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C.E.RAPPAPORT
LIBRAIRIE ANCIENNE
ROME
35
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48,693
INSTİTUZIONI MECCANICHE
Τ R Α Τ Τ ΑA Τ ο
DEL P. ABATE D. GUIDO GRANDI
EX - GENERALE CAMALDOLESE , E PROFESSORE
DI MATTEMATICA NELL'UNIVERSITA ' DI PISA
DEDICATO
* بت f7
955/ 09/
111
mo mo rc
2 Ohm
19.8.13
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E INSTITUZIONI MECCANICHE
77 78:
IN
1
INSTITUZIONI
MECCANICH ESATENT
19.8.13 .
DE FI NI 2 I ONI.
1
8 INST. MECCANICHE
le linee T, e C , che eſprimono il tempo di un mo
to , e la velocità dell'altro, ſarà TC ad HC in ra
gione de'tempi T , H, ed è la ragione di TC ad HC
compoſta di quella di TC ad TV, e di TV ad HC ,
delle quali la prima è reciproca delle velocità , eſ
ſendo come Cad V , e la ſeconda è la medeſima degli
ſpazj; dunque i tempiT , H lono in ragione compo
fta degli ſpazi S, L , e della reciproca delle veloci
tà C , ed V. Similmente VT a CT , ſi compone dalle
ragioni VT aCH , é CH a CT', delle quali la prima
è quella degli ſpazi S , L , e la ſeconda è reciproca
de' tempi , cioè come HaT', e però la ragione de'
tempi è compoſta di quella degli ſpazi, e dellare
ciproca delle velocità , e quella delle velocità è
compoſta di quella degli ſpazj, e della reciproca
de ' tempi.
CAPITOLO II.
1
De' Momenti .
PROPOSIZIONE IV.
Co
12 INST. MECCANICHE
COROLLA R 1 .
CA P I T O L O III.
Del Centro di Gravità .
PROPOSIZIONE VIII.
Un corpo FG comunque attaccato , o appoggiato
ad un soſtegno A , d' intorno a cui poſla liberamente
muover fi , allora ſolamente ſtarà fermo , quando la
retta , che connette il centro della terra C, col cen
tro di gravità B , di ello corpo , pala per lo punto
dell' attaccamento, e dell'appoggio A , ſicchè i tre
punti A , B , C , fieno in una medeſima linea perpen
dicolare all Orizzonte .
Tav. II .
Fig.14 . Mperciocchè per la prima ſuppoſizione il cen
tro di gravità di qualunque corpo , cerca di ac
coſtarſi quanto mai può al centro della terra :
ma quando la retta CB, non paſſa per l'attacco,
o per l'appoggio A , tirata la retta AC , e dal
punto B , l'orizzontale BH, eſſendo l'angolo AHB
retto , congiunta la AB , farà l'angolo ABH acu
to , onde deſcritto col raggio AB , 1' arco circo
lare BD , verrà l'arco BD , ſotto l'orizzontale BH,
da cui eſſo cerchio è fegato , e però il centro B ,
potrà diſcendere per detto arco BD , ſotto la der
ta orizzontale , accortandoſi così al centro della ter
ra ; dunque non ftarà mai fermo , ſe non quando gli
tre
CAPITOLO III. 15
tre punti A , B , C, faranno nella medeſima retta
linea perpendicolare all'orizzonte . Il che &c.
COROLLA RI .
PROPOSIZIONE X.
Track
Fig.24. Se in due libre eguali AB,FH fi diſpongono al
cuni peſi omogenei nell' una , ed altri tra di loro omo
genei nell' altra, in maniera che , eſsendo attaccati
in diſtanze eguali, fieno proporzionali , ovvero , se le
lanc libre AB,FH foſsero diſuguali, ed i peſi nell'una ,
proporzionali a'peſi nell'altra , foſsero diſpoſtiin di
ſtanze proporzionali alle medeſime libre,il centro di
gravità della prima, dividerà nella ſteſsa ragione la
Jane's lunghezza di eſsa libra, come il centro di tutti i pe
ſi della ſeconda,dividerà la lunghezza di eſsa .
CA P I TO LO IV.
Del Moto Composto di più MotiEquabili.
PROPOSIZIONE XII.
1
30 INST . MECCANICHE
ceſſo delle due AB , AC, fopra l'altra contraria AD ,
ſarà effa AG , diretta verſo la parte a cui ſpingo
no le forze prevalenti, la direzione, e la veloci
tà del moto compoſto ; imperocchè ſolamente l'ec
ceſſo delle maggiori velocità AB, AC ſopra la
contraria AD , può avere il ſuo effetto , eſſendo le
parti eguali contrarie , adattate a reprimere ilmo
to , e tenere in quiete il mobile A ; ma fe final
Fig 38. mente le date direzioni non ſono nella medeſima
linea retta , ma inclinate a varj angoli, o nello ſteſ
ſo piano , o in diverſi piani, ſe ne compongano
due inſieme AB , AD , con fare il parallelogrammo
ADBE , e tirato il diametro AĒ , che moſtra la
direzione compoſta di quelle due , ſi componga col
la terza AC , facendo il parallelogrammo E ACG ,
ſarà la direzione , e velocità AG , compoſta di tut
te tre le AB , AC , AD , come è manifeſto dall'an
tecedente propoſizione, e ſe vi foſſero altre dire
zioni , con cui foſſe ſpinto il mobile , ſimilmente
componendo la compoſta AG , colle altre , ſi tro
verebbe la direzione , e la velocità compoſta di tut
te . Il che &c.
COROLLA RI.
tipli
32 INST . MECCANICHE
tiplice dovrebbe fare la direzione , e la velocità
del moto compoſto , e però rimarrebbe in equili
brio il mobile tra le forze , che lo ſpingono per
varie vie .
IV. E per ragione converſa , ſe il mobile tra più
forze , che lo vanno ſpingendo , conſiſte immobile ,
biſogna , che eſso mobile ſi trovi collocato nel cen
tro di gravità de' termini B , C , D , a cui nello ſteſ
ſo tempo vorrebbero fpingerlo quelle forze, per
chè fe il centro di gravità di eſſi punti foſse fuo
ri del centro A , per eſempio in I, dovrebbe muo
verſi il mobile per la direzione AIG, poſta AG
moltiplice di AI ſecondo il numero di detti ter
mini, cioè di dette forze .
PROPOSIZIONE XIV .
Fig. 40
Se il mobile A fa in equilibrio frà le tre for
ze E, P , F , che lo tirano per le direzioni AC , AD ,
AB , prolungando una di eſse per eſempio AD ola
trel'angolo CAB , ed in eſsa preſo qualſivoglia pun
to G, tirate le GB,GC , parallele all' altre direm
zioni ; Onde riſulti il parallelogrammo B ACG , la
ranno le forze E , P , F , come i lati AC , AB ,AG ,
di ello parallelogrammo.
I le
te , biſogna , che due qualunque di eſse , per e
ſempio F , ed E ,contraſtino con eguale sforzo con
tro la terza P , imprimendo nel mobile una velo
cità eguale a quella , che viene impreſsa dalla for
za P , ma diretta alla banda oppoſta per eluder
ne ogni effetto ( ſecondo l’ Aſs. 5. ) ma alla dire
zione della forza P , che tira per AD , niuna al
tra
CAP ITOLO IV . 33
tra direttamente fi oppone , ſe non queſta AG , dun
que bifogna , che lo sforzo d'ambedue le forze E , F ,
ritiri il mobile A , appunto per la direzione AG ,
ma queite forze tirano il mobile ſecondo il dia
metro d'un parallelogrammo , faito ſopra i lati delle
loro direzioni, e proporzionali alle medeſime for
ze , e velocità , che s'imprimono da eſſe , dunque
biſogna, che la retta AG , oppoſta alla diruzione ĀD ,
dell' altra forza P , ſia il diametro d'un parallelo
grammo fatto nell'angolo B AC , co’lati proporzio
nali alle ſteſſe forze E ,F , o alle velocità da loro
impreffe, non potendo ſervire la linea AG per dia
metro d'altri parallelogrammifartinell'angolo BAC,
fuorichè al medeſimo BACG , o ad altri ſimili ad
eflo , che averebbero i lati , ed il diametro nella
ſteſſa proporzione ; dunque biſogna, che AB , ed
AC , lieno proporzionali alle forze F, E , ed AG ,
proporzionale all'altra P. Il che &c .
COROLLA R1 .
CAP.
35
PATER
CAPITOLO V.
Delle Macchine, che facilitano il Moto .
PROPOSIZIONE XV.
Tav :IV.
Sia un vette ACB mobile intorno al punto fillo, Fig.43.)
• ſoſtegno C , e le forze G , P a,pplicate a punti A, B , 44
lo tirino per le direzioni AF , BH , comunque in
clinate alle braccia di detto vette , e ftiano in equi
librio: ſe dal ſoſtegno ſi tireranno le perpendicolari
CF , CD ſopra le dette direzioni , ſarà la forza G ,
alla forza P reciprocamente , come la perpendicolare
CD , all'altra CF.
36 INST. MECCANICHE
i triangoli CHE, CEK ſono eguali , le loro ba
fi HE, E K ſono reciprocamente come le altezze
CF, CD , dunque , eſſendo P a G , come HE ad
EK , biſogna , che ſtia Ga P , come reciproca
mente la perpendicolare CD alla perpendicola
re CF. Il che & c .
COROLLA RI.
Tay.V.
Figs. PRionieramente ſeilMartelloABC ,fiapplica
parte biforcata a ſpiccare il chiodo
C da una tavola, fiſſandolo verſo il punto B , ſi fa
un vette infleſſo ABC, in cui la potenza ſi appli
ca in A , il foſtegno, o centro del moto in B , e la
reſiſtenza da vincere è in C ; onde , quanto più
lungo ſarà il manico AB, della diſtanza BC , tan
to
CAPITOLO V. 3.9
to meglio riuſcirà l'effetto di ſvellere il detto
chiodo C.
II. Secondariamente le Forbici , o Ciſoie GHIF per Fig.52.
dividere il corpo E , fanno la forza come di due
vetti conneſſi nel comune ſoſtegno al nodo D , ef
ſendo applicata la potenza a' termini F , G d'ambi
i vetti FI, GH per vincere la reſiſtenza E ; onde
quanto maggiore è la diſtanza FD , ovvero GD del
la diſtanza DE, tanto più agevolmente ſegue la
diviſione , onde giova , che il corpo da dividerſi ſia
più vicino al nodo D.
