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DI M. V I N C E N Z O
C E R V I O ,
AMPLIATO, ET RIDOTTO A
P E R F E T T I O N E DAL CAVALIER REALE
F V S O R I T T O DA N A R N I ,
mo
Già Trinciante dellllluft. & Reuerendiffimo
Signor Cardinal Farnefb.
Con runa bellisfima ^Aggiunta fatta nouamente dalt
ißejjo C ait alier REALE,
C O N P R I V I L E G I O .
I V E N E T I A,
Apprcfib gliHeredi di Giouanni Varifco.
ALLILLVSTRISSIMO
ET REVERENDISSIMO
SIGNORE CARDINAL ALES-
SANDRO FARNESE.
t »
V OLA D
TVTTO QVELLO
C H E SI CONTIENE
NELLA P RESENT E
O P E R A .
Tefci.
3J
3 4.
Co me fi trincia la trotta 3J
Come fi trincia il carpione 3$
Come fi trincia 1 ombrina,(pigola,& altri pefei fimili 36
Come fi trincia il tono 3<»
Comefitrinciala lenguattola 36
Come fi trincia il rombo 37
Come (\ trincia la laccia 37
Come fi trincia il frauplino,la trigWorata,& altri pefei fimili 3 8
Come fi trincia la tenca & la carpana 33
•Come fi trincia la logulla ò gambaro di mare 33
Come
T A V O L A .
Come fi trincia il luccio groffo & picciolo 39
Come fi trincia l'O ftrega 3g
Come fi trincia un pafliccio di pefcie 3o
Come Ci trincia il granchio di mare 39
Come fi trincia il granchio d'acqua dolce^» 40
Come fi trincia il riccio di mare 40
Come fi trincia il gambaro di fontana-» 40
Comefitrincian loue frcfche da bere 40
— %>
Frutti*
41
Come Ci trincia la pera 42
Come fi trincia il cardo 43
Come fi trincia il catcioffolo ^
Come fi trincia il perfico ^
Come Ci trinciano le faue frefchc 44
Come il trinciano li melangoli 44
TA V L A DI
TVTTO QVELLO
CHE SI CONTIENE
NELL' ACGIVNTA
DEL TRINCIANTE.
E Gli è tanto grande il numero delle cofe chef hanno da trinciare, & ta
to diuerfe l'una dall'altra,che chivolefie di continuo adoperare un cor
tello & unafiorcinaynonfarla poffibile.iAdunque è dineceffità,cofi comefono
differenti le viuade che fé hano da trinciar e,che ancorafianodiffered le for
cine & corpelli chefihanno d'adoperare. Dico adunque che di treforti han-
no da effere le forcine et li cortelli,cioe lagradeyla mc%zana,&lapicciola,et
ognifiordna deue h ancre ilfuo cortello fecondo la lor proporzione. Volendo io
prima dire della for dna, fi deue credere quello ch'io dirò di una che s'inten-
da ancora delle altre due che li vano apprefio . Deüe adunq.la forcina effer
tutta diferro,e dolce ditepra,acdò chepercottdo il taglio del cortello in effa,
quello nofifgrani òfiropafiaquale forcina deue effere compartita in tre par
ti equali; deue poi efiere longa di manico & de branchi,fktta con gius!a pro-
ponine fecondo lagrande^a della forcinafia prima parte del manico rioè
quella chef tiene nella mano, deue effer alquanto groffa, fiata con quattro
faccieyacciò\fipofia tenere piùferma nella mano,ancora che uifipoteßefare
il bottone nella tefiaper ornamento della for cina,pur io lo lafciarò, accioche
con
DE \ E ,A L E FFSOIIITTO. 5
copiù facilità qlla fi pofia nettare; La fecoda parte delmanico che farà fino-
olii branchiyqueïla deue eßer e piùfiottileafiai,fatta con ottofaccie, per fare
la forcina più leggiera & con miglior garbo; La tei 7a (Svldma partefarà
no li branchi, liqualivano din fi l'vno dall'altro affottigliandofifinoalla pu
ta con quattro facciejèguite;&fiebene li branchi faranno più lunghi di una:
delle tre partition importa,perche li branchi lunghifono più vtili, \&fanno
la forcina più bella. Ha d'auertire il maslro che lifarà nel darli qui Ila vol-
ta che diuide li dui branchi,eh efianetta Ç$'ficn^a alcun pelo, perche molten
volte auuiene che bifognar à fecondo l'occorentie aprire & slngnere li bran-
chi, chenoeffendo quella volta nettala forcina fait aria in dui pe7gi;Vuole
effere anco lauorata polita di lima, & ancora brunita diforte che paia tutta
d'argento, & quefio modofideue tenere nelfar le for cine,ogni vna diloro fé
condo la grandezza c3" qualità fina. il concilo poi deue efiere fatto tutto il
manico & la lama di acciaiofini]fimo;ilqual cortello deue efiere curto dima
nico,groffitto alquantoyfatto con quattro faciefmifato vn poco dalla banda
della coilay & del taglio; deue poi la lama eßer e lunga, slrettay &fiottile,feco
do la lungheT^a & curte^a del cortello ; laquai lama deue piegare poco ò
quafi niente con la punta innanzi.F atto che farà il cortello di martello, bifo-
gna darli il fuo garbo con la lima, & quando farà giufio fecondo il modello bi
fogna darli la tcmpra;ma qui bifogna hauer molta auette%a,perchefe il cor
t elio farà duro di tcmpra,percotendo col taglio fopra vn oßo onero ne bran-
chi della forcina,quellofifgranarà onero fait or à,in duiper^i,cofi come è au
ucnuto à me molte uolte;&Je il cortello farà troppo dolce di tempra toccan
do col taglio il caldo della carne,qucllofiriuoltera comefefofìe di cerâ,difor
te che non fene potria feruire, &per quefio bifogna hauer molt'auertcn^a^
nel darli la tempra.Fatto che farà il cortello , (3 codotto à quella p erfettione
che ho detto, non è dubio che malamentefipotria pagare la bontà di eßo al
(JÌÌafiro;Dato che le farà la tepra bifogna mandarlo allo orrodatore,ilquale
arrodandolo lo deue afiotigliare alquanto mantenendologiuìlo &parise7^a
leuarli ilfuo garbo, facendolo poi brunire comefacefii lefor chic, allenendo
molto bene fatto che farà il cortello ditutto puntoci nonio mandare mai più
allo arrodatore,perchefigu afl aria,&fi[temprarla diforte,che no lopctrefli
adoperare;ma nota che il cortello non deue tagliar niente fopra il manico vn
deto,fecodo che trouarai fegnato di negro nel modello ; ma volendoli nettare
C? dare il filo,tu lo intenderai nelfeguente capitolo. Quefia foggia di forcine
€$ cortelli,tu la troueraifempre vtile & bona,vtile dico per eßer qlli lughi
di tratto,& quando tu hauer ai imbroccato quella cofa che tu non ai trincia
re,& leuatola in alto, fi andò con la perfona al fuo fegnoytu hauerai la robba
più lot ano dalla manoy& dalla perfonaychefarà più bel uedcre,&farai ficu
ro di non toccare la robba con la mano,& ficuro ancora di non tagliarti le di
tayquello
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IL THJXClofKrTE DI F1\C. CEî{.
ta,quello che non ti atterrà delle fouine & de condii curti;& questo cred
lo à me che ne ho molte uolte fatto ï'efperien^quando adoperano queila^
fòrte di forcine & condii curd. ^Adunque per le ragioni dette di fopra con
cludoyche nonfipuò trouare lapin bella ne la più vtil foggia di quefia, la
quai fogg a cofidelleforcine come delli condii trouarai difiegnata nella fe
guenteca ta->.
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N On bafia che ti habbia moilro come uanno fatte leforcine & li cor~
telli,che ancora bifogna che tufappi comefitengano netti,& come fé
li dà ilfiloper far chefempre taglino come rafori,e coficome ogni un di qual
profjfioncfiuoglia è obligato di tener in ordinefimilibri,fine arme,fuoifer
n,& altre cofefimili,fecundola profeffione di quello,cofiogni Trinciante^
è obligato di tenere in ordine lifuoi condii,&fare fi chefempre radino ; (3
fé il concilo no taglieràfil Trinciate pfufficiete che fia no potrà fare cofa bo
na;uolendoli dunque nettare,et darli ilfilo,tutenerai l'ordine che ti moflrerb
quifiotto.Io uoglio dunque che tu pigli un peigo di legno difialice lungo due
palmi,e largo due dita,ilquale tu farai pianar e con la piota dal maflro dite
gnameda tute le bandefil qual legno tu lo poffarai poifopra una banca ò do
uè più ti piacer à,pur che quello ilia pò fato fermo, che nonfimuoua,hauedo
poi di quella rena chefittole cadere della ruota dell'arratore ,0 altra renas
fimile,laquale deue effere benficca& ben trita,& di quefia ne buttar ai un
poco fopra il detto legno,poi pigli arai il cortello nel manico,& co molta pre
sle^^a leggiermente lofregaraifopra ditto legno da tutte le bande il manico
& la lama,tanto che tu uedi che quellofiaben netto,dipoi che il cortello fa-
rà netto uolendoli dare ilfilo,tubutt arai di nono un poco più della detta poi
uere fopra quefio legno,tenendo il cortello Hretto nel manico,ilquale con mol
ta désirera andraifregandola lama da tutte due le badeuerfo la pane del
taglio,& come tu fendrai che il cortello fi rifcaldafarà fegno che quello pi-
gliarà pretto ilfilo,all'boracomolta prefte^^a lofi égarai uerfo iltaglio dal
le bande,auertendo afar di modo che il taglio nonfiriuolti più da una ban-
da che dalf altra,ma che quello refit pari &giufto; £? quando tu uorraifape
refe il concilo haut à prefio ilfilo,tu tir orai il taglio fopra fogna del dito grof
fo della mano manca, &fieil taglio vi fi attaccar à farà fegno che il cortello
barn à ilfiloa baflan%a. Lefor cine poi uolendole nettare, lefregaraifopra il
detto legno con la medefilmapoluere, laquale farai polita Ö" bella,e tenendo
qneH'ordinefiempre li tuoi cortelli far anno politi,& netti.
0
IL T III Tv^C ^£ Tv^r E
perche gran vergogna farebbe divno che non haucffc mai adoprato quefla
forte di forcine & cortelli,cheall' improttifofe voleffe ponere a feruire alias
prefen^a delfinofignore,&però farà bene che prima tufappi il modo che_j>
deui tenere in dar principio.Io uoglio adunq; che prima da tefoto, ò accopa
piato come à te piacerà, che tu facci accommodare le tue forcine C? cortelli
fopra un tondo con una filiera nel meTgo piena di fate, cofii come èfolito di
furfi,facendo poi ponere nelmedefimo tondo vno creden^ino fitto de vnau
molica di pane,ilquale va tagliato in quadretto fugo mc^o dito,fitcedo poi
ponere fopra la fallerà & li condii vnafaluietta piegata cefi per il trauer-
fo,coprendoli poi con un'altro tondo,& a quefio modofideuono fempre acco
modare le forcine & condii ogni uolta che il tuofignorevorrà mangiare,la
faluiettafarà per ponerti fopra la fyalla per nettarti le mani, &li condii,
quando ti far à dibijognoje forcine (3 contilifaranno per imbroccare et triti
dare tutte leeoni de viudnde che faranno potte in tauclaja fallerà coi fiale
per potere poi con la punta del cortello buttar delfialefopra il tondo del tuo
fignore,& doue farà difogno,il crede^ino fatto della molica del pane farà p
far credenTorele uiuande che jaranno poh e innanzi al tuofignore;qneltocìo
poi cocheficuoprc di fopì a,vi fi pone per la graderà delTrincipe, perche
nofideue mai ponere coja innati la pfonafina,ehe nofiacoperta;Tutto qfto
ti ho minto dire,accio djc tttfappia perchefiacconcia in quefio modo le for-
cine & cortelli tuoi, jo voglio dapoi che tu ponghi queslo tondo accodo nel
modo detto,fopra una tauola apparecchiata,hauedo poi dentro un'altro piat
to una molica di una grofìa pagnotta , acconcia dimaniera comefefoßdj»
vn pe'Zgo de carne;ouero piglierai vn cedro,ò unagreßa rapa,cheogn'uno
di quefiifarà buono per dar principio a quefi'officio,moper bora diremo foto
della mollica del pane,per eh e da ogni tempo fé ne troua,laqualeacconcia co
me diffi poncrai in un pi atto,coprendolo coficomefacesli li conelli,& l'uno
(3 l'altro piatto coficoperti haurai pofli fopra la tauola,accofladotipoi a ql
la in piedhuoltando la faccia uerfo la tanola comefé uifofie il tuo fignore,di
poi tu ti accoftar ai pigliando il tondo,douefaranno li cortelli,& quello pone
rai a canto di te dalla tua bada diritta,& il piatto della mollica porrai dalla
tua banda manca,!cropr endo poil'uno & l'altro piatto pigliando congalata
ria la faluietta,chefiafopra lafahera,laquale cofii piegata per il lungo tu te
lap oner ai fopra la ff alla manca, fopra laffalla manca dico, perche tutti li
Trincianti de Trencipi grandi fé la pongono fopra la ß>alla,ancora che fiano
alcuni,che pfuo capriccio fé la pongonofui braccio,fopra il manico della fifa
da onero la pongono da un canto fopra la tauola; ma per dire il uero lafaluiet
ta nonfipuoi ponere in loco doue torni pin commoda,quanto aponerla fopra
laffalla manca;dapoi tu tiponerai con li piedi pari lontano dalla tauola vn
palmo,per non la toccare con laperfona,ilando diritto, cj? difpofio con la ulta
piglian-
%
DI VICE1^Z0CEI\VI0. 8
pigliando poi con la mano dritta la for dna grande onero la mc2gana,come a
tepiacerà,& co buona gratia tu te la butterai nella man maca,facendoti pò
fare il calcio del manico nelpolfo del dito picciolo,voltando la puta della for
dna in alto, tenendola dritta & ferma con le tre dita,cioè co il ditogroffo, il
logo,& quel di m e^go,laquai forcina tenendola a quel modo,tu batterai più
foi^a per tenere ogni gran pefio,& ancora tu la potrai girare intorno co più
facilità,fecondo che ti farà dibifogno,quello che nonpotrefli fare tenendo la
forcinaflrettanel pugno ;dapoi tu piglierai il concilo compagno della forcina
nella mano dritta,pur con gratia,facendoti pò fare il calcio del manico fiopra^
ilpolfo del dito picciolo,alciado la punta in alto,uoltado il taglio uerfo la tua
banda maca,tenendolapoiftrettocon le tre dita dette difopra,facendo che il
detog) oßo,& il deto lungo arri nino fopra il manico,con liqualitu ijrignerai
la lama del cortello,laquale lama in quel luoco non deue tagliare niente, co-
me uedraifignatodi nero nel modello,& que ilo fifa,acciò che nelflrignerlo,
& neli' adoperarlo,non ti tagli le mani.Hauendo adunque la forcina & il cor
tetto nelle mani nel modo detto difopra,famandoti con la perfona dritta &
giufia,fien,^apendere da niffuna banda,poi con la mano dritta,doue uitieni il
cortcllo,tu ti accommodarai il piatto della molica a canto di te dalla banda
manca,& cola punta della forcina,^ quella del cortello tu uoltoraila moli
ca di forte,che con molta commodità tu la puffi imbroccar e,poifilandofiem-
pre con la perfona al tuo fegno, tu ponerai il cortello perfiancofopra la molli
ca del pane,premendo con quella all'ingiù per tenerla più ferma nel piatto ,
& con la punta della forcina perfiancho tu imbroccherai la molile a,auertedo
di ponere lafiordna inparte,chettt imbrocchila mollica giufia diforte che la
non peda da nißttna bandafimbroccato che tu haurai,la leuarai in alto aiuta
doti un poco còla puta del con elio per dar ni più grada,fingendo poi le brac-
cia innand,tenendo le mani alte dalla tauola due palmi,più & meno fiecodo
il tuo giudi t io, auertcndoti che quato tu il arai alla tauola più d.ffi,fio,& co
miglior garbo,tu far ai più belvedere,tenedo leuato fu in alto la punta ddla
forcina,(£ del cortello,fhcendo piegare un poco la forcina verfio la tua bada
diritta,accioche quando tu trinciar ai la mollica,quella non ti venga a cade
refopra la mano,ma vada a cader giuila nel me^o del tondofilquale tu de-
ui hauer apparecchiato per quefio effettofiottol'orlo del medefimopiatto, (3
dipoi co buon garbo fen^a maneggiarti punto con la perfona,tu accoslarai il
taglio del cortello alla mollica del pane,tagliando di quella infette larghe (3
fottili,facedole cadere gìnfle nel me^o del tondo,che tu hauer aifiottola ma
no;Vrinciato che haurai di quella a bafian\a,tu pigliar ai con la puma del cor
tetto un poco difate nella faliera,alciado vn poco la mano del contilo in alto
tu bttttarai il fate fopra l'orlo del tondo,auert endo di non lo buttare in me1^-
%p il todo fopra la mollica trinciatale meno fopra a tauola,che farla brut-
to
iL T III 7^ C I *A 2^T E
to vederejeuando poi con la mano del cortello quelmedefimo tondo, tu topo
nerai da vna banda,rimettendo ndmedefiimo luogo un'altro tondo, fen^a^
abbaßar mai laforcina,&fen'%a moucrti dalluoco tuo,ritornando di nuouo
à dar de molti colpi di cortello per il dritto,^per iltrauerfo nella molluru,
l'uno à canto all'altrOffenda aliare molto la mano del cortello,& fen^a ma
niggiarti con la perfonafiottando poi il taglio del tortello verfo tu,entrando
nella mollica gentilmente tirando all'in giù,nefarai cadere la mollica trincia
ta minuta nel mc^o del tondo,buttandò poi con la punta del cortello tifale
fopra di eßo,congrada laponeraida vna banda, dapoi te anderai di nuouo
trinciando di quella mollica tdta,ouero infette grande, come à te piacerà,gi
rando intorno la forcina per accommodare la mollica al taglio del cortello ,
& cofiandraifacendofinoche tu babbifinitodi trinciarla quafi tutta,dapoi
tu uoltarai la punta della fordna all'ingiù facendola pò far e nel mcT^o del
piattOjdoue tu la piglia Hi, pofando la coïla del cortello fopra efìa mollica.»
