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Stefano Cabot

come si
costituisce
una
nuova
associazione
V.1.0.1 - 29/07/16

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Si precisa che i contenuti in questa Guida sono da considerarsi come un riassunto, a titolo informativo, della più

ampia disciplina degli enti no profit e non commerciali in generale. TeamArtist e dSmart srl non si assumono

nessuna responsabilità per l’uso di tali informazioni che, in ogni caso, dovrebbe essere svolto sotto il controllo di

un professionista. Tutti i contenuti sono protetti dalla legge sul diritto d’autore.

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Stefano Cabot

Come costituire una nuova Associazione

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0. Premessa

Che cos’è una Associazione?


Bisogna partire da qui altrimenti non si va da nessuna parte. Per la
Treccani una Associazione è un ente caratterizzato dall’organizza-
zione di più persone al fine di perseguire uno scopo comune non
di lucro.
Più persone: significa non solo che al momento della costituzione si
debba essere almeno in tre (e non si possa fare da soli) ma che nel
tempo si preveda che l’Associazione aumenti il numero dei propri
iscritti e partecipanti!
Perseguire uno scopo comune: significa che le stesse persone di prima
si mettono insieme per fare qualcosa di preciso e particolare in un
determinato ambito. Potrebbe essere tutelare i rapaci dell’Appenni-
no, come aiutare i familiari di coloro che sono affetti di una malattia
rara, come insegnare la pallacanestro ai bambini di un paesello.

Che cosa significa No Profit?


No profit; senza scopo di lucro; non commerciale. 3 modi per dire
la stessa cosa (che l’87% dei dirigenti di Associazione da noi inter-
vistati non sa): tutti i soldi raccolti dall’Associazione non possono
essere distribuiti ai soci.
In Italia invece la maggior parte delle persone (tra cui anche tanti
addetti ai lavori e professionisti) crede che significhi che l’Associa-
zione “non possa fare profitto”.
SBAGLIATO! Le Associazioni gestite bene DEVONO FARE PRO-
FITTO! Perchè proprio come una Azienda quel profitto deve essere
utilizzato per poter portare avanti lo scopo comune.

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Ma le Associazioni sono sempre esistite?
Assolutamente No. E’ con il Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia
nel 1848 che per la prima volta si stabilisce nero su bianco, nello
Statuto Albertino (che sarà il primo embrione del Codice Civile Ita-
liano oggi in vigore), che i cittadini hanno la libertà di associarsi per
portare avanti insieme uno scopo comune. Prima era vietato e se lo
facevi eri o un massone o un carbonaro.
L’art. 32 recitava così: “È riconosciuto il diritto di adunarsi pacificamen-
te e senz’armi, uniformandosi alle leggi che possono regolarne l’esercizio
nell’interesse della cosa pubblica. Questa disposizione non è applicabile alle
adunanze in luoghi pubblici, od aperti al pubblico, i quali rimangono inte-
ramente soggetti alle leggi di polizia.”

Costituire una Associazione è semplice?


“Aprire una Associazione è molto semplice”. Quando leggo questa
affermazione in una delle mille brochure di qualche ente/federa-
zione/aps nazionale (o del Centro Servizi Volontariato di turno) mi
va il sangue alla testa.
C’è infatti un chiarissimo conflitto di interesse: l’ente ha dei vantag-
gi nella nascita di una nuova Associazione che si affili con loro. Più
soldi dall’affiliazione, dai tesseramenti, dai contributi pubblici (più
associazioni affiliate e più tesserati si hanno, maggiore sarà il peso
“politico” e quindi la possibilità di attrarre denari).
E, chiaramente, l’ente non ha interesse nello spiegare quali saranno le
reali difficoltà cui si andrà incontro né gli eventuali rischi se si dovesse-
ro perdere (come accade quasi sempre) dei pezzi per strada.

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1. Quante Associazioni esistono in Italia?

In Italia, secondo l’ultimo censimento ISTAT del 2011 esistono circa


350mila enti no profit.
In poco più di 10 anni (il precedente censimento era del 2001) sono
più che triplicati (da decenni il numero di enti non commerciali in
Italia si aggirava su circa 100mila, senza grandi variazioni di numeri).

Perchè questo aumento improvviso? Ci sono 3 teorie al riguardo:


1. Gli italiani si sono improvvisamente scoperti un popolo di per-
sone generose che vogliono aiutare il prossimo sopra ogni cosa;
2. Complice la crisi economica, sono aumentati i poveri: aumen-
tando i poveri (la domanda) aumentano anche le strutture a
loro supporto (l’offerta);
3. In tanti avevano scoperto che le Associazioni erano sostanzial-
mente non controllate dal Fisco e quindi potevano chiudere la
propria attività di impresa per riaprirla come finta organizza-
zione no profit, evadendo montagne di tasse.

Noi siamo convinti che la vera motivazione sia quest’ultima (pur-


troppo). Ma non ne siamo convinti solo noi, dello stesso parere è la
Guardia di Finanza che ha avviato il ”Progetto Ercole”, allo scopo di
controllare tutte le Associazioni No Profit da qui ai prossimi anni
per sanzionare e scoprire tutte quelle false.

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2. Vuoi fare una Azienda Uni personale mascherata da
Associazione No Profit? Butta questa guida!

Tantissime persone hanno una abilità oppure hanno avuto un’i-


dea per fare qualcosa. Che so, un bravo insegnante di Yoga comin-
cia a pensare che potrebbe cominciare ad organizzare dei Corsi a
SUOI studenti, tutto da solo, piuttosto che fare l’insegnante per una
Scuola. Con questa idea va dal suo commercialista e gliela racconta.
Questi prima gli prospetta la SOLITA SOLUZIONE: Apri una par-
tita Iva nel Regime dei Minimi, fai le fatture, paga le tasse etc etc...
il nostro Maestro di Yoga però comincia a storcere il naso... troppa
burocrazia, troppi soldi da spendere, troppe tasse.
È così che qualcuno gli prospetta il PIANO B: Apri una Associazione
No Profit, tu tua sorella e tua mamma fate i soci fondatori e mem-
bri del direttivo, associa tutti gli studenti... e non pagherai un euro
di tasse. Magari fai anche una Associazione Sportiva Dilettantistica
così puoi godere dell’agevolazione delle retribuzione fino a 7.500
euro annui esentasse per gli istruttori.
Credi che io sia fantasioso? Purtroppo da un nostro sondaggio in-
terno, il 27% delle Associazioni Sportive Dilettantistiche rientrano
proprio in questa fattispecie.

Ma é legale tutto ció?


ASSOLUTAMENTE NO!! Si tratta di una frode fiscale. Se quindi è
questa la tua intenzione... butta questa guida!

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3. Qual è lo spirito con cui andrebbe costituita una nuova
Associazione No Profit?

Lo semplifico così: voler lavorare insieme ad altre persone per rag-


giungere uno scopo comune senza pensare di doverci guadagnare
sopra (altro conto invece, è giusto che tu pensi di essere retribuito
se hai intenzione di lavorarci).

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4. Perchè costituire una Associazione è quasi sempre una
pessima idea.

1. Perchè in Italia ci sono già decine di migliaia di Associazioni


abbandonate a sé stesse.
2. Perchè una Associazione ha le stesse necessità di una Azienda.
Quindi per far funzionare una Associazione bisogna prima di
tutto essere dei bravi imprenditori. E bravi imprenditori non
si nasce ma lo si può diventare soltanto studiando, faticando e
facendo tanta tanta esperienza.

Ecco perchè chi si mette in testa dalla sera alla mattina di aprire una
nuova Associazione, senza avere alcuna esperienza diretta prece-
dente, sta in realtà andando incontro a tanta frustrazione e ad un
insuccesso quasi certo.
Tenete conto che da un nostro sondaggio del 2015 risulti come il
23% delle nuove Associazioni muoia già durante il primo anno di
vita a causa dei litigi tra gli stessi soci fondatori! Mentre ben il 35%
delle Associazioni, ad esempio, non registra Statuto e Atto Costi-
tutivo entro i 20 giorni dalla data di fondazione, pur avendo già
aperto il codice fiscale!

Sai perchè?
Perchè si sono fatti prendere dalla fretta de “il nostro progetto non
può aspettare” prima ancora di aver chiarito tra i soci fondatori
COSA avrebbero voluto realmente andare a fare con l’Associazione.

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5. Cerca una Associazione abbandonata del tuo territorio
con delle finalità simili.

Questa è una buona regola. Prima di partire lancia in resta con l’i-
dea di costituire una nuova Associazione dovresti farti questa do-
manda: Non è che qua in zona c’è già una Associazione con le stesse finalità
che vorrei portare avanti io in cui posso dare una mano e nella quale posso
imparare COME si faccia a fare il dirigente?
Per spiegarti perchè questa sia la scelta migliore (e pensa che lo dico
contro il mio interesse, perchè noi vendiamo il Servizio ProCreo
per costituire nuove Associazioni) proprio allo scopo ti elenco tutti
i vantaggi:

1. Eviterai di commettere errori già commessi da altri, per ine-


sperienza;
2. Ti costruirai una rete di persone che portano avanti lo stesso
“scopo comune” che potranno darti una mano in futuro (dei bravi
soci fondatori, un bravo tesoriere ed un bravo segretario pos-
sono fare la differenza tra una Associazione di successo ed una
votata al fallimento);
3. Imparerai qual è l’approccio della tua comunità rispetto al tuo
“scopo comune” e quindi quali sono i punti deboli e i punti di
forza su cui lavorare;
4. Imparerai come si fa a gestire una Associazione, quali sono i
problemi, le difficoltà e le necessità, sia dal punto di vista buro-
cratico (tutte le procedure e gli obblighi fiscali di cui parliamo
sul nostro Blog: dal Libro Soci al Libro Verbali di Assemblea
e Direttivo, passando per la Redazione del Rendiconto Eco-

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nomico Finanziario Annuale – REFA, etc) che organizzativo
(come coinvolgere le persone, quali rapporto con le istituzioni,
come gestire i corsi, come retribuire i collaboratori, come fare
i rimborsi, come creare delle raccolte fondi, come raccogliere
il 5x1000 o il 2x1000, quando come e perchè aprire Partita Iva,
l’opportunità della legge 398/1991, etc);

Vale quindi la regola del 5+5. Chiunque voglia fondare una nuo-
va Associazione dovrebbe fare almeno 5 anni da volontario di base
e poi 5 anni da dirigente in un’altra Associazione che ha lo stesso
“scopo comune”. Anzi, non è escluso che prima o poi noi si faccia
un progetto di legge per renderlo obbligatorio...

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6. Scegli quale tipologia di Associazione No profit vuoi fondare.

Quando le persone vengono da noi con l’intenzione di fondare una


nuova Associazione mi sorprendo sempre di come non abbiano la
minima idea che in Italia esistono diverse tipologie ognuna con una
sua legge di riferimento (77% del nostro campione) oppure che ab-
biano “già scelto” una tipologia sbagliata (21% - quando cominciano
a dirmi “Vorrei aprire una Onlus” quasi sempre usano la parola On-
lus come sinonimo di Associazione No Profit senza sapere che non
è così.). Solo il 2% arriva con una idea chiara e corretta di quale sia
la migliore opzione.
Dalla legge di riferimento derivano obblighi, diritti ed opportuni-
tà diverse... Si tratta quindi di una scelta molto importante da non
sbagliare.
Facciamo una rapida carrellata delle diverse tipologie, delle leggi
corrispondenti e degli “scopi comuni” che dovrebbero essere alla
base della scelta...

Associazioni sportive dilettantistiche – ASD


Vuoi promuovere uno Sport? Non ci sono altre soluzioni associa-
tive sensate. La legge di riferimento è il D.L. n° 289/2002 art. 90.

Associazioni di promozione sociale – APS


Vuoi far qualcosa per una comunità di persone accomunate da
qualcosa? Arci, Acli, Fitel, Endas, Auser, Unpli, Agesci, Libera, Anf-
fas, Unitalsi, Anpas, Codacons, Touring Club Italiano, ANA (Asso-
ciazione Nazionale Alpini) sono tra le APS più famose (qui trovi il

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nostro Elenco Ragionato e link di tutte le Associazioni di Promozio-
ne Sociale iscritte nel registro nazionale). La legge di riferimento è
il D.L n° 383/2000. Tipicamente le Associazioni di Anziani, Club e
Circoli, Pro Loco sono Aps.

Organizzazioni non lucrative di utilità sociale – ONLUS


Vuoi far qualcosa per aiutare singole persone svantaggiate (disabili,
anziani, tossicodipendenti, disoccupati, persone affette da malattie
rare e loro familiari)? Oppure tutelare un particolare bene archi-
tettonico o la natura e l’ambiente? Airc, Emergency, Medici senza
frontiere, Legambiente, WWF, sono tra le Onlus più famose. La
legge di riferimento è il D.L. n° 460, sezione II, 2/1/98.

Associazioni / organizzazioni di volontariato – ODV


Sono una via di mezzo tra le Onlus e le APS (con cui vengono spes-
so confuse) e devono avere una “finalità sociale” purtroppo non
meglio specificata... La legge di riferimento è il D.L. n° 266/1991
e, come puoi capire, sono una formula associativa un po’ superata
(visto che la legge di riferimento è anche la più vecchia).

Associazioni no profit generiche (associazioni culturali, musicali, etc) non


riconosciute.
Sono quelle Associazioni che non hanno una particolare legge di
riferimento ma si riferiscono direttamente al Codice Civile Italiano
(articoli 14-35). La gran parte delle Associazioni italiane rientrano in
questa tipologia.

Associazioni riconosciute (o “con personalità giuridica”)


Sono quelle Associazioni che si riferiscono direttamente al Codi-
ce Civile Italiano ma agli articoli 36-38. La vera particolarità è che
queste Associazioni spostano la personalità giuridica (e quindi la re-
sponsabilità economica e patrimoniale dell’Associazione) dal Presi-
dente (o responsabile legale) all’Associazione come entità autonoma.
Questo significa che le responsabilità (solo di tipo economico però)
derivanti da attività svolte dall’associazione ricadono solo sull’asso-
ciazione e non sui patrimoni delle singole persone che la compon-

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gono o degli amministratori/membri del consiglio direttivo.

Organizzazioni non governative - ONG


Sono particolari ONLUS che si occupano di cooperare allo svilup-
po internazionale, cioè in paesi esteri. La legge di riferimento è il
D.L. n° 49/1987. In Italia sono davvero un numero ridottissimo per-
chè la procedura di riconoscimento è particolarmente complessa.

NB: quasi nessuno sa che si possono anche fare mix di tipologie associative
diverse. Ad esempio, una ASD può essere anche una ONLUS ed una Asso-
ciazione Riconosciuta... basta scrivere correttamente lo statuto e attuare le
giuste procedure! questo è uno dei motivi perchè uno statuto valido deve
essere rivisto da un professionista.

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7. Trova 3 soci fondatori e decidete le cariche interne.

UNA ASSOCIAZIONE LA SI PUÒ COSTITUIRE SE SI È ALMENO


IN 3 PERSONE (c’è chi dice 2 ma ve lo sconsiglio).
Molti lo fanno con la moglie e il fratello (cioè tutto in casa…) ma non
è una grande idea perché si corre il rischio di voler mascherare una
Azienda a conduzione familiare.
Se quindi hai deciso di aprire la tua Associazione con i parenti, at-
tenzione ad ampliare il numero dei soci quanto prima.
Non solo, devi anche subito decidere CHI sarà il Presidente (cioè il
responsabile legale di tutto ciò che accadrà sotto il cappello dell’As-
sociazione) ma anche chi farà parte del primo Consiglio Direttivo
(uno degli organi amministrativi obbligatorio per tutte le Associa-
zioni, composto da almeno 3 persone), sia se vuoi avere un Tesorie-
re e/o un Segretario e chi dovrà ricoprire tali ruoli.
Guardando un nostro prototipo di atto costitutivo per associazioni
vedrai dove inserire queste informazioni che in parte dovrai forni-
re anche quando andrai ad aprire il Codice Fiscale, registrare Statu-
to e Atto Costitutivo, fare il Modello Eas, affiliarti alla Associazione
Nazionale/ Federazione etc...

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8. Decidi il nome dell’associazione e scrivi le finalitá.

Qualsiasi Associazione, come ho scritto in premessa, nasce per fare


qualcosa: insegnare ai bambini a giocare a calcio, far divertire i
pensionati del tuo comune, salvare le anguille gialle del Polo Nord,
aiutare i ragazzi del Guatemala, fare Primo Soccorso o Protezione
Civile, aiutare i malati di una determinata malattia rara, salvare un
bene architettonico etc etc.
Non serve, come tanti fanno su suggerimento di consulenti incom-
petenti (ed anzi è proprio controproducente), scrivere mille finalità.
Gli “scopi istituzionali” dovrebbero essere concisi, concentrati,
CHIARI.

Non ci riesci? Dei bravi professionisti saranno sicuramente in grado


di aiutarti: NOI LO FACCIAMO SEMPRE PER I NOSTRI CLIENTI.
E’ importante inoltre che impari a distinguere subito quali sono
le entrate istituzionali e quali quelle commerciali in una associa-
zione, e, soprattutto, che tu decida le tue attività conoscendo pro e
contro di ognuna. Fatto questo, sapendo cosa vuoi fare, sarà facile
scegliere il NOME per la vostra Associazione.

UNICA NOTA: Verifica su Google che non esista giù una Associa-
zione con un nome simile (sarebbe una stupida ed inutile concor-
renza) e guardate se il dominio.it che potrebbe interessarvi è libero
(e compratelo!).

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9. Scegli l’associazione nazionale/federazione cui intendi
affiliarti.

Questa è una scelta obbligatoria per le ASD mentre per le APS e le


Associazioni No Profit generiche (come le Associazioni Culturali) è
sicuramente una OTTIMA scelta (ma non è obbligatorio).

Ma come si sceglie per l’appunto?


Non è semplice perché si deve tener conto di tanti aspetti: dal luogo
geografico dove opererete (una associazione nazionale può essere
molto forte in Puglia ma debolissima in Piemonte) alla specifica at-
tività che farete (le attività sportive sono diverse da quelle culturali
e ancora da quelle ricreative). Non solo, ci sono anche Associazioni
Nazionali che funzionano molto male e sono sull’orlo del fallimen-
to, altre troppo “furbette”, altre ancora troppo costose…
Insomma, anche per questo conta moltissimo l’esperienza. E IN
ITALIA NESSUNO NE SA PIÙ DI NOI IN QUESTO SETTORE.
Infine, spesso le Associazioni Nazionali/Federazioni pretendono
che gli statuti di chi si vuole affiliare loro abbiano certe caratteristi-
che. Meglio saperlo subito prima di rifare 2 volte lo stesso lavoro.

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10. Decidi quale sará la sede legale dell’associazione.

SEMBRA BANALE MA NON LO È. Questo è un dato OBBLIGATO-


RIO da indicare a Statuto e all’atto dell’apertura del Codice Fiscale.
Noi consigliamo sempre il domicilio privato di colui che sarà scelto
come Presidente (le motivazioni sono spiegate, per ragioni di spa-
zio, nel nostro corso di autodifesa fiscale per dirigenti di associazio-
ne) ma è anche possibile indicare la sede operativa che andrete a
prendere in affitto, oppure la sala che vi dà il Comune come sede, o
ancora la casa di un socio o lo Studio di un Avvocato o di un Com-
mercialista.
Anche qui, per capire quale sia la scelta migliore è sicuramente il
caso di sentire il parere di un professionista.

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11. Decidi chi pagherá le spese di costituzione.

Quanto costa fondare una associazione?


Dipende da come lo fai ma si va da un minimo di 300 euro ad un
massimo di 3.000. Al di là di ciò, vi sono due possibilità: o i soci
fondatori donano questi soldi oppure fanno un prestito infruttifero
all’Associazione, che dovrà essere loro restituito appena possibile
(infatti un socio può fare un prestito alla sua associazione). Noi con-
sigliamo la seconda soluzione.

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12. Decidi quale sarà la quota sociale annuale per iniziare.

Questo è un altro elemento che sarebbe meglio indicare da subito


nell’Atto Costitutivo (non nello Statuto, bada bene) per evitare di
doverlo fare successivamente con un altro verbale (di Direttivo o
Assemblea Soci a seconda di come si è stabilito a Statuto) indicando
che tale scelta è solo per il primo anno e tacitamente rinnovata sino
a diversa decisione. Almeno potrete da subito aprire le iscrizioni a
nuovi soci!

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13. Trova un professionista di no profit che scriva statuto e
atto costitutivo.

È vero, potresti fare tutto da solo. Come potresti curarti da solo se


hai una carie (che ci vuole a trapanarsi un dente davanti ad uno
specchio) o operare il tuo cane se ha una occlusione intestinale… in
questo settore vale il modo di dire: chi più spende meno spende.
Se ti affidi da subito ad un professionista ed eviti di farti tutto da
solo eviterai di dover modificare lo Statuto dopo un mese perchè
non era adatto, ed eviterai di inserire obblighi formali inutili che
fanno perdere montagne di tempo (e quindi di soldi).

Oppure fai le 3 stupidaggini più diffuse:

1. Copia/ Incolla da n altri statuti presi in giro di altre Associazioni (a


loro volta quasi sempre fatti e modificati da incompetenti);

2. Usa il fac simile dell’ente cui intendi affiliarti (che è pensato per
curare i LORO interessi e non i tuoi);

3. Paga un “professionista” che si occupa abitualmente di Profit e


non di No Profit per farlo (lo Statuto di una Azienda non è minima-
mente quello di una Associazione). Ho visto statuti di Commercia-
listi, Avvocati e Notai talmente mal fatti da far venire la pelle d’oca.

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14. Apri il codice fiscale.

Va fatto entro 20 giorni dalla data di costituzione. Lo puoi fare da


solo, recandoti tu direttamente in Agenzia delle Entrate, oppure
mandando un tuo delegato, oppure puoi farlo fare ad un professio-
nista abilitato per via telematica.

ATTENZIONE: non aprire anche la partita iva contestualmente!

Potrai sempre farlo dopo ma se lo fai subito avrai un codice unico,


che potrebbe tirarti addosso un sacco di costi in più per gli obblighi
fiscali connessi alla tenuta di una partita iva.

COME si fa ad aprire il codice fiscale di una associazione?


Semplice, basta fare la  richiesta di codice fiscale e partita iva per
un’associazione.

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15. Registra lo statuto e atto costitutivo.

Se lo hai redatto da un notaio in atto pubblico farà tutto lui. Se


invece hai optato per la Registrazione presso l’ufficio del Registro
ti consiglio di leggere questo nostro post dedicato SOLO a questo
argomento per scoprire  quando e come registrare lo statuto e l’atto
costitutivo.

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16. Compila ed invia il modello EAS, se sei tenuto,
entro 60 giorni dalla data di costituzione.

Chissà perchè questo è l’obbligo più disatteso da tutti nel campo


delle Associazioni No Profit.

MA ATTENZIONE: non tutte le No Profit devono presentarlo ed


alcune devono presentare il solo modello semplificato.
Informati quindi su  come, dove e quando presentare il modello
EAS e se tu rientri tra quelli che lo devono fare.

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17. Affiliati all’associazione nazionale/federazione
di riferimento.

Ti ricordi il capitolo n°8 di questa guida? Ecco, è arrivato il momen-


to di affiliarti all’ente che hai scelto!

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18. Iscriviti al registro comunale/ provinciale/
regionale/ nazionale di riferimento.

Può sembrar banale ma non lo è. Se hai scelto di essere una ASD


devi entrare nel Registro CONI, se hai scelto APS ci sono diversi
Registri a seconda di dove ha sede l’Associazione. Se invece sei una
Onlus c’è il Registro Nazionale della Agenzia delle Entrate…
Anche per questo aspetto un buon professionista saprà guidarti.

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Stefano Cabot
Responsabile Staff Statuti & Nuove Associazioni di TeamArtist

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