.
III. Le tanaglie per ftringere , o tener fer- Fig.53.
mo il corpo L , o rimuoverlo dal ſuo fito , metto
no in opera ſimilmente il doppio vette EMN, DMB
mobile intorno al nodo M , come delle forbici ſi è
detto ; ma quando ſi adattano a ſvellere un chio - Fig.54.
do , e ſi ferma il conveſſo inferiore in qualche par
te ſtabile N, riſulta un vette infleſſo ENL , il cui
ſoſtegno N più s? avvicina alla materia da muo.
verſi L , che non era all'uſo primiero al nodo M ,
e così più facilmente ne ſegue l'effetto .
IV. Nelle Cicogne , ( così chiamate da Ariſto
tile quelle macchine, che ſono gli Altalevi adatta- Fig:55.
ti ad uſo di cavar l'acqua da alcuni pozzi di cam
pagna ) ful reſmine più alto P di un forte palo PS,
piantato verticalmente accanto al pozzo M , fta
imperniato un altro palo traverſo OBO , il quale
è un vette aggravato nella parte 2 dal peſo attac
catovi , e dall'altra banda o vi è anneſſa la fune
o ſtanga O R , cui è attaccato il ſecchio per attin
gere l'acqua dal pozzo , e quantunque il peſo e
ſia di qualche incomodo alla potenza , che appli
cata in R , cerca di abbaſſare il ſecchio per tuf
C4 fa
40 INST. MECCANICHE
farlo nell' acque , non è però di grande impedi
mento , atteſa la maggiorlunghezza del braccio BO
a cui ſi applica la potenza in relazione del brac
cio BQ , da cui pende il peſo: ma al contrario ne
riceve detta potenza , non piccolo ſollievo , quan
do alza il ſecchio eſſendo ajutata ad alzarlo dal
medeſimo peſo 2, il quale ha il momento di
fcendere .
Fig.56 . V. Nelle trombe da alzar l'acqua , fi alza lo
ftantufo S per mezzo del vette intleſso XVT, ap
poggiato in 2 , ovvero del folo XZT mobile in
torno al ſoſtegno 2 , onde quanto farà il punto X ,
dove ſi applica la potenza , più lontano dal foſte
gno ; ovvero quanto ſarà maggiore X 2 del brac
cio ZT ,da cui pende lo ftantufo , tanto più age
volmente ſi farà l' agitazione dello ſtrumento , el
attrazione dell'acqua .
VI. Volendo alzare il gran ſaffo CDE colla ma
Fig.57. nuella AC, mobile ſull'appoggio B , v interviene
l'azione di due vetti : uno è la ſuddetta manuel
la , l' altro è la lunghezza del fallo dall'eſtremo C ,
ove appoggia ſopra la prima leva , fino all'eſtre
mo E, dove ſta ſul terreno , e tirando dal cenrro
di gravità D ,del ſaffo la perpendicolare D F all'o
rizzonte , ſarà il peſo del lato alla forza poſta in A ,
in ragione compoſta di AB a BC , e di C E ad EF;
imperochè facendo come A B a BC , così FE , ad
H ; fi oſfervi, che nel vette CE , la forza del pe
fo D , fta a quella , che lo folleva in C , come CE
ad EF , ma la forza , che fo leva eſſo peſo in C ſta
alla potenza poſta in A come AB a B C , cioè com
me EF ad H , dunque per l' ugualità ordinata , il
peſo ſta alla potenza poſta in A ,come CE ad H,
la
CAPITOLO V. 41
la qual ragione è compoſta di CE ad E F, e di EF
ad H ; l' ultima delle quali è la medelima , che
di AB a BC.
PROPOSIZIONE XVIII.
Spiegare la forza dell'ale nella ruota .
Hiamaſı aſle nella ruota il cilindro A Banner
Chia
ſo ad una ruota , o timpano EDF di maggiore
Fig.58.
diametro , o ad altro equivalente ordigno , cui ap
plicandoſi la potenza muove il peſo C , mediante la
fune , che ſi ravvolge al detto cilindro . E ' mani
feſto , che nello ſteſſo tempo in cui il peſo è ti
rato per tanto ſpazio , quanto importa la lunghez
za della fune , che circonda una volta il cilindro ,
biſogna , che la po:enza muova tụtta la ruota , o
girando con eſta finchè ricorni al ſuo poſto , ov
vero ftando fiffa eſſa forza finchè pafli per le ſue
mani tutto il contorno della ruota , ſicchè la velo
cità dellarepo tenza ,ſarà a quella del peſo , come la
circonfe nza della ruota , alla circoferenza della
groſſezza del cilindro , la qual ragione è la mede
ſima, che quella del raggio della ruota , al ſemi
diametro del cilindro , onde ſtando la potenza al
peſo reciprocamente come il ſemidiametro del ci
Iindro , al raggio della ruota ſi farà l'equilibrio fo
ſtentando il peſo C , e qualunque piccolo vantag
gio acquiſtando eſſa forza in ſe ſteſſa , o ponendoſi
in diſtanza alquanto maggiore dal centro della ruo
ta , per eſempio applicandoſi alle caviglie FV , me
SEn,
fille nel giro di eſſa ruota , potrà comoda
te ſmuovere il decto peſo , derivando una perife
ria alquanto maggiore ,
Ma
42 IN ST. MECCANICHE
Ma per meglio concepire l'azione di queſto
Fig.59. ſtrumento , fi rappreſenti la ruota col cerchio BEF,
ed il cilindro col cerchio concentrico DHK, e ti
rati per lo centro comune 0 i ſemidiametri HOE,
BOD, ſi farà manifeſto eſſere queſti alcuni vetti ,
il cui ſoſtegno 0 ed il peſo da muoverſi attacca
to all' eſtremo H del primo vette , applicandoſi
la potenza P all'eſtremo E , ovvero nel ſecondo 1
1
gente di effa ruota , perchè così la ſua diſtanza
del centro delmoto o farà l'intiero raggio OB ,
ma ſe tiraſſe eſſa ruota per un altra direzione BG
inclinata al raggio la ſua diſtanza ſarebbe folamen 3
PROPOSIZIONE XIX .
Spiegare la compoſizione di piu afli, e ruote com
binate nella medeſima macchina .
Tav. VII. Alvolta per muovere un peſo , non ſerve un
Fig.65. TA ſolo aſſe colla ſua ruota , ma biſogna unirne
inſieme molti conneſſi per mezzo di varj rocchet
ti, o ruote dentate , che danno la dovuta direzio
ne ,
CAPITOLO V. 45
ne , ed il moto opportuno a qualunque di eſſi ſe
condo i biſogni. Sia per ragione d'elempio la ſe
guente macchina CDFH compoſta di quattro aſſi
colle ſue rote dentate , in cui ſe il manico AB ,
ſuppongaſi dieci volte maggiore del temidiametro
della rotella C , farà la potenza in A applicata, die
ci volte più veloce di qualſivoglia dente di eſſa
rotella . Sia poi la ruota grande D in un altro af
ſe , che abbia dieci volte più denti della rotella C,
avendo il lemidiametro dieci volte maggiore ; dun
que biſogna, che la rotella C giri dieci volte , ur
tando con i ſuoi denti in quegli della ruota D , pri
ma che queſta faccia un intiera rivoluzione, nel
qual tempo gira ancora una rotella Efiffa nel mede
ſimo afle con D ; onde la rotella C farà dieci volte
più veloce di queſta rotella E , a cui applicandoſi
un'altra gran ruota F maggiore di giro di eſſa ro
tella E ſi proverà, che detta rotella E averà un
moto dieci volte più veloce d’una ſimile rorella G ,
fiſsa nel medeſimo aſse colla ruota F , e ſimilmen
te urcando la ruota G in un'altra maggior ruota H,
che abbia dieci volte più denti di effa , doverà fa
re dieci rivoluzioni, prima che la ruota H giri una
volta col ſuo aſse , in cui poíto un cannello K grof
ſo quanto la rotella G intorno a cui giri la fune ,
per cui ſi ſollevi il peſo L, ſarà pure il moto del
la ruota G dieci volte più veloce del moto con
cui ſi ſolleva il pelo L. Perchè dunque la poten
za A è dieci volte più veloce della rotella C , ſarà
la velocità di A a quella diC come 10000, a 1000.
e queſta velocità Ġ eſsendo dieci volte maggiore
della velocità della rotella E , ſtarà quella a queſta
come 1000, a 100. fimilmente per eſsere la ve
lo
AN ICAL
46 IN ST. MECC
locità di E decupla di quella rorella G , ſtarà ad ef
ſa come 100. a 10. e finalmente la velocità di G
ſtarà alla velocicà della fune K, o del peſo L co
me 10. ad 1. dunque per l'egualità ordinata, la ve
locità della potenza in A a quella del peſo L ſa
rà come 10000. ad l . onde con queſto itrumento
quella potenza , che da ſe potrebbe elevare una ſola
libbra, ne leverebbe 10000. e ſe vi foſsero altri affi
di più diſpoſti colla medeſima proporzione,potreb
be alzare tantc libbre di peſo , quanto indiche
rebbe la medeſima unità con aggiunti tanti zeri ap
preſso , quanti fuſsero detti afli, perchè decuplan
dofi la velocità con qualunque aſse , biſognerebbe
aggiungere di mano in mano all'unità tanti zeri ,
quanti fuſsero i detti affi, moltiplicandoſi dieci vol
te maggiormente qualunque numero coll' aggiunta
di un zero ; onde fi fa conto, che con ſoli 50. affi,
la forza di una formica per fe abile a portare un
grano di arena , potrebbe muovere tutto l'univerfo
Mondo , quando fin alle ſtelle ripieno fuſse d'are
na ; imperciocchè fi moſtra da Archimede , che il
numero non è maggiore di quello , che eſprimereb
be una ſola unità con appreſso cinquanta zeri, e
però ſi gloriava Archimede , che ſe aveſse potu
to mettere un piede fuori del Mondo , l'avrebbe
trasferito da un luogo a un altro .
„Dic ubi confiftam , & cælum terramquemovebo.