à canto li branchi della for cina,pr emendo la mano all'ingiù, tirando la for ci
na all'insùftu difimbroccarai il refiante della mollica, facendola refiare nel
piatto doue prima la leuafli,nettondo poi congrada colafaluietta,che tu ha
uerai infpalla le tue forcine,^ cortelli,^ li ritornarai alfuo loco di prima,
ricoprendo l'uno & l'altro piatto comeprima,facendoli leuare di tauola, &
rimettere al luoco fuo,& cofiifacendo da tefteffo molte uolte,tu ti andarai ac
comodando diforte la mano,che in poco tempo poirai feruire alla prefen'^^u
del tuofignore.Queslo ch'io uoglio,che tu faccia fin qui, non può feruire ad
altro,fe non al dar principio, & adeilrarfi la mano; & queslo ti ballerà per
hora,perche il restante ti moflrerò poi quando farà tempo.<JMa nota che fé
bene io ti ho detto ch'io uoglio,chetufiia con li piedi pari lontano dalla ta-
uola vnpalmo,con le braccia alte,& diile fé,& diritto con laperfona,fen^a
piegarti da neffuna bada,che io non uogliogià per quefio che tufiaobligato
diftar fempre in quel modo dritto, come fé tu baueffi un palo cacciato derie-
to; ne manco uoglio che tu ti maneggi diforte col capo, con le mani, & co tut
ta laperfona,come fanno certi,qualipare,cbe uoglianogiocare de mani, &
far bagatelle.-percbe queslo farla brutto uedere, & moueria à rifo ogni cir-
coftante; an^i uoglio, che tu poffi mutare l'uno & l'altropiede, accoslani alla
tauola,leuare,& ponere un tondojfecondo tifarà dibifognoma foto io uoglio
che tuflia in quel modo,quando che tu hauerai la robba fopra la forcina alta
dal piatto,& che tu la uorrai trinciare;perche slando tu in altro modo,tu no
oßeruareflil'ordine,&farefli brutto vedere;ogni cofa uoglio bene che tufac
ciafenTa. affettadone, & con buona grada; & queslo ti basierà in bauerti
moflrato comefideuefare per dar principio à queïlo officio del trinciante^.
Quello
DI y I C E V^Z 0 C E F^V I 0. 9
V Enuto chefarà lituo fignore doue fimangia,non voglio già, che tu foc
ci come io ho uedutofare alla corte d'VrbiriOyche nell'horà del magiare
il Trinciantefiparte dalla tauola,& lafia leviuande il beneficio di fortuna^,
(S vaffene alla creacnta,Ç^piglia il bacale & boccale,(S uienfene à dar l'ac
qua alle mani al jùo fignore,&poi ritorna l'uno & l'altro alla credeva ancor
chefiaaßai lontana, (S molte volte auiene che lui ritorua,e troua che'l fuo
fignore fa rà pòfiaalla tauola, & altri hauer ano fatto qllo che tocca ueramete
di fare al Trinciante,come tu intenderai ; & che fiait nero, eh e non tocca al
Turiate il darf acqua alle mani,uedafi nella corte di I{oma ,eparticolorme~te
in qlla del fupremo Trencipe,che toccafiempreal Coppieri di dar l'acque alle
mani prima,& dapoi il mangiarc,doue che facendo queslo officio il Trinrian
te,non verrebbe ad offeruare quello ch'io diffi,di non laßar mai la viuanda di
vifia,poila che farà in tauola,fin cheli fignore nonfaràpoflo a federe. Venu
to dunque ilfuofignore,(Spofiofi à federe,l'officio del Trinciantefiorà di ac-
coilarfi alla tauola, dottefono li tuoi cortelli,& uoltadoti con la faccia uerjo
lituofignore,leuandotila tua beretta di capo farai congratia la tua riueren-
%a,ritomandoti à ricoprirefiubito per poter maneggiar e tutte due le mani; per
•che cofi comporta il grado di queslo officio,di feruire col capo coperto, fé però
il tuo fignore nonfacefie come molte volte io ho veduto fare à certi fignori,fi
quali per efiere giunti a un grado, doue forfè non vipenfarono mai, non. vo-.
gliono per. conto alcuno,che fé il parli,ne che fé il faccia alcun fierLud^-C^yJm
col
DI V I CElsfZ 0 C E\V I 0." io
col capo fcoperto,& uogliono efiere poco mcno,che adorati;ma queilì tali do°~
urlano imitare il [{e di Francia, alla prefcn^a del quale è lecito ad cgn'vno
di ilare col capo coperto -, fatuo quello con cui fu a maefià fi degnar à di
parlar e,per eh e la grandetta d'un Principe non confile al giù ditio mio ir^
quefia cerimonia di non voler chefieleparli ,fie non conia baretta in mano ,
ma fi bene neu'effere Trencipegiufio amoreuole,Ç3 liberale.Pyitómato che tu
ti hauer ai la barretta in capo,tuficoprirai prima il tondo del pane del tuofi-
gnore,& cofifeoprirai tutte le uiuande, acciochc ilfignorepoffa uedere quel
la che più le piacerà,& da quella cominciare a mangiare.Sendo dunque ficop
te tutte le uiuande della prima portata, & ìmuendo poi a uenire la feconda^,
ne farai fare lacreden%a,comefacefii la prima uolta.Quando tu haueraitut
te le uiuande fopra la tauola,farà tempo che tu ti comincia maneggiare. Mi
prefitppongo adunque che fopra la tauola nifienodi tutte le forte di uiuande,
cheficoilumano di magiare alla tauola de'granfignore,uolati!i,&non uola-
tili,faluatiche,& domeSìicbe,cofi di dui piedi,come di quattro piedi,cotte &
accocie in diuerfi modi,& di tutte le qualità de pefei,cofidi acque dolci come
falfe,(3di tutte le forti & qualità eli fruttile quali p eßer molto dijferëti,uàno
ancora imbroccate,et trinciate differ et emente,com e da me intederai.Et acciò
che tu nonpofiì falliremo ti moilrerò di mano in mano la robba, che tu domai
trinciare,& leforcine,& cortelli che dour ai adoperare. CMa nota che fé be-
ne io mi fono offerto di mostrarti,comefiimbroccano,^ comefitrinciano tut
te le cofe,che io non uoglio già efiere obligato di dirti quanti colpi di concilo
fi detteno dare in un pesgo di carne di uacina per trinciarla minuta òffolue-
ri%ata,nc quanti offi, ò neruifiouo in un piedi diporco,ne meno quantefpinc_>
fono'in una taccia perche a me non pare, che torni alpropofito noSìro ; ne^>
meno dirò di noter fare lemarauiglie,comc h anno fatti alcuni di queila gfef
fione,qualififono uontati di noter e con la forcina & concilo leuare tutte IOJ*
fpina ad una lacda,et imbroccare una por chetta con la forcina, & tenaria iru
alto,fmembrandola tuttafen^ sbreccarla mai,& di uolere imbroccare vru
melonc,etfcn\a sbroccarlofar cadere le fette ad una ad una fpicche dalla feor
zto;eponedefiopra li todi,&far certe altre cofefimili,doueche qfli tali quado
•fono poi venuti alla prona non fono rinficiti;fiche dame non afpettare di fape
re che io ti moilri nifìuna di quefie cofe, perche non bafia l'animo di faperto
fare, ma foto ti dirò che tutti li animali di piuma hanno la medefima congìun
ture,& che tutti nano imbroccati nelle reni uolendoli trinciarefiopralafiorci-
na,et ni nano dati più colpi,et manco,fecondo lagrandexga & qualità di cffi,
& fecondo quante parti ne uonaifare.Li animali poi di quattro piedi fono be
differenti a"ofß,& di carne,& perciò vano imbroccati,e trinciati differèteme-
te,co:ne ti mofirero.Volendo adunque noi dar principio,come diffi, di trinciare
ali? f'^^en-ra del tuofignore,pernon mettere ogni cofa in confufione,fiarà be-
B 2 ne
IL T \ I 1<{ C I .A WT E.
ne che noi cominciamo dalli animalinotatili, & poi fe guitaremo per ordi-
ne , & di mano in mano l'altre cofe ; ma perche de tutte le forti d'a nimali
non vi è neßirno di più predo o filma che il panone, incominci aremo do
quello.
B 3 tro
IL T Fy.I H C I .A'tflyj T' E
ro taglio alla medefima cofia dalla banda di fuori, entrando bene fempre col
taglio a canto l'offa della cofii a,affiondando bene l'uno & l'altro taglio fino al
lofio del groppone,^ quefiofifi,accioeh e la ccßafi lieuipiù facilmente; ö"
perche re Sia ancora più carne della coffa attaccata al groppone, dato cheta
batterai li dui tagli alla cofia-diritta, tu porterai la punta del cortello dallas
banda di fuori della detta coffa nella polpa,fiotto la congiuntura della cefiaÖ"
fopra coffa,facendo entrarla tanto dentro,eh e tu fìnti che bafia,h attendo il ta-
glio del cortello volto verfo la tua perfona, tenendo ben ferma la forcina^,
voltando il cortello^verfo te,ne leuarai la cofia facilmente,per li dui tagli da
riti prima,la qual cofia cofi fopra la punta del cortello con gratia penerai nel
medefimo piatto del pauone:fatto questo turiuolterai di nuouo il pauone^.
