ma non si all’asfissfa riferirono essi siffatta causa, ma ad
formano essi, uè s’ accrescono se non a gradi, una emorragia o ad una infiammazione pol-
come è facile 1’ assicurarsene uccidendo dedi monare portata a un grado mortale. Quanto
animali, ad epoche diverse, dopo la incisione allo spandimento di un fluido nei bronchi ,
del paio vago, onde esaminare loro polmo- i non è a mia notizia che alcun altro dopo
ni. —
L’ ingorgamento sanguigno e lo span- Blainville ne abbia fatto menzione, e risov-
dimento spumoso sono in qualche modo in vengasi che questo dotto non erasi arrestato a
ragione inversa 1 uno dell’altro. Allorché lo
’ considerarne gli effetti sulla respirazione, non
spandimento sopravviene prontamente, soffo- più che fatto avesse su quelli dell’ ingorga-
ca 1’ animale prima che l’ ingorgamento san- mento sanguigno dei polmoni. «In una Me- —
guigno abbia potuto fare molti progressi, e la moria eh’ ebbi 1’ onore di presentare alla pri-
morte accade più presto e quando al contra-
; ma classe dell’ Instituto nel 1809, snlla espe-
rio siffatto spandimento formasi lentamente rienza di cui si tratta, attribuii la morte degli
e in piccola quantità, l’animale muore più tardi, animali alla occlusione della glottide, e allor-
e solo ingorgati che sieno quasi intieramente ché dessa rimane abbastanza aperta ai due
di sangue i suoi polmoni. Variabilissimo è il stati dei polmoni di cui si hi favellato. La
tempo impiegato a formarsi dall’uno e dal- classe nominò dei commissari per verificare i
SUL PRINCIPIO «ELLA VITA 2 r
\

fitti.Mi farò ora a riferire i risultamenti delle cavità pettorali. I polmoni di questi tre ani-
esperienze che ripetei dinanzi commissari, al-
i mali erano ingorgati di sangue e di color ros-
le quali vollero pure assistere Dumeril eblain- so scuro a grandi tratti, tra i quali n’erano di
\i!le. Per non esser lungo, non esporrò che più piccoli in cui questi visceri conservavano
le esperienze concernenti il paio vago, omet- il loro colore naturale, rosa-languido. Distac-
tendo quelle che nel tempo stesso eseguii sui cando e gittando nell’ acqua tratti ingorgati,

i

nervi ricorrenti. -L’ottavo paio fu tagliato cadevano al fondo. Nulla di simile osservatasi
sopra un cane di quindici giorni e tosto la re- nel coniglio strangolalo erano suoi polmo-
;
i

spirazione divenne laboriosissima. L’animale ni ovunque ben aereati, e di colore rosa-lan-


apriva largamente la gola e faceva grandi mo- guido uniforme; erano dessi inoltre avvizziti e
vimenti del torace per respirare; le carotidi poco voluminosi, mentre polmoni degli al- i

messe allo scoperto erano brune, in capo a tri tre, non che quelli del cane e dei due por-

cinque minuti, avendo il corpo perduto il suo ci d’ India, risultavano più o meno gonfi. —
vigore, e la testa essendo pendente, si fece Devo far osservare, per risguardo all’ ingor-
una larga apertura alla trachea la respira- ;
gamento sanguigno dei polmoni, non riscon-
zione tosto cessò di essere laboriosa, le caro- trarsi desso solamente dopo la incisione del
tidi ripresero un bel colore vermiglio, e le paio vago, ma sì in molti altri casi, e princi-
forze si rianimarono. Questo fatto, che de- palmente nella maggior parte di quelli in cui
pone contro il modo d’ asfissia adottato da la morte fu la conseguenza di lunghissima a-
Dupuytren, prova nel tempo stesso, contro sfìssia. In lutti questi casi però non offre pre-
P opinione di Dumas, che 1’ aria può pene- cisamente lo stesso aspetto, ed polmoni non i

trare nei polmoni abbastanza liberamente e sono già così gonfi come dopo la incisione
senza il soccorso del soffiamento durante i dell’ ottavo paio. Lo spandimento di un fluido
primi tempi della esperienza. —» I medesimi sieroso nei bronchi osservasi pure in altri ca-
nervi furono tagliati a due porci d’india, del- si. Sopraggiunge in particolare nelle malattie
F età di un anno all’incirca, e a tre conigli di di petto complicate di debolezza e «li atonia ,

due mesi. Un quarto coniglio delia stessa età eh’ è il termine più frequente della falsa peri-
fu strangolato mercè di una legatura stretta pneumonia, la quale torna sì spesso fatale ai
fatta all’ asperarteria, coll’ idea di confrontare vecchi. loro bronchi si empiono, per così
1

i polmoni con quelli dei tre altri. —Termi- dire, in mi batter d’occhio, formasi rantolo 1 !

nate queste esperienze, gli animali vennero e muoiono soffocati. ( Cullen first line of te ;

posti in una sala bassa, e si stabilì di esamina- practice of physic. §. 35o e 38o. ) - Kiepilu- —
re i loro cadaveri in capo a 2 ore. Presume- ghiamo i principali fatti relativi alla incisione
vasi di trovarli a quest’ epoca tutti morti, e del paio vago. —- Spessissimo, incisione di
la

dibàtto lo erano. un solo nervo non riesce già mortale quella


costantemente. —
:

I polmoni del cane erano rossissimi e ileidue nervi lo è La inci-


pieni di sangue, però alquanto meno di quel- sione dei due nervi danneggia in uno la larin-
lo lo siano d’ ordinario in tale esperienza. Al- ge, il cuore, il canale alimentare ed i polmo-
cuna porzione non colava a fondo dell’acqua ni. — L’offesa della laringe si propaga pei
Il freddo di una sala bassa ed umida dovette nervi ricorrenti, in guisa che la incisione di
contribuire a far perire questo piccolo ani- questi nervi basta a produrla. Cosiffatta offesa
male ancora avvezzo al calore della pro- non consiste già soltanto nell’alteramento del-
pria madre, prima che la incisione del paio la voce, ma pur anco in una diminuzione del-
vago avesse avuto il tempo di produrre il suo 1’ apertura della glottide. Ambidue questi ef-
pieno effetto sui polmoni; imperocché il fetti dipendono muscoli
dalla paralisia dei
freddo solo uccide di fatto giovanissimi ani-
i adenoidi, quali lasciano ricadere le cartila-
i

mali. —Nei polmoni dei due porci d’ India gini adenoidi verso la glottide, ciò che ne ri-
eravi un ingorgamento sanguigno distintis- lassa legamenti ed anche nel tempo stesso lo
i

simo e disposto a larghe lamine. Di più


, ravvicina e tulle siffatte parli rimangono
;

i bronchi di uno di questi animali erano immobili in tale stato —Varia


diminuzione la

riempiuti di un fluido rossastro e spumo- delle glottide a seconda delle specie, ed anche
so: quelli dell’altro ne contenevano pochissi- piùa tenor dell’età. In alcune specie, come nei
mo. —
Un fluido al tutto simile esisteva ab- cani e singolarmente nei gatti, risulta sì rag-
bondantemente nei bronchi di uno dei tre guardevole che questi animali rimangono sol-
conigli, cui una leggera pressione del ventre focati sì prontamente, o poco meno come se
e del petto bastava per farlo spicciare da una legato loro avesse Fasperateria. Mano a ma-
si

apertura praticata nella trachea. Uno degli no eh’ essi crescono, men pressante diviene il
altri due conteneva questo fluido in assai pic- pericolo, e giunti che siano a certa età, più non
cola quantità il terzo sembrava non conte- ne sono dessi ohe mal a pena incomodati co- :
;

nerne. Però in quest’ultimo trovossi uno span- sì almeno ella è pei cani. Ne risulta da ciò chs
dimelo sieroso, e alcune i da lidi nelle due tulli i sintomi prodotti dalla incisione del pa-
Enciel. Med. /£•*
'

2^2 B3PKRI ETNIE

io vago, i più gravi che più prontamente


e 1’ asfissia ili tre modi : ».° dalla diminuzione
uccidono, sono dipendenti
in certi casi, quelli dell’apertura della glottide ; 2. 0 dajl’ingorga-
dalla laringe. In generale, ogni qualvolta la menlo sanguigno dei polmoni; 3.° dallo span-
difficoltà del respirare diviene gravissima su- dimento di un fluido sieroso nei bronchi. Se-
bito dopo tale operazione, è a presumersi es- condo la specie, l’età e la costituzione degli
serne la principal causa nella laringe. Per e- animali, può la morte venire occasionata da
sernpio, ìa violenza con la quale subito di- mi solo di questi tre modi d’asfissia, o da due,
chiarasi la dispnea nei cavalli, anche adulti, e o dei tre diversamente combinati. E tale —
la prontezza della loro morte, annunziano che la più suddisfaeente soluzione che io abbia
in questi animali la glottide prova un raccor- potuto trovare di uno dei quesiti che mi pro-
ciarnentoconsiderabile. Fatta una larga apertu- posi all’ incominciamento di tale memoria,
ra alla asperarteria fornisce in uno il rimedio e cioè Quale sia la causa della morte dopo
;

la eziologia di lutti questi casi. L’apertura dcjla la incisione del paio vago? In quanto a que-
glottide non è adunque mai nel vivente quale st’ altro quesito Quanto tempo gli animali
:

la sirinviene nel cadavere, e le cartilagini ari- vi possano sopravvivere ? la stessa soluzione


tenoidi abbisognano di essere sostenute dai lo- indica che siffatto tempo non deve essere di
ro Muscoli; nel modo stesso che la palpebra su- costante, perciocché le cause dell’ asfissia non
periore abbisogna d'esserlo dal proprio.— L’of- giungono al loro maximum se non in modo
tesa del cuore riesce assai malagevole a determi- variabile, dipendente.il più delle volte, da cir-
nare; ma, quali ne sieno gli effet ti ebe alla lun-costanze puramente individuali. Diffatti , su
ga possa dessa produrre, non perciò altera il trentuno conigli dell’età di uno fin ai quaranta
corso della detta circolazione, e, prima che giorni ai quali io tagliai il paio vago, la morte
siffatti effetti acquistino tutta la loro intensi- accadde fra sci ore e un quarto, e le diciotto e
tà, altre funzioni mortalmente si scompiglia- mezzo. —
Per applicare questi resultati agli
-

no. — il danno dello stomaco risulta in gene- animali decapitati, traltavasi di sapere se il
rale più grave, e a gradi differenti secondo
,
tempo, che puossi trattenere in vita essi ani-
le specie, ed anco gl’individui della stessa spe- mali, e se lo stato de’ loro polxnoni dopo la
cie; però non rinvìensi in questo viscere Ve- morte hanno qualche rapporto con quanto si
runo stalo patologico ben distinto, se non fosse osserva dopo la incisione del paio vago è :

talvolta un leggero stato di flogosi. Ntm- -sem- questo il terzo quesito eh’ io mi sono propo-
bra che gli alimenti da esso contenuti acqui- sto, il quale quesito riesce alquanto malage-
stassero alcuna corruzione particolare, e po- vole a risolvere, perciocché anche allorquando
sto pure che ciò avvenisse, è assai dubbioso la decapitazione fu eseguita nel modo più fa-
che tale corruzione, al pari della intiera abo- vorevole, e tutto prometta la migliore riusci-
lizione delle funzioni dello stomaco, poetesse ta, il soffiamento polmonare a lungo protratto
essere la causa immediata della morte. In una produce, in pressoché tutti i casi, accidenti che
parola, la morte sopraggiunge ad un’epoca e divengono mortali assai prima dell' epoca in
con un complesso di sintomi che non permet- cui gli animali sarebbero periti pel solo moti-
tono di assegnarne la causa allo stomaco. —
vo della cessazione deli’ influenza cerebrale. I
Siffatti sintomi quelli sono che dipendono dal più frequenti sono il passaggio dell’aria sof-
cattivo stalo dei polmoni, e risultano dessi i fiata nei vasi sanguigni dei polmoni, ed il pas-
più notabili e più costanti che osservatisi nel- saggio della stessa aria nel tessuto, o sì vero
la esperienza di cui si tratta. La respirazione nella cavità del petto ed in quella dell’ addo-
è forte e laboriosa , divenendolo sempre mag- mine. Il primo di siffatti accidenti uccide l’a-
giormente; si effettua dessa talvolta con un nimale arrestandone la circolazione; gli altri
susurro di spuma che odesi nel petto il san- ;
rendono il soffiamento polmonare di poco ef-
gue arterioso assume sempre più un colore fetto e di più in più diffìcile, e poco appresso
scuro, e l’animale 6Ì agghiaccia. Dopo la mor- non puossi più continuarlo. Talvolta avven-
te, trovansi i polmoni gonfi, in parte ingor- gono l’uno o l’altro di tali accidenti solo in
gati di sangue, in parte riempiti di un fluido capo di due o tre ore di soffiamento quindi, ;

sieroso e spesso spumoso, ed esaminandoli si riesce affatto penoso e assai annoia il dover ri-
scorge chiaramente che l’aria esterna non po- cominciare cotante volte esperienze sì lunghe
teva più penetrarvi, o in piccolissima quanti- onde poter condurne talune a un fine favore-
9
tà» La formazione, non repente, ma per gradi vole, in guisa che l animale muore senza che
e più o meno rapida dell’ ingorgamento san- si possa attribuire la sua morte ad alcun acci-
guigno e dello spandimento sieroso nei pol- dente, nè a verùn altra circostanza, se non che
moni dà ragione dei progressi sempre crescen- alla cessazione della influenza cerebrale. 11
ti della dispnea. tempo più lungo eh’ io abbia potuto far vi-
Ne risulta da tutti questi fatti che la in- vere dei conigli decapitati fu di cinque a cin-
cisione dei nervi del paio vago uccide gli ani- que ore c mezzo, ed anche vi riuscii per tre
mali rendendoli asfìtici e poter succedere sole volte: era di estate, la temperatura del-
P
SUL PRINCIPIO DELLA. VITA 2/,

l
1
atmosfera trovatasi a 25 gradi centigradi ;
i ma dipoi in’ accorsi ed ho provato in una me-
sonigli avevano 1’ età di dodici giorni. Sem- moria, cui ebbi l’onore di presentare di re-
brami che il tempo che potei tarli vivere av- cente alla prima classe dell’institulo, che des-
vicinasi alquanto al tempo il più breve che so lo sostituisce assai imperfettamente. I.) ii at- i

gl’ indivìdui della stessa specie sopravvivano ti, se, in un coniglio intiero e sano d’ altron-

dopo la incisione del paio vago, e eh’ è, come de si sostituisca il soffiamento polmonare alla
dissi, di sei ore e un quarto, per non lasciare respirazione naturale, ed impediscasi con esso
alcun dubbio che la vita non potesse essere l’ ingresso ad altra aria nei suoi polmoni fuor

intrattenuta sì a lungo, ed anche al di là nei di quella che vi si spinge eolia sciringa, l’ani-

conigli dopo la decapitazione, se tale opera- male si agghiaccia quasi come fosse morto, e,
zione non li ponesse in uno stato molto più prolungando siffatta operazione per certo tem-
critico di quello prodotto dalla semplice inci- po lo si può far morire di freddo. Lungi io
,

sione del paio vago. Ma oltre la emorragia, a era dal sospettare che il soffiamento polmo-
cui vanno sempre soggetti ad un grado più o nare, mercè di cui si produce effetti maravi-
meno forte, 1’ instrumento tagliente portato gliosi, apportare potesse sì gravi inconvenien-

nella stessa sede della potenza nervosa vi ca- ti. Ora, poiché, malgrado siffatti inconvenien-

giona una commozione da cui essi spesso du- ti intrattenni la vita per cinque ore e mezza
;

rano fatica a rimettersi; e affievolisse tutte le nei conigli decapitati, si apprende che se des-
funzioni ne risulla esser dessi in generale in
:
si non si manifestassero si potrebbe farli vive-

istaio di atonia alquanto grave. (



Nota re molto più a lungo, però non mai oltre a ciò
Siffatta commozione accade del pari nei retti- eh’ essi vivono dopo la incisione dell’ oliavo
li. Osservasi spessissimo che le salamandre, pjaio. Sembra che il soffiamento contribuisca a
subito dopo essere state decapitate, sono in produrre od almeno ad accelerare Io spandi-
uno stato di assideramento e di stupore che mento spumoso che osservasi in generale più
farebbe credere che siano per morire ; ma in frequentemente e più abbondante dopo la de-
seguito si rimettono desse poco a poco, e in capitazione di quello che dopo la incisione
modo che vivono ancora interi mesi. ) —-= dell’ottavo paio; imperocché spessissimo se
Questo slato di atonia è singolarmente nota- ne forma un simile negli animali intieri che si
bile nei polmoni per la facilità e la prontezza soffiano.)
con la quale si forma tale spandimeli lo sieroso
di cui più sopra favellai. Ogni qual volta s in-
trattenne la vita per certo tempo in un coni-
glio decapitato, trovasi sempre suoi polmoni
i Io considerai soltanto fisiologicamente a
gonfi e ripieni di un fluido spumoso. Vidi ta- quesiti dei quali occupato mi sono in questa
lora lo spandimeli io di questo fluido giunto opera ; ma le applicazioni che fare se ne
grado da rendere impossibile il soffiamen- può alla patologia agevolmente si presentano.
al
to in meno di un'ora sopravviene desso più
;
Mi limiterò ora ad indicarne alcune. Esiste —
prontamente di quello che dopo la incisione moltissime osservazioni di ragguardevoli la-
del paio vago; ed io li considerai sempre co- ceramenti del cervello , i quali non furono
me causa principale della morte, ogni qual
la seguiti dalla non dopo certo las-
morte se

volta non fu provocata da qualche manifesto so di tempo. Per la qual cosa, sovente ac-

accidente. Formasi eziandio nei polmoni un cade vedere alla guerra o in casi di suicidio ,
ingorgamento sanguigno caratterizzato da cer- delle palle attraversare il cervello e tutti. yia
te lamine di colore rosso bruno, e che rie- gl’ individui Sopravvivere non piccolo tratto

sce più considerabile a misura che la vita tu di tempo. Nell’ apoplessia sanguigna, non è
intrattenuta più a lungo , e io spandimento raro che malati prolunghino alquanto tem-
i

sieroso formosi con meno rapidità. I coni- — po la loro esistenza dopo che il sangue span-
gli mantenuti in vita dopo la decapitazione to nella sostanza del cervello annientò le fun-
hanno dunque i loro polmoni insensibilmente zioni intellettuali e la maggior parte dei sen-
In tulli questi casi, qualunque siasi la dis-
nello stato stesso che dopo la incisione dei si.

organizzazione ch’esista nel cervello la vita


nervi dell’ottavo paio, e in conseguenza, chec- ,

ché si faccia per prolungare la loro vita, devo- continua fino a tanto che tale disorganizza-
no dessi perire d asfissia come in quest’ ulli-
1
zione non estendasi al luogo della midolla al-
mo caso, e al più tardi nello stesso tempo. Là lungata che dà nascita ai nervi dell’ ottavo
» il maximùm della loro esistenza ma in paio. ÀI contrario, allorché, per una causa
;
parte tro-
moltissimi casi, non è possibile di farveli per- esteriore o interiore, questa stessa
venire, ed io ne ho abbastantemente indicate vasi ad un tratto o disorganizzata, od aggrava-
le ragioni.-— {Nota. Ve n’ha una ch’io ignorava ta a segno da non poier più esercitar le sue

allorché mi diedi a siffatte indagini. Mi figu- funzioni, la respirazione si sospende all istan-
rava che il soffiamento polmonare potesse far te, e muore il malato così presto come se
fos-

se stato itrftPgolato. Può la morte del pari


ap-
1« veci per intiero della respirazioni* naturale;
r
A\ ESPERIENZE

pari re istantanea, a cagione dell'assideraraenlo ragia nasale. 11 domani mattina la giovane am*
e dello stupore lie tosto si aggiungono all’a-
< malata trovava^ benissimo e non sentiva clic
sfìssia, e che sono beffe Ito della commozione ca- lassezza. Era questo in sua vita il primo at-
tacco di simil genere ch’ella provava, non.
1
gionata dall affezione cerebrale nella potenza
nervosa. aveva alcun segnale di vermi, nè eravi trava-
1
Nel caso che l’origine dei nervi dell ot- glio di dentizione in seguito si mantenne in
:

tavo paio sia offeso in modo meno grave, e le buonissimo stato. — Darò compimento con
sue funzioni non siano già sospese, ma soltan- alcune parole sugli acefali. I principali quesi-
to alterate, sopravviene allora dei sintomi ti ai quali questi feti diedero luogo, sono di

presso a poco simili a quelli che succedono


.
sapere in qual modo possono vivere e svilup-
opo la incisione di questi nervi. Ciò appun- parsi nel seno delia loro madre, ed il perche
osservasi in molti casi di apoplessìa, i quali

essi periscano a varie epoche dopo la loro na-
<
uninciano con ostinati vomiti, e che si sup- scita, gli uni continuando talora a vivere pa-
pongono derivati da indi gestione. Avvi nel recchie ore ed anche alquanti giorni, e gli
tempo stesso difficoltà nella respirazione, la altri solo alcuni istanti. Siffatti quesiti più
voce è alterata, od anche più o meno difficile. non presentano veruna difficoltà. Il cervello,
1
1 quali sintomi dinotano una apoplessia mor- qualunque siano le altre sue funzioni, e im- l

tale caso che precedano od accompagnino gli pero eh’ esercita sugli alti della vita, non ha
altri segai di tale malattia. Talvolta, prima immediata azione sul conservamento di que-
1
dell attacco di apoplessia, i malati erano stati sta stessa vita, che per la respirazione di cui
soggetti a più riprese, a tossi ribelli e che si- esso contiene il primo mobile. Imperocché, ab-
mulavano delle affezioni catarrali . àia può biamo già veduto che la sua azione sulla cir-
accadere singolarmente in tenera età in cui lo colazione e sulla digestione non interessano
spandimelo sanguigno nel cervello è raro, la vita in modo tanto considerabile o tanto
rive la causa agente sulla midolla allungata sia prossimo. Ora, fintanto che un feto sta rac-
più ammovibile, dipenda dessa, per modo di chiuso nel seno della propria madre, non ab-
esempio, da ingorgamento dei vasi di questa bisogna di respirare, e in conseguenza l’azio-
parte. In tali casi, qualunque siasi la intensità ne del cervello sui fenomeni meccanici della
dei sintomi di cui favello, ammettono dessi respirazione per via dei nervi diaframmatica
una pronta guarigione, e gli esempi non ne e intercostali, e quella sul polmone per mezzo
sono rari, lo ne vidi da poco uno alquanto del paio vago, gli sono inutili.Aggiungo po-
notabile in una fanciulla di otto anni , figlia ter desso far a meno 1
dell azione sui visceri
di Benizy, incisore, via di Harlay , n.° 21 . gastrici ;
imperocché la digestione sembra es-
Qutsta fanciulla tossiva molto da circa quin- ser nulla prima della nascita. Non abbisogna
dici giorni in poi, allorché una mattina, dopo adunque desso del cervello per vivere, e ne
parca colezione, fu dessa assaltata da forti vo- può esser affatto privo senza ohe per ciò cessi
miti, i quali durarono oltre due ore. Nello di svilupparsi. Jfla desso nella midolla spinale
stesso tempo la sua respirazione alzossi, si af- il principio della sua esistenza e del suo ac-
fievolì la sua voce e non sì tosto affatto si crescimento. Ma non sì tosto è venuto alla
eslinse ; infine perdette la conoscenza. Io la luce e la madre cessi di respirare per lui, è me-
vidi tre ore dopo la comparsa dei vomiti, che stieri ch’egli stesso pure respiri. Mancandogli
allora erano cessati però non ancora riacqui- totalmente il cervello, e fino oltre l’origine dei
;

stava nò articolava alcun suono; la re-


i sensi, nervi dell’ ottavo paio, non può fave alcun
spirazione si manteneva laboriosa; aveva del- moto inspiratorio, e solo vive il tempo eh*
la spuma alle narici, gli occhi erano incantati può a quest’ età sopportare 1’ asfissia, contan-
e poco vedevano, le mascelle poco serrate, la do dal momento in cui più non comunicò col-
deglutizione poteva tuttavia effettuarsi, quan- la propria madre. Ma qualunque siano le al-
tunque difficilmente. Tutta la parte diritta tre parti di siffatto viscere che gli mancano ,

dei corpo risultava insensibile e paralizzata sussistendo 1’ origine dei nervi dell’ ottavo
;

la sinistra godeva del sentimento il braccio e paio, può desso respirare e respirerà di fatto,
;

la gamba di questa parte erano agitate da moti più o meno a lungo, secondo che questa por-
convulsivi. Io consigliai delle mignatte alla zione della midolla allungata gode di una in-
gola, un vescicatorio alla nuca e un vomitivo; tegrità più o meno perfetta, e a norma che
questi mezzi usali sul momento, produssero dessa risulti in diverso grado difesa dagli
tutto T effetto che attender se ne poteva. Era agenti esterni. Nelle osservazioni degli ani-
due ore di sera ; alle cinque, i sensi ricomin- mali adulti presso i quali si rinvenne il rer-
ciavano a riapparire, gli occhi ripreso aveva- vello ossefatto, ìa midolla allungata mai non
no alquanta mobilità, cessate erano la parali-* lo era.
sia e le convulsioni. Durante la notte, furon- So benissimo citarsi dei feti ch’erano non
ri a più riprese, alcuni vomiti spontanei, e so- solo acefali, ma nei quali non esisteva pur
pravvenne pure nella stessa notte una emor- anco midolla spinale ;
ma oJlfeehè simili casi
SCL PRINCIPIO DELLA VITA
2 /p
assai rari risultano paragonati a quelli di sem- di cordone ombelicale, i quali riescono affat-
plici acetali, sarebbe importantissimo sapere to inesplicabili in fisiologia, On dp ammettere
se questi feti fossero nati con vita o senza; il fatti sìstraordinari, sarebbe mestieri di nuo-
che fu appunto ciò che gli scrittori non ebbe- ve osservazioni ed appoggiate da sanissime ra-
ro r avvertenza d’indicare. Due soli ne co- gioni. In quanto ai feti nati senza vita e privi
nosco che assicurami esser nati viventi senza di midolla spinale , comprendesi che alcune
cervello e senza midolla spinale. (Hist de l’A-
. malattie, e fra le altre l’ idrorachide, distrut-
cad. des Scienc., An. 1711, Ohs. anat. 3 e toavevano cotesta midolla in seno
,
alla loro
an. 1.712, Obs. anat. G.
)
Ne avviene di questi madre, e la morte n’ era stata la conse-
leti come di quelli che si pretendono nati gli
guenza.
uni senza cuore, gli altri senza alcun vestigio
'

r
»

/
Il AP P O II T0
1
FATTO ALLA CLASSE DELLE SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE DELL INSTITELO
IMPERIALE DI TRANCIA, SUI DUE PRIMI PARAGRAFI DELL’OPERA PRECEDENTE.

—— *?#£ - *** ^€4 * ——


4

Il secretarlo perpetuo delle scienze fisiche certifica che


quanto Segue è estratto dal processo verbale della
seduta del lunedì 9 settembre 1811,

Avendo io ricevuto l’incarico, unilaraen- edente Ger . Balsio. Amstelodami, 1682, T.T,
tead Humboldt e Halle, dalla classe qui soprac- De cerebri anatom ., cap. XV, p. 5 o). Siffatta
citata di farle un rapporto sulla Memoria letta distinzione di Willis fu quasi generalmente
nella seduta del 3 giugno ultimo dal dottor Le- ammessa, fino verso la metà dell’ultimo secolo.
gallois, concernente il principio delle forze del Fu appunto in occasione di tale sistema che in
cuore, sede di tale principio, noi adem-
e la vari paesi praticossi la incisione dei nervi del-
piremo siffatto assunto con una relazione che l’ottavo paio, da cui provenir facevansi presso-
non riescila forse meno lunga della Memo- ché tutti i nervi cardiaci. Dimostrar si valeva
ria stessa, imperciocché, onde valutare appie- mercè simile operazione, esser dal cervelletto
no il merito di un sì bel lavoro, occorre svol- che ilcuore ricava suoi movimenti, e di»
tutti i

gerne passo a passo i più reconditi sensi. — cevasi morire gli animali solo perchè dessa
La causa ed il meccanismo dei moti del cuore rompeva la comunicazione fra questi due or-
attrassero l’attenzione dei fisiologi soltanto gani. Ma, oltreché muoiono dessi molto più
dopo la scoperta della circolazione del san- tardi di quello che non farebbero mancando
gue, quale venne da Harveo compiuta e pub- per siffatta ultimi tempi fu
causa, in questi
bl icata nella prima metà del dieciset tesimo appieno comprovato da parecchi dotti, e se-

secolo, ciò che dipoi produsse tanti differenti gnatamente da Legallois, in una memoria in»
sistemi. —— Non favelleremo già di quelli di ssrita, per ordine della classe, fra quelle dei
Cartesio, di Silvio di Le Boe ( Francisci de dotti stranieri (questa memoriale compresa
Le Boe ,
Sylvii, opera medica, Genere, iG8r, nel terzo paragrafo qui sopra ), dipendere la
:
p. 5 , 27, 28,33, ), di Borelii ( Joh Alph. . morte in simili casi da tutt’ altro motivo. E
: Borelii, de mota animalium. Hagae Comi- di vero, accadde talora che gli animali mori-

! lum, 1743, p. 89-92 ) , sono dessi troppo as- rono quasi subito dopo la incisione dei nervi
! surdi, nè provar ponno se non quanto in- di cui favelliamo, ed i seguaci di Willis ben
I fruttuosi riescirono i primi tentativi fatti per fecero valere siffatte esperienze, sopra cui i
i ispiegare una delle più importanti funzioni loro avversari dare non potevano alcuna sod-
dell’ economia animale. Dalla opinione di Wil- disfacente spiegazione. Ma Legallois dimostrò,
lis è d’ uopo incominciare, vale a dire, dalla nella memoria testé citata, avvenire siffatta
distinzione clv egli stabili, il primo, tra ner- i improvvisa morte soltanto in certe specie di
vi destinati ai moti volontari e quelli che pre- animali, ed ancora essendo dessi assai giovani,
siedono alle funzioni indipendenti dalla vo- ed essere 1’ effetto di asfissia in vario grado
lontà. Collocò egli l’origine di quest’ ultimi compiuta cagionata dalla occlusione della glot-
nel cervelletto e quella dei nervi dei moli vo- tide. havvi adunque, pure in questi fatti,
Non
lontari nel cervello propriamente detto. Pre- cosa che militi in favore di Willis; al che ag-
tese che se i moti del cuore, nonché le altre giunger si può non nascere già l’ottavo paio
funzioni vitali , non dimostrano alcuna inter- dal cervelletto, nè a questo paio minimamente
appartenere la maggior parte dei nervi del
1

ruzione, ciò dipende dappoiché azione del l

cervelletto continuamente si esercita, ed al cuore. —


Boerhaave opinò, come Willis ; per
contrario, i moti sommessi alla volontà vo- altro, oltre l’azione nervosa, ammise due altre
gliono del riposo, non essendo continua P a- cause di questi movimenti e del loro ritmo,
zione del cervello (Th. JFillis , opera omnia , cioè 1’ azione del sangue delle arterie coro-
:
2/|8 ESPERIENZE
narie sulle fibbre del cuore , e quella del san- la contrazione del muscolo e uno stimulus ,
,
gue venoso sulle superficie interne delle cavi- determinante la irritabilità ad entrare in azio-
tà cardiache. Dal concorso delle quali tre cau- ne. La irritabilità risulta eguale dovunque;
se ne nasceva la sistole, e dalla interruzione varia dessa soltanto in intensità nei diversi
simultanea della loro azione prodotta dall 1 ef- muscoli, ma non obbedisce neppure allo sti-
fetto stesso della formavasi quindi la
sistole, mulus stesso in tutti
muscoli. La potenza i

diastole, durante la quale siffatte cause ri- nervosa è lo stimulus naturale di tutti quelli
prendevano la loro azione. [Her. Boerhaave , sottomessi alla volontà ; ed appunto eccitando
medicinae , §. 4 ° 9
Instit. V an Swieten in * — o sospendendo l azione di questa possanza
1

asphorismos etc. Lugduni Batav. 1745, Tom.


, sulla irritabilità di tali o tali muscoli la volon-
31 ,
p. 18.) Ma tranne cièche ri-
tale eziologia, tà fa agire o mette in riposo una o P altra par-
guarda lo stimulus del sangue sulle superficie te non così avviene nei muscoli involontari.
:

interne del cuore, veniva smentita dai fatti ; Questi riconoscono degli stimulus di varie sor-
jl che non impedì che tuttavia non dominasse ta, i quali sono appropriati alle loro funzioni,
nelle scuole, in unione ad altro errore non e totalmente estranei alla potenza nervosa. Il
meno celebre. — Vogliam dire di Stahl e della sangue è Io stimulus naturale della irritabili-
sua anima o archeo ,
quale, regolando i mo-
il tà del cuore le sostanze alimentari stimolano

;

vimenti tutti del corpo vivente, e subordi- quella del canal intestinale, e ria dicendo.
nandoli volontà o rendendoli da essa in-
alla Facilmente si deduce da tali prineipii la spie-
dipendenti, a seconda che risultino semplice- gazione delle principali circostanze che osser-
mente utili, o per assoluto necessari alla vita, vami nei movimenti del cuore; quindi siffatti
presiede in ispecie a quelli del cuore e ne as- movimenti sommessi non sono alla volontà,
1
sicura per mezzo dell uffizio dei nervi, la du- perciocché risultano indipendenti dalla poten-
rata e la continuità: specie di sogno fisiologico za nervosa si effettuano dessi senza interru-
:

che ripugna ai veri prineipii di questa scien- zione durante tutta la vita, perciocché la irri-
za. —
Dopo tutto ciò, dove collocarono poi tabilità che li produce appartiene in essenzial
gli staliani quest’essere semplice ed indivi- modo alle fibre del cuore, e il sangue che li
sibile? Certamente nel cervello. Ma allora, fa nascere perviene incessantemente a que-
come mai un animale vive tuttavia, ed mo- i
st’ organo per via delle vene, mano a mano
vimenti del suo cuore continuano dopo averlo che se ne scappa dalle arterie. Le sistole e le
decapitato ? Gli assegnarono forse a sede lo diastole si succedono alternativamente e rego-
stesso cuore ? Ma tutti gli animali, e singolar- larmente, perciocché lo stimulus del sangue
mente quellisangue freddo sopravvi vono
a , occasiona sempre la sistole, sia nelle orecchiet-
più o meno tempo allo strappamento di tal te, sia nei ventricoli, e la sistole evacuando
organo. (Vegga si', per la esposizione e la con- 10stimulus produce essa stessa la diastole, la
,

futazione di questo sistema, Haller, E'ément. quale, dando accesso a negro sangue, ricon-
physiolog. Tomo I, pag. 480-8, e tom. IV, p. duce la sistole. —
l’ale è in complesso la ce-
517 - 34 f . lebre teorica della irritabilità halleriana la ,

Altri scrittori , come Abramo Ens ( Dis- quale non era già stata immaginata nel gabi-
sert alio physiol, de causa vices cordis al- netto, come le altre di cui
favellato, abbiamo
ternas producente. Lugd. Batav. 1748), Stae- ma sì fondata, come
fu detto, sopra esperien-
helin (Dissertatio de pulsibus Basileae, 174;)), ze praticate da Tlaller stesso, ed inoltre dai
ed altri ancora, tentarono pure di spiegare i più chiari suoi allievi, i quali occupavano dig-
movimenti «lei cuore; ma i loro sistemi, noti già, od occuparono in seguito, i posti più di-
appena concepiti anche dimenticali, non me- stinti fra gli anatomici ed i medici dell’ ulti-
ritano che vi ci arrestiamo. Soli dominavano, mo secolo. Si fifa Ite esperienze, ripetute in tut-
a sì dire, quelli di Boerhaave e di Stahl, allor- ta Europa, furono da molti trovate veritiere
ché nel 1782 Haller pubblicò le sue sperimi- e da altri non pochi invece i quali godevano
ze sulla irritabilità. Siffatte esperienze, nonché inoltre di grande riputazione, vennero ripro-
quelle date in luce dipoi dai suoi seguaci, ten- vate. 11 punto principale di tale discrepanza,
dono a provare che la proprietà di contrarsi quello sul quale fin oggidì disputossi, senza
appartiene in essenzialità alla fibra muscolare; poter tuttavia accordarsi, consiste in sapere se
la qual proprietà, designata da Haller talora realmente i moti del cuore sono indipendenti
sotto il nome di vis ìnsita talora, secondo , dalla potenza nervosa.
1
Glisson, sotto quello d irritabilità è la sor- , A tre possonsi ridurre i punti sui quali
gente di tutti i movimenti che si fanno nel- la scuola di Haller appoggiò 1 affermativa : ’

l’ animale; ma non può dessa produrli se i.° Se interrompasi ogni comunicazione tra
non quanto qualunque altra causa, qualche 11 cuore ed il cervello sorgente unica della ,

stimulus la determini ad agire. Per tal gui- potenza nervosa colla incisione dei nervi che
,

sa, ogni movimento muscolare suppone sem- vanno al cuore, con quella della midolla spi-
pre due cose, la irritabilità, cue produce nale nel collo, oppure colla decapitazione, s
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 249
movimenti del feuore continuano come dap- vosa nei movimenti del ouore, e a motivo che
prima. a.° Se recidasi in un animai vivente rigettando tale intervento, non gli veniva fat-
# cuore, poi lo si metta sur uua tavola, que- to di render conto nè dell’ uffizio dei nervi
st’ organo continua a battere, e talvolta per cardiaci, nè dell’ influenza delie passioni sol
mollissimo tempo. ( De Humboldt ci lece ve- cuore ; imperocché, a dir vero, là consiste il
dere eli’ esso batteva con più forza e più a nodo della difficoltà nella controversia di cui
lungo tenendolo sospeso.) 3 .° Si prodace sem- si tratta. Quelli che, come Fontana, formal-
pre delle convulsioni anche qualche tempo ,
mente rigettarono qualunque intervento del-
dopo la morte, nei muscoli dei movimenti la potenza nervosa, forzali furono ad am-

volontari, irritando i nervi di questi muscoli, mettere che i nervi destinali ovunque a recar
sia meccanicamente, sia in qualunque altro la vita, il sentimento od il movimento, non

modo. Al contrario, la irritazione dei nervi esercitavano nel cuore alcun uffizio conosciu-
cardiaci non cagiona cangiamento alcuno nei to. (Memorie sulle parti sensibili ed irritabili,

movimenti del cuore, nè più li richiama ces- tomo III, pag. 334 Yeggansi eziandio Calda-
-

sati una volta che siano ; lo stesso avviene del- ni , ibid. pag. 4 ? 1 e il Trattato sul veleno
i

la irritazione della midolla allungata e spinale, della vipera, toni, li, pag. 169-171.) Altre —
la quale occasiona forti convulsioni in tutto il simili conseguenze discoprivano ad evidenza
corpo, e non produce alcun effetto sul cuore. la insufficienza della teorica di Haller: quindi

E incontrastabile ia esattezza di questi tatti, molti dei suoi partigiani riconobbero la ne-
tranne che su quelli del terzo punto havvi cessità di apportarvi delle modificazioni, e di
forse qualche dissentimento; ma pure am- ammettervi la potenza nervosa come una del-
mettendoli gli oppugnatori dell’ irritabilità le condizioni da cui dipende la irritabilità.
,

chiesero perche motivo, se non avendo la po- Dopo ciò furono in caso di render ragione
tenza nervosa alcuna azione sul cuore, que- dell uitvLo Jei nervi del cuore e dell’impero

st’organo poi riceve dei nervi? e per qual ca- delle passioni su quest’ organo ; ma quando
gione si mostri sì eminentemente sottomesso vollero spiegare il perdio l’ inlerrompimento
all’impero delle passioni ? Haller non mai di qualunque comunicazione tra il cervello ed
spiegossi adeguatamente su tali obbiezioni; il cuore non arresti i movimenti di quest’ ul-

però tutto prova eh’ egli ne sentiva interna- timo, dovettero abbandonare la opinione ge-
mente appieno la forza. Se si legga con atlen- neralmente ricevuta, con la quale riguarda vasi
tenzione quanto ei disse sui movimenti del il cervello comecentro e la sorgente unica
il

cuore, nelle sue Memorie sulla irritabilità (Me- della potenza nervosa; edammisero, senza
moria sulla natura sensibile ed irritabile delle prove dirette essere questa potenza ingene-
,

parti ; ec. Losanna, 1756. Opera minora , — rala in tutta la estensione del sistema nervoso
t. I ), e singolarmente nella sua grande fisio- e fino nei più piccoli nervi, e poter esister
logia (Elementi fìsici., lib. IV, sez, 5 , e lib. XI, dessa indipendentemente dal cervello, per cer-
sez. 3), si rimane sorpresi per le molte con- to tempo, nei nervi di ciascuna parte. Fra gli
traddizioni che vi si riscontrano ,
e le quali scrittori di quest’ ultima opinione, il dotto
penosa ne rendono la lettura. Sua mira prin- professore Prochaska, è uno di quelli che
cipale è ad ogni passo di provare essere i mo-
1’ hanno in miglior triodo sviluppata. ( Com -
vimenti del cuore indipendenti dalla potenza mentatio de funetiopibus systematic nervo-
pubblicata nel 1784 t^' zo fascicolo del-
nervosa, ed i falli, e le esperienze, e le osser- si,

vazioni tutte eh’ ei cita altro scopo non han- le AdnotationeS acadern. dì quest’autore, e

no e non pertanto ei mi sembra ammettere, ripubblicata nelle sue Opera minora. Vieti-
;

in parecchi luoghi avere i nervi dell’ azione


,
nae, 1800.) Se non che quand’ egli vuol farne
1’ applicazione ai movimenti del cuore, e cer-
sul cuore è vero eh’ egli in ciò vuol far in-
:

ca spiegare il perchè siano indipendenti dalla


tra vvedere alquanta incertezza, limitandosi a
1

dire poter darsi, nè essere inverisimile che il volontà e sommessi all impero delle passio-
cuore tragga dai nervi una forza motrice. ni, la sua opinione non sembra abbastanza

(Ibid., lib. IV, sez. 5 pag. 493 , e alibi pas-


,
decisa: s’ -appigliò egli ai gangli, ed incerto
sim.) rimproverategli
Siffatte contraddizioni, poi ancora si mostra sulla funzione che de-
da autori a ragione celebri, fra gli altri da ve loro attribuire. Talora li riguardo egli co-
Prochaska ( Opera minora. Viennae, 1800. me nodi, come legature abbastanza serrate
Tomo pag. 90 ), Behrends (Tom. Ili, pag.
II, per interrompere ogni comunicazione tra il
di Ludwig, intitolala Scri- cuore ed il sensorio comune, nello stato di
4 , della collezione
:

ptores nevroìog. mirìores selecti. Lipsiae calma e pacifico, non però a tale da impedire
al sensorio di reagire più o meno vivamente
1791-5, IV, tomo in 4 *° ) e Ernesto Platner,
(Tomo li, pag. 2G6 della collezione stessa), ed sul cuore, nello sconvolgimento delle passio-

altri, provengono manifestamente dappoiché ni ( Opera minora Tom. II, pag- >65 )
,
tal ;

egli non poteva conciliare resultali delle sue


i altra dimostra credere che 1’ interroinpimen-
compiuto e costante, e 1’ effètto delle pas-
esperienze coll’ intervento della potenza ner- lu è

EneUl. Med.
a5o ESPERIENZE

«ioni farsi sentire sul cuore per via dei nervi dei dubbi proposti da lehreads , ma senza
dell’ottavo paio (Ìbidem, p. 1G7 ) , e pare prove, sui i>ervi cardiaci, imperciocché spin-
adottar la opinione di Winslow ( Esposizione sero dessi il celebre Scarpa a scendere, a sua
anatomica. Trattato dei nervi, §.364 ), rinno- volta, nell’ agone, per cui poi ci fece egli ric-
vata da Win Ieri. [Nova inflam. theoria. Vien- chi della bell’ opera sui nervi del cuore ( Ta-
nae, 1767, cap. 5 , p. i 54 ), da Jonhstone ( Es- bulae neurologicae ad illustrandum histo -
say on the use of the ganglions 1771 ), da , riam anatomicam cardiacorum nervorum ,

Unzer ( citato da Prochaska, Opera minora ,


etc. Ticini, 1794.) Prova quest’ illustre italia-
Tom. II, pag. 169), da Lecat ( Trattato della no, in siffatta opera, essere i nervi nel cuore
esistenza, della natura e delle proprietà del sì numerosi, e diramarsi nel modo stesso co-
fluido nervoso, Berlino, 1765, pag. 226 ), da me negli altri muscoli ammette come Pro- ;

Peffì nger (
De structura nervorum. Argen- chaska, che la sensibilità e la irritabilità sono
torati, 1782, sez. 1, §. 34, sulla fin. Inserita essenzialmente unite, e che la potenza nervo-
nella collezione di Ludwig. Tom. I ), ed altri, sa è ingenerata in tutta la estensione dei ner-
essere gangli come tanti piccoli cervelli. Am-
i vi, però non ritiene che i gangli sieno altret-
mette nel tempo stesso che nervi del senti- i tanti piccoli cervelli (
Ibid., §. 3 o ) ;
sembra
mento sono da quelli del movimento,
distinti credere che la potenza nervosa , come esiste
in guisa che il cuore non può contrarsi se in tutti i nervi, sia sufficiente per sè stessa ,

non quando l’impressione dello stimolo sulle all’ esercizio delle diverse funzioni, ed abbiso-
sue cavità vien trasmessa ai gangli per via dei gnare solo di stimoli chè la determinino ai-
nervi del sentimento, e di là Riflettuta sulle fi- fi azione. Dal cervello deriva lo stimolo dei
bre per mezzo dei nervi del movimento {Opera muscoli sommessi alla volontà, e nello stato
minora. Tom. II, pag. 169.) Ma oltreché sitfaiu ordinano e il sau-uc lo stimolo del cuore,
opinione tutta intera altro non è, per cuntes- ma nelle vive emozioni dell’animo il cervello
sione dello stesso autore, «he mera conghiet- diviene altresì lo stimolo di quest’ organo.
tura, suppone dessa per un lato che la circo- Tabulae neurologicae §§. 22, 24, 25 26,
lazione continuerebbe dopo la distruzione del-
(

27, 29.) —
Secondo tale opinione, il euort
, ,

la midolla spinale, e dall'altro che il cuore , dovrebbe battere nel modo stesso, e colla me-
cesserebbe di battere all’ istante in cui la sua desima forza dopo la decapitazione, dopo la
comunicazione coi gangli c coi plessi verreb- distruzione delta midolla spinale, e dopo es-
be interrotta ora, cotali due supposizioni
: sere stato reciso. Scarpa stesso simiglia i bat-
smentite vengono dai fatti. titi che avvengono nella apoplessia, a quelli
Godesti infruttuosi sforzi per modificare che osservasi allorché il cuore non comunica
la teorica della irritabilità coll’intervento della più col cervello, nè colla midolla spinale (lbid.,
potenza nervosa, altro non fecero che infiam- §. 25 ); in seguito però vedremo non esser così
mare lo zelo di alcuni au tori per mantener'que- la faccenda. Del resto, non dobbiamo omet-
sta teorica nella sua primitiva purità, e siccome tere un’ importante osservazione di quest’ au-
1’ uffizio dei nervi del cuore era il punto più
tore, e mi sorprende non sia stata fatta dap-
Soemmering, il più
intralciato di tale teorica, prima verte dessa sulla io> passibilità del cuo-
:

profondo anatomico dell’ Alemagna, e Beh- re, irritando la midolla spinale ed nervi car- i

rends, uno dei suoi più distinti discepoli, so- diaci. Scarpa osserva che siffatta impassibilità,
stennero, nel 1792, non avere il cuore nervi, di cui tanto parlassi e che venne riguardata
c quelli die sembrano pervenirvi perdersi come prova dimostrativa della indipendenza
,

nelle toniche delle arterie coronarie, senza dei movimenti del cuore dai nervi, prova so-
che le sue proprie fibre ne ricevano un solo lamente che i nervi del cuore non sono già
filamento Beh rends, Dissertatio qua demon-
( del medesimo ordine di quelli dei muscoli vo-
stratin' cor nervis carere. Moguntiae, 1792. lontari, e la potenza nervosa non comportarsi
Inserita nel tomo IH della collezione di Lud- nel modo stesso. Tabulae neurologicae §.
( ,

wig )
: opinione la quale, lungi dallo scioglie- 20.) Siffatta riflessione è mollo giudiziosa,
re tutte le difficoltà, non farebbe che rendere fuor di dubbio, e solo per uno sbaglio di
ancor più inesplicabile la influenza delle pas- logica esperimentale si rimase attoniti di nou
sioni sui movimenti del cuore. Questi due au- ottenere gli stessi effetti della irritazione dei
tori pretendono che i nervi cardiaci servano due ordini di nervi adatto differenti.
ad intrattenere ad aumentare la irritabilità
e L’ opera di Scarpa non valse a far can-
delle arterie coronarie ; ma l'esistenza della giar di parere il dottor Soemmering ( fili.
irritabilità nelle arterie è ancora dubbiosa, e, Soemmering, De corporis humani fabrica.
tosse pur dessa dimostrata, sarebbe bene stia- Traject. ad Maenum , 1796. Tom. Ili, pag.
no che nelle arterie dipendesse dalla potenza 3 o, 43 46 5 o; e ibid. 1800, tom. V, pag. 43 );
, ,

nervosa, e nel cuore, il più irritabile di ogni nè potò impedire che Bichat non negasse che
altro organo, ne fosse affatto indipendente. la potenza nervosa abbia alcuna parte ai mo-
Idei resto, la scienza non lui che a gloriarsi vimenti del cuore. Ricerche fisiologiche sul-
(
STTL PRINCIPIO DELLA VTTA 2Ù£
la vita e la morte. Parigi, anno Vili iftoo ) ( ficollà nascer fece due selle fra i seguaci dell.ni
part. II, art. ir,§. i.) Quest’ultimo autore, irritabilità :
gli uni, zelatori instancabili della
riconoscendo una vita animale e una vita or- irritabilità pura, chiamarono
soccorso in loro
ganica, distinte 1’ una dall’ altra, ammise un le ipotesi più inverisimili, e tutti
i ìoro sforzi

sistema nervoso per ciascuna di tali due vite. ad altro non servirono che a provare la dif-
Il sistema dei sanali, da lui considerato nel ficoltà della causa cui presero a difendere;
modo stesso degli autori sopraccitati, come gli altri immischiarono la potenza nervosa
piccoli cervelli, appartiene alla vita organica, da essi riguardata come una
alla irritabilità,
e il sistema cerebrale alia vita animale. (Ibid., delle funzioni spettanti a questa potenza; ma
part. I, art. 6, §. f\. Per essere conseguente a
) fu loro mestieri ammettere, sia risguardo alla
avrebbe dovuto ammettere,
sè stesso, Bichat sede, sia alla maniera di esistere della potenza
come Prochtska, che il cuore, centro della vi- nervosa, condizioni che, per propria loro con-
ta organica (
Ricerche fisiologiche, art. 1
, §. 2), fessione, sono lontane dall’ essere dimostrate,
attigue, nei gangli il principio dei suoi movi- sulle quali non
accordano per nulla fra lo-
si
menti, ma noi fece, e in tale inconseguen-
ci ro, e die, nell
1
applicazione che ne fanno ai
za venne indotto principalmente dalle espe- moti del cuore, o non tolgono tutto affatto le
rienze galvaniche, perciocché invano tentalo antiche difficoltà, o nascer ne fanno di nuove.
egli aveva di produrre delle contrazioni nel — E agevole vedere da che dipenda il poco
cuore, galvanizzando i nervi cardiaci, espe- progresso fatto in questa grande ed intermi-
rienze coile quali Soemmering e Beh rends ave- nabile questione. Facendosi ad esaminare
vano eziandio procurato di puntellare la loro quanto dopo Haller fu detto intorno tale sog-
opinione. TuS Involta siffatte esperienze posso- getto, si riconosce essere a un dipresso sem-
no riuscire, come il provarono un di noi, nel pre medesimi fatti, le stesse esperienze, ì
i

1797 ( De Humbold t, esperienze sulla irrita- medesimi ragionamenti posti in campo da una
zione delle fibre nervosa e muscolare, pubbli- parte e dall altra. Le sole nuove esperienze
cate nel 1797, e tradotte in francese due anni sono le applicazioni del galvanismo per isli-
dopo. Torno l, cap. 9), e tre prima di Fow- raolare i nervi cardiaci pur ancor queste non :

ler Experiment on animal electricity


( ,
lo sono che in apparenza, posciache, dal tem-
1794. By Richard Fowler). Tale è il com- po di Haller, impiegato avevasi la elettricità
pendio succinto ma fedele dei principali si- allo stesso scopo. Vedi fra le altre, la Me-
( ,

stemi coll’aiuto dei quali ientossi, dalla sco- moria sulle parti sensibili oil irritabili, tom.
perta della circolazione fino al presente, di IH, pag. 21 4 ) È evidente che non era vi più
-

spiegare movimenti del cuore. Dando un’oc-


i a sperare pei progressi della scienza, calcando
chiata generale a questi sistemi, osservasi che le orme segnate da tanti uomini celebri, da
in tutti quelli prima di Haller immaginati (ed pressoché sessanta anni in poi. Occorreva apri-
anche in quelli di Ens, di Sfoehelin, e di altri re novelle vie; bisognava trovare o inventar
di cui non abbiamo parlato), la potenza nervosa nuovi metodi per interrogar la natura era ;

viene sempre riguardata, talora sotto un aspetto d’ uopo in ispecie introdurre nelle esperienze
e tal altra sotto un altro,con- come una delle fisiologiche quella precisione e quella logica
dizioni essenziali alla produzione dei moli severa, alle quali le altre scienze fìsiche an-
del cuore, ponendone poi costantemente ed darono debitrici ai giorni nostri, di sì strepi-
unicamente la sede nel cervello. I nervi car- tosi progressi : ciò appunto eseguì l’autore
diaci avevano adunque in ciascuno di tali si- della Memoria che esaminiamo. — Non erasi
stemi un uffizio determinalo, ed agevolmente già proposto Legallois di rintracciare le cause
comprende vasi in qual modo il cuore sia som- dei movimenti del cuore ei attenevasi alla ;

messo all’ impero delle passioni però non si ;


teorica di Haller, allorché alcune esperienze
1
poteva spiegare perchè la circolazione conti- intraprese con tutt altro oggetto il condusse-
nui negli acefali, nè perchè nelle esperienze ro a questo resultato singolare, di non poter
sugli ammali, l’ interrompimento di qualun- comprendere più alcuna cosa delle sue pro-
que comunicazione tra il cervello ed il cuore prie esperienze, a meno che non comprovasse
non arresti i movimenti di quest’ ultimo. Do- se e come la potenza nervosa partecipi alle
po Haller, la irritabilità divenne la base di funzioni del cuore. Onde a meglio far cono-
ogni sistema. Riguardando siffatta proprietà scere il suo lavoro, riferiremo in quale occa-
come essenziale alle fibra e come indipenden- sione. e per qual concatenamento di fatti e di
te dalla potenza nervosa, la circolazione negli ragionamenti ei Irovossi impegnato in tale ri-
acefali e gli svariati fenomeni che osservatisi cerca. —
Un caso particolare di parto gli lece
nelle esperienze di cui facciami parola, altra nascere il desiderio, non ha molli anni, di cono-
cosa non avevano che imbarazzasse; ma Tuffi- scerequanto tempo può vivere un feto a ter-
zio dei nervi del cuore e la influenza delle mine senza respirare, contando dal momento
1
passioni sopra quest organo divenivano ine- in cui per una qualunque causa, cessò di co-
splicabili. 11 bisogno di togliere cosiffatte dif- municare colla propria madre. Colale que-
202 ESPERIENZE

eh® sarebbe possibile di far vivere tal parte


silo, singolare in se stesso e soprattutto «li
che si vorrebbe di un animale tanto tempo,
gramle interesse per Ih pratica degli sgrana-
menti e per la medicina legale, era stato, ap- per quanto si potrebbero farvi sussistere que-
pena toccata dagli autori. Legallois si propo- ste due condizioni ; che si potrebbe, per esem-

ste di risolverlo mercé di dirette esperienze pio, far vivere da sé sole le parti anteriori,
soluzione aves- dopo aver colpito di morte le posteriori colla
sugli animali ;
ed acciocché la

se cerla generalità, e si potesse estendere al distruzione della midolla spinale corrispon-


maggior numero di casi possibile, collocò egli dente, od anche le posteriori dopo aver ap-
il feto degli animali diverse condizioni
nelle portato la morte alle anteriori. Legallois, il
simulanti i principali accidenti che possono cui metodo fu costantemente di ricercare in
sopravvenire al feto umano, nel punto stesso esperienze dirette , la conferma dalle conse-
che esso cessa di comunicare colla madre. Fra guenze da lui dedotte da esperienze preceden-
ti, volle sapere se sarebbe di fatto possibile
di
questi accidenti uno ve n’ha che accadde trop-
po di sovente è la decollazione nel parto ar-
:
far vivere così sola sola tale o tale porzione
tificiale pei piedi. Volle sapere l’autore ciò di un animale, dopo aver apportata la morie
che diventa il feto in simile caso, se perisce a tutto il restante del corpo. Un coniglio di
nel punto stesso della decollazione e per qual venti giorni sottopose dapprima a siffatte in-
genere di morte esso soccombe. Riconobbe dagini, distruggendogli tutta la porzione lom-
che il tronco rimane vivente, e che, preve- bare delia midolla spinale. Non recando sif-
nendo la emorragia colla legatura dei vasi del fatta operazione alcun colpo decisivo nel re-
collo, non muore che in capo dello stesso sto della midolla, nè dovendone rimanere lesa
tempo e con eguali fenomeni che se, senza la circolazione ,
secondo la teorica di Haller,
essere stato decollato, si avesse interrotta af- vi aveva luogo a sperare, stando attaccati alle
1
fatto la respirazione e il poter a piacere pro- precedenti esperienze, che l animale sarebbe
lungare sua esistenza, supplendo alla re-
la sopravvisuto certo lungo spazio di tempo, nè
spirazione naturale col soffiamento polmonare morrebbe che in seguito dei sintomi che ap-
finì di dimostrargli che F animale decapitato portar dovevano una lesione sì grave; ma la
non è in realtà che asiàtico. respirazione arrestossi fra uno e due minuti,
Da cotesti fatti coneluse Jàegallois che la e in meno di quattro più non diede verun
decollazione che arrestare movimenti
non fa i segno di vita. La stessa esperienza ripetuta
inspiratori!, e per conseguenza il principio di più volte sortì sempre il medesimo effetto
tutti questi movimenti essere nel cervello; senza che si potesse prevenirla , e risultò co-
ma quello della vita del tronco stare nel tron- stante che un coniglio di venti giorni non
co stesso. Ricercando in seguilo qual sia la se- può sopravvivere alla perdita della midolla
1
de immediata di ciascuno di questi due prin- lombare ; ciò eh era tanto più sorprendente
cipii, scoprì che il principio dei movimenti in quanto che i conigli di simile età possono
inspiratola risiede nel luogo della midolla al- benissimo continuare a vivere dopo la deca-
pitazione vale a dire dopo la perdita totale
1
lungata dove ha origine i nervi dell ottavo .

paio, e quello della vita «lei tronco ha la sua del cervello. Il qual fatto appunto l’autore
sorgente nella midolla spinale. Non è già da conciliar non poteva colle sue precedenti e-
tutta questa midolla che ciascuna parte del sperienze, conducendolo invece a discoprire
corpo viene animata, ma solo dalla porzione che il principio delle forze del cuore risiede
da cui essa riceve i nervi ; in guisa che di- nella spinai midolla.
struggendo una porzione della midolla spina- Legallois assicurossi dapprima die la di-
le, non si colpisce di morte che le parti del struzione di ciascuna delle due porzioni dor-
corpo corrispondenti questa porzione. Dip-
a sale e cervicale della midolla era mortale nei
più, se s’intercetti la circolazione del sangue conigli di venti giorni, del pari di quella della
in una porzione di midolla spinale, la vita si porzione lombare, ed anco in un tempo più
affievolisce ed estinguesi tosto intieramente breve di circa due minuti riconobbe egli in ;

Iti tutte le parti che ricevono i propri nervi seguito che le stesse sperienze, ripetute sopra
da tale porzione di midolla. Hannovi dunque conigli di differente età, non davano i mede-
due mezzi di far cessare la vita in una o altra simi resultati. In generale, la distruzione della
parte del corpo di un animale V uno distrug- : midolla lombare non è subitamente mortale
gendo Ja midolla da cui questa parte riceve i per siffatti animali prima dell’età di dieci
suoi nervi, 1’ altro intercettandovi la circola- giorni parecchi anzi vi sopravvivono ancora
zione del sangue. —
Ne risultava quindi che
;

ai quindici ; oltre venti giorni 1’ effetto ne


i

ti conservamento della vita in una parte qua- riesce lo stesso che ai venti. I conigli giova-
lunque del corpo , dipendeva essenzialmente nissimi possono del pari continuare a vivere
da due condizioni, cioè: la integrità della «lopo la distruzione,- sia «Iella midolla dorsale,
porzione di midolla spinale corrispondente, e sia della cervicale ,
ma in meno tempo e in
la circolazione del sapgue
;
e per conseguente più piccolo numero di casi dopo la distruzio-
SDL PRINCIPIO DELLA VITA

me questa ultima che dopo quella della dor-


ili la spinale. Avrebbe egli potuto considerare co-
1

Alcun non può sopravvivere nè all una


sale. tale riavvieinamento come sufficiente e deci-
nè all’ altra, oltrepassata l’età di quindici dere la disputa ; ma volle comprovare in mo-
giorni. —
In tutte siffatte parziali distruzioni, do più diretto se realmente la circolazione si
quando pure la morte è improvvisa, now rie- arresti all’istante medesimo in cui la midolla
sce mai istantanea come nelle parti che rice- va ad essere distrutta. La mancanza di emor-
vono i propri nervi della midolla distrutta, e ragia e la vuotezza delle arterie erano i segni
non colpisce il resto del corpo che in capo di più evidenti ch’egli potesse averne; e rico-
certo tempo, ma determinato, e cui alcun mez- nobbe che di fatto, subito dopo tale operazio-
zo non può prolungare. Questo tempo, che ri-
1
ne, ie carotidi sono vuote, e l amputazione
sulta eguale negli animali della stessa specie ed dei membri non dà sangue, quantunque ese-
lungo quanto gli animali sono
età, è tanto più guita vicinissimo al corpo, e prima che la vita
più vicini all’epoca delia loro nascita. Per sia estinta nelle parti la cui midolla non venne

esempio, distruggendo nei conigli la midolla distrutta. In una parola, tutti i segni che ser-
cervicale annientasi la vita all’istante in lutto vir possono a far conoscere lo stato della cir-
il collo; ma
continua dessa nella testa, il che si colazione, gli dimostrarono che ogni qualvolta
riconosce dagli sbadigli che promove. Sussiste la distruzione di una porzione qualunque della
dessa del pari nelle parti posteriori dietro delle midolla spinale cagiona subitaneamente la mor-
come lo comprovano il sentimento e il
spalle, te nel resto del corpo, ciò avviene arrestando
movimento volontario che vi si conservano. siffatta funzione. Quest’ ultimo effetto succede
Nel primo giorno della nascita, gli sbadigli non già perciocché movimenti del cuore ces-
i

durano circa venti minuti la sensibilità ed ;


i sano ad un tratto, ma per la perdita di tutte
movimenti del resto del corpo, quindici mi- le loro forze, al punto di non poter spingere
nuti All’ età di quindici giorni, durata de- la il sangue fino nelle carotidi. - —
Risulta da ciò
gli sbadigliamenti non eccede tre minuti nè , essere nella midolla spinale dove il cuore a'! ti-
quella deila sensibilità e dei movimenti, due gne il principio delle sue forze, e in tutta in-
minuti e mezzo, infine, ai trenta giorni gli sba- tera questa midolla, posciacchè la distruzione
digli cessano entro un minuto od uno e mez- di una qualunque delle sue tre porzioni può
zo, e la sensibilità a uno. Dopo la distruzione arrestare la circolazione. Ne risulta ancora che
della midolla dorsale, viene colpito di morte ogni porzione di midolla spinale esercita sulla
ilpetto e non il collo del resto gli stessi fe-
:
,
vita due modi di azione distintissimi : 1’ uno
nomeni ed eguale durata. Se distruggasi simul- con cui essa essenzialmente la costituisce in
taneamente le tre porzioni della midolla, gli tutte le parti che ne ricevono loro nervi ;
i

che allora sussistano,


sbadigli, soli segni di vita l’altro co! quale serve dessa ad intrattenerla
hanno ancora ad età diverse le durate che ab- in tutto il corpo, contribuendo a fornire in
biamo indicate. —
L’autore che praticato aveva tutti gli organi che ricevono dei filamenti dal
le tante volte ladecapitazione sui conigli di età grande simpatico, e segnatamente dal cuore,
diverse, osservò costantemente che la testa di- il principio di forza e di vita di cui abbiso-
visa dal corpo continua a sbadigliare, e per gnano per adempiere le loro funzioni. — Si
un tempo determinato per ogni età. Codesto vede adunque che per tener vive sole le parli
tempo era visibilmente lo stesso di quello do- anteriori o posteriori di un animale , dopo
po le distruzioni della midolla spinale. Ora, è aver colpito di morte il resto del corpo colla
evidente che dopo la decapitazione non può distruzione della midolla che vi corrisponde,
esservi circolazione nella lesta , e gli sbadigli sarebbe d’ uopo poter impedire che codesta
che osservami in tal caso, non continuano che distruzione non arrestasse la circolazione. Ora,
il tempo durante il quale la vita sussiste nel ciò si può appunto ottener agevolmente dimi-
cervello dopo il totale cessamento della circo- nuendo il complesso delle forze che il cuore
lazione. Là appunto ebbe Legallois il primo deve dispensare per mantenere la circolazio-
indizio, che, allorquando la distruzione par- ne, a misura che si diminuisce quello delle
ziale della midolla spinale fa cessare la vita in forze che riceve dalla spinai midolla ; basta a
tutto il resto del corpo, ciò avviene perchè ciò, scemare con allacciature praticale alle ar-
essa arresta di botto la circolazione. Onde as- terie, la estensione delle parti alle quali deve
sicurarsene, dissecò il cuore alla base dei gros- il cuore distribuire il sangue. Noi abbiamo
si vasi, sopra conigli di cinque in cinque gior- veduto, per esempio,, che la distruzione della
ni, dal momento della loro nascita fino all’età midolla lombare riesce tostamente mortale
di un mese; ed avendo accuratamente notate nei conigli che hanno raggiunto od oltrepas-
Se durate dei diversi segni di vita, contando sata 1’ età di venti giorni ; ma non ne muoio-
dal momento in cui la circolazione per tal no essi se, prima di praticarla, incominciasi
mezzo era stata arrestata, rinvenne che siffatte
1
dall allacciare 1’ aorta ventrale tra le arterie
durate erano precisamente eguali di quelle da celiaca e mesenterica anteriore. —li’ applica-
lui osservato dopo la distruzione della midol- zione di tale principio ad altre parti del cor-
354 esperienze

po, conduce a un caso in apparenza assai sin- e pervietlsi benissimo a conlòrlere


la vita nel
golare, ed è che, per poter mantenere la vita petto solo ed isolato, dopo aver divise le parti
nei conigli di certa età, dopo aver loro distrut- anteriori e le posteriori, e prevenuta l’emor-
to la midolla cervicale, uopo è incominciare ragia mercè convenienti allacciai tire, e ciò su
col tagliar lorocapo essi rimangono affatto
il
;
conigli in età di trenta giorni ed oltre. Ta-—
morti distruggendo dapprima cotesla midolla li sono i principali resultali delle indagini di

senza decapitarli. Il qual fatto più non desta Legallois. Codesli resultali, che sono tutti con-
sorpresa posto mente che, colla decapitazio- dotti gli uni dagit altri, e si prestano mutuo
ne, separa tutta la lesta dal dominio della
si appoggio , fondatisi sopra esperienze dirette
circolazione, e da ciò, il cuore abbisognando eseguite con una precisione non per anco co-
meno per continuare la sua funzione,
di forze nosciuta in fisiologia. Ci facciamo ora a rife-
lo si può indebolire mediante la distruzione re quelle fra tali esperienze che l’ autore ripe-
della midolla cervicale senza che cessi di adem- te dinanzi noi. Abbiamo impiegato in siffatte
pierla. —
Si concepisce del pari facilmente che ripetizioni tre sedute, ciascuna di parecchie
ogni altra operazione capace di sospendere o ore; e onde evitare qualunque precipitazione
di rallentare considerabilmente la circolazione e torci il tempo necessario per pesare falli
i

in certa estensione del corpo di un animale, abbiamo intromesso una settimana fra ciascu-
deve produrre un effetto simile e compartire na seduta.
egualmente la facoltà di attaccare impune-
mente la tal porzione di midolla spinale la Esperienze ripetute dinanzi la
1
cui distruzione sarebbe stala mortale senza commissione dell istituto.
siffatta preliminare operazione il che ottiensi ;

appunto per i’ effetto stesso della distruzione Le distingueremo in due paragrafi, il pri-
della midolla. Codesta distruzione ha due ef- mo comprenderà quelle che tendo-
dei quali
fetti sullacircolazione : coll’ uno indebolisce no a comprovare che il primo mobile di tulli
dessa la circolazione generale privando il cuo- imovimenti inspiratori risiede nel luogo del-
re del contingente delle forze che riceveva lamidolla allungata che dà nascita ai nervi
dalla midolla distrutta ; coll’altro , senza ar- dell’ottavo paio ;
nel secondo riferiremo
,

restare affatto la circolazione nelle parti colpi- quelle il cui oggetto è di far vedere che Se for-
te di morte, vi si diminuisce dessa in eminen- ze del cuore hanno il loro principio nella mi-
tissimo grado, ciò che equivale, fino a certo dolla spinale.
punto, alla allacciatura delle arterie dique- Esperienze relative al principio dei
§. 1.
ste parti; ma cotale effetto non è bene mar- moti inspiratorii. —
L’autore prese un coni-
cato se non parecchi minuti dopo la distru- glio di cinque o sei giorni ;
distaccò la larin-
zione della midolla. Ne avviene da ciò che ge dall’osso ioide, e denudò la glottide onde
la distruzione di una prima porzione di mi- si potessero osservarne i movimenti, dopo che
dolla spinale compartisce la facoltà di distrug- aprì il cranio ed cslrasse dapprima il cervel-
gerne una seconda; questa una terza, e co- letto. Eseguita questa doppia estrazione, le
sì di seguito. Per esempio, allorché decapi- ispirazioni continuarono; erano caratterizza-
tando un coniglio si è al caso di distruggere la te ciascuna da quattro movimenti che si face-
midolla cervicale, cotale distruzione compar- vano simultaneamente cioè uno sbadiglio ,
;
:

tisce, in capo a certo numero di minuti, la fa- l'apertura della glottide, l’innalzamento delle
coltà di distruggere un quarto della midolla coste e la contrazione del diaframma. Com-
dorsale e, continuando ad operare così per
;
provati appieno questi quattro movimenti, e
intervalli sopra somiglianti lunghezze di que- dovendo durare certo tempo, dietro la età del-
sta stessa midolla,giungesi a distruggerla tut- 1’ animale, l’autore estrasse la midolla allun-
ta intera senza arrestare la circolazione, la gata, e, nello stesso momento, cessarono sif-
quale viene allora intrattenuta dalla sola mi- fatti movimenti tutti insieme. Si riconobbe
dolla lombare. che la porzione estratta della midolla allun-
Ricavare sipuò da quanto finora dicem- gata estendevasi fino d’ appresso il buco occi-
mo che, nei conigli, una qualunque porzione pitale, e comprendeva l’ origine dei nervi del-
della spinai midolla fornisce al cuore forze ba- T ottavo pai®. — La medesima esperienza
stanti per mantenere la circolazione in tutte venne ripetuta sopra un altro coniglio di pari
le parli che corrispondono a codesta porzio- età, con questa differenza che dopo la estra-
ne ;
e in conseguenza, che tagliando un coni- zione del cervello e del cervelletto, anziché le-
glio trasversalmente a tronchi, riescirebbe pos- vare di primo dare sì grande estensione di
sibile il isolatamente e indefinitiva-
far vivere midolla allungata, la si estrasse suceessivarnen-
mente ogni tronco, se polmoni ed il cuore i mente a fette di circa tre millimetri di gros-
necessari alla formazione ed alla circolazione sezza. 1 quattro moti inspiratorii continuava-
del sangue arterioso, potessero farne parte. no dopo la estrazione delle tre prime fette;
Ma non possono dessi far parte che del petto, però si arrestarono ad un tratto dopo quella
SSL PRINCIPIO DELLA VITA
dells quarta. Verificossi che la terza fetta fi- non comunicava coi loro organi. Dobbiamo
niva aila parie posteriore, ed alquanto d’ ap- qui notare come parecchi autori fra cui Àr-
presso il ponte di Varolio, e la quarta abbrac- nemann, prima di Legallois, osservato aveva-
ciava la origine dei nervi dell’ ottavo paio. — no che la incisione della spinai midolla non ar-
Questa stessa esperienza, ripetuta sopra parec- restava i movimenti del diaframma, se non in
chi altri conigli, offerse costantemente eguale quanto veniva fatta tra l’occipite e l’origine
resultato.
1

Si procedè in pari modo sopra dei nervi diaframmatici. Ma codesti autori ri-
un gatto dell età di cinque settimane ; solo, guardavano il cervello come Punica sorgente
prima di togliere a fette la midolla allungata, della vita e di tutti movimenti del corpo.
i

taoliaronsi i «lue nervi ricorrenti: Subito si Opinavano, dietro a ciò, che la incisione della
chiuse la glottide, e dimorò immobile in tale spinai midolla rendeva paralitiche all’istante
stato ;
ma i tre altri movimenti, cioè
sba- :
gli le parti tutte del corpo, di cui nervi nasce- i

digli il sollevamento delle coste e le contrazio- vano da questa midolla al di sotto della inci-
ni del diaframma continuarono, nè si arresta- sione, e quindi, quando la incisione era fatta
rono se non al momento in cui si tolse via, vicino all’occipite, il diaframma cessava di
nella midolla allungata, l’origine dei nervi contrarsi, perciocché parlicipava alla paralisi,
deli’ ottavo paio. di tutte le parti inferiori alla incisione. Ma
E evidente che se, anziché distruggere il Legallois dimostrò che la incisione della mi-
sito nel quale risiede il primo mobile di tutti dolla fatta sulle prime o nelle ultime vertebre
i moti inspiratori, ci limitassimo a impedirgli cervicali, non arresta che i moti inspiratori ,
di communicare cogli organi che eseguiscono e lascia sussistere in tutto il corpo il senti-
siffatti moli, produrrebbe*! simile effetto, vale mento e i moti volontari. Siffatta distinzione,
a dire, si arresterebbe quei movimenti cui or- i è essenziale, nè prima di lui era stata fatta da
gani più non communicassero col sito di cui fa- alcuno. — Non hanno codeste esperienze gli
velliamo. La qual cosa si osservò nel gatto nel slessi resultali sopra indicati solamente negli
quale la incisione dei nervi ricorrenti arrestò animali a sangue a caldo. Per comprovare che
i movimenti della glottide, senza fermare tre i questi resultati attengonsi a leggi generali del-
altri movimenti. Per sospendere in pari modo P economia animale, ed esser la potenza ner-
quest’ ultimi, basta por mente per qual mez- vosa distribuita e reggersi in modo uniforme
zo i loro organi comunicano colla midolla al- negli animali vertebrali, l’autor prese una ra-
lungata. Ora, chiaro risulta essere per via dei nocchia, e dopo aver fatto osservare che, iti
nervi intercostali, e in conseguenza della spinai codesti animali privi di coste e di diaframma,
midolla che la midolla allungata agisce sui mu- non havvi che due sorta di movimenti inspi-
scoli che sollevano le coste, ed essere per mezzo ratori, cioè, quelli della glottide che apresi
dei nervi diaframmatici, e quindi ancora della in forma di rombo, e quelli della gola, la qua-
midolla spinale, eh’ essa agisce sul diaframma. le si innalza e abbassa alternativamente; ta-
si

; Tagliando la midolla spinale sulle ultime ver- gliò la metà anteriore del cervello, i due mo-
1
tebre cervicali, e al disotto dell origine dei vimenti continuavano ; distrusse in seguilo
nervi diaframmatici, doveva adunque arresta- circa la metà di ciò che restava di questo vi-
re i moti delle coste, e non quelli del diafi'am- scere, gli stessi movimenti tuttora continua-
i ma ; e tagliando quella midolla tra 1’ occipite rono finalmente spinse la distruzione del
;