Si può oſservare un fimile eſempio , nella mac
china, che ſi uſa a far elevare continuamente l' ac
qua del pozzo K per via d'una catena di caſset
Fig.66. te M , le quali verſano l'acqua per la caſsa HI ,
nella vaſca L , adattandoſi un cavallo , o un uomo
a girare la ſtanga orizzontale AB, con che ſi rivol
ta
CAPITOLO V. 47
ta il rocchetto C, e queſto urtando ne' denti della
ruota D , fa girare il rocchetto E , da cui è mof
ſa un' altra ruota F col cannoncello , o rocchetto G
intorno a cui fono applicate le caiseette d'acquaM.
:
Se ſarà la lunghczza A B braccia cinque, ed il ſemi
diametro del rocchetto Cd'un mezzo braccio , e pe
rò la potenza B dieci volte più veloce di tal rocchet
to C , il quale debba girare quattro volte prima di
urtare in tutti i denti della ruota D , che fa girare
il rocchetto E eguale aC , e queſto rocchetto E debba
girare tre volte prima, che muova tutta la ruota F
col cannoncello , o rocchetto G , farà la velocità di B
alla velocità dell'acqua ſollevata intorno al can
noncello , o rocchetto G in ragione compoſta di
10. ad 1. di 4. ad 1. e di 1. ad 1. il che importa
una ragione di 120. ad 1. perchè 10. via 4. fa 40.
€ 40. via 3. fa 120 .
Tavola
gran forze per VIII.
Talvolta non abbiamo biſogno di
muovere un peſo , ma fa di meſtieri di movere un Fig.67
mobile con gran velocità , come accade nelle mac
chine de' mulini girate dall'acqua , o dal vento :
per eſempio la ruota I , già equilibrata ſopra i ſuoi
perni , e ſoſtenuta baſtevolmente dalla robuſtezza
di eſſi , per macinare il grano , deve moverſi in
giro , ſopra al ſuo alle con gran velocità , onde vi
ſi adatta una macchina , con cui il vento urtando
in ruote grandi, ne fa muovere altre piu piccole ,
di manierachè ſi comunica maggior velocità al pe
ſo da muoverſi , che alla potenzi : ſia il mulino
i a vento ABH , e l' ale C girando per la forza del
vento fanno girare l'affe AB , colla ruota E , la
quale con i ſuoi den i,piglia il roccchet : o F, e fa
girare l'aſsé FG colla ruora G , che urtando nell'
altro
48 INST . MECCANICHE
altro rocchetto H fa girare la ruota 1 , ed è la ve
locità del vento in C , alla velocità de'denti della
ruota E , come il ſemidiametro C D al raggio della
ruota , che sia per eſempio in ragion tripla , per
che poi nel girare una volta la ruota E, fa girare
più volte il rocchetto F, fecondo la proporzione ,
che ha il numero de denti in E , al numero delle
ſcannellature del rocchetto F, ( e lia per eſempio
quadrupla ) ed altrettante volte , gira la ruota G ,
che fi ſuppone eguale ad E , ſarà la velocità della
ruota E a quella della ruota G , in proporzione di 1 .
a 4. ma in qualunque rivoluzione della ruota G , >
1
CAPITOLOV. 51
avanzandoſi all'altra immobile E potrà con eſte
la potenza P ſollevare un peſo quadruplo del
la ſua forza ; perchè dovendo alzarii il peſo A
per uno 1pazio eguale a 1 F, converrà , che la po
tenza P tiri a ſe gli quattro tratti di corda eguali
FI , KL , MN , O2, onde avendo quadrupla velo
cità di quella del pelo , può ſollevare un peſo. qua
druplo della ſua forza .
V. Nella ſteſſa maniera ſi prova , che eſſendo Fig.73.
il termine della fune applicato in G , ad una delle
taglie mobili D , e paſſando per la fiſſa C , indi cir
condando la mobile D , poi paſſando per l'immo
bile E , indi per l'altra mobile B , ed attraveriando
la terza immobile F , potrà la potenza P , alzare un
pelo quintuplo di ſe ſteſſa , perchè avrà una ve
locità cinque volte maggiore di quella del pelo :
eflendo che ſollevandun queſto da G in N , con
viene , che paſſino per le mani della potenza quei
cinque tratti di fune GN ,MH, 10 , RK , LLE
con tale artifizio moltiplicando le taglie , ſi potrà
muovere qualunque peſo maggiore della potenza
in ragione di qualunque numero pari paragonaro
all'unità , fe il termine della fune è fiffo in un fico
immobile ed in ragione di qualunque numero diſpari
all'unità, ſe è attaccata la fune ad una Taglia mobile.
VI. Queſta moltiplicità di carrucole può eſſere
congiunta per un medeſimo alle , quando ſiano Fig.743
ruote eguali ; ma eſſendo conficcate in una caſſa
con diverſi aſli , dovrebbero eſſere di diametro di
ſuguale , acciò i tratti della fune non venghino ad
implicarſi uno con l'altro , e ſtiano però paralleli
come è neceffario nella ragione addorta del mo
mento delle potenze con quello del peſo .
D.2 VII. ER
52 INST. MECCANICHE
VII. Effendo le funi con altrettanti corpi diſtinti,
Tig.75. quante ſono le Taglie mobili B , D , 1 , racconan
date a' punti fiſſi H , E , G , creſcerà il momento
della potenza F , in ragione tanto multiplicata del
la dupla , quanto è il numero di eſſe Taglie , co
me quì eſſendo tre taglie, farà il ſuo momento di
venuto ottuplo , che è ragione triplicata della du
pla , perchè ſe foſſe applicata in D , averebbe a
muovere il peſo A con dupla velocità , e duplo mo
mento ; eſſendo in I , farebbe la fua velocità di
nuovo dupla , di quella , che averebbe in D , cioè
quadrupla della velocità del peſo A , ed efendo
in F, l'ha dupla altresì di quella , che averebbe
in 1 , è però octupla di quella del pelo , e così di
mano in mano ,
Fig.76.
VIII . Se le funi, che abbracciano qualche Ta
glia non ſono ſenſibilmente parallele , come finora
fi è ſuppoſto , ma prolungate le rette CE , PD
conveniſlero ad un angolo in L, dovrebbe la dire
zione del peſo A paſſare pel medeſimo angolo L ,
co ne ſi è dimoſtrato di ſopra , e da qualunque pun
to B della direzione del pelo A , tirando le paral
lele B E, D B ad efle funi , ſarà la potenza P , al pe
fo A , come LD ad LB , cioè come il ſeno dell'
angolo DBL , che è la metà di EBD , o dell' op
poſto DLE , fatto dal concorſo delle funi, al leno
dell'angolo B D.L , o del ſuo complemento BDP .
Fig.77. IX. E fe più taglie molili B , C, D applicate a
diverſe funi fiſſe in G , F, E faranno alzare il pe
ſo A , dalla potenza P , farà ſempre la potenza al
peſo , in ragione compoſta di quella de'ſeni della
metà di ciaſcun angolo SVT compreſo dalle funi
prolungate, a’ſeni de' medeſimi angoli interi , come
!
$
CAPITOLO V. 55
no i denti di eſſa ruota B , ſicchè tanto più velo
ce farà la porenza del peſo , quanto è maggiore il
raggio IL, moltiplicato per il numero dei denti della
ruota B, del ſolo ſemidiametro del cilindro ED pre
fo una volta , e però nella ſtella ragione creſce il
momento della potenza .
PROPOSIZIONE XXII.
Spiegare laforza del Cuneo .
Hiamaſi Cuneo un priſma triangolare FBG, Tav.XI.
CHche col fuo filo inſinuandoſi nel corpo TH Fig.83.
ne ſepara le parti. Si rappreſenti la forza in cui 84.
dette parti reſiſtono alla diviſione per la retta R
e ſia la potenza Muna mazza , o martello, da ap
plicarſi al Cuneo, la quale ſtia ad R, come la me
tà della groſſezza del Cuneo AG , ſta alla ſua al
tezza AB , dico , che la potenza M equivalerà
alla detta reſiſtenza , onde con ogni piccolo van
taggio , che abbia di velocità nel battere la fac
cia ſuperiore del Cuneo , l' inſinuerà frà le parti
del corpo da ſpaccarſi, e vincerà la reſiſtenza,che
hanno le porzioni IH alla ſeparazione ; imperoc
chè movendoſi il Cunco contro il corpo TH ſe
condo la direzione della ſua altezza A B perqua
lunque minimo (pazio CB , farà neceſſario , che le
dette parti IH cedano ciaſcuna , ritirandoli per lo
1
ſpazio CD , o CE, dunque la velocità della po
! tenza , che ſpinge il Cuneo , e l'accompagna, ſta
1
alla velocità , con cui ſi muove la reſiſtenza co
me BC a CD , o come AB a AG , cioè per co
ſtruzione come la reſiſtenza R alla pot inza M, e
però ſi equilibreranno , e col vantaggio poi di cual
D4 che
E
A NICH
50 INST, MECC
che maggiore velocità, con cui ſi urti il Cuneo ,
percuotendo gagliardamente la faccia ſuperiore
FG L prevalerà la potenza alla reſiſtenza , onde il
Cuneo ſi avanzerà dentro il corpo .
Quando poi vi è entrato , per cacciarlo più ol
Fig 85.tre ricercaſi minor forza , eſſendo quindi in poi la
velocità della potenza a quella , concui ſi ſepara
no le parti I , H , come l' altezza C B alla perpen
dicolare CT , condotta ſul lato del Cuneo , o come
BA ad AP, o come B Ga GA , ed eſſendo AP minore
di AG, è dunque maggior ragione quella di B A ad
AP , dell'altra che era prima di AB ad AG . Im
perocchè le parti 1 , H nello ſtaccarſi muovonſi co
me d'intorno al centro B per gli archi.ES , DO
perpendicolari a' raggi BĒ , BD , e poi eſſendo
le perpendicolari CT , CV , parallele alle tangenti
di eſſi archi , ſi deve miſurare lo ſpazio corſo dal
le porzioni I, H colle direzioni CT , CV, e non
più colle prime CE , CD .