per fianco con la banda manca difiopra,& che il piede guardi di fopra vn pò
co verfo tatua banda manca,facendo piegare vn poco il pauone inanti per
accomodarlo attaglio del con elio,poi tu ritingerai la punta del cortello colta
glio all'insù,entrado con efiofiottol'ala manca, tu darai ilfuo taglio alla cof-
fa manca dalla banda di dietro,entrando bene col taglio à canto l'ofifo della cof
fa,affondando poi il taglio del cortello all'ingiùfinoall'offa del groppone. Da-
poi tu volterai vn poco il pauone col piede su dritto, & col taglio del concilo
volto da baffo tu darai il fecondo taglio alla cofia manca dalla banda di fuora
entrando ben col taglio fino à canto lofio della, coffa,affondando bene il taglio
fino al groppo-negato che tu feriti che la coffafiaquafii fpicca, leu ado poi il cor
tello,tu panerai la punta digiufo nella polpafiottola congiuntura della cofia,&
fopracofìa, dalla banda di fuor a,entrando bene dentro tanto che ti baila, te-
nendo poi ferma la mano dellafiorcina,tu volterai la punta del cortello in fino-
ra gir adola all'ingiù verfo te,tu ne leuarai co molta facilità la.coffa manca,la
quale con grada con la punta del cortello furai cadere nel piatto del pauone ;
leuato che batterai le due coffe, volendo tettare ilcoüo,tu abbafìayai Umano
dellafiorcina,tato che'l collo del pauone tocchi nel piatto, OS che il groppone^
guardi difiopra,ponedopoiil taglio del cortellofiottola tua mano della forci-
na fopra il collo del pauone,e ale andò quello all''ingiù fopra effo collo,alando
i n alto la forcina, & maneggiando il pauone, il collofifipiccheràfàcilmente
facendolo refiare nel piatto del paltone. Leuato che tu batterai il collo & leu>
cine cofie,il pauone ti reiiaràpiù leggierifopra la forcuta, doue co più facili-,
tà lo potrai tenere,& diuidere; ma nota, che il pauone per cfiermolto grofifo
di elfi & polpa, fé ne potrianofare di molte parti,ma pc he il Trinciate,pfuf-
ficiente che eglifia,nonpotrà feruire a piudijeiperfoneuolendolefieruir be-
nc,& far fi che tutte le cofe,che lui trinciarà,habbino lifiuoicolpi alla congm
ture,& luoghi ordinarijiperebe molta differentiafitroua dai trinciare,all'acce
nare,perche alcuni ugnano col cortelio, & non tagliano; mafieil Trinciante^
vorrà feruire. come fi deue,dico che non potrà feruire. à più di fei perfin(LS •
iA dunque
DI V I C E \ Z 0 CE TI y I Ô. T2
xAdunq; del pauone tu ne far ai foto fei partific^afieruirtidel cotlo,ne delle cof
fie nel modo che tu intender ai.Voglio dunque cofi come tu cominciaci dallai
bada diritta per leuarne le coffe, cofi uoglio parimenti che tu uadi feguitado
dalla banda diritta per trinciare il re ilo del pauone,tenendo fempre quello le
nato in alto,tu miterai il pauone col groppone difiottoff ingerito quello inauri
ucrfio il tuo fìgnore,& col taglio del cortello mito difiottotu darai il fuo ta-
glio alla cògiutura della puta de l'ala,ponedo la puta del concilo in efia dalla
bada difinora,riuoltado la puta del cortcllo,& giradola intorno la farai cade
re nel tondo,eh'io dijfi,che tu pone/fifittol'orlo del piatto, dipoi tu uolteraiit
petto del pauone ucrfio la tua bada diritta,facedo che il collo chefioradifopra
fiia ttnpQco mito Ìfinorauerfo il tuo fignore,& coltaglìo delcorttllo mito aW
ingiùnti darai un taglio per illugo del paume incorniciando difiopra acato la
fpalla diritta,venendo gin fino alfianco,affondandc bene il taglio del concilo
fino all'oßo. Quefio taglio per il lungo datoli in quel luogo,fé li dà quando che
del petto del pauonefiene ttoglia fare le fette larghe, Ç^fiottile,cofi come uo-
glio che tufacei horaSDato che tu hauerai quefio taglio per il lungo dalla ba
da dkiita,tn piegar ai un poco il pauone uerfo latita mano diritta fopra il ton
do facendo tuttaitia che ti collo guardi infttora,poi col taglio del cortello mi-
to uerfo la tua mano manca , & per il lungo della punta del petto entrando
gentilmente,tiranelo il taglio uerfo te all'ingiù, tu ne toglierai quattro fettem
fintili del petto facendole cadere fopra il tondo che tu batterai fiotto la mano,
frangendo poi il pauone'mantifacendo che il petto guardi il tuo fignore , £5"
col taglio del concilo volto all'ingiù tu darai tint aglio alla congiuntura del-
l'ala diritta, entrando tanto che tu feriti che quellafiaqttafifficca di netto,pò
nendo poi la punta del cortello in efia quella leuarai,fhcendola cadere fbproj>
il medefimotondo, poi con la punta del cortello tu piglier ai gentilmente uru,
poco-difiale,aliandoun poco la mano in alto : e con gratia lo butterai fiopraî
orlo del tondo,atteri endo di no baiarlo fopra la tauola,che oltre,eh efioria brut
to uedere, fi final dire effer trifioaugurio ilffargerc ilfialefopra la tauola ; il
qual tondo lo leuarai poi con la mano del medefimo cortello,e lo porterai dina
37 al tuo fignore, onero lo darai ad un geniilhuomo che glie lo dia,ancrtendo
fempre di tenere il pauone leuato in alto,fiefarà poffibile. Et quesloribafierà
per hauere fatto il primo tondo con lapunta dell'ala,l'ofiodell'ala, & di quat Trimo to
fro fettefiottilidel petto. do del pa
Volendo fare il fecondo tondo,tu ritornerai con la perfona al tuofegno,ml uone_j>*
tarlo il paltone perfianco,cioè che il groppone guardi uerfo la tua mano dirit
ta,(£ che il collo guardi uerfo la tua mano manca, aucrtendopoi che attacca-
to a!groppone ni deue reSfare di molta carne di quella della ccßajäquale io ti
feci laß or e a pòfia, quando tu defili li dui tagli alla cofia diruta, e tenendo
ben ferma laforcina,tu trinciar ai quella carne fòttilmente, & la far ai cadere
B 4 nel
IL T III 2\£ C Ai V^T E
nel tondo che tu deui hauerefiottola mano, voltando poi il groppone verfo di
te tu volterai il taglio del cortello verfo la tua mano manca,t agiterai quattro
fettefiottilidel petto del pauone facendole cadere nel me^o del tondo, poi
fingerai il pamueinanti verfo il tuofignorevoltando il groppone di fopra et
col taglio del concilo mito all'ingiù tu darai vn taglio alla congiuntura del
groppone dalla banda diritta, entrando bene a bafio, tanto che tufienri,cb(Lj>
quellofiafpicco, tirando poi il cortello uerfio tefien^alenarlo, far ai entrare lo
punta in quel buco della parte diritta del groppone, douefnole Slare attacca-
ta la coffa, & come tufentirai che la punta farà entrata, tu tener ai ben fer-
ma lafiorcina,riuolt andò lapunta del cortello uerfo te dalla banda diritta, tu
ne leuarai facilmente la parte diritta del groppone, & cofifopra la punta del
cortello la porterai con gratia fopra il tondo ;ma fempre haid'anertire, chela
robba che tttponeraifiopra li tondi, ni fia poila congarbo; perchefioraparere
il tondo affai più bello ;fhtto queslo tu piglierai dinuouo ilfialeconta punto*
del cortello,e lo butterai come prima fopra l'orlo del tondo, ilquale di tua ma-
no ò d'altri lo far ai porr e doue farà bifiogno ; Et quefio bailer a perii fecondo
Secondo tondo fatto di quella carne della cofia, che resla attaccata al groppone^ ,
tondo fiat di quattro fette del petto, & della parte diritta del groppone. F olendo fare il
to del pa ter^o tondofio uoglio che tu miti il pauone col groppone di fopra,Ç£ che guar
uone_j>. di un poco uerfio la tua banda manca , & la prarte del collo verfo la tua mano
diritta, poi col taglio del cortello mito uerfo la tua mano manca tu darai il
fitto taglio ali a punta dell'ala manca, ponendo poi la punta del cortello nel
melodi efifii rinolt andò il con etto in su, girando uerfo te tu ne piglierai la
punta dell'alajaquale con grafia farai cadere nel tondo, che tu hauerai per
tale effettofiottola mano ; uoltando poi un poco la mano della forcina, farai
che il groppone guarda di fuori uerfo il tuofignore, & il collo uerfo te al-
lingiù,& col taglio del cortello mito da bafio tu darai un taglio per il lungo
delfianco,cominciando difiopra à canto il groppone, venendo fino alla pun-
ta della ff alla, affondando bene il cortello da l'un capo all'altro fino all' ofifio
delficaramaffio,&quefio taglio ancor luifieli da, per poterne conpiu facilità
Iettare le fette del petto, noltando poi il taglio del cortello verfo la tua mano
manca, tu entrar ai con eßo gentilmente nel petto del pauone, e ne toglierai
quattro fette da l'un capo all' altro,larghe,^fiottili, lequali farai cadere nel
me^o del tondo; tu ff ingérai dipoi il pauone inanti uoltando quello ; che il
groppone guardi difuora uerfo la tua banda manca,& il collo uerfo la tuo*
mano diritta, & con il taglio del cortello mito uerfio la tua mano manca tu
darai ilfiuo taglio alla congiuntura dell'ala manca,entrando tanto dentro,che
tufienti che quellafioffiicca,ponendolapunta del cortello in efia, tu la farai
cadere nel tondo,facendo ebe ogni cofafiaben compartito, &poi con buono*
gratia tu ni butterai con la punta dèi cortello ilfialedandolo douefarà bifoyio
e?
DI V I C E T^Z 0 € E 71 y IO. 13
& queslo baflarà quanto alterco tondo fatto della punta dell'ala,& de quat Terzp to
tro fette del petto della banda manca, & de lofio della fpallo*. do fatto
Volendo fare il quarto tondo, tu miterai il pauone corni groppone di fot- delpauG*
to,ma che pieghi un poco uerfio la tua mano diritta, & col taglio del e ort dio nt^s.
uolto uerfio la tua mano manca,pafìando con il cortellofinoa metgo la lama
manti tu darai un taglio a trauerfio alla forcella del petto, &'fien^a tenore il
cortello, tu farai entrare la punta in efiaforcella, uoltando in un mede fimo
tempo il paltone con il groppone di fopra,al'zando la forcina in alto,calcando
il concilo da baffo,tu ne ficcherai la forcella del pctto,& quella farai cadere
nel tondo, che tu haueraifiottola mano ; dapoi tu finger ai il pauone inoriti,
voltando il groppone di fopra, ma che guardi un pò co infiuora,Ç3 congratia
tu piglierai tutta quella carne della cofiia,che reilò attaccata alla porte man-
ca deigroppone infettefiottili,facendole cadere nel medefimo tondo; voltado
poi la parie manca del petto uerfio te,ne toglierai due otre fette fiottili diquel
lo,e lefioraicadere nel medefimo tondo ; Et quefio tondofiottodella forcella* Quarto
del petto,& di quella carne dello cofia, che reSìò att acato alla part e manca t'odo tri
del groppone,con tre fette del petto, crederò che bofierà per farne il quarto ciato dal
tondo, fopra ilquale tu ni butterai il fino fiale, & lo feruirai doue farà più pauone*
bifiogno.
Volendo fare il quinto tondo,tu uoltaroi il pauone con il groppone di fopra,
& con il taglio del cortello uolto all'ingiù tu darai un taglio alla congiontura
deigroppone dalla banda manco, entrando bene tanto che tu fiend che quella
fi fpieea,tirondo un poco il cortello uerfio tefim%a !euarlo,tufioraientrare lo*
punta nella parte del groppone,douefioraun buco, donefittolefiore attacata
la cefo manca,come tufientir ai che lapunta farà entratogli tener aifiermola
forctno,uoltando lo mano del concilo uerfo te:tu ne leuarai la parte manco*
deigroppone, laquale con la punta del cortello far ai cadere nel tondo che tu
bottera!fiotto Umano ;voltando poi tipetto del pauone uerfio lo tua banda di
ritta itoliondolo dalla banda diritta difopra, & ne toglierai due fette fiottili
del petto,riuoltondo poi la parte manco difiopra,&ne toglierai altre due fette
delpetto,facendole cadere nel medefimo tondo,volt arido poi il collo di fiopra
& il codirone difiotto, Cf con il taglio del cortello volto all'ingiù , tu darai vn
taglio tra il collo & la fpallo manca, aliando la mano, tu cacciar ai la puta
del cortello in efia j(palla, tenendo ferma la forcina, piegando il cortello in fino
ra nef piccherai lofio dalla fpallo dalla bada manca, facendola cadere nel me
defimo tondo,e buttandola ilfinofiale,lofarai feruire doue a te piacerà;^ que
Sto bofierà per hauerti moilro comefidebba fare il quinto tondo, fatto delLi* Quinto
porte manca delgroppone,di due fette del petto della banda diritta, & dueu, tondo fiat
altre fette della bando manca, & dell'ofio dellafipallamanca. to di pa-
V olendonefioreilfiefio & vltimo tondo,tu voltarai il collo difiopra,& da- Ilonas.
rai
IL T III JffC I a V^T E -
rai col taglio del cortello volto all'ingiù vn'altro taglio trail collo, & lo*
[palla diritta, tenendo ben forte la forcina, piegando il cortello tu ne fa^
rai fpiccare la fpallo, ponendo lapunta del cortello in efìatra il collo, (J
la fpallo, quella ne leuarai, facendolo cadere nel mc^odcl tondo, che tu
boueraifiotto la mano ; voltando poi il petto di nuouo verfio la tua ma-
no diritta, voltandolo da qual parte più ti piacerà, ne toglier ai tutto il refiç
della polpa fette fiottili ; facendole cadere nel medefimo tondo ; dapoi tu
abbaflar adornano della forcina, facendo che il codirone del pauone toc-
chi nel piatto , ponendo il taglio del concilo dirietto fiotto li branchi del-
lofiordnafiopra l'ofio del codirone , calcando la mano della forcina, &
quella del cortello in un medefimo tempo fopra il piatto,& il codironefifpicà
ear à facilmente,ponendolo ancor lui nel medefimo tondo,e buttandone con la
punta del cortello ilfinofiale,tulo far ai feruire doue farà necefifario ; (5 quefio
Sefio, & farà per hauere intefio comefideue fare ilfiefio& ultimo tondo de l'ofio della
vidimo fpallo diritta, & del reilo della polpa del petto da tutte due le bande, & del
todotrin- codirone,laficiando ilare ilficaramafiiodel petto, & delle reni, che quelle re-
ciato dal Starannofioprola forcina; Lequalifinitoche faranno difiorele friparti,tu noi
pauone^? tarai lapunta della forcina da bafio.dando con la cofia del concilofioprocfiio,
tu defimbroccherai quella parte del pauone cheti refiafioprolafiordna , la-
qualefioraireStare nel piatto gettando poi la tua forcina & cortello con la fai
uietta che tu hauer ai [opra la fpallo. <JMa nota chefieberteio diffi,chetunon
detti mai abbaffare, ne pofare quella robba che tu batterai fopra la forcina*,
fino che tu non bouerai finito ài trinciare tutta quello parte che ti fora bifio-
gnojcbefi deue fempre intendere conditionatamente;comeverbigratia,fie per
forte quella robba che hour ai fopra la forcina, fttfie tanto grane, che tu non*
la potcß tener e,ouero che ilgrafio di quellafiofifecalato giù per laforrina,eri
baneßeonta tornano, ß dell a forcina , come del cortello : di forte che tu fiofif
forato di pò farla. In uno di queili cafi, io uoglio che ti fia lecito diabbafia
re la mano dellafiorcina,& pofare lo robba nel piotto,ma farlo con galant e-
ria,difòrte che paia,che tu ti itogli nettar le mani,leuare un tondo,ouero mit
tare un piatto do luogo a luogo, & fimili oltre cofe; accio non paia che tu hob
bi Stracca la mano. tS^Cafie tu hauerai ilpolfo tanto gagliardo, che tu pcffi te
ner di continuo leuato in alto un pauone, ungallo d'India, una grue, o qual-
che altra cofiagraue,fino che tu boueraifinitodi trinciarla, non è dubbio al-
cuno chefioropiù bel uedere, & nefaresti la u dato da ogn'uno , &pcr quefio
deui con ogni tuo potere sformarti di non abbafìare moifienon per for%a, &
quefio credo che dourà baSiare in batterti moStro come fi diuide il pauone gio
*t{ota*. nine,firolio,(3 bene acconcio dal cuoco. Delpaucne uecchiopoi duro, & mah
acconcio,io non ho minto parlare, mafieper forte te ne farà poslo inondi un
tale, fen^a imbroccarlo o Iettarlo in alto, tu farai olmodo Froncefie, onero
Todefco,
DI V I C E 7^ Z 0 C E II V I 0. 14
Todefco, ponendoli li branchi dello forcina nel petto, 0 in altra parte, done ti
tornar à più commodo,tagliando di quello infettefiottilifocome ti piacerà,fitr-
uendoti folamente del petto,& il reslo manderai via ; cofi come io voglio che
tufacei di tutte quelle cofe che tu conoficerai non ne potere hauer honore. Del
pauoncinogiouane, cioèilpollaflro chevafimembratofiopra la fiorcina,&no
diuifiofio neparlarò in altro luoco, ma bora perfieguitarel'ordine noilro,noi
diremo comefitrincia il gallo,otter 0 gallina d'Indio*. '
I Lfafano è v cella fàluatico,& è molto buono cotto in eliucrfi modi, pur che
quellofiomangiato alfinotempo,& fia bene acconcio dal cuoco .
Volendo dunque trinciarlo, tu pigliare la forcina grande, & il corte Ila me^
%ano , ponendoti gutfiocon la perfona. Tu metterai la punta del concilo di-
nanzifiottoil colla delfiafiano, onero di dietrofiottoil codirone,che in ogn'uno
quefli dui modiflorabene,voltondo poi ilfafiano colpetto difiotto,tu lo imbroc
cherai nelle reni,facendo entrare li branchi tonto da baffo, che tu intacchi fio
conia puntaneli'ofiio del petto,auertendo che non paffuto molto entro,accio-
che quelli non ti impedifiero nel trinciare il petto delfiafiano: imbroccato chc_
tu l'bouerai,lo leuarai in alto accompagnandolo fempre con lapunta del ccr-
telhjper dami più gratia;leuato che tu l'bauerai in alto,hoi da confiidcrar(u>
prima olla quantità delle parri,cbene deui fare,che queila part e in un Trin-
ciante è betlififima d'bauergiuditio nel compartire bene la robba, che h onera
fopra la for dna,&fieper forteti bifiognafiie diuidere ilfafono in molteparri,po
trai fare li tondi più debili ; Et per il contrario li potrai fare più gagliardi on
dando diuifio in poche parti. Delfiafanonon voglio che tu ne facci più diquat
tra parti, cafio chenonrioccorri di farne più, che in queila cafio hai da fiore d
neceffuà virtù. Voltar ai dunque ilfafiano con il collo di/opra, & li piedi di-
fiotto,fiocendali piegare verfo U tua mano diritta,v alt ondo il taglio del cor t
lo verfio la tua mano monca,entrando con lo punto innan^tn darai il fuo ta
glio ordinario alla cofia diritta dalla bando di fuori, entrando bene col taglio
del cortellofiottol'ancafinoà canto l'oßo deigroppone, Iettandone il cartello
' tu,
DI V I C E ri Z 0 CERVIO. 17
tu fpingerailafiordna innanti, di modo che il petto delfiafano guardi uerfio il
tuafignoreentrando con lo punto del con'•ella, coltaglio uolto all'ingiù, tu da-
rai il fuo taglio ordinario dalla banda di eientro, affondando bene il cortello fi-
no all'offa del groppone,tenendo ben fermo la mano della for dna,tuponerai la
punta elei concilo dalla parte di fuori della cofio,nclla polpafiottola congiun •
tura della coffa,&fiopracofia,valt ondo pò i lo punta del cortello verfiote, ne le
uaraila cofia facilmente ititcgrajaquale con gratia porterai nel tonda, che de
ui tenere fotto la mano per tale effictto.CMa nota,che fé ilfafiano farà integro,
& che tu fi] ficuro che non fi rompafinlofiorcina,tu li darai prima ilfuo to-*
glio alla congiuntura della cofia &fioprocoffo,diuideneloquella in due parti ;
mafieilfafianoporta pericolo di romperfi,li leuarai lo cofia intiera, come ti
dififi prima,voltado pai ilfafiano manti verfo il tuofignoredarai un picciol ta
glio olla congiuntura della punta dell'ala diritta, & con la punta del cortello
U farai cadere a baffo nelmedefimo tondo;voltarai poi il petto verfio la tua*>
mono diritto piegando il collo infuora,tu darai col taglio del cortello uolto da
bafio un taglio per il lungo dellofipalla a bafioygirondo un poca laforcina,tu
ti accomodar ai il fafiano al taglio del con elio,colanole volta uerfio la tuo ma-
no monca entrar ai nel petto delfiafiano toglianelone quattro fettefiottili,lefa
rai cadere nel me-^o del tondo,accomodando bene quclle,che l'uno nonfiofio
pro l'altra,pcrfiorparere il tondo più ampio,butt andoui poi ilfialefinl'orlo del
tondo lo darai òfioraidare al tuofignore; Et qmflo farà in quanto al pri-
mo tondofiottodella cofia diritta,della punta dall'ala diritto & di quattrofietVrimo
ta dei petto della banda dir itta;volcndafore il fecondo tondo,tu volt or ai Ufo do del f
fano con il collo difiotto,& il piede manco difiopra,cfipingendoun poco ilfiafia fiano.