; e l’origine dei nervi diaframmatici, devesi far cervello fino appresso il foro occipitale, e to-
cessare ad un tempo moti delle coste e quel-
i sto i due movimenti si arrestarono affatto. Ta-
ì li del diaframma diffatli così avviene. L’au-
: gliata fa midolla spinale, sulla terza vertebra
j
ture prese un coniglio in età di circa dieci in altra ranocchia, i movimenti inspiratori
;
giorni; ed avendo attentamente esaminati i continuarono. La si tagliò in una terza ranoc-
i movimenti del torace, tagliò la midolla spina- chia tra l’occipite e la prima vertebra, e tosto
) le sulla settima vertebra cervicale. Tosto quel- i movimenti della gola, i quali figurano quel-
li fra questi movimenti che dipendono dall’in-
i
li del diaframma, si arrestarono. Dopo queste
nalzamento delle coste si arrestarono, ma le due ultime esperienze, le ranocchie erano e
contrazioni del diaframma continuarono. Ta- dimorarono affatto vive e nella testa e nel re-
gliò egli di nuovo la spinai midolla sulla pri- sto del corpo ma non potevano più gover-
;

ma vertebra cervicale, e subito il diaframma narsi, ed erano, per tale riguardo, nel mede-
cessò di contrarsi; finalmente, tagliò P ottavo simo caso della prima, di cui avevasi distrutto
paio verso il mezzo del collo, ed arresta- il cervello.
* rousi movimenti della glottide. Laonde,
i dei Esperienze relative al principio
§. II.
quattro movimenti inspiratori , restavano soli delle forze del cuore. —
L’autore ha dappri-
gli sbadigli, i quali attestavano che midolla
la ma comprovato che la vita continua sempre
1 allungala conservava tuttora il potere di pro- un certo tempo, medesimamente negli amma-
1
*
dmli tulli; eh essa non lo esercitava senza
e li a sangue caldo, dopo la cessazione totale
I elicilo, per risguardo ai tre, se non perchè piu della circolazione, e che codesto tempo vieti
I
2 5(j esperienze

determinato a norma dell’ età. Per la qual co- in un caso, in capo ai quattro il che com- ;

sa, aprì egli petto e


il dissecò il cuore (li ua prova che fazione della porzione lombare
coniglio di cinque o sei giorni, e feco la «tessa della midolla tul euor<i, avvegnaché realissi-
cosa sopra un altro di dieci giorni. Nel primo ma e assai grande, non è sì immediata come
gli sbadigli cessarono in *apo a sette minuti, e quella di ciascuna delle altre due porzioni . —
la sensibilità in quattro, contando dal disseca- Dopo aver comprovato, con tali esperienze,
melo «lei cuore nel secondo, gli sbadigli du-
;
dipendere la circolazione da qualunque por-
rarono quattro minuti, e la sensibilità tre
soli zione della midolla spinale 1’ autore ci fece
,

soltanto. In seguito vennero distrutte sopra vedere non esservi veruna di queste porzioni
un altro coniglio dell’epoca stessa dell’ultimo, che non si possa distrarre impunemente, se si
la midolla cervicale e una piccola porzione ristringa mano a mano la estensione delle par-
della dorsale, e subito dopo praticossi il sof- ti alle quali il cuore manda il sangue. Prese
fiamento polmonare, ma, malgrado questi soc- egli un coniglio dell’età di sei settimane, e,
corsi, gli sbadigli cessarono in capo a tre mi- dopo avergli aperto il ventre, allacciò
aorla 1’

nuti e mezzo e la sensibilità alquanto dopo due i tra le arterie celiaca e mesenterica anteriore,
minuti e mezzo, durate, che, come si vede, coin- dopo che distrusse tutta la midolla lombare,,
cidono, a un mezzo minuto incirca, con quel- Cotesio coniglio viveva tuttora benissimo ; si
le dopo la
osservate recisione del cuore. sosteneva sulle zampe anteriori, e portando
Onde comprovare che, in tale esperienza, ar- bene la testa oltre rnezz’ ora dopo, quando la
restando appunto realmente la circolazione, la commissione levò la seduta, mentre un altro
distruzione di una parte della midolla ha fat- coniglio, presso a poco della stessa età sul ,

to cessare la vita nel resto del corpo, l'autore quale si distrusse la midolla lombare, senza
prese un coniglio pure della stessa età dei due allacciare l’aorta, per termine di comparazio-
ultimi, e dapprima tagliò la midolla di questo ne, mori in meno di due minuti.
1
coniglio presso l occipite. Dopo tale incisione, Legallois fece in seguilo la esperienza di
le carotidi erano nere, ma rotonde e piene, ed distruggere la midolla cervicale la cui azione
amputala una gamba uscì sangue nero. Prati- nel cuore riesce più immediata e ben maggio-
cato il soffiamento polmonare, divennero le re di quella della midolla lombare, di distrug-
carotidi prontamente di un bel color vermi- gerla, diciamo noi, sopra conigli di cinque a
glio, e la emorragia della gamba assunse il sei settimane, senza arrestare la circolazione.
medesimo colore. Cosiflàlti segni meUwtdo in Decapitò dapprima f animale colle ordinarie
chiaro che la circolazione continuava dopo la precauzioni; praticò quindi il soffiamento pol-
incisione della midolla vicino all’occipite, fau- monare per cinque minuti, in capo ai quali
tore distrusse, su codesto coniglio, la medesi- distrusse tuttala midolla cervicale; riprese
ma porzione di midolla come nel precedente. egli poco stante il soffiamento polmonare, e
Tosto comparvero floscio le carotidi, e poco f animale si tenne vivissimo tanto tempo cha
dopo erano vuote e schiacciate. Amputate do- stimossi a proposito di continuare il soffi (mea-
po la distruzione della midolla in meno di due to. La stessa esperienza venne ripetuta con
minuti le due coseie non n’uscì una goccia di eguale riuscita sopra due altri conigli di pari
sangue. —
Praticata sopra parecchi altri coni- età. Inoltre, sopra uno di questi, cinque mi-
gli di venti a trenta giorni la distruzione della nuti dopo aver distrutto la midolla cervicale,
midolla cervicale, diede resultati affatto simili, fi autore distrusse circa il terzo anteriore del-

vale a dire che le carotidi subito dopo si vuo- la midolla dorsale ; poi cinque minuti dopo
tarono; che dietro 1’ amputazione dei membri il secondo terzo, ed il terzo, cinque altri mi-

non usci sangue e che, in onta al soffiamento


; nuti dopo. La circolazione e la vita continua-
polmonare fatto nel miglior modo, tutti i se- rono dopo la distruzione dei due primi terzi,
gni di vita non ebbero al più che le stesse du- e non cessarono che dopo quella del terzo.
rate come quelle che si osservano in caso «li Nel corso di questa esperienza, il soffiamento
recisione del cuore, secondo il quadro dato da non fu interrotto che il tempo necessario, ogni
Legallois per le diverse età nella sua memo- volta, per distruggere la midolla. -Siffatte —
ria. Dopo la distruzione della midolla dorsale due esperienze condussero Legallois, a quella
ebbervi gli stessi resultati per riguardo alla mollo più diffìcile, il cui oggetto consiste in
vacuità delle carotidi alla mancanza di emor- comprovare die limitando con allacciature la
ragia e alla durata della vita.
,

La distruzio- — circolazione alle sole parti che corrispondono


ne della midolla lombare sopra conigli dell’età a una qualunque porzione della midolla, co-
di quattro a cinque settimane, diede pure desta porzione di midolla compartisce al cuore
anco somiglievoli resultati, colla sola diffe- forze sufficienti per intrattenere la circolazio-
renza che la circolazione non arrestossi i- ne in queste parti. Troncò, per le due estre-
stantaneamenle] dopo la distruzione, sia della mità un coniglio di trenta giorni; da una
midolla cervicale, sia della dorsale, ma sola- parte a livello della prima vertebra lombare,
mente in capo di circa due minuti, ed anche, c dall’ altra, sulla seconda vertebra cervicale ;
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 257
poi, coir aiuto del soffiamento polmonare, in- putazione delle coscie nei ranocchi a cui erasi
trattenne la vita in questo petto ili coniglio, distrutta la midolla non fornì sangue , e le
così isolato. Non descriveremo già il processo salamandre decapitate dopo una simile opera-
operatorio, perciocché 1’ autore lo espose par- zione, non gettarono del pari sangue, mentre,
te a parte nella sua memoria, e ci limiteremo in ambidue i casi, eravi emorragia quando la
a dire che la esperienza riuscì a meraviglia, spinai midolla trovavasi intatta.
avvegnaché un 1 arteria, che non fu possibile Siffatte esperienze ci sembravano con-
allacciare, abbia accagionato una emorragia fermare compiutamente tutte le conseguenze
alquanto copiosa, cui fatto aveva temere pel che V autore ne ha dedotte, e con le quali
buon esito. —
Finalmente Legallois operò la chiuse egli la sua memoria. Per limitarci qui
morie parziale della parte posteriore in un ai punti principali, diremo riguardare come
coniglio di circa dodici giorni, allacciando dimostrato, 1 .° che il principio di tutti moti i

1’ aorta tra le arterie celiaca e mesenterica an- inspiratori! ha sua sede verso questo luogo
teriore. In capo ai dodici minuti, comparen- della midolla allungata che da nascita ai nervi
do la morte compita, dislacciò l’aorta,
affatto dell’ ottavo paio 2.
u che il principio ani-
;

e la vita poco a poco in tuMa la


si ristabilì mante ciascuna parte del corpo risiede nel
parte posteriore, a segno che l’animale potò luogo della spinai midolla dal quale nascono
camminare con facilità. Codesta parziale ri- i nervi di codesta parte; 3 .° che similmente
surrezione comprova che si potrebbe operar- nella midolla spinale il cuore attigue il prin-
ne una generale, se possibile fosse stalo di ri- cipio della vita e delle proprie forze; main
stabilire la circolazione dopo la estinzione del- questa midolla tutta intera, e non già sola-
la vita in tutta la spinai midolla. — Male espe- mente una circoscritta porzione 4-° che
in ;

rienze dell’ autore dimostrano mollo meglio il grande simpatico prende nascita nella mi-
che fatto non avevasi prima di lui, perchè la dolla spinale, e il carattere particolare di que-
risurrezione di tutto il corpo riesca impossi- stinervi è di mettere ciascuna delle parti alle
bile. —- L’ autore fece eziandio, dinanzi a noi, quali si distribuisce sotto la immediata in-
delle esperienze sui porci d’ India, dalle quali fluenza di tutta potenza nervosa.
la -
Questi —

risultò che, in questi animali, le forze del cuo- resultati appianano di leggieri tutte le diffi-

re dipendono similmente dalla spinai midolla; coltà insorte fino da Haller sulle cause dei
solo uopo è distruggerne dei tratti più gran- moli del cuore. Rissovengasi che le principali
di per arrestare la circolazione, come nei co- consistono nello spiegare, i.° perchè il cuore
nigli della stessa età. —
“Termineremo questa riceve dei nervi 2.
0 perchè sia sommesso al-
;

esposizione degli esperimenti da Legallois di- F impero delle passioni 3 .° perchè non lo ;

0 perchè la circolazione
nanzi noi ripetuti, con quelli sugli animali a sia alla volontà; 4,

sangue freddo, e i cui resultati sono affatto continui negli acefali e negli animali decapita-
opposti a quelli ottenuti e che tanto fecero ti. Risovvengasi eziandio che fin qui veruna
valere i più zelanti partigiani di Haller, e fra spiegazione potè conciliare tulli codesti pun-
gli altri Fontana. ( Mern. sulle parti sensib. e ii, od almeno noi potè che coll’ aiuto (Tipo-
irritab. Tomo IH, p. 23 i. Trattato sul ve- — tesi le quali, come abbiamo veduto, fanno na-
leno della vipera, ec. Firenze, 1781, Tom. 11 , scere nuove difficoltà. Ma
ora si comprende
pag. 169-171.) Aprì T autore, da un Iato il benissimo perchè il (lei nervi, e
cuore riceva
1
cranio, e dall altro il petto di una ranocchia, perchè si mostri sì eminentemente sommesso
e discoprì pienamente il cuore, poi fissò con all’ impero delle passioni, poiché viene ani-
solidità 1’ animale e mentre uno di noi osser-
;
malo da tutta la midolla spinale. Non obbe-
vava i moti del cuore con un oriuolo a se- disce alla volontà, perciocché tutti gli organi
condi, egli distrusse il cervello e tutta la mi- che stanno sotto la influenza della potenza
dolla spinale, mercè di uno stiletto introdotto nervosa tutta intera, non vi sono già som-
per 1 ’ apertura del cranio. ( Mem- sulle parli messi Finalmente, la circolazione continua
.

sensib. ed irri t. Tom. Ili, pag. 233 Trat- . — negli acefali e negli animali decapitati, per-
tato sul veleno della vipera, tomo li, pag. 171.) ciocché movimenti del cuore non dipendono
i

Arreslaronsi tosto movimenti del cuore, nè


i dal cervello, od almeno non ne dipendono
ricominciarono che in capo di alcuni secon- che secondariamente. Dobbiamo far osserva-
di, e il loro ritmo non era più lo stesso ; re come quest’ ultimo punto, sul quale Le-
si facevano più frequenti che prima della di- gallois sparse sì gran lume, non presenta che
struzione della midolla. La medesima espe- confusione ed errori negli autori dell’ antica

rienza fatta sopra cinque ranocchi, ha costan- scuola halleriana e in quelli della novella.
temente dato eguali risultamenìi. Non resta- Veruno non distinsero
di essi i movimenti del
rono sospesi già i moli del cuore per lo stesso cuore che osservatisi dopo la decapitazione ,
numero di secondi in tutte, ma la sospensio- da quelli che avvengono dopo il dissecamen-
ne fu sempre notabilissima come pure il can- to di quest’ organo, o dopo la distruzione del-
giamento del ritmo; aggiungeremo che l’am- ia spinai midolla
L
ed opinarono che gli uni
;
'
O r
)
Encicl. Med. DÌ
ESPERIENZE
e gii altri sarebbero egualmente capaci eli nosciuta, eccettuato in alcuna scuola d’ In-
mantenere la circolazione. Ma codesti movi- ghilterra e di Alemagna, e Legallois l’ignora-
menti differiscono fra loro in essenzial mo- va affatto, allorché comunicò alla facoltà di
do, conciossiachè quest’ ultimi non hanno al- medicina di Parigi le sue prime ricerche sul-
cuna forza per intrattenere la circolazione, e le funzioni della midolla spinale. Del resto, co-
sono assolutamente simili ai deboli movimenti desta sperienza non è stata, per Legallois, che
che si ponno eccitare negli altri muscoli du- uno dei mezzi dimostrare due
di cui servissi a
rante qualche tempo dopo la morte Legallois delle principali sue discoperte , cioè che il :

li disegna sotto il nome ili movimenti principio dei moti inspiratori ha la sua sede
1
d irri-
tabilità, senza annettervi, pel momento, altro nella midolla allungata, e quello della vita dei
senso a siffatto termine, che di esprimere dei tronco risiede nella midolla spinale.
fenomeni cadaverici. La esperienza di Stenone è quella per la
Ci rimane un ultimo obbligo a riempie- quale si poi dislacciasi 1’ aorta ven-
allaccia,
re, quello cioè d’indicare ciò che appartiene trale per dimostrare che la intercettazione
di proprio a Legallois nel lavoro che forma della circolazione fa paralitiche le parti nelle
l’oggetto di tale rapporto, e ciò che altri po- quali essa succede, e il ritorno del sangue nè
trebbero reclamare. Possiamo affermare, sen- rianima' la vita notissima è codesta esperien-
:

za temere di venire contraddetti che tutto, za, e venne di frequente ripetuta. Gli autori
in tale lavoro gli appartiene, e basta a con- che la fecero miravano a comprovare, gli uni
vincersene leggere con attenzione la sua me- che la contrazione dei muscoli dipende data-
moria. 11 caso gli porse il destro di fare la sua zione del sangue sulle loro fibre gli altri, che
;

prima esperienza, e questa appunto richiamò in ogni parte la sensibilità dipende dalla cir-
tutte essendogli stata ciascuna di esse
le altre, colazione, ed in ambedue le controversie ser-
suggerita e, per così dire, comandata da quel- viva dessa a comprovare egualmente pro e con-
la che la precedeva. Seguendolo passo a pas- tro, a tenore che veniva eseguita. Per tal gui-
so, si riconosce esser stato sua unica guida il sa allacciando la stessa aorta ventrale, dispa-
metodo, e esso solo averlo ispirato ; quindi è rivano prontamente il sentimento ed il movi-
cosa senza esempio in fisiologia, che un la- mento nell» parte di dietro ( Lorry, Journal
voro di sì lunga lena, nel quale tutte le parti de med. ami. 17Ò7. pag. i 5 .

Haller, Mera,
sono talmente collegate, così dipendenti le sul movimento del sangue, pag. 2o3, esp. 5 a );
mie dalle altre che, per ottenere la piena
, ma allorché l’allacciatura veniva fatta più da
spiegazione di un fatto, uopo è risalire a tutti lungi, e solamente in una delle arterie crura-
quelli coi quali l’autore vi pervenne, e non li, avvegnaché in quel caso la circolazione fos-

potersi negare una conseguenza senza negare se totalmente interrotta nel membro corri-
tutte quelle precedenti, e senza urtare tutte spondente, il sentimento ed il movimento vi
le susseguenti, —-
Avrehbesi potuto attendere si conservavano a lungo. ( Schwekne, hoema-
che in sì numerose indagini, e le quali, per toh, pag. 8. —Le esperienze 5 7 e 58 di Hal-
la importanza delle contestazioni eh’ esse ab- ler, loc. cìt ., pag. 2 od, sono dello stesso gene-
bracciano, attrassero 1’ attenzione di moltissi- re. ) In siffatta opposizione tra i resultati, cia-
mi dotti , sarebbe stato i’ autore di spesso scun autore attenevasi a quelli che favoriva-
condotto, pure seguendone il suo metodo sol- no la sua opinione ; e si credeva tanto mag-
tanto, a riprodurre esperienze di già note. giormente autorizzato, in quanto che la vera
Nulladimeno, fra tutte quelle da lui conse- causa di tale opposizione era sconosciuta. —
gnale nella sua memoria, non ne abbiamo Tea le mani di Legallois, codesta stessa espe-
trovate che due che siano siale prima di lui rienza si appresenta sotto aspetto ben diverso,
praticate 1’ una da Fontana
: e 1’ altra da Sle- e assume un senso determinato. Vedesi chiaro
none. La prima consiste a soffiare e fare rivi- che se il sentimento e il movimento non ces-
vere un animale dopo averlo decapitato Trat- sano nei membri posteriori se non fatta che
(
tato sul veleno della vipera, ec. Tomo I, p. sia 1’ allacciatura sull’ aorta, ciò attiensi dap-
317. ). Fontana fatto aveva codesta esperien- poiché ili tale caso appunto. la circolazione vie-
za per compartire dell’ossigeno al sangue ve- ne intercettata nella porzione di midolla spi-
noso, e
1
si scorge di leggieri eh essa era estra- nale che dà nascita ai nervi di siffatti membri.
nea al nostro oggetto. Non riferendosi essa a — Tali sono, fra le esperienze di Legallois, le
veruna nè sèrvendo ad alcun punto di
cosa, sole, a nostre cognizione, che potrebbero es-
dottrina, avevasi appena fattovi attenzione, ed sere reclamate. Ma, oltre che la maniera onde
era confusa con molti altri fatti dietro quali i esse fanno parie del suo lavoro le rendono pro-
s’ intravvide che pur anco gli animali a san- prie di lui, ci sembra che le nuove vedute sotto
gue caldo possono sopravvivere alla decapita- cui ravvisolle, e la precisionè dei particolari e
zione, senza sapersi, d’altronde che fosse dessa la chiarezza dei risultali che succeder fece al-
la vera sorgente della lor vita in tale stato l’ incertezza ed alta oscurità che esse presenta-
;

ecco il perchè restata era a un dipresso sco- vano, ne formarono esperienze affatto nuove.
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 2^9
Termineremo con alcune parole intorno mercè del calcolo o del-
gli che, riesce a trai le,
una opinione eli Prochaska, che potrebbesi la osservazione, da tale miscuglio, e perviene a
credere conforme a quanto dimostrò Legallois stabilirle solidamente. 15 (Meni, sulla adesione
sulle funzioni della spinai midolla. Codesto dei corpi alla superficie dei fluidi ; nella BibL
autore colloca ad un tempo nel cervello e nel- britanni. Tom. XXXIV, pag. 33 .) — • E' opi-
la midolla spinale il sensorio comune. Ope- nione vostri commissari essere il lavoro di
ilei
(
ra minora. Tom. 11, pag. 5 i. Prima di lui Legallois uno dei migliori, e certo il più im-
appalesarono' la stessa opinione Marlierr, Har- portante che abbiasi fatto in fisiologia dal-
tley ed altri); ma uopo è riflettere ch’egli le dotte esperienze di Haller in poi farà epo- ;

opina essere ingenerata la potenza nervosa in ca codesto lavoro in siffatta scienza sulla qua-
tutta la estensione del sistema nervoso, in gui- le sparger deve lumi affatto nuovi il suo au- ;

sa che ciascuna parie trova nei suoi nervi pre- tore, sì modesto, laborioso e commendevole ,
si isolatamente, il principio della sua vita e dei inerita gli venga accordata la intera stima dei
suoi movimenti. ( Opera minora pag. 82. ) ,
componenti codesta classe, e lutti quegli in-
Riguarda egli il sensorio qual legame centra- coraggiamenti che da loro dipendono. Non
le dove vanno a finire e comunicano i nervi dimenticheranno del pari di aggiungere che
del sentimento e quelli del movimento, e met- la Memoria eh’ essi fecero nota, è degna di oc-
te in rapporto le differenti corpo.
parti del cupare un posto distinto nella raccolta dei
( Opera minora, pag. i5t.) Al contrario, Le- dotti stranieri, se la pubblicità delle scoperte
gallois dimostrò che la midolla spinale non è essenziali che stannovi inserite potesse essere
solamente unmezzo di comunicazione fra le dif- differita fino all’ epoca, forse tardiva, della
ferenti parti, ma da essa inoltre partire il prin- stampa di questa raccolta.
cipio di vita e di forza che anima lutto il corpo.
Comprova poi che Prochaska nel dichiarare la Sottoscritti De Humboldt, Halle
sua opinione, cui solo adduce d’ altronde co- Percy, Relatore .

me cosa probabile Opera minora pag. i 53 ),


( ,

era lontano dal sospettare le vere funzioni La classe approva il rapporto e ne adotta
della midolla spinale, il riguardare eh’ ei fa le conclusioni.
codesta midolla siccome un grosso fascetto eli
nervi, crassus finis neroeus. ( Opera mino- Decreta essa in oltre, che tale rapporto
ra, pag. 48.) *

In una parola, ci sembra po- verrà stampato nella istoria della classe, e che
ter dire degli autori diversi che versarono in il comitato della classe andrà di concerto con

qualche modo sulle materie trattale da Legal- Legallois per le spese occorse nelle esperienze
lois, quanto ha detto Laplace con tanta ag- diggià fatte, e per mezzi di continuarle.
i

giustatezza in una simile occasione a Si pos- :

sono per avventura riscontrarvi talune verità; Attestato conforme alt originale.
ma sono confuse quasi sempre con molti er- Il secretano perpetuo, G. Cuyiér.

rori, e la loro scoperta solo appartiene a que-


A G G I U ATE
PER SERVIR DI SUPPLEMENTO A QUANTO PUÒ’ MANCARE DEI CIRCOSTANZIATI RAGGUAGLI
DELLE ESPERIENZE QUI MENZIONATE.

Xja poca attenzione fu una delle cose risieda il primo mobile della respirazione, o
che più nocque ai progressi della fisiologia paragonare i segni della vita nelle due porzio-
esperimentale, ed io posso aggiungere pur an- ni di un coniglio, diviso trasversalmente. Gio-
co 1’ assoluta negligenza posta dagli esperimen- va ancora che gli animali sieno giovanissimi ,
tator» nella scelta degli animali. Li prendeva- anche praticar solo volendo una incisione tra-
no essi come venivano loro alle mani, senza sversale nella midolla, per comprovare la in-
disi inzione di specie nè di età, e quindi parago- dipendenza in cui si trovano essere le parti
navano i resultalidiverse esperienze,
delle posteriori alla incisione dalle anteriori. Iti co-
fatte in lai guisa, come se tulle il fossero state desta esperienza, allorché gli animali sono al-
sopra animali di eguale specie ed età. Io mi quanto in età, e la incisione fu falla verso i
attenni a un disegno affatto differente; avve- lombi, sopravviene la paralisi in capo a pochi
gnaché io abbia fatto le mie esperienze sopra minuti nelle parti posteriori, avvegnaché sus-
parecchie specie di animali, mi sono però at- sista la vita nel segmento posteriore della mi-
tenuto più particolarmente ad una che presi dolla, come non puossene dubitare, perchè la
per base di tutte le mie indagini. Scelsi adun- circolazione continua e si arresta se distrug-
que uopo i conigli, perciocché si lasciano
a tal gasi^codesto segmento. Sembra dipendere la
agevolmente padroneggiare nelle esperienze, paralisi da ciò che nella midolla la circolazione
riesce facile procurarsene in copia ed alle-
il trovasi affievolita, forse a motivo della incisio-
vandoli si può essere pienamente sicuri della ne dalle arterie spinali, superiori ed inferiori.
loro età; meutre non si possono avere presso Lo farebbe presumere suo più tardo sopra g-
il

di sé cani e gatti in gran numero, nè si è qua- giungere mano a mano che la midolla viene
si mai sicuri dell’età di quelli procuratisi da tagliata vicino al collo, e che nei giovanissimi
altri. Feci adunque costantemente i miei pri- animali in cui la circolazione riesce molto atti-
mi saggi sui conigli, e su di essi trassi tutte le va, non succede la paralisia, ovvero non si mani-
prime prove che occorono per giungere ai ri- festa che a lungo andare. —
La incisione della
.sultamenti : di tal guisa, tutti i miei esperi- midolla tra f osso occipitale e la prima verte-
menti sono paragonabili fra essi. Ottenuti in bra, produce bene spesso nei conigli una sincope
fine e appienocomprovati i resultali, non re- mortale. Singolarissimo fatto è questo, di cui
stava che a verificarli sopra altre specie, ciò darò a conoscere in altro momento le diverse
che appunto sui cani, sui gatti e sui porci
feci circostanze; il più sicuro mezzo di evitare si-
d’ India. Per iscansare qualunque confusione mile accidente consiste nel tagliare la midolla
nei due primi paragrafi non parlai che dei co- tra la prima e la seconda vertebra cervicale.
nigli. Consiglio a quelli che vorranno ripete- — Volendo osservare gli effetti della distru-
re le mie esperienze, d" incominciare dal ren- zione, totale o parziale della spinai midolla,
dersele familiari sopra questi medesimi am- uopo èaver la cura che la distruzione sia com-
mali. piuta, il che non riesce sempre agevole, singo-
Bisogna por mente di sceglierli di un’ età larmente nei cani e nei gatti. L’istrumento
che adattata alle esperienze che vuoisi fare.
sia striscia spesse volte tra ilcanale vertebrale e le
Ogni qual volta che, in una esperienza, va ar- meningi, e non fa che acciaccare la midolla,
restata la respirazione o la circolazione, e pos- lo mi valgo a ciò di uno stiletto di ferro, col
tomi vedere ciò che
addivengono nell’ uno e diametro proporzionato a quello del detto ca-
l’altro caso fenomeni della vita, uo-
i diversi nale, e quindi più grosso a misura che ì’ ani-
po è che 1 età degli animali non ecceda i die-

male è in età più avanzata. Procuro d’ intro-
ci giorni, affinchè codesti fenomeni durino più durlo al di dentro delie meningi l’approfon- ;

a lungo, ed abbiasi maggior agio di osservar- do in tutta la lunghezza che voglio distrug-
li. Abbisogna di tale attenzione volendo rico-
gere, poi lo ritiro, e ripeto questi due movi-
noscere in qual sito della midolla allungala menti a più riprese j ma accuratamente, te-
SUL PRINCIPIO DRLLA. VITA 261
men do di lasciar trapelare aria nei vasi lace- duco prjmo, e lo immergo fino alla coda.
pel
randoli con troppa fretta. I più comodi sili Distrugger solo volendo una delle tre porzio-
per introdurre lo stiletto, ed più facili a di- i ni, la distruzione della porzione lombare non
stinguere sull’animale vivente, sono all’ occi- presenta alcuna difficoltà, bastando introdur-
pite, o tra le due prime vertebre cervicali, e re lo stiletto tra 1’ ultima vertebra dorsale e
1
tra l ultima vertebra dorsale e la prima lom- la prima lombare, ed immergerlo fino alla co-
bare. Quest’ ultimo si riconosce agevolmente da. Quella però delle porzioni cervicale e dor-
divisa che abbiasi la pelle longitudinalmente sale esige qualche preliminare, nè può esser
sulla spina, e poste le coste allo scoperto ; lo fatta con certa precisione se non in quanto
spazio in vertebrale segue immediatamente bul- si conosca anticipatamente le lunghezze me-
ina costa. Qualunque siasi la porzione di mi- die di queste porzioni in un animale della
dolla che voglia distruggere introduco sempre specie e dall’ età di quello sul quale si opera.
lo stiletto per 1’ uno o per 1’ altro di tali due Ceco a un dipresso quali siano nei conigli co-
siti. Per distruggere tutta la midolla lo intro- deste lunghezze :
,

Età Lunghezze medie della Lunghezze medie della


midolla cervicale midolla dorsale

giorni mil li m. lin. millim. lin.

*7 ir )•


33 (14 -H
5 — 18
( 7
8 ;. 36 16
10 — 21
(

9 t). — (

I9-B-
).

1 5 — 24
(

io ~ )•
— 44
47
(

(21 ).

20 — 27
(

12 ~ 5 T 22
^

25 — 29
(

i 3
).
— 56
{

^5
2T )•

3o — 34 (
(

i 5
).

).
— 65
(

( 29
).

).

Prendesi ,
con compasso ,
la 1 unghezza esperienza di Ilooke. Ve.salio ( De Immani
della porzione che intendesi disiIru ggere ;
la corporis fabrica. Basilea, 555 p. 824), mól- <
,

si trasporta sullo stiletto, marcandovela quin- to tempo prima di questo inglese, se n’ era
di con un filo; si immerge in seguito lo stilet- servito a prolungare la vita degli animali dei
to fino al filo nel canale vertebrale, introdu- quali aveva aperto il petto colla mira di os-
cendolo all’ occipite, per distruggere la mi- servare i movimenti del cuore. Fra gli autori
dolla cervicale, e tra 1’ ultima vertebra dorsale che l’hanno in seguito ripresa con viste diffe-
e la prima lombare, per distruggere la dorsa- renti, Goodwin ( La connessione della vita col-
le appoggiasi 1’ unghia del dito indice della
; la respirazione, tradotta dall’ inglese da Hal-
mano che tiene lo stiletto sul filo, onde im- le, Parigi, 1798) ha particolarmente il meli-
pedire non isdruccioli, ed assicurasi dopo la lo di averla presentata come il più possente
operazione, se non sia scappato riportando il rimedio contro l’asfissia sulla qual cosa ap- ;

compasso sullo stiletto. Terminata


espe- la punto le mie sperienze spero non lascieranno
rienza, giova sempre aprire il canale verte- verun dubbio.; Ogni qual volta il cervello non
brale, per comprovare se la distruzione della può esercitar più veruna azione sugli organi
midolla fu compiuta ed a ciò bastano le
, ispiratori! sia che la midolla allungata fosse
forbici nei giovani animali fino all’ età di un stata disorganizzata, sia che abbiasi tagliala o
mese ed anche oltre. — Onde sperimentare se distrutta la midolla spinale verso il suo inco-
vi sarebbe emorragia, amputo sempre mio minciamento, se fatto si ha nel tempo stesso
dei membri posteriori lo amputo colle for-
; qualche altra operazione onde istudiarne gli
bici nel mezzo del piede, della gamba o della effetti, è indispensabile di soffiare dell’aria
coscia,secondo il grado di forza che mi pare nei polmoni per tentar di prolungare la vita
conservato nella circolazione allorché la sti-; dell’animale; altrimenti si sarebbe in forse
mo arrestata, amputo incouianenle la coscia. se lasua morte dipendesse da tale operazione
— Una pratiche per cui rìchiedesi la
delle oppure dall’asfissia. Spesso eziandio è necessa-
maggiore abitudine nelle sopra menzionate rio di ricorrere a simile mezzo, quantunque il
esperienze , quella d’ onde dipende tutto il cervello e il cominciamento della midolla spi-
successo della maggior parte di esse, si è il sof- na le sia no in tutta la cioè allorché
loro integri tà;
fiamento polmonare. —
(Nola. Codesta ope- l’animale trovasi affievolito, nè ha più forza
razione fu designala a torlo sotto il nome di bastante per respirare da sè In tal caso 3 la cir»
263 esperienze
colazione continua ancora, ma 1’ asfissia non tuffo riavvicinando ed allontanando alterna-
tarderebbe a farla cessare. Noterò a proposito, tivemente il pollice dai due altri diti. Accioc-
che il più debole grado di azione della mi- ché, in questi alternativi movimenti, Paria
dolla spinale, che sia compatibile colla vita, è venga spinta regolarmente nei polmoni, eva-
quello che intrattiene un resto di circolazio- cuata al di fuori e rinnovata, uopo è chiude-
ne; il grado necessario per le ultime inspira- re col pollice della mano sinistra il foro che
zioni Ut un animai moriente, si avvicina a un sta al basso della camera della tromba du- ,

dipresso alla verità, ma è sempre più forte. rante due movimenti consecutivi dello stan-
Negli animali adulti, la diversità di questi due tuffo, 1’ uno dei quali lo spinge e 1’ altro lo
gradi, non riesce sempre agevole a distingue- ritira, e schiudere questo stesso foro levando
re ;
però risulta marcatissima negli animali il pollice durante i due stessi susseguenti mo-
giovanissimi. Appunto per ciò, rendendo asfi- vimenti. Di fatti, se, allorché il corpo della
tiei quest’ultimi colla intercettazione dell’aria, tromba contiene la quantità di aria che vuoisi
1
gli sforzi d inspirazione finiscono sempre pa- introdurre nei polmoni, si chiuda il foro e si
recchi minati prima delia circolazione, e si spinga lo stantuffo, quest’aria passa nel petto,
possono richiamare alla vita, alquanto tempo e se, tenendo sempre chiuso il foro, si ritiri
dopo cessazione della respirazione.
la intiera 10 stantuffo, la stessa aria ritorna nel corpo
Le principali condizioni a cui devesi della tromba. Ecco i due primi movimen-
mirare praticando il soffiamento polmonare , ti : sono questi
inspirazione e la espirazio-
la
sono d’introdurre nei polmoni una quantità ne. Dopo ciò, se si schiuda il foro, levando
di aria proporzionata alla loro capacità, o piut- 11 pollice, e spingasi lo stantuffo fino al fondo
tosto a quella che ricevono naturalmente; di della sciringa, questa stessa aria scappa intie-
rinnovare quest’ aria ad ogni soffiamento, e ramente dal foro, per cui trova meno resi-
di fare in dato tempo un numero di soffia- stenza di quello che pel cannello ; e se il foro
menti presso a poco eguali a quello delle in- rimane sempre aperto, si ritira lo stantuf-
spirazioni naturali. Il successo dipende molto fo nuova aria s’ introduce. Sono i due
,

dall’istrumento impiegato quello da me ado-


;
movimenti susseguenti, i quali espellono e
perato è una sciringa ordinaria di stagno. Co- rinnovano l’aria del corpo delia tromba.—
desta sciringa ha un foro situato al basso del (
Nola. L’ instrumento impiegato da Goodwia
corpo della tromba , e che dev’ essere al- era eziandio una specie di sciringa, però, per
uanlo più grande dell orifìcio del cannello ;
1
un errore inconcepibile, il foro destinato al
i più oltre l’anello che termina il gambo rinnovamento deli’ aria, auzichè essere al bas-
dello stantuffo, ne ha dessa due situate in alto so del corpo della tromba, trova vasi al ter-
del corpo della tromba , 1’ uno da un lato, zo superiore. Per tal guisa, 1 aria non poteva ’

l’altro dall’altro: là consiste quanto ha di essere mai rinnovata che imperfettissimamen-


particolare. Ecco il modo da servirsene la si : te. ) —
Riesce per assoluto impossibile dire
prende colla mano dritta, passando il dito in- quale sia precisamente la quantità d’ aria oc-
dice e 1’ anellare negli anelli’ del corpo del- corrente per ogni soffiamento, imperocché se
la tromba, ed il pollice in quello dello stan- la quantità di una inspirazione naturale nel-
tuffo s’ introduce il cannello nell’apertura 1’ uomo risulta sì difficile a determiuare, lo è
;

fatta dapprima nella trachea arteria, vieino e maggiormente negli animali: quanto si può
indietro della laringe; si colloca l’animale fare a tale riguardo su dati
si è di regolarsi
supino, e lo si tiene per la testa e pel collo ; approssimativi. Io tengo tre sciringhe di va-
o, se fu decapitalo, pei collo e per 1’ asper- rie grandezze, le quali mi servono per tutte
arteria, colla mano sinistra per di dietro, e di le mie esperienze ; impiego 1’ una o 1’ altra, a
cui si riconduce il dito indice dinanzi sulla norma dell’ età e della grandezza delfanima-
trachea per fissare il cannello e contenere l’a- le. Eccone le dimensioni :

ria soffiata
;
poi si mette in esercizio lo stan-

Lunghezza misurata all’ esterno Diametro interno

millim. poli. lin. millim. lin.

La piccola. 77 2 io). — 18 (8 )
La media, 81
(

). — Nò £*>•
La grossa, 92 (3 5 ).
— 37
(

(16 1
z
)•
'

La piccola serve pei conigli fino all’età più in là, se la sua capacità non fosse dimi- |

di venti giorni; e potrebbe servire per anco nulla di tutto il volume dello stantuffo. Nei 1
set PRINCIPIO DELLA VITA
^3
primi giorni della nascita,, limito la introduzio- giorni, e pei qualinon occorre sì tostamente
ne dello stantuffo a 6 miliinr. (da 2 a tre lince), ilsoffiamento polmonare. Ecco quello da me
c l’aumento poco a poco secondo 1’ età del- usato per questi ultimi. Collocato bocconi
l’animale. Le piccole sciringhe di stagno han- l’animale, lo tengo colla mano sinistra per la
no P inconveniente che di spesso il loro can- testa; tendo
pelle della nuca tra il pollice e
la
nello è troppo grosso per 1’ asperarteria dei • 1 dito indice della detta mano riconosco, 00I-
;
conigli appena nati, e singolarmente per quel- I indice della dritta attraverso 1
la pelle, l in-
la dei porci d’india: vi si rimedia con un tervallo della prima
seconda vertebra e della
cannello d’ argento che adattasi su quello di cervicali, e v’ immergo un forte ago da cucire,
stagno. Codesto cannello, sottile in cima, deve che afferro colla stessa mano e colla quale ta-
essere conico e in generale, i cannelli di tut- glio la midolla per traverso. Metto quindi
;
f ani-
te le sciringhe destinate al soffiamento devo- male supino e vel mantengo tenendolo sem-
,

no essere conici ed ingrossarsi alquanto pron- pre colla mano sinistra per la testa, e attac-
tamente, affine che affondandoli conveniente- cando a un chiodo fissato sulla tavola l’ansula
mente nell’aspcrarleria riempiano allatto il ca- di una cordicella saldata dapprima alle sue
zam-
libro. —- Adopro la media sciringa pei conigli pe posteriori; prendo uno scalpello colla man
dall’ età di venti giorni fino a quella dei due dritta, e tendendo
la pelle e le parti molli col
mesi ed proporziono del pari la scor-
oltre, e pollice e dito indice della sinistra, discopro
il

sa dello stantuffo codesta sciringa mi serve


: 1’ asperarteria ed i vasi del collo ; allaccio con
pure pei porci d’india adulti. Non mi giovai — un ago da cucire ordinario guernito di un
della terza che pei grandi conigli o pegli ani- filo, da ogni lato la carotide, e con essa le ve-
mali più giovani che hanno un’ ampia capaci-
tà polmonare, come
ne giugulari esterna ed interna. [Nota. Rie- —
cani. Importa in singo-i scirebbero più comodi degli aghi leggermente
ìarmodo che in tutte le sciringhe lo stantuffo curvi però io dimisi quelli dei chirurghi, che
;

riempia affatto la camera della tromba, e tut- sono taglienti sui lati, essendomi avvenuto più
tavia i suoi movimenti riescano delicati e fa- volle di con
aghi l’arteria.)
tagliare simili
cilissimi ;
altrimenti il soffiamento risultereb- Fo scorrere lo scalpello sotto la laringe onde
be malagevole, nè lo si potrebbe continuare a distaccarlo dall’ osso joide'; ciò fatto, abban-
lungo ; d’ altronde, le scosse occasionate dai dono siffatto strumento e prendo le forbici
movimenti aspri, produrrebbero dei disor- colle quali taglio il collo presso l
1
occipite al-
dini nei polmoni. —
Quanto al numero di sof- lora appunto incomincio
soffiamento pol- il
;

fiamenti che conviene fare ad ogni minuto, monare Di spesso intendesi subito dopo la
non si può
assimigliarlo intieramente a
già decapitazione un bollimento nel petto, ed è
quello delle inspirazioni naturali nei conigli questo un indizio che l’aria passò nei vasi;
e nei porci d’india, i quali sono in generale la esperienza fallì. Se si riscontrasse qualche
maggiori di 8o. Si correrebbe certo pericolo difficoltà per distinguere le prime vertebre
facendo i soffiamenti sì rapidi; si spezzereb- cervicali attraverso la pelle, si porranno allo
bero i vasi del polmone e l’aria soffiata tra- scoperto facendo a questa una incisione lon-
boccherebbe. lo ne faccio d’ ordinario circa gitudinale. Io preferisco I’ ago allo scalpello
5 o per minuto. —
La decapitazione di cui bi- per tagliare la midolla spinale, perciocché ap-
sogna valersi in parecchie esperienze può ese- porta più leggera emorragia. È uopo far at-
guirsi in diversi modi, che riduconsi tutti ad tenzione, in qualunque esperienza, di sceglie-
allacciare i vasi del collo prima di separare il re animali sani e vigorosi. Se fossero malati,
capo, ed a incominciare il soffiamento polmo- e soprattutto se il freddo gli avesse illangui-
nare innanzi che l’animale sia asfitico a mor- diti, risul lamenti varierebbono, in particola-
i

te Fa d’ uopo risovvenirsi che 1 asfissia


.

re in quanto concerne la durata dei fenomeni.
1
principia all istante in cui la midolla spina- II freddo modifica e prolunga i fenomeni del-

tagliata tra la testa e 1’ origine dei


le fu F asfissia in modo ragguardevole nei giovanis-
nervi diaframmatici , e che si deve ricorrere simi animali ; fatto singolare, suscettivo d'im-
al soffiamento polmonare tanto più pronta- portanti applicazioni a! feto umano, e che si
mente quanto l’animale è più in età. ber la riattacca letargia iemale di
alla teorica della
qual cosa gli sbadigli saranno la regola più si- certi animali. Io non
che annunziarlo alla feci
icnra; tutto fa sperare per la riuscita del sof- società della Facoltà di medicina, (bollettino
1
fiamento praticandolo prima eh essi cessino. della Facoltà di medicina di Parigi, 1812,
Se qualche circostanza impedisce in una espe- n.° 1 ), e lo svilupperò poi in altra congiun-
1
rienza di osservarli, si antivede l’epoca del lo- tura. Se taglinsi nervi dell ottavo p^io so-
i

ro cessa mento dietro gli specchi delle pag.2i5, pra cani appena nati, ma intirizziti dal fred-
i

-2 G 11 procedimento da me descritto nelìe


1 . do, trovandosi la temperatura dell’ atmosfera
pag. 22i e 224 conviene in ispecie pei conigli a 10 gradi, vivranno essi tutta la giornata in
senza che occorra di far loro una
1
.già avanzati coll età. Si può simpli ficario per tale stato ,

quelli che sono iu età di meno di quindici apertura all’ asperarteria. Dipende ciò perchè
264 ESPERIENZE

la loro glottide nonesattamente


si chiude sì no assicurato che codesti animali non hanno
come nei gatti, e la piccolissima quantità di i primi denti, e che conservano nel corso della

aria a cui può dessa ancora dar adito basta al loro vita quelli che spuntano prima o dopo la
mantenimento di sì debole esistenza. loro nascita. Codesti denti sono leggermente
Quando si taglia 1’ ottavo paio sui porci conici o piramidali, troncati nell’ animale gio-
1

dell’ India e si fa un’ apertura all’ asperarte-


,
vane, in guisa che a misura eh essi si logora-
1
ria, essendo codesto canale angusto in questi no per la corona, la parte che spunta dal! al-
animali, riesce difficilissimo d’ impedire che veolo diviene sempre più grossa ; ciò che con-
non si turi, e quindi occorre una continua at- tinua fino a che l’animale avendo acquistato
tenzione. —
Ho detto che il grado di pienez- presso a poco tutto il suo sviluppo, i suoi denti
za delle carotidi era un segno sicuro e como- sono prismatici. Codesto fatto indica chiara-
do per giudicare intorno allo stato della cir- mente la causa finale della sostituzione dei
colazione, e che la loro vuotezza indica sem- denti nelle specie che vi sono soggette. E' ora
pre che codesta funzione cessò. Ma accade tal- pienamente comprovato essere i denti sostanze
ora che siffatte arterie contengano ancora un date fuori che, non crescendo per via d’intimo
filetto di sangue, e si trovano più o meno ro- riceviuìento, rimangono costantemente quali
tonde, quantunque arrestata ne sia la circola- erano all’ uscire dall’ alveolo. In tale stato di
zione. Per assicurarsi in simile caso della ve- cose, denti che guerniscono gli archi alveolari
i

rità, basta scoprire una delle carotidi in certa di un giovane animale, e che stanno in rap-
estensione, e comprimerla colla cima del dito porto colle dimensioni delle sue mascelle più
facendolo sdrucciolare dal petto verso la te- non dovrebbero esserlo nello stesso animale
sta. Se dopo levato il dito essa rimane bianca divenuto adulto, e ciò sarebbesi soprattutto
ed appianata, o se non vi ritorni un po’ di verificato nei carnivori, i cui denti non si lo-
sangue che dal lato dalla testa, non vi ha verun gorano per nulla , e cessano di crescere dopo
dubbio che la circolazione non sia arrestala ; la loro intera Onde rimediare agli in-
uscita.
imperocché allorquando sussiste, pure nel più convenienti dei denti stazionari nelle mascelle
debole grado, il sangue ritorna sempre nel- che continuano a crescere in ogni verso, la
le carotidi già vuotate, tosto che si è levato natura impiegò due mezzi la sostituzione dei
:

il dito, esso vi ritorna dal lato del petto, e ri- primi denti, e la eruzione tardiva degl» altri.
petendo parecchie volte la stessa prova, il Ma è evidente che negli animali come i coni-
risultamento riesce sempre eguale. Allor- — gli ed i porci d’ India, i cui denti crescono

ché la circolazione fu affievolita per la distru- continuamente divenendo sempre più gros-
zione di una porzione di midolla spinale, e si, a misura eh’ essi si logorano per la coro-

per qualunque altra causa, il grado di pres- na, i denti e la mascelle dovrebbero restare
sione necessario per render schiacciata la ca- nel medesimo rapporto in ogni età, e quindi
rotide in un punto fa abbastanza riconosce- la sostituzione diveniva inutile e, diffatto, es-
;

sce quello di tale affievoliraento. Nello stato sa non si effettua. Si può dedurre dagli stessi
di sanità, se si prema con uno stiletto su co- p ri nei pi ragione per la quale le unghie, e
i la

desta arteria, occorre certa forza per ischiac- molti corpi di questa natura, che sono,
altri

ciarla, nè si appiana che nel luogo compres- come i denti, sostanze separate, non cado-
so ;
se si passi lo stiletto disotto per sollevar- no già per venire sostituite. —
Ho altresì os-
la, si fa cilindrica, anche sullo stiletto, a meno servato che i conigli hanno sei denti molari
che non la si sollevi molto e con isforzo. Ma da ogni lato della mascella superiore, e non
allorché la circolazione trovasi affievolita, ba- già solamente cinque come nell’ interiore ; il
sta per avvizzire codesta arteria una mediocre sesto e posteriore, è piccolissimo, e per ciò ap-
pressione, non solo nel luogo compresso, ma punto era desso sfuggiata agli zooioghi.
più o lungi dai due lati anteriore e po-
meno
steriore; e sollevandola collo stiletto, si schiac-
cia su questo istrumento e al di là di ogni la-
to. Si può per tal via valutare e paragonare, ANNOTAZIONE
nei diversi casi, il grado di affìevolimento del-
la circolazione, dalla facilità e la estensione Sulla durata della gestazione nei porci
dello stiacciamento della carotide. di India.

I porci d’ India sono da tempo sì imme-


more naturalizzati e moltiplicati in Europa
ANNOTAZIONE che sembrare deve strano come verun au-
Sui denti dei conigli e dei porci di India. tore non abbia conosciuto la vera durata del-
la gestazione in questi animali. Buffon dice
osservazioni ripetute quasi ad
Mercè di essere dessa di tre settimane, il Nuovo Dizio-
ogni età sui conigli e sui porci d’ India, mi so- nario di Istoria naturale ripetè la stessa opi-
SUL PRINCIPIO DELLA VITA 260
assegnarono durale diverse, ma
1
Filone ; -altri sioni eh esso presenta scorso il tempo della
egualmente erronee. La causa di tale incertez- gestazione. Lasciando di entrare qui in estesi
za allietisi a ciò che non erasi mai sicuro del ragguagli sulle dimensioni rispettive delia le-
momento in cui il maschio aveva coperto la sta del feto e del bacino della femmina in
femmina, e ciò perchè durai fatica a venirne a questa specie, basterà osservare che il par-
capo. Gli occorrono spesso quindici giorni e to dipende specialmente dal diametro trasver-
talvolta più onde pervenirvi in tutto il qual ;
sale dell' lina e dell’altro. Ora il diametro
tempo, il suo apparente ardore e tutti i suoi trasversale della testa ili un feto di media gros-
sforzi falliscono contro una disposizione sin- sezza e giunto a termine, coperto di pelle, ma
golare della vagina della femmina. Codesta iliseccata, è di 20 millimetri
,
mentre quello
disposizione consiste in ciò che F orificio e- del bacino in femmina di statura ordinaria
,

sterno n’ è incollato e compiutamente chiu- misurato tra le cavità cotiloidi sulle ossa nude
so. Uopo è che il maschio lo distacchi per ef- e diseccate, non è che di 11 millimetri. Se
1
fettuare la copula ; s incolla di nuovo, dipoi in tiensi conto delle parti molli che riveste il ba-
capo a tre giorni, ed egualmente dopo il par- cino interiormente, si comprenderà che, nello
to. Appunto separando la femmina dal ma- stato di vita, il suo diametro non è che circa
schio, tosto che m accorsi la metà di quello della testa del feto e non
1
dello scollamento, ;
1

riconobbi che la durata della gestazione è di ostante i porci d India si sgravano con molla
sessantacinque giorni. Del resto, questo av- facilità.Era d' uopo adunque di necessità che
venturoso privilegio di essere sempre vergine, la natura avesse provveduto in qualche modo

anche dopo numerosi parti, non appartiene a cotesta enorme sproporzione è ciò diffatti :

esclusivamente alla femmina del porco d In-


1
succede. —
Nel 1809 feci conoscere (vedi Fan-
dia quella di un antico abitante della nostra notazione precedente che la durata della ge-
)
;

Europa, il sorcio, n’ è pure graziato. stazione in questi animali è di sessantacinque


giorni. Circa Ire settimane prima del parto, si
scorge che la sinfisi dei pubi acquista maggior
grossezza e alquanta mobilità. Codesta gros-
ANNOTAZIONE sezza e mobilità si fanno sempre più eviden-
ti. Finalmente, otto o dieci giorni prima del
Sul" r bias sa m e rito delle sinfisi del bacino parto, pubi cominciano a scostarsi l’uno dal-
i

"

nei porci d 1ndia all epoca del parto.


’ 1

l’altro. Codesto scostamento s’accresce dap-


prima lentamente, nè prende rapido incre-
che nelle vive discussioni insorte
Si sa
mento che nei tre o quattro giorni che prece-
sulla incisione della sinfisi dei pubi in certe dano il parto. E tale al momento dello sgra-
parti laboriosi, seguaci di questa operazione
i
varsi che ammette senza fatica il traverso del

fondarono in principal modo la speranza del- dito di mezzo, e talvolta anche quello di que-
la riuscita su ciò che tutte le sinfisi del bacino
sto dito e Idell’ indice riuniti. — Terminato
verso il fine della gravidanza si gonfiano e si il parto,
i pubi non tardano a riavvicinar-
rilassano. Raffigurarono essi in tale gonfia- si, e capo a dodici ore, il loro scosta-
in

mento un mezzo impiegato dalla natura per mento ha di già diminuito più della metà; do-
aumentare diametri del bacino, una indica-
i
po ventiquattro ore sono contigui alla loro
zione di aumentarli ancor più mediante 1’ ar- estremità anteriore, e in meno di tre giorni
tificiale scostamento delle sinfisi, e la possibi- Io sono in tutta la lunghezza della loro sinfisi,
lità di ottenere un bastante scostamento dei la quale non presenta allora che poca grossez-

due ossi pubi, a motivo del movimento di cer- za e mobilità. Alcuni giorni dopo, non vi ri-
niera che possono permettere le sinfisi sacro- mane che leggerissima mobilità, la quale pur
iliache infiltrale e rammollite. Ma mentre s anco presto o tardi scompare. Ma quando le
loro avversari contendevano tale gonfiamento femmine sono vecchie o malate, la riunione si
e le conseguenze che se ue deducevano, non opera più lentamente.
sembra che alcuno abbia mai fatto conoscere Misurai lo scostamento dei pubi in tre
verini caso nel quale la natura stessa operi una femmine eh’ erano state uccise all’ epoca del
vera e compiuta dilatazione delle sinfisi per ren- parlo. In due già giunte a sessantaquattro
dere passibile il parto. Ciò, nulladimeno, osser- giorni di gestazione, questo scostamento ave-
va ii, 5 millimetri, e 1 3 millimetri nella ter-
vasi in una specie intera di animali, quella dei ,

porci d’ India. —
Se si paragoni il bacino di una za, giunta ai sessantacinque giorni. In queste
femmine, le sinfisi sacro-iliache godevano
femmina del porco d India colla tesla di un tre
1

feto a termine, si rimarrà convinto, alla pri- di grande mobilità, ma senza alcun notabile
ma ispezione, che sarebbe affatto impossibile scostamento. Cotesta mobilità delle sinfisi sa-
che la testa attraversasse il bacino, e che in cro-iliache, senza la quale lo scostamento dei

conseguenza il parto avvenisse se il bacino pubi non potrebbe essere che assai limitato,
conservasse costantemente lo stato e le dimen- permette inoltre il movimento in dietio del
0 3 /|
Eneicl. Med. 4.
266 E 5 PKRIERZE SUL PRINCIPIO DELLA V IT A

sacro ; c sictìome la sola estremila posteriore caldo del nostro, potrebbero essi intieramen-
«leisacro corrisponde alla sinfisi dei pubi, si te far a meno della loro madre. Finalmente,
1
scorge d un Iato, che la testa del feto, pre- comprova fo.rse meglio di ogni altra cosa a
mendo contro tale estremità, agisce sulle sin- qual punto siano sviluppati bèl* loro nascere,
fisi sacro-iliache in capo di una leva alquanto il comportarsi essi allora per risguardo all’as-

lunga, e dall’altro, che un piccolo movimento di fissia, come fanno gli altri animali in età vici-
alta lena del sacro o delle ossa innominate in na all’ adulta. Secondo le mie esperienze, l’as-
queste duesinfisi basta a produrre un abbastan- fissia che possono sopportare i conigli è circa
za grande scostamento tra la estremità poste- sette volte più lunga al momento della loro
riore del sacro e la sinfisi dei pubi.—Risulta da nascita di quello che nell’età adulta, ed av-
tutto ciò che il bacino della femmina del por- viene presso a poco lo stesso nei cani e nei
co d’india viene considerahilmente aumenta- gatti; invece che il porco d’india nuovamen-
to in tutti i suoi diametri all' istante del par- te nato non può sopportarne che una, che ri-
to. Non vi voleva meno di tale meccanismo sulta appena doppia di quella che sopporta
onde un sì piccolo animale potesse partorire 1’ adulto. Laonde la durata della gestazione ,
feti che sono per lo meno grossi quanto quelli eh è in generale tanto più breve quanto più
1

dei conigli, e che d'altronde si trovano in uno piccoli sono gli animali, riesce dessa due volte

stato quasi adulto imperocché i piccoli porci


;
parimente lunga, ed anche un po’ più nel por-
d’- India non appena nati si danno tosto a cor- co d’ India ili quello che nel coniglio. Però
rere; hanno le palpebre e le orecchie aperte, non sono queste le sole anomalie che riscon-
tutti i denti fuori, e possono masticare l’erba Iranst ili siffatti singolari animali, ed io ne in-*
fin dai primi giorni della loro pasciti a pena ; dicherò in seguito delle altre.
abbisognano essi di poppare, e in clima più

(
I lavori fisiologici di Legallois sono tutti sì ragguardevoli che abbiamo ritenuto doversi
inserire in seguito delle Esperienze sul principio della vita, le tre sue memorie
sul Calore degli animali che trattengonsi viventi mediante il soffiamento pol-
monare; la memoria riguardante quesito di sapere, se il sangue sia identico
il

in tutti i vasi che trascorre , e finalmente l’articolo sulla Anatomia e la fisio-


logia del cuore. )
PRIMA MEMORIA

• •

• SUL

CALORE DEGLI ANIMA L


*

INTRATTENUTI IN VITA MERCE' IL SOFFIAMENTO POLMONARE

(
Letta alla prima classe dell Institute di Francia nella
• seduta del 2 marzo 1812.)

I^rodie, membro della società reale di brami, in tale stato di cose, a comprovare
Londra, ripetendo 3e esperienze colle quali con dirette esperienze , non già solamene
s’intrattiene la vita negli animali decapitati, che i moti del cuore sono indipendenti dal
applicossi ad indagare a quali alterazioni ven- cervello , il che avrebbe lasciato sussistere
gano negli animali sottoposte la circolazione le antiche difficoltà, ma come il possano esse-

del sangue, le secrezioni e la temperatura. re, senza, perciò cessar di dipendere dalla po-

Conchiuse dalle sue esperienze» chela influen- tenza nervosa. Sotto il quale aspetto appunto
za del cervello non risulta immediatamente esaminai codesta controversia nell’ ultima me-
necessaria all’azione del cuore, ma che le se- moria eh’ io ebbi 1’ onore di presentare alla
crezioni e la formazione del calore non possono classe, e eli’ essa degnò di accogliere con tanta

effettuarsi senza di tale influenza. Poco — * benivoglieiiza. —


Per quanto concerne la nul-
secrezioni negli animali decapitati,
posso dire sulla opinione che i movimenti del lità dalle
cuore sono indipendenti dal cervello. Si sa vedremo fino a qual punto sia fondala code-
che da oltre me'zzo secolo era questa una co- sta opinione, allorché avrò fatto conoscere i

sa generalmente ammessa, e che la teorica resultamene delle mie indagini sulla loro tem-
1
dell irritabilitàera in principal modo là so- peratura. —
- Fino dalle mie prime esperienze,

pra fondata. Haller e gli autori della sua scuo- pubblicate. due anni prima di quelle del dotto
la, avendo voluto comprovare essere la irri- inglese, rn’ era benissimo accorto che gli ani-
tabilità una proprietà inerente alla fibra mu- mali decapitati si raffreddano quando si pro-
scolare, dati si erano specialmente a mostrare lunghi per certo tempo la loro esistenza. Con-
come nel cuore, che risulta sì eminentemente fesso tuttavolla che, non avendo misuralo il
irritabile, questa proprietà non dipenda dal grado del loro freddamente
,
non Io credeva
cervello. È vero che codesti autori confuso quindi sì considerabile come lo è. Non. aveva
avevano perpetuamente movimenti del cuo-
i dato alcun pensiero a tale obbiezione, per-
re, che sono inetti ad intrattenere la circola- ciocché codesto fenomeno mi pareva atte-
nersi a cause cognite. Ma Brodie ne fece
un
zione, con quelli che mantener la possono;
oggetto di alta importanza, pél modo con
cui
ma, essendoché siffatta distinzione sfuggila
ch’egli de-
era ai loro avversari, questi non avevano fatto il ravvisò, e per le conseguenze
dusse dalle sue esperienze. Godeste conseguen-
obbiezioni, e tutta la controversia tra i vari
rovesciare la
autori $’ aggirava sulla difficoltà di conciliare ze tendono niente meno chea
a dire
i fatti e le esperienze che
sembravano stabi- teorica attuale del calore animale, vale
applicazio-
lire 1’ azione del cuore non dipendere dal una delle più felici e più luminose
DififatH, I auto-
cervello, con anatomici e certi
certi fatti ni della chimica alla fisiologia.
cosa d altronde
fenomeni della circolazione che dimostrava- re inglese annunzia che, ogni
e intrat-
no attestare il concorso della potenza ner- posta a livello, gli animali decapitati
per quanto sem- mercè il soffiamento polmonare
vosa. Rimaneva adunque ,
tenuti ii) vita
268 MEMORIE
1
si raffreddano quanto ed anche un pò più di place, di esaminare attentamente codesta ma-
quelli che sono mòrti, e non ostante il san- teria, fu per me tale incentivo da mettervi
gue assume nei polmoni quel bel color rosso tutta la. cura e la esattezza possibile. Pre- —
che caratterizza il sangue arterioso, vi assorbe scelsi, per le mie esperienze, giovani animali i

gas ossigeno, e vi si forma T acido carbonico, a quelli di età più inoltrata, perciocché il sof-
del pari che nell’animale intero e natural- fiamento polmonare ha meglio esito nei pri-
mente respirante. Conclude egli da simili “fat- mi, e il si può continuare più a lungo senza
ti , non prodursi più calore .negli animali fatica, e quindi diveniva utHe di esaminare a
decapitati, quantunque fenomeni del-
tutti i diverse età gli stessi casi. —
La temperatura
la respirazione si effettuino, e in conseguen- fu presa sempre nel ventre, framezzo gl’iute-
za, la respirazione non essere, come si pen- slini e presso lo stomaco, mercè una piccola
sa al presente, la surgelile dal calore ani- apertura fatta alla linea bianca.
male. L’auiore va ancora più oltre; vuole Prima esperienza. —
Presi due conigli
egli che ogni qual volta la temperatura dell’a- di undici giorni, e che pesavano, 1’ uno 1 et-
ria ambiente risulti inferiore a quella dell’a- togr. 87 gram. (6 oncie, 1 dramma), P altro 2
nimale, ciò eh’ è il caso più ordinario, l’effet- ettogr. 3 gram. (6 oncie 5 dramma ho de-
to della respirazione sia di costantemente di- capitato il primo, secondo il metodo che indi-
minuire il calore anzi che formarne. Appoggia cai nelle mie precedenti memorie , e colla
questa ultima asserzione su ciò che la tempe- precauzione di allacciare i vasi onde arrestare
ratura degli animali decapitati abbassa un po' la emorragia, poi lo abbandonai in tale sfato.
più nello stesso tempo che quella degli ani- 11 secondo, dopo essere stato decapitato nel
mali morti ; il che attribuisce a ciò che l’aria modo stesso, fu tenuto vivo mercè del soffia-
soffiata nei primi per trattenerli in vita, non mento .polmonare. Ecco i resultati di codesta
fa che distrarre del calorico ai spolmoni e al esperienza. —
I tempi vengono computali»dal

saligne che gli attrawrsa. —


Tosto ch’ebbi momento in cui la midolla spinale venne ta-
seniore della memoria di Brodie, per mezzo gliata nell’ occipite- per praticare decapita- la
della Biblioteca britannica. ( N. 38 /j, dicèmbre zione. — La temperatura iniziale dei due co-
1811, pag. 38 o), mi affrettai di rinnovare le nigli era a 4 » gr. eeutigradi. - Quella della —
sue esperienze; e J’ invito che volle farmi La- stanza era a 12, 2 gr.

Temper. del coniglio '


Temper, del coniglio
morto vivo

minuti gr.
• ••
' gr.

A 3o -
3 o .5 -
,
32,5
A 60 — 25,5 — 27
A. 9°. — 21,0 — 23,5

Codesta prima esperienza dava resultali quella dei volumi, presi due altri conigli dì
contrari a quelli ottenuti da Brodie, poiché diciotto 'giorni, del medesimo colore e uno
1’ animale soffiato, avvegnaché di più in più stesso portato, ma di volumi differenti l’uno ;

perdesse della sua temperatura, conservato pesava 2 ettogr. 3 gram. (6 oncie 5 dr, -5 , )

aveva sempre da 1 ~ a 2 gr. al di sopra del- l’altro 1 ettogm, j 2 gram. 5 one. 5 dr.) do- ( ;

1’ altro però era un po’ più grosso di questo


: do averli ambedue decapitati, trattenni in vita
ultimo. Saper volendo se la differenza delle il più piccolo, ed eccone i resultati :

temperature attribuir potevasi unicamente a

Temper, del coniglio Temper, del coniglio


morto vivo

minuti gr. .

gr.


#

A 3o 32,6 __ 3 1,8
A 60 28 — 28
A 90 — 24,3 — 24
SUL CALORE ANJJIALR 269
La temperatura
della camera era a 7,2 esperienza sopra altri conigli mollo più gros-
gr. — E
osservabile che, in tale esperienza, la Erano in età di sei settimane, e pesavano»
si.
temperatura del coniglio vivente, ch’era in- 1 uno 5 ettogr. 77 gram. (5 lib. 2 one. 7 dr. );

feriore.
a
quella del coniglio morto di o, 9 gr. l’altro 6 ettogr. 86 gram. (1 lib. 6 one. 3
a trenta minuti, lo eguagliava ai sessanta, e dr. ~ ). — La loro temperatura iniziale era a
inferiore di o ,3 gr. a novanta minuti.
4 o gr. quella della stanza a 8,5 gr.
Terza esperienza. —
* Ripetei la stessa
;

Temperatura del coniglio Temperatura del coniglio


morto vivo

minuti gr.
er -

A 3o — 35 -
36

Essendosi 1 aria soffiata sparsa nel petto


’ tura allo spirare dei quaranta cinque minuti.
a trenta sei minuti, non si potè più a lungo 11 peso medio di ciascuno di questi gatti era
progredire coll’esperienza. —
Scorgesi co- di 84 gram. (2 one. 6 dr.) I due non stati sof-
me in tali esperienze, lenendo conto della fiali pesavano un po’ più degli altri ; ma la
di fife renza dei volumi, 1’ animale vivente sem, maggior differenza tra pesi non era che ili
i

bra aver conservato una temperatura un po’ 7,6 gram. 2 dr. ) —


La temperatura della
più .alta dell’ animai morte. Ma, in altre quat-
(

camera, durante la esperienza, era a 8 dr. —


tro simili, nelle quali gli animali, sempre pa- Risulta da tali esperienze non essere sempre la
ragonati due a due, erano a un dipresso di pe- temperatura degli animali decapitati e tenuti
so eguale, la temperatura dell’ animai morto in vita costantemente al di sotto di quella degli
diveniva pari od anche superiore di ~ e qua- animali morti ; ma rimane vero eh’ essa si ap-
si di 1 gr. a quella dell' animale vivente. — prossima molto, e continua ad abbassare di
Più non dubito che ripetendo siffatte espe- più in più a misura che protrassi la vita di
rienze sopra giovanissimi conigli, la tempera- questi animali. —
E* certamente cosa assai cu-
tura dell’ animale vivente non riescisse abba- riosa e degna di attenzione che animali nei
stanza costantemente superiore a quella dell’e- quali continua la circolazione , che godono
nirual morto perciocché a tale età le incisio-
; del sentimento e del movimento volontario, e,
ni e le ferite della midólla spinale indebolisco- in una parola, appariscono appieno viventi
no molto meno la circolazione di quello che avvegnaché decapitati, si raffreddino a un
in più avanzata età, come leci vedere nella dipresso come s’ essi fossero morti. Codesto
memoria sopraccitata. (Ved. Tom. L Esperien- fenomeno è forse dovuto a ciò che la forma-
ze suj prine. della vita.
)
Ma i piccoli conigli zione del calore animale dipende dal cervello
riescono sì delicati , che torna assai malage- e non dal polmone? Rrodie si fonda, per con-
vole di soffiarli per certo tempo senza che l’a- ghielturarlo, su ciò che il soffiamento polmo-
sperarteria si rompi, o l’aria soffiata si span- nare sostituisce perfettamente negli animali
da nei vasi sanguigni o nelle cavità del torace decapitati la respirazione naturale. Ma è ben
e dell’ add ornine. certo che così avvenga ? Sembrommi essere il
Quarta esperienza. Mi parvero più
adat- miglior mezzo di assicurarsene quello di sosti-
tati per tale oggetto gattini, ma non
i potei tuire in un animale intero e vigoroso il soffia-
averne in mio potere che quattro erano tut- mento alla respirazi®ne, ed osservare quale ne
;
ti di uno stesso portato e contavano venti
sarebbe 1’ effetto sulla temperatura.
quattro ore. Codesti quattro animali, conser-
vati insieme nello stesso nido, erano visibil-
Quinta esperienza. —
Presi adunque
*

un coniglio di un mese di età e del peso di


mente eguale temperatura, la quale presa
di 6 ettogr. 73 gram. ( 22 one. ) lo fermai su- ;

nel centro di uiiq di essi, era a 3 ,3 gr. Deca- /j pino nella stessa attitudine degli animali de-
pitati tulli e quattro nel modo stesso, due so- capitati che si soffiano, e senza fargli altra
li vennero tenuti in vita mercè il soffiamento lesione che una apertura all’ asperarteria per
polmonare pel corso di quaranta cinque mi- soffiarlo, e un’altra piccola nell’ addomine
nuti. —
In capo a questo tempo, dei due ani-
«
per prendere la temperatura, praticai circa
mali morti, la temperatura ili quello al ventre cinquanta soffiamenti al minuto con una sci-
del quale fatto aveva una piccola apertura al ringa il cui cannello riempiva a dovere la tra-
cominciamento della esperienza, era a 19,7 chea, e non permetteva all’animale di riceve-
gr. ;
e quella dell’ altro a
22,6 Quanto ai gr. re altra aria oltre quella che con tal mezzo gli
due stati soffiali, la
temperatura era nell uno 1
comunicai. -—La temperatura della stauza era
a 2/J gr., e nell’altro a
24,7 gr. il ventre dei a 8 gr.
tre ultimi fu aperto per prendere la tempera-
2 7° MEMORIE
mente soffiato come nel caso precedenle."->La
Temperatura dell’ animale loro temperatura iniziale era a 4°?a gr.; quel-
t ,
>

;


lo della stanza a io gr.
minuti gradi
A 3o 3 S ,5 Temper, del coniglio Temper, del coniglio
A Go 33 8,
. morto vivo

soffiamento fa dimesso a sessanta mi-


1! minuti gradi gradi
miti. Amando
sapere in quanto tempo ripren- A 90 . 34,8 .... 36
derebbe, respirando da sè, la temperatura che
aveva perduta, il lasciai sulla stessa tavola, 11 dimani prima, 1’ ultimo aveva
e forse
essendo tuttora attaccato, ma potendosi muo- ripreso la sua temperatura iniziale di 4<>,5 gr.
vere e rivoltarsi sul ventre. In caipo a sessan- — Non riferirò qui tutte le esperienze di si-
ta minuti, la temperatura era a 3 o ,5 gr. quin- mi! genere da me fatto, e limiteromrai a dire
di, perduto aveva in questa seconda ora, poco essersi in ciascuna gli animali notabilmente
più di tre gradi. Distaccato e messo sul fieno raffreddati però nel maggior numero dei ca-
;

durante la terza ora, perdè ancora ma solo , si, pareggiate d’altronde le cose, la loro tem-
mezzo grado continuò esso ; a perdere un peratura non discese fino a quella degli ani-
mezzo grado per ora nel corso delle tre ore mali morti nulladimeno la differenza non ec-
;

seguenti in guisa che in fine della sesta ora ,


;
cedè mai 2 gr, La durata più ordinaria

era la sua temperatura a 28,2 gr. Toltolo al- delle mie esperienze fu di 60 a 90 minuti ;
lora dal fieno, e riscaldato fra le mie mani e però talvolta prolungai il soffiamento molto
contro miei abiti, riguadagnò mozzo grado
i più coll’ idea di assicurarmi se il raffredda-
nello spazio di venti minuti. Volli vedere se, mento continuerebbe ad aumentare: per esem-
in tale stato, il soffiamento polmonare acce- pio, la temperatura della stanza era a 12 gr.,
lererebbe ancora T abbassamento della tempe- 10 soffiai per 120 minuti un coniglio di tre
ratura. Il ripresi per un’ora, e desso fece perde- settimane e del peso di 2 ettogr.. ^5 gram.
re due gradi di calore. L’animale era estrema- in capo a tal tempo, la sua interna
( 9 once ) ;

mente debole e languente ; le sue inspirazio- temperatura era a 28,5 gr., vale a dire cb’ess®
ni ed battiti del suo cuore risultavano rag-
i aveva perduto circa 12 gr. lo abbandonai in ;

guardevolmente rallentati: esso morì trequar- seguito a sè stesso sopra del fieno, in altro
ti d’ora dopo 1’ ultimo soffiamento, in ispecie, luogo la cui temperatura era à 6 gr., in capo
per quanto pare, da freddo. La sue tempera- a sette ore, contando dall’ incominciamento
1
tura, all istante della morte, era a 2 4-> 7 gr. dell’esperienza, trovavasi desso spirante, la sua
Effetto sì inatteso del soffiamento polmonare temperatura era a 17 gr. Quest’ ultima espe-
in un animale intiero, e d’ altronde perfetta- rienza, del' pari della prima di quelle di que-
mente sano, m’impegnò a ripetere codesta sto genere da me riferite, comprova aumen-
esperienza sui conigli di differenti età, e presi tare il freddamente a misura che prolungasi
comparativamente due a due, come fatto ave- 11 soffiamento; esse indicano nel tempo stesso
va pegli animali decapitati. che allorquando 1’ animale si è raffreddato a
Sesta esperienza. Ne scelsi due in età di certo grado, più non può riprendere la suà
tre settimane. Dopo averne fatto perire uno temperatura iniziale, a meno che non lo si ri-
colla incisione della midolla spinale all’ occipi- pari o nòn lo si riscaldi, e continua a divenir
te, lo lasciai sulla tavola
;
soffiai quindi 1

al- sempre più freddo fino a che muore. Ora »
tro, senza d’altronde recargli male di sorta. importa osservare che la causa poteva dipen-
— La oro temperatura iniziale era a circa 4,0
I dere da ciò che la respirazione si fa laboriosa,
gr., e quella della stanza a 14 gr. il che proviene dagli ingorgamenti sanguigni
che il prolungato soffiamento occasiona nei
Temper, del coniglio Temper, del coniglio polmoni è del gonfiamento che sopravviene
morto vivo nella ferita del collo e della trachea. — Si può
dimandare se sia il solo soffiamento che tac-
minuti gradi gradi abbassare in tal modo la temperatura de-
cia
A 60 . 32,2 .... 33 gli animali, o se non vi contribuisaa pur anco
la situazione nella quale si pongono per tale
Ciascuno di questi due conigli pesava esperienza. Onde rischiararmene, posi dei co-
presso a poco 3 eltogr. 34 gran, (io oncie nigli di varie eia nella stessa positura come
7 dramme ). se gli avessi voluti soffiare , attaccandoli sul
Settima esperienza. Ne presi due altri dorso pei piedi di dietro, e tenendoli per le
in età di tre mesi, e a un dipresso del mede- orecchie, senza loro fare altra cosa che intrat-
simo peso, i 5 ettogr. 59 gran. (3 lib. 3 one.) tenerli in siffatta giacitura pel corso di 90 mi-
Ne feci ancora morire uno ? eT’altro } fu sola- nuti. —
Ecco i resultati di sei esperienze : 1.®
SUI. CALORE ANIMALE 271
Un coniglio di Ira mesi, a pesante 18 et U 80 vi periscono; certamente, a motivo che la
grana. (
3 li b. i 3 once ~ ) ,
perda 2,5 gr. La loro respirazione impacciandosi di più in più,
temperatura della stanza era a 8,5 gr. 2.° Un essi cadono in asfissia. —
Io ritorno al soffia-
altro della stessa portala del primo e del peso mento polmonare ,
poiché tale operazione ,

di i 5 ettogr. ( 3 li b. 3 one. ) ,
perdè i ,5 gr. praticata sui conigli intieri, li fa divenir fred-
La temperatura della stanza era ancora a 1 ,5 di a segno che la loro temperatura si avvici-
gr. 3 .° Il terzo, dell età di due mesi e pesan-
1
na molto a quella degli animali morti, e
di
te 1 1 ettogr. 62 gr.
(
2 li b. 6 once , perdette )
la più grande differenza non eccede
2,5 gr.,
3,7 gr. La temperatura della stanza era a 10 , si conosce agevolmente che negli animali tan-

gr. 4. 0 Il quarto di cinque settimane di età e to gravemente molestati quanto lo sono quel-
pesante 3 ettogr. 79 gr. 22 once 1 dramma), ( li decapitati, la differenza deve essere ancor
perdè 2,5 gr. La temperatura della stanza an- minore, nè dessa potrà del pari esser nulla:
cora a ; ,5 gr. 5 .° Il quinto, in età di 25 gior- si conchiuderà forse in questi animali non
ni e del peso di 2- ettogr. 90 gram. (9011c. ~ ), formarsi calore ? Ma siffatta conchiusione sa-
perdè 3 gr. La temperatura della camera era rebbe applicabile talvolta agli animali interi
1
a 14 gr. 6 .° Finalmente il sesto, del peso di soffiati; d altronde bisogna por mente che,
un ettogr. 5 grani. ( 3 once 6 dr. ), e di dieci
1 eguagliate le cose, un animale vivente perde
giorni di età, perdette 11 gr. La temperatura più calore in dato tempo di un animai mor-
della stanza era a io gr.
1
La perdila prova- — to. Lo stesso Brodie conviene che I aria sof-
1

ta da quest ultimo è fuor di dubbio ragguar- fiata toglie al sangue che circola nei polmo-
devole ma non dipende unicamente dalla
; ni, e in conseguenza a tutto il corpo cer- ,

positura sul dorso, dovendosi in principalità ta quantità di calore che gli animali mor-
1
a ciò che prima dell età di dieci giorni ed an- ti non perdono diveniva parò molto verisi-
;

che oltre i conigli non formano già tanto ca- mile che l’aria ambiente dovesse del pari far
1
lore quanto ne perdono, ciò eh è comune a perdere alla superfìcie del corpo di un anima-
1
parecchie altre specie, in guisa eh essi muoio- le, nel quale la circolazione continua, una quan-
no di freddo prontamente e con fenomeni che 1
tità di calorico eh essa non leva già all ani-
1

esporrò in altra congiuntura, allorché si tol- mai morto. Onde tentar di spargere qualche
gono dal nido per esporgli all aria. —- Quan- 1
lume su questa materia, presi due conigli del-
to ai conigli di maggiore età, e che possono lo stesso portato, cinque settimane,
in età di
andar e venir all’aria senza perdere del pro- e ciascuno del peso di circa 6 ettogr. 72 gram.
prio calore, come erano quelli delle cinque (
22 one. ne feci morire uno colla sezione
) ;

prime esperienze, causa per la quale essi


la della midolla all’occipite, e subito dopo lo
si raffreddano trovandosi stesi sul dorso s’at- introdussi in una calza di lana già bene asciut-
1 1
tiene dessa all essere più esposti all’impres- ta e riscaldata ; posi disopra, lutto all intor-
1
sione dell aria di quando stanno rannicchiati no, un pezzo di flanella, indi in tale stato lo
sulle loro zampe, a ciò che tale posizione im- abbandonai ;
ho similmente introdotto il se-
1
pedisce !’ esercizio delle loro funzioni e di- condo coniglio nell altra calza dello stesso
minuisce la formazione del calore? Per sin- paio ,
nel modo stesso asciutto e riscalda-
cerarmi, ripresi il coniglio della seconda delle to, e l’involsi eziandio di un pezzo di fla-
sei ultime esperienze, e lo stesi di nuovo sul nella simile affatto al primo non feci altro :