Fig.86. Quindi con tal forza ſegue poi a ſpaccarſi il cor
po IH con una feſſura , la quale ſcorre oltre la
punta B del Cuneo , arrivando per eſempio fino
in L , il che apporta un nuovo vantaggio , poten
doſi allora conſiderare i due vetti infleffi ELN, DEN
congiunti nel medeſimo braccio LN , mentre alle
braccia diſtinte LE ,LD ſi applica ne' loro eſtre
mi E , D la forza mediante il Cuneo ; onde più facil
!
mente ſi promuove l'apertura , creſcendo le brac
cia EL , DL cui ſi applica col Cuneo la potenza ,
e ſcemando viceverſa il braccio L N , in cui rima
ne la reſiſtenza di eſſo vette infleſſo ; onde molto
maggiore ſi fa il momento della forza, e facilmen
te fi ftaccano affatto le dette parti 1, H .
Quin
CAPITOLO V. 57
Quindi ſi puo raccorre , che tanto più facile fia
la diviſione d'un corpo in parità d' altre circo Fig.87.
ſtanze , quanto più acuto è l'angolo del Cuneo ,
che vi ſi adopera , perchè eſsendo lu la ſtella ba
fe FG , due Cunei FB G più acuto , ed FRG me
no acuto , per eſſere l'angolo FRG maggiore del
l' altro FBG , ſarà l'altezza A B maggiore di AR ,
onde la proporzione di AB ad AG farà maggiore,
che di AR alla ſteſſa AG ; ma come l'altezza del
Cuneo alla metà della ſua baſe , così ftà la reſiſtenza
alla potenza nella prima introduzione del Cuneo ,
come s’è veduto di ſopra , dunque è maggiore la
proporzione della reſiſtenza alla potenza col Cu
neo più acuto , di quello ſia col "Cunco di minor
acutezza ; onde una potenza minore baſterà col
Cuneo più acuto a far quello , che farebbe una
maggior potenza col Cuneo men’acuto ; ed anco
ra tirate dal punto A le perpendicolari AP , AS
ſopra i lati BG , RG , ſarà maggior la ragione di
B A ad AP , che di R A ad AS, eſſendo la prima
eguale alla ragione di BG a G A ,la ſeconda egua
le a quella di RG alla ſteſſa G A , eſſendo RG mi
nore di BG ;onde ancora nel proſeguimento , ha
la reſiſtenza minor ragione alla potenza col Cu
neo più acuto , il quale può eſſere adoperato da
forza minore , e fare il medeſimo effetto .
Si riducono al Cuneo tutti gli ſtrumenti, che ſi
adoperano per fendere , e tagliare varie materie , Fig.88.
cioè icoltelli, le ſcuri, le aſce , le piane,i raſoi, &c.
e talvolta per farli più acuti fi ſuole affilarli col
la punta alquanto curva , come moſtra il profilo
FBG compoſto di due curve BG , B F toccate dal
la retta intermedia BA , loro tangente , il quale
an
A NICHE
58 INST . MECC
angolo FBG è minore di qualſivoglia angolo acu
to rettileneo ( per la. 16. del 3. degli Elem. ) e
però la punta FBG , ovvero il filo del raioio BD ,
è più atto ad inſinuarſi per radere il pelo , come
biſogna, e così ancora le ugne di molti animali
Fig.89. ſi vedono dalla natura compoſte con varie curve
AB , FB , GB , le quali rieſcono molto pronte a
penetrare i corpi degli altri animali , che voglio
no effi attrapare .
PROPOSIZIONĘ XXIII.
Spiegare la ragione de'piani inclinati .
Imile al cuneo è il piano inclinato GB, eleva
Fig.90.Simoled all orizzonte AB perl'angolo ABG,e
ficcome cacciando il taglio B d'una bietta , o cu
neo GAB fotto il corpo E , polato nel pavi-.
mento BD , accanto al muro DH , ſi farebbe fa
cilmente aſcendere eſſo peſo E ſopra il piano B G ,
feparandolo dal pavimento , cui ftava congiunto
colla propria preſſione, e ciò più agevolmente ſi
otterrebbe, quando foffe l'angolo ABG , più acu
to , cosi ftando fermo il piano inclinato GB con
maggiore facilità fi farebbe ſalire ſopra di eſſo il
medeſimo peſo E , ſecondo che il detto angolo ABG
ſarà minore . Si cerca dunque , in qual proporzio :
ne creſca il momento della fotza ; per muovere
un dato peſo ſopra de' piani diverſamente in
clinati .
Fig.91. Sia il grave K M rotondo che ſtia per cadere
fecondo l'inclinato piano AB , ma ſia trattenuto
da una forza L , che lo tiri per la direzione KP
direttamente contraria alla KF con cui ſcendereb
be
CATTOLO V. 59
be , cioè parallela al piano AB : congiunta al con
tatto dal centro del corpo la retta KM , e con
dorta KD perpendicolare all'orizzonte , che è la
direzione per cui la gravità dovrebbe per fe fter
ſa far diſcendere il corpo , ſi conduca MR pa
rallela ad eſſa KD ; onde riuſcirà il parallelogram
mo KRMQ; dunque la forza L , la quale ritira il
corpo per la direzione KR ſta alla gravità del
peſo , che lo ſpinge per la direzione Klcome RK
à KQ , ed alla preſſione del corpo ſopra il piano
AB , ovvero alla reſiſtenza di queſto piano , che
ſoſtiene eſſo corpo, ſaranno le potenze L, K a detta
preſſione, comei lati RK, K Q alfemidiametro KM
Itando in equilibrio queſte tre forze . Ed eſſendo
R K eguale ad Me , ed il triangolo MK fimile 1
!
60 INST . MECCANICHE
COROLLA R1.
CAPITOL O VI.
PROPOSIZIONE XXVI.
Gli Spazj TS , HL fatti ne' tempi A TIH , ro
Fig.99 no proporzionali a ' piani delle loro velocità A VT,
ICH .
3
>
CAPITOLO VI. 71
e BC , le quali ſono ſempre maggiori del doppio
della media CD ( per la prop. 25. del 5. degli Elem.)
dunque ſarà più lungo il tempoper AC,e per CE,
che per BC , e CE , onde queſto è il minimo di
qualunque altro .
PROPOSIZIONE XXIX.
Benchè fuppongaſi dal Galileo , e dal Torricelli , Fig.1041
che il mobile caduto ſu i orizzonte , poſſa muoverſi in
ello collavelocità acquiſtata nel fine della caduta :
ciò non deve ordinariamente ſuccedere , ma il mo
bile , o ſi rifletterà dal piano , o ſi fermerà in eſſo,
cadendovi per la perpendicolare AB, oppure diſcen
dendo per un piano inclinato A C , vi proſeguirà e
quabilmente ilmoto con una velocità minore di quel
la ottenuta nel fine della diſceſa , a cui ſtarà in pro
porzione della BC alla CA.
ongafi, che
SuppUppongafi, che nello ſteſso tempo in cui ſi fa
nello ſteſso
l'inclinato piano A D fi faceſse nel perpendi
colo la lunghezza AC: ſtarà dunque AC alla AD,
CO
1
CA P I TOLO VI . 75
come la velocità conceputa in C alla velocità con
ceputa in D , perchè con tali velocità farebbe
nello ſteſſo tempo il duplo di AC , ed il duplo AD
con moto equabile ; ma la velocità in C alla ve
1
locità in D acquiſtate nello ſteſſo tempo , quella
dalla gravità nel perpendicolo , queſta dalla gra
vità nel piano inclinato , ſtarebbe come la prima for,
za alla ſeconda , cioè come A D ad AB , però ſe
il tempo per A B ſia eſpreſſo dalla medeſima AB ,
ſarà il tempo per AC efpreiſo dalla AD media
proporzionale fra le due AB , AC ; ma il tempo
per AC fi ſuppone lo ſteſſo ,che il tempo per AD ;
dunque la medeſima A D eſpone il tempo per AD,
e però i tempi per la perpendicolare A B, e per l'in
clinato piano AD egualmente alto , ſtanno come la
lunghezza del perpendicolo alla lunghezza del piano.
COROLLARI ,
PROPOSIZIONE XXXI.
CAPITOL O VII.
Del Moto compoſto dell' equabile ,
e dell'accelerato .
PROPOSIZIONE XXXV .
Tavola Movendoſi il mobile A con moto compoſto dell'e
XIV quabile ſecondo la direzione AD , con tale velocità ,
123. quale ſi ſarebbe acquiſtata cadendo dall'altezza SA ,
e del moto, accelerato ſecondo la direzione de' gra
vi AG , deſcriverà una Parabola ACB le cui or
dinate FC , GB , jieno parallele alla direzione AD ,
ed il cui diametro ſarà la direzione de' gravi AG ,
ed il lato retto ſarà quadruplo dell'altezza SA ,
la quale ſi chiamerà ſublimità della Parabola .
Ntendaſi un cannello AG elevato perpendico
INquabilmente per la direzione AD colla veloci
larmente all'orizzonte , il quale ſia moſſo e
PROPOSIZIONE XXXVI.
Secondo la data direzione AD tirando un mobi- Fig.124.
le con tale velocità , quale ſi ſarebbe acquiſtata da
un grave , cadendo per l'altezza SA , fatto il mez
zo cerchio SMA ,il quale ſega la direzione AD
nel punto M , e tirata la orizzontale MT prolun
gata altrettanto in BM : dico , che la Parabola de
ſcritta dal proietto colſuo ſublime punto B tocche
rà l'orizzontale TMB , e ſi ſtenderà nell'orizzon
te all' ampiezza della baſe AH , quadrupla di ef
ſa BM .
:
CAPITOLO VII. 95
re ; che poſſa eſſere , mentre le altre ampiezze oriz
zontali dipendenti da un altra direzione , la quale
ſegaſſe il femicircolo in altro punto diverſo da
quel di mezzo , ſarebbe quadrupla di un'altra or
dinata minore tirata nel medeſimo ſemicircolo .
II. Ma ſe due tiri ſaranno fatti con due direzio
ni AL , A E egualmente diſtanti dalla recta AM ,
che faceſſe l' angolo ſemiretto SAM, concorreran
no ambidue le Parabole nate da tali direzioni , cioè
le curve AGI , AKI nello ſteſſo punto I dell'o
rizzonte , divenendo l'ampiezza di ciaſcun tiro
quadrupla delle ordinate LF, NE , che ſono eguali
tirate da' concorſi di quelle direzioni coll'arco del
ſemicircolo , perchè eſſendo queſte egualmente lon
tane dalla A M , che fa l'angolo ſemiretto , taglia
no eguali archi ML , ME , e però ſono eguali SL,
AE: onde quelle ordinare ĒL , EN, ſono pure
eguali , ed il loro quadruplo AI deve eſſere lo
ſteſſo ; ſicchè volendo mandar la palla al punto I
tanto è incamminarla per la direzione AL , quan
to per la AE colla ſteſſa velocità , rieſcendo que
fto folo divario , che per abbattere un muro
verticale ſarà più opportuno il prevalerſi del ciro
ballo , che diceſi di volata AKI , ma volendo sfon
dare il piano orizzontale , farà più colpo il tiro ſu
periore AGI.
