Sei sulla pagina 1di 52

Sussidio per la Preghiera in Famiglia

QUARESIMA di FRATERNITÀ 2011

Diocesi di Trento e
Bolzano - Bressanone
Spezzare pane per tutti i popoli

“C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci;


ma che cos’è questo per tanta gente?” (Gv 6,9). Nella domanda
di Andrea si nasconde anche la nostra: “ Che cosa posso fare
davanti ai problemi del mondo?”. Forse oggi più di ieri è forte
la tentazione di chiudersi nel proprio confine, paralizzati da
tante sfide che non riusciamo a comprendere e a gestire.
La natura dell’uomo però non è cambiata rispetto a 2000
anni fa, perché uguale è il suo cuore come il desiderio di vita
che lo anima. Anche al tempo di Gesù le folle chiedevano pane,
ma ancora più grande era il bisogno di stima, di affetto, di
perdono, di accoglienza. Per questo il Signore non risolve la
situazione creando dal nulla il cibo, ma libera un gesto di
gratuità e di condivisione e vuole che ci siano relazioni vere
nella famiglia di Dio.
Noi riconosciamo nei nostri missionari i nomi di coloro
che stanno continuando a moltiplicare nel silenzio il pane
dell’amicizia e dell’attenzione. Auguriamo ora a voi che utiliz-
zerete il calendario di Quaresima di poter sostenere questa
grande catena di dono gratuito e di diventare voi stessi, grazie
alla preghiera e ad uno stile di vita sempre più cristiano, pane
spezzato per tutti i popoli.

+ Luigi Bressan + Karl Golser


Arcivescovo di Trento Vescovo di Bolzano-Bressanone
Caratteristiche del sussidio

Anche quest’anno il Centro Missionario offre un sussidio di


riflessione e preghiera per il cammino quaresimale sul tema
“Spezzare pane per tutti i popoli”, preparato in collaborazione
con alcune realtà pastorali della nostra Diocesi (Ufficio Cate-
chistico, Pastorale Sociale e del Lavoro, Caritas, Centro Famiglia
e Pastorale Giovanile).

Per ogni giorno sono proposti:


- un’invocazione iniziale per introdurre la preghiera
- un richiamo alla Parola di Dio proposta nella liturgia
- uno spunto per cogliere l’appello del Signore a diventare
anche noi persone che sanno spezzare con gli altri il pane
della vita, del martirio, dell’amicizia, del perdono e della
speranza.
- una domanda o una provocazione per concretizzare ogni
giorno la Parola
- una breve preghiera e un Padre nostro conclusivo

Nelle domeniche viene riportata la preghiera di un testimone


che approfondisce il Vangelo del giorno e la proposta di un
impegno settimanale per concretizzare lo spezzare il Pane.

Un grazie agli amici che hanno collaborato nelle riflessioni e a


Paolo Rasera per i disegni.
Il pane del digiuno
MERCOLEDÌ DELLE CENERI 9 marzo

Invocazione
Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.

In ascolto della Parola

E quando digiunate, non assumete aria melanconica


come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far
vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico:
hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece,
quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto
perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il
Padre tuo che è nel segreto…
Mt 6, 1-6. 16-18

Riflessione
Arriva il Pane per amor di Dio e suor Anna Maria Gretter scrive:“Sono rimasta
sorpresa per l’offerta ricevuta. Sarà difficile scegliere le famiglie più bisognose,
perché sono troppe, ma sceglierò quelle dove ci sono bambini malati e senza
papà. Quanta miseria materiale e spirituale! Il nostro compito è quello di
visitare le famiglie tentando di manifestare spirito fraterno e presentando Dio
come Padre amoroso”.

Digiuno per me o per gli altri? Il filosofo russo Berdjaev scrive:


“Il pane per me è un problema materiale, il pane per gli altri
è un problema spirituale”: come e perchè?

O Signore, sostienici nel cammino quaresimale, santifica il nostro digiuno e


rendilo efficace per la guarigione del nostro spirito. Amen.

Padre nostro
Il pane da condividere
giovedì 10 marzo

Invocazione
Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.

In ascolto della Parola

“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se


stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi
perderà la propria vita per me, la salverà”.
Lc 9, 22-25

Riflessione
Ci scrive Silvia Valduga, missionaria laica in Nicaragua: “Mentre sto ancora
facendo questa esperienza di missione, vengo assalita ogni tanto da un
sentimento doloroso e difficile di “non appartenenza”. Mi spiego meglio: dopo
tanto tempo a Waslala, sento di non appartenere più completamente al mio
luogo di origine e non sono mai riuscita ad appartenere completamente al
luogo di missione dove sto vivendo. Mi sento come una terra di mezzo, cercando
sempre di mantenermi in equilibrio. Questa esperienza un po’ strana mi ha
portato a costruire ponti e alla fine ad essere io stessa ponte, per unire due
punti, per facilitare un incontro.”

Quando il sacrificio di sè diventa utile?

O Signore, disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola, perché in questo
tempo che Tu ci offri si compia in noi la vera conversione. Amen.
Padre nostro
Il pane condiviso converte
venerdì 11 marzo

Invocazione
Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.

In ascolto della Parola


“E’ questo il digiuno che io voglio: sciogliere le
catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare
liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo. Consiste nel
dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i
miseri, senza tetto, nel vestire chi è nudo, non
distogliere gli occhi dalla tua gente”.
Is 58, 1-9

Riflessione
Quello che ci scrive suor Corona Nicoluzzi non sono parole, ma autentica
testimonianza di vita. A 90 anni è lì in Kenia: “Attualmente sono sul campo di
apostolato tra la gente di ogni tribù e religione. Per me sono tutti figli di Dio.
Nelle mie visite alle baraccopoli ci sono pure piccoli musulmani con i quali
dialogo e assieme prego il Padre Nostro nella lingua del nord del Kenia…
I rifugiati sono sotto le tende e tante persone del nord muoiono di fame. La
vita non è facile pure per noi cristiani e missionari: siamo presi di mira perché
lottiamo per la vita.”

Cosa significa per noi attualizzare le parole di Dio ispirate a Isaia?


E’ necessario fare questo anche da noi?

Preghiera: o Dio, l’incontro con la tua parola e con i poveri ci renda coraggiosi
operatori di pace e di giustizia. Amen.

Padre nostro
Con il pane condiviso si fa festa
sabato 12 marzo

Invocazione
Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.

In ascolto della Parola


In quel tempo Gesù vide un pubblicano di nome Levi
seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”.
Egli lasciando tutto lo seguì. Levi gli preparò un
grande banchetto nella sua casa. C’era folla di
pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola….
Gesù disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del
medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare
i giusti, ma i peccatori a convertirsi”.
Lc 5, 27-32

Riflessione
Come nella casa di Levi, anche nella chiesa africana si fa festa. Ce lo fa capire
padre Vito Dominici, missionario in Kenya:“E’ con animo immensamente grato
che Le scrivo queste due righe per ringraziarLa dell’offerta che ha mandato
per continuare i lavori della chiesa. Mi rendo sempre più conto che quando
aiuti gli africani a realizzare progetti che stanno loro a cuore, come la loro
chiesa, allora si muovono in blocco e si coinvolgono con tutti i mezzi possibili.
Sono riconoscenti, lavorano benissimo, in fretta: vogliono vedere finita e bella
la loro chiesa: sarà pronta per dicembre”.

Levi non si aspettava la chiamata: succederà anche per noi?


Chi continuerà l’opera dei nostri missionari ormai anziani?

Eccomi, Signore, chiama me!

Padre nostro
Trasformare le pietre in pane
PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA 13 marzo
Il Vangelo di oggi è Matteo 4, 1-11

Chi è tutto proteso a conquistare


e conservare, perde.
Chi dona a Dio, conquista.

Figlio di Dio
significa mettersi nelle mani di Dio,
fare la volontà di Dio e non la propria,
deporre nella mano di Dio
tutte le preoccupazioni e le speranze,
non stare più in pena per il proprio
avvenire.
Qui è il fondamento della libertà
e della gioia dei figli di Dio

Edith Stein, Pensieri, 84-85.