1
dosso per 90 minuti, dopo averlo avviluppa- male a quest ultimo che una immersio-
1
to di leggiera fanella, da me però credula ba- ne nell asperarteria per soffiarlo; ambidue
stante per reudere insensibile la differenza avevano la testa ed il collo scoperti perchè ciò
1
deir impressione dell aria in questa posizione era necessario per soffiare il secondo. La tem-
« in quella sui piedi ; ma perdè esso ancora peratura della stanza era a 9 gr., in capo a 90
quasi un grado, vale a dire, poco più della minuti dalla morie del primo e il soffiamento
meta che aveva perduto nel primo ca-
di ciò del secondo; il termometro ha segnato, 3 8 ,

so. Ne conchiusi che la formazione del calore gr. in questo e solo 33,5 nel primo. La diffe-
«ra realmente diminuita nei conigli ai quali renza fu adunque di ,5 gr.., e maggiore di /j

non si fa altra cosa che di tenerli distesi sul due gradi che se fossero stati esposti all’ aria.
dosso ne ho rintracciata la causa, nè di al-
;
Io ripelei la stessa esperienza due altre volle ;
1
tro m’accorsi che d impedimento nella re- la non risultò «lei lutto si grande,
differenza
spirazione. Diffatti, se si esamini la respira- però non lo fu minore di 3 gradi, e in conse-
zione degli animali che mantiensi in tale gia- guenza sempre un po’ maggiore che nel caso
citura, riconosce divenire sempre più alta
si della esposizione dell’aria. Siffatte esperienze
1
e meno frequente, a seconda che la esperie»- ini paiono non lasciar dubbio che l animale
aa viene prolungala. Codesti fatti s’accorda- vivente perde per la pelle assai piu calore del-
no perfettamente con quella osservazione dei 1 animai morto. Onde comprovare che, in tele

1
veterinari! che quando si fissano i cavalli sul circostanza, non formasi calore nell animai
d&s se, evi si mantengano per cerio tempio, «ssi vivente, sarebbe d’ uopo conoscere la quantità
272 MEMORIE SUL CALORE ANIMALE
che ne perde in copia pei polmoni e per la alquanto agevolmente una temperatura infe-
pelle, e dimostrare che la sua temperatura si riore a questo grado, ma che in virtù delle
abbassa di tutte queste quantità al di sotto di leggi della organizzazione, tendono incessan-
1
quella dell animai morto. Dalla qual cosa sia- temente a ritornarvi, e vi si tornano dibàtto
mo ancor molto lontani. tostoehè spariscano le cause che ne gli aveva-
Risulta da quanto esposi in questa Me- no allontanati. 2. 0 Posciachè negli animali de-
moria i.° Che la temperatura degli animali
: capitati, s’ intrattiene appieno la vita, quan-
decapitati e tenuti in vita mediante il soffia- tunque il soffiamento polmonare sì imperfet-
mento polmonare non cade sempre a livello tamente sostituisca la respirazione naturale, si
0
di quella degli animali morti, 2. che suppo- comprende quali effetti sorprendenti se ne ot-
nendola pur caduta, in ogni caso non potreb- terrebbero potendo fare in guisa che dessa
besi conehiuderne non formarsi calore in meglio la surrogasse.
questi animali, 3 .° che non sarebbesi mag- Mi resterebbe ad esaminare il terzo og-
giormente autorizzato a comprovare che il getto.di cui occupossi il dotto inglese, voglio
polmone non è già il fomite del calore ani- dire delle secrezioni; ma si vide abbastanza
male, poiché è comprovato, al contrario, che che il soffiamento poknouare avendo per isco-
quanto disnatura o altera la respirazione, co- po di gettare tanto scompiglio nelle funzioni
me il soffiamento polmonare, la fissazione sul dell’ animale soffiato, lo fa freddo come se
dosso e simili, fa abbassare la temperatura iu fosse quasi morto potrebbe darsi eh* esso so-

;
1
animali d altronde perfettamente sani. Re- spendesse le secrezioni nell’ animale decapita-
sta a determinare il perchè il soffiamenio pol- to, senza dover incolparne la mancanza del
monare produce quest’ effetto, della qual cosa cervello. Il mezzo di assicurarcene sarebbe di
occuperommi in un’altra memoria. — A. tali esaminare ciò che divenga, per esempio, la se-
conseguenze che formano il soggetto princi- crezione dell’ urina in un animale nel quale
pale della presente, aggiungerò alcune altre non avresti fatto che sostituirne il soffiamento
considerazioni. — i.° La temperatura degli polmonare alla respirazione. — Io mi faccio
animali non riesce sì costante come d’ ordina- un dovere di avvertire dando fine, che Thil-
rio si ritiene. Dicendosi che in ciascuna specie, laye figlio aiutommi in alcune delle mie espe-
havvi un grado costante di temperatura, ciò rienze, e si compiacque di verificare la scala
«leve significare, non già che gli animali di del mio termometro su quella di un altro, coi
queste specie non possano assumere, ed anche gradi regolati dietro il metodo di Gay-Lussae.
SECONDA MEMORIA
SUI,

CALORE ANIMALE
i8i3

po 0 che quanto danneggia 0 disnatura la


In una prima Memoria eh’ io ebbi l’ono- ; 4.
re di presentare alla Classe nella scorsa pri- respirazione produce lo stesso effetto, e che
mavera, paragonai il raffreddamento che so- basta, per esemplo, tener un animale diste-
pravviene negli animali decapitati, che si man- so sul dosso perchè divenga freddo , e fino a
tengono viventi col soffiamento polmonare, morirne se lo si mantenga a lungo su tale gia-

con quello che osservasi nello stesso tempo, citura, — Codesti resultati facevano vedere
dopo la morte, in animali della stessa spe- che nei differenti casi in cui gli ammali si raf-
cie e del medesimo peso*, e n’esaminai le freddano, havvi sempre ad un tempo disordi-
principali circostanze. In Inghilterra avevasi ne nella respirazione; ma il punto capitale
asserito essere il raffreddamento a un di pres- era di assicurarsi se allorquando un animale
quantunque sus- si raffredda, il disordine che allora si osserva
so eguale in ambidue i casi,
sistesse dell' ossigeno, e si formasse dell’ acido nella respirazione vien sempre accompagnato
carbonico nei polmoni dell’ animale decapita- da diminuzione nell’assorbimento dell’ossi-
to che si Àvevasi del pari assicurato che
soffia. geno, e nella formazione dell’ acido carboni-
I’ animale decapitato si raffreddava
alcun poco co, e se colale diminuzione stii 111 rapporto col

più dell’animale morto, il che venue attri- grado del freddamente. È questo f oggetto
buito a ciò che l’ aria soffiata leva via del della Memoria che ho I’ onore di presentare

calorico. Dalla qual cosa si ebbe a conchiu-


oggidì alia classe. —- Le esperienze sugli am-
dere, non avere il calore animale il suo fomi- mali decapitati, come dissi, diedero occasione
alle ricerche di cui si tratta. loro raffredda-
polmoni, e gli animali merce della re-
Il
te nei
spirazione perdere del calorico invece di a- mento non poteva essere attribuito che alfa
cquistarne. I resultati delle mie prime indagini
mancanza del cervello, vale, a dire a ciò che la
sono stati :

i.° che gli animali che si ten-

tormazione del calore animale dipende essen-
gono vivi dopo averli decapitali si raffredda- zialmente dall’ azione di questo viscere, ovve-
no pel fatto coosiderabilmenle, ma nuliadime- ro a ciò che il soffiamento polmonare non pro-
no, in certe specie, e singolarmente nei gatti, duce nell’ animale economia tutti i naturali
conservano essi cos-tantemente una temperatu- effètti della respirazione. Il raffreddamento

ra superiore, da 2 a 3 gr. cent., a quella degli occasionato dal soffiamento polmonare negl»
animali morti ; 2.
0 che per raffreddarsi in animali intieri rendeva vevismiilissima questa
egual numero di gradi, questi animali perdo- ultima causa. Trattavasi di sapere in qua) mo-
no notabilmente più calorico in un dato tem- do il soffiamento produce cotai effètto, e i»
un dato tempo assorbesi meno
po di quelli che sono morti, e, in conseguen- ispezie se, in ,

za, anche supponendo che la temperatura de- ossigeno, e formasi meno


acido carbonico in

gli uni e degii altri si abbassasse della stessa uno stesso animale durante il soffiamento co-
quantità, non se ne potrebbe conchiudere nei me nel corso della naturale respirazione. Ma
primi non isviiupparsi mica calore; 3 .° che era questa cosa quasi impossibile a compro-
ilsoffiamento polmonare, praticato sopra ani- varsi con dirette esperienze, imperocché se è
mali intieri ed’ altronde perfettamente sani, agevole il riconoscere i cangiamenti che un
basta per far abbassare la loro temperatura, animale fa un dato volume di aria
provare a
nel quale e racchiuso, e dove respira
da se
e si può fin anco farli perir di freddo, conti-
stesso, piu cosi uou avviene allorché,
uou re-
linuando codesta esecuzione per uu cerivi tem-
é
JLncisl. MeU. (\.’
2 74 MEMORIE
spirando che mercè soffiamento polmonare,
il prima d immergere
1
il suo collo nell’ acqua
non può essere isolato in vasi chiusi. Gli ap- della tinozza la chiudevamo colla piastra, indi
parati imbarazzanti e complicati che bisogne- facevamo passare sotto là cam pana tutta P aria
1
rebbe impiegare nell ultimo caso, per misu- che conteneva vi facevamo eziandio passa-
;

rare la quantità dell’aria introdotta .nei pol- re una seconda bottiglia di aria ambedue :

moni per mezzo della sciringa, e per racco- formavano insieme 14 890 centimetri cubici,
1
gliere e misurare quella che n esce, farebbero ed è appunto la quantità di aria che noi ab-
di necessità cadere in troppi errori nella pra- biamo costantemente impiegata in tutte le e-
tica onde contar si potesse sui resultati. Ri- sperieuze di tal genere. Dopo averla intro-
flettendo a codesta difficoltà, sembrorami che dotta sotto la campana, vi passavamo attra-
si sarebbe con ragione in dritto di presentare verso l’acqua, un piccolo puntello di legno,
1
la «ausa del raffreddamento che avviene du- che innalzavasi al di sopra dell acqua e sul
rante il soffiamento polmanare, se, rintrac- quale ponevamo libero P animale, ovvero at-
ciando quella del raffreddamento che osservasi taccato, introducendoveló similmente attra-
allorché la respirazione vien turbata in qua- verso P acqua ; ve lo lasciammo tre ore, dopo
lunque altro modo, si trovasse essere codesta delle quali lo ritirammo attraverso dell acqua,
1

causa sempre la stessa , e dipendere essa in ritirammo del pari il puntello , dopo avere
ogni caso, se puossi comprovarla, dal consu- sprofondato verticalmente la campana nella
mare che fa l'animale meno ossigeno e for- tinozza, fino a che il robinelto che la chiude-
mare meno acido carbonico. Dietro
al qual va in alto fu appieno immerso sotto l’acqua.
disegno appunto furono fatte le esperienze Prendemmo la bottiglia che servivaci di sta-
che ora farommi ad esporre. Ma prima di pro- za, e, dopo averla riempita di acqua nella
gredire più oltre, dichiarar devo come le ab- vasca, riversammo il suo collo sul robinetto
bia io tutte eseguite in compagnia di Thillaye della campana, e facemmo passare P aria di
figlio, sì commendevole a un tempo pei suoi questa nella bottiglia, non tutto ad un trat-
lumi e per la sua destrezza nelle manipolazio- to ma a più riprese. Ad ogni ripresa, chiu-
ni, e che furono praticate nei camerini della devamo la bottiglia colla piastra di vetro, e
Facoltà di Medicina, dove tutti gl
1
isfrnmenti agitavamo con forza Paria e 1 acqua che con- ’

di cui per avventura abbisognavano vennero teneva ; questa acqua, come dissi, era di cal<?e.
messi a nostra disposizione. Riponevamo di poi la bottiglia sulla campana,
Nella mia prima^Memoria ho fatto'vede- onde larvi trapelare nuova porzione di aria ,
re, e 1 ho qui pure rammemorato, che fra i
1
che lavammo del pari coll acqua di calce, e
mezzi atti a far abbassare la temperatura di così di seguito fino a che la bottiglia fosse
un animale scompigliando la sua respirazione, quasi riempita di aria della campana, e solo vi
uno dei più semplici e dei più faeili-a praticare
rimanesse una mediocre quantità di acqua.
consisteva a tenerlo disteso sul dorso. Abbia-
Allora, immergendo convenientemente il col-
mo adunque procurato di conoscere qual sia, lo della bottiglia nell’acqua della tinozza, sta-
in simile caso la causa del raffreddamento.
livello tra l’ acqua della bottiglia e
,
bilivamo il
Eseguimmo nostre prime esperienze sopra
le
quella della tinozza; indi chiudevamo la botti-
conigli di circa sei settimane di età, e sotto la met-
glia colla piastra, onde ritrarla dalla pila, e
campana della vasca pneumato-chimica ad a- tevamo in un vaso a parte l’acqua ch’erasi tro-
cqua, eh era di calce. Ogni animale fu sotto- vato contener dopo presi i livelli. Ritirata la
posto costantemente a due prove: nell’una lo prima bottiglia, procedemmo eguAlmente alla
si lasciava in piena libertà sotto la campana estrazione della seconda, e passata che fosse
;
nell altra, trovavasi supino, e attaccato sur tutta Paria che vi era restata nella campana,
una tavola pei quattro membri. Non impie- presi ancora i livelli, aggiungevamo P acqua
1
gavamo d ordinario, che uno o due giorni
,
che rimaneva nella bottiglia a quella che ave-
d intervallo fra queste due prove, ed a bella vamo pesavamo quindi
già messa a parte, e la
posta incominciavamo ora con una e ora con
1
con esattissime bilancie. Non avendo durante
l altra. Ecco come ci contenevamo.
Posta la la esperienza variata manifestamente la tem-
campana piena di acqua sulla tavoletta della ti- peratura e la prensione barometrica, è chiaro
nozza pneumato-chimica, prendevamo una bot-
che il volume di qqest’ acqua, ch’era facile
tiglia di cristallo a collo stretto,
e il cui orifi- determinare dal suo peso, rappresentava con
cio, ridotto rodo smeriglio, chi ode vasi esatta- esattezza quello dell’aria che nella esperienza
mente con piastra di
vetro, ridotta in pari era scomparso. Ecco quali' furono i resultati
modo ;
questa bottiglia ci serviva di staza, e
che sulle prime ci diedero codeste esperienze :
SUL calore ANIMALE 275

Durata delle esperienze : Yolume impiegata


dell' aria :

3 ore 14899 centim. cubici

Peso dei conigli Aria consumata


g ramni. centim. cubici

i.° coniglio. ..... 436


< i656. 8,
878, 3 ,
libero.
attaccato.
}
0 8, libero.
2. 420
1 892, 3, attaccato.
2 0
l552, 8, libero.
V 1 363 \

1
1683 , 0, attaccalo.
34 i, 3 , libero.
/.
I-
0
... 819
(

} i 5 o 8 , 8, attaccato.
463, 8, libero.
S
1
9 7i

2, attaccato.
X

E' indubitato che aria scomparsa in


l
1
fetenza, noieravamo inclinali ad attribuirla a
queste esperienze non sia ossigeno. Scorgesi qualche errore commesso nella manipolazio-
che in tutte, tranne la terza, la quantità che ni. Onde assicurarci, ci risolvemmo a ripetere
ne ha consumato lo stesso animale fu conside- alcune esperienze ;
ciò qhe facemmo però solo
rabilmente maggiore allorché respirava libe- dopo un intervallo di quindici giorni. I re-
ramente che quando trovavasi attaccato; la sultati che allora ottenemmo furono assai di-
stessa ragione sembrava anticipatamente di- versi da quelli che ci attendevamo, e ci gi t la-
notare codesto risultamenlo. DifFatti, appariva ro n o in una grande incertezza. Paragonando-
affattp semplice che un animale consumasse li non erano già tutti nello stesso
fra di essi,
meno ossigeno avendo la respirazione impe- senso, ma la maggior parte in senso contrario
dita che avendola libera, e se la terza esperien- di quelli più sopra riportati. Ecco quali furo-
za presentato aveva soltanto una mediocre dif- no codesti resultati:

Durata delle esperienze : Volume impiegala


dell’ aria :

3 ore 14899 cenimi, cubi.

Peso dei conigli Aria consumata


gramm. centim. cubi

S 843 libero.
i.° coniglio 218
} 1091, 8 attaccato.

0
i5i 7 , 4 libero.
2. 36 7 S

l 1647, 8 attaccato.

B S 3549, 8 libero.
3 . .
4 i6 j 5 1768, 8 attaccato.
)

4-° ••••’••• 2 7
I
(

)
1 5 09, 2

i 334 , 8
libero.
attaccalo.

5.
0 ........ 4 01 \

j
3563, 4
1489, o
libero.
attacca lo®

Si vede come i resultati delle prime tre non risultava grande. La principal causa a

esperienze era in opposizione diretta con cui pensavamo dover attribuire così strana
quelli che avevamo avuti precedentemente, anomalia era un cangiamento sopravvenuto
solo la differenza tra la consumazione coll' a- nella temperatura dell' atmosfera ; imperoc-
nimale libero, e quella coll' animale attaccalo diè, del resto, tutte le nostre esperienze vea-
276 MF.MOKTR

nero eseguite cogli stessi apparali e nello stes- ne da me osservata sul finire dell’ inverno, e
modo iu ogni punto. Ma, alla prima epoca
so nel mentre la temperatura dell’atmosfera non
in cui noi le avevamo fatte, la temperatura eccedeva 9 gradi; ma se non la si vedeva per
de!P atmosfera era tra 8 e io gr. centigr., in- avventura effettuarsi egualmente in tutte le
vece che quando le riprendemmo dopo 1’ in- specie di animali a una temperatura più alta,
terruzione di quindici giorni, il tempo erasi sarebbe fattibile che diversi resultati da me ri-
i

mutato, e la temperatura dell’atmosfera si feriti non offrissero piò difficoltà di sorta, alme-
era innalzata, e si mantenne tra i i 5 ed i 1 9 no in ciò che concerne l’oggetto principale delle
gradi dei centigr. Ciò non pertanto non po- nostre indagini. Ritornai adunque a fissare dei
tendo in noi stessi ritrovare le ragioni del come conigli sul dosso all’ aria libera dell’ atmosfe-
avvenisse che un mediocre aumento nella tem- ra essendo la temperatura tra 18 e 20 gradi,
:

peratura dell’ atmosfera producesse simile a- trovai che si raffreddavano costantemente, e


nomalia, ci volemmo assicurare, se tale sin- che a tale temperatura, nonché ad una più
golare effètto fosse reale, e se noi non ci fossi- bassa, prolungando la esperienza, il raffredda-
ìruo ingannati in trasponendo e misurando l’a- mento potrebbe pur anco cagionare loro la
ria della campana ; imperocché per purgare morte. Osservai soltanto che il grado di fred-
compiutamente certo volume d’aria da tutto damente in capo di dato tempo, variava mol-
l’acido carbonico eh’ essa contiene, uopo è to in animali della stessa età e di pari peso, e
agitarlo a lungo e con forza coll’acqua di cal- a una temperatura dell’atmosfera presso a po-
ce, e qualunque cura abbiasi adoperata in que- co simile ; solo risultava in generale meno
sta manipolazione, non si è sempre affatto si- pronto in un’atmosfera piò calda. In certi ca-
curi di non avere lasciato uscire o rientrare si, il raffreddamento era in tre ore di oltre 8
qualche poca d’aria; ricorremmo adunque gradi, mentre in altri, nello spazio di quasi
all’ analisi eudiornetrica, qual mezzo di verifi- quattordici ore, era appena di 8,5 gr., il che
cazione. Ricominciammo le nostre esperienze, non fa che due terzi di grado per tre ore. lo
e, alla fine di ciascuna, prendemmo una mo- mi assicurai che la causa principale di queste
stra dell’ aria della campana determinammo
;
differenze dipendeva quale
dalla forza colla
la quantità di ossigeno che conteneva , et in l’animale era stato dapprima attaccato, o dal
conseguenza quella ch’era stata consumata , rilassamento già sopravvenuto nel corso del-
mediante la detonazione col gas idrogeno i : 1’ esperienza, e che serrandolo maggiormente

resultali di queste analisi furono conformi a sipotrebbe sempre accelerare il suo raffred-
quelli che avevamo ottenuti colla misura dei damento. Finalmente, osservai che quando la
volumi. Gli uni e gli altri concorrevano a com- esperienza durava parecchie ore, il raffredda-
provare che a temperatura un po’ più alta'un mento riesciva in generale piò pronto nelle
coniglio consuma, non già sempre ma di spes- ultime, fuor di dubbio perchè essendo allora
so, alquanto più
ossigeno allorché la sua re-
di l’animale molto affaticato, la sua respirazione
spirazione trovasi
molestata, di quello che diveniva più debole.
quando è libera. —
Trattavasi di sapere se sa- Codeste nuove indagini ci determinarono
rebbe lo stesso nelle altre specie di animali. a paragonare, nella stessa esperienza, il grado
Due gatti, in età di venti giorni, diuno stesso di raffreddamenfo coll’ assorbimento dell’os-
portato e a un dipresso medesimo peso
del sigeno, onde vedere se questo più leggero raf-
( 290 gram. ),
vennero compresi l’uno dopo freddamento non corrispondesse per avventu-
l’altro nello stesso apparato, in altrettanta ra al piò grande assorbimento. Abbisognava
quantità di aria, e in un tempo eguale a quel- perciò prendere la temperatura degli animali
lo dei conigli. L’uno di essi consumò essendo all’ incominciamenlo e alla fine di ciascuna e-
libero 1 q 5 2,2 centim. cubici di ossigeno, e il sperienza ma era questa cosa quasi impossi-
;

dimani ne consumò i5q5.2 stando attaccato bile a farsi eoo qualche esattezza servendosi
sulla tavola ; 1’ altro ne consumò, essendo li- dell’apparato pneumato-chimico, a causa del-
bero, 1922, 4 e dimani, attaccato, ne consu-
il la necessità di dover introdurre gli animali
mò 1 4,2. —
- Resultati sì opposti erano luor sotto la campana e di ritrarneli attraverso 1 a-
di dubbio molto imbarazzanti. Riflettendo al- cqua, ciò che doveva accrescere il raffredda-
lo scopo principale di tutte codeste indagini mento occasionato per la difficoltà della respi-
il quale era di paragonare il raffreddamento razione, e renderne il grado preciso indeter-
che sopravviene io un animale attaccato per minabile. Riesciva adunque indispensabile di
certo tempo, colle quantità di ossigeno che co- ricorrere a qualche altro apparato mercè del
desto animale assorbe nel medesimo tempo quale poter riconoscere a piacere e con preci-
allorché è libero od mi ricorse alla
attaccato, sione, da un lato, 1’ assorbimento deli’ ossige-
mente che il raffreddamento non avvenisse no e la formazione dell’ acido carbonico, e
torse in ogni caso, e che ne potrebbe esser per dall’ altro, la temperatura degli animali. Al
tal riguardo come dell’ assorbimento dell’ os- qual effetto, ei parve adattato a compiere tut-
sigeno. Codesta causa del raffreddamento ven- te siffatte condizioni il manometro , come
SUL CALORR ANIMALE «rj r~*

Tenne perfezionalo «la Berlhollet ,


«lescritto esperienza, in due, l’animale attaccato assor-
da questo primo volume
dotto illustre njel bì un po’più d’ossigeno dell’animale libero;
delle Memorie della società di Arcueil. Per l’assorbimento fu manifestamente eguale nel-
mala sorte codesto {strumento non esisteva le altre tre. In siffatte cinque esperienze, la tem-
nelle sale della Facoltà di Medicina; ma il peratura dell’animale libero rimase la stessa, o
barone Corvisart, informato del bisogno che soffrì un piccolo accrescimento; quella dell’ani-
ne avevamo, il fece costruire a proprie spe- male attaccato abbassossi di 1 a 2 gradi. -Fa-
se, ed ebbe la bontà di aggiungervi un eu- cemmo tre simili esperienze sopra «lei cagno-
diometro di Volta molto più perfetto di lini nella prima, il cane libero consumò un
quello da, noi posseduto.
,

Sul manometro — po’


;

meno di ossigeno dello stesso cane attac-


adunque ripetemmo le esperienze che aveva- calo, ma contrario nelle due altre
risultò il

mo campana pneumato-chimica,
fatte sotto la nelle quali cani liberi ne consumarono mag-
i

ponendovi dapprima in libertà ogni animale, e giormente. In queste tre esperienze, la tempe-
il dimani attaccato ad una estremità «Iella ta- ratura dei cani attaccati abbassò di t a
vola. Al momento d’introdurvelo, prendevamo 2° ed è osservabile come nelle due ultimo
lasua temperatura tra l’omoplata e il petto da quella dei cani liberi abbassò pur essa di cir-
una piccola apertura fatta nella pelle vicino allo ca r gr, ~~T devo notare altresì che il cane
;

sterno ; prendevamo nel tempo stesso l’altez- adoperato in una di queste due ultime espe-
za de! barometro e il grado del termometro rienze, era quello stesso da noi impiegato
che doveva esser sospeso nel pallone. Aliatine nella prima. Ma all’ eseguimento «li questa
della esperienza, la cui durata ordinaria era aveva soltanto sedici giorni e pesava 61 5
ancora di tre ore, premiavamo di nuovo il gram ,
in luogo che all’ epoca della seconda
grado dello stesso termometro, V altezza del esperienza era in età di trenta giorni e pesa-
barometro e quella della provino (imperocché va 1070 gram. —
Durante tutte queste espe-
avevamo fatto adattare al nostro istrumento rienze, la temperatura «lell’ atmosfera erasì
appunto un provino)e ritiravamo dei saggi di mantenuta tra 19 e 23 gradi. Framezzo sif- —
aria. Subito dopo riraotevamo la piastra e fatti diversi risanamenti, quelli concernenti i
prendevamo la temperatura dell’animale; ri- gatti attrassero prima la nostra attenzione.
maneva solo di analizzare i saggi di aria. Do- Avevamo trovato che, sotto la campana pneu-
po aver assorbito coll’acqua di calce l’acido mato-chimica, codesti animali assorbiti ave-
carbonico che essi saggi contenevano e averne vano costantemente più ossigeno essendo li-
avverrata la quantità, determinavamo quella beri, ed osservavamo)» il contrario nel mano-
dell’ ossigeno mediante!» detonazione nell’eu- metro. Ora la sola differenza notnbile risul-
diometro di Volta con gas idrogeno prepara- tata tra questi due ordini di esperienze di-
to collo zinco e 1 acido muriatico. Facevamo

pendeva dalle quantità di aria impiegata Ho
sempre per ogni esperienza due analisi, l’una detto codeste quantità sotto la campana essere
delle quali serviva di controprova all’ altra. costantemente di 1 4,890 centim. cubici, men-
Ideila prima facevamo detonare un miscuglio tre il nostro manometro ne conteneva 4 >,720;
di due misure dell’ aria del manometro e di era evidente che animali «Iella stessa specie e
una misura di gas idrogeno e se non effet- ; di pari forza, e che consumassero in egual
tuavasi la detonazione, il che accade, come tempo quantità a un dipresso eguali di ossi-
osservarono de Humboldt e Gay-Lussac, al- geno, dovevano ridurre, in capo a certo tem-
lorché 1’ ossigeno non fa la quindicesima par- po, di un’ ora, per esempio, la proporzione Hi
te del miscuglio, aggiungevamo un’altra mi- questo gas nella campana mollo al dissotto di
sura dell’aria del jnanomelro, ovvero una quella eh’ essa sarebbe nel manometro, e se
misura dell' aria atmosferica. Per la seconda codesti animali continuassero a soggiornare
analisi, intramischiavamo una misura dell’a- nei due apparecchi, la differenza sempre cre-
ria del manometro, una d’ aria atmosferica e scente nella proporzione «lell’ ossigeno dove-
una di gas idrogeno ; avevamo sempre cura va cagionarne una nella molestia del respiro,
nel tempo stesso di analizzare l’aria atmosfe- e risultava verisirnile che tale molestia, più
rica col medesimo gas idrogeno. - Attenen- — grave della respirazione sotto la campana che
doci a tale processo, trovammo ancora che nel manometro, aveva assai influito sulla di-
per lo più conigli consumavano o un po’più
i
versità dei resultati Onde assicurarmene, pa-
ossigeno, o per lo meno altrettanto, allorché ragonai le proporzioni «lell’ ossigeno che ri-
erano attaccali che quando si trovavano libe- manevano sotti* la campana e nel manometro
ri, e non pertanto la Soro temperatura abbas- alla fine delle esperienze fatte sui gatti, e tro-
sava di circa 2 gr. 5 Ritrovammo eziandio
. vai che sotto la campana la proporzione,
che allorquando erano liberi la loro tempera- prendendo la media, era io centesimi, men-
tura aumentava di o gradi 5, od anche un tre nel manometto
risultava di 17 centesimi,
po’ più. — Di cinque esperienze fatte sui gat- sopra ar che vi aveva al principio.
tini, calcolando sempre due prove per una Le tre esperienze eseguite sui cani nel
278 àimoiUE
0
manometro, fornirono nuova prova- che la
ci respirazione. 2. Che ponendoli in vasi chiù-'
molestia della respirazione proveniente da si, vi consumano essi assai meno ossigen'o che
certa riduzione nella proporzione dell’ossige- non farebbero essendo nello stato libero, al-
no, aveva rea lineate una gran parte nei risul-, lorché la temperatura
atmosfera è al di
dell’ •

tinnenti ho detto che il medesimo cane ser-


;
sotto di io gr., e al contrario, raffreddandosi
vito aveva in due di tali esperienze, le tjuali pure possono consumarne un' po’ più , al-
,

nulladimeno diedero risultati contrari. Ma lorché la temperatura dell’atmosfera è al di


essendo 1 animale più forte, e di oltre quat-
’ sopra di iS gr., ma solamente nel caso in cui
tordici giorni, nella seconda esperienza come essi sono distesi-con non gran forza. 3 .° ‘Che,
nella prima, dovette aver consumato più os- qualunque siasi la temperatura dell’ atmosfe-
sigeno; e dilFatti, ne restava 14 centesimi nel ra, allorché gli animali, s'ia a motivo della
manometro, al. fine della prima esperienza'; e loro corporatura, sia in ragione della capaci-
soltanto 11 centesimi seconda.
al fine della tà dei vasi, consumano circa la metà di ossi-
ne rimaneva del pari che poco più di 11
IN 011 geno che quei Vasi dapprima contenevano ,

centesimi alla fine della terza esperienza, il cui succede allora costantemente che ©"li attaccati
resultato fu simile quello della seconda.
a — ne consumano notabilmente meno dei libe-
Quanto ai conigli, feci vedere come in parec- ri, e la temperatura abbassa del pari, in que-

sti ultimi, ma meno in generale che negli at-


1
chi casi consumassero un po più di ossigenò
essendo attaccati che in libertà anche sotto taccati.
la campana ma eziandio la proporzione del-
;
Le principali conseguenze alle quali
F ossigeno sotto la campana , ada fine delle sembravano condurre questi fatti erano, i.°
esperienze, non andava al di sotto di 12 cen- che allorquando un animale senta la sua respi-
tesimi, e si comprende che nel manometro ri- razione molestata, s’aggrandiscono i suoi mo-
sultava ancora maggiore. Sembrava adun- —• vimenti ispiratimi a segno di arrivare soven-
que che la differenza nelle quantità di ossige- te a ispirare tanto o un po’ più di aria che
no assorbite dall animale attaccato e da quel-
1
allorquando la sua respirazione è libera, ma
lo libero dipendeva molto dajla proporzione corlesto effetto non succede che quando la mo-
alla quale qnesto gas si trovava ridotto dallo lestia del respiro non eccede già certi limiti;
stesso animale. —
Verificammo che le varia- 2.
0 che gli sforzi sostenuti per superare siffat-
zioni da noi osservale nella temperatura degli ta molestia, gli fanno perdere più calorico di
animali, anche allorquando erano stati posti quello che n’avrebbe perduto nello stato natu-
in libertà nel manometro, ne dipendevano si- rale. Codeste conseguenze sono abbastanza
milmente. Laonde, quella dei cani, in queste evidenti per sé stesse imperocché .basta ve-
;

due ultime esperienze, risultava diminuita, ma der respirare un animale la cui respirazione
essi ridotto avevano la proporzione dell’ ossi- trovasi molestata, per riconoscere eh’ esso ag-
geno an
centesimi; quella dei gatti rimase grandisce mollo i propri movimenti inspirato-
la stessa, o aveva accresciuto un poco, ma ri- ri! e d’ altra parte, non si può negare di am-
;

dussero la proporzione dell’ ossigeno soltanto mettere che un animale che trovasi in una
a 17 centesimi. Finalmente, quella dei conigli lotta, in un lavoro continuo, non perda più
risultava d’ordinario un po’ aumentata, per- calorico di quello che se fosse in riposo.- Ag-
ciocché quelli da noi impiegati, essendo di sei giungerò ehe queste medesime conseguenze
sole settimane, non avevano ridotto, la pro- spiegano naturalmente tutte le difficoltà, tut-
porzione dell’ossigeno al disotto di 12 cente- te le contraddizioni che abbiamo finora ri-
simi avveniva però tutto al contrario allor-
;
scontrate. —
Si comprende diffatti, che se un
ché la riduzione risultava molto più conside- animale vien posto in circostanze tali da con-
rabile, ciò che noi eravamo sempre i padroni sumar maggior copia di ossigeno che nello sta-
di operare impiegando conigli assai più gros- to naturale, dovrebbe, attenendoci all’ attuale
si. La temperatura dell’atmosfera in quest’ul- teorica, produrre più calorico; ma se, a motivo
timo caso, essendo e* 20 gr,, questi animali di queste stesse circostanze, ne perde più che
perdevano da uno a due gradi in tre ore, av- non avesse fatto altrimenti , potrà avvenire
vegnaché fossero perfettamente liberi nel ma- che la sua temperatura rimanga la stessa, op-
nometro, e la temperatura interna dell’ Lini- pure eh’ essa divenga superiore od inferiore a
mento si fosse alzato di qualche grado al di- ciò eh’ era dapprima, secondo il modo con cui
sopra di quella dell’ atmosfera, Gome ciò sem- si compenseranno l’acquisizione -e la perdita

pre avviene. —
Riepilogando lutti i fatti fin del calorico. Le sopraccitate esperienze forni-
ora discussi, si ritrova, i.° che gli animali at- scono esempi di tutti questi casi; laonde ab-
taccati si raffreddano costantemente ma a , biamo veduto che dei conigli posti in libertà
gradi variabilissimi, il che dipende dalla tem- nel manometro, anziché rafireddarvisi, vi si ri-
peratura dell’ atmosfera e più particolarmen- scaldano alquanto, allorché la molestia del lo-
te dalla forza colla quale si tengono distesi, e ro respiro solo proviene dalla riduzione nel-
1
in conseguenza dal grado di mòieslia della la propQriioat; deli ossigeno, non giungen-
SDL CALORE ANIMAL*
<"!o a! soldo
di 14 centesimi, nel qual caso
(li
zione mercè di legami non era atta a compie-
gli sforzimediocri, necessari per vincere co- re cotale soggetto; imperocché
desta molestia, fanno loro perdere poco calo-
se tenga-si un
animale troppo fortenofente disteso, diviene to-
rico. 1 gatti si comportano a un di presso nel sto asfilico, e se lo si attacca più mollemente,
modo stesso in pari circostanze ,
ma allorché può sopravvenire un rilassamento, e si ricade
la respirazione diviene un po’ più difficile, co- nelle anomalie di cui favellai. Sembrami
me succede, fra le altre, allorquando gli ani- che
il mezzo più facile e più sicuro per graduare
mali sono distesi sul dorso, può esservi ad un la molestia della respirazione di un animale,
tempo, come abbiamo veduto, raffreddamen- o, ciò che viene lo stesso," per costringerlo
to ed assorbimento maggiore di ossigeno, a
per- non consumare in dato tempo che certa quan-
ciocché i movimeiTti più considerabili che de- tità di ossigeno, era di diminuire, in
conosciu-
vono eseguire per inspirare, unitamente agli te proporzioni, la quantità di questo
gas che
sforzi che fanno per Sbarazzarsi dai loro lac- contiene 1 aria in cui si racchiude. Imperoc-
ci, cagionano loro tanta perdita
al di sopra ché è certo, che, in simili casi, vien esso for-
dello stato naturale, più del calorico che ncn zato di consumarne meno, per non trovarne
acquistarono pel piccolo eccesso di ossigeno sufficiente quantità.
che assorbono. Abbiamo pur anco veduto che Ci pioponemmo sulle prime di giungere
quest’ultimo caso non avveniva se non in a tale scopo appunto col rarefare l’aria del
quanto la temperatura dell’atmosfera si tro- manometro. Per la qual cosa, facemmo il vuo-
vasse un poco elevata, e la ragione riesce faci- to in un grande pallone di vetro colla mac-
le a concepirsi. L’animale attaccato si fa freddo china pneumatica, e dopo aver collocalo l'ani-
tanto più prontamente, essendo tutte le cose male nel manometro, ponevamo questo pal-
d altronde eguali , quanto maggiormente è lone sulla piastra di questo istruraento
;
sta-
esposto a una temperatura più bassa. Ve- bilivamo in seguito
{ comunicazione tra le
la
di lo specchio qui aggiunto.) Ora fra le cau- due capacità aprendo i robinetti. Il provino del
se che possono maggiormente indebolirlo, e manometro c indicava il grado della rarefa-
1

in conseguenza diminuire la energia dei suoi zione dell’aria, se essa non risultava sì estesa
movimenti l’abbassamento del-
ispiratorii , come volevamo. Ripetevamo la stessa ope-
il
la sua temperatura è uno dei più ragguar- razione facendo di nuovo il vuoto nel pallone;
devoli. Un coniglio per esempio, non può
, e se era troppo grande, dopo aver levalo via
il
perdere oltre ai 7 od 8 gradi senza rima- pallone della piastra del manometro aprivamo
nerne affievolito, al punto eh’ esso non può con precauzione il robinetto del
manometro
rivenire di per sé alla sua temperatura inizia- onde lasciarvi entrare l’aria, fino a che il pro-
le, emorrebbe non dandosi la briga di riscal- vino marcasse giustamente il grado di rarefa-
darlo. Laonde i conigli da noi impiegali alla zione che volevamo ottenere. Lasciavamo ram-
prima epoca delle nostre esperienze, erano ni ale sotto l’esperienza per tre ore, come al
languenti quando li ritravamo dal di sotto solito, incapo a cui notavamo con accuratezza
della campana, quando che alla seconda epoca le indagini del provino. Facevamo d’altronde,
essi conservavano quasi lutto il proprio vigo- al principio eal termine di ogni esperienza,
re. — Risulta da quanto dissi finora, che il te le operazioni di. cui feci cenno
,
tut-
precedente-
limite di tutti i casi nei quali
animali si gli mente, tanto per riguardo al termometro, al
raffreddano nel tempo stesso eh’ essi consu- barometro e alla estrazione dei saggi di aria,
mano un poco più di ossigeno, succede allor- quanto per prendere la temperatura degli
ché la molestia del loro respiro vien portata animali. Onde
distinguere ancor meglio l’ef-
al punto che, per quanti sieno i loro sforzi, fetto della rarefazione dell’ aria sul calore ani-
non possono far entrare nei loro polmoni la male, avevamo sempre cura quando poneva-
,
stessa quantità di aria come nello stato natu- mo un animale nell’ aria rarefatta,
racchiu-
di
rale, e che partendo da questo limite, le quan- dere lo stesso animale pel corso del medesimo
tità di ossigeno che assorbono devono essere tempo, la vigilia o il dimani, nel manometro
più o meno in rapporto coi gradi del loro raf- pieno di ària alla pressione atmosferica. I re-
freddamelo importava mollissimo di verifi-
:
sultati che ottenemmo costantemente con tal
care, con dirette esperienze, se così di fatto nuovo modo di esperienze, furono abbassa- 1’
è la cosa. Ora, tra il limite di cui si tratta e mento della temperatura degli animali di tanto
1’ asfissia compiuta, la molestia
della respira-
zione può essere portata a diversi gradi si
quanto meno ossigeno essi consumavano. —
;
Avrebbesi potuto obbiettare che 1’ abbassa-
trattava adunque di sapere se in questi diversi mento della lorotemperatura non dipendeva
casi gli animali si raffreddano maggiormente forse dall’assorbimento dell’ossigeno come
a misura che consumano in dato tempo meno «falla rarefazióne dell’ aria di per sé, la quale
ossigeno. Per ciò, bisognava ritrovare un mez- poteva aver per iscopo di agevolare ed ali-
zo di render.difficile la loro respirazione, il qua- mentare la traspirazione, sia cutanea, sia pol-
le si potesse variare r proprio modo. La fissa- monare. Per rischiarare siffatto dubbio, dop«>
280 MEMORIA
aver collocalo 1’ animale nel manometro ed ed a basta moltiplicare la capacità del
ciò
avervi rarefatto l'aria, v'introducemmo del manometro mediante le indicate quantità nel-
gas azoto fino a che il provino ; fu allo zero : le colonne di riduzione, e che, come ho detto,
codesto gas era stato preparato colla combu- 1
ne esprimono dei centesimi.
stione rapida del fosforo sotto una campana Il resultato generale di tutti questi spec-

di velro. 1 resultati furono manifestamente gli chi è che il maggiore raffreddamento corri-
stessi che nell’ aria rarefatta nè cangiarono
, sponde sempre al più piccolo assorbimento di
essi allorché invece di gas azoto impiegammo ossigeno. Se pare avvenire il contrario in al-
acido carbonico per riempiere il vuoto del cuni casi, si osserva dapprima ciò non essere
manometro. Solamente in questo ultimo caso, mai che in esperienze, le quali fra esse pa-
allorché il vuoto era stato fatto nel medesimo ragonate, presentano a pena un grado di dif-
grado che nei due precedenti, questo raffred- ferenza nel raffreddamento, ma ogni qual
damento era, in generale, molto più ragguar- volta la differenza è di due gradi,* od oltre ,
devole ; quindi 1’ assorbimento dell’ ossigeno l’assorbimento dell' ossigeno vien costante-
risultava esso pure più piccolo. Abbiamo fatto mente in proporzione diminuito. In secondo
queste esperienze sopra quattro specie di ani- luogo, codeste leggeri anomalie sono soltanto
mali, cioè cani, gatti, coni gli e porci d'india. apparenti e dipendono sempre dalla stessa
Quei d’ ogni specie vennero sempre assogget- causa la molestia sempre maggiore nel respi-
:

tati comparativamente a quattro diverse pro- ro in un caso che nell’ altro. Per esempio, nel-
ve, cioè : r.° nell' aria e alla pressione atmo- le esperienze sui conigli, codesto raffredda-
0 nell’ aria
sferica ; 2. atmosferica semplice- mento risulta maggiore di 0,0 5 , e nello stes-
1
mente rarefatta ; 3 .° in un miscuglio di ària so tempo 1’ assorbimento dell ossigeno riesce
atmosferica e di gas azoto alla pressione di 76 più considerabile di 2 centesimi nella nona e-
centimetri; 4-° infine, fra l’aria atmosferica sperienza che nella decima ma eziandio la
;

e il gas-acido carbonico mescolato alla mede- quantità di ossigeno impiegata al comincia-


sima pressione: il più spesso, acciocché i re- tnento della nona esperienza era soltanto di
sultati fossero ancor più paragonabili, le quat- circa i 3 centesimi e mezzo, e quella che ri-
Iro prove si fecero successivamente , e ad al- maneva alla fine risultava di circa 5 centesimi;
cuni giorni d' intervallo, sullo stesso animale, invece che nella decima esperienza , siffatte
llidussi, in forma di specchio , i risultamentì quantità erano di circa 16 centesimi e mezzo
di tutte siffatte esperienze ; ed evvi, per cia- nel comiuciamerito, e di io al fine. La molestia
scuna specie, uno specchiò diviso verticaltpen- ed il lavoro «lei respiro erano adunque molto
te in otto colonne. La prima indica il numero maggiori nella nona esperienza che nella de-
delle esperienze, il peso degli animali, e la cima. Laonde codesto anomalia, quantunque
qualità dell’ aria contenuta nel manometro ; la più grande di quelle che si riscontrano ne-
seconda, l’età degli animali la terza, la durata
; gli specchi che unisco a questa memoria, ri-
«Ielle esperienze. Onde poter paragonare più sulta adunque soltanto apparente. Le altre,
-

facilmente le quantità di ossigeno assorbito più leggere, succedendo solo in pari circostan-
e quelle di acido carbonico* formato nei diffe- ze, possono sempre essere collegate alla mede-
renti casi, ricondussi il volume di questo gas sima causa tutte concorrono a confermare
;

alla pressione costante di om, 76, alla tem- tale conseguenza da me dedotta dalle nostre
peratura di 20 gr. centigr., e 1’ ho indicato in prime esperienze, cioè, che allorquando la mo-
centesimi della capacità del manometro. Pois- lestia del respiro giunge a certo grado, ha
son ebbe la compiacenza di verificare le for- dessa costantemente per effetto, eguali d’al-
inole che mi servirono a calcolare siffatte ri- tronde tutte le cose, di aumentare la deperdi-
duzioni dietro le indicazioni del barometro, zione del calorico. Si scorge adunque che pa-
«lei provino, del termometro , e tenendo a ragonando fra esse le esperienze rapporta-
conto della forza elastica del vapore. Le quat- te negli specchi, non basta esaminare le as-
tro colonne seguenti contengono codeste ri- sorbite quantità di ossigeno, ma devesi ancora
duzioni,' cioè la quarta, la quantità
: di ossi- tener conto «Iella molestia del respiro che ne!
geno che conteneva il manometro al comin- tempo stesso occorreva, e che si valuta me-
ci «mento dell’esperienza; I4 quinta, quella diante le proporzioni di ossigeno esistenti nel
che racchiudeva al fine la sesta, quella stata
; manometro al principio e«l alla fine di codeste
assorbita, e la settima, quella dell’ acido car- esperienze. Devo avvertire altresì che importa
bonico. Finalmente, la ottava colonna indica di non paragonare, in ogni specchio, le espe-
l.t temperatura dell’ animale al comincia meti- rienze soltanto che vennero praticate nello
to ed alla fine di ogni esperienza. All’Oggetto stesso individuo imperocché individui diver-
;

df non troppo ampliare codesto specchio, non si,avvegnaché di simile specie e dello stesso
volli segnarvi le quantità assolute dell' ossige- peso, possono consumare quantità differente
no assorbito, nè quelle dell'aedo Carbonico di ossigeno. Per la qual cosi appunto in cia-
formato. Ma riesce agevolissimo conoscerli, scun specchio designai gli individui con lìnee
SUL calore animale 281
orizzontali. — Pnossi osservare c«me in quan- immerso fra dell aria contenente 1
del gas aci-
to finora ho detto non paragonai il raffredda- do carbonico, sia formato di per ag-
sè, sia
mento degli animali che colle quantità di gas giunto, esso ne assorbe una parte, e che a mo-
ossigeno da essi consumato, e non con quelle tivo che questo assorbimento si fa per sva-
dell acido carbonico che nello stesso tempo
1
riatissimi gradi nei diversi casi, non esiste ve-
formarono, avvagnachè questi ultimi siano rni) rapporto costante tra le quantità di acido
stale avverate con cura, e si trovino calcolate e carbonico che trovasi alla fine delle esperien-
ridotte in una delle colonne di ogni specchio. ze, e quella deli ossigeno che scomparve.
1

Ma se gettisi un rapido sguardo su tale colon- Facendo indagini su tale fenomeno, rin-
na si scorgerà che nella maggior parte dei casi venni eh era stato indicato da Alien e Pepys;
1

le quantità di acido carbonico non istanno in che Nysten se ne occupò, ed anzi assicurossi
rapporto nè con quelle del gas ossigeno con- sperimentalmente che P assorbimento si fa
sumato, nè col raffreddamento. Codesta cir- per via del polmone. I medesimi autori rico-
costanza ci tenne a lungo inciampati; impe- nobbero nel tempo stesso effettuarsi cotale as-
rocché ragionando dietro la teorica che esa- sorbimento di acido carbonico soltanto quan-
minavamo, come avvenga durante la forma- do P animale respira parecchie volte la stessa
1
zione dell acido carbonico che si sprigiona il aria ; ed al contrario, come avvertì Menzies, il
calorico che serve ad intrattenere il calore ani- volume dell’acido carbonico formato sostitui-
male, non eravamo dapprima occupati special- re rigorosamente quello dell’ossigeno che dis-
mente nelle nostre esperienze manometriche, parve, allorché Panimale respirò Paria stessa
ad awesare se le quantità di acido carbonico una sola volta molte esperienze fatte più an- :

formate variavano nello stesso rapporto della ticamente vengono in appoggio di questi re-
temperatura degli animali; ma rinvenimmo , sultali di fatto parecchi scrittori osservaro-
:

per tal rispetto certa discordanza che ci ob- no che la produzione dell’acido carbonico
bligò riprendere, come avevamo fatto nelle riesce inferiore all’assorbimento dell’ossige-
nostre esperienze sotto la campana pneuma- no ;
ma se si ponga mente, scorgerassi cotale
to-chimica ,
F ossigeno consumato per base osservazione essere stata fatta soltanto qual-
di tutte le nostre indagini e comparazioni. ora vennero gli animali posti in vasi chiusi.
Ma rimaneva a sapersi perchè le quantità Già è noto come in esperienze di simil genere
di acido carbonico trovate in fine delle e- Lavoisier, scosso da tale differenza dei volumi,
sperienze, erano meno in relazione col raf- fu condotto ad ammettere, nella sua seconda
freddamento di quelle dell’ossigeuo consumato. memoria sulla respirazione ( nel 1785 ), tutto
Esaminando la settima colonna di ogni spec- 1’ ossigeno assorbito, non venire impiegalo a
chio, si osserva non solamente che le quantità produrre acido carbonico, ed una porzione
di acido carbonico sono più pieoole di quelle combinarsi coll’idrogeno del sangue onde for-
dell ossigeno, ma ancora che la differenza è
1

mare l’acqua opinione ammessa da molti fi-


:

variabilissima, essendo talvolta assai leggera e siologi. —


Dietro appunto esperienze fatte nei
tal altra considerabile. Merita singolarmente vasi chiusi, Laplace e Lavoisier avevano de-
di fissare l’attenzione un fatto notato nella terminato in principal modo la quantità di il-
stessa colonna, ed è che la nlaggior parte delle ei o carbonico formalo in certo tempo da un
< i

esperienze, al principio delle quali avevamo in- porco d’india, allorché fecero essi quella tan-
trodotto certa quantità ben combinata di aci- to famosa esperienza, nella quale paragonaro-
do carbonico, non ne abbiamo già ritrova- no la quantità di calorico che sprigionasi nei
to alla fine questa quantità tutta integra, spa- polmoni di un animale di tale specie con quel-
rita essendone una porzione. Che cosa era ad- la che perde nel tempo stesso conservando la
divenuta siffatta porzione di acido carbonico sua temperatura. Siffatte due quantità riscon-
nei vasi perfettamente chiusi ? È fuor di ogni traronsi riavvicinate, % nulladimeno l’acquisi-
dubbio che l’animal avevaio assorbito. Ma poi- zione era un po’ inferiore alla perdila, nel
ché gli animali assorbono in tal modo P acido rapporto di io, 38 a i 3 °. Nel calcolo della
carbonico che s’in troduce con essi in vasi chiu- quantità di calorico che si sprigiona nei pol-
si, perchè non assorbirebbono quello che vi
moni del porco d’india durante la formazio-
formano essi stessi ? Questo medesimo fatto ne dell’acido •arbonico, quest’ illustri autori
sembrava comprovare P effettuazione di tale non poterono già tener conto della porzione
assorbimento ; imperocché non avendo noi di quest’ acido assorbito dall’ animale ; è in-
rinvenuto tutto l’acido carbonico che vi ave- dubitato che la quantità di calorico sprigiona-
vamo introdotto, P animale aveva adunque as- to da esso loro ammesso qual termine di com-
sorbito non solo siffatta porzione che mancava, parazione, risultava inferiore a quella che
ma ancora tutta quella eh esso doveva aver-
1

realmente si sprigiona, ed è in singoiar modo


vi formato pel corso di tre ore di esperienze, notabile che facendo le correzioni indicate dal-
ouna equivalente. Sembrava adunque potere le nuove esperienze, acquinone e la perdita1’
da ciò inferire che mentre uu animale vien si rinverrebbero presso a poco compensale.-—
Endici . ÌSltd, 4.*
282 MEMORIE
(Nota. Supponendo che 1 acido carbonico as- ’ do sprigionare tutto il calorico di cui in tali
sorbito da un porco d’india sia il quarto di organi si era caricato. Appunto intorno siffat-
nello che ritrovasi sotto forma di gas al fine ta conversione del sangue arterioso in sangue
ella esperienza, ciò che non dilungasi gran venoso, e sul cangiamento di capacità che l’ac-
fatto dal vero, come si può giudicare dalle e- compagna, ha la potenza nervosa una imme-
sperienze specchio sui por-
i.a, 5 .a e 7. a dello diata azione. Per tal guisa si osserva che lo
ci d’ India, il peso dell’acido carbonico, for- sviluppo del calorico, latito in tutto il corpo,
mato nella esperienza di Laplace e Lavoisier quanto in certa parte determinata, riesce in
diverrebbe 280 grani, anziché 224, e la quan- ragione dell’ energia di tale potenza, notabile
tità di ghiaccio dissolto 12 one. 9 7, invece di per l’attività della circolazione. Si comprende
10 ouc. 38 In conseguenza il calorico acqui-
. adunque che quanto può affievolire la potènza
sito sarebbe al calorico perduto nello stesso nervosa tenue a far abbassare la temperatura
tempo : : 12,97 : 1 3 * Non si può desiderare dell'animale, la quat cosa appunto si osserva
maggiore approssimazione. ritorno a )
— Ma in moltissime malattie. Ora non havvi alcun
riandare le cause che fatino abbassare la tem- dubbio che, in un animale decapitato, il resto
eratura degli animali. L’autore inglese sem- della potenza nervosa che intrattiene la vita
ra credere dipendere la produzione del calo- nel tronco, non sia in uno stato di sofferenza
re animale dalla potenza nervosa e special- e d’ indebolimento, nè la circolazione ne ri-
mente dal cervello non havvi dubbio che la
;
sulti rallentata. Codesto stato deve adunque
potenza nervosa non abbia una importantissi- avere una notabile influenza sullo sviluppo
ma parte suisiffatto fenomeno, non che in tut- del calorico nel sistema capillare: è verisimilis-
ti quelli che suppongono la vita. Imperocché simo esser appunto per questo che il soffiamen-
una sola funzione non si ha nell’animale vi- to polmonare fa quasi sempre maggiormente
gente che predominata non sia più o meno abbassare temperatura degli animali deca-
la

direttamente da essa potenza ; ed ogni parte pitali che in quelli che sono intieri. Ciò spie-
che più non ne riceve 1’ azione tosto cessa di ga un fatto eh’ io ebbi frequenti volle ad os-
«sercitare le funzioni necessarie alla vita. Laon- servare cioè che allorquando gli animali nei
;

de, qualunque fenomeno dipendente dalla vi- quali s’ intrattiene la vita dopo la decapitazio-
ta, perciò stesso dipende dalla potenza nervo- ne, giunti sono ad un estremo grado di debo-
sa la qual cosa però non impedisce che altre
;
lezza, sangue conserva passando nelle vene
il

condizioni fisiche o chimiche necessarie non presso a poco lo stesso colore che nelle arterie,
siano alla produzione del fenomeno di cui foc- ed è quasi si vermiglio nelle vene cave quan-
ciam parola. Qualora si chiede quali sieno le to nell’ aorta. La potenza nervosa è allora
cause del calore animale, tre sono le cose in ta- troppo debole per operare compiutamente la
le inchiesta a considerarsi; la sorgente o la ma- conversione del sangue arterioso in sangue ve-
teria che fornisce il calorico, il luogo o il fomi- noso, nè vi ha più o quasi più sviluppo di
te nel quale vien deposlo^ e finalmente il mec- calore, avvegnaché F animale continua anco-
canismo o quali è sprigio-
le forze, in virlù delle ra a vivere qualche tempo.
nato in questo fomite e distribuito in tutto il Da quanto esposi in questa memoria ri-
corpo. E certo intervenire la potenza nervosa sulta che, i.° Attaccato un animale sul dorso,
in quest’ ultima operazione; main qual modo si raffredda esso costantemente, ma a differen-

poi e sotto quale aspetto v’ interviene dessa ? ti gradi, secondo la temperatura delFatmosfe-

Feci vedere nella mia memoria sulla incisione ra e la forza con la quale trovasi disteso. 2. 0
dei nervi dell’ottavo paio, che la combinazio- Se un animale, cosi attaccato, yien posto ia
ne dell’ ossigeno atmosferico col carbonio del vasi chiusi, vi si raffredda similmente, avve-
sangue non dipende già da questa potenza ; gnaché, nel corso dell’esperienza, la tempera-
ma sì bene ne dipendono i movimenti e tutte tura interna di codesti vasi si eleva al di sopra
le funzioni necessarie acciocché 1’ aria giunga di quella dell’atmosfera. 3 .° Se paragonisi la
in contatto col sangue. II sangue venoso, as- quantità di ossigeno ch’esso in tale stato consu-
sumendo il carattere arterioso nei polmoni ma con quella che avrebbe consumata in i sta-
mediante l’azione dell’ossigeno, acquista una to libero, la si trova minore, ovvero presso a
maggiore capacita pel calorico, in guisa che poco eguale, od anche un po’ maggiore. 4-°
può caricarsi di tutto il calorico che gli cede Siffatte differenze sono relative alla tempera-
1’ ossigeno, senza che la sua temperatura au- tura dell’ atmosfera, alla forza colla quale 1’ a-
menti. Ritornato al cuore, e di là spinto in nimale trovasi attaccato, ed alla riduzione che
tutte le parti del corpo, giungendo verso le ha esso medesimo operata nella proporzic»
estremità delle arterie nel si stema capillare , ne dell’ ossigeno contenuto nei vasi. 5 .° Code-
vi perde le sue qualità arterie se e si converte ste tre cause possono insieme o separatamente
in sangue venoso; in conseguenza, cambia di rendere la consumazione dell’ ossigeno mino-
quella capacità pel calorico, e riassume che re nell’animale attaccalo che in quello libero,
aveva prima di attraversare i poi tuoni, lascian- cioè :i.° la temperatura allorquando risulta
SUL CALORII ANIMALE 2 83
al (li sotto di io gradi, perciocché accelerando piute ed a lungo protratte. In altra congiun-
ed aumentando il raffreddamento dell’anima- tura farò vedere come, in quest’ ultimo ca»,
le attaccalo, affievolisce (lessa i suoi movimen- ogni soccorso riescirebbe insufficiente per ri-
ti inspiratoli ;
2-°fissazione sul dorso in
la chiamare l’animale in vita senza il calore ar-
modo stretto, perciocché limita essa troppo tificiale, e siffatto calore soltanto può di spes-
1
l ampiezza di questi stessi movimenti ;
3.° la so far le veci di qualunque siasi altro mezzo.
riduzione nella proporzione del gas ossigeno, xi.° Il volume del gas acido carbonico che si
perciocché dessa lo mette fuori del caso d’in- trova alla fine delie esperienze, non e in rap
spirare oltre certa quantità di siffatto gas in porto costante nè con quello dell’ossigeno che
dato tempo, qualunque sia l’ampiezza che si scomparve, ed a cui è quasi sempre inferiore,
sforzi di dare ai suoi movimenti ispiratori. 6.° nè col raffreddamento. La ragione sembra es-
Ma se la temperatura dell’atmosfera trovisi sere che una parte del gas formato, viene as-
alquauto elevala, c se nel tempo stesso movi- i sorbita dallo stesso animale, e codesto assor-
menti ispiratori non vengono gran fatto mo- bimento si effettua a svariali gradi, anche in
lestati pei legami, e la proporzione dell’ossige- circostanze a un dipresso simili. 12.° Siffatto
no nei vasi basti ai bisogni dell’animale, avvie- assorbimento del gas acido carbonico pare
ne di spesso che consuma tanto ed anche un operarsi nei polmoni, e siccome risulta tanto
po’ più di ossigeno, quantunque sia attaccato più grande quanto più la esperienza viene
e si raffreddi, che quando è libero e si conser- protratta non si può quindi dubitare non
va la propria temperatura. Codesto effetto — ,

avvenire desso per la intera durata della


singolare pare dipt 'ere da ciò che la mole- esperienza, il che sembra far palese non esser
stia della respirazit ie lo solleciti ad aggran- vero che questo gas produca, come opinossi,
dire propri movimenti inspiratori oltre ciò
i F asfissia senza entrare nei polmoni, e solo oc-
che sono nello stato naturale, e che gli sforzi casionando il risserramento della glottide e
da esso fatti onde pervenirvi gli cagioni una l’abbassamento della epiglottide. i3 ° È assai
perdita di calorico ben maggiore di quella che verisimile che I’ ansietà sempre grandissima
avrebbe sofferto consumandola stessa quanti- che il gas acido carbonico fa sperimentare
tà d’ ossigeno con una libera respirazione. 0
7. agli animali, allorché trovasi mescolato, anche
Non si raffredda un animale soltanto quand'è in mediocre quantità, coll’ aria atmosferica,
attaccato, ciò avvenendo pure molestata che dipende in principal modo dalie qualità noce-
sia per qualunque altra causa la respirazione. voli ci. questo gas assorbito comunica al san-
La più facile a regolare a piacere per gradi è gue arterioso.
la diminuzione dell’ossigeno nell’aria che de- Molte sono le indagini a farsi su tale cu-
ve respirare, sia che, per operare codesta di- riosa ed importante contestazione del calore
minuzione, si condensi semplicemente essa animale; avvi singolarmente una esperienza
aria, o vi si accresca la proporzione dell’ azo- che io riguardo come un compimento neces-
to, o vi si aggiunga certa quantità eli acido sario di tutte quelle che ho riferite nelle mie
carbonico, o finalmente, come testé i! diceva, due Memorie. Mi duole soprammodo che mi
che tale effetto sia stato prodotto dallo stesso abbiano mancato il tempo e ì’ occasione di
animale respirando la medesima aria per certo farlo, ecco in che consiste. Certi animali a un
tempo. 8.°La difficoltà di respirare, che si osser- dipresso dello stesso peso, ma di specie di-
va in tutti questi casi, misurasi dietro le pro- verse, consumano in tempo eguale quantità
porzioni di ossigeno che esistevano nei vasi al assai differenti di ossigeno. Per esempio, mi
cominciamento e alla fine delle esperienze; e si coniglio del peso di 947 grani, non ile consu-
riscontra costantemente essere il raffreddamen- mò, nello spazio di tre ore, che 2724 ceuliru.
to in ragione composta di tale difficoltà e della cubici; mentre un cane, del peso di 91 gram.,
7
consumazione dell’ossigeno, in guisa che allor- ne consumò 55 o 3 centim. cubici, e un gatto, del
quando la difficoltà di respirare.risul ti eguale peso soltanto di 634 g r a m ne consumò 3963.
-

nelle due prove diverse fatte sullo stesso anima- Nulladimeno lutti questi animali si manten-
le, maggior raffreddamento corrisponde alla
il
gono a un dipresso nella medesima tempera-
minore consumazione di ossigeno, e viceversa. tura, il che non può succedere se il calore ani-
0
9. Poiché la semplice rarefazione dell’aria, male ha la sua sorgente nella respirazione, se
recala al grado di far abbassare il barometro non in quanto che quelli che consumano il
meno di 3o centimetri , basta onde render più di ossigeno sperimentano nel tempo stes-
freddo 1’ animale che lo respira, ne risulta che so una perdila di calorico, che sia in eccesso nel-
il freddo provato sulle alte montagne non di- lo stesso rapporto della consumazione di ossi-
pende già unicamente da quello dell’ atmosfe- geno. Tratterebbesi adunque di avverare se
ra, ma anzi riconosce una causa interna la gli animali che consumano maggior copia di
quale agisce per via della respirazione. io.° ossigeno sono eziandio quelli che, eguagliata
Vi ha sempre raffreddamento nell’asfissia, e d’ altronde ogni cosa, perdono più calorico.
può farsi ragguardevole nelle asfissie incom- La qual esperienza spero di eseguire nella
284 MEMORIE SUL CALORE ANIMALE
prossima primavera. —
Ora che si conoscono
* freddamento. Io mi assicurai che mentre dei
parecchi mezzi per abbassare la temperatura conigli in età di circa sei settimane o due mesi
degli animali molto importerebbe , per le
,
perderono 8 gr. centigr. quella dell' atmosfera
applicazioni che se ne potrebbero fare alla era di circa 16 gr., non potevano essi più ri-
medicina, di avverare sopra alcuni animali a mettersi di per sè, ma che a più gradi al di
sangue caldo, i.° qual sia il grado di raffred- sotto si possono riscaldandoli ancora ristabi-
damento che li trae a morte senza poterli con
0
lirli. — Avrei avuto alcune osservazioni
a fare
verun soccorso salvarle; 2. fino a qual grado sull’analisi eudiometrica, in particolare sopra
di raffreddamento possono essere utili i soc- un leggero abbaglio che può venire cagiona-
corsi, e quali siano codesti soccorsi ; 3 .° fino to dall’assorbimento dell’ ossigeno per via
a qual punto animali possono di per sè ri-
gli dell’ acqua, quando lavisi dapprima con 1* a-
stabilirsi e senza soccorsi ;
4 ° quaì sia lo sta- cqua di calce 1’ aria che puossi analizzare, m®
to delle funzioni a questi diversi gradi di raf- troppo già mi allungai in siffatta memoria.

1
280 MEMORIE

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41

V *
TERZA MEMORIA
sur,

CAL ORE ANI M A L E

ìja Bib lioteca britannica pubblicò, la fiamento in vasi perfettamente chiusi ciò ohe
:

scorsa primavera, nuove esperienze di Brodie, esigeva un apparecchio adattato a simile uso.
intorno iì Calore animale. Codeste esperienze Di quanti ne avevamo per ciò immaginati, ve-
tengono in appoggio di quelle da questo au- runo non lasciava agio abbastanza per soffiare
tore precedentemente eseguite, e diedero ori- ì’ animale, e conteneva l’aria in modo troppo
1
gine alle ultime Memorie eh ebbi 1’ onore di inesatto onde servirsene con fiducia. —
Ave-
offrire alla classe. —- Rissovengasi come queste vamo adunque rinunziato di occuparci diret-
1
condotto avevano a stabilire, i .° che un ani-
l tamente di siffatta contestazione, e ci eravamo
male le cui funzioni celebrali tiovansi annien- dati ad osservare il raffreddamento che so-
tate o sospese, e s’intrattiene in vita mediante il pravviene nelle altre ciicoslanze, persuasi ap-
soffiamento polmonare, assorbe ossigeno, e for- pieno che la causa di questo potrebbe servirci
ma acido carbonico; 2. 0 che nondimeno que- a trovare quella dell’altro.
sto animale si raffredda come fosse morto ; Brodie, al contrario, considerò il solo ca-
0
3 che ogni qual volta la temperatura dell’a- so in cui rimangono annullate e sospese le ce-
ria inspirata sta al di sotto di quella deli’ ani- rebrali funzioni. Rinvenne egli il mezzo di
male, può ii respiro contribuire a raffreddar- praticare il soffiamento polmonare nei vasi
lo, togliendogli del calorico, anziché darglie- chiusi in modo comodo e sicuro a un tempo.
ne.' —
Ma assicurandosi Brodie dell assorbi-
1
L apparato che perciò compose è semplicissi-
mento dell’ ossigeno e della formazione del- mo, e riunisce tutte le condizioni (he deside-
F acido carbonico nel caso di cui si tratta, di- rar si potrebbero per la riuscita della espe-
menticato a\eva di determinarne le quantità. rienza. Consiste desso in una tavola di legno
Qualunque fosse il raffreddamento dell ani- 1
grossa circa 7 centimetri sostenuta da tre pie-
male, non poteva adunque egli legittimamen- di, e sulla cui faccia superiore evvi praticata
te nulla concluderne contro la ammessa teo- una scana'atnra circolare, di 2 centimeiii dà
rica ;
imperocché era che 1’ assorbita
fattibile profondità e lunga altieltanlo. Codesta scana-
quantità di ossigeno fosse troppo piccola on- latura è destinata a ricevere una campana di
de esercitare una notabile influenza sulla tem- vetro e del mercurio per intercettare qualun-
peratura dell’ animale. Codesto difetto nelle que comunicazione tra 1’ atmosfera e l’aria
esperienze dell’autore inglese, sfuggito non era interna della campana. 11 diametro del circolo
a de Laplace, ed appunto dietro le sollecitazio- che circonscrive, in conseguenza quello della
ni di codesto celebre uomo mi occupai nella campana, deve essere abbastanza grande onde
mia ultima Memoria, a deteiminare le quan- possa starvi disteso un coniglio dell’ età di 1
tità di ossigeno che consumano gli animali nei a 2 mesi. Internamente a codesto circolo, vici-
diversi casi in cui si raffreddano. Infrattan- no alla circonferenza, la tavola è perforata di
to che ci davamo a siffatte indagini, 1 hil- un buco in tutta la sua grossezza, onde darvi
Jaye figlio e me, Brcdie stesso sentito aveva adito a un tubo d’argento o di latta. Siffatto
la necessità di farne di simili, e la sua se- tubo, collocalo orizzontalmente sotto la tavo-
conda Memoria ha per oggetto di paragonare la, elevasi verticalmente onde attraversare i!
le quantità di ossigeno che consumano ani- buco, e dopo aver oltrepassala la tavola di
mali della stessa specie a ugual volume, nel circa 3 centimetri, si ricurva di nuovo e ter-
caso in cui respirano in libertà, e in quello in mina con una canna orizzontale di lunghezza
cui piu non possono vivere che mediante il e grossezze convenienti onde entrare nell’a-
1

soffiamento polmonare. Ma, per conoscere le sperarteria di un giovine coniglio. All altra
quantità^ diveniva necessario praticare il sof- eslrenoilà del tubo bavyi saldato un robinelto
2 94 Bf PM Oli! E
a cui a ((accasi un altro robìnefto sul quale sta ratura alla fine nonché al principio della espe-
(issata strettissimamente una vaschetta fatta a rienza: l’uno ha formato 25,3 pollici cubici
pero ili gomma elastica. Un cuoio grosso, inter- inglesi (390, 3 i 2 centimetri cub.) di acido car-
posto fra due i robinetli alla loro riunione, pre- bonico ; ed i due altri ciascuno 28, 22 p. o„
viene qualunquecomunicazione dell’aria atmo- ( 440, 937
centimet. cub. ) Dopo aver de- —
sferica con quella del tubo. Si comprende che terminato la quantità di acido carbonico che
premendo la vaschetta di gomma elastica, 1’ a- formano, in dato tempo, dei conigli di un vo-
ria ch’essa contiene esce per la canna che ter- lume noto, prese due rie altri ai quali tagliò
mina l’altra estremità del tubo nell’interno del- la midolla spinale all’ occipite e per annul- ;

la campana, e che cessando la pressione, l’aria lare ancor più compiutamente qualunque azio-
della campana rientra nella vaschetta per via di ne del cervello sul tronco, tagliò ad uno di
questa stessa canna. Si può servirsi adunque di codesti conigli tutti i vasi, e tutti i nervi dei
siffatta vaschetta come di un mantice, o come collo, dopo aver fatto ai vasi le allacciature
di una sciringa per praticare il soffiamento pol- convenienti poi lo collocò sotto la campana
monare in vasi chiusi. —- Ma si concepisce del
;

del suo apparato, e lo intrattenne in vita col


pari che se tubo non comunicasse con tutto il
il soffiamento polmonare. L’ altro, senza essere
diametro nell’ asperarteria di un animale, non soffiato , fu semplicemente posto sotto una
vi avrebbe altra aria impiegata alla respirazione campana simile alla prima, dove spirò. Questo
artifrziale oltre quella contenuta nel tuboe nel- ultimo era destinato a far conoscere ciò che
la vaschetta di gomma elastica e, a meno chè divenga, in capo a dato tempo, la temperatura
;

questa non fosse molto voluminosa codesta ,


di un animale morto, comparativamente a quel-
aria sarebbe prestamente viziata, e diverrebbe la dell’animale che mantiensi vivo mediante la
inetta alla respirazione prima che la esperien- respirazione artificiale. All’ istante in cui que-
za tosse continuata tanto d’abbassare di qual- sti due conigli erano stati messi sotto la cam-
che grado la temperatura dell’ animale. Con- pana, la loro temperatura presa nel retto era
venne adunque trovare un mezzo per rinnova- 0 Farenheit.
la medesima a 97 gr. 39 1 1 c.
) (

re 1’ aria della vaschetta a spese di quella della In capo a mezz’ora, il coniglio vivente aveva
campana ad ogni soffiamento, vale dire ogni formato 2, 02 p. cub. di acido carbonico, vale
volta che comprimerebbesi la vaschetta ecco ;
a dire circa un quarto di meno che fatto non
a quanto pervenne Brodie in modo semplicis- avesse colla respirazione naturale, e la sua tem-
simo ;
gli bastò a tal uopo praticare un foro peratura era a 90 gr.; quella del coniglio mor-
al tubo nell’interno della campana fra la tavo- to era a 91 32 77 cent. ).
( ,

la e l’aggiunta, e dare a tal foro un diametro Fece Brodie tre altre simili esperienze ;

alquanto minore di quello dell’aggiunta. AD soltanto anziché tagliare la midolla spinale dei
lorquando si comprime la vaschetta di gomma conigli, inoculò loro un veleno che stimò aver
elastica* l’aria tende ad escire ad un tempo la proprietà di sospendere le funzioni cerehi a -
per l’aggiunta e pel foro laterale, e se l’ag- li, guisa che gli animali che ne sperimen-
in
giunta sia introdotta nella trachea di un’ ani- tano la influenza non possono continuare a
male, la resistenza che quest’aria deve vin- vivere ohe mediante il soffiamento polmona-
cere per gonfiare i polmoni dell’animale, fa re. — Ne inoculò dapprima due col woovara.
sì che la maggior parte esce pel buco laterale, Allorché temperatura
la dell’ uno e dell’ altro
in conseguenza, allorquando cessasi la com- fu a 90 gr. F. 32 gr. 1 ) ,
(
ne pose 1 centigr.
pressione della vaschetta, e riprende il primo uno sotto la apparalo, ed il
campana del suo
volume, vi rientra pel buco laterale una quan- soffiò l’ altro
;
venne lasciato sotto un’altra
tità di aria eguale a quella già uscita. Per tal campana, in cui morì in capo a trenta minu- :

guisa, ad ogni soffiamento, l’aria della vaschet- ti, il coniglio soffiato aveva formato 25 55 ,

ta riesce in parte rinnovata a scapito di quella pollici cubici inglesi (399, 218 c. cub.) di acido
della campana, e nello stesso tempo, se si com- carbonico, e la temperatura era «91 gr. F. (32
prime la vaschetta con certa vivacità, ne entra gr. 77 quella del coniglio morto non era
c. ),

nel pello dell’animale abbastanza per una re- che a 92 gr. F. (33 gr. 33 e. ) Due altri co- —
spirazione ordinaria. nigli inoculati col medesimo veleno, ed espe-
E
questo 1’ apparalo ingegnosissimo im- rimentati nel modo stesso, diedero un resul-
maginalo da Brodie, per praticare il soffia- tato eguale. La loro temperatura, al momento
mento polmonare nei vasi chiusi. Ecco qual della introduzione sotto la campana, era a 97
sia 1 uso che egli ne fece.