III. Queſte tre coſe : cioè la fublimità SA , Fig.124
donde il peſo acquiſterebbe cadendo la medeſima
velocità , la direzione AD , è la lunghezza, o am
piezza del tiro A H , date due qualunque di effe ,
e cola faciliſſima il determinare la terza fecondo
i premelli principi.
IV. Per fare varii tiri alla ſteſſa ampiezza, tan
το Α .
CHE
A NI
N ST MECC
20 I .
to minor impeto , e forza di polvere ſi ricerca
quanto la direzione ſi avvicina più all'angolo ſe
miretto colla ſublimità S A , di manierachè mini
mo è l'impeto, che ſi richiede facendola al detto
angolo femiretto .
V. Da un ſolo tiro di Mortaro , o di Cannone
ritrovando l'ampiezza della Parabola deſcritta dal
mobile , facilmente potrà trovarſi la lunghezza, a
cui fi porterebbe il tiro in qualunque altra eleva
zione del pezzo , e viceverſa può trovarſi l'eleva
zione , che ſarebbe neceſſaria per fare, che giun
ga il tiro ad un'ampiezza determinata .
PROPOSIZIONE XXXVII.
C A P I T O L O VIII.
Della Percola.
PROPOSIZIONE XXXVIII.
La percoſa, che fa un corpo duro ſopra la ſua
perficie ferma di un piano , creſce in ragione com
роffa
CAPITOLO VIII. 99
poſta del peſo del corpo moſſo , e della velocità con
cui urta , e del ſeno dell'incidenza , cioè del ſeno
di quell' angolo contenuto dalla direzione del mobi
leſopra la ſuperficie delpiano percoſſo nel punto di
eſo contatto .
He la percoſſa creſca a miſura, che ſia mag
C giore il peſo , e la velocità del mobile , è
manifeſto , perchè in tale ragione appunto
creſce il momento di un corpo , cioè la forza con
cui fi muove , e da cui ſenza dubbio dipende l’
energia della percoffa in pari circoſtanze , cioè fe
condo la medeſima direzione la forza è maggiore ,
sì per il maggior peſo del mobile, come ancora
per la maggiore velocità, con cui ſia ſpinto .
Che poicreſca ancora queſta forza della per
cofla , ſecondo che creſce il ſeno dell'incidenza , Fig.129.
ſi dimoſtra cosi . Muovaſi il corpo A contro il pia
no fermo , e ſtabile EF colla direzione inclinata
AB , e condotta ſopra eflo piano la perpendico
lare AC, congiunta B C fi compiſca il rettangolo
BCAD : il moto per A B ſi può riſolvere ne' due
moti collaterali AC , AD , de' quali è compoſto .
Ma eſſendo il moto AD parallelo al piano BC , non
gli ſi oppone punto , e non può offenderlo quan
do ancora foffe di vetro , dunque il moto per AB
non ha forza di percuotere il piano BC lecondo
il moto collaterale AD , ma ſolamente ſecondo il
perpendicolare AC ; ed è AC il ſeno dell'angolo
dell'incidenza ABC , computando A B per il rag
gio , dunque creſce l'energia della percoſſa, ge
neralmente parlando , in ragione compoſta del pe
fo , e della velocità del mobile , e del feno dell'in
cidenza . Il che &c . G2 Co
100 INST. MECCANICHE
COROLLARI .
COROLLA RIO .
LUBR
E
Quando un mobile veniſſe ad urtarci , non tor
na il conto muoverſi contro d'eſſo , perchè ſi ac
creſcerebbe la forza della percoſſa di tanta velo
cità , quanta è quella , con cui l'incontriamo ,
PROPOSIZIONE XXXXIV .
Di due corpi duri A , B eſsendo il centro di gra
vita C ,ſe s' incontrano colle velocità AC , BC , di
eſsi corpi A , e B , dovrà fermarſi e l' uno , e l'al
tro in eſso punto C del mutuo concorſo; ma ſe fuf
ſero detti corpi ancora elaſtici , dovrà ciaſcuno riz
tornare indietro colla ſua primierà velocità .
Fig. 135.
Mperocchè eſſendo , come
il centroa digravità de'
me la velocità di queſto alla velocità di quello ,
1
dunque i loro momenti , con cui s' incontrano in C
fono eguali, ed eſſendo pure direttamente oppoſti ,
niuno di eſſi può prevalere all'altro , onde ( per l'
Afl. 4.) ſi elideranno vicendevolmente , riducen
doſi i detti corpi duri alla quiete , purchè non fof
ſsero da qualche altra cagione di nuovo eccitati al
moto : ma ſe ciaſcuno di eſſi aveſſe la forza elaſti
ca , non potrà eſſere ciaſcuna di eſſe compreſsa con
egual momento da una , e dall'altra banda , ma a
guiſa di molla reſtituendoſi con egual forza , ver
rà reſpinto l' uno , e l'altro mobile per la ſteſsa di
rezione , e colla medeſima loro velocità all' Oppo
ſte parti , di manierachè, ſiccome con egual mo
mento ſi erano incontrati, ſi diſgiungeranno altre
si uno dall'altro con egual momento , Il che & c.
PRO
108 INST . MECCANICHE
PROPOSIZIONE XXXXV .
Fig.134
136. Movendo due corpi duri , ma non elaſtici colle
137 .
139. velocità AD , BD , o dirette , ovvero a parti oppo
Ate, trovato il loro centro di gravità C , dico , che
dopo il concorfo ſi muoverannoambidue colla veloci
tà CD verſo quella banda , che dimoſtra l' ordine
delle lettere CB .
PROPOSIZIONE XXXXVIII.
Fig.158 .
Se un corpo elaſtico- A , colla velocità AD , percuo 159 .
teſse il corpo fermo B , per mezzo d'un altro corpo
N di mediocre grandezza fra gli due eſtremi, glim
primerà maggiore velocità di quella , che gli avreb
be impreſia , ſe urtava immediatamente in eſso .
PROPOSIZIONE L. LIB
Fig.169.
I. Se la figura piana , o ſolida D FHIE , cade
ſopra un oſtacolo con moto parallelo alla ſua lun
ghezza , ſimilmente farà maggior percoffa , urtan
do dirimpetto al centro di gravità di eſſa figura ;
ma ſe fi moveſſe d' intorno ad un punto H, deſcri
vendo la figura H MNB, le cui ordinate AM, BN
fieno proporzionali a' momenti delle fezioni di quel
mobile ( la quale diraſli la ſcala de' momenti loro )
e trovato in queſta figura il centro di gravità G ,
condotta GC perpendicolare alla lunghezza delmo
bile H B , ſarà nel punto C il luogo in cui farà la
mag
CAPITOLO VIII. 123
maggior percoſſa , movendoſi circolarmente dal
termine H , che in qualſivoglia altro punto .
II. Un regolo , o baſtone cilindrico HA , egual Fig. 170.
mente groffo in tutte le ſue parti, girando dal ter
mine H , farà la maggior percoſſa nel punto C lon
tano dal termine A per un terzo di ſua lunghez
za , perchè la ſcala de' momenti delle ſue parti fa
rebbe un triangolo HAM , eflendo le ſezioni tra
loro eguagli, e le velocità proporzionali alle di
ſtanze dal centro del moto , e però i detti momen
ti di A , e B fono come le ordinate AM , BN di
queſto triangolo , il cui centro di gravità G è di
ſtante dalla baſe per un terzo di ſua lunghezza .
CAPITOLO IX.
De Pendoli .
PROPOSIZIONE LI .
Se due Pendoli CG , OF ſi rimovono ad angoli Fig.171 .
eguali GCA , FOD da' loro perpendicoli , indi ſi 176
laſcino ricadere , ſaranno i tempi delle oſcillazioni
per gli archi ſimili ABG, DEF in ragione fub
duplicata de'raggi CA , OD .
I prendano in eſſi due archetti infinicamente
tra di loro ſimili AH, DI, ed altri due
!f
archetti ſimili HB , I E, congiunte le rette AH,
DI , e le altre due HB , IE , le quali concorrano
con le orizzontali AK, DL in K, ed L. E ' mani
feſto
124 INST. MeccANICHE
feito , eſſer ſimili i due triangoli ACH , DOI , e
gli altri due BCH , IO E , ſiccome ancora i due
AKH , DLI , avendo i loro lati omologhi paral
leli : dunque i tempi della caduta per la corda AH ,
e per l'altra DIegualmente inclinata , ſono in ſub
duplicata ragione di A H a DI , e però in ragione
ſubduplicata di C A ad O D , e ſimilmente in tale
ragione ſarebbe il tempo per KH, al tempo per LI,
o il tempo per tutta la KB , al tempo per tutta l'
LE , dunque ancora il tempo per la rimanente
HB, al tempo per la rimanente 1 E, dopo la di
ſceſa di HA, e di ID , è ſempre nella ſtella ragio
ne , o foffe fatto il moro per le rette KH, LI , o
per l'altre AH , DA, effendo la ſteſſa velocità acqui
ſtata tanto per KH , che per AH , con cui s'inoltra
il mobile per HB : ed altresì la medeſima veloci
tà acquiſtata per LI, che per DI , con cui pro
ſeguirebbe il moto per IE , onde diviſi gli archi
ancora rimanenti BG , EF in altri archetti fimili ,
le corde de' quali farebbero in queſto , e in quel
lo , poligoni ſimili inſcritti in detti archi, e per la
loro minima piccolezza convenienti con detti ar
chi, è chiaro , che il tempo per tutte le corde
inſcritte nell'arco AG , al tempo per altrettante
infcritte nell'arco DF , ſarà in ragione fubdupli
cata del raggio CA al raggio O D , e però anco
ra i tempi delle oſcillazioni di queſti pendoli per
gli archi ſimili ſono in detta ragione . Il che &c.
COROLLA R 1.