Pane per amor di Dio diventa


ciò che mettiamo da parte per i poveri rinunciando a capricci e voglie di diverso.

Padre nostro
Buoni amministratori della vita, dono di Dio
lunedì 14 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.

In ascolto della Parola

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:


“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il
regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo,
perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi
avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Mt 25, 31-36

Riflessione
Tre sono le situazioni che rappresentano l’indigenza che colpisce i bisogni
primari e i diritti essenziali: la vita, l’inserimento nella società, la libertà; qui
nel Vangelo sono declinati come l’avere fame, sete, essere straniero, nudo,
malato, carcerato…
La ripetizione martellante delle situazioni di povertà sottolinea l’esigenza che
queste persone siano amate concretamente, oggi. Ogni uomo sarà giudicato
sull’aver fatto o non aver fatto ciò di cui aveva bisogno il fratello che gli era
accanto. Nell’ora del giudizio si rivela il tesoro nascosto delle relazioni
interpersonali tessute con gli indigenti o la colpa per aver rifiutato queste
relazioni.

So essere amministratore saggio dei doni che ho ricevuto da Dio,


procurando che siano di utilità anche a quanti sono attorno a me?

Convertici a Te, o Padre, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza,
perché l’impegno quaresimale lasci una traccia profonda nella nostra vita.
Amen.

Padre Nostro
La Parola, fonte che disseta la vita
martedì 15 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.
In ascolto della Parola
Così dice il Signore: “Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere
irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germo-
gliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi
mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia
bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza avere
operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò
per cui l’ho mandata”. Is 55, 10-11

Riflessione
Per il suo compleanno, una principessa ricevette dal fidanzato un pesante
pacchetto dall’insolita forma tondeggiante. Impaziente per la curiosità, lo aprì
e trovò... una palla di cannone. Delusa e furiosa, scagliò a terra il nero proiettile
di bronzo. Cadendo, l’involucro esteriore della palla si aprì e apparve una palla
più piccola d’argento. La principessa la raccolse subito. Rigirandola fra le mani,
fece una leggera pressione sulla sua superficie. La sfera d’argento si aprì a sua
volta e apparve un astuccio d’oro. Questa volta la principessa aprì l’astuccio
con estrema facilità. All’interno vi trovò un magnifico anello con due semplici
parole: ti amo. Molta gente pensa: la Bibbia è troppo difficile. Ma chi fa lo sforzo
di rompere il primo “involucro”, con attenzione e preghiera, scopre nuove e
sorprendenti bellezze. E soprattutto verrà presto colpito dalla chiarezza del
messaggio divino inciso nella Bibbia: Dio ti ama.

Come e quando mi accosto, personalmente, alla Parola di Dio?


Come la accolgo?

Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso, a questa tua famiglia, e fa’ che
superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di Te.
Amen.
Padre nostro
Rinascere a vita nuova
mercoledì 16 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.

In ascolto della Parola


Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. Sal 50

Riflessione
Alcuni commenti rabbinici affermano che Dio, al momento della creazione, sta
chiacchierando con gli angeli chiedendo loro se valga la pena di creare l’umanità.
Ma gli angeli lo avrebbero sconsigliato per il rischio grande che l’uomo non
sia conforme alle aspettative di Dio. Qual è la risposta di Dio agli angeli? “Sì,
lo facciamo; io l’ho creato e io lo perdonerò”. Dio mette già in preventivo il
perdono, e questo è bellissimo. Il perdono viene prima del peccato, perché è
difficile perdonare quando si verifica l’errore. Così è nella nostra vita. Se non
mettiamo in preventivo di perdonare le persone, quando arriva il momento
non ci riusciamo. Si deve in qualche modo vivere l’amore come una realtà
perdonante già da sempre, prima ancora dello sbaglio.
Vivian Dario; Dio disse…

Sono capace di chiedere perdono a Dio e ai miei fratell?


Sono capace di offrire a mia volta il perdono?

O Dio, che sempre nutri come pastore il popolo cristiano con la tua parola
e i tuoi sacramenti, per questi doni della tua bontà, guidaci alla vita eterna.
Amen.
Padre nostro
La vita, trasparenza di Dio
giovedì 17 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.

In ascolto della Parola


Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose
buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che
è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele doman-
dano!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i
Profeti. Mt 7, 7-12

Riflessione
Uno scolaro domandò a Rabbi Shmelke: “Ci è comandato di amare il nostro
prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?”.
Il Rabbi rispose: “ Devi comprendere queste parole nel loro giusto significato,
che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei.Tutte le anime infatti
sono una cosa sola; e ognuno è una scintilla dell’anima originale, che è insita
in tutte le anime allo stesso modo come la tua anima è compenetrata in tutte
le tue membra. Può accadere che la tua mano si sbaglia e ti colpisce. Ma
prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di
comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo
prossimo, che con te forma un’ anima sola…”.
M. Buber; Racconti chassidici

Cosa attendo per me? Cosa sono disposto a dare?

Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, e donaci il coraggio di attuarli, e


poiché non possiamo esistere senza di Te, fa’ che viviamo secondo al tua volontà.
Amen.

Padre nostro
La carità, forza della vita
venerdì 18 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.

In ascolto della Parola

Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi


che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il
tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con
il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei
per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al
giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in
prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non
abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! Mt 5, 20-26

Riflessione
Chi fa vera penitenza si getta interamente ed esclusivamente nelle mani di Dio.
Non la fa a cuor leggero, non con astio, e sicuramente non con il proposito
di ottenere qualche vantaggio per sé. Inoltre, non deve trattarsi di una guerra
spietata a se stessi, quasi non si fosse legati da alcun sentimento di misericordia.
La vera penitenza presuppone una fede viva nella non violenza e nella Verità.
Ovviamente non c’è in essa spazio alcuno per l’orgoglio.
Gandhi; L’arte di vivere

Cosa significa per me “essere” carità?

Concedi, Signore, alla tua Chiesa di prepararsi interiormente alla celebrazione


della Pasqua, perchè il comune impegno nella mortificazione corporale porti
a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito. Amen.
Padre nostro
La vita donata
SAN GIUSEPPE - sabato 19 marzo
Invocazione
Tu sei buono, Signore, e fonte della vita.
Rendici docili alla tua Parola.
In ascolto della Parola
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e
odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri
nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate
figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i
giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che
vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche
i pubblicani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto
il Padre vostro celeste”. Mt 5, 43-48

Riflessione
Andrea sta ascoltando con grande attenzione il racconto della guarigione del
paralitico quando, improvvisamente, dice:“Gesù era il mago più bravo di tutti!”.
No, spiega la catechista, Gesù non è un mago. I maghi fanno spettacolo per
guadagnare soldi ed esercitare potere. Gesù è venuto per aiutare e servire
gli uomini. A tutti portò l’amore, fino a dare la sua vita.
Alcuni, al momento della crocifissione, lo presero in giro dicendo: “Ha aiutato
gli altri, ma non sa aiutare se stesso! Perché con un po’ di magia non fa sparire
la croce, se veramente è il Figlio di Dio?”. Gesù è il Figlio di Dio, ma non è un
mago. Egli ha percorso il difficile cammino degli uomini. E li ha amati fino alla
fine, perdonandoli anche sulla croce. Perdonare: anche questo è un miracolo.
Osterwalder; Raccontami una storia che parla di Dio

Da quanto tempo non mi fermo


a contemplarela croce del Signore, vero Libro della vita?

