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QUALCHE CHIARIMENTO SUI QUESITI REFERENDARI

I quesiti referendari sono quattro. Si tratta di quesiti abrogativi, per cui votando SI vengono
eliminate le decisioni prese dal Governo e dal Parlamento, mentre votando NO si lascia tutto com’è.

- I primi due quesiti intendono abrogare alcune norme decise dal Governo che riguardano la
gestione privata dell’acqua, in particolare le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici
locali di rilevanza economica e la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base
all’adeguata remunerazione del capitale investito. Se vincesse il NO e le cose restassero come sono
ci sarebbe il serio rischio di vedere sempre più “privatizzata” la gestione di un bene primario per la
sopravvivenza, con tutti i rischi che ciò comporta in termini di costi per i consumatori, ma anche di
effettiva qualità del servizio. I dati di questi ultimi anni indicano infatti che, dove i gestori sono
società con un'alta quota di capitale privato, gran parte degli utili vengono distribuiti come
dividendi e non reinvestiti nella manutenzione dell'infrastruttura pubblica, che purtroppo è già in
pessime condizioni (soprattutto le dorsali degli acquedotti).
- Il terzo quesito prevede la cancellazione di circa 70 norme contenute in provvedimenti
dell'attuale Governo, che prevedono il rilancio del nucleare italiano. Decisione presa dal Governo
ignorando completamente la consultazione referendaria del 1987 in cui gli italiani si erano già
espressi contro il nucleare. Secondo un sondaggio, realizzato da Fullresearch nei primissimi
momenti dell’emergenza degli impianti in Giappone, sette italiani su dieci sono contrari alla
costruzione di centrali nucleari, e quindi se andassero a votare il 12 Giugno, voterebbero SI a questo
quesito. Non devono trarre in inganno moratoria e assenza di copertura finanziaria recentemente
decise dal Governo, poiché ambedue riferibili al solo anno in corso. Nella realtà le norme hanno
reso attivi apparati dello Stato già finanziati e che continuano ad esistere e a lavorare anche durante
l'attuale moratoria (ad esempio l'Agenzia per la sicurezza nucleare). Analogo comportamento hanno
i portatori di interesse privati (ad esempio la Sviluppo Nucleare Italia Srl., controllata ENEL
insieme ai francesi di Edf, per la costruzione dei reattori nucleari Epr in Italia, o l'Associazione
Italiana Nucleare, comitato tecnico-scientifico finanziato dai principali gruppi industriali interessati
al business nucleare italiano) che proseguono la loro attività in attesa che si affievolisca il ricordo di
Fukushima e nella speranza che non venga raggiunto il quorum.
- Il quarto quesito è per l'eliminazione della legge del 2010 riguardante il legittimo impedimento
del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in udienza penale. Questa legge è stata già
epurata in parte dalla Consulta poiché ritenuta parzialmente incostituzionale, ed il SI non farebbe
che terminarne il lavoro.

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