1. Quindi le lunghezze de ' pendoli ſono , come
i quadrati de'tempi, per cui fanno archi funili ,
ed i tempi di tali oſcillazioni ſono , come le radi
ci
CAPITOLO IX. 125
ci quadrate di eſſe lunghezze : così il tempo della
oſcillazione d'una lampada pendente per una cor
da di ledici braccia , al tempo , con cui un altra
lunga nove braccia fa ſimile oſcillazione, ſtarà co
me quattro a tre , che ſono le radici quadrate di
fedici , e nove .
II. Il numero delle oſcillazioni eguali fatte in un
dato tempo da qualche pendolo, alnumero di egua
li vibrazioni fatte da un altro pendolo nello ſteſ
ſo tempo , faranno reciprocamente come il tempo
di una vibrazione per detto pendolo , al tempo di
una vibrazione ſimile del primo: così ſe il pendo
lo di ſedici braccia facefle in un minuto primo
vibrazioni 21. quell'altro di braccia nove ne fa
rebbe nello ſteſſo tempo 28. eſſendo 28. a 21. come
.
4. a 3. cioè come il tempo della vibrazione del pen
dolo di ſedici braccia , al tempo di una vibrazione
del pendolo di nove braccia .
III. Quindi dal numero delle vibrazioni d'una
Lampada ſoſpeſa dalla volta d'una Chieſa, per pic
coli archetti fimili inſegnò il Galileo poterſi ritro
vare l'altezza di eſſa ; Imperocchè ſe ſi aveſſe un
pendolo d'un braccio , e quattro quinti, la cui
vibrazione ſi fa in un ſecondo minuto , farebbe
queſto in un minuto primo ſeſſanta vibrazioni, pe
rò ſe ſi vedeſſe nello ſteſſo tempo di un minuto
primo, fare la lampada ſolamente dodici vibrazio
ni, ſi dovrebbe inferire , eſſere l'altezza di detta
lampada conneſſa colla ſúa fune alla volta per un in
tervallo di braccia quarantacinque , eſſendo leſſan
ta a dodici , come cinque ad uno, onde il tempo
d'una vibrazione della lampada , al tempo di una
ſimil vibrazione del pendolo piccolo , ſarà in ſimil
ra
126 INST . MECCANICHE
ragione di s. ad i. che è ragione fubduplicata di
effe lunghezze , dicui farà quella venticinque volte
maggiore di queſta , come è il quarantacinque re
fpettivamente all' uno con quattro quinti .
PROPOSIZIONE LII.
Fig. 173. Movendoſi il pendolo CA per qualunque arco del
quadrante GBA , le forze, con cui ſi muove in
qualunque.fito , ſono come iſeni degli angoli fatti
col perpendicolo dal poſto di eſo pendolo follevato, e
le forze centrifughe ſoſtenute dalfiſso punto C , in
torno a cui ſi muove, ſono come i ſeni degli ango
li, che fa l' inclinazione di eſso pendolo con l' oriz
zonte CG .
1
Rrdinata EN parallela alla baſe BC, e tirata
O ne un ' altra infinitamente proſſima Y O ficon
du
CAPITOLO IX . 129
ducano le corde AK , ed AG, queſta ſegante la Y K
in L , e tirate OP , KH , LF, parallele ad AB, e col
centro A deſcritto l'arco circolare KI, intendaſi
per lo punto N paſſare il cerchio VNQ_nel ſito ,
in cui deſcrive l'arco della Cicloide AON . E' ma
nifeſto , che l' ordinata EN è eguale alla ſomma
dell'arco circolare AG, e del ſeno G E , imperoc
chè rivoltatoſi il ſemicircolo BG A fopra la retta
BC , con la quale rivoluzione il vertice A ,deſcri
vendo la curva , è venuto in N , e quando foſſe ar
rivato in C, dove finiſce la curya ANC , ſi farà a
dattata tutta la femicirconferenza BG A alla baſe
BC , la quale gli farà eguale , dunque eſſendo il
cerchio nel detto ſito VNQ , dovrà eſſere l' ar
co Vb eguale alla retta BV, ed il rimanente ar
co V N eguale al reſto della baſe VC , però el
ſendo XN , eguale al ſeno EG , e la retta E Xc
guale a BV , cioè all'arco V b , che pure è egua
le all'arco corriſpondente 2 N , ovvero ad AG ,
perciò farà tutta l'ordinata EN, eguale alla ſom
ma dell' arco AG, e del feno GE , e così an
cora l'altra ordinata Y 0 , ſarà eguale alla ſomma
dell'arco AK , e del ſeno KY: quindi PN diffe
renza delle ordinate EN, Y 0 ,fara eguale alla ſom
ma di G K, differenza degli archi , e della G H , dif
ferenza de' ſeni corriſpondenti : onde eſſendo GK
eguale a K L ,come la tangente K Reguaglia la tan
gente A R del circolo , ed eſſa KL eſſendo eguale
ad FH , ſarà dunque PN eguale a GF , che è la
ſomma della differenza de' ſeni GH , e della HF,
differenza degli archi eguale a GK , ed eſſendo an
cora O P eguale , e parallela ad L F, farà GL pa
rallela , ed eguale ad No , onde la tangente del
I la
130 INST. MECCANICHE
la Cicloide N 2 , ſarà eguale , e parallela alla cor
da GA ; e perchè nel triangolo GK L iſoſcele l' ar
co KI è perpendicolare alla bate GL , la divide
per mezzo , però no eguale a G L è doppia di
G I differenza delle corde AG , AK , onde la por
zione della curva A N deve effer doppia della cor
da AG , e tutta la curva ANC doppia del diame
tro AB , come ſi fuppone eſſere il filo CD , il
quale però complicandoli con effa curva ad ello
eguale , ſi combagerà totalmente con la medeſima ,
e quindi poi diſtraendoſi in qualunque parte dell'
oſcillazione A M , farà nel ſito M N tangente di ef
la curva , alla cui parte A N effendo eguale MN,
parte del filo ſcoſtatoſi da efla , riuſcirà MN dop
pia di N2, e condotta MS perpendicolare ad
Me concorrente col diametro del cerchio V Lin
S , ſarà il triangolo QMS eguale al triangolo QNY,
eſſendo MQ eguale a QN , e l'angolo M Q S eguale
all'altro N 2 V , e gli angoli in M , ed in N rerti ,
però il ſemicircolo deſcritto intorno l'angolo QMS
Tarà eguale all'altro ſemicircolo INV, e l arco
lM eiendo eguale all'arco QN , ed ancora all'
arco AG , ſiccome l'arco A G cguaglia la retta GN,
la quale è eguale alla retta AQ , ſarà l'arco del fe
micircolo LM eguale ad eſſa Al , e però il pun :
to M ſarà nella Cicloide deſcritta ſopra la retta
AZ dal medeſimo circolo ; dunque eſſo pendolo
CD deſcriverà la curva AMD , eguale alla Ci
cloide ANC , a cui era applicato . Il che &c.
COROLLA RIO.
Stiring dueordinate
MP ſeganti infinitame
la periferia
nte proflimeBO;
del circolo genitore ne '
punti H , K , e condotta la tangente del cerchio
HR , fi tirino le corde ZH , DHS, la quale pro
lungata ſega in S la baſe della Cicloide AV , e con
viene in L con la ſeconda ordinarà MP . Suppo
nendo , che un mobile con la velocità acquiſtata
dalla caduta CD , ſi muoveſſe equabilmente per la
circonferenza DXZ H , ſarebbe il tempo per H K
al tempo della diſceſa per B M del pendolo , che
deſcrivelle la curva AMDV, in ragione compoſta
della diretta degli ſpazj HK, BM , e della recipro
ca delle velocità adoperate in B , ed in H , ma la
prima ragione è quella di H K ad HL , ( eſſendo
HL eguale a BM ) cioè di HR ad HS , la fecon
I 3 da
134 IN ST. MECCANICHE
da poi, è di H 2 a ZD , ovvero di HS ad $ 2,
dunque il tempo per HK al tempo per BM, ſta
come HR , o ' come la ſua eguale à Z ad S Z, cioè
in ragione ſubdupla , quale è quella appunto della
2D alla CD : dunque convertendo , il tempo per
tutta la oſcillazione per la curva ADV, al tem
po del moto equabile per tutta la circonferenza
DXZHD è come CD a DZ ; ma il tempo del
moto equabile per la circonferenza , al tempo del
moto equabile per CD colla ſteſſa velocità otte
nuta nella caduta ZD , il qual tempo ſarebbe il
medeſimo di tale caduta , ſtarebbe come la circon
ferenza ſuddetta alla lunghezza del filo G D , dun
que per l'egualità perturbata , il tempo per la
oſcillazione ADV altempo per la caduta nel per
pendicolo 2 D, è come la circonferenza DX2HD al
fuo diametro 2D , e così può dirſi ancora del
tempo di qualunque altra minor vibrazione BDG,
eſſendo tutte contemporanee .
COROLLA R I.
m9
V
I CAPITOLO IX, 137
menti delle ſezioni di eſſo cilindro ; e fe CIH foſſe
una piramide,ovvero un cono , ſarebbe CD quat- Fig.18e.
tro quinti della lunghezza intera CG , come il cen
tro d' equilibrio in un trilineo della parabola cu
bica , la quale ſarebbe la ſcala de’momenti di quel
folido piramidale , ovvero conico .
C A P I T O L O X.
Della reſiſtenza de' Solidi.
DEFINIZIONI ,
I. A reſiſtenza de' ſolidi aſſoluta diceſi quella
" L le loro parti , tratte direttamente da una
forza , con cui reſiſtono alla diviſione del
1
140 INST. MECCANICHE
ſolute di queſti ſolidi proporzionali a quelle baſi,
ſono ancora come le reſiſtenze reſpettive GN , le
quali però ſono proporzionali a dette baſi .
Fig.183. III. Le reſiſtenze reſpective de' ſolidi di diverſa
lunghezza DL , DP fu la medeſima baſe EB F , fa-.
ranno reciproche alle dette lunghezze , perche fe
G eguaglia la reſiſtenza del ſolido più corto , ed H
quella del più lungo , ſarà G alla reſiſtenza aſſoluta
della baſe comune , come CD a DL, e queſta re
fiſtenza ſarà al peſo H , come PD a CD ; dunque
per l' ugualità perturbata , G ad H , è come DP
a DL .