no irianti,darai tifimi dui tagli olla cofiia,l'uno di dentro & l'altro di fuori, oc
commoelandati fempre la mano dellafiordna attaglio del con elio ponendo poi
la punta del cortello nella palpo della coffa,gir ondala uerfo te,lo tettar ai facil-
mente per li dui tagli datili diprima,& la lafiiarai cadere nel tondo che tu ha-
ueraifiottola mano;dapoi tu uolterai un poco il collo del fafiano uerfio lo tua*
mano diritta,e darai ilfinotaglio alla congiuntura della punta dell'alo m oca,
<& con lo punta del cortello la farai cadere nel medefimo tondo , voltando il
collo uerfio lo tua perfona con il groppone dallo banda di fuori, col taglio del
cortello uolto all'ingiù tu dar ai vn taglio perii lungo do alto a bafio, volt on
do il taglio del cortello verfo la tua mano manca,ttt entrât ai nel petto delfufa
no,& con gratia ne tagliar ai quattrofiettc,lequalifarai cader-e nel medefimo
tondo, (£ butt andoui ilfinofialelo dorai douefara bifogno ; Et queslo ri bo-
fierà per il fecondo tondo fatto della cofia manca, della punta dell'ola manca,
& delle quattro fette del petto della banda manco*. Secondo
Volendofareil ter^o tondo,tu fpingerai la punta della forcina inanti,vol- tondo,
tondo il collo delfafianodifiopra^ col taglio del cortello volto da bafio tu da-
Ç rai
I L * T ^ 7 2^ C 1 JL Ts^T E
rai ilfuo taglio alla congiuntura dell'ala diritta, facendola conia punta del
cortello cadere neltodo che tu boueraifono la mano^voltando poi vn poco la
punta della forcina verfio la tua mono dhitta, voltando il taglio del cortello
verfio la tua mano manca,fpingendo la mano del cortello inanti,tu darai ilfuo
taglio a trauerfb del petto,entrando nella congiuntura della forcella del petto
quella ne tagliami tirando il cortello indietro ferrea tenario,facendo entrar l
punta dentro nellafiorcclla,volt ondo in vn medefimo tempo ilfafiano col coll
da bafio tenendo ferma lafarcina,calcando lapunta del concilo all'ingiù , tu
nefpiccberai la forcella del pettojaqualefiorai cadere neltondo;dapoi tu fpin
gcroila punto della forcina inanti,fiacendo che il petto delfiafiano guardi ver
fo il tuofignore,coltaglio del concilo volto da bafio tu dorai ilfuo taglio alla
banda manca del gropponc,entrando tanto a bafiia,che tufieraiche quello fio*
fipicco,poi con lapunta del concila lo ditto parte manca farai cadere nel me
defimo tondo;voltaroi poi il petto verfio la tua mano diritta, col taglio del cor
tetto verfio la tua maria manca,tu tagliar ai quattrofiette della polpa del pet-
to,doe doifiette da ogni banda,girando fempre intorno la forcina fecondo Ubi
fogno per accommodareil fafiano al taglio del concilo,lequali farai cadere nel
tonda, butt andoui poi il fuofiate,con buono grada lo darai donc farà bifejgno;
Et quefio bailerà per il ter^o tondo dell'ofio dell'alo diritta, deìlaforcella del
Terato petto,& della pane manca del groppone,condue fette do ogni banda del pet
d°. to. Volendo poi fare il quarto &vltimotondo,tu fpingerai la forcina inori-
ti,voltondo il colla del fafiano verfo la tua mano diritta,& col taglio del cor-
tello volto verfo la tua mano manco darai il fuo taglio olla congiuntura dell'
- ala manca, & con la punta del cortello lafioraicadere da bafio nel tondo;uol
tondo poi il collo difiottocol taglio del concilo volta oli'ingiù tu darai tifino ta
glia alla congiuntura del groppone dalla banda diritta, affondando bene il
cartella tanto che tuf enti che quellafioquafifpicca di netto, & conia punta*
del condì) la farai e oder e nel medefimo tondoivoltondo poi un poco il petto
delfiafiano verfo la tua mono diritta,col taglio del cortello verfo lo tua mano
manca girando la farcino intorno,fiecondo che ti farà bifogno, trinci arai ilr e-
fio della polpa del petto da tutte due le bande, facendola cader nel meTgo
del tondo;volt ondo poi la punta della forcina verfo te,dar ai vn taglio conio
S^i bifio- punta del cortello da ogni banda dell'i pancbi,CS'ne fpiccher-aïilfearamafio de
glia lena petto dalle reni;ponendopoila punta del cortello nell'offa del petto, lo leuarai
re
le due eldla punta dellafiordna,ponendola con gratianel tondo abboffando poi la*
paitette . forcina tonto che il coMirone delfafiano fi poffi nel piatto, ponendo il taglio del
cartella dalla banda di dietrofidcodirone a canto li branchi dello forcina, cai
e ondo il cortello da bafio, il codironefi[piccherà facilmente, ilquale ancoro*
lui porrai nel medefimo torìdo,difitedcndo bene ogni cofia con lapunta del car
tellofioprailtondofijuttandoui il fuofiate,lefar ai dare doue farà bifogno ; Et
questo
DI VICEXZf-C/r^VTO^ l8
queslo bollerà per il qu arto,tondo, fatto dell'ofìo de l'alo m anca,dalla partem Quar
diritta del groppone, & del reslo della polpa del petto,con ilfcaramafio del et ultimo
pctto,&il codirone del fafiano; Quello eh e ti re star àfioprala forcina, che farà piatto
ilficaramafio delle reni con te due pallette dellefrpalleattaccato, & il collo con*
efio,tu uolterai la punto dellofiordna da bafio fopra il piatto,& ponendo fopra
quello il cortello calcando do b affo,& tirando lo forcina infindefimbrocebcrai
il refla del fafiano,nettando poi congratia li tuoi cortelli;Et quefio boflarà per
fiapere diuidere ilfafiano in quattro parti.
L E ochefaluatiche & domestiche fono uccelli greffi, & non fono in mol-
to prettofienon tro contadini. & rare nottefiene mangiano alle fattole de
Principi grandi,non già per queflo uoglio refìare di ragionarne di effe, acciò
per cafio nefofikpoilo alcuna in tauola, tuf oppia il modo che detti tenere nel
trinciarla .Vigliar ai dunque la forcina grande,& il cortello grande; & lo*
imbroccantinelle reni,comefifanno tutti li altri uccelli:; facendo che lapun-
ta dellafiordna ardui nell'ofio del petto dinan^fermadoti con la perfona gin
Sìa
DI VIr^CE%ZO C E i\V I 0 iç
Ha al tuo luogo,tu la leuarai in alto congratio,e voltar ai li piedi difiotto, voi
tondo lo mano dellofiordna in modo, che tu accommodi l'u cello al taglio del
cor tello,daroi li dui tagli ordinari] allo cofia dritto,ponendo la punta del cortei
lo nello polpo della cofia dalla bando di fiori, voltando il cortello verfio te, e
la leuarai facilmente per li dui tagli datili prima & lafaraicadere nel piat-
to,voltando poi il piede manco difiopra,]spingendo lafiordna innanti darai li al
fri dui tagli alle congiunture iella cofia mancajeuando poi quella con lo pun
ta del cortello,ponerai nel medefiimo piatto,Iettate che faranno le due cofiie, tu
panerai cura à quante porti ne dettifar e,& per efiere il petto dell'oca molto
grofiio,ne potrai fare molte parti;tn volterai adunque l'uria delle due parti del
petto verfo la tua mano diritta,facendo piegare la forcina fopra il tondo d)e
tu detti batterefiottola mano,& col taglio del cortello gentilmente tu ne trin-
ciar ai il petto in fette fottilijOuero lo trinciar ai minuto,come à te piacerà ; &
fé vorrai accompagnare con effo alcuna parte dell'ofiia,tu uoltaroi la mano &
lafiordna infiemejeiiandonel'ofia dall'ale,ò la forcella del petto, onero le due
parti deigroppone, ponendole con gratia con lapunta del cortello doue farà
dibifogno, & queilo flora algiuditio delfiufficienteTrinciante di farne tante
porti quanto à luipiacerà,cominciando,&finendodone più li tornerà cornino
do;& queslo bofierà quanto al trinciare l'ocafialuatica,(S domeslica.Hauen-
doio ragionato aboilan^a comefieimbrocca,e comefidiuidono ogniforte di
vccelli groffi,cheficostumano di portare intieri olla tamia de gran Signorile
Starà hora che tufiappia comefé imbroccano,& comefifmembrano tutti Uve
cclli;chc vanno trinciatifioprola forcina, &non dittifi;&prima cominciare*
ma dalpouoncino ògallo d'Indiagiouane,&pollafiripiccioli.
D Elle anatre ve ne fono delle fàluatiche & delle domeiliche,et rare vol-
tefiene mangiano alle toltole di gran Signori, &fiepurfiene mangiano,
faranno delle domefliche,ma picciole &giouani di due mefi,cotte nello fipiedo
che di quefla forte, & cotte in queslo modo fono boniffiimc. Volendole dunque
trinciare,tu piglierai lafiordna mc^ana,& il cortellofiimile,&la imbrocca-
nti nelle reni,leuandolain.aria.congratia,uoltando li piedi difotto darai il fino
colpo alla congiuntura della cofla,($'fiopra coffa, laquale fi taglia facilmente
cofi comefarà ancoro ogn'altra parte di quella per effere giouane,& tenera di
ojfi & di carne;dado poi conprefle^a li dui togli alla cofiia,l'uno detro l'altro
difiuori,fienrzafrpiccare cofia alcuna,riuoltando poifiubitol'anitra conti piedi di
fopra,accomodando l'una & l'altro mano di forte che cofacilitàtu poffi dort
l'altri tre tagli alla cofia manca,fen^o fpiccar niente; tu volterai dipoi la puta
della forcina uerfio Ionia mono diritta, facendo che li piedi reilino difatto, CS
con la punta del cortello darai il primo taglio olla congiuntura dell'ala diritta
fien^o muouerela mano dello forcina,tu fpingerai il cortello più innanzi, dan
do l'altro taglio alla congiuntura dell'ala manca, tirando il taglio del cortello
uerfo te,enfrondo con efiia toglieraitafiorcella del p etto ;r imitando pai con pre
fle^o il groppone difiopra,dar ai li due tagli ordinarij al groppone, dhi-^rado
il petto dell'anitra difiopra,uoltando uerfio la tua mano diritta i collo* onero il
groppone,ponendo la punta del concila da qual banda ti piacerà, aliandola
mono del cortello in alto,tirandò la forcina da bafìa,l'anitra ti reslarà nella*
punta del cortello fmtmbr at a &non diuifiafiaquale ponerai con gratia netto
do d et tuo fignore,&ui metterai ilfiale.Et queflo bafliper l'anitra.
C 4 Come
: - I L T III TV; C .A V^T E
Come fi trincia la coturnice. Cap. X X I .
Cernei
IL T III r^C I ^f T^TE
Come
DI V I C E r<fZ 0 C E \ V I 0. s3
P arerà forfè ad ogni uno cofa Strana, che de tutte leforti de carni io cornili
ci prima della vaccina,!'äqual carnefifinalepiù tofito mangiare tra conta-
dini che tra Signori ; mafiefarà giouane, graffa,frolla,CS in buon ta-
glio, CS ben trinciata, farà eccellenriffìma,CSperciò il Trinciarne deue con o-
gni diligenza sformar-fi difiaper trinciar bene un pc^ro di carne di uaccina* ;
perchefiefapra trinciare bene un pe^o di queila carne, fiopro ancora trin-
ciare bene molte altrefiorddi carne,auertendo cheilpeT^o della carne non de
uè efieremanco difei libre, ma fia della cofia accompagnata con graffa; Vo-
lendo dunque trinciare la carne di uaccina, pigliar aitafardna gronde, CS il
cortello grande, tenendo l'uno & l'altro nelle mani comeridiffi che face ffi, ti-
randoti il piatto della carne a canto dite dalla tuabandamanca, ponendoti
poi conti piedi pari,& giuflo con laperfona, uoltaroìcon la forcina, CS con la
punta del cortello locarne in parte che tu la pojfi imbroccare , auertendod
chefiela carne non farà trinciata per ilfittouerfio non noterebbe nulla, però bi-
fogna che tn auuertifchi de imbroccare in parte che quando l'bouerai leuata
in alto,venga a cadere nel tondo trinciata per il trouerfio, & non per il diritto
filo della carne.
Tu pofarai adunque la cofia del cortello fopra ilpesgo della carne per te-^
nerla più ferma nelpiatto ad imbroccarla, auertendo di ponere la punto del-
laforcina in luogo,cheilpe^o dello carnefiaimbroccato giuslo,che non pen
da do nifiuno banda,CScacciare ancoro lo forcina tanto entro che prima che
tu la lieui,fcnti chefittaben ferma & gin ila, acciochetu non babbi poi di no-
no à imbroccare; Imbroccato che bouerai nel modo detto , tu leuarai il pe^
irò dello carne il alto uoltando uerfo U tua mano diritto quella parte che trin-
ciandola cemofcifiatrinciata per il uerfo fino, CS queflo nonpofio moflrartelo
fie non in fatti ; CS da quella banda che tu uorrai cominciare, con il taglio del
contila neleuarai quella parte difiopra,cioè lafiuperfitiedella carne , facen-
do in efia una fpianata come farebbe la palma della mano,& dipoi con Uta
glio del cortello darai molti colpi per il dritto CS pel trouerfio dello detto come,
tanto appreffo che l'uno tocchi qnafit toltro,ma con moltaprefieTga auerten-
do di non ti maneggiare con la tefita, ne con laperfona ; dato che tu li hauerai
li fimi colpi à baflan^a tu uolterai il taglio del concilo uerfio te entivanito gen
tilmente nella carne, tirando uerfo te all'ingiù nefioraicadere la tarne trin-
ciata nelme^ro del tondo, che tu haueraifiottola mano; ma auer tifici tenere
piegata la mano della forcina unpoco uerfio la tua mano diritta,accio eh e la*
carne trinciata nonriuenghi a caderefiopra le mani; quando poi tu hauer ai
coperto
IL T II I X C I >A 1ST T E.
coperto tutto ilfiondodel tondo di carne trinciata minuta, fé ni farà niente di
graffo attaccato alpe^o dello come che tu batteraifono lo forcina, lo itoli a-
rai uerfo te,CS ne trincerai un poco minuto , facendolo cadere nel medefimo
tondo perche invero la carne di uaccina non itale niente, facon lo magroj
frinciato non iti è un poco di graffò,CSfieper forte alpcT^a della carne che irin
darai non uifoffe grafo attoccato,CS che nelpiatto della come uè ne fh.fi e, tu
detti pofiare lo forcina con lo carne nel piotto,CS pigliare la forcina picciolo nel
la mano,& con il cortello tagliarai quello ponendolo nellafardna picciolo, la
qual forcina cofi con il grafia imbroccherai nelpe%^o dello come chefioranel
lo forcina gronde dal conto difiopra, in part e che quando tu leuarai il pe^ro
grande in alto, che il grafforitorni commodo al taglio del cortello pofito che tu
botter aitofiordna picciolo con il grafia nel pc^o dello carne , tu ritornar ai
di nuouo a repigliare la forcina gronde nella mano, aliando la carne in alto,
& con gratia trincierai di quel grafo minuto fopra la carnetrinriata,& quan
dofioraa baslan^a, conta punta del cartello buttami ilfialefopra l'orlo del
tondo appunto, CS lo darai attuofiignore,& di queslo modo onderaifieguiton-
dofacendodiquelpei^o quanti tondirifara bifogno.