Eseguì le sue e- — gr. F. (36 gr. 1 1 c. ) Scorsi 35 minuti, quello
sperienze sui conigli, quali erano tutti a un i eh era stato intrattenuto vivente, aveva for-
1

dispresso stello slesso volume e del peso di mato 3 r, 75 p. c. ( 4 s 5 5 centiro. c.) di acido ,

circa 7&o grammi. Ne fece dapprima respirare carbonico; la sua temperatura era circa a 99
tre nello stato naturale, ponendoli, per mezza gr. ( 32 gr., 16), e quella del coniglio morto
ora ciascuno sotto la campana del suo appa- presso a poco a 90 gr. 5 F. (32 gr. 5 o c. ). — ,

ralo. Godesti animali avevano la stessa tempe- Finalmente in un’ ultima esperienza, Brodie
SU L CALORE ANIMALE 2q5
ha inoculato mi coniglio coll’olio essenziale di ad esaminare gli specchi annessi all’ ultima
mandorle amare. L azione di tale veleno era
1
Memoria che ebbi 1 onore di presentare alla

minore di quella del avo o vara, e quindi 1’ ani- classe, e quelli thè a questa aggiungo. Per —
male poco tardò a fare delle ispirazioni na- tal guisa, potrebbe darsi che due animali di
turali ;
nulladimeuo, fi autore soffiò per tre eg ual volume, di cui l’uno respirasse libera-
minuti sotto l’apparato. Spirato tal termine, mente, e 1’ altro solamente mediante il soffia-
1 animale , che respirava ancora spontanea- mento polmonare, formassero ambidne egual
mente volte per minuto, formalo aveva po- copia di acido carbonico, senza poterne con-
co più di 2H p. c. 44° cent ira c. ed ‘alcuni
( ehiudere, in modo assoluto, che le quantità di
cenlim. ), e la temperatura di 96 gr. F. 35 (
acido carbonico formato con una libera respi-
gt'., 55 c. in cui Irovavasi al cominciamento, lazione ed una respirazione artificiale, fossero
)

era disceso a 90 gr. F. 32 gr., 3 ). (


Code- 1
— le stesse,perciocché è verisimilissimo che l’a-
ste sono le nuove esperienze fatte da Brodie ,
nimale soifiato ne avrebbe formato mollo più,
per comprovare ohe un animale che s’intrat- se, del pari dell’ altro, potuto avesse respi-
tiene vivente, e di cui il cervello più non eser- rare naturalmente. —
Ci parve dunque più
cita lesue funzioni, forma tanto acido carboni- esatto lo stabilire siffatto paragone sullo stes-
co come se respirasse in libertà, e nulladiineno so animale ogni esperienza per la qual co-
in
;

si raffredda come se fosse morto. Uopo è pe- sa, dopo avere avverato, in una prima prova,
rò osservare che dei quattro animali sui quali la quantità di ossigeno che consuma un ani-
praticò egli il soffiamento polmonare, il primo male, e quella di acido carbonico che forma ,
formato aveva meno acido carbonico che al- f abbiamo messo fuori di stalo di respirare di
cuno dei tre che avevano respirato natural- per sé colla incisione all’occipite della spinai
mente sotto l’apparato, per termine di com- midolla ; e in parecchi casi, colla distruzione
parazione, e quarto, quello che fu inoculalo
il del cervello, mezzo che ci parve molto più si-
coll’ olio essenziale di mandorle amare, aven- curo dell’ inoculazione con il vvoovara. Indi,
do fatte, pochi minuti dopo la inoculazione, abbiamo riposto lo stesso animale nel apparec-
e dopo pure esperienza, spontanee inspira-
1’ chio medesimo, in cui 1’ avevamo fatto vivere
zioni, non si può già dire che le funzioni cere- mercé il soffiamento polmonare. Al fine del-
brali fossero intieramente in esso sospese, ne, l’esperienza, abbiamo determinalo le quanti-
in conseguenza, che il raffreddamento che ave- tà di ossigeno e di acido carbonico che si tro-
va provalo fosse dovuto a questa sospensione. vavano sotto la campana. Questa seconda pro-
1

f) altronde, il medesimo coniglio essendo sta- va fn latta d’altronde nelle medesime circo-
to di nuovo soffiato per uua mezz’ora, due stanze, appuntino, «Iella prima, e per 1’ ordi-
ore venti minuti dopo la inoculazione, ed era nario una mezz’ora soltanto dopo di essa. 2 0
vissuto durante tutto questo tempo colle sue Brodie ha supposto, nelle sue esperienze, che
proprie forze, s’ era raffreddalo di più in più, il gas ossigeno che consuma un animale sia
e non aveva formato che i 3 p. c. 2o3, 12 (
esattamente figuralo dall’ acido carbonico che
centimet. c. ) di acido carbonico vale a dire, forma ma ciò non accade mai, almeno allor-
;

un po’ meno della metà di ciò che formato ne ché l’animale respiri fra vasi chiusi. In que-
aveva la prima volta Delle esperienze delfiau- st’ ultimo caso, la quantità «li acido carbonico

tore non ve n’hanno adunque che due, quelle, formata risulta sempre inferiore a quella dei-
cioè, state fatte col woovara, che sembrano ap- fi ossigeno che scomparve; e ci sembrò non
poggiare favorevolmente la sua opinione; inol- fosse la differenza sempre la stessa in circo-
tre non offrono esse la precisione necessaria stanze d’ altronde presso poco simili. Inoltre
a
per condurre a rigorose conseguenze. ci sembrò che la determinazione della propor-
Ripetendo codeste esperienze, ci siamo zione di acido carbonico andasse soggetta a
applicali *d allontanarne le circostanze che maggior incertezza di quella del gas ossigeno.
ci parvero dover far peccare resultali dii Due analisi consecutive «Iella stessa
mostra di
qualche inesattezza. principali sono, .° che
I 1 aria possono dare, per risguardo all’acido car-
Brodie non servissi già delio stesso animale per bonico, una differenza ebe va talvolta fino ai
paragonare le quantità di acido carbonico for- 2 centesimi allorché si operi
sull’acqua; e«I
mate da uua respirazione naturale e durante il operando pure sul mercurio colla potassa cau-
soffiamento polmonare; prese egli soltanto la stica si può ancora rinvenire certa differenza,
precauzione di scegliere a un dipresso dello se non abbiasi molta cura prima d’ incomin-
stesso volume quelli che lasciava respirare in ciare fi analisi di lavar bene la staza. Rintrac-
libertà, e quelli che sottoponeva al soffiamen- ciando al contrario la proporzione dell’ ossi-
to polmonare. Ma le quantità «li ossigeno che geno, ben d rado la differenza dell’analisi
assorbono, e di acido carbonico che formano, sorpassa alcune frazioni di centesimo. 3 .° Fi-
in tempi eguali, animali di simile specie e di nalmente, l’autore inglese non analizzò che l’a-
«goal volume, differiscono talvolta assai nota- ria contenuta nella vaschetta di gomma elastica,

bilmente, come si può assicurarsene, facendosi e noi abbiamo rinvenuto talvolta che la pro-
296 MEMORI It

porzione, tanto di ossigeno come di aria car- analisi durava incirca un'altra mezz’ ora, stan-
bonica, non risultava già precisamente eguale do il coniglio libero. In
seguito incomincia-
nella campana come nella vaschetta. Affine di vamo la seconda prova per prendere la tem-
evitare codeste diverse cause di abbaglio, ci peratura dello stesso animale ; quindi gli ta-
siamo applicati a determinare, la proporzione gliavamo la spinai midolla nell’occipite; indi
de! gas ossigeno analizzando separatamente, al praticavamo il soffiamento polmonare per uno
line di o«rni esperienza, 1’ aria della campana o due minuti, in capo a cui lo interrompeva-
e quella della vaschetta. 4-° L’ autore inglese mo per distruggere il cervello mediante uno
prende la temperatura degli animali introdu- stiletto introdotto nel cranio per via del foro
cendo nel loro serbatoio del termo-
retto il occipitale; in seguito riprendevamo il soffia-
metro, però conviene egli stesso che si potreb- mento onde assicurarci se l’ animale era vivo,
be cadere in errore, non ponendo cura, ad e per rianimarlo appieno prima di rinchiu-
ogni esperienza, di spingere il termometro con derlo nell’ apparecchio. Scorreva in tal modo
tutta esattezza alla medesimi profondità per- circa quattro minuti dal momento in cui ave-
ciocché le parti di un animale si raffreddano vamo avverato la temperatura dell’ animale
tanto più lentamente quanto più profonda- fino a quello in cui lo riponevamo nell’ appa-
mente situate si trovano. Tuttavia, malgrado recchio onde continuarvi il soffiamento. (Nel-
siffatta precauzione, simile processo ci parve 1’ alto che l’uno di noi impiegavasi a tale o-
più impacciatile e meno sicuro di quello da perazione, l’altro prendeva un altro coniglio
1
noi seguito, che consiste nell introdurre, per simile al primo, e il più delle volte dalla stes-
pigliare la temperatura, la palla del termome- sa portata, ma sempre un po’più vigoroso, as-
tro tra T omoplata e le coste, per via dì una sicurandoci «li ciò pesandoli nella bilancia ei
;

piccola apertura praticata nella pelle. 5.° Da faceva quindi su tale coniglio le medesime ope-
ultimo, onde paragonare il ratfreddamento razioni che avevamo eseguite »el primo per
1
dell animale morto con quello dell’animale la seconda prova, tranne che non soffiava aria

intrattenuto in vita mercè il soffit mento pol- nei suoi polmoni. Per tal guisa prendeva dap-
monare, Brodie acconlentossi abbandonare prima la temperatura nel modo stesso e col
l’animale morto sur una tavola, e di ricoprir- medesimo termometro tagliava'quindi la mi-
;

lo con una campana di vetro simile a quella dolla all’ occipite, poi distruggeva il cervello.
sotto cui era stato messo l’animale ch’egli sof- Non essendo P animale soffiato poco tardava a
fiava. Masi comprende come un animale sof- morire; finalmente quattro minuti dopo che
fiato, dovendo riscaldare tutta la massa d’aria la temperatura era stata presa veniva messo
che si fa passare nei suoi polmoni, debba in un codesto animale sotto un’ altra campana sulla
«lato tempo perdere più di calorico e raffred- stessa tavola vi rimaneva mezz’ ora, in capo a
;

darsi maggiormente «li quello che non fu espo- cui lo si ritirava; e prendevasi di nuovo la sua
sto a eodesfa causa raffreddamento. Abbia-
«li temperatura. Altre volle, volendo conoscere
mo adunque iti varie esperienze soffitto 1’ ani- qual sarebbe l’effetto del soffiamento polmo-
male morto, allo stesso modo e col medesimo nare sul raffreddamento dell’ animale morto,
apparato di qaello che era intrattenuto in vi- anziché porlo semplicemente sotto jJtT altra
1
ta ;e, come l’ avevamo preveduto, codesta campana, lo mettevamo sotto quella dell ap-
differenza ne! modo di operazione ne produs- parecchio di Brodie, e lo soffiavamo per mez-
se un’ altra nella temperatura. z’ ora. Ma si comprende che il soffiamento
Sono queste ìe modificazioni
principali polmonare avrebbe intrattenuto questo coni-
che abbiamo creduto dover apportare al pro- glio in vita, se ci fossimo limitati a tagliargli
cesso di Brodie. Abbiamo fatto nove esperien- la spinai midolla all’ occipite, ed anco di di-
ze i cui resultati si osservano nel qui ’unito struggergli il cervello il che sarebbe stato
;

specchio. Ogni esperienza comprende parec- contrario all’oggetto che ci proponevamo; ma


chie prove, che vennero tutte eseguite nello io feci altrove vedere Esperienze sul princi-
stesso giorno e quasi ad un’ ora. Abbiamo — (

pio della vita) che per ammazzare «lessamen-


anctie in queste scelto i conigli. Le nostre in- te un animale, bastava distruggere soltanto un
dagini miravano ad un duplice oggetto, vo- tratto di midolla spinale sufficiente per arre-
levamo cioè conoscere dapprima la quantità stare la circolazione. Per tal guisa, invece di
di ossigeno assorbita da un animale mercè la distruggere il cervello all’animale che desti-
naturale respirazione e quella artificiale, fu navamo per siffatto genere «li esperienze, di-
secondo luogo dovevamo in quest’ ultimo
,
struggevamo la porzione cervicale della spinai
caso paragonare temperatura a ciò che essa
la midolla sopravviveva a codesta operazione
:

è dopo la morte in un annuale della stessa spe- soltanto il tempo che viver poteva senza circo»
cie. Per la qual cosa, dopo aver lasciato un lezione, circa un minuto, senza che il soffia-
coniglio respirare naturalmente nell’ apparec- mento polmonare fosse capace di protrarre la
chio per una mezz'ora, lo ritiravamo per ana- sua esistenza. Talvolta facevamo codeste tre
lizzare 1’ aria che aveva impiegata siffatta ;
esperienze nel tempo stesso voglio dire eh*
;
$l!L CALORI* ANIMALE
297
intrattenevamo un coniglio in vita mercè del mente Paria della vescica e quella della vaschet-
soffiamento polmonare, mentre un altro veni- ta, e prendevamo la somma di queste due a-
va abbandonato morto sotto una campana, ed nalisi per la quantità totale di ossigeno ch’era
un terzo, tolto di vita colla distruzione della scomparso. Avevamo stazzato con acqua tutta
midolla cervicale, era soffiato. La durala della la capacità che conteneva la campana, e allor-
esperienza per ogni animale risultava di mez- ché trovavasi applicata sul mercurio dell’ap-
1
z ora, non compresi i quattro minuti che tra- parecchio avevamo stazzato del pari quella
scorrevano fra il momento in cui la tempera- della vaschetta di gomma elastica: codeste due
tura era presa dapprima e quello in cui lo si capacità insieme erano di 8 o 58 centim. cubici»
metteva sotto la campana. Spirato questo ter- Bastava adunque moltiplicare questo numero
mine, se trattavasi deil’anirqal vivo, chiudeva- per la somma data in ciascun caso, mediante
mo robinelto della vaschetta di gomma ela-
il l'analisi eudioraetrica, onde ottenere, in cen-
stica, dopo averla vuotata
e riempita, a più ri- timetri cubici, le quantità di ossigeno assorbi-
1
prese consecutive, dell aria della campana; e to. Le quali qualità stanno esposte nello spec-
facevamo passar dell’aria di questa stessa cam- chio. — I due principali resultati presentati
pana, in una vescica fissata alla sua cima, gon- da questo specchio sono i.° che in tutti i ca-
:

fiando con un mantice un’ altra vescica conte- si senza eccezione, respirando naturalmente
nula nell’interno dell’apparecchio, e così dimi- ha consumato più ossigeno che lo stesso ani-
nuendo la sua capacità. Dopo di che ritiravamo male cui cervello era stato distrutto, e non
il

l’animale per prendere la sua temperatura. Co- respirava se non mercè il soffiamento pol-
desta operazione era l’unica a farsi per quelli monare. La maggior differenza fu di
già morti; in un caso, nulladimeno, abbiamo c. cub. (esper. 6 la più piccola di 34. 63
e >
),
preso nella cam pana in cui era stato soffiato (idem); nel primo caso, l’animale soffiato
un animale, delle mostre di aria per analiz- aveva avuto la midolla cervicale distrutta; 2. 0
zarla. che il raffreddamento che prova l’animale te-
Prendendo
la temperatura sotto {’ascella, nuto in vita con tale procedura, è costante-
mediante una piccola apertura fatta nella pel- mente minore di quello dell’ animale morto,
«e. abbiamo evitato l’errore di cui il metodo quantunque quest'ultimo fosse sempre o pres-
di Brodie può essere la causa, secondo la con- soché sempre, più voluminoso dei vivo, e per
fessione dello stesso autore, e che offre d’al- conseguenza, abbia dovuto raffreddarsi meno
tronde l’inconveniente di dare sempre una tem- in un dato tempo. (Ciò risulta dalle esperien-
peratura più bassa di quello che non lo è pel ze della prima Memoria.) La più grande dif-
tatto,quella degli animali decapitali, impe- ferenza insorse sempre allorché 3 animale mor-
rocché trovandosi la circolazione sempre più to era stato soffiato nel modo di quello vivo :

0 meno indebolita negli animali che si tengo- resultò dessa una volta in quest ultimo caso
no in vita col soffiamento polmonare, lo è di quasi 2 gr. ~
la più legger» differenza in
;
dessa maggiormente nelle parli che sono più Ire esperienze fu di circa 1 gr. e r% Però biso- .

lontane dal cuore, e quindi la temperatura vi gna osservare non ottenersi codesto resultato se
fi sostiene meno che in quelle che ne sono più non paragonando la temperatura tra animali
vicine. —
Brodie prendeva la temperatura im- sperimentati lo stesso giorno e in pari circo-
mediatamente prima di collocare gli animali stanze. Se si paragonasse la temperatura di un
s.otfo la campanaabbiamo presa sem-
: noi 1’
animale morto con quella di un animale al-
pre quattro minuti più presto. Siccome è ne- l’ incirca del medesimo volume, intrattenuto
cessario di prenderla anticipatamente negli vivo, un altro giorno potrebbesi trovare es-
animali che intratfengonsi viventi, a causa del- sersi dessi raffreddati in pari
quantità, senza
le difficoltà che incontrerebbonsi a farla con poter nulla conchiudere per rispetto alla que-
esattezza durante i! soffiamento, abbiamo do- stione in discorso, perciocché ad eguale tem-
vuto agire egualmente in tutti i casi, Ho — » peratura dell’aria, il raffreddamento può ri-
detto più sopra che eravamo singolarmente sultare più pronto, e in conseguenza maggio-
applicati a deter minare le quantità di ossige- re, secondo diversi stati di questo fluido.
i

no assorbito al che pieseiinnio facendo deto-


; Avvegnaché codesti fatti siano contrari a
nare l’aria deiia campana nell’eudiometro dì quelli ottenuti da Brodie, nulla puossi con-
Volta, con gas idrogeno preparato coll’ azione chiudere contro la opinione di questo autore.
dell’acido muriatico sul lo zinco. Risovvengasl Trattasi di sapere, in primo luego, se il calore
come 1’ assorbimento non risultasse sempre lo che conserva, al di sopra deli
1

animale morto,
stesso nella vaschetta di gomma elastica e nella 1’ animale intrattenuto in vita, può essere in-
vescica fissata sulla cima della campana. (Ri- terpretalo dalla qqanfila di ossigeno che as-
maneva sempre un po’ meno
ossigeno, e in
di sorbe durante il soffiamento, e in conseguen-
conseguenza n’era scomparso un po’ più nel- za, se gradi di raffreddamento che prova so-
i

i’aria della vaschetta che in quella della vescica.) no in relazione con ciò che consuma in meno
la ciascuna esperienza, analizzavamo separata- di ossigeno, da ciò che avrebbe consumato
Encicl. Med. 4.* 38
Memorie

con una respirazione naturale. Ora, riesce age- anche allorquando si raffreddasse come se fos-
vole vedere che siffatti compensi non si ef- se morto, come Brodie pretende averlo osser-
fettuano. Dififatti, un coniglio di eguaj volqme vato, non perciò non s'inferirebbe che questo
di quello che abbiamo sottoposto «He nostre animale non formi più calore. Imperocché, a
esperienze consuma in mezz’ ora circa 200
, qualunque grado che un animale vivente si
cenlimptri cubici di ossigeno., e conserva la raffreddi, prima di concluderne che non for-
sua temperatura Un coniglio delio stesso vo-
: ma più calore, uopo è assicurarsi se non espe-
lume nella prima mezz’ ora dopo la sua mor- raentila influenza di qualche circostanza che

te perde circa c. Ragionando dietro 1 am-


/j. ’ gliene faccia perdere molto più di quello che
messa teorica, questi l\ c. gli sarebbero stati esso ne forma. Ora, ciò appunto avviene in
rimessi con 200 c. cubici dj ossigeno: l’anima- tutte le esperienze di cui si tratta. Diffatti, ogni
le le cui funzioni cerebrali si trovano annien- qualvolta un animale vien assoggettato al sof-
tate, e solo seguita a vivere mediante il soffia- fiamento polmonare , codesta Operazione gli
mento polmonare, non conserva che circa 1 cagiona maggior perdita di calorico di quello
gr. di temperatura al disopra dell'animale che non ne acquisti. — Questo semplice ra-
morto, vale a dire, che il raffreddameli to che gionamento indica che la respirazione deve far
sperimenta è all’ incirca ~ di quello di esso
i perdere del calorico all’animale, e dev’ essa ,
animale, nè dovrebbe consumare che -3 di aoo dico, fargliene perdere tutta la quantità neces-
centimetri cubici di ossigeno, o 5o centim.; in saria per elevare la temperatura dell’aria che
vece di ciò esso ne consuma circa i5o centi- essa impiega, dal grado che aveva siffatt’ aria
metri cubici. —I risultamenti delle nostre al momento della espirazione, a quello eh’ es-
esperienze, quantunque opposti a quelli di sa ha all’ istante della inspirazione. Nella re-
Brodie, ei conducono quindi ad una gene- spirazione naturale, allorché la temperatura
rale conclusione, presso a poco conforme a dell’ atmosfera non sia troppo bassa, la quan-
quella dell’autore inglese, cioè che U raffred-
: tità del calore formato dall’animale basta per
damento sperimentato danti animale tratte- riparare non solo codesta perdita, ma pur an-
nuto in vita mercè il soffiamento polmonare co quella che si fa per la pelle. È singolarissi-
non per nulla in rapporto colla quantità di
è mo che più non è così la cosa allorché l’ani-
os s ’geno che. consuma durante tale operazio- male respiri soltanto mediante il soffiamento
ne- >
— Ma siffatta conclusione è dessa che sov- polmonare; nel qual caso, pur quando la tem-
verte la teorica chimica dal calore animale, e peratura trovasi alquanto alta , perde sempre
puossene forse inferirne che la temperatura più di quello che non acquista. Codesto feno-
degli animali dipende in ispecie dal cervello, meno non s i effettua solamente negli animali
nè sprigionarsi minimamente calorico duran- decapitati e in quelli la cui azione del cervel-
te Tatto della respirazione nei loro polmoni, lo sul tronco venne annientata in tuti’ altro
perciocché 1’ animale il cui cervello è affatto modo ma lo si osserva similmente in quelli
;

distrutto, e che soffiasi, conserva sempre una che non soggiacquero ad alcuna simile opera-
temperatura alquanto superiore a quella del- zione, e nei quali non feeesi ohe sostituire il
1
l animale morto ? Noi noi pensiamo, i.° per- soffiamento polmonare alla naturai respirazio-
chè, come feci osservare in alcune delle espe- ne. Non havvi verun dubbio che in quest’ ul-
rienze di Brodie, avvegnaché T animale abbia timo il raffreddamento non sia dovuto sol-
ricuperato, quasi dal cominciamento le sue
,
tanto al soffiamento, anzi ne debba dipende-
funzioni cerebrali, non per questo lasciò di dere, almeno in gran parte, in tutti gli al ri l

raffreddarsi nel corso del soffiamento polmo- casi. Aveva- io osservato codesta causa di raf-
nare ; 2. 0 perchè, come feci vedere nella mia freddamento fin dalle mie prime esperienze ;

prima Memoria, se si pratichi codesta opera- ma solo in ({nelle che abbiamo fatto Thillayé
zione sur un animale perfettamente sano e e me, ne ho riconosciuto il modo di azione.
d’altronde intero, si raffredda considerabil- Ei mi sembra comprovato appieno consistere
menle, e talvolta come se fosse morto, a se- codesto modo di azione in ciò ehe 1’ ària sof-
conda che il soffiamento viene moderato. — fiata toglie mollo più calorico che l’animale
Ora, tutti codesti fatti risultano per assoluto non dovrebbe perderne per conservare la pro-
inesplicabili nella opinione dell’ autore inglese. pria temperatura. Mollissimi fatti concorrono
— E noi n»n iscorgernmo nulla nè nelle nostre a dimostrare questo effètto del soffiamento.
esperienze, i\è medesimamente in quelle di Per tal guisa, T animale morto e ehe soffiasi, si
Brodie, che pass* convalidare codesta opinio- raffredda sempre più, e talvolta assai notàbil-
ne. Biffata, perchè un animale, le cui funzio- mente, di quello che non si soffia e in quelli
;

ni cerebralitrovansi annientate, si raffredda viventi osservasi, poste d’altronde le cose ad


molto più che noi dovrebbe, posto mente al- un egual grado, che raffreddamento risulta
il

la quantità di ossigeno che consuma, non tanto più ragguardevole, quanto, in dato tem-
pe segue immediatamente che la formazione po, fu maggior il volume di aria fa t lo passa-’

celere possa dipendere dal cervello ed;


re nei polmoni.
SUL CALORE ANIMALE
*99
Conchiuder potrebbesi dà ciò, che diti benché in alcune circostanze ahe feci conosce-
gèlido i! soffiamento in modo a
non ispiugere re,consumi tanto ossigeno come se respirasse
di aria che liberamente ma, in ogui caso, abbisognano
nei polmoni che la stessa quantità ;

naturale, piu inspirazioni ben più maggiori di quello che in


entro vi farebbe una respirazione
non dovrebbe esservi raffreddamento ; il ere una respirazione naturale, e fa per conseguen-
appunto mi provai di ollenere variando, per za entrare assai più aria nei suoi polmoni.

quanto potei, le quantità di aria soffiata, sen- Aveva io sulle prime attribuito il suo raffred-
1
rnento a ciò che gli sforzi continui eh esso
za però riescirvi. Mi pare che questo di
etto

di buona riuscita attengasi alla diffidenza


c e emetteva per ampliare le sue inspirazioni, fati-
esiste tra la quantità di aria che viene spinta nogli perdere più copia di calori. di quello
,

nei polmoni mediante il soffiamento polmona- che non farebbe nel corso di una re razione
respirazione libera e tranquilla codesta causa mi pare sem-
re, e quella che vi penetra colla
:

naturale. Nella respirazione naturale,


1 anima- pre realissima; imperocché, se un animale vie-
le stesso fa il vuoto nel suo petto
abbassando ne assai esercitato, e faccia grandi sforzi, deve
coste; 1 aria perdere in dato tempo più calorico che s 1 essa
il suo diaframma, e movendo le

non fa che penetrare in questo vuoto col suo fosse tranquillo ma essendo la respirazione
;

a libera ed accelerandosi, come avviene sempre


proprio peso. Nel soffiamento polmonare,
contrario, l aria stessa che soffiasi nel
1 petto, in ragione di questi sforzi, consumerà mol-

deve, entrandovi, abbassare il diaframma


e to più ossigeno e conserverà la sua tempe-

sollevare le coste, e in conseguenza codesta ratura- Ma se codesto accompa-


esercizio va

aria vien sempre comprèsa , e quanto


piu gnato da una molestia nella respirazione, nè
l’abbassamento del diaframma e il solleva- l animale pervenga a consumare se non la
1

mento delle coste gli oppongono maggiore stessa quantità di ossigeno o a un dipresso
resistenza. Ne segue da ciò che, sotto egua- come se fosse desso tranquillo, allora codesta
le volume, la quantità di aria soffiata è sem- perdita di calorico che prova F animale non
può più essere compensata con una sufficiente
pre maggiore di quella dell aria ispirata ebe
se si soffi soltanto una quantità di aria eguale
;

consumazione di ossigeno. —
1. aonde ogni
qual volta un animale si raffreddi ai di là di
a quella di una ispirazione naturale, si trova
ciò che indica la ammessa teorica, secondo la
ridotta, colla compressione, a troppo piccolo
volume per dilatare convenientemente pol- i quantità di ossigeno che in respirando consu-
moni penetrare fino nelle vescichette pol-
a
ma, o naturalmente o artificialmente, òche
monari, e 1’ animale perisce asfittico, li raff red- trovasi desso nel tempo stesso in circostanze
olente occasionato col soffiamento polmonare che gli cagionano maggior perdila di calorico
dipende adunque principalmente dalla grande di quello che non ispri "ioni di ossigeno. Le

quantità di aria che questa ispirazione fa pas- principali di siffatte circostanze sono una au-
sare pei polmoni, e che vi si scalda a scapito del- mentata traspirazione allorché Laniniale è co-
1’ animale. -

Si concepisce che simile effetto stretto a fare sforzi continui per respirare, e
inspirazioni, le quali tol-
deve accadere anche nella respirazione natu- la grandezza delle
all animale, in quan-
1

rale,ogni qualvolta codesti moviménti siano gono tanto più calorico

aggranditi a segno che siffatto volume dell a- to che la quantità dell’aria inspirata è mag-

ria ispirata sorpassa notabilmente quello di giore iu dato tempo, e più bassa la sua tem-
una respirazione naturale. Allorché, per qua- peratura. Risulta, dalla seconda Memoria, che
lunque siasi causa, la respirazione di un ani- la quantità di ossigeno non riesce punto va-

male sperimenti certo grado di molestia, 1 a- riabile, come ebbesi ad affermare.

nimale si raffredda sempre più o meno, ab-


IL SANGUE È FORSE IDENTICO
I N

Turn I VASI GIF ESSO DISCORRE ?

AVVERTI MENTO

lì quesito eh io mi propongo di ri- di questa dissertazione che dietro i medesimi


solvere, mi condusse a discuterne molti altri. fatti sui quali le appoggiano i loro partigiani.
Pressoché ovunque il resultato di tale discus- Quegli che applieherebbesi a valutare giusta-
sione consistette nei confutare opinioni assai mente i principali fatti sui quali fondansi tut-
diffu se ed attenenti ai principali punti della te le opinioni erronee che riscontransi in una
fisiologia. Non ignoro già che codeste opinio- scienza, ed a rintracciare il legame che trova-
ni furono introdotte nella scienza da uomini si tra codesti fatti ed opinioni, farebbe per
di molta fama, dei quali ammiro e venero i questa scienza assai più di quello che oecupe-
talenti e la stessa persona. Ma parrai che in fi- rebbesi soltanto a impinguarla di nuovi fatti

siologia e così pure nelle scienze fìsiche in ge- incoerenti e non bene valutati. È certo alme-
nerale, V autorità di un nome, quantunque no che per tal guisa tolto in parte i! buio da
grande possa essere, altro dover non imponga cui era avvolta questa scienza, si distinguereb-
che quello di non rigettare se non dopo ma- be meglio il cammino a doversi seguire onde
turo esame i fatti e le opinioni eh’ essa copre ulteriormente avanzarsi.
del suo potere. Rinverrassi in ispezieltà nei corollari il

Per confutare una opinione, bastaci spes- primo abbozzo di una patologia, o, per espri-
so opporvi alcune esperienze ,
alcuni nuovi mermi in termini più generali, di una eziolo-
falliche sembrano contraddirla. Ma siccome gia umorale allatto nuova. Ma onde perfezio-
torna malagevole cogliere tutte le parti di nare codesto abbozzo colla maggior possibile
valutare tutte le circostanze di un ordine di riuscita, sarebbe d’ uopo che la chimica fosse
fatti sì complicali quanto quelli dell’econo- in istato di risolvere il problema da me accam-
mia animale, può avvenire ed avviene fre- pato nel terzo paragrafo dei corollari.
quentemente che codesti fatti ,
in ispecie Io m’attenni al metodo adoperato dai
quando sono recenti e non per anco resi geometri. A ceri’ epoca in fisiologia facevasi
maturi dal tempo, scuotine senza ragione ,
moltissimo uso dei loro calcoli; però senza ri-

ed i partigiani della opinione attaccata trovi- trarne un certo frutto, ed a me sembra che
no il mezzo di appropriarseli al loro modo. tornerebbe più profittevole servirsi del lo -

Mi parve più rigoroso di non esaminare le o- ro metodo apportandovi tuttavolta la modifi-


pinioni che sonosi presentate a me nel corso cazione che vuole la diversità del soggetto. In
AVVERTIMENTO 3oi

geometria, quando dimostrossi una proposi- zioni che riscontrasi avere colle diverse fun-
zione, e se ne dedusse un corollario, è questo zioni ed i vari fenomeni delfeconomia viven-
corollario con ciò stesso dimostrato, nè vi ha te, indi a verificare ogni singolo corollario me-
d' uopo di altra prova. Ond’ è che quando il diante l’esame di tutti i fatti che lo concerno-
geometra fece vedere esser sempre possibile di no, per considerarlo a suo tempo dopo code-
far passare una circonferenza di cerchio per sta verificazione quale proposizione fondamen-
via di tre punti che non istanno in retta linea, tale da cui poter trarne nuovi corollari ;
e
ne conchiude egli che puossi sempre inscrive- quindi di seguito procedendo sempre di con-
re in un circolo un dato triangolo ;
e da code- seguenza in conseguenza, e ili verificando ma-
sto corollario ne deduce immediatamente di no a mano ogni conseguenza col riavvieina-
inuovi come da una proposizione dimostrata. mento e l'esame dei fatti. In questa Disserta-
Ma in fisiologia arrisehierebbesi frequente- zione non verificai in tal modo che i corolla-
mente di cadere in abbaglio attenendosi con ri relativi alla ernalosi ;
ritornerò poi ad altro
tutto rigorea siffatto metodo; dapprima per- tempo sugli altri. Dopo avere con siffatto me-
ciocché una proposizione di fisiologia, per todo spinto un primo fatto generale quanto
quanto bene essa sembri provata, non risulta da lungi può mai giungere, si potrebbe suc-
mai dimostrata come una proposizione geo- cessivamente comprovare e seguire del pari
metrica ;
in secondo luogo, perchè essendo i ciascuno degli altri fatti più generali della vi-
corollari dedotti dalla prima di un ordine più vente economia.
complicato di quelli dedotti dalla seconda, la Oltre il vantaggio che avrebbesi con que-
evidenza non ci accompagna allo stesso seguo sto metodo di porsi sulla via dei fatti e delle

nella deduzione degli uni come in quella de- indagini per mezzo del ragionamento, e di

gli altri, ed altresì i primi potrebbero talvolta confermare in seguito il ragionamento coi fat-

esser falsi, ammesso pure che la proposizione ti e le indagini, goderebbesi pur quello di for-
d'onde si avessero dedotti fosse veritiera. Il mare con esso un corpo di dottrina perfetta-
metodo geometrico non può adunque essere mente collegato e scevro dalle contraddizioni

applicato alla fisiologia che mercè di un cor- che sì spesso riscontratisi nei libri di fisiologia,

rettivo che riscontrasi affatto naturalmente nei quali non è già raro che si affermi dai
nei confronto dei latti con ogni corollario. lina funzione cose incompatibili con quanto si

Non v'ha luogo al minimo dubbio intorno al- disse precedentemente di tale altra, e si attri-

lei verità di un corollario, quando, mediante buisca ad uno stesso organo duo funzioni che

tale confronto, rinviensi essere desso precisa- mutuamente si escludano. E' manifesto ezian-
mente la espressione generale ui tutti i fatti dio che ogni nuovo corollario rinverrebbesi
che vi si riferiscono. E' questo il cammino da confermalo a suo tempo dai fatti, conferme-
me seguito, il quale consiste in iscegliere nel- rebbe nello stesso modo tutte le anteriori pro-
1’ animale economia un fatto comunissimo, il posizioni, in seguito alle quali sarebbe esso
meno complicalo che sia possibile, e ad avve- stato dedotto, e per tal guisa 1’ edifizio acqui-

rarlo appieno, onde poi dedurne tutte le con- sterebbe di più in più, solidità mano a ma-
seguenze alle quali possono condurre le rela- no che più oltre si progredirebbe.
3 02 MEMORIA
sai malagevole discernere ciò che dipende
dall’uno dei due centri, da quello che appar-
articolo i. —
dei FATTI GENERALI consìde rati tiene all’ altro ma quando si sapesse a cui
;

COME CAUSA DEI RATTI PARTICOLARI. deidue appartenga specialmente un tal fatto
generale della economia, tutti i fenomeni nei
quali questo fatto sarebbe preso per una delle
Gli antichi riguardavano il corpo deU’uo- cause, non ne resterebbero meno inesplicati
rao come un piccolo mondo, e il chiamavano sì a lungo quanto l’ azione necessariamente
in conseguenza microcosmo. Codesta denomi- concomitante dell’ altro centro risulterebbe
nazione, fondita soltanto sopra idee singolari indeterminata. —
Nulludimeno, non puossi
o puerili, può offrire al fisiologo un senso af- già conchiudere da ciò che la conoscenza dei
fatto veritiero. Diffatti, il corpo umano è per fatti dipendenti, soltanto da uno dei centri*
esso un piccolo mondo, vale a dire un insie- sia inutile, infruttuosa. Imperocché , malgra-
me, un sistema di corpi perfettamente coor- do non ne possa condurre immediatamente a
dinati, e di cui tutti fenomeni stanno in una
i quella dei fatti dipendenti dall’ altro centro,
mutua dipendenza. Se quindi i! principale og- a motivo della differenza assoluta che regna
getto del fisico, nelle
sue indagini, consiste in tra questi due ordini di fatti, può contribuire
osservare fenomeni che gli presenta ì insie-
i
1
possentemente a metterla in evidenza per
me dei corpi eHe compongono il globo o il via di esclusione, di eliminazione, e semplifi-
gran mondo, e di determinare i rapporti che candone di più in più il problema. In secon-
collegano in fra essi tutti codesti fenomeni ,
do luogo, quando pure una causa conosciuta
per assoluto questo medesimo oggetto si pro- come concorrente alla produzione di un fe-
pone il corpo umano. In
fisiologo studiando il nomeno, non basta sola per
darcene la spie-
fisica non si può risalire' alle cause primiere ;
gazione piena ed intera, onde figurarcene la
si paragona soltanto fatti, e prendonsi come
i causa prossima, come dicono i medici può ,

cause ipiù generali fra essi: in guisa che si tiene essa assai bene farci capire in qnal modo le
come spiegato qualunque fenomeno che ab- variazioni che sopra vvengono in siffatto fe-
bia un rapporto appieno conosciuto con ano nomeno possono dipendere In parte da quelle
o parecchi fatti generali presi per Cause. 11 fi- a cui soggiace la causa comune. Finalmente,
siologo, che non ha certo maggiori preten- codesta cognizione gode ancora un vantaggio,
sioni del fisico alla conoscenza «Ielle cause pri- cioè che lasciandoci affatto nell’ ignoranza di
me, deve adunque com’egli atta ri-
limitarsi quello eh’ è precisamente una cosa, può spes-
cerca dei fatti più generali dell’ animale eco- so farci conoscere ciò eh’ essa non è vantag- :

nomia per dedurne la spiegazione degli altri gionon piccolo in una scienza in cui la im-
tutti. — Ora, se si funzioni
rintraccia a quali maginazione mantiene sì di frequente certe
debbano appartenere falli più generali del-
i opinioni che vi si adottano. Ammettiamo, per
l’economia, si conosce tosio-^ssere esse quel- esempio, che la identità del sangue in tutto il
le del cuore e del cervello. Siffatti due orga- sistema arterioso sia un fatto generale appie-
ni sono inverso isoli che comunichino imme- no comprovato, una legge deli’ economia vi-
diatamente con tutti gli altri, e li tengono vente. non è forse chiaro che codesto fatto
sotto la loro dipendenza. Non avvi verun or- escluderebbe di necessità qualunque spiega-
gano che non riceva vasi, veruno che sia pri- zione di una funzione nella quale ammette-
vo di nervi, ed appunto per mezzo dei nervi rebbonsi qualità particolari nel sangue arte-
e dei vasi l’infezione di una parte si comuni- rioso, che d’altronde poi non avrebbe ? E l’a-
ca ad un’altra in virtù di essi appunto tutte
;
zione del centro nervoso, per quantunque alta
le parti del corpo sono solidarie e in salute e essa sia a velare i difetti di una spiegazione ,
in malattia; sulla azione poi degli uni o de- sarebbe vanamente invocala in soccorso di
gli altririposerà sempre, in ultima analisi quest’ ultima ; imperocché qualunque siasi
tutto sistema generale di patologia sotto
il codesta azione, non può (lessa fare che ciò che t

qualunque denominazione che il si produca. In non esiste nel sangue di un organo, che ciò
una parola, il cuore e il cervello sono due cen- che non vi fu apportato, realmente vi esista.
tri ai quali lattosi riferisce, e che presedono a
tutto. Ma la ricerca dei fatti generali eh’ essi ARTICOLO IL DELLA COM POSIZIONE CHIMICA L

possono off ire riesce imbarazzante in ciò


, DEL SANGUE IDENTICA O VARIABILE NEI DI-
che essendo le funzioni del cuore e quelle VERSI VASI CONSIDERATA COME UNO DEI
,
jl

del cervello totalmente differenti, hanno nul- FATTI PIÙ GENERALI DELLA ECONOMIA ANI-
ladimeno in fra esse sì intima connessione, MALE.
che non possono esistere le mie senza le altre,
e il loro concorso diviene indispensabilmente Facendosi
a rintracciare nel sistema va-
necessario all’ esercizio di tutte le altre fun- scolare i più generali, mi sembra siano
fatti
zioni. In simile complicazione, non solo è as- quelli che concernono il movimento e la na-
SUL SANGUE 30
3
tura chimica del sangue. La considerazione del L gran tempo che
chirurghi sapevano distin- i

movimento del sangue, in quantochè dev’essere guer, mercè 'del colore del sangue, se quello
accelerato o ritardato in tale o tal altra parte che esciva da una ferita proveniva da una ar-
da cause manifeste, e che sono o indipenden- teria o da una vena. Taluni autori avevano
ti dalla influenza nervosa, o apprezzabili mal- similmente osservato che il colore del sangue,
grado cotale influenza siffatta considerazio-
;
nell’ arteria polmonare, differiva da quello
ne, dico, condurrebbe ad estesi sviluppi, nè delle vene di questo nome, e ne avevano essi
senza importanza. In altra congiuntura io mi inferito, cangiare il sangue di natura attra-
occuperò forse di codesta discussione, che è versando i polmoni. Ma codesto cangiamento,
quasi divenuta di nuovo problematica fra i di cui non polevasi allora distinguere la cau-
fisiologi. Ora intanto mi basta occuparmi in- sa, e che mal si uniformava colla ammessa teo-
torno la ricerca dei fatti relativi alla natura rica sulla respirazione, era rigettato da alcuni
e alla composizione chimica del sangue.-— Ma fisiologi di mollo valore. L ciò che può sor-
acciocché codesta ricerca possa condurre a prendere in una discussione che poteva essere
semplici e precisi resultati, chiaro si scorge, decisa colla semplice inserzione, questi ultimi
doverla ridurre essa stessa al piti semplice e stessi, e singolarmente Haìler, giungevano fi-
1

più preciso quesito vale a dire, che, sull’ e-


;
no a negare eh esistesse una differenza tra
sempio dei geometri devesi fare astrazione
,
il colore del sangue arterioso e quello del
di tutte le circostanze che la complicano, e po- sangue venoso, fuor di dubbio a causa della
trebbero per avventura alterare la purezza difficoltà eh’ essi riscontravano nello spiegar-
dei risultami enti. Escluderò adunque da tale la imperocché discorrendo le opinioni che
;

quesito il numero e la proporzione dei prin- sonosi succedute in medicina, uopo è conve-
cipii ch’entrano nella composizione del san- nire che si ha più di una occasione di ram-
gue , per esaminare unicamente se codesta memorare quell’ adagio del cittadino di Gi-
composizione del sangue soggiace o no a can- nevra, u che, tulio al contrario dei teologhi,
giamenti nel corso della circolazione. La* nde, i medici ed fisiologi non ammettono per ve- i

qualunque siasi la composizione chimica del ro che ciò eh’ essi possono spiegare. r> in una
sangue all’ istante in cui viene spinto dal cuo- parola, la questione rimase, e doveva rimane-
re nelle arterie, io mi limiterò ad indagare re indecisa, fino al momento in cui la chimica
se esso conserva dovunque la stessa composi- pneumatica occupossi determinare quanto
zione, o se dessa soggiace a cangiamenti in avviene nella respirazione. Dimostiò dessa
qualche parte, mediante Y azione delle cause che il sangue attraversando polmoni per farsi
i

costanti, senza impacciarmi d’altronde in che arterioso soggiace ad alterazioni chimiche


,

consistano codesti cangiamenti, e qual n’ è la che il fanno differire da ciò ch’era prima dì
natura e 1’ intensità. —
Lo stesso quesito con- a tlraversai li. Le esperienze e le osservazioni
dotto a tal punto di semplicità , sembrerei.! e fomentate da quesla scoperta, posero in se-
appartenere ancora esclusivamente alla chi- guito fuor di dubbio, che qualunque siasi la
mica. Ma fin ad ora siffatta scienza occupossi grandezza di tale differenza considerata chi-
sangue soltanto in modo ge-
dell’ analisi del micamente, è dessa immensa considerala fisio-
nerale, e senza discendere all’esame compa- logicamente, poiché eslendesi dalla vita alla
rativo di quello che riempie i diversi vasi. morte, ed il sangue delle vene non può re-
D’ altronde codesta analisi comparativa sa- carsi a riempire le arterie senza far perire l’a-
rebbe sparsa d’ innumerevoli difficoltà, e rie- nimale. E adunque ora una verità avverala,
sce assai dubbioso se la chimica le potesse e sulla quale torna inutile di qui insistere,

tutte superare, almeno nello stato attuale; in che esista una differenza ben distinta tra il
una parola, parmi potersi risolvere codesto sangue arterioso e quello venoso. - Ma cia- —
quesito assai più facilmente mercè di conside- scuno di questi due sangui manliensi desso
razioni anatomiche e fisiologiche , e coll' at- dovunque simile a sé stesso ? 11 sangue arte-
tento esame dei fatti, di quello che mediante rioso è forse identico in tutte le arterie? 11
le chimiche analisi. sangue venoso lo è in tutte le vene? Non de-
vonsi rintracciare nozioni precise su tali due
ARTICOLO HI. — IL SANGUE
ARTERIOSO DIFFERI- interrogazioni, prima della scoperta dei chi-
SCE FORSE DAL SANGUE VENOSO ? mici sulla respirazione, poiché innanzi tale
epoca, la differenza capitale die esiste tra il
Fermiamo dapprima ilnostro esame sul- sangue arterioso e il sangue venoso era pur
lagrande circolazione, la quale componesi di dessa comprovata. Dopo di tale scoperta, i fi-

due ordini, di due sistemi di vasi distintissi- siologi soddisfatti in certo modo ni conoscere

mi, le arterie, cioè, e le vene. Il primo punto che il sangue arterioso differisce dal venoso,
da avverarsi consiste adunque in riconoscere si sono appena occupati delle differenze se-
se il sangue che riempie le arterie riesce in condarie che ciascuno di questi due sangui
tutto simile a quello contenuto nelle vene.— può presentare e se talvolta essi ne parlano,
;
3u4 MEMORIA
ciò fanno in modo talora specioso c talora tono che la più tenue parte del sangue trasu-
pieno contraddizioni.
di Laonde taluni ri- di del continuo attraverso pori dei vasi. Dif-
i

guardano il sangue arterioso come diverso fatti, tutte le parti del corpo sono incontra-

pelle differenti regioni del corpo ; ma si vede stabilmente umettate da uu liquido sieroso, il
1
ciò esser solo una opinione eh essi mettono oui accumulamento forma le idropisie. Che
in campo dietro semplici idee sopra cui non siffatto liquido scappi dai sangue* per via dei
s'arrestano a discutere il valore. Altri, al con- pori inorganici, come vuole Mascagni, o %a
trario fanno mostra di riguardare questo
,
orifici organizzati, come afferma Cruikshank,
sangue come dovunque identico, però ammet- è questa tale controversia che io non m’atten-
tono nel tempo stesso su certe funzioni pa- to di decidere, e d’ altronde estranea affatto
reri affatto incompatibili con siffatta identità. iff mio assunto. Una sola cosa voglio qui sta-
Quanto al sangue venoso, i fisiologi si diedero bilire, cioè, non effettuarsi codesto trasuda-
ancor meno cura di studiarne la costanza o la mento, in qualunque modo avvenga, che a ile
variabilità della sua natura. Nulladimeno sem- estremità capillari delle arterie, vale a dire
bra eh’ essi Io riguardino generalmente come laddove si fanno tutte le secrezioni, e dove il
1
identico nell in tòro sistema venoso, tranne il sangue arterioso soggiace a tutte le trasfo uma-
sangue della vena porta, a cui di comune con- zioni che lo conducono allo stalo venoso. la
senso attribuiscono qualità particolari. Pro- questo sènso appunto 1’ aveva ammesso Lee-
viamoci di risolvere codeste due discussioni. wenhoek, dietro le sue osservazioni microsco-
piche :così opina pure Albino, che rimati e
solo incerto se codesta esalazione si eseguisca
ARTICOLO IV. IL SANGUE
DESSO IDENTICO IN e' per via dei pori dei capillari arteriosi, o per
tutte le distribuzioni del sistema ar- ie bocche aperte di piccoli vasi nati da questi
terioso ? capillari. ( Ann. Ac., li b. 3, cap. io.) Anche
Hewson e Cruikshank opinano in pari modo.
Esaminiamo dapprima le cause che po- E vero che parecchi altri autori, non meno
trebbero farlo variare. commendevoli, e in ispecie Mascagni, sosten-
§. I. Movimento. — La
forza impulsiva gono, al contrario, che questo trasudamento
esercitata dal cuore sul sangue, agendo simul- si effettui egualmente e nei tronchi e nelle
1
taneamente sull intera massa di cotesto li- estremità capillari; però non è possibile am-
quido, deve mandarlo, ripartirlo dovunque mettere le prove eh’ essi ne adducono, essen-
colla totalità dei suoi principii; nè scorgesì nul- do esse quasi .tutte dedotte da iniezioni e da
la jn siffatta forza che possa determinare tal par- esperimenti cadaverici ora è noto che co-
;

te costituente del sangue a recarsi verso un desti esperimenti noft riescono per nulla con-
arteria o verso un altra nè nulla si scorge
;
cludenti riguardo a simili materie e pre- ;

nel sangue allo a favorire simile effetto. For- sentemente è cosa notissima che il tale umore,
mando esso uu tutto omogeneo, e i cui prin- che, nel cadavere, trasuda attraverso il suo ri-
cipiisono uniti, ritenuti insieme per via di cettacolo, non può trasudar nel vivente. Cruik-
chimiche attrazioni, è affatto inverisimile che shank cita a tal proposito una esperienza ri-
un movimento comune e simultaneo possa vin- marcabile riferisce egli che Hunter avendo
;

cere siffatte attrazioni, disunire prin- siffatti iniettalo dei latte nelle vene mesenteriche di
cipii, e disunirli nel tal modo in una regione, un animale vivente, fino a che la iniezione ri-
e nel tale in un’altra; d’onde la divisione tornò per le arterie, non potè accorgersi che
meccanica dei diversi principii del sangue ve ne fosse passato nella cavità intestinale cor-
nelle varie arterie, ammessa altre volte, è al rispondente, malgrado tutte le precauzioni da
presente rigettata dal maggior numero dei esso prese per assicurarsi di tal passaggio, e di
fisiologi. Era fuor di dubbio comodissimo di aver continuato la iniezione per molto tempo.
far pervenire a un organo, tale o tal princi- Ma essendo perito 1’ animale, spintavi dell’ a-
pio del sangue in maggior abbondanza, se- ria nelle stesse vene passò nella cavità intesti-
condo supponevasi abbisognarne onde spie- nale, avvegnaché codesto fluido sia di una na-
gare quel tal fenomeno di far risalire al capo
;
tura meno penetrante del latte.
le più volatili parti, tenore di loro specifica
a D’ altronde, rimane a sapere, medesima-
leggerezza, dato che si volesse dilucidare le mente nelle injezioni cadaveriche, se proprio
secrezioni del fluido nervoso, e di farvi giun- per via dei pori spettanti ai tronchi uscì la por-
gere il mercurio, in ragione eziandio del suo zione del liquido injettato che aceumulossi al-
peso specifico, volendo spiegare la salivazione non avvenga ciò
l’esterno dei vasi, o se piuttosto
mercuriale. A tulio ciò mancava soltanto es- per mezzo dei vasi capillari che esistono dovun-
sere appoggiati da prove che avessero almeno que, e nelle toniche arteriose come nelle parli
Farsa di verisimiglianza. sottoposte. Mascagni scioglie la difficoltà e ci

§. il. Trasudamento attraverso le to- assicura essere per via dei pori. La sua prin-
niche arteriose. — Parecchi fisiologi ammet- cipale ragione consiste in ciò che avendo

i
SC L SANGUE 3o5

i piega lo pei’ le sue iniezioni una dissoluzione


ro cellulosa spatia obungit, id quideni mani-
di coila colorata col cinabro la dissoluzione ,
festimi est. ( Fis., t. i, pag. 69.) Ora deve

trasudava discolorata il che non poteva


;
av- siffatta esalazione, con più forte ragione, av-

venire, secondo lui, che per quanto la iniezio- venire nelle iniezioni cadaveriche. Le espres-
ne non era passata che attraverso pori, i i sioni di Haller sono tanto più degne di osser-
quali soltanto potevano arrestare materia la vazione, in quanto, che alcune pagine innan-
colorante. Ma questa ragione sulla quale spes- zi,
( p.
35 ), inclina egli a credere, come Ma-
so ritorna, e serve per e^so a comprovare che scagni, che le delicate iniezioni scappino pei
le arterie non comunicano immediatamente pori dei tronchi arteriosi; ed anche devo dir©
con altro vaso che le vene, purché le inie- che la maggior parte degli anatomici 'parteci-
zioni spinte nelle arterie il non conservino parono a taleopinione: quasi tutti pensarono
loro colore se non nelle vene, e che passino che le iniezioni si scappassero pei pori dei va-
discolorale nei condotti escretori, nelle areole si, e dietro trasudamento che osservasi nell
il

de! tessuto cellulare, nelle grandi cavità, in cadavere parecchi furono condotti ad ammet-
in ogni altra parte; codesta ragio-
una parol* terlo pure nel vivente. Lo stesso Cruikshank 9
ne, dissi, mi parrebbe aver d uopo essa pure
5
il quale consacrò il primo capitolo della sua
confutare la dot-
di prove. Non mi è del tutto palese non po- opera sui vasi assorbenti, a

tei', i essere vasi piccoli cornei [tori, e atti come trina del trasudamento nel vivente, ammette
onesti, ad arrestare la materia colorante, sin- come gli altri, che le iniezioni cadaveriche

polarmente quand’ essa è soltanto sospesa, co- trasudino attraverso i tronchi vascolari. Ciò —
me lo è il cinabro nella iniezione del pari non pertanto, se si esamini attentamente i fallì
;

che vi potrebbe essere dei pori abbastanza dai diversi autori, ed eziandio da Cruikshank,
grandi per lasciarla passare. allegati, nulla vi siscorgeche provi che le inie-
li poi ammettiamo pure essersi fatto co- zioni trasudarono di fatto attraverso dei tron-
desto trasudamento per via di pori ed anzi chi. Le circostanze concomitanti sembrano
piuttosto provare contrario. imperocché la
per mezzo di pori inorganici, non riesce for- il ;

se evidente che si dovette effettuare assai più superfìcie delle membrane, il tessuto cellula-
re, e varie altre parti che contengono
soltan -

faci Impute per via dei pori dei capillari an-


ziché per quelli dei tronchi ? Lo stesso Ma- to vasi capillari, si trovavano ricoperte e li-
scagni ne somministra la prova, imperocché piene della stessa iniezione, dotate dello stes-
o.vendo sfilato la sua iniezione colorata nelPar- so colore che quello eh’ erasi radunato intor-
ìi-ria omerale di un cadavere, la vide egli tra- no i vasi sanguigni. Nella esperienza di Hun-
sudare discolorata sulla pelle del braccio; e ter,qui sopra citata, e che dimostra nel cada-
già
lontano di pretendere che codesto trasuda- vere certa permeabilità che non esisteva
nel vivente, si scorge essersi appunto tale per-
mento siasi eseguito attraverso la grossezza
del braccio dall’arteria fino all epidermide,
1
meabilità manifestata alle estremità capillari %
spiega egli al contrario, in qual modo i vasi e per ciò V ària avere penetrato nella cavita
capillari che stanno al di sotto dell’epidermi- intestinale.

de, possano, col loro numero


propria di- e la Finalmente il ragionamento viene in ap-
sposizione, bastare a siffatto trasudamento. poggio di codesti fatti. Mascagni, il più ze-
Ora, si vede benissimo che in simile caso i lante difensore del trasudamento universale s
trovasi astretto a dover ammettere che
1 nel
capillari del tronco iniettato dell arteria o- ,

merale, per esempio, e delle parti che imme- vivente si fa desso in principal modo nelle
diatamente la circondano, devono aprire alla estremità capillari. Nella sezione della sua ope-
arterie e
iniezione una via più facile ancora di quelli ra dove tratta del finimento delie
egli in qual
della pelle del braccio tanto perchè la for- dell’ origine delle vene, spiega
,

za che spinge la iniezione vie maggiore, quan- modo siano disposte le estremità capillari del-
in modo da
to perchè 1’ arteria e le parti ambienti, parte- le arterie, e fa veliere che Io sono
poter
cipando ancor più alla temperatura della inie- presentare una grandissima superficie, e
fornire un considerabile trasudamento.
Code-
zione, questa conserva meglio la propria li-
quidità penetrando ne: Loro capillari.—- Attri- sta disposizione deve fuor di dubbio essere fa-
toni-
buendo così ai vaso, vasorum , alle arte- vorita da una tessitura particolare nelle
che di questi piccoli vasi ma se la morie oc-
viuzze che dìstribuisconsi indie toniche delle ;

a
gli uni, aumenta soltanto
,

arterie, un effètto derivano dalla po-


che altri casiona, secondo
i

parti con-
rosità di codeste foniche, io non avanzo già dire degli altri, la permeabilità delle
detta di cia-
una ipotesi priva di fondamento, sì bene ri- tenenti, non è forse chiaro che, a
'siffatta permeabilità dev
essere mag-
traggo soltanto in qualche modo la opinione scuno.,
ispecie a se e
giore nelle parti che erano in
dei più grandi anatomici, Haller affermò for-
Ab istis del trasudamento nel corso della vita.

nire queste arterie certa esalazione :

io asserire non po-


arter iolis , die’ egli, rehquas arteriae ma- Non è per ciò che voglia
dea
qui tere mai iniezioni penetrare pei pori
joris tunica ali et vaporerà exalare
, ,
le
3cjr
Encicl. Med. L*
3o6 MEMORIA

tronchi arteriosi ;
havvi fuor
conciossiacliè tronco che avevasi fatta dei
e dalla incisione

di dubbio certi casi in cui esse sono abbastan- piccoli vasi di cotesto tronco onde porlo a nu-

za delicate, e dove la forza che le spinge ba- do ? Quanto alla flaccidità del detto tronco,
sta a far sì che scappino per siffatta via casi : non basta forse che sia stalo esposto più o
resi da queste due circostanze più che mai e- meno all aria per cerio tempo acciocché il
1

strauei allo stato di natura. Volli però dire sol- sangue che racchiudeva perdendo della sua
1
tanto non esser essi più comuni, e troppa
i temperatura diminuisse di volume, e l abbia
fretta èssersi data gli anatomici nello spiegare quindi meno riempito ? Dippiù, il ristringi-
in simil guisa lo stravasamento delle injézioni. meli lo delle ligature, e la dissezione almeno
Taluni in particolare affrettaronsi troppo di parziale del tronco allacciato, poterono con-
trasportare codesta spiegazione a quanto av- tribuire ancora alla sua floscezza, privandolo
viene nel vivente. della vitalità e della tonicità. Finalmente le
Del resto, per qualunque via, in ogni stesse allacciature forse ammaccarono l’arteria
modo si effettui nel cadavere questo trasuda- e danneggiarono la sua tonica interna a segno
mento, le prove dedotte da ciò che osservasi eh’ essa abbia premesso il trasudamento e la
nel vivente sono, come ho detto, assai più con- infiltrazione ilei liquido contenuto. Secondo
chiudenti. Mascagni ne allega due di tal gene- Bichat il menomo sforzo, una legatura alquan-
re in appoggio della sua opinione. R in viene to stretta, bastano a produrre la rottura di
umiditali prove umidità ohe osservò
nella essa tonica; in somma, in una esperienza «li
alla superficie esterna dei vasi, nella facilità con simil genere, cerio effetto può originarsi da più
la quale codesta umidità dopo averla asciu-
, cause ed anche da cause variabili, secondo le
gata tosto compariva, e finalmente nel vapore diverse circostanze che accompagnarono la
che esalavasi dalla stessa superficie. Ma non esperienza. Arrischiasi sempre di riferirlo al-
dice se vasi che vide inumidirsi di nuovo a
i l’unica causa che se ne vide, e di tutto spiega-
misura che gli asciugava fossero ricoperti di re nel caso presente col trasudamento poroso.
lina membrana sierosa, come nelle grandi ca- Aggiungiamo che siffatta esperienza, quantun-
vità, o se gli avesse disseccati e discoperti. Nel que eseguita sul vivente, non differisce gran
pruno caso, fi umore che attribuisce al trasu- fatto da una esperienza cadaverica non havvi:

damento nulla o pressoché nulla di comune tra un ar-


1
vascolare, può ascriversi, con assai
più di verisimiglianza, alla traspirazione della teria così mutilata, e quella che adempie libe-
membrana, traspirazione che Kaa w, Boerhaavé ramente le proprie funzioni.
e Haller videro riprodurre assolutamente nel Mi risovviene, a tale proposito, che altro
modo stesso una rugiada sul peritoneo, a mi- 1
autore italiano. Michele Rósa, eseguì u a espe-
sura cbe lo si asciugava. ( Etìarn post incisum
:

rienza affatto sìmile a quella di Mascagni, fi-


vivi anìmalis veri treni abstersum redir no- , gurandosi di comprovare la esistenza di un.
visque gultulis suas mernbranas irrorar. gas nelle arterie degli animali viventi. Ma il
Haller, ibid., pag. io3.) Nel secondo caso, la tronco arterioso, anziché divenir floscio tra le
umidità veniva intrattenuta, riprodotta per la due ligature, si rimase al contrario teso fino
esalazione che forniscono capillari contenuti i al momento in cui l’autore vi praticò una in-
1
nelle toniche dei tronchi; a cui fa d uopo ag- cisione onde evacuare il sangue. Lssendo poi
giungere che i piccoli vasi capillari, linfatici, codesto sangue in quantità minore «li quel-
è simili, che univano i tronchi alle vicine par- lo che occorreva, non solo a distendere la por-
ti, essendo stali tagliati, dovevano lasciar stil- zione d’arterie che il conteneva, ma pur anco
larei loro liquidi, e tanto più facilmente an- per riempirla meri io era mente fi autore ne de-
cora in quanto che 1’ equilibrio di pressione dusse che la distensione non era stata prodot-
1
era infranto. Quanto al vapore eh esalavasi
1
ta die dalla presenza di uh gas oh erasi dissi-
dalla superficie esterna dei vasi, non si scorge pato al momento della incisione. Laonde due
già la necessità di farlo provenire da trasuda- esperienze affatto sìmili dimostrano ai loro
mento, quando la umidità e la temperatura autori resultati del tutto opposti, e ciascuno
mi po' elevata di una superficie bastano a pro- rinviene, in quanto ebbe ad osservare, la con-
durla. Mascagni deduce fi altra sua prova da ferma della sua opinione. —
Piu volte già si ri-
ciò che essendo più volte intercettato il san- fletté, che, in conseguenza di simil genere «li c-
gue fra due allacciature, in un tronco arterio- sperienze, non ravvisasi spesso se non quanto si
so, vide sempre più tenue parte di questo
la brama vedere; e malgrado tutta la mia deferen-
sangue scapparsi attraverso delle toniche, ed za pel dotto professore di Siena, temo alquanto
il tronco, dapprima pienissimo, divenire flo- non delibasi applicare a lui codesta riflessione.
scio. Ma non havvi forse motivo a credere che Sfavagli a cuore di togliere ai vaselliui arierio-
la traspirazione, che' in tal caso avveniva alla so-vennsi, bianchi ammessi sotto vari
ai vasi
1
Superficie 'dell arteria, dipendesse dalle stesse nomi da Boerhaave, Yieusseus, Haller ed lo- i

cause come nel caso precedente, vale a dire , ro proseliti, la circolazione e la elaborazione
dalla esalazione fornita dalle arie riunite del dei lìquidi sierosi, per allribuu'Ia tutta intera
sur, sangfk

s! sistema dei linfatici valvolosi. Negò adun- trebbe arrivare dallo stomaco al rene che do-
que formalmente la esistenza di tutti codesti po essere stato successivamente esalalo ed as-
vasellini e stabilì non terminarsi le arte-
,
sorbito a più e più riprese. Mi sembra pure
rie, nè continuarsi in verno vaso di qualun- che non potrebbe mai giungervi, imperocché,
que denominazione, tranne le vene che
siasi sperimentando dessa più leggera pressione
solo ne sono la continuazione immediata e non nelle areole del tessuto cellulare che nei vasi,

interrotta. Dietro a ciò dovette di necessità siscapperebbe incessantemente da questi ultimi,


ammettere che i liquidi sierosi, la materia del- subito dopo che la forza assorbente ve lo avreb-
la nutrizione, quella delle secrezioni trasuda- be fatto entrare. Se si aggiunga a tali conside-
no attraverso i pori inorganici dei vasi san- razioni che, quantunque abbiasi dietro il pe-
guigni, imperocché altra via non rimaneva ritoneo non piccolo numero di tronchi arte-
onde evadere potessero dai sangue. E codesto riosi, non già dietro siffatta membrana, ma
trasudamento, anziché impacciarlo, gli offriva nella sua cavità si formano i muscoli di siero-
al contrario il vantaggio di accrescere ancora sità,ed in generale i principali muscoli di si-

la importanza del sistema linfatico; impercioc- mile genere si producono in certe membrane,
ché dovendo un liquido trasudato dai pori in parti che solo ricevono vasi capillari; se,

inorganici avere ovunque a un dipresso la inoltre, prestisi attenzione, che altri ricettaco-
altri canalidensi delle arterie non la-
meno
stessa natura, la proprietà assorbente del si- li,,

sciano per nulla trasudare i toro liquidi; che


stema linfatico deve essere riservata a dare ad
il grasso non iscappa già
dalle tenui pellicole
ogni secrezione un carattere proprio quindi ;

che lo contengono ; che le cisti ritengono in-


codesto sistema diviene, secondo la opinione
di Mascagni il principal agente delle secre- teramente i toro liquidi ; ohe la bile, la quale,
,

zioni. Pare adunque esser meno le esperienze nel cadavere, trasuda attraverso la vescichetta
del fiele, non trasuda già nel vivente che,
per
che trassero quest autore nella sua opinione
1 ,

sul trasudamento, di quello che codesta opi-


confessione di Haller, le orecchiette del cuoi®
nione lo abbia condotto alle esperienze dì non lasciano trasudar nulla nel pericardio; se
presti ancora attenzione che la funzione
del-
cui volle puntellarla. Però non distinse egli si

esperienze sul vivente, e le arterie consistente in servir di canali con-


abbastanza in siffatte
duttori al sangue spinto dal cuore nelle elicei-
neppure sul cadavere, che si facciano, che
se parti, verrebbe turbata in modo
variabile e
siano destinati a fare i vasi capillari, da ciò
irregolare dal trasudamento : che non puossi
che si formino o debbano formarsi i tron-
non stabilire paragone di sorta per la facilità del
chi. Ed obliando, per cosi dire, che
trasudamento tronchi ed i vasi capillari,
Ira i
evvi veruna parte in cui non si effettui la esa-
e che quest’ultimq essendo la
sede di tutte le
lazione capillare, ammise che liquidi natura- i

al di fuori ed secrezioni, devono avere , indipendentemente


li o iniettati, che si trovavano
tessitura;
dalla tenuità delle loro toniche, una
attorno i tronchi vascolari, avevano trasudato favorevole al
pei pori di questi tronchi. Per tal guisa ap-
una disposizione particolare e
trasudamento od esalazione clic vi si eseguisce,
punto, dandosi pure a reclamare e ad amplifi- prove suffi-
avrà, io stimo, un ammasso di
cale prerogativa dei vasi linfatici, pervenne
la
si
non può
cienti per conchiudere che il sangue
egli a rendere il corpo permeabile quanto
la
attuarci so le
imperocché, secondo quest autore, perdere nulla pel trasudamento
spugna nulla
toniche arteriose; che non può, dico,
;

non già le sole arterie sono permeabili ai li- estremila ca


perdere d’altronde se non alle
quidi sierosi, ma sì anche le vene, vasi linfa- i

pillat vale a dire all’ istante di farsi venoso.


tici, il canal alimentare, la vescica, e
simili ; e i,

queste parli lo S. Secrezione del grasso. —- lia tier


1 il.
si comprende di latti, clic tutte
Fis, tomo 3, pag. 38 ) opinava
che il glasso
devono essere se lo sono anche i tronchi arte- (
tutta la
trasudasse dai pori delle arterie, in
riosi. io potiti
Codesta permeabilità nel vivente risulta lunghezza di questi vasi. Iviguardat
mediante tu!
simile opinione come confutala
adunque comprovata niente meno che da tut- trasudamento.
suo favore, e vi stanno in con- to ciò che ho dello intorno il
ti i fatti citati in
Ma fu (lessa,
generalmente am-
c«l è tuttora sì
trario insolubili difficolta. Cruikshauk e 1 1 e vv
o on et o
messa, che io stimai dover formarne
«

son obbietlavano a Hunter, ed agli altri auto- eh! gì iss


di un paragrafo, w Ea secrezione
,

il trasudamento,
ri che eziandio ammetterono none già si
« dice quest’ illustre anatomico,
senza dargli tutta volta cotanta estensione e
si
„ oscura come pensa Window.
Lain compren-
importante parte come fece Mascagni, che, se
pongasi mente che
effettua vasi, P idrotorace e ascile sarebbero1
» darà assai di leggeri, se
formato, 1

» il grasso circola, interamente


%
o
costali temente uniti insieme e all anasarca, pori de he arterie b u
del pati » sangue arterioso che i
che codeste malattie non potrebbero
;
libero e iau-
scappe- „ offrono ovunque un passaggio
sussistere a lungo, poiché l’acqua si
che c -

cellulare sottopostole
nel tessuto
rebbe tosto attraverso la pelle. Ileyvson osser-
.« le
favonio pel ma-
po- „ desto passaggio vien ancora
vava inoltre che una goccia di liquido non
?>0ft MEMORIA
« do con cui il grasso, nel suo movimento co- essi mai osservato grasso nel sangue. Ciò non
« >nune col sangue, vien portato, applicato sul- pertanto il lavoro di questi due dotti durò uu
51 le arterie in ragione della sua specifica leg— intero anno, durante il quale erano essi, sem-
« gerezza. « La cosa sarebbe cliffatti àbbastan- pre fra il sangue. Esaminarono, analizzarono
za evidente se tutto ciò fosse vero ; ma dap- sangui di ogni specie, e segnatamente quello
prima è poi affatto certo esistere nel sangue il degli scorbutici. Se in mezzo a tante occasioni
grasso del tutto formato ? Ila Her cita, in ap- di poter scorgere grasso nel sangue non ne vi-
1
poggio dell affermati va, la testimonianza di dero affatto, deve ben esser vero non esister-
Morgagni, che osservò del grasso colarsi a vene, poiché, come ini Fece notare Deyeux, è
gocce dai vasi sanguigni tagliati; quella di il grasso una delle sostanze più facili a distin-
Malpighi, che ne vide circolare nei vasi sangui- guer v isi Aggiungo non esservi verun paragone
.

gni dei ranocchi; quelle di Ruischio e di Glis- ad istituire fra mezzo a ricerche sì moltiplica-
so n che rie scorsero nel sangue degli scorbuti- to e proseguite con tanla accuratezza e costan-
ci. Però è singolarmente degno di nota che lo za, ed alcune osservazioni fatte accidentalmen-
stesso Haller non aveva osservato nel sangue te in modopiù o meno superficiale. E adun-
del grasso. Il che molto francamente confessa : que indubitato essersi ingannati coloro che sti-
Ouae equìdern felicitasi die’ egli, numquam marono riconoscere grasso nel sangue, qua-
jnihi contigit. Com’è adunque ch’egli potè am- lunque sia Stata la causa del loro abbaglio. —
mettere sì agevolmente un fatto che non aveva Posciachè grasso non circola formato inte-
il

poi mai scorto nelle sué numerose esperienze ? ramente nei vasi sanguigni, mi trovo dispen-
Era ciò perchè pei’suadevasi dover esistere nei sato dall’ esaminare le altre ragioni allegate
sangue del grasso, malgrado che egli non n’ Vi- da Haller, onde spiegare le sua feltrazione at-
vesse veduto. Quando un fatto si mostra dub- traverso le arterie. È solo notabile che il ri-
bioso, basta, per saperne che pensare, di risalire calcamento del grasso contro le pareti di que-
alla opinione a cui si riferisce, e di esaminare sti vasi vien dedotto da una esperienza di ti-
quale influenza potè esercitare codesta opinio- sica di cui si fece più di una applicazione in
ne o sulla osservazione del fatto o sulla facili- fisiologia e sempre assai infelicemente. Pri- •—
tà colla quale Io si ha ammesso. Ora, Haller ma di dar fine a questo paragrafo, non posso a
credeva che il chilo contenesse una parte bu- meno di far osservare per via di quale conca-
tirrosa; che, passato nei vasi sanguigni, vi cir- tenamento di errori si giunga altrasudamento
colava qualche tempo, e che V agitazione e il del grasso attraverso le arterie. Si suppone che
sotfregamento che vi sperimentava, elabora- le materie oliose degli alimenti passino nel
vano di più in più la sua parte butirrosa, pres- chilo, ch’esse giungano a formarvi una parie
so a poco come avviene nel burro quando butirrosa, che il chilo passi e circoli nei vasi
hattesi la crema, e in fine gli impartivano il sanguigni della grande circolazione che la ;

carattere di grasso animale. Dietro tale opi- sua parte butirrosa vi si elabori, e divenga
nione, non sorprende per nulla che non abbia grasso animale mediante il movimento ed il

fatto alcuna difficoltà di ammettere fatti che


i intramisehiarsi colla linfa*, eh’ esso per la sua
egli cita.*
— Ma se il grasso formassCsi, elabo- specifica leggerezza venga portato contro le pa-
rassesi nel sangue, se ne dovrebbe scorgere as- reti arteriose ; che finalmente quest’ ultime lo
sai comunemente. E ciò non pertanto, quan- lascino trasudare pei loro pori. Non bavvi
tunque le congiunture di esaminare il sangue una sola di siffatte proposizioni che non sia
non siano ai giorni nostri più rare che al tem- erronea ; e se desse fossero vere, la secrezione
po di Ruischio e di Morgagni, e facciasi code- del grasso non ne risulterebbe che maggior-
sto esame con più esattezza e scrupolosità, non mente incomprensibile. Imperocché, in qual
appresi già che veruno dei nostri contempo- modo comprendere, mercè di tale meccanica
ranei abbia veduto grasso nel sangue. Riche- spiegazione, perchè il grasso risulti abbondan-
rand aveva credulo di osservarne nel san- te in certe parti e nullo in altre, le quali ulti-
gue della vena porla, che la maggior parte dei me pertanto ricevono molli vasi, e perchè des-
fisiologi convennero, nè posso comprendere so ha qualità diverse nelle differenti regioni
gran fatto il perchè, di riguardare come so- del corpo? Molttysi si affaticò per ispiegare la
praccaricalo di olio e di grasso ; ma con più secrezione del grasso, ma in vero che non com-
attento esame riconobbe l’ inganno in Cui era prendo su quale fondamento. Non ha codesta
caduto. Deyeux e Parmenfier, a cui siamo secrezione nulla di più misterioso, nè di più in
debitori di una bellissima memoria sul san- intelligibile delle altre. Noi ne sappiamo, e ve-
gue. nella quale rilevarono madornali errori, risimilmente ne sapremo sempre egualmente
non fanno menzione affatto di glasso nel san- tanto sulla secrezione del grasso come sulle
gue, la qua! cosa non sarebbe stata omessa al altre secrezioni, e sulle altre secrezioni come
certo da sì esatti osservatori se ne avessero su quelle dei grasso. -
— Hanno esse di comu-
veduto. Deyeux volle d’ alìronde confermar- ne, che il sangue non contiene già, come si ri-
mi di viva voce come pel latto noa avevano tenne sì a lungo, ì loro prodotti intieramente
SOL

SANtì-UiS oo
y
formati. Siffatta opinione, ch’era di necessità l'un vaso linfatico proveniente da un tronco
collegata alle elaborazioni ed alle feltrazioni arterioso e il cui liquido fosse colorato in ros-
meccaniche, non è ancora abbastanza compiu- so, E' vero che Cruikshank sembra essere sta-
tamente rigettata da molti fisiologi moderni. lo più avventuroso, conciossiachè egli disse
Hanno esse pur anco di comune che si opera- che in certi casi il sangue ed anco le injezioni
no tutte nel sistema capillare è questo il: passano immediatamente dai vasi sanguigni nei
grande laboratorio della natura. Vi si operano linfatici. Ma Mascagni nega formalmente che
esse in virtù di un concorso di forze, di cui succeda codesto passaggio. Afferma egli che o~
noi non conosciamo rè il genere nè il nume- gni qualvolta che si credette osservarlo, la so-
ro nè la intensità proporzionale , ma Ira le stanza, sia sangue, sia iniezione, che paresse es-
quali fuor di dubbio devesi contare il movi- ser passata immediatamente dai vasi sanguigni
mento. Se la secrezione del grasso risulta più nei linfatici, crasi dapprincipio scappata dai pri-
variabile della maggior parte delle altre, di- mi per trassudatnento o per rottura, e che solo
pende forse da ciò che il concorso delle cause dopo siffatto spandiraento era stata ripresa,
che la producono è suscettivo di essere influen- dai linfatici. In una parola, codesti due au-
zato in modo speciale da certe circostanze che tori, ammettendo «mbidue, che nascono dei

possiamo spesso distinguere, quantunque torni vasi linfatici dalla superfìcie interna dei vasi
impossibile di comprendere il modo della loro sanguigni, non sono per nulla d’ accordo nel-
influenza. le prove che ne danno. Le prove rapportate
§. IV. A ss orò ime n to pei vasi linfatici. da Cruikshank, e da altri autori in prima ci-
-
Haller parecchi altri
e autori pensarono che tati, vengono negate da Mascagni e quanto ;
5

i vasi linfatici fossero uno dei finimenti delie a quelle esposte da quest ultimo, si riducono

arterie. Non mi arresterò a discùtere cosiffatta a dimostrare che, avendo Spinto acqua calda

opinione. Mascagni la cordolo assai distesa- e colorala nei vasi sanguigni di un animale
mente; ma, vera o falsa, essa non si attiene vivente, potè égli, coll’aiuto dei microscopio,
per nulla al mio scopo, poiché codesto termi- scorgere i linfatici di questi vasi. Dubito ohe
ne non si osserverebbe se non alle estremità si rinvenga codesla esperienza dimostrativa.
capillari. Cruikshank, e singolarmente Masca- Finalmente, non sono essi maggioi mente d ac-
cordo che possono
siffatti linfatici
gni, considerarono la cosa sotto alil o «spellò. sugli usi

Ammettono essi nascere vasi linfatici dalla ca- arere nelle cavità vascolari. Mi ^si permetta
vità dei vasi sanguigni, come ne nascono m di non insistere più oltre stili uffizio che
a vasi la cui esistenza, tutto-
4

generale da tutte le cavità del corpo. Doven-


-
puossi attribuire
problemaPca, vene pur anco rigettata for-
do codesti linfatici esercitare una forza assor- ra
potrebbe loro at- malmente da Bichat, Concludere non es-
e di
bente nei vasi sanguigni, si
variare il sangue servi alcuna prova che il sangue arterioso
tribuire la funzione di far
nelle diverse regioni del corpo, e compartirgli perda nulla per P assorbimento dei linfatici ,

qualità particolari ed adattate all'uso al quale almeno prima di pervenire ai capillari.