Fig.184 , IV. Se foſſero baſi eguali , i cui centri di gra
vità C , ed I ſiano diverſamente lontani dal foſte
gno , farà la reſiſtenza del ſolido, ſu la baſe FEB
alla reſiſtenza aſſoluta del inedeſimo , come C D al
la ſua lunghezza DL , e la reſiſtenza reſpettiva
dell'altro ſolido ſopra la baſe RST nella medeſima
lunghezza , ſarà alla ſua reſiſtenza aſſoluta , come ID
a DL, e però la reſiſtenza reſpettiva del primo a
quella del ſecondo , è come C Da DI , che ſono le
diſtanze de’loro centri dal ſoſtegno .
V. E però lo ſteſſo ſolido , la cui baſe ſi diſpon
ga in diverſo fito , ove abbia il centro di gravità
più lontano , o più vicino al ſoſtegno , averà la re
ſiſtenza reſpectiva , ivi maggiore , ivi minore nella
proporzione delle diſtanze centrali .
VI. La canna vota la cui baſe è l'armilla IKFG ,
Fig.185. ha maggior reſiſtenza reſpettiva, che un cilindro
egualmente lungo , il cui cerchio foire eguale alla
detta armilla , cioè il cui raggio CD lia eguale al
la perpendicolare GH, condotta dal termine della
çanaa interiore G ,ſopra il diametro ; Imperocchè
la
CAPITOLO X. 141
la diſtanza del centro di gravità della canna E F ,
eguale al raggio EH , è maggiore della diſtanza
centrale CD , eguale alla perpendicolare GH,
PROPOSIZIONE LVIII.
Ne' diverſi ſolidi EBFL , TVRO la reſiſten- Fig.186.
187 .
za reſpettiva del primo a quella del ſecondo , è in ra
gione compoſta di quella delle baſi EBF , TVR ,
e delle diſtanze centraliCD , IS , e della recipro
ca delle loro lunghezze SO , DL .
G eguagli la reſiſtenza reſpectiva del pri
ICL mopeſoſolido , ed il peſo N quella del ſecondo : farà
G alla reſiſtenza aſſoluta del primo, come CD a
DL , e la reſiſtenza aſſoluta del primo a quella
del ſecondo , è come la baſe EBF alla baſe TVR ,
e queſta reſiſtenza aſſoluta del ſecondo al peſo N ,.
come SO ad IS , dunque la ragione di G ad N ,
cioè della reſiſtenza reſpectiva del primo ſolido a
quella del ſecondo , ha gli antecedenti EBF, CD,
SO , ed i conſeguenti TVR , IS , DL, dunque è
in ragione compoſta di quella delle baſi, e delle
diſtanze centrali direttamente , e reciprocamente
della lunghezza di tali folidi . Il che &c.
COROLLA R 1 .
í
142 IN S T. MECCANICHE
ſezioni, eſſendo ancora la ragione delle baſi , egua
le a quella delle altezze, ſarà la ſteſſa ragionecom
poſta delle ſezioni , e delle diſtanze centrali , ri
plicata di quella delle altezze , onde potrà dirſi,
che la reſiſtenzarefpettivanell' una , alla reſiſten
za reſpectiva nell'altra, ſia in ragione compoſta di
quella de'cubi dell'altezze di tali fezioni ſimili, e
della reciproca delle lunghezze de’ loro ſolidi.
II. E ſe foſſero ancora i corpi ſolidi fimili, le
cui lunghezze farebbero proporzionali alle altezze
delle ſezioni ſimili, la ragione reciproca delle lun
ghezze diminuirà la triplicata delle altezze, cioè
de' loro cubi , onde rimarrà la ragione delle refi
ftenze reſpective ne' corpi ſimili puramentedupli
cata dalle altezze , o di altri omologhi lati delle
ſezioni, cioè come i quadrati di tali linee .
III. Se foſſero ne' due folidi le lunghezze pro
porzionali alprodotto delle ſezioni, e delle diſtan
ze centrali , ſarebbero le reſiſtenze reſpettive e
guali nell' uno , e nell'altro folido , perchè le ra
gioni eguali reciproche compongono la proporzio
ne di egualità ; Ed ancora ne'ſolidi egualmente lun
ghi , le foſſero le ſezioni reciproche delle diſtanze
centrali , oppure le baſi reciproche de ' quadrati
delle altezze, quando le ſezioni foſſero parallelo
grammi , o triangoli , o parabole di qualunque ge
nere , ſarebbero pure le loro reſiſtenze eguali.
PROPOSIZIONE LIX.
1
CAPITOLO X. 147
muro abbiano le reſiſtenze reſpettive ſempre propor
zionali a' momenti de' loro peſi ; onde ſe il peſo di
ilno eguagliaſse la reſiſtenza della ſua baſe, ancora
il peſo di qualunque altra fua porzione eguagli la
reſiſtenza della propria baſe .
tdiocuiverticale
PorOſto il trilineo parabolico CEF B , Fig.196
197
è tangente la orizzontale FB , ſi ag
giunga alla ſteſſa FB in ſito orizzontale il paral
lelogrammo FBA , o il triangolo FAB , o qua
lunque parabola FG AB di qualſivoglia genere ,
indi moltiplicata una figura con l'altra ne rieſca
il folido. A BFCR , ſarà il momento del peſo di
queſto al momento del peſo di qualunque altra
porzione GD FEH tagliata col piano DH , paral
lelo al piano BR , come il momento della reſiſten
za B ARC al momento dell'altra parallela ſezio
ne D GHE . Imperocchè quando l' orizzontale è
un rettangolo AB F ,il momento della reſiſtenza del
la ſezione ABCR a quello della reſiſtenza GDEH ,
ſarà come il quadrato BC al quadrato DE, effen
do le loro centrali diſtanze , come le altezze , e
le larghezze eguali : ma il momento del peſo del
primo folido AB FCR , al momento del peſo del
Tecondo GDFEH , eſſendo in ragione compo
ſta di B C a DE , e del quadrato BF , al qua
drato FD , i quali ſono pure come le altezze
CB , DE , dunque i momenti delle reſiſtenze ſono
proporzionali a 'momentide' peſi di tali folidi; on
de Te il cuneo AB FCR col proprio peſo eguaglia
la reſiſtenza reſpettiva della ſua baſe AC , anco
ra il cuneo GDFEH , dovrà pareggiare la reſiſten
za della ſua baſe GE ; e qualunque altra figura
K 2 oriz
H E
148 INST . MECCANIC
orizzontale moltiplicandoſi col verticale trilineo
parabolico , non eſſendo più eguale la larghezza
delle fezioni AC , GE , ſarà il momento della re
ſiſtenza nella prima a quello nella ſeconda , in ra 1
I perocchè effendotutti
H queſti Dpelidiegualmo
ponendo la ſomma di P , ed H farà ad H , come
F La DL ; ma H ad N è come FB a DF , ed
N alla ſomma de ' due M, N , come LB ad FL ;
dunque la ſomma di P , ed H alla ſomma di M ,
ed N , è in ragione compoſta di FL a DL , di FB
a DF, e di L B ad Fl , onde di quà , e di là to
gliendo FL , che è un antecedente eguale ad un
conſeguente , reſta , che la ſomma di P , ed Ha
quella di M , ed N fia come il rettangolo LBF,
all' altro LDF . Il che &c .
K 3 Co
150 INST. MECCANICHE
COROLLARI .
!
:
CAPITOLO X. 151
dia proporzionale fra tutta la AB, e la ſua metà
AD , il quale ſia ſoſtenuto ne' ſuoieſtremi M , N , ſa
rà il momento di queſto firo peſo parimente eguale
alla reſiſtenza della ſua media ſezione P Q eguale
ll' altra DC ,
hè AC , applicata del
la porzioneelfendolametà
Imperocc nelpeſo A B ,cioèdi
ſuo centro
gravità nella ſezione EG , che divide per mezzo
la lunghezza AC , e l'altra metà di peſo , cioè BC
nel centro della ſezione H F , che divide per mez
zo l'altra parte C B , gli quali peſi col loro mo
mento fanno forza alla reſiſtenza della ſezione CD ;
Similmente reggendoſi dal ſoſtegno M , la metà di
quell' altro ſolido MP, e l'altra metà N P dal fo
ſtegno N con le diſtanze QM, QN , le quali pure
ſaranno medie proporzionali fra le lunghezze AC,
CE, ſiccome l'intera MN, ſi è fuppofta media
proporzionale fra tutta la AB , e la metà AC, dun
que il peſo AC al peſo MP ſarà pure reciproca
mente , come la diſtanza 2 M alla diſtanza G D , dal
le quali eſſi peſi vi pendono , e però ſaranno eguali
i loro momenti, e lo ſteſſo può dirſi dell'altre due
metà d'ambi i peſi applicate ſimilmente a rom
pere le eguali reſiſtenze DC, 2P ; dunque ha la
ſteſſa forza il cilindro , o priſma AB ſopra la reſi
i
1
ſtenza della ſezione CD , come il cilindro MN , fo
pra la reſiſtenza dell'eguale ſezione QP .
PROPOSIZIONE LXIV .
Nel folido LBFM retto fra due foſtegni ne' ſuoi Fig.202
termini L , F, le reſiſtenze ne Jeti R , D , ſono in ra
gione compoſta della ſezione R TO ,all'altra DBM ,
K 4 e del
152 I N S T. MECCANICHE
e delle loro centrali diſtanze PR , QD , e della reci
proca de' rettangoli LDF , LRF .
Mperocchè ſe vi foſſe parimente ſoſtenuro un
A
lezioni foffero eguali ad una di quelle BDM , che
nel ſito R , ſarebbe REK , la reſiſtenza di RTO a
quella di REK , ſarebbe come il prodotto di tali
fezioni nelle diſtanze P R , ed SR , la quale è eguale a
D : ma la reſiſtenza di R EK a quella di Ď BM,
per il Coroll. i , della Propoſ, 62. ) è reciproca
mente come il rettangolo FDL al rettangolo FRL ,
dunque la reſiſtenza di RTO a quella di B D Mè
in ragione compoſta di tali ſezioni, e delle loro
diſtanze centrali , e della reciproca di que' rettan
goli . Il che & c.