ISIon voglio reflore di dirti che alcuna uolto pergalantariapotreii adope-
rare dui cortelli in vn medefimo tempo, mafioloquanto tu trinciarai la carne
di uaccina minuta,outrro qualche cigotto di capriolo di castrato, CS altre car-
ni groffe; voglio dumpte ohe quoneio tu bauerai il pe^o della carne nello for-
cina , & che tu ti bouerai leuato quallaparte difiopra, &fipianatolocome ti
dififi, come lo palma della mano,che tu pigli dui cartelli uguali di lunghezza*
nella mano diritto, CS che li dui manichifitocchino infieme, facendoti toccare
il calcio del manico nel me^o della palma della mano CS che poi tu cacci
il dito longo delle mani trai'uno CS l'altro cartello,perfareflorele due lame
diuifie l'vna dall' oltra,Siringendo bene con lo mano li dui manichi infieme^* ,
CS ancora conte dito per tenere li cortelli più fermi; hauendo poi la carnea
nella forcina Iettato in alto,dorai di molti colpi con li dui tagli per il diritto ,
CS per il trouerfio della carne,poihor con Funo,CS hor con l'altro taglio entra
vai bora uerfio te,CS bora infiuori,accomodandotifempre la carne attaglio del
li cortelli, tirando da baffo nefaraicadere la carne trinciata minuta nelme^
•co delti tondi ; ma queslo non uoglio già che tu lofacciafé non quando tu bo-
uerai qualche bel taglio di carne, & che tu bouerai poche genti da feruire^,
perche queslo fifa foto come diffipergalaniaria; Et quefio tibafleria in baite
re intefio come fi trincio la carne di uaccina fopra la forcina: à ben che ancora
lo potrefli trinciar e in fette grandi CSfiottili,fiecondo ilgufilo del tuo fignore^,
ma queflo fi rimette anco allafiufficien^adelTrinriante.
Come
DI V I CE r^Z 0 CERVIO. 24
Come
DI VICETsfZO CE LIVIO. 32
Comefitrincia un fàlamò*. Cap. XLI.
I L potaggio non vote dire altro,che diuerfie forte di Carne condite dal cuo-
co,per farlefiaper e bone a chi le mangio, & quesli fono bonififimt quando
che fonafiottidi bona carne & da cuoco eccelletcte;et alcunifiene fanno di rob
bo integra,Ó" alcuni altri fpcz^zat offripotaggio oduquefioradi robba fpezjça
ta,la forcina mezono CS il cortello mezono dferuiranno beniffimo accoftondo
ti il piatto dallo tuo banda monca,poncndo uno o dui tondifatto l'orlo del plot
to; con la punta poi dellafiorcina,& del coltello andrai diuidendo quello à poco
à pocofioprali tondi,ponendo per ciafettno tondo vnpoco delfino intingolo col
piatto onero con il dichiaro de argento,butt andoui dapoi ilfinofialeper ciaficu
no tondo.iS^'Cafielpotaggio farà di robba integra,fiecondo la aitaiita della rob
ha cofipigliar ai lofioranoCS il coltello,CS lo imbroccami, CS le leuarai in alto
fietu coriofceroi di poterlofiare,CSdipoi Utrinciarai;CS diuiderai fopralitÒdi,
auert endo fempre de non imbrattare cofa alcuna,ma ogni cofa far polito,e net
to,& con bona gratta. Et queflo farà à bofianza*.
Come
DI V I C E TsfZ 0 CERVIO. 34
D 4 Come
IL T II I TST^ C I >A' TV; T E
1 iA Uccia è pefice di Mare, ma entr ano per le foce de'fiumi di acqua dol-
Sce, CS fé ne nonno contro l'acqua, CS quando le nonno pin alte le fono mi-
gliore quefio pefice, boniffìmo,& fi cuacono quafifiempre bolite, ma uogliono
efiere graffe èfrcfiche,&dilotte;mo bona tantefaine, che con molta difficulté
fi pofiono leuare,che la laccia non fi rompo ; ^.benché alcuna mito ho fientu-
to dire à homini di quefia profefifione, che li daua il cuore de tenarie tutte leu»
fpine con la punta della forcina CS del cortello in un medefimo tempo attacca
te alla fpina maeflra, mopoia queila tale io ho uiSto molte volte trinciare,
& no ho fatto tonti mir acolri& a me non dada il cuore di J(apertofare,pche
queslo per dire il uero è il più diffidi pefice al trinciarlo bme,chefi troui,& fe-
condo il mio giuditiofioloin tre modi fi pnole trinciare la laccia , come do*
me tu intenderai. Volendo adunque trinciare una laccia, tu pigliami la for-
cina CS il cortello melano,pigli ondo il piatto a conto dite dallo tua bada ma-
ta uoltando U coda in fuori,ponendo la forcina nel capo detta laccia, CS con il
cortello ne leuarai tutte lefipine picciole chefonofiopra,lafichiena,mondando
le uerfo la coda,& ilfintiletu farai d certeficagliepiatole che fono nello pan-
%a3nettarai bene polita tutta la Lucia da ogni bruttura, che ni fuße intomo;
IL T T{ I J* C I .4 J^T E.
Ci je la laccio hauer a le one darai un taglio con la punta del cotteli': per il ton
go delia parici a,& con destrezza ne leuarai le one con la forcina, le quali tu
ponerai fopra un tondo, e lepotrai far friggere;dipoi tu ri accommodarai la*
Uccio di forte che ponendo la forcina ne Ilo teSta tu pojfi dare un taglio con*
la punta del cortello perii mezjo del fianco dalla tefia atta coda, ma non af-
fondar tanto il cortello che tu non tagli e non rampi lefipine maeslrc; & dipoi
uoltarai la ccila del cortello difatto,eponendola nel medefimo taglio, con de-
flrez^za aprimi la Uccia da due bande, cioè che la parte della fch'iena dalla*
fina banda,CS la patte della ponzo dell'altra banda ; tS^ta farai con tanta de
flrezj{o,che tu non rompi la fpina, ne manco le due porti dello Uccia ; aperto
che tu bouerai la laccia della teilo infino atta coda, &fcoperto tutta la fpina,
tu uolterai la laccia con la tefla uerfo la tua mano dritta ; CS darai un taglio
per iltrau erfio oV a fpina à canto la tefla, tagliandola di netto ;ponendo poi
la punta dellafarcinonel mezz^a della fpina li a canto alla teilo doue la ta-
gliasti, alzando la mano in alto, &con la punta del cortello andrai fpiccan-
do da canto di Jotto la polpa del pefice; lo fpina ne leuarai tutta di netto fino
alla cada con tutte leju efainemaefire attaccate , lequali mandarai uia ; do-
ue la laccia ti uerrà a reilare aperta da due bade,netta da tutte lefipine moc-
ftre,U quale potrai dare cofi acconcia attuo fignore, onero la potrai diuide-
re in quattro parti;'JAia nota che ni fono li dui lombi cioè uno da ogni banda,
li quali fonofienzafpini;CS fono malto bnoni,mafaUcciafieragrafia, la por-
te della parila è la migliore ; Et queslo farà il primo modo per trinciare la*
Uccia, ilfieconelo modo farà di nettare prima come diffida laccia do tutte lc_
bande,hit ondali ancorale aue,dipoi conia punto del cartello darai un taglio
per ilfilodellofichienaalla laccio dalla tefto alla coda, entrando bene aden-
tro,CS ur'ahro taglia darai dallo banda dinanzi pur fino olla coda ; Voltami
dapoi la laccia, che la coda guardi uerfo la tua mano dritta; CS ponerai la*
punta dellafiordno nella coda dello laccia,pigliando con effo ancoro lo faina
alzarai lofardna in olto,facendo che lo metà detta laccia resla da baffo fo-
pra il medefimo piotto;& l'altra metà leuarai con lafipina, hauendo un ton-
do nella mano del concilo lo fpingeraifiottola fpina fino a canto alla tefla*;.
la quale dette effer tagliata pri a di netto,alzando il tondo con lafipina CS la
mezxa Uccia con efia,refitorà nel tondo pigliando dipoi un'altro tondo lo po-
nerai fopra quella porte douefaràlafipina,riuoltando quello difiotto,'& quel-
la primo leuarai doue lafipina reslarà difiopra,& con lapunta della forcina al
la radane imbroccar ai la fpina riualtondo un poco lo mono lafipina ne leua-
rai tutta di netto dallo coda al capo con lefipine macflre,doue ttt uerrai ad ha
nere la Uccio dittifioin due porti, l'uno nel primo piatto, CS l'altra nel tondo
che tu poneflifiottola fpina; Et queslo farà ilfecondo modo del trinciare, o di
leuar lefipine alla Uccia.il ter'zo modofaràdi nettar primola Uccia da ogni
bmttu-
DI V 7 \ ' C E X Z 0 CERVIO. ?8
bruttura,che lefiff intorno, CS iettandoli ancoro le oue,fie vene faranno, ta-
gliando poi Uloccio al trouerfio di netto lafipina & ogni cofa .facendone quan-
te partiate piaceraddandola parte dì meZj(0 al tuofignoreper effere quello*
la migliore ;CSfievorrà che tu li liciti la fama dimezzo,quella pezzo aprir ai
in due bandi, la fpina ne leuarai, butt andoui poi con. gratia can lo punta dd
coltello ilfinofiale; Et queslo farà à bafìanza per h atterri moSlro litre modi
chefìpeflònotenere nel trinciare lo laccia;ma in quanto al miagiuditia non*,
vi ho il più bello ne il più netto del primo .
Come
«t
I L Luccio è pefice di acquo dolce, & è molto buono cotto in diuerfii modi, an
còro chefiene tenga poco conto : à queSìa lafiordna & il coltello mezono ti
feruirà beniffìmo : Se il luccio adunquefarà groff),tu li leuarai primo lo tefla
con un dito dellafinacarne attaccat9,CS con gratta tu lo nettami difapra uia*
da ogni bruttura che uifuffe, CS'fien'za romperla,U daraifiopra un tondo al tuo
fignore: l'altra parte del luccio lapan'za èia migliore;quello adunque diuide-
rai in quante patti a te piacerà; Ma feit lucciofiorà picciolo,lo aprirai per fan
co,leita,idali lafipina integra, & cofilo darai, onero tu lo laffarai ilare,ponen
dolojòlo cofi integrofioproil tondo butt andoui ilfirnfiale,CS quefloribaft or à
inquanto al luccio gr oßo,o picciolo.
I L Hìzgp di mare è apunto come fono quelli, dotte naficono dentro le cafla-
gne,mafiano rojfi,CSfimangiano cofi crudi; ^4 queSìo tu pigliami la for-
cina mezono CS il coltello mezzano, CS lo imbroccamigiufio nel mezo della*
bocca,laquolefioracome la patte del gambo doue ftà attaccato il rfazo del
eailagno,& dipoi lo leuarai in alto piegandolo verfio lo tua mano dritta, CS
conia cofia del coltello darai al trouerfio di quello girando lofarcinointorno
tanto che tu l'babbi rotto di netto co mefatu volesli rompere vn'aito al tra-
uerfia,laqiiol crosla,o cocchia per efiere tenerafirompe come vna noce,che_>
bobbio la cocchiofatdle,dipoitonta punto del coltella ne leu orai lo part e di
verfio lapitnta,& ilbuono che vi farà dentro farà rofia, ilquale dette resta-
re att acato alla medefimo cocchia,CS cofirotto indite parti fi pongono fiopra*
il tondo; CS quella parte di buonofifinalemangiare cruda col pepe , CS fugo
pe melangole;CS alcuna volta fi fogliono cofifpaccati in due parti ponere fio-
pra
IL T ili TV; C I .A ? ^ r E
pro la brafia, CS alcuna volta anchora fi cuoceno ne l'acqua cerne li gamba-
ri intiegri,mo nel volerli rompere, non vi è il miglior modo di qiteSlo che im-
broccarlo netta bocca,& romperlo con la cofla del coltello, queila forte di pe-
fei fi mangia di rado,pitr quefio farà il modo de trinciarlo.
L I Combari di acqua dolce fono tanto generali che ogni uno li conofice,ma
ve nefiono degroffi,chequando fono mangiati frej'chi, fono per eccel-
lentio buoni; Volendoli adunque trinciar e,non ti farà dibifiogno di adoperanti
lafiorcina,che per la picciolez^zafittanon li potrefii imbroccare, adunque tu
pigliamifioloil coltello picciolo netto mano dritta; CS un capo della fialuietta*
poneraifopra la tua mano monca, per non toccare il gambaro con le mani ,
CS cofi con gratia tu pigliami il gambaro con la mano che tu bouerai il col-
tetto, & lo ponerai nello manco cofi con lafialuietta, CS volt arai la coda di fo-
pra CS li piedi da bafio,facendo che ildetogrofìo della mono mancafidadifle
fa dentro per il lungo della codo,CS con le due dita detta mano del coltello a-
moccarai tutto la cocchio detto coda,& dipoi che qlla fiora con ola leuarai
con le medefime dui dita, tenendo ben fermo ilgambaro,laqual fcorica but-
tami nel piatto ;bora ti reslarà il gambaro,con la coda netta dalla fuo ficorza;
poi con il deto longo detta mano dritta alitardì,offìccarai vnpoco la cocchia*
dalla teHa,voltandola verfo te,vi cacciami conpreftezTa ^etro la Pun^a del
coltello, ilquale dettifempre tenere netta mano,ne leuarai il gambaro, & con*
effo lo ponerai con gratia nel tondo;CS queflo farà il primo modo del nettarea
il gambaro.L'altro modo farà,nctto che tu bouerai la coda del gambaro, per
che in ogni modo quella prima fi nett a,ttt ne lettoraita cocchia della tefla,re
fiondo la coda attaccata al bitilo infieme con li piedi, CS dipoi con la puta del
coltello lo leuarai della mano manca,& lo ponerai nel tondo ; & queflo farà
il fecondo modo de mondar il gambaro ; il terz^o & vidimo modo farà; netto
che tu bouerai la coda del gambaro come diffi di prima;tu ponerai il dito lon-
go della mono del coltello fopra U cima della coda,picgando la punta del dito
innondi,flringendocon eßola coda CS U cocchia della teilo infieme, tirando
quella verfio dite; & con la mano manca tenerai forte la partedel corpo &
li piedi inficme,doue la coda cacciata nella cocchia detta tesla,ne leuarai con*»
malta facilitala quale con la medefimo mano ponerai nel tondo ;& quefiti fa
ranno li tre modi che tu deui tenere per mondare li gambari;. doue Starà poi
in tua elettione di mondarli come à te piacerà, ponendone quanti à te piacerà
fopra il tondo del tuofignore,fkcendolidare con effi aceto,fiale, & pepe, & que
fio è lafinafrincba;CS quefio baftarà inquanto à thauertimoftro comefimon
daino
DI V I C E Tv; 7. 0 C E t\ V^I 0. 41
dono li gombari d'acqua dolce,ouero di fontana.Vi fono dimolte altre-forte-?
peficifrefichi,CSjalati,dequoi io non ho voluto ragionare, per non venir afa -
ftidio atti lettori,per che detti pefeifiatatiquefilifi cuoceno,CSfaacconciano al-
le credente do credencieri;dctte altre forte poi de lequali io non ho fatto me-
moria,crederò chefaràà baSlanzm di quella che io ho ditto,perche nel trinci*
*
re de pefei non vi vole moltofiapere,perchemalamente in quellifiipuoleofier
uare reguU alcuna.^idunque iofar0fineparendomi di hauer ditto à baSian-
Xade pefici.