—Non vi ha §. A. Miscuglio di
qualche liquido ete-
viene destinato in ciascun organo.
certo a dubitare non esistere nelle toniche ai li- rogeneo. - —ugualmente incontrastabile
E’

nose vasi linfatici,poiché codeste toniche sono, nulla acquistare il sangue, non ricevere alcun
come abbiamo detto, la sede di una esalazione. liquido contrario alla sua natura; rumeno
Ma che detti vasi nascano ed assorbono nelle
i P anatomia non ci dà a conoscere rerun vaso,
1
cavità delle arterie, è questa un opinione de- ver un ricettacolo, che tersi nelle arterie un
liquido e tero£en co solo liquido di si m i 1

dotta piuttosto dall’analogia che dalla osserva- . il

ammetter potrebbesi nelle arterie


zione. Uopo sarebbe a voler sostenerla e per da- genere elle
lubrificai e la lor o
re ai vasi linfatici la funzione di cui tengo paro- è quello che supporrebbesi
tonica interna. Ma la esistenza di un lai li-
la, fare più di una ipotesi. Laonde, bisognereb-
be supporre che essi siano abbastanza numerosi quido non riesce per nulla comprovata, anzi
per alterare, col loro assorbimento, la natura nemmeno probabile, imperocché è affaito
inammissibile che un liquido che,
come il
del sangue arterioso, malgrado la grande ce- tulli g
sangue arterioso, bagni abitualmente
i

lerità di tal liquido. Sarebbe a supporre di più


siano, posse-
chela loro forza assorbente variasse nelle diver- argani, per quanto delicati essi
che suoi
la qualche acrimonia. Accampare,
i

se arterie. E dopo ciò, si sarebbe forse ancoia


di essere iuurn
id ili a un <

n si abbisognino
in necessità di immaginare qualche altra sup-
esso a. si-
posizione per eludere la obbiezione che tràr si iqnido meno acrimonioso onde
’uro dalla sua azione, o più
untuoso pei aci
[potrebbe da una ci rcostanza che venne pure os-
itare il suo movimento, sarebbe
una snpposi-
servata dagli stessi Cruikshank e Mascagni. I
ione priva affatto di fondamento. P ni .’
liquidi die trascorrono pei vasi linfatici riten- n iqtii
quando si ammettesse la esistenza
< I ,

gono d’ordinario più o meno il calore che ave- ancora a pro-


vano sorgente in cui vennero attinti. Ora,
alla lo di simile natura, resterebbe « 4 ni ili f
. I I
foggia di <k

are eh esso agisca sul sangue


1 alla
Mascagni non dice aver mai riscontrato ve-
,Oi

3 O I MEMORIA
un fermento, o ohe lo alteri iti mòdo varia- re di 0,32. — Goodwin credette rinvenire a
bile, mescolandoVisi in diverse proporzioni, ciascuna inspirazione non entri nei polmoni
secondo il diametro delle arterie Atten- . che 190 centimetri e 1G8 miliim. cubici ro (

dendo che si provi tutto ciò ss potrebbe , p. c. )


atmosferica. Secondo J urine
di aria
,
benissimo supporre essere codesto liquido entra 096 eentim. e 336 miliim. cubici 20 (

perfettamente inetto al fermentare, e che, per p. 653 centira. e 954 miliim. cub. (33 p. c.),
c.);

meglio adempiere alla sua funzione, è immi- giusta Menzies e secondo i fisiologi francesi,
;

scibile al sangue, e rimane aderente alla to- di 594 cent, e 5 o 4 miliim. c. a 792 centira. e
nica interna delle arterie. Imperocché ciò che 672 miliim. cab. (da 3 o a f\o p. c.) Non vas- —
incoraggia in tutte siffatte ipotesi, è che, se si maggiormente d’ accordo sulla quantità del
torna facile il crearne per fare delle obbiezio- gas ossigenò che consumasi a ciascuna inspi-
ni,non lo è meno 1'
immaginarne delle altre razione. Secondo Goodwill, è dessa dì tredici
onde rispondervi. — - Bichat, il quale, nel suo parti in volumi su 18. Menzies non si spiega -

1 membrane, aveva ammesso che


ruttalo delle per nulla su tale soggetto ma siccome egli ;

la tonica interna dei vasi era incessantemente ammette che tutto il gas consumato, impie-
umettata da un fluido mucoso, riconosce nel- gasi a formar deli’ acido carbonico se calcola-
la sua Anatomia generale, non effettuarsi già si la quantità che ne contengono i 589 eentim.

maggiore esalazione di quello che assorbimen- e 1miilim. cuh. (29,73 p. c.


5 )
di acido car-
to alla superficie di codesta membrana. bonico che «lice formarsi ad ogni minuto nei
§. VI. Combinazioni per gradi pro- polmoni rinviensi non formare il quarto
,

gressivi dell ossigeno atmosferico Una .


— di quella che secondo codesto autore, de-
.

discussione d’ altronde degna di attrarre la ve essere inspirata nello stesso tempo. Tro-
nostra attenzione è quella che diede origine, vo in uno specchio manoscritto di Chaussier
fra fisiologi, alla teorica chimica della respi-
i sulla respirazione, che sopra ventisette parti
razione. Trattasi di sapere se il gas ossigeno di gas ossigeno che entrano uei polmoni ne
,
atmosferico messo in contatto dal sangue
,
viene consumate tredici, vale a, dire, un poco
colla respirazione, vi si combini immediata- meno «Iella metà. La quantità di acido carbo-
mente nei polmoni, e formi tosto P acido car- nico che formasi nei polmoni non risulta me-
bonico e 1' acqua che si esalano nel respirare, glio determinata ; Goodwin vuole eh’ essa
ovvero se codésta combinazione si operi più formi i 0,11 delParia inspirata, e Menzies sol-
tardi e in altri luoghi. Parecchi pensano\che santo i o,o 5 la maggior parte degli altri au-
;

questo gas non faccia dapprima se non unirsi tori ammette medie quantità tra tali due e-
alsangue, senza combinarsi nè al suo carbo- stremi. — H vapore acquoso die esalasi dai
nio, nè al suo idrogeno, e soltanto mano a polmoni noti è valutato da Menzies che a 106
mano che il sangue si discosta dal cuore, per- milligram. ( 2 grani) per minuto ma alcuni ;

correndone i grande circolazione,


canali della altri fisiologi stimano che sia di 978 gram, e
effettuarsi codesta combinazione. Se così la 292 milligram. ( 2 lib.) in ventiquattro ore, il
cosa avvenisse, chiaro apparisce che la natura che fit circa 636 milligram. ( 12 gr. ) per
del sangue varierebbe a misura che esso si al- minuto. —
Finalmente, non si conosce con
lontanerebbe dal cuore. Imperocché non po- aggiustatezza la quantità «lei sangue che attra-
trebbe già abbandonare di più in più al gas versa i polmoni in un dato tempo. Tutte —
ossigeno una porzione del suo carbonio e del coileste incertezze, e la ignoranza in cui siamo
suo idrogeno, nè ricevere il calorico che que- ancora di molte circostanze relative, tanto
sto gas lascierebbe sfuggire nel corso di sif- per ciò che avviene nella respirazione, quanto
fatte combinazioni, senza sperimentare suc- per lo sprigionamento del calorico in genera-
cessivamente varie alterazioni chimiche. Però le, rendono impossibile il determinare, non
non alcuna diretta prova in favore di
citasi dico già solamente con precisione, ma pur
tale opinione, e quelle che si allegano ridu- anco per approssimazione, la quantità di ca-
consi a dimostrare che se le combinazioni lorico che potrebbero lasciar sprigionare nei
dell’ ossigeno si operassero nei polmoni, ne polmoni le combinazioni «Ieri’ ossigeno atmo-
risalterebbe uno sprigionamento di calorico sferico. Nulladimerio, siccome coloro che pre-
troppo ragguardevole, e che produrrebbe nel tendono che il calore sarebbe troppo grande
petto un calore incompatibile colla salute. — nei polmoni se vi si operassero le combina-
Bisogna confessare esistere molta incertezza zioni, non poterono, nè dovettero abbraccia-
in tutti gli indizi!, in tutti i calcoli relativi re cosiffatta opinione, se non dietro computi
alla respirazione Così Goodwin valuta la
. fondati sullo stato attuale delle nostre cogni-
quantità di gas ossigeno contenuta nell’aria zioni, tanto in chimica die sulla respirazione;
atmosferica, a o,i 8 mentre i fisiologi fran-
;
ricerchiamo se partendo da dati piuttosto
,

cesi lo valutavano, secondo Lavoisier, a 0,27, Iroppo forti che troppo deboli, si giungereb-
e die, secondo le esperienze fatte tanto al be a un resultato conforme a codesta opi-
Cairo che a Parigi, da Berthollet, pare esse- nione Vediamo se awi pel fatto motivo
.
SUL SANGUE ni i

da ferriere siffatta deflagrazione polmonare, ne) di acido carbonico una quantità che farebbe
di cui sembrano minacciarne taluni tisiologi , fondere, 0,1406 parti di ghiaccio. Una porzio-
se non confiniamo polmone, se non fuori del ne del calorico così sprigionalo vien preso dal
trasportiamo seco loro nella grande circola- vapore e dai gas espirati che si mettono alla
zioni le conilo nazioni dell’ossigeno atmosfe- temperatura del polmone. Secondo il dottor
rico. — Ammettiamo adunque, — •
Che essen- Watt, i 5 gram. 0217 millim.
i 4-9^6 onc. ) (

numero contrazioni del cuore di di acqua assorbono, tanto per mantenersi sot-
do il delle
per minuto, quello delle ispirazioni sia di to forma eli vapore, clic per assumere la tem-


Che ad ogni ispirazione entri nei pol-
;
peratura del polmone, una quantità di calori-
co capace di fondere 4. OJ 9 P ar h eli ghiaccio,
moni Gr>3 centim. e 588 millim. cub. ( 35 p.)
di aria atmosferica Che 0,22 di quest’ a- 636 milligr. ( 3 2 gr. ) di acqua, assorbendo
siano gas metà del adunque
ossigeno nelle medesime circostanze, una
—- Che la
ria » ; ,

detto gas sia consumato nei polmoni, e im- quantità capace di fondere o,oi6part.di ghiac-
piegato a formare dapprima unicamente aci- cio. Lo stesso doti.
Walt stima che il gas aci-
gas residui della respirazio-
do carbonico, poi acido carbonico e acqua ad do carbonico, e
i

un te inno ;

Clic il sapore acquoso che esa-
- ne, tolgano via e dissipino sotto forma di ca-

lasi dai polmoni sia di (336 milligram. 12 gr.) lore visibile, nello spazio di venti quatti’’ ore,
(

per minuto :

Finalmente, che la quantità una quantità di calorico
ghiaccio
che farebbe fondere
ne espellono adun-
di sangue cbe attraversa polmoni per un 20.9262 part, di
i
;

una quantità capace di fon-


minuto, sia di 3 qz 3 gram, e 166 milligram. que ogni minuto
(
8 li!). ). —
Estimazione debole anzi cbe no, dere 0,014 parti
-
di ghiaccio. Siffatta ultima
conviene in ispezielta ai «lati del
poiché supponendo cbe il ventricolo destro estimazione
dietro quelli da me ammessi
contenga solamente 61 gram, e */>3 milligr. doli. Menzies ; ,

2 one.) di sangue, che contraggasi 7 3 essendo gas espirati alquanto. più considera- i
(
bili. devono attrarre
una maggior quantità di
al min ufo. e ad ogni sistola si v noti compiu-
difieienza è troppo leg-
ta monte. spingerebbe nei polmoni /j4°2grarp.
calorico; se non che la
aera onde meritare di venire calcolata, e d al-
san
e 3 4 milligram. i
44 onc 0 9 *

La
tornerebbe a mio vantaggio.
1 (
f
gue al minuto; -— E calcoliamo qual sopra ppiu tronde levano tarilo vapore
quantità di calorico cbe il
d temperatura potrebbe dare a questo san-
gas espirati, venendo dunque
i

acquoso che
gue il calorico cbe sprigfouerebbesi dalla me-
i

parte, e con 6,014


codesto gas si espresso con 0,016 di una
se
tà di gas ossigeno ispirato, somma J,ò 3 di
dall’altra, se si diffalchi la loro
combinasse immediatamente nei polmoni. per la espressio-
Supponiamo dapprima cbe esso non ici- 0.1406 che abbiamo trovato
di calorico du-
— Postochè nu- ne di tutto ciò cbe si sprigiona
mi che l’acido carbonico. -
il
carbonico; ii
18 per minuto, è di rante la formazione dell’acido
mero delle inspirazioni quantità di ghiaccio che
resto 0,11 indica la
die ad ogni inspirazione entra 69 3 ceni, e 588 dimora nei pol-
farebbe fondere il calorico che
millim. cub. (35 p. ) di. aria atmosferica nei ogni minuto. Ri-
moni, e si fissa ne! sangue ad
polmoni, e cbe 0,22 di quest aria siano gas
soltanto a riconoscere la temperatura
i

ossigeno, entra ad ogni minuto nei polmoni


mane
calorico a 3 qi 3 gr.,
cub. (108,6 pò di che potrebbe dare questo
274*-* centim. e 607 millim.
milligram.
168 8 lib. ) di sangue. Ora, se-
gas ossigeno. La metà di questo gas pesa 1809
e (

ghiaccio (vale a
grano il poli, cub. e condo Lavoisier, una parte di
millim. 34,65 gr. a )
per fondersi una
dire 1 lib.) a zero, assorbe
(

tleve essere impiegato a formare dell acido


elevare 489 gr.
quantità di calorico capace di
carbonico. Ala poiché 7 2 p'arli di peso di gas di acqua di zero a 60 gra-
formano 100 parti di acido carboni- e 1 46 mil li g. (1 lib.)
ossigenò
r
di, scala di Reaumur 0,11 part, di ghiaccio
83 q milligram. ( 34.65 grani) ne devono
;

co, i
assorbirne una quantità ca-
48,1 2 grani ), il cui devono adunque
formare 2554 milligr. \
di acqua di
pace di elevare la stessa quantità
volume q a quello dell’ aria atmosferica inspi- generalmente di au-
èpiecisa- zero a 6,6 grado, o più
rala, come 11 e a 1005 rapporto c^ie <1 que
mentare da 6,6 gradi la temperatura
menle quello che indica Goodwin, e più del
come si fa d ordinano,
s t’acqua, supponendo,
doppio di quello trovato da Menzies. Secondo ne di natura ne
inazio- che un corpo che non cangia
Lavoisier, sprigionansi, durante la fui medesima capacita calo-
di stalo, conservi la
ne, da gram, e 146 milligram. 1 lib.) di
489 (
temperatura, capace
quantità. di calorico atto ri metrica a qualunque
acido carbonico, una aumentare, o, 2 gr < 1

che, onde sfug- per conseguenza di


a fondere 27 lib. di ghiaccio, 168 imlhg. (» l\ b ) h
<)i 3 gram, e
-

dareb- quella di 3
gire la moltiplicazione delle cifre che dottor Crawford, 1 acqua
bero le
considereremo
comparazioni dei pesi, acqua. Ma secondo il
pc ca
capaci a
sangue venoso hanno
tali
come altrettante parti ognuna delle quali ha un e il
1000 892. Essendo la tem-
lorico, che sono
:

valore determinato di 489 gram. 46 milligi


am. : :

a due corpi una


1

peratura che può compartire


Devesi adunque sprigionarsene durante la tor- ragione mver- m
eguale quantità di calorico,
mazione 2547 m diig- (48 gr. lasciando
la frazio-
«il» JWEJlUlUÀ.

sa «ielle loro capacità, quella dì e premierebbe quantità che abbiamo rappresentalo colia fu-
3<) 3 gram. e 168 milligr. (8 lib.) di sangue
i sione di o,o 3 part, di ghiaccio. Quanto resta
del calorico in discorsoci determina adunque nei polmoni, di tutto il calorico fornito, tanto
mediante codesta proporzione: 892 iooo‘: : : mercè la formazione dell’acqua come con queL
0,82 x ZZ. 891. Laonde il calorico die lascie-
: la dell’acido carbonico, potrebbe adunque
rebbe sprigionare formando dell’acido carbo- fondere 0,127 P ar L di ghiaccio. Ma avendo
nico la metà del gas ossigeno inspirato in un noi rinvenuto in precedenza che la tempera-
dato tempo, non potrebbe elevare che 0,91 tura di 3 qi 3 gram, e 168 milligr. (8 hb. ) di
grado la temperatura del sangue venoso che sangue venoso verrebbe aumentata di 0,91
attraverserebbe polmoni nello stesso tempo,
i grado con una quantità «li calorico, come o, i t :

e partendo quella dello stesso sangue divenuto lo sarebbe «lessa di i,o 5 gradi con una quanti-
arterioso se esso conservasse capacità venosa. la tà di calorico, come 0,127. laonde il calorico
—Cerchiamo ora a quale accrescimento soggia- che abbandonerebbe la metà del gas ossigeno,
cerebbe la temperatura del sangue nei polmo- inspirato in dato tempo per formare in uno e
ni, se ad un tempo, formazione di a-
fossevi ,iequa ed acido carbonico, non potrebbe in-
equa «li ae do
e carbonico: circostanza di cui nalzare che di i,oa grad. la temperatura del
è tanto più importante T occuparci, in quanto sangue venoso che nel tempo stesso attraver-
che appunto dalla formazione dell’acqua in sasse polmoni, e in conseguenza quella dei
i

particolare alcuni fisiologi, dimostrano paven- medesimo sangue divenuto arterioso, se con-
tare un troppo grande sprigionamento di ca- servasse la capacità venosa. Riassumiamo in—
lorico. poche parole lutti codesti calcoli :

Supponiamo adunque che una parte dei


1889 ( 34
bu grani ) di ossigeno che
milligr. , l.° caso. La metà
del gas ossigeno in-
consumami nei polmoni ogni minuto, sia im- spirata^ viene impiegata soltanto a forma-
piegata a formare dell'acqua; supponiamo an- re Vac.ido carbonico. —
18 inspirazioni, con-
cora tutta l’acqua trascinata colla espirazio- tenenti ciascuno 693 ce n tira. e 588 rnillim. cu-
ne, e che abbiamo valutalo 636 milligram. bici ( 35 pollici) di aria atmosferica, «li cui i

| 12 grani) per minuto, sia prodotta in simile 0,22 sono gas ossigeno, fanno entrare ad ogni
guisa. Le esperienze di Lavoisier ci danno a minuto nei polmoni 2746 eentim. e 607 mil-
conoscere che sprigionasi, durante le forma- lion cub. ( i 38 6 pollici ) di gas ossigeno.
,

zioni, da 489 gì*, e i^6 milligr. ( 1 lib. di a- ) La metà di codesto gas, o 1873 eentim. e 3 o 3
cque, una quantità di calorico capace di fon- million cub. (69, 3 pollici), pesa i 83 q milli-
dere 44,338 part, di ghiaccio. Quella che spri- gr. ( 34-65 gram. ), e contribuisce a formare
gionerebbesi durante la formazione di 636 2,547 milligr. ( 28 grani) di acido carbonico ,

milligr. ( 12 grani di acqua, ne potrebbe a-)


lasciando sprigionare una quantità di calorico
dunque fondere 0,0577 part., ed anche un rappresentata da 0, 14
po’ meno; imperocché avendo Lavoisier im-
piegato nelle suo esperienze dell’idrogeno nel- Se da questo calorico
detraggasi
lo stato di gas, tutto il calorico che comparti- quello che dissipasi durante le espira-
va a questo idrogeno la forma gasosa, e che si zioni, ed ha per espressione 0, 08
fece libero durante la formazione dell’ acqua,
deve esser in meno nei polmoni in cui F idro- Il restante 0, 11
geno, «!’ onde formasi F acqua, non è già allo
stato di gas: — Poslochè entrano 85 parti di potrebbe aumentare
peso ossigeno in 100 parti di
di acqua, ne de-
vono entrare 5 /ji ( 110,12 grani) in 636 mil- di 6,6 gradi la temperatura di 489 gram,
ligr. 12 grani ) di acqua. Ne rimarrà adun-
( e 146 milligram. ( 1 lib. ) di acqua ;

que, per formare dell’ acido carbonico, sol-


tanto 1298 millig. ( 24 45.grani ) quali ne ,
i di 0,82, quella di 3c) j 3 gram. 168 millig.
formeranno 1799 milligr. 33 9 grani ), ab- ( , (8 lib. ) di acqua ;
bandonando una quantità di calorico capa-
ce di fondere 0,0998 parti di ghiaccio. Se ag- di o, gì, quella di una eguale quantità di
gio ugesi a questo calorico quello che sprigio- saugue venoso.
nasi durante formazione dei 636 milligr. (12
la
grani d’ acqua, la loro somma potrebbe fon-
)
]1.° caso. La metà
del gas ossigeno in-
dere 0,157 part, di ghiaccio; ma fa d’uopo to- spirato , valutato come nel primo caso a
gliere da questa somma tutta quella che se ne 1,889 milligr. f 34,65 gr.) per .minuto^ con-
scappa durante la espirazione, e la cui quan- tribuisce a formare tutto in uno V acqua e
tità è manifestamente eguale in questo caso V acido car bonico. 1 —
636 milligr. ( 12 gr.)
come nel precedente, nel quale supponevamo di acqua espirati ogni minuto, abbisognano ,
«he non si formasse se non acido carbonico : onde formarsi, di 54 r milligr. (10,2 gr. )
di
SUL SANGUE 3i3
ossigeno, e sprigionano, formandosi, una ispiyita. — Un' altra supposizione
che contri-
quantità di calorico che è come 0,0577 buisce a rendere ultimo resultato troppo
1’

Se aggiungasi a questo calorico alterato si è che tutta 1’ acqua espirata forma-


quello che i 1298 millig. (24,45 gr. ) si nei polmoni mentre è generalmente rico-
;

di gas ossigeno rimasti abbandonali nosciuto che una parte di quest’ acqua sfugge
per entrare nella composizione di 1799 dal sangue per via di traspirazione. E pure
millig. ( 33 , 9 gr. ) di acido carbonico e probabilissimo provenir dessa tutta da questa
e eh’ è come °?°99^ sorgente , nè formarsene per nulla nei pol-
e se dalla loro somma 0,1570 moni.
detraggasi quello che perdesi durante Ad onta di tutto ciò, e malgrado che si
le espirazioni e ch’è pure qui figurato calcoli dietro tutti dati della chimica sulle
i

da quantità di calorico che si sprigionano nel cor-


ilrestante ha per espressione 0,127 so delle diverse combinazioni' dell’ ossigeno ;

e potrebbe aumentare di i,o 5 gr. la tempera- malgrado che si calcoli il meglio possibile tut-
tura di 39i3 gram, e 168 milligr. 8 lib. )
di to ciò che perdesi del calorico sprigionato e
sangue venoso. — Concludiamo
(

adunque che tutto ciò che ne rimane nei polmoni; final-

la più alta temperatura che le combinazio- mente, ad onta che trascurasi qualunque dif-
ni dell'' ossigeno atmosferico possano dare ferenza ili capacità calorimetrica, tra il san-
al sangue nei polmoni, è i,o 5 gr. di Reamur. gue arterioso ed il venoso, appena si può ri-
— Codesti calcoli imitati sono dal dott. Menzies, trovare che la temperatura del primo superi dì
ed io credetti per disteso ,
doverli rifare un grado quella del secondo. Ed è chiaro che
stante che i dati che ammisi sono assai meglio quantunque polmoni siano il fomite perma-
i

fondati di quelli del medico inglese. La con- nente del calorico che si sprigiona, non pos-
dotta da me tenuta è d’altronde alquanto di- sono non perciò assumere più elevala tempe-
versa dalla sua. Invece di procurare eora’ei le-
ratura di quella del sangue, che non fa che
attraversarli. Bagnati essi da un lato, in lutti
ce di determinar quale sia precisamente la
i loro punti da questo sangue in contatto del-
quantità di calorico che sprigionasi nei pol-
V altro con un vapore che se ne esala, hanno
moni, mi limitai soltanto a voler conoscere
necessariamente la stessa temperatura di co-
qual esser potesse il maximum ; imperocché , —
testo liquido e del medesimo vapore .

esaminando cose secondo lo stato attuale


le
Dissi ch’io trascurai a bella posta qualun-
delle nostre cognizioni, riguardo i due resul-
come que differenza tra la capacità calorimetrie»
tati che ottenni, e soprattutto l’ultimo,
nel sangue venoso e quella del sangue arte-
il maximum di temperatura che
la respirazio-
dato rioso. Non puossi dubitare alcun poco nem-
ne possa aggiungere a! sangue. Diffalti, il meno che 1
una, e parecchie conside-
n esista
specialmen-
principale, quello da cui dipende
razioni lo indicano. Pare d’ altronde esser sta-
te l’aumento temperatura nei polmoni, e la
di Craw-
ta comprovata da esperimenti. Il doti.
quantità di gas ossigeno che vi si combina,
lo
ford provossi pur anco di determinarne
il
di quelli
estimai codesta quantità la meta
trop- quantum ; e trovò ehe la capacità del sangue
inspirata: estimazione indubitatamente 100.
a quella am- venoso è a quella dei sangue arterioso . .

po alterata. È dessa superiore per ope-


tranne Good- ii 5 Differenza abbastanza grande
.

messa d'ordinario dai fisiologi, temperature, e


ed
di gas inspirate rare notabili riduzioni nelle
win, di cui tutte le misure trascurare.
pure ammissi- ehe in conseguenza non va bene
sembrano erronee. E
Laonde il dottor Menzies riguardossi di omet-
espirate,
estimazione degli altri fisiologi,
cade egli per tal rispetto in uno
bile che la
la qua- terla. Ma
abbenohè più debole di quella secondo vale a dire, che ammettendo
pur anco troppo alfa. strano errore ;

le io ho calco-lato, sia
Un uomo che pienamente il rapporto indicato dal dottor
L' errore è qui agevolissimo. Crawford, non ne tenne conto che per
calco-
dell’esercizio, o che parli da
alquanto
faccia produrre
viziata e lare l’effetto termometrico che deve
tempo, espira un aria pochissimo
1
,
sprigionato per
l'acqua di calce sul sangue arterioso il calorico
che intorbida debolmente
;

E in quanto a quello
fosse tenuto tranquil- via della respirazione.
mentre se questo uomo si
venoso, entrando
polmo-
uscita dai suoi di già contenuto nel sangue
lo e nel silenzio, l'aria la sua tem-
maggiormente acqua 1 nei polmoni, e che determinava
ni avrebbe intorbidato abbia supposto
anzi tanto piu intorbida-
peratura, suppose egli, o pare
di calce, e V avrebbe stesso già o a
in quanto che la espira-
che poteva ancora elevare allo
lo, ad egual volume, temperatura di codesto sangue
fattosi arterio-
profonda. L eviden-
zione sarebbe stata più riempire al mede-
so, vale a dire che potesse
te che, in quest’ultimo
caso, lutto acido 1

simo disparate.
livello capacità sì
Vediamo —
già il piodotlo
carbonico espirato non e nella capacita
e per quan.o poco
adunque ciò che deve divenire
di una sola inspirazione,
arteriosa, quale fu
determinata dal dottor
si estima
profonda sia stata la espirazione, Crawford, non solo il soprappiu
di tempera-
alterazione dell aria
troppo alto il grado di ci 0
Eneicl. Med. 4 -
3 MEMORIA
tura che la può tiare al sangue
respirazione zione. Se il dottor Menzies ne rinvenne uno
venoso, ma qualunque temperatura che aves- di opposto, addiviene perchè non adoprò tut-
se questo sangue , aumentata da quella che ta E attenzione conveniente a «I uno di tali da-
può desso ricevere nei polmoni. Abbiamo — ti, nè lo prese in tutta la sua ampiezza. Laon-
rinvenuto che quando formisi ad un tratto de simile inesattezza fa dessa erronee le due
acqua e acido carbonico nei polmoni, la tem- principali conseguenze ch’egli ha dedotte da
1
peratura del sangue venoso potrebbe essere tutto il suo lavoro sulla respirazione l una,
:

aumentata di i,o 5 gradi. Supponiamo che la che P aumento di temperatura acquistato dal
temperatura di codesto sangue sia di 3 o gradi sangue arterioso nei polmoni è' uno dei prin-
1
prima che soggiaccia all azione polmonare , cipali stimoli delle cavità sinistre del cuore ;
sarebbe essa adunque di 3 i,o 5 gradi dopo 1’ altra, che mercè appunto di tale aumento
aver ricevuto il calorico che simile azione po- di temperatura il calore di tutto il corpo vie-
trebbe somministrargli. Per determinare ciò ne rinnovato e mantenuto. Può darsi che il
eh 1 essa divenga nel sangue arterioso, colla calore animale non sia intrattenuto che dal
differenza di capacità, si stabilisce la seguente calorico fissalo dalla l’espirazione nel sangue
proporzione : 1 5 100 3 i,o 5 xzz 27 gradi.
: : : : arterioso ; ma non può essere che lo sia dal-
Siamo quindi condotti a questa conclusione , P aumento di temperatura in discorso, od al-
che se il sangue venoso ha una temperatura meno i suoi dati non lo autorizzavano a con-
1
di 3 o gradi innanzi di soggiacere all azione chiuderlo.
polmonare, quella che avrà dopo esservi sot- Ho
ancora omesso, nei precedenti calco-
tostato e averne ricevuto tutto il calorico che li, una circostanza assai importante, e di cui
può dessa fornirgli, anziché venire aumenta- non si può a meno di non tener conto ; vo-
ta, sarà al contrario diminuita di parecchi gra- glio dire della quantità di calorico che assor-
di. La diminuzione deve essere ancora mag- be un corpo assumendo una maggiore capa-
giore di quella che ho ritrovato. Imperocché, cità. Per verità, il dottor Crawford non at-
procurando di determinarla, non potei evita- tribuisce questo assorbimento che a ciò che la
re di commettere un errore simile a quello capacità divenuta più ampia abbisogna di una
del dott. Menzies. Diffatti, non feci pervenire quantità di calorico più considerabile per es-
alla capacità arteriosa che la quantità di ca- sere riempila dallo zero di calorico fino al
lorico che contiene il sangue venoso al di sopra grado che trovasimvere il corpo al momento
del zero ; e io supposi che tutto ciò che ne in cui cambia di capacità. In questo senso,
contiene al disotto, risale allo stesso livèllo l'assorbimento non sarebbe già una circostan-
nelledue capacità, e che può elevar a zero la zi a parte, si troverebbe calcolata dalla stes-
1
temperatura dell uno come dell’ altro sangue.
1
sa proporzione che determinerebbe effetto l

1
Altrimenti io calcolai come se il zero del ter-
,
prodotto sulla temperatura dall aumento di
mometro corrispondesse a zero di calorico. Ora, capacità. Però i chimici francesi non parteci-
questi due termini non hanno nulla di comu- pano di tale opinione; stabilirono eglino che,
1
ne. Lo zero di calorico è un termine ignoto, durante l aumento di capacità , una certa
non assegnabile; lo zero del termometro è quantità di calorico si combini col corpo che
soltanto un termine di convenzione, un pun- vi soggiace, ne diviene parte costituente, e
to di partenza pei gradi, al di sotto come al cessa di segnare nel termometro. So benissi-
di sopra del quale il termometro fa la propria mo ohe ammisero essi codesta combinazione
funzione, e partendo indica la presenza del di calorico
particolarmente nel caso in cui
calorico. Per conoscere con precisione ciò che P aumento di capacità vieti prodotto da quel-
divenga la temperatura del sangue venoso lo che dicono un cambiamento di stato, vale
nella capacità arteriosa, abbisognerebbe avere a dire col passaggio dallo stato solido allo sta-
un termometro nel quale coincidessero questi to liquido, dallo stato liquido a quello di flui-
due termini. Si potrebbe coll aiuto di tale 1
do elastico. Ma esaminando le ragioni da
istruraento, stabilire codeste proporzioni: n5: loro in tal caso apportate, converrassi che una
100:: la temperatura alla quale è elevato il sonile combinazione deve succedere in ogni
sangue venoso per tutto ciò che contiene di altro caso di cambiamento di capacità, ed es-
calorico non combinato, è a quella alla quale sere indifferente per tal rispetto che corpi i

sarebbe innalzato, per questa stessa quantità cangino di stato, o che conservando il mede-
di calorico, il medesimo sangue divenuto ar- simo stato, cangino soltanto di natura. In una
terioso. E* evidente che darebbe per quarto parola, sembra essere un assioma nella teorica
termine una temperatura inferiore, e forse del calorico, che ogni corpo , la cui capacità
anche di molto, a quella di 27 gr. Il qual re- calorimetrica aumenti in qualche circostanza
sultalo non quadra gran fatto colle ricevute per una qualunque causa , assorbì, per assu-
idee, toccanti la influenza della respirazione mere siffatto aumento, certa quantità di calo-
sul calore del sangue, ma derivante necessa- tico che non contiene già allo stato d’inter-
riamente da lutti 1 dati relativi a questa fini- posizione, per servirmi delle espressioni di Se-
sur. SANGÙIÌ 3i
gnin, ma nello stato di combinazione. Per tal alcuna differenza di capacità tra il sangue ar
modo appunto il ghiaccio a zero assorbe fon- terioso e il sangue venoso, rinviensi, per ve-
dendosi, eh’ è quanto dire assumendo la ca- rità, che iì primo riceve nei polmoni un au-
pacità deir acqua, tutto il calorico necessario mento di temperatura. Però tale aumento
per elevare da zero a 60 gradi la temperatura giunge soltanto a uq grado, ed anzi per tro-
di eguale quantità di acqua, e dopo tale assor- varlo uopo è esagerare la maggior parie dei
bimento si ritrova ancora essere a zero; quan- dati. Ora, codesto grado di temperatura, lun-
tunque, a vero dire, lutto questo calorico non gi dal poter esser riguardato dai fisiologi co-
si combini col ghiaccio per dargli la capacità me nocevole nel petto, risulla pur anco infe-
dell’ acqua, ma che una parte serva a riempie- riore alla differenza ammessa da parecchi di
re l’aumento di capacità di già operata; im- essi, e che ammettono, dietro la esperienza, tra
perocché è indispensabile di conciliare la opi- la temperatura del sangue venoso e quella del
nione del dottor Crawford con quella dei chi- sangue arterioso. Ma se si ammette, nè sem-
mici francesi. Non si può valutare qual por- bra possibile dispensarsene, se si ammetta,
il

zione di calorico assorbito rimanga semplice- dico, una differenza di capacità tra due i

mente interposta, e quale si combini il che ;


sangui, trovasi che la respirazione, anziché
però riesce indifferente al nostro oggetto, vo- aumentare la temperatura del sangue arte-
lendo noi solo conoscere la quantità totale rioso, la renderebbe inferiore di parecchi
che ne assorbe il cangiamento di capacità. Li- gradi a quella del sangue venoso, anche allor-
mitiamoci adunque qui a ripetere, che una quando tutto iì calorico di quest’ ultimo, pas-
parte di ghiaccio assorbe unicamente per fon- sando da una in l’altra capacità, continuasse
dersi, tutto il calorico necessario per aumen- ad essere semplicemente interposto. Ma, sic-
tare di 60 gradi la temperatura di una eguale come qualunque aumento di capacità produ-
quantità di acqua, senza impacciarsi di ciò clic ce un assorbimento di calorico, di cui la mag-
divenga questo calorico dopo l’assorbimento. gior parte passa allo stato di combinazione ;
Ma, secondo Kirwan, la capacità del ghiaccio se si calcoli codesto assorbimento dietro i dati
è a quella dell’ acqua io, vale a dire attuali, trovasi eh’ esso potrebbe ridurre i pol-
: :
9 : : :

100:111. E noi abbiamo detto precedente- moni al di sotto del grado della congelazione.
mente che, secondo Crawford, la capacità del — • Avrei adunque io un bel dire di voler so-
sangue venoso è a quella del sangue arterio- stenere uno degli usi della respirazione esser
so : 100
: : n
5 Se adunque la quantità di ca-
. quello di diminuire la temperatura del san-
lorico che assorbe un corpo cambiando di ca- gue venoso al momento in cui si fa arterioso.
pacità era proporzionale alla differenza esi- E mi pare poi che i partigiani dell’opinione
stente tra le due capacità che si cangiano l’una contraria ne sarebbero di leggieri soddisfatti,
nell’ altra, sangue venoso dovrebbe assor-
il se domandassi loro soltanto che codesta dimi-
birne molto più per assumere la capacità ar- nuzione fosse di due gradi; tanto più che al-
teriosa, di quello die non faccia il ghiaccio l’apparato dei calcoli potrei aggiungere al-
per assumere la capacità dell’acqua. Risulla tre prove. Avvertirei , per esempio, che nei
dal calcolo che dovrebbe assorbirne tutto ciò luoghi dove non bene respirasi, nè si rinnova
che abbisognerebbe per aumentare di 81,81 1’ aria, risentesi in sè stesso un calore incomo-

gradi la temperatura rii una eguale quantità do che dissipa la respirazione di un aria libe-
di acqua, e di 79,43 gradi quella di una egua- ra e pura. Farei osservare eziandio il calore
le quantità di sangue arterioso, essendo la ca- dei cadaveri in talune asfissie. Poi, esaminerei
1
pacità dell acqua a quelle del sangue arterio- la opinione dei nostri avversari che
volevano
so 100
: : io 3
: .

Per verità, non so d’ onde che uno dei principali usi della respirazione
prendere l’enorme quantità di calore neces- fosse di rinfrescare il sangue. Finalmente .una
sario per satollare simile avidità imperocché preziosissima circostanza, e che farei valere
:

ben si scorge ebe 0,91, e P i,o 5 di grado


i quanto più per me si potesse, si è eh’ io po-
che abbiamo rinvenuto per resultato delle trei inchiudere nella mia opinione quella de-
combinazioni polmonari, non sarebbero che gli antichi e dei moderni, facendo vedere che
cattivissimi tozzi per sì terribile appetito, e il polmone riesce in uno il
refrigerante del
tutta la temperatura che hanno polmoni al sangue e il fomite del calore animale.
i
Ma —
estra-
di sopra dello zero, sarebbe essa pure insuffi- anziché qui avvilupparmi in paradossi
re “
ciente. Laonde, mentre parecchi tisiologi vo- nei al mio assunto, converrò che calcoli P i

di sitniJ
gliono trasportare fuor dei polmoni le combi- cedenti, come pressoché lui li quelli
a combat-
nazioni dell’ ossigeno atmosferico, per preve- genere, quantunque valevolissimi
tere opinioni incerte e ipotetiche,
non lo sono
nire la deflagrazione, 1' esame di quanto suc-
giustamente ciò
cede in siffatte combinazioni si dà a conosce- però per darci a conoscere
inulilraénte nei
re non esser già da questo lato che trovasi il eh’ è. E dopo averli impiegati
lo stesso che
pericolo, ed ai contrario dover noi temere la confutare un errore , sarebbe
congelazione. Diffalti, se non tiensi conto di commetterne un altro
prendendo i loro icsu
3i6 Memoria
tati per la esatta espressione di quanto succe- so ed il suo diametro, il termometro deve
de realmente in natura. Già lo diceva al prin- adempiere la sua funzione più o meno pron-
cipio di questo paragrafo: tutti i dati relativi tamente, ed il sangue perdere in và-rio grado
alla respirazione sono incerti ; e in conse- della sua temperatura mentre esso 1’ adempie,
guenza lutti resultali ai quali essi conducono
i singolarmente se la temperatura atmosferica
non possono venire riguardati se non come è alquanto bassa ;
si potrà benissimo ingan-

probabilità più o meno discoste dal vero. Fra narsi di uno o due gradi in trenta, e credere
questi dati, uopo è in singoiar modo distin- che il sangue del tal vaso è più caldo di co-
guer il rapporto indicato dal dottor Crawford desta quantità che quello di tal altro, avve-
tra le capacità arteriose e venose rapporto : gnaché ambidue siano realmente alla stessa
che dà un carattere di esagerazione a tutti i temperatura. Laonde gli autori che cimenta-
prodotti nei quali esso entra come agente. Ciò rono -simili esperienze vanno fra loro poco
che basterebbe per provare ch’esso è erroneo, d’accordo. Le cause di errore di cui tengo
1
quando pure npn si sapesse d altronde che il discorso spiegano abbastanza perchè parecchi
metodo dietro il quale venne determinato è es- abbiano rinvenuto meno caldo il sangue ve-
senzialmente difettoso. E' bellissima in fisiolo- noso. Non osservò Schwecche, a dir vero,
gia la scoperta della differenza di capacità tra i immergendo il termometro nei tronchi arte-
sangui arterioso e venoso. Ma non bisogna am- riosi e venosi la differenza di temperatura dei
metterla che quale fatto di cui il quantum non loro sangui ; ma il suo metodo, che consiste-
è determinato, nè lo sarà verisimilmente mai. va a empiere due vasi, 1’ uno del sangue riti-
Quanto si può fare si è di arrischiar su tale ralo dalla carotide, 1’ altro di quello ritirato
determinazione alcune conghietlure. Laonde dalla giugulare, è manifestamente più difet-
nella ipotesi che la respirazione potesse au- toso ; al che devesi aggiungere che i suoi ter-
mentare di un grado la temperatura del san- mometri erano costruiti con dimensioni molto
gue venoso portandola da 3 o a 3 i gradi, e che più grandi. — Non intendo perciò voler dire
questi 3 i gr. siano ricondotti di nuovo a 3 o che il sangue contenuto nelle vene esterne
colla capacità arteriosa, le due capacità sareb- non possa avere una temperatura inferiore;
bero in fra esse ioo io 3 non tenendo
: : :
, ma, salvo il caso in cui si effettui alia superfi-
conto nè del calorico che contiene il sangue cie del corpo una grande ed improvvisa sot-
ve HOS'D, al disotto del zero termometrico, nè trazione. di calorico , codesto sangue, immi-
di quello che combinasi durante il cangia- schiandosi a quello delle vene interne ed at-
mento di capacità.Ma siccome non è possibi- traversando le grandi cavità per giungere al
le di trascurare siffatte due quantità di calori- cuore, deve riassumere, prima di arrivarvi ,
co, è manifesto esser troppo grande codesto la temperatura di siffatte cavità, vale a dire
rapporto, ed io dubito se quello di ioo a joi la temperatura arteriosa. La maggiore sua ce-
non lo sia del pari. lerità, la poca grossezza delle toniche venose,
Allorquando si è obbligato di corregge- le oscillazioni che sperimenta nelle due vene
re, d’ impiccolire così i dati, per non riscon- cave, e forse taluna altra causa di cui sarebbe
trare la temperatura del sangue arterioso in- fuor di luogo qui farne menzione , gliene
feriore a quella del sangue venoso, si com- somministrano la facilità. In una parola, non
prende appena come diversi autori abbiano riesce affatto probabile che il sangue delle ve-
potuto annunziare, ed annunziare secondo ne interne e quello dell’ arteria polmonare*
esperienze termometriche, esser dessa supe- abbiano, come il vogliono parecchi fisiologi,
riore di due gradi. Mi si obbietterà che qua- una temperatura inferiore a quella del sangue
lunque ragionamento diviene muto davanti arterioso.— Risulta da ciò, non esser già per
ai fatti, e che quando il termometro dimostra un eccesso di temperatura che il sangue arte-
esistere codesta differenza, vi si deve prestar rioso rinnovi e mantenga il calore del corpo.
fede, a fronte di ogni altro calcolo contrario. II qual modo di rinnovamento darebbe luogo
Sono lontanissimo dal negare la testimonianza a molte difficoltà nei cui particolari non possol
del termometro, ma mi si permetterà di far inoltrarmi , ma che pet o vengono tolti con
osservare che in simile materia tale istrumen- cangiamento di capacità. Si comprende be-
to può assai facilmente divenire un falso te- nissimo che il sangue, assumendo nei polmoni
stimonio. Non riesce del tutto agevole di de- una maggiore capacità, può caricarsi di ca-
terminare con precisione la temperatura che lorico sviluppato dalla respirazione senza ac-
ha il sangue in uno o nell’altro vaso. Non crescere di temperatura, e che giunto alle
1
valendosi dell istrumento più atto a fare estremità capillari della grande circolazione ,
prontamente la sua funzione, vale a dire di un deve, riassumendovi la capacità venosa, abban-
termometro a mercurio, costruito colle* più donare tutto il calorico preso nei polmoni. Co-
piccole dimensioni, nè ponendo mente che a siffatta semplice e luminosa teorica che qui non
seconda della celerità colla quale il sangue cir- posso che indicare, venne esposta fin dal 1790
cola, dietro la grossezza delle toniche del va- da Seguin, nè attrasse forse gran tatto 1 ’ at-
SUL SANGUE 3 1
y
tenzione dei fisiologi» Attribuiva codesto scrit- per provare che in realtà il gas ossigeno può ,
tore in particolare il cangiamento di capacità senza combinarsi immediatamente, far assu-
sperimentalo dal sangue nei polmoni, alla sot- mere al sangue venoso il carattere arterioso.
trazione di certa quantità d’idrogeno carbo- Consiste (lessa nel mettere in un vaso del san-
nato, e quello che sperimenta nelle estremità gue venoso a contatto con gas ossigeno. Assi-
capillari della grande circolazione a un assor- curasi assumere codesto sangue il colore arte-
bimento della medesima sostanza. Era troppo rioso assai prima che siasi sprigionato acido
internarsi nelle cause e guastare una sana carbonico. Quanto da ciò si può quindi con-
teorica con viziosa eziologia, E assai dub- chiudere si è che lo sprigionamento dell’aci-
bioso che il sangue perda nei polmoni dal suo do carbonico non risulta essenziale alla colo-
idrogeno, e lo è ancor più, anzi del tutto in- razione del sangue, di che più non si dubita
verìsimile che riprenda nè idrogeno nè car- dietro la bella scoperta di Fourcroy sulla par-
bonio nelle estremità capillari della grande te che ha il fosfato di ferro in questa colora-
circolazione. Cambia desso di capacità in que- zione. Ma siffatta esperienza non ci dinota ciò
ste ultime parti perchè si fa venoso, e vi di- che divenga il gas ossigeno che viene assorbi-
viene venoso per cause che variano come gli to al momento della colorazione del sangue,
organi ai quali esso si distribuisce, e che fan- se non fa dapprima che dissolversi o si de-
no fuor di dubbio che all’ uscire di questi or- componga per combinarsi in qualunque siasi
gani i sangui venosi abbiano in fra di essi dif- modo. Non ci addita neppure se fin dal pri-
ferenti capacità. In quanto riguarda all’ au- mo istante formasi o no acido carbonico; im-
mento di capacità assunto dal sangue attra- perocché, ad onta che sulle prime non se ne
versando i polmoni, dipende esso dall’intimo sprigioni, potrebbe essersene formato che ri-
cambiamento a cui vi soggiacque nella sua com- manesse disciolto nel sangue, fino a che la sua
posizione ; cangiamento iuttor non valutato, quantità o l’agitazione del vagolo facesse spri-
ma che non puossi attribuire soltanto ad una gionare mentre nei polmoni, la temperatura,
;

sottrazione d’ idrogeno carbonato. Contentia- la celerità del sangue, la affinità dell’acido

moci dei fatti che sono a nostra conoscenza , pel vapor acquoso, potrebbero obbligarlo a
allorquando non ci è permesso di maggior- sprigionarsi fin dal momento di sua forma-
mente dilungarci, nè riteniamo di dover sem- zione. Finalmente ,
quand’ anche fosse vero
pre svilupparne tutte le cause, per timore che non formarsi in tale esperienza acido carbo-
troppo arrischiate eziologie possano gettare nico all’ istante in cui il sangue cangia di co-
dell oscurità sugli stessi fatti. — Ma• simili di- lore, potrebbesi inferirne non formarsi desso
scussioni si scostano dal mio subbietto; nè devo immediatamente nei polmoni ? Le circostanze
tacere di essermi involto in esse soltanto per rin- del contatto del gas ossigeno col sangue risul-
tracciare seìe combinazioni dell’ossigeno atmo^ tano forse eguali in ambidue i casi ? Avvi pu-
sferico possano operarsi immediatamente nei re nell’ uno e nell’altro un organo destinato a
polmoni, e segnatamente se possano operarvisi presentare al gas ossigeno gli elementi del san-
senza produrre un calore incompatibile colla gue in certo stato di attenuazione, d’isola-
sanità. Parmi risultare l’affermativa con abba- mento, dotali di certa temperatura e di una
stanza chiarezza da, tutti i minuti ragguagli tal quale celerità, e via dicendo ? E la chimica

in cui entrai. Non pertanto vi aggiungerò al- ha dessa forse appalesato ohe una differenza
cune riflessioni. —
E indubitato che il sangue in tutte queste circostanze non ne può occasio-
non diviene arterioso nei polmoni se non sog- nar alcuna nelle combinazioni ? A dir vero è
giacendovi a chimiche combinazioni, e che l’a- affatto maraviglioso codesta facilità con la
zione del gas ossigeno atmosferico è in qual- quale citasi in prova di ciò che succede nelle
che modo 1’ anima di coteste combinazioni. funzioni, le più complicate esperienze che non
Ma in qual modo potrebbe questo gas deter- hanno quasi verun rapporto con queste fun-
minarle solo dissolvendosi nel sangue, e sen- zioni. Tutto indica che quanto avviene tra il
za sperimentare esso pure una vera combina- gas ossigeno ed il sangue venoso che si posero
zione? Ciò non sembra accordarsi coile nozio- in un vaso non rappresenta per nulla quello

ni dateci dalla chimica del modo con cui cor- i che succede nel polmone, e che la similitudine
pi agiscono gli uni sugli altri. Vuoisi forse che nel colore prodotto non annunzia già nei re-
si combini realmente, ma che la combinazio- sultali una perfetta identità. Se codesta verità
ne non giunga fino a formare l’acido carbo- abbisognasse di nuove prove, citerei in taf
nico ! Codesta combinazione, qualunque sia, caso le esperienze falle da Chaussier sulle asfis-
non può effettuarsi senza che 1’ ossigeno ab- sie prodotte dai gas carbonosi e dall idroge-

bandoni il calorico che lo teneva nello stalo di no carbonato, e dalle quali risulta che un ani-
gas, e rimane a sapere se questo calorico non mai può essere asiatico, avvegnaché il suo san-
eguagliasse in quantità quello che si sprigio- gue attraversando i polmoni continui ad as-
nerebbe durante la formazione dell’acido car- sumere un bel color vermiglio. Beddoes aveva
bonico. Nulladirueno si cita una esperienza di già fatta cotale osservazione per risguardo
3 i8 MEMORIA
al gasidrogeno carbonato. —
Del resto, dopo E' un’ opirtione ammessa da alcuni dotti di
aver comprovato, per quanto stava in ine, grande autorità, che il sangue, prima di pene-
non aver noi alcun motivo per ritenere che il trare negli organi, soggiaccia nelle arterie che
gas ossigeno atmosferico non soggiaceva nei ve lo portano un cangiamento preparatorio e
polmoni immediatamente e compiutamente a appropriato alla funzione che deve adempiere
tutte le combinazioni alle quali viene destina- in ciascuno di essi. —
Io indagai, con tutta at-
to, ammetterò, se così vogliasi, non far desso tenzione ispiratami dall’autorità di questi dotti,
nel sangue che dissolversi. Ma dovrassi par quali potessero essere le cause di operare un si-
1
dire essere dell essenza del sangue arterioso mile cangiamento, e non mi fu possibile di
che il gas ossigeno gli sia in tal modo unito, e scoprirne alcuna, lo so benissimo che un fatte»
tal modo di unione dover perseverare per tut- non soffre alcun discredito dal momento che le
to quel tempo che il sangue rimane arterioso. cause sfuggono alle nostre indagini, e che mal-
Imperocché non è possibile a credere che la grado la inutilità delle mie, il cangiamento in
natura che prese sì esattamente le proprie mi- discorsonon potrebbe divenir meno una ve-
sure acciocché non pervenga nel sangue arte- Codesta verità di fatto però non si
rità di fatto.
rioso alcuna sostanza senza jarima avergli fat- potè ammettere che dopo essere stata com-
to sperimentare tutte le modificazioni capaci provata, e funami impossibile di assicurarmi
di compartirgli una convenevole inoctuTà, vi che dessa lo sia stata giammai. Tutto ciò che
lassi errare all’avventura e colla facoltà di citasi, tanto sull’ esistenza del fatto, che sulle
combinarsi al suo piacere una sostanza sì atti- cause, riducesi a conghietture. Parvemi —
ca, sì disorganizzatriee come l ossigeno. Le
1
fosse specialmente dietro l’uso attribuito a
combinazioni che produrrebbe cotesta sostanza certe secrezioni eh’ eransi condotti ad am-
altererebbero successivamente la composizio- mettere una qualità particolare nel sangue a
ne del sangue arterioso, e risulta inammissibile discapito del quale esse si operano. E'diffatto
che siffatte alterazioni siano iodifferenti alla difficWssinao ed anzi impossibile conciliare
integrità delle funzioni. So bene potersi dire ,1’uso che si attribuisce alla secrezione dell’ o-
o piuttosto supporre non esservi esse di fatto rina, per esempio, colla identità del sangue
indifferenti, ed ogni organo esigere che si ef- nella arteria renale e nella carotide interna.
fettuino al tal grado particolare nel sangue che Ma, per poter in tal modo conchiudere dietro
esso riceve. Poi, si supporrà, come si fece per 1’ uso di una secrezione, bisognerebbe esser
rapporto ai reni ed al cervello, e come avreb- affatto sicuri non averne dessa alcun altro ol-
besi potuto farlo con altrettanto fondamen- tre quello che le si attribuisce ; o per Io meno
to per riguardo agli altri organi; supporrassi, dovrebbe risultare dalla conchiusione che il
io dico, che cosiffatto grado dipenda dalla di- sangue avesse una qualità non solamente ipo-
stanza cuore, ed in seguito che P o,rgano
al tetica, ma pur anco incompatibile con quanto
che lo esige è proprio a tale distanza impe- ;
si sa sulla circolazione. Se, ad ispiegare l’uso
rocché, è tale per lo più la sorte di qualunque di una secrezione obbligato ammette-
si è
spiegazione puramente ipotetica, che mentre re nel sangue, contro ogni verisiruiglianza,
la si ritiene atta a togliere certa difficoltà rea- una qualità particolare d’ onde essa proviene,
le od apparente, da cui si fosse impacciato, si e dovendo di poi dilucidare in qual modo ac-
vede insorgere dalla medesima spiegazione al- quisti il sangue codesta qualità abbiansi a im-
tre difficoltà, le qualiabbisognano, per venir maginare altre ragioni più o meno improba-
1
quali abbisognino a loro tempo pure
1
tolte, eh s immagini successivamente nuove bili, le
ipotesi. Senza più arrestarmi a queste ultime, di spiegazione, non si fa ad evidenza che rin-
darò fine a siffatto lungo paragrafo conchiu- culare, che trasportare successivamente la dif-
1
dendo, essere un ipotesi priva affatto di fon- ficoltà. — Le altre con cui appog-
riflessioni
damento 1’ accampare che 1’ ossigeno atmosfe- giasi la opinione ch’io esamino, sono la gra-
rico non può già formar immediatamente aci- duata ossigenazione de! sangue, sulla quale mi
do carbonico nei polmoni, e che se, indipen- spiegai abbastanza nel precedente paragrafo,
1
dentemente dalla formazione di quest acido , e singolarmente la direzione che affettano
una porzione dell’ossigeno ispiralo si unisce al molte arterie prima di dilungarsi negli orga-
sangue, il che risulta verisimilissimo, ciò non ni direzione che supponesi avere per iscopo
;

deve nè può essere in modo graduato, ma di modificare la velocità ed indi la natura de!
che siffatta combinazione, quale essa sia, essen- sangue. Per tal guisa osservossi, con Haller,
do dell’essenza del sangue arterioso, deve sus- che la maggior parte delle arterie che si di-
sistere tale che P hanno operata i polmoni, stribuiscono nei muscoli, prima di ritornarvi
fino alle estremità capillari' della grande cir- si ricurvano sopra sé stesse. Se ne concluse ,
colazione. cotale direzione essere loro stata compartita a
VII. Cambiamento operato nel san-
§. bella posta dalla natura onde ritardare la ce-
gue da certe disposizioni che assumono le lerità del sangue e farlo soggiacere ad un can-
arterie prima di penetrare negli organi . — giamento preparatorio e favorevole alla seere-
SUL SANGUE 3 19

zione della fibrina. In appoggio di lale opi- lunque sla fluido che trascorre in questi va-
il

nione ,
citasi qual ragguardevole prova di si, è chiaro che vieti tolto dal sangue arterio-

quanto può sul sangue la celerità aumentala o so e si trova in minor copia nel sangue veno-
diminuita, l’esempio colla milza, nella quale, so. La milza destinata a formare un sangue
dicesi, il sangue diviene venoso solo perchè venoso, di natura adattata a un uso determina-
vi perde del suo movimento, e più particolar- to, mettendo in azione in certo ordine, o hi

mente quello ancora del fegato. —


Non si può tale maniera,le affinità dei princi pii che co-
negare che la celerilà colla quale il sangue stituiscono sangue arterioso, rigetta da que-
il

perviene in un organo, non abbia alcuna in- st’ ultimo tutto ciò che non deve entrare nel-

fluenza sulla secrezione che vi si opera, o sul- la nuova combinazione, ed appunto tale ri-

la alterazione qualunque che vi sperimenta il fiuto vien trasportato dai vasi linfatici. In ge-
sangue. 11 fegato ed polmoni ne forniscono
i nerale, non conosco nella economia animale
prove irrefragabili. 11 sangue ci offre manife- verun caso in cui il sangue cangi di natura
stamente in questi due organi le due estremi- senza aver niente perduto, riè nulla acquista-
tà della sua velocità nella economia animale: to ; dovunque diviene venoso, nell’atto stesso
ed è indubitato che in ciascuno è dessa in re- fa qualche perdila. Mi si può obbiettare che
1
lazione alla funzione dell organo ; imperoc- Hunter avendo intercettato nell’arteria caro-
ché, se nella materia bruta ed animata in cui tide del sangue fra due allacciature, trovò, in
la natura stessa non dispone le circostanze che capo di alcune ore, che questo sangue era rap-
devono concorrere alla produzione di lale o preso, ed aveva l’apparenza venosa. Ilo detto
tal fenomeno, ma agisce soltanto a norma di precedentemente che la medesima esperienza
quelle riunite dal caso, gli effetti sono sempre era stata eseguita da due altri autori, e ciascu-
proporzionati alle cause, e se non evvi una no di essi rinvenuto vi aveva la prova che rin-
delle circostanze concomittanti che non abbia tracciava. Si presume però che Hunter non sia
parte nell’ effètto prodotto, sarebbe bene e- stato meno felice; ma confesso che io non
straordinario che ne fosse diversamente nei posso scorgere nella circolazione alcun simile
corpi organizzati, e che quando la stessa natura caso. E' una di quelle numerose sperienze che
ha disposto ogni cosa, tutto calcolato per pro- fuori di esse non hanno senso di sorta, e nelle
durre un fenomeno, quando dovette e non ha quali in conclusione per qualunque conse-
guenza, loro resultato.
è ridotti a ripetere il
potuto impiegare che le circostanze necessarie, si

sì potè senza errore trascurare una delle circo-


Quanto si può conchiudere da quella di Hun-
stanze da cui temente accompagnata la
è cos'ali ter, si limita a ripetere che intercettando in

produzione di tale fenomeno. Conveniamo a- un tronco arterioso del sangue tra due legatu-
dunque entrare la velocità come elemento nella re, rinviensi in capo ad alcune ore questo
espressione delle forze o delle condizioni d on- sangue rappreso ed ha l’ apparenza venosa.
de dipendoiJo-k-aJlerazioni a cui soggiaceil san- Tuttavia non vorrei guarentire essere costan-
gue nei diverbi organi. —
Ma un cambiamen- te un tal fatto, nè che varii a tenore del varia-

to sopravvènuto nella celerità del sangue, un re delle stesse circostanze concomitanti. Mi


esso solo e senza si può obbiettare ancora che materiali tra-
semplice rallenta men to, può i

il concorsa alcun organo nè di alcun altra sportati dai vasi linfatici in un dato tempo ,
circostanza, modificare questo liquido e largii sono in troppo piccola quantità, comparativa-
provare una chimica alterazione? Di ciò ap- mente al sangue che attraversa codesto visce-
punto non si somministra veruna prova e non re nello stesso tempo per occasionare in esso
pertanto ve ne sarebbe grande bisogno im- ;
sangue un notabile cangiamento. Rispondo,
perocché non devesi supporre che principii i i.° doversi siffatto cangiamento operare più

del sangue possano durante tale rallentamen- agevolmente coll’aiuto di questa sottrazione
to separarsi, come farebbero in un totale ri- per quanto lieve essa sia, anziché che senza di
essa ; 2.° non saper noi in qual proporzione
il
poso, ed ancora meno in un vaso all aria li-
sangue nè gli altri liquidi debbano perdere dei
bera. D’ altronde farò vedere nel paragrafo
seguente, che quand’essi il potessero non ne loro principi!, per sottostare a notabile can-
avrebbero già il tempo. — L’esempio della giamento. E’ verisimile no» «perimenti il
milza qui sopra citato, non prova per assolu- sangue in veruna parte una alterazione si con-
siderabile come nei polmoni per cui calco-
to nulla. Oltre che in generale è una sup- ;

landosi la perdita «he vi fanno 3 qi 3 gram,


e
posizione priva affatto di fondamento ed an-
passando
co improbabile di limitare 1’ azione di un 168 milligram. (8 lib.) di sangue
meraviglie-
organo sul sangue a diminuire od a sospen- dallo stalo venoso ali’ arterioso si
dere il movimento di questo liquido; gl in- rà di rinvenirla sì lieve. —
Quanto all esem-

e vero
numerevoli vasi linfatici che escono dalla pio del fegato, su cui molto s’insiste,
di natura
milza attestano succedervi realmente luti’ al- ricevere codesto viscere un sangue
acquista
tra cosa che una semplice modificazione nel particolare; ma forse questo sangue
semplice railed-
movimento del sangue. Imperocché ,
qua- desso tale natura mediante uu
32 O MEMORIA

lamento di velocità nei rami della vena porla il sangue della funzione e quello della vita: la
e per la disposizione di tali rami? Onde po- medesima arteria loro fornisce e 1’ uno e
ter in tal modo conchiudere dal fegato a tutti
1’ altro.

gli altri organi, bisognerebbe che i vasi che §.VIII. Ramificazioni delle arterie. —
portano il sangue in quest 1
ultimi avessero Risulta da quanto fu detto nei precedenti pa-
un’origine e una disposizione analoghe a quel- ragrafi, che tutte le ragioni dietro le quali si
le della vena porta, o che questa ne avesse di potrebbe credere che il sangue varii nelle di-
simili a quelle che hanno questi vasi. Se, per verse regioni dell’arterioso sistema, siano od
esempio, la vena porta, anzi che essere forma- erronee od ipotetiche e siccome in buona lo-
;

ta da vene lo fosse da arterie, e il sangue aves- gica devesi ammettere restare una cosa iden-
se manifestamente in queste arterie l’appa- tica fin a tanto che se ne possa acquistare qual-
renza e il carattere che gli attribuiamo nella che valida prova del suo cangiamento, sarem-
vena porla, se ne potria conchiudere che tal mo già abbastanza autorizzati a riguardare il
carattere dipenderebbe dalla direzione e dal ri- sangue arterioso come identico dovunque, an-
ordinamento che prenderebbero codeste arte- che allorquando non ne avessimo prove più di-
rie prima di entrare nel fegato, hi sarebbesi rette. Per altro l’anatomia ce ne dà una che può
abbastanza bene fondato ad estendere simile riguardarsi come tale. —E' affatto comprovato
conehiusione a tulli gli organi, dicendo che, in anatomia, che se l’origine dei tronchi ar-
per una disposizione piu o meno analoga nei teriosi risulta costante, quella dei rami varia
vasi che essi ricevono, il sangue può acquista- in singoiar modo ;
nascono essi talora da una
re, prima di penetrare nella loro sostanza, un arteria, talora da un’altra, talor più presso, e
carattere appropriato alle loro funzioni. Ma talor più da lungi; il che non può effettuarsi
nulla di lutto ciò avviene. Se il sangue del- se non in quanto che il sangue conserva do-
le vena porta gode di particolare natura, di- vunque le stesse qualità, imperocché allora la
pende per essere divenuto venoso col sog- comune sorgente in cui attingono tutti gli or-
giacere alla azione dei visceri gastrici. Ora, gani, trovandosi per tutto eguale, è assai in-
non iscorgiamo già che il sangue soffra alcu- differente che il sangue che perviene al tal
na analoga azione prima di penetrare negli organo, provenga dal tal luogo, da quell’ ar-
altri organi. In una parola, capisco benissimo teria o da quell’ altra. Aggiungiamo che uno
che la secrezione della bile può esigere un stesso ramo, un ramoscello spesso provvede
sangue di parlieolar natura, e che la qualità a due o parecchi organi, le cui funzioni sono
e l’attività di questa secrezione, dovendo es- affitto diverse. Vuoi tu che il sangue acquisti
sere in rapporto colle funzioni del resto dal nell’ arteria renale qualità idonee alla secre-
sistema gastrico , da quest’ ultimo appunto zione dell’ urina, che vi sia caricato di mate-
deve il fegato ricevere il sangue. Ma io dubi- rie acquose, escrementizie, e via dicendo? Ma
oltre il non esser agevole comprendere in
1
to che abbiavi nell economia animale alcuna
legge, alcuna regola nella logica, che autoriz- qual modo il sangue possa caricarsi così tutto
zino a pensare che attesoché un organo ab- a un tratto di tali sostanze 1’ arteria
,
renale
bisogni di ricevere un sangue in modo par- dà nascita talvolte alla arteria spermatica; ed
ticolare, come ditfatti uno ne riceve di simile è singolarmente probabile che la preparazio-
in virtù delle cause che noi scorgiamo, tutti ne necessaria pel rene non sarebbe affatto
gli altri organi abbisognino del pari di rice- quella che con verrebbe al testicolo. A suo tem-
vere dei sangui che siano loro specialmente po, l’arteria spermatica che supporrebbesi
appropriati, avvegnaché nulla dinoti un tale riempiuta da un sangue idoneo alla delicata
bisogno; e eh’ essi ne ricevano pel fatto uno secrezione ilei seme, provvede a parti che non
di tale, quantunque noi non possiamo in ve- hanno nulla di tale delicatezza, come la tona-
rmi modo assicurarci, nè iseorgerne alcuna ca adipos'a del rene, 1’ uretere, e simili altri:
causa. D’altronde, se tutti gli organi fossero altrettanto potrei dire dell’ arteria carotide
per tal rispetto paragonabili al fegato, dovreb- interna. Si ammetterà forse che il sangue vi
bero pur essi ricevere al pari di due specie di assuma qualità particolari e specialmente adat-
sangue, l’uno adattato alla funzione eh’ essi tate alla grande ed importante funzione del
adempiono, 1’ altro destinato alla loro nutri- cervello ? Ma all’ istante in cui quest’ arteria
zione e al mantenimento della loro vita. Im- sidivide per penetrare nella massa cerebrale,
perocché parrebbe dall’ esempio del fegato ed dà essa 1’ oftalmica che perviene a parti la cui
altresì da quello del polmone che, quando un tessitura e funzioni sono affatto diverse da
organo riceve per la propria funzione un quelle del cervello. Acciocché due arterie l’una
sangue di parlieolar natura , non potesse co- delle quali dia nascita all’ altra, non si spogli-
desto saligne servire nel tempo stesso alla nu- no reciprocamente dei principii necessari agli
trizione e al mantenimento della vita dell’or- organi ai quali pervengono, sarà uopo adun-
gano. Non pertanto non conosciamo punto que ammettere che una ritiene, e che 1’ al-
l’

negli altri organi una simile distinzione tra tra prende giustamente quanto le conviene,
SUL SANGUE 32 i

tale a dire, si dovrà ammettere elle quasi ad versila del sanguearteidoso, torna lo .-.tesso che
ogni suddivisione arteriosa formasi una se- ad evidente causa e dimostrato dalla sempli-
crezione senza orgauo secretorio. Forse il san- ce aulossia, voler aggiungerne un’altra la cui
gue assume un carattere analogo alla secrezio- esistenza non è provata, nè probabile, e la cui
ne soltantodopo che un’arteria fornì lutti ra- i sola supposizione fa nascere innumerevoli ine-
mi che deve somministrare? ma allora il sangue splicabili JiffìcoItà..Se rihanno casi in cui, mal-
non ìia a trascorrere che un tragitto assai breve grado struttura particolare dell’organo se-
la
onde giungere all’organo secretorio; ©'se facciasi cretorio, il sangue arterioso e identico udii pos-
attenzione da un lato, eh’ esso lo discorre con sa bastare alla secrezione, perchè non ne con-
molta celerità, e dall’altro, che essendo sponta- tiene già lutti i materiali, o piuttosto lutti gli
nea l’alterazione che vi si supporrebbe provare, elementi, o perchè non li contiene desso nella
non dovrebbe sopravvenire che lentamente , proporzione o nella condizione conveniente,
non si concepirà eh’ essa possa effettuarsi. Ove lanatura allora vi provvede con un sangue
fosse possibile eh’ essa sopravvenisse seirza il particolare è differente dal sangue arterioso.
concorso di alcuna nuova circostanza, ve ne ha Fa qual cosa appunto si effettua nella secre-
una indispensabile che gli mancherebbe, ed è zione della bile.
questa il tempo. —
Conchiudiamo adunque
che un liquido che non perde nulla, che nulla articolo v.«— sangue risulta desso iden-
il
riceve, che nei suoi canali rimane perfettamen- tico IN TUTTE LE DISTRIBUZIONI DEL SISTE-
te dovunque isolato, che conserva dappertut- MA VENOSO ?
to la sua temperatura, il cui movimento vieti
intrattenuto dalle forze vitali, e con una cele- Prima' della scoperta dei vasi linfatici e
rità che non gli concederebbe il tempo di dei loro usi, dicevasi contenere le vene, olire
provare una spontanea alterazione, anche al- il sangue che riportano al cuore,' diversi li- i

lorquando fosse dessa possibile; che, preso in quidi che supponevansi avessero desse assor-
differenti luoghi del suo corso, può egual- bito per mezzo delle loro radicene Ma ‘ora .

mente servire alla stessa funzione e che, pre-


;
pare stabiliti) appieno, non aver desse nè ra-
so nel medesimo sito, può servir a funzioni dicene, nè bocche assorbenti, nè contenere
assai differenti, conchiudiamo, dico, che un già altro liquido oltre quello che ricevettero
simile liquido non può già avere in luoghi dalle arterie di cui sono la continuità. 11 —
diversi qualità differenti, e quindi: —
Essere sangue venoso non è adunque se non lo stes-
il sangue perfettamente identico in tutte le so sangue arterioso', reduce al cuore dopoaver
distribuzioni del sistema arterioso. Sic- — provveduto a tutte le secrezioni , compresavi
come poi indagando, col metodo tenuto nei la nutrizione. In qualunque modo si operino

paragrafi precedenti, quali potrebbero essere colali funzioni, è comprovato e generalmente


le cause capaci di farlo variare nelle vene pol- ammesso, che il sangue arterioso ne fornisce
monari non ne troveremmo alcuna, possiamo s materiali. Ma posciachè questo sangue risul-
estendere codesta eonchiusione alla piccola ta dovunque identico, perdite eh’ esso fa
le

circolazione, dicendo: —- Rimanere il sangue nei diversi organi variando come gli stessi or-
arterioso perfettamente identico dalla sua gani, il sangue venoso variar deve nella me-
formazione nei polmoni fino alle estremità desima proporzione, imperocché se da eguali
capillari della grande circolazione. Appun- cose si separi cose ineguali, i rimasugli saran-
to, come di già avvertii, la maggior parte dei no ineguali. lì/ adunque indubitabileVche da
fisiologi ammise una variazione nella natura ciascun organo differente proviene un sangue
del sangue arterioso, tratta a così opinare dal- venoso diverso. Ma se gli organi produco-
:

la diversità delle secrezioni', e singolarmente no una prima differenza tra’ sangui venosi, le
dalla qualità e quantità di talune. Ma vi si ri- riunioni delle vene, radunando e mescolando
fletta di grazia, e converrà ch'era assai più
si questi sangui di luogo in luogo, fanno na-
agevole alla natura di formare un sangue ar- scere successivamente nuove differenze, fino a
terioso identico dovunque, ed organi diversi, che infine il sangue contenuto nella partede-.
anziché organi simili ed un sangue arterioso stra del cuore trovasi essere composto del
,

differente da se stesso in- ogni parte. Si con- complesso dei sangfii venosi, più di certa por-
verrà del pari eh’ essa poteva ottenere con zione di chilo e di linfa. La qual teorica vien
molta più sicurtà colla prima disposizione che confermata dalla esperienza imperocché al-
;

colla seconda la precisione necessaria all'eser- cuni autori osservarono che il sangue conte-
cizio di ciascuna funzione. Nè che la diversità nuto nella tal vena, sembrava differir meno
degli organi secretorii, unitamente al diame- dal sangue arterioso, che da quello racchiuso
tro delle loro arterie.; basti per ispiegare quel- in un tronco venoso piu d’ appresso al cuore.
la ch’esiste tanto nella qualità che nella quan-
sangue di per
Conchiudiamo, differire il

tità delle secrezioni, può formare materia di sè in tutte le distribuzioni del sistema \>e-*
dubbio ; e procurarle un ausiliario nella di- noso.
En c icl Med.
>
41
323 ivjeiyioRiA

esse non pot rebberq mai pretendere tal cosa;—-


tutte coucste difficqltà e coni raddizioui non
ARTIÓOfcQ VI. *— COROLLARI permettono di dubitare che il chilo non sia
• ;

perfettamente e compiutamente ematosato fin


Sipossono dedurre come corollari della dal suo primo polmoni ;
tragitto attraverso i