O Dio, Padre di eterna misericordia, fa’ che si convertano a Te i nostri cuori,


perché nella ricerca dell’unico bene necessario e nelle opere di carità fraterna
siamo sempre consacrati alla tua lode. Amen.
Padre nostro
Non vergognarti di dare testimonianza
SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA 20 marzo
Il Vangelo di oggi è Matteo 17, 1-9

Io so, mio Dio,


che la tua giustizia è il principio stesso
della differenza radicale tra bene e male
e la tua ferma custodia è
a protezione e riscatto
di ogni amore ferito,
di ogni debolezza sopraffatta.
Il tuo tempo, Signore,
è il tempo in cui
la differenza del bene e del male,
del santo e del laido,
del bello e dell’orribile,
si afferma a favore dell’uomo.
Ogni tempo esercitato nella sua
negazione
è invece estraneo alla tua giustizia.
Non riesco a vedere un tempo più perduto
di quello che impiego a resistere
al tuo Vangelo.
I segni della sua Verità sono semplici,
trasparenti, alla portata di tutti.
Nessuno è escluso:
per quanto ferita, sbagliata
marginale possa apparire
la sua vita ai suoi stessi occhi.

C.M.Martini; Incontro al Signore Risorto

Pane per amor di Dio diventa


ciò che mettiamo da parte per i poveri preferendo ancora i nostri capi di
vestiario usati, senza acquistarne altri di nuovi

Padre nostro
Che si veda il nostro amore!
lunedì 21 marzo

Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato
in ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla
responsabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Siate misericordiosi, come il Padre vostro è miseri-
cordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non
condannate e non sarete condannati; perdonate e
sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura
buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel
grembo, perché con la misura con la quale misurate,
sarà misurato a voi in cambio. Lc 6, 36-38

Riflessione
Alziamo il termometro della nostra reciproca carità. Che anche un semplice
nostro sorriso, o un gesto, o un atto d’amore, o una parola, o un consiglio, o
un apprezzamento, o una correzione a suo tempo, rivolti ai fratelli, rivelino la
nostra prontezza a morire per loro. Che si veda il nostro amore, non certo
per vanità, ma per garantirci l’arma potente della testimonianza. Spesso anche
noi, come i primi cristiani, siamo in un mondo senza Dio, scristianizzato.
Dobbiamo, dunque, testimoniare Gesù e lo possiamo fare nel migliore dei modi
con il nostro reciproco amore.
Chiara Lubich; L’arte di amare

Ascolto e testimonio la parola e i comandamenti del Signore?

Signore, in questo tempo che mi è dato cerco di capire quale testimonianza


dare con la mia vita come persona di speranza che crede nel futuro, perché
credo in Te. Illuminami perché comprenda ogni giorno e in ogni occasione quale
è l’azione, o la parola che più edifica l’ambiente che vivo e la persona che mi
sta accanto, perché il futuro per tutti sia buono, come Tu lo vuoi. Amen
Padre nostro
Cessate di fare il male, cercate la giustizia
martedì 22 marzo

Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato
in ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla
responsabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male
delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate
a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppres-
so, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della
vedova. Is 1, 10. 16-20

Riflessione
Come il sonno della ragione, anche l’indifferenza produce mostri. Non solo
perché chiude gli occhi e il cuore all’ascolto e alla conoscenza dell’altro, dei suoi
bisogni, della sua unicità; ma soprattutto perché rinuncia a perseguire e
costruire la giustizia. “Non mi riguarda”; quante volte lo abbiamo sentito
ripetere in questi anni. Intanto le mafie uccidevano e prosperavano, intanto la
politica e le istituzioni diventavano terra di conquista di interessi particolari,
di feudi privati, attraverso l’esercizio dei poteri arroganti e occulti, la distri-
buzione di privilegi, i diritti ridotti a favori, i voti trasformati in merce di scambio,
la corruzione elevata a sistema, l’illegalità diffusa.
don Luigi Ciotti; Noi non taceremo

Da che parte sto?


Mi interesso del malessere di chi mi sta accanto?
Padre credo nella speranza che allontana da me l’angoscia o la voglia di
rimandare sempre. Credo nella speranza, perché mi dà certezza che ogni gesto,
ogni silenzio, ogni sguardo, ogni tenerezza verso il prossimo o i poveri darà
il suo frutto. Non sono i grandi temporali a rendere fertile il terreno, ma le
piccole gocce che, una dopo l’altra, perforano la roccia.
Padre nostro
Tra di voi non sarà così
mercoledì 23 marzo

Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato
in ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla
responsabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Ma Gesù li chiamò a sé e disse: “Voi sapete che i
governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi
le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole
diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi
vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo.
Come il figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita in
riscatto per molti”. Mt 20, 17-28

Riflessione
Per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendersi di essere amato, ma
amare “per primo”. E poiché non può fare questo verso Dio, perché Dio ama
sempre per primo, il cristiano lo attua con il prossimo.
San Giovanni, dopo aver detto che Dio ci ha amati, non conclude – come
sarebbe stato più logico – che, se Dio ci ha amati, noi dobbiamo amarlo in
contraccambio, ma dice: “Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo
amarci gli uni gli altri” (1 Gv 4, 10).
Chiara Lubich; L’arte di amare

Qual è il modo migliore per dare testimonianza della mia fede,


nella mia giornata di oggi?
Signore aiutami a portare il tuo amore in tutti i luoghi. Sono incline a cercare
nuovi modi d’azione , mezzi adatti alla scienza e alle tecniche moderne, come
radio, televisione, stampa, internet… Dimentico così, il modo d’azione più
efficace, più notevole tra tutti…l’amore: lo stesso che mi hai indicato Tu con
le tue parole e la tua vita.
Padre nostro
Come un albero piantato
lungo un corso d’acqua
GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI - giovedì 24 marzo
Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato
in ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla
responsabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella
carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal
Signore... Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato
lungo un corso d’acqua: non teme quando viene il
caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della
siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti.
Ger 17, 5-10

Riflessione
Ecco che, ucciso, potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del
Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’Islam come lui li vede, totalmente
illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello
Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire
la somiglianza, giocando con le differenze.
Frère Christian, priore di Notre-Dame de l’Atlas a Tibhirine,
in Algeria, ucciso nel 1996.

Siamo pronti a incamminarci per le vie delle nostre città ad annun-


ciare il Vangelo di misericordia, amore e vicinanza a chi soffre?

Signore, ti ascolto ripetermi: “Ama il prossimo tuo come te stesso!”. Capisco


ciò che esigi da me, Signore. Dare in elemosina qualche spicciolo o soccorrere
le vittime delle inondazioni e dei terremoti, donando abiti usati o fuori moda,
non basta. Devo amare i miei fratelli proprio come la mia mano destra cura
la sinistra quando soffre.
Padre nostro
Nulla è impossibile
ANNUNCIAZIONE venerdì 25 marzo

Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato in
ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla respon-
sabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di
te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua
ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio... Allora Maria disse: “Ecco la
serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola”. E l’angelo si allontanò da lei.
Lc 1, 26-38

Riflessione
Santa Maria, donna del pane, tu che hai vissuto la sofferenza di quanti lottano
per sopravvivere, svelaci il senso dell’allucinante aritmetica della miseria, con
la quale i popoli del Sud un giorno ci presenteranno il conto davanti al tribunale
di Dio.Abbi misericordia dei milioni di esseri umani decimati dalla fame. Rendici
sensibili alla provocazione del loro grido. Non risparmiarci le inquietudini
dinanzi alle scene di bambini che la morte coglie tragicamente attaccati ad aridi
seni materni. E ogni pezzo di pane che ci sopravanza metta in crisi la nostra
fiducia sull’attuale ordinamento economico, che sembra garantire solo le
ragioni dei più forti.
don Tonino Bello; Maria, donna del pane

So perseverare nell’attesa, con qualche sacrificio,


mettendoci del mio?

Padre, dammi la grazia di capire che anche piccoli gesti possono diventare pane
per chi ha fame e sorgente per chi ha sete di giustizia. Il tuo Spirito radichi
queste certezze dentro di me, e io comprenda la quotidianità della speranza:
i grandi gesti sono il frutto della costanza dei piccoli gesti giorno dopo giorno.

Padre nostro
Specchi del Suo amore
sabato 26 marzo

Invocazione
Io so, Padre, che il mio tempo è prezioso ai tuoi occhi, perché ti sono figlio!
Un figlio voluto con amore, un figlio con ogni cura seguito, un figlio cercato
in ogni abbandono, un figlio generosamente consegnato alla libertà e alla
responsabilità che lo rendono uomo e donna.