A Incora che io habbia ragionatola baflairza del modo che fi deue tenere
per imbroccare CS trinciare la melo;a tal che facilmente fi potrà lofio
re di roggionare de la Tera,p andar quella quafii imbroccato e trinciata in uno
medefimo modo;ma per effere lapera unfruttotanto gentile , CS aprezzmto
molto,non ho minto reflarc diraglanare di effo,fienon per altro , almeno per
moflrorti un'altro modo de imbroccare,CS de trinciarlo ancora;Vcleelo adun-
que trinciare la pera, fio di qual fortefiuoglia, tu pigliami la forcina piccio-
lo,CS U coltello picciolo dellefrutta,CScon lo puta del coltello tu infilzami la
pera;ma nota che in duiluochi potrai ponere la punto del coltello ; l'unofiorà
F 2 di
IL T l l I ^ C I i A ì f T E
difetto à canto ilfior e,aliando il pero in alto con ilpìcollo difiopra; hauendo
poi laforcina con li branchi notti difiopra & con buono gratia tirando la pera
da bafio la imbroccami nel mezz^p delfiore nettafiorcinaffaltro modofaràdi
ponere lapunta del coltello nel mez^zo ddla pera p ilfianco,ma che il taglio
guardi infinorauoltado la parte del pi collo difiopra, tenedo la punto della far
dna uolto di fopra alzando unpoco lapera in alte,con gratia la imbroccami
nella puta detto forcina giusla nel mez^zo delfiore,facendo che ilpicollo refiti
difipra;& ogni uno di queili dui modi,che tu imbrocchi, Starà bene, purché
tu lo facci congratia,dipoi co il taglio del coltello uerfo te, tenendolo fempre
nelle mani diforte chetu pefia orinar col dito olla puta,& co il primo taglio
tu cimami uia ilpicollo di netto,tirandolo poi col taglio uerfo te,fiottilmete ne
mondami la peragidido di mano in mono lafarcina,p accomodare lapera al
taglio del con elio,attertedo sepre a far di modo, che tu nofipicchiputo detto*
fcorza;modato che tu bouerai la pera fopra la forcina colaparte del picotlo
difiopra, ft darai tre,o quattro tagli allo pera dal picotlofimoda baffo co il gi-
rare la pera intorno,ma darai ogni taglio defiorte,che tu nofipicchiniete; da-
poi copflezjra cacciatoi lo puta del cortello ne la pera a cato lafarcina,& co
il ditogreffo della mano detta forcina, tit fpingerai unpoco lapera infinora,e
la defimbroccberaija quatti reflorafioprala puta del cortello, & con grada
fpingerai la mano del cortello inanti,ponerai laperafioprailtondo,<& coil di
to Ingo la fpingeraifinoradel cortetto, edafiaroifiorenel medefimo t odo ;& di
qlìo moda ondamifacendofinoche tit haueraifinitodi trinciare tutte,o parte
di qlle chefurano dibifogno.Et qilofioraa b a ilazo per batterti mofiro il mo-
do,che fidate tenere nel imbroccare,& trinciare la pera; Vi fono ancora dc_>
mo 'ti altri modi p trinciare le pera, dell'i quali no ho noluto parlare paredo a
che non ui fia il più bello di queflo, volendola trinciarefopra laforcina*.
I L Cardo è noto à ogni uno,& fono molto buoni quando fono deltifpinofi,et
* che poi fono biancbi,& benfatti;& ancora che queslofiponga nelnnme-
ro defrutti,non è però altro che una forte de herb a, chefatefronde große &
fipinofie;le qualifatterondofipoi al fuo tempo diuengono bianche,<& fiiman-
giano dopo p aft o in cambio defrutti;& uolendoli mangiar e,prima fieliletta*
.,„ l„ /^^j~+„:n„ a>:„m„„„ l~rr i*r„r„t.. U.^:..L: /__ ___^ 'J i ._ •
F 3 Come
IL T \ I 'UTC 1 JfT^T E
Come fi trincia il Carcioffolo. Cap. LXXL
I L carcioffolo è un frutto noto ad ogni uno; CSfono molto buoni quando fono
gioiteni,& frefcbi, CSfipoffono mangiare U diuerfi modi. Volendolo adun
que trinciar e,tu pigliami lo forcina picciolo & il coltello picciolo dalle frutte;
& prima tu imbroccami quella difiopra nel mezyo dette foglie apunto, CS ma
darai lo forcina tanto adenfro, che tu ardui nel tor fo del carcioffolo,leuandolo
poi in alto,ponendoti con la perfona al titoficgno ; CS con bella grada li taglia
rai il gambo di netto fino à canto il torfioun mezo dito in trouerfio, CS dipoi
uoltarai la punta detta forcina uerfio te ; & con il taglio, & con il ditogrcßo
ne leuarai quelle foglie difiopra tanto che tuficopri quelle foglie buone & tene-
ri',nett ondo bea tutto il torfa di ogni bruttura;netto che tu batterai il corcioffo
lafiopra lajarrina;tn ponerai la punta elei coltello perfioconel me^zo del car
cioffolo,& quello leuarai eletta farcinarriuoltondo il gambo di fatto & quello
imbroccar ai apunto nel mezzo,ma per fermarlo meglio tu pofioraiil carciof-
folo conia punto delle foglie l'apro il tondo CS di nuouo uoltarai lapunta del
laforcina in alto,& con il coltello CS con il ditografìo ne leuarai tutte le fòglie
tener e,ponendole intorno il tondo con gratia; CS la parte ultima che faranno le
foglie pi ccine,quelle cimar ai uia di netto, ponendole con lo punto del coltello
ndmez^za dettandoci torfa poi nettami da qucllipeli dimezzo,CS ogni altra
trislitia che lifuffe reilata,tagliondo in due poni, oucr cofi intiegro con la pun
to del coltello leuarai dellafiorcina,poncndolo nel mez^o del tondo,e buttando
fiale &pepe,lo dorai al tuofitgnore.^Mafieil carcioffolofioracotto,nolo potre
SU tenore in alto,ma falò lo imbroccami netta forcina pur ne la cimo dette fo-
glie trifle dijopro,ponendolo poi con il pedicone nel mezo del tondo fen'za Ie-
ttarne lafiordna; & le foglie andrai allargando d'intorno, CS quello patte dt He
foglie con un picciolo taglio, quelle leuarai con laforcina ponendole fopra l'or
lo del tondo, tonandone poi con gratto tutto lo patte triilo del mezja del tor-
fio lo Ufìaroi ilare cofifiermo,doue il carcioffolo parerà una rofia aperta-e d'
torno butt andoui ilfialee pepe lo darai attuo fignore CS di queflo modo farai
uolendo trinciare il carcioffolo cotto CS crudo fopra laforcina: Lojciamo ond
re che ancorotti fono molti altri modi per trinciarlo, quali io libo tralafìaù
per non efiere troppo longo, perche quello che io ho detto farà à baflan-
zo-=.
•>
I N V E N E T I A,
ApprelTo gliHeredi di Giouanni Varifco.
M D xeni.
MO
ALLILLVSTRISS mo
ET REVERENDISS-
SIGNOR MIO PATRON
C O L E N D I S S I M O
li Signor Cardinal Mont Alto.
0 P E RzA di Vincenzo Ceruìo ch'io
mandai gli anni fiatati in luce fotta
il titolo del Trinciante 3 è cop flato,
accetta nella njniuerfale j che per lo
fpacio grande, & per lo mancamen-
to y che hormai fé riha y mi fon re/o-,
luto sper-rvhbidire a molti mie patroni > O* amici> che me
ne facevano inßanza3 rifiamparlo di nuouo. Nella.qual co*
fa imitando nel grado mio lofluolo di quei tanti <-virtuoß>
che ZI. S. lllußr. tutto ilgiorno, quafi in feminarioyrvà ab-
bracciandò fot to la magnanima protettane><zs* amoreuole
familiarità difu a e afa y de'quali ciafe uno nellaJua profef-
flonefi Hja fempre au andando,sì per la proprietà della vir
tìiy come per la benignità con la quale ella njiuamente gli
alletta > & dolcemente gli filmola} Ho ripulito in warij
luoghiy l'opera fi effa del Trinciantey sfattoli ^una nuoua
<iAggionta di molti auertimenti O* inuentioni y/è non fìt-
tili per fludio, almeno natili per la nouità > credendomi di
dare al mondo cofe non più tocche da altri in quefio par-
ticolare . Hora in tal nuoua, O* accrefiuta forma ridot-
ta
ta la confagro al chiaro nome dì V. S. lllufirifs. Etfe bene
lapicciolcT^a del dono dour ebbe da rvnapart e fpauent ar-
miy riguardando all' lllufirifs. perfona di U.S. tuttamala
grandezza dell'animo fuo accompagnata dalla begnina >
ejp erenerofa natura fu a m'afsicura dall'altra y che ella fia
per accettarla con quelCifie ffo affetto y conche fi compiac-
que di fauorir mi chiamandomi al fuo feruitio ; Et che à
guifa di nuouo fole y come le alte torri y & ampi palasi
%£ de' più fublimi y O* nobili fpirti illuftra y & fa belli
con lo fplendor de3 raggi Juoi y cofi non fi a per if degnar e
di drizzare la^aghcz^a e> njirtude' medefimiraggi fo-
pra l'humili capanne y c> njili tugurij de più fempiici y O*
roTgi ingegni. Et appagandomi in quefio p enfiero y fup-
plico. U.S. lllufirifs. a gradir la deuotion dell' animo mio 3
mentre con ogni h umiltà me le inchino y ejr le prego dal <5V
Dio compita felicità.
B A N C H E T T O REALE
nelle N o z ^ e delllLccellentiflimo Signor
Principe di Mantoua,& hora Duca,
In Mantua Tanno 13 8 1 del
mefe di Maggio.
Opoi che fu recitata vna bclliffima Comcdio con vn bel-
lififimo parato &vnafantitofiffima Scena, convarij& be-
liffimi Intermedi) apparenri,fti aperta vna bclliffima Salcio
& ricchiffiimamente apparata, otte vi era apparecchiato.*
vno tonala 1\cale,che s'aficendetta cinque gradi per arri-
uare ad efia tauola,con vn beli'(fimo baldacbino fopra lun-
go quanto coprino tutta lo toltola, la quale era lungo che vi capiuano tredi-
ci Segge grande olla Spagnolo tutte do vna banda, cioè dalla banda del mit-
ro, dottefiedeuo.no quattro Cordinoli, Tre Ditchi,DniDttcheffe,vn Trincipe^
fj vna Trincipefia, vn Marchefie & una CAÏarchefio, & in capo della to-
ltolo iti Siano un Trinciante, (3 tino da piedi, & dinanzi della tauola non*
ui slatta perfona alcuna, accio che qitesli Illnïtriffimi Signori commodamentc
pot efiero ttedere un'altra tanola, che erapofla in mez^o di detto fiala, nettai
quale iti mangionano cento gentildonne oltra modo belliffime,Ç3 rìcchiffima-
mente adornatevi erano poi oltre le ricchi'fame Credenza & bottiglione^*
ordinarie, ima proff entità di dinerfibicchieri, Carrafe, & Giatre,ÇS altri
belliffimì Vafii di Cristallo di Venerila, che credo nifttfiero concorfie tutte le bo
teghe di Morano, & di ciò ite n'era dibifiogno, poiché tutte le Signore Conni- '
tate doppo che haueiiono beitttto rompeitano il bicchiere, che teneitano in ma-
no per fegno eligmnde allegrezza ,& fi fient'uta alle nottefiifiottofirepìto ,
che occupano l'o^frmonia della perfetta mnfica, che fi itdiita dalli qtiaitm
chori, che erano in alto nell'i quattro cantoni della granfiala,quali erano felo-
ni & itoci stupende. Durò la Cena per (patio di tre bore d'horloggio,&fufer*
n'ita la primo toltola à tre piatti con tre Scalchi, CJ dot Trincianti,con tre fier-
uhi] di credenza,^ trefieruitifdi Corina,cioè doi di Carne, & uno di Teficc_j 3
0ui3
V V S 0 T{ 1 T 0. 48
Oui,& Latticini. Era la prima tauola apparecchiata con quattro tenaglie
fattilmente lauoraie, & fiotto ciafeheduna tottaglia vi er a ilfinocorame^) ^
accio non n'imbrattaffero le touoglie, Et il primo feruitio di Credenza era le
Infialate grandi louorate di rilieuo con diuerfie font afte di animali fatte di Ce-
dro , litt er e di radiri,Caslelli di rape, muraglie di limoni, adornate di fiam-
mate Trefriutto sfilato,Bottarghe,^Arenghe, Tarantcllo, oiìici, Capparii
olitte,C aitiate, fiori,& altre cofa condite;poivi erano Tafiicci difialuaggina à
modo di leoni odorati, Tafiicci di acquile negre in piedi, Taslicci di f'afiani,
cheporenano vi ni,Tononi bianchi ritieniti adornati con tarata dello loro co-
da , &pienidi fettiicciediScta&orodidiuerfì colori con confetti longhi
dorati à modo dà Tonfali d'ero,che pendettano da per tutto alliVauoni > quali
Slattano in piedi comefafufaroviui,con vnprofnme nel picco accefa de fuo-
co, &vn motto amor ofò tra un piede & l'altro . Vi eranno anco tre Statue^
grande di pasta di CMarrapane di altezza di quattro palmi l'una, Etitnoj
era il Cauallo di Campidoglio del naturale, l'altra vn Hercule co'l leone, &•
V olir a un'^Alicorno con}l corno in bocca al Drago . Vi erano poi diuerfie cofie
chela toltala era piena,cioè digielo, bianco mangiare di mezgo rilieuo,Taz^-
•ze di mofiaccioli, Bificotti reali, Tignoccati,(_Marfriletti,Tiflaccati,Torti-
glioni, Tizge sfogliate,offelle alla CMilanefie,Gineslrat a,Tappar delle altrui
Pyomaneficha dorate, S alami,Oline, linguefiatate,Tollanche d'India imbor-
raeriate con pafta fritto à torno? Tollaslrini marinati, vita frcfcha, Trattole
fitochate con Zuccherofiopra,Vif dote,Sparagi graffi cotti con but irò & inj
più modi : Le Salttiettepoi,che doitettamo dir prima, crono mirabilmente lo-
uorate in diuerfiefoggi e con colonne, archi, & trionphi chefacenono bellififi-
mattifla con infinite bandirole di ditterfi drappi indorate conte armi di tutti
li Signori che erano à tauolaji quali erano L'llluflriffima Signor Cardinal Far
nefé, Villuslriffimo Signor Cardinal diEsle. L'illuslriffimo Signor Cord,
de Gambaro. L'Illuslriffimo Cardinal Signor Vincenzo Gon^ago.il Signer Dit
ca di Ferrarajl Signor Duca di Tarma,il Signor Duco di (JMantotia,il Signor
Trincipe & la Signora Trincipefiadi Montonata Signora Duchififadi Mon-
tonata Signora Duchefia di Ferrara & il Signore Marchefa CjMarchefia di
Mafia de Carrara, che in tutto erano numero de tredici, & qui fu data l'ac-
qua odorifera alle mani,& pofli à tauola con doldffimifiuoni££ canti.
piatti y
$
IL M O D O D I FARE VN
bellifiìmo apparecchio a Dame,ò a Nozr
TJC ad vna tauola de Dame foìe^con vn
bellifiìmo Giardino & Pefchieraöc
Statue (otto al detto apparec-
chio con pochilìima fpefa..
. 7\^ Trima s'hanno da méttere dot trepidi uno da capo & fai
tro da piedi quanto che iiomnofarlonga la fattola , Ç3uifii
inchioderà doi hafte forte (3 digrcfiezga honcflojcheaniui
no da itntrefpido all'altro piti infiuori,ehefiapcfabile &in
mezz^o di ciaf eh eduna hafia uè fio Un hgno che pòfiin terra
^^^^^ inchiodato nell'hasto, acciò peffifastenere ilpefo della tatto
la,cbegl'ondaràfiopra,& dette haste C3 trcfpidi onderannorimefittea modo di
fefloni, & da piedi cioè dell'tfleffa longezz^id'un treffedo all'altro uèfioraun
fcftone ordinario con la canna dentro ,& qui fe farà fare da un nolente giardi
niero uno incanntteiota a modo difipallier a,ripiena dittarle uerdure odorifere,
cioè rami di cedri dì martellaci T\ofic,l\ofmerino,Saluia,Laitrijìvffi, Cerafic
r
£ j
marine, & cofiefintilefecondo laflagione,chefarà in quel tempo.In mezzo d
IL
N
v#\
IL M O D O CHE SI DEVE T E N E R E
INRECEVERE VNPAPA,
vn Re3& ogn'altro gran Principe tanto
dalle Communita quanta
dalli Signori Partieulari.