,

1
identità del sangue dall origine delle vene in conseguenza non esistere nel predomi-
polmonari fino alle ultime ramificazioni del- nio. della grande circolazione alcun organo
I* aorta.; conservare il sangue fino alle ultime destinato mediatamente od immediatamente
estremità capillari della grande circolazione , ad elaborare chilo
passato nelle arterie, a
il

il carattere che ha ricevuto nei polmoni ; — compierne la ornatosi ; «per tal guisa il lat- —
codesto carattere, qualunque esso sia, com- te non è dovuto al chilo elaborato a certo
partirgli le qualità necessarie per servire a grado. Non esiste nella grande circolazione
tutte le secrezioni, per presiedere a tutte le più latte che chilo quanto dicemmo del chi-
funzioni dell economia ;
1
in conseguenza, — lo può dirsi egualmente
;

di tutti gli altri liqui-


dipendere intieramente la diversità delle se- di versati sistema linfatico nel torrente
dal
crezioni da quella degli organi secretori. Il della circolazione ; —
tutti siffatti liquidi pas-
sangue arterioso egualmente idoneo per tutte, sati infine nel sangue arterioso vengono spin-
non è in veruna parte adattato in ispecie ad ti, con esso ripartiti in tutti gli organi in-
alcuna ;
— nello stato di sanità nel libero eser- distintamente, nel cervello come nei reni; de-
cizio delle funzioni, tutti i principii esistenti nel vono essi adunque, del pari dèi chilo, essere
sangue da esso presi o ri tenuti in passando dal- stali assimilati compiutamente fin «lai loro pri-
lo stato venoso all’arterioso, non esservi se non mo passare attraverso polmoni
i
;
divenuti —
in virtùdelleleggidell’economia,e fanno parte in tal modo
parte integrante del sangue ar-
di tal carattere arterioso col quale il sangue terioso, non vi possono recar essi nulla di no-
va a presieder a tutte le funzioni ; se il chilo cevole, nè di escrementizio. Io parlo sempre
abbisognasse di circolare per certo tempo col —
dello stato di salute; .in conseguenza, più non
sangue, e di passare parecchie volte attraver- predominio della grande circrolazio-
esistere nel
so dei polmoni per venire compiutamente nealcun organo destinato a purificare il sangue
emalosato, sarebbe mestieri dire allora essere arterioso, a spogliarlo di materie eterogenee ,
1
una legge dell economia vivente, una delle troppo o troppo poco animalizzate, del resi-
richieste condizioni pel libero esercizio delle duo della digestione e della nutrizione, e via
funzióni, che il sangue arterioso' contenesse dicendo —- i reni, fra gli altri, non dover
;

sempre certa quantità di chilo elaborato a avere per funzione di purificare il sangue, nè
differenti gradi, da quello che passò una sola di disimpacciarlo da veruna materia nocevole
volta attraverso polmoni -fido a quello che,
i od anche superflua ( io indagherò in una par-
avendoli attraversato mi $ ufficiente numero ticolare memoria quale sia la loro vera fun-
di volte, rimane compiutamente ematosato ;
. zione) — non potersi del pari amméttere cori
— codesta legg*e sarebbe uulladimeno infede-
;

alcuni fisiologi che uno dei caratteri partico-


lissimamente osservata, posciadhè la quantità lari delle membrane mucose sia di segregare
di chilo che passa nel sangue*, può variare un liquido in essenzial modo escrementizio ;
considerabilmeute alle diverse ore del giorno. —

le materie dette escrementizie non poter
Variazione, la quale, come tutte le infrazioni avere un tal titolo fin tanto eh’ esse non rien-
1
allq leggi dell animale economia, non man- trano nel torrente della circolazione, e non
cherebbe di produrre notabili disordini nelle già in quanto che non averano nel sanguear-
funzioni — la stessa legge risulterebbe d* al- terioso nulla di eterogeneo, nè di escrementizio;
tronde
;

iti opposizione colla opinione che sta- — non contenendo queste materie verun che
tuisce non essere il sangue arterioso affatto di nocevole, a cagione che la sorgente omogenea
puro nè perfetto se non quando è compiuta da cui provengono non contiene nulla di si-
È ematosi del chilo questa ultima opinio- ;
se mile, possono tutte venire assorbite e rien-
ne fosse veritiera, e fosse pur vero che il chi- trare nella massa degli umori se alcune non :

lo non viene compitela men te ematosato che vi rientrano, dipende dappoiché l uso al qua-
1

dopo aver circolato per più ore col sangue, le vengono destinate volle che avessero una
ne risulterebbe che la natura avrebbe distri- forma, una maniera di essere che non conce-
buite in modo le cose che il nostro sangue de che rientrano ; —
il corpo non rinnovarsi
>

goder non pqlesse inai di tulta U sua purez- uè ad ogiii settimo anno , nè secondo verun
1
za, dell intera sua perfezione eh§ per breve altro periodo, poiché quanto non vi rientra,
spazio di tempo ; di più codesta perfezione 1
n era uscito senza distinzione di vecchio, nè
del sangue non avverrebbe che in ore in cui di recente, di nuovo, nè di aplico; i men- —
ci tornerebbe meno necessaria. E in quanto strui delle donne non avere per costume di
alle persone che cenano tardissimo e raglio evacuare un sangue alterato, nocevole, e. simi-
stanno a digiuno alla mattina, è verisimile che le e che, sotto tale aspetto, non si potino ri-
;
«Ut. SANGUE 3a3
guardare come purgagidiii lé .sostanze me-
;
— no il lor ultimo termine nelle due vene cave
dicamentose che larebbero alte «1 eludere l'a-
nione delle potenze assinjilatrici, e di passare
i
dell’orecchietta destra del cuore ; in tal —
modo appunto in siffatte due ultime parti il
nel sangue arterioso, ritrovandosi sparse uni- sangue venoso, soggiacealle sue principali tras-
formemente in tutta la sua massa, non potreb- formazioni, tanto per la mistione del chilo e
bero dirigersi verso alcun organo in partico- della linfa che per le oscillazioni ed riflussi i

lare, e sotto tale aspetto, non sonovi nè sudo- ragguardevoli a cui sta esposto la necessir ;

rifici, nè diuretici, nè emmenagoghi, nè ape- tà di tale permistione e delle oscillazioni spie-
ritivi, nè incisivi, nè astringenti interni, e si- gare perchè l’orecchietta destra abbia più co-
mili. — beehichi e gli espettoranti non van-
1
(I lonne, e più rugosa e più ampia sia della sini-
no collocali in questo corollario, e neauco il stra, e perchè le vene cave i)on abbiano val-
meriterebbero. ) vole alla loro inserzione nell’orecchietta, men-
Ma ve ne ha forse in tal senSo che la ma- tre le vene coronarie ne hanno una. DifTatti,
teria medicamentosa, mediante là sua azione la mancanza di valvole per quest’ ultima non
sui nervi di una parte, determini simpatica- avrebbe quasi nulla aggiunto'alle oscillazioni
mente l'azione di un organo più o meno di- e alla premistione de! sangue, e bene avrebbe,
scosto; o in tal senso, che quantunque sia des- potuto nuocere molto alla sua circolazione
sa sparsa uniformemente nel sangue arterioso, nella sostanza del cuore ; —- questa combina-
e lo modifichi in certa tal guisa , non possa zione dei sangui venosi fra loro, e col chil® e
dessà esercitare la sua potenza se non sul tal la linfa, non concede già di ammettere, -con
organo in particolare? Di ciò appunto occu- alcuni fisiologi, esser il fchilo deposto nel pa-
perommi in altro tempo, allorché trattando renchima polmonare , ripreso dai linfatici e
delle orine avrò 1’ opportunità di parlare dei riportato al cuore, indi trasportato, deposto
diuretici —- che le sostanze le quali, assorbi-
; e ripreso di nuovo nei polmoni fino a che vi
te dalle varie parli del corpo e riportate nel abbia Sofferto una compiuta elaborazione ,
sangue per mezzo del sistema linfatico, sareb- tanto in codeste viscere come nelle glandola
bero capaci di eludere P azione delle potenze dei bronchi ; —
codesta stessa combinazione
assimilatrici, essendo del pari sparse unifor- dei sangui veno#i e dei succhi chilosi e linfa-
memente nel sangue, non potrebbero andarsi tici essere una delle condizioni, una delle cir-
a deporre specialmente sulla tal parte, e quin- costanze necessarie alla riproduzione del san-
di, — non havvi metastasi ( Pu ò di questo gue arterioso, che riceve in seguito nei pol-
corollario il subbietto di particolar memoria); moni la sua ultima mano, se così posso espri-
— che la identità del sangue arterioso essen- mermi, la quale combinazione appunto deter-
do urta delle leggi della economia nell 1 indi- mina le proporzioni dei principi! di siffatto
duo che respirò, riesce più che probabile sangue ;
— » tutte le altre circostanze, rima-
estendersi siffatta legge al feto, ed il sangue nendo d’ altronde una vena d»
le stesse, se
che riempie le sue arterie essere dovunque certo diametro possa fornire molto più o mol-
identico ; che quindi 11 sangue che ritorna to meno sangue di quello lo comporli un
dalla placenta non può già essere esclusiva- giusto stato di equilibrio, né dovrà risultare
mente destinalo per le parti superiori del fe- un cangiamento nella proporzione dei prin-
to, e le parti inferiori non possono essere li- ci pii del sangue arterioso, uno stato partico-
mitate a non ricevere che il sangue venoso lare di questo sangue, la cui influenza si farà
che viene dalle superiori. (Ad altro momento sentire in tutto il corpo e segnatamente nel
indagherò se i fatti s’ accordino con questi genere nervoso ;
in conseguenza il sangue
due ultimi corollari. ) Veci. tom. I, art. cuo-
( arterioso essere suscettivo di variare in diffe-
re $ in cui la opinione di Sabatier sulla distri- renti tempi, vale a dire che quello eh esce dai
buzione del sangue nel feto è combattuta e polmoni in un tempo conserva appieno, co-
confutata. ) me carattere che assunse fino a
io esposi, il

§. II. — - Da ciò che la natura del sangue che soggiacque all’ azione degli organi della
varia in ogni vena, si può conchiudere :
— grande circolazione, ma che quello che gli
che tutto al contràrio del sistema arterioso, succede o che lo precedette può avere un ca-
dove sangue non isperimenta veruna altera-
il
~ 11 ~
rattere -pi!

iù o meno differente, carattere eh es-
zione, risulta il sistema venoso un laboratorio so conserverà del pari fino alle estremità^ ca-
dove ciascuna vena, versando ilei ramo o nel pillari grande circolazione
della
— - se au S
-

P 1 ;

tronco a cui si unisce un sangue più o meno mento O la diminuzione nella quantità del
eterogeneo a quello di esso ramo o tronco, vi sangue fornito da una vena non è ehe acci-
determina progressivamente nuove combina- dentale, non produrrà dessa che una
inegua-
passeggera nell esercizio delle fun-
1
zioni ; che codeste combinazioni, favorite dal glianza
lento movimento, non uniforme, ma progres- zioni, una breve anomalia nello
stato fisico o
sivamente accelerato dal sangue venoso, e per morale dell’ individuo e dessa è costante ;

la sua massa maggiore che nelle artèrie, han- ed abituale, essendolo del pari il tipo che ne
324 MEMORIA
sangue arterioso, avrà sul tempera-
riceve il to una funzione suppletoria ad una disposi-
mento ragguardevole influenza;- il sangue — zione che, essendo la stessa ad ogni istante ^
fornito dalle vene epatiche essendo partico- deve riprodurre pure ad ogni istante l’effetto
larmente suscettivo di simile eccesso in più o qualunque di cui è dessa di necessità la cau-
in meno, il fegato, o più generadmente il si- sa. ); inserzione che sta manifestamente in
stema gastrico , deve farsi notare per una rapporto colle combinazioni che fannosi al
1
grande influenza sull animale economia, deve confluente dei sangui venosi, come lo è del
dare un tipo al temperamento, o produrre pari quella dei due tronchi linfatici nelle due
una anomalia nelle funzioni, secondo che que- vene sotto claveari (altrove avrò occasione di
st
1
eccesso è costante od accidentale ;
— fra 1« ritornare su questo corollario ) ; i cauteri —
cause atte produrre accidentalmente
a tale e gli altri essutorii agire sui liquidi, non eva-
influenza, doversi contare una digestione la- cuando un nocevole umore, ma operando un
1
boriosa, che accresce o protrae l attività del cangiamento nella crasi del sangue; la insuffi-
gastrico sistema —
- doversi attribuire in par-
;
cienza del salasso per rimediare alla soppres-
te a codesta influenza della digestione sulla sione dei mestrui, del flusso emorroidale ed
economia, la necessità di adattare la natura altro, poter dipendere in parte dalla diver-
più o meno digeribile degli alimenti al gene- sità dei sangui evacuati ; —
codesta medesi-
re di vita di coloro che ne usano , necessità ma diversità doversi annoverare fra le cause
ben sentita da Orazio quando esclamava : O che non permettono di riguardare il salasso
dura messorum ilia ! del braccio come equivalente a quello delia
I vomitivi ed purganti vanno annove-
i vena giugulare.
rati fra i più efficaci mezzi e più pronti per §. 111. Intorno la identità del sangue ar-
determinare un cangiamento nel sangue ar- terioso e la diversità dei- sangui venosi, puossi
terioso ;

il sangue venoso di ogni altro òr- conchiudere
1
- :

Essere un’analisi fondamen-
gano o sistema eli organi poter avere la stes- tale nell esame chimico del sangue l’analisi
sa influenza se trovisi in non piccola quanti- del sangue arterioso l —
analizzare codesto
;
1

tà, e sia suscettivo di superare in modo co- sangue mescolato con un sangue venoso, es-
stante od accidentale lo stato di equilibrio in sere, lo stesso che analizzale un sangue che
più o in meno tale potrebbe essere il siste-
: non esiste, e che fuor di dubbio non può esi-
ma muscolare il sistema linfatico dover stere nell’animale economia ciò non è real- ;

esercitare una simile influenza sulla composi- mente analizzare nè il Sangue arterioso, nè il
zione del sangue arterioso ed emanante sul sangue venoso ad esso mescolalo, poiché fat-
temperamento, secondo la quantità e la qua- ta l’analisi rimarrà sempre a determinarsi se
lità dei liquidi che versa nel torrente della il numero dei materiali rinvenuti proviene
circolazione. —
Non seguirò più oltre la teo- egualmente dall' uno e 'dall’altro di codesti
rica dei temperamenti, non avendo già la sangui, e qual Sarebbe la loro proporzione in
pretensione di rinvenire cou tal metodo tutti ciascheduno; —
il sangue di uno stesso indi-
i bei resultali datici su tal materia da Haller. viduo, in tal modo analizzato, poter
dare re-
E’ una circostanza molto favorevole alle mie sultati diversi, secondo che il tale o tal san-
opinioni eh esse non si mostrino oppo-
1
gue venoso sarà quello stato mescolato al san-
ste nelle loro
,

conseguenze alle idee di un gue arterioso —


cosiffatte cause d’incertez-
dotto sì distinto. —
Rispetto all 5 influenza za,
;

indipendentemente dalle difficoltà dsll’a-


esercitata dal tal od aljro sangue venoso sul- nalisi in sè stessa, basterebbero a rendere pre-
la composizione del sangue arterioso, la vena carie tutte le conseguenze che
se ne potrebbe-
azigos merita in ispeziellà di venire osserva-
1
ro dedurre ;

il trionfo della chimica ani-
ta tanto per la grossezza eh essa conserva ti- male consisterebbe in rinvenire dei rapporti
no alla sua inferiore estremità, come per la tra il sangue arterioso, la materia della tale
sua origine in apparenza sì singolare nelle secrezione e il corrispondente sangue penoso,
vene renali o cava inferiore, e pel modo ed sì nello stalo sano dei vari animali come in
il luogo di sua inserzione nella vena cava su- quello patologico; di rinvenire delle differenze
periore; — ( Nota. Bichat , colpito di tali cir- fra idiversi sangui venosi di rinvenire final-
;

costanze, stimò essere uno dei principali uf- mente codeste differenze proporzionate a quelle
fizii della vena azigos di ovviare agli impacci delle corrispondenti secrezioni giunto a ;

che potrebbero opporsi alla circolazione del simil grado di perfezione, tornerebbe spesso
sangue nella vena cava inferiore. Effi caso ci- possibile, che essa chimica ponesse in chiaro
tato da Winslou sembrerebbe favorevole a l’ ignoto in questa equazione: sangue arte-
codesta opinione. Ma, oltre che se l’azigos e la rioso ZZ tale secrezione -f- sangue venoso
mezzo azigos contassero tale uffizio fra quel- corrispondente vale a dire eh’ essendo dato
,

li che devono adempiere, dovrebbero ambi- il primo membro, potrebbe essa indovinare a

due inserirsi costantemente nella vena cava un dipresso ciò che dev’ essere la secrezione
inferiore ;
non amo poi di attribuire soltan- se conoscesse il sangue venoso, e ciò che deve
SUL SANGUE 3ào
1
essere il sangue Terroso se conoscesse la secre- prodotti animali, e singolarmente all orina un
zione. particolare odore; ma codesto odore non com-
prova la sangue arte-
esistenza del chilo nel
articolo vii. —
intorno l’accordo m FATTI rioso» se desso sussiste a un’epoca in cui gli
CON alcuni dei precedenti corollari. autori convengono essere il chilo compiuta-
mente ematosatOi Ora, la ematosi risulta, di-
cesi, compiuta dodici ore all incirca dopo in-
1
Avrei potuto ingrossare di molto il nu-
mero di codesti corollari ; ed è chiaro che es- trodotti gli alimenti nello stomaco ; e non o-
1
sendo generali le proposizioni d onde li de- stanfe l’odore che gli asparagi compartiscono
duco, l’applicazione alle diverse funzioni del- all’ orina si mantiene spesso fino ventiquattro
i’ animale economia non ne viene ristretta da ore. Sussiste dessa adunque nel sangue dodici
alcuna circostanza. Basta però l’avere indica- ore dopo che il chilo che ve l’ha recato più
to i. principali per mostrare in qual modo de- non esiste, e per conseguenza è indipendente
terminando il rapporto che lega idiversi fatti dalla presenza del chilo. Inoltre, le sostanze
particolari ad uno generale, si possa giungere introdotte nello stomaco, compartiscono odo-
a conoscere o quello che annoda questi fatti re non solamente alle escrezioni, poiché ne
particolari .fra di essi, od almeno la inesattezza sono spesso impregnate pur anco in modo più
delle idee che avrebbesi per avventura potu- o meno durevole le carni e gli altri prodotti
to intorno a ciò concepirsi. Nel mentre atten- della nutrizione. Boileau trovava che i conigli
derò di occuparmi ex professo di alcuni di tali domestici di cui era stato servito in un pasto»
corollari, credo conveniente di far fine a co-
siffatta dissertazione discutendo in sommario Sentaient encor le chou dout ils furent nourrjs (x),

le principali ragioni dietro le quali si ammise


che il umori escrementizii circola-
chilo e gli Finalmente, compie di comprovare che il
no col sangue, P uno per compiere la sua ema- sangue può di per sé, e indipendentemente
tosi, gli altri onde essere espulsi al di fuori. dalla esistenza del chilo, impregnarsi di certe

§. I. Sulla ematosi. *—èssendo resisten- sostanze odoranti, e comunicare di poi questo


diversi prodotti di cui è desso la sor-
za del chilo nei vasi sanguigni una discussione odore ai

efi fatto, e, in qualche modo,


pura aulossia,
di. gente, L osservarsi che se un uomo respirò in
sembrerebbe essere la più agevo! cosa che niai luogo inverniciato coll’ olio di terebentina, le
fosse a comprovarsi. Nulladimeno, facendosi sue orine acquisteranno il medesimo odore di
ad esaminare sul serio tale quesito, si rimane violetta come se avesse preso internamente di
assai impacciati a porre in chiaro se siano ì esso olio. Bisulta da questi fatti, dapprima che
fatti che condussero alla conceputa opinione certe materie possono sfuggire all’azione de-
della ematosi, o se piuttosto non fosse per que- gli organi assimila tori, e passare nel sangue ;

sta opinione che si ravvisarono alcuni dei fat- in secondo luogo, che, in parecchi casi, code-
to coi quali P appoggio, e che fece dare agli ste materie possono risultare inette, per la lo-

altri un senso che già non avevano. In qua- — ro quantità e qualità, a turbare la economia
lunque modo abbiano i fisiologi spiegata la animale, quantmrqme la loro presenza vi sia
eraatosi, sia ciò mercè delle attenuazioni ed riconoscihrie per la impressione ch’esse pro-
elaborazioni meccaniche o mediante chimiche ducono sui sensi. Si sa che le sostanze odori-
forze, s’ accordarono però tutti a riguardarla fere si fanno sentire a quantità sì prodigiosa-
come difficile operazione, che non può farsi mente minuta, che si citano in fisica per com-
che gradatamente e colla ripetuta azione degli provare la divisibilità della materia all’inde-
organi assimilatoli. La qual opinione ebbe finito. Quando queste sostanze penetrano nel

origine verisimilmente dalla grande differenza sangue col chilo, evitarono esse dapprima fa-
che sembra esistere, almeno pel calore, tra il zione degli organi che presedono alla chilifi-
chilo ed sangue, e parecchi fatti di poi par-
il
cazione. Può adunque benissimo accadere che
vero confermarla. Esaminerò alla sfuggita fi- eludano del pari 1’ azione di quelli che prese-
dono alla ematosi, quale le te-
e. che il chilo, il
no a qual punto codesta lentezza, codesta dif-
ficoltà della ematosi trovasi fondata in teori- neva disciolte, altro non faccia che deporle nel
ca, arrestandoci dapprima ai fatti che citansi sangue al momento in cui esso ne diviene par-
per comprovarla. Sono questi certe qualità , te costituente. — dico degli odori
Quanto
come l 1 odore il colore, e simili, che alcuni puossi applicare ai colori che gli ossi, le orine
,

prodotti dell’ animale economia ritengono da- e simili, ricevono da certe sostanze introdotte
gli alimenti l’acido carbonico che formasi nello stomaco. Non circolano le materie. colo-
;

alla superficie del corpo, 1’ analogia del latte ranti col sangue perchè fanno parte del chilo,
col chilo, e la presenza del vero chilo, del ve- ma sì bene perchè resisterono alle forze assi-
ro latte, da parecchi autori rinvenuta nel san- milatrici» e dopo essere state tenute in disso-
gue. —
È indubitato che varie sostanze intro-
dotte nello stomaco compartiscono ad alcuni (i) Del cavolo lor cibo sapeano ancor.
3aG Memoria
lozione dal chilo, lo sono dal sangue al mo- sarebbe già molto rinvenirne altre
difficile di
mento in cui il chilo si ematosa. Vanno esse spiegazioni. La pelle e la epidermide abbiso-
in seguito a fissarsi nei prodotti animali coi gnano di ripararsi, di conservarsi colla nutri-
quali hanno maggiore affinità. La durala di zione ; questa nutrizione, operandosi alla su-
queste colorazioni, che sussistono fino a sette perficie estrema, e sotto la influenza dell’ossi-
1
od otto giorni e più, dopo aver cessato l uso geno atmosferico, non potrebbe per avventura
degli alimenti che le producevano, e la natura somministrare per residuo acido Carbonico ?
della sostanza colorata, che è spesso un pro- N >n potrebbe darsi ancora che l’azione delPos-
dotto della nutrizione, annunziano evMente- sigeno atmosferico sulla epidermide-, i peli t
roente che la presenza del chilo non vi entra 1’ umore ontuoso che li lubrica, producesse
per nulla in tale fenomeno. — Non intrapren- acido carbonico, senza che nè nell’uno nè nel-
derò già di spiegare perchè certe materie co- altro di codesti Casi la produzione dell’aci-
1’

lanti, odoranti, sapide, e simili, in tal modo do dipendesse per nulla dalla emàtosi dal
resistano, almeno per qualche tempo, il la in- chilo ? — ammise in generale 1’ analogia
Si
tera energia delle forze assimilatrici, mentre le del latte col chilo non ostante Deyeux, òhe
;

sostanze d’onde esse provengono, e colle quali analisò il chilo, non vi rinvenne nulla di
penetrarono nella economia animale, soggia- comune col latte ma, in compenso, vi ritro-
;

cquero tutte da prima ad una assimilazione vò tanti rapporti col sangue, che , iu una
compiuta, nè perchè la economia possa, in nota che volle comunicarmi, mostrasi qua-
qualche caso, talmente accostumarsi alla pfe- si propenso a crédere che il chilo devesi al

senza di tali materie che ne sia impregnata a sangue, detratta la materia colorante rossa.
un grado considerabile, senza sperimentarne Quelli che conoscono i lavori di questo dotto
alcun disordine visibile. Io m’attengo ai fatti, sul sangue e sul latte, converranno, ne son
che certo non sbagliano ; e d’altronde sono certo, ch’era egli al caso di distinguere a qua-
essi confermati in modo irrefragabile dalle ri- le di questi due liquidi rassomigliasse il chilo
cerche di Deyeux sul sangue delle persone at- che analizzava. Hallè , che fece pure alcune
taccate da itterizia. Comprovò questo dotto esperienze sul chilo, non vi rinvenne neppure
che il sangue di questi ammalati non contiene egli alcuna analogia col latte. Siffatte due au-
un atomo avendone soltanto la parte
di bile, torità mi basterebbero per istabilire che tutte
colorante. Siffatto umore, quando, per qua- le ragioni che si allegarono per comprovare
lunque causa, suoi canali escretori trovatisi
i che il latte derivi immediatamente dal chilo
ostruiti, essendo assorbito, di nuovo lavorato circolando nei vasi sanguigni, e non avendo
e riportato nel torrente della circolazione per sofferto che un primo grado di elaborazione,
via del sistema linfatico, è adunque cojrnpiiita- sono false od ipotetiche. Un breve sunto di
mente decomposto, e tutti. i suoi elementi ri- siffatte ragioni terminerà di mostrare del co-
divengono parte costituente del sangue, come me siano desse pel fatto insignificanti. Il —
essi loerano prima della secrezione, tranne la colore bianco comune al latte ed al chilo ha
parte colorante che resiste a codesta decom-
-
particolarmente colpito i fisiologi, e forse pre-
posizione. valse sulla loro opinione più di ogni altra cir-
La formazione dell’acido carbonico alla costanza. Ma se esso bastava per comprovare
superficie dei corpi viene ammessa da parec- la identità di questi due liquidi, bisogna adun-
chi fisiologi. Séguin la rivocò in dubbio, e que dire ch’essi sono del pari identici con una
siccome occupavasi allora in ricerche sull’eco- emulsione, genere di sostanza alla quale venne-
nomia animale, in compagnia di Lavoisier, è ro d’ altronde frequentemente assimilati» Si —
verisimile che la sua opinione per tal riguar- accampano moltissimo le qualità che il latte
do esprima nel tempo stesso quella del creator riceve dagli alimenti, tali che 1’ odore, il co-
della chimica pneumatica. Ma, quando fosse lore, e simili ; ma noi abbiamo testé osserva-
vero formarsi alla superficie del corpo dell’a- to che simile cosa estendevasi agli ossi , alle
cido carbonico, non si potrebbe conchiudere orine e ad altri prodotti dell’economia, e che
nulla in favore della ematosi graduale del chi- la esistenza del chilo non vi contribuiva per
lo. Comprendo però che se fosse comprovata nulla. Non posso scorgere perchè vi contri-
la esistenza del chilo nel sangue arterioso, e si buirebbe essa maggiormente nel latte ; è pos-
rimanesse impacciato per indicare gli usi che sibile che il latte s’impregni più agevolmente
adempierebbe la formazione dell’acido in di- di talune di tali qualità ; ma la materia colo-
scorso, si potrebbe, non avendo di meglio, at- rante della robbia non si fìssa dessa di prefe-
tribuirle quello di decarbonizzare il chilo e di renza su certi prodotti animali e specialmente
contribuire alla sua ematosi; Ma quando ri- sugli ossi? L’odore dell’aglio che fassi mangiare
mane a comprovarsi la presenza del chilo nel ai polli noti comunicasi, dicesi, che al loro
sangue, si sarebbe tanto meno fondato a re- grasso, e tutto ciò dipende dalle affinità. De-
clamarla per ispiegare la formazione dell 1 aci- yeux e Parraentier, i quali, i>ei loro lavori sul
do carbonico alla superficie del corpo che non latte non ammisero nulla per comprovare la
SUL SANGUE 32
influenza degli ali menti su questo liquidò, ri- gue, quale, tutta intera, viene appena cre-
la
conobbero benissimo che certe sostanze gli duta atta a bastare alla secrezione del latte.
compartiscono colore, odore o sapore ma ; Bisognerebbe dire eziandio, come diffatti si
riconobbero nel tempo stesso volervi molto assicurò, che nelle nutrici, la maggior parte
onde codesta influenza abbracci tutta la esten- del chilo viene impiegata alla formazione del
sione che si pretese darle. Il che si riduce sem- latte ;
evidente che la metà soltanto
mentre è
pre, a ci© che certe materie che iscansarono del chilo che proviene da un pasto non po-
trebbe pervenire alle mammelle che mediante
1
l azione dell' economia sono tenute in disso-
luzione nel latte, e dalla tale o tal altra delle un tempo considerabile, e che sorpasserebbe
parti costituenti del latte, secondo P affinità la durata che assegnasi alla ematosi, posciach^

eh’ esse hanno con la tale di queste parti piut- non potrebbe pervenirvi che in progressioù
tosto che con la tale altra. .Ma il latte non ri- geometrica decrescente. Uopo è però che l’air-
mane meno un vero latte, e non ne conserva rivo del chilo alle mammelle presenti real-
menoi suoi caratteri essenziali. Se gli alimenti mente molte difficoltà per le vie ordinàrie
lo assoggettano a qualche alterazione, sia nel- della circolazione, posciachè taluni degli au-
la sua quantità, sia nella proporzione delle tori che continuano ad ammetterlo, trovano
sue parti costituenti, ciò non dipende già da meno inconvenienti a forzar le valvole dei
che loro caratteri particolari passano in que-
i vasi linfatici, per tracciargli per questi vasi
sto liquido, ma piuttosto dalla influenza de- un cammino diretto dagli intestini alle mam-
rivata dalla regola di vivere sulle forze dige- melle.
economia incenerale. Un fatto ri-
stive e sulla La esistenza del chilo e del latte nel san-
ferito dai due dotti da me citati non lascia gue pare essere stala comprovata da buon
verun dubbio a tal riguardo vale a dire, che ;
numero di autori. Si possono vederli citati
aggiungendovi del .sale a foraggi insipidi c nella grande fisiologia di Haller, pag. i/f e i 5
deteriorati ne fa divenire più cremoso.
il latte del secondo volume, e in alcuni altri luoghi
Ora, come osservano questi dotti, non puossi della stessa opera. Gli uni videro del citilo
già dire essere codesto condimento- che forni- col suo colore bianco nei vasi san-
circolare
sca gli elementi della crema. Non ostante gli guigni gli altri osservarono
;
vero latte simile

autori mai si stancano di dire sulle qualità che a quello di vacca ; nè avvi, a sì «lire, alcuna
le sostanze introdotte nello stomaco possono parte, alcun vaso in cui non ne abbiano ve-
compartire al latte ; ne numerano tante, tan- duto. ìNe videro nel sangue della carotide, in
te ne videro, che da ultimo la fiducia di Hal- quello del salasso, iu quello di emorragia na-
ler ne rimane scossa ; e quando essi attestano sale ; ne osservarono uscire dalle ulcere, e
che osservarono birra, vino, e simili, scorrere dai luoghi in cui applicalo avevansi le vento-
purissimi «lai le mammelle, non può egliameno se. Alcuni trovarono esser questo latte in no-

dinon convenire essere ciò un po’ alterato: tabile quantità, avere buon gusto ( id laebonì
Haec pene nimia tom. 7, pag. 27 ). —Si cita
.. saporis esse e che potevasi ritrarre del
) ,
(

ancora la montala del latte dopo il pasto nelle formaggio trattandolo con un acido. Tutto
nutrici. Ma, è forse indispensabile, acciocché questo apparato di citazioni sarebbe a dir ve-
lasecrezione del latte sia accresciuta, che la ro imponente se non si sapesse qual enorme
parte alimentare che passa nei vasi sanguigni influenza esercitano le opinioni in medicina
1

vi circoli sótto forma di chilo? È non istà qui sulle osservazioni. Si supponga, s immagini
dj uua petizione di principio ? L)’ al-
fatto dovervi esser del sangue nel chilo; non vi
.

tronde codesta spiegazione della montata vuole di più perchè se ne trovi di fatto, e sa-
del latte, dedotta dalla esistenza del chilo nel rebbe ut» gran rischio se moltissimi fatti non
sangue, mena seco grandi difficoltà, in mezzo venissero» tosto a collocarsi all ombra di tale
a cui è certo che la quantità del chilo che opinione. Haller, parlando in altra occasione
frammischiasi al sangue in certo tempo, risul- di certo autore che pretendeva aver compro-
ta piccolissima per rapporto a quella del san- vato colla osservazione non so quale opinione
gua al quale essa si mescola come è del pari ;
mal fondata posta in campo da un altro, gli
indubitato che se il chilo sussistesse ancora nel appone alquanto burlescamente 1’ epitafio di
sangue dopo aver attraversato i polmoni, esso Felix in videndis quae finxerant alii. Più di
vi sarebbe disseminalo uniformemente e ri- un autore godono di tal buona ventura, nè si
partito con esso ih tutte le arterie indistinta- dubiterà alcun poco, mi assicuro, che quelli che
mente; è ancora certo che le arterie che di- videro sì comunemente, sì abbondantemente
del latte nel sangue, non ne abbiano avuto
Sa
stribuisconsi alle mammelle sono piccolissime,
e tanto che dubitò fin anco eh esse possano
si
1
propria parte se prestasi attenzioneche alcuni
tra essi videro cose ancora più
meravigliose, co-
bastare per la secrezione del latte. Se adunque

la montata del latte prodotta fosse soltanto me pozioni vulnerarie prese per bocca , dei
brodi di carni, e simili altri, uscire quasi pu-
dal chilo, sarebbe uopo dire che lo è da una
minimissima porzione di una quantità di san- ri, fere absque mutatione , da una vena aper-
328 MEMORIA
la, e d’un' ulcera profonda (ib, tomo 7, p.Sq). attenzione e a varie epoche dei pasti, le vene
Bisogna convenire esservi uomini che sventu- del mesenterio, ideando di verificare se il chi-
ratamente quasi mai sanno vedere le cose qua- lo veniva assorbito da queste vene, nè perciò
li esse sono, e che, ancor più sventuratamente
4
fu loro fallo di poterne ravvisare, sia diretta-
si credono obbligati di informare il pubblico mente assorbito dagli intestini, sia condotto
di tutto ciò eh’ ebbero ad osservare. Non solo dal torrente della circolazione e se talvolta
;

riguardo alla ematosi riscontransi fatti sì sin- accadde che il sangue di codeste vene loro
golari ;
anzi non è già raro il rinvenirne di sembrò striato di bianco, ciò era ad epoche del
simili nelle diverse parti della fisiologia e del- pasto in cui non poteva esistervi chilo nè ne-
la patologia. Si legga di grazia nel Trattato gli intestini nè nel sangue. I chimici sottopo-
del cuore Senac diversi luoghi dei capitoli
di sero di frequente il sangue all’analisi, nè vi
4 e 5 del 6.° li b ro, e riti verrannosi, intorno osservarono nè chilo nè latte, lo parteggio
certe affezioni del cuore, cose ancor più in- per Deyeux che, nè nel lavoro ch’egli fece in
concepibili, alle quali codesto giudizioso scrit- comune con Parmentier, nè nelle sue indagi-
tore è ben lungi dal prestarvi fede, e tali sen- ni particolari, non ha mai veduto nulla di
1
za tema di errare che Corvisart non n ebbe simile nel sangue. Finalmente, è sì bene av-
mai che tuttavia ha tratta-
a riscontrare, egli verato non potersi riconoscere veruna appa-
to più di ogni altro sulla diagnosi delle ma- renza di chilo nei vasi sanguigni, che taluni
lattie del cuore, ed anco delle lesioni organiche anche fra’ fisiologia che seguitano ad ammet-
in generale, e che ne comprovò colla apertu- tere che circoli col sangue, e che vi assu-
ra dei cadaveri più di quanto abbia mai fatto ma suscessivamente diversi gradi di ematosi,
verun medico antico nè moderno. Conven-— confessano, non lo si poter distinguere nè
go non pertanto che fra gli autori che fanno col soccorso dei sensi nè colla esperienza
,
,

menzione del chilo nel sangue, ve ne sono la (Cullen, tisiol. n° 271.)


cui testimonianza merita di essere distinta. Ma supponiamo che in realtà il chilo cir-
Cruikshank è di lai numero; ma sembra ne coli e compia la sua ematosi nei vasi sangui-
favelli piuttosto come di cosa possibile che gni, in qual modo si opera poi codesto com-
come di cosa da lai veduta. Non fa maravi- pimento ? Sì effettua forse desso in tutte le ar-
glia che l’abbia creduta possibile, poiché la terie indistintamente col movimento e colla a-
ragione eh’ ei dà della inserzione del canal to- gitazione che vi sperimenta il chilo ? ovvero
racico in una vena piuttosto che in un’arte- avviene ciò piuttosto, come opinano parecchi
ria, è la resistenza meno gagliarda che op- fisiologi, nell’ organo cutaneo e coll' azione
pone la prima all’ afflusso del liquido conte- dell’ossigeno atmosferico? Nel primo caso, il
nuto in questo canale. Lo stesso Cruikshank chilo dovrebbe essere tanto meglio ematosato
cita d’ altronde una circostanza che potè, anzi quanto più si trovasse in un vaso lontano dal
dovette imporre a più di un osservatore sulla cuore, e in conseguenza le dita dei piedi ri-
presenza del chilo nel sangue, e di cui alcuni ceverebbero un sangue più perfetto di quello
altri autori fanno menzione. Si è che talvolta che farebbe il cervello. Di più, codesto com-
la sierosità del sangue diviene bianca come il pimento di ematosi produce, dicesi, un resi-
latte, e conserva tale apparenza pel corso di duo escrementizio che separasi dal chilo, e
interi mesi, indi riprende infine il suo colore deve espellersi parte per la pelle e parte per le
naturale, senza che si sappia nè il perchè 1’ a- reni. Ora farò vedere nel paragrafo seguente ,
vesse perduto, nè perchè lo riassuma. Fi- — che questo residuo non potrebbe mai uscire
nalmente, se il chilo passasse nei vasi sangui- totalmente. Nel secondo caso, supporrassi for-
gni della grande circolazione, ciò non potreb- se che la modificazione che ricéve il chilo nel-
be accadere se non in virtù delle leggi dell’a- l’ organo cutaneo è eguale a quella che ri-
nimale economia. Ora, codeste leggi essendo ceve nel polmone? Ma il mezzo di ammettere
Costantemente le medesime, si dovrebbe ri- che una sostanza possa venire modificata nel
trovare costantemente del chilo nel sangue a modo stesso, da cagioni e in circostanze sì di-
certa epoca del pasto. Non pertanto molti au- verse ? Bisognerà dire adunque avere codesta
tori e valenti pratici mai ne videro. Cullen, modificazione qualche cosa di particolare e sia
sì commendabile per la sana critica che spie- dessa di fatto cornplemeutaria di quella im-
ga d’ ordinario nella valutazione dei fatti, non pressa dal polmone. Ma siccome il chilo non
aveva mai osservato nel sangue nè chilo nè potrebbe portarsi alla pelle che successiva-
latte, pel corso di quaranta anni di pratica, mente, è chiaro che codesto compimento ef-
ed assicura che coloro che pretendono averne felluerebbesi in progressione geometrica , e
veduto furono ingannati da apparenze che che una parte di chilo mai lo riceverebbe. Da
possonsi spiegare in diversi modi. Hunter, ultimo, se vogliasi che la ematosi solo si operi
Mascagni, e la maggior parte degli altri auto- nel polmone, e vogliasi pure [che per essere
ri che lavorarono alla anatomia e alla fisiolo- perfetta abbisogni dessa dell’ azione ripetuta
gia dei vasi linfatici, esaminarono con molta di codesto organo, è questa un’ opinione che
SUL SANGUE
3^9
non ha fondamento che la persuasione
altro àia oggidì che
le chimiche attrazioni soppian-
in cui è, non potersi fare cioè siffatta opera-
si tarono tutte codeste meccaniche spiegazioni,
zione in un solo colpo, e non accordarsi d’ al- mi sembra che da istantaneità della emalosi
ronde con un’altra opinione generalmente

non abbia nulla che ripugni nè possa sorpren-
ammessa e secondo la quale il residuo dell’ e- dere imperocché non bisogna credere che se
;

matosi deve essere evacuata per certi organi le operazioni chimiche esigono tempo, trasci-
dalla grande circolazione ; imperocché, se il nano delle lunghezze nei nostri laboratoi, non
chilo non riceve modificazioni che nel polmo- ne sia egualmente nei laboratori eretti dalla
ne, non dev’ esso perder nulla nella grande natura, negli apparati da essa [Mire organizzati.
circolazione, e in conseguenza non vi può ab- — La natura fa sempre tutto ciò che riesce
bandonare alcuni dei suoi principi» per prov- possibile che essa faccia in date circostanze e
;
vedere a certe escrezioni. Quali contraddizio- il principale scopo «lei chimico e del fisico è
ni/ quali difficoltà iu tutte siffatte opinioni !e quello di spiare le circostanze d’ onde dipen-
tutto ciò per mantenere nella grande circola- de la produzione di ciascun fenomeno. Ma al-
zione la esistenza d: una sostanza che non vi lora pure che sono dessi pervenuti a conoscer-
si può distinguere riè col soccorso dei sensi li, e sta in loro potere di riprodurli
a piacere,
nè mercè della esperienza. Per verità, ta- — spesso si trovano lontanissimi di sapere con
lune di queste difficoltà non esistono nella o- esatta precisione la intensità di ciascuna, e il
pinione che ho citato nel secondo paragrafo rapporto che conservano fra di esse; e se, a
1
dei corollari, e che stabilisce per la ematosi forza d indagini e in alcuni casi affatto sem-
una piccola circolazione mediante la quale il plici, riescono a determinare, a un dipresso,
chilo vienfe portato dal cuore nel polmone per codesto rapporto e la detta intensità, non è
P arteria polmonare, e riportato al cuore per perciò in loro potere di ottenerli a loro grado
via dei vasi linfatici, fino a che sia compiuta- nella giusta misura, (/he un chimico conosca
mente ematosato. Ma siffatta opinione non lacomposizione di un sale, eh’ ei possa for-
viene autorizzata da veruna prova, solo ap- marlo quando a lui piaccia. Leu di rado, e for-
poggiandosi ad ipotesi. Per ammetterla, biso- se mai, potrà egli pervenire a formarlo istan-
gnerebbe supporre che il chilo, intimamente taneamente e compiutamente, senza eccesso dì
mescolato e combinato verisimilmeute al san- base nè di acido; metterà o troppo o poco aci-
gue nelle vene cave e il lato destro del cuore, do, e bisognerà ehe a caso faccia il grado dì
può facilmente separarsene nei polmoni ; che saturazione. Se hi combinazione esige certa
ilgrande numero dei vasi linfatici del polmo- temperatura, solo gradualmente e in modo in-
ne comprova eh’ essi sono destinati alla picco- eguale gliela potrà dare, ed anzi non ha egli
la circolazione del chilo ; il colore turchinic- misura del tutto esatta, nè può ottenerla co-
cio delle glandole bronchiche solo dipendere stantemente. Se si tratta di composizione me-
dal carbonio e delle fuligginosità depositate no semplice, i! resultato sarà ancora più fun-
dal chilo nel suo passaggio ; codeste fuliggi- go ad ottenersi, e riescirà senza fatto compli-
nosità, riportato di nuovo al cuore ( imperoc- cato di sostanze eterogenee da cui sarà d’ uo-
ché non possono desse accumularsi indefinita- po disimpaniarlo mediante evaporazioni, cri-
mente nelle glandole ) ed indi nei polmoni , stallizzazioni, dissoluzioni, e simili, operazio-
ivi convertirsi in acido carbonico che si espel- ni che indicano la impossibilità in cui ritro-
le colla espirazione ; non avendo esse presa vasi il chimico uno, e in
di far intervenire in
forma fin dalla prima volta che attra-
siffatta giusto rapporto, tutte circostanze che dove-
le
versarono polmoni, si è che essendo suscet-
i vano concorrere a codesto resultato. - Ma —
tivo carbonio di differenti irradi di essile-
il quando natura vuole formare una combi-
la
nazione, è affatto impossibile eh’ esso vi ac- nazione, essa è al salvo da tutti codesti errori
quisti nel primo colpo quello che lo converte di conto, da tutte siffatte incertezze; e conio
in acido carbonico. —
E facile di riconoscere da sé sola conosce le proporzioni e tutte le
che quanto fu detto della durata della emato- condizioni necessarie, di per sè sa essa pure
1
si proviene principalmente d una idea teori- procurarsele. Vuole dessa convertire il chilo
ca che più sopra ho indicato e che mi rimane in sangue arterioso ? conosce in quali propor-
ad esaminare. Consiste essa in ciò che si ri- zioni stiano prhncipii del sangue venoso, col
i

guardò la ematosi come operazione malagevo- quale deve amalgamarlo, e quanto manchi a
le ed esigente l’azione ripetuta o protratta questo sangue per essere arterioso. Calcola
degli organi assimilatemi e di vero, non po-; essa in conseguenza le proporzioni dei princi-
tevasi formarsene altra idea in tempo in cui pi! del chilo, sottoponendolo ad alterazioni
credevasi eh’ essa non si compisse che mercè convenevoli, tanto coll’ azione delle glandole
di triturazioni ed attenuazioni meccaniche che conglobate come col suo miscuglio colla linfa,
volevano una agitazione continuata a lungo , facendolo arrivare nel sangue con una tempe-
ed il reiterato passaggio del chilo attraverso ratura costante, e versandovelo con una velo-
di scolatoi e di filiere di qualunque calibro. cita e pei un orifizio tale che la quantità elio
Encicl. Med .
4*°J
33o MKMOK14
ne perviene per un dato letq-
nell’ orecchietta dolo conglobate come pel miscuglio della lin?
po sia a quella del sangue, che vi giunge uel
. fa. Ora, la durata di ciascuna di queste »re
medesimo tempo, in un rapporto determina- digestioni va sempre diminuendo, perciocché
to. Essa T agita, lo combina con questo san- lamateria da elaborare diviene di meno in
gue con riflussi ed oscillazioni che comunica meno eterogenea ai liquidi animali che vi sì
à siffatto liquido, poi spinge in un organo ve- uniscono, e là sua massa la vince di meno in
Scicoloso la risultante combinazione, ve la di- meno su quella di cotesti liquidi.
stende sopra vasta superfìcie, e vi pone tutte due circostanze della massa e
Siffatte
le sue molecole in contatto con una quantità dell’ eterogeneità che rendono più pronta la
determinala di cercaria le cui parti costituenti terza digestione della seconda, e questa piu
trovansi in un rapporto costante. Quando della prima, essendo ancor più favorevole alla
tutto è in tal modo calcolato, preparato anzi ematosi, la quale è essa pure una quarta ed
tratto per produrre un effetto, come si po- ultima digestione, devono del pari renderla
trebbe rimanerne sorpreso che esso si operi maggiormente pronta della terza. Laonde in
instanlaneamente ? Io lo sarei molto, al con- coteste tre prime digestioni appunto concen-
trario, che la natura vi rinvenisse doppiamen- trò la natura tutto il lavoro che facilitar deve
te, essendo che tal cosa darebbe a credere uno Ja quarta. Essa accorciò
la durata di quest’ul-
1
sbaglio nei suoi calcoli, una specie d impo- tima di tutto il tempo di cui essa protrasse
tenza nei suoi procedimenti che è impossibile quella delle prime. —
La esistenza del chilo,
di supporre nè di ammettere. al di là dei polmoni non è adunque in teo-
Osserviamo qui come sia diverso il cam- rica dai fatti meglio fondata che stabilita .

mino seguito dalla natura nelle combinazioni — Risulta da ciò che il campo dell’ ematosi
dei corpi organizzati da quello che essa tiene non si può estendere che dall’ inserzione del
nelle combinazioni della materia bruta. In canale toracico nella vena sottocla veare fino
queste ultime non fa dessa che obbedire a cir- ai polmoni. Ma si opera essa gradualmente in
costanze non previste nè volute, e dipendenti tutte le parti di codesto campo, ovvero avvie-
dal concorso fortuito delle cose ma fa essa ri-
; ne ciò in ispecie nei polmoni? Non mi farò già
gorosamente tutto ciò ch'esigono codeste cir- a risolvere direttamente tale quesito; ma esa-
costanze. Nelle prime fa similmente lutto ciò minerò in qual luogo si regolano le propor-
che vogliono le circostanze, male ha da.sè stes- zioni dei principii di cui si compone il sangue
sa prevvedute e disposte; nella materia bruta, arterioso, se ènei polmoni, come comune-
come nulla la interessa di giungere a tale Resul- mente crede, ovvero al confluente dei san-
si

tato, non calcola essa il tempo, e vi arriva a ca- gui venosi e dei succhi chilosi e linfatici, co-
so, talora più prontamente, talora più lenta- me accampai nei corollari. E verisimile sia
io
mente, secondo che lejcircostanze la favoriscano codesto luogo nel tempo stesso la sede princi-
o la contrariano. Nei corpi organizzali, al con- pale della ematosi. - Se nei —
polmoni si rego-
trario, siccome tutti i resultati stanno in una lano proporzioni di cui si tratta, è evidente
le
mutua dipendenza, e la tale operazione deve non poter esser ciò se non in virtù delle per-
essere finita prima che incominci un’altra, dite e degli acquisti che vi fa il sangue dive-
il tempo dovette
far parie delle condizioni nendo arterioso. Le perdite si effettuano me-
che natura previde e calcolò e in tal mo-
la ;
diante la formazione dell’ acido carbonico ,
do appunto ha dessa impiegato dei secoli per quella dell’ acqua, colla traspirazione polmo-
produrre un masso di marmo, mentre il san- nare e l’assorbimento dei vasi linfatici. Le
gue destinato ad animare il genio che analizza aquisizioni non sembrano consistere che in
o scolpisce codesto marmo è 1’ opera di pochi ossigeno atmosferico ; tentiamo di valutare la
istanti. Appoggiati da tali considerazioni sul- influenza di siffatte diverse perdite e della
la prontezza eolia quale si compie la ematosi, acquisizione sulle proporzioni dei principii
aggiungiamo che quasi tutte le secrezioni si del sangue arterioso, e sul carattere costitu-
operano istantaneamente aggiungiamo inol-
1
;
tivo di esso sangue. —
Conservando dati die-
i

tre. che la durata dell ornatosi è in rapporto tro i quali noi abbiamo precedentemente cal-
cots quella di ciascuna delle modificazioni a colato la quantità di calorico che sprigionasi
cui soggiace l’alimento dal momento in cui nei polmoni, devesi formare in codesti visceri
vien introdotto nello stomaco fino a quello 2547 miflig- ( 48 grani ) di acido carbonico al
in cui penetra irci vasi sanguigni. Si possono minuto, quando non vi si formi nulla di acqua,
distinguere in questo tragitto tre digestioni, e 1799 millig. ( 33 9 gr. quando vi si formi
)
,

l’uria stomacale, l’altra intestinale, e una G 36 millig. ( 12 gr.) di acqua. Ma 2547 millig.
terza eziaudio indispensabile come le due pri- ( 48 gr. ) di acido carbonico contengono 71
me, che si effettua nel sistema assorbente, millig. ( 1 3,4 )
di carbonio, e 1799 millig.
dalla nascita dei vasi lattei fino alla inserzio- (.33,9 gr.) ne contengono 498 millig. (9,4 gr.).
ne del canal toracico nella vena soltoclaveare, Finalmente entra 95 milligr. (1,8 gr ) d’idro-
c che vi si opera tanto per l’azione delle glan- geno in G 36 iu;llig. (12 gr.) di acqua. La mag-
gior quantità di carbonio eli e possano perde- da cause sì leggeri , e tanto più in quanto che-
re 39 3 1G8 millig. (8 lib.) di sangue
gr. e avvi manifesta metile certa ampiezza nelle
al I («versando i polmoni, è adunque rii yu proporzioni dei principi! che compongono il
millig. 3 gr. e 4/ IQ di gr. ) , e
(
1 la maggior sangue arterioso Ammettasi o no i! modo
.

quantità d’idrogeno di cui qiieslo sangue possa con cui io spiegai la variazione di siffatte
essere dispogliato nel medesimo tragii (o è di proporzioni nel secondo paragrafo dei corol-
<)5 millig. ( 1 gr. e 8/to di gr. ). E manifesto lari, non risulterà meno incontrastabile che
clie codeste due quanlità, per quantunque la composizione del sangue arterioso varia
piccole esse appaiano, eccedono non pure di non solo dallo stato di salute a quello di ma-
molto quanto succede in natura; imperocché, lattia, ma pur anco nello stato di sanità, e
dapprima per 1’ acido carbonico, olire che la che senza codesta Variazione, senza siffatta
quantità di gas ossigeno ch’io suppongo con- ampiezza che la natura si economizzò, 1’ ani-
sumarsi nei polmoni riesce troppo ragguar- male non potrebbe già esister due minuti.
devole, come dissi precedentemente, calcolai Ora, siffatta ampiezza sarebbe ben misera se
Sa quantità di acido carbonico che può forma- 53 o millig. togr. ili carbonio sopra 3 rp 3
( )

re codesto gas e quella del carbonio che per gram, e 168 mill. 8 lib. di sangue ne ecce-
( )

'questo assorbe, dietro le proporzioni dato da dessero limiti. ÌVla se essi non gli eccedono,
i

Làvoìsìer, e adottate generalmente, cioè, che se il sangue all’ uscire dal polmone è suscetti-
Cento parti dì acido carbonico sono composte vo di contener piu carbonio nella proporzio-
di settanladue parti di ossigeno e di vent’otto ne di 35 o millig. 10 gr. ) sopra 3 qi 3 gr, e
(

parti di carbonio. Per altro sembra da quan- 1G8 milligr. (8 lib.), avrebl ie dunque potuto
to ne dice Berlhollet, nel numero 126 ( 3o ritener quello ch’esso ha perduto nei polmo-
prairial an. x) degli Annali di chimica^ che ni, facendo astrazione dalle cause che dovet-
Lavoisier avesse riconosciuto in seguilo che tero farglielo perdere, vale a dire che il san-
codeste proporzioni non fossero già esatte c gue arterioso che gli succederà il minuto se-
che quelle di settantasei parli di ossigeno so- guente potrà avere in più 53 o millig.
i io (

pra ventiquattro parti di carbonio lo erano gr. ) di carbònio di quello che il primo ha in
maggiormente. Possiamo adunque conchiu- meno, senza ch’esso sia meno atto di questo
dere che 3 qi 3 grana, e 168 millig. (8 lib. ) di non solo a! mantenimento della vita, ma an-
sangue perdono appena 53 o millig. ( 10 gr.) cora a quello della sanità. Non attraversò
di carbonio attraversando polmoni.—-Quan- i adunque il sangue venoso polmoni perchè
i

to alla quantità d’idrogeno che vi perde que- era sopraccaricato di carbonio e per disim-
sto medesimo sangue, quella da me indicala pacciarsene, nè è precisamente siffatta sottra-
è proporzionatamente ancor più difettosa; im- zione di carbonio che costituisce uno dei ca
perocché io ho supposto che tutta l’acqua che ratteri di esso sangue arterioso è d’altra par-
;

si esala dai polmoni vi fu formata, il che non te evidente che se la respirazione avesse per
venne mai ammesso da verini fisiologo. Con- uno dei suoi usi di regolate e di far costante
vengono tutti che la maggior parte di questa la proporzione de! carbonio nei sangue arte-
acqua provenga dalla traspirazione polmona- rioso, la quantità di acido carbonico espirato
re. Lavoisier, che fu uno dei primi a con- alle diverse ore del giorno dovrebbe risultare
ghietturare che nei polmoni si formasse del- ragguardevolissima dopo il pasto, posciacchè
1’ acqua, era stato condotto
a così opinare dal si fa consister specialmente la ematosi nella
paragone della quantità di gas ossigeno con- sottrazione del carbonio del chilo, d’ onde po
sumato per certo tempo nei polmoni e da ,
Irebbe spesso avvenire che tulio il gas ossige-
quella dell’acido carbonico espirato in egual no inspirato non potesse bastare a siffatta dc-
tempo. Calcolato aveva esservi un quinto di carbonizzazione: ne risulterebbe eziandio tino
questo gas che non entrava per nulla nella sprigionameli to di calorico molto ineguale e
composizione dell* acido carbonico espirato, sovente considerabilissimo. IVI a tutto al con-
e che doveva o fissarsi nel sangue, od unirsi trario, la quantità di acido carbonico espira-
all’ idrogeno, per formare dell’ acqua alla , to pare essere abbastanza regolarmente pro-
qual ultima idea appunto erasi egli sofferma- porzionata a quella del sangue che attraversa
to. Facendo ai calcoli di codesto immortale i polmoni, in guisa che le variazioni
in piu o
chimico alcune correzioni, e fra le altre quel- in meno che vi si notarono sono piuttosto ap-
le che esigono le nuove proporzioni di cui fa- parenti che reali. Per esempio. Jurine ed al-
vellai. troverebbesi che 891 3 gr. e 1G8 millig. cuni altri fisiologi osservarono che la dige-
(8 lib.) di sangue non perdono nei polmoni stione aumenta la quantità di acido carboni-
che circa 53 millig. ( 1 gr. ) d 1 idrogeno. co- che formasi nei polmoni per un
dato tem-
Paragonando alla piccolézza di siffatte po, però osservarono ancora che 1 esercizio e
perdite la immensa alterazione che soffre il tulio ciò che accelera la respirazione au-
1

sangue operandole, si rimane Sospesi in qual menta del pari, in modo che in tutti rasi
i è

modo un sì prodigioso effetto dipender possa unicamente 1’ accrescimento della circolazione


002 MEMORIA
1
die uè produce uno nella formazione dell’aci- piegato a formar dell acido carbonico, la por^
do carbonico. Finalmente, se si esamini die- zioiìe che non vi viene adoperata deve adem-
tro quali falli si ammise che il sangue venoso piere qualche altro uso. Ma quantunque co-
trovasi sopraccaricato di carbonio, e va a sba- desto uso non sia a tutto rigore determinato
razzarsene nei polmoni si rinviene, essere
, per mezzo delle esperienze, è tuttavia molto
ciò dietro la formazione dell 1 acido carbonico più probabile che la porzione di ossigeno di
in questi visceri, e colore nero del sangue
il cui si tratta si fissi nel sangue di quello che
venoso. E
incon Irastabile che il sangue veno- essa tolga dell’ idrogeno a siffatto liquido ;
so non può già contribuire alla formazione poiché, d’ un lato, le scoperte sulla colorazio-
deli’ acido carbonico nei polmoni senza per- ne del sangue arterioso annunziano che l’os-
dere del suo carbonio, e che quindi il sangue sigeno deve fissarsi nel sangue per operarla, e
arterioso contiene meno carbonio del sangue che, dall’altro, 53 millig. i gr. ) d’idrogeno
(
venoso da cui proviene ; ma dietro quanto ho esigendo sotto a 3 8 millig, ( 6 gr. ) di ossige-
i

detto, non se ne può conchiudere che que- no per formare dell’acqua, si concepisce che
1
st ultimo fosse sopraccaricato di carbonio. l’aggiunta «li questi 3 8 millig. (6 gr.) di os- 1

Non si può riguardare la formazione dell'aci- sigeno al sangue devono esercitare una mag-
do carbonico nei polmoni che come una cir- giore influenza sulla composizione chimica del
costanza concomitante e necessaria di una sangue di quello non farebbe la sottrazione di
operazione assai complicata, operazione che 53 milligr. ( i gr. ) d’idrogeno.
1
sarebbe d uopo conoscere appieno in tutte le Tutta 1 acqua espirala è adunque il pro-

sue circostanze per valutare la parte esercitata dotto della traspirazione polmonare. Una sif-
dalla formazione dell’acido carbonico. Quan- fatta traspirazione influisce forse sulla forma-
to alla prova dedotta dal color nero del san- zione del sangue per la quantità di acqua che
gue, solo riposa dessa sopra una di codeste essa leva, o determinando il grado «li fluidità
false analogie alle quali diedero origine sì di del sangue arterioso Tutto porta a credere la
.

frequente le somiglianze di colore. Ne ho ci- non consistere per nulla il suo uso. Abbiamo
tato più sopra un esempio alquanto ragguar- valutato la quantità di codesta traspirazione a
devole nella analogia che sì credette esistere 636 millig. ( 1 2 gr. al minuto; vale a dire
)

fra il latte ed il elido; se ne potrebbe allega- che 3913 gr. 168 millig. 8 lib. di sangue ( )

re molte altre. Io non sono per nulla sorpre- perdano 636 millig. ( 12
gr. di acqua attra- )

so che chimici, forse un po’ troppo inclinali


i
versando i polmoni; in guisa che se tutta la
ad attribuire al carbonio i colori neri e scuri, massa del sangue gli attraversasse senza toc-
abbiano a certa epoca spiegato in un tal 'mo- care tal perdita, la quantità «li acqua eh’ essa
do il colore del sangue venoso; ma lo sarei contiene non sarebbe aumentata con ciò che
1
molto eh essi continuassero ad ammettere di circa 1 gr. 908 millig. — dramma ). Ora (

siffatta opinione dopo la scoperta che fecero non è possibile supporre che sì piccola quan-
delle cause che producono la colorazione del tità di acqua non venga già compresa nella
sangue arterioso. —
Una gran parte di quan- ampiezza di cui è manifestamente suscettiva la
-

to dico intorno al carbonio, puossi applicare fluidità «lei sangue. So benissimo non essere
1
all idrogeno, che si vuole trovarsi in eccesso codesta ampiezza molto considerabile, nè lo è
nel sangue venoso. Se la piccolissima quanti- a un dipresso quanto Io suppongono certi ii-
tà di questa sostanza che l’ossigeno atmosferi- toli generali della materia medica ; ma quan-
co leverebbe al sangue per formare dell’acqua tunque notvsiamo noi gran fatto lontani dal
potesse essere considerata come un soprappiù, poter aumentare a nostra voglia la fluidità del
come troppa pienezza, sarebbe a conchiudere sangue accrescendo la copia delle bevande,
che la proporzione dell’ idrogeno nel sangue non n’ è meno comprovato da molti fenomeni
è rigorosa, e non comporta veruna ampiezza. che questa fluidità è suscettiva di certa varia-
La impossibilità «li ammettere una simile con- zione, e in conseguenza il sangue non viene
clusione basterebbe a comprovare non for- ricondotto nei polmoni a un grado di liijui"
marsi acqua di sorta nei polmoni, ma altre dità costante. Siffatta funzione sarebbe incom-
ragioni si aggiungono ancora a colesta. Pri- patibile con quella che adempie iincontrasta-
mamente il vaporeacquoso del polmone adem- bilmente la traspirazione dei polmoni , e che
pie un uso importante ed
affatto estranea alla consiste a regolare la temperatura di codesti
disidrogenazione del sangue; in secondo luo- organi. — Le combinazioni vogliono in gene-
go, non esiste veruna prova diretta della for- rale una temperatura lauto più precisa quan-
mazione dell’acqua nei polmoni. Vi si ammi- to più risultali© esse complicate. Quelle che si
se siffatta formazione su ciò che il sangue as- operano nell’animale economia, oltreché lo
sume un colore cupo col suo contatto col gas sono eminentemente, si ripetono, si riprodu-
idrogeno; ma ciò non è che un’apparenza il- cono egualmente ad ogni istante. La tempe-
lusoria ed eziandio su ciò che tulio 1’ ossige-
; ratura die loro è necessaria a ciascuna dove-
no consumato nei polmoni non essendo im- va adunque essere precisa e limitata nel su©
SUL «ANOUK
grado ; doveva eziandio riprodursi ad ogni fatti vasinon abbiano por principale od anelli*
istante, vale a dire essere costante. Ma se la per unico uso di assorbire liquidi che lubri-
i

traspirazione cutanea ha per uso principale cano codesta superfìcie, e il cui pronto rin-
d’intrattenere siffatta costanza di tempera- novameli lo riesce più importante qui che al-
tura nelle funzioni che stanno sotto l’im- trove, a causa della alterazione eh’ essi non
pero dellagrande circolazione, si ravvisa ap- tarderebbero a contrarre col contatto dell’ a-
pieno che combinazioni che operansi nella
le ria. In caso affermativo, non influirebbero
es-
piccola circolazione, vale a dire quelle d’onde si che in modo mollo indiretto
sulla forma-
dipende la formazione del sangue arterioso , zione del sangue arterioso. In secondo luo-
dovevano avere del pari un regolatore specia- go, siccome siffatti vasi riportano immediata-
le della loro temperatura imperocché è evi-
; mente nel torrente della circolazione i liquidi
dente che la traspirazione cutanea non vi po- che assorbirono, non
scorge già in qual
si
teva bastare, ed essendo polmoni di tutte le
i modo potrebbero essi spogliare il sangue di'
parti del corpo quelli in cui il complesso del- taluni dei suoi principii non farebbero mai
:

le combinazioni e lo sprigionamento del calo-


rico sono più considerabili in un dato spa-
die togliere per rimettere. Mi rimane it —
i parlare dell’ acquisizione in ossigeno atmosfe-
zio, il regolatore della loro temperatura non rico che fa il sangue nei polmoni. Se tutto
poteva già venire applicato unicamente alla L ossigeno che Lavoisier credeva impiegato a
loro superficie esterna, ma doveva esercitare formare dell’ acqua si fissasse nel sangue, ab-
la propria azione su tutti punti «Iella loro i biamo veduto più sopra che la quantità ne sa-
superficie interna; il che è appunto quanto rebbe di circa 3 1 8 milligr. (6 grani) sopra
adempie perfettamente la traspirazione pol- 39i3 gram, e 168 milligr. ( 8 li b. di sangue. )
monare. Ciò che succede in certi casi patolo- Ma primieramente codesta aggiunta risulte-
gici dimostra di quale importanza sia il rego- rebbe a un dipresso costante in ogni tempo
latore. Ilo detto che siffatta funzione della per una eguale quantità di sangue , nè varie-
traspirazione polmonare era incompatibile con rebbe che in apparenza, come abbiamo vedu-
quella di regolare il grado di liquidità del to colla formazione dell’acido carbonico. Ora,
sangue arterioso. Di fatto, la quantità di ca- 1
un aggiunta costante non è atta a regolare le
lorico levato dalla evaporazione essendo in proporzioni dei principii del corpo che la ri-
ragione di quella dell’acqua svaporata, se ceve. In secondo luogo, codesta stessa aggiun-
quest’ ultima variasse secondo il più o meno ta è manifestamente troppo piccola per non
di liquidità del sangue, la temperatura pol- esser compresa nella ampiezza che comporta
monare varierebbe essa pure, e spesso in mo- la quantità di ossigeno contenuta nel sangue
do considerabile. arterioso, e perchè questo sangue non possa
Posso adunque conchiudere che la traspi- già contener indifferentemente in più o in
razione polmonare, benché indispensabile alla meno quantità di ossigeno oli essa espri-
la
1

formazione del sangue arterioso, tanto rego- me. Molto mi spiacerebhe elle s’inferisse da ciò
lando la temperatura del polmone che man- che qui dico, non attribuire io all’ossigeno
tenendo la sedulità di codesto organo, e pre- atmosferico veruna influenza per la formazio-
venendo le aridità e il raggrinzamento che vi ne del sangue arterioso ; poiché, al contrario,
cagionerebbe un secco calore aiutato da un penso, esservene una immensa. Ma è unica-
rinnovamento diaria che si riproduce ad ogni mente determinando Ira principii del san-
i

istante, non lo è dalla quantità di acqua di cui gue già riuniti polmonare se-
nell’ arteria
essa spoglia il sangue. Risulta, da ciò che la condo le un ordine di
richieste proporzioni,
traspirazione polmonare non è atta, come si combinazioni che costituisce il sangue arterio-
credette, a supplire alla secrezione dell’ urina. so, e ad esso compartisce, come tale, un carat-
La traspirazione cutanea non Io è maggior- tere inapprezzabile, od almeno finora inap-
mente. Esiste un rapporto reale tra queste prezzato.
due traspirazioni e la funzione dei reni ; ma Per tal guisa, Tesarne delle perdite e <Ie-
non è reciproco ; su di che ritornerò io ad gli acquisti che fa il sangue al momento in cui
altro tempo. —
Dovrei ora esaminare quale diviene arterioso, ci conduce a riconoscere che
sia la natura delle perdite che vasi linfatici i le modificazioni a cui soggiace per divenirlo
fanno provare al sangue che attraversa pol- i non dipendono già materialmente «la codeste
moni, e fino a qual punto codeste perdile sia- perdile, nè da essi acquisti, nè esser nei polmo-
no capaci d’ influire sulle proporzioni dei ni che si regolarizzano le proporzioni dei suoi
prìncipi di questo sangue, discussione oscuris-
i principii. Si comprende se la na-
diffatti «’he
sima, e intorno cui arrischierò soltanto alcune tura aspettato avesse sì lardi a determinare le

riflessioni. In prima può domandare se mol-


si i proporzioni «lei principii he comporre «love-
«

tissimi vasi linfatici dei polmoni non siano spe- vano il sangue arterioso, ne sarebbe risultalo
cialmente in ragione della vasta superfìcie che un’estrema irregolarità nelle funzioni del pol-
presentano le vescichette polmonari, e se sif- mone, e singolarmente nella sua temperatura.
334 ftP.MORfA DEL SANGL’È
— Al confluente adunque dei sangui venosi e
» in ricambio, le oscillazioni di eòi favello sono'
dei succhi chilosi e linfatici si regolarizzano le più pronte e ragguardevoli in quest' ultima
proporzioni in discorso. Al meno nulla indica parte anziché nella vena porta. Sembra adun-
«he ciò possa essere altrove; ma si scorge be- que che sangui venosi ed i succhi dulosi e
i

nissimo, al contrario, che ciascun organo for- linfatici siano di già riuniti secondo le pro-
nendo un sangue venoso i cui principi risul-i porzioni richieste, e combinati in modo da
tano in determinata proporzione^ e la quanti- formare un tutto Omogeneo ,
quando esd
tà è in certo rapporto con quella di ciascun pervengono nell’arteria polmonare, nè ésier
degli altri sangui venosi, e che il chilo e la già per ematosarsi che il chilo e la linfa attra-
linfa, riunendovisi del pari in certa quantità, versano i polmoni, ma per soffrirvi, in unione
e dopo aver sofferto una elaborazione costan- col tutto omogeneo
di cui sono
divenuti essi
te che loro comparte una qualità determinata, parte costituente, urta specie di cozione, se
il complesso di tutti questi liquidi deve essere così posso esprimermi, cozione per e durante
stato calcolato in modo da contener le propor- la quale il liquido che la prova fa perdite ed
zioni che esige il sangue arterioso, tranne le ac- acquisti, perciocché sembra impossibile, co-
cidentali variazioni o più o meno permanenti me dissi già in proposito della milza, che
che vi può occasionar l'aumentata o diminuita una combinazione animale cangi natura sen-
za perdere od acquistare alcuna cosa. Ma e le
1
attività di cert organo o del sistema linfatico,
sia intero, sìa appartenente soltanto ad una o perdite e gli acquisti suddetti nulla ci danno
più regioni, variazioni che la natura non potè a conoscere, nulla per assòluto sul maravi-
impedire, ma che ha previste e rese compa- glioso Carattere che assume la nuova combi-
tibili colla sanità, in certi limiti. nazione. Nella funzione del polmone tutto è
Ho detto che il luogo in cui si regolano ancora mistero ; e se in questi ultimi tempi
le proporzioni delle quali si tratta era eziandio si pervenne a meglio conoscere talune delle

verisimilmente quello dove si compie la ema- circostanze che l 1 accompagnano necessaria-


tosi. L’ agitazione che sperimenta nelle vene mente, non per anco si valutò il valore del-
cave e nel lato destro del cuore il complesso la loro influenza sulla formazione del s%p-
dei liquidi che vi si riuniscono, e vi si riu- gue arterioso. Parecchie altre circostanze ri-
niscono con tutte le condizioni fatte a de- mangono a conoscere e ad apprezzare in que-
terminarne istantaneamente le combinazioni, sta medesima funzione. Non si può alcun po-
pare essere bastante per operarla. Almeno fa co dubitare, per esempio, che il fluido elet-
così suspicare quanto succede negli animali trico non vi abbia parte. Almeno fa ciò veri-
che nel cuore non hanno che un ventricolo, simile il rapporto che scorgesi tra la respira-
presso i quali la ematosi noil può compiersi zione e la irritabilità muscolare, e quello che
che in siffatto organo. Altra prova ne som- ci dimostrano le esperienze galvaniche tra que-

ministra ancora la vena porta. Didatti, il sta stessa irritabilità ed il fluido elettrico.—
sangue distribuito da questa vena al fegato In una parola, quanto noi sappiamo sulla for-
deve avere una natura omogenea ; ma non mazione del sangue arterioso non ci pose per
può esso acquistarla se non in quanto che anco in istato di scorgervi altra cosa che ciò
i diversi sangui veuosi di cui è composto si che vide Cuvier nelle funzioni in generale ,
combinano mescolandosi nel seno di questa che una trasformazione di fluido, di cui la
vena. Laonde è osservabile che tutti siffatti natura riserbossi il secréto, u Tutte le fun-
sangui ed anche quello che trasportano le zioni dell’ economia animale, dice questo ce-
v ene cistiche si riuniscano e si mescolano in
r
lebre professore, paiono ridursi a trasforma-
questo seno come in un laboratorio comune, zioni di fluidi, ed appunto nel modo con cui
prima di penetrare nel fegato. La loro com- si operano codeste trasformazioni si sta il ve-
binazione vi è fuor di dubbio facilitata dagli ro secreto di siffatta ammirabile economia •».
angoli apertissimi che i rami della vena por- (
Lezioni di anatomia comparata , raccolte
la ventrale e quello della Vena porta epatica da Dnmeril, tomo I, pag. 33. ) Grande e bel-
fanno al loro confluente ; ma dev’essa esser- la verità eh io avrei avuto occasione di richia-
1

lo in particolare per le oscillazioni che vi oc- mare più di una volta, se avessi avuto campo
casionano movimenti della respirazione. Per
i
di dare qui il paragrafo da me annunzialo in-
verità, la circolazione assai meno rapida nella torno le opinioni ed i latti relativi alla circo-
vena porta di quello che alla base del cuore lazione degli umori escrementizii col sangue.
vidà maggior tempo alla combinazione ma, ;
ANATOMIA e FISIOLOGIA