In ascolto della Parola


Quale Dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona
il peccato al resto della sua eredità? Egli non serba
per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare
il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi,
calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al
mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe
la tua fedeltà, ad Abramo il tuo amore, come hai
giurato ai nostri padri fin dai tempi antichi.
Mi 7, 14-15. 18-20

Riflessione
Conosci la parola di uno dei primi testimoni di Cristo: “Se il nostro cuore ci
condannasse, Dio è più grande del nostro cuore” (1Gv 3,20). Gesù Cristo non
ti invita al ripiegamento su di te, ma ad un umile pentimento del cuore. E che
cosa significa? E’ quello slancio di fiducia grazie al quale getti su di Lui i tuoi
sbagli. Ed eccoti sgombro, liberato per vivere con intensità il momento
presente, mai scoraggiato perché sempre perdonato. Il Cristo ti offre la sua
compassione nel sacramento della riconciliazione. E ti renderai conto che,
anche se sottomesso alla prova, la tua vita è intessuta dai fili del suo perdono.
Frere Roger; Amore di ogni amore

Sento il bisogno di accostarmi al sacramento della riconciliazione


facendo spazio alla misericordia e alla grazia del Signore?

Signore Gesù, sei venuto per mostrarci l’amore misericordioso del Padre tuo.
Fa’ conoscere ai tuoi tale amore col loro cuore e con la loro anima. Vieni e
rivelaci la tua presenza nel nostro essere più intimo. Signore aiutami a fare di
Te il centro della mia vita, ad unire la mia vita alla tua e diventare uno specchio
del tuo Amore. Amen.
Padre nostro
L’amico è...
TERZA DOMENICA DI QUARESIMA 27 marzo
Il Vangelo di oggi è Giovanni 4, 5-42

A te, Signore, amante della vita,


amico dell’uomo,
innalzo la mia preghiera per l’amico
che mi hai fatto incontrare sul cammino
del mondo.
Aiuta la nostra amicizia
affinché non divenga chiusura;
dalle il respiro della vera libertà,
la forza di resistere nelle difficoltà,
il coraggio di andare oltre
il desiderio dell’egoismo,
la volontà di giungere
al sommo dell’amore: perdonare.
Fa’ che le nostre mani
siano protese in un gesto di pace.
Fa’ che le nostre parole
siano dolci ma anche forti.
Fa’ che il nostro sorriso,
come le nostre lacrime,
non siano una maschera,
ma esprimano la profondità e la verità
dei sentimenti più sinceri e autentici.

don Tonino Bello

Pane per Amor di Dio diventa


ciò che risparmiamo rinunciando a uscite, svaghi, telefonate lunghe, uso della
macchina.
Padre nostro
Occhi nuovi
lunedì 28 marzo
Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)
In ascolto della Parola
In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo
radunato nella sinagoga: “In verità io vi dico: nessun
profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità
io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo
di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi
e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a
nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova
a Sarepta di Sidone”. Lc 4, 24-30

Riflessione
Le nostre relazioni conoscono momenti di difficoltà dovuti a qualche perdono
non dato o non accettato, oppure a qualche giudizio di troppo. Persone,
situazioni… caratterizzate da un blocco che impedisce a noi o ad altri di
camminare, di proseguire, di vivere. A volte è difficile dare attenzione alle
persone che ci stanno accanto: la consuetudine, la conoscenza del carattere e
della personalità, la vicinanza quotidiana, tendono a logorare gli affetti quoti-
diani.
Come accadde ai nazaretani, anche noi, ci fermiamo all’apparenza, in superficie,
supponendo in partenza di conoscere già. Così facendo però non diamo agli
altri la possibilità di trasformare la nostra vita e di vivere pienamente la loro
umanità. Coraggio, allora, proviamo a rinnovare le nostre relazioni, in famiglia,
a scuola, sul lavoro, con gli amici!

Riusciamo ancora a meravigliarci delle relazioni


e degli incontri che ci capitano nella vita?
Signore, Tu ci chiami ad amarci gli uni gli altri come Tu ci ami. L’amicizia, con
tutti i suoi conflitti e le sue tensioni, è un dono, ricevuto nella fede e nella fiducia,
come segno del tuo amore. Accogliendola, accogliamo il tuo amore. Aiutaci a
non fermaci alle apparenze e facci cogliere la profondità di chi ci sta accanto.
Amen.
Padre nostro
Con ago e filo
martedì 29 marzo

Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)
In ascolto della Parola
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse:
“Signore, se il mio fratello commette colpe contro di
me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette
volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette,
ma fino a settanta volte sette”. Mt 18, 21-35

Riflessione
La strana aritmetica del Vangelo punta al cuore delle cose e delle persone, dove
tutto può cambiare e risorgere, perché Dio non si fa battere da nessuno,
quanto a misericordia e fedeltà. Oggi Gesù ci insegna a prendere con umiltà
il filo del perdono e l’ago della fiducia per cucire gli strappi delle nostre
relazioni e farci camminare liberi e sereni in mezzo agli uomini; imparando
giorno dopo giorno ad accoglierli così come sono, con i loro difetti e i loro
doni, per aiutarli a crescere secondo la misura del loro essere. Chi in cuor suo
non ha mai sentito il bisogno di essere accolto da un amore che va al di là di
meriti e demeriti, da qualcuno che gli restituisce fiducia, dandogli così la
possibilità di ricominciare a vivere? La nostra vita sia, per tutti, annuncio
profetico di una grazia off limits che precede e supera ogni attesa umana.
Liberiamo il nostro cuore da vecchi rancori e risentimenti. Trasformiamo le
nostre famiglie, le nostre amicizie, le nostre relazioni in luoghi ospitali dove
sostenersi nelle debolezze e nelle cadute.

Sappiamo guardare con sguardo benevolo gli errori


e le fragilità degli altri?

Dio d’infinita tenerezza, fai di noi un segno del tuo amore per i nostri amici.
I loro errori non siano parole impresse sulla roccia del rancore, ma tracce lievi
scritte sulla sabbia e portate via dal vento del perdono e della riconciliazione.
Amen.

Padre nostro
In cammino...
mercoledì 30 marzo
Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)

In ascolto della Parola


Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge
o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare
pieno compimento. Chi dunque trasgredirà uno solo
di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare
altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà
considerato grande nel regno dei cieli.
Mt 5, 17-19

Riflessione
Essere cristiani in maniera autentica non vuol dire vivere fuori dalla norma, con
una vita sacrificata, lontana dalla felicità a cui tutti aspiriamo. Gesù, infatti, è
venuto a dare pienezza ad ogni cosa, ad ogni aspirazione, ad ogni desiderio. Di
fronte alle convenzioni umane e alle tradizioni religiose che rendono la legge
un assoluto e fossilizzano forme di ingiustizia e di oppressione, Egli mette al
centro l’uomo, scioglie ogni catena, libera da pesi inutili e ribadisce la centralità
della coscienza. Lui è il criterio ultimo della nostra moralità e l’unico coman-
damento è quello dell’amore. Non giustifichiamoci perché non abbiamo ucciso.
Domandiamoci piuttosto quanta vita passa nei nostri gesti, nelle nostre parole,
nelle nostre scelte quotidiane, quanto amore si moltiplica tra le nostre mani.

Quali “segni” di servizio, di attenzione, di bontà


possiamo seminare nelle nostre giornate?

Come in un grande abbraccio, il tuo amore in me accolga tutti gli uomini e a


tutti porti aiuto, per quanto posso con le opere e, dove non posso, con la
preghiera. Amen.