'Rincipalmentefahadafapcredalforrierodcl Topo quan-
ti cauallimena dirimpetto, Î3 quanti do vettura, per pof
fier fare le proni foni di fieno, e biade C3 Halle à bafitan-
%a , con fapere anco quanti muli da letticha, (3 da ca-
riaggi, per poßerli metterefiep arati, & procurare d'batte
refiempreflottepa trenta o quaranta caualli d'attontag-
gio, perchefempre vifiopragiitngequalche caualcata de
Cardinali, o d' <Ambafdatori, o de Trelati,o Baroni,o corrieri,di modo che è
necefiiario di star pronisto,perche come quolch'uno potifce,fa fi fatti strepiti,
rumori & lamenti, che tutta lafpefa chefiè fana è nulla, & per rio fi met-
terà vn hitomo manuale per ciaficheduna stallo, accio dio loro quantofionec~
ceffario,o quanto gli forra adimandato.
iAl magazzino della biada vi faranno tre hnominì,vno cheferita, gl'al-
tri doi che mifùrino la biada.a chi ne volent.
ISletla Tia'zjo delTalazgOydoue batterà da alloggiare Sua Satita vi flo-
ra il foriera con lijitoi polizjni dello fameglia, & delti Caualli, & batterà op-
preffadifafieihnomìni prattichidi quelluogho, da condurre ligentilhomini
alli laro alloggiamenti a diHinalorfi,f3 qttiiti vi farà preparato da pò ter he-
uere f3 rifreficarfi alquato,&fiefiorad'Inucmo bonifiìmo fuocbo,&da lauar
fi il Vifo <3 le moni con acqua odor ifiem,&fiefiorad'eflate &Vino con neue
per l'arriuo.Tarimente fi ha da fapere il numero delle bocce difiintamete I Car
dinoti,?Amb afidiadori,i Confier itatori,i Trelatì,e3 di mano in mano ogn'unc,fì
$> diuiderre l'alloggiamëri,come anco per ordinare le tonale conforme a i laro gra
dhcominciando dallatouola di J^.S.dello qualenefìunofideue intrigareje no
che nell'appartamento di Sua Santitàfiefaràvn bellffima parato più riccha
mente& con piùpolitia,chefiapofiìbilc,conli fuoi baidachini,& oltre li qua-
dri delle bcllifftme & deuotiffimc Imagini,non farà fuor di propofitto vi fuße
anco il ì\ìtratto di Sua Beatitudine per mostrare tanto maggiare affiettione.
Ideilofittocamera vi farà vn letto fatto tutti di nono con ilfinoinginocchiate-
re,^ vna fola fedia,convn tauolino divelluto raffio conforme ilfiottoguarda-
rebbodarà l'ordine,nofcordandofi la [azzolo difuawfifima $fiumc f ciafeedu
no Camera, si feltrerà chela Corinafiecretafiopiù vicino chefipotrà olì'oppa
ripeto di' S. B&fiia fuifia di tanole nette & noue9de legnia S ceche,Carbone
oicqua
DEL C >A V A. L I E \ TIE U'L E
Alcqtta chiara,& altre cofe necceffarie alii Malli Cuochi Seaeti,& che itti fia
vna perfino experta et de recapitiamo guedafitbitodi quoto gli forra dama
dato,facendofiempre la credenza d'ogni cofa che porgerà alla C urina f'c creta.
Seprouederà anco la Tauola dell'llluslrififimi Signori Cardinali capace^
conforme al numero dieffi, quali voglionofiempre per la maggior partes
mangiare da loro iflefa. Quefla toltola vole almeno doi Scalchi,& doiTrin-
cianti, con dodicigentilhominificttdieriche portino in tauola.Doi Credenzieri
con doi aggiunti ZF doi Garzoni :vn bottigliere con doi Garroni che conti-
nuamentevadinoper Vino, hfeu'e, & acquafieficamanzi & in dietro, doue
farà bifogno con preflezjm . Vna CorinaJ ecretafialaper li Cardinali, coru
doi Cochi, Doi Aggiunti & doi Garzoni, & vn TaÌlicciero, colfinoaiutan-
te, Et alla cura di efia Corina vi vole vn prattico (3 diligentefiottoficalcho,
che in lingua fpagnclafidice Vedor, alqtiale tocca andare in difipenfio, &
pronedere a quanto olii CMaflri Cochi bifognara,& Hara prouiflo per im-
bandire al venire delti Scalchi chefioranno in (fiocina dilimoni trinciati C3la-
uoratiinpiù modi, rJMelangolitagliati, Capparent, Granati, Olinefanzf^ofi-
fa da metterefiopra à gl'orofli, fette di pane abbruciato per mettere Jotto alti
pottaggi, Formaggio grattato, Tetr of emolo, «JMenta,fiori di boragine doj
buttare fopra gl'allefifi, con la caffetta dellefipetiarie peste, C3 Zucchero pesto
Cjr intiegro, con vn piatto de Tartufi intiegri mondi & lanari in vino, coru
Stecchi di Cannella per armare vnafommata,o Gallo d'India con lifiechi C3
vn Tartufa in cima à ciafichedttnfieccho; & tutte quefie cofie dette tenerci
in ordine ilfiottofcalcho con molta politia & diligentia con lifiuoi barrattoli
di diitcrfifiapori, con li credenzoni di pane da far la credenza de tutte levi-
uandealti Scalchi .Vi faranno poi doi Corine commune con quattro Cochi,
doi per Corina con li loro aiutanti & garzoni con vnfioprafiante, cheprotte-
da quanta à loro farà debifogno, (3 una buona Stantia con touole da lllar da-
re (3 j'piedare.Vno Stantia per la Taüiccicria doue fiano doiTasticcieri coru
quattro loro aiutantifiufficientià lauorar dipafla ,con quattro garzoni dru
pistare,e portare alforno lo Taflicciaria,f3 nefianotoltole afiai colefcaffeat
tacate al mitro p potenti porre delti lauori dipaflafiopra,& touaglie biache o
linzoli da coprire detti lattari, con vnfioprafiate da dar loro recapito neceffiorio.
S e prepara vnafiantia per li Signori Cammerieri Segreti d'IS^S.più vici-
nai più commoda, che fia poffibile,accio ne magnino detti fignori, li quali
fogliono effere ordinariamente otto, ò dieci alpiù;alla qual tauolafagli da uru
Scalcho, (3 ttn Trinciante, (3fei gentiluomini da portare in taitola,itn Cr eden
zjeri colfinoaiittante,un bottigliero colfinoaiittante,C3fiefientirannoalla Co-
rina delti Cardinali à doi piatti ricchi.Vn'altrataiiola per li prelati, quali fo-
gliono eßere da dieci o dodici alpiù,&fi apparecchiarà in un'altra stantia ap
portâta,& fiforra feruire neliifiteffo modo chefiè detto netti Signori Camme-
rieri
F V S O R I T T O 54
rierifiegretico oltre tate gerii £j offiriali che farà a baStoza, &faferuira.no nel
l'ifiefja Corina delti Cord inai i,o doi o a tre piatti coforme alla qttotità de piati,
che vifiorano.Vrìaltro tonalo Ioga, che ni copino almeno quarata getti'buomi
ni chefioranoli Capitoni] delleguordie,lancie faezz^te,Copellani,Scudieri,fior
rieri,^Aiutanti di Camera D. ìs{. S. & altri gentil'hitomini di portota,che ac-
compagnano 2v^ S. Se gli darà doi Scalchi fenza Trinciante, con uinti hito-
mini chefiern'iranno,colfittaCredentiero,& aiutante, (3garzone, & doi Bot-
tiglieri,accia faccino dai Bottigliarie perche una farebbe troppo confttfione_j>,
(3 fiferttirà allo Corina Commune,Qiteïïifleffia tonalo che ha detto potria fier
uire per li Scalchi, Trincianti, Copieri, Scudieri, (3 altri gentil hitomini,
eh eh allettanofieritito alle quattro toltole, che houranno mangiata od un me-
defimo tempo, che fioràia tauola di S.S. la tauola dell' Itltf trifamiSignori
Cardinali,& quella dell'i fijucrendiflìmi Trelati,(3lo tonala grande delti Cap
pellani,(3 altri che difadifiopra, Quefla tonala fi riempirà per il meno quat-
tro ttolte,o più de ditterfifieruittoride Gentil'hitomini.
' In un' altro fioraiafiefarmlo toltolo detli Canotti leggieri, &fiegli dorrà
loro vn Intorno di recapito, perche do lorofifriniranno nella Corina commu-
ne, dotte farro un proneditore à prouerderli, Et il fimile fi farà perii Ta-
lafiernieri di Suo Beatitudine . Et un altra tauola per li Talafiernieri dei^>
Cordinali,ferttita come di fopra in uno stantia da fuo posto.
Vn' filtra tauola pin longa che ni copino per il meno dafajfantaperfanei^,
accio vi mangino li Sguizz^rì, quali mangino in doi notte afefisantoper vol-
ta, & fi terrà l'ordine chefi è detto de i Caitaileggieri , auertendo che il vino
fia buono & in quantità C3fienz^acquru.
indila tauola che batteranno magniatoli cauaileggieri, Vi magneranno
poi li Credenzieri,li bottiglieri, (3 altri feruitori de.Gentilhuomini, quale ti
riempirà più notte, fi come per experientio più notte ha uiSlo .
Vi faranno poi lontana del TaloZjÇO uno o dai gran toltole per li carroz^ie
ri,Lettighieri, Mulattieri, Vetturini,Bracchieri, C3 Canottieri, chefiorian fi
fatto ftrepito che parera un inferno, fopra tutto nefiauna tauola in luogo ri-
fierbato per otto o dieci per Jone polita &benfieritita,qualefieritiràper qual che
Signor,Tr elato, ò ^Ambaficiadore, chefaifi'-' fogliono capitare all' improuifio,
& quando non fuße per altrofieruiràper qualche Duco ò Marchefie,o altro Bo
tone, che per qualche riffetto,o competenza non honen à uoluto magnare ali*
altra tauola che dtffì,o che non forra forfè orriuato a tempo, fi che in ogni cafio
e bene tenerla in ordine , (3 ben prouisla,cheamemolte notte m'ha fatto
gran bifagno,& infieme molto honore. Tarimente il fi n ;. ; a deue tenerci
r iferbati dell'alloggiamenti per ogni occaf^ne c!;.p<ffi Ottcnirgli,fi comeame
èoccorfia piti uohed'nficiredel mia ali ggiamemoper accammodare alenai Si
guari minati all'improuifio,(3 l'hofattonalcnrieriper hauer tal enreu.
il CMaHro
DEL C AVELIE J{r 7{E ^ L E
Il iJMiflro di cafio poi ha da procurare che la difaenfo fia ben fornito di
tutte le cofa neceßorie,come farebbe o dire difiatamigraffi Bologniefi,fiomma-
te,Ventrcfchc, Soppreficiati,Mortadelle,Lordi, Solficele, C erudìori, Trouotu-
re, Mazzorelle,Capi di lotte, otte de Bufale, Latte, Gioncoce-, Bjcottc, Butiro,
Strutto, Spettorile pefl: &fai e Zite eh ero di Medera,Znccherofino,Bifadi fa-
lerno, Forra, Semolello, Fior difiorino,Sole, Limoni,Ccdri, Melangoli, Granari
Caùberini,Olittefienaifi^Oline di Spagna,d'^fcoli, di Bologna, Vitapaffiu
di Corimbo & aofirana,Brttgnefiecche, Vif'ciolefiecche, Ter fichefiee eh e, Mel
buono,'JMufio cotto,Oglio dolce,,Acetofiartc,Tiflocchi,Tignoli,Dottoli,Man
dri condro fine, l^aci, ls[ocelle, C iHagnie, Ter a, Mela depili forte, Tartufi,
Cardi,aCordoffi,Finacchiettibianchi,o altro forte d'hortaglia , C3fauni che à
quel tempofietrotteranno ;nonfcord aridofidel Spago, Corto, Corda,Chiodi, Sc
pe, FiofichiiCarroffe^ecchierijGiarreiOrinalifBracche, Ti alti,Bo e ali.
Senza poi le Confetti ani già dette,con i conditi,& cotognotc,finocchì,Vifa
rà gm coppia di Tor eie a ttento <& bianche,con candele di cero,difeito,(3 Con
delieri d'ottone. In qttefla differì fa iti farà un defipenfieropratico C3 efiperto
con hi aiuot ont i,qitali dianofienzareplica,& conpreHezz^a,& amoreuolez^
Zjo tutto quello che loro nien domandato.
La Cantina poi fiora protiifio diprctiofiffimi vini,cioè di Malttagio dolce et
garb a,£3 di Greca,Chìarello,Magnaguerra,Logrimo,Centolo,Beluedere, Tu-
fiilico,tJMozzacane,<Afiprino,.Albano,e3 altre fòrte di vinofacondoi luoghi,
Etfafar a de fiate che li Bottiglieri a ciafeheduna Bottigliaria tenghino uno.,
tinozza confiafehi di diitcrfi uini,con li polizini di corta bergamino,^ botti-
glie di acqua or dinaria,(3 acqua di cauella,C3 altr*acqua inzueberata coperte
& ferrata di ncuc^r.
Si proveder à d'uno Mufico a"lnfirumcnti,cioè Troboni, Cornetti, (3 Lauti,
qua'ifonemno all'intrare che farà il S omo T ont efice,dopo cheilpraticho bom-
bardiere h Olierafiatta unafaina di tiri d'art egli orie,o di codette & mortaletti.
K(onfioriostato fuor di fpofito di hauer madato doi barili di nino,pone,fior
m aggio,& pfduna,& qualche Tasticelo fredda totano dal luogo fino a tremi
glio, per dare un poca di rìnli-efcamento all'i pedoni, £3 chi batteràfiete,perche
anco li gentil'hitomini fi foglionoriflcficarc,peroe benehottcrni ima dozjfina
de fìafichi pieni dibonijfimi nini. Et perche S. S.fittoleprima fmontare allru
ChicfiaCathédrale,fi farà chefioriccamenteadornata eon molta quantità de
Caffi il,co ma dolcifßm a Mufica,lo quale potrà feruire poi anco quando S. S.
magnar àotteroall'illusi.Sig. Cardinali. J<fpfioradibifognochemiafifiarighi
infiorla tifila del magnare çfittaBeatitudine,y eh e ilfinoficaicofioche lafinoDi
ff~'fia itala f'eco sëpre fuistarAtalchebastorà che in Diffefa noflra ite fiano
alcune cafie exqfite,accioche ilfinoCuoco fecreto le pcßa battere apofia, che fa
i
: afoniJafanotti, Starne, Starnotti,^'erdici del beuho raffio,Vn pauone^
frollo
F V S 0 1{ I T 0. $$
fi olio, vnapollancha d'Indio frolla, vn Capriolano, leproti. Capretto gio-
uanepiccolo (3graßo,Hortolanifrefichi,beccafichegrafise,Tordi, Quaglie,Lo
dole, & altro forte di PoUaHri graffi & poUaflrini, Ticcioni domeflichi &fioU
uatichi, Taporetti,^Lnitic,Germoni,Beccacde, Bufolatto, Caprio, Mùnga-
no, Caflrati, Seccaticcia,^ altre cofieneccefiorile conformealloflaggione.
Saro bene che doigentilhnomini diportato vadano rinedendo continuameli
te le Camere dellllluslriifimi Signori Cor d'inali,domandando otti loro Came-
rieri fégli fio bifogno di cofia alcnna,& prottederefitbitoà quanto gli è chie-
si", & cofifacinocontinuamente per tutte le camer-e dell'i Signori fino che
fiano andati a ripafare, perche molte volte mancano de malte cofa^,f3 pati-
faonomolti incommodiper non hauer chi proueda a tempo, & questo so
per molto efperientia.