PEL CU GR

-^•@61 -

ti oijipre è Porgano principale della cir- mercè P azione dell’aria atmosferica va esso
colazione del sangue. La circolazione, secon- ad identificarsi coi materiali e riassumere tut-
do il significalo in tisiologia di questa parola, te lequalità che aver deve nelle arterie. Bi-
suppone Ire cose, un fluido messo in movi- sognava adunque che un’altra potenza, che
mento, dei canali o vasi che li contengono, e un altro cuore simile al primo, fosse esclusi-
una potenza o molore che gli imprima il mo- vamente destinalo a spinger il sangue nei pol-
vimento il cuore è codesta potenza. È un
: moni, abbisognava nel tempo stesso un altro
muscolo cavo il quale ha la
, facoltà di con- sistema di vasi, di arterie e di vene, col quale
trari! sul sangue che lo riempie, con una for- si facesse siffatta circolazione, che chiamasi
za bastante per «spingere codesto sangue in circolazione polmonare a motivo dell’ orga-
,

tutte. le parti del corpo. Si comprende adun- no al quale è dessa limitata, e piccola circo -
que esservi dei vasi i quali, partendo dal cuo- lozione per opposizione a quella che si effet-
re, distribuiscono il sangue in tutte le parti tua nel rimanente del corpo. Finalmente, ac-
del corpo per le diverse funzioni alle quali è ciocché il sangue, dopo aver compito il suo
destinato sono questi le arterie ; ed esser-
:
corso nella grande circolazione, potesse re-
vene altri che, da queste parti, lo trasportano carsi immediatamente a rivivificarsi nella pic-
al cuore per sottoporli a un novello impulso di cola, e da questa ritornare nella grande è
,

codesto organo: sono questi le cene. Si com- evidente che era necessario che le vene della
prende inoltre dovervi esser nel cuore almeno grande circolazione mettessero al cuore della
due cavità che si aprano P una nelPaltra, e di piccola, e reciprocamente che le vene della
eoi P una mette capo nelle vene; l’altra dà na- piccola circolazione terminassero al cuore del-
scita al tronco comune delle arterie. La pri- la grande; il che mette idue cuori in una mu-
ma di queste cavità porta il nome di orec- tua dipendenza. Siffatta dipendenza esigette
chietter, chiamossi P altra ventricolo. Ma sì che fossero riuniti e coinè incollati P uno al-
semplice circolazione, e la quale non consi- l’altro, orecchietta contro orecchietta, ventri-
sterebbe che nel passaggio continuo del me- colo contro ventricolo; questa riunione, in un
desimo sangue attraverso le cavità del cuore, solo organo, di quattro cavità, di cui ciascuna
dalle vene nelle stesse arterie d’ onde le vene è P origine o il termine di un tronco comune
P hanno ricevuto, non sarebbe stato sulfi- dei vasi, porla il nome di cuore.
ci nte per mantenere la vita, almeno in gran Tale è l’idea generale che si può for-
numero di animali imperocché il sangue
; marsi del cuore e delle sue funzioni nei di-
giunto alle ultime divisioni delle arterie nel versi animali a sangue caldo, i quali godono
sistema capillare, vi adempie, prima di ritor- di una respirazione integra, vale a dire pres-
nare per le vene, certe funzioni che, facendo- so iquali lutto il sangue che rinviene dal ri-
gli toccare alcune perdite ed alterandone la manente del corpo, deve, prima di ritornar-
natura, lo rendono inetto a servir di nuovo vi, passare tutto intiero pei polmoni. E un
ai medesimi usi. Ritorna al cuore adunque muscolo con quattro cavità, di cui due orec-
non solo per ricevere un nuovo impulso da chiette e due ventricoli servono al manteni-
codesto organo, ma ancora per riparare le sue mento delle due circolazioni . —
Negli altri
*

perdite e ricuperare tutte le qualità che aveva animali vertebrali, ma a sangue freddo, now
dapprima. Il sistema assorbente gli sommini- va la cosa del tutto in pari modo. Non essen-
stra, in vicinanza del cuore, i materiali desti- do, in quest’ ultimi necessario che il sangue
nati a riparare le sue perdile, e nei polmoni e che riviene per le vene del corpo soffra per
336 ANATOMIA E FISIOLOGIA
intero l’azione polmonare, e bastando che una sono lavera potenza che mette in movimento
porzione di aria l’abbia sofferta per compartire il sangue, spesse volte soltanto ad essi appli-
al restante a cui s’immischia lequalità richieste casi appunto il nome
di cuore Consideria-
,

pel conservaraento della vita, non abbisogna- mo codesto organo più minutamente , pren-
va di due distinte circolazioni nè per con- ,
dendo a tipo il cuore dell’ uomo esaminia- ;

seguenza di due ventricoli era d" uopo del


;
mone posizione, la forma, la struttura ana-
la

pari non ve ne uno acciocché il san-


fosse che tomica nell’adulto e nel feto, i fenomeni e le
gue che ritorna dal polmone potesse raesco- cause dei suoi movimenti. Descrivendo le di-
larvisi con quello che non vi è già passato. Fra verse parli del cuore, e indicando che tale
siffatti animali, avvede, a vero dire (
i pesci), parte sta a destra e a sinistra, in alto o in bas-
1
nei quali, siccome in quelli che godono d in- so, supporrò che codesto organo trovisi nel
tera respirazione, non va una sola goccia di suo posto naturale e 1’ individuo sia ritto.
sangue nel resto del corpo senza esser dap- struttura anatomi -
Posizione, figura e
prima passato pei polmoni che sono loro pro- ca del cuore nell adulto. Il cuore sta si- ’

pri le branchie
( , )
e nondimeno non hanno tuato nel mezzo del petto, tra le due lame del
che un ventricolo nel cuore ; malgrado però mediastino è racchiuso nel pericardio, come
;

simile disposizione, non hanno questi animali in un sacco serrato da ogni parte. Trovasi in
che una circolazione. L unico
1
ventricolo del questo sacco del lutto libero, essendovi attac-
loro cuore non dà nascita che a un solo tron- cato solamente coi tronchi arteriosi e venosi,
co arterioso, cioè 1’ arteria polmonare, la qua- e un poco colla parte posteriore delle orec-
le si distribuisce alle branchie mediante ra- chiette ; in guisa che le sue quattro cavità
mificazioni che si riuniscono di nuovo, per possono godere dì tutta la pienezza dei loro
formar al di là delle branchie un altro tron- movimenti. Esso vi è contenuto come gl’inte-
co ch’è il tronco comune delle arterie del cor- stini lo sono nel peritoneo, ed i polmoni nella
po. Il sangue che ritorna dalle branchie vie- pleura, vale a dire che il pericardio, allorché
ne distribuito immediatamente a tutte le parti abbraccia i grossi vasi, s 1 inflette sopra essi
del corpo mercè le suddivisioni di detto tron- verso il cuore assottigliandosi, e si allunga così
co, senza la interposizione di verun altro ven- su tutta la superficie esteriore del cuore a cui
tricolo. In una parola, è legge immutabile intimamente aderisce. Il pericardio, così in-
che in tutti gli animali vertebrati a sangue flettuto, forma la membrana esterna di tutte
freddo non avvi che un ventricolo nel cuore. le cavità del cuore, e nel sacco che contiene
Gli uni non hanno nel tempo stesso che una codesto organo, il pericardio è appunto in
orecchietta, ed altri due; i cheioni, sauri e contatto col pericardio. Se si supponga col
i

gli ofidi tengono due orecchiette, di cui l’ima pensiero che codesta membrana sia distaccata
riceve il sangue dalle vene polmonari, e l’al- dal di sopra della superficie del cuore, si avrà
tra quello delle vene del corpo. I batraci ne un sacco vuoto e senza apertura, presso a po-
posseggono una soltanto che riceve in un tem- co doppio in grandezza della cavità ordinaria
po il sangue che ritorna dai polmoni e quello del pericardio, La superficie interna del peri-
che riviene dal corpo. I pesci eziandio ne han- cardio nello stato naturale viene di continuo
no una sola nella quale si riferiscono le vene del umettata da certo umore simile a quello che
corpo, Nelle classi inferiori, i molluschi, i ver- lubrica tutte le membrane sierose, e eh’ era
mi a sangue rosso ed i crostacei, sono soli i qui particolarmente necessario a prevenire le
animali nei quali abbiasi riconosciuto una cir- aderenze, e rendere i movimenti del cuore
colazione, La forma e la correlazione delle di- più agevoli; siffatto umore è ciò che denomi-
verse parti del cuore sono molto più svariate nasi 1’ acqua del pericardio sulla esistenza,
,

in codesti animali di quello che nei vertebra- la sorgente, la quantità e la qualità della quale
ti. Discendendo più in giù nella scala, non rin- insorsero cotante opinioni. —
Il cuore ha la
viensi più nulla di simile. Non evvi circola- forma di un cono da un lato compresso e
1
zione, e quindi manca il cuore negl insetti e schiacciato ; riposa sulla parte apoueurotica
negli zoofi ti. Se non che non devo più a lungo del diaframma, in guisa che la sua punta ri-
arrestarmi in particolarità che appartengono volta in giù, dinanzi e alla sinistra, corrispon-
propriamente all’ anatomia comparata, e se il de versola cartilagine della sesta delle vere co-
lettore ne brama di più estese intorno siffatta ste, essendo in questo luogo smarginato l’orlo
materia, troverà egli di che pascersi ampia- anteriore del polmone sinistro, vi tocca la pun-
mente nel quarto volume delle Lezioni di A- ta del cuore, attraverso il pericardio, la pare-
natomia comparata di Cuvier. In tutti gli —• te del petto e d’ordinario là appunto si sen-
;

animali, sia a sangue freddo, sia a sangue cal- tono suoi battiti. La sua base diretta all’ in-
i

do, le orecchiette risultano minute e come sù, di dietro ed a destra, corrisponde alla ot-
membranose. Al contrario, i ventricoli sono tava vertebra dorsale.
grossi e carnosi e siccome formano di per sè
;
Presenta il cuore , in ragione del suo.
1
quasi tutta la massa del cuore, e d altronde schiacciamento due faceie, P una è piatta e
Dite

inferiore, quale riposa sul diaframma; l’al-


hi lauto alla cavità principale di ciascheduna
tra, che le è opposta, risulta convessa. Code- orecchietta, e, ad imitazione di Boerhaave,
ste due faccio stanno separate 1’ una dall’al- che pare esser stato il primo ad usare «li tale
tra da due orli, uno dei qual», rivolto alla de- distinzione, serbarono il nome di orecchietta
stra e nel davanti risulta affilato, l’altro rivol- per disegnare un prolungamento od appendi-
to a manca e alquanto all’indietro è ottuso e ro- ce, in forma di cresta di gallo, o di orecchia di
tondo; quest’ ultimo ha minor lunghezza del cane, che elevasi alla parie superiore di ciascun
primo- La faccia piatta è pure meno estesa del- seno, e che, in origine, fece «lare il nome di o-
la convessa, e ciascuna di esse d vi «lesi paralle- i recchietta Conserverò in que-?
a tutta la cavità.
lamente all’ asse del cuore «la un solco, il qua- sto articolo le vecchie denominazioni di orec-
le corrisponde al tramezzo, vale a dire all’ad- chiette e di ventricoli destri e sinistri, siccome
dossamento dei «lue ventricoli. Siffatto solco più generalmente conosciute, —
Un collaretto o
prolungasi fino alla punta
cuore, e vi for- «lei solco circolare segna posteriormente la sepa-
ma d’ordinario, incontrandosi con quello del- razione delle orecchiette e dei ventricoli. —
la faccia opposta, una piccola biforcazione. In- Nell’ esame particolare di ciascuna di queste
dicano adunque siffatti due solchi esterior- cavità, seguirò l’ordine secondo il quale ven-
mente la divisione dei ventricoli, compresi gono dai sangue «liscorse. — L’orecchietta de-
T uno tra il piano che passa pei detti solchi e stra può come una dilata-
essere riguardata
V orlo rotondo l’altro tra lo stesso piano e
;
zione due vene cave superiore e inferio-
«Ielle

]’orlo tagliente. Dietro la direzione «la me as- re al concorso «li siffatte vene nel pericardio
;

segnata ai due orli, scorgesi che l’ultimo ven- nulladimeno ciò non va preso in senso troppo
tricolo è situato a destra e un po’ al dinanzi, letterale, ma solo qual modo di concepire la

e T altro a manca
alquanto all’indietro: dal-
e formazione dell’orecchietta, la cui tessitura
la qual situazione appunto trassero nomi che i riesce altronde differente da quella delle
d’
loro si diedero. Laonde il ventricolo che cor- vene cave. La vena cava superiore o discen-
risponde all’ orlo tagliente venne denominato dente mette capo alla estremità superiore e
ventrìcolo destro e quello corrispondente al-
,
posteriore «Iella delta orecchietta, e l’inferio-
1’ orlo rotondo, ventricolo sinistro; denomi- re o ascen «lente alla sua estremità inferiore e
nazioni che loro convengono più particolar- posteriore. Nell’ orecchietta destra distinguevi
mente nei quadrupedi ,
nei quali l’asse del una parte libera e propria, e una parte per la
cuore è presso a poco parallelo a quello del quale essa aderisce alla sinistra orecchietta, e
corpo. Se non che altri anatomici, fra cui le è comune con quest’ ultima. La [«arte libera

Lieutaud avendo avuto riguardo a ciò che vieti formata da «ine membrane che racchiu-
,

nell’uomo il ventricolo destro trovasi nel tem- dono tra esse alcune fibre muscolari. La ester-
po stesso rivolto dinanzi, ed il sinistro all’ in- na di esse «lue membrane formasi, come dissi,
dietro, vollero che il primo
chiamasse sem- si dal pericardio la interna è la continuazione
;

plicemente ventricolo anteriore e il secondo «li quella che tappezza la faccia interna della
,

ventricolo posteriore Per le medesime ra- . vene cave. La parie aderente alla sinistra orec-
gioni, nominossi orecchietta destra o ante- chietta formasi «Jalla membrana interna delle
riore quella appartenente al destro ventrico- due orecchiette, e da alcune fibre muscolari
lo, e orecchietta sinistra o posteriore quel- ,
intermedie è questa parte ciò che appellasi il
:

la relativa al ventricolo sinistro. Siffatte quat- tramezzo delle orecchiette. Verso il basso di
tro cavità si ebbero ancora altre denomina- questo tramezzo e fra le imboccature delle
zioni attinte dalle funzioni proprie a ciascuna due vene cave , osservasi un abbassamento
di esse, e che, sotto tale aspetto, risultano di grande a un dipresso come la estremità del
una applicazione più diffusa. Laonde, il ven- pollice, e terminato superiormente da un ri-
trìcolo destro avendo per uffizio di spingere salto alquanto denso, e un po’più che mezzo-
il sangue nell’ arteria polmonare, a cui dà na- circolare. Siffatto abbassamento, resto del foro
scita, e d’ intrattenere la piccola circolazione, di Botalli di cui in seguilo si farà parola, por-

ricevette il nome di ventricolo polmonare il ta il nome di fossa ovale , quantunque il ri-

ventricolo sinistro, destinato alla grande cir- salto, or ora menzionato, non formi già una

colazione, e dando nascila all’ aorta, si ebbe curva chiusa, e sia del tutto scancellato al bas-
quello di ventricolo aortico. Chiamossi 1’ o- so, vale a dire, dal lato delle vene cave. Avvi

recchietta destra seno delle vene cave , per- quasi sempre sotto questo risalto, verso la ci-
ciocché è «lessa il termine di codeste vene, ed ma «Iella sua concavità, una piccola apertura
il ricettacolo del sangue che esse trasportano; che penetra nell’ orecchietta sinistra, e si sc«>-
e la sinistra, seno delle vene polmonari, per- pre agevolmente introducendovi uno stiletto
ciocché adempie essa agli stessi usi per ri- parallela in co tetramezzo delle orecchiette. I
al

guardo alle vene polmonari. Ma parecchi de- due lati del detto risalto, che vanno a termi-
gli anatomici che usarono quest’ ultime deno- narsi verso le vene cave, si chiamano, 1 uno
minazioni, diedero poi il nome di seno sol- il pilastrino anteriore » sinistro della fossa
Encicl. ili ed.
338 ANATOMIA 2 FISJLQGIA
pvale, ed è quello ohe sla fra essa fossa ed questo ventricolo, si può ammettere
vità di
il ventricolo, V altro il posteriore. L’ anterio- massa e la forma conoide del cuore ap-
che la

re è più grosso del posteriore, e ben di soven- partengono specialmente al ventricolo sinistro,
te vi si osservano delle anfrattuosita più o me- e ohe il ventricolo destro è ingenerato da una
no profonde. Tra il pilastrino anteriore e l’orlo parete muscolosa, impiantata nei suo circuito,
corrispondente dell’orificio della vena cava in- tranne alla sua base, sulla metà del sinistro
feriore, dinanzi e vicinissimo di queste parti, ventricolo in guisa che la parete per la qua- ;

sorge verticalmente e trasversalmente una piega le i due ventricoli stanno addossati l’uno al-
membranosa, la quale, vista dalla punta delcuo- l’altro, ed è ciò che chiamasi il loro tramezzo,
re, maschera iu parte colie sue estremità, da un sembra appartenere soltanto al ventricolo si-
lato, il pilastrino anteriore della fossa, e dall’al- nistro, e formi nel destro un risalto convesso
tro, 1’ orlo anteriore dell’orificio della vena o piuttosto ovale. Dietro un tal modo di con-
cava. Siffatta piega, impropriamente denomi- cepire la formazione del ventricolo destro, si
nata valvola di Eustachio posciachè non ha ,
vede che l’ interno di codesto ventricolo deve
pel fatto nè la figura su la posizione di una vera presentare due superficie, V una convessa e
valvola, nè puote adempierne le funzioni, è for- P altra concava, le quali si riuniscono ad an-
mata da una doppiatura della membrana inter- golo acuto. E' d’uopo osservare a tale risguar-
na dell’orecchietta, e da alcune fibre muscolari do non esservi due ventricoli soprapposti pa-
interposte. Il suo orlo tagliente è libero o fal- rallelamente l’uno all’altro, ma il destro get-
ciforme e rivolto all insù. La valvola di Eu- tarsi in isbieco e come per traverso sul sini-
1

stachio è in proporzione più grossa nell’adul- stro. Siffatta disposizione merita di essere no-
to che nel feto, e il suo orlo tagliente risulta tata perciò eh’ essa non solo osservasi nell’uo-
nel primo talvolta reticolare. mo, ma sì anco in tutti gli animali a sangue
Vicino tramezzo delle orecchiette, tra
al caldo. — A certa
distanza della base, P inter-
la valvola Eustachio ed il ventricolo, si
di no non piccolo nu-
del ventricolo destro offre
trova la valvola della grande vena coronaria, mero di risalti o colonne carnose, di cui pa-
la quale è pure nell’ adulto talora reticolare. recchie, dirette dalla punta verso la base di

-
L’ appendice dell’ orecchietta destra, in cui questa cavità, danno nascita a filamenti len-
codesto prolungamento, al quale si volle dare dinosi, i quali vanno ad inserirsi e a dilatarsi
specialmente il nome di orecchietta è situato
,
sull’orlo libero della valvola triglochina. Al-
alla sua parte superiore e immaschera la de- tri sono specie di correnti o traverse muscolo-

stra dell’ aorta. Pascetti muscolosi formano se, attenenti colle loro estremità al ventricolo,
all’interno di quest’appendice numerosi' spor- e sono allo scoperto nel resto di loro estensio-
gimene. i quali intercettano i solchi in foggie ne. Altri finalmente e in maggior numero, so-
e grandezze diverse. Altri sporgimenti e sol- no risalti più o meno grossi, posti in direzio-
chi simili, ma meno numerosi, esistono nella ni diverse , e intercettanti fra essi solchi e
parete dell’orecchietta contigua all’appendi- cavità, svariati nella forma e nella profon-
ce. Non se ne veggono già su quella che fa dità. — Il ventricolo destro, oltre P orificio
parte del tramezzo delle orecchiette. L" orec- auricolare, ne ha un altro situalo al lato man-
chietta destra comunica col suo ventricolo per co parte la più elevata della sua base. Lo
e alla
una larghissima apertura, di figura ellittica e si chiama orifìcio arterioso , perchè dà nasci-
1
il cui contorno ha una densità particolare e ta all arteria polmonare, e questo orifìcio è
come lendinosa: è V orificio auricolare del velato dal più grande dei tre brandelli della
ventricolo destro. Dalla circonferenza di code- valvola triglochina. L’ arteria polmonare, alla
desto orificio, nasce una valvola formata dal sua origine, presenta internamente tre piccole
prolungamento e dalla doppiatura dell’ inter- valvole appellate sigmoidi a motivo della lo-
na membrana 1
dell orecchietta. L’ orlo libero ro forma sono esse tre mezzi circoli mem-
;

di questa valvola cacciasi nell’interno del ven- branosi, formati dalla doppiatura della mem-
tricolo. E' desso inegualmente frastagliato ;
brana interna del ventricolo. Il loro orlo con-
ina vi si osservano tre ritagli più profondi de- vesso è rivolto dal lato del ventricolo, da que-
gli altri, i quali formano
brandelli d’ ine- tre sto solo appunto attenendosi all’ arteria. 11 lo-
guale grandezza, terminati in punta irrego- ro orlo destro galleggia e girasi dal lato op-
golarmenle rotonda, che fecero dare a que- e posto. Laonde ciascuna di queste valvole tor-
sta valvola il nome
tricuspidata o di tri-
di ,
ma, con la parete corrispondente dell’ arteria
glochina vocabolo greco che indica la stessa un fondo di sacco chiuso dalla parte del ven-

,

cosa. -
Dopo essersi iu tal modo ripiegata tricolo. Le valvole sigmoidi si tocca-no due a
per formare la valvola triglochina, la mem- due ai luoghi in cui s’ inseriscono le estremità
1
brana interna dell’orecchietta si continua nel- del loro orlo libero, in guisa eh esse abbrac-
T interno del ventricolo destro ch’essa tappez- ciano tutta la circonferenza dell’ arteria. Sif-
za iu tutta la sqa estensione. Per formarsi — fatti trepunti di contatto e d’inserzione sono
usa chiara idea della figura ohe presenta la ca- contrassegnali da altrettante durezze. Le tre
SUL cuore <Tx

J 39
valvole Sigmoidi sono distinte, secondo la lo- lato opposto. — L’orificio auricolare «lei ven-'
ro situazione, coi nomi di anteriore , di po- Incoio sinistro è presso a poco circolare, e
steriore o sinistra , di superiore o destra.— molto più rinserrato di quello del ventricolo
E orecchietta sinistra potrebbe essere riguar-
1

destro. Del pari di quest’ ultimo, è contrasse-


dala come una dilatazione di quattro tronchi gnato da una linea densa e come lendinosa, e
venosi polmonari di cui essa è il termine E' dà nascila ad una valvola circolare, formala
alquanto simile alla destra, alla quale sta ac- dalla doppiatura della membrana interna del-
collala mediante il tramezzo di cui parlai più l’orecchietta, e il cui orlo libero si dirige ver-
sopra. E dessa egualmente composta di due so il fondo del ventricolo. Codesto orlo, den-
membrane e di fibre muscolari intermedie 4 tato in tutta sua estensione, presenta due in-
la
disposte in direzioni diverse. La membrana terstizi profondi che dividono la detta valvola
esterna appartiene al pericardio, la itilerna è in due brandelli d’ineguale grandezza, e die le
una continuazione di quelle delle vene polmo- fecero dare il nome di valvola mitrale. 5 denti
nari. La sua appendice, corrugata ed increspa- danno attacco a dei cordoni lendinosi simili a
ta come quella dell orecchietta desila, è me-
1
quelli che abbiamo fatto notare nel ventrico-
no larga e un po’ più allungata. Elevasi dalla lo destro, ma più vigorosi. li ventricolo —
sua parte superiore e vicina al tramezzo, e di- sinistro costituisce Id principal parie del cuore
rigesi dinanzi verso il solco che separa i ven- per la sua forma ed il volume. La sua forma è
tricoli. Quest'appendice, nell'interno, è spar- quella di una ovoide troncata nella estremità
sa di prominenze o colonne divise in vari mo- sulla quale impiantasi l’orecchietla sinistra. La
di, e intercettanti cavità di forme diverse. J1 sua grossezza e tripla ed anche quadrupla di
rimanente di codesta orecchietta è in generale quella del ventricolo destro, del quale è un
alquanto liscio. Osservasi nella parete che fa 1
pò più lungo, e più stretto. La sua superficie
parte del tramezzo, un po’ più al di sopra del interna, concava nell’intera circonferenza, è
luogo che corrisponde alla fossa ovale, una tappezzata dalla continuazione della membra-
prominenza mezzo circolare, simile al risalio na interna dell’ orecchietta sinistra. E* dessa
che termina la fossa ovale, ina meno grossa, coperta dovunque, tranne alla porzione del
appartenente a un cérchio più piccolo, e gira- tramezzo vicino della base, di colónne carno-
to in direzione contraria, vale a dire, che la sua se dirette in differenti modi, e formanti delle
concavità è all’ insù , mentre quella del ri- areole di varie grandezze. Quelle delle colon-
1
salto delle fossa ovale è rivolta all ingiù. Le ne che sono affatto distaccate fra le loro estre-
due convessità prominenze,
di codesti risalti o mità, in modo «la formare degli archi e delle
opposte Luna all’altra, sono distanti di sette traverse risultano meno numerose che nel
,

ad otto millimetri nell adulto. La prominen-


1
ventricolo dèstro. Il maggior numero aderi-
za mezzo circolare, di cui si lien qui parola , sce per un intero lato alle pareli del veniirico-
formava nel feto l’orlo fagliente della valvola lo. Versò il fondo di questa cavila, ed alla pa-
del foro di Bo falli. Codesto orlo s’ingrossò un rete opposta al tramezzo, si osservano alcune
poco coll età, e nel tempo stesso si innalzò
1
grosse papille o tubercoli carnosi, la cui estre-
lungo il tramezzo, in guisa da òllrepassar di mila libera dirigesi verso 1’orificio auricolare.
sette ad otto millimetri la sommità del foro di Codesla estremità dà nascita ai cordoni lendi-
Botalli, o della fossa che lo rappresela. If più nosi che melton capò all’orlo sciolto della val-
delle volle non aderisce al tramezzo nella mae-c»
vola mitrale, e si «lilatano sopra la sua super-
. . .

gior parte di queslo spazio e vi forma un ,


ficie convessa o interna. Negli animali, non
fondo di sacco che ricevette il nome di seno bavvene per lo più che due, ciascuno dei qua-
di Morgagni, e al fondo del quale trovasi il lidà nascita ai cordoni lendinosi che s’inse-
piccolo foro di comunicazione delle due orec- riscono alla metà del grande brandello della
chiette di cui ho parlato descrivendo la destra. metà dell’altro brandello.
valvola, inoltre alla
L’aderenza incomincia, d’ ordinai io soliamo Nell’ uomo, bavvene parecchi, ma aggruppale
nelle vicinanze del risalto della lessa ovale. Jn in guisa che si potrebbe del pari crederli due
nulladiméno, i! seno non esiste già,
certi casi, soltanto, composto ciascuno dì alcuni altri ,
vi ha aderenza dovunque, e il risalfo sporgen- più o meno distinti, e thè si dividono la val-
te è quasi scancellato. vola nel modo stesso. — ventricolo sinistro,
Il

L’ Orecchietta sinistra sta panierata da egfialmenle che il destro, ha due orifizi, l’au-
cinque aperture la maggiore è 1’ orificio ah- ricolare, di cui favellai, arterioso. Questo
e f
;

iricoiare, per via del quale essa comunica col ultimo è ihn mascheralo dal grande brandello
suo ventricolo le altre sono le imboccature «Iella valvola mitrale, trovasi situalo Ira I ori-
;

ideile quattro vene polmonari. Siffatte ìm hoc- fìcio auricolare e«l il tramezzo dei ventricoli,

nature stanno situale nella parte posteriore e vicinissimo al dello tramezzo dà esso nascita ;

luperiore dell’orecchietta. Le due di ciascun all’arteria aorta. E’ codesta arteria guernil»


tato sono vicinissime l'una all’altra, e sepa- alla sua origine di tre valvole, affatto simili
siìle da non piccolo intervallo da quelle del alle valvole sigmoidi dell’arteria polmonare,.
ANATOMÌA ti PtSÌOLOGlA

ma chedesignano più particolarmente sotto


si quantità di fibre muscolari. —
Codesto orga-
il nome di semi -lunari per disfinguernele; no, come tutte le altre parti del corpo, riceve
l’ima è anteriore , 1’ altra posteriore, e la
,

vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi. 1 vasi—


terza inferiore. Si osserva in mezzo al loro sanguigni, le arterie e le vene, portano il no-
orlo ondeggiante un nodo, che appellasi glo- me di coronarie , perchè i loro principali tron-
bulo di A
ronzio, dal nome di un anatomico chi formano una sorte di corona alle base del
italiano del sedicesimo secolo, che vuoisi esser- cuore, discorrendo il solco circolare che sepa-
ne !o scopritore, avvegnaché sembri che Vido ra le orecchiette dai ventricoli si chiamano
:

Vidio l’abhia conosciuto prima di lui. Trova- eziandio vasi cardiaci (Ch,). —-Le arterie co-
sene uno di simile ina meno distinto, ad ogni ronarie sono due, l’una destra , od anteriore ,
valvola sigmoide. l’altra sinistra o posteriore : nascono desse
Eguagliando il terzo della circonferenza dall’ aorta, vicinissimo, ma al di sopra dell’or*
a un dipresso il diametro, la metti dell’orlo Io libero delle valvole semi-lunari, che non
1
libero di queste valvole dev’ essere all incirca possono mai otturare i lori orificii durante la
eguale raggio dell’arteria, e in conseguenza,
al contrazione dei ventricoli, come aveva suppo-
se il mezzo dell’orlo libero di ciascuna valvo- sto Boerhaave per ispiegare in qual modo il
la vieti ricondotto verso l’asse dell’arteria, i rilassamento del cuore succede alla sua contra*
tre così dispiegati devono incerceftare il cer- zione. Formano siffatte arterie un angolo ot-
chio intero dell' arteria, Esse lo intercettano tuso colla direzione dell’aorta per inflettersi
tanto meglio, in quanto che generalmente cia- verso il cuore. La destra od anteriore porta
scuna valvola ha un po’ più di estensione della altresì il uome d’ inferiore , perchè è situala
porzione corrispondente dell’arteria, e lo spa- più inferiormente della sinistra. 11 luogo di
1
zio che potrebbe rimaner vuoto nell asse del- sua origine corrisponde verso il mezzo del-
l’arteria èchiuso dalla riunione dei globuli di la valvola semilunare anteriore, tra 1' arteria
Aranzio che si toccano in tal punto è questo : polmonare e l’orecchietta destra. Siffatta arte-
l’uso attribuito ai detti globuli. Dietro cia- — ria si porla verso la faccia convessa o superio-
scuna delle valvole semi-lunare, la parete inter- re del cuore, e alla destra per impegnarsi im-
na dell’ aorta offre un piccolo sfondamento, il mediatamente nel solco che separa Porecchiet-
quale origina un bernoccolo all’esterno. Que- ta destra dal ventricolo dello slesso nome. Essa
sti tre sfondamenti portano il nome di piccoli 10 discorre aggirandosi intorno la metà destra
seni deir aorta. 1 —
due ventricoli e il loro della base del cuore, fino a che essa abbia ri-
tramezzo sono tutti carnosi il sinistro, còme ;
scontrato il solco longitudinale che esiste sulla
abbiamo detto, lo è mollo più del destro; e in faccia piatta di quest’organo ; giunta a questo
generale, tutte le parti corrispondenti nei due punto, abbandona il solco circolare per impe-
Iati del cuore risultano assai più grosse e più gnarsi nel lougiludiuale che segue fino alla
vigorose nel sinistro che nel destro. Il silo in punta del cuore dove si anastomizza colla co-
cui il ventricolo sinistro riesce più sottile, è ronaria sinistra. Questa porta ancora il nome
la punta ;
la tramezza partecipa della gros- di superiore ; esce dall’aorta verso il mezzo e
sezza di tal ventricolo, specialmente alla base. al disopra della valvola semilunare posteriore
II ventricolo destro risulta più sottile nella tra 1’ arteria polmonare e I’ orecchietta sini-
parete concava a certa distanza dell’ orificio stra. Poco appresso la sua origine, questa ar-
auricolare ; là appunto talvolta lo si vide teria dividesi in due rami, P uno anteriore e
rompersi. —- Le fibre muscolari dei ventricoli l’altro circonflesso. L’anteriore si porta di-
hanno una disposizione affatto particolare, e rettamente nel solco longitudinale della faccia
che distingue eminentemente il cuore da ogni convessa del cuore, e va a comunicare colla
altro muscolo. Non formano desse, come in coronaria destra alla estremità di questo solco.
quello, dei fascetti più o meno paralleli, e se- 11 ramo circonflesso s’insinua nel solco circo-
parati da un tessuto cellulare più o meno ab- lare, e si dirige tosto a sinistra, discorrendo la
bondante; ma sono intralciate immediatamen- porzione del solco che sta fra P orecchietta e
te, e senza interposizione del tessuto cellulare, il ventricolo sinistro, per riguadagnare la fac-

e s’ incrociano in vari modi. Molti autori si cia piatta del cuore giunto su questa faccia a
;

affaticarono assai per dilucidare e far conosce- piccola distanza dal solco longitudinale, vi si

re le diverse direzioni che tengono le fibre perde prolungandosi verso la punta del cuo-
del cuore ma non riunirono chea dare de-
; re. Oltre i rami anteriore e circonflesso,
scrizioni quasi inintellegibili. Quanto havvi P arteria coronaria sinistra ne tornisce tal-
di più «erto e di più chiaro su tale materia, si voltaun terzo presso la sua origine, cioè il
è che intrecciamento di queste fibre forma
1’
profondo che Vieussens appellava interio-
,

un tessuto finissimo che dà alla carne del cuo- re. Questo ramo penetra nella grossezza del
re una durezza particolare, e che fa che, di tramezzo dei ventricoli, e lo discorre intui-
tulli gli organi muscolosi, il cuore
è quello ta la sua lunghezza non è desso accompa-
:

due, ad egual volume, contiene la più grande gnato da alcuna vena corrispondente. In qual-
Cel cuoi! 3 |t

che caso Io s' vide nascere immediatamente situale sulla curva di questa arteria; le secon-
* 1 all' aorta. de si terminarlo ad uno o due trónchi che si
L'arteria coronaria sinistra è, per l’or- elevano posteriormente tra l’aorta e l’arteria
dinario, più grossa della destra. Questa si di- polmonare, e vanno ad attraversare le glandolo
stribuisce particolarmente all’ orecchietta e al collocate sul ramo sinistro, vicino all’orlo po-
Ventricolo destri, e la sinistra all’orecchietta steriore ed interno del questo lato polmone di

ed al ventricolo sinistri; non arresterommi già «love si congiungono ai linfatici polmonari. —


a descrivere tutti i ramoscelli che danno nel Numerosissimi sono nervi del cùore, e ven- i

loro tragitto, ramoscelli che hanno fra essi fre- gono formati dai plessi cardiaci. Siffatti plessi
quenti anastomosi. Il cuore ha molte vene, sono tre V anteriore, il medio o grande p/es-
:

delle quali non indicherò qui che le principa* so cardiaco di Ilaller, ed il posteriore. I ner-
li, quelle che accompagnano i tronchi
arterio- vi formanti i detti plessi, pervengono gli uni

si di cui favello. Siffatte vene sono la grande dall’ottavo paio ( pneumo-gastrico ) , gli altri,
coronaria, la media o la posteriore di Yieus- in maggior numero, due grati simpatici;
dai
sens seno destro.
e quella del La grande — Quelli che dà l’ ottavo paio, nascono in parte
vena coronaria ha la sua imboccatura sotto la dai tronchi di questo paio, gli uni alquanto
valvola che noi abbiamo fatto osservare nella prima del suo ingresso nel petto, gli altri do-
orecchietta destra, tra il ventricolo e la valvo- po che i nervi ricorrenti sonosene distaccati;
la di Eustachio, vicino il tramezzo delle orec- in parte dagli stessi nervi ricorrenti, dalla con-
chiette codesta vena s’insinua immediata-
:
vessità he formano questi nervi, allorché essi
«

mente nel solco circolare che separa l’orec- s’ inflettono per risalire alla laringe. 11 nume-
chietta sinistra dal suo ventricolo alla faccia ro di filamenti che invia l’ottavo paio innanzi
piatta del cuore. Si porta dapprima a sinistra, il suo ingresso nel petto è soggetto a variare ;

poi si aggina intorno l’orlo rotondo della base ma ve ne ha costantemente uno da ciascun
del cuore, seguendo sempre questo Solco (ino lato. filamenti che forniscono
I due simpati- i

che abbia dessa raggiunto, sulla faccia con- ci, partono dal glanglio cervicale superiore 4
a
vessa del cuore, il solco longitudinale in cui dal ganglio cervicale medio ( sono questi più i

essa entra, e lunghesso il quale accompagna e ragguardevoli), e dai gangli cervicale intcrio-
ricopre il ramo anteriore dell’arteria corona- re e primo toracico.
ria sinistra fino alla punta del cuore. La — plesso cardiaco destro od anteriore si
Il

vena media per lo più è soltanto un ramo «Iel- osserva nella parte anteriore e destra dell aor-
la grande Coronaria, e che se ne separa presso ta, tra 1’ orecchietta destra e 1’ arteria polmo-
l’imboccatura di quest’ ultima altre volte ha nare. Il plesso medio con- è situato nella faccia
;

dessa un’imboccatura e una valvola distinta cava dell’ arco deli’ aorta principalmente a ,

nell’ orecchietta destra. Checché ne sia, que- destra «lei legamento arterioso, al disopra del
sta vena appartiene del tutto alla faccia piatta ramo destro «lelfi arteria polmonare. 11 sini-
del cuore essa accompagna 1’ arteria corona-
;
stro posteriore esiste Ira la nascila dei-
od il

ria destra per solco longitudinale della «let-


il
fi arteria polmonare e fi orecchietta sinistra.
ta faccia. —- La vena dei seno destro ha la sua Il plesso medio è il più ragguardevole fra i
imboccatura in quella della grande coronaria, tre, econtribuisce alla formazione degli altri
ovvero nella vena media. Essa cammina sotto due. A questo plesso appunto appartiene il
la faccia piatta del cuore, dirigendosi a «destra ganglio molle e trasparente, scoperto da ris- W
tra orecchietta e il ventricolo di questo Iato,
1’ berg, e appellalo dal celebre Scarpa ganglio
lino verso l’orlo tagliente del cuore, lungo il cardiaco. Questo stesso plesso dà nascila al
quale discen«le verso la punta «li codesto organo. grande nervo cardiaco, che, dal lato sinistro
Talvolta questa vena si avanza maggiormente dell’ arteria polmonare dov’ è incollato, di-
sulla faccia convessa del cuore, e vi si anasto- scende sulla faccia convessa del cuore, distri-
mizza col grande coronaria che <!i-
ramo «Iella buendo dei filamenti plesso posteriore. Par©
al

scorre il solco longitudinale. Altre vene più — essere esso nervo quello che Yesalio. e parec-
piccole hanno la loro imboccatura immediata chi altri anatomici dopo Ini, ammisero come
nell’ orecchici ta destra. Checché n’ abbiano il sofia nervo Finalmente, questo
de! cuore.
dello Vieussens, Thebesio ed altri autori, non plesso meilio è quello la cui compressione ,
riesce provalo, ed verisimiglianza
è fuori «li supposta durante la diastole delle aitcrie am-
ia e polmonare, era riguardala
da Boeihaave
che veruna vena s’ apra direttamente nei ven-
tricoli —
- Non si osservano valvole nell’ in- come una delie cause die facevano cessare la
la 010
terno delle vene cardiache. 1 vasi linfatici — sistole dei ventricoli, e riconduccvano
si distinguono in quelli che pervengono dalla diastole li plesso —
destro appartiene spe-

faccia convessa o superiore del cuore, e quelli cialmente ventricolo dello stesso lato e se-
al
destra.
che giungono dalla faccia piatta, primi si d gue le divisioni dell’arteria coronaria
plesso sinistro accompagna, in
modo ancora
riuniscono in un tronco che monta dinanzi al Ì1
coronaria
dell’ aorta, e perviene nelle piandole che sono più evidente, le ramificazioni della
342 ANATOMIA. E FISIOLOGIA

sinistra, e si distribuisce come questa arteria il cui movimento è in verso contrario di code-
al ventricolo sinistro. Secondo osserva Scar- sto riflusso, mentre i ventricoli #ono vuoti e
pa, codesto plesso è più considerabile del de- pronti a riceverlo, in questi ultimi esso passa
stro, nello stesso rapporto che la grossezza e quasi totalmente. .Subito dopo che le orec-
la forza del ventricolo sinistro superano quel- chiette Sonosi vuotale nei ventricoli, la loro
le del ventricolo destro. - La

tenuità e la contrazione cèssa, ed esse entrano in diastole.
mollezza dei nervi cardiaci, che permettono à I ventricoli allora si contraggono ; nè avvi del

pena di seguire questi nervi nella sostanza del pari che due vie per le quali possa evadersi il
cuore, il modo particolare della loro nascita sangue, 1’ orificio auricolare, cioè, per cui en-
nei gangli e nei plessi, basterebbero a indica- trò, e T orificio arterioso. Ma essendo il primo
re che la potenza nervosa non deve esercitarsi munito di una valvola circolare, il sangue non
nella medesima maniera nel cuore come net può rifluire verso l’orecchietta setlza spinger
muscoli soggetti alla volontà. Al che appunto innanzi di esso questa valvola, e chiudersi a sè
la maggior parte dei fisiologi non fecero ab- stesso il passaggio. I cordoni tendmosi che,
bastanza di attenzione, come in seguito il ve- dal fondo di ciascun ventricolo, vanno a fis-
dremo. Assoggettarono essi nervi cardiaci
i sarsi all’orlo ondeggiante di codesta valvola,
alle stesse prove di quelli dei muscoli volon- impediscono d’ un lato, che il sangue versalo
tari ; e non avendone ottenuto eguali re- dalie orecchiette non lo incolli contro le pa-
sultati, giunsero a negare qualunque azione reti del ventricolo, e dall’altro, ohe quello il
di questa potenza sul cuore. —
11 cuore trova- quale, dal ventricolo, tende a rifluire verso
I
si spesso caricato di molto grasso alla sua su- I orecchietta, non lo rispinga in questa ulti-
perficie, singolarmente negli individui un po’ ma cavità. Nulladimeno avvi sempre certa
,

avanzati in età. Questo grasso è particolar- quantità di sangue che ripassa dai ventricoli
mente ammassato intorno principali tronchi
i nelle orecchiette ;
vi ripassa fra le altre tutto
dei vasi sanguigni, e sul solco circolare della quello contenuto al di dentro della specie di
base del cuore esiste esso in maggior abbon- cono che forma la valvola nel ventricolo. Tut-
danza. to ii sangue che in tal modo non rifluì nella
Fenomeni dei movimenti del cuore . orecchietta è spinto per 1’ orifìcio arterioso, e
Tale è la struttura anatomica del cuore, che allorquando s’ introdusse nelle arterie aorta è
basta conoscerla per concepire in qual modo polmonare, non può esso retrocedere verso i
adempia quest’organo le proprie funzioni. ventricoli senza svolgere le valvole seniiluna-
Dissi, al comìnciamento di quest’articolo, che ri sigmoide che gli impediscono il passag-
e
il sangue ritorna al cuore, non solo per rice- gio. —
Vedesi adunque che, dietro la orga-
vervi una nuova impulsione, ma ancora per nizzazione del cuore e la successione dei suoi
ripararvi alle sue perdite, e per riformare un movimenti, il sangue deve del continuo pas-
novello tutto omogeneo atto al mantenimen- sare dai tronchi venosi nelle orecchiette, da!

to della vita. Vediamo dapprima in qual mo- queste nei ventricoli, e dai ventricoli nelle ar-
do il cuore imprima il movimento al sangue, onde ritorna al cuore per le vene.
terie d’ ! —
l atta la sua azione su questo fluido dipende movimenti del cuore, quali li descrivo, sono
dai suoi movimenti di sistole o di contrazio- accompagnati da battiti chesi fanno sentire
ne, e di quelli di diastole o di dilatazione. verso la cartilagine della sesta delle vere co-
Per la sistole appunto ogni cavità, riducendosi ste. Siffatti battiti sono prodotti dalla punta
alla più piccola capacità possibile, sì vuota del del cuore, che colpisce in questo luogo le pa-
sangue che contiene, e lo sforza a passare in reti del petto. E osservabile eh’ essi si effet-
altri spazii. La soltanto uno
diastole risulta tuano durante la sistole dei ventricoli, vale a
stalo passivo, cioè cessazione della sistole E
la dire allorché essendo codeste cavità diminuite
il rilassamento che succede alla contrazione, e, in lunghezza come in larghezza sembrerebbe
restituendo ad ogni capacità tutta la sua am- che la loro punta si dovesse scostare dalle co-
piezza, fa sì che possa riceverne nuova quan- ste. —
(Nota. Per mollo tempo e accanitamen-
tità di sangue, da cui essa si sbarazza nuova- te si disputò nell’ ultimo secolo intorno la
mente mercè di altra sistole, e così di seguito. discussione di sapere se i ventricoli si allunghi-
— Siffatti movimenti di sistole e di diastole si no o si accorcino durante la loro sistole. Pa-
operano costantemente secondo certo ordine recchi autori sostennero che essi si allungano
nelle quattro cavità del cuore. Le due orec- nel tempo stesso che si ristringono, ed è fat-
chiette si contraggono sempre simultaneamen- tibile che così avvenga in certe specie del-
te, e durante la loro sistole, i due ventricoli le classi inferiori ,
come P anguilla. Ma al
sono in diastole. Esse non possono spingere presente pare comprovato pienamente che il

il sangue che contengono se non nelle vene cuore ristringa durante la sistole in tulle le
si

cave e polmonari per una sorte di riflusso, e sue dimensioni, negli animali a sangue caldo.)
nei ventricoli. Essendo il riflusso nelle vene — Si attribuiscono alla subita replezione delle
limitalo dal sangue di cui sono esse ripiene, e orecchiette, e soprattutto a quella della siili-
del cuore 343
Mra, quale, avendo un punto di
la appoggio riesce meno ragguardevole, facendosi , in i~
.contro le vertebre, spinge in avanti
coli; al riflusso
i ventri- scambio, con assai più forza. 11 riflusso del —
-

repentino di una parte del san- sangue dei ventricoli nelle orecchiette serve a
gue dei ventricoli nelle orecchiette e final- ; spiegare un altro fatto, di cui si occuparono
mente a ciò che le arterie aorta e polmonare mollissimo i voglio dire dell’inegua-
fisiologi,
tendono a raddrizzarsi per la forte impulsio- le capacità dei ventricoli. —
Riflettendo alla
ne del sangue che ricevono, e che in tale mo- corrispondenza perfetta che esiste tra i movi-
vimento, sollevano ventricoli e fanno loro
i menti delie quattro cavità del cuore, e al mo-
descrivere un arco di circolo Senac). ( do con cui esse si comunicano insieme, sia im-
Devo ora indicare in qual modo il cuore mediatamente, sia mediatamente per ambidue
contribuisca a restituire al sangue venoso del- le circolazioni, si è condoni a pensare che
la grande circolazione, le qualità ch esso ha
?
debbano avere rigorosamente la medesima ca-
perdute nel tessuto delle diverse parti del cor- pacità. Le orecchiette devono avere la stessa
po. Adempie esso a codesta funzione mesco- capacità dei ventricoli, poiché sono esse de-
lando ed amalgamando le parti eterogenee di stinate a riempirli, ed ventricoli devono ave-
i

cui componesi il sangue. È chiaro che il san- re la slessa fra di loro, poiché 1’ uno non può
gue arterioso fa, nelle diverse parti del corpo vuotarsi che in quanto l’ altro può ricevere.
perdite relative alla natura e alla lunzione di Infrattanto, nulla è meno provalo di questa
queste parti. La natura del sangue differisce eguaglianza. Ippocrale, oppure l’autore del li-
adunque nelle diverse vene, come quella delle bro de Cor de, ebbe a dire che il ventricolo de-
parti da cui ritorna. Questi diversi sangui vanno stroera più grande del sinistro. Gli autori che
a riunirsi nella orecchietta destra, e congiunta- seguirono parteciparono a tale opinione, fino a
mente coi fluidi non meno diversificati che Lower che attribuì la stessa capacità ai due
rapporta il sistema assorbente , essi formano ventricoli. Dopo Lower, predominò a questo
un tutto le cui parli abbisognano di essere in- riguanlo disparatissime opinioni, gli uni am-
fimamente mescolate per costituire questo flui- mettendo l’eguaglianza di grandezza, gli altri
do omogeneo che dev’essere convertito in rigettandola più generalmente però venne
;

sangue arterioso nella piccola circolazione. La adottato che le cavità destre sono più ampie
direzione opposta delle imboccature delle ve- delle sinistre, ed ventricoli esserlo più delle
i

ne cave, le colonne e le prominenze che os- orecchiette almeno nell’adulto. Era molto
servami nell’ orecchietta, il passaggio del san- imbarazzante spiegare d’ oiide provenisse co-
gue dall orecchietta nel ventricolo per una
1

desta ineguaglianza, e in qual modo fosse


apertura più o meno ristretta, le colonne, le compatibile colla regolarità della circolazione.
correnti e le traverse carnose del ventricolo Elvezio credette rinvenirne la ragione nella
sono altrettante cause che contribuiscono ad diminuzione di volume ch’egli suppose pro-
operare simile miscuglio. Ma la più [tossente vare il sangue, attraversando 1 polmoni, me-
di tutte pare essere il riflusso del sangue dal diante 1’ azione rinfrescante dell’aria atmo-
ventricolo nelle orecchiette. Siffatto riflusso sferica. Si appoggiò su questa osservazione,
che si con una forza assolutamente eguale a
fa già fatta prima di lui, che il complesso delle
quella che spinge il sangue nell’ arteria pol- aperture delle quattro vene polmonari sia no-
monare, deve imprimere una viva scossa a tabilmente più piccolo dell’ apertura dell’ ar-
quello contenuto nell’orecchietta. Pari cosa teria polmonare, mentre in ogni altro luogo,
avviene nelle sinistre cavità del cuore; spesso nella grande circolazione, le vene hanno sem-
Paria non ha nulla o quasi nulla di accesso in pre maggiore capacità delle arterie corrispon-
certe parti dei polmoni, ed il sangue che gli denti. Concluse egli da questo fatto, che la stes-
ai tra versa ritorna al cuore col suo colore ne- sa quantità di sangue ha meno volume nelle
ro. Osservai frequentemente casi di simil ge- vene polmonari che non ne avesse nella ar-
nere praticando il soffiamento polmonare so- teria di questo nome, e in conseguenza le ca-
pra animali il cui petto era aperto. Non pe* vità sinistre del cuore abbisognavano di una
netrando, egualmente l’aria soffiata in tutta capacità minore per contenerla delle cavità
l’ampiezza dei polmoni, alcune «Ielle vene pol- destre. Siffatta spiegazione, appoggiata sur una
monari rimanevano nere, mentre tutte le al- teorica erronea della respirazione, fu pur an-
tre erano vermiglie. Il sangue che così si sot- co attaccata prima che conoscesse la vera.
si

trasse azione polmonare non può parteci-


all’ Michelotti, Santorini, Senac ne propose-
pare alle qualità arteriose che mescolandosi ro altre che non soddisfecero maggiormente.
neHe cavità sinistre del cuore, a quello che le Sabatier esaminò di nuovo simile contestazio-
possedè. Si scorge, «la quanto avviene negli ne opinò che gli autori che abbiamo citati
:

animali a sangue freddo, che può acquistarli avevano voluto spiegare ciò che non esisteva
in questo modo. L’orificio auricolare del ven- pel fatto, e che la ineguaglianza di grandezza
ti i«olo sinistro essendo mollo più stretto di tra le cavità destre e le cavità sinistre, non
quello del destro, da questo lato il riflusso sopravvenivano che dopo la morte, per ) cf_
44 ANATOMIA E FISIOLOGIA

ietto dell’accumulamento del sangue nelle ca- po aver tagliate le due orecchiette e le arterie
vità destre durante gli ultimi istanti della vi- aorta e polmonare a livello degli orifieii auri-
ta, ma che, in istato di sanità, siffatta inegua- colari ed arteriosi, e sbarazzato alla meglio i
glianza non succedeva. Allegò egli in favore due ventricoli, dal sangue e dai grumi che po-
di tale opinione, che presso gl’individui mor- tevano contenere, versai del mercurio dappri-
ti di emorragia, a causa di colpi di sciabola , ma nel ventricolo sinistro essendoli più forte,
che avevano aperto le vene cave o l’arteria e quello che doveva resistere maggiormente
polmonare, i due ventricoli
erano sembra- gli alla pressione del mercurio, riempiva dipoi il

ti avere la medesima capacità


che aveva os- ;
destro e allorché ambidue mi parevano pie-
;

servata sirnil cosa negli animali che si ammaz- ni egualmente, vuota va prima il destro, apren-
zano nelle beccherie mediante la sezione di tut- dolo in tutta la sua lunghezza con ìsca pelli I

ti i vasi del collo e finalmente, che avendo


;
sur una capsula di vetro vuotava il sinistro
;

fatto alcune esperienze su dei cani, vi rinveni- rovesciandolo semplicemente in un’altra ca-
rle i due ventricoli eguali in capacità, allorché psula, e pesava a parte il mercurio ritirato da
aveva fatto perire subitamente questi animali ciascuna di queste cavità. Trovai che in tutti
colla emorragia dei vasi del collo eh’ essi lo i casi, il ventricolo destro era maggiore del
;

erano similmente avendoli tolti di vita colla sinistro, e spessissimo riesciva la differenza sì
legatura dell’ aorta ; che le cavità del lato de- considerabile, che riflettendovi, mi parve dif-
stro apparivano maggiori di quelle del sini- ficile eh’ essa esistesse tale nello sfato di sani-
stro, se li privava di vita lentamente e senza tà. Sembrommi dipendere dessa in gran parte
emorragia ed al contrario, risultavano più
;
da ciò che ventricoli dopo la morte si con-
i

ampie quelle del lato sinistro, avendo ad un traggono, e ritornano sopra sé stessi per una
tempo legata l’aorta ed aperte le vene cave. causa analoga a quella che produce la rigidez-
Ma Sabatier non impiegò alcun processo par- za cadaverica nei muscoli soggetti alla volon-
ticolare per misurare le cavità del cuore; s’era tà, e a ciò che il sinistro, essendo molto più

accontentato di apprezzarle vedendole soltan- forte e più grosso del destro, si contrae e
to ; giudizio assai infedele, singolarmente al- maggiormente rinserrasi. E, come stirando i
lorché siasi di già preoccupato da idee teore- muscoli inrigiditi di un cadavere, si può con-
tiche. Dopo indagini di quest’autore, (pia-
le durli al rilassamento compiuto, io tentai dis-
si tutti i continuarono ad ammettere
fisiologi sipare questa specie di rigidezza del ventri-
che le cavità destre del cuore sono maggiori colo sinistro, col maneggiarlo colle dita, e ro-
delle sinistre ma, per verità, non ispiegan-
;
tolandolo come un cilindro fra le mani, fino
dosi gran fatto se codesta differenza esistesse a che giungesse in istato di mollezza e di flac-
durante la vita, o soltanto dopo la morte. cidità. Allora lo riempiva dinuovo con mer-
Mi parve malagevole misurare le orec- curio, <'he pesava a parte ;
quindi ho, in mol-
chiette con qualche precisione ma la destra ;
ti misurato due volte il ventricolo sini-
casi,
è manifestamente più grande della sinistra. stro, dapprima non rammollito e congiunta-
Ho misurato i due ventricoli in parecchi ani- mente al destro, e dipoi solo e rammollito.
mali diversi di età e di specie, e morti gli uni Questa seconda misura fu sempre più grande
di emorragia più o meno rapida, gli altri di della prima, e talvolta si approssimò molto a
asfissia più o meno lenta. Mi servii per tale quella del ventricolo destro, anzi in un caso
misura del mercurio, mezzo che sembrommi lo superò. Nulladimeno, nel maggior numero
preferibile ad ogni altro, perciocché il mercu- dei casi, era dessa ancora molto lontana, av-
rio, col suo peso, distende le cavità del cuore, vegnaché il ventricolo destro non fosse stato
e fa loro acquistare 1’ intero sviluppo che de- rammollito nè misurato solo. Do qui in spec- i

tono avere, liceo in qual modo procedei: do- chio resultati di tali misure,
i
r> EL CUORS
345

Capacita dei ventricoli destro e sinistro del cuore valutata col peso ,

del mercurio contenuto in queste cavità ,

I. Nei Cani.

GENERE DI PESO PESO PESO DEL MERCURIO


ETÀ'
MORTE del corpo del contenuto

intiero cuore. nes due ventricoli.

gramme gramme gramme


si ventricolo destro ... 3, fi
i.° asfissia
7 ore — sinistro, ooo rammollito. 3,4

0 ventricolo destro.
2. asfissia 1 gior. 4 «44 2 8 C
. . .

)
—sinistro, non rammollito. 1,0

della stessa portata il * eiìhicoI ° tìestl ’° • •


• lA
3 ,° asfissia gior. dei precedente —sinistro, non rammollito. 4,5
)

IJ ventricolo destro 5,4


4-° asfissia 5 gior. 624*8 / f
^
. - .

—sinistro, non rammollito. 3,5

S ilventricolo destro . . . 16,6


5 .° asfissia 25 suor. )
—sinistro, non rammollito. 9,7

si ventricolo destro 26,8


6° 733,7 * . ,

asfissia 27 gior. 4>9 — sinistro, non rammollito. 20,7

I l5o,2 il ventricolo destro . . . 5 o ,6


g.° asfissia io ,5
4jO gior.
— sinistro, non rammollito. r8,8

siventricolo destro . . 4 T i° .
8.° emorragia ,
4
mesi 1079,5 8,2 —sinistro, non rammollito. i 3 ,o
delle carotidi
^
—— -
Leo rammollito. 53,3

EsHgsgm

E nticL Al ed. 44
ANATOMIA li FISIOLOGIA

II. Nei galli

PESO PESO PESO DEL MERCURIO


GENERE
ETÀ’ del corpo del contenuto
di morie
intero cuore nei due ventricoli

gramm. gramm.
i.° asfissia 2 mesi il ventricolo destro • • 2 7>3
6G3,o 3,4 !
j

1
— sinistro, rammollitissimo.
.

2 4’ 2
I

0 la stessa ! il ventricolo dest ro 24,5


2. asfissia
porlata
Gi3,3 3,3 J 1 sinistro pochissimo ram* IO >7
!

2 anni*
il ventricolo destro . . . 36,
3.° asfissia .1
grassissiimi /
36ii,2 11,8 C — sinistronon rammollito . 8,6
— ben rammollito. . . 34i8
|
adulto
4® asfissia (il ventricolo destro 44’9

.
e 3924, q rj . .

sinistro non rammollito io,


grassissimo! k ,

[
— sinistro rammollito bene. 3o,o

5.° emorragia il ventricolo destro . . . 36.3


delle carotidi ! •
adulto — sinistro non rammollito . io,
1 &E
wsmanm

Hi. Nei Porci d 1 India.

il peso medio dei


porci d’ India a-
adulto
dulti è di circa
$
pieno
grammi
il ventricolo destro ... 3,7
asfissia. a 620
quello del loro
e
— sinistro non rammollito . 2,3
termine.
cuore di circa 2
grammi.
0 OEt. CUORB

IV. Nei Conigli»

PESO
del corpo PESO DEL MERCURIO
GENERE intiero PESO
ET.V dopo la contenuto
di morte estrazione del cuor
dei feti. nel due ventricoli.

j
g ramni, g ramni.
adulta
i.° emorragia ( % il ventricolo destro » 2G,3
delle carotidi. 1
piena
^
2858,4 7’9 — sinistronon rammollito 8,5
>a termine
— bene rammollito 36 .0

il ventricolo destro . .

2.
0
idem. idem. 27/17^ ^0 (0
— sinistro non rammollito 5,3
bene rammollito 20.1
!

idem 2258,5 5,2 j il ventricolo destro . 29,3


3 .° idem — rammollito.
ì - sinistro, *
9U
I
L iì ventricolo destro .
43,7
idem. « co
o' 6,1
sinistro rammollitissim.
4
-° idem. 30,9

5 .° morto il dì
dopo una e-
morragia del- ,
1
idem. 2812,6 vl>
00
ilventricolo destro . . . 69.5
l’arteria femo- —— sinistro rammollitissim. 53,5
rale.
,

6.° morto due


giorni e mez- il ventricolo destro . • . 63 ,


1

zo dopo una }
idem. 2873,9 7^3 sinistro, non rammollito 23,5
simile emor- 1

— ,
rammollitissimo . 49,2
ragia.

il ventricolo destro » . • 43 u
9.
0 asfissia idem. • • • a 6 • « • — sinistro, non rammollii. 5 ,o

il ventricolo destro . . «
7 2,G
8.° asfissia idem. • « • » • c >7
— sinistro, non rammollii, 16,8
bene rammollito. « 4°->7

il ventricolo destro . . •
7 G ’7

9.
0 asfissia idem. • • • * 0 « • « — rammollito
sinistro, 'non 11,8
.
— bene rammollito. . 34*7

(1) 11 ventricolo era più grosso dell’ ordinario a motivo di malattia di polmone.
ANATOMIA F. FISIOLOGIA l>
B/jB

Adottai misure per cinque cuori


simili cui avevano essi appartenuto; soltanto uno
umani, quali mi
i vennero procurali senza che era di adulto, uno di fanciullo e tre di feti

ne sapessi il sesso nè 1’ età degli individui a morii nati prima del termine.

CUORI UMANI PESO DEL MERCURIO


J
di contenuto

età differenti. nei due venticoli.

gramm.

..... ( il ventricolo destro .... . 1172


1
1,0 cuore dell’ adulto ì

-
sinistro, non rammollito colle
dita, ma flaccidissimo . . . 1068
1

il ventricolo destro .... 827


2.° cuore del fanciullo (
1
— sinistro non rammollito . . . 658
) .
rammollito ..... 822

3 .® cuore del feto morto-nato prima t


1
il ventricolo destro .... 34
del termine ì
— sinistro non rammollito. .
37
\ rammollito ..... 78

-° cuore del feto morto-nato al tef- 1 il ventricolo destro .... 23



.
4
mine di circa sette mesi . sinistro non rammollito, ma
j
f flaccido . 34
1

5 .° cuore del feto morto-nato a un ) il

——
ventricolo destro .... » 21
dipresso allo stesso termine e sinistro rammollito . 54

Scorgesi, da questi specchi, che, nelle essa sia semplice resultato dell’accumula men-
il

quattro specie di animali di cui si tien parola, come volle Sa-


to del sangue negli ultimi istanti,
il ventricolo destro ha costantemente maggio- batier imperocché quando il ventricolo sini-
;

re capacità del sinistro, qualunque sia il ge- stro venne fortemente rammollito fra le dita,
1
nere di morte dell animale. Soltanto il primo non v’ha dubbio che la sua capacità non sia per
esempio sui conigli fa eccezione, sia che, in 10 meno così grande quanto durante la vita, e
questo caso, il ventricolo sinistro fosse real- non ostante essa si trova essere più piccola di
mente più grande del destro sia, il che è più
;
quella del ventricolo destro. Pare adunque,
verisimile, che si trovasse troppo fortemente non solo che questa differenza esista durante
rammollito. I medesimi specchi indicano, nel- la vita, ma avvenga a vari gradi in animali di
P adulto, essere del pari il ventricolo destro pari specie ed età; e siccome quelli in cui era
che ha maggiore capacità; ma nel feto osser- dessa maggiore godevano di una salute così
varsi il contrario ; la qual differenza nel feto perfetta come quelli nei quali era molto più
può dipendere da! modo particolare di circo- piccola, n’è d’ uopo conchiudere, non appor-
lazione ch’esiste a tale età. In quanto all’adul- tare codpsta differenza verun ostacolo alta re-
to, sembra difficile credere che la differenza golarità della circolazione, e in conseguenza
di grandezza del ventricolo destro non sia che 11 ventricolo che ha maggiore capacità non in-

accidentale, come pretesero alcuni autori, oche via già ail altro tutto
1
il sangue che contiene.
LulL

Rimaneva sapere in qual modo possa succede- era una dilatazione contro natura del ventr i-
re che due ventricoli d ineguale grandezza si 1
colo sinistro del cuore. La capacità di questo
vuotino nello stesso grado durante la loro si- ventricolo risultava evidentemente mollo più
stole, e non ostante il maggiore non invii al grande di quella de! ventricolo destro la sua ;
più piccolo che la quantità di sangue che que- grossezza riesciva del pari aumentala, non pe-
1
st ultimo può contenere. Mi sembra ciò facil- rò tanto in proporzione della sua capacità.
mente spiegarsi col riflusso^ del sangue del 1 polmoni erano ingorgati di sangue, e iti
ventricolo nell orecchietta. È un fatto incon-
1

trastabile da me più sopra riportato, ed am-


qualche luogo come cornificali. — La dilata-
zione del ventricolo sinistro è molto più dan-
messo da tutti i fisiologi, che duraute la sisto- nosa che quella del ventricolo destro, e do-
le di ciascun ventricolo, la intera quantità di vendone giudicare a norma dei casi a me co-
sangue racchiusa nella specie di cono troncato gniti, ogni qualvolta la capacità del ventrico-
o d’infundibolo formato dalla valvola aurico- lo sinistro è maggiore di quella del destro,
lare durante la diastole, è rispinto nell orec- 1
avvi malattia, e la ragione si comprende di
chietta.Ora è chiaro che siffatta quantità de- leggieri. Allorché esista simil genere di ine-
v’essere maggiore nel ventricolo destro che guaglianza, dovendo il ventricolo sinistro ad
1
nel sinistro , poiché l orificio auricolare cTi ogni sistole far refluire una abbastanza gran-
questo ventricolo è molto più largo di quello de quantità di sangue eh 1 esso contiene, non
del sinistro. Considerando la disposizione del- 1
solo nell orecchietta, ma fin anco nelle vene
la valvola triglochina e la maniera inesatta polmonari, ne un disordinamento nella
risulta
con cui chiude il suo orifìcio, mi sembra che piccola circolazione, ingorghi nei polmoni e
il riflusso non si limiti alla quantità da me nella respirazione, un turbamento tanto più
inuicata, ma che la maggior parte del sangue grave, in quanto che la grossezza del ventri-
che trovasi in fondo del ventricolo, e verso la colo essendo ia questo caso quasi sempre au-
sue parete concava, sia similmente risospinta
1
mentata, il riflusso si fa con molla violenza. —
riell orecchietta ed essere in ispezieltà il san-
; Nota. Appunto in simili casi le malattie del
(

gue contenuto in ciò che Lieutaud chiamava cuore producono l’apoplessia. Io ne ho pre-
la cavità arteriosa, vale a dire nella porzione sentati due esempi alla Società della scuola di
della cavità del ventricolo situata dietro il Medicina.)— Al contrario, il ventricolo destro
grande brandello della valvola triglochina che può avere un alquanto grande eccesso di ca-
1
\iene spinto nell arteria polmonare. La val- pacità sul sinistro, senza che perciò ne risulti,
vola mitrale chiude molto meglio l’orificio au- verun disordine notabile, perciocché il san-
ricolare del ventricolo sinistro. Del resto si gue, rifluendo da questo ventricolo fino nelle
concepisce benissimo che le quantità di que- vene cave, solo occasiona una mediocre alte-
sto riflusso possono differire molto negl in- 1
razione in ambidue le circolazioni, anche al-
dividui della medesima specie, e le capacità lorquando codesto riflusso giunge a produr-
dei ventricoli devono variare nel medesimo re dei battiti nelle giugulari, come talvolta ve-
Rapporto. Diffalcando dalla capacità di ciascun desi accadere.
ventricolo la quantità del riflusso, i rimasi! Senac spiegava la regolarità delia circo-
gli sarebbero verisimilmenle eguali. Questi lazione coi ventricoli ineguali, dicendo che il
resti esprimono le quantità del sangue che 1
ventricolo destro, d ordinario il più grande,
vauuo direttamente da un ventricolo all’al- essendo più debole del sinistro, vuotavasi me-
tro, Osserviamo che se essi non fossero egua- no corapiuturriente, nè si vuotava che della
li, non tarderebbero già a divenirlo, e che quantità che contener poteva il sinistro ven-
perciò il più piccolo dei ventricoli si ag- tricolo ma simile spiegazione è fondata sur
;
grandirebbe, e il più grande raccoreierebbesi un errore, essendone uno il credere che il
contraendosi sopra sè medesimo, dietro la ventricolo destro ha meno forza per vuotarsi
legge costante nell’animale economia che una 1
nell arteria pedmonare che non ne abbia il
cavità modellasi sempre sul volume del cor po sinistro per vuotarsi nell aorta. E' ben certo
1

solido o liquido che deve contenere, a meno che la forza assoluta di quest ultimo è assai
1

che qualche cansa, qualche circostanza parti- maggiore di quella de! ventricolo destro, ma lo
colare non vi si opponga. In quest’ ultimo ca- è altresì che il ventricolo sinistro ha da muo-
so, la ineguaglianza di capacità mantiene uno
vere una maggiore massa di sangue ilei destro;e
stato patologico, e gli esempi non sono rari,
superare resistenze più considerabili; in ambe-
avendone io veduto uno
recente a Bice tre. di due questi ventricoli le forze sono proporzio-
Un uomo in età di
sessautaqualtro anni pro- nale agli ostacoli che devono vincere. Il che vie-
vava una grande ansietà , respirava difficil- ne provato fra le altre cose dalle differenze che
mente, i suo cuore erano abbastan-
battili del sopra v vengono nella grossezza del ventricolo
za regolari, ma si sentivano in una grande destro, secondo che la piccola circolazione, d
-
estensione. Dopo la sua morie, la principale venuta più o meno difficile, esige più o meno ili
lesione che presentarono gli organi interni. forze; noi uè vedemmo un esempiol nesecondo
35o ANATOMIA R FISIOLOGIA

caso dello specchio sui conigli, c fra poco ne chi millimetri al di sopra dello slesso risalto, a
vedremmo un altro nel cuore del feto. Quan- misura che suoi attacchi laterali pure risal-
i

to alle orecchiette, le loro capacità minori di gono.—-*L’ uso del foro del Botalli non è equi-
quelle dei ventricoli sembrano torre ogni voco, stabilisce desso una comunicazione li-
dubbio ch’esse non bastano ad empire queste bera Ira le due orecchiette, ma in modo che
ultime cavità e che le vene di cui sono il ri- la comunicazione si effèltua dalla destra nella
cettacolo vi devono concorrere ciò d’altron- ;
sinistra, ha valvola impedisce al sangue di
1
de fa credere pure la durata della diastole dei ripassare da quest ultima nella destra, sup-
ventricoli e la rapidità della circolazione. Di f- ponendo tutlavolta che il suo orlo libero si
fatti, la sistole è un movimento rapido e mo- rilevi durante la contrazione di queste cavità.
mentaneo che non dura che un istante, ed è Nel feto essendo i polmoni compatti; e quasi
brevissima in paragone della diastole. Se si nulla la piccola circolazione, le cavità sinistre
esamini il tempo che trascorre tra l’ incomin- del cuore non riceverebbero quasi sangue se
ciamenlo di una sistole e quello della seguen- quello delle cavità destre non avesse già la fa-
te, rinviensi, che durante la grandissima mag- coltà di passarvi pel foro di Botalli. 11 sangue
giorità di codesto tempo, ventricoli sono in
i di queste ultime si divide adunque a mezzo
rilassamento e in conseguenza in istato di ri- di esso foro tra le quattro cavità del cuore ;
cevere il sangue che ritorna al cuore con non ma quello che rimane nelle cavità destre, non
interrotta rapidità. Singolarmente quando la potendo discernere la piccola circolazione a
circolazione è languente negli animali il cui causa dello stato dei polmoni, abbisognava di
petto è aperto, e allorché l’ intervallo di una rientrare nella grande il che si effettua ap-
;

sistole all’ altra è di parecchi secondi, si di- punto pel canale arterioso, il qual fa comuni-
stingue benissimo questa differenza tra la du- care 1’ arteria polmonare coll’aorta all 1 ingiù
1
rata della sistole e quella della diastole. Os- della concavità della mezzaluna quest ulti-
di
servasi nel tempo stesso che la sistole delle ma. Quindi il canale arterioso mette le due
orecchiette, pronta eziandio come quella dei grosse arterie, e in conseguenza i due ventri-
ventricoli , avviene immediatamente innanzi coli in comunicazione, come il foro di Botalli
qnest’ultima, in guisa che pare non aver per facomunicare le due orecchiette. Allorché sì
uffìzio ohe di finir di riempiere ventricoli e i osserva bene in qual modo siano stabilite co-
determinarne la sistole. deste comunicazioni, si concepisce facilmente
Del cuore e della circolaziono nel feto ilmodo di circolazione propria del feto. Il
— Fino ad ora non ho considerato il cuoi^e e qual modo consiste in ciò che le quattro cavi-
la circolazione che nell’uomo adulto mi re- ;
tà del cuore si comportano come se non ve
sta adunque a far conoscere quanto offrano e ne fossero che due; due cuori come fossero
i

i” uno e l’altro di particolare nel feto.— [/as- uno, le cui forze tutte sono impiegate a man-
senza della respirazione prima della nascita e tenere la grande circolazione, la sola, o poco
la funzione supplementaria che esercitasi nella meno, che esista allora, come ciò avviene nei
placenta all' esterno dell’individuo, necessi- rettili. — Ma nell’opinione quasi generalmen-
tarono alcune modificazioni negli organi prin- te ricevuta da Sabatier in poi su questo modo
cipali della circolazione. Consistono siffatte di circolazione, le cose non passano del lutto
modificazioni nella esistenza dei canali venoso così semplicemente. Secondo siffatta opinione
ed arterioso, in quella del foro del Botalli e non è già indistintamente il sangue delle due
nella eguaglianza di grossezza dei due ventri- vene cave che passi pel foro del Botalli nell’o-
coli. 11 foro del Bolalli è la fossa ovale larga- recchietta sinistra, ma unicamente quello del-
mente aperta, o piuttosto codesta fossa altro la vena cava inferiore il quale vi è diretto per
non è che il foro del Botalli la cui valvola in- la valvola di Eustachio, il sangue della supe-

collossi intorno il risalto semicircolare che riore si porta direttamente nel ventricolo de-
la termina. La valvola di esso foro è una dop- stro, d’ onde viene spinto nell’ arteria polmo-
piatura della membrana interna delle orec- nare, nel canale arterioso; e finalmente in tut-
chiette con alcune fibre carnose intermedia- te le distribuzioni dell’aorta, inferiori alla in-
rie ;
sta situata dietro foro nell’ orecchietta
il serzione di codesto canale. Quello della vena
sinistra, e fissata alla base e dai lati. 1! suo or- cava inferiore, al contrario, è spinto in tutte
lo superiore e libero è abbastanza lassamente le ramificazioni superiori. In tal modo, il san-
leso per ricadere in forma di mezzaluna rove- gue che ritorna dalle parti inferiori passa pel
sciato in direzione opposta dell’orlo del foro. cuore per andare alle superiori, e vi riviene
Discende più o meno al di sotto di quest’orlo, per ritornare alle inferiori, e così del conti-
e forma con ess#, almeno nello stato di rilas- nuo descrivendo un’otto di cifra, il cui in-
samento, una apertura ovale. Discende tanto crociamento è nell’ orecchietta destra. Quan-
maggiormente quanto l’ individuo è più vici- tunque questa opinione sia in generale am-
no all epoca del concepimento al contrario,
1

; messa, confessare io devo che a me pare poco


dopo la nascita, risale poco a poco di parec- verisimile. Una delle principali ragioni su cui
DEL CUORE 35i
la sifonda, si è «he riguardasi la valvola «li polmone, e che il sangue che
nel feto di
Eustachio come una specie di diga destinata riviene di quest’ organo, mescolandosi al san-
a impedire ii sangue della vena cava inferiore gue venoso del feto, gli comunichi le qualità
1
di spargersi nell orecchietta e a dirigerlo nel arteriose necessarie al mantenimento di que-
foro di Botalli. Ma ad adempiere siffatta fun- sto genere di esistenza. Ma se il sangue della
zione non basterebbe già una semplice piega vena cava inferiore, che solo è carico di quel-
di mediocre elevazione, e lesa solo da un lato lo che ha ricevuto la influenza della placenta,
della vena cava e del foro del Botalli ; od al- passa tutto intero nelle cavità sinistre del cuo-
meno bisognerebbe, onde potesse compierla , re, e queste cavità non lo distribuiscano che
che invece di essere collocala all’orlo ante- alle parti superiori alla inserzione del canale
riore della vena cava inferiore e del foro del arterioso, non vi avranno adunque che siffat-
Botalli, lo fosse all’ orlo posteriore di queste te parti che riceveranno sangue arterioso, e
medesime parli che nel tempo stesso tosse le inferiori non riceveranno che il sangue ve-
;

abbastanza elevata per ricoprire la maggior noso che ritorna dalle superiori. Ora, la dif-
parte del diametro della vena cava inferiore, ferenza considerabile che esiste tra il sangue
e fosse inclinata verso questa vena in guisa arterioso e il sangue venoso, per rispetto ai
da presentare una sorta di volta, sulla quale loro effetti sulla economia animale, dovrebbe
striscierebbe il sangue della vena cava supe- produrne una distintissima nello stalo, nello
riore. Il pilastrino posteriore del foro del Bo- sviluppo ed anco nel colore delle paniinferiori
talli, che si riguarda come alto a compiere e superiori paragonate fra di loro, se avvenisse
quest’ultimo uffìzio, è ad evidenza a ciò in- di fatto una ripartizione così ineguale. Si ob-
sufficiente, nè posso io scorgere nell’ orec- bietta che se il sangue che ritorna dalla pla-
chietta destra alcuna disposizione capace di centa si mescolasse a quello delle due vene
impedire che i fluidi dei due vasi così grossi cave, una parte di questo sangue ritornerebbe
come io sono le due vene cave, e il cui corso alla placenta senzaaveradempiuto ad alcun uso.
è quasi direttamente opposto f uno all’ altro, Ma è precisamente quanto succede nei rettili, la
non si urtino e non si confondano al loro con- cui circolazione venne paragonata con tanta ra-
fluente in delta orecchietta. Dirò del pari che gione a quella dei feti dei mammiferi. Nei ret-
la valvola di Eustachio, tale e quale è colloca- tili, il sangue che perviene al polmone gode

ta tra il confluente ed il ventricolo, mi pare delle qualità arteriose, nel medesimo modo di
più atta a favorire il miscuglio anziché a pre- questo del rimanente del corpo, ma va a pren-
venirlo. Ma se è di già tanto difficile com- dercene di maggiormente energiche, onde il
prendere in qual modo il sangue delle due suo miscuglio, in piccola quantità, a certa
vene cave potrebbe incrociarsi senza confon- massa di sangue venoso, basti per convertire
dersi , anche allorquando il corso ne fosse questa qui in sangue arterioso. Si sa altresì
perfetta men te tranquillo , lo divenne ancor che in questi ultimi animali tutte le parli del
più tacendo niente alle rapide contrazioni del- sangue che pervengono al cuore vi si mescola-
le orecchiette e dei ventricoli, ai reflussi ed no intimamente insieme, e che gli anatomici
alle agitazioni più o meno considerabili che osservarono, nel cuore di certe specie, una
ne sono le conseguenze. — D’ altronde , se la organizzazione evidentemente destinata ad
valvola di Eustachio fosse propria al feto, es- operare codesto miscuglio. ( Lezioni di Ana-
sa sparirebbe dopo la nascita, come il canal tomia comp. di Cuvier, tom. IV, p. 219.) L’a-
venoso, come il foro del Botalli, come il ca- nalogia condurrebbe ad ammettere che se ne
nale arterioso, mentre esiste ad ogni età. Hal- fa un simile nei feti dei mammiferi, allora
ier la rinvenne ogni qual volta la ricercò. pure che la struttura del loro cuore e le cir-
Soltanto il suo orlo libero diviene talora re- costanze dei suoi movimenti non ne fornisse-
ticolare, ciò che il testé citato autore riguar- ro già la prova. — Un’altra particolarità nel
da come accidentale. Finalmente questa val- cuore del feto è la eguaglianza di grossezza
vola manca in certe specie. Cuvier non la po- dei due ven tri coli É un fatto notabilissimo,
.

tè rinvenire nel leone. Io la cercai nei cani e e dipendente da quella legge sì generale e sì
ilei gatti, nè vi trovai nulla, nemmeno all’ e- nota nell’ economia animale, che un muscolo
poca della nascita, che sembrasse rassomigliar- ha tanto maggior forza e volarne quanto più
vi. Nel porco d’ India ve ne ha un vestigio. è esercitato, e s’ affievolisce e decresce a mi-
Non ostante è presumibile che la circolazione sura che lo è meno. Nel feto, d un lato, es-
si eseguisca nei feti di questi animali come in sendo polmoni densi e compatti come le al-
i

quello dell’ uomo. tre parti molli, il sangue vi dev’essere spinto


Altra difficoltà presenta ancora 1 opinio- colla stessa forza perchè la circolazione vi sì

ne eli 1 io esamino, cioè che tulle le parli del effettui, e dall’altro, essendo due ventricoli
i

feto inferiori alla inserzione del canale arte- in comunicazione per via del canal arterioso,
rioso non riceverebbero mai che sangue ve- devono essi sperimentare eguale resistenza,
noso. Dibàtti, pare che la placenta tenga Iuo- ed esercitare simili sforzi per superarla} il che
352 ANATOMIA E FISIOLOGIA
suppone avere dessi la medesima grossezza, dunque ad un tempo tutti codesti sistemi :

e rhanno didatti in tutti gli animali. Ma dopo ora, esiste appunto moltissimi fatti di simil
la nascita, ed allorché i ventricoli più non co- genere. I feti acefali, i quali vivono e si svi-
municano, non avendo il destro più a spinge- luppano nel seno della loro madre, malgrado
re sangue che nei polmoni, che sono allora
il la totale mancanza del cervello, sono uno dei
appieno aereati, e nei quali prova desso assai più conosciuti e più comuni nelle diverse spe-
meno di resistenza di quello che prima della cie di animali, quindi tutti questi sistemi fu-
nascita, più non abbisogna di fare tanti sfor- rono .agevolmente eclissati da quello di Hal-
zi, e perde in conseguenza della sua grossez- ler. Codesto illustre fisiologo, considerando
za, come farebbe ogni altro muscolo in simile che i moti del cuore continuano, non solo ne-
caso, o piuttosto per esprimermi con maggio- gli animali privi di cervello, ma anche allor-
re aggiustatezza, le sue pareti cessano di cre- quando quest’ organo fu strappato dal petto,
scere e di nutrirsi nel medesimo rapporto di e non pare più ricevere veruna influenza dal-
quelle del ventricolo sinistro. Nel coniglio, ed la potenza nervosa, fu condotto ad una opi-
anche nel gatto, nel cane e nel porco d’india, nione diametralmente opposta. Ammise egli
la differenza di grossezza è di srià distintissi- non esser il cuore soggetto alla potenza ner-
ma cinque giorni dopo la nascita. Vuoisene vosa, e nascondere in sè stesso e nella natura
laprova che il ventricolo destro prende real- delle proprie fibre il principio dei suoi movi-
mente minore crescimento perchè è desso menti. Non era la sua dottrina rispetto a ciò
meno esercitato? l’affezione detta impropria- che una delle applicazioni della teorica sì co-
mente malattia turchina ne fornisce una. nosciuta delle irritabilità, la quale compren-
Consiste quest’ affezione essenzialmente in deva tutti i movimenti o volontario involon-
una comunicazione contro natura, e che sus- tari. Ecco sommariamente in che dessa con-
siste dopo la nascita, tra le cavità destre e le sisteva. Le fibre muscolari del cuore posse-
sinistre del cuore. Siffatta comunicazione può dono essenzialmente la facoltà di contrarsi
effettuarsi in modi diversi, ma
ordinario si
d’ quando vengono irritate, vale a dire, quando
fa per un foro più o meno grande, praticalo sono messe in contatto con uno stimolo, e
nel tramezzo dei ventricoli, presso 1’ origine cadono in rilassamento tostochè lo stimolo
delle arterie aorta e polmonare. E' chiaro che cessi di agire sopra di esse.
Il loro stimolo na-

i due ventricoli devono essere, per mezzo di turale è sangue. Mentre adunque le due o-
il

questo foro, in equilibrio di forza e di^ resi- recehiette trovatisi piene di sangue, la irrita-
stenza quindi fa conoscere l’osservazione che
;
zione che ne provano le fa contrarre, ed esse
a qualunque età che gl’ individui attaccati da cacciano lo stimolo nei ventricoli, i quali, a
simile malattia soccombano, e vivano talvolta lor tempo irritati, lo cacciano nelle arterie.
fino all’età di pubertà, il ventricolo destro si Intanto che i ventricoli si contraggono, le o-
rimane grosso egualmente del sinistro. recchiette, sbarazzate dallo stimolo, trovando-
Cause dei movimenti del cuore. I mo- si nella diastole, possono ricevere nuovo san-
vimenti del cuore sono uno dei fenomeni i gue che vi versano i tronchi venosi , ma ap-
più ammirabili dell’ animale economia. Qual pena sono riempiute e pronte a contrarsi di
è la molla che anima quest' organo ? Qual è il nuovo per 1’ azione di esso sangue, che i ven-
principio particolare che presede a codesta tricoli, avendo terminata la espulsione di quel-
regolarità sorprendente, colla quale suoi i lo che gli irritava, si rilassano e divengono in
moli si succedono senza interruzione , dal istato di ricevere sangue che si fatino a spin-
il

momento del concepimento fino a quello del- gervi le orecchiette. —


Passando così lo sti-
la morte ? Trova forse siffatto principio in sè molo senza posa di una cavità in 1’ altra, e di-
stesso, ovvero lo ritrae altrove? Ecco una venendo quella che se ne liberò per ciò stesso
delle pui singolari discussioni della fisiologia, in istato di riceverne, e ricevendone di fatto
nè deve stupire che abbiansi immaginati co- una nuova quantità, si concepisce che le con-
tanti sistemi per risolverla. Prima di Haller, trazioni delle orecchiette e quelle dei ventri-
tutti questi sistemi si uniformavano comune- coli devono succedersi regolarmente e senza
mente nel porre il principio dei movimenti interruzione; si comprende del pari che tutti
del cuore nella potenza nervosa, e il fomite i movimenti sono indipendenti dal cervello,
unico di siffatta potenza nel cervello. Differi- e,in generale dalla potenza nervosa, e che in
vano in fra essi soltanto per la natura parti- conseguenza essi lo sono dalla volontà.
colare che attribuivano a questa potenza, e Siffatta teorica, cotanto seducente per la
pel modo cuore che ne deduce-
di azione sul sua semplicità, va immune dalle principali dif-
vano. Fornendo ogni fenomeno la prova che ficoltàche incontransi nelle opinioni che 1’ a-
i moti del cuore e la circolazione possono vevano preceduta; però ne faceva nascere al-
continuare senza la partecipazione del cervel- tre non meno maggiori. Imperocché, d’un
lo, ed allorché codesto organo fosse stato tol- lato, come avveniva che il cuore non fosse
to, o non avesse mai esistito rovescierebbe soggetto alla potenza nervosa, e non ostante
,
DEL CUORE 363
ricevesse mollissimi nervi? Qual era adunque tenza. Come può darsi che verità
palpabile sì
l’uso di cosiffatti nervi? Per appianare tale sia stata ignorata in questi ultimi tempi? Si
difficoltà, bisognerebbe forse ammettere, con sa che Bichat pretese che le passioni siano e-
Soemmering e Bebrends, che nervi del cuo-
i stranee alla vita animale, e in conseguenza al-
re non si recano alle fibre di questo organo, la potenza nervosa, ed avere esse esclusiva-

e distribuiscono esclusivamente alle toniche


si mente lor sede nei visceri della vita organica,
delle arterie. coronarie ? Ma per quanta atten- nel cuore, nello stomaco. Se codesta opinione
zione meritatisi le opinioni di quei dotti, era fosse fondata, toglierebbe dessa la difficoltà di
malagevole di vedere in questa altra cosa che cui favellasi. Ma la sola prova che
ne dà è egli
una sottigliezza. D’altronde Scarpa, nelle pro- precisamente quella da me testé citata in fa-
fonde sue ricerche intraprese dopo il para- vore della contraria opinione,; è la grande in-
dosso di Soemmering, non aveva potuto sco- fluenza delle passioni sopra codesti visceri.
prire che la distribuzione dei nervi si facesse Ora siffatta influenza daporrà sempre
,

differentemente nei cuore che negli altri mu- per lo intervento della potenza nervosa sì a
scoli. — In secondo luogo, Haller non poteva lungo che non potrassi mostrare in qual modo
già spiegare la influenza che le passioni eser- un occhiata, in qunl modo una sola parola,
cì tano sui movimenti del cuore ; e non per- una semplice reminiscenza, possano gettare il
tanto non v’ ha nulla di più certo nè di me- disordine nei movimenti del cuore, senza hi
glio avverato di codesta influenza. Chi non sa partecipazione di codesta potenza. Le passioni
che la fai affezione dell’ anima fa palpitare il suppongono essenzialmente un essere vivente
1

cuore che la tal altra compartisce ai suoi mo-


;
e senziente, che n è il soggetto; ed visceri i

vimenti una energia capace di produrre delle de! petto e del basso ventre non costituiscono
emorragie, e talor anco l’apoplessia che la la vita, essi non sono necessari che al suo man-
;

lale altra finalmente li rallenta e gli affievoli- tenimento. Si può concepire, e può esistere un
sce al punto di produrre la sincope Codesta
!
essere vivente e molestato da diverse passioni,
si manifesta influenza appunto, nel linguaggio quantunque privo di lai visceri mentre que- ;

volgare, fa riferire al cuore tutte le morali af- sti medesimi visceri più non sono che porzio-

fezioni, come rapportasi al cervello tutte le ni di cadavere, dappoiché vengano separali

operazione della intelligenza, e eh’ è la sor- dalla vera sede della vita.
gente di tutte le espressioni metaforiche nelle L’opinione di Bichat sulla sede delle pas-
sioni ha stessa origine di quella di Soemme-
quali il cuore è sinonimo di affezione. Quan- la

ring sui nervi del cuore. Àmbidue si riferisco-


do si dice di un uomo che il suo cuore è com-
mosso, non si bada d’ordinario ai suoi movi- noia certi fatti, a certe esperienze le quali sem-
menti; si vuol dir semplicemente che un tal brano indicare che la potenza nervosa non ha
uomo è vivamente affetto. Ma appunto per- alcuna azione sul cuore; imperocché in tal mo-
ciocché una costante osservazione fece appren- do appunto accadde che, volendo spiegare dei
dere che movimenti del cuore partecipano a
i
fatti che riescono imbarazzanti, spesso se ne

codesta affezione, si fini nell’ordinario parla- suppongono altri che sono inammissibili. Que-
re, col prendere suoi movimenti per dinotare
i
ste medesime esperienze avevano condotto Hal-
moti del cuore soltanto alla
la stessa affezione. Ora, in qual modo conce- ler ad attribuire i

pire che sì intima corrispondenza tra le pas- irritabilità, lo le ho già in parte indicate, ed ora,

sioni ed movimenti del cuore che sì viva


i ,
esaminiamle brevemente. Si possono ridurre a
tre capi i.° La irritazione dei nervi cardiaci,
reazione delle une sulle alt tèe possano farsi :

senza l’intervento dei nervi ? La vista di un esercitata, sia meccanicamente, sia mediante la

oggetto produce in ine una viva impressione, elettricità, non pare aver alcun effetto sul cuo-

e il mio cuore si turba. Per qual mezzo la vi- re, tutto al contrario di quanto avviene nei

sta di tale obbietto potrebbe essa produrre si- muscoli, che sono manifestamente soggetti al-
mile effetto nel mio cuore se non avviene ciò la potenza nervosa ; in questi, la irritazione

per via dei nervi? Avverrebbe forse tal cosa del nervo può sempre cagionare la contra-
pei vasi sanguigni, per l’arteria ottalmica ? In zione del muscolo al quale perviene, anche
questo caso, le immagini aggradevoli o disgu- qualche tempo dopo la morte. 2 .° Se s’ inter-
cetti in modo qualunque ogni
comunicazione
stose dipinte Sulla retina di un individuo tal-
nervosa tra il cervello ed il cuore, non
perciò
lo cieco da una gotta serena, dovrebbero com-
partire ài suo cuore medesimi movimenti che
i sì arresta movimenti di quest’ ultimo orga-
i

strappando-
se godesse della vista. Tìi evidente che tutte le no. 3.° Non si arrestano non pure
passioni, tutte le affezioni hanno lor sede nel- lo dal petto. —
primo fatto non indica già
Il

potenza nervosa non abbia vermi


azio-
la potenza nervosa, di cui non esprimono che che la
soltanto che, se n ha, ciò o
modificazioni, che diverse maniere di essere, e ne sul cuore, ma
mo- in modo affitto diverso da
quanto avviene nei
che quindi ogni organo le cui funzioni si
qual cosa si
dificano secondo Io stalo delle passioni è neces- muscoli soggetti alla volontà ; la
ammettere francamente, poiché,
come pm
sariamente soggetto all’ azione di codesta po- può
Encicl. Med 4°
.
^34 ANATOMIA L FISIOLOGÌA

sopra osservai, i nervi cardiaci hanno un’ori- sbadigli. L animale


1
agitasi per oltre un mi-
gine ed una tessitura che li distinguono del nuto, verso i sedici si estingue la sensibilità.
e

tutto da quelli dei muscoli volontari. Il secon- A venti minuti, continuano ancora gli sbadi-
do fatto altro non significa se non che i movi- gliamenti, ed essendo le carotidi nere e roton-
menti del cuore nqn dipendono affatto dal de, ma meno grosse che noi primi momenti
cervello. Quanto al terzo, pare essere assai più deffesperieuza, principiassi il soffiamento pol-
decisivo in favore della irritabilità ; od alme- monare. Jn meno di cinque secondi le caroti-
no, se i movimenti di diastole e di sistole, che di s’ ingrossano e divengono alquanto vermi-
continuano in un cuore intieramente distacca- glie [loco slaute s’ accelerarono e riuforza-
;
1
to dai corpo, dipendessero ancora dai nervi, ronsi gli sbadigli. Verso i vent un minuti vi
ciò non potrebbe essere che di quelli che at- rinasce la sensibilità; le carotidi si fanno pre-
tengonsi ad esso cuore e finno parte della sua stamente ucre interrompendo il soffiamento,
sostanza ; ed allora, bisognerebbe ammettere e vermiglie col riprenderlo ; a venticinque
che la potenza nervosa è sparsa in tutta la e- minuti amputazione di un piede, emorragia
stensione del sistema nervoso e non concen- vermiglia durante soffiamento, e nera tra-
i‘1

trata in un fomite particolare, come si cre- lasciato questo. A trenta minuti gli stessi fe-
dette generalmente. Ma, prima di decidere al- nomeni continuano, legate le due carotidi,
cuua cosa a tal risguardo, è d’uopo esaminare se ciascuna con le giugulari esterna ed interna
i movimenti del cuore, isolato in tal guisa, so- dal suo lato.
1
no dell ordine stesso di quelli che succedono Seconda esperienza sullo stesso coni-
durante la vita o dopo la semplice decapita- glio. A trenta due minuti, decapitazione sul-
zione. 11 mezzo migliore di assicurarsene con- la prima vertebracervicale.il soffiamento pol-
siste nel rintracciare se gli uni e gli altri sia- monare ripreso a trentatrè minuti. La testa,
no egualmente capaci di mantener la circola- separata dal corpo, continua a sbadigliare per
z.one. Non vi ha dubbio che in animali sem- parecchi minuti. La sensibilità nel tronco si con-
plicemente privati del cervello la circolazione serva. A quaranta minuti, amputazione del-
non continui o non possa continuare. Essa l’ piede, emorragia vermiglia o nera,
altro
continua negli acefali, poiché vivono e si svi- secondo che il soffiamento è continuo o so-
luppano; ed io feci vedere che si poteva in- speso.
trattenerla negli animali che si decapitarono Terza esperienza sullo stesso coniglio.
con le cautele necessarie per prevenire la e- A cinquanta minuti, eguale stato della sensi-
morragia. Siffatti animali soccombendo sol- bilità e della emorragia, i battili del cuore so-

tanto di asfissia, basta per protrarre la loro no sempre distinti attraverso le pareli del
esistenza di supplire col soffiamento polmona- petto: tutta la midolla spinale distrutta fino al-
1
re alla respirazione naturale eh essi più non lacoda, introducendo uno stiletto ,fli ferro nel-
possono esercitare. —
Non sarebbe già possi- b intera lunghezza del canal vertebrale. Affi-
bile dicomprovare, in modo diretto se i ,
atante, tutto corpo è iloseio e totalmente pri-
il

movimenti che sussistono in un cuore distac- vo di sentimento e di moto, più non sono di-
cato dal petto siano capaci d’ intrattenere la stinguibili i movimenti dei cuore, nè lo ridi-
circolazione ; ma si può pervenirvi indiretta- vengono più in seguito. Soffiamento ripreso
mente per via di due mezzi, 1’ uno dei quali a cinquant’ un minuto effetto nullo. Una co-
;

consiste a tagliare tulli i nervi che si portano scia, tagliala a cinquantaeinque minuti, non
al cuore, e l’altro a distruggere ogni fomite getta sangue de! tutto ; 1’ altra, tagliata ai ses-
della potenza nervosa ; cioè, il cervello e la santa, dà due o tre gocce di sangue nero, che
midolla spinale. II primo di tali mezzi riesci- sembrano provenire dalla vena femorale. A-
rebbe «li malagevole esecuzione, e del pari non sciugata più non insanguina. A set-
la ferita
si sarebbe sicuri di aver tagliato tutti nervi. i tanta minuti non più soffiamento. I resultati
Ili secondo è molto più facile e più sicuro. — «li questi tre esperimenti sono ad evidenza
Vedi amo adunque ciò che addiviene della cir- che la circolazione continua dopo la sezione
colazione allorché si ferisce q si distrugge il della midolla spinale all’occipite e dopo la
cervello e la midolla spinale negli animali di decapitazione, ma eh’ essa viene arrestata su-
varie età. bitamente colla distruzione di tutta la midol-
la spinale.

ESPJKRIKNZE SUI CONIGLI NEL CIUM© GIORNO Quarta esperienza sopra un altro co-
DI LORO NASCITA. niglio. Immediata distruzione di tutta la spi-
nai midolla, introducendo uno stiletto tra
1’ osso occipitale
e la prima vertebra in tutta
Prima —
esperienza. - Midolla spinale ta- la lunghezza del canai vertebrale. L’intero
1
gliatacon un ago tra l osso occipitale e la tronco si fa tosto flaccido e morto. Sbadiglia-
prima vertebra. Subito dopo si annientano i menti, soli segni di vita nella testa. Più non
moti inspiratori! e vengono sostituiti dagli d-isliuguonsi i balliti del cuore. A quattro mi-
DEL CUORE
miti, essendo le curo ti dì quasi vuole, e conte- tato non è sèmpre eguale, spesso accadendo
nendo soltanto pochissimo sangue nero s’inco- che la distruzione della midolla dorsale bar-
mincia il soffiamento polmonare. Verso cinque resti subitamente.
minuti, ritorna un piccolo filetto di sangue ver- Settima esperienza sopra un altro co-
miglio nelle carotidi, il quale è insufficiente per niglio —
Distruzione immediata di tutta

riempirle, non cangia di colore interrompendo la midolla lombare: la parte di dietro mor-

i! «affiamento, e scompare alla fine del seltmo ti il rimanente del Corpo è vivente. La respi-
;

minuto. I battiti del cuore non ritornano di- razione, sulle prime un po’ turbata, si rista-
stinguibili, e ai dodici minuti cessano gli sba- bilisce abbastanza bene, e si effettua senza sba-
digli. Le due coscio tagliate, f una a sei, !’ al- digli. A olio minuli, amputalo un piede getta
tra a nove minuti, non danno sangue. Si con- un sangue vermiglio; ai quindici, la respira-
tinua il soffiamento con molta cura, ma senza zione continua alquanto facilmente, si di-
riuscita, fino ai diciotto. In questa esperien- stinguono i balliti del cuore, l'animale porta
za, la circolazione fu arrestala pel solo fatto bene la testa, e sostiensi sulle Zampe anterio-
della distruziune di tutta la midolla spinale ,
ri; La circolazione non che arrestata, non Io è

senza decapitazione nè vermi


1
altra lesiohe mai a questa età colla distruzione della mi-
prelirnin are. dolla lombare. —
Le medesime esperienze, ri-

Quinta esperienza sopra un altro co- petute sopra conigli in età di dieci giorni,
niglio Distruzione immediata della spinai danno resultali analoghi. Laonde, la circola-
midolla cervicale solamente. Sbadigliamenti, zione continua dopo decapitazione e dopo la
1
il colio e floscio e molle le zampe anteriori
;
la incisione all occipite della midolla spinale ,

non sono più sensibili lutto il rimanente del


;
viene tosto arrestata colla distruzione della in-
corpo Io è. I battiti del cuore si distinguono tera midolla, e con quella della soia porzione
à mala pena. Soffiamento principiato a tre cervicale; lo è più sovente che nel primo gior-
minuti, i battiti del cuore si accelerano e di- no della nascita, dopo la distruzione della mi-
vengono maggiormente distinti. Le carotidi, dolla dorsale. Finalmente, essa continua an-
che non contenevano che un piccolo filetto di cora nel maggior numero dei casi dopo Sa di-
sangue nero, si empiono di più, ed assumono struzione della midolla lombare. Ne tralascio
un colore vermiglio. Ma poco stante, batti- „i le minute nozioni per amor di brevità; se non
ti del cuore cessano di essere distinti, e le ca- che mi farò a dare quelle relative alle esperien-
rotidi si vuotano sempre più. A sèi minuti ze eseguile sui conigli in età di venti giorni,
èiori contengono desse che una tenuissima stil- perciocché a quest’epoca i resultati sono a
la di sangue vermiglio, il quale conserva que- un dispresso simili a quelli di ogni altra più
sto colore durante l’interruzione ilei soffia- inoltrata età.
mento. Una coscia tagliata a sei minuti dà
poco sangue e nero. Codesta emorragia con- ESPERIENZE SVÌ CONIGLI IN ETÀ* DI VENTI
tinua per alcuni minuti, e rimane nera. La GIORNI.
Sensibilità cessa a undici minuti, e gli sbadigli
a dodici. L' altra coscia quattro
tagliata a Prima esperienza. — Incisione all’occi-
minuti non getta sangue affatto. Soffiamento pite della midolla ; la sensibilità scompare a
tralasciato a sedici minuti. In questa esperien- tre minuti ,
e gli sbadigli a tre minuti e
za, la distruzione della sola midolla cervicale tre quarti. Soffiamento polmonare incomin-
arrestò la circolazione, ma il cuore conservò ciato a quattro minuti è mezzo, essendo le
dapprima abbastanza forze per ispingere il carotidi nere e ancora rotonde, ed battiti del i

sangue nelle principali arterie quantunque ,


cuore distinguibili. In meno di cinque secon-
non ne avesse tante da farlo passare dalle ar- di, le carotidi si riempiono ancor più e diven-

terie nelle vene. gono rossissime. Gli sbadigli ricompariscono


Sesta esperienza sopra un altro coni- a quattro minuti tre quarti, e la sensibilità
glio. —
distruzione immediata di tutta la mi- verso i cinque minuti agli olio, amputazio- ;

dolla dorsale la testa, il collo e la parte di


:
ne di un piede, con emorragia vermiglia du-
dietro restano viventi il
;
mezzo de! corpo è rante il soffiamento; ai dieci, gli sbadigli, la
collodi morte. 1 movimenti d’inspirazione sensibilità e la emorragia continuano; allac-
sussistono, ma affievoliti, e si effettuano sol- cia lui a delle carotidi e lìdie vene giugulari.

tanto per via del diaframma. cuo- I battili del Seconda esperienza sullo stesso coni-
re risultano de! pari deboli. A cinque minuti glio. — Agli undici minuti, decapitazione sul-

amputazione di un piede, senza emorragia; a la prima vertebra cervicale; il moncone de


sei, amputazione di una gamba, ed emorragia collo getta copiosamente sangue nero. Soffia-
1
vermiglia ai quindici l animai tuttora vive- mento dodici minuti. La sensibilit-
ripreso a
;

si rianima assai bene; a sedici


minuti, amplia
va e continuava a respirare, e le emorragie e-
rann vermiglie- In siffatta esperienza, la circo- tata una gamba ne nasce ima emorragia ver-
<3

lazione riescivi solo affievolita ;


ma tale resul- miglia
356 ANATOMIA E FISIOLOGIA

Terza esperienza sullo stesso coniglio. e mezzo una gamba getta un po’ di sangue
A diciolto minuti, essendo la sensibilità ben vermiglio; la coscia dell’altro lato, tagliata a
manifesta ed i battiti del cuore distintissimi, tre minuti non insanguina affitto, nè la co-
praticasi la distruzione di tutta la spinai midol- scia stessa amputata ai sedie. Soffiamento pol-
la; un istante dopo, più non sono distinguibili monare tralasciato a dieci minuti. —
Parago-
i battiti del cuore,
nè lo divennero dipoi. Sof- nando in queste sei esperienze, segni tratti
i

fiamento ripreso a diciannove minuti, e con- dal colore e dalla mancanza di emorragia, dal-
tinualo lino ai ventisei; effetto nullo. Tagliata la pienezza, dal colore, o dalla vuotezza delle
ai venti minuti una coscia non getta sangue, carotidi, dalla facilità o dalla impossibilità di
come neppure l’altra tagliata ai ventiquattro. sentire i battili del cuore attraverso le pareti
Quarta esperienza sopra un altro co- del petto, e via dicendo, è chiaro che la circo-
niglio. —Distruzione immediata della mi- lazione continuò dopo la incisione della spi-
dolla cervicale, la sensibilità si estingue a un nai midolla alF occipite, e dopo la decapita-
minuto e un quarto; a uno e mezzo, i battiti zione, e che venne dessa arrestata subito do-
del cuore non distinguonsi; una coscia taglia- po la distruzione dell’ intera midolla, e con
ta non getta sangue e gli sbadigli cessano. A quella di ciascuna delle porzioni cervicale e
due minuti e mezzo, soffiamento polmonare, dorsale. Lo fu dessa altresì, ma solo in capo
essendo le carotidi schiacciate e quasi vuote di circa due minuti, colla distruzione della
vi ritorna lentamente una tenue strisciolina
;

midolla lombare. —
Abbiamo veduto che, nei
di sangue vermiglio, la quale fra poco spari- primi giorni della nascita, la distruzione della
sce, e esse arterie divengono affatto bianche a midolla lombare non era sufficiente per arre-
cinque minuti. I battiti del cuore più non ri- stare la circolazione. Ma, alfetà di venti giorni
divennero distinguibili; tagliata la coscia dap- e più oltre, essa la arresta quasi costantemen-
prima non insangutinò, come nè pure l’altra te; e quella di ciascuna delle porzioni cervi-
tagliata agli otto minuti. Soffiamento abban- cale e dorsale 1’ arresta in tutti i casi senza ec-
donato a quindici minuti. cezione, a questa età, la distruzione di una so-
Quinta esperienza. —
Distruzione im- la delle tre porzioni della spinai midolla basta
mediata della midolla dorsale; poc© dopo, i adunque per arrestare la circolazione, mentre
battiti del cuore non più si sentono ; la sensi- la decapitazione non l’arresta in verun’ età.

bilità cessa a un minuto e mezzo, e gli sbadi- — Esaminando i fenomeni che accompagnano
gli un po’prima dei due. Le carotidi divengo- la distruzione di un certo tratto di midolla

no piatte e vuote a due minuti; amputazione spinale, osservasi, che anche allorquando la cir-
,]i una coscia a quattro e senza emorragia. colazione ne rimane subitamente arrestata, la
Sesta esperienza sur un altro coniglio. vita non cessa mai ad un tratto che nelle parli
— Distruzione immediata della midolla lom- che traggono i propri nervi dalla porzioneMi
bare i battiti del cuore sono irregolari, ma
;
midolla distrutta, e che dessa sempre coutinua
ancora abbastanza distinti. L’animale si so- certo tempo nel rimanente del corpo. 11 qual
stiene sulle zampe anteriori, e porta bene la tempo riesce tanto più lungo quanto l’ani-
testa, A un minuto e mezzo esso vacilla e a male più è vicino all’epoca di sua nascita e ;

stento può sostenerladue, cade sul fianco,


;
ai viene rigorosamente determinato per ogni
ed arrestasi ad un tratto la circolazione; alcu- età. Ora, poiché tutti i segni annunziano che
1
ni istanti appresso, sopravvengono gli sbadigli la circolazione ha cessato dall istante in cui la
accompagnati da movimenti inspiratori del to- midolla fu distrutta, d' uopo è almeno che
race ; i battili del cuore cessano di essere di- questo resto di vita sussìsta senza il soccorso
stinguibili. La sensibilità finisce a tre minuti della eircolazione. Di ciò appunto era difficile
e mezzo, e gli sbadigli verso i quattro. Soffia- assicurarsi in modo diretto, recidendo il cuo-
mento polmonare a tre immiti e due terzi; ef- re nei conigli di varie età. Ecco i resultati di
fetto nullo. Le carotidi risultano schiacciate e tali recisioni.
vuote a cinque minuti. Tagliata a un mimi lo
Ì)EL CO ORE

ETÀ' DURATA DURATA !


1

I dei conigli il cui cuore della sensibilità degli sbadigliamenti

fu reciso. dopo |a recisione. dopo la recisione.

gioroi minuti minuti

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Se cìistru «rgasi, in pari età, delle porzio- piere la propria funzione, di riunire tutte le
ni di midolla spinale sufficiente per arrestare forze che possono fornirgli le tre porzioni del-
lacircolazione, si osservi costantemente che i la spinai midolla, se si pervenga a distrugge-
segni di vita che sussistono nelle parti corri- re una di queste porzioni, la vita non potreb-
spondenti al cervello ed alle porzioni di mi- be continuare nelle pj/rli che corrispondono
dolla non distrutte non durano mai al di là alle due altre che fin lènto si avrebbe qualche
di ciò che farebbero dopo la recisione dei mezzo di rendere le forze fornite al cuore da
cuore; e, d’ordinario, durano un po’ meno queste due porzioni e bastanti per mantenere
,
verisimilmen le perchè la midolla non distrut- la circolazione. Esiste di fatto un mezzo per
ta sitrova piu o meno in uno stato patologi- ottener simile risultameli lo e consiste desso
co. - —
La distruzione di una porzione qualun-
-
nello ristringere, con allacciature, la estensio-
;

que della midolla produce dunque immediata- ne delle parli alle quali il cuore deve distri-
mente la morte soltanto nelle parti ehe rice- buire il sangue. Si può, con tal mezzo, impe-
vono loro nervi; consecutivamente poi ed
i
dire che la distruzione della midolla lombare
arrestando la circolazione la occasiona nel ri- non divenga mortale a qualunque siasi età :
manente del corpo. La continuerebbe in-
vita basta, per ciò, prima di operare simile distru-
definitamente in queste ultime parti, se la cir- zione, di allacciare l’aorta ventrale immedia-
colazione potesse essere inlratl enula. Prima tamente al di sotto del diaframma; in tal caso,
di dieci giorni di età, la distruzione nei coni- il cuore è privalo delle forze che gli tornisco-

gli della midolla lombare, colpendo di morte


no la midolla lombare ma nel tempo stesso
;

la parie di dietro, non impedisce la continua-


la quantità di forze che deve distribuire è mi-
zione della vita in quella interna, perciocché nore di tulle quelle ch’esigeva il mantenimen-
in tale età rimane ancora abbastanza di forze to della circolazione nella parte di dietro ; in
nel cuore dopo tale distruzione per in tra te- t guisa che, lutto compensato, si trova esso a-
nere la cii colazione; ma allorché, in più avan- verne abbastanza per intrattenerla nella parte
zala eia, quest’ organo abbisogni, per adem- anteriore. Lo stesso procedimento si applica,
358 anatomia f. fisiologia
1

con e"nal successo, alla <1 istruzione delle due ta, sui cani, sui gatti e sui porci d India. La
altre porzioni della midolla. La cervicale pare più notabile differenza in esse riscontrala sì fu
esser quella che più inlluisce sulla circolazio- che la circolazione non viene arrestata in que-
1
ne, in ciò eh essa non può essere a prima ste diverse specie colla distruzione delle stesse

giunta distrutta, a qualunque siasi età, senza porzioni di midolla spinale. Distrutta la tale
che siffatta funzione subitamente arrestata,
sia porzione in data età e specie per cui rimane
mentre le «lue altre lo possono essere nei {tri- essa circolazione sospesa, non basta per arre-
mi giorni della nascita, senza che avvenga la starla nellamedesima età in qualunque altra ;

stessa cosa. Non pertanto la stessa porzione però si è sempre sicuri di produrre eguale ef-
può venire distrutta impunemente; per la qual fetto distruggendone un più lungo tratto. —
-

cosa basta incominciare col decapitar Pani- lo oltermi simili resultali sugli animali a san-
male usando le consuete precauzioni.il cuore, gue freddo. Distruggendo la intera midolla
dopo tale operazione, non avendo a spingere spinale in un ranocchio, e subito dopo si am-
il sangue fino alla testa, può fare con quel putino le coscie, non havvi emorragia di sor-
tanto di forze che traeva dalla midolla cervi- te, mentre ve n’avrebbe avendo semplicemen-

cale. Finalmente, dietro appunto medesimi i te decapitalo l’animale. Medesimamente una


principii puossi troncare un animale dalle due salamandra la cui intera midolla venne di-
estremità, facendo ai vasi le convenienti lega- strutta non getta affatto sangue quando taglia-
ture ; ridurlo al petto soltanto, e intrattenere si a tronchi; —
In tutte le esperienze finora
la circolazione e la vita in questo petto me- da me
menzionate, allorché la distruzione del-
diante il soffiamento polmonare. E' evidente la midolla fu recata al punto da arrestare la
che si farebbe vivere isolatamente in questo circolazione , se aprasi il petto subito dopo
modo ogni altro tronco ed anche la testa, se i per osservare lo stato del cuore, scorsesi co-
polmoni e il cuore, necessari per la formazio- stantemente che movimenti di quest’organo
i

ne del sangue arterioso e per la circo laziomq continuano abbastanza regolarmente, e per un
potessero farne parte. tempo talvolta lunghissimo. Ora, poiché co-
Appunto dietro gli stessi ori nei pii distrug- desti movimenti perdetloro, a motivo della
gendo la midolla successivamente a pìccole distruzione della midolla, la forza necessaria
parti, e mettendo certo intervallo per ogni per intrattenere la circolazione, è evidente
distruzione, si può distruggerne, senza arresta- che quelli che sussistono in un cuore di re-
re la circolazione, un trailo assai più grande cente strappato dal petto di un animale vi-
di quello che avrebbe bastato per produrre vente sarebbero del pari incapaci di mante-
simile effetto se fosse dessa stata distrutta in nerla. E' tale adunque la soluzione della dif-
una sola volta imperocché la distruzione di
: ficoltà che abbiamo da esaminare ;
essa s’ag-
un piccolo tratto di midolla, insufficiente per gira su una distinzione realissi-
ciò ch’esiste
arrestare la circolazione generale^ la scema ma tra movimenti del cuore durante ìa vita,
i

sempre molto nelle parti che traggono i pro- e i movimenti senza forza che osservansi in
pri nervi della midolla distrutta, e vi fa, fino questo medesimo cuore qualora non è desso
1
a certo segno, l officio di legatura. Inoltre, le più soggetto all’azione della potenza nervosa.
forze del cuore essendo da tale operazione in- 1 quali ultimi movimenti appunto trassero in
debolite, la circolazione^generale si concentra errore llallere gli autori tutti della sua scuo-
e non conserva un po’ di atti vita che nelle la ;
li paragonarono essi a quelli che succedon-
parti vicine al cuore ;
ciò che produce ancora si tanto negli acefali come dopo la decapita-
un analogo effetto. In una parola, sia con zione, mentre è dimostrato che ne differisco-
tale procedimento, sia con quello delle allac- no discorra «li grazia tulle le e-
del tutto. Si
ciature, non havvi veruna porzioue di spinai sperienze state fatte nella irritabilità, e le con-
midolla elle non si {tossa impedire di coope- seguenze tut te che se ne dedussero per risguar-
rare ad intraltenere la circolazione senza che <Io ai movimenti del cuore, e si scorgerà che
siffatta funzione venga arrestata; non ve ne la sorgente dell’ errore fu costant-emente in
ha alcuna che non possa divenire sufficiente siffatto paragone. Si diceva che i moti del cuo-
per intrattenerla, e rinviensi che ad ogni età re, che la circolazione e la vita continuavano
una porzione qualunque fornisce al cuore for- negli acefali e negli animali decapitali, il che

ze capaci d’intratlenere la circolazione in tut- è vero : si concludeva che i movimenti del


te le parti che ricevono i loro nervi da tale por- cuore non dipendono già dalla potenza ner-
zione. Ma, in chiunque modo corra la cosa, ogni vosa la qual conseguenza supponeva che la
;

qual volta che si pervenga fino ad annientare potenza nervosa avesse il suo fomite unico
1
l azione della midolla in tutta la sua estensio- nel cervello, ed era falsa. Si accampava in se-
ne, la circolazione rimane diffinitivamente so- guito che i movimenti continuavano in un
spesa. — Le esperienze, di cui resultati furono
i cuore estratto intieramente dal petto, e ch’es-
da me or ora esposti, vennero eseguite sopra dei si continuavano indipendentemente da ogni

conigli ; però io le ripetei, con eguale riusci- impulsione attuale «lei fomiti «Iella potenza
I) KL CUORE 35q
nervosa la qual cosa era pur vera ma se ne
:
;
di siffatti movimenti, sì comprende poter di-
conchiudeva che, duratile la vita, i movimen- pender essa dalla stessa causa, voglio dire da
ti del cuore succedevano del pari senza alcuna ciò che tutta la potenza nervosa vi contribui-
impulsione di simil genere. Siffat ta conseguen- sce, e nel medesimo tempo da ciò che la più
za supponeva che gli uni e gli altri di tali mo- debole azione di essa potenza basta per man-
vimenti fossero egualmente capaci di mante- tenerli ; imperocché si sa che la circolazione
nere la circolazione, e fossero delTordine stes- continua ancora allorquando la generale de-
so ed essa era falsa.
;

Risulta da quanto dis- bolezza vien portata al punto da rendere im-
si in tale articolo sulle cause dei movimenti possibili movimenti volontari. Una funzione
i

del cuore, avere la potenza nervosa la sua sor- che la potenza nervosa tutta intera concorre
gente, non nel cervello unicamente, ma in uno a mantener, e che mantiene anche allorquan-

nel cervello e nella midolla spinale ;


qualun- do trovasi ridotta al più alto grado di debo-
que cervello, non
siansi le altre funzioni del lezza, non deve cessare che colla estinzione di
avere desso sui moti del cuore che una limita- questa potenza, vale a dire, solo con la morte.
ta influenza essere principalmente nella mi-
;
— Acciocché tulla la spinai midolla potesse a-
dolla spinale che il cuore attigue le proprie gire continuamente in uno stesso organo, bi-
forze, ed attignerle desso in lutti punti di i
sognerebbe, fuor di dubbio, che nervi, per i

questa midolla senza eccezione, al confronto mezzo dei quali dessa trasmette la sua azione,
delle parti soggette alla volontà ciascuna delle avessero una particolare disposizione le co- :

quali viene animata soltanto da una determi- municazioni, gangli ed iplessi del grande i

nata porzione deila midolla spinale, da quella simpatico, paiono riferirsi a codesto uso, co-
cioè da cui riceve i propri nervi. Simili re- — me opinò la maggior parte dei fisiologi, ed
sultali s’accordano di leggeri con tutti fatti i unicamente sotto tale aspetto potrebbesi dire
anteriormente conosciuti. La eh colazione e la formare siffatto nervo per sé solo tin sistema
vita negli acefali e negli animali decapitati, nervoso particolare. —
Qual è la misura delle
}’ impero delle passioni sul cuore e l’uso dei forze che il cuore attigue nella spinai midolla?
nervi cardiaci si concepiscono senza stento ; e qual è particolarmente quella delle forze del
siccome il cuore trae la maggior parte dei suoi ventricolo sinistro ? Lsse sono grandissime
nervi dal grande simpatico, se ne deducono le come se ne può giudicare da una esperienza
seguenti due conseguenze: Luna, siffatto ner- cognita a ciascuno. Consiste codesta esperien-
vo non formare già un sistema nervoso a por- za neU’incrociare le gambe, applicando sopra
te, ma prender nascita nella spinai midolla, un ginocchio il garretto dell altra gamba, e a
ciò che termina tutte le discrepanze che insor- sospendere, al piede ili quest ultima, un peso
sero sulla origine del grande simpatico; l’al- di cinquanta libbre. Siffatto peso, quantunque
tra, tutti gli organi ai quali questo nervo si collocato alla estremità di sì lunga leva vieti
distribuisce essere sotto ia immediata influen- sollevato ad ogni battito dell’ arteria popùlea,,
za della midolla spinale tutta intern, ciò che e fa delle oscillazioni che sono isocrone ai bat-
fornisce una nuova maniera di spiegare il pei- titi del cuore. Ma
valutazione di queste for-
la

chè codesti organi non siano già soggetti alla impossibile


ze riesce difficile, e forse alme- ;

volontà. Didatti tutti i muscoli volontari ri- no fu dessa ricercala io vano finora da uo-
cevono i loro nervi da un luogo determinalo mini chiarissimi. Borelli, Keili, Juritt, Mo-
e circonscritto del cervello o della midolla spi- lami, Tabor, Hales, Morgan, Bryan Robinson,
nale, e la volontà, per far contrarre un mu- Sauvages, Daniele Bernulli, ed altri, vollero
scolo, non ha che a dirigere la propria azione determinarla ma resultati ai quali furono
;
i

sulla origine dei nervi di codesto muscolo, ma condotti non possono inspirare veruna fiducia,
allorché un organo trae suoi nervi da tulla
i a motivo della esagerazione o della opposizio-
la midolla spinale, la volontà non può agire in ne estrema che vi si osserva. Laonde, Borelli
questo modo. Sarebbe d’uopo, acciocché essa valuta forze di cui il cuore abbisogna per
le

modificasse movimenti del cuore, che eserci-


i mantenere la circolazione a quelle necessarie
tasse la propria azione in tutta la spinai mi- per sollevare un peso di cento ottanta mila
dolla. Ora, mai la volontà non esercita ad un libbre ma Keili, il distruttore dei miracoli di
;

tempo una sì estesa azione se ne ha la prova;


Borelli, chiama Haller, le riduce a
come lo
in ciò eh’ essa non può determinare simulta- cinque, o al più ad otto oncie Hales a cin- ;
,

neamente che un piccolo numero di movi- quantina libbra cinque once, e via dicendo;
diversi esultali
menti. Ma spesso accadde che. senza il concor- in una parola, sono tanti
t
i

so della volontà, la energia di tutta la poten- quanti calcolatori. Sarebbe troppo lungo,
1
^
za nervosa viene esaltata o diminuita, ed è d’altronde senza utilità, l’esporre qui «lati sui i

quali quegli autori stabilirono i loro


calcoli,
chiaro che allora i movimenti del cuore devo-
no risentirsene di tale stato la qual cosa vien : essendo tutti inesatti, incerti o ipotetici, libi io
prodotta daNe passioni e dalle malattie. devo far notare una circostanza alla quale la
Quanto alla non interrotta permanenza maggior parte Ira essi, tranne incili, non pose-
36o ANATOMIA E FISIOLOGIA
ro forse abbastanza allenzione, voglio dire tro non
che restituire la porzione di forze
fa
la celerità acquisita che ha già il sangue ad del cuore eh’ era stata impiegatala dilatare le
og*ni nuova impulsione che riceve dal cuore. arterie e a produrre la loro diastole, e, in con-
1
Se si consideri la celerilà del sangue nell aor- seguenza essa la rappresenta realmente. D’al-
ta all’istante in cui il ventricolo sinistro si tronde, in certi animali, come lo storione, l’a-
contrasse, codesta celerilà non è già dovuta orta è affatto cartilaginosa, nè può aver dessa
unicamente ad essa contrazione; ma si com- verun movimento di sistole nè di diastole. (Cu-
pone di quella che esisteva di già quando si vier, tom. IV, pag. 177. Si opinò ancora ( e )

così la pensava in ispezielfà Bichat), non ave-


1
effettuò la contrazione, più dell altra che vi
aggiunse siffatta contrazione. E del pari evi- re il cuore azione sul sangue che fino al siste-
dente che, nello stato di sanità, ed allorché la ma capillare esclusivamente il rimanente ;

circolazione contìnui uniformemente , ogni «Iella circolazione, in questo sistema e nelle

contrazione del cuore non deve imprimere al vene, esserne indipendente, ed operarsi sol-
sangue che la quantità del movimento che ha tanto sotto la influenza delle forze toniche del
perduto da una contrazione all’altra: impe- sistema capillare, e mediante le contrazioni
perocchè se dessa fosse maggiore, la celerità dei muscoli, battiti «Ielle arterie contigue, e
i

del sangue andrebbe accrescendosi indefinita- via dicendo : ma non conosco io veruna pro-
mente ;
e se più leggera, siffatta celerilà di- va solida in favore di tale opinione. Nello sta-
minuirebbe di più in più fino alla estinzione. to ordinario di vita, ripieno essendo tutto il
Ne è, a tal come di un oriuolo, il
rispetto, sistema sanguino, non comprendo in qual mo-
qual» non imprime moto al suo pendolo se do il sangue aver potrebbe nelle arterie un
non quanto ne perde durante una oscillazio- movimento progressivo verso sistema capil-
il

ne. Supponendo adunque che si conoscesse la lare senza che quello «li questo sistema vi par-
velocità sangue nell’ aorta all uscita dal
del
1
tecipasse; e quantità di sangue che le vene
la
cuore, si sarebbe ancora assai lontani dal co- rapportano al cuore, in un dato tempo, do-
noscere per qual parte vi contribuì la ultima vendo essere precisamente eguale a «piella che
contrazione del cuore ma non si conosce me- ;
scappasi per le arterie, non comprendo me-
desimamente la celerilà totale dopo questa glio come potrebbe mantenersi tale equilibrio
contrazione,quantunque su tale celerità ap- con tanta regolarità se la circolazione, nel si-
punto stabilirono parecchi autori loro calco- i stema capillare e nelle vene, dipendesse da
li. Non riescirebbe forse diffìcile l’acquistarne cause variabili, e non fosse soggetta all’ azio-
la conoscenza, se il sistema arterioso non for- ne del cuore. Coteste opinioni non furono e-
masse che un cilindro continuo dal cuore hi videntemente immaginate se non perchè spa-
tutta la estensione del corpo. Ma non è così ventava il dover attribuire al cuore sì gran
la cosa ; V aorta si divide e suddivide inces- cumulo di forze, considerandolo come l’unico
santemente modo, che il complesso del-
in tal motore della circolazione.
le superficie dei rami che partono dal tronco La celerità acquisita, di cui feci parola,
è sempre maggiore della superficie del tronco, parmi essere, se non la sola, almeno la prin-
il sangue occupa adunque uno spazio sempre cipale circostanza che favoreggia la circola-
maggiore a misura che si allontana dal cuore, zione nè v’ ha alcun dubbio che, se venisse
;

e, in conseguenza, la sua celerità viene mano a mancare codesta celerità, e la circolazione si


a mano ritardata. —
Si aprirono la carotidee
. arrestasse ad un tratto, le forze del cuore, ri-
l'arteria crurale per determinarvi la velocità manendo come eguali di prima, sarebbero in-
del sangue ma la corsa del sangue nella caro-
; per ristabilire il corso «lei sangue
sufficienti :

tide non eguale


è a quella dell’arteria crura- ma è d uopo che le forze del cuore si riman-
1

le, e nè V una nè 1

altra non risulta la stessa gano integre cessala che sia la circolazione.
come origine dell 1 aorta. A propriamente
all’ Abbiamo per verità veduto più sopra che la
parlare, non havvi forse due arterie nelle qua- potenza nervosa, che n è la sorgente, sussiste
1

li la celerità sia precisamente eguale: ciò sia sempre certo tempo mentre la circolazione
detto per dare un’ idea delle difficoltà insor- trovasi sospesa ; ma
dessa va affievolendosi
montabili che si riscontrano nei calcoli di que- più o meno rapidamente a norma dell’ età ; e
sto genere. Ma quanto vi ha di certissimo si è 1
in pochi istanti, nell animale adulto, il cuore
che celerità acquisita che ha già il san-
la più non ha abbastanza forze per intratte-
gue quando riceve l’impulso dal cuore dispen- nere la circolazione nè del pari di più ne ,

sa d’ attribuire a codesto organo le forze pro- avrebbe anche allorquando il sangue conser-
di giose di cui abbisognerebbe se dovesse di vasse sua celerità acquistata. E chiaro, d’al-
la
per sè mettere in movimento tutta la massa tronde, eh’ esso non le può ricovrare, poscia-
degli umori e vincere gli ostacoli eh’ essa ri- chè l’azione appunto del sangue arterioso sul-
scontra nel suo corso. Parecchi autori riguar- la midolla spinale è la sola che gliele possa re-
darono eziandio la sistole delle arterie come stituire, e che nell’ ipotesi la circolazione vie^
un ausiliario del cuore ;
ma codesta sistole al- ne arrestata. E adunque per assoluto impos-
T)RL cuor e 36 r
sibila che cuore possa rianimarla.
il —
Haller rigere su di esso nel caso di morte apparente ra-
( Elem.fìs. tom. 1, pag. 44 1 ) e var * a lr lì - ^ * zione degli stimolanti. Si consigliò del pari di
siologi opinarono in diverso modo: ritennero stimolare le cavità destre dei cuore, mercè di
essi che il cuore soltanto potesse ristabilire la uno stiletto introdotto per la vena giugulare
circolazione qualora fosse sospesa, « che ciò esterna del medesimo lato. Poco imporla elle
accadeva di frequente nelle asfissie e nelle sin- il cuore conservi la propria irritabilità più o
copi profonde; ma io non conosco alcun fat- meno a lungo di un altro organo
,
qualora è
to sodamente comprovato che sia conforme a certo che molto tempo prima che la perdesse,
questa opinione. Resi asiatici moltissimi ani- e anche allora che s suoi battiti sono ancora
mali di diverse specie ed età, sperando di co- abbastanza regolari, non può desso più man-
noscere a qual epoca , contando dal primo tenere la circolazione, e che, quando è perve-
istante dell’ asfissia, non fosse più possibile di nuto a tal grado di debolezza, la morte è ir-
richiamarli in vita nelle quali esperienze do-
; revocabile.
vetti prestare una particolare attenzione ai Quanto dissi
finora spiega perchè la mor-
segni che indicavano codesta epoca ; ho quin- te per sincope risulti sì frequente imperoc-
;
di costantemente osservato che non era più ché essa lo è mollo più che non si crede la :

fattibile di richiamare un animale in vita ogni maggior parte delle malattie croniche finisce
qualvolta l'asfissia veniva protratta fino a che iu tal modo. Il malato fa un piccolo sforzo
le carotidi fossero vuote e schiacciate, e al per rialzarsi, per evacuare, per favellare, e via
contrario vi restava qualche speranza di per- dicendo ; sfinito di forze egli succurabe, cade
venirvi, qualunque fosse lo stato apparente in sincope, e siffatta sincope risulta mortale.
1
di morte dell animale, allorché le carotidi si Spesso anche vengono inopinatamente presi
trovavano ancora tonde ed abbastanza riem- da sincope individui sani per poco che co-
;

piute. Codesta ultima circostanza riesce in desta sincope sia profonda e si prolunghi, di-
singoiar modo notabile nei giovani animali viene impossibile richiamarli in vita. Sono
che si rendono asfiticj col freddo ; sopporta- questi stali di frequente presi per apoplessie
no essi a lungo ed a un alto grado questo ge- nervose. —
Non pertanto la circolazione ebbe
nere di asfissia la sensibilità rimane estinta,
; un principio; non eravi allora celerilà acqui-
nè si scorge alcun movimento inspiratone ; stata, e soltanto il cuore ne pareva essere sta-
in una parola, sembrano morti, e non pertan- to il primo motore. Si può adunque ehiedeie
to, non di rado, basta riscaldarli per richia- perchè il cuore, capace essendo di far ina -
marli in vita. Ma, in tutti questi casi, se sco- minciare fa circolazione in un tempo, non lo
pransi le carotidi prima di riscaldarle, osser- sarebbe poi in un altro di rianimarla trovan-
vasi sempre che soli che il calore faccia vi-
i dosi essa sospesa. Questo momento in cui la
vere sono quelli le cui arterie erano ancora circolazione principia è quello delconcepi-
ripiene. Quantunque nelle esperienze sulla di- mento, avendo allora il cuore maggior volu-
struzione della spinai midolla da me più so- me e più forza per risguardo alle resistenze
pra riferite, la sensibilità ed i movimenti con- che deve superare, resistenze che risultano le
tinuino dapprima nelle parti che corrispondo- minori possibili, essendo a quest’epoca tulio
no alla porzione di midolla non già stata di- il corpo gelatinoso e quasiché fluido. Se its
strutta, si è sicuri che siffatti indizi di vita
i un feto appena nato si paragona il peso del
vanno a finire; ed hanno una durata determi- cuore a quello del corpo, e si faccia lo stesso
1
nata relativa all'età, e che risulta impossibile paragone nell animale adulto, trovasi che il
di prolungare allorché poco dopo la distru- cuore del feto è in proporzione assai più pe-
zione Se carotidi si vuotano e si schiacciano. sante, e in conseguenza più forte di quello
Per tal guisa, pienezza delle carotidi lascia
la
1
dell adulto. Si trova del pari che il cuore del
sempre la speranza di richiamare un animale feto avanti il termine è più robusto di quello
1
alla vita, quand anche sembri morto, e la loro dei feto a termine, e tanto più quanto trovasi
vuotezza annunzia una morte inevitabile, pu- meno discosto dall’epoca del concepimento.
re in quello che pare ancora pien di vita, Ora, AI finir del quinto giorno della incubazione,
non devesi considerare qui la vuotezza di co- il cuore del pulcino è più grosso del fegato e
deste arterie che come certo indizio che la cir- di egual volume della testa ( Haller ). A siffat-

colazione è sospesa. Quanto fu detto della to eccesso di forza appunto della prima età si
proprietà che Ila la irritabilità di essere T ul- attribuisce, non senza ragione, lo sviluppo
Si comprende adunque che
1
timo fornite della vita, e di servire a riani- dell individuo.
marla quando tutte le funzioni cessarono, è ilcuore può avere abbastanza di forze, all e-
adunque puramente sistematico, nè sta appog- poca del concepimento, per far incominciare
giato ad alcun fatto positivo ed invano ap-
;
la circolazione , quantunque non ne abbia

punto si prese tanta cura di occuparsi nel de- 1' uopo per ristabilirla in una età piu inoltra-

terminare qual sia l’organo in cui la irritabi- ta.Trattasi soltanto di supere come 1 alto del
1
lità si mantiene più a lungo, [eoli idea di di- coneepimeulo possa farlo passare dallo stai»
Endici. Mtd. 4 /
S6a ANATOMIA e fisiologia
di riposo a quello di movimento. Onde con- inerente alla fibra muscolare. Esprimerebbe»!
cepirlo, basta ammettere che lo sperma del dunque in modo conforme a lutti i fatti co-
maschio è una emanazione della potenza ner- nosciuti per risguardo ai moti del cuore, am-
vosa, la quale, mercè la grande permeabilità mettendo col sullodato Haller che il sangue ne
1
di cui godono allora gl inviluppi e tutte le è stimolo naturale, e che le cavità di code-
lo
parli del germe, va ad impregnare ed anima- sto organo si contraggono successivamente, a
no il sistema nervoso del nuovo essere. Innan-
1
misura che esso liquido passa dall una all' al-
ziil concepimento, tutte le parti dell’animale tra, ma colla modificazione, essere cioè la po-
erano preformale nel germe ma mancava
;
tenza nervosa che li rende sensibili all azione
1

loro codesto principio senza cui il loro svi- dello stimolo, e loro compartisce la facoltà di
luppo riesce impossibile, senza cui non vi ha contrarsi col grado di forza necessario al man-
vita, ed anche senza cui essa cesserebbe subi- tenimento della circolazione. Ecco per lo stato
to di esistere nell’ animale meglio vivente; sif- di vita. Ma di qual ordine sono i movimenti che
fatto principio, in una parola, che dà a cia- osservatisi in un cuore sottratto in qualunque
scun organo la sensibilità e azione che sono
1’ siasi modo all’azione ed alla potenza nervosa?
loro propri, che rende il cuore sensibile al suo Codesti movimenti, che tanto esercitarono la
stimolo naturale, e gli compartisce le forze immaginazione e la sagaeità dei fisiologi, sono
necessarie per iscaceiare esso stimolo e farlo evidenteinente analoghi a quelli presentati in
circolare nei vasi, siffatto principio è, dico, la pari circostanze dagli altri muscoli; si può di-
potenza nervosa. Il germe ne riceve la in- re fino a certo punto esser questi fenomeni
fluenza all’ istante del concepimento per mez- cadaverici. Si esaminerà più particolarmente
1
zo del liquore spermatico , tosto incomin- all articolo Irritabilità , quale rapporto pos-

cia la vita , ed allora basta la circolazione sano avere questi movimenti con quelli che si
per mantenere e riprodurre incessantemente succedono durante la vita. ( Vedi il Diz. delle
codesta potenza. In questo senso, si può dire, Scienze ined. )
1
che, nell alto del concepimento, il corpo del Molte cose mi rimarrebbero a dire in-
nuovo essere appartiene alla madre e che l’a- torno il cuore, mi limiterò per altro a ricor-
nima vien formata dal padre. Potrei qui col- dare alcuni fatti sulla forza e la frequenza dei
locare non poche riflessioni onde provare che suoi battili. —
Se si paragoni la forza relativa
il principio fecondante del liquore seminale è del cuore nei diversi animali valutandola in
analogo a quello che costituisce la potenza risguardo al suo peso con quello del corpo
nervosa; le rinverrei nello stato di forza e,di intiero, si rinverrà non solo che quest’orga-
vigore che deve avere il maschio acciocché sia no ha maggiori forze negli animali della stes-
desso in istato di fecondare; nello sfinimen- sa specie, a misura che sono più giovani, ma
to, vale a dire nell’ affievolimento della po- ancora che in quelli di pari età hawene più
tenza nervosa occasionato sempre dall’emis- in una specie che in un’altra. Gli animali
sione troppo ripetuta dello sperma, nell’odo- appunto feroci e coraggiosi hanno il cuore
re oltremodo spermatico degli organi nervo- più vigoroso degli altri. Laonde i cani ed i
si, e via dicendo, ma ciò sarebbe allontanarmi gatti 1’ hanno più forte dei conigli e dei por-
dal mio suhbietto. ci d’india. ed i maschi maggiormente delle
Heller non iscorgeva nello sperma che femmine. Gli animali a sangue freddo, e sin-
uno stimolo, e spiegava la fecondazione col golarmente i pesci, sono deboli di cuore. —
dire che codesto stimolo giungendo al cuore Quanto alla frequenza dei battiti, è cosa no-
ne determinava le contrazioni, e faceva prin- tabilissima, e che si attiene a certe leggi della
cipiare la circolazione, od almeno gli compar- organizzazione non per anco abbastanza co-
tiva l’attività necessaria allo sviluppo dell’in- nosciute, ma meritevolissime di esserlo mercè
dividuo ; imperocché sembrava ammettere dello studio, che il numero dei battiti del cuo-
che, pure innanzi la fecondazione, il cuore re in un dato tempo varia molto a norma
godesse di alcuni movimenti. È siffatta opinio-
1
dell età e delte specie degli animali e sia qua-
ne perfettamente modellata secondo prineipii si costante in tulli gl’ individui di pari età e
i

della irritabilità halleriana, ed è soggetta alle specie. In generale, neispiù timidi animali il
stesse obbiezioni. Di fatti, se trae il cuore tutte cuore batte più di frequente, come osservasi
le sue forze dalla potenza nervosa e fino alla nei conigli e nei porci d’india, in cui sareb-
facoltà di essere sensibile allo stimolo, sarebbe be impossibile di contare battiti, e nei sorci
i

stimolato in vano se fosse privato dell’ azione riescono essi oltremodo frequenti. Nei ca.ni e
di codesta potenza. Si vede, del resto, che per nei gatti all’incontro sono assai più rari in ;

rettificare la opinione di Haller, e in generale guisa che sembrerebbe che negli animali ti-

la teorica di sì celebre uomo sul movimento midi il cuore compensi colla frequenza dei
muscolare, secondo le nuove esperienze, non battiti quanto gli manca di forza. Il contra-
si tratta che di far dipendere dalla potenza rio avviene negli individui di specie eguale
nervosa ciò che egli attribuiva a una facoltà considerati a differenti età ; avvegnaché in
DEL CUORE 363
questi individui il cuore riesce tanto più for- A selle anni
» •
. 85
te quanto più giovani sono, i battiti risultano Alla pubertà . , . . 80
nel tempo stesso più frequenti. Ecco secondo
1
Nell età virile . . . • • •

Soemmering il numero dei balliti del cuore In vecchiaia. . . . 70


a differenti età nella specie umana. — Nel feto Nel comune linguaggio il cuore si pren-
nascente, da i3oa i/|o ballili al minuto. de di spesso per lo stomaco, e dicesi aver ma-
A un anno , 120 le al cuore per indicare il molo di slomaco,

A due anni . . . . » . ossia la brama di vomitare.


A tre anni ....... 90
ii *


*

%
'

'

\
TA VOLA
DELLE

MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME

RICERCHE FISIOLOGICHE INTORNO AL- §• I* Dell’ armonia di azione nella vita ani-
LA VITA ED ALLA MORTE, DI SAVE- male. ì<ji

RIO BICHAT. Pag, i §. IL Discordanza di azione nella vita orga-


nica,

art. iv. — Differenze generali delle due vite


PARTE PRIMA» avuto riguardo alla durata di loro azio-
ne. io
art. i. «— Divisione generale della vita. ivi

§. I. Continuità dì azione nella vita orga-


§• L Divisione della vita in animale ed In or- nica. ivi
ganica. ivi §. II. Intermittenza cf azione nella vita ani-
§. II. Suddivisione di ciascuna delle vite ani- male. ivi
male ed organica in due ordini dì funzio- §. III. Applicazione della legge d’intermit-
ni. 2 tenza d’azione alla teoria del sonno. ir

art. ii. — Differenze generali delle due vite art. v. — Differenze generali delle due vite
per rapporto alle forme esteriori dei loro stabilite dall’ abitudine. 12
organi rispettivi, 3
§. I. Dell’abitudine nella vita animale. ivi
§• L Simmetria delle forme esterne nella vita §. IL L’abitudine ottunde il sentimento, ivi
animale. ivi §, III. L’abitudine perfeziona il giudizio, i/j.

§. IL Irregolarità delle forme esteriori nella §. IV. Dell’ abitudine nella vita organica, ivi
vita organica. ivi
§. III. Conseguenze che risultano dalla diffe- art. vi. — Differenze generali delle due vite
renza delle forme esterne negli organi delle avuto riguardo allo stato morale. i5
due vite.
§. I. Tutto ciò che è relativo all’ intendimen-
art. iii.*~ Differenza generale delle due vite to appartiene alla vita animale. ivi
avuto riguardo al modo d’azione dei loro §. IL Tutto ciò che è relativo alle passioni ap-
organi rispettivi. 5 partiene alla vita organica. ivi
?,r,r, TAVOLA DELLE M ATEME

§. III. Come lè passioni modifichino gli atti

della vita animale, benché abbiano la loro art. ìx. — 1


Dell origine e sviluppo della vita

sede nella vita organica. Pag. 18 organica. 44


§. IV. Del centro epigastrico ;
esso non esiste

nel senso sotto cui fu inteso dagli auto- §. 1. Del modo con cui esercitasi la vita orga-

ri. 20 nica nel feto. ivi

§. II. Sviluppo della vita organica dopo la na-


scita» 4^
art. vii. — Differente generali delle due vite

avuto riguardo alle forze vitali. 23 art. x.— Della firie naturale delle due vite. 4G

§. 1. Differenza delle forze vitali dalle leggi §. I. La vita aninialc cessa là prima nella mor-
fisiche. ivi te naturale. ivi

§. II. Differenza delle proprietà vitali dalle §. II. La vita organica non ha nella morte na-
proprietà di tessuto. 2\ turale lo stesso fine che nella morte acci-

§. III. Delle due specie di sensibilità, animale dentale» 4^


ed organica. ivi

§. IV. Della relazione che esiste tra la sensibi-

lità di ciascun organo e i corpi che gli sono PARTE SECONDA.


stranieri. 26
§. V. Delle due specie di contrattilità, anima- art. i. — Considerazioni generali intorno alla
le ed organica. 3o morte. 4ff

§. VI. Suddivisione della contrattilità organi-


ca in due varietà. 3 ni art. 11. — 1
Dell influenza che la morte del
§. VII. Estendibilità e contrattilità di tes- cuore esercita sii quella del cervello. 5o
suto. 32
§. Vili. Riassunto delle proprietà dei corpi vi- §. I. Si determina come la cessazione delle
venti. 34 funzioni del cuore a sangue rosso inter-
rompa quella del cervello. 5t
§. II. Determinare come là cessazione delle
art. vili. — Dell 1
origine e dello sviluppo del- funzioni del cuore a sangue nero interrom-
la vita animale. 3fi pa quelle del cervello. 53

art. in. — Dell 1


influenza che la morte del
§ . 1. 11 primo ordine delle funzioni spettanti cuòre esercita su quella dei polmoni. 55
alla vita animale è nullo presso il feto, ivi

§. li. Esiste nel feto la locomozione , ma essa §. 1. Determinare come 1’ azione del polmone
appartiene in esse* alla vita organica. 38 venga sospesa dalla cessata azione del cuo-
§. III. Sviluppo della vita animale : educazio- re a sangue nero. ivi

ne dei suoi organi. 89 §. 11. Si determina come venga interrotta ra-


1 1
§. IV. Influenza della società sull educazione zione del polmone allorché cessi d agire il

degli organi della vita animale. 4o cuore a sangue rosso. 55


1

§ V. Reggi dell educazione degli organi della


vita animale. 4 1 art. ir. — 1
Dell influenza che la morte del
§. VI. Durata della educazione degli organi cuore esercita su quella di tutti gli organi. 56

della vita animale. 4^


§. I. Determinare come la cessazione delle
TAVOLA DELLE MATERIE 365

funzioni del cuore a sangue rosso interrom-


pa quella di tutti gli organi. Pag. 56 art. x. — DelPinduenza che la morte del cer-

vello esercita sopra quella del polmone. 94

art. v. — Dell’ influenza che la morte del §. I. Determinare se il polmone cessi diretta-

cuore esercita sulla morte generale. 58 mente d’ agire dietro Sa morte del cervel-

lo- ivi

ART. vi. — Dell’ influenza che la morte del §. II. Determinare se la cessa-zione di azione

polmone esercita su quella del cuore. 6i del polmone dietro la morte del cervello

avvenga indirettamente. 97
§. I. Determinare come il cuore cessi di agire

dietro P interruzione dei fenomeni mecca- art. xi. —- Dell’influenza esercitata dalla mor-
nici del polmone. ivi te del cervello su quella del cuore. 99
§. 11 . Determinare come cessi d’agire il cuore
dietro l’ interruzione dei fenomeni chimici §. I. Determinare se dietro l’interruzione del-

del polmone. 64 1’ azione cerebrale il cuore cessi immediata-


mente d’agire. 99
art. vii. —
- Dell’ influenza che la morte del §. II. Determinare se nelle lesioni del cervello,
polmone esercita su quella del cervello. 72 la morte del cuore è prodotta da quella di
un organo intermedio. io 3

art. vili. — Dell’ influenza esercitata dalla art. xii. — Dell’ influenza che la morte del
morte del polmone sopra quella di tutti gli cervello esercita sopra quella di lutti gli

organi. 7^ organi. io 5

§. I. Esposizione dei fenomeni della formazio- §. I. Determinare se l’interruzione delle fun-

ne del sangue nero nella interruzrone delle zioni organiche sia un effetto diretto della

funzioni chimiche del polmone. 77 cessazione dell’ azione cerebrale. ivi

§. II. Il sangue rimasto nero per la interru- §. 11 . Determinare se l’ interruzione delle fun-
zione dei fenomeni chimici del polmone pe- zioni della vita organica sia un effetto in-

netra tatti gli organi, e circola in essi qual- diretto delia cessazione dell’ azione cere-
che tempo percorrendo il sistema vascolare brale. 109
a sangue rosso. 80
§. III. 11 sangue nero non vale ad intrattenere art. xiii. — Dell’ influenza che Sa morte del
l
1
attività e la vita degli organi che esso pe- cervello esercita sopra la morte generale. 1 1

netra, allorché sono cessate le funzioni chi-

miche del polmone. 83

AGGIUNTE ALEE RICERCHE SULLA VI-

art. ix. — Dell’ influenza che la morte del TA E SULLA MORTE. 1,2

polmone esercita sulla morte generale- 8G

6. I. Osservazioni intorno alle differenze pre-

sentale dalle diverse asfissie. 87 DELLA DIVISIONE PIU' NATURALE DEI


§. II. Nel massimo numero delle malattie, la FENOMENI FISIOLOGICI, di f. r. buisson.
Iporle •omincia sempre dai polmone. 90 « •

ivi
Avvertimento.
368 TAVOLA DELLE MATERIE

Considerazioni generali, Pag, 1 13 PARTE SECONDA,

PARTE PRIMA, VITA NUTRITIVA.

VITA ATTIVA. art. i. — Delle funzioni esploratrici ,


o del-
P odorato e del gusto in generale. 161
CONSIDERAZIONI GENERALI INTORNO I SUOI FE-
1
NOMENI. l32 §. I. Dell odorata. i63

§. IL Del gusto. 164


art. i.—-Della vista e della locomozione, e 33
art. il — Delle funzioni preparatrici e della

§. I. Della vista e delle sue specie. ivi necessità di distinguerle dalle funzioni nu-
§. II. Della locomozione e dei suoi usi. 187 tritive propriamente dette. i65

Della locomozione generale o considerata co- §. I. Prove principali. ivi


me funzione. 1^0 §. IL Prove secondarie. 168
i.° Locomozione del tronco. ivi
0 =“ Delle funzioni nutritive imme-
2. Locomozione della testa. 141 art. iii.

3.° Locomozione delle membra. 142 diate, 1^5


Locomozione dei membri inferiori. ivi
Locomozione dei membri superiori, relativa- §. I. Delle funzioni che incominciano negli
mente al tocco, alle azioni propriamente organi e finiscono nella circolazione, o de-
dette ed al gesto. ivi gli assorbimenti. 176

§. 111. Rapporto della locomozione con la vi- i.° Assorbimento membranoso. ivi
0 J77
sta. 145 2. Assorbimento organico.
§. IL Della circolazione in generale. 178
Conclusione dell’ articolo primo. 148
§. III. Delle funzioni che incominciano dalla
art. 11. — - Dell’ udito e della voce. ivi circolazione e finiscono negli organi. 180

§. I. Dell" udito e sue specie. ivi RIFLESSIONI

§• IL Della voce e dei suoi usi, 182 SULLA INFLUENZA ESERCITATA DALLE PASSIONI
SUI FENOMENI ORGANICI DELL’ UOMO. '
l83
i.° Voce, ivi
0 Canto.
2. i55
3.° Pronunzia e parola. ivi

ESPERIENZE SUL PRINCIPIO DELLA VI-


§• III. Rapporti della voce coll’ udito. i5<) TA ATTIVA SEGNATAMENTE SU QUEL-
LO DEI MOTI DEL CUORE E SULLA
Conclusione della prima parte. 160 SEDE DI TALE PRINCIPIO, di c. legal-
LOIS, 195

Proemio, ivi
TAVOLA DELLE MATERIE 36 q
Esperienze. Pag. 2 o3 Terzo caso. — Tutta le midolla spinale di-
strutta ;
la circolazione cessa. — Sullo stes-

§ I. 207 so coniglio. 218


§. II. 210
(Quarto caso. — - Midolla cervicale distrutta ;

Specchio della durala degli sbadigliamenti e la circolazione si arresta. — Sopra altro co-
di quella della sensibili là nei conigli di età niglio. 2iq
differenti. 2i5
Quinto caso. — Midolla dorsale distrutta ; la

Esperienze per determinare gli etfelli di varie circolazione si arresta in capo a due minu-
lesioni della midolla spinale sulla circola- ti. — Sopra altro coniglio. ivi
zione. — Esperienze sui conigli nel primo
giorno del loro nascimento. 217 Sesto caso — Midolla lombare distrutta;
. >
la
circolazione continua. — Sopra altro co-
Primo Gaso. — Sezione della midolla spinale ncio- ivi

presso P occipite ;
la circolazione conti-

nua. ivi Esperienze sui conigli in età di venti giorni. fez

Secondo caso. — Decapitazione ;


la circola- Primo caso. — Incisione della midolla all’oc-
zione continua. — Sullo stesso coniglio, ivi cipile; la circolazione continua. ivi

Terzo caso. — Distruzione di tutta Sa midol- Secondo caso. — Decapitazione ;


la circola-
la ;
la circolazione è arrestata subitamente. zione continua. — Sullo stesso coniglio, ivi
— Sullo stesso coniglio. ivi

Terzo caso . — Tutta la midolla distrutta ; la


Simile caso sur un altro coniglio. ivi circolazione si arresta. — Sullo stesso ani-
male. ivi
Quarto caso. — Distruzione della midolla
cervicale; la circolazione è tosto arresta- Quarto caso. •
— Midolla cervicale distrutta ;

ta. 218 la circolazione si arresta. — Sopra altro co-


niglio. 220
Quinto caso. — Distruzione della midolla
dorsale ;
la circolazione continua. — Sopra Quinto caso. —
- • Midolla dorsale distrutta; la
un altro coniglio. ivi circolazione si arresta. ivi

Sesto caso. — Distruzione della midolla lom- Sesto caso .


— Midolla lombare distrutta la
bare : la circolazione continua •—-Sopra al- circolazione cessa in capo a due minuti.
;


tro coniglio. ivi Sopra altro coniglio. ivi

§*• HI- a3o


Esperienze sui conigli in età di dieci gior-
ni. ivi RAPPORTO PATTO ALLA CLASSE DELLE SCIENZE
FISICHE E MATEMATICHE DELI.’ 1NSTITIJTO IM-
Primo caso. — Incisione della midolla all oc- PERIALE DI FRANCIA, SUI DUE PRIMI PARAGRA
cipite la circolazione continua. ivi
;
FI DELL’OPERA PRECEDENTE. 2/j7

Secondo caso. — Decapitazione ;


la circola- Esperienze ripetute dinanzi la commissione
zione continua. —
Sullo stesso animale, ivi dell’istituto. 25 4
Eucicl. Mcd. l\. H
4?
3^ó Fàvola delle mateeiè

§. I. Esperienze relative al principio dei moti diversi casi, colle quantità di gas ossigeno
inspirator». Pag. 254 eh’ essi assorbirono. 289
§. II. Esperienze relative al principio delle

forze del cuoré. 2 55 Cani racchiusi nel manometro, la cui aria fu

portata a vari gradi di pressione barome-


AGGIUNTE PER SERVIR DI SUPPLIMEnTO A QUAN- trica, ovvero mescolata con gas azoto o con
TO PUÒ MANCARE DEI CIRCOSTANZIATI RAG- gas acido carbonico, per paragonare le va-
GUAGLI DELLE ESPERIENZE QUI MENZIONA- riazioni della loro temperatura, in questi
TE. 260 diversi casi, colle quantità di gas ossigeno
eh’ essi assorbirono. 290
Annotazione sui denti dei codigli e dei porci
d’india. 264 Porci d’ ìndia chi-usi nel manometro, la cui
Annotazione sulla durata della gestazione nei aria fu portata à differenti gradi di pres-
porci d’ India. ivi sione barometrica, ovvero mescolata con
Annotazione sul rilassamento delle siufisi del gas azoto o con gas acido carbonico, per*

bacino nei porci d’india all’epoca del par- paragonare le variazioni della loro tempe-
to. 265 ratura, in questi diversi casi, colle quantità
di gas ossigeno che assorbirono. 291
T rima mémorià sul calore degli animali*
intrattenuti in vita mercè il soffiamento Terza memoria sul calore animale. 298
polmonare; 267
IL SANGUE FORSE IDENTICO IN TUT-
E'

Seconda memoria sul calore animale. 2^3 TI I VASI CH’ ESSO DISCORRE ? 3oo
\

Specchio delle esperienze falle su quelle di Avvertimento. ivi

Brodie, e coll’ apparalo di questo autóre,


in principalità per «vverare, i.° se sià vero art. 1. — Dei fatti generali considerati come
che un animale le cui funzioni cerebrali càusa dei fatti particolari. 3o2
sono annientate, e non continua a vivere
che mercè del soffiamento polmonare, si fa art. 11. — - Della composizione chimica del
freddo come fosse affatto spento 0 che
;
2. sangue identica o variabile nei diversi vasi,

in egual tempo consuma la stessa quantità considerata come uno dei fatti più generali

di ossigeno come nello stato naturale. 28S della economia animale. ivi

Conigli chiusi nel manometro, la cui aria fù art. in. — Il sangue arterioso differisce forse

portata a differenti gradi di pressione baro- dal sangue venoso? 3o3


metrica, ovvero mescolata con gas azoto o
con gas acido carbonico, per paragonale le art. iv. — 11 sangue è desso identico in tutte

variazioni della loro temperatura, in questi le distribuzioni del sistema arterioso? 3o4
diversi casi, colle quantità di gas ossigeno
che assorbirono; 289 §. I. Movimento. ivi

§. 11. T iasudamènto attraverso le toniche ar-


Gatti chiusi ne! manometro, la cui ària fu teriose. ivi

condotta a vari gradi di pressione barome- §. III. Secrezione del grasso. 3o^
trica, ovvero mescolata con gas azoto o con §. IV. Assorbimento pei vasi linfatici. 309
gas acido carbonico, per paragonare le va- §. V. Miscuglio di qualèhe liquido eteroge-
riazioni della loro temperatura, in questi neo. ivi
TAVOLA DELLE MATERIE t
3^
§. VI. Combinazioni per gradi progressivi I. Nei Cam\ 3 45
dell’ ossigeno atmosferico. Pag. 3io II. Nei Gatti. 3 /j(j
VII. Cambiamento operato nel sangue da
1
III. Nei Porci d India. ivi
certe disposizioni che assumono le arterie IV. Nei Conigli. 34 ^
prima di penetrare negli organi. 3i8
§. Vili. Ramificazioni delle arterie. 3ao Del cuore e della circolazione del feto. 35o

art. v. Il sangue risulta desso identico in Cause dei movimenti del cuore. 35a
tutte le distribuzioni dèi sistema veno-
so? 321 Esperienze sai conigli nel primo giorno di
loro nascita. 354
art. vi. — Corollari. 322
Prima esperienza. iti

§.II. 323 econda esperienza sullo stesso coniglio, ivi

§. Ili, 324 Terza esperienza sullo stesso coniglio. iri

Quarta esperienza sopra un altro coniglio, ivi

art. vii. — Intorno P accordò di fatti con al- Quinta esperienza sopra un altro coniglio.355
cuni dei precedenti corollari. 325 Sesta esperienza sopra un altro coniglio, ivi

Settima esperienza sopra Un altro coniglio, ivi


§. I. Sulla ematosi. ivi

Esperienze Sui conigli in età di venti gior-


ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL CUO- ni. ivi

RE. 335
Prima esperienza. ivi

ben eraeoi dei movimenti del cuore, 3^2 Seconda esperienza sullo stesso coniglio, ivi

Terza esperienza sullo stesso coniglio. 356


Capacità dei ventricoli destro e sinistro del Quarta esperienza sopra un altro coniglio, ivi

cuore, valutata col peso del mercurio con- Quinta esperienza. ivi

tenuta in queste cavità. 345 Sesta esperienza sopra un altro coniglio, ivi

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