COROLLA R1,
I. Le reſiſtenze di tali folidi ſoſtenuti ne ' ſuoi
eſtremi , ſaranno eguali in qualunque fito , quando
i prodotti di ciaſcuna ſezione nella ſua diſtanza
centrale ſaranno proporzionali a' rettangoli delle
parti della lunghezza del folido diviſa da tali fe
" zioni . Imperocchè la ragione compoſta di queſti
prodotti, e della reciproca de' medeſimi rettan
goli farà ragione di egualità .
II. E ſe tali fezioni ſaranno parallelogrammi , o
triangoli, o parabole , le cui diſtanze centrali fa
rebbero proporzionali alle loro altezze , allora
i prodotti del quadrato delle altezze , e delle baſi
di tali ſezioni ſaranno proporzionali a detti ret
tangoli .
Fig.203 III, Sę farà qualunque figura FB L poſta ver
ti
CAPITOLO X. 153
ticalmente e gli ſi connetta un orizzontale fi
gura FOL , in cui ſia come una data linea FG a
qualunque ordinata RO , così il quadrato dell'or
dinata R I nella figura verticale ,alrettangolo LRF,
riuſcirà il ſolido compoſto di queſte due figure, le
cui ordinate faccino tanti parallelogrammi, o trian
goli, o parabole , di reſiſtenza eguale in qualun
que ſito , perchè il prodotto del quadrato I R nel
la baſe della ſezione RO , eſſendo eguale al pro
dotto della data FG , nel rettangolo LRF , ſarà
da per tutto il prodotto de' quadrati dell'altezze
nelle baſi delle loro fezioni, proporzionale al ſuo
corriſpondente rettangolo
IV . Se F B L ſia un ſemicircolo , o una ſemieliſſe Fig.204.
verticale , ſarà la figura orizzontale FHNL un paral
lelogrammo , le cui larghezze fempre eguali, e pe
rò fempre proporzionali alla data retta FG , co
me il quadrato R I nel ſemicircolo eguaglia il ret
tangolo FRL , ed il quadrato B D eguaglia l'al
tro rettangolo FDL , e nella ſemieliſte ſono quei
quadrati ſempre proporzionali a detti rettango
li, onde queſto folido averà eguale reſiſtenza in
qualunque ſezione , come dimoſtrò il Viviani , e
poſcia il Blondello , ed indi il Sig. Aleſſandro Mar
chetti .
V. Anzi potrebbe farſi una volta compreſa da Fig.205.
due archi FAL , FBL ambidue ellittici , o pure
uno di eſſi ſemicircolare , ed averebbe nelle ſue
grollezze AB , IE eguale reſiſtenza , eſſendo quelle
īteſſe le differenze delle ſezioni maggiori A DIR ,
dalle minori BD , ER , le quali con eguale larghez
za fono egualmente reſiſtenti in ciaſchedun ſemi
circolo , o ſemieliſſe .
VI.
154 INST . MECCANICHE
VI. Se poi foſſe la figura verticale il parallelo
Fig.206. grammo ALFG , e l'orizzontale una parabola FML
deſcritta ſopra la baſe FL , ſarebbe pure il folido
da queſte due figure compoſto di eguale reſiſtenza,
come deve intenderſi ciò , che ne dice il Gas
lileo , benchè da alcuni in ciò rifiutato , credendo ,
che la parabola doveſſe eſſere verticale ; imperoc
chè certamente le linee RO , DM , baſi delle ſezio
nidi queſto ſolido, eſſendo comei rettangoli FRL ,
FDL, ſaranno pure efle baſi moltiplicate per gli
quadratiegualiIR , BD , proporzionali a detti ret
tangoli .
Fig.207 . VII. Fatto ancora un triangolo orizzontale FHL,
di cui la baſe FH ſuppongaſi eguale alla data FG,
deſcritta col diametro FL,eguale al ſuo lato ret
to , la parabola FIA , e compiuti i rettangoli delle
ordinate di queſte due figure , ne riuſcirà un cu
neo parabolico di eguale reſiſtenza in qualunque
fezione IRO E , perchè come ſta FG , ovvero FH
ad RO , cioè FL ad RL ,così ſta il rettangolo L FR
al rettangolo FRL , e però il quadrato I R eſſen
11 do eguale al rettangolo LFR , ſta al rettangolo
FRL , come la data linea ad RO ,
PROPOSIZIONE LXV.
Dato un cilindro AB DF , in cui il momento del
Fig.208. Suo peſo eguagli il momento della ſua reſiſtenza, o
ellendo, fitto nella parete in uno de' ſuoi eſtremi , o
pure ne' ſuoi termini retto da due soſtegni , ritro
warne altri innumerabili , che abbiano la medeſima
proprietà .
Si
CAPITOLO X. 195
AVVERTIMENTO .
MOheOlte
s altrepoſſono
materia
proprietà appartenenti a queſta
oilervarſi in un mio libro
di riſpoſta Apologetica , ſiccome ancora ne' Co
mentarj da me fatti al trattato di reſiſtenza del
Viviani , e nell' Appendice ivi da me aggiunte ,
le quali non occorre quì più rimettere .
Solamente parmi bene avvertire in primo luo
go, che un priſma, o cilindro poſto sopra due
Toftegni, di cui ſi è fin' ora diſcorio , ha molto
minor reſiſtenza , che ſe ne' ſuoi termini foſſe fit
to in due muri : perchè nel primo caſo, ſe la
propria gravità, o un peſo attaccarogli nel mez
zo , può tirarlo in giù , con rompere la ſua ſezio
ne , dove ha il ſuo centro di gravità , cioè appun
to nel mezzo ; nel ſecondo caſo biſognerà eſſervi
tanto peſo, che oltre il rompere la ſezione del
ſolido nel mezzo , ne rompa ancora le altre due
ſezioni fiſſe in ambi i muri , cioè verſo i ſuoi ter
mini , non potendo queſti alzarſi liberamente , e
legarſi ſolo quella di mezzo , perchè in tal caſo
non ſono ſolamente appoggiati a ſoſtegni, ma rac
chiuſi nel muro .
In
AVVERTIMEMTO . 157
In ſecondo luogo ſi oſſervi , eſſerſi qui ſuppo
fto , come ha fatto il celebre Galileo , che le le
zioni per cui ſi ſchiantano i ſolidi wifi nel muro ,
o attaccati in due foitegni , non ſiano compoſte
di tali fibre , che nella rottura ſi debbono dilata
re , altre più , altre meno , ſecondo che ſono più
lontane , o più proflime al loro appoggio , come
poicia ha dimoſtrato il Sig. Mariotte nel luo trat
tato de'Movimenti dell’. Acque, part. 5. diſc. 2.
Il che da molti altri Autori è ſtato approvato ;
Imperocchè non fi rompe qualunque ſolido tutto
in un tratto , ſcorgendo i , che ogni battoncello fi
piega prima di romperſi; dal che eſlo Mariotte
$
ne ricava non eſſer vero il detto dal Galileo , che
il peſo , tirando un folido rettangolo direttamen
te , con direzione perpendicolare alla ſua baſe
fitta nel muro , ſtia al peſo, che attaccaro al ter
mine della lunghezza del medeſimo ſolido , lo ti
ralle in giù , con direzione perpendicolare all'ori
zonte , ſtia , come la lunghezza di eflo folido , alla
metà dell'altezza di eſſa ſezione fiſſa nel muro ,
1
che è la diſtanza del di lei centro dal ſoſtegno ,
ma piuttoſto , dover eſſere quel peſo a queſt' al
tro , come la detta lunghezza del ſolido , alla quar
ta , o alla terza parte dell'altezza della ſua fra
zione ; il che ancora dal Leibnizio , e dal Signor
Warignone fi fuole dimoſtrare ; ma la diverſa
condizione di varie materie , in alcuni ſolidi può
far riuſcire maggiore , o minore la propoſizione
di tali peſi, che corriſpondono alla proporzione
delle due reſiſtenze affoluta , e reſpettiva di qua
lunque ſolido da eſli peſi reppreffe .
Ciò può dedurſi ancora dal paragone del pe
10 ,
158 A v V E RT I MENTO .
fo , che poſſa rompere un folido cilindrico , o pri
ſmatico fitto nel muro , con quello , che lo ſtrap
perebbe appoggiato il medeſimo, co ' ſuoi termini,
topra due foftegni. Vi è chi pretende nel primo
calo dover eſſerc il peſo attaccato all'eſtremo
termine del folido fitto nel muro , la metà dell'
altro peſo , nel ſecondo caſo appiccato al mezzo
della lunghezza del medeſimo folido , ſoſtenuto in
ambidue gli fuoi termini. Ma nella mia Riſpoſta
Apologetica fu dimoſtrato , dover eſſere queſto
non folamente doppio di quello , ma quadruplo :
anzi ſe il folido fofle fitto eſattamente co'ſuoi ter
mini in due muri , e non ſolamente ſoprappoſto a
due ſoſtegni dovrebbe eſſere il peſo , che lo rom
peile , almeno ottuplo di quello , che attaccato
nell'ultimo termine doveſſe rompere eſlo folido
fiffo unicamente con il primo termine nel muro ,
variandoſi però rali proporzioni ſecondo la diver
ſa materia de folidi, conneſſi con fibre di varia
forza ; onde fi ſono fatte molte fperienze , in cui
il peſo attaccato al mezzo del folido ſemplicemen
te appoggiato a due foſtegni , ora ſi trovò alquan
to minore , ora alquanto maggiore del quadruplo
di quello , che era attaccato al termine del me
deſimo folido applicato ſolamente con l'altro ter
mine nel muro .
Il Signor Marcheſe Poleni degniſſimo Profeſſore
di Mattemática nello Studio di Padova, mi man
dò le ſeguenti ſperienze da lui fatte , e ne regiſtrerò
qui le ſue medeſime parole, che ſono le ſeguenti.
1
Prefi un Priſma di legno d' Abete lungo piedi 2
( il quale moſtrava tutte le condizioni , che poſſono
far credere un eguale reſiſtenza in cadeuna fibra )
di
1
AV VERTIMENTO . 159
IL FI Ν. Ε.
19.8.13
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ME C.TAB.I.
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Fig; 69 Függ 70 Figine ji.
F MEC TAB - VIII.
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K F E
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1
Fig.63.
1
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M.T.IX.
Fig.76. Fiq :77 .
C G E P
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MORFIS
LIBRARY
1
MEC . TAB . X.
Fig ..81
A
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Fiq.82 . I
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