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La distribuzione del fluido termovettore: le elettropompe

Le elettropompe sono macchine che utilizzano l’energia meccanica fornita da un motore elettrico
per far circolare un fluido in una tubazione. Il lavoro delle elettropompe serve a vincere le perdite di
carico (perdite di pressione) che “ostacolano” la circolazione del fluido nei condotti.

In base al tipo di costruzione e al modo in cui trasmettono l’energia al fluido, le elettropompe


possono essere: volumetriche, centrifughe, ad elica e rotative. Negli impianti termomeccanici si
usano quasi esclusivamente elettropompe centrifughe.

Le parti costituenti una elettropompa centrifuga sono: la girante a palette (ruotando velocemente
genera una depressione), la chiocciola (raccoglie l’acqua proveniente dalle palette ), il diffusore
(trasforma l’energia cinetica dovuta alla velocità in energia di pressione).

Le elettropompe si divido poi in: pompe a tenuta meccanica e circolatori. La differenza tra le due
categorie è che le pompe a tenuta meccanica hanno il corpo della pompa diviso dal motore elettrico
che genera rotazione, il circolatore ha invece il rotore (la parte rotante del motore) direttamente
immersa nel liquido da pompare.

Pompe a tenuta meccanica vantaggi

Minor costo (a parità di caratteristiche prevalenza -portata)


Rendimenti più elevati
Campo di scelta di portate – prevalenze più ampio
Nessuna difficoltà di pompaggio sia di acqua calda che fredda

Circolatori vantaggi:

Più curve di funzionamento


Minor rumorosità
Minori interventi di manutenzione
Minor ingombro e facilità di messa in opera

In generale si usano pompe a tenuta meccanica per impianti medio grandi e con portate fisse, se
abbiamo impianti piccoli e con portate variabili c’è bisogno di circolatori. Sono circolatori quelli
inseriti all’interno delle caldaie per impianti termoautonomi.

A seconda dell’esigenza di dover garantire maggiore prevalenza o maggiori portate le pompe


possono essere montate in serie o in parallelo (come riportato dai grafici sottostanti):
Un fenomeno da evitare, in prossimità della bocca di aspirazione della pompa, è la cavitazione. La
cavitazione è la formazione di bollicine d’aria in prossimità delle pale della girante. Queste
bollicine sono chiamate “cave d’aria” da cui il termine cavitazione. Esse si formano quando
un’elica gira nell’acqua ad alta velocità in quanto dietro le pale dell’elica si creano zone di
depressione che favoriscono la vaporizzazione dell’acqua.

Al di fuori di tali zone, le bollicine non possono resistere a lungo e quando implodono e generano
una forte e rapida successione di urti. Ciò porta ad un’usura delle valvole e delle tubazioni e
possibile rottura delle giranti.

Per evitare fenomeni di cavitazione deve essere garantita una pressione residua minima all’imbocco
di aspirazione della pompa, cioè quello che si chiama carico netto sull’aspirazione. Tale dato
dovrebbe essere sempre indicato nella scheda tecnica del costruttore.

Il punto di funzionamento (o di lavoro) di una elettropompa applicata ad un circuito è dato dalla


intersezione tra la curva caratteristica della pompa e la curva di resistenza del circuito. La curva
caratteristica di una elettropompa è fornita dal costruttore. La curva di resistenza del circuito è,
invece, rappresentabile (in coordinate di portata sulla ascisse e prevalenza sulle ordinate) mediante
una parabola.

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