Padre nostro
Tu sei l’amato
giovedì 31 marzo
Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)
In ascolto della Parola
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. Sal 94

Riflessione
A volte capita che qualcosa di bello dia luce ad una nuova giornata. Può essere
un sorriso, un tramonto, uno sguardo... Piccole cose, magari già viste, che in quel
momento riempiono il cuore di commozione e di significato. Vorremmo che
il tempo si fermasse nella tenerezza dell’abbraccio dei nostri figli, nella gioia
della compagnia delle persone care, nel conforto di un’amicizia: valori auten-
ticamente umani, anticipo di eternità; eppure, irrimediabilmente segnati dalla
finitudine, inghiottiti dal vortice del tempo. Gli affetti, i successi professionali,
i beni che possediamo, per quanto grandi siano, non sono tutto. Oggi, il Salmo
ci esorta ad “abitare” là dove abita Dio. A credere di essere amati. A sentire
quella voce che ci invita all’intimità con Lui: “Tu sei il mio figlio prediletto. In
te ho risposto la mia fiducia. Ti amo di un amore eterno e fedele”. Solo nella
comunione con Dio abbiamo vita in abbondanza e possiamo compiere quelle
meraviglie d’amore che il mondo snobba, ma che segretamente ammira.

Nella nostra agenda c’è posto per Dio?

Signore, donaci la curiosità di cercarti in prima persona e il coraggio di lasciarci


trasformare dal tuo amore, sempre nuovo e sempre originale, il solo capace
di renderci nuovi e di svelarci la nostra identità più autentica. Amen.
Padre nostro
Felici di servire l’altrui felicità
venerdì 1aprile
Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)
In ascolto della Parola
In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e
gli domandò:“Qual è il primo di tutti i comandamen-
ti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il
Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta
la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua
forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo
come te stesso. Non c’è altro comandamento più
grande di questi”. Mc 12, 28-34

Riflessione
“Ero felicemente sposata e avevo un figlio. Purtroppo la famiglia che avevo
costruito oggi non c’è più. Riuscii a superare il buio di quel periodo con
un’esperienza in Africa come volontaria. Uno dei partecipanti mi parlò della
possibilità di ottenere un affido temporaneo. Al colloquio preliminare compilai
un modulo in cui non espressi alcuna preferenza. Mi proposero l’affido di
Francesco, un bambino sieropositivo. Accettai. Fu subito come se fosse vissuto
con me dalla nascita. Successe tutto così in fretta che non ebbi il tempo
materiale di preoccuparmi o di abituarmi. Mi bastava guardare Francesco per
superare tutto: era sempre allegro, non ha mai pianto… Come si fa a vedere
una cosa così e non sentirsi bene, pur dentro al male?”.

Personalmente, come famiglia, come gruppo, come parrocchia,


quali gesti di accoglienza e di ascolto possiamo fare
nei confronti delle persone che Dio mette sulla nostra strada?

In Gesù, o Padre, ci hai manifestato il tuo amore per i piccoli ed i poveri, per
gli ammalati e gli esclusi. Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze
dei fratelli; infondi in noi la luce della tua Parola, per confortare gli affaticati
e gli oppressi: fa’ che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei
sofferenti. Amen.
Padre nostro
Cuore a cuore
sabato 2 aprile

Invocazione
“Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli dimorino insieme!”
(Salmo 133)
In ascolto della Parola
Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era
fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi,
pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non
sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e
neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte
alla settimana e pago le decime di tutto quello che
possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza,
non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si
batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me
peccatore”. Lc 18, 10-14

Riflessione
Ancora una volta la parabola ci svela un tratto sorprendente dell’essere e
dell’agire di Dio: il suo amore misericordioso, appassionato e gratuito per la
nostra umanità. Ad ognuno dice: “Figlio mio, conosco la tua miseria; le lotte e
le tribolazioni della tua anima, i tuoi peccati, ma lo stesso ti dico:“Amami come
sei!”. Nessuno è meritevole di misericordia, perché essa è il dono supremo
del cuore del Padre! Lasciamoci toccare dalla passione del nostro Dio! Solo
un amore che va al di là della nostra comprensione, infatti, cancella in noi
l’intima presunzione di essere giusti e ci rende capaci di non umiliare gli altri;
solo un amore che arriva fino al dono della vita ci insegna a percepire le
esigenze profonde di chi ci sta accanto.

Che sguardi diamo a chi ci sta accanto? Sono sguardi amanti,


come quelli di Dio, o sguardi di possesso, di rimprovero, di umiliazione?

Donaci, Signore, la sapienza del cuore! Quella che si mette in ascolto di ciò
che ciascuno è chiamato a divenire. Non giudica, non condanna. Si fa perdono.
Diventa un cuore compassionevole; vede la presenza di Dio negli altri. Si lascia
condurre da loro verso terre inesplorate. Amen.

Padre nostro
Il Signore vede il cuore
QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA 3 aprile
Il Vangelo di oggi è Giovanni 9, 1-41

Quando sapete di aver ferito qualcuno


siate i primi a chiedere scusa.
Non possiamo perdonare se non
sappiamo di avere bisogno di perdono,
e il perdono è l’inizio dell’amore.
Sappiamo che
se vogliamo amare veramente,
dobbiamo imparare a perdonare.
Perdonate e chiedete di essere perdonati;
scusate invece di accusare.
La riconciliazione avviene
per prima cosa con noi stessi,
non con gli altri.
Inizia da un cuore puro.
Un cuore puro può vedere Dio negli Altri.
Noi dobbiamo irradiare l’Amore di Dio.

Madre Teresa di Calcutta

Pane per amor di Dio diventa


ciò che mettiamo da parte per i poveri rinunciando a regali in occasione di
compleanni di bambini o di amici.

Padre nostro
Guarire grazie al perdono
lunedì 4 aprile
Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare.

In ascolto della Parola


Vi era un funzionario del re che aveva un figlio malato
a Cafarnao. Costui udito che Gesù era venuto dalla
Giudea in Galilea si recò da lui e lo pregò di scendere
e guarire il figlio che stava per morire. Gesù gli disse:
“Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Ma
il funzionario del re insistette: “Signore scendi prima
che il mio bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’,
tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che
gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio
mentre scendeva gli vennero incontro i servi a dirgli:
“Tuo figlio vive!”. Gv 4, 43-54

Riflessione
Ci sono persone che si vantano di non perdonare, come se questa fosse una
prova della grandezza della propria dignità. In realtà chi passa per l’esperienza
della sofferenza causata dal comportamento degli altri capisce ben presto che
una parte di questa sofferenza deriva anche dall’incapacità di perdonare. Chi
ha il coraggio di riflettere su questa sofferenza si rende conto che la vera
guarigione di questo dolore è proprio il perdono. Ma se perdonare a parole
è facile, perdonare con il cuore è assai più difficile. Per questo, come il
funzionario del re, dobbiamo chiedere con fede a Gesù di liberarci dal male
che tornando dal passato ci fa soffrire nel presente. E metterci in cammino
credendo alla sua parola.
Chi ti può aiutare a spezzare la catena che ti tiene legato al risentimento?

Risana la nostra sofferenza, Signore, soprattutto quando colpisce gli affetti più
cari e quando si attacca al fondo del cuore; rendici di nuovo liberi, aiutandoci
a perdonare quelli che sono la causa della nostra sofferenza. Amen.
Padre nostro
Redenti dalla croce di Cristo
martedì 5 aprile

Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare..

In ascolto della Parola

Dio è per noi rifugio e forza,


aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se la terra trema,
se crollano i monti nel fondo del mare.
Sal 45

Riflessione
Troppo spesso tendiamo ad incolpare Dio di non fare niente di fronte alla
grande sofferenza dell’umanità.
Vorremmo da Lui grandi prodigi per debellare la fame, la guerra, le malattie,
le calamità naturali, senza renderci conto che quasi sempre tutto questo è
frutto dell’egoismo e dell’orgoglio dell’uomo che si è allontanato da Dio, dai
fratelli e dalla natura.
Il Padre non ha mai abbandonato l’uomo a sè stesso, non l’ha abbandonato alla
disperazione, ma ha tanto amato il mondo che ha inviato Suo Figlio.
Attraverso la Sua Croce Gesù Cristo ci ha riuniti tutti in Sé, portando i nostri
peccati, le nostre sofferenze, morendo della nostra morte, offrendosi nelle mani
del Padre per la nostra redenzione. Così ci rende nuovamente capaci di un
rapporto più giusto con Dio, fraterno fra di noi, solidale con il creato.

Qual è il nostro atteggiamento nei confronti di Dio


di fronte al male che affligge l’uomo?

Grazie Gesù che ami così tanto gli uomini da morire in Croce per loro, aiutaci
ad affidarci a Te, ad offrirTi liberamente tutta la nostra vita. Amen.
Padre nostro
Increduli o meravigliati?
mercoledì 6 aprile

Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare.

In ascolto della Parola

In verità, in verità vi dico: “Chi ascolta la mia parola


e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna
e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita eterna. Io non posso far nulla da me
stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio
giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà ma
la volontà di colui che mi ha mandato”. Gv 5, 17-30

Riflessione
Quante volte sbagliamo, usiamo prepotenza, giudichiamo e uccidiamo le
persone con parole o atteggiamenti cattivi, e il nostro giudizio è spesso dettato
da criteri e aspettative molto individuali. Proprio perché mettiamo davanti
sempre la nostra persona, anche il perdono ci riesce difficile. Nello stesso
tempo però noi cerchiamo il Signore, Lo preghiamo e a volte invochiamo il Suo
perdono. Il Signore Gesù ci insegna a cercare sempre la volontà del Padre, che
è volontà di accoglienza, di misericordia e di perdono.
Ascoltiamo la Sua Parola, crediamo in Lui, passeremo dalla morte alla vita e dal
male all’amore.

Siamo tra coloro che giudicano e si credono sempre nel giusto?

Signore Gesù che hai detto: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”,
aiutaci a riconoscere i tuoi miracoli nei piccoli fatti del nostro vivere, a esserne
meravigliati per amarti sempre di più. Amen.
Padre nostro
Io non vi accuso davanti al Padre
giovedì 7 aprile

Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare.

In ascolto della Parola


Mosè supplicò il Signore, suo Dio, e disse: “Perché
Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che
tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza
e con mano potente? … Desisti dall’ardore della tua
ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo
popolo”.
Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo
popolo. Es 32, 7-14

Riflessione
Se Dio ha perdonato il Suo popolo pervertito, dalla dura cervice, idolatra e
disobbediente, è stato per l’accorata e determinata intercessione di Mosè!
Noi, suoi figli, dovremmo, accarezzando il Suo volto, chiedergli di aiutarci a
perdonarci tra noi, anche se nel vivere quotidiano talvolta ci sembra difficile,
se non impossibile.
Siamo poco misericordiosi e abbiamo poca fede perciò il nostro perdono non
sempre riesce sincero e definitivo.

Siamo capaci solo di lamentarci degli altri


o siamo anche in grado di implorare il Suo perdono?

O Dio Onnipotente e misericordioso, sostieni la debolezza della nostra fede


e rendici forti nel saper perdonare sempre, nella nostra famiglia, nella nostra
società ed in ogni situazione dove ci sia bisogno del tuo e del nostro perdono.
Amen.
Padre nostro
La sua vita è diversa
venerdì 8 aprile

Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare.

In ascolto della Parola

Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò:


“Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono.
Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha
mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però
lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha
mandato”. Allora cercarono di arrestarlo, ma nessu-
no riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era
ancora giunta la sua ora. Gv 7, 1-2. 10. 25-30

Riflessione
Anche a noi a volte capita di essere giudicati, quando tentiamo di essere fedeli
al Vangelo, e non sempre ci è facile perdonare. Anzi, ci è più naturale rimuginare
e lasciar crescere il dispetto e il risentimento o magari fare marcia indietro.
Vogliamo seguire l’ esempio di Gesù, che nonostante le critiche, ha portato a
termine con amore la sua missione.

Siamo capaci di perdonare e rimanere fedeli alle nostre scelte di fede


con coraggio e fortezza anche quando siamo criticati?

Perdona, Signore, il male che ci facciamo a vicenda con l’incomprensione, il


disprezzo o l’indifferenza. Amen.

Padre nostro
Quale giustizia?
sabato 9 aprile

Invocazione
Signore, aumenta la nostra fede e insegnaci a perdonare.

In ascolto della Parola


Ero come un agnello mansueto che viene portato al
macello, non sapevo che essi tramavano contro di me,
dicendo:“Abbattiamo l’albero nel suo rigòglio, strap-
piamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia
più ricordato”. Ora, Signore degli eserciti, giusto
giudice, che scruti il cuore e la mente, possa io vedere
la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la
mia causa. Ger 11, 18-20

Riflessione
Molte volte pensiamo alla giustizia in termini “umani” ossia come un pareggiare
i conti con chi ci ha ferito, un riprenderci ciò che ci è stato tolto; il perdonare
i torti subiti diventa veramente difficile, a volte quasi inaccettabile, illogico.
Gesù ci ha insegnato che la Sua giustizia è il perdono e ci esorta a fidarci di
Lui, ad affidargli la nostra causa, certi che non resteremo delusi. Lasciarsi andare
completamente a lui, permettergli di trasformarci può sembrare “perdere” la
nostra vita, rinunciare ai nostri diritti, ma è l’unico modo per creare un mondo
nuovo, una giustizia più vera.

Quante volte riusciamo a lasciar fare al Signore,


quando si tratta di ottenere giustizia?

Signore, aiutami a capire che, solo fidandomi di Te, posso trovare pace e
difendermi dai miei nemici e soprattutto che per questo devo aprirti il mio
cuore e lasciare che Tu lo trasformi. Amen.
Padre nostro
Un Dio amante della vita
QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA 10 aprile
Il Vangelo di oggi è Giovanni 11, 1-45

Tu, Signore e Padre,


hai aperto gli occhi del nostro cuore,
perché conosciamo Te,
il solo altissimo negli altissimi cieli,
il santo dei santi,
Colui che umilia l’orgoglio dei superbi,
che dissolve il disegno dei popoli,
che esalta gli umili e umilia i superbi.

Ti preghiamo, Signore,
d’essere nostro aiuto e sostegno:
salva coloro che tra di noi sono in afflizione;
rialza i caduti, sazia chi ha fame;
libera i nostri prigionieri,
risolleva i deboli, conforta i pusillanimi.

Fa’ splendere su di noi il tuo volto,


per donarci il bene della pace,
proteggici con la tua mano onnipotente.
Dona concordia e pace a noi
e a tutti gli abitanti della terra,
come la donasti ai nostri padri
allorché ti invocarono.

Clemente Romano

Pane per amor di Dio diventa


l’offerta donata per sostenere la speranza: chi ha ideali non può essere lasciato
solo a lottare
Padre nostro
Un Dio che ci usa misericordia
lunedì 11 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola


Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra.
Tuttavia poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò
e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per
primo la pietra contro di lei. … Quelli, udito ciò, se
ne andarono uno per uno, cominciando dai più
anziani. Gv 8, 1-11

Riflessione
Nel brano del Vangelo di oggi siamo chiamati da Gesù a prendere coscienza
dei limiti che ognuno di noi si porta dietro e degli errori che commettiamo
ogni giorno. Avere consapevolezza del proprio peccato significa non sprofon-
dare nei sensi di colpa o nella paura del castigo, ma percepire il bisogno di avere
Dio come colui che ci accoglie e ci perdona. Sentiamo la necessità di questo
incontro con la misericordia del Padre il quale, anche a noi come all’adultera,
dice : “Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più”. Spezzare il
pane della speranza significa essere capaci nella quotidianità di offrire ai fratelli
e sorelle che incontriamo sul nostro cammino il cibo del perdono.

Abbiamo davvero coscienza dei nostri limiti


e certezza della misericordia di Dio?

Signore Gesù, che nell’incontro con noi uomini hai conosciuto la nostra
fragilità di fronte al male, aiutaci a superare i nostri limiti nella certezza che
Tu ci ami per quello che siamo. Donaci la speranza della tua misericordia.Amen.

Padre nostro
Un Dio che si contempla nella croce
martedì 12 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola

Disse allora Gesù: “Quando avrete innalzato il Figlio


dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non
faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi
ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non
mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che
gli sono gradite”. Gv 8, 21-30

Riflessione
E’ difficile per noi Signore, contemplando la croce, riconoscerti come il Dio
presente nella storia che ha detto a Mosè dal roveto ardente: “ Io Sono”. Ci
sembra più facile riconoscere nella croce una sconfitta: nello stesso tempo
però, nella nostra quotidianità, ci rendiamo conto che solo quando ci doniamo
completamente possiamo vincere l’ingiustizia e il male della storia. Spezzare
il pane della speranza significa leggere anche nelle sofferenze della storia segni
di speranza.

Siamo capaci di contemplare, nei crocifissi della storia


che incontriamo ogni giorno sulla nostra strada,
il volto di un Dio che salva?

O Dio,Tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri, e con quale maggior
fatica possiamo rintracciare quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito
perché sappiamo riconoscere e accogliere il mistero del tuo Figlio crocifisso
e risorto. Amen.
Padre nostro
Un Dio che ci fa liberi
mercoledì 13 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei che gli avevano


creduto:“Se rimanete nella mia parola, sarete davvero
miei discepoli; conoscete la verità e la verità vi farà
liberi”. Gv 8, 31-42

Riflessione

La vera libertà non consiste nell’esercizio del potere sugli altri o sulle cose e
neanche nell’affermazione arrogante dei propri privilegi, ma nell’imparare a
vivere, a pensare e ad agire nella logica dell’amore. Spezzare il pane della
speranza significa essere liberi dai condizionamenti e sperimentare la gioia del
donare. Questa libertà ci viene data da Dio solo attraverso Gesù.

Siamo davvero liberi dai condizionamenti che la società ci pone


per poter agire nella logica della Parola come autentici discepoli?

O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito che ci rendono liberi, aiutaci
a dimostrare una fede fatta più di serenità che di certezze. Aiutaci a vivere la
nostra testimonianza non in modo impacciato ma in modo autenticamente
libero. Amen.

Padre nostro
Un Dio che è nostro Padre
giovedì 14 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola

Rispose Gesù: “Se io glorificassi me stesso, la mia


gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio,
del quale voi dite: è nostro Dio!, e non lo conoscete.
Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco,
sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e
osservo la sua Parola.” Gv 8, 51-59

Riflessione
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che compie la volontà del Padre. Agire alla
luce di un progetto di bene e di bellezza che risulta dalla ricerca della volontà
di Dio su di noi e sulla nostra storia, significa glorificare Lui e non noi stessi
nella logica del “servo inutile”. Spezzare il pane della speranza vuol dire offrire
all’uomo di oggi una visione più ampia della storia, del bene e del male, della
salvezza, che non dipende solo da noi, ma che vede anche Dio come protagonista
nel suo agire di amore.

Nel nostro agire quotidiano sappiamo fare spazio a Dio


o siamo concentrati sul glorificare noi stessi?

O Dio, insegnaci ad ammorbidire le nostre posizioni con la quotidiana


ginnastica del dialogo e dell’ascolto. Facci riconoscere la tua volontà nella Parola
e nelle relazioni con gli altri. Amen.

Padre nostro
Un Dio che non ci lascia mai soli
venerdì 15 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola


Ti amo, Signore mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di ogni lode,
e sarò salvato dai miei nemici. Sal 17

Riflessione
Riconoscere in Dio la nostra forza, vederlo come la roccia su cui fondare la
nostra vita, la rupe sulla quale rifugiarci, lo scudo con cui proteggerci nelle
avversità della vita. Dio non è tanto o solo colui che va lodato, al quale rendiamo
grazie per i benefici , ma è anche colui dal quale dipendiamo per la nostra piena
realizzazione ed è l’unico sul quale possiamo autenticamente fare affidamento,
nella sicura speranza che il suo sostegno non verrà mai meno. Spezzare il pane
della speranza significa, con la nostra vita, con le nostre opere e le nostre parole,
dire a tutti che nessuno è solo perché Dio è con noi.

Riusciamo a cogliere la presenza di Dio durante le nostre giornate?

Perdona Signore la nostra presunzione di poter bastare a noi stessi e nella


tua misericordia spezza le catene dell’ autosufficienza che ci tengono prigionieri
e guidaci alla libertà che il Signore Gesù ci ha conquistato nella sua Pasqua.
Amen.

Padre nostro
Un Dio che ci fa suo popolo
sabato 16 aprile

Invocazione
Padre, noi ti benediciamo: il nostro peccato spesso ci ha allontanati da Te ma
Tu ci hai dato la prova suprema della tua misericordia.

In ascolto della Parola

Così dice il Signore Dio: “Ecco io prenderò i figli di


Israele dalle nazioni tra le quali sono andati e li
radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro
terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui
monti di Israele. Ez 37, 21-28

Riflessione
Il testo del profeta Ezechiele ci annuncia una visione che si realizzerà per
l’intervento di Dio che è fedele al suo popolo. Dio che radunerà il suo popolo
riportandolo dall’esilio, rinnovandolo interiormente e ricostruendo con lui
un’alleanza nuova. La visione del profeta Ezechiele si realizza pienamente nel
mistero pasquale di Gesù che attraverso la sua passione, morte e resurrezione
ci rigenera e ristabilisce con noi un’ alleanza nuova. Spezzare il pane della
speranza significa sentirci parte di questo popolo che viene rigenerato dalla
Pasqua di Cristo.

Abbiamo coscienza nel nostro cammino di fede di essere parte


di un popolo radunato nel nome del Signore?

Tu che ci convochi intorno alla tua mensa, raccogli in unità perfetta gli uomini
di ogni stirpe e di ogni lingua, insieme con la Vergine Maria, con gli apostoli
e tutti i Santi, in un unico popolo e nella pienezza della pace. Amen.

Padre nostro
Osanna al figlio di Davide
DOMENICA DELLE PALME 17 aprile
Il Vangelo di oggi è Matteo 21, 1-11
Raccogliere le lacrime degli altri
e non avere un cuore amico
su cui reclinare il capo stanco
e il cuore in pianto.
È il mio destino e il tuo, Gesù di Nazaret.
Nell’orto il tuo grido,
nella cena, il pane e il calice,
nella mano che non sa più di miracoli,
la voce ferma e il cuore spezzato,
tra amici stranieri, discepoli traditori.
Davanti al popolo che ti coronò
con rami d’ulivo
e ti corona di spine.
Popolo venduto, impazzito.
Solo, tu e Pilato.
Solo, tu davanti al Padre.
Solo, tu davanti a loro.
È il tuo destino, Gesù di Nazaret.
Nel silenzio della chiesa un grido
di donna impazzita,
pieno del dolore immenso e infinito
dell’umanità,
mi ha ferito, ha violentato la mia pace.
Il mare che ci sommerge è il tuo dolore
e il dolore dell’umanità.
Ma dal tuo sguardo agonizzante
arriva la parola che consola
“Padre perdona loro, perché non sanno
quello che fanno”.
Mario Aldighieri

Pane per Amor di Dio è


accompagnare i fratelli nel loro cammino di croce verso la Pasqua
Padre nostro
Ravvivare la fiamma smorta
LUNEDÌ SANTO 18 aprile

Invocazione
Vedano gli umili e si rallegrino, si ravvivi il cuore di chi cerca Dio. (Salmo 68)

In ascolto della Parola

“Il mio servo non griderà, né alzerà il tono, non farà


udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno
stoppino dalla fiamma smorta”.
Isaia 42, 1-7

Riflessione

A che servono le manifestazioni di piazza, i cortei, i proclami urlati col megafono


in strada o al microfono delle varie stazioni televisive?
Non certo a dare vigore alla canna incrinata di chi vede la sua vita minacciata
dalla violenza, né a ravvivare la fiamma smorta di chi ha perso la fiducia e la
speranza in un futuro migliore e neppure a dare risposta a chi, all’angolo della
strada, ogni giorno attende una parola, un sorriso, una stretta di mano.

A quale canna incrinata o a quale stoppino tremolante


posso donare oggi un po’ di vita?

Signore, rendici attenti alle domande silenziose di vita che ci pongono tante
persone a noi vicine: il bambino solo, l’anziano stanco, il giovane deluso, le
famiglie divise, il fratello lontano dal suo paese e aiutaci a rispondere ai loro
bisogni con rispetto e amore. Amen.

Padre nostro
Darò la mia vita per te!
MARTEDÌ SANTO 19 aprile

Invocazione
Vedano gli umili e si rallegrino, si ravvivi il cuore di chi cerca Dio. (Salmo 68)

In ascolto della Parola

Pietro disse: “Signore, perché non posso seguirti


ora? Darò la mia vita per te!”. Rispose Gesù: “Darai
la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non
canterà il gallo prima che tu non m’abbia rinnegato
tre volte”. Gv 13, 21-33. 36-38

Riflessione
“Ti amo da morire, starò sempre con te!”. Belle parole, smentite spesso dalla
realtà. A volte basta un nonnulla per vanificare un rapporto costruito in anni
di impegno. Nello stesso tempo una parola di una persona vicina può aggravare
la frattura che incrina il rapporto o aiutare a ridimensionare i fatti e a rinsaldare
quell’unione che sembrava fallita. È anche questo un Pane di Vita che possiamo
offrire.

La mia parola porta unione e pace?

Signore, a volte come Pietro ci sentiamo pronti a seguirti fino alla morte, ma
alla prima difficoltà ci tiriamo indietro.Aiutaci a non recitare la parte dell’eroe,
ma ad accettare il nostro martirio quotidiano fatto di piccole cose sopportate
con amore. Amen

Padre nostro
Il pane del perdono
MERCOLEDÌ SANTO 20 aprile

Invocazione
Vedano gli umili e si rallegrino, si ravvivi il cuore di chi cerca Dio. (Salmo 68)

In ascolto della Parola

“Venuta la sera Gesù si mise a tavola con i Dodici.


Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico: uno di
voi mi tradirà”. Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli:“Sono forse io,
Signore?”. Ed egli rispose:“colui che ha messo con me
la mano nel piatto, è quello che mi tradirà”.
Mt. 26, 14-25

Riflessione
Tante volte anche noi ci siamo seduti a mensa con Te, Signore, per una cena
fra amici, sognando un’atmosfera calda e fraterna.
Anche noi abbiamo intinto la mano nello stesso piatto, quello che Tu ci hai
offerto, ma eravamo pronti a tradirti come Giuda o a lasciarti solo, perché ci
mancava il coraggio come agli altri Undici. Eppure Tu, Signore, hai continuato
a spezzare per noi il Tuo Pane del perdono e dell’amicizia.

Qual è la nostra reazione di fronte a chi ci tradisce o ci abbandona?

Signore, se abbiamo imitato i tuoi apostoli nella loro debolezza, sostienici con
il tuo amore, perché possiamo imitarli anche nella loro conversione. Amen.
Padre nostro
Una briciola di pane bianco
GIOVEDÌ SANTO 21 aprile

In ascolto della Parola

“Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito,


prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e
disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate
questo in memoria di me”. 1 Cor. 11, 23-26

Briciola di pane bianco,


pazzia di Dio, pazzia dei cristiani.
Nel mistero nascondi il grido lacerante dell’agnello immolato
per amore di Giuda e degli amici,
dei disperati e dei nemici.
Nel mistero riveli il desco fraterno dei discepoli riuniti nell’amore,
i piedi lavati dopo il lungo cammino,
le mani strette e il pane, condividendo la vita e l’amore.
Briciola di pane bianco,
pazzia di Dio, pazzia dei cristiani,
riveli nel mistero il volto di Cristo,
la misericordia del Padre, il fuoco dello Spirito.
Riveli nel mistero il volto dei fratelli,
le lacrime e il riso, il grido e il canto.
Venite a mangiare una briciola di pane bianco
e un fiume d’amore romperà le sponde,
inonderà i cuori e tutti nuovi,
saremo briciole di questo PANE.

Mario Aldighieri

Portiamo all’altare le offerte della nostra Quaresima, segno del nostro


impegno a spezzare il Pane di Vita con tutti.

Padre nostro
Le ore buie
VENERDÌ SANTO 22 aprile

In ascolto della Parola

“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si


fece buio su tutta la terra”
Mt 27, 45

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta
sul Calvario.
Dopo tre ore ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci.
Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce.
Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua.
Ecco un volto amico, intriso di sangue e incoronato di spine, che sfiora con
un bacio la tua fronte febbricitante.
Ecco un grembo dolcissimo di madre che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle
braccia materne si svelerà finalmente tutto il mistero di un dolore che ora
ti sembra assurdo.
Coraggio! Mancano pochi istanti alle tre del pomeriggio. Tra poco il buio
cederà il posto alla luce e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

don Tonino Bello

Viviamo la passione del Signore nella liturgia della comunità

Padre nostro
Restituiteci la speranza
SABATO SANTO 23 aprile

Chi ci toglierà la pietra del sepolcro?


Chi ci restituirà la speranza?
Uomini, perduti, stanchi,
fanatici costruttori di un mondo
senza cuore e senza anima,
vittime del moloc del denaro,
della frenesia del tempo e dello spazio,
mossi dalla macchina del progresso,
che ingoia la vita e vomita morte,
larve umane con le armi in mano,
guardate in alto e osservate.
Il vento dello Spirito
spinge due fanciulli, uno nero e uno bianco
a correre, mano nella mano,
verso il grande sogno della vita.
Uomini, dimenticate, solo per un attimo,
il tempo e la macchina, il lucro e il coltello,
togliete la pietra dal sepolcro e
restituiteci la SPERANZA.

Mario Aldighieri

Facciamo nostro il silenzio dell’attesa

Padre nostro
E’ Risorto!
PASQUA DI RISURREZIONE - domenica 24 aprile
Il Vangelo di oggi è Giovanni 20, 1-9

“Non abbiate paura. So che cercate il Crocifisso. Non è qui. È risorto come
aveva detto.”
Cosa significa credere nella Risurrezione?
Ogni missionario che parte
è un atto di fede nella Risurrezione.
Ogni trattato di pace
è un atto di fede nella Risurrezione.
Ogni impegno accettato
è un atto di fede nella Risurrezione.
Quando perdoni al tuo nemico,
quando sfami l’affamato,
quando difendi il debole,
credi nella Risurrezione.
Quando hai il coraggio di sposarti,
quando accetti il figlio che nasce,
quando ti alzi sereno al mattino,
quando vai al lavoro con gioia
credi nella Risurrezione.
Credere nella Risurrezione
significa permeare la vita di fiducia,
dar credito al fratello,
non aver paura di nessuno.
Credere nella Risurrezione
significa pensare che Dio è Padre,
Gesù tuo Fratello ed io, Maria, tua sorella e,
se vuoi, tua madre.

Carlo Carretto

Buona Pasqua a tutti!

Padre nostro
Quaresima di Fraternità
Lungo il nostro cammino verso la Pasqua ci siamo
lasciati illuminare dalla Parola cercando di seguire
Cristo che nell’Ultima Cena ha donato a tutti noi il
suo Pane di Vita, nel quale è racchiuso tutto il suo
amore, fatto di accoglienza, perdono, amicizia, speran-
za, croce.
Nutrendoci di questo stesso Pane siamo chiamati
anche noi a spezzare il pane con tutti. Le offerte
portate all’altare il Giovedì Santo sono segno dell’im-
pegno a diventare per tutti, attraverso i nostri missio-
nari, un’espressione dello stesso amore di Cristo
venuto perché tutti abbiano la vita.

Rendiconto
Quaresima di Fraternità 2010

entrate
- da parrocchie, comunità
ed enti vari e 305.148

uscite
a 336 missionari trentini
(e 1.000,00 ciascuno) e 336.000
A cura del Centro Missionario Diocesano - Trento

Composizione: Centro Missionario Diocesano - Trento


I.R. Stampa: Nuove Arti Grafiche - Trento

Potrebbero piacerti anche