7VV/ Magazzino dell'i Mot arazzi ve nefilanofiempre d!auantaggio,perche
ni tardi ne vengono domandati da molti, (3 parimente vefilanol'mzolifiotti-
li C3 bianchi, coficinetti & coperte per tale affare,fi come per efperientia »c^
parlo.
njtVc
DEL C A V ^ L I E IL K.E >A L E
BANCHETTO STVPENDO
Fatto in Spagnia alla Serenifïîma Regina fi-
gliola del Chriftianiffimo Re di Francia
alle fue Noz,z,e> quando fé maritò
alla Maeftà Cattolica. del R o
DonPhihppo.
On mifiatigherodi raccontare l'introta che Sua Maestà fa-
cetta in tutte le Città, Terre, & Ville di Spagna ,perche
non potreificritterela metà de tutte le cauollerie, & fante-
rie , chegli andati ano incontro,fienzapoi li Signori Cattar-
Iteri ricchififimamente addaboti caualcando alla giannetto^
confontitofiffimi cauolli, coperti quafi tutti d'oro, argento,
&gioie,che in vero era cofa slupendiffima in vedere tanta galanteria & ri-
chezj^e che erano in quei Signori Caualieri,& non bastano che di giorno ca-
ualcauano in accompagnarefina(JliacSta, ma di non e veJtiti alla Morefica
foccitano incamificiote con tor eie, cofia marauigliofia do vedere ; In altri luo-
ghi poi i Canalini focettano giochi de Canna , che in lingua Italianafadico-
no li Caroficlli,ma contanta itelocità (3 prestezza, che lideflricri pareuano
caualli alati , & io particolarmente uiddi più d'uno di quei caualieri à
tutta carriera ricogliere un dardo da terra, & a chi noni" batterà itisto gli pa-
rera cofia impeffibik. In altri luoghi fi focettano cacete di Thoro con bellijfimo
fpcttactilo di Dome,le quale buttattono dallefeneslre,daìle logge, (3 da Tal-
chi grandiffimo numero de dardi di uarif colori,da lanciare al Toro, Et quitti
fi uedcttono li Coitoli eri à gami'uno con l'altro, a chi meglio lanciotto il fino
dardo nel Toro,& quel che facetta meglio colpo, era tenuto più ualorofio,&fa
pra di ciò le \)ame,C3 li Caualieri isleffi faceitano tra di loro fcammifife di mol
ta ïtima ; Si ttid.de poi apparire un Caualiero, che non me ricordo il nome, fio-
pra un grò Ta1afreno con la cappa à tomo & ima zagaglia in mano, come fie
non fußefittofono & pianamente affretto il t'oro,che con uelocità gli ueninol
incontro, quale con lo zagaglia che haitcua in mano lo perafifefitatto mente
nella fpallafiiniflra, ehepafifio ilferro per mez^o del petro, (3 attero à fuo ma
grado il Toro, Cofa che dette non poca ammir-orione à tutto il populo, (3
tutti li fanciulli, gridoitono Vitto il CaualierForzuto che abbatte il Tboro,
Et lui mai intonado & con mucciagrauedad^efafaegopaßeggiaua la piazza.
fai
F V S 0 \ 1 T T 0 56
In Madrid poi oltre l'altrefefte C3 littree richiffime ordinò il Séren iffimo Si-
gnor Don Giouanni d'asfustria che innanzi al Talaz^p reale per mezzo del
la piazza finirafie vna niz^a dagiostrare all'incontro,ficome molti Signori
Caualierigiostrorono,& il maggior premio fit dato al Signor Don Gicuanni
d'Austria dalli Signori Giudici della gioflmpcr lafittamolta fiordo & dc-
flrezja che mostro in quel giorno, fi come ha moHato fempre molto valo-
re^».
Copitorno in quel tempo in Madrid una muta di virtuofi Napoletani, che
fi obligarnofarfientirea S.Maeflà ogni giorno madrigali, & vilanclle none
non più vditeper vno mefe di lungo,*«? çofii fecero, con varij & dinerfi in-
strumenti,che conena tutto il popnloper vdirli,tanto era allegriffima, C3 dot
ciffima la loro miifica,ty li fumo fatti de molti ricchi doni da S.CUacfià Cat-
tbolica,(3fi part imo lieti (3 contenti.
Oltre la tauola %eale,qitale stana in alto da quattro gradi colfao baldac-
chino fopra otte magniaua il He, la Bigina, il Trincipe, Ç3laTrencipeffa di
Spagna, quali fumo ferititi come conueniua a tanta altezza, & a tanta
CMacFtì.
Vi era in vno granfiala vna tauola defignoreprincipaliffime,la quale non
er afiernit afienon dalli loro Coppieri,^ da alcuni raggi qualifieruiuanoa dar
loro alcun tonda netto donanri,& non vi erano neficaia,ne Trincianti, nes
ficudieri,ne altra perfona chefaceffe confiufione conforme a queste chefifarno
nell'i contriti di J{oma,che con moltafatighafapoßonofiernir e per la gran fol-
la & confiufione che vefiefià.
Flora per tornare à propofito dico, che l'Eccellentiffime Signore magna-
nano a que ft a tatto!a,& come era tepo che ilfcalcho tornaße coilfecödoficrui
rio dalla cocina,quefiatauola fi portina,& ero tirata da doi leoni,quali erano
attacotialtitreffidididettaTauola;&fie neintronano in vnaporta che ini
vicino ero fatto apofla,& nel cominciare che tuccua la tauola a partirfi,fc->
uedetto daWaltra banda comparire vn'altra tauola tirata da doi leopardiana
le era piena & colma del fecondofiertritio,& erano trinciate tutte quelle cafie,
che erano necefìarie chefinfifierotrinciote,& quando fu tempo che venififero li
frutti,fividde apparire vn'altra tauolatirato dofiatiri, quali contattano &
naminattano li flutti cheportonano,Ç3 all'apparire di quefla tauola fi pani
l'altra tauola tirata dalli leopardi,C3'fitbito che fumo finiti lifrutti,&che era
tempo venifieroleconf etrioni,ftponirno lifiatiricantando, (3 ritornomo via
la loro tauola delti (rutti, & fitbito fi vidde apparire vna fila di nimfe coru -
vn bacile di Zucchero in tefla per vno,& altre di eße con cornucopie pieni di
maz^zì difiori&flecchi,qttalibacili erano pieni di diuerfie conf etrioni, C3 can
tondo fé pò fero inginocchion in luogo della Taitola,& itti stettero ferme fino
che fumo fiancate dalle Dame, Cs> dalli caualieri che itti erano concorfi per
vede-
DEL C <A V >A L I E \ J{ E U L E
vedere li giochi (3fiottiche s'hauetiano à fare al partire delle Tsfimphe fi co-
mefifiece,C3all'boro fi aprirno le porte, accio che li Signori potefifiero introre
per vedere liflupendifolti (3 giochi chefaceuanofitlo cordo che a queflo ef-
fetto flotta tirato per mezjo della granfatain alto do vn capo all'altre, mcu
prima li coppieri haueuano doto l'acquo odorifera alle mani con li bacili iru
mani.
Le Toltole erano di abbeto ligieriffime,& erano inchiodate fopra tre treffii-
di,li quali slattano poflifioprale carrnenie in cambio delti loro piedi,Ç3per ri-
fpetto di queste girelle le tauole camminauano facilmente, per efiere bene ac-
concie & bene vnte,(3 ben tirate.
Lalifla delle viuande non lemetterò per ordine per rifletto che fi potran-
nofarefecondo il tempo, laftaggione & luogo.
BANCHETTO BELLISIMO 1
DEL C ^ V o& L I E \ \ E U L E
Zucchero & acquo rofia mitfichiatru.
Tiflocchi ammollati mondi,&Tignolifirefichi con zucchero fopra
TSlocibianche in vin roßo con fate attorno.
S E ben que Ha moda di trinciare vnpero o un mela, non e cofa che iltrin~
dante bobbio da farlo in tauola de Signori, ne od altre touole, ma per
burlare con vnafipafa o gentildonna, con lo quale il Trinciante, ò altro gen-
rilhomo habbia domeflichezjm, lo potrà cofi intiero prefientare, pregandola a
volere mondare quel pomofienzatagliarlo per mezj^p, accioche mentrelo
monda, gli cafichi bello & trinciato in più parti fai tondofienzahanerlo lei
tagliato, del che ne reflora marauìgliofia per hanerlo ttiflo £3 tenuto intiero
mile mani, & pai trottarlo tagliato in piupezjQ , la moiterà à rifa £3 à
ma-*
F V S O R I T T O 6*1
morouiglìru.
Volendo tu dunque tagliarlofienzatagliarli la gitfria, piglierai itno aguc-
chio longa infilato con unfilofiottile£3 forte, & introrai con foco dalla par-
te delfiore,delpt.ro ò melo, tra la gufata £3 il pomo, £3 cattar ai foco facendo
rimanere un palmo di filo da piedi del mdlo,£3'rimetterail'aco peri'ifilefifobn
co che lo ca:tafli,& cofiforai fino che farai in cimo del pomo, & poi dall'al-
tra bando colorai giù fino che tu ritorni con foco, dotte cominciaflc £3 piglia-
mi con la man finiflra il pomo , & con la defira li detti capi del
filo, tirando in giù fina che il filo doppio efichi fuori del pomo,& refii ta-
gliato per mezjo fienza tagliarli la gufata , & cofi farai anco dall'altra
bando , ttolendolo in quattro parti, £3 in queflo modo potrai accomodarne
tre ò quattro,& metterli in rima della tazzm done faranno l'altri peri ò meli,
che hauerai da trinciare olla tauola delle dame,& con lapunta del coltelo ne
potrai prefientare uno allo uolto à chi à te parerà, ma far che quella perfona
fa lo mondi dofiuapoHo,accio reHimarouigliata di ritrattarlo tagliato in quot
tro porti, £3 quefla ti bofierà perfiapertagliare un pomofienzatagliarli lo^>
gttfiriru .
L<L.
F V S O R I T T O 62
Trattato De Pefei.
Storione ScT Ombrina.
llflorione epef ceflimatifamo,£3participa de acqua falfa, & dolce,lafua
flaggione è di CMorzoper tutto ssfgoHo,mitri fee affai £3 rinflefea ilfangue,
£3 è ottimo cotto in ogni maniera.
il fimile dico dell'Ombrina.
Del Rombo & altri pefei.
Il B^pmbo èfimile,ma di più dura digeHione,ma più nutrifice.
Il Fauolino voi effereflefco fritto,furato,e boniffemo per li amalati,non che
perii foni, £3 è dibuona & facile digeHione, £3 ilfimiledico della Tri-
glia.
D E L C k_A V .A L I E 7^ \ E *sf L E
Dentateci ata,Corbo,Tefice fan pretto van tutti infieme fan buoni ma duri
à diggerir a .
Sparnocchi, calamar etti,lamprcdoz£c,lengttatole e grand teneri, fon d'-
una medefimo bontà,& cccettentia.
Dirci di molti altri peficifidi mare;come di f.ttme,lagho,de Fufcine, da
Morta,diperugio,di Gardo,che ve fi trottano Carpe,Carpioni £3 Trotte di fimi
furata grandez£a;& perchemi parfaperflttOil trattarne tanto a longo,tacc-
rò per non cfiiere à noia a chi legga.
B A N C H E T T O P R E P A-
rato per le nozze deirilluft.& Reuerendifs.Sig.Marcan-
tonio Colonna Duca di Paliano & Tagliacozzi,
& gran conteftabile di Napoli quando fi me-
nò moglie la Uhiftrifs. & Eccellentifs.
Sig.Prencipeifa,la Signora Orii-
naPeretti Nipote di N. Sri
Papa Siilo V.& for ella
deirillurtrifs. &
Reuerendifs.
Signor Cardinal Mont Alto mio Si-
gnore & patrone del mefedi
Nouembre 1589. In
Roma.
Pr;moferuitio di Credenza.
Infialate lauoratcgrande,£3 indorate con diuerfie materia.
Infialate cotte de radiche,& Capperini £3 di piedi di Capretti.
Infialate di Cedro adornate difioricon Zucchero £3 acquo rofo.
TeHe di porca fàluatico cotte in vino inargentato il grugno conficco arte fida-
to in bocca,adornatc di verdura £3 fiori,
Sommato in fette tocche d'oro,&fiatarnein fette con limoni
Treficiutto sfilato con anificonfettifiapro £3 vita pafierina di Corimbo.
Lingue di bufiatefiatatecotte in vino,mor;de,£3 ffaccota
Tolanche arrefiite & poi imborracciate con pafta fritta
Fafiani mafichi reuefliti in piedi che paiano vini, con profiitmenel becco.
Tafiicci de lepri intieri coperti a modo di leoni,£3 dorati
Tortiglioni ripieni alla milanefie tocchi a'aro con Zucchero fopra
Bianco magnare de mczgo rilieuo toccho con oro & Zucchero fopra
I Gielo
DEL C <A V >A L I E \ F^E <A L E
Gielo color d'ambra £3 con lancette defafianoaroflti fiotto.
Tononi arofiiti &fiolpimentaticon granati £3 limonifioprad'orati il becco £3
li piedi,£3 bobbio lofittocoàapoHiccia & ilfinocollo.
Torte di per fi chifiee chi con Zucchero fopra fredda .
Oline diffagria,vito bianca,£3Tergolefia.
Statue alte doi palmi con vna canefitrina inargentata in ambedtti le mani con
dentro cinque moflaccioliper vno,ben lauorati £3 dorati.
Bandiroleditoffetano coni'arme,zjtcchatane i poflicci £3per l'infialate gran
di.
TizXegiandijsfogliate vna perpiatto conpreficiutto sfilato dentro £3 Zttc-
chero fioprcu.
Foccocinefatte con butiro Zucchero £3 acqua rofia,qttattro per piatto
Vn laitoro de poHa a groppi fatto con laferinga £3con Zucchero fopra £3gra
ni di granati to e chat e d'argento.
Del Maiordomo.
S E bene nel primo libro vi furono impr efifei cartelli & forcine che aWhora
fi adopraitano à trinciare col manico diferro,hora per commune oppinio-
ne de tutti li Trincianti dirama fi vfiano quefiti col manico di ofio negro otton-
golato £3 corto,oitero li manichi di <^Auolio,onero de denti di Canotto,tinti
rofio£3bianco,febendiqtteHinonfienefionnofin'hQra vifti à nefittn Trin-
ciantefatuo ehe la mia Conciliera,che hora me ne ferito, della quale io ne fui
inuentore, & certo che gli è cofia bclliffima do veder e,& degna di cfierpoHa
in tauola d'ogni gran principe. Le lame poi hanno da efiere difiniffimo accia lo
fattili, £3 dallo banda del taglio dritti, ma dalla coHo, che fiano volti al
quanto. Et la tempera fio più toflo dolce che dura ; perche piglia più pre-
fio il filo, £3 taglia ofiai meglio.
Le forcine vogliono efiere diferro £3 ditempro dolci(fema,acciofipaffuto
flrcgnere &fiargarefecondofioradibifiogno;£3 anco fifa accio per cot endolru
col coltello, fifigrani, mo vole battere vn dito d'acciaio netta punta nelTim-
broccare vn pollo,ò quoi fi voglia altra cojo,perche volendola poi cattar fuo-
ri malamente fi potrebbe ribatter e,per effer fi quella fatta à modo di Vnci-
no, fi che eficndo d'acciaio più toflofifigronora lapunta cb epiegar fi, &
qtteHe modo diforcine io vfo,poicheper efperientia prono, che rendano vtile
£3 honore al Trinciante £3 madarfuori delle tonala vn patta d'India con lo far
dna dentro per1 non hanerlo pòfiutaribattere per efierfifatta à modo d'V mi-
no.Et quefio ti boHerà in quanto atti Coltelli £3 alle forcine £3 perche nel pri-
mo libro nel Capitolo VII fi è detto à bafìanza il modo di dare tifilo atti col-
tetti,& di tenergli netti,non miflenderòfiopradi ciò più oltre.
F I ^ I r
REGISTRO.
A t B C D E F G H I K L .
I N V E N E T I A,
Appreflb gli Heredi di Giouanni Varifco.
M D X C I